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"E noi abbiamo creduto all’Amore" (1Gv.4,16). OPERA CENACOLO FAMILIARE SAC. SALVATORE PAPARO Pro manuscripto

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I temi principali dell'Opera cenacolo familaire

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"E noi abbiamo creduto all’Amore" (1Gv.4,16).

OPERA CENACOLO FAMILIARE

SAC. SALVATORE PAPARO

Pro manuscripto

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Caro Amico,

il Documento che ti consegno, l’ho redatto perché tu possa comprendere, nella sua essenza, L’OPERA CENACOLO FAMILIARE, e perché, se lo crederai opportuno, dedichi un po’ del tuo tempo alla sua divulgazione.

Esso comprende otto parti:

1. Sogno Profetico.2. Fraterne Confidenze del sac. Salvatore Paparo.3. Membri dell’OPERA CENACOLO FAMILIARE.4. 8 Settembre: Natività di Maria Santissima.5. Autobiografia del sacerdore Salvatore Paparo.6. Esposizione dell’ OPERA CENACOLO FAMILIARE.7. Fatima, Medjugorje, Opera Cenacolo Familiare.8. 5 Agosto: Festa del Santuario di Piova.

TI AUGURO UNA FRUTTUOSA LETTURA.

Sac. Salvatore Paparo

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1. SOGNO PROFETICO

Il 24 maggio 2007, all’età di 86 anni, è morta la mia parrocchiana Franchina Cappa. Durante l’omelia, di lei, fra l’altro, ho detto:

“Franchina era un’ottima donna e un’ottima cristiana. Conobbe la sofferenza ben presto: quando aveva appena 18 anni perse la giovane mamma Laura e lei, primogenita della famiglia, si trovò a dover fare da mamma ai suoi quattro fratellini, aiutando così con generosità il papà Cesare. Sposatosi con Beniamino, uomo mite e molto religioso, si dimostrò un’affettuosa sposa. Oltre che sposa ideale fu anche madre premurosa di tre figli. Dotata di un’ottima voce, fece parte della cantoria parrocchiale per moltissimi anni, dando un fondamentale contributo per la buona esecuzione dei canti. Franchina visse da fervente cristiana: era presente a tutti gli incontri della comunità parrocchiale. Profondamente convinta che la santa Messa è il cuore della vita cristiana vi partecipava con viva fede, e non solo alla domenica, ma molto spesso anche nei giorni feriali. Debbo testimoniare che nell’ultimo periodo della sua vita terrena furono pochi i giorni feriali in cui non partecipò alla Messa; ordinariamente vi partecipò e, date le sue precarie condizioni fisiche, vi partecipò con grande sacrificio: stanca e sofferente partiva dalla casa e, lentamente lentamente, si trascinava verso la chiesa parrocchiuale, accompagnata dalla brava Elena. L’ultima volta che partecipò alla Messa, con enorme sforzo e sofferenza fisici, fu la vigilia della sua morte”.

Oggi, 25 ottobre 2007, ringrazio Dio che mi ha gratificato di questo sogno profetico: mi apparve Franchina: aveva un viso giovanile, luminoso; gli occhi scintillanti di gioia e un sorriso dolce. Affettuosamente mi ha baciato più volte sulla faccia e poi è scomparsa. Nello stesso momento ho avuto questa luce: “FRANCHINA E’ UNA CRISTIANA PREDILETTA DI DIO, DA LUI COSTITUITA PROTETTRICE DELLA PARROCCHIA DI CINTANO. NEL CIELO LA SUA MISSSIONE SPECIFICA E’ PREGARE PERCHE’ L’OPERA CENACOLO FAMILIARE SI REALIZZI IN CINTANO”.

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2. FRATERNE CONFIDENZE

FRATERNE CONFIDENZE del sacerdote Salvatore Paparo,umile e spero docile strumento di Dio e di Maria Santissima, scelto dal loro amore misericordioso per annunziare al mondo l’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO, FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.

Lo scopo di queste mie fraterne confidenze è che tu, amico lettore, ti convinca che L’OPERA CENACOLO FAMILIARE è voluta da Dio e da Maria Santissima. Per facilitare la tua convinzione, il Signore e la Madonna, nel corso della mia vita, hanno operato in me, loro umile messaggero, tanti miracoli. Con semplicità te ne confido alcuni che riguardano la loro singolare protezione per salvaguardare la mia vita e liberarmi dalla morte.

Avevo otto o nove anni e con i miei amichetti, come tante altre volte, in una strada di Bronte, giocavo al calcio con una palla confezionata con stracci. La palla calciata finì sul tetto di una casa adiacente. Io immediatamente, arrampicandomi sulla grondaia, salii sul tetto per ricuperarla. Mentre scendevo dal tetto, mia mamma dal balcone della mia casa mi sgridò severamente ed io impaurito precipitai a terra pesantemente e violentemente. Mi svegliai nel mio letto, dopo alcune ore: la stanza era piena di gente: MI AVEVANO CREDUTO MORTO.

All’età di dieci anni mi trovavo in campagna con il mio fratello Carmelo, quando uno sciame di vespe mi assalì alla faccia. Io sentivo che il loro pungiglione penetrava nella mia carne, ma non veniva iniettato veleno. Dopo circa cinque minuti d’assalti e di lotta, le vespe si allontanarono: LA MIA FACCIA ERA INTATTA E NON ACCUSAVO ALCUN DOLORE.

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All’età di dodici anni, ero già seminarista, insieme al mio assistente e ad altri tre seninaristi, mi trovavo sul vulcano Etna. Il tratto che attraversavamo era ripidissimo: per evitare cadute procedevamo lentamente e a braccetto. Ad un certo punto io fui preso da una irresistibile voglia di velocità, mi staccai violentemente dagli altri e proseguii da solo. Correvo veloce veloce e non riuscivo a fermarmi. Allora sentii una voce interiore che mi disse: “GETTATI A TUFFO”, cosa che io eseguii immediatamente, e mi fermai. AD ALCUNI METRI DI DISTANZA C’ERA UN PRECIPIZIO CHE MI AVREBBE CAUSATO LA MORTE.

Sempre all’età di dodici anni ero in campagna e cavalcavo una mula insieme al mio fratello Carmelo: lui in sella e io nella parte posteriore dell’animale. La mula si imbizzarrì e si mise a calciare ininterrottamente con le zampe posteriori: io scivolai di dietro MA NON FUI COLPITO DAI CALCI DELLA MULA: rimasi in piedi sulla terra: SENTII LA PROTEZIONE DI DIO E DELLA MADONNA.

Nel maggio del 1946 (avevo 16 anni e studiavo liceo allo Studentato dei Padri Maristi sito a Cavagnolo in provincia di Torino) caddi gravemente ammalato: ero agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore: “NON PASSERA’ LA NOTTE”. La bontà di Dio, invece, mi guarì immediatamente e perfettamente, per i suoi scopi misericordiosi. Immerso in Dio, LUCE – CALORE ESTASIANTE, mi fu comunicata in embrione L’OPERA CENACOLO FAMILIARE: “L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE E VIVRA’ , IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. TU SARAI UN UMILE NOSTRO STRUMENTO”.

Durante le mie numerose e prolungate preghiere quotidiane, trascorse in dolce e gioiosa intimità con Dio e Maria Santissima, ho spesso ricevuto questa comunicazione celeste: “PRIMA CHE L’OPERA CENACOLO FAMILIARE

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ABBIA IL SUO NATURALE SVILUPPO, DOVRAI AFFRONTARE UNA MALATTIA MORTALE”.

La comunicazione divina si è già realizzata: il 28 Novembre 2005, fui sottoposto ad un delicatissimo e complicato intervento chirurgico: mi furono asportate la vescica e la prostata colpite da un tumore maligno. Il dottor Vestita, poi, la cui mano fu meravigliosamente guidata da Dio, mi ricostituì la vescica con il mio intestino.Oggi, 22 ottobre 2007, ho il dovere riconoscente di testimoniare che il Signore il 28 novembre 2005 mi ha guarito miracolosamente per la seconda volta, per i suoi scopi misericordiosi, riguardanti l’OPERA CENACOLO FAMILIARE. Dopo l’intervento chirurgico, infatti, non ho avuto bisogno di alcuna medicina. Sono perfettamente guarito ed in me non c’è alcuna traccia di cancro.

3. MEMBRI DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE

E’ Membro dell´Opera Cenacolo Familiare chi dinanzi

ALLA FAMIGLIA TRINITARIADI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO;ALLA SACRA FAMIGLIA DI NAZARET DEI SACRATISSIMI CUORI DI GESU’, DI MARIA E DI GIUSEPPE e dinanzi

ALLA PROPRIA COSCIENZA

S’IMPEGNA: a vivere secondo lo spirito dell’Opera Cenacolo Familiare, e con l’esempio della propria vita personale e con le parole, si rende Apostolo dell’OPERA perché Essa abbia il suo“SVILUPPO NATURALE”.

Il Membro dell’Opera Cenacolo Familiare, quindi, non compie alcun atto pubblico, e oltre al suddetto impegno, non ha altri obblighi particolari. E’ INVITATO PERO’:

A PARTECIPARE ALMENO ALLA MESSA DOMENICALE PERCHE’ LA MESSA E’ IL CUORE DELLA VITA CRISTIANA E

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A RECITARE OGNI GIORNO IL ROSARIO PERCHE’ LA MADONNA LO RICHIEDE RIPETUTAMENTE PER OTTENERE DA DIO LA PACE MONDIALE, E LA PACE MONDIALE MESSIANICA E’ UNA CONSOLANTE CARATTERISTICA DELL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO.

4. 8 SETTEMBRE 2007 NATIVITÀ DI MARIA SANTISSIMA

Lettera Aperta del sacerdote Salvatore Paparo al Papa Benedetto XVI e ai Vescovi Cattolici, nel giorno del compleanno di Maria SantissimaMADRE DELLA CHIESA.

Amati fratelli in Gesù, in questo giorno solennissimo, desidero fare il mio atto di fede dinanzi a voi, eletti di Gesù:

IO CREDO che Dio è AMORE e che in quanto Amore non è un solitario, ma una FAMIGLIA Trinitaria Felicissima, composta dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.

IO CREDO che Dio per comunicare la sua felicità a delle creature, creò l’uomo FAMILGIA a sua immagine e somiglianza.

IO CREDO che l’uomo con il peccato frantumò L’AMORE FAMILIARE e da felice si rese infelice.

IO CREDO che Gesù, il Figlio UNIGENITO del Padre Celeste, si fece uomo e che con la sua Passione, Morte e Risurrezione REDENSE LA FAMIGLIA, per cui i suoi membri riebbero la capacità di amarsi reciprocamente come le Tre Persone Divine, e di riacquistare la felicità perduta con il peccato.

IO CREDO che andiamo incontro ALLA SECONDA PENTECOSTE D’AMORE, ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO, FONDATA SULLA SANTITA’ DELLA FAMIGLIA.

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IO CREDO che nella Prossima Seconda Pentecoste d’Amore, Gesù sarà riconosciuto da tutti gli uomini come LORO UNICO SALVATORE.

IO CREDO che perché la Seconda Pentecoste d’Amore si realizzi in tutto il suo splendore E’ NECESSARIO CHE SI RICOSTRUISCA L’UNICA CHIESA, VOLUTA DA GESU’. Per cui è indispensabile che tutte le Chiese Cristiane, compresa la Chiesa Cattolica, si riconoscano peccatrici, responsabili della loro attuale divisione, e si pongano in umile atteggiamento di conversione.

IO CREDO che perché si giunga a ricostituire L’UNITA’ DELLA CHIESA, il Papa debba indire UN CONCILIO ECUMENICO al quale tutte le Chiese Cristiane partecipino a pieno titolo; durante il suo svolgimento abbiano piena libertà di parola, e nelle votazioni godano del voto deliberativo.

IO CREDO che la Chiesa di Gesù è costituita da tutti i battezzati; CREDO che tutti i battezzati sono sotto l’azione dello Spirito Santo, e che ciacuno di essi ha ricevuto dallo Spirito Santo dei doni particolari (carismi) a beneficio di tutta la Chiesa.

IO CREDO che il Papa e i Vescovi sono stati posti da Gesù come garanti del Deposito Rivelato e a guide delle Comunità Cristiane. Essi, però, come ci attesta la storia, commettono anche degli errori, restano con i limiti di tutti gli uomini, e talvolta insegnano e impongono cose non volute da Dio. Da ciò la necessità CHE IL PAPA ED I VESCOVI RISPETTINO IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE.IO CREDO che il Papa ed i Vescovi debbano essere modelli di carità fraterna e di misericordia. Perciò, secondo il comando di Gesù, vogliano evitare DI GIUDICARE, CONDANNARE E CASTIGARE I FRATELLI:

“COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1Cor. 4,4 ).

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5. A U T O B I O G R A F I A del sacerdote Salvatore Paparo

P R E M E S A

Scrivo SCHEMATICAMENTE la mia vita per rendere nota al mondo la misericordia della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo che si è degnata scegliere me, il più piccolo uomo, il più piccolo cristiano, il più piccolo prete, per manifestare i suoi piani grandiosi per l’umanità che sta partorendo, guidata da Dio, L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. Io mi sento confuso, ma dal mio cuore sgorga riconoscente il Magnificat del Cuore Immacolato di Maria.Pensando alla mia pochezza e alla mia elezione faccio mie le parole dell’Apostolo Paolo:“Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che nel mondo non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa. COSI’ NESSUNO POTRA’ VANTARSI DAVANTI A DIO” (1Cor, 1,27-28).Mi considero proprio una nullità nelle mani della Famiglia Trinitaria di Dio che in me compirà grandi cose per la sua gloria ed il bene della Chiesa, Sposa di Gesù. Non posso davvero vantarmi di nulla dinanzi a Dio, ma mi confondo per le mie ingratitudini ed i miei peccati.Invoco la luce e l’assistenza della Famiglia Trinitaria di Dio, della Famiglia Trinitaria di Nazaret, di tutti i miei Santi Patroni perché io possa scrivere solo la verità e nel modo più idoneo acchè i miei lettori ricavino copiosi frutti spirituali e diventino Apostoli dell’Età Aurea del Cristianesimo che è agli albori anche se non possiamo conoscere il tempo preciso del suo splendore.

PRIMO CAPITOLO: LA MIA FAMIGLIA E LA MIA NASCITA.

Dio mi ha mostrato la sua benevolenza innanzi tutto donandomi dei genitori di una vita interiore non comune: il loro cristianesimo lo vivevano intimamente: papà può definirsi uno sposo attaccatissimo alla propria moglie, un genitore cristiano tutto dedito alla casa, al

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lavoro e alla chiesa.Anche mamma voleva tanto bene a papà, si dedicava anima e corpo per il bene dei sei figlioli doni di Dio alla famiglia di Paparo Giuseppe e di Travaglianti Maria Angela. Quasi tutti i giorni partecipava alla santa Messa ed ogni sera ci faceva recitare il rosario. Aveva tre fratelli sacerdoti.

Io sono il quartogenito della famiglia. Sono nato la sera del 14 Agosto 1929 mentre le campane annunziavano festosamente la Solennità di Maria Santissima Assunta in Cielo.

Quando papà la sera rientrò dal lavoro mi strinse tra le mani, alzò le braccia verso il Cielo e lieto pronunziò a gran voce le parole: “LO CHIAMEREMO SALVATORE. CHE SALVI LA FAMIGLIA E IL MONDO”. Generosità del cuore di un padre cristiano! Ma io non sono il salvatore del mondo; l’unico Salvatore del mondo è Gesù; io sono solo un piccolo strumento di salvezza nelle mani di Gesù, REDENTORE DELL’UNIVERSO.

SECONDO CAPITOLO: I MIEI PRIMI ANNI DI VITA.

Ero un bambino piuttosto vivace.Giocavo e mi divertivo come ogni bambino della mia età. E qui debbo ricordare un fatto che segnò definitivamente la mia vita.Avevo già raggiunto i dieci anni di età e mamma si trovava a letto in preda ad un fortissimo dolore di testa. Seduto presso il suo letto,io stavo sempre accanto a mamma perl’amore che le volevo, mamma all’improvviso mi fece questa proposta: “SALVATORE, VUOI FARTI SACERDOTE?”. Per la prima volta sentii veramente Dio, fui preso da Lui con una immensa gioia e prontamente e con slancio le risposi:”SI’ “. Dopo alcuni giorni ero già nel Piccolo Seminario di Bronte, provincia di Catania.Essere sacerdote per me diventò lo scopo di vita. Presi sul serio la mia vita seminaristica. Dio e Maria Santissima si facevano sentire nel mio piccolo cuore ed una notte ebbi un sogno che io considero molto più che un sogno.

Mi sembrò di vedere Maria Santissima sospesa in aria all’altezza di circa cinque metri. Era seduta su di un maestoso trono ed indossava un mantello azzurro: A vederla io gridai: “MAMMA, MAMMA!” e volai verso di lei. La Madonna allargò il suo mantello con tutte e due le mani. Io poggiai la mia testa sulle sue ginocchia. E Lei coprendomi

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lentamente lentamente con il suo mantello mi disse dolcemente: “SALVATORE, FIGLIOLINO MIO”.

A questa età ho da ricordare un altro fatto che io reputo miracoloso. Mi trovavo in campagna con il mio fratello Carmelo quando uno sciame di vespe mi assalì alla faccia. Io sentivo che il loro pungiglione penetrava nella mia carne ma non veniva iniettato veleno. Dopo circa cinque minuti d’assalto e di lotta le vespe si allontanarono: la mia faccia era intatta e non accusavo alcun dolore.

TERZO CAPITOLO : LA MIA VITA DAI 14 AI 18 ANNI.

A 14 anni, dopo le scuole medie, passai dal Piccolo Seminario di Bronte al Seminario Maggiore di Catania. Fui preso da un vivissimo desiderio di farmi missionario. Quando avevo 16 anni un padre missionario Marista, padre Caporali, tenne a noi seminaristi un corso di Esercizi Spirituali. Preso intimamente da Dio sentii la sua voce “ENTRA NELLA SOCIETA’ DI MARIA”. Ne parlai con il direttore spirituale che con mio immenso gaudio mi rispose: “SEGUI LA VOCE DI DIO”. Così senza badare a coloro che contrastavano la mia decisione, l’8 Dicembre del 1945 lasciai la Sicilia e mi portai allo Studentato dei Padri Maristi, collocato in Cavagnolo, provincia di Torino.

Nel Maggio del 1946 caddi gravemente ammalato: ero agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore: “NON PASSERA’ LA NOTTE”. La bontà di Dio, invece, per i suoi scopi misericordiosi, mi guarì improvvisamente.Immerso in Dio, LUCE-CALORE ESTASIANTE, mi fu comunicato quanto segue:“L’UMANITA’ VA INCONTRO ALL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO. ALLORA IL MONDO RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE E VIVRA’, IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE. TU SARAI UN UMILE NOSTRO STRUMENTO”.I Superiori vollero accertarsi della mia guarigione e mi inviarono all’Ospedale Molinette di Torino per delle radiografie. Risultai completamento sano. All’ospedale mi accompagnò il mio direttore

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spirituale che mi disse: “TI VOGLIO FAR CONOSCERE UNA SANTA SUORA CHE LEGGE NEI CUORI”, e mi condusse al Carmelo di Moncalieri. Quando mi trovai dinanzi alla suora, Madre Agostina, Essa esclamò a gran voce: “ LA MISSIONE CHE DIO LE HA AFFIDATO E’ GRANDIOSA, SARA’ DEFINITA L’OPERA. IO LE SARO’ MADRE”. E Madre Agostina mi fu veramente Madre. Per lunghi anni io mi aprii fiduciosamente a lei ed essa mi fu prodiga di utili consigli. Ora si trova in Cielo e protegge il suo figliolo Salvatore e l’Opera .

Dal momento della comunicazione celeste in occasione della mia guarigione miracolosa, L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO domina la mia vita. Ne parlai con il direttore spirituale e con i superiori. Essi evidentemente mi consigliarono di procedere nei miei studi fino all’ordinazione sacerdotale. “NOI, mi dissero, NON OSTACOLEREMO LA VOLONTA’ DI DIO”.

QUARTO CAPITOLO: LA MIA VITA DAI 18 AI TRENT’ANNI.

Nel 1948 feci il Noviziato e pronunziai i voti temporanei nella Società di Maria.Quando nel 1951 si trattò di emettere i voti perpetui il Padre Provinciale Umberto Giannini mi impose perentoriamente: “PER EMETTERE I VOTI PERPETUI DEVI RINUNZIARE ALL’OPERA CHE VUOI FONDARE”. Tutto considerato non potei che accettare l’imposizione del Padre Provinciale. “SI’, gli risposi, PERO’ NON POSSO IMPEDIRE A DIO DI COMPIERE IN ME LA SUA VOLONTA’. COMUNQUE LE PROMETTO CHE USCIRO’ DALLA SOCIETA’ DI MARIA SOLO QUANDO I SUPERIORI MI CONCEDERANNO IL PERMESSO DI USCIRE E MI BENEDIRANNO”,Il 21 Febbraio del 1954 fui ordinato sacerdote e qui debbo presentare il Padre Marista Bartolomeo Bardessono che fu per me l’uomo della Provvidenza. E’ Lui infatti che , divenuto Provinciale della Provincia Marista Italiana, mi chiamò a Roma per conseguire la Licenza in Teologia presso l’università dell’Angelicum; è Lui che nel 1957 mi inviò allo Studentato Teologico Marista in qualità di professore di Teologia Morale; è Lui che mi concesse il permesso di uscire dalla Società di Maria per inziare l’Opera. Ma a questo punto è necessario

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che parli anche delle mie relazioni con il famoso Padre Riccardo Lombardi, apostolo profeta del Mondo Migliore, definito microfono di Gesù.Sospinto irresistibilmente da Dio scrissi al Padre una lettera in cui esposi a grandi linee l’Opera e chiesi il suo illuminato consiglio. Si instaurò fra me e Lui un contatto epistolare finchè, nel Luglio 1958, dietro suo invito, partecipai ad un Corso di Esercitazione per un Mondo Migliore, tenutosi a Mondragone, presso Roma. NELL’OCCASIONE POTEI PARLARE A LUNGO CON IL PADRE LOMBARDI. LUI, a conclusione, mi disse: “CHIEDA AI SUPERIORI DI FARLE INIZIARE L’OPERA”. Riportai la frase del Padre Lombardi al Provinciale P. BARTOLOMEO BARDESSONO, E Lui, con mia immensa gioia, mi rispose: “VA VENE, TI PREGO PERO’ DI ATTENDERE ANCORA UN ANNO PERCHE’ IO ABBIA IL TEMPO DI TROVARE IL TUO SOSTITUTO NELL’INSEGNAMENTO DELLA MORALE”.Passato l’anno, CON LA BENEDIZIONE DI PADRE BARDESSONO, uscii dalla Società di Maria per essere, a suo tempo, incardinato nella diocesi di Ivrea, provincia di Torino.

QUINTO CAPITOLO: LA MIA VITA DAL 1959

Uscito dalla Società di Maria ed accettato nella diocesi di Ivrea da Mons. Rostagno, passai quattro anni a Filia, frazione di Castellamonte provincia di Torino, come Cappellano del Tabor, fondazione di Madre Agostina, per aspiranti Suore.Nel 1963 il Vescovo di Ivrea Mons. Albino Mensa mi designò parroco di Cintano, piccola parrocchia di 250 anime, dove tuttora vivo.

SESTO CAPITOLO : L’ANNO 1967.

L’Opera Cenacolo Familiare prese la sua completa fisionomia nel 1967 in un Corso di Esercizi Spirituali, passato in una ineffabile continua estasi, La misericordia divina mi rivelò che Dio è AMORE e che in quanto Amore non è un Solitario ma una FAMIGLIA FELICISSIMA composta da Tre Persone: da Dio Padre, da Dio Figlio e da Dio Spirito Santo. Mi rivelò anche che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e lo creò FAMIGIA. “L’ETA’ AUREA DEL

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CRISTIANESIMO, concluse la Rivelazione, SARA’ ANCHE L’ETA’ AUREA DELLA FAMIGLIA. L’OBBLIGATORIETA’ DEL CELIBATO SACERDOTALE SARA’ ABOLITA E LE FAMIGLIE DEI VESCOVI E DEI PRETI SPOSATI SARANNO FARI LUMINOSI PER LE ALTRE FAMIGLIE CRISTIANE”.

SETTIMO CAPITOLO: GLI ANNI 1996 E 1998

Nel 1996 sotto ispirazione della Famiglia Trinitaria di Dio scrissi il testo base dell’Opera Cenacolo Familiare. Nel 1998 lo pubblicai e il fascicolo lo spedii a tutti i Vescovi e a tutti i parroci d’ Italia. Le reazioni furono varie. Mi scrissero e mi telefonarono una sessantina di parroci: la maggioranza approvò l’Opera ma non mancarono coloro che mi criticarono duramente. Io sono contento perchè il seme è stato gettato e germoglierà e fruttificherà a suo tempo.

6. ESPOSIZIONE DELL’ O P E R A CENACOLO FAMILIARE.

“E NOI ABBIAMO CREDUTO ALL’AMORE” (1Gv. 4,16). CAPITOLO PRIMOETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO

L’ Opera Cenacolo Familiare è nata in embrione nel Maggio del 1946 nel silenzio di un Seminario del Piemonte. D’allora è iniziata l’odissea della sua storia. Oggi può mostrare il suo vero volto COME PROFEZIA del prossimo avvenire della Chiesa. A base di tutto si pone L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO CHE E’ IMMINENTE, PUR CONSIDERANDO CHE I TEMPI DI DIO NON SONO I NOSTRI TEMPI.Allora il mondo intero:

A. RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE, E SI CONVERTIRA’ A LUI.

B. VIVRA’, IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI.

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1ANELL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO IL MONDO INTERO RICONOSCERA’ GESU’ COME SUO UNICO SALVATORE, SI CONVERTIRA’ A LUI E FARA’ PARTE DELL’UNICA CHIESA.

Questa certezza ci proviene dalla Sacra Scrittura. Fra i numerosi testi biblici scegliamo i più significativi:1. “Dice il Signore: Questo è il mio servo ( GESU’ )… l’ho riempito del mio Spirito perché diffonda la mia legge FRA TUTTI I POPOLI. Egli farà conoscere la Legge Vera. Non perderà né la speranza, né il coraggio FINCHE’ NON AVRA’ STABILITO LA MIA LEGGE SULLA TERRA” (Is.42,2-7).2. “Il Signore regnerà su tutta la terra, tutti onoreranno e riconosceranno Lui come Dio” (Zac. 14, 6 ).3. “Il Signore dice: verrà il tempo in cui radunerò gli uomini di tutti i popoli e di tutte le nazioni, NONOSTANTE I LORO PENSIERI E LE LORO AZIONI. Così mostrerò loro la mia gloria” (Is.66,18).Non ci sfugga che la conversione del mondo intero a Gesù è opera della misericordia di Dio: ESSA AVVERRA’ NONOSTANTE I PENSIERI E LE AZIONI DEGLI UOMINI, OSSIA NONOSTANTE LA MALVAGITA’ DEGLI UOMINI.4. “Tutti i popoli della terra si convertiranno e saranno veramente fedeli al Signore” (Tobia 14,6 ).5. “Ho anche altre pecore che non sono in questo recinto. Anche di quelle devo diventare Pastore. UDRANNO LA MIA VOCE E DIVENTERANNO UN UNICO GREGGE CON UN UNICO PASTORE” (Gv.10,16).6. Il mondo si convertirà a Gesù SOLO QUANDO I CRISTIANI, superando le loro scandalose divisioni, TORNERANNO ALL’UNITA’: “Fa’ che siano una sola cosa come Tu, o Padre, sei in Me ed Io sono in Te; anch’essi ( I CRISTIANI ) siano una sola cosa in Noi. COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO” ( Gv. 17. 20-23 ).7. ANCHE GLI EBREI FINALMENTE SI COVERTIRANNO A GESU’ E RICONOSCERANNO IN LUI IL MESSIA ATTESO: “Gli Ebrei hanno inciampato. Ma io mi domando: la loro rovina è definitiva? No, di certo. La loro caduta ha favorito la salvezza degli

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altri popoli, e questo è avvenuto per spingere gli Ebrei alla gelosia. Se la loro caduta ha già arricchito il mondo e il loro fallimento ha avvantaggiato gli altri popoli, QUALE MAGGIORE BENEFICIO SI AVRA’ QUANDO TUTTI LORO ACCETTERANNO IL CRISTO?” (Rm. 11, 11-12). Gli Ebrei si convertiranno a Gesù solo dopo la conversione a Gesù di tutto il mondo: “Fratelli, io voglio farvi conoscere il misterioso disegno di Dio, perché non diventiate presuntuosi: UNA PARTE DI ISRAELE CONTINUERA’ NELLA SUA OSTINAZIONE FINO A CHE TUTTI GLI ALTRI POPOLI NON SARANNO GIUNTI ALLA SALVEZZA” (Rm. 11, 25-32 ). 1B

NELL’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO TUTTA L’UMANITA’ VIVRA’, IN MODO STRAORDINARIO, UN’ERA DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI.

Quando Dio assume un uomo a suo Profeta, lo ispira in modo che gli uomini suoi contemporanei possano comprendere il messaggio divino, anche se parzialmente e in modo imperfetto. E poiché al tempo biblico si viveva in un mondo agricolo e pastorizio, e si combatteva con archi, scudi, lance e spade, il linguaggio dei Profeti vi si adeguò. Noi, però, per comprendere il pensiero di Dio, dobbiamo adattare i testi biblici alla nostra cultura e soprattutto pensare alle armi con cui oggi si combattono o è possibile combattere le guerre: carri armati, apparecchi, bombe atomiche … Senza questo adattamento, non riusciamo a percepire il sublime preannuncio DELLA PACE E DEL BENESSERE UNIVERSALI MESSIANICI.

A. PACE UNIVERSALE MESSIANICA.

1. “( I popoli ) trasformeranno le loro spade in aratri e le lance in falci. Le nazioni non saranno più in lotta tra di loro e cesseranno di prepararsi alla guerra” (Is. 2. 1-5 ).2. “E’ NATO UN BAMBINO PER NOI… SARA’ CHIAMATO PRINCIPE DELLA PACE. DIVENTERA’ SEMPRE

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PIU POTENTE ED ASSICURERA’ UNA PACE CONTINUA” (Is. 9.5-6).3. ( Gesù ) “RISTABILERA’ LA PACE FRA LE NAZIONI e regnerà da mare a mare, dal fiume Eufrate ai confini della terra”(Zac. 4.3-4).4. “GUARDATE che cosa ha compiuto il Signore, quali prodigi ha fatto sulla terra: IN TUTTO IL MONDO PONE FINE ALLE GUERRE” (Salmo 46.9-11).5. Finalmente si realizzerà la profezia DELLA PACE UNIVERSALE MESSIANICA annunziata e cantata dagli Angeli sulla grotta di Betlem: “Gloria a Dio in Cielo, E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA” (Lc.2,14). B. BENESSERE UNIVERSALE MESSIANICO.

La pace universale messianica, frutto dell’amore per Dio e per il prossimo, recherà immensi benefici a tutti: si rispetterà la natura, si favorirà lo sviluppo di tutti gli uomini, i soldi finora sprecati per la costruzione delle armi, saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali. IN CONSEGUENZA LA VITA UMANA SARA’ LONGEVA E FELICE : … “Dice il Signore: NON MORRANNO PIU’ BAMBINI, E GLI ADULTI AVRANNO UNA LUNGA VECCHIAIA. MORIRA’ GIOVANE CHI MORIRA’ A CENT’ANNI. SE UNO NON ARRIVERA’ A CENT’ANNI, VORRA’ DIRE CHE IO L’HO PUNITO”. (Is. 65, 16-24).

CAPITOLO SECONDO

L’ETA’ AUREA DEL CRISTIANESIMO, ERA DI AMORE TRA GLI INDIVIDUI E TRA LE NAZIONI; ERA DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI, COINCIDERA’ CON L’ETA’ AUREA DELLA FAMIGLIA, CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA.

PRECISIAMO

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1. DIO E’ UNA FAMIGLIA TRINITARIA

Solo Dio esiste da sempre, e DIO E’ AMORE.In quanto AMORE Dio non è un solitario, ma una Famiglia Felicissima composta da Tre Persone: dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.L’amore è dono, ricambio del dono, unione del dono e del ricambio del dono, felicità.Il Padre Sommo Bene dona tutto SE stesso al Figlio, GENERANDOLO; Il Figlio Sommo Bene Ricevuto dal Padre, ricambia il Dono Ricevuto donandosi, a sua volta, al Padre; lo Spirito Santo PROCEDE dal Padre DONO e dal Figlio RICAMBIO DEL DONO, unisce in Sé il Padre Dono al Figlio Ricambio del Dono, e il Figlio Ricambio del Dono al Padre Dono; Egli Stesso è il Dono e il Ricambio del Dono UNIFICATI.DIO E’ UNO perché in Lui il Dono e il Ricambio del Dono sono la stessa realtà.DIO E’ IN TRE PERSONE perché il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre; e lo Spirito Santo non è né il Padre, né il Figlio.DIO E’ FELICISSIMO perché la felicità proviene dal bene coscientemente posseduto; e il Dono e il Ricambio del Dono che si verificano in Dio E’ IL SOMMO BENE.

2. DIO CREO’ L’UOMO FAMIGLIA.

DIO AMORE decise di comunicare la sua felicità a delle creature, e creò l’uomo FAMIGLIA a sua immagine e somiglianza: l’uomo e la donna sposati sono l’immagine del Padre Celeste SIA COME SPOSO E SPOSA SIA COME PADRE E MADRE. E qui dobbiamo fare un rilievo di particolare importanza: il Padre Celeste E’ INSIEME SPOSO E SPOSA, PADRE E MADRE. Creando la famiglia umana il Padre Celeste SI SDOPPIO’: comunicò all’uomo la sua immagine di sposo e di padre; e comunicò alla donna la sua immagine di sposa e di madre.Evidentemente l’immagine del FIGLIO Unigenito del Padre Celeste, nella famiglia umana fu comunicata al figlio della coppia uomo-donna.

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Nella famiglia umana l’immagine dello Spirito Santo AMORE ( dono e ricambio del dono ) PERSONIFICATO, è l’amore che unisce gli sposi tra di loro, i genitori al figlio e il figlio ai genitori. Per essere felici, scopo della loro creazione, i membri della famiglia umana debbono quindi vivere d’amore, debbono vivere reciprocamente di dono e di ricambio del dono.Da notare che Dio creò la famiglia fondata sul matrimonio che è un dono di amore reciproco TOTALE, ESCLUSIVO E DEFINITIVO tra un uomo ed una donna. La famiglia, secondo il volere di Dio, è monogamica e indissolubile.

3. PECCATO. Purtroppo nella vita umana intervenne il peccato che è il tradimento dell’amore verso Dio eludendo l’osservanza dei suoi comandamenti; ed il tradimento dell’amore verso il prossimo facendo agli altri non del bene ma del male. Conseguenza del peccato fu la perdita della felicità perché perdendo l’amore l’uomo perse anche il bene che l’amore possedeva; e la perdita della vita perché l’amore è vita e il peccato è morte. Come effetto nefasto del peccato si registrò pertanto la dissoluzione della famiglia: i suoi membri divennero infelici perché anziché amarsi e scambiarsi il bene, incominciarono ad odiarsi e a farsi reciprocamente del male; il matrimonio perse le caratteristiche della monogamia e dell’indissolubilità. FU UN DISASTRO!

4. REDENZIONE. Dio Amore Misericordioso, Famiglia Trinitaria Felicissima, però, non ci abbandonò alla nostra triste sorte di peccatori condannati all’odio, al dolore, alla malattia e alla morte, ma ci venne incontro con la mirabile invenzione DELL’INCARNAZIONE: Dio Figlio, fattosi uomo in Gesù di Nazaret, con la sua passione, morte e risurrezione distrusse il nostro odio, la nostra morte, e ci ridonò la vita dell’amore. La famiglia umana è stata redenta da Gesù: gli sposi, i genitori, i figli hanno, pertanto, nuovamente la possibilità di ricostruire in sé l’immagine della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Anzi, alla luce della Parola di Dio, dobbiamo affermare che gradualmente arriverà l’Età Aurea del Cristianesimo:

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Essa si realizzerà quando Dio incatenerà satana per mille anni (PER UN LUNGHISSIMO PERIODO DI TEMPO) nel mondo sotterraneo: allora le famiglie redente da Gesù, brilleranno di santità riflessa della santità della Famiglia Trinitaria di Dio; allora la Chiesa, in particolare la Gerarchia Cattolica, vedrà finalmente l’eccelsa dignità della famiglia, abolirà l’obbligatorietà del celibato del clero e le famiglie dei Vescovi Sposati e dei Preti Sposati saranno un fulgido esempio per le altre famiglie cristiane.

5. FAMIGLIA DI NAZARET

Dio, Famiglia Trinitaria, nel suo ineffabile piano provvidenziale creò UNA SINGOLARE FAMIGLIA TRINITARIA UMANA: LA FAMIGLIA DI NAZARET COMPOSTA DA GESU’, DA MARIA SANTISSIMA E DA SAN GIUSEPPE: LE FAMIGLIE CRISTIANE HANNO NELLA FAMIGLIA DI NAZARET UN PERFETTO MODELLO DI FAMIGLIA DA IMITARE.GESU’ è lo stesso Figlio Unigenito del PADRE CELESTE fattosi Uomo, e nella sua natura umana rende visibile la perfezione FILIALE che si esprime nella perfezione dell’amore: amò il Padre facendo della volontà di Lui il suo cibo quotidiano fino alla morte e alla morte di croce; amò i suoi genitori Maria Santissima e San Giuseppe stando loro sottomesso e ricolmandoli di delicatezze; amò noi suoi fratelli minori dandoci per redimerci il supremo gesto dell’amore: il sacrificio della sua vita.MARIA SANTISSIMA è la Sposa del Padre Celeste e di San Giuseppe; è la Madre di Gesù Fisico e di Gesù Mistico, quindi è anche la nostra Madre. Essa amò il Padre Celeste vivendo per tutta la vita il “SI’” a Lui, pronunziato al momento dell’Incarnazione; amò al massimo grado il Suo Figlio Gesù, il suo Sposo Giuseppe; ed amò immensamente anche noi accettando, fra l’altro, la sofferenza per generarci e per partorirci figli suoi e figli del Padre Celeste; per nostro amore accettò di essere “LA REGINA DEI MARTIRI”.SAN GIUSEPPE, SINGOLARE IMMAGINE DEL PADRE CELESTE, è veramente Sposo di Maria e Padre di Gesù. Amò il Padre Celeste eseguendo sempre la volontà DI LUI con prontezza e generosità; amò con somma perfezione la sua Vergine Sposa e il suo Verginale Figlio Gesù.

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CAPITOLO TERZO

SPIRITUALITA’ DEI MEMBRI DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE.

A. LA VITA DI FAMIGLIA DEI MEMBRI DELL’OPERACENACOLO FAMILIARE.

I membri della famiglia, redenta da Gesù, possono nuovamente amarsi, scambiarsi il bene dono di Dio, e riacquistare la felicità perduta con il peccato.Bisogna però affrontare la realtà non in modo idilliaco, ma con tutte le sue difficoltà pratiche: ciascun membro della famiglia conserva certo i doni ricevuti da Dio e da donare principalmente ai suoi familiari; ma, purtroppo, conserva anche i suoi limiti, le sue carenze, i suoi difetti. Per mantenersi nell’amore, pertanto, ciascun membro della famiglia goda sì del bene che riceve dagli altri membri della famiglia; sappia, però, nello stesso tempo, sopportare con pazienza il negativo dello sposo o della sposa, dei genitori o dei figli o dei fratelli. Per cui è indispensabile che nessuno pretenda che il familiare condivida le proprie convinzioni; tutti, invece, rispettino il punto di vista del congiunto. Ciò è difficile: le forze umane sono impotenti: “SENZA DI ME NON POTETE FARE NULLA” (Gv. 15,5). La propria impotenza, però, può essere debellata con mezzi spirituali appropriati. Fra questi dobbiamo annoverare LA PREGHIERA: i membri della famiglia, perciò, preghino insieme durante la giornata. Così condivideranno l’esperienza dell’Apostolo Paolo: “TUTTO POSSO IN GESU’ CHE MI AIUTA “.

Perché i membri della famiglia vivano l’amore della Famiglia Trinitaria di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo è indispensabile non solo che preghino INSIEME, ma anche e soprattutto che INSIEME PARTECIPINO ALLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA E SI CIBINO DEL CORPO E DEL SANGUE DI GESU’. GESU’, INFATTI, ISTITUI’ LA SANTA MESSA, cuore della vita della Chiesa, per trasformare in SE’ i singoli cristiani e i

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singoli membri della famiglia in quanto famiglia. Essi, partecipando alla Santa Messa con fede viva, raggiungeranno la vetta spirituale di San Paolo: “NON SONO PIU’ IO CHE VIVO, MA E’ CRISTO CHE VIVE IN ME” (Gal. 2,20). E tutti sappiamo che la vita di Gesù è una vita di amore.

E’ da sottolineare anche che nell’Eucarestia Gesù misteriosamente e mirabilmente si rende presente nella sua Passione, nella sua Morte, nella sua Risurrezione e nella sua Gloriosa Ascensione al Cielo perché i vari membri del Corpo Mistico, cibandosi di LUI, affrontino come Gesù e con Gesù la loro passione, portando con pazienza la loro croce quotidiana; muoiano santamente come Gesù; risuscitino come Gesù con un corpo glorioso e con Gesù vivano eternamente felici in Paradiso.

B. I MEMBRI DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE E LA CARITA’ FRATERNA.

I membri dell’Opera, secondo l’insegnamento del Divino Maestro, non escludono nessuno dal loro amore: essi amano tutti, ma fanno cadere la loro preferenza su coloro che soffrono: ad essi donano il loro aiuto materiale e spirituale secondo le loro possibilità, lasciandosi guidare dalla convinzione di fede che chi aiuta il fratello in necessità, aiuta Gesù: “IN VERITA’ VI DICO, QUALUNQUE COSA AVETE FATTO AL PIU’ PICCOLO DEI MIEI FRATELLI, L’AVETE FATTO A ME” (Mt.25,40).I membri dell’Opera si guardano bene dal giudicare e dal condannare il fratello che pecca perché “COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1 COR. 4,4). Certo, se un fratello compie un’opera malvagia, non si può dire che compie un’azione buona; OGGETTIVAMENTE egli compie un’azione non retta, ma il giudizio SULLA SUA RESPONSABILITA’ SOGGETTIVA, I MEMBRI DELL’OPERA LO LASCIANO ESCLUSIVAMENTE A DIO.

I membri dell’Opera amano i fratelli peccatori con lo stesso AMORE MISERICORDIOSO con cui li ama il Sacratissimo Cuore di Gesù; per quanto possono, li beneficano e lottano perché essi non vengano discriminati e disprezzati dagli altri: Gesù è venuto nel mondo non per condannare ma per salvare i peccatori; Gesù non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e che viva; Gesù, se fosse necessario,

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sarebbe disposto a subire nuovamente la sua passione e la sua morte ANCHE PER SALVARE UN SOLO PECCATORE.

C. I MEMBRI DELL’OPERA CENACOLO FAMILIARE E LA SOFFERENZA.

La nostra vita deve essere impostata TUTTA su questa ineffabile VERITA’: NOI SIAMO FIGLI DI DIO PADRE AMORE MISERICORDIOSO. Come figli di Dio eravamo destinati solo alla felicità. Il peccato, però, ha introdotto nel mondo l’infelicità, la sofferenza, la malattia e la morte. Dio Padre ha guardato noi suoi figli peccatori con sguardo misericordioso e per ridonarci la felicità e la vita, ha inviato nel mondo il Suo Unigenito Figlio Gesù, il Quale, per nostro amore, fece suoi i nostri peccati, e per espiarli e distruggerli, accettò LIBERAMENTE la sua passione e la sua morte in croce, risuscitando, però, il terzo giorno: “CON LA SUA MORTE DISTRUSSE LA NOSTRA MORTE, CON LA SUA RISURREZIONE CI HA RIDATO LA VITA”.E qui dobbiamo inserire il piano provvidenziale di Dio: noi non siamo stati creati da Dio e abbandonati al nostro destino, no. Ciascuno di noi, invece, E’ UN CAPOLAVORO DI DIO UNICO ED IRRIPETIBILE, ed ha un compito specifico e singolare da realizzare gradualmente in tutta la sua esistenza terrena. E’ da notare anche che il compito che Dio affida al singolo uomo, non è fine a se stesso, ma mira alla costruzione di un misterioso capolavoro che ha Gesù come punto di riferimento. L’Apostolo San Paolo, particolarmente illuminato dallo Spirito Santo, lo esprime nelle sue Lettere con la dottrina DEL CORPO MISTICO DI CRISTO: noi e Gesù formiamo UN SOLO CORPO DI CUI GESU’ E’ IL CAPO E NOI LE MEMBRA. Tutto il Corpo Mistico è vivificato da Gesù Capo con la sua vita divina. Come nel nostro corpo ci sono varie membra, ciascuno delle quali ha un compito particolare rivolto a beneficio di tutto il corpo; così nel Corpo Mistico vi sono varie membra ciascuno delle quali ha una funzione specifica a vantaggio di tutto il Corpo Mistico. Come poi il nostro corpo nasce piccolo e gradualmente cresce e si perfeziona fino alla maturità dell’uomo; così il Corpo Mistico è nato come infante con la morte-risurrezione di Gesù, si sviluppa lungo i secoli fino alla fine del mondo, e raggiungerà la sua perfezione e la

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sua maturità nel Cielo, dopo la risurrezione dei corpi. Il Corpo Mistico Glorificato vivrà eternamente felice nel Paradiso.Soffermiamoci su un punto importantissimo: ciascun membro del Corpo Mistico, quindi ciascuno di noi, in questo mondo deve esperimentare la sofferenza entrata nel mondo con il peccato e redenta dalla Passione e dalla Morte di Gesù. Sono due i motivi per cui siamo raggiunti dalla sofferenza: il primo trova la sua causa nel peccato personale da espiare e da purificare. Il secondo motivo per cui siamo raggiunti dalla sofferenza è molto nobile: purificati, con l’aiuto di Dio e per i meriti di Gesù, dai nostri peccati, diventiamo giusti e come giusti partecipiamo alla sofferenza Redentrice di Gesù INNOCENTISSIMO. San Paolo esprime così questa verità: “COMPIO IM ME CIO’ CHE MANCA ALLA PASSIONE DI CRISTO PER L’EDIFICAZIONE DEL SUO CORPO CHE E’ LA CHIESA” (Col. 1,24).Approfondiamo l’argomento. E’ Dio che ha concepito e deciso il grandissimo piano del Corpo Mistico; è Dio che attua gradualmente il Corpo Mistico di Gesù determinando il compito di ciascun uomo ed agendo in modo tale che ciascun uomo realizzi la sua specifica e singolare missione. Anche le sofferenze che ciascuno di noi deve sapere accettare per l’edificazione del Corpo Mistico di Gesù, sono stabilite da Dio. E Dio le ha stabilite considerando tutte le vicende storiche degli uomini di tutti tempi e di tutti i luoghi. Dal fatto che solo Dio ha la visione globale della storia del Corpo Mistico di Gesù, deduciamo che solo Dio comprende il motivo per cui i singoli uomini sono raggiunti da determinate sofferenze e non da altre. Una conseguenza logica è che noi, ignorando i motivi delle decisioni di Dio nei nostri riguardi, possiamo rimanere sconcertati di fronte alle nostre sofferenze, ed essere addirittura tentati di accusare Dio di ingiustizia. E’ necessario allora compiere un illimitato atto di fiducia in Dio: le nostre sofferenze, infatti, sono state decise da un Dio AMORE, MISERICORDIOSO E SAPIENTE.Cerchiamo di capire: Dio, PER NATURA E’ FELICISSIMO; ma creando l’uomo che con il peccato si rese infelice, MISTICAMENTE, ACCETTO’ LA PROPRIA SOFFERENZA: infatti, non è concepibile un DIO IMPASSIBILE mentre i suoi figli amatissimi SOFFRONO: CHI AMA, E DIO E’ AMORE, SOFFRE CON LA PERSONA AMATA SOFFERENTE. Dio rese visibile la sua sofferenza per noi

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suoi figlioli sofferenti, facendosi uomo in Gesù, il Quale per sconfiggere la nostra infelicità e ridonarci la felicità perduta con il peccato, accettò di subire un’atroce passione e un’infamante morte in croce. Un Dio che per nostro amore sceglie per SE’ LA SOFFERENZA, MERITA TUTTA LA NOSTRA FIDUCIA. Tanto più che questo Dio, oltre che AMORE, E’ ANCHE SAPIENZA INFINITA. Con la sua Sapienza Infinita Dio HA SAPUTO E SA DISTRIBUIRE LA SOFFERENZA GIUSTAMENTE. Da qui la necessità che nei nostri dolori diciamo: PADRE NOSTRO che sei Cieli… SIA FATTA LA TUA VOLONTA’.Certo, come Gesù nel Getsemani, possiamo chiedere al Padre Celeste che ci liberi da determinate sofferenze; ma come Gesù dobbiamo anche concludere così la nostra supplica: “PADRE, SE LA MIA ATTUALE SOFFERENZA E’ NEL TUO PIANO PROVVIDENZIALE PER L’EDIFICAZIONEDEL CORPO MISTICO DI GESU’, IO L’ACCETTO”.

CAPITOLO QUARTTO

I SEGNI DEI TEMPI CI ANNUNZIANO CHE SIAMO PROSSIMI ALL’ERA DELL’AMORE, DELLA PACE E DEL BENESSERE UNIVERSALI MESSIANICI, ALL’ERA DELLA FAMIGLIA CRISTIANA E DELLA CONVERSIONE DEL MONDO A GESU’ SALVATORE.

La storia è guidata da Dio verso l’attuazione del suo piano salvifico: nulla di ciò che succede è casuale, ma tutto è provvidenziale, anche quando, senza il dono della fede, ci sospingerebbe allo scandalo, come ad esempio il dolore e la morte dell’innocente, le guerre, i disastri naturali: Dio permette il male solo in vista di un maggiore bene nell’ambito della salvezza individuale e della redenzione universale. La prossimità dell’Età Aurea del Cristianesimo ce la mostrano, però, i tanti fattori positivi che riscontriamo nel mondo contemporaneo, anche se molti di essi apparentemente sembrano autonomi ed estranei al piano salvifico di Dio.Citiamone alcuni.

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a. I MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE come la stampa, la radio, la televisione, internet ci informano come se avvenissero sotto i nostri occhi, di tutti i più importanti avvenimenti che si verificano nel più remoto angolo del mondo, e ci coinvolgono per la soluzione dei problemi che sempre più da locali e nazionali diventano universali ed internazionali. Fra questi problemi certamente un posto preminente l’occupa la piaga della fame. b. I MEZZI DI TRASPORTO come i treni, gli aerei e le navi ci consentono spostamenti veloci da un capo all’altro del mondo, per interessi personali, per convegni a livello internazionale, per scambi commerciali, per effettuare soccorsi… I suddetti ed altri sviluppi scientifici e tecnici accelerano l’avvento dell’Età Aurea del Cristianesimo in quanto riducendo le distanze e unificando il mondo facilitano la sua evangelizzazione.c. I PROGRESSI NELLA MEDICINA E NELLA CHIRURGIA ci convincono che siamo avviati alla realizzazione della seguente promessa di Dio per l’Età Aurea del Cristianesimo: “… NON MORRANNO PIU’ NEONATI E GLI ADULTI AVRANNO UNA LUNGA VECCHIAIA. MORIRA’ GIOVANE CHI MORIRA’ A CENT’ANNI. SE UNO NON ARRIVERA’ A CENT’ANNI VORRA’ DIRE CHE IO L’HO PUNITO” (Is. 65,16-25).d. Dopo quasi duemila anni di dispersione, gli Ebrei sono finalmente riusciti a tornare nella Terra Promessa e a ricostituirsi in Stato: questa realtà importantissima profetizza il prossimo riconoscimento del Messia Gesù da parte del popolo eletto che secondo San Paolo avverrà dopo la conversione a Gesù di tutto il mondo (Rm. 11,25-26).e. UNO DEI PRINCIPALI SEGNI DEI TEMPI E’ L’ECUMENISMO. Le molteplici Chiese Cristiane che nel passato si sono dilaniate offrendo al mondo il triste spettacolo di un Cristianesimo diviso, OGGI, PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, SI SONO FINALMENTE RESO CONTO DELL’ASSURDITA’ DEL LORO COMPORTAMENTO, ed hanno intrapreso un comune sforzo per ricostruire L’UNICA CHIESA DI GESU’, meta obbligatoria perché il Regno di Amore di Gesù si estenda nel mondo intero: “Padre, che siano una sola cosa, come Io e Tu siamo una sola cosa. COSI’ IL MONDO CREDERA’ CHE TU MI HAI MANDATO” (Gv. 17,21).

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Le difficoltà non mancano poiché ogni Chiesa tende a conservare la sua identità, frapponendo così un grosso ostacolo tra il desiderio di ritrovare l’unità e l’umile, disinteressato, costruttivo dialogo. Ciònonostante lo Spirito Santo sta agendo perché tutte le Chiese Cristiane si pongano in uno stato di sincera conversione e di riforma. Anche la Chiesa Cattolica non deve far tacere la voce dello Spirito che la sollecita ad essere coerente con l’affermazione Conciliare: “MENTRE CRISTO, SANTO, INNOCENTE, IMMACOLATO (Ebr.7,27) NON CONOBBE IL PECCATO (2Cor.5,21), LA CHIESA CHE COMPRENDE NEL SUO SENO I PECCATORI, SANTA INSIEME E SEMPRE BISOGNOSA DI PURIFICAZIONE, MAI TRALASCIA LA PENITENZA E IL SUO RINNOVAMENTO” (Lumen Gentium n.8 ). La Chiesa Cattolica che è la Chiesa Madre, ha il dovere indilazionabile di offrire in SE’ alle altre Chiese Cristiane un modello di Riforma Umile, Reale e Concreta. “PUR ESIGENDO L’UNITA’ NELLE COSE ESSENZIALI, ESSA DEVE LASCIARE PIENA LIBERTA’ NELLE COSE DUBBIE OD OPINABILI, ED ESERCITARE IN TUTTO LA CARITA’ ”.E’ secondo lo spirito Conciliare di purificazione e di rinnovamento che la Chiesa Cattolica deve affrontare i seguenti ed altri attuali scottanti problemi:

1. PAPA.

A. Compito del Papa è costatare con gioia le meraviglie che lo Spirito Santo compie nelle Singole Chiese Locali Diocesane, incoraggiare le legittime diversità e favorire LA COMUNIONE delle Singole Chiese Locali Diocesane CHE INSIEME COSTITUISCONO LA CHIESA UNIVERSALE.B. IL MINISTERO PRINCIPALE DEL PAPA E’ CONFERMARE LA CHIESA NELLA FEDE : “Simone, ho pregato per te perchè la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, CONFERMA i tuoi fratelli” (Lc.22,23).Il Papa, assistito dallo Spirito Santo, SI RENDE GARANTE DELLAVERITA’ RIVELATA, CONTENUTA NELLA SACRA SCRITTURA E TRAMANDATA DALLA TRADIZIONE.

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In casi particolari il Papa, con il consenso antecedente e concomitante della Chiesa, COMUNITA’ DEI CRISTIANI, GRADUALMENTE guidata dallo Spirito Santo alla comprensione di tutta la Verità, può dichiarare IN MODO DEFINITIVO vero e vincolante per tutti UN DATO RIVELATO. E’ indispensabile sottolineare che perché il Papa si renda GARANTE IN MODO DEFINITIVO DI UNA VERITA’ RIVELATA, si richiede il consenso antecedente e concomitante della Chiesa, perché E’ ESSA LA DEPOSITARIA DELLA VERITA’ RIVELATA. “LO SPIRITO SANTO VI CONDURRA’ A TUTTA LA VERITA’ ” (Gv.16,13).“LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI ESSA” (Mt.16,16). Pertanto il Papa prima di definire una Verità Rivelata deve accertarsi CHE LA CHIESA UNIVERSALE LA PROFESSI GIA’. Lo stesso verbo che Gesù ha usato “ CONFERMA i tuoi fratelli”, esprime quanto abbiamo detto: infatti CONFERMARE significa rendere PIU’ fermo o saldo, rafforzare, rinvigorire.

2. CELIBATO SACERDOTALE.

Riporto quanto ho scritto al Papa Benedetto XVI:

Pongo come punto fermo che il celibato per il Regno di Dio è un carisma proclamato solennemente da Gesù. E sono convinto che questo dono Dio, nella bimillenaria storia del Cristianesimo, l’ha concesso ad una immensa schiera di sacerdoti che l’hanno fatto fruttificare operando un incalcolabile bene per l’edificazione del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa.Ma il carisma doveva rimanere CARISMA, cioè un dono gratuito di Dio che SOLTANTO I PRESCELTI potevano accogliere e vivere. Purtroppo, però, la Gerarchia Cattolica ha, senza dubbio, commesso uno dei più gravi ERRORI PASTORALI IMPONENDO L’OBBLIGATORIETA’ DEL CELIBATO al clero cattolico di Rito Latino. E così, anche se animati da sincero amore per il Regno di Dio, tantissimi giovani si sono impegnati ad osservare il celibato, credendo FALSAMENTE di avere ricevuto da Dio il suddetto carisma; ma essendone privi, non sono stati in grado di rimanere fedeli alla promessa. Da qui i tanti scandali sacerdotali di cui tutti siamo stati e

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siamo impotenti testimoni; da qui la schiera di sacerdoti che hanno abbandonato ed abbandonano il ministero sacerdotale per amore di una donna. Io sono sicuro che la Cerarchia Cattolica finalmente si renderà conto dell’errore pastorale commesso e che ai suoi sacerdoti lascerà piena libertà di scelta tra la vita celibataria e la vita matrimoniale, sospinta anche dal fatto che l’imposizione del celibato al clero cattolico di Rito Latino contrasta con il diritto naturale: “NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO” (Gn. 2,18), e con il diritto evangelico: le Lettere Pastorali, infatti, come condizione indispensabile all’ordinazione DI UN VESCOVO-PRESBITERO, esigevano che il candidato si fosse sposato una sola volta (1Tm. 3,1-6; Tito 1,6). San Paolo poi, nella Prima Lettera ai Corinzi ci notifica che gli Apostoli erano sposati e che le loro mogli li accompagnavano nei viaggi apostolici: “NON ABBIAMO ANCHE NOI IL DIRITTO DI PORTARE CON NOI UNA MOGLIE CREDENTE COME L’HANNO GLI ALTRI APOSTOLI E I FRATELLI DEL SIGNORE E PIETRO?” (1Cor. 9,5).

3. MATRIMONIO-SESSO.

Dio creò l’uomo e la donna perché nel loro reciproco amore TOTALE, ESCLUSIVO E DEFINITIVO divenissero marito e moglie, e così costituissero la famiglia. Quindi l’uomo e la donna diventano marito e moglie se si scambiano un amoreTOTALE: “Io, mia moglie, dono TUTTO me stesso a Te”. “Io, mio marito, dono TUTTA me stessa a te”.ESCLUSIVO: “Io, mia moglie, dono tutto me stesso SOLO a te”. “Io, mio marito, dono tutta me stessa SOLO a te”.DEFINITIVO: “Io, mia moglie, dono tutto me stesso a te PER SEMPRE”. “Io, mio marito, dono tutta me stessa a te PER SEMPRE”.

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Le tre caratteristiche dell’amore reciproco TOTALE, ESCLUSIVO E DEFINITIVO debbono esistere SIMULTANEAMENTE perché si verifichi UN VERO matrimonio. Se manca anche una sola delle suddette tre caratteristiche, il matrimonio NON ESISTE, E’ NULLO.

L’atto intimo E’ PROPRIO degli sposi perché esso è l’espressione del triplice suddetto amore. Quindi l’uomo può esercitare il sesso solo con la propria moglie, e la donna può esercitare il sesso solo con il proprio marito. Di fronte a questa realtà AI NON SPOSATI sorge la difficoltà di conservare la propria castità. Dio, però, viene incontro alla debolezza umana: chi non è sposato ha l’obbligo di non esercitare il sesso. Ma sappiamo che il corpo umano è stato corrotto dal peccato: in esso resta un potentissimo impulso verso l’orgasmo. Come risolvere il problema secondo Dio? E’ CASTO colui che fa tutto il possibile per evitare il piacere genitale. Ma se, malgrado la sua buona volontà e i suoi sinceri sforzi, non vi riesce, dobbiamo affermare che l’eventuale ricerca dell’orgasmo è dovuta all’impulso invincibile degli ormoni, per cui L’INDIVIDUO E’ SCUSATO DAL PECCATO: INFATTI NON SI PUO’ ESSERE OBBLIGATI AL PECCATO: chi non vuole l’orgasmo ma dalla natura corrotta è violentemente necessitato ad esso, NON PECCA SOGGETTIVAMENTE, pur restando l’atto un DISORDINE OGGETTIVO.

4. OMOSESSUALITA’ – COSCIENZA INDIVIDUALE

Senza dubbio la famiglia, creata a sua immagine e somiglianza DALLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO, è fondata sul matrimonio che trae la sua origine e la sua stabilità dall’ AMORE TOTALE, ESCLUSIVO E DEFINITIVO che si scambiano UN UOMO ED UNA DONNA. Nella realtà umana, però, costatiamo anche LA CONVIVENZA, NON IL MATRIMONIO, OMOSESSUALE; ossia LA CONVIVENZA DI DUE UOMINI O DI DUE DONNE. Detta convivenza OGGETTIVAMENTE è contro la volontà di Dio. Forse, però, il peccato, di generazione in generazione, ha corrotto il corpo degli omosessuali in modo tale che essi SONO COSTRETTI, CONTRO LA LORO VOLONTA’, ad esercitare il sesso in modo innaturale. In questo caso è chiaro che mancherebbe IL PECCATO

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SOGGETTIVO. Sta di fatto che gli omosessuali si GIUSTIFICANO E SI CREDONO NELLA LINEA DELLA VOLONTA’ DI DIO. Come comportarsi PASTORALMENTE con loro?CERTAMENTE SULLA REALE RESPONSABILITA’ SOGGETTIVA DEGLI OMOSESSUALI DOBBIAMO LASCIARE A DIO L’ULTIMO GIUDIZIO. LA CHIESA PERO’ DOVREBBE TRATTARE GLI OMOSESSUALI CON IL CUORE MISERICORDIOSO DI DIO; DOVREBBE CIOE’ RISPETTARE IL PRIMATO DELLA LORO COSCIENZA INDIVIDUALE. La coscienza CERTA, infatti, anche se ERRONEA, OBBLIGA SEMPRE: “TUTTO CIO’ CHE E’ IN CONTRASTO CON LA CONVINZIONE DELLA COSCIENZA, E’ PECCATO” (Rm.14,33).Anche l’attuale Papa Benedetto XVI a proposito, nel 1966, quando era già uno stimato professore di Teologia, si espresse in termini inequivocabili: “LA COSCIENZA E’ IL TRIBUNALE SUPREMO ED ULTIMO DELLA PERSONA UMANA, ANCHE AL DI SOPRA DELLA CHIESA UFFICIALE; ED E’ AD ESSA CHE DOBBIAMO UBBIDIRE”.L’ATTEGGIAMENTO PASTORALE MISERICORDIOSO DELLA CHIESA PERTANTO DOVREBBE PERMETTERE AGLI OMOSESSUALI, SE LORO SI SENTONO IN PACE CON DIO, L’ESERCIZIO DI TUTTA LA VITA ECCLESIALE, COMPRESA LA PARTECIPAZIONE AL BANCHETTO EUCARISTICO, IN MODO PERO’ DA EVITARE LO SCANDALO.

Nel giorno in cui tutta la Chiesa: Papa,Vescovi, Sacerdoti, Fedeli riconosceranno e rispetteranno IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE, SI REGISTRERA’ UN CAMBIAMENTO EPOCALE, ricco di inestimabili frutti nella osservanza della carità fraterna. Allora assumeranno valore in tutta la loro pienezza gli ordini di Gesù:“NON GIUDICATE, E DIO NON VI GIUDICHERA” (Lc.6,17).“NON CONDANNATE E DIO NON VI CONDANNERA’ ” (Lc. 6,17).“SIATE MISERICORDIOSI E TROVERETE MISERICORDIA” (Mt. 5,7 ).

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Certo la Chiesa, ed in modo particolare la Gerarchia, dovrà continuare a conservare IL DEPOSITO RIVELATO, dovrà continuare a predicare in tutta la sua interezza LA VERITA’ RIVELATA, MA DINANZI ALLE PERSONE SINGOLE SI ASTERRA’ DA OGNI GIUDIZIO E DA OGNI CONDANNA O CASTIGO DATO CHE “COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1Cor.4,4).

Una conseguenza pratica sarà che LA GERARCHIA RISPETTERA’ LA RICERCA TEOLOGICA E SI ASTERRA’ DALLE TANTO ODIOSE CONDANNE DEI TEOLOGI PIU’ AVANZATI. Anche le relazioni ordinarie tra le singole persone saranno improntate al massimo rispetto reciproco.

5. INDISSOLUBILITA’ DEL MATRIMONIO.

Senza dubbio, secondo la volontà di Dio, il matrimonio E’ INDISSOLUBILE. La sua indissolubilità deriva dal fatto che il matrimonio è un patto d’amore DEFINITIVO tra un uomo ed una donna. Però mi sembra che la Chiesa contemporanea debba riflettere accuratamente sulla indissolubilità del matrimonio, non per mettere in discussione la sua validità, MA PER APPROFONDIRE LA SUA NATURA. Io, pertanto, con umiltà, espongo il frutto delle mie riflessioni perché la Chiesa lo valuti alla luce di Dio.L’indissolubilità del matrimonio è fondata sull’amore reciproco dei coniugi come sull’amore reciproco è fondata l’indissolubilità delle Tre Persone Divine e l’indissolubilità del matrimonio tra Gesù, LO SPOSO DELLA CHIESA e la Chiesa, LA SPOSA DI GESU’. Se, per impossibile, le Tre Persone Divine cessassero di amarsi, si spezzerebbe la loro unità e si dissolverebbe lo stesso Dio; se, per impossibile, Gesù non amasse più la Chiesa e la Chiesa non amasse più Gesù, Gesù e la Chiesa romperebbero la loro unità sponsale. Ciò che non è possibile nella Trinità Divina e in Gesù e la Chiesa, si può, invece, verificare e spesso si verifica, tra i coniugi cristiani e non cristiani. Come l’esperienza ci attesta, avviene che dei coniugi dissolvano IRRIMEDIABILMENTE il loro matrimonio per colpa di uno solo o di entrambi. Ciò ci induce ad affermare che l’indissolubilità del matrimonio E’ DI ORDINE MORALE E NON FISICO; OSSIA: I

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CONIUGI, PUR ESSENDO TENUTI IN COSCIENZA A RIMANERE UNITI PER TUTTA LA VITA, HANNO LA TRISTE COLPEVOLE POSSIBILITA’ DI ROMPERE IL LORO MATRIMONIO. Alla medesima conclusione ci porta la riflessione sulla natura DEI PRECETTI NEGATIVI: Dio ordina all’uomo di NON compiere un determinato atto perché l’uomo è in grado di compierlo BENCHE’ COLPEVOLMENTE. Se l’uomo non avesse la possibilità di compiere un determinato atto PECCAMINOSO, Dio non glielo vieterebbe: così non gli vieterebbe di rubare , se l’uomo non potesse rubare. Allo stesso modo Gesù non avrebbe imposto agli sposi il precetto: “L’UOMO NON DIVIDA CIO’ CHE DIO HA UNITO” (Mt. 19,6), se i coniugi non potessero separarsi. Una conseguenza pratica molto importante è che i coniugi che colpevolmente si dividono, restano due persone distinte LIBERE; quindi sono nella possibilità fisica di fare una nuova esperienza matrimoniale. I tanti coniugi cristiani divorziati e risposati ci inducono a credere che Dio, NELLA SUA MISERICORDIA, PERMETTA LORO LE SECONDE NOZZE. Pertanto, sembra PASTORALMENTE SAGGIO che la Chiesa nei confronti dei coniugi colpevoli divorziati e risposati con una terza persona, oggi debba usare maggiore misericordia che non nel passato. Come perdona l’omicida veramente pentito, pur essendo nell’impossibilità di ridare la vita al fratello ucciso, così voglia la Chiesa perdonare ed ammettere ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia i coniugi divorziati, se veramente pentiti, anche se si trovano nell’impossibilità di ricostituire la loro unità e si sono sposati con un altro uomo o con un’altra donna. UNO STUDIO ACCURATO DI GIOVANNI CERETI PROVA CHE NEI PRIMI SECOLI LA CHIESA, AI DIVORZIATI RISPOSATI, CONCEDEVA DI CONTINUARE A VIVERE CON IL NUOVO CONIUGE, SE ERANO VERAMENTE PENTITI E SI SOTTOMETTEVANO AD UNA ADEGUATA PENITENZA.

6. ASSOLUZIONE COLLETTIVA.

GESU’ HA SCELTO LA CHIESA come strumento della sua misericordia affidandole il Sacramento del Perdono dei peccati : “ A

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CHI RIMETTERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI “ ( Gv. 20.23 ).Il modo di esercitare questa sublime missione Gesù non l’ha voluto stabilire, ma l’ha lasciato alla discrezione pastorale della sua Chiesa. E la Chiesa l’ha capito pienamente: nell’arco della sua bimillenaria storia, infatti, lo ha modificato varie volte: basta pensare alla Confessione Pubblica dei primi secoli prescritta per i peccati più gravi, e alla confessione auricolare inizialmente SOLO DEVOZIONALE sorta fra i monaci irlandesi del sesto secolo, e poi ratificata e prescritta per tutti i Cattolici dal Concilio di Trento.OGGI vige ancora l’obbligo della confessione auricolare, ma i Cristiani la disertano: questa diserzione, in molti casi, è sintomo di condiscendenza verso il peccato, ma è soprattutto UNO DEI SEGNI DEI TEMPI che interpella la Gerarchia e la sospinge ad interventi sommamente innovativi: certo non è giustificabile l’abolizione della confessione auricolare, dati i benefici spirituali che apporta ai penitenti; la sua pratica però bisognerebbe lasciarla libera e renderla obbligatoria solo per l’assoluzione di alcuni peccati particolarmente gravi come il peccato dell’aborto.INOLTRE SI DOVREBBE ESTENDERE L’USO DELL’ASSOLUZIONE COLLETTIVA E CONFERIRE VALORE SACRAMENTALE AL RITO PENITENZIALE POSTO ALL’INIZIO DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA. Questo gesto di misericordia favorirebbe la conversione dei Cristiani e non il lassismo: infatti, il Cristiano in peccato ma di buona volontà e sinceramente pentito dei suoi peccati, se potrà ricevere l’assoluzione delle colpe al principio della Messa, sarà invogliato a partecipare alla Celebrazione Eucaristica in modo integrale, si ciberà del Corpo e del Sangue di Gesù, e sperimenterà in sé l’efficacia della promessa del Salvatore: “ CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE VIVRA’ PER SEMPRE” (Gv. 6,53-58).FACILITARE l’assoluzione dei peccati è uno DEI SEGNI DEI TEMPI che la Gerarchia Cattolica dovrebbe accogliere con gratitudine e docilità allo Spirito. LA GERARCHIA CATTOLICA segua l’esempio del SUO DIVINO MAESTRO che quando si trovava dinanzi ad un peccatore pentito NON ESIGEVA L’ACCUSA DEI PECCATI, MA LO ASSOLVEVA IMMEDIATAMENTE: “QUANDO GESU’ VIDE LA FEDE DI QUELLE PERSONE DISSE

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AL PARALITICO: CORAGGIO, FIGLIO MIO, I TUOI PECCATI TI SONO PERDONATI” (Mt.9,2).

7. “DIO VUOLE CHE TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVI” (1TIM. 2,4).

“Se per il delitto di uno solo tutti gli altri sono morti, a più forte ragione la Grazia di Dio e il dono della Grazia, che ci viene da un Uomo Solo, Gesù Cristo, si è diffuso SU TUTTI in abbondanza” (Rm.5,15).“Se per il peccato di uno solo la morte ha regnato per ragione di un uomo solo, a più forte ragione quelli che hanno ricevuto l’abbondanza della giustificazione regneranno nella vita per mezzo del SOLO Gesù Cristo. E quindi come per il peccato di uno solo è venuta su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’adempimento della giustizia da parte di uno solo, VIENE SU TUTTI GLI UOMINI LA GIUSTIFICAZIONE CHE DA’ LA VITA. Infatti, siccome per la disubbidienza di un solo uomo TUTTI SONO COSTITUITI PECCATORI, così per l’ubbidienza di uno solo TUTTI SARANNO COSTITUITI GIUSTI” (Rm. 5,12-19).

San Paolo quindi parla molto chiaramente: TUTTI, SENZA NOSTRO DEMERITO PERSONALE, SIAMO NATI PECCATORI A CAUSA DEL PECCATO DI ADAMO; TUTTI, SENZA NOSTRO MERITO PERSONALE, SIAMO GIUSTIFICATI A CAUSA DI GESU’CRISTO. Le conseguenze pratiche sono meravigliose: TUTTI GLI UOMINI, COMPRESI I NON BATTEZZATI, A CAUSA DI GESU’ SARANNO SALVI, a meno che uno non rifiuti la salvezza MORENDO IMPENITENTE. IL LIMBO DEI BIMBI QUINDI NON ESISTE.

8. LA CHIESA, CORPO MISTICO DI GESU’, E’ UNA FAMIGLIA.

PADRE DELLA CHIESA E’ IL PADRE CELESTE. MADRE DELLA CHIESA E’ MARIA SANTISSIMA.

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GESU’ E’ IL FIGLIO PRIMOGENITO del Padre Celeste e di Maria Santissima; ed è anche il NOSTRO FRATELLO MAGGIORE.I BATTEZZATI siamo i figli di Dio Padre e di Maria Santissima, i fratelli minori di Gesù.LO SPIRITO SANTO è Colui che santifica i membri umani della Chiesa: ossia Colui che coltiva e perfeziona nei battezzati la vita divina che è vita di amore, la quale si esprime nel dono di chi ama, nel ricambio del dono di chi è amato, nell’unione di coloro che si amano e si scambiano il dono, e nella conseguente felicità degli amanti.IL PAPA, GLI ALTRI VESCOVI E I PARROCI DEBBONO ESSERE CON IL LORO STILE DI VITA, L’IMMAGINE E I TESTIMONI DELL’AMORE MISERICORDIOSO DI DIO PADRE, e conseguentemente dell’amore misericordioso di Gesù, di Maria Santissima e dello Spirito Santo, RISPETTIVAMENTE NELLA CHIESA UNIVERSALE, NELLA CHIESA DIOCESANA E NELLA CHIESA PARROCCHIALE.Tutte le suddette affermazioni vanno certamente chiarite e spiegate nelle loro implicanze pratiche.Qui, però, mi preme accentuare alcuni aspetti importantissimi:Il Papa ed i Vescovi insieme al Papa hanno ricevuto da Dio la missione di conservare integro il Deposito Rivelato e di insegnarlo autorevolmente. Il Papa, a determinate condizioni, può anche definire una VERITA’ RIVELATA IN MODO DEFINITIVO E VINCOLANTE PER TUTTA LA COMUNITA’ CRISTIANA. Il Papa e i Vescovi sono i responsabili della parte di Chiesa destinata al loro ministero: però non debbono dimenticare che anche loro restano uomini esposti all’errore e agli sbagli, e che la storia ci insegna che spesso hanno sbagliato. Pertanto i battezzati, pur mantenendosi ordinariamente docili al Magistero e alle direttive del Papa e dei Vescovi, IN CASI PARTICOLARI possono dissentire dal Papa e dai Vescovi E SEGUIRE LA LORO COSCIENZA. Il Papa e i Vescovi allora debbono rispettare IL PRIMATO DELLA COSCIENZA INDIVIDUALE CHE OBBLIGA SEMPRE, e trattare i dissenzienti CON MISERICORDIA, tenendo presenti le seguenti norme di Gesù, GIA’ DA ME CITATE SOPRA, che riguardano l’esercizio della carità fraterna e che obbligano tutti, COMPRESA LA GERARCHIA:“NON GIUDICATE GLI ALTRI E DIO NON VI GIUDICHERA’ ” (Lc. 6,17).

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“NON CONDANNATE GLI ALTRI E DIO NON VI CONDANNERA’ ” (Lc. 6,17).“SIATE MISERICORDIOSI E TROVERETE MISERICORDIA” (Mt. 5,7 ).“COLUI CHE GIUDICA E’ SOLO IL SIGNORE” (1Cor, 4,4).

9. LA GERARCHIA E LA MISERICORDIA.

I cristiani che nella Chiesa costituiscono la Gerarchia devono essere l’immagine della misericordia del Padre Celeste. La loro misericordia devono dimostrarla verso tutti, ma soprattutto VERSO I PECCATORI. Certo non possono scendere a compromessi: debbono annunziare, secondo la missione affidata loro da Gesù, con chiarezza la Verità Rivelata, ma debbono anche dimostrare grande comprensione verso i peccatori; non DEBBONO GHIUDICARLI, poiché Colui che giudica è SOLO il Signore; e soprattutto NON DEBBONO CONDANNARLI E CASTIGARLI per esempio proibendo loro di accostarsi alla Mensa Eucaristica. Ogni uomo, infatti, è un mistero e custodisce nel suo cuore la storia di tutta la sua vita, tenendo presente che Dio lo ama come se fosse l’unico uomo al mondo, lo segue passo passo nel corso della sua esistenza, suggerendogli il bene da compiere ed il male da evitare. Solo il singolo uomo conosce se è stato fedele o infedele alla voce di Dio che si identifica con la voce della coscienza. L’uomo deve ubbidire alla COSCIENZA CERTA cioè quando essa gli suggerisce, senza esitazione, il bene da fare e il male da evitare, e ciò anche quando, a sua insaputa, glielo suggerisce in modo errato. Il fatto che si deve seguire LA COSCIENZA CERTA ANCHE SE E’ ERRONEA, impone all’uomo il dovere di fornarsi UNA COSCIENZA VERA ossia una coscienza che scelga il bene e il male non solo SOGGETTIVAMENTE ma anche OGGETTIVAMENTE; ossia che il bene che sceglie sia REALMENTE BENE e che il male che commette sia REALMENTE MALE. La via per formarsi una coscienza VERA, varia da persona a persona: dipende dalle sue capacità mentali, dalla rettitudine del suo

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cuore, dalle circostanze di vita che essa esperimenta. Il Cristiano, PURCHE’ NON SI LEDANO I DIRITTI ALTRUI E NON SI TRATTI DI UNA VERITA’ RIVELATA GARANTITA DAL PAPA IN MODO DEFINITIVO E VINCOLANTE PER TUTTI, deve seguire la convinzione della sua coscienza, anche se è in contrasto con il Magistero Ordinario della Gerarchia. E’ quanto ha insegnato anche l’attuale Papa Benedetto XVI, nel 1966, quando era già uno stimato professore di Teologia: “LA COSCIENZA E’ IL TRIBUNALESUPREMO ED ULTIMO DELLA PERSONA UMANA, ANCHE AL DI SOPRA DELLA CHIESA UFFICIALE; ED E’ AD ESSA CHE DOBBIAMO UBBIDIRE”.

7. FATIMA, MEDJUGORJE, OPERA CENACOLO FAMILIARE. 1. 1. F A T I M A .

IL MESSAGGIO DI FATIMA

Trascrivo parte del documento emesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 Giugno 2000.

PRESENTAZIONE

Nel passaggio dal secondo al terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico il testo della terza parte del “segreto di Fatima”. Gli eventi drammatici e crudeli del secolo XX° , uno dei più cruciali della storia dell’uomo, culminato con l’attentato cruento al “dolce Cristo in terra” ci apre dunque un velo su di una realtà che fa storia e che la interpreta in profondità, secondo una dimensione spirituale a cui la mentalità moderna, spesso venata di razionalismo, è refrattaria.Apparizioni e segni soprannaturali punteggiano la storia, entrano nel vivo delle vicende umane e accompagnano il cammino del mondo, sorprendendo credenti e non credenti. Queste manifestazioni, che non possono contraddire il contenuto della fede, debbono convergere verso l’oggetto centrale dell’annuncio di Cristo: l’amore del Padre che

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suscita negli uomini la conversione e dona la grazia per abbandonarsi a Lui con devozione filiale. Tale è anche il messaggio di Fatima che, con l’accorato appello alla conversione e alla penitenza, sospinge in realtà al cuore del Vangelo.

Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne. La prima e la seconda parte del “segreto” – che vengono pubblicate nell’ordine per completezza di documentazione – riguardano innanzi tutto la spaventosa visione dell’inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e poi la previsione dei danni immani che la Russia, nella sua defezione dalla fede cristiana e nell’adesione al totalitarismo comunista, avrebbe recato all’umanità.

Nessuno nel 1917 avrebbe potuto immaginare tutto questo: i tre pastorinhos di Fatima vedono, ascoltano, memorizzano, e Lucia, la testimone sopravvissuta, nel momento in cui riceve il comando del Vescovo di Leiria e il permesso di Nostra Signora, mette per iscritto.

Per quanto riguarda la descrizione delle prime due parti del “segreto”, peraltro già pubblicato e perciò conosciuto, è stato scelto il testo scritto da Lucia nella terza memoria del 31 Agosto 1941; nella memoria dell’8 dicembre 1941 vi aggiunge poi qualche annotazione.

La terza parte del “segreto” “fu scritta” per ordine di Sua Eccellenza il Vescovo di Leiria e della Santissima Madre…” il 3 gennaio 1944.

Esiste un solo manoscritto, che viene qui riprodotto fotostaticamente. La busta sigillata fu custodita dapprima dal Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il “segreto”, la busta fu consegnata il 4 aprile 1957 all’Archivio Segreto del Sant’Uffizio. Suor Lucia fu avvertita di ciò dal Vescovo di Leiria.

Secondo appunti d’Archivio, d’accordo con l’Em.mo Card. Alfredo Ottavini, il 17 agosto 1959 il Commissario del Sant’Uffizio, Padre Pierre Paul Philippe,O.P., portò a Giovanni XXIII la busta contenente la terza parte del “segreto di Fatima”. Sua Santità “dopo talune

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esitazioni” disse: “Aspettiamo. Pregherò. Le farò sapere ciò che ho deciso”.In realtà Papa Giovanni XXIII decise di rinviare la busta sigillata al Sant’Uffizio e di non rivelare la terza parte del “segreto”.

Paolo VI lesse il contenuto con il Sostituto Sua Ecc.za Mons. Angelo dell’Acqua il 27 marzo 1965. e rinviò la busta all’Archivio del Sant’Uffizio, con la decisione di non pubblicare il testo.

Giovanni Paolo II, da parte sua, ha richiesto la busta contenente la terza parte del “segreto” dopo l’attentato del 13 maggio 1981. Sua Eminenza il Card. Franjo Seper, Prefetto della Congregazione, consegnò a Sua Ecc.za Mons. Edoardo Martinez Somalo, Sostituto della Segreteria di Stato, il 18 luglio 1981, due buste: una bianca, con il testo originale di Suor Lucia in lingua portoghese; - un’altra colore arancione, con la traduzione del “segreto” in lingua italiana. L’11 agosto seguente Mons. Martinez ha restituito le due buste all’Archivio del sant’uffizio.

Come è noto Papa Giovanni Paolo II pensò subito alla consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria e compose egli steso una preghiera per quello che definì “Atto di affidamento” da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore IL 7 GIUGNO 1981, solennità di Pentecoste, giorno scelto per ricordare il 1600° anniversario del primo Concilio Costantinopolitano, e il 1550° anniversario del Concilio di Efeso. Essendo il Papa forzatamente assente venne trasmessa la sua allocuzione registrata. Riportiamo il testo che si riferisce esattamente all’atto di affidamento.

“O Madre degli uomini e dei popoli, Tu conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene ed il male, tra la luce e le tenebre che scuotono il mondo, accogli il nostro grido rivolto nello Spirito Santo direttamente al Tuo Cuore e abbraccia con l’amore della Madre e della Serva del Signore coloro che questo abbraccio più aspettano, e insieme coloro il cui affidamento Tu attendi in modo particolare: Prendi sotto la Tua protezione materna l’intera famiglia umana che, con affettuoso trasporto, a Te, o

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Madre, noi affidiamo.. S’avvicini per tutti il tempo della pace e della libertà, il bene della verità, della giustizia e della speranza”.

Ma il Santo Padre, per rispondere più pienamente alle domande di “Nostra Signora” volle esplicitare durante l’Anno Santo della Redenzione l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel ricordo del fiat pronunciato da Maria al momento dell’Annunciazione, il 25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente “convocati”, il Papa affida al Cuore Immacolato di Maria gli uomini e i popoli, con accenti che rievocano le accorate parole pronunciate nel 1981:

“E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente le lotte tra il bene il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.

In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.

“Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova!”

Poi il Papa continua con maggiore forza e concretezza di riferimenti, quasi commentando il Messaggio di Fatima nei suoi tristi avvenimenti. Ecco, trovandoci davanti a te, Madre di Cristo, dinanzi al tuo Cuore Immacolato, desideriamo, insieme con tutta la Chiesa, unirci alla consacrazione che, per amore nostro, il Figlio Tuo ha fatto di se stesso al Padre: “Per loro - Egli ha detto – io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv.17,19). Vogliamo unirci al nostro Redentore in questa consacrazione per il mondo e per gli

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uomini, la quale, nel suo Cuore divino, ha la potenza di ottenere il perdono e di procurare la riparazione.

La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel cuore dell’uomo enella sua storia e che, di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.

Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l’umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo, in unione con Cristo stesso! L’opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa.

Lo manifesta il presente Anno della Redenzione: il Giubileo straordinario di tutta la Chiesa.

Sii benedetta, in questo Anno Santo, sopra ogni creatura Tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisti alla Divina chiamata!

Sii salutata Tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del Tuo Figlio!

Madre della Chiesa! Illumina il popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità! Illumina specialmente i popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento. Aiutaci a vivere nella verità della consacrazione di Cristo per l’intera famiglia umana del mondo contemporaneo.

AffidandoTi, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo anche la stessa consacrazione del mondo, mettendola nel Tuo Cuore materno.

Oh, Cuore Immacolato, aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli uomini di oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla vita presente e sembra chiudere le vie verso il futuro!

Dalla fame e dalla guerra, liberaci!

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Dalla guerra nucleare, da un’autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!

Dai peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci!

Dall’odio e dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!

Da ogni forma di ingiustizia nella vita sociale, nazionale ed internazionale, liberaci!

Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!

Dal tentativo di offuscare nei cuori umani la verità stessa di Dio, liberaci!

Dallo smarrimento della coscienza del bene e del male, liberaci!

Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci!

Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società!

Aiutaci con la potenza dello Spirito Santo a vincere ogni peccato : il peccato dell’uomo e il “peccato del mondo”, il peccato in ogni sua manifestazione.

Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l’infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza dell’Amore misericordioso! Che esso arresti il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della speranza”.

Suor Lucia confermò personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva Nostra Signora: “Sì, è stata fatta, così come Nostra Signora l’aveva chiesto, il 25 marzo 1984”: lettera dell’8 novembre 1989. Ogni discussione perciò ed ogni ulteriore petizione sono senza fondamento.

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Nella documentazione che viene offerta si aggiungono ai manoscritti di Suor Lucia quattro altri testi: 1) le lettera del Santo Padre a Suor Lucia in data 19 aprile 2000; 2) una descrizione del colloquio avuto con Suor Lucia in data 27 aprile 2000; 3) la comunicazione letta per incarico del Santo Padre, a Fatima il 13 maggio c.a. da Sua Eminenza il Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato; 4) il commento teologico di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Un’indicazione per l’interpretazione della terza parte del “segreto” era già stata offerta da Suor Lucia in una lettera al Santo Padre del 12 maggio 1982. In essa dice:

La terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no (la Russia) spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte” (13-VII-1917).

La terza parte del “segreto” è una rivelazione simbolica, che si riferisce a questa parte del Messaggio, condizionato dal fatto se accettiamo o no ciò che il Messaggio stesso ci chiede: “Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, ecc.”.

Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi errori. E se non costatiamo ancora la consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi. Se non rinunciamo al cammino di peccato, di odio, di vendetta, di ingiustizia violando i diritti della persona umana, di immoralità e di violenza, ecc.

E non diciamo che è Dio che così ci castiga; al contrario sono gli uomini che da se stessi si preparano il castigo. Dio premurosamente ci avverte e ci chiama al buon cammino, rispettando la libertà che ci ha dato; perciò gli uomini sono responsabili.

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La decisione del Santo Padre Giovanni Paolo II di rendere pubblica la terza parte del segreto di Fatima chiude un tratto di storia, segnata da tragiche volontà umane di potenza e di iniquità, ma permeata dall’amore misericordioso di Dio e dalla premurosa vigilanza della Madre di Gesù e della Chiesa.

Azione di Dio, Signore della storia, e corresponsabilità dell’uomo, nella sua drammatica e feconda libertà, sono i due perni sui quali si costruisce la storia dell’umanità.

La Madonna apparsa a Fatima ci richiama a questi valori dimenticati, a questo avvenire dell’uomo in Dio, di cui siamo parte attiva e responsabile. Tarciso Bertone, SDB, Arcivescovo emerito di Vercelli, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

IL “ SEGRETO DI FATIMA. PRIMA E SECONDA PARTE DEL SEGRETO NELLA REDAZIONE FATTANE DA SUOR LUCIA NELLA “TERZA MEMORIA” DEL 31 AGOSTO 1941, DESTINATA AL VESCOVO DI LEIRIA-FATIMA.

“Dovrò perciò parlare un po’ del segreto e rispondere al primo punto interrogativo.

Cos’è il segreto. Mi pare di poterlo dire, perché dal Cielo ne ho già il permesso. I rappresentanti di Dio in terra mi hanno pure autorizzata, varie volte in varie lettere, una delle quali credo sia conservata dall’Ecc. V. Rev.ma, quella del p. Giuseppe Bernardo Gonzales, nella quale mi ordina di scrivere al Santo padre. Uno dei punti che mi indica, è la rivelazione del segreto. Qualcosa ho detto, ma per non allungare troppo quello scritto, che doveva essere breve, mi limitai all’indispensabile lasciando a Dio l’opportunità d’un momento più favorevole.

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Ho già esposto nel secondo scritto, il dubbio che mi tormentò dal 13 giugno al 13 luglio, e che in questa apparizione sparì.

Bene. Il segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per rivelare.

La prima dunque fu la visione dell’inferno.

La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore.

In seguito alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza:

Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore immacolato: Se faranno quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, sotto il pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e

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persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà. E sarà concesso al mondo un periodo di pace.

TERZA PARTE DEL SEGRETO

LA TERZA PARTE DEL SEGRETO RIVELATO IL 13 LUGLIO 1917 NELLA COVA DI IRIA-FATIMA

Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre.

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco di più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo, ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui. L’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio” qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti “un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali

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raccoglievano il sangue dei martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio. Tuy-3-1-1944”.

INTERPRETAZIONE DEL SEGRETO

LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II A SUOR LUCIA

“Reverenda Suor Lucia Convento di Coimbra.

Nel tripudio delle feste pasquali Le porgo l’augurio di Gesù Risorto ai discepoli: La pace sia con voi.Sarò lieto di poterla incontrare nell’atteso giorno della beatificazione di Francesco e Giacinta che, a Dio piacendo, proclamerò il 13 maggio p.v.

Siccome però in quel giorno non ci sarà il tempo per un colloquio, ma solo per un breve saluto, ho incaricato appositamente di venire a parlare con Lei Sua Eccellenza Monsignor Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. E’ la Congregazione che collabora più strettamente con il Papa per la difesa della vera fede cattolica, e che ha conservato, come Lei sa, dal 1957, la Sua lettera manoscritta contenente la terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria, Fatima.

Mons. Bertone, accompagnato del Vescovo di Leiria, Sua Eccellenza Monsignor Serafin de Sousa Ferriera e Silva, viene a mio nome per fare qualche domanda sull’interpretazione della “terza parte del segreto”.

Reverenda Suor Maria Lucia, parli pure apertamente e sinceramente a Monsignor Bertone, che riferirà direttamente a me le Sue risposte.

Prego ardentemente la Madre del Risorto per lei, per la Comunità di Coimbra e per tutta la Chiesa. Maria, Madre dell’umanità pellegrina, ci tenga sempre stretti a Gesù, Suo Figlio Diletto e nostro fratello, Signore della vita e della gloria.

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Con una speciale benedizione apostolica.

GIOVANNI PAOLO II

Vaticano, 19 aprile 2000.

COLLOQUIO AVUTO CON SUOR LUCIA DE JESUS E DO CORACAO IMACULADO

L’appuntamento di Suor Lucia con Sua Ecc.za Mons. Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, incaricato dal Santo Padre, e Sua Ecc.za Mons. Serafin de SousaFerriera e Silva, Vescovo di Leiria-Fatima, è avvenuto giovedì 27 aprile u.s., nel Carmelo di Santa Teresa di Coimbra.

Suor Lucia era lucida e serena; era molto contenta dell’andata a Fatima del Santo Padre per la beatificazione di Francesco e Giacinta,da lei tanto attesa.

Il Vescovo di Leiria-Fatima lesse la lettera autografa del Santo Padre che spiegava i motivi della visita. Suor Lucia se ne sentì onorata e la rilesse personalmente contemplandola nelle proprie mani. Si disse disposta a rispondere francamente a tutte le domande.

A questo punto Sua Ecc,za Mons. Tarcisio Bertone le presenta le due buste: quella esterna e quella con dentro la lettera contenente la terza parte del segreto di Fatima ed essa dice subito, toccandola con le dita: “E’ la mia carta”, e poi leggendola: “è la mia scrittura”.

Con l’aiuto del Vescovo di Leiria-Fatima, viene letto ed interpretato il testo originale, che è in lingua portoghese. Suor Lucia condivide l’interpretazione secondo cui la terza parte del segreto consiste in una visione profetica, paragonabile a quelle della storia sacra. Essa ribadisce la sua convinzione che la visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta del comunismo ateo contro la Chiesa e i cristiani, e descrive l’immane sofferenza delle vittime della Fede nel XX° secolo.

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Alla domanda “il personaggio principale della visione è il Papa?”, Suor lucia risponde subito di sì e ricorda che i tre pastorelli erano molto addolorati della sofferenza del Papa e Giacinta ripeteva: “Poverino il Santo Padre, ho molta pena per i peccatori!”. Suor Lucia continua: “Noi non sapevamo il nome del Papa , non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi”.

Quanto al passo concernente il Vescovo vestito di Bianco, cioè il Santo Padre, come subito percepirono i pastorelli durante la visione - che è colpito a morte e cade per terra, Suor lucia condivide pienamente l’affermazione del Papa: “Fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte” (Giovanni Paolo II, Medicazione del Policlinico Gemelli ai Vescovi Italiani, 13 maggio 1994).

Poiché Suor Lucia, prima di consegnare all’allora Vescovo di Leiria-Fatima la busta sigillata contenente la terza parte del segreto, aveva scritto sulla busta esterna che poteva essere aperta solo dopo il 1960, o dal Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria, Sua Ecc.za Mons. Bertone le domanda: “Perché la scadenza del 1960?. E’ stata la Madonna ad indicare tale data?”. Suor Lucia risponde: “Non è stata la Signora, ma sono stata io a mettere la data del 1960 perché secondo la mia intuizione, prima del 1960 non si sarebbe capito, si sarebbe capito solo dopo. Ora si può capire meglio. Io ho scritto ciò che ho visto, non spetta a me l’interpretazione, ma al Papa”.

Infine viene menzionato il manoscritto non pubblicato che Suor Lucia ha preparato come risposta a tante lettere di devoti della Madonna e di pellegrini. L’opera reca il titolo “Os agelos da Mensagen de Fatima” e raccoglie pensieri e riflessioni che esprimono i suoi sentimenti e la sua limpida e semplice spiritualità, in chiave catechistica e parenetica. Le è stato chiesto se era contenta che fosse pubblicato, ed ha risposto; “ Se il Santo Padre è d’accordo, io sono contenta, altrimenti obbedisco a ciò che decide il Santo Padre”. Suor Lucia desidera sottoporre il testo all’approvazione dell’Autorità Ecclesiastica, e nutre la speranza di contribuire con il suo scritto a

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guidare gli uomini e le donne di buona volontà nel cammino che conduce a Dio, termine ultimo di ogni umana attesa.

Il colloquio si conclude con uno scambio di rosari: a Suor Lucia viene consegnato quello donato dal Santo Padre, ed ella, a sua volta, consegna alcuni rosari da lei personalmente confezionati.

La benedizione impartita a nome del Santo Padre chiude l’incontro.

COMUNICAZIONE DI SUA EMINENZA IL CARD. ANGELO SODANO, SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITA’.

Al termine della solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II a Fatima, il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha pronunziato in portoghese le parole che qui riportiamo nella traduzione italiana.

Fratelli e sorelle nel Signore!

Nella solenne circostanza della Sua venuta a Fatima, il Sommo Pontefice mi ha incaricato di darvi un annuncio. Come è noto, scopo della Sua venuta a Fatima è stata le beatificazione dei due pastorinhos. Egli tuttavia vuole attribuire a questo suo pellegrinaggio anche il valore di un rinnovato gesto di gratitudine verso la Madonna per la protezione a Lui accordata durante questi anni di pontificato. E’ una protezione che sembra toccare anche la cosiddetta terza parte del segreto di Fatima.

Tale testo costituisce una visione profetica paragonabile a quello della Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico.

La visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei

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testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. E’una interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo secolo.

Secondo l’interpretazione dei pastorinhos, interpretazione confermata anche recentemente da Suor Lucia, il “Vescovo vestito di bianco” che prega per tutti i fedeli è il Papa. Anch’Egli, camminando faticosamente verso la Croce tra i cadaveri dei martirizzati (vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma da fuoco.

Dopo l’attentato del 13 maggio 1981, a Sua Santità apparve chiaro che era stata “ una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola”, permettendo al “Papa agonizzante” di fermarsi “sulla soglia della morte” (Giovanni Paolo II, Meditazioni con i Vescovi italiani dal Policlinico Gemelli, in: Insegnamenti, vol. XVII, 1994, p. 1061). In occasione di un passaggio da Roma dell’allora Vescovo di Leiria-Fatima, il Papa decise di consegnargli la pallottola, che era rimasta nella jeep dopo l’attentato, perché fosse custodita nel Santuario. Per iniziativa del Vescovo essa fu poi incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima.

I successivi avvenimenti del 1989 hanno portato, sia in Unione Sovietica che in numerosi paesi dell’Est, alla caduta del regime comunista che propugnava l’ateismo. Anche per questo il Sommo Pontefice ringrazia dal profondo del cuore la Vergine Santissima. Tuttavia, in altre parti del mondo gli attacchi contro la Chiesa e i cristiani, con il peso di sofferenza che portano con sé, non sono purtroppo cessati. Anche se le vicende a cui fa riferimento la terza parte del segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato, la chiamata della Madonna alla conversione e alla penitenza, pronunciata all’inizio del ventesimo secolo, conserva ancora oggi una sua stimolante attualità. “La Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i segni dei tempi, i segni del nostro tempo… L’insistente invito di Maria Santissima alla penitenza non è che la manifestazione materna per le sorti della famiglia umana, bisognosa di conversione e di perdono” (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 1997, n.1, in:Insegnamenti, vol. XIX2, 1996, p.561).

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Per consentire ai fedeli di meglio recepire il messaggio della Vergine di Fatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede il compito di rendere pubblica la terza parte del segreto, dopo averne preparato un opportuno commento.

Fratelli e sorelle, ringraziamo la Madonna di Fatima della sua protezione. Alla sua materna intercessione affidiamo la Chiesa del Terzo Millennio.

Fatima, 13 maggio 2000

COMMENTO TEOLOGICO

Arriviamo così finalmente alla terza parte del segreto di Fatima qui per la prima volta pubblicato integralmente. Come emerge dalla documentazione precedente, l’interpretazione, che il Cardinale Sodano ha offerto nel suo testo del 13 maggio, è stata dapprima presentata personalmente a Suor Lucia. Suor Lucia al riguardo ha innanzitutto osservato che ad essa era stata data la visione, ma non la sua interpretazione. L’interpretazione, diceva, non compete al veggente, ma alla Chiesa. Essa però dopo la lettura del testo ha detto che questa interpretazione corrispondeva a quanto essa aveva sperimentato e che essa da parte sua riconosceva questainterpretazione come corretta. In quanto segue quindi si potrà solo cercare di dare un fondamento in maniera approfondita a questa interpretazione a partire dai criteri finora sviluppati.

Come parola chiave della prima e della seconda parte del segreto abbiamo scoperto quella di “salvare le anime”, così la parola chiave di questo segreto è il triplice grido: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”. Ci ritorna alla mente l’inizio del Vangelo: “paenitemini et credite evangelio” (Mc 1,15). Comprendere i segni del tempo significa: comprendere l’urgenza della penitenza – della conversione – della fede. Questa è la risposta giusta al momento storico, che è caratterizzato da grandi pericoli, i quali verranno delineati nelle immagini successive. Mi permetto di inserire qui un ricordo

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personale; in un colloquio con me Suor Lucia mi ha detto che le appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità – tutto il resto intendeva solo portare a questo.

Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini. L’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio, ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse. Essa rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco. La visione mostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione – lo splendore della Madre di Dio , e, proveniente in un certo modo da questo l’appello alla penitenza. In tal modo viene sottolineata l’importanza della libertà dell’uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, e l’immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato. Tutta quanta la visione avviene in realtà solo per richiamare nello scenario la libertà e per volgerla in una direzione positiva. Il senso della visione non è quindi quello di mostrare un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo senso è esattamente il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento in bene. Perciò sono totalmente fuorvianti quelle spiegazioni fatalistiche del segreto che ad esempio dicono che l’attentatore del 13 maggio 1981 sarebbe stato in definitiva uno strumento del piano divino guidato dalla Provvidenza e che pertanto non avrebbe potuto agire liberamente, o altre idee simili che circolano. La visione parla piuttosto di pericoli e della via per salvarsi da essi.

Le frasi seguenti del testo mostrano ancora una volta molto chiaramente il carattere simbolico della visione. Dio rimane l’incommensurabile e la luce che supera ogni nostra visione. Le persone umane appaiono come uno specchio. Dobbiamo tenere continuamente presente questa limitazione interna della visione, i cui confini vengono qui visivamente indicati. Il futuro si mostra solo “come in uno specchio, in maniera confusa” (Cfr. 1Cor. 13,12) . Prendiamo ora in considerazione le singole immagini, che seguono nel testo del segreto. Il luogo dell’azione viene descritto con tre simboli:

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una ripida montagna, una grande città mezza in rovina e finalmente una grande croce di tronchi grezzi. Montagna e città simboleggiano il luogo della storia umana: la storia come faticosa ascesa verso l’alto, la storia come luogo dell’umana creatività e convivenza, ma allo stesso tempo come luogo delle distruzioni, nelle quali l’uomo annienta l’opera del suo proprio lavoro. La città può essere luogo di comunione e di progresso, ma anche luogo del pericolo e della minaccia più estrema. Sulla montagna sta la Croce – meta e punto di orientamento della storia. Nella croce la distruzione è trasformata in salvezza; si erge come segno della miseria della storia e come promessa per essa.

Appaiono poi qui delle persone umane: il vescovo vestito di bianco (“abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e finalmente uomini e donne di tutte le classi e gli strati sociali. Il Papa sembra precedere gli altri, tremando e soffrendo per tutti gli orrori, che lo circondano. Non solo le case della città giacciono mezze in rovina – il suo cammino passa in mezzo ai cadaveri dei morti. La via della Chiesa viene così descritta come una Via Crucis, come un cammino in un tempo di violenza, di distruzioni e di persecuzioni. Si può trovare raffigurata in questa immagine la storia di un intero secolo. Come i luoghi della terra sono sinteticamente raffigurati nelle due immagini della montagna e della città e sono orientati alla croce, così anche i tempi sono presentati in modo contratto: nella visione noi possiamo riconoscere il secolo trascorso come secolo dei martiri come secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali, che ne hanno riempito tutta la seconda metà e hanno fatto sperimentare nuove forme di crudeltà. Nello “specchio” di questa visione vediamo passare i testimoni della fede di decenni. Al riguardo sembra opportuno menzionare una frase della lettera che Suor Lucia scrisse al Santo padre il 12 maggio 1982: “la terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no (la Russia) spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte”.

Nella Via crucis di un secolo la figura del Papa ha un ruolo speciale. Nel suo faticoso salire sulla montagna possiamo senza dubbio trovare

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richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all’attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce. Nella visione anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri. Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del segreto, riconoscervi il suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: “… fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte” (13 maggio 1994). Che qui una “mano materna” abbia deviato la pallottola mortale, mostra solo ancora una volta che non esiste un destino immutabile, che fede e preghiera sono potenze, che possono influire nella storia e che alla fine la preghiera è più forte dei proiettili, la fede più potente delle divisioni.

La conclusione del segreto ricorda immagini, che Lucia può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto deriva da antiche intuizioni di fede. E’ una visione consolante, che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia di sangue e lacrime. Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri ed irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio. Il sangue di Cristo e il sangue dei Martiri vengono qui considerati insieme: il sangue dei Martiri scorre dalle braccia della Croce. Il loro martirio si compie in solidarietà con la passione di Cristo, diventa una cosa sola con essa. essi completano a favore del corpo di Cristo, ciò che ancora manca alle sue sofferenze (Col. 1,24). La loro vita è divenuta essa stessa eucaristica, inserita nel mistero del chicco di grano che muore e diventa fecondo. Il sangue dei martiri è seme di cristiani, ha detto Tertulliano. Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del segreto, così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con un’immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diventa segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo. Nelle amorose mani di Dio non sono accolti soltanto i sofferenti come Lazzaro, che trovò la grande consolazione e misteriosamente rappresenta Cristo, che volle divenire per noi il

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povero Lazzaro, vi è qualcosa di più: dalla sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento, perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica.

Siamo così giunti ad un’ultima domanda: Che cosa significa nel suo insieme (nelle sue tre parti) il segreto di Fatima? Che cosa dice a noi? Innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano: “le vicende a cui fa riferimento la terza parte del segreto di Fatima sembrano ormai appartenere al passato”. Nella misura in cui i singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre simili appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non essere pastura per la nostra curiosità. Ciò che rimane l’abbiamo visto subito all’inizio delle nostre riflessioni sul testo del segreto: l’esortazione alla preghiera come via per la “salvezza delle anime” e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione.

Vorrei alla fine riprendere ancora un’altra parola chiave del segreto divenuta giustamente famosa: “il Mio Cuore Immacolato trionferà”. Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie.. Il fiat di Maria, la parola del suo Cuore , ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo modo il Salvatore – perché grazie a questo “Sì” Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell’uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l’ultima parola. Da allora vale la parola: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Gv. 16,33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.

Joseph Card. Ratzinger Prefetto della Congregazione

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Per la Dottrina della Fede

2. 2. MEDJUGORJE ( Riporto parte di un capitolo tratto dal libro di Padre Livio Fanzaga intitolato “ LA DONNA E IL DRAGO )

I DIECI SEGRETI DI MEDJUGORJE

Il grande interesse delle apparizioni di Medjugorje non riguarda soltanto lo straordinario evento che si è andato manifestando a partire dal lontano 1981, ma anche, e in misura crescente, il futuro immediato dell’intera umanità. La lunga permanenza della Regina della pace è in vista di un passaggio storico denso di pericoli mortali. I segreti che la Madonna ha rivelato ai veggenti riguardano avvenimenti prossimi di cui la nostra generazione sarà testimone. Si tratta di una prospettiva sull’avvenire che, come non di rado accade nelle profezie, rischia di sollevare ansie e perplessità. La stessa Regina della pace è bene attenta a sollecitare le nostre energie sul cammino di conversione, senza nulla concedere all’umano desiderio di conoscere il futuro. Tuttavia comprendere il messaggio che la Santa Vergine ci vuole trasmettere con la pedagogia dei segreti è fondamentale. La loro rivelazione infatti rappresenta in ultima istanza un grande dono della divina misericordia.

Va innanzitutto detto che i segreti, nel significato di avvenimenti che riguardano il futuro della Chiesa e del mondo, non sono una novità delle apparizioni di Medjugorje, ma hanno un loro precedente di straordinario impatto storico nel segreto di Fatima. Il 13 luglio del 1917 la Madonna ai tre bambini di Fatima aveva rivelato a grandi linee la drammatica Via Crucis della Chiesa e dell’umanità lungo il secolo ventesimo. Tutto ciò che aveva preannunciato si è poi puntualmente realizzato. I segreti di Medjugorje si collocano in questa luce, anche se la grande diversità in rapporto al segreto di Fatima sta nel fatto che ognuno di essi verrà rivelato prima che accada. La pedagogia mariana del segreto fa quindi parte di quel piano divino di salvezza che è incominciato a Fatima e che, attraverso Medjugorje, abbraccia l’immediato futuro.

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Va inoltre sottolineato il fatto che l’anticipazione dell’avvenire, che è la sostanza dei segreti, fa parte del modo con cui Dio si rivela nella storia. Tutta la Sacra Scrittura è, a ben guardare, una grande profezia e lo è in modo speciale il suo libro conclusivo, l’Apocalisse, che getta la luce divina sull’ultima tappa della storia della salvezza, quella che va dalla prima alla seconda venuta di Gesù Cristo. Nel rivelare il futuro Dio manifesta la sua signoria sulla storia. Lui soltanto infatti può conoscere con certezza ciò che accadrà. La realizzazione dei segreti è un forte argomento di credibilità della fede, oltre che un aiuto che Dio offre in situazioni di grande difficoltà. In particolare i segreti di Medjugorje saranno una prova per la verità delle apparizioni e una manifestazione grandiosa della divina misericordia in vista dell’avvento del mondo nuovo della pace.

Il numero dei segreti dati dalla Regina della pace è rilevante. Dieci è un numero biblico, che richiama alla mente le dieci piaghe d’Egitto. Si tratta però di un accostamento rischioso perché almeno uno di essi, il terzo, non è un “castigo”, ma un segno divino di salvezza. Nel momento in cui viene scritto questo libro (maggio 2002) tre dei veggenti, quelli che non hanno più le apparizioni quotidiane ma annuali, affermano di avere già ricevuto dieci segreti. Gli altri invece, quelli che hanno ancora le apparizioni di ogni giorno, ne hanno ricevuto nove. Nessuno dei veggenti conosce i segreti degli altri e fra loro non ne parlano. Si suppone tuttavia che i segreti siano uguali per tutti. Ma uno solo dei veggenti, Mirjana, ha ricevuto il compito dalla Madonna di rivelarli al mondo prima che accadano.

Si può dunque parlare di dieci segreti di Medjugorje. Essi riguardano un futuro non molto lontano, in quanto sarà Mirjana e un sacerdote da lei scelto a rivelarli. Si può ragionevolmente arguire che essi non incominceranno a realizzarsi se non dopo che saranno stati rivelati a tutti e sei i veggenti. Ciò che dei segreti si può sapere è così sintetizzato dalla veggente Mirjana: “Io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubicic. Io devo dire a lui dieci giorni prima che cosa succede e dove. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima lui dovrà dirlo a tutti. Lui non ha il diritto di scegliere: di dire o di non

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dire. Lui ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. La Madonna dice sempre: “Non parlate dei segreti, ma pregate e chi sente me come Madre e Dio come Padre, non abbia paura di niente”.

Alla domanda se i segreti riguardano la Chiesa o il mondo, Mirjana risponde: “Io non voglio essere così precisa, perché i segreti sono segreti. Dico solo che i segreti riguardano tutto il mondo”. Per quanto riguarda il terzo segreto tutti i veggenti lo conoscono e sono concordi nel descriverlo: “Ci sarà un segno sulla collina delle apparizioni –afferma Mirjana – come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è presente qui come nostra mamma. Sarà un segno bellissimo, che non si può fare con mani umane. E’ una realtà che rimane e che viene dal Signore”.

Per quanto riguarda il settimo segreto Mirjana afferma: “Io ho pregato la Madonna se fosse possibile che almeno una parte di quel segreto si cambiasse. Lei ha risposto che dovevamo pregare. Abbiamo pregato moltissimo e Lei ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è la volontà del Signore che si debba realizzare”. Mirjana sostiene con molta convinzione che ormai nessuno dei dieci segreti può essere mutato. Essi verranno annunziati al mondo tre giorni prima, quando il sacerdote dirà che cosa accadrà e dove si verificherà l’avvenimento. In Mirjana ( come negli altri veggenti ) c’è l’intima sicurezza, non sfiorata da nessun dubbio, che quanto la Madonna ha rivelato nei dieci segreti necessariamente si realizzerà.

A parte il terzo segreto che è un segno di straordinaria bellezza e il settimo, che in termini apocalittici si potrebbe chiamare “flagello” (Apocalisse 15,1), non si conosce il contenuto degli altri segreti. Ipotizzarlo è sempre rischioso, come d’altra parte dimostrano le più disparate interpretazioni della terza parte del segreto di Fatima, prima che fosse resa nota. Alla domanda se gli altri segreti siano “negativi” Mirjana ha risposto: “Non posso dire nulla”. E’ tuttavia possibile, con una riflessione complessiva sulla presenza della Madonna della pace e sull’insieme dei suoi messaggi, arrivare alla conclusione che l’insieme dei segreti riguardi proprio quel bene

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supremo della pace che oggi è a rischio, con grande pericolo per il futuro del mondo.

Colpisce nei veggenti di Medjugorje e in particolare in Mirjana, alla quale la Madonna ha affidato la grave responsabilità di rendere noti i segreti al mondo, l’atteggiamento di grande serenità. Siamo ben lontani da un certo clima di angoscia e di oppressione che caratterizza non poche supposte rivelazioni che prolificano nel sottobosco religioso. Infatti lo sbocco finale è pieno di luce e di speranza. Si tratta in ultima analisi di un passaggio di estremo pericolo del cammino umano, ma che condurrà al golfo di luce di un mondo abitato dalla pace. LaMadonna stessa, nei suoi messaggi pubblici, non fa accenno ai segreti, anche se non tace i pericoli che ci stanno davanti, ma preferisce volgere lo sguardo oltre, al tempo di primavera verso il quale vuole condurre l’umanità.

Indubbiamente la Madre di Dio “non è venuta per farci paura”, come amano ripetere i veggenti. Lei ci sollecita alla conversione non con le minacce, ma con appello di amore. Tuttavia il suo grido : “Vi supplico, convertitevi!”, sta ad indicare la serietà della situazione. L’ultimo decennio del secolo ha dimostrato quanto proprio nei Balcani, dove la Madonna appare, la pace fosse in pericolo. All’inizio del nuovo millennio nuvole minacciose si sono addensate all’orizzonte. I mezzi di distruzione di massa rischiano di diventare protagonisti in un mondo attraversato dall’incredulità, dall’odio e dalla paura. Siamo forse giunti al momento drammatico in cui verranno versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio (cfr. Apocalisse 16,1)? Potrebbe infatti esserci un flagello più terribile e più pericoloso per l’avvenire del mondo di una guerra nucleare? E’ corretto leggere nei segreti di Medjugorje un segno estremo della divina misericordia nella fase più drammatica della storia dell’umanità?

ANALOGIA CON IL SEGRETO DI FATIMA

E’ stata la stessa Regina della pace ad affermare di essere venuta a Medjugorje per realizzare ciò che aveva incominciato a Fatima. Si tratta dunque di un unico piano di salvezza che va considerato nel suo svolgimento unitario. In questa prospettiva aiuterà certamente a

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comprendere i dieci segreti di Medjugorje un accostamento con il segreto di Fatima. Si tratta di cogliere delle analogie che aiutino ad affermare in profondità quanto la Madonna vuole insegnarci con la pedagogia dei segreti. E’ infatti possibile cogliere somiglianze e differenze che si illuminino e si sostengano a vicenda.

Innanzitutto bisogna dare una risposta agli interrogativi di chi si è chiesto che significato avesse rivelare la terza parte del segreto di Fatima dopo che si era già adempiuto. La profezia ha un grande valore apologetico e salvifico se viene rivelata prima e non dopo. Il 13 maggio del 2000, quando a Fatima è stato reso noto il terzo segreto, un certo senso di delusione si è diffuso nell’opinione pubblica, che si attendeva rivelazioni riguardanti il futuro e non il passato dell’umanità.

Indubbiamente il fatto di trovare indicata in una rivelazione del 1917 la tragica Via Crucis del mondo e in particolare la sanguinosa persecuzione della Chiesa, fino all’attentato a Giovanni Paolo II, ha contribuito non poco a dare ulteriore prestigio al messaggio di Fatima. Tuttavia è lecito chiedersi perché mai Dio abbia permesso che la terza parte del segreto fosse conosciuta solo alla conclusione del secolo, quando ormai la Chiesa,nell’anno di grazia del Giubileo, volgeva il suo sguardo verso il terzo millennio.

A questo punto è ragionevole pensare che la divina sapienza abbia permesso che fosse conosciuta soltanto ora la profezia del 1917, perché voleva in questo modo preparare la nostra generazione all’imminente futuro, segnato dai segreti della Regina della pace. Guardando al segreto di Fatima, al suo contenuto e alla sua straordinaria realizzazione, noi siamo in grado di prendere sul serio i segreti di Medjugorje. Ci troviamo di fronte ad una mirabile pedagogia divina che vuole preparare spiritualmente gli uomini del nostro tempo ad affrontare la più grave crisi della storia, la quale non sta dietro le nostre spalle ma davanti ai nostri occhi. Coloro che hanno ascoltato la rivelazione del segreto , fatta il 13 maggio 2000 nella grande spianata della Cova da Iria, saranno i medesimi che ascolteranno la rivelazione dei segreti della Regina della pace tre giorni prima che si realizzino.

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Ma è soprattutto per quanto riguarda i contenuti che è possibile trarre insegnamenti utili dal segreto di Fatima. Infatti, se lo analizziamo in tutte le sue parti, non riguarda gli sconvolgimenti nel cosmo, come avviene solitamente negli scenari apocalittici, ma i sovvertimenti nella storia umana, attraversata dalle ventate sataniche della negazione di Dio, dell’odio, della violenza e della guerra. Il segreto di Fatima è una profezia sul dilagare dell’incredulità e del peccato nel mondo, con le nefaste conseguenze di distruzione e di morte e con l’inevitabile tentativo di annientare la Chiesa. Protagonista negativo è il grande drago rosso che seduce il mondo e lo aizza contro Dio, cercando di portarlo alla rovina. Non per nulla lo scenario si apre con la visione dell’inferno e termina con quello della croce. E’ il tentativo di satana di portare alla rovina il maggior numero di anime e nello stesso tempo è l’intervento di Maria per salvare col sangue e le preghiere dei martiri.

E’ ragionevole pensare che i segreti di Medjugorje riecheggino, nella sostanza, tematiche di questo tipo. D’altra parte gli uomini non hanno certo cessato di offendere Dio come si è lamentata la Madonna a Fatima. Anzi, possiamo dire che l’onda limacciosa del male non ha fatto che crescere. E’ scomparso in molti paesi l’ateismo di Stato, maha progredito ovunque nel mondo una visione atea e materialista della vita. L’umanità, in questo inizio del terzo millennio, è ben lontana dal riconoscere e dall’accettare Gesù Cristo, il Re della pace. Al contrario dilagano l’incredulità e l’immoralità, l’egoismo e l’odio. Siamo entrati un una fase della storia nella quale gli uomini , sobillati da satana, non esiteranno a tirare fuori dai loro arsenali i più tremendi strumenti di distruzione di morte.

Affermare che alcuni aspetti dei segreti di Medjugorje possono riguardare guerre catastrofiche, nelle quali vengano usate le armi di distruzione di massa, come quelle nucleari, chimiche e batteriologice, significa in fondo fare previsioni umanamente fondate e ragionevoli. D’altra parte non bisogna dimenticare che la Madonna si è presentata nel piccolo villaggio dell’Erzegovina come la Regina della pace. Lei ha affermato che con la preghiera e il digiuno si possono fermare anche le guerre, per quanto violente esse siano. L’ultimo decennio del secolo, con le guerre di Bosnia e del Kossovo, è stata una prova generale, una

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profezia di quanto potrebbe accadere a questa umanità così lontana dal Dio dell’amore.

“Sull’orizzonte della civiltà contemporanea – afferma Giovanni Paolo II -, specialmente di quella più sviluppata in senso tecnico-scientifico, i segni e i segnali di morte sono diventati particolarmente presenti e frequenti. Basta pensare alla corsa agli armamenti e al pericolo in essa insito, di un’autodistruzione nucleare” (Dominum et viv 57). “La seconda metà del nostro secolo – quasi in proporzione agli errori e alle trasgressioni della nostra civiltà contemporanea – porta con sé una minaccia così orribile di guerra nucleare che non possiamo pensare a questo periodo se non in termini di accumulo incomparabile di sofferenze, fino alla possibile autodistruzione dell’umanità” (Salv doloris, 8).

Tuttavia la terza parte del segreto di Fatima, più che la guerra, intende evidenziare con tinte drammatiche la feroce persecuzione della Chiesa, rappresentata dal vescovo vestito di bianco che sale il Calvario accompagnato dal popolo di Dio. E’ lecito interrogarsi se una persecuzione ancora più efferata non attenda la Chiesa nel prossimo futuro? Una risposta affermativa in questo momento potrebbe apparire esagerata, perché oggi il maligno ottiene le sue più vistose vittorie con l’arma della seduzione, grazia alla quale spegne la fede, raffredda la carità e svuota le chiese. Tuttavia segnali crescenti di odio anticristiano, accompagnati da esecuzioni sommarie, si diffondono nel mondo. C’è da aspettarsi che il drago “vomiterà” (Apocalisse 12,15) tutto il suo furore per perseguitare coloro che avranno perseverato, in modo particolare cercherà di annientare le schiere di Maria, che Lei si è preparate in questo tempo di grazia che stanno vivendo.

“Dopo ciò vidi aprirsi nel cielo il tempio che contiene la Tenda della Testimonianza; dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette fragelli, vestiti di lino puro, splendente e cinti al petto con cinture d’oro. Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro colme dell’ira di Dio che vive nei secoli dei secoli. Il tempio si riempì del fumo che usciva dalla gloria di Dio e dalla sua potenza. Nessuno poteva entrare nel tempio finchè non avessero termine i sette flagelli dei sette angeli “ (Apocalisse 15,5-8).

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Trascorso il tempo di grazia, durante il quale la Regina della pace ha radunato i suoi nella “Tenda della Testimonianza”, inizierà il periodo dei sette flagelli, quando gli angeli verseranno le coppe dell’ira divina sulla terra? Prima di dare una risposta a questo interrogativo, è necessario comprendere il vero significato di “ira divina”. Infatti il volto di Dio è sempre quello dell’amore, anche in quei momenti in cui gli uomini non riescono più a vederlo.

“SATANA VUOLE L’ODIO E LA GUERRA”.

Non c’è dubbio che nella Sacra Scrittura ricorra spesso l’immagine di Dio che castiga a causa dei peccati. La troviamo sia nell’Antico come nel Nuovo Testamento. A questo riguardo impressiona l’ammonimento di Gesù al paralitico che aveva guarito alla piscina di Betzata: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio” (Giovanni 5,14). Si tratta di un modo di esprimersi che troviamo anche nelle rivelazioni private. Basta a questo riguardo fare riferimento alle parole accorate della Madonna A La Salette: “Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio. Coloro che conducono i carri non sanno imprecare senza mescolarvi il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio”.

Il braccio di Gesù, pronto a colpire questo mondo immerso nel peccato, come deve essere inteso perché non venga offuscato il volto del Dio della rivelazione che, come sappiamo, è amore prodigo e senza confini? Il Dio che punisce i peccati è forse diverso dal Crocifisso che, nel momento solenne della morte, si rivolge al Padre dicendo: “Padre,perdona loro che non sanno quello che fanno” (Luca 23,33)? Si tratta di un interrogativo che trova la soluzione nella stessa Sacra Scrittura. Dio castiga non per distruggere, ma per correggere. Finchè siamo nel corso di questa vita tutte le croci e le afflizioni di vario genere sono orientati alla nostra purificazione e alla nostra santificazione. In ultima analisi anche il castigo di Dio, che ha come fine ultimo la nostra conversione, è un atto della sua misericordia. Quando l’uomo non

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risponde al linguaggio dell’amore, Dio, al fine di salvarlo, usa il linguaggio del dolore.

D’altra parte la radice etimologica di “castigo” è la stessa di “casto”. Dio “castiga” non per vendicare il male che abbiamo commesso, ma per renderci “casti “, cioè puri, attraverso la grande scuola della sofferenza. Non è forse vero che una malattia, un rovescio economico, una disgrazia o la morte di una persona cara sono esperienze della vita attraverso le quali avvertiamo la precarietà di tutto ciò che è effimero e rivolgiamo l’animo a tutto ciò che è veramente importante ed essenziale? Il castigo fa parte della pedagogia divina e Dio, che ci conosce bene, sa quanto ne abbiamo bisogno a causa della nostra “dura cervice”. Quale padre o quale madre infatti non usa la mano ferma per evitare che i figli imprudenti e sbadati imbocchino una via pericolosa?

Non bisogna tuttavia pensare che, sia pure per ragioni pedagogiche, sia sempre Dio a mandarci “i castighi” con i quali correggerci. Questo potrebbe essere anche possibile, specialmente per quanto riguarda gli sconvolgimenti della natura. Non fu forse attraverso il diluvio che Dio punì l’umanità a causa dell’universale perversione (cfr. Genesi 6,5)? Anche la Madonna a La Salette si colloca in questa prospettiva quando afferma: “ Se il raccolto va male, è soltanto per colpa vostra. Ve l’ho fatto veder l’anno scorso con le patate; voi non ne avete fatto caso. Anzi, quando ne avete trovate guaste, imprecavate e intercalavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire, e quest’anno a Natale non ve ne saranno più “. Dio governa il mondo naturale ed è il Padre celeste che fa piovere sopra i buoni come sopra i cattivi. Attraverso la natura Dio dà la sua benedizione agli uomini, ma nel medesimo tempo rivolge anche i suoi richiami pedagogici.

Tuttavia vi sono dei castighi che sono causati direttamente dal peccato degli uomini. Pensiamo ad esempio al flagello della fame, che ha all’origine l’egoismo e l’avidità di chi, avendo il superfluo, non vuole tendere la mano al fratello indigente. Pensiamo anche al flagello di molte malattie, che persistono e si diffondono a causa dell’egoismo di un mondo che investe le risorse nelle armi invece che nella salute. Ma è soprattutto il più tremendo dei flagelli , la guerra, ad essere

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direttamente provocata dagli uomini. La guerra è la causa di innumerevoli mali e, per quanto riguarda il nostro particolare passaggio storico, rappresenta il più grave pericolo a cui l’umanità abbia mai dovuto far fronte. Infatti oggi una guerra che sfuggisse di mano, come è possibile che accada, potrebbe provocare la fine del mondo.

Per quanto riguarda il flagello immane della guerra dobbiamo quindi dire che esso viene esclusivamente dagli uomini e, in ultima istanza, dal maligno che inietta il veleno dell’odio nel loro cuore. La guerra è il frutto primo del peccato. La sua radice è il rifiuto dell’amore di Dio e del prossimo. Mediante la guerra satana attira gli uomini a sé, li rende partecipi del suo odio e della sua ferocia, si impadronisce delle loro anime e li usa per distruggere i progetti di misericordia di Dio nei loro confronti. “Satana vuole la guerra e l’odio”, ammonisce la Regina della Pace all’indomani della tragedia delle due torri. Dietro la malvagità umana c’è colui che è stato omicida fin dall’inizio. In che senso quindi si può dire, come ha affermato la Madonna a Fatima, “che Dio sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra…”?

Questa espressione, nonostante l’apparente significato punitivo, in realtà ha ancora, nel suo significato profondo, un valore salvifico ed è riconducibile ad un disegno della divina misericordia. Infatti la guerra è un male causato dal peccato che si è impossessato del cuore dell’uomo e come tale è uno strumento di satana per portare l’umanità alla rovina. La madonna a Fatima è venuta per offrirci la possibilità di evitare un’esperienza infernale come quella della seconda guerra mondiale, che è stata indubbiamente uno dei flagelli più spaventosi che abbia mai colpito l’umanità. Non essendo stata ascoltata e non avendo gli uomini cessato di offendere Dio, essi sono precipitati in un abisso di odio e di violenza che avrebbe potuto essere fatale. Non è stato un caso che la guerra si sia fermata proprio quando erano state messe a punto le armi nucleari capaci di causare distruzioni irreparabili.

Da questa tremenda esperienza, provocata dalla durezza di cuore e dal rifiuto di convertirsi, Dio ha tratto quel bene che solo la sua

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infinita misericordia poteva ottenere. Innanzi tutto il sangue dei martiri, che con la loro carità, le loro preghiere e l’offerta della loro vita hanno ottenuto la benedizione divina sul mondo e hanno salvato l’onore del genere umano. Inoltre la mirabile testimonianza di fede, di generosità e di coraggio di innumerevoli persone, che hanno arginato con le dighe delle buone opere la marea travolgente del male. Durante la guerra i giusti hanno brillato nel cielo come stelle di incomparabile fulgore, mentre la collera di Dio si è riversata sugli impenitenti, che si sono ostinati fino alla fine sulla via dell’iniquità. Tuttavia per molti lo stesso flagello della guerra è stato un appello alla conversione, perché è tipico dell’uomo, eterno bambino, rendersi conto dell’inganno satanico solo quando ne prova sulla pelle le terribili conseguenze.

Le coppe dell’ira divina che Dio sparge sul mondo (cfr. Apocalisse 16,1) sono certamente delle piaghe con le quali, direttamente o indirettamente, punisce l’umanità a causa dei suoi peccati. Ma esse sono finalizzate alla conversione e alla salvezza eterna delle anime. Inoltre la divina misericordia le mitiga a causa delle preghiere dei giusti. Infatti le coppe d’oro sono anche il simbolo della preghiera dei santi (cfr. Apocalisse 5,8) che sollecitano l’intervento divino e gli effetti che ne scaturiscono: la vittoria del bene e la punizione delle potenze del male. Infatti nessun flagello, per quanto provocato dall’odio satanico, può raggiungere il suo fine di portare l’umanità alla rovina totale. Neppure l’attuale passaggio critico della storia, che vede le potenze del male “sciolte dalle catene”, può essere considerato senza speranza. I dieci segreti di Medjugorje vanno visti nella prospettiva classica della fede. Essi, quand’anche alludessero ad eventi spaventosi e fatali per la stessa sopravvivenza dell’umanità (come ad esempio catastrofiche guerre con armi di distruzione di massa), rimangono sotto il governo dell’amore misericordioso che, col nostro aiuto, può trarre il bene anche dal più grande male.

I SEGRETI DI MEDJUGORJE, PROFEZIE DI MATRICE BIBLICA.

La rivelazione del futuro, che ci viene dal cielo, va sempre interpretata come un atto dell’amore paterno di Dio, anche se si tratta di eventi drammatici. Infatti in questo modo la Sapienza divina ci vuole

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indicare a quali conseguenze porti il peccato e il rifiuto di convertirsi. Inoltre offre la possibilità ai buoni di intercedere e di mutare con le loro preghiere il corso degli avvenimenti. Infine, nel caso di impenitenza e di durezza di cuore, Dio dona ai giusti una via di salvezza o, dono ancora più grande, la grazia del martirio.

I dieci segreti di Medjugorje sono una rivelazione riguardo al futuro che rispecchia perfettamente la pedagogia divina. Essi non hanno lo scopo di impaurire, ma di salvare. A mano a mano che i tempi si avvicinano la Regina della pace non si stanca di ripetere che non dobbiamo avere paura. Infatti chi si trova nella scia della sua luce è consapevole che lei sta preparando una via d’uscita alla trappola infernale che il maligno ha architettato per trascinare l’umanità negli abissi tenebrosi della disperazione.

Per comprendere la serietà e la credibilità del segreto di Fatima come di quelli di Medjugorje occorre tenere presente che essi riflettono la struttura fondamentale delle profezie della Sacra Scrittura. In esse Dio, attraverso i suoi profeti, preannunzia un evento che si realizzerà nel caso cada nel vuoto l’appello alla conversione. A questo riguardo è molto istruttiva la profezia di Gesù sulla distruzione del tempio di Gerusalemme. Di questo grandioso edificio egli dice che non rimarrà pietra su pietra, perché non è stato accolto il momento in cui è passata la grazia della salvezza.

“Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Matteo 23, 37). Qui Gesù indica la radice dei mali che affliggono l’umanità nel corso della sua storia. Si tratta dell’incredulità e della durezza di cuore di fronte ai richiami del cielo. Le conseguenze che ne derivano non sono attribuibili a Dio, ma agli uomini stessi. Ai discepoli che gli si avvicinavano per fargli osservare le costruzioni del tempio, Gesù risponde: “Vedete tutte queste cose? In verità vi dico non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata” (Matteo 24, 1). Avendo rifiutato il Messia spirituale, i Giudei hanno percorso fino in fondo la via del messianismo politico, venendo così annientati dalle legioni romane.

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Ci troviamo qui di fronte allo schema essenziale della profezia biblica. Non si tratta di una speculazione astratta sul futuro, al fine di soddisfare curiosità morbose o per coltivare l’illusione di dominare il tempo e gli eventi della storia, di cui soltanto Dio è il Signore. Essa al contrario ci responsabilizza rispetto a vicende la cui realizzzazione dipende dalle nostre libere scelte. Il contesto è sempre quello di un invito alla conversione, per evitare le inevitabili conseguenze catastrofiche del male. A Fatima la Madonna aveva preannunciato una guerra “ancora peggiore” se gli uomini non avessero cessato di offendere Dio. Non vi è dubbio che, se fosse stato accolto l’invito alla penitenza, l’avvenire sarebbe stato diverso. Il quadro complessivo in cui collocare i segreti di Medjugorje è il medesimo. La Regina della pace ha rivolto il più pressante appello alla conversione che mai si sia verificato dagli albori della redenzione. Gli avvenimenti futuri sono caratterizzati dalla risposta che gli uomini stanno dando ai messaggi che lei ci dona.

I SEGRETI DI MEDJUGORJE, DONO DELLA DIVINAMISERICORDIA.

La prospettiva biblica in cui collocare i dieci segreti di Medjugorje ci aiuta a liberarci da un clima psicologico di angoscia e di paura e a guardare al futuro con la serenità della fede. La Regina della pace sta mettendo mano a un piano mirabile di salvezza, il cui inizio risale a Fatima e che oggi è nel suo pieno svolgimento. Sappiamo anche che vi è un punto di arrivo che la Madonna descrive come il fiorire di un tempo di primavera. Questo significa che il mondo dovrà attraversare un periodo di gelo invernale, ma non sarà tale da compromettere l’avvenire dell’umanità. Questa luce di speranza che illumina il futuro è certo il primo e più grande dono della divina misericordia. Infatti gli uomini sopportano anche le prove più difficili se hanno la certezza che alla fine avranno uno sbocco positivo. Il naufrago raddoppia le energie se intravede all’orizzonte il sospirato golfo di luce. Senza prospettive di vita e di speranza gli uomini gettano la spugna senza più combattere e resistere.

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Non si può dimenticare che, anche se ora i segreti rivelati si realizzeranno necessariamente, tuttavia uno di essi, presumibilmente il più impressionante, è stato mitigato. Il settimo segreto ha creato una forte emozione nella veggente Mirjana che ha chiesto alla Madonna che fosse cancellato. La Madre di Dio ha chiesto preghiere per questa intenzione e il segreto è stato attenuato. In questo caso non si è realizzato quanto la Bibbia racconta riguardo alla predicazione del profeta Giona presso la grande città di Ninive, la quale ha evitato completamente il castigo preannunciato dal cielo accogliendo l’appello alla conversione.

Tuttavia come non vedere in questa attenuazione del settimo segreto il tocco materno di Maria che mostra in visione “una catastrofe” futura, perché la preghiera dei buoni possa almeno parzialmente allontanarla? Alcuni potrebbero obiettare: “Perché mai il Signore non ha fatto sì che la potenza dell’intercessione e del sacrificio potessero cancellarla del tutto?”. Forse un giorno ci renderemo conto che, quanto Dio ha deciso che accadesse, è stato necessario per il nostro vero bene.

In modo particolare appare come un segno mirabile della divina misericordia il modo col quale la Madonna ha voluto che i dieci segreti fossero rivelati. La manifestazione al mondo tre giorni prima che ogni avvenimento si realizzi è un dono straordinario di cui forse soltanto in quel momento sapremo apprezzarne l’inestimabile valore. Non dimentichiamo che la realizzazione del primo segreto sarà un ammonimento per tutti riguardo alla serietà delle profezie di Medjugorje. Quelli successivi saranno indubbiamente guardati con crescente attenzione e apertura di cuore. L’immediata rivelazione pubblica di ogni segreto e la successiva attualizzazione avrà l’effetto di rafforzare la fede e il valore di credibilità. Inoltre preparerà gli animi che sono aperti alla grazia ad affrontare senza paura ciò che deve accadere (cfr. Luca 21,26).

Va anche sottolineato che svelare tre giorni prima ciò che sta per succedere e in quale luogo si verificherà, significa inoltre offrire delle possibilità insperate di salvezza. Non siamo in grado di comprendere ora in tutta la sua straordinaria grandezza e nelle sue concrete

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implicazioni questo dono della divina misericordia, ma verrà il tempo in cui gli uomini se ne renderanno conto. A questo riguardo giova sottolineare che non mancano precedenti biblici molto eloquenti, dove Dio rivela anzitempo una catastrofe, perché i buoni possano mettersi in salvo. Non fu così forse in occasione della distruzione di Sodoma e Gomorra, quando Dio volle salvare Lot e la sua famiglia che vi abitavano? “Quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: -Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città-”. Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie, le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città… Quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodomia e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti della città e la vegetazione del suolo” (Genesi 19, 15-16. 24-25).

La premura di dare una possibilità di salvezza per i giusti che credono la troviamo anche nella profezia di Gesù sulla distruzione di Gerusalemme che, come sappiamo dalla storia, si realizzò fra crudeltà indicibili. A questo riguardo il Signore così si esprime: “Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro le città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia” (Luca 21,20-22).

Come appare chiaro, rientra nella pedagogia divina delle profezie offrire delle possibilità di salvezza a coloro che crederanno. Per quanto riguarda i dieci segreti di Medjugorje il dono di misericordia risiede proprio in questo anticipo di te giorni. Non fa dunque meraviglia che la veggente Mirjana abbia sottolineato la necessità di far conoscere al mondo quanto verrà rivelato. Si tratterà di un vero e proprio giudizio di Dio che passerà attraverso la risposta delle persone. Siamo di fronte ad un fatto insolito nella storia cristiana, ma con radici che affondano nella Scrittura. Anche questo dà la dimensione del momento eccezionale che si profila all’orizzonte dell’umanità.

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Si è giustamente sottolineato come il terzo segreto, riguardane il segno visibile, indistruttibile e bellissimo, che la Madonna lascerà sulla montagna delle prime apparizioni sia un dono di grazia che illuminerà un panorama dove non mancheranno le scene drammatiche e già questa è una prova visibile dell’amore misericordioso di Dio. Tuttavia è utile osservare che il terzo segreto precederà il settimo e altri di cui non conosciamo il contenuto. Anche questo è un grande dono da parte della Madonna. Infatti il terzo segreto rafforzerà la fede dei più deboli e soprattutto sosterrà la speranza nel momento della prova, trattandosi di un segno durevole, “che viene dal Signore”. La sua luce risplenderà nel buio del tempo di afflizione e darà ai buoni la forza di perseverare e di testimoniare fino alla fine.

Il piano d’insieme che esce dalla descrizione dei segreti, per quello che ci è dato di sapere, è tale da rasserenare gli animi che si lasciano illuminare dalla fede. Ad un mondo che scivola sul piano inclinato che porta alla rovina, Dio offre rimedi estremi di salvezza. Certo, se l’umanità avesse risposto ai messaggi di Medjugorje e prima ancora agli appelli di Fatima, le sarebbe stato evitato il passaggio attraverso la grande tribolazione. Tuttavia anche ora un esito positivo è possibile, anzi è certo.

La Madonna a Medjugorje è ventuta come Regina della pace e alla fine schiaccerà la testa al drago dell’odio e dell’inimicizia che vuole distruggere il mondo. Quanto accadrà nel futuro è presumibilmente opera degli uomini, sempre più in balia dello spirito del male a causa del loro orgoglio, dell’incredulità al vangelo e dell’immoralità sfrenata. Tuttavia il Signore Gesù, nella sua infinita bontà, ha deciso di salvare il mondo dalle conseguenze delle sue iniquità, anche a motivo della corrispondenza dei buoni. I segreti sono senza dubbio un dono del suo Cuore misericordioso il quale, anche dai più grandi mali, sa trarre un bene insperato oltre che immeritato.

I SEGRETI DI MEDJUGORJE, PROVA DELLA FEDE.

Non coglieremmo la ricchezza della pedagogia divina che si esprime attraverso i segreti di Medjugorje se non mettessimo in evidenza che

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essi costituiscono una grande prova della fede. Anche a loro riguardo vale la parola di Gesù secondo la quale la salvezza viene sempre dalla fede. Dio infatti è sempre pronto ad aprire le cataratte dell’amore miseriocordioso, purchè vi sia chi crede, intercede e accoglie nella fiducia e nell’abbandono. Il popolo ebraico davanti al Mar Rosso come avrebbe potuto salvarsi se non avesse creduto nella potenza di Dio e se, una volta aperte le acque, non avesse avuto il coraggio di attraversare con totale fiducia nell’onnipotenza divina? Tuttavia il primo a credere fu Mosè e la sua fede risvegliò e sostenne quella di tutto il popolo.

Il tempo contrassegnato dai segreti della Regina della pace avrà bisogno di una fede incrollabile, innanzi tutto da parte di coloro che la Madonna ha scelto come suoi testimoni. Non a caso la Madonna invita spesso i suoi seguaci ad essere “testimoni della fede”. Nel loro piccolo la veggente Mirjana in primo luogo, quindi anche il sacerdote da lei scelto per rivelare i segreti al mondo, dovranno essere gli araldi della fede in quel momento in cui le tenebre dell’incredulità avvolgeranno la terra. Non possiamo sottovalutare il compito che la Madonna ha assegnato a questa giovane donna, sposata e madre di due figli, nell’indicare al mondo eventi che non è esagerato ritenere decisivi.

Al riguardo è istruttivo un riferimento all’esperienza dei pastorelli di Fatima. La Madonna aveva preannunciato per l’ultima apparizione del 13 ottobre un segno e grande era l’aspettativa della gente che si era precipitata a Fatima per assistere all’evento. La mamma di Lucia, che non credeva alle apparizioni, a causa della folla temeva per la vita stessa della figlia nel caso che non fosse accaduto nulla. Essendo una fervente cristiana, voleva che la figlia andasse a confessarsi, in modo tale da essere preparata a ogni evenienza. Lucia però come anche i due cuginetti Francesco e Giacinta, erano fermissimi nel credere che quanto promesso dalla Madonna si sarebbe realizzato. Lei accettava di andare a confessarsi , ma non perché avesse dei dubbi riguardo alle parole della Madonna.

Allo stesso modo la veggente Mirjana (non sappiamo quale ruolo la Madonna assegnerà agli altri cinque veggenti, ma dovranno anch’essi tutti insieme farle da sostegno) dovrà essere ferma e incrollabile nella

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fede, rivelando nel momento stabilito dalla Madonna il contenuto di ogni segreto. La stessa fede, lo stesso coraggio e la stessa fiducia dovrà avere il sacerdote da lei già prescelto (si tratta del frate francescano Petar Ljubicic), il quale avrà il non facile compito di annunciare ogni segreto al mondo con precisione, con chiarezza e senza tentennamenti. La saldezza d’animo che questo compito richiede spiegano per quale motivo la Madonna ha chiesto loro una settimana di preghiera e di digiuno a pane e acqua, prima che i segreti vengano resi publici.

Ma a questo punto, accanto alla fede dei protagonisti, dovrà risplendere la fede dei seguaci della “Gospa”, cioè di coloro che Lei ha preparato per questo tempo, avendo accolto la sua chiamata. Sarà di estrema importanza, per il mondo distratto e incredulo nel quale viviamo, la loro limpida e ferma testimonianza. Non potranno limitarsi a stare alla finestra e a fare da spettatori, per vedere come andranno a finire le cose.. Non potranno stare diplomaticamente defilati, per paura di compromettersi. Dovranno testimoniare di credere alla Madonna e di prendere sul serio i suoi ammonimenti. Dovranno scuotere dal torpore questo mondo e disporlo a capire il messaggio di Dio.

Ogni segreto, grazie alla serena mobilitazione dell’esercito di Maria, dovrà essere per l’umanità un segno e un richiamo, oltre che un evento di salvezza. Come sperare che il mondo colga la grazia della rivelazione dei segreti se i testimoni di Maria si lasceranno paralizzare dal dubbio e dalla paura? Chi, se non essi aiuteranno gli indifferenti, gli increduli e i nemici di Cristo a salvarsi dalla marea montante dell’angoscia e della disperazione? Chi, se non i seguaci della “Gosna”, ormai diffusi in tutto il mondo, potranno aiutare la Chiesa a vivere nella fede e nella speranza i tempi più difficili della storia dell’umanità? La Madonna si aspetta molto da coloro che Lei ha preparato per i momenti della prova. La loro fede dovrà risplendere davanti agli occhi di tutti gli uomini. Il loro coraggio dovrà sostenere i più deboli e la loro speranza dovrà infondere fiducia durante la tempestosa navigazione, fino a che non sia giunta la riva.

A coloro che, all’interno della Chiesa, amano discutere e polemizzare riguardo all’approvazione ecclesiastica delle apparizioni di

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Medjugorje, si deve rispondere con una affermazione che ha fatto la Madonna fin dai primi tempi. Ella ha detto che al riguardo noi non dovevamo preoccuparci, perché se ne sarebbe occupata Lei personalmente. Il nostro impegno invece si sarebbe dovuto concentrare sul cammino di conversione. Ebbene, sarà proprio il tempo dei dieci segreti quello in cui verrà dimostrata la verità delle apparizioni.

Il segno sulla montagna, preannunciato dal terzo segreto, sarà un richiamo per tutti, oltre che un motivo di riflessione e di convincimento per la Chiesa. Ma saranno gli eventi successivi a manifestare agli uomini l’amore materno di Maria e la sua sollecitudine per la nostra salvezza. Nel tempo della prova, in cui la Madre di Gesù interverrà nel nome del Figlio Suo per indicare una via di speranza, l’umanità intera scoprirà la regalità di Cristo e la sua signoria sul mondo. Sarà Maria, operante attraverso la testimonianza dei suoi figli, a manifestare agli uomini qual è la fede autentica, nella quale essi potranno trovare la salvezza e la speranza di un avvenire di pace.

3. OPERA CENACOLO FAMILIARE. L’Opera Cenacolo Familiare è nata nel Maggio 1946 nel silenzio di un Seminario del Piemonte. Il Seminarista Salvatore Paparo, nato a Cesarò, provincia di Messina, il 14 Agosto 1929, cadde gravemente ammalato ed era agli estremi. Una sera i due medici curanti, dopo un breve consulto, dissero, senza mezzi termini, al Superiore:“NON PASSERA’ LA NOTTE”. La bontà di Dio, invece, per i suoi scopi misericordiosi, compì in Salvatore il miracolo di una guarigione improvvisa e totale, affidandogli simultaneamente, in una luce gioiosa, la missione dell’Opera Cenacolo Familiare che è una profezia della prossima Età Aurea del Cristianesimo. Dio scelse come suo umile e docile strumento Salvatore, il più piccolo tra i piccoli, perchè secondo le parole di San Paolo: “Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti; ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti; Dio ha scelto quelli che nel

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mondo non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa. COSI’ NESSUNO POTRA’ VANTARSI DAVANTI A DIO” (1Cor. 1, 27-28).Dal maggio 1946 Salvatore è vissuto solo per l’Opera Cenacolo Familiare.Salvatore è stato ordinato sacerdote il 21 febbraio 1954; dal 1963 è parroco di Cintano, diocesi di Ivrea, provincia di Torino; ha scritto molto sull’Opera, ha diffuso i suoi scritti presso tutti i parroci italiani ricevendo molte lodi e molte critiche.Durante le sue numerose e prolungate preghiere quotidiane, trascorse in dolce e gioiosa intimità con Dio e Maria Santissima, ha spesso ricevuto questa comunicazione celeste: “ PRIMA CHE L’OPERA CENACOLO FAMILIARE ABBIA IL SUO NATURALE SVILUPPO, DOVRAI AFFRONTARE UNA MALATTIA MORTALE “.La comunicazione divina si è già realizzata: il 28 Novembre 2005, don Salvatore fu sottoposto ad un delicatissimo e complicato intervento chirurgico: gli furono asportate la vescica e la prostata colpite da un tumore maligno. Il chirurgo dottor Vestita, poi, la cui mano fu meravigliosamente guidata da Dio, gli ricostituì la vescica con l’intestino. Oggi 29 giugno 2007 don Salvatore testimonia che il Signore il 28 novembre 2005 lo ha guarito miracolosamente per la seconda volta, per i suoi scopi misericordiosi riguardanti l’Opera Cenacolo Familiare. Dopo l’intervento chirurgico, infatti, non ha avuto bisogno di alcuna medicina; è guarito perfettamente; in lui oggi non c’è alcuna traccia di cancro.E qui don Salvatore, prima di esporre le profezie dell’Opera Cenacolo Familiare, sente il bisogno di riferirsi ai messaggi mariani di Fatima e di Medjugorje. Sia a Fatima che a Medjugorje la Madonna PROFETIZZA PACE PER IL MONDO INTERO. E’ vero anche che i segreti di Medjugorje nascondono prossime atroci sofferenze per la purificazione degli uomini che continuano a peccare e a non convertirsi, sordi ad ogni richiamo materno di Maria.

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Noi però dobbiamo soprattutto accentuare la certezza dell’avvento di un mondo migliore che Dio e la Madonna da tempo stanno costruendo con i loro interventi misericordiosi.E’ su questa linea di ottimismo che l’Opera Cenacolo Familiare trova la sua linfa vitale. Essa crede fermamente che siamo prossimi all’Età Aurea del Cristianesimo in cui il mondo intero RICONOSCERA’ GESU’ come suo Unico Salvatore, Nome al di fuori del Quale non c’è salvezza, e si convertità a Lui; VIVRA’, in modo straordinario, UNA LUNGHISSIMA ERA DI PACE E DI BENESSERE MESSIANICI. La pace universale messianica, frutto dell’amore per Dio e per il prossimo, recherà immensi benefici a tutti: si rispetterà la natura, si favorirà lo sviluppo di tutti gli uomini, i soldi finora sprecati per la costruzione delle armi, saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali. In conseguenza la vita umana sarà longeva e felice: “Dice il Signore: NON MORRANNO PIU’ BAMBINI, E GLI ADULTI AVRANNO UNA LUNGA VECCHIAIA. MORIRA’ GIOVANE CHI MORIRA’ A CENT’ANNI. SE UNO NON ARRIVERA’ A CENT’ANNI, VORRA’ DIRE CHE IO L’HO PUNITO” (Isaia 65, 16-24).La prossima Età Aurea del Cristianesimo, Era di amore tra gli individui e le nazioni, coinciderà con l’Età Aurea della FAMIGLIA,CREATA AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DELLA FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’, SPOSO DELLA CHIESA. 8. 5 AGOSTO 2007. FESTA DEL SANTUARIO DI PIOVA.

Oggi ci siamo riuniti in questo Santuario Mariano perché ci sentiamo figli devoti di Maria Santissima, nostra comune mamma. Maria Santissima si è sempre interessata, con premura materna, di ciascuno di noi suoi figli, perché viviamo santamente come Lei e raggiungiamo la felicità eterna del Cielo. Se, però, diamo uno sguardo alla storia, purtroppo dobbiamo rilevare che i figli di Maria si sono spesso dimostrati figli degeneri e hanno peccato molto. Maria Santissima, Madre misericordiosa, però, non li ha mai abbandonati, è scesa spesso dal Cielo , è apparsa a dei privilegiati e per mezzo di essi

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li ha caldamente invitati a convertirsi poiché la conversione è l’unica via per evitare le sofferenze che il peccato causa. Sotto questa luce adesso ci soffermiamo su due importantissime Apparizioni della Madonna che ci riguardano direttamente: ci soffermiamo, cioè, sulle Apparizioni di Fatima e sulle Apparizioni di Medjugorje. Nel 1917, in piena prima guerra mondiale, la Madonna apparve ai tre pastorelli di Fatima Lucia, Francesco e Giacinta. Per mezzo di essi la Madonna essenzialmente ci inviò questo messaggio: “ La guerra sta per finire, ma se gli uomini non smetteranno di offendere Dio, sotto il pontificato di Pio XI, ne comincerà un’altra ancora peggiore. La Russia spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati; il Papa cadrà come morto sotto i colpi di arma da fuoco”. Poiché noi uomini non ci convertimmo e continuammo a peccare, dal 1939 al 1945 fummo vittime della seconda guerra mondiale, una delle più tremende guerre della storia umana; la Russia sparse i suoi errori nel mondo, causò molte guerre, perseguitò la Chiesa, sparse tanto sangue di martiri. Anche la profezia sul Papa si avverò: il 13 Maggio del 1981, il Papa Giovanni Paolo II fu colpito a morte con un’arma da fuoco sparata da Alì Agca. Come sappiamo, il Papa si salvò, e Lui giustamente attribuì la sua salvezza all’intervento materno di Maria. Scrisse: “FU UNA MANO MATERNA A GUIDARE LA TRAIETTORIA DELLA PALLOTTOLA E IL PAPA AGONIZZANTE SI FERMO’ SULLA SOGLIA DELLA MORTE”. Detto questo, rileviamo che il Messaggio della Madonna di Fatima si conclude con una profezia molto confortante: “ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’ ED IL MONDO AVRA’ UN PERIODO DI PACE”. E qui dobbiamo inserire le Apparizioni di Maria Santissima a Medjugorje, piccolo paese della ex Jugoslavia. La Madonna appare ogni giorno a sei privilegiati, e ciò a partire dal 24 Giugno del 1981. Le Apparizioni di Medjugorje quindi incominciarono subito dopo l’attentato di Alì Agca contro il Papa Giovanni Paolo II, avvenuto, come abbiamo detto sopra, il 13 Maggio del 1981, proprio nel giorno anniversario della prima Apparizione della Madonna a Fatima. E questa data ha un profondo significato.

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A Medjugorje, infatti, la Madonna si presenta come LA REGINA DELLA PACE e ci dice che è venuta a Medjugorje per realizzare ciò che ha iniziato a Fatima. Praticamente, pertanto, a conclusione delle Apparizioni a Medjugorje, si realizzerà la profezia di Fatima: “ ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERA’ ED IL MONDO AVRA’ UN PERIODO DI PACE” . A questo punto dobbiamo parlare dei Dieci Segreti che la Madonna ha affidato ai Veggenti di Medjugorje. Dalle dichiarazioni dei veggenti siamo venuti a conoscenza che i dieci segreti si realizzeranno durante la nostra generazione, e che ciascuno di essi sarà svelato al mondo intero tre giorni prima che si avveri. Cosa possiamo dire? La Madonna a Medjugorje come a Fatima ci chiede la conversione per evitare le sofferenze che meritiamo a causa dei nostri peccati; ma, purtroppo noi uomini non vogliamo convertirci, vogliamo continuare a peccare. Da ciò deduciamo che i dieci Segreti di Medjugorje facilmente parlano delle sofferenze che l’umanità deve prossimamente sopportare perché si converta, perché si purifichi dei suoi peccati, e così purificata, giunga ALLA PACE MONDIALE PROMESSA DALLA MADONNA. Se ci convertiamo, non dobbiamo temere le sofferenze che l’umanità deve subire per la sua purificazione; se ci convertiamo, infatti, sono per noi queste confortanti parole di Maria Santissima: “CHI SENTE ME COME MADRE E DIO COME PADRE, NON ABBIA PAURA DI NIENTE”. A conclusione, tenendo presenti le profezie contenute nella Sacra Scrittura, affermiamo: NONOSTANTE LA MALVAGITA’ DEGLI UOMINI, Dio nostro Padre e Maria Santissima nostra Madre, nella loro immensa misericordia, preparano da tempo l’avvento dell’Età Aurea del Cristianesimo che si realizzerà abbastanza presto. Nell’ETA’ Aurea del Cristianesimo, il mondo intero riconoscerà Gesù come Suo Unico Salvatore, None al di fuori del Quale non c’è salvezza, e si convertirà a Lui; vivrà, in modo straordinario, un lunghissimo periodo di PACE E DI BENESSERE MESSIANICI. La Pace Universale Messianica, frutto dell’amore per Dio e per il prossimo, recherà immensi benefici a tutti: si rispetterà la natura, si favorirà lo sviluppo di tutti i popoli, i soldi finora sprecati per la costruzione delle armi, saranno investiti per debellare la fame, le malattie, le disuguaglianze sociali. In conseguenza la vita umana sarà longeva e felice. Ecco la promessa che Dio ci ha fatto per mezzo del profeta

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Isaia: “Dice il Signore: NON MORRANNO PIU’ BAMBINI; E GLI ADULTI AVRANNO UNA LUNGA VECCHIAIA. MORIRA’ GIOVANE CHI MORIRA’ A CENT’ANNI. SE UNO NON ARRIVERA’ A CENT’ANNI, VORRA’ DIRE CHE IO L’HO PUNITO”.La prossima Età Aurea del Cristianesimo, Era di amore tra gli individui e le nazioni, infine, coinciderà con l’Età Aurea della santità della famiglia, creata ad immagine e somiglianza della FAMIGLIA TRINITARIA DI DIO PADRE, DI DIO FIGLIO, DI DIO SPIRITO SANTO; E REDENTA CON LA MORTE E CON LA RISURREZIONE DI GESU’.

Considero la predica un atto materno di Maria Santissima per comunicare ufficialmente ALLA CHIESA, COMUNITA’ DEI CRISTIANI, L’OPERA CENACOLO FAMILIARE. L’avvenimento odierno è anche una tappa importantissima della mia vita, espressione ineffabile della protezione singolare che la Madonna mi ha sempre fatto esperimentare a partire dal momento in cui Lei, tenera mamma, mi concesse questo sogno profetico: avevo dieci anni ed ero appena entrato nel Piccolo Seminario di Bronte, quando una notte vidi la Madonna Regina seduta su di un trono, sospesa in aria a circa tre metri da terra. Io, preso da un’immensa gioia, volai verso di Lei gridando: “MAMMA… MAMMA”. Lei, allora, aprì il suo mantello azzurro, lo sollevò, e poi lentamente lentamente lo abbassò fino a coprire totalmente me che nel frattempo mi ero sistemato poggiando il capo sulle sue ginocchia.La Madonna mi disse dolcemente: “SALVATORE, FIGLIOLINO MIO”. Don Salvatore Paparo

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Chi desidera impegnarsi ad essere Membro dell’Opera Cenacolo Familiare è pregato di comunicare il suo nominativo con l’indirzzo postale e l’eventuale E-MAIL, al sacerdote Salvatore Paparo O VERBALMENTE o servendosi di una delle seguenti vie:

INDIRIZZO POSTALE:

Sac. Salvatore PaparoParroco di10080 CINTANO TO

E-MAIL : [email protected]

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