pag. 12 settembre 2010 domenica 12 settembre · ore 21,30 la compagnia di danza “l’elfo...

12
Numero unico Distribuzione gratuita Zibaldone con cronache, curiosità, ricette e quant’ altro dell’Ottocento umbertidese A cura di Adriano Bottaccioli Rievocazione storica della “Fratta dell’Ottocento” UMBERTIDE 9-10-11-12 SETTEMBRE 2010 PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI ALLE PAGINE 11 E 12 LA FRATTA OCCUPATA DALL’ESERCITO PIEMONTESE anche il Segretario Comunale Ruggero Burelli, persona senz’altro degna di sti- ma, ma legata a doppio filo alla vecchia Amministrazione e questo non depone certo a favore del rinnovamento radi- cale che è stato promesso a gran voce. Comunque a parte qualche scaramuc- cia verbale ed altre forme di conte- stazione sommessa, la Commissione Municipale è riuscita nel suo intento di portare la cittadinanza di Fratta al Plebiscito sull’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, che si è tenuto nei giorni 4 e 5 novembre e che ha portato ai seguenti risultati: su 2.946 iscritti alle liste elettorali i vo- tanti sono stati 2.568. i voti favorevoli all’Annessione sono stati ben 2.564, mentre i voti contrari furono soltanto 4. Solo pochi giorni dopo e cioè l’11 no- vembre si procedette alla votazione per l’elezione dei membri del primo Con- siglio Comunale del Regno Sabaudo e alle ore 16,15 il “tubatore” affacciandosi alla finestra del Municipio annunciò al popolo il risultato delle votazioni con 17 degli eletti che risultarono apparte- nenti al ceto dei possidenti agrari e solo 3 appartenenti ai ceti minori. Successivamente, e cioè il giovedi 22 novembre, furono nominati gli Asses- sori, ovviamente anche questi scelti tra i più facoltosi e cioè Mauro Mavarelli, Luigi Santini, Quintilio Magnanini, il conte Giannantonio Ranieri, Giovan Battista Ticchioni e Paolo Paolucci. A completare questo rapido cambiamen- to dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione della Fratta, la nomi- na a Sindaco di Mauro Mavarelli con decreto del Re d’Italia del 13 dicembre. A questo punto il dovere di cronisti ci impone però di chiederci se di veri e propri cambiamenti di rotta si tratta, visto che i notabili testé nominati han- no avuto a che fare, seppure a diverso titolo, anche con le precedenti ammi- nistrazioni e se alla nomina a Sindaco di Mauro Mavarelli non abbia magari contribuito l’aver ospitato in casa sua il comandante dell’esercito piemontese Generale Manfredo Fanti, in occasione del suo passaggio per Fratta. (liberamente tratto da “Umbertide nel secolo XIX” di Renato Codovini e Ro- berto Sciurpa – Comune di Umbertide – Gesp 2001) - Il termine “occupata” usato nel titolo esprime ovviamente il parere del croni- sta del tempo, che si immagina ancora idealmente legato allo Stato della Chie- sa. Per molti altri, la maggioranza, non di “occupazione” si trattava, bensì di “liberazione”. Il 12 settembre del 1860, le truppe guidate dal Generale Manfredo Fanti, hanno preso possesso della nostra città senza colpo ferire. Il Governo della Fratta affidato ad Comitato Provvisorio. A desso finalmente torna il coraggio ! (Nunc demum redi animus!). Prendiamo volentieri a prestito la frase di Tacito riferita alla caduta e morte del dispotico Domiziano che avvenne il 18 di questo stesso mese del 96 d. C.. Torna il coraggio, ma resta comunque tanta inquieta incertezza nella gente che, dopo secoli di dominio da parte della Chiesa, non sa ancora quale futu- ro gli riserverà questa svolta decisiva e per far sì che la comunità non si trovi impreparata ai tanti cambiamenti che si prevedono, ha provveduto tempe- stivamente a costituire un Governo Provvisorio, nomina successivamente ratificata dal marchese Gualterio su in- carico del Commissario Regio Marchese Pepoli, nipote di Gioacchino Murat. Il Decreto stabiliva 1 – “É costituita una Commissione Mu- nicipale composta dai Sigg.ri Giuseppe Agostini, facente funzione di Priore, Le- lio Lazzarini, Quintilio Magnanini, Luigi Santini ed il sig. Giuseppe Bertanzi, il quale eserciterà anche le funzioni di Segretario”. 2 – “La detta Commissione avrà tutte le attribuzioni devolute al cessato Muni- cipio e funzionerà fino a che la Legge Municipale non sia pubblicata”. La scelta di questi pur stimati perso- naggi non è stata però ben accolta dal resto dei rappresentanti del pubblico consesso, tant’è che, adducendo come motivo il rischio di veder condizionate le scelte della gente per le prossime elezioni amministrative, molti di que- sti hanno minacciato le dimissioni a catena. A contribuire a questo stato di con- fusione ha concorso il fatto che sia stato subito reinvestito nel suo incarico IL GENERALE MANFREDO FANTI

Upload: vunhu

Post on 01-Dec-2018

222 views

Category:

Documents


2 download

TRANSCRIPT

Page 1: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

Numero unicoDistribuzione gratuita

Zibaldone con cronache, curiosità, ricette e quant’ altro dell’Ottocento umbertidese

A cura di Adriano Bottaccioli

Rievocazione storica della “Fratta dell’Ottocento”UMBERTIDE 9-10-11-12 SETTEMBRE 2010

PROGRAMMA DELLE

MANIFESTAZIONI

ALLE PAGINE 11 E 12

LA FRATTA OCCUPATA DALL’ESERCITO PIEMONTESE

anche il Segretario Comunale Ruggero Burelli, persona senz’altro degna di sti-ma, ma legata a doppio fi lo alla vecchia Amministrazione e questo non depone certo a favore del rinnovamento radi-cale che è stato promesso a gran voce. Comunque a parte qualche scaramuc-cia verbale ed altre forme di conte-stazione sommessa, la Commissione Municipale è riuscita nel suo intento di portare la cittadinanza di Fratta al Plebiscito sull’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, che si è tenuto nei giorni 4 e 5 novembre e che ha portato ai seguenti risultati: su 2.946 iscritti alle liste elettorali i vo-tanti sono stati 2.568. i voti favorevoli all’Annessione sono stati ben 2.564, mentre i voti contrari furono soltanto 4.Solo pochi giorni dopo e cioè l’11 no-vembre si procedette alla votazione per l’elezione dei membri del primo Con-siglio Comunale del Regno Sabaudo e alle ore 16,15 il “tubatore” affacciandosi

alla fi nestra del Municipio annunciò al popolo il risultato delle votazioni con 17 degli eletti che risultarono apparte-nenti al ceto dei possidenti agrari e solo 3 appartenenti ai ceti minori.Successivamente, e cioè il giovedi 22 novembre, furono nominati gli Asses-sori, ovviamente anche questi scelti tra i più facoltosi e cioè Mauro Mavarelli, Luigi Santini, Quintilio Magnanini, il conte Giannantonio Ranieri, Giovan Battista Ticchioni e Paolo Paolucci. A completare questo rapido cambiamen-to dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione della Fratta, la nomi-na a Sindaco di Mauro Mavarelli con decreto del Re d’Italia del 13 dicembre. A questo punto il dovere di cronisti ci impone però di chiederci se di veri e propri cambiamenti di rotta si tratta, visto che i notabili testé nominati han-no avuto a che fare, seppure a diverso titolo, anche con le precedenti ammi-nistrazioni e se alla nomina a Sindaco di Mauro Mavarelli non abbia magari contribuito l’aver ospitato in casa sua il comandante dell’esercito piemontese Generale Manfredo Fanti, in occasione del suo passaggio per Fratta.

(liberamente tratto da “Umbertide nel secolo XIX” di Renato Codovini e Ro-berto Sciurpa – Comune di Umbertide – Gesp 2001)

- Il termine “occupata” usato nel titolo esprime ovviamente il parere del croni-sta del tempo, che si immagina ancora idealmente legato allo Stato della Chie-sa. Per molti altri, la maggioranza, non di “occupazione” si trattava, bensì di “liberazione”.

Il 12 settembre del 1860, le truppe guidate dal Generale Manfredo Fanti, hanno preso possesso della nostra città senza colpo ferire. Il Governo della Fratta affi dato ad Comitato Provvisorio.

Adesso fi nalmente torna il coraggio ! (Nunc demum redi animus!).

Prendiamo volentieri a prestito la frase di Tacito riferita alla caduta e morte del dispotico Domiziano che avvenne il 18 di questo stesso mese del 96 d. C..

Torna il coraggio, ma resta comunque tanta inquieta incertezza nella gente che, dopo secoli di dominio da parte della Chiesa, non sa ancora quale futu-ro gli riserverà questa svolta decisiva e per far sì che la comunità non si trovi impreparata ai tanti cambiamenti che si prevedono, ha provveduto tempe-stivamente a costituire un Governo Provvisorio, nomina successivamente ratifi cata dal marchese Gualterio su in-carico del Commissario Regio Marchese Pepoli, nipote di Gioacchino Murat. Il Decreto stabiliva 1 – “É costituita una Commissione Mu-nicipale composta dai Sigg.ri Giuseppe Agostini, facente funzione di Priore, Le-lio Lazzarini, Quintilio Magnanini, Luigi Santini ed il sig. Giuseppe Bertanzi, il quale eserciterà anche le funzioni di Segretario”.2 – “La detta Commissione avrà tutte le attribuzioni devolute al cessato Muni-cipio e funzionerà fi no a che la Legge Municipale non sia pubblicata”.La scelta di questi pur stimati perso-naggi non è stata però ben accolta dal resto dei rappresentanti del pubblico consesso, tant’è che, adducendo come motivo il rischio di veder condizionate le scelte della gente per le prossime elezioni amministrative, molti di que-sti hanno minacciato le dimissioni a catena. A contribuire a questo stato di con-fusione ha concorso il fatto che sia stato subito reinvestito nel suo incarico

IL GENERALE MANFREDO FANTI

pag. 12 settembre 2010

REGIONEUMBRIA

CAMERA DI COMMERCIOPERUGIA

TIP. CALDARI - UMBERTIDE

Sabato 11 settembrePiazza Matteotti Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind OrchestraNobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Lido Tevere Pomeriggio Un asinello per amico cavalcata riservata ai bambini Balli del Folklore umbro e inglese Pescatori e barche – Per animare il Tevere e le sue rive

Piazza XXV Aprile ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” Danza, Poesia e Musica a cura di Sabina Moni ore 22,30 Replica

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè ore 21,30 Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind Orchestra

Cortile del Museo di S.Croce ore 21,00 LA FRATTA E IL CULTO MARIANO La storia, le vicende artistiche e la devozione a Maria nell’Ot-tocento - Visita guidata a cura di Sistema Museo e Museo del Duomo di Città di Castello nell’ambito della XIII edizione di CHIESE D’ARTEore 22,00 Replica

ITINERANTI PER LE VIE E PER LE PIAZZE dalle ore 21 Truppe napoleoniche in pattuglia per le vie pattuglieranno le vie di Frattacon la partecipazione del Gruppo Storico Napoleonico “La guarnigione - Porto Nuovo 1811” .

Domenica 12 settembreITINERANTI PER LE VIE E PER LE PIAZZE dalle ore 10 Truppe napoleoniche in pattuglia per le vie pattuglieranno le vie di Frattacon la partecipazione del Gruppo Storico Napoleonico “La guarnigione - Porto Nuovo 1811”

Palazzo Comunale - Sala del Consiglio Ore 11,00 La Fratta liberata conversazione con il Prof. Sergio Bellezza

Piazza Matteotti ore 21,00 Gran fi nale – Cori Risorgimentali e Concerto della Banda Musicale di Umbertide su temi risorgimentali

ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice del Palio “Fratta del’800”

Lido Tevere Mattina “Scampagnata al Patollo” Pomeriggio Un asinello per amico cavalcata riservata ai bambini !

Balli del Folklore umbro con il Gruppo Folk San Marco Balli della tradizione inglese con il Chameleonic Morris Men

Pescatori e barche – Per animare il Tevere e le sue rive

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Elegia di chiusura del Caffè degli Artisti

PER INFORMAZIONI DETTAGLIATE CONSULTARE IL PROGRAMMA

GIORNALIERO

“Multivisioni” a cura dell’Accademia Internazionale della Luce

Azienda Servizi Intercomunali

PISTRINO (PG)www.carliniinterni.it

Sezione soci Umbertide

Itineranti per le vie e le piazze di Fratta, potrete incontrare la Fanfara della Banda civica, Bande di briganti, Truppe garibal-dine, Musici, Cantastorie, Giocolieri ecc.

Page 2: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

pag. 2 pag. 11numero unico

FATTI DI STORIA RECENTE

Che la determinazione del Governo Rica-soli del 1861 di rinunciare all’idea della costituzione di regioni autonome, creasse un po’ di sconcerto è cosa normale, anche perché l’alternativa proposta e cioè quel-la di suddividere il nuovo Stato Italiano seguendo il modello francese andrebbe a creare un’ulteriore frammentazione che non gioverebbe a formare quell’Unità che tutti auspichiamo. Sta di fatto che giusta o non giusta, tale decisione è stata defi nitivamente presa e così ci ritroviamo con un’Italia suddivisa in 59 provincie, a loro volta ripartite in una miriade di Circondari che raggruppano vari Mandamenti, a loro volta divisi in tanti Comuni. E questo ai Tifernati non sta bene, perché a loro parere metterebbe a rischio lo sviluppo di una città produttiva ed avviata verso un concreto sviluppo economico, come Città di Castello.Fin qui nulla da eccepire anche perché i nostri “cugini” hanno vari motivi per con-testare le decisioni del Governo centrale, non ultima quella che non sia stato appro-vato l’allaccio ferroviario con Arezzo, ma da questo a coinvolgerci in una minaccia di secessione da Perugia, ci sembra un po’ troppo anche perché, come già detto, i Tifernati si sono ben guardati da chiedere, attraverso i nostri Amministratori, quali fossero le intenzioni della cittadinanza. Appare quindi pienamente giustifi cato, a nostro parere, l’intervento del concittadino Martinelli al Consiglio provinciale, che ha messo polemicamente l’accento sul fatto che a motivare la presa di posizione dei Tifernati sia stato il fatto che Città di Ca-stello non era stata scelta come capoluogo del Circondario, mentre l’aggregazione ad Arezzo gli avrebbe senz’altro assicurato questo privilegio.

(liberamente tratto da “Umbertide nel secolo XIX” di Renato Codovini e Roberto Sciurpa – Comune di Umbertide – Gesp 2001)

Una drammatica fi ne di secolo ….. “La Fratta fu spettatrice di consimil scena tumultuosa nel di 28 Aprile 1798. Un attruppa-mento di Contadini, armati in massa, provenienti dalla Magione, e da Castel Rigone, invasero all’impensata il nostro Paese. Credevasi da prin-cipio una mossa popolare di lieve importanza; ma poi vedendosi il numero, e l’ardimento, fu riconosciuto affare di seria considerazione. Fra minacciose grida quei forsennati atterrarono a colpi di scure il grand’Albero della Libertà (ec-celso Abete di Montecorona, che di molti piedi sorpassava il Palazzo Sorbello), con malvagio intendimento fu fatto precipitare sopra la casa Spinetti, diroccando una gran parte del tetto e quindi fra il villano ferino schiamazzo tutto in pezzi fu nella stessa piazza bruciato, e ridotto in cenere. Maligno ricatto volle poi farsi contro lo Spinetti Giovanbattista, in onta della prolusione declamata quando s’innalzò l’albero altèro, col farlo quasi liquefare in sudore tenendolo lungo tempo afferrato presso gli ardenti tizzoni e quindi col chiuderlo incatenato entro la pub-blica prigione”

La Fratta sotto gli Imperiali…“Nel 13 di Luglio (1809) la Fratta pure dovette uniformarsi al nuovo stato di cose; sostituire agli stemmi delle pacifi che Chiavi, l’Aquila armata di folgori; adottare esotiche leggi; simulare fe-steggiamenti; ed amareggiata per la cattività del Supremo Pastore, mostrare ilarità, sottomissione, e riguardi al burbanzoso Incaricato di Francia, che in adempimento di sua missione erasi ancor qui trasferito. Egli nominò con suo Chirografo il Maire e i Consiglieri Municipali. Fu assegnato provvisoriamente a questa Comune un Circon-dario uguale a quello che aveva nel reggimento Repubblicano. E regolati tutti gli affari pubblici, addivenimmo altra fi ata sudditi de’ Francesi, non più di Bruto, ma di Cesare mancipii. Prescinden-do non dimeno della illegittimità, ed avversione di straniero Goveno, imparzialità storica deve concedere che negli interessi materiali il nostro Paese ritraesse vantaggi indubitabili dal recente impianto amministrativo e giudiziale. La topogra-fi ca posizione di Fratta nel limite del Grand’Im-pero, la costituiva frontiera del Regno Italico,

che presso le Case Nuove (Contea Ranieri) con linea di demarcazione estendeva il confi ne per lungo tratto al Nord Est del nostro Cantone”.

Fratta torna sotto la dominazione del Pontefi ce…“Allontanati tanti rischi e tante incertezze, la Fratta per prudente consiglio di quelli che stava-no al regime della cosa pubblica, tornava spon-taneamente sotto la dominazione del Pontefi ce. Nel Mercoledì Santo (30 marzo 1831) il Sole con il primo raggio illuminava un trionfale Vessillo, ove scorge ansi effi giati il mistico Calice d’oro, su cui le innocenti colombe curvavano pietose il candido collo, la sovrastante splendida cometa, l’autorevole feltro gentilizio, e gli astri scintillanti, vivi simboli di religione, di mansuetudine e di possanza”. Nella precedente notte, eliminate le tracce della rivolta, tutte le cose eran tornate di ordine primiero. Così tra le tenebre nacque e colle tenebre spirava quell’improvvido Governo, che visse appena una quaresima, ma per le sue conseguenze troppo lacrimevole e memorando. ….“Il nostro Paese, mercé la temperanza de’ suoi Abitatori, ebbe la soddisfazione di non veder punito individuo alcuno, di non aver sofferto umiliazioni, e rimproveri, e di essere mante-nuto nella integrità del suo Governo, e nella pienezza de’ suoi diritti Municipali”. … “Anche allora la Fratta rimase Capo luogo di Governo di seconda classe, e con la Comune costituita da quelle Frazioni, che tuttora compongono il suo vasto Circondario”.

… ma cosa preparava il futuro ?… “Dopo dieci lustri di sconvolgimenti, di fazioni, di sangue, da cui la nostra Italia fu bar-baramente straziata, altri due omai ne trascorsero di lusinghiera tranquillità. Sarà dessa duratura? Le idee progrediscono coi tempi ! Le parziali agitazioni di Piemonte, di Napoli, di Lombardia, di Romagna, sebbene, al dire di Azeglio, intem-pestive e dannose, non saran desse l’episodio di generale commuovimento? Un cupo fremito dall’Alpi all’Etna par già che scuota le belle contrade d’Ausonia …. Il fremi-to generoso della Nazionale Indipendenza!”. (1845)

Castello non ci sta, ma fa i conti senza l’oste !

Contrari alle decisioni del Governo, i Tifernati vorrebbero aggregarsi ad Arezzo ed hanno data per certa anche l’adesione di Fratta alla loro iniziativa. Ma non hanno mai chiesto il nostro parere!

La prima metà di questo secolo ci ha visti affrontare delle prove durissime, ma cosa ci riserverà il futuro? Questo scriveva don Antonio Guerrini prima della sua morte, avvenuta nel 1845, mentre stava completando la sua “Storia della Terra di Fratta”, uscita postuma per i tipi della Tipo-grafi a Tiberina di Umbertide nel 1883.

settembre 2010

Umbertide, 9-10-11-12 Settembre 2010

Giovedi 9 settembrePiazza Matteotti ore 20,30 Si apre il sipario sulla festa Alzabandiera con Regie autorità civili e militari – fanfara banda – briganti – garibaldini – musici – cantastorie maghi – giocolieriL’ordine pubblico verrà garantito dal 1° Battaglione di Fanteria di Linea del Ducato di Modena

Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Nero Fratta Sax che per la prima volta, nel Regno d’Italia, si esibirà con il rivoluzionario strumento musi-cale inventato dal belga Adolphe Sax Nobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Palazzo Comunale - Sala del Consiglioore 21,30 Processo a Giosuè Carducci con Walter Corelli e gli attori dell’Accademia dei RiunitiIngresso gratuito con prenotazione obbligatoria ore 22,30 Replica

ore 22,00 Visita guidata alle chiese scomparse di Fratta Condotta da Don Pietro Vispi - Itinerante Prenotazione obbligatoria e gratuita

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Valzer di apertura del Caffè degli Artisti INCANTO D’OPERETTA con il M° Nicola Lucarelli SULLE ALI DELLA DANZA “Danzando sulle note di Strauss” coreografi a di Maria Paola Fiorucci

ore 23,00 Il Regio Procuratore Walter Corelli riferirà sul processo a Giosuè Carducci Ospite d’onore Carducci Giosuè

Piazza XXV Aprile Ore 22,30 Balli della tradizione inglese con i Chameleonic Morris Men

Venerdì 10 settembrePiazza Matteotti Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind OrchestraNobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Palazzo Comunale - Sala del Consiglioore 21,30 Processo a Giosuè Carducci con Walter Corelli e gli attori dell’Accademia dei RiunitiIngresso gratuito con prenotazione obbligatoria ore 22,30 Replica

Piazza XXV Aprile ore 21,15 Il Centro Studi Danza diretto da M.Paola Fio-rucci presenta un estratto da LA BELLA ADDORMENTATA coreografi a Maria Paola Fiorucci, Marzia Magi, Daniela Pascolini su musiche di Piotr Ilic Tchaikovskij Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Atmosfera musicale di Nero Fratta Sax che per la prima volta, nel Regno d’Italia, si esibirà con il rivolu-zionario strumento musicale inventato dal belga Adolphe Sax ore 23,00 Il Regio Procuratore Walter Corelli riferirà sul processo a Giosuè Carducci Ospite d’onore Carducci Giosuè

Cortile del Museo di S.Croce ore 21,20 Il Corus Fractae “Ebe Igi” diretto dal M° Paolo Fiorucci presenta OPERA & ALTRO Assaggi di canto corale tra ‘500 ed ‘800 Ore 22,00 Replica

PER LA DURATA DELLA FESTA UN MINITRENO A VAPORE FORNITO DALLE REGIE FERROVIE ASSICURERA’ IL TRASPORTO E LO SVAGO

DI INFANTI, NOBILDONNE, BORGHESI E GENTILUOMINI

Le Taverne storiche resteranno aperte dalle ore 19,30 alle ore 24

Presso l’Edicola in piazza Punto di informazione e prenotazione gratuita“Processo a Giosuè Carducci” e visita guidata alle “Chiese scomparse di Fratta”

Page 3: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

Siede la Terra di Fratta sulla Valle-media del Tevere distante a Nord da Città di Castello Chilometri venti; ad Est da Gub-bio Chilometri ventotto e mezzo; a Sud da Perugia Chilometri trentaquattro; ad Ovest da Cortona Chilometri trentanove; alle quali Città, come da un centro alla circonferenza, si comunica per agiatis-sime Vie.L a l a t i t ud i n e s e condo Bo s co -vich è di 43.° 18.’ 12’’ La longitudine è di 29.° 51’.24.’’La sua situazione in vasta, ed ubertosa pianura viene riparata dai pericolosi venti del Sud mediante il boscoso Monte Coro-na, alto 593 metri sopra il livello del mare, lussureggiante di abeti, di roveri, di casta-gni, e mediante il Monte Acuto, espureo Appennino, alto metri 843; tramezzo ai quali il pinnacolo del Monte Tezio, alto 957 Metri, alquanto indietreggia, decli-nando a Sud-Ovest in poggi verdeggianti e feraci. Una curvilinea diramazione di amene degradanti coline, adorne sul-le vette cerulee di Villaggi, di Torri, e Castella per pittoriche scene al guardo gradevolissime, mitigano a Nord-Est, e a Nord-Ovest il gelido soffi o di borea.Dai gioghi Appennini di Tiferno al più remoto Subasio obliquamente distendesi la prolungata Vallèa, sulla quale serpeggia il Tebro ora dimesso, e placido tra gli acquatici arbusti e le mobili ombre dei

pag. 10 pag. 3numero unico

IL TERRITORIO DELLA FRATTA

pioppi, ora di sfrenato allaga, rapisce, dirapa.Numerosi torrenti scendono rapidi dai frequenti versanti delle circostanti col-line per confl uire nel Tebro; e dentro l’odierno Territorio sono a destra – la Mi-nimella, il Nestore, il Nicone, la Mansola e la Nese; a sinistra il Rio, la Carpina, la Reggia, l’Assino, il Mussino.Questo Territorio trovasi puranche attra-versato da molte agiatissime strade ro-tabili, dalle quali debbe precipuamente ripetersi ko sviluppo crescente del pro-spero nostro commercio. Abbiamo tre strade Provinciali, la Tifernate, che da Pe-rugia mette a Città di Castello passando per lo interno di Fratta, la Eugubina che da Fratta mette a Gubbio; la Cortonese che da Fratta mette in Toscana. Abbiamo cinque strade Comunali (trascurando le meno importanti), la Montonese, quella di San Benedetto, che dovea comunicare con Pietralunga, quella di Preggio, quella dei Banchetti, e quella di San Leo-Bastia; tutte in regolare stato di manutenzione, e munite dei necessari Manufatti, spe-cialmente la Provinciale Tifernate, ove con meraviglia si vedono cinque Ponti grandiosi, quello di Monte Castelli con tre archi della corda di Metri 30 cadauno, lungo al parapetto Metri 246; quello del Nicone con tre archi, il medio della corda di Metri 10, i laterali della corda di Metri

5, e lungo in parapetto Metri 10, quello della Fratta con quattro arcate colle cor-de da Metri 22 a Metri 15, e lungo come sopra Metri 100; quello dell’Assino con undici archi della corda di metri 11,lungo come sopra Metri 256; quello del Mussino con cinque arcate della corda di Metri 12,50 di lunghezza come sopra Metri 120.Da sì fatta giacitura e conformazione territoriale derivano alla Fratta numerosi vantaggi; cielo benigno, stagioni tem-perate, purezza di aere non soggetto sistematicamente a contagiosi miasmi, e solo dalla Tiberina riviera sorge talvolta la nebbia autunnale ad offuscare il lim-pido mattino, siccome in tutte le convalli succede da grossi fi umi solcate. Ma la solerzia dei Reggitori Municipali coll’am-pliamento delle interne Vie, coll’apertura di nuovi varchi, coll’atterramento d’in-terni ostacoli murarj, la prossimità delle acque correnti, la molteplicità delle for-naci attive di ceramica e di laterizi, tutto promuove il depuramento atmosferico, la ventilazione, la interna circolazione dell’aure, e servono però mirabilmente a moderare e rendere lieve nello abitato il fastidio di quella vaporosa umidità

da “Storia della terra di Fratta” di Antonio Guerrini - Tip. Tiberina Um-bertide 1883 (copia anastatica Gruppo Editoriale Locale - Digital Editor 2009)

settembre 2010

ALBERO DELLA LIBERTÁErano un simbolo della Rivoluzione e vennero piantati in tutte le piazze, per essere poi violentemente sradicati e bru-ciati, come accadde alla Fratta, all’opera di facinorosi controrivoluzionari

APPODIATO Frazione dipendente da un Comune nello Stato Pontifi cio

AUSONIA Anticamente veniva così chiamato il vasto territorio che andava dal basso Lazio allo Stretto di Messina

BOREA Vento di tramontana

BURBANZOSOArrogante, presuntuoso, tronfi o

CHIROGRAFO Documento autografo

COMMUOVIMENTO Sconvolgimento

DESSOQuello stesso

ESPUREO Falso, fi nto

FERACE Fecondo, produttivo

MANCIPIO Diritto di proprietà

REGGITORI Amministratori pubblici

TEBRO Nome poetico del Tevere (Caro Tebro, amico fi ume,/non ravvisi più la gloria/che fu già tuo primo ardor - Aria di G.F. Handel)

TUBATORE Il “Tubatore” era un impiegato comunale che, vestito con una vistosa livrea e mu-nito di una tromba (tuba) , dopo averla fatta squillare alcune volte, annunciava con voce stentorea, la convocazione di un’assemblea pubblica o altre notizie utili alla popolazione.

LE CHIESE SCOMPARSE DI FRATTA

Chiesa di San GiovanniEra l’unica Chiesa posta nell’inter-no del castello, fu consacrata l’8 set-tembre 1257 da Giacomo vescovo di Gubbio e dipendeva dalla cano-nica di S. Andrea. Fu restaurato il muro della Chiesa nel 1422 dal priore della canonica di Sant’Andrea; ma maggiori restau-ri vi si fecero nel 1452, e per la ven-dita di alcuni beni il cui ricavato fu impiegato per que-sti restauri, e per quelli della Chie-sa di S. Andrea, il Vescovo di Gubbio, Francesco Billi dà il suo consenso il 20 Agosto 1456. Un altro ampliamento della Chie-sa si fece nel 1522; a tale scopo il priore di S. Andrea, alla quale la Chiesa era annessa “immediate et incorporata cappella sancti Io-annis” il 10 giugno di quell’anno dona alla fraternita di S. Giuseppe un fondo di una casa della cappel-la di S. Giovanni “ad honorem et exaltationem SS.mi Sacramenti Eucharestiæ” , per farvi erigere dai fondamenti a spese della fraternità una cappella con la volta, purché la cappella rimanesse alle dipendenze della Canonica di S. Andrea e della cappella di S. Giovanni, e ad uso del priore e del suo cappellano. E questa cappella attigua alla Chie-sa fi gura nei confi ni della Chiesa di S. Giovanni sino al 1547, col nome di cappella di S. Giuseppe.

La confraternita di S. Giiuseppe si unì e si trasformò in quella del SS.mo Sacramento, a cui il gene-rale dell’ordine di S.Francesco, De

Angelis concede il diploma di fi gliuo-lanza dell’ordine il 28 maggio 1526. E perché “la picco-la Chiesa di S. Gio-vanni goduta dal Rettore e Parroco di S. Andrea minaccia-va evidente rovina, procurarono a loro proprie spese di edi-ficare nuova Chie-sa, col far sì che la loro piccola Chiesa unita all’altra così

contigua del parroco di S. Andrea divenisse una et eadem Ecclesiaæ, comprando per tale effetto alcu-ni siti a da loro Chiesa contigui, come chiaramente viene in antichi libri descritti, e particolarmente più chiaro apparisce da pubblico istrumento rogato da Ser Paolo di Cristoforo Martinelli il di 10 giu-gno 1522”. Da questo istrumento appare che in quell’anno un’altra cappella atti-gua, ma distinta era stata edifi cata, a ridosso della Chiesa di S. Giovan-ni. Nel 1728 in questa Chiesa erano cinque altari.(dalla “Storia di Umbertide” di Don Umberto Pesci – Tip. Fruttini - Gualdo Tadino 1932)

Il 1 aprile 1765 il Capitolo dei Canonici di San Giovanni fu trasferito nella Chiesa di S. Maria della Reggia. La Chiesa fu demolita nel 1812 per far posto

all’attuale via Stella.

Nel novembre del 1891, per iniziativa di un nucleo di gagliardi giovani, tra cui il dottor Ettore Cecchini, si costituì una Società Filodrammatica - Filarmonica la quale ha rialzato il morale di questa cittadina in una maniera impossibile a credere. È inutile che vi dica che gli inizi sono stati irti di diffi coltà, ma ora le cose si son messe bene ed andremo avanti, sempre avanti. Insieme alla Società del Concerto, il 22 novembre or-ganizzò una serata conviviale all’albergo Guardabassi

per festeggiare in un gaio banchetto la protettrice Santa Cecilia; cioè S. Cecilia c’è entrata così per modo di dire: ha servito soltanto di pretesto. Parteciparono le si-gnorine attrici Utili, le signorine Rossi, Migni, Igi, Broccatelli e Tondini e la signora Martinelli, un concorso inverosimile di bellezze in toilettes abbaglianti. Parlò il Presidente Giacomino Dal Bianco troneggiando con la gigantesca persona in capo alla tavola, e pareva tra il sesso gentile il padre eterno circondato dai cherubini. Romitelli, Brachini e Martinelli fecero dei brindisi che suscitarono un irresistibile simpatia. Filippo Natali, direttore tecnico della Filodrammatica portò l’entusiasmo all’ebollizione con un felicissimo brindisi crepitante di spirito e di giocondità. Fino alle cinque di mattina.

(da “Due secoli in marcia – Umbertide e la banda” di Amedeo Massetti – Petruzzi Editore 2008)

UNA CENA PER SANTA CECILIA

Page 4: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010pag. 4 pag. 9numero unico

Questione seria Il continuo via vai dei nostri sanitari dello interno del paese, il continuo salire e scen-dere le scale degl’infermi, specialmente nei momenti della poco cortese infl uenza – quantunque gli antichi la chiamassero per ironia! Il mal cortese – mi fa risovve-nire che avevo da gran tempo in mente di chiamare l’attenzione l’ attenzione dei nostri Amministratori sopra l’argomento di un’ assetto sanitario più logico e più in armonia con l’aumento di una popolazione che, per una gran parte brulica in fondi umidi, difettosi di luce e di aria ma che pure proprietari che hanno solo l’idea del lucro, fanno servire per case d’abita-zione. Tale agglomeramento di individui porta con se un aumento sensibilissimo di malattie; cosa che non si verifi cava trent’anni fa, mentre la popolazione del paese era due terzi meno dell’attuale, e viveva meno accatastata, mi sia permessa l’espressione perché se da un lato si sono costruiti nuovi fabbricati, dall’altro si sono fatti importanti sventramenti. Eppure allora vi erano nientedimeno e nel solo interno del paese, il bel numero di quattro sanitari cioè il dr. Casali, medico primario, il dr. Giovita Scagnetti comprimario, il dr. Giuseppe Utili chirurgo, notate esclusiva-mente chirurgo! Ed il dr. Paolo Bertanzi, che sebbene in pensione era obbligato a prestare l’opera nei soli casi di estremo bisogno, ma in sostanza questa opera era continua, giacchè veniva da tutti chiama-to, riscotendo la massima fi ducia. Non mi si venga a dire che tali sanitari dovevano servire anche le frazioni, mentre queste avevano ciascuna il proprio medico come ad esempio il Tamburini per Montecastelli con residenza a Montalto, lo Stamigni per Pierantonio ecc. . Chi abbiamo ora noi con una popolazione assai maggiore del doppio ? Un medico chirurgo primario ed un comprimario; quanto dire che sono soltanto ricoperti i posti dl fu dr. Casali e del testè defunto dr. Giovita Scagnetti. A parte la mancanza del valido aiuto che prestava il dr. Bertanzi, dovrà sempre rim-piazzarsi iol posto del dr. Utili con un chi-rurgo esclusivo, come era egli allora, e che sia abile in modo da non dover ricorrere ad altri sanitari di vicine città. Ciò sarebbe una vergogna per un paese come il nostro! …. Apra, apra subito l’Amministrazione il concorso per il medico primario e non si faccia scappare dal paese – e certo con la vita faticosa che gli convien fare non si tratterrà a lungo – quel distintissimo chirurgo che si chiama Romeo Santo-vecchi che in sì tanto tempo e con tanta gioventù che ha indosso ha dato prove

non dubbie di abilità a niuno seconda. Guardate, signori Amministratori, che se questo sanitario sopraffatto dalla fatica e ristucco dalla poca riconoscenza – potrei portare degli esempi di ammalati guariti dopo grandi ed azzardose operazioni che non si sono degnati neanche di scrivergli o stampargli una riga di ringraziamento – se ne andasse, il paese non vi sarebbe davvero riconoscente !

(Facanapa – n° 9 del 6 maggio1894)

Troppi stipendi e troppe assenzeNoi abbiamo sempre nominato, su queste colonne, il Signor Dal Bianco non ad altro scopo che a titolo d’onore e avrem-mo voluto poter continuare nello stesso modo per tutto il tempo che ci rimane di vita, poco o molto che sia. ….. Ci si perdonerà quindi se il nostro programma ci costringe questa volta ad esprimerci con qualche asprezza sul conto suo, trattandosi sventuratamente di un argomento, per il quale non possono trovarsi parole melate. …... Ma che in onta alle incontrastate leggi biologiche, economiche e politiche, sulla differenziazione degli organi e sulla divisione del lavoro e dei poteri, egli con-fonda in se troppi reggimenti assumendo troppi offi ci pubblici o quasi pubblici, non è cosa che un onest’uomo possa coscien-ziosamente passare.

A parte che possono nascere fra i diversi offi ci confl itti di delicatezza, se non casi di vera e propria incompatibilità; a parte che gli offi ci e gli impieghi pubblici vuole giu-stizia che non si cumulino soverchiamen-te in una stessa persona, perché il danaro da tutti pagato serva almeno conciliare i pubblici servizi con un benessere maggior-

UN GIORNALE RITROVATOHa destato grandissima sorpresa la scoperta recente dell’esistenza di un giornale satirico umbertidese che, sul fi nire dell’Ottocento, diede voce a quanti non condividevano l’operato degli amministratori pubblici del tempo. Il giornale, contrassegnato da una particolarissima testata, disegnata dal famoso Yambo, manifestò sin dal primo numero le sue reali intenzioni con la seguente dichiarazione: “Presterò tutto il mio appoggio ad ogni causa giusta e retta. Irregolarità, abusi, soverchierie e porcherie denuncerò alla pubblica opi-nione mettendo alla gogna i macachi che se ne rendano colpevoli. Tutto ciò però con la dovuta prudenza e col do-vuto rispetto per il sig. Codice Penale il quale non impedisce che si facciano porcherie, ma impedisce che si trattino da macachi quello che lo fanno”. Una promessa mantenuta per 14 numeri (dal 3 dicembre 1893 al 15 luglio 1894) ed almeno fi no a quando uno dei personaggi più bersagliati dagli strali dei redattori del giornale, il contestatissimo e plenipotenziario segretario comu-nale, Giacomino Dal Bianco chiese ed ottenne il collocamento a riposo. Una conferma ulteriore di come le critiche, per quanto severe e non sempre ben accette da chi ammi-nistra il potere, contribuiscano a mettere in evidenza le reali neces-sità dei cittadini e ad indicare agli amministratori della cosa pubblica le vie da seguire. Lodevolissima quindi l’iniziativa del Comune di Umbertide che, gra-zie alla cortesia del prof. Raffaele Bozzi, proprietario della collezione “Facanapa”, ha dato alle stampe i quattordici numeri del giornale sa-tirico umbertidese, in una pregiata edizione a cura dell’Uffi cio Stampa e Programmazione, con i tipi della Petruzzi Editore. Dedichiamo queste pagine della Gazzetta ad alcuni brani tratti da “Facanapa” e chiudiamo questa premessa facendo nostro l’augurio del Gerente responsabile della te-stata che del giornale satirico non si dicesse che: “Fe’ più mal che bene, il bene lo fece male e il mal lo fece bene”.

OSTERIA DEI BRIGANTI

PANE BURRO E ALICI Una fetta di pane, una punta di burro pasta d’alici q.b. in luogo di questa un’acciuga sotto sale (sarac-ca). Spalmare su una fetta di pane fresco il burro, sovrapporre la pasta d’alici o la saracca dissalata e sfi let-tata ed accompagnare con un bic-chiere di vino spillato dalla botte.

PANE ZUCCHERO E VINOUna fetta di pane, un cucchiaio di zucchero, vino nero q.b.. Bagna-re leggermente una fetta di pane fresco, spolverare con lo zucchero e bagnare il tutto con vino nero.

PANE BURRO E ZUCCHERO Una fetta di pane, una punta di burro, un cucchiaio di zucchero. Spalmare una fetta di pane fresco con il burro, spolverare con lo zucchero ed accompagnare con un bicchiere di vino spillato dalla botte o, per i più piccoli con un sano bicchiere di latte.

LOCANDA DELLA TORRE

FAGIOLI CO’ LE COTICHE Cotiche ed un cianco di maiale lessati, pasta di salsiccia, cipolla, carote, se-dano, fagioli borlotti, pomodori, vino bianco, sale e pepe, peperoncinoTagliare fi nemente la cipolla, il se-dano e la carota e farli soffriggere nell’olio, quando gli odori saranno ben coloriti aggiungere le cotiche tagliate a pezzi ed il cianco ag-giungendo, per insaporire il tutto,

anche la pasta di salsiccia. Rosolare a fuoco vivace e spruzzare con del vino bianco che si farà evaporare, aggiungendo quindi il pomodoro e, quando questo avrà preso sapore, i fagioli borlotti precedentemente les-sati. Insaporire il tutto con sale, pepe e peperoncino e continuare la cottura fi no a quando le cotiche ed i fagioli risulteranno cotti al punto giusto ed il sugo si sarà addensato a dovere.

ANTICA PASTICCERIA MIGLIORATI

TORCOLO DI SAN GIUSEPPE300 gr di farina,100 gr di zucchero, 2 uova, lievito vanigliato per 250 gr., lat-te, un limone, 50 gr di mandorle tostate, 50 gr di cedro candito, 150 gr di uvetta,

Lavare l’uvetta e ridurre a pezzetti il cedro candito. Formare una fon-tana con la farina, ed aggiungere lo zucchero , le uova, il latte (quanto basta per amalgamare l’impasto), il lievito vanigliato, 1 cucchiaino di scorza grattugiata di limone, le mandorle tostate e tritate grossola-namente, il cedro candito e l’uvetta ed impastare per almeno 20 minuti. Cuocere in forno caldo a 200/220° per circa ½ ora e dopo aver tolto il torcolo dal forno e prima che si raf-freddi completamente, cospargere la superfi cie con la biacca (glas-sa) formata da zucchero e albume montati a neve e cospargere con confettini colorati (monpariglia).

LA BOTÉGA DE PRIMO

TORTA DI PASQUA(dosi per 3 kg) 10 uova,1 kg di farina, 40 gr di sale, 150 gr di lievito di bir-ra, 350 gr di parmigiano grattugiato,

150 gr di pecorino romano, 200 gr di burro, 200 gr di strutto, latte, 300 gr di groviera a pezzi, un odore di pepe

Amalgamare la sera prima la fa-rina e il lievito per ottenere 1 kg di pasta lievitata che si utilizzerà il giorno dopo come base per la pre-parazione della ricetta. Disporre la farina a fontana e mettere al centro la pasta lievitata, aggiungendo di volta in volta i vari ingredienti e lavorando a lungo l’impasto per-ché il tutto risulti ben amalgama-to. Aggiungere per ultima la gro-viera a pezzi, distribuendola bene nell’impasto e quindi versare il tutto in un recipiente da forno a bordi alti, dopo averne unto bene le pareti con il burro. Cuocere in forno a 220° per circa 45 minuti fi no a quando cioè la superfi cie della torta risulterà ben dorata .

LA TAVERNA DEI TINTORI

Ceci, cipolla, aglio, sedano, carota, ro-smarino, pomodori pelati, olio extra vergine di oliva, farina, uova

Tenere a bagno i ceci in acqua fred-da per circa 24 ore, quindi lessarli in abbondante acqua. Preparare il soffritto con olio, cipolla, sedano e carota. Aggiungere qualche pezzetto di pomodoro pelato, un rametto di rosmarino, due spicchi di aglio, sale, pepe, e far cuocere per qualche mi-nuto. Aggiungere ancora acqua bol-lente insieme ai ceci scolati e far bol-lire fi no a completa cottura degli in-gredienti. Preparare i quadrucci im-pastando uova e farina e far riposare l’impasto per circa un’ora. Stendere quindi la pasta con il lasagnolo, far-la asciugare per qualche minuto ed infi ne tagliarla a quadretti. Cuocere i quadrucci così ottenuti per pochi mi-nuti nella preparazione precedente e servire aggiungendo al piatto un fi lo di olio extra vergine di oliva.

Francesco Mavarelli, sindaco ai tempi di “Facanapa”

Page 5: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010

LE RICETTE DELLE TAVERNE

mente diffuso, specie ai tempi nostri in cui cresce a dismisura l’offerta di lavoro sulla domanda; a parte tutto ciò avviene troppo frequentemente che non bastado quella sola persona a tutte le funzioni deferitegli, si fi nisce col prendere in pianta un altro impiegato e col crescere uno stipendio a carico dell’una o dell’altra amministra-zione. ….. Il Signor Del Bianco infatti è Segretario del Comune, Segretario della Congregazione di Carità, Segretario della Commissione per la Ricchezza Mobile ecc. ecc. oltre che è segretario, computista, perito, procuratore di tante persone e di tante cose. Ne segue necessariamente che pure lavorando con l’arco dell’osso, e astenendosi, come diceva Orazio da Venere e dal vino, egli non può arrivare a compiere tutto quello che i diversi offi ci richiedono, e si incomincia a sentire il bisogno di mettere in una qualche stanza del Municipio un’altra sedia e un altro tavolino, un altro calamaio e … un altro impiegato

(Facanapa – n° 12 del 17 giugno 1894)

Ultime strabilianti notizie da Preggio Per mezzo di un colombo viaggiatore del nostro collaboratore Pipetto riceviamo all’ultima ora. Preggio 17 maggio 1894 – in questo momento riparte per Umbertide acclamatissimo il segretario capo, con il Sindaco e l’ingegnere comunale. Al loro arrivo stamane sono stati accolti da migliaia di cittadini sono stati accolti da migliaia di cittadini, dal clero e da tutti gli onorevoli del paese, con in testa la banda musicale, mentre le campane suonavano a festa. L’on. Contini, a nome dell’intera cittadinanza e della deputazione, ha dato il benvenuto agli illustri ospiti con parola elegante e forbita. Allo sparo del cannone ha avuto luogo un banchetto di

300 coperti inappuntabilmente servito la direzione del sig. Vignoli. Il Segretario Del Bianco, prendendo la parola in nome del Sindaco, ha pronunciato un felicissimo di-scorso politico, facendo rilevare che per un centro che dà al parlamento tre deputati, e dei più illustri, è troppo poco la concessa conduttura dell’acqua e che lui prendeva impegno di far votare dalla Camera l’im-pianto della luce elettrica in Preggio e sue sottofrazioni, nonché la funicolare da Umbertide. La chiusa, indovinatissima, è stata salutata da frenetici applausi. Nel frattempo, caso starno a questa altezza, è sorta una fi ttissima nebbia, tanto che i banchettanti non si riconoscevano tra di loro ed il signor Dal Bianco poi nel partire non ritrovava il montatoio della carrozza.

(Facanapa – n° 10 del 20 maggio 1894)

La festa di RomeggioNella domenica passata si celebrò con la solita vivacità e col solito brio. Non trop-po concorso di gente, ma per compenso molto di uova. E bisognava vedere con che entusiasmo le ragazze le rompevano e gli uomini se le facevano rompere nel tra-dizionale giuoco del toccio. Peccato che il sole non abbia preso parte al divertimento e che la pioggia abbia fi nito col guastarla. Ma buoni quei carciofi della Speranzina, e come teneri !Speranza dolce amor … dei tuoi dei tuoi carciofi ancor io sento io sento il buon sapor.Come si mangia ben seduti sul terren guardando il tuo bel senMentre dal fi nestrin l’allegro tuo visin sorride al popolin !Speranza, dolce amore tu mi hai ferito il core e sento un gran dolore.

Speranza, mio tesoro o dài un po’ di ristoro alle mie pene, o moro

(Facanapa – n° 11 del 3 giugno 1894)

La festa della BadiaÈ mancato poco che (la festa) non fi nisse tragicamente. Per far prima degli altri a ripassare il Tevere nella paura di perdere il treno, un’onda di gente si get-tò sulla barca quando ancora il barcaiolo non aveva potuto convenientemente agganciarlo alla riva. La barca piegò e l’acqua l’invase facendo perdere la testa a quanti v’erano sopra. Pazzi dal terrore si lanciarono tutti nel fi ume come se fos-se stato peggio rimanere sulla barca. For-tuna che non mancarono dei coraggiosi, che corsero prontamente in aiuto. Tra di essi meritano particolarmente elogio alcuni volonterosi accorsi in aiuto ed i carabinieri che in mezzo alla confusione di quel momento seppero, con militare sangue freddo e con l’abnegazione che è tutta propria dell’arma impedire una disgrazia più grave.

(Facanapa – n° 11 del 3 giugno 1894)

A proposito di latrineÈ tanto tempo che si è proposto in Con-siglio di costruire almeno una latrina pubblica; fu anzi stanziata in bilancio una certa somma in proposito. Che cosa è stato fatto da allora, e dove sono andate a fi nire quelle poche centinaia di lire che il Consiglio destinò per dare ad Umbertide quello che i più piccoli paesi si vantano di avere? La necessità è qui tanto più sentita in quanto che per i mercati e per le fi ere viene e soggiorna una quantità di gente che non trovando un luogo di raccogli-mento fi nisce col farla dove si incontra, allo spirar de’ venti, sotto gli occhi e sotto il naso del prossimo. È questione di poco, e si provvederebbe ad uno sconcio che torna a disdoro del paese prima, e dell’ammini-strazione comunale poi se non che l’ammi-nistrazione non sente, invece del disdoro, altro che la voce del Signor Dal Bianco, il quale dove sono gli affamati, trova superfl ue le latrine; ed il paese non sente che… il puzzo. Ci si è detto di una certa offerta fatta dal signor Quintilio Santini-Paccinelli per la quale egli si assumeva la costruzione delle latrine necessarie a patto che gli si lasciasse, diciamo così, il rifi uto. Se è vero, vorremmo sapere dove l’hanno messa a dormire e perché.

(Facanapa – n° 13 del 1 luglio 1894)

pag. 8 pag. 5numero unico

TAVERNA DEGLI ANTICHI SAPORI

TRIPPA AL SUGOTrippa di bovino ben lessata , salsa di pomodoro, aglio, cipolla, sedano, ca-rota, pasta di salsiccia e lardo salato, sale, pepe, vino bianco, fi ore e rami di fi nocchio, parmigiano grattugiato

In una pentola capiente si fanno soffriggere le verdure con il lardo battuto con una spruzzata di tan-to in tanto di vino bianco; poi si aggiunge la pasta di salsiccia che si fa rosolare per bene. A questo punto si mette nella pentola la trippa tagliata a striscioline sot-tili e si soffrigge nel condimento, aggiungendo il rimanente vino. Una volta che questo è evaporato si aggiunge la salsa di pomodoro, il fi ore ed i rametti di fi nocchio e lentamente si porta a cottura ag-giustando di sale e pepe. Il piatto si serve in tavola con una genero-sa spolverata di parmigiano.

PASTA E FAGIOLIFagioli borlotti secchi, cipolla, seda-no, carota, lardo di maiale condito, osso di prosciutto vestito, sale, pepe e un goccio di vino bianco

Dopo aver ammollato i fagioli per una notte, si mettono in ac-qua fredda e col bollore lento si procede alla loro cottura. In una pentola capiente si mette il trito di verdure insieme al battuto di lardo e si fa soffriggere lentamen-te aggiungendo il vino. Quando

le verdure sono ben appassite si riempie la pentola con acqua cal-da e dopo che ha ripreso a bolli-re si mette l’osso del prosciutto e lentamente si porta a cottura. A questo punto, tolto l’osso e messo da parte, si mettono nel brodo ¾ dei fagioli per farli in-saporire e i rimanenti si aggiun-gono dopo averli passati affi n-ché il brodo stesso diventi bello denso. Alla fi ne si butta la pasta che può essere maltagliati o ta-gliolini rigorosamente fatti con acqua e farina. Una spolverati-na di pepe nero messo sul piatto non ci sta male.

OSTERIA DEL MATTATOIO

TAGLIATELLE CU’ ‘L SUGO D’OCA Un’oca di 1 – 1,5 kg, 1 costa di se-dano, 1 cipolla, 1 carota, salvia q.b., olio extra vergine di oliva q.b., sale q.b., pepe q.b., vino rosso ½ bicchie-re, pomodori 1,5 kg., 4 hg. tagliatel-le caserecce

Tagliare l’oca a pezzi e passarli in un tegame senza condimenti, per fargli perdere l’acqua in ec-cesso. Quando la carne si sarà asciugata e leggermente colori-

ta, aggiungere l’olio extra vergine di oliva e gli odori tagliati a pezzi, facendo rosolare il tutto a fuoco vivace. Versare il vino rosso fa-cendolo sfumare senza coperchio ed aggiungere i pomodori, con-dendo con sale e pepe. Portare a cottura facendo sobbollire a fuo-co medio fi no a quando il sugo si sarà raddensato al punto giusto, aggiustando eventualmente di sapore con il sale ed il pepe e nel frattempo cuocere le tagliatelle, tenendole bene al dente e con-dendole subito dopo con il sugo d’oca ed un’abbondante spruzza-ta di parmigiano grattugiato.

TAVERNA DEL MUSICANTE

TORTA DEL MUSICANTEÈ la classica torta sul panaro da pre-parare con questi ingredienti (per 4 persone): farina 500 gr., acqua un bicchiere colmo, sale quanto basta, un pizzico di lievito o bicarbonato.

Fare la fontana con la farina, sala-re, aggiungere il lievito o il bicar-bonato, mescolare velocemente il tutto fi no ad ottenere un impasto omogeneo e liscio. (la nonna rac-comanda che sia liscio come il se-dere di un bambino), cuocere sul panaro precedentemente riscal-dato molto bene.Si accompagna con tutto quello che c’è in casa: prosciutto, salame, erba e salsicce o intingoli vari.

La testata di “Facanapa” opera del famoso Yambo (Enrico Novelli) fi glio dell’attore Ermete

Page 6: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010 pag. 7numero unico

TAVERNE, LOCANDE, OSTERIEalla ricerca di ricette dimenticate e di sapori, profumi ed ambienti d’altri tempi !

… andando per I LUOGHI

E GLI EVENTIPIAZZA MATTEOTTI

Inaugurazione e chiusura dei festeggia-menti de “La Fratta dell’800 - Visita

itinerante delle chiese scomparse – Cori e musiche risorgimentali - Caffè Garibal-di - Battaglione di Fanteria - Edicola con

giornali d’epoca

PALAZZO COMUNALE Processo a Giosuè Carducci –

Conversazione su “La Fratta liberata”

EDICOLA IN PIAZZA Giornali d’epoca, Programmi manifesta-

zioni e prenotazioni per visite guidate e processo a Carducci

PIAZZA XXV APRILE Spettacoli di danza classica -

Balli della tradizione popolare inglese

PIAZZA DELLE ERBE Musica da operette –

Spettacoli di teatro, magia e danza

PIAZZA SAN FRANCESCO Apertura Ufi zio Regie Poste

CORTILE DEL MUSEO DI SANTA CROCE Opera & altro, assaggi di canto corale

LIDO TEVEREUn asinello per amico (cavalcate per bambini) – Balli del folclore umbro - Balli del folklore inglese – Pescatori e

barche

VICOLO MANCINI Il Borgo degli Artigiani, arti

e mestieri del passato

VIA STELLA“Il Banco di San Giovanni” con semi,

noccioline, digestivi e il prodigioso Prepa-rato Scanagatta. Per i piccini Pinocchiet-

ti in legno e Lecca lecca. Al tavolo del “Segretario galante” appuntamento con

le lettere d’amore.

VIA SPUNTALa “Casina dei Piaceri” ospitata nell’ate-

lier di un pittore della Belle Epoque

VIA GRILLI“L’Emporio dei Coloniali – Caffè Mas-saua” Ascari in divisa d’epoca, accol-gono nell’emporio chi vuol assaporare

prodotti esotici come caffè, spezie, cacao ed altri prodotti delle Colonie e ricordare

le fasi dell’espansionismo italiano nel corno d’Africa.

BOCCAJOLO “La Taverna dei fi óli” - Lucignolo ‘800

(…‘ndu se magna senza fa le tigne e ‘n se paga niente) Giochi dei bambini di una

volta, balli, letture animate ecc.

Ogni sera le Taverne gestiranno in autonomia spettacoli ed animazioni Consultare il programma giornaliero

delle manifestazioni

1) LOCANDA DELLA TORRE L’atmosfera delle tradizionali osterie di campagna ci dà modo di riassaporare, come un tempo, nella loro schietta sem-plicità, ricette gustose e piene di sapore come Fagioli con le cotiche e qua-drucci con i ceci, Padelata di maiale, spezzatino di cinghiale e torta con erba e salsiccia, peperonata, erba cotta, torcolo e tozzetti.

2) ANTICA PASTICCERIA MIGLIORATIImpossibile resistere all’evanescente fragranza della vaniglia e delle cento raffi nate delizie dell’Antica Pasticceria in fondo alla Piaggiola che offre dolcissime tentazioni come il tris di crostata, tor-colo e ciaramicola, tozzetti alle man-dorle, fave dei morti, zuppa inglese, torciglione, petit fours, meringhe, bocconcini al tartufo

3) TAVERNA DEGLI ANTICHI SAPORIIl ritmato martellare della manaretta sulla battilarda ed il profumo del soffritto ci introducono tra le mura di questo rione popolare dove ci attendono Antipasti del Boccaiolo, pasta e fagioli, trippa, cotechino con polenta abbrustolita, coda de vitello, baccala cu’ le patate, pane casereccio con prosciutti, dol-cetti e vinsanto

4) OSTERIA DEL MATTATOIOPer quelli che “vinìon da fóri” questa Osteria era un vero punto di riferimen-to: cose buone da mangiare e bere e prezzi contenuti a partire dai gustosi e stuzzicanti antipasti, tra i primi la zuppa di cipolle, le tagliatelle al sugo d’oca, il macco e la polenta al sugo e poi robbe de dentro de ‘na volta, coratella d’agnello, polpette col sugo, patate arrosto e per chiudere l’assag-gio misto di dolci.

QUI DI SEGUITO SONO INDICATI SOLO ALCUNI PIATTI TRA QUELLI PROPOSTI DALLE TAVERNE la lista completa dei piatti del giorno e delle bevande sarà esposta presso ogni locanda.Locande, Taverne ed Osterie resteranno aperte tutte le sere dalle ore 19,30 alle 24,00. La domenica l’apertura verrà anticipata alle ore 17,30.In molte taverne verranno servite anche le tradizionali torte sul panàro con il Prosciutto, o con Salsicce ed erba, Frittelle, Bruscatelle etc.

Corona, spezzatino d’oca, coradelle d’agnello e stinco di maiale con con-torno di patate arrosto e per fi nire in dolcezza l’immancabile torcolo con vin santo

8) TAVERNA DELLA LUNASituata di fronte al Municipio, già Pa-lazzo Bourbon, la Taverna è luogo d’incontro della gente di Fratta e dei forestieri di passaggio ai quali offre i piatti della buona cucina locale e cioè: Bruschette miste, primi piatti saporosi come gli immancabili fagioli con le co-

tiche, zuppe di farro o di lenticchie, padellata di maiale o spezzatino, bandiera, patate lesse e insalata, oltre ai dolci della tradizione umbra.

9) OSTERIA DEI BRIGANTIAggressivi quel tanto che basta, ma sempre pronti a condividere con le loro vittime i saporosi piatti dei loro bivacchi offrendo la merenda del Brigante, i fagioli con le cotiche, la coradella d’agnello, il tagliere del Brigante, il pollo all’arrabbiata e soprattutto vino spillato dalla botte e dolci a sorpresa.

10) … ALLE DAMEAltri profumi inebrianti percorrono la piccola piazzetta che si apre dopo la scura arcata che la collega alla Piazza principale. Qui è il trionfo della pasticce-ria casalinga e dei liquori preparati dalle Dame, che offrono, a scopi benefi ci, polentine, rocciate, maritozzi, roc-chetti, brutti ma buoni, torte al cacao e millefoglie da accompagnare con un bicchierino di rosolio di cannella o mandolino.

11) TAVERNA DEI TINTORIUn elegante pavillon sul Tevere, elegantemente arredato, accoglie chi vuole assaggiare i piatti della tradizione locale in questa inedita ed insospettata cornice. Come entrèe l’immancabile e ricca serie di antipasti ed a seguire crema di ceci o tagliatelle ai funghi porcini, polenta al sugo, pollo all’arrabbiata, baccalà con patate, coratella d’agnello, polpettone, erba cotta e peperonata e dolci della casa.

12) OSTERIA DEL MUSICANTEDiverse sono le note che aleggiano in piazza San Francesco: da quelle coinvolgenti della Fanfara della Ban-da a quelle profumate della cucina dell’Osteria che offre fettuccine e polenta al sugo di carne, quadrucci con ceci, grigliata e padelaccia di maiale, coratella di agnello e pol-lo all’arrabbiata, erba cotta, oltre a tozzetti e dolcetti alla frutta secca.

13) OSTERIA DEGLI ARTIGIANIIl popolare quartiere di San Giovanni, mostra come i frattegiani siano an-cora quegli artigiani “ingeniosi, dili-genti, solleciti et aveduti” descritti dal Piccolpasso. Unica sosta all’Osteria, per mangiare bruschette e crostoni all’acciuga, torta al testo con affet-tato, brustengo, frittelle de zucca. e, il sabato e la domenica, la por-chetta del Macellaio de la Fratta, e bere del buon vino di Montefalco..

5) OSTERIA DEI MILLEUn rancio fuori ordinanza e di tutto rispetto quello apprestato ogni sera dai cucinieri e dalle vivandiere alle irruenti

Camicie Rosse ed ai loro ospiti. Tra le saporosissime ricette i tagliolini con fagioli, la minestra di roveja, il lampredotto, le fritture di latterini e rane, la torta con la coratella per fi nire con i tozzetti, il torcolo ed i maritozzi e vinsanto.

6) LA BOTÉGA DE PRIMOLa vera botèga de ‘na volta dove si mangia “alla bóna”, riscoprendo il gusto stuzzicante degli Antipasti della Jole con i crostini caserecci, oppure la tor-ta sul panaro con salsiccia o la torta al formaggio con affettati, ma anche i gustosi assaggi di panini all’acciuga o aringa, che ben predispongono ad un buon bicchier di vino o per chi vuol fi nire in dolcezza, i Dolci della Jole e Vinsanto

7 ) OSTERIA DELLA CORONAL’Osteria esprime fedelmente, con la sua cucina sapida e sostanziosa, il gusto per le pietanze semplici di un tempo offren-do il classico antipasto della Corona, le tagliatelle coi rigagli, i maccheroni

pag. 6

Page 7: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010 pag. 7numero unico

TAVERNE, LOCANDE, OSTERIEalla ricerca di ricette dimenticate e di sapori, profumi ed ambienti d’altri tempi !

… andando per I LUOGHI

E GLI EVENTIPIAZZA MATTEOTTI

Inaugurazione e chiusura dei festeggia-menti de “La Fratta dell’800 - Visita

itinerante delle chiese scomparse – Cori e musiche risorgimentali - Caffè Garibal-di - Battaglione di Fanteria - Edicola con

giornali d’epoca

PALAZZO COMUNALE Processo a Giosuè Carducci –

Conversazione su “La Fratta liberata”

EDICOLA IN PIAZZA Giornali d’epoca, Programmi manifesta-

zioni e prenotazioni per visite guidate e processo a Carducci

PIAZZA XXV APRILE Spettacoli di danza classica -

Balli della tradizione popolare inglese

PIAZZA DELLE ERBE Musica da operette –

Spettacoli di teatro, magia e danza

PIAZZA SAN FRANCESCO Apertura Ufi zio Regie Poste

CORTILE DEL MUSEO DI SANTA CROCE Opera & altro, assaggi di canto corale

LIDO TEVEREUn asinello per amico (cavalcate per bambini) – Balli del folclore umbro - Balli del folklore inglese – Pescatori e

barche

VICOLO MANCINI Il Borgo degli Artigiani, arti

e mestieri del passato

VIA STELLA“Il Banco di San Giovanni” con semi,

noccioline, digestivi e il prodigioso Prepa-rato Scanagatta. Per i piccini Pinocchiet-

ti in legno e Lecca lecca. Al tavolo del “Segretario galante” appuntamento con

le lettere d’amore.

VIA SPUNTALa “Casina dei Piaceri” ospitata nell’ate-

lier di un pittore della Belle Epoque

VIA GRILLI“L’Emporio dei Coloniali – Caffè Mas-saua” Ascari in divisa d’epoca, accol-gono nell’emporio chi vuol assaporare

prodotti esotici come caffè, spezie, cacao ed altri prodotti delle Colonie e ricordare

le fasi dell’espansionismo italiano nel corno d’Africa.

BOCCAJOLO “La Taverna dei fi óli” - Lucignolo ‘800

(…‘ndu se magna senza fa le tigne e ‘n se paga niente) Giochi dei bambini di una

volta, balli, letture animate ecc.

Ogni sera le Taverne gestiranno in autonomia spettacoli ed animazioni Consultare il programma giornaliero

delle manifestazioni

1) LOCANDA DELLA TORRE L’atmosfera delle tradizionali osterie di campagna ci dà modo di riassaporare, come un tempo, nella loro schietta sem-plicità, ricette gustose e piene di sapore come Fagioli con le cotiche e qua-drucci con i ceci, Padelata di maiale, spezzatino di cinghiale e torta con erba e salsiccia, peperonata, erba cotta, torcolo e tozzetti.

2) ANTICA PASTICCERIA MIGLIORATIImpossibile resistere all’evanescente fragranza della vaniglia e delle cento raffi nate delizie dell’Antica Pasticceria in fondo alla Piaggiola che offre dolcissime tentazioni come il tris di crostata, tor-colo e ciaramicola, tozzetti alle man-dorle, fave dei morti, zuppa inglese, torciglione, petit fours, meringhe, bocconcini al tartufo

3) TAVERNA DEGLI ANTICHI SAPORIIl ritmato martellare della manaretta sulla battilarda ed il profumo del soffritto ci introducono tra le mura di questo rione popolare dove ci attendono Antipasti del Boccaiolo, pasta e fagioli, trippa, cotechino con polenta abbrustolita, coda de vitello, baccala cu’ le patate, pane casereccio con prosciutti, dol-cetti e vinsanto

4) OSTERIA DEL MATTATOIOPer quelli che “vinìon da fóri” questa Osteria era un vero punto di riferimen-to: cose buone da mangiare e bere e prezzi contenuti a partire dai gustosi e stuzzicanti antipasti, tra i primi la zuppa di cipolle, le tagliatelle al sugo d’oca, il macco e la polenta al sugo e poi robbe de dentro de ‘na volta, coratella d’agnello, polpette col sugo, patate arrosto e per chiudere l’assag-gio misto di dolci.

QUI DI SEGUITO SONO INDICATI SOLO ALCUNI PIATTI TRA QUELLI PROPOSTI DALLE TAVERNE la lista completa dei piatti del giorno e delle bevande sarà esposta presso ogni locanda.Locande, Taverne ed Osterie resteranno aperte tutte le sere dalle ore 19,30 alle 24,00. La domenica l’apertura verrà anticipata alle ore 17,30.In molte taverne verranno servite anche le tradizionali torte sul panàro con il Prosciutto, o con Salsicce ed erba, Frittelle, Bruscatelle etc.

Corona, spezzatino d’oca, coradelle d’agnello e stinco di maiale con con-torno di patate arrosto e per fi nire in dolcezza l’immancabile torcolo con vin santo

8) TAVERNA DELLA LUNASituata di fronte al Municipio, già Pa-lazzo Bourbon, la Taverna è luogo d’incontro della gente di Fratta e dei forestieri di passaggio ai quali offre i piatti della buona cucina locale e cioè: Bruschette miste, primi piatti saporosi come gli immancabili fagioli con le co-

tiche, zuppe di farro o di lenticchie, padellata di maiale o spezzatino, bandiera, patate lesse e insalata, oltre ai dolci della tradizione umbra.

9) OSTERIA DEI BRIGANTIAggressivi quel tanto che basta, ma sempre pronti a condividere con le loro vittime i saporosi piatti dei loro bivacchi offrendo la merenda del Brigante, i fagioli con le cotiche, la coradella d’agnello, il tagliere del Brigante, il pollo all’arrabbiata e soprattutto vino spillato dalla botte e dolci a sorpresa.

10) … ALLE DAMEAltri profumi inebrianti percorrono la piccola piazzetta che si apre dopo la scura arcata che la collega alla Piazza principale. Qui è il trionfo della pasticce-ria casalinga e dei liquori preparati dalle Dame, che offrono, a scopi benefi ci, polentine, rocciate, maritozzi, roc-chetti, brutti ma buoni, torte al cacao e millefoglie da accompagnare con un bicchierino di rosolio di cannella o mandolino.

11) TAVERNA DEI TINTORIUn elegante pavillon sul Tevere, elegantemente arredato, accoglie chi vuole assaggiare i piatti della tradizione locale in questa inedita ed insospettata cornice. Come entrèe l’immancabile e ricca serie di antipasti ed a seguire crema di ceci o tagliatelle ai funghi porcini, polenta al sugo, pollo all’arrabbiata, baccalà con patate, coratella d’agnello, polpettone, erba cotta e peperonata e dolci della casa.

12) OSTERIA DEL MUSICANTEDiverse sono le note che aleggiano in piazza San Francesco: da quelle coinvolgenti della Fanfara della Ban-da a quelle profumate della cucina dell’Osteria che offre fettuccine e polenta al sugo di carne, quadrucci con ceci, grigliata e padelaccia di maiale, coratella di agnello e pol-lo all’arrabbiata, erba cotta, oltre a tozzetti e dolcetti alla frutta secca.

13) OSTERIA DEGLI ARTIGIANIIl popolare quartiere di San Giovanni, mostra come i frattegiani siano an-cora quegli artigiani “ingeniosi, dili-genti, solleciti et aveduti” descritti dal Piccolpasso. Unica sosta all’Osteria, per mangiare bruschette e crostoni all’acciuga, torta al testo con affet-tato, brustengo, frittelle de zucca. e, il sabato e la domenica, la por-chetta del Macellaio de la Fratta, e bere del buon vino di Montefalco..

5) OSTERIA DEI MILLEUn rancio fuori ordinanza e di tutto rispetto quello apprestato ogni sera dai cucinieri e dalle vivandiere alle irruenti

Camicie Rosse ed ai loro ospiti. Tra le saporosissime ricette i tagliolini con fagioli, la minestra di roveja, il lampredotto, le fritture di latterini e rane, la torta con la coratella per fi nire con i tozzetti, il torcolo ed i maritozzi e vinsanto.

6) LA BOTÉGA DE PRIMOLa vera botèga de ‘na volta dove si mangia “alla bóna”, riscoprendo il gusto stuzzicante degli Antipasti della Jole con i crostini caserecci, oppure la tor-ta sul panaro con salsiccia o la torta al formaggio con affettati, ma anche i gustosi assaggi di panini all’acciuga o aringa, che ben predispongono ad un buon bicchier di vino o per chi vuol fi nire in dolcezza, i Dolci della Jole e Vinsanto

7 ) OSTERIA DELLA CORONAL’Osteria esprime fedelmente, con la sua cucina sapida e sostanziosa, il gusto per le pietanze semplici di un tempo offren-do il classico antipasto della Corona, le tagliatelle coi rigagli, i maccheroni

pag. 6

Page 8: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010

LE RICETTE DELLE TAVERNE

mente diffuso, specie ai tempi nostri in cui cresce a dismisura l’offerta di lavoro sulla domanda; a parte tutto ciò avviene troppo frequentemente che non bastado quella sola persona a tutte le funzioni deferitegli, si fi nisce col prendere in pianta un altro impiegato e col crescere uno stipendio a carico dell’una o dell’altra amministra-zione. ….. Il Signor Del Bianco infatti è Segretario del Comune, Segretario della Congregazione di Carità, Segretario della Commissione per la Ricchezza Mobile ecc. ecc. oltre che è segretario, computista, perito, procuratore di tante persone e di tante cose. Ne segue necessariamente che pure lavorando con l’arco dell’osso, e astenendosi, come diceva Orazio da Venere e dal vino, egli non può arrivare a compiere tutto quello che i diversi offi ci richiedono, e si incomincia a sentire il bisogno di mettere in una qualche stanza del Municipio un’altra sedia e un altro tavolino, un altro calamaio e … un altro impiegato

(Facanapa – n° 12 del 17 giugno 1894)

Ultime strabilianti notizie da Preggio Per mezzo di un colombo viaggiatore del nostro collaboratore Pipetto riceviamo all’ultima ora. Preggio 17 maggio 1894 – in questo momento riparte per Umbertide acclamatissimo il segretario capo, con il Sindaco e l’ingegnere comunale. Al loro arrivo stamane sono stati accolti da migliaia di cittadini sono stati accolti da migliaia di cittadini, dal clero e da tutti gli onorevoli del paese, con in testa la banda musicale, mentre le campane suonavano a festa. L’on. Contini, a nome dell’intera cittadinanza e della deputazione, ha dato il benvenuto agli illustri ospiti con parola elegante e forbita. Allo sparo del cannone ha avuto luogo un banchetto di

300 coperti inappuntabilmente servito la direzione del sig. Vignoli. Il Segretario Del Bianco, prendendo la parola in nome del Sindaco, ha pronunciato un felicissimo di-scorso politico, facendo rilevare che per un centro che dà al parlamento tre deputati, e dei più illustri, è troppo poco la concessa conduttura dell’acqua e che lui prendeva impegno di far votare dalla Camera l’im-pianto della luce elettrica in Preggio e sue sottofrazioni, nonché la funicolare da Umbertide. La chiusa, indovinatissima, è stata salutata da frenetici applausi. Nel frattempo, caso starno a questa altezza, è sorta una fi ttissima nebbia, tanto che i banchettanti non si riconoscevano tra di loro ed il signor Dal Bianco poi nel partire non ritrovava il montatoio della carrozza.

(Facanapa – n° 10 del 20 maggio 1894)

La festa di RomeggioNella domenica passata si celebrò con la solita vivacità e col solito brio. Non trop-po concorso di gente, ma per compenso molto di uova. E bisognava vedere con che entusiasmo le ragazze le rompevano e gli uomini se le facevano rompere nel tra-dizionale giuoco del toccio. Peccato che il sole non abbia preso parte al divertimento e che la pioggia abbia fi nito col guastarla. Ma buoni quei carciofi della Speranzina, e come teneri !Speranza dolce amor … dei tuoi dei tuoi carciofi ancor io sento io sento il buon sapor.Come si mangia ben seduti sul terren guardando il tuo bel senMentre dal fi nestrin l’allegro tuo visin sorride al popolin !Speranza, dolce amore tu mi hai ferito il core e sento un gran dolore.

Speranza, mio tesoro o dài un po’ di ristoro alle mie pene, o moro

(Facanapa – n° 11 del 3 giugno 1894)

La festa della BadiaÈ mancato poco che (la festa) non fi nisse tragicamente. Per far prima degli altri a ripassare il Tevere nella paura di perdere il treno, un’onda di gente si get-tò sulla barca quando ancora il barcaiolo non aveva potuto convenientemente agganciarlo alla riva. La barca piegò e l’acqua l’invase facendo perdere la testa a quanti v’erano sopra. Pazzi dal terrore si lanciarono tutti nel fi ume come se fos-se stato peggio rimanere sulla barca. For-tuna che non mancarono dei coraggiosi, che corsero prontamente in aiuto. Tra di essi meritano particolarmente elogio alcuni volonterosi accorsi in aiuto ed i carabinieri che in mezzo alla confusione di quel momento seppero, con militare sangue freddo e con l’abnegazione che è tutta propria dell’arma impedire una disgrazia più grave.

(Facanapa – n° 11 del 3 giugno 1894)

A proposito di latrineÈ tanto tempo che si è proposto in Con-siglio di costruire almeno una latrina pubblica; fu anzi stanziata in bilancio una certa somma in proposito. Che cosa è stato fatto da allora, e dove sono andate a fi nire quelle poche centinaia di lire che il Consiglio destinò per dare ad Umbertide quello che i più piccoli paesi si vantano di avere? La necessità è qui tanto più sentita in quanto che per i mercati e per le fi ere viene e soggiorna una quantità di gente che non trovando un luogo di raccogli-mento fi nisce col farla dove si incontra, allo spirar de’ venti, sotto gli occhi e sotto il naso del prossimo. È questione di poco, e si provvederebbe ad uno sconcio che torna a disdoro del paese prima, e dell’ammini-strazione comunale poi se non che l’ammi-nistrazione non sente, invece del disdoro, altro che la voce del Signor Dal Bianco, il quale dove sono gli affamati, trova superfl ue le latrine; ed il paese non sente che… il puzzo. Ci si è detto di una certa offerta fatta dal signor Quintilio Santini-Paccinelli per la quale egli si assumeva la costruzione delle latrine necessarie a patto che gli si lasciasse, diciamo così, il rifi uto. Se è vero, vorremmo sapere dove l’hanno messa a dormire e perché.

(Facanapa – n° 13 del 1 luglio 1894)

pag. 8 pag. 5numero unico

TAVERNA DEGLI ANTICHI SAPORI

TRIPPA AL SUGOTrippa di bovino ben lessata , salsa di pomodoro, aglio, cipolla, sedano, ca-rota, pasta di salsiccia e lardo salato, sale, pepe, vino bianco, fi ore e rami di fi nocchio, parmigiano grattugiato

In una pentola capiente si fanno soffriggere le verdure con il lardo battuto con una spruzzata di tan-to in tanto di vino bianco; poi si aggiunge la pasta di salsiccia che si fa rosolare per bene. A questo punto si mette nella pentola la trippa tagliata a striscioline sot-tili e si soffrigge nel condimento, aggiungendo il rimanente vino. Una volta che questo è evaporato si aggiunge la salsa di pomodoro, il fi ore ed i rametti di fi nocchio e lentamente si porta a cottura ag-giustando di sale e pepe. Il piatto si serve in tavola con una genero-sa spolverata di parmigiano.

PASTA E FAGIOLIFagioli borlotti secchi, cipolla, seda-no, carota, lardo di maiale condito, osso di prosciutto vestito, sale, pepe e un goccio di vino bianco

Dopo aver ammollato i fagioli per una notte, si mettono in ac-qua fredda e col bollore lento si procede alla loro cottura. In una pentola capiente si mette il trito di verdure insieme al battuto di lardo e si fa soffriggere lentamen-te aggiungendo il vino. Quando

le verdure sono ben appassite si riempie la pentola con acqua cal-da e dopo che ha ripreso a bolli-re si mette l’osso del prosciutto e lentamente si porta a cottura. A questo punto, tolto l’osso e messo da parte, si mettono nel brodo ¾ dei fagioli per farli in-saporire e i rimanenti si aggiun-gono dopo averli passati affi n-ché il brodo stesso diventi bello denso. Alla fi ne si butta la pasta che può essere maltagliati o ta-gliolini rigorosamente fatti con acqua e farina. Una spolverati-na di pepe nero messo sul piatto non ci sta male.

OSTERIA DEL MATTATOIO

TAGLIATELLE CU’ ‘L SUGO D’OCA Un’oca di 1 – 1,5 kg, 1 costa di se-dano, 1 cipolla, 1 carota, salvia q.b., olio extra vergine di oliva q.b., sale q.b., pepe q.b., vino rosso ½ bicchie-re, pomodori 1,5 kg., 4 hg. tagliatel-le caserecce

Tagliare l’oca a pezzi e passarli in un tegame senza condimenti, per fargli perdere l’acqua in ec-cesso. Quando la carne si sarà asciugata e leggermente colori-

ta, aggiungere l’olio extra vergine di oliva e gli odori tagliati a pezzi, facendo rosolare il tutto a fuoco vivace. Versare il vino rosso fa-cendolo sfumare senza coperchio ed aggiungere i pomodori, con-dendo con sale e pepe. Portare a cottura facendo sobbollire a fuo-co medio fi no a quando il sugo si sarà raddensato al punto giusto, aggiustando eventualmente di sapore con il sale ed il pepe e nel frattempo cuocere le tagliatelle, tenendole bene al dente e con-dendole subito dopo con il sugo d’oca ed un’abbondante spruzza-ta di parmigiano grattugiato.

TAVERNA DEL MUSICANTE

TORTA DEL MUSICANTEÈ la classica torta sul panaro da pre-parare con questi ingredienti (per 4 persone): farina 500 gr., acqua un bicchiere colmo, sale quanto basta, un pizzico di lievito o bicarbonato.

Fare la fontana con la farina, sala-re, aggiungere il lievito o il bicar-bonato, mescolare velocemente il tutto fi no ad ottenere un impasto omogeneo e liscio. (la nonna rac-comanda che sia liscio come il se-dere di un bambino), cuocere sul panaro precedentemente riscal-dato molto bene.Si accompagna con tutto quello che c’è in casa: prosciutto, salame, erba e salsicce o intingoli vari.

La testata di “Facanapa” opera del famoso Yambo (Enrico Novelli) fi glio dell’attore Ermete

Page 9: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

settembre 2010pag. 4 pag. 9numero unico

Questione seria Il continuo via vai dei nostri sanitari dello interno del paese, il continuo salire e scen-dere le scale degl’infermi, specialmente nei momenti della poco cortese infl uenza – quantunque gli antichi la chiamassero per ironia! Il mal cortese – mi fa risovve-nire che avevo da gran tempo in mente di chiamare l’attenzione l’ attenzione dei nostri Amministratori sopra l’argomento di un’ assetto sanitario più logico e più in armonia con l’aumento di una popolazione che, per una gran parte brulica in fondi umidi, difettosi di luce e di aria ma che pure proprietari che hanno solo l’idea del lucro, fanno servire per case d’abita-zione. Tale agglomeramento di individui porta con se un aumento sensibilissimo di malattie; cosa che non si verifi cava trent’anni fa, mentre la popolazione del paese era due terzi meno dell’attuale, e viveva meno accatastata, mi sia permessa l’espressione perché se da un lato si sono costruiti nuovi fabbricati, dall’altro si sono fatti importanti sventramenti. Eppure allora vi erano nientedimeno e nel solo interno del paese, il bel numero di quattro sanitari cioè il dr. Casali, medico primario, il dr. Giovita Scagnetti comprimario, il dr. Giuseppe Utili chirurgo, notate esclusiva-mente chirurgo! Ed il dr. Paolo Bertanzi, che sebbene in pensione era obbligato a prestare l’opera nei soli casi di estremo bisogno, ma in sostanza questa opera era continua, giacchè veniva da tutti chiama-to, riscotendo la massima fi ducia. Non mi si venga a dire che tali sanitari dovevano servire anche le frazioni, mentre queste avevano ciascuna il proprio medico come ad esempio il Tamburini per Montecastelli con residenza a Montalto, lo Stamigni per Pierantonio ecc. . Chi abbiamo ora noi con una popolazione assai maggiore del doppio ? Un medico chirurgo primario ed un comprimario; quanto dire che sono soltanto ricoperti i posti dl fu dr. Casali e del testè defunto dr. Giovita Scagnetti. A parte la mancanza del valido aiuto che prestava il dr. Bertanzi, dovrà sempre rim-piazzarsi iol posto del dr. Utili con un chi-rurgo esclusivo, come era egli allora, e che sia abile in modo da non dover ricorrere ad altri sanitari di vicine città. Ciò sarebbe una vergogna per un paese come il nostro! …. Apra, apra subito l’Amministrazione il concorso per il medico primario e non si faccia scappare dal paese – e certo con la vita faticosa che gli convien fare non si tratterrà a lungo – quel distintissimo chirurgo che si chiama Romeo Santo-vecchi che in sì tanto tempo e con tanta gioventù che ha indosso ha dato prove

non dubbie di abilità a niuno seconda. Guardate, signori Amministratori, che se questo sanitario sopraffatto dalla fatica e ristucco dalla poca riconoscenza – potrei portare degli esempi di ammalati guariti dopo grandi ed azzardose operazioni che non si sono degnati neanche di scrivergli o stampargli una riga di ringraziamento – se ne andasse, il paese non vi sarebbe davvero riconoscente !

(Facanapa – n° 9 del 6 maggio1894)

Troppi stipendi e troppe assenzeNoi abbiamo sempre nominato, su queste colonne, il Signor Dal Bianco non ad altro scopo che a titolo d’onore e avrem-mo voluto poter continuare nello stesso modo per tutto il tempo che ci rimane di vita, poco o molto che sia. ….. Ci si perdonerà quindi se il nostro programma ci costringe questa volta ad esprimerci con qualche asprezza sul conto suo, trattandosi sventuratamente di un argomento, per il quale non possono trovarsi parole melate. …... Ma che in onta alle incontrastate leggi biologiche, economiche e politiche, sulla differenziazione degli organi e sulla divisione del lavoro e dei poteri, egli con-fonda in se troppi reggimenti assumendo troppi offi ci pubblici o quasi pubblici, non è cosa che un onest’uomo possa coscien-ziosamente passare.

A parte che possono nascere fra i diversi offi ci confl itti di delicatezza, se non casi di vera e propria incompatibilità; a parte che gli offi ci e gli impieghi pubblici vuole giu-stizia che non si cumulino soverchiamen-te in una stessa persona, perché il danaro da tutti pagato serva almeno conciliare i pubblici servizi con un benessere maggior-

UN GIORNALE RITROVATOHa destato grandissima sorpresa la scoperta recente dell’esistenza di un giornale satirico umbertidese che, sul fi nire dell’Ottocento, diede voce a quanti non condividevano l’operato degli amministratori pubblici del tempo. Il giornale, contrassegnato da una particolarissima testata, disegnata dal famoso Yambo, manifestò sin dal primo numero le sue reali intenzioni con la seguente dichiarazione: “Presterò tutto il mio appoggio ad ogni causa giusta e retta. Irregolarità, abusi, soverchierie e porcherie denuncerò alla pubblica opi-nione mettendo alla gogna i macachi che se ne rendano colpevoli. Tutto ciò però con la dovuta prudenza e col do-vuto rispetto per il sig. Codice Penale il quale non impedisce che si facciano porcherie, ma impedisce che si trattino da macachi quello che lo fanno”. Una promessa mantenuta per 14 numeri (dal 3 dicembre 1893 al 15 luglio 1894) ed almeno fi no a quando uno dei personaggi più bersagliati dagli strali dei redattori del giornale, il contestatissimo e plenipotenziario segretario comu-nale, Giacomino Dal Bianco chiese ed ottenne il collocamento a riposo. Una conferma ulteriore di come le critiche, per quanto severe e non sempre ben accette da chi ammi-nistra il potere, contribuiscano a mettere in evidenza le reali neces-sità dei cittadini e ad indicare agli amministratori della cosa pubblica le vie da seguire. Lodevolissima quindi l’iniziativa del Comune di Umbertide che, gra-zie alla cortesia del prof. Raffaele Bozzi, proprietario della collezione “Facanapa”, ha dato alle stampe i quattordici numeri del giornale sa-tirico umbertidese, in una pregiata edizione a cura dell’Uffi cio Stampa e Programmazione, con i tipi della Petruzzi Editore. Dedichiamo queste pagine della Gazzetta ad alcuni brani tratti da “Facanapa” e chiudiamo questa premessa facendo nostro l’augurio del Gerente responsabile della te-stata che del giornale satirico non si dicesse che: “Fe’ più mal che bene, il bene lo fece male e il mal lo fece bene”.

OSTERIA DEI BRIGANTI

PANE BURRO E ALICI Una fetta di pane, una punta di burro pasta d’alici q.b. in luogo di questa un’acciuga sotto sale (sarac-ca). Spalmare su una fetta di pane fresco il burro, sovrapporre la pasta d’alici o la saracca dissalata e sfi let-tata ed accompagnare con un bic-chiere di vino spillato dalla botte.

PANE ZUCCHERO E VINOUna fetta di pane, un cucchiaio di zucchero, vino nero q.b.. Bagna-re leggermente una fetta di pane fresco, spolverare con lo zucchero e bagnare il tutto con vino nero.

PANE BURRO E ZUCCHERO Una fetta di pane, una punta di burro, un cucchiaio di zucchero. Spalmare una fetta di pane fresco con il burro, spolverare con lo zucchero ed accompagnare con un bicchiere di vino spillato dalla botte o, per i più piccoli con un sano bicchiere di latte.

LOCANDA DELLA TORRE

FAGIOLI CO’ LE COTICHE Cotiche ed un cianco di maiale lessati, pasta di salsiccia, cipolla, carote, se-dano, fagioli borlotti, pomodori, vino bianco, sale e pepe, peperoncinoTagliare fi nemente la cipolla, il se-dano e la carota e farli soffriggere nell’olio, quando gli odori saranno ben coloriti aggiungere le cotiche tagliate a pezzi ed il cianco ag-giungendo, per insaporire il tutto,

anche la pasta di salsiccia. Rosolare a fuoco vivace e spruzzare con del vino bianco che si farà evaporare, aggiungendo quindi il pomodoro e, quando questo avrà preso sapore, i fagioli borlotti precedentemente les-sati. Insaporire il tutto con sale, pepe e peperoncino e continuare la cottura fi no a quando le cotiche ed i fagioli risulteranno cotti al punto giusto ed il sugo si sarà addensato a dovere.

ANTICA PASTICCERIA MIGLIORATI

TORCOLO DI SAN GIUSEPPE300 gr di farina,100 gr di zucchero, 2 uova, lievito vanigliato per 250 gr., lat-te, un limone, 50 gr di mandorle tostate, 50 gr di cedro candito, 150 gr di uvetta,

Lavare l’uvetta e ridurre a pezzetti il cedro candito. Formare una fon-tana con la farina, ed aggiungere lo zucchero , le uova, il latte (quanto basta per amalgamare l’impasto), il lievito vanigliato, 1 cucchiaino di scorza grattugiata di limone, le mandorle tostate e tritate grossola-namente, il cedro candito e l’uvetta ed impastare per almeno 20 minuti. Cuocere in forno caldo a 200/220° per circa ½ ora e dopo aver tolto il torcolo dal forno e prima che si raf-freddi completamente, cospargere la superfi cie con la biacca (glas-sa) formata da zucchero e albume montati a neve e cospargere con confettini colorati (monpariglia).

LA BOTÉGA DE PRIMO

TORTA DI PASQUA(dosi per 3 kg) 10 uova,1 kg di farina, 40 gr di sale, 150 gr di lievito di bir-ra, 350 gr di parmigiano grattugiato,

150 gr di pecorino romano, 200 gr di burro, 200 gr di strutto, latte, 300 gr di groviera a pezzi, un odore di pepe

Amalgamare la sera prima la fa-rina e il lievito per ottenere 1 kg di pasta lievitata che si utilizzerà il giorno dopo come base per la pre-parazione della ricetta. Disporre la farina a fontana e mettere al centro la pasta lievitata, aggiungendo di volta in volta i vari ingredienti e lavorando a lungo l’impasto per-ché il tutto risulti ben amalgama-to. Aggiungere per ultima la gro-viera a pezzi, distribuendola bene nell’impasto e quindi versare il tutto in un recipiente da forno a bordi alti, dopo averne unto bene le pareti con il burro. Cuocere in forno a 220° per circa 45 minuti fi no a quando cioè la superfi cie della torta risulterà ben dorata .

LA TAVERNA DEI TINTORI

Ceci, cipolla, aglio, sedano, carota, ro-smarino, pomodori pelati, olio extra vergine di oliva, farina, uova

Tenere a bagno i ceci in acqua fred-da per circa 24 ore, quindi lessarli in abbondante acqua. Preparare il soffritto con olio, cipolla, sedano e carota. Aggiungere qualche pezzetto di pomodoro pelato, un rametto di rosmarino, due spicchi di aglio, sale, pepe, e far cuocere per qualche mi-nuto. Aggiungere ancora acqua bol-lente insieme ai ceci scolati e far bol-lire fi no a completa cottura degli in-gredienti. Preparare i quadrucci im-pastando uova e farina e far riposare l’impasto per circa un’ora. Stendere quindi la pasta con il lasagnolo, far-la asciugare per qualche minuto ed infi ne tagliarla a quadretti. Cuocere i quadrucci così ottenuti per pochi mi-nuti nella preparazione precedente e servire aggiungendo al piatto un fi lo di olio extra vergine di oliva.

Francesco Mavarelli, sindaco ai tempi di “Facanapa”

Page 10: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

Siede la Terra di Fratta sulla Valle-media del Tevere distante a Nord da Città di Castello Chilometri venti; ad Est da Gub-bio Chilometri ventotto e mezzo; a Sud da Perugia Chilometri trentaquattro; ad Ovest da Cortona Chilometri trentanove; alle quali Città, come da un centro alla circonferenza, si comunica per agiatis-sime Vie.L a l a t i t ud i n e s e condo Bo s co -vich è di 43.° 18.’ 12’’ La longitudine è di 29.° 51’.24.’’La sua situazione in vasta, ed ubertosa pianura viene riparata dai pericolosi venti del Sud mediante il boscoso Monte Coro-na, alto 593 metri sopra il livello del mare, lussureggiante di abeti, di roveri, di casta-gni, e mediante il Monte Acuto, espureo Appennino, alto metri 843; tramezzo ai quali il pinnacolo del Monte Tezio, alto 957 Metri, alquanto indietreggia, decli-nando a Sud-Ovest in poggi verdeggianti e feraci. Una curvilinea diramazione di amene degradanti coline, adorne sul-le vette cerulee di Villaggi, di Torri, e Castella per pittoriche scene al guardo gradevolissime, mitigano a Nord-Est, e a Nord-Ovest il gelido soffi o di borea.Dai gioghi Appennini di Tiferno al più remoto Subasio obliquamente distendesi la prolungata Vallèa, sulla quale serpeggia il Tebro ora dimesso, e placido tra gli acquatici arbusti e le mobili ombre dei

pag. 10 pag. 3numero unico

IL TERRITORIO DELLA FRATTA

pioppi, ora di sfrenato allaga, rapisce, dirapa.Numerosi torrenti scendono rapidi dai frequenti versanti delle circostanti col-line per confl uire nel Tebro; e dentro l’odierno Territorio sono a destra – la Mi-nimella, il Nestore, il Nicone, la Mansola e la Nese; a sinistra il Rio, la Carpina, la Reggia, l’Assino, il Mussino.Questo Territorio trovasi puranche attra-versato da molte agiatissime strade ro-tabili, dalle quali debbe precipuamente ripetersi ko sviluppo crescente del pro-spero nostro commercio. Abbiamo tre strade Provinciali, la Tifernate, che da Pe-rugia mette a Città di Castello passando per lo interno di Fratta, la Eugubina che da Fratta mette a Gubbio; la Cortonese che da Fratta mette in Toscana. Abbiamo cinque strade Comunali (trascurando le meno importanti), la Montonese, quella di San Benedetto, che dovea comunicare con Pietralunga, quella di Preggio, quella dei Banchetti, e quella di San Leo-Bastia; tutte in regolare stato di manutenzione, e munite dei necessari Manufatti, spe-cialmente la Provinciale Tifernate, ove con meraviglia si vedono cinque Ponti grandiosi, quello di Monte Castelli con tre archi della corda di Metri 30 cadauno, lungo al parapetto Metri 246; quello del Nicone con tre archi, il medio della corda di Metri 10, i laterali della corda di Metri

5, e lungo in parapetto Metri 10, quello della Fratta con quattro arcate colle cor-de da Metri 22 a Metri 15, e lungo come sopra Metri 100; quello dell’Assino con undici archi della corda di metri 11,lungo come sopra Metri 256; quello del Mussino con cinque arcate della corda di Metri 12,50 di lunghezza come sopra Metri 120.Da sì fatta giacitura e conformazione territoriale derivano alla Fratta numerosi vantaggi; cielo benigno, stagioni tem-perate, purezza di aere non soggetto sistematicamente a contagiosi miasmi, e solo dalla Tiberina riviera sorge talvolta la nebbia autunnale ad offuscare il lim-pido mattino, siccome in tutte le convalli succede da grossi fi umi solcate. Ma la solerzia dei Reggitori Municipali coll’am-pliamento delle interne Vie, coll’apertura di nuovi varchi, coll’atterramento d’in-terni ostacoli murarj, la prossimità delle acque correnti, la molteplicità delle for-naci attive di ceramica e di laterizi, tutto promuove il depuramento atmosferico, la ventilazione, la interna circolazione dell’aure, e servono però mirabilmente a moderare e rendere lieve nello abitato il fastidio di quella vaporosa umidità

da “Storia della terra di Fratta” di Antonio Guerrini - Tip. Tiberina Um-bertide 1883 (copia anastatica Gruppo Editoriale Locale - Digital Editor 2009)

settembre 2010

ALBERO DELLA LIBERTÁErano un simbolo della Rivoluzione e vennero piantati in tutte le piazze, per essere poi violentemente sradicati e bru-ciati, come accadde alla Fratta, all’opera di facinorosi controrivoluzionari

APPODIATO Frazione dipendente da un Comune nello Stato Pontifi cio

AUSONIA Anticamente veniva così chiamato il vasto territorio che andava dal basso Lazio allo Stretto di Messina

BOREA Vento di tramontana

BURBANZOSOArrogante, presuntuoso, tronfi o

CHIROGRAFO Documento autografo

COMMUOVIMENTO Sconvolgimento

DESSOQuello stesso

ESPUREO Falso, fi nto

FERACE Fecondo, produttivo

MANCIPIO Diritto di proprietà

REGGITORI Amministratori pubblici

TEBRO Nome poetico del Tevere (Caro Tebro, amico fi ume,/non ravvisi più la gloria/che fu già tuo primo ardor - Aria di G.F. Handel)

TUBATORE Il “Tubatore” era un impiegato comunale che, vestito con una vistosa livrea e mu-nito di una tromba (tuba) , dopo averla fatta squillare alcune volte, annunciava con voce stentorea, la convocazione di un’assemblea pubblica o altre notizie utili alla popolazione.

LE CHIESE SCOMPARSE DI FRATTA

Chiesa di San GiovanniEra l’unica Chiesa posta nell’inter-no del castello, fu consacrata l’8 set-tembre 1257 da Giacomo vescovo di Gubbio e dipendeva dalla cano-nica di S. Andrea. Fu restaurato il muro della Chiesa nel 1422 dal priore della canonica di Sant’Andrea; ma maggiori restau-ri vi si fecero nel 1452, e per la ven-dita di alcuni beni il cui ricavato fu impiegato per que-sti restauri, e per quelli della Chie-sa di S. Andrea, il Vescovo di Gubbio, Francesco Billi dà il suo consenso il 20 Agosto 1456. Un altro ampliamento della Chie-sa si fece nel 1522; a tale scopo il priore di S. Andrea, alla quale la Chiesa era annessa “immediate et incorporata cappella sancti Io-annis” il 10 giugno di quell’anno dona alla fraternita di S. Giuseppe un fondo di una casa della cappel-la di S. Giovanni “ad honorem et exaltationem SS.mi Sacramenti Eucharestiæ” , per farvi erigere dai fondamenti a spese della fraternità una cappella con la volta, purché la cappella rimanesse alle dipendenze della Canonica di S. Andrea e della cappella di S. Giovanni, e ad uso del priore e del suo cappellano. E questa cappella attigua alla Chie-sa fi gura nei confi ni della Chiesa di S. Giovanni sino al 1547, col nome di cappella di S. Giuseppe.

La confraternita di S. Giiuseppe si unì e si trasformò in quella del SS.mo Sacramento, a cui il gene-rale dell’ordine di S.Francesco, De

Angelis concede il diploma di fi gliuo-lanza dell’ordine il 28 maggio 1526. E perché “la picco-la Chiesa di S. Gio-vanni goduta dal Rettore e Parroco di S. Andrea minaccia-va evidente rovina, procurarono a loro proprie spese di edi-ficare nuova Chie-sa, col far sì che la loro piccola Chiesa unita all’altra così

contigua del parroco di S. Andrea divenisse una et eadem Ecclesiaæ, comprando per tale effetto alcu-ni siti a da loro Chiesa contigui, come chiaramente viene in antichi libri descritti, e particolarmente più chiaro apparisce da pubblico istrumento rogato da Ser Paolo di Cristoforo Martinelli il di 10 giu-gno 1522”. Da questo istrumento appare che in quell’anno un’altra cappella atti-gua, ma distinta era stata edifi cata, a ridosso della Chiesa di S. Giovan-ni. Nel 1728 in questa Chiesa erano cinque altari.(dalla “Storia di Umbertide” di Don Umberto Pesci – Tip. Fruttini - Gualdo Tadino 1932)

Il 1 aprile 1765 il Capitolo dei Canonici di San Giovanni fu trasferito nella Chiesa di S. Maria della Reggia. La Chiesa fu demolita nel 1812 per far posto

all’attuale via Stella.

Nel novembre del 1891, per iniziativa di un nucleo di gagliardi giovani, tra cui il dottor Ettore Cecchini, si costituì una Società Filodrammatica - Filarmonica la quale ha rialzato il morale di questa cittadina in una maniera impossibile a credere. È inutile che vi dica che gli inizi sono stati irti di diffi coltà, ma ora le cose si son messe bene ed andremo avanti, sempre avanti. Insieme alla Società del Concerto, il 22 novembre or-ganizzò una serata conviviale all’albergo Guardabassi

per festeggiare in un gaio banchetto la protettrice Santa Cecilia; cioè S. Cecilia c’è entrata così per modo di dire: ha servito soltanto di pretesto. Parteciparono le si-gnorine attrici Utili, le signorine Rossi, Migni, Igi, Broccatelli e Tondini e la signora Martinelli, un concorso inverosimile di bellezze in toilettes abbaglianti. Parlò il Presidente Giacomino Dal Bianco troneggiando con la gigantesca persona in capo alla tavola, e pareva tra il sesso gentile il padre eterno circondato dai cherubini. Romitelli, Brachini e Martinelli fecero dei brindisi che suscitarono un irresistibile simpatia. Filippo Natali, direttore tecnico della Filodrammatica portò l’entusiasmo all’ebollizione con un felicissimo brindisi crepitante di spirito e di giocondità. Fino alle cinque di mattina.

(da “Due secoli in marcia – Umbertide e la banda” di Amedeo Massetti – Petruzzi Editore 2008)

UNA CENA PER SANTA CECILIA

Page 11: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

pag. 2 pag. 11numero unico

FATTI DI STORIA RECENTE

Che la determinazione del Governo Rica-soli del 1861 di rinunciare all’idea della costituzione di regioni autonome, creasse un po’ di sconcerto è cosa normale, anche perché l’alternativa proposta e cioè quel-la di suddividere il nuovo Stato Italiano seguendo il modello francese andrebbe a creare un’ulteriore frammentazione che non gioverebbe a formare quell’Unità che tutti auspichiamo. Sta di fatto che giusta o non giusta, tale decisione è stata defi nitivamente presa e così ci ritroviamo con un’Italia suddivisa in 59 provincie, a loro volta ripartite in una miriade di Circondari che raggruppano vari Mandamenti, a loro volta divisi in tanti Comuni. E questo ai Tifernati non sta bene, perché a loro parere metterebbe a rischio lo sviluppo di una città produttiva ed avviata verso un concreto sviluppo economico, come Città di Castello.Fin qui nulla da eccepire anche perché i nostri “cugini” hanno vari motivi per con-testare le decisioni del Governo centrale, non ultima quella che non sia stato appro-vato l’allaccio ferroviario con Arezzo, ma da questo a coinvolgerci in una minaccia di secessione da Perugia, ci sembra un po’ troppo anche perché, come già detto, i Tifernati si sono ben guardati da chiedere, attraverso i nostri Amministratori, quali fossero le intenzioni della cittadinanza. Appare quindi pienamente giustifi cato, a nostro parere, l’intervento del concittadino Martinelli al Consiglio provinciale, che ha messo polemicamente l’accento sul fatto che a motivare la presa di posizione dei Tifernati sia stato il fatto che Città di Ca-stello non era stata scelta come capoluogo del Circondario, mentre l’aggregazione ad Arezzo gli avrebbe senz’altro assicurato questo privilegio.

(liberamente tratto da “Umbertide nel secolo XIX” di Renato Codovini e Roberto Sciurpa – Comune di Umbertide – Gesp 2001)

Una drammatica fi ne di secolo ….. “La Fratta fu spettatrice di consimil scena tumultuosa nel di 28 Aprile 1798. Un attruppa-mento di Contadini, armati in massa, provenienti dalla Magione, e da Castel Rigone, invasero all’impensata il nostro Paese. Credevasi da prin-cipio una mossa popolare di lieve importanza; ma poi vedendosi il numero, e l’ardimento, fu riconosciuto affare di seria considerazione. Fra minacciose grida quei forsennati atterrarono a colpi di scure il grand’Albero della Libertà (ec-celso Abete di Montecorona, che di molti piedi sorpassava il Palazzo Sorbello), con malvagio intendimento fu fatto precipitare sopra la casa Spinetti, diroccando una gran parte del tetto e quindi fra il villano ferino schiamazzo tutto in pezzi fu nella stessa piazza bruciato, e ridotto in cenere. Maligno ricatto volle poi farsi contro lo Spinetti Giovanbattista, in onta della prolusione declamata quando s’innalzò l’albero altèro, col farlo quasi liquefare in sudore tenendolo lungo tempo afferrato presso gli ardenti tizzoni e quindi col chiuderlo incatenato entro la pub-blica prigione”

La Fratta sotto gli Imperiali…“Nel 13 di Luglio (1809) la Fratta pure dovette uniformarsi al nuovo stato di cose; sostituire agli stemmi delle pacifi che Chiavi, l’Aquila armata di folgori; adottare esotiche leggi; simulare fe-steggiamenti; ed amareggiata per la cattività del Supremo Pastore, mostrare ilarità, sottomissione, e riguardi al burbanzoso Incaricato di Francia, che in adempimento di sua missione erasi ancor qui trasferito. Egli nominò con suo Chirografo il Maire e i Consiglieri Municipali. Fu assegnato provvisoriamente a questa Comune un Circon-dario uguale a quello che aveva nel reggimento Repubblicano. E regolati tutti gli affari pubblici, addivenimmo altra fi ata sudditi de’ Francesi, non più di Bruto, ma di Cesare mancipii. Prescinden-do non dimeno della illegittimità, ed avversione di straniero Goveno, imparzialità storica deve concedere che negli interessi materiali il nostro Paese ritraesse vantaggi indubitabili dal recente impianto amministrativo e giudiziale. La topogra-fi ca posizione di Fratta nel limite del Grand’Im-pero, la costituiva frontiera del Regno Italico,

che presso le Case Nuove (Contea Ranieri) con linea di demarcazione estendeva il confi ne per lungo tratto al Nord Est del nostro Cantone”.

Fratta torna sotto la dominazione del Pontefi ce…“Allontanati tanti rischi e tante incertezze, la Fratta per prudente consiglio di quelli che stava-no al regime della cosa pubblica, tornava spon-taneamente sotto la dominazione del Pontefi ce. Nel Mercoledì Santo (30 marzo 1831) il Sole con il primo raggio illuminava un trionfale Vessillo, ove scorge ansi effi giati il mistico Calice d’oro, su cui le innocenti colombe curvavano pietose il candido collo, la sovrastante splendida cometa, l’autorevole feltro gentilizio, e gli astri scintillanti, vivi simboli di religione, di mansuetudine e di possanza”. Nella precedente notte, eliminate le tracce della rivolta, tutte le cose eran tornate di ordine primiero. Così tra le tenebre nacque e colle tenebre spirava quell’improvvido Governo, che visse appena una quaresima, ma per le sue conseguenze troppo lacrimevole e memorando. ….“Il nostro Paese, mercé la temperanza de’ suoi Abitatori, ebbe la soddisfazione di non veder punito individuo alcuno, di non aver sofferto umiliazioni, e rimproveri, e di essere mante-nuto nella integrità del suo Governo, e nella pienezza de’ suoi diritti Municipali”. … “Anche allora la Fratta rimase Capo luogo di Governo di seconda classe, e con la Comune costituita da quelle Frazioni, che tuttora compongono il suo vasto Circondario”.

… ma cosa preparava il futuro ?… “Dopo dieci lustri di sconvolgimenti, di fazioni, di sangue, da cui la nostra Italia fu bar-baramente straziata, altri due omai ne trascorsero di lusinghiera tranquillità. Sarà dessa duratura? Le idee progrediscono coi tempi ! Le parziali agitazioni di Piemonte, di Napoli, di Lombardia, di Romagna, sebbene, al dire di Azeglio, intem-pestive e dannose, non saran desse l’episodio di generale commuovimento? Un cupo fremito dall’Alpi all’Etna par già che scuota le belle contrade d’Ausonia …. Il fremi-to generoso della Nazionale Indipendenza!”. (1845)

Castello non ci sta, ma fa i conti senza l’oste !

Contrari alle decisioni del Governo, i Tifernati vorrebbero aggregarsi ad Arezzo ed hanno data per certa anche l’adesione di Fratta alla loro iniziativa. Ma non hanno mai chiesto il nostro parere!

La prima metà di questo secolo ci ha visti affrontare delle prove durissime, ma cosa ci riserverà il futuro? Questo scriveva don Antonio Guerrini prima della sua morte, avvenuta nel 1845, mentre stava completando la sua “Storia della Terra di Fratta”, uscita postuma per i tipi della Tipo-grafi a Tiberina di Umbertide nel 1883.

settembre 2010

Umbertide, 9-10-11-12 Settembre 2010

Giovedi 9 settembrePiazza Matteotti ore 20,30 Si apre il sipario sulla festa Alzabandiera con Regie autorità civili e militari – fanfara banda – briganti – garibaldini – musici – cantastorie maghi – giocolieriL’ordine pubblico verrà garantito dal 1° Battaglione di Fanteria di Linea del Ducato di Modena

Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Nero Fratta Sax che per la prima volta, nel Regno d’Italia, si esibirà con il rivoluzionario strumento musi-cale inventato dal belga Adolphe Sax Nobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Palazzo Comunale - Sala del Consiglioore 21,30 Processo a Giosuè Carducci con Walter Corelli e gli attori dell’Accademia dei RiunitiIngresso gratuito con prenotazione obbligatoria ore 22,30 Replica

ore 22,00 Visita guidata alle chiese scomparse di Fratta Condotta da Don Pietro Vispi - Itinerante Prenotazione obbligatoria e gratuita

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Valzer di apertura del Caffè degli Artisti INCANTO D’OPERETTA con il M° Nicola Lucarelli SULLE ALI DELLA DANZA “Danzando sulle note di Strauss” coreografi a di Maria Paola Fiorucci

ore 23,00 Il Regio Procuratore Walter Corelli riferirà sul processo a Giosuè Carducci Ospite d’onore Carducci Giosuè

Piazza XXV Aprile Ore 22,30 Balli della tradizione inglese con i Chameleonic Morris Men

Venerdì 10 settembrePiazza Matteotti Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind OrchestraNobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Palazzo Comunale - Sala del Consiglioore 21,30 Processo a Giosuè Carducci con Walter Corelli e gli attori dell’Accademia dei RiunitiIngresso gratuito con prenotazione obbligatoria ore 22,30 Replica

Piazza XXV Aprile ore 21,15 Il Centro Studi Danza diretto da M.Paola Fio-rucci presenta un estratto da LA BELLA ADDORMENTATA coreografi a Maria Paola Fiorucci, Marzia Magi, Daniela Pascolini su musiche di Piotr Ilic Tchaikovskij Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Atmosfera musicale di Nero Fratta Sax che per la prima volta, nel Regno d’Italia, si esibirà con il rivolu-zionario strumento musicale inventato dal belga Adolphe Sax ore 23,00 Il Regio Procuratore Walter Corelli riferirà sul processo a Giosuè Carducci Ospite d’onore Carducci Giosuè

Cortile del Museo di S.Croce ore 21,20 Il Corus Fractae “Ebe Igi” diretto dal M° Paolo Fiorucci presenta OPERA & ALTRO Assaggi di canto corale tra ‘500 ed ‘800 Ore 22,00 Replica

PER LA DURATA DELLA FESTA UN MINITRENO A VAPORE FORNITO DALLE REGIE FERROVIE ASSICURERA’ IL TRASPORTO E LO SVAGO

DI INFANTI, NOBILDONNE, BORGHESI E GENTILUOMINI

Le Taverne storiche resteranno aperte dalle ore 19,30 alle ore 24

Presso l’Edicola in piazza Punto di informazione e prenotazione gratuita“Processo a Giosuè Carducci” e visita guidata alle “Chiese scomparse di Fratta”

Page 12: pag. 12 settembre 2010 Domenica 12 settembre · ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” ... ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice ... do non dimeno della

Numero unicoDistribuzione gratuita

Zibaldone con cronache, curiosità, ricette e quant’ altro dell’Ottocento umbertidese

A cura di Adriano Bottaccioli

Rievocazione storica della “Fratta dell’Ottocento”UMBERTIDE 9-10-11-12 SETTEMBRE 2010

PROGRAMMA DELLE

MANIFESTAZIONI

ALLE PAGINE 11 E 12

LA FRATTA OCCUPATA DALL’ESERCITO PIEMONTESE

anche il Segretario Comunale Ruggero Burelli, persona senz’altro degna di sti-ma, ma legata a doppio fi lo alla vecchia Amministrazione e questo non depone certo a favore del rinnovamento radi-cale che è stato promesso a gran voce. Comunque a parte qualche scaramuc-cia verbale ed altre forme di conte-stazione sommessa, la Commissione Municipale è riuscita nel suo intento di portare la cittadinanza di Fratta al Plebiscito sull’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, che si è tenuto nei giorni 4 e 5 novembre e che ha portato ai seguenti risultati: su 2.946 iscritti alle liste elettorali i vo-tanti sono stati 2.568. i voti favorevoli all’Annessione sono stati ben 2.564, mentre i voti contrari furono soltanto 4.Solo pochi giorni dopo e cioè l’11 no-vembre si procedette alla votazione per l’elezione dei membri del primo Con-siglio Comunale del Regno Sabaudo e alle ore 16,15 il “tubatore” affacciandosi

alla fi nestra del Municipio annunciò al popolo il risultato delle votazioni con 17 degli eletti che risultarono apparte-nenti al ceto dei possidenti agrari e solo 3 appartenenti ai ceti minori.Successivamente, e cioè il giovedi 22 novembre, furono nominati gli Asses-sori, ovviamente anche questi scelti tra i più facoltosi e cioè Mauro Mavarelli, Luigi Santini, Quintilio Magnanini, il conte Giannantonio Ranieri, Giovan Battista Ticchioni e Paolo Paolucci. A completare questo rapido cambiamen-to dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione della Fratta, la nomi-na a Sindaco di Mauro Mavarelli con decreto del Re d’Italia del 13 dicembre. A questo punto il dovere di cronisti ci impone però di chiederci se di veri e propri cambiamenti di rotta si tratta, visto che i notabili testé nominati han-no avuto a che fare, seppure a diverso titolo, anche con le precedenti ammi-nistrazioni e se alla nomina a Sindaco di Mauro Mavarelli non abbia magari contribuito l’aver ospitato in casa sua il comandante dell’esercito piemontese Generale Manfredo Fanti, in occasione del suo passaggio per Fratta.

(liberamente tratto da “Umbertide nel secolo XIX” di Renato Codovini e Ro-berto Sciurpa – Comune di Umbertide – Gesp 2001)

- Il termine “occupata” usato nel titolo esprime ovviamente il parere del croni-sta del tempo, che si immagina ancora idealmente legato allo Stato della Chie-sa. Per molti altri, la maggioranza, non di “occupazione” si trattava, bensì di “liberazione”.

Il 12 settembre del 1860, le truppe guidate dal Generale Manfredo Fanti, hanno preso possesso della nostra città senza colpo ferire. Il Governo della Fratta affi dato ad Comitato Provvisorio.

Adesso fi nalmente torna il coraggio ! (Nunc demum redi animus!).

Prendiamo volentieri a prestito la frase di Tacito riferita alla caduta e morte del dispotico Domiziano che avvenne il 18 di questo stesso mese del 96 d. C..

Torna il coraggio, ma resta comunque tanta inquieta incertezza nella gente che, dopo secoli di dominio da parte della Chiesa, non sa ancora quale futu-ro gli riserverà questa svolta decisiva e per far sì che la comunità non si trovi impreparata ai tanti cambiamenti che si prevedono, ha provveduto tempe-stivamente a costituire un Governo Provvisorio, nomina successivamente ratifi cata dal marchese Gualterio su in-carico del Commissario Regio Marchese Pepoli, nipote di Gioacchino Murat. Il Decreto stabiliva 1 – “É costituita una Commissione Mu-nicipale composta dai Sigg.ri Giuseppe Agostini, facente funzione di Priore, Le-lio Lazzarini, Quintilio Magnanini, Luigi Santini ed il sig. Giuseppe Bertanzi, il quale eserciterà anche le funzioni di Segretario”.2 – “La detta Commissione avrà tutte le attribuzioni devolute al cessato Muni-cipio e funzionerà fi no a che la Legge Municipale non sia pubblicata”.La scelta di questi pur stimati perso-naggi non è stata però ben accolta dal resto dei rappresentanti del pubblico consesso, tant’è che, adducendo come motivo il rischio di veder condizionate le scelte della gente per le prossime elezioni amministrative, molti di que-sti hanno minacciato le dimissioni a catena. A contribuire a questo stato di con-fusione ha concorso il fatto che sia stato subito reinvestito nel suo incarico

IL GENERALE MANFREDO FANTI

pag. 12 settembre 2010

REGIONEUMBRIA

CAMERA DI COMMERCIOPERUGIA

TIP. CALDARI - UMBERTIDE

Sabato 11 settembrePiazza Matteotti Dalle ore 21,00 Caffè Garibaldi Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind OrchestraNobildonne, nobiluomini, borghesi e proletari disquisiranno di poesia, lette-ratura, arte e trivialità quotidiane, sorseggiando un bicchierino di ferro china e ascoltando poeti e artisti (l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli fi guranti in costume d’epoca)

Lido Tevere Pomeriggio Un asinello per amico cavalcata riservata ai bambini Balli del Folklore umbro e inglese Pescatori e barche – Per animare il Tevere e le sue rive

Piazza XXV Aprile ore 21,30 La Compagnia di Danza “L’Elfo Ballerino” Danza, Poesia e Musica a cura di Sabina Moni ore 22,30 Replica

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè ore 21,30 Atmosfera musicale di Fracta Musici Wind Orchestra

Cortile del Museo di S.Croce ore 21,00 LA FRATTA E IL CULTO MARIANO La storia, le vicende artistiche e la devozione a Maria nell’Ot-tocento - Visita guidata a cura di Sistema Museo e Museo del Duomo di Città di Castello nell’ambito della XIII edizione di CHIESE D’ARTEore 22,00 Replica

ITINERANTI PER LE VIE E PER LE PIAZZE dalle ore 21 Truppe napoleoniche in pattuglia per le vie pattuglieranno le vie di Frattacon la partecipazione del Gruppo Storico Napoleonico “La guarnigione - Porto Nuovo 1811” .

Domenica 12 settembreITINERANTI PER LE VIE E PER LE PIAZZE dalle ore 10 Truppe napoleoniche in pattuglia per le vie pattuglieranno le vie di Frattacon la partecipazione del Gruppo Storico Napoleonico “La guarnigione - Porto Nuovo 1811”

Palazzo Comunale - Sala del Consiglio Ore 11,00 La Fratta liberata conversazione con il Prof. Sergio Bellezza

Piazza Matteotti ore 21,00 Gran fi nale – Cori Risorgimentali e Concerto della Banda Musicale di Umbertide su temi risorgimentali

ore 22,30 Proclamazione della Taverna Vincitrice del Palio “Fratta del’800”

Lido Tevere Mattina “Scampagnata al Patollo” Pomeriggio Un asinello per amico cavalcata riservata ai bambini !

Balli del Folklore umbro con il Gruppo Folk San Marco Balli della tradizione inglese con il Chameleonic Morris Men

Pescatori e barche – Per animare il Tevere e le sue rive

Piazza delle Erbe CAFFÈ DEGLI ARTISTIDal 1848 Assenzio, spiriti. Tutte le sere, oltre agli spettacoli in cartellone, attori, artisti e maghi animano il caffè

ore 21,30 Elegia di chiusura del Caffè degli Artisti

PER INFORMAZIONI DETTAGLIATE CONSULTARE IL PROGRAMMA

GIORNALIERO

“Multivisioni” a cura dell’Accademia Internazionale della Luce

Azienda Servizi Intercomunali

PISTRINO (PG)www.carliniinterni.it

Sezione soci Umbertide

Itineranti per le vie e le piazze di Fratta, potrete incontrare la Fanfara della Banda civica, Bande di briganti, Truppe garibal-dine, Musici, Cantastorie, Giocolieri ecc.