netsuke - n° 17 - 2010

24
La Galliavola Arte Orientale Via Borgogna, 9 - 20122 Milano tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708 www.lagalliavola.com [email protected] Netsuke Arte Orientale n. 17 - Dicembre 2010 Netsuke

Upload: carla-gaggianesi

Post on 14-Mar-2016

235 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

Pubblicazione Netsuke - n° 17 - 2010

TRANSCRIPT

Page 1: Netsuke - n° 17 - 2010

La Galliavola Arte OrientaleVia Borgogna, 9 - 20122 Milano

tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708www.lagalliavola.com [email protected]

N e t s u k e

A r t e O r i e n t a l en . 1 7 - D i c e m b r e 2 0 1 0

N e t s u k e

copertina_1_2_24_copertina 13/12/10 16:16 Pagina 1

Page 2: Netsuke - n° 17 - 2010

Hanno collaborato a questo numero: BRUNO ASNAGHI - CARLA GAGGIANESI - ROBERTO GAGGIANESI -ANNA ORSI GALIMBERTI - ANNA ROSSI GUZZETTI

Referenze Fotografiche: ILARIA LOMBARDI

Fotolito e stampa: Grafiche San Patrignano - Ospedaletto di Coriano - Rimini

In copertina e ultima di copertina: Karako con maschera di Oni. Legno di bosso, occhi in corno di cervo ehimotoshi in avorio colorato, altezza mm 40, firma: Suketada, 1820 circa. Da segnalare, inoltre, la pubblica-zione di un soggetto simile in G. LAZARNICK, The Meinertzhagen Card Index on Netsuke in the “Archieves ofthe British Museum”, vol. II, Alan R. Liss, New York, 1986, p. 829.

Cari Amici, la nostra prima esperienza conviviale, il Milano Netsuke Meeting, ha ottenuto, al di là di ogni piùrosea aspettativa, un risultato eccellente, diremmo eccitante: più di cinquanta partecipanti.Come leggerete più avanti, ampiamente relazionato da Anna Orsi Galimberti e documentato daIlaria Lombardi, il Meeting ha annoverato collezionisti da ogni parte d’Italia: da Trieste a Viterbo,da Varese a Firenze, Pavia, Reggio Emilia, Brescia e naturalmente Milano. Superfluo dirvi quan-to l’evento ci abbia infervorato e rinnovato l’entusiasmo per proseguire e migliorare la nostrapubblicazione e, naturalmente ci abbia indotto a programmare il prossimo incontro, già, forse,per la prossima primavera.Sull’onda di questo entusiasmo dobbiamo oltretutto annoverare una nuova importante e quali-ficante collaborazione: la signora Rosemary Bandini, una delle più importanti firme delle mag-giori riviste internazionali sui netsuke, autrice di importanti libri e cataloghi e mercante londine-se di grande successo, inizierà a collaborare con noi dai prossimi numeri. E’ un grande onore ericonoscimento per il nostro Bollettino che annovererà così un’altra firma internazionale tra isuoi collaboratori, ad ampliare il panorama di argomenti e notizie sui netsuke.Rosemary Bandini già ci comunica in questo numero che aprirà una nuova galleria con MaxRutherston a Londra: siamo lieti di ospitare questa comunicazione e vi invitiamo, qualora vi tro-vaste da quelle parti a farle una visita e a farvi riconoscere come lettori del Bollettino! Dicevamo appunto del reportage del Milano Netsuke Meeting di Anna Orsi Galimberti, che rin-graziamo e che bene ha saputo cogliere lo spirito e l’atmosfera di cui l’incontro si è permeato eche riteniamo abbia contagiato tutti i partecipanti. Neofita ma avvezza all’ambiente, quale tra lepiù importanti Press Agent dell’antiquariato milanese, Anna Orsi ha saputo pienamente coglie-re il feeling intercorso tra il pubblico e i relatori. A seguire un breve ma, sicuramente, interessante articolo su una leggenda poco conosciutama veramente curiosa: Tamayori Hime, la storia di una fanciulla che lascia molto spazio allanostra fantasia. Il commento della tanto attesa asta della Collezione Wrangham a Londra ci ha coinvolti ancorauna volta con Bruno Asnaghi, in lunghe e simpatiche chiacchierate al sabato mattina, cercandodi trovare il senso che, questa volta più che mai, i risultati d’asta non hanno. La rubrica Dite la vostra… che solitamente chiude il nostro bollettino, questa volta, più che mai,è stata sacrificata, tanti sono stati i vostri commenti e complimenti per il Meeting, dalle e-mailalle lettere, alle semplici telefonate: sono state non solo gradite, ma anche profondamenteapprezzate. Grazie a tutti. Buona lettura e l’augurio di un felice e sereno Natale a voi ed alle vostre famiglie.

Roberto Gaggianesi

copertina_1_2_24_copertina 13/12/10 16:16 Pagina 2

Page 3: Netsuke - n° 17 - 2010

113 Novembre 2010 - Galleria La Galliavola

Milano Netsuke 2010

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:19 Pagina 3

Page 4: Netsuke - n° 17 - 2010

Alcuni giorni orsono, mentre ero intenta a scrivere un comunicato sull’esito recorddell’asta di un diamante, mi ha telefonato Roberto Gaggianesi per chiedermi di scri-vere un resoconto di Milano Netsuke 2010, il primo meeting sull’argomento organiz-zato a Milano e, suppongo, in Italia.La consueta allegria e vivacità di Roberto nel propormi il compito l’hanno fatto sem-brare un invito ad un’altra cordiale riunione piuttosto che un impegno. Dettogli disi, ho continuato nel mio lavoro senza più pensarci.Ora, che mi trovo davanti al fatidico foglio bianco, o meglio allo schermo nero, sco-pro quanto la sua risoluta pacatezza abbia dato luogo a una risposta troppo frettolosa.Questo non è il mio registro: spesso scrivo, si, ma per chi deve scrivere, e non è pro-prio la medesima cosa. Non posso più fare retromarcia, quindi… confido nella bontàd’animo di voi che leggete.Per non smentire la mia inadeguatezza inizio con una pecca: sono arrivata in viaBorgogna con un po’ di ritardo - cosa che farebbe subito notare Roberto se fosse lui ascrivere questo resoconto - e non posso farvi la cronaca del susseguirsi degli arrivi, dellepresentazioni, della sorpresa che immagino molti di voi abbiano avuto nello scoprirsicosì in tanti, un sabato mattina di novembre, attorno a un oggetto così piccolo!

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:19 Pagina 4

Page 5: Netsuke - n° 17 - 2010

Una proporzionalità inversa: il netsuke è piccolo, talvolta piccolissimo, l’attenzionedi cui è circondato è grande. Non ho numeri e nessuna conoscenza specifica, ma seil 13 novembre senza nessun battage pubblicitario La Galliavola ha riunito circa unacinquantina di appassionati, mi viene spontaneo credere che il numero di coloroche, nel mondo, hanno nei confronti di questo orna-mento giapponese un qualche tipo di attenzione, sianoveramente molti.Tanti erano i presenti, che ho trovato giusto una sedialibera, e quasi senza accorgermene mi sono trovata cala-mitata dal discorrere suggestivo di Bruno Asnaghi.Discorrere si, perché pur essendo uno dei più preparaticollezionisti e autore di diversi testi sull’argomento, nonha tenuto una conferenza e nemmeno una lezione. Per il fatto stesso che ricevete questo bollettino, pre-sentare Bruno Asnaghi è superfluo, ciò nonostante misembra dovuto.Asnaghi ha conversato, è quasi ridicolo scriverlo conside-rando che il suo era in sostanza un monologo, ma il tonoera proprio quello di una persona che dialogava piacevol-mente con amici di un argomento che li accomuna.

Scimmia con cucciolo,legno di bosso,

secolo XVIII-XIX, altezza mm 37,

firma: Mitsuhide.

5

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:19 Pagina 5

Page 6: Netsuke - n° 17 - 2010

dimostrasse esattamente l’inverso di un altro. E’ proprio quello che è successoquando un collezionista, esponendo il suo criterio di scelta, gli ha posto la que-stione dei “segni di usura”.Molto candidamente ha risposto che sono indicativi ma possono anche non esseresegno di autenticità, come nemmeno servono a chiarire quanto antico sia un pezzo.In poche parole un netsuke usurato specialmente nei “buchi” dove passa l’himo puòessere recente, con i segni d’usura fatti ad hoc.

Ha parlato, raccontato, presentato alcuni esemplari della sua collezione, ci ha diver-tito con aneddoti, acculturato con leggende, miti e credenze, ha risposto con natura-lezza alle domande e dispensato qualche consulenza.Da dove sia partito, inutile ribadirlo, non lo so, so che ha toccato molti argomentipartendo dai pezzi che con Roberto Gaggianesi ha mostrato.Così , da un netsuke, per assonanza di soggetto o materiale, ha parlato di unaltro, talvolta il collegamento gli serviva per far comprendere come un pezzo

6

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:19 Pagina 6

Page 7: Netsuke - n° 17 - 2010

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:20 Pagina 7

Page 8: Netsuke - n° 17 - 2010

8

Al contrario, uno perfet-tamente intonso puòessere antichissimo per-ché commissionato e poiriposto poiché troppoimportante per un usoquotidiano, o raffiguran-te un soggetto non piùadatto alle esigenze delcommittente o ancora…troppo presto passato aeredi che non lo sepperoapprezzare! Come me molti dei pre-senti avranno appreso perla prima volta da BrunoAsnaghi come mai neinetsuke zoomorfi i cavallisiano sempre, o nellastragrande maggioranza

d e icasi, raffigurati con le gambe lunghe, gli zoccoli molto vicini e ilcollo allungato verso il basso. Beh, il tutto viene da una leggen-da, e forse proprio dal valore propiziatorio di tale leggenda nascela consuetudine di creare, o ricevere commissioni dal mondorurale, dei netsuke-cavallo.Probabilmente, ma è solo una mia supposizione, i cavalliritratti in pose differenti sono legati al cavallo come segnozodiacale e non alla storia che narra “di un pittore chiamatoa porre rimedio agli inspiegabili dissodamenti dei campi chesi erano susseguiti dopo che ebbe tratteggiato un cavallo suun muro di una fattoria. Non avendo soluzione alternativadisegnò un palo a cui legò l’animale: i campi non furono piùterreno di scorrerie!”Di netsuke in netsuke Bruno Asnaghi ha dipinto un quadro incui s’intrecciano mitologia, credenze popolari, la quotidianitàdelle antiche genti nipponiche, le necessità d’uso, le funzionipratiche dei netsuke; un quadro storico artistico dal quale emer-ge, fors’anche grazie alla sua passione collezionistica, il passag-

Cavallo al pascolo,avorio,

secolo XVIII-XIX,altezza mm 75,

non firmato.

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:20 Pagina 8

Page 9: Netsuke - n° 17 - 2010

9

gio del netsuke da oggetto funzionale a opera d’arte.Per lo meno questo è quanto ho percepito io, che nonsono collezionista ed esperta. Credo di aver inteso chequeste piccole meravigliose sculture avessero già in ori-gine un forte valore estetico, quello che oggi chiame-remmo valore aggiunto.Immagino che non sia stato l’abbandono del tradizio-nale kimono a favore di un abbigliamento più occiden-tale a farlo diventare soggetto per l’arte dei miglioriintagliatori d’avorio o dei maestri delle diverse scuolescultoree (se così si chiamavano), ma la grazia e la raf-finatezza con cui era eseguito. Ho scritto raffinatezzaperché mi sembra di percepire che ogni pezzo, anche ilpiù semplice, è elegante, semplicemente giusto: proprioper chi l’ha scelto, adatto per le circostanze in cui è

Cagnolino con farfalla, avorio tinto, secolo XIX,

altezza mm 29, firma: Raku, daidentificarsi con Risuke Garaku

(Cfr. N. DAVEY, Netsuke, Sotheby Parke Bernet, 1974, pag. 39).Un soggetto simile è rintracciabilenella collezione di Joseph Kurstin.

Hotei su trono, legno di bosso e avorio,

secolo XIX, altezza mm 38,

firma: Ipposai Jitsumin.

Foglia con bruco, avorio, secolo XX, lunghezza mm 75, firma a sigillo: Shen Junyu.

3_9_meeting_copertina 13/12/10 16:20 Pagina 9

Page 10: Netsuke - n° 17 - 2010

usato, proporzionatoall’inro di cui eraparte integrante.In sostanza sempreun oggetto di gusto.Parlando di gusto,sarebbe imperdona-bile per un cronista- ma la mia per suanatura è già unacronaca da perdo-nare - non sottoli-neare come Asnaghiabbia parlato del suocollezionare con garbo e franchezza: gusto e sensazioni sono i primi stimoli e criteri

a cui risponde. I pezzi che con il tempo si sono affiancati e susse-guiti nella sua raccolta sono tutti oggetti “che sente”. Lasciano ilposto ad altri quando diventano “silenti”.Evidentemente gli ha parlato anche un Sashi-netsuke, dalla formaallungata a trancio di bambù, in legno, che Roberto Gaggianesigli ha mostrato assieme ad altri due netsuke al termine della mat-tinata chiedendogli di sceglierne uno e spiegarne il motivo. Senza dilungarsi troppo ha sollevato il sashi-netsuke, perché? Perchéevidentemente gli parlava, lui ha tradotto questa sensazione dicendo:“è un pezzo onesto!” (Solo per dovere di cronaca anche un altro eraonesto, se si intende autentico, mentre il terzo era un “souvenir”).Il “netsuke con qualcosa in più” è diventato, in modo elegante e sim-patico, il dono che Roberto Gaggianesi ha fatto a Bruno Asnaghi perdimostrargli l’apprezzamento suo e di tutta l’assemblea.Cos’altro dire, che come padrone di casa Roberto è impagabile,ha preparato caffè, succhi e briochine per metà mattina, drinke salatini per l’aperitivo; su tutto ha esposto, con la misura e la

perizia che con-traddistingue ognimostra per quantopiccola de La Gal-liavola, una partedella sua raccoltadi netsuke.

10

Sashi-netsuke dalla decisaimpronta Zen: forza ed

essenzialità. Avorio e legno, secolo XVIII. Collezione

Bruno Asnaghi

Giovane samurai con ventaglio e zucca,

avorio colorato, secolo XIX,

altezza mm 50, firma su cartiglio di

madreperla: Yasutaka.

10_11_Layout 1 13/12/10 16:18 Pagina 1

Page 11: Netsuke - n° 17 - 2010

11

Come illustra il piccolo reportage fotografico, registrato puntualmente da Ilaria, ipezzi esposti hanno attratto l’attenzione e la curiosità di tutti. Chi prima, chi dopoe, ahi ahi, chi durante il discorrere, hanno guardato, ammirato, toccato e forse…scelto un pezzo.Qualche netsuke quel sabato 13 novembre 2010 ha cambiato casa, e lo ha fatto in unacircostanza importante, almeno per chi, come gli intervenuti, s’appassiona a questostrano mondo di piccoli figuranti.Una data che immagino sarà la prima di una serie di appuntamenti: 千里の道も一歩から始まる - Anche un viaggio di mille leghe comincia con un passo!

Anna Orsi Galimberti

10_11_Layout 1 13/12/10 16:18 Pagina 2

Page 12: Netsuke - n° 17 - 2010

12

Come è noto, tutti i netsuke possiedono unsignificato intrinseco: quelli di forma zoo-morfa possono riferirsi allo Zodiaco, riman-dare o alludere a note leggende, così come,

parallelamente, le figure antropomorfe tendono spesso non solo a tratteggiarescene della vita quotidiana, ma anche immagini e vicende proprie di fatti storici oleggendari. L’ambizione di ogni collezionista di netsuke è, tendenzialmente, quelladi riuscire a conoscere il maggior numero di leggende possibili, per poter attribui-re ai soggetti che esamina la loro giusta collocazione. Quanti di noi all’inizio dellaloro collezione hanno definito Raiden come un “diavolo con un tamburo”, oppu-re il cacciatore di topi come “uomo con un topo sulla spalla”, o, ancora, la magicaTennin come “donna che vola tra le nuvole”? Tutto questo capiterà ancora, anche se magari con minore frequenza, e ciò è da impu-tarsi alla grande mole e all’intrinseca diversificazione che caratterizzano le leggendegiapponesi o, più genericamente, quelle orientali: è quasi impossibile, dunque, affer-mare di conoscerle tutte o anche solo in buona parte. Rassegnandoci con umiltà a nonpoter mai giungere ad una padronanza assoluta delle tradizioni mitologiche e folklori-stiche giapponesi, nel momento in cui ci capiti di venire a conoscenza di una nuova, eoltretutto curiosa, leggenda, la segnaleremo affinché possa diventare dominio di tutti. Così, dunque, abbiamo fatto con questo bel netsuke di tipo manju con scodella inavorio ben patinato e placca in shibuichi, lega di rame e argento con intarsi d’oro (KinTakazogan) e d’argento (Gin Takazogan), la cui epoca è facilmente collocabile intor-no al 1850 e il cui diametro è di 46 mm: ma… come denominarlo? La scena è manifesta, ma non del tutto spiegabile razionalmente: una giovane donnaadagiata sulla riva di uno stagno recupera dall’acqua, aiutandosi con un ramoscello,una freccia, insolitamente spuntata. Che si tratti effettivamente di uno stagno e non,per esempio, di un fiume è evidente dal momento che la giovane non riuscirebbe,solo con l’ausilio di un ramoscello, a prelevare la freccia dall’acqua corrente. Stando a ciò, il manju sarebbe stato catalogato, chissà per quanto tempo, come “gio-vane dama che recupera dall’acqua una freccia”, titolo che chiaramente non avrebbeconvinto appieno ma che bene avrebbe riflesso quello che visivamente si potevaintuire: fortunatamente, per una volta questo rischio di generalizzazione si è potutoevitare grazie al pronto intervento di un nostro giovane amico che ci ha segnalato

Una leggenda poco conosciuta

Tamayori Hime

12_13_articolo_manju_- 13/12/10 16:17 Pagina 12

Page 13: Netsuke - n° 17 - 2010

13

tempestivamente il ritrovamento della leggenda, vera-mente curiosa, riguardante questo bel soggetto e cheveniamo così a condividere con tutti voi.Tamayori Hime, questo era dunque il nome dellagiovane donna che viveva, con la sua famiglia ricca epotente, in un villaggio. Un giorno, passeggiandovicino ad uno stagno, vide galleggiare sull’acqua unafreccia che, con l’aiuto di un ramoscello, riuscì adattirare a sé e a recuperare. Tornata quindi a casa,Tamayori infisse la freccia sul basso tetto di pagliadella sua abitazione e, col passare del tempo, finì conil dimenticarsene. Qualche mese dopo, però, la gio-vane donna si accorse di essere rimasta incinta e anulla valsero le insistenti domande dei genitoriper sapere chi fosse il padre del nascituro: la ragaz-za non sapeva (o, come pensarono i parenti ed ilvillaggio, non volle) indicare nessuno come padredel bambino che portava in grembo.Nacque dunque il bambino, senza che TamayoriHime avesse mai rivelato il nome che tanto stava acuore ai genitori che, non dandosi per vinti, attese-ro che il nipote crescesse per architettare un fineinganno. Convocarono davanti alla loro abitazionetutti i maschi del villaggio e consegnarono al picco-lo una ciotola contenente del vino, invitandolo -confidando forse sull’innocenza fanciullesca e sulrichiamo del sangue - ad offrirla a chiunque reputasse essere suo padre. Il bambino simise dunque a girare in mezzo alla folla lì radunata, fissando negli occhi uno ad unogli uomini del villaggio, alla ricerca del suo possibile genitore: infine, si avviò inmaniera decisa verso la propria casa e, indirizzandosi al tetto, offrì la ciotola alla frec-cia riposta lì e dimenticata dalla madre. Da questo momento la leggenda, come acca-de di sovente nelle storie giapponesi, si diversifica, fino a diventare persino epico-reli-giosa: il bimbo ascese al cielo e diventò una divinità del tuono.Noi preferiamo invece fermarci in questo punto: con l’immagine vivida e familiare diquesto fanciullo, che fantasticheremo paffuto dentro ad un kimono ingombrante, chegira e inciampa nel cortile di casa, osservato da decine di occhi, forse anche un po’timorosi, alla ricerca del padre e che lo individua in una freccia spuntata… già, per-ché poi sarà stata spuntata? Chi sa qualcosa parli.

Kagamibuta che narra la leggenda diTamayori Hime. Scodella in avorio

e piattino in metallo, secolo XIX, diametro mm 45, non firmato.

Collezione La Galliavola

12_13_articolo_manju_- 13/12/10 16:18 Pagina 13

Page 14: Netsuke - n° 17 - 2010

14

Generalmente l’importanza di un evento crea attorno a séun’attesa spasmodica che ne determina il successo.

Nel caso della dispersione della Collezione Wrangham da parte della casa d’aste londi-nese Bonhams, avvenuta il 9 novembre scorso, esperto il nostro amico Neil Davey, l’ef-fetto si è ribaltato e l’attesa, creata con molta arte, alla fine… ha creato l’evento. Queste le conclusioni a cui siamo giunti con Bruno Asnaghi dopo lunghe chiacchie-rate basate in un primo tempo sulle ipotesi ed infine documentate, con il catalogofinalmente tra le mani, a commentare pezzo per pezzo quella che era stata enfatizza-ta come la vendita all’asta dell’anno. La parziale delusione è stata attutita e giustifica-ta dalla riflessione che Edward Wrangham è stato soprattutto un collezionista di lac-che. Queste infatti, nel catalogo, sono state privilegiate rispetto agli 83 lotti di netsu-ke, che sono quasi tutti in legno, solo una quindicina in avorio e qualche manju,accompagnato dal forte sospetto che si tratti di uno smembramento dei set con glistessi inro. Tolti i netsuke, gli inro sarebbero riusciti a mantenere la stessa attrattiva,serbando inoltre lo stesso valore economico, mentre i netsuke, da oggetti comple-mentari sarebbero diventati primari e con un valore proprio e consistente. E’ quan-to in effetti poi è accaduto, i netsuke, risultati banali ad una prima lettura del cata-logo, ma sapientemente accreditati da precedenti collezioni e pubblicazioni, hannoottenuto risultati eccellenti con piena soddisfazione della casa d’aste e non poco stu-pore tra gli “addetti ai lavori”. Citeremo in questa sede introduttiva i principali auto-ri che hanno pubblicato un gran numero dei netsuke presentati all’asta, evitando diripetere per ogni lotto la relativa bibliografia: B. HURTIG, Masterpieces of Netsuke Art,Weatherhill, 1973; N. DAVEY, Netsuke. A comprehensive study based on the M.T.Hindson Collection, Sotheby Parke Bernet, 1974; F. MEINERTZHAGEN, TheMeinertzhagen Card Index on Netsuke in the Archives of the British Museum, edito acura di G. Lazarnick, Alan R. Liss, 1986. La scelta dei lotti, che qui di seguito andiamo a commentare, risponde a criteri pura-mente personali. Infine si tenga presente che, essendo a Londra, i risultati, già com-prensivi delle commissioni, sono espressi in sterline (pound) e quindi devono essereaumentati di circa il 50% per la conversione in euro.

Londra, Bonhams, 9 novembre

Wrangham Collection Parte I

Quando l’attesa crea l’evento

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 14

Page 15: Netsuke - n° 17 - 2010

15

LLotto 113. Netsuke in legno, un dragone,firmato Juko, secolo XIX, altezza cm 4,5,valutato 2.000/2.500 sterline, aggiudica-to a 21.000. Asnaghi commenta che peruna delle più comuni interpretazioni deinetsuke, la cui esecuzione oltretutto nonè di particolare qualità, dalla forma con-fusa, il prezzo pagato di 30.000 eurorisulta eccessivo. Suggeriamo che debbatrattarsi di un soggetto non particolar-mente fotogenico: la nostra ricerca sulMasterpieces of Netsuke Art dell’Hurtig

non hainfatti dato esiti migliori. Lotto 115. Netsuke in legno, una tigre con cuccio-lo, firmato Tanako Minko (1735-1816), altezza cm4,5, stimato 4.500/5.000 sterline e venduto a9.360. Minko, un ottimo netsukeshi, che prediligel’intaglio di animali, qui rappresenta uno dei sog-getti più ricercati dai collezionisti. La particolareattenzione del carver nel ricavare l’himotoshi tra lezampe anteriori e intarsiando gli occhi di ottonecon la pupilla nera di ebano, giustificano l’apprez-zamento del compratore che ha raddoppiato ilvalore di stima. Lotto 118. Netsuke in legno, un cane accucciato,

firmato Masanao di Kyoto, tardo secolo XVIII, lungo cm 5,4, viene proposto con unastima di 20.000/25.000 pounds e passa di mano a 38.400. Prezzo più alto pagato perun netsuke all’interno di quest’asta. Si tratta di un semplice cagnolino accucciato e conla coda arricciata. La forma non è simpa-tica né feroce. L’Asnaghi afferma: “Senzaironia si tratta di un botolo, neppur rin-ghioso. Un pezzo che mi pare squalifichila firma dell’autore”. In effetti, uno deilotti che ci ha lasciato più perplessi, con-siderando anche che, ricercando altreriproduzioni fotografiche del soggetto, ilrisultato non è migliorato. Sembra quasiche una firma incisa, Masanao, giustifichi

Lotto 113

Lotto 115

Lotto 118

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 15

Page 16: Netsuke - n° 17 - 2010

la somma di oltre 50.000 euro. La qualità rimane quin-di ininfluente?LLotto 123. Netsuke in legno, la testa di un samurai, fir-mato Iwama Masayoshi, secolo XIX, altezza cm 4,2, sti-mato 1.000/1.500 e aggiudicato a 12.000 sterline. Unodei pezzi più controversi: l’Hurtig lo definisce un arhat,Davey circa quarant’anni fa come un rakan, ora lo stes-so Davey lo descrive come la testa di un samurai, sotta-cendo a tutti l’elemento forse più importante: non sitratta di un semplice netsuke. Asnaghi evidenzia, giusta-mente, che si tratta di un Suigara-ake (un posacenere) eaggiunge inoltre che, vista l’acconciatura dei capelli, sitratta sicuramente della testa di un samurai e che l’anel-

lo del codino serva per estrarre la cenere del vano sottostante. Nonostante questedisquisizioni, neanche accademiche, l’esbor-so di circa 18.000 euro sembra eccessivo,anche considerando la felure, meglio riscon-trabile in altre fotografie, che interessa la partedestra del volto. Un alto valore per una “gnuc-ca interpretazione dall’ebete espressione”.Asnaghi dixit.Lotto 124. Netsuke in legno, gruppo di cin-que aironi, firmato Tategawa Takusai, seco-lo XIX e venduto per 12.000 sterline. Quattro aironi sono sulla base e il quinto è alcentro, con le ali quasi aperte a proteggere gli

altri, com-pattando la figura intera. Il legno è leggermenteconsumato e di bel colore. Il soggetto abbastan-za inusuale, raffinato e finemente intagliato,non giustifica comunque, a nostro avviso, i circa18.000 euro pagati. Lotto 125. Netsuke in legno, un tamburo con all’in-terno un gallo, firmato Naito Toyomasa (1773-1856), diametro cm 4,5, stimato 3.500/4.000 eaggiudicato a 3.600 sterline. Finalmente un lottoaggiudicato ad un prezzo “normale”, se tale puòdirsi la somma di oltre 5.000 euro per un sem-plice manju.

16

Lotto 123

Lotto 124

Lotto 125

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 16

Page 17: Netsuke - n° 17 - 2010

LLotto 141. Netsuke in legno laccato, un pesce essiccato, attribuito a Ogawa Haritsu(Ritsuo), secolo XVIII, lungo cm 10,9, stimato 4.000/4.500 e aggiudicato 4.320pounds. Il retro è decorato con un disegno di foglie in lacca rossa mentre la coda, lepinne e il filo sono in lacca d’oro. La figura del pesce ricopre un ruolo importantenella tradizione giapponese, in quanto simbolo di buona fortuna e di salute. Un belnetsuke ad un prezzo equo, ma Asnaghi ha la sua da dire: “A ben vedere non sembre-rebbe un pesce essiccato…”: in effetti generalmente questa tipologia di netsuke rap-presenta un salmone tagliato per essere servito crudo come sashimi, per la precisione.

Lotto 143. Hako netsuke in lacca, La lepre sulla luna, firmato Shibata Zeshin (1807-1891), altezza cm 3,2, valutato 2.500/3.000 sterline e aggiudicato a 33.600.Nonostante l’incredibile prezzo pagato, pochi commenti per uno scatolino di lacca,rivalutato dieci volte la stima e che fa esprimere Asnaghi in questo modo: “Altrorebus avvolto in un crittogramma”. Tutto chiaro, no? Lotto 158. Kagamibuta, scodella in dente di narvalo e piattino in shibuichi, firma-to Ozawa Shuraku e attribuito a Kaigyokusai Masatsugu, secolo XIX, diametro cm5,1, quotato 2.500/3.000 sterline, aggiudicato per 7.440. Sul piattino sono fine-mente e lievemente incise farfalle danzanti. Nonostante la buta sia di materiale raroe ricercato, le numerose crepe naturali e del tempo avrebbero dovuto condizionare,e non di poco, il prezzo di questo manju, invece…

17

Lotto 141

Lotto 143 Lotto 158

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 17

Page 18: Netsuke - n° 17 - 2010

LLotto 163. Netsuke in avorio, Hotei con il sacco, fir-mato Ohara Mitsuhiro di Osaka (1810-1875), altezzacm 4,2, stimato 1.500/1.800 sterline e aggiudicato a5.400. Curiosa imitazione di un modello di netsukein porcellana dura di Bizen. L’avorio è tinto per imi-tare la trama del biscuit. Non sappiamo quanto ilsenso estetico abbia tratto vantaggio dalla sperimen-tazione tecnica.Lotto 165. Netsuke in avorio, gruppo con due coni-gli, firmato e attribuito a Okatomo, Kyoto, primi del1800, altezza cm 4,5, la stima di 4.500/5.000 sterli-ne ha avuto un riscontro di 6.000. Una comuneinterpretazione naturalistica, che non ha convinto

completamente i collezioni-sti, che evidentemente nonhanno creduto né alla firmané all’attribuzione. Un netsu-ke destinato a rimanere nellimbo. Lotto 174. Netsuke in denteprobabilmente di una creatura

m a r i n acon incisoin rilievoun ragno,f i r m a t oS e i y o d oTomiharu, Iwami, datato 1787, altezza cm 5,4, stimato2.000/2.500 sterline e aggiudicato per 5.400. Anche in questolotto, scopriamo una divergenza: il Lazarnick nella sua pubbli-cazione indica il materiale addirittura come dente di tigre.Sembra più corretto il giudizio di Neil Davey. Scandalizzatol’Asnaghi dal prezzo pagato per “un dente con un ragnettoincorporato”. Lotto 177. Un artiglio naturale di ibis adattato a netsuke, tardosecolo XIX - inizio XX, non firmato, altezza cm 7,6, stimato400/500 pounds e assegnato a 2.880. Questo lotto lo commen-tiamo esclusivamente per evidenziare quanto possa essere molte-plice e soggettiva la valutazione del bello…

18

Lotto 163

Lotto 165

Lotto 174

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 18

Page 19: Netsuke - n° 17 - 2010

LLotto 178. Netsuke inlegno laccato, mascheradi Konoha Tengu, non fir-mato, secolo XIX, altezzacm 4,5, valutato 650/700e venduto a 4.200 sterli-ne. Immagine dal lungonaso di Tengu, avvolto inun furoshiki (fazzoletto)laccato in fondame, confoglie di acero in taka-makie. Probabilmentenon sufficientemente considerato nella stima iniziale, ha raggiunto la sua giu-sta quotazione. Lotto 183. Netsuke in legno, maschera di O-Beshimi, firmato Deme Uman, iniziosecolo XIX, altezza cm 4,5, quotato 450/500 e venduto a 840 sterline. Forsedistratti dall’ultimo lotto, i collezionisti hanno lasciato che questo omote di O-Beshimi andasse regalato. Questo bell’oggetto, infatti, confermerebbe che, in alcu-ne occasioni, le maschere dei netsuke possano arrivare ad essere addirittura più affa-scinanti di quelle prodotte per il teatro Nō, sebbene, come in questo caso, sianocreate da una stessa famiglia di mascherai, Deme, attivi da secoli in quell’ambito. Ci sarà, probabilmente nell’autunno del prossimo anno, la vendita della secondaparte della collezione Wrangham: ci siamo dati l’appuntamento con Asnaghi.

19

Lotto 178

Lotto 177

Lotto 183

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 19

Page 20: Netsuke - n° 17 - 2010

20

Il mese di Gennaio Londra vedrà l’apertura di una nuova galleria d’arte giapponese,la Rutherston & Bandini Ltd. Due veterani della Sotheby’s e della scena dell’arte giap-ponese, Max Rutherston e Rosemary Bandini, uniscono infatti le loro forze in questanuova iniziativa.

Dopo la laurea ad Oxford, la carriera di Max Rutherston all’interno del mondo del-l’arte è iniziata nel 1979 come esperto di pittura europea presso la Sotheby’s a Londra,poi di pittura britannica nella galleria in New Bond Street per poi approdare nuova-mente in Sotheby’s all’interno del Dipartimento d’arte giapponese di cui in seguitoha ricoperto la carica di direttore. Infine presso Sydney L. Moss Ltd., la galleria d’ar-te asiatica più antica di Londra, per amministrare la galleria e ingrandire il businessall’interno dell’arte giapponese.

Rosemary Bandini ha lavorato all’interno del Dipartimento di arte giapponese allaSotheby’s dal 1977, prima di sposare Luigi Bandini della Eskenazi Ltd. In seguito, hacontinuato a lavorare nel campo dell’arte giapponese presso Eskenazi curando la pre-parazione dei cataloghi per le esposizioni ed organizzando due mostre di successo,prima di configurarsi come dealer indipendente nel 1998. Autrice di libri che regi-strano e catalogano collezioni private di netsuke, tra cui è sicuramente da segnalare

Arte giapponese a Londra

Rutherston & Bandini Ltd.

Max Rutherstone Rosemary Bandini durante il pranzo in apertura del Symposiumnel Novembre 2010

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 20

Page 21: Netsuke - n° 17 - 2010

21

Shishi and Other Netsuke, theCollection of Harriet Szechenyi è ,inoltre, parte integrante della sezioneeditoriale dell’Associazione Franco-Giapponese. Ha pubblicato un grannumero di articoli e presiede a fre-quenti e regolari conferenze sull’argo-mento dei netsuke.

I due, insieme, hanno appena organizzato il London Netsuke Symposium, largamentericonosciuto, ad oggi, come il miglior convegno sull’argomento. I due soci dovrebbero, quindi, aprire le porte della loro nuova galleria, sita all’inter-no della Georgian House, in Bury Street, St. James, il 4 gennaio prossimo.Nonostante questo delay, i due partner saranno disponibili dal primo dicembre.

Mentre attendiamo il nuovo numero di telefono, sono contattabili:

Max RutherstonMobile: +44 7973 775635 [email protected]

Dal 4 gennaio 2011 al seguente indirizzo:5 Georgian House

10 Bury Street London SW1Y 6AA

Tomotada: Tigre con cucciolo.

Seiyodo Gansui: Zanna di cinghiale con inciso un drago.

Sekijoken Motozane: Tsuba.

Rosemary Bandini+44 7968 182292

[email protected]

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 21

Page 22: Netsuke - n° 17 - 2010

22

Gentile signor Gaggianesi il suo bollettino di Giugno mi aveva opportunamente informato del London NetsukeSymposium da tenersi nei giorni dal 5 all’8 di novembre. Trovandomi in quel perio-do in Inghilterra con mia moglie ho potuto fare una puntata a Londra e seguire partedei lavori. Il giorno 7, in una città invasa da italiani in preda a febbre da shopping, ci incammi-niamo verso gli oggetti della nostra passione. Il Simposio si tiene in Mayfair presso laDartmouth House, sede dell’organizzazione caritatevole English Speaking Union. È pernoi una interessante occasione sia per vedere begli esempi di netsuke che per conoscere imaggiori esperti del settore. La prima piacevole sorpresa è il fatto che nel cercare la ESUci imbattiamo nella sede della Sydney Moss in Queen Street, a due passi dalla nostrameta. Accolti con grande cortesia possiamo prendere visione dell’intera raccolta di inro,ojime e netsuke di Elinor Nordskog, un’anziana ed eccentrica collezionista california-na. Ancora estasiati da quanto abbiamo visto, ma allo stesso tempo sconvolti da alcunidei prezzi che ci sono stati indicati, arriviamo presso la sede del simposio. Qualche passoattraverso le ovattate sale della Dartmouth House per individuare ove si svolgono i lavo-ri ed eccoci giusto in tempo per partecipare al worshop organizzato da Petra Dormanrelativo all’identificazione di soggetti Netsuke. Un pubblico attento, ma non partico-larmente numeroso, viene intrattenuto dall’esperta che esamina netsuke dai soggetti pocofamiliari presentati direttamente da collezionisti. Sotto i nostri occhi passano sennin dagliattributi mai visti, qualche astruso soggetto buddista, manju con iscrizioni misteriose…Le spiegazioni evocano le fantasiose storie e leggende che hanno ispirato i netsukeshi.Qualche esitazione solo quando si tratta di fare attribuzioni a scuole o interpretare firme.In questo campo la vita è dura per tutti. Un rapido lunch e poi il momento tanto attesodell’apertura della dealer room. Che assortimento di grossi calibri! Da Sagemonoya aRosemary Bandini. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni: trattati come se fossimo col-lezionisti d’oltre oceano ognuno è gentile e prodigo di spiegazioni. Abbiamo anche l’occa-sione di conoscere alcuni dei collaboratori della International Netsuke Society la presti-giosa rivista americana, in particolare Yoshida Yukari responsabile della rubricaQuestions & Answers. Ci è solo dispiaciuto non poter vedere Neil Davey, probabilmen-te il più grande esperto vivente di netsuke. È sera siamo ad Heathrow in attesa del nostroaereo, appagati nella vista ma non stringiamo niente tra le nostre mani.

Paola e Gianni Rimondi

PS. L’appetito vien mangiando. E perché rinunciare agli eventi di casa nostra? E così il gior-no 13 siamo in Via Borgogna nella sede della Galliavola al Milano Netsuke Meeting. Il campionario è meno ricco, ma i pezzi sono ugualmente belli, l’atmosfera è più sciolta,c’è più calore, i prezzi sono più umani… ed ecco che anche noi, finalmente, ci decidiamo adacquistare il pezzo che arricchisce la nostra piccola collezione….

ddite la vostra ...

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 22

Page 23: Netsuke - n° 17 - 2010

Carissimi Carla e Roberto,complimenti vivissimi per il successo riscosso dal primo MilanoNetsuke Meeting dello scorso 13 Novembre.Grazie per aver dato una risposta così concreta alla domanda che,alla fine del 2006, ci ponevamo di fronte allo scempio che le pro-poste delle Case d’Asta e dei Mercanti stavano facendo del mondodei Netsuke e degli Okimono.Ricordate? Ci chiedevamo come fosse possibile che in Italia nonesistesse - salvo rare eccezioni - alcuna conoscenza di una così affa-scinante forma d’Arte. Tante volte abbiamo commentato le vergo-gnose proposte del mercato nazionale concludendo che se il colle-zionista neofita era totalmente privo di difesa ciò era dovuto essen-zialmente al fatto che nessuno (eccezion fatta per il ProfessoreAsnaghi e pochi altri) si era sino ad allora preoccupato di fornirglipunti di riferimento ben precisi, sufficienti cioè ad evitargli quegliincauti acquisti che normalmente finiscono per bloccare sul nasce-re una coinvolgente passione. Esisteva, invero, una limitata biblio-grafia in lingua inglese che tramite rare e costosissime pubblicazio-ni, non a tutti accessibili, riproponeva quasi sempre le solite opereda collezioni storiche. Mancava così un approccio propedeuticoper i neofiti che quindi non potevano sicuramente permettersi, agliinizi, l’acquisto di un “cavallo al pascolo” o di un “olandese congallo”, di epoca certa e di sicura provenienza.Questo era il vuoto che bisognava colmare e Voi ci siete riusciti:grazie alla Vostra iniziativa sentiremo sempre con minor frequen-za indicare i Netsuke e gli Himotoshi con i termini bottoni e fori.Con pazienza, intelligenza ed impegno professionale siete riuscitiin poco tempo a realizzare ed a consolidare un veicolo (il Bollettino) che costituisceoramai un punto di riferimento così importante da richiamare al I Meeting una“folla” impensabile all’inizio dell’avventura.Sicuramente la Baronessa,, che con signorile passione e professionalità riuscì a tra-smettere il piacere tattile del Netsuke ad un ristretto gruppo di amici-clienti, sarà estre-mamente orgogliosa di come avete saputo raccoglierne il testimone.Auspico un sempre maggior coinvolgimento dei fruitori del Bollettino e, in attesa diritrovarci tutti, affettuosamente Vi abbraccio.

Fabrizio Bellini, Il Professore

Mai lettera pubblicata su questo Bollettino ci ha fatto più piacere!Carla e Roberto

dite la vostra ...

Rarissimo Stranierocon spadone, avorio,secolo XVII-XVIII,

altezza mm 86.Collezione Bellini.

14_23_aste_dicembre_- 13/12/10 16:17 Pagina 23

Page 24: Netsuke - n° 17 - 2010

La Galliavola Arte OrientaleVia Borgogna, 9 - 20122 Milano

tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708www.lagalliavola.com [email protected]

copertina_1_2_24_copertina 13/12/10 16:16 Pagina 3