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NARRATIVA FANTASTICA GLI EDITORI CHE PUBBLICANO VINCERE IL PREMIO URANIA ALTRISOGNI INTERVISTA ALBERTO COLA RIVISTA DIGITALE DI HORROR, SCI-FI E WEIRD ...E IN AGGIUNTA: NOTIZIE, RECENSIONI, SUGGESTIONI! 8 RACCONTI DI FANTASCIENZA HORROR E WEIRD DI Francesca Angelinelli Luca Ducceschi Simona Gervasone Alfredo Mogavero Massimiliano Monti Corrado Sobrero Francesco Troccoli Fabrizio Valenza numero 1

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Page 1: Narrativa faNtastic a di faNtascieNza€¦ · Un racconto di fantascienza tra Ghost in the Shell e Kagemusha. Pag. 24 Memoria di memorie, di Massimilliano Monti Una storia squisitamente

Narrativa faNtastica gli editori che pubblicaNo

viNcere il premio uraNia altrisogNi iNtervista alberto cola

Rivista digitale di HoRRoR, sci-Fi e WeiRd

...e iN aggiuNta: Notizie, receNsioNi, suggestioNi!

8 raccoNti di faNtascieNza

horror e weird difrancesca angelinelli

luca ducceschisimona gervasonealfredo mogavero

massimiliano monticorrado sobrero

francesco troccolifabrizio valenza

numero 1

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versione per applicazioni ridotte

versione negativo

versione negativo ridotta

Un libro su quello che può (o deve) capitare a un uomo affinché sia libero di diventare se stesso. Anche se forse non gli converrebbe…

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Editoriale

U na volta esisteva Weird Tales, una rivista che ha fatto la sto-ria. Ha pubblicato racconti di fantascienza, storie dell’orro-

re, vicende affascinanti e bizzarre. Ha lanciato e dato dignità al racconto, alla storia breve, come metodo espressivo per narrare il fantastico. Un esperimento, un gesto coraggioso.Altrisogni nasce con l’idea di (ri)lanciare il racconto come forma narrativa e dare risalto a chi, in Italia, scrive racconti fantastici e lo fa con metodo, talento e professionalità. La nostra rivista vuole essere una finestra per gli scrittori di genere italiani. Autori af-fermati, esordienti assoluti, non facciamo differenza. Discriminiamo solo in base alla qualità della scrittura e delle storie. Trattiamo di fantascienza, dalla space opera al cyberpunk, con tutte le possibili declinazioni parallele ed intermedie. Ci occupiamo di orrore, dalle classiche storie di spettri alle visioni apocalittiche di mondi travolti dai morti viventi. Parleremo di narra-tiva weird: quel genere costituito da una commistio-ne di stili e contaminazioni, bizzarro, sorprendente, allusivo e inquietante. E a corredo di tutto ciò… i nostri articoli. Non ci sono mezzi termini: Altrisogni è concepita come rivista per chi ama leggere... e noi crediamo che uno scrittore debba essere prima di tutto un avido lettore. Vogliamo rivolgerci a chi so-gna e mette su carta i propri incubi. E sulla fantastica e coraggiosa figura dello scrittore italiano di genere è tarata la nostra parte redazionale. Le Notizie riporta-no informazioni interessanti per gli autori: concorsi

letterari, premi, pubblicazioni e novità. Le Recensioni non sono “sviolinate” di prodotti, ma analisi fatte da “chi scrive”, per “chi scrive”: anche quando negative, sono costruttive e analitiche. In ogni numero presen-tiamo un’intervista a un autore di buon livello e fama, qualcuno che ce l’ha fatta (almeno un pochino) e pro-poniamo un articolo di approfondimento tematico. In chiusura, le Suggestioni: perché input e idee posso-no arrivare da qualunque direzione, e possono essere un aiuto per chi vive sviluppando trame e personaggi. Weird Tales ha fatto storia. Noi vogliamo dare forma ai sogni. E il giusto risalto ai sognatori. A questo punto non possiamo che augurarvi e augurarci…

Buona lettura!

luNga vita al raccoNto

Viss

Altrisogni - Rivista digitale di horror, sci-fi e weirdPubblicazione aperiodica - settembre 2010

Coordinamento editoriale: Christian Antonini e Vito Di Domenico

Progetto grafico, grafica e impaginazione: Sabrina Rossi

Redazione: Christian Antonini, Vito Di Domenico, Andrea Fattori, Luigi Lo Forti

Illustrazione di copertina: Antonio Dessì

Illustrazioni interne: Alexx Priano, Massimo Pietro Gioviale, Max Grigioni

Hanno collaborato: Francesca Angelinelli, Luca Ducceschi, Simona Gervasone, Alfredo Mogavero, Filippo Schininà, Corrado Sobrero, Francesco Troccoli, Fabrizio Valenza

Redazione Altrisogni, dbooks.itpresso Gruppo Orange, via Monfalcone 57/5920099 Sesto San Giovanni, Milanowww.dbooks.it

[email protected]

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Sommario

Pag. 3 Editoriale

Pag. 6 Notizie Novità editoriali, eventi e concorsi letterari.

Pag. 8 Racconti brevi Cinque racconti entro i 10.000 caratteri.

Pag. 34 Le interviste di Altrisogni: Alberto Cola Altrisogni incontra il vincitore del Premio Urania 2009.

Pag. 40 Approfondimento: A volo radente sul fantastico italiano Le case editrici italiane medio-piccole che pubblicano horror, SF e weird.

Pag. 48 Racconti lunghi Tre racconti entro i 35.000 caratteri.

Pag. 78 Recensioni Da scrittore a scrittore: i libri letti dalla redazione.

Pag. 84 Suggestioni Fonti di ispirazione per chi scrive fantastico.

Pag. 86 Ricercato Vuoi scrivere un racconto per Altrisogni?

Cover: Antonio DessìNato a Cagliari nel 1975, Antonio Dessì ha lavorato come grafico e 3D artist per l’Arkhè Graphics e come illustratore di libri per ragazzi. Attualmente è illustratore e grafico fre-elance. Il suo talento multiforme gli ha permesso di lavorare come concept artist, matte painter, game designer e graphic designer. In veste di creatore di giochi ha realizzato nel 2005 il gioco di carte MinimonFa, pubblicato da Stratelibri, di cui è stato art director. In seguito ha illustrato numerosi giochi da tavolo, quali Family Business (Mayfair Games), Constantinopolis (Homo Ludens, Fantasy Flight Games), SmileyFace (Fantasy Flight Ga-mes) e Olympus (Stratelibri). Di recente ha realizzato la copertina del romanzo La collina di Malakie Dun, di Paolo Pari, edito da dbooks.it.I suoi lavori sono visibili anche all’indirizzo www.antoniodessi.com.

Sul web: www.dessin75.deviantart.com

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RACCONTI BREVI

Pag. 8 Primo risveglio, di Corrado SobreroOgni volta che torniamo da un viaggio portiamo con noi qualcosa che ci cambia per sempre. È ciò che scopre il protagonista di questo racconto di fantascienza asciutto e sorprendente.

Pag. 12 Uomo nuovo, di Simona GervasoneUna donna dall’incredibile talento scientifico porta a termine l’esperimento a cui ha lavorato tanto a lungo. Solo che… Un racconto fosco e spietato, moderno ma dai toni gotici.

Pag. 20 Doppio gioco, di Francesca AngelinelliImperi economici si affrontano nella Tokio del futuro come potenze in guerra del Giappone feudale. Un racconto di fantascienza tra Ghost in the Shell e Kagemusha.

Pag. 24 Memoria di memorie, di Massimilliano MontiUna storia squisitamente cyberpunk, con idee originali e una scrittura giovane e fresca: la tecnologia può migliorare la vita umana? Sì, a patto che tutto proceda senza imprevisti.

Pag. 30 Nude mani, di Francesco TroccoliIn questo racconto di fantascienza una sensazionale scoperta archeologica getta nuova luce sulla vita e la “natura” di popoli scomparsi da millenni incalcolabili.

RACCONTI LUNGHI

Pag. 48 Il traditore, di Alfredo MogaveroUn racconto weird grazie al quale scopriamo quanto può essere profondo l’amore di uno scrit-tore per il proprio romanzo… e per i personaggi che in esso vivono.

Pag. 58 Il Pifferaio di Hameln, di Fabrizio ValenzaQuale è stato il destino del villaggio di Hameln, dopo che il Pifferaio Magico riuscì a liberarlo dai topi che lo invadevano? Una storia horror gotica e oscura.

Pag. 68 A casa di Lucia, di Luca DucceschiUn racconto dell’orrore a tinte forti, decisamente non per tutti i palati. Una storia di sesso, depravazione e morte. A letto i bambini!

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racconti brevi

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L’appartamento in cui stava entrando avrebbe potuto essere ovunque. La picco-la targa di metallo satina-

to sulla porta recitava laconica Zante Jäger - Chirurgo. Per il resto sembrava una delle aperture su altrettante di-more fighette di quel palazzo.

Eric sapeva bene cosa avrebbe trovato là dentro e, sebbene avesse passato l’ultima settimana a convin-cersi che stava facendo la cosa giusta, quando suonò provò una specie di vertigine. Forse era il senso di urgen-za, forse più banalmente la paura.

La serratura automatica emise un ronzio. Eric sospirò ed entrò. Alla pic-cola reception trovò un’assistente in camice bianco, non particolarmente attraente ma dall’aspetto gelidamen-te professionale. Zante sceglieva solo i migliori tirocinanti. Del resto, come medico più quotato in città se lo po-teva permettere. Probabilmente la ragazza aveva già ricevuto offerte di lavoro dai principali ospedali, o le avrebbe ricevute presto.

Non gli chiese nemmeno il nome.

“Il dottore la sta aspettando.” Eric aveva già lasciato le sue generalità al piano terra e non servivano troppe cerimonie.

Entrò nell’ufficio di Zante, minima-le e maniacalmente ordinato. Tutto, perfino la piccola pila di riviste su un basso tavolino e le piante d’apparta-mento, era permeato di un senso di pulizia estrema. Eric sapeva che tutto era costruito per rassicurare i pazien-ti, ma quella volta fu ben contento di abbandonarsi a quell’innocente in-ganno.

“Ne sei proprio certo?” Eric non ve-deva Zante così corrucciato da molto tempo.

Si sforzò di sembrare sicuro. “Certamente. E poi, ho scelta?” La

seconda parte del discorso era l’uni-ca in cui credeva. Per il resto, tra circa venti minuti Zante gli avrebbe infilato una collezione di strumenti chirurgi-ci nel cranio e avrebbe collegato una serie di circuiti microscopici alla sua corteccia prefrontale. Subito dopo, salvo imprevisti, Eric avrebbe potuto

Memoria di memoriedi Massimiliano Monti

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iniziare a ricordare con una vividez-za fuori dal comune. Sapeva che, con operazioni simili, nel 2% dei casi il pa-ziente non si sarebbe risvegliato e in un rimanente 1% avrebbe perso qual-cuno dei cinque sensi o la capacità di muoversi. Sapeva tutto quello che gli serviva e non voleva pensarci troppo.

“Allora prepariamoci.” Zante si alzò dalla scrivania calmo e risoluto. Aprì una porta sulla sinistra.

Se il resto di quello studio sembra-va la quintessenza dell’igiene, la pic-cola sala operatoria incuteva timore. Al centro della stanza si trovava una poltrona reclinabile, sopra di essa una potente lampada alogena dalla quale si dipanava un intreccio di strumenti che faceva di tutto per sembrare ras-sicurante. Accanto alla sedia alcune apparecchiature di cui Eric conosceva vagamente l’impiego. Dietro la pol-trona riconobbe un rack di server di ultima generazione. Zante era uno dei pochi in città che potesse vantare una potenza di calcolo pari alla sua, se non addirittura superiore.

Eric si accomodò sulla poltrona, da cui poteva vedere con la coda dell’oc-chio una serie di monitor e la piccola postazione di interfaccia che avrebbe utilizzato Zante. Operare con le micro-sonde richiedeva una precisione su-periore a quella di qualsiasi muscolo umano, anche se compensato dai ser-vomotori dei robot da sala operatoria. Zante operava interfacciando diretta-mente il suo cervello con i macchinari. Ecco perché quella microscopica sala operatoria permetteva di fare in un

paio d’ore operazioni che anni prima avrebbero richiesto una squadra di medici e una giornata di intervento.

Zante lo fece accomodare, poi ar-meggiò con alcuni comandi. Le cin-ghie di sicurezza imbrigliarono Eric, che reagì con una smorfia.

“Servono per evitare i movimenti involontari.” Spiegò il medico. “Visto il tipo di operazione non possiamo usare dei neuroinibitori. Un errore di un micron significa mandarti all’altro mondo.”

Eric sospirò rassegnato. Conosceva i metodi di Zante e sapeva che se c’era ancora una persona di cui fidarsi in città era proprio lui, anche se a volte i suoi metodi mettevano i brividi.

Zante si accomodò a sua volta e, dando la schiena a Eric, si applicò un paio di elettrodi alla base del col-lo. Non sembravano diversi da quelli usati per un elettrocardiogramma. Per qualche curioso motivo Eric era sempre stato convinto che avrebbe visto Zante infilarsi qualche spillone nel cervello. Sorrise, ammettendo a se stesso che non aveva mai pensato alla possibilità di una banale conduzione per contatto.

“Ora inizieremo con l’anestesia, poi passerò a iniettarle le nanomacchine.”

Eric si ricordava la spiegazione per sommi capi: l’idea era che Zante avrebbe modellato le nanomacchine grezze direttamente all’interno del suo cervello, usando le sonde.

“Si rilassi, andrà tutto per il meglio.”Eric ebbe un leggero sussulto. La

voce di Zante e il suo modo di parlare

Memoria di memorie

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racconti brevi

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gli sembravano cambiati.Quando il medico si voltò per ini-

ziare l’operazione, Eric sentì una vo-ragine aprirsi sotto di lui. Al posto di Zante Jäger c’era un uomo dai tratti mediorientali che lo guardava con di-stacco.

Provò a divincolarsi con tutte le sue forze, ma non poteva muoversi in nessun modo. Le cinghie di sicurezza glielo impedivano. Cacciò un grido acuto, mentre con la coda dell’occhio vedeva qualcosa avvicinarsi alla base del collo. Fu l’ultima cosa che vide.

Nero.

Fu come risvegliarsi da un lungo ri-poso. Eric era steso in un comodo let-to profumato di pulito.

Impiegò svariati minuti per render-si conto di quello che era successo. Ebbe l’impressione che tutto il san-gue del suo corpo fluisse verso la te-sta per poi svuotarla completamente. Con uno scatto si raddrizzò sul letto, ma le vertigini lo costrinsero a sdraiar-si subito dopo. Esplorò il proprio cor-po per come poteva. Qualsiasi cosa gli avessero fatto non aveva lasciato segni.

Zante arrivò qualche minuto dopo con una cartellina.

“Come stai?” gli chiese con indiffe-renza.

Se ne avesse avuto le forze Eric gli sarebbe saltato al collo. Sentiva la rab-bia come un boccone dal gusto me-tallico cacciato in gola con la forza.

“Cosa mi avete fatto?” riuscì a dire con filo di voce strozzata fra la debo-lezza, la rabbia e il pulsare delle tem-pie.

“Quello che mi avevi chiesto.”Prima che Eric avesse il tempo di

capire e rispondere, fece il suo in-gresso nella stanza l’uomo che l’ave-va operato. Eric non vide e non sentì più nulla. Si catapultò giù dal letto con l’intenzione di oltrepassare Zante e mettere le mani al collo del medio-rientale... Ma le gambe gli cedettero non appena toccò terra.

I due medici lo raccolsero e lo ripo-sero a letto.

“Se ti calmi ti spiego tutto.” Conti-nuò Zante come se nulla fosse acca-duto.

“Non ho scelta, quindi fai come ti pare.”

“Il dottor Sani è il miglior chirurgo al mondo per questo genere di ope-razioni. E per tua fortuna è anche un amico di vecchia data. Tu avevi fret-ta e io non potevo rischiare di ridurti come una pianta d’appartamento.”

“Per poco non mi veniva un colpo! Come diavolo ti è venuto in mente?”

“L’unico errore del dottor Sani è stato quello di controllarti dopo aver disattivato il simulatore di fattezze. Al-trimenti non ti saresti accorto di nulla. Sapevo che non ti saresti mai fidato di qualcun altro, ma sapevo anche che se ti avesse operato Sani avrem-mo ridotto di due terzi le possibilità di insuccesso. Io sono il migliore in città, lui lo è al mondo.”

I metodi di Zante mettevano deci-

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samente i brividi.Per lui il bene del paziente era un

valore assoluto, anche quando c’era da andare contro la volontà dell’assi-stito. Nel ventesimo secolo avrebbe cauterizzato una ferita da arma da fuoco con un ferro da stiro pur di non lasciar morire qualcuno.

“Tornerò fra un paio d’ore. Il mal di testa e la debolezza saranno passati.”

Come promesso, dopo due ore

esatte, Zante tornò da Eric con la sua immancabile cartellina. Mentre solle-vava i fogli con i dati clinici per legge-re o appuntare qualcosa, lanciò ripe-tute occhiate al paziente. Terminato il suo lavoro da medico, gli chiese come stava.

“Non c’è male, anche se non mi sen-to più furbo. E sono ancora dell’idea di ucciderti appena riuscirò a muovermi abbastanza in fretta.” Cercò di scher-zare.

“I circuiti stimolano la tua memoria naturale, ma per farlo devono adat-tarsi ai tuoi schemi cerebrali. Perché funzionino pienamente e si allineino alla memoria a lungo termine ci vor-rà qualche giorno, con quella a breve termine invece dovrebbero già aver iniziato a funzionare. Facciamo una prova: cosa c’era scritto sul primo fo-glio della mia cartelletta?”

Eric si mise a ridere di gusto.“Non l’ho nemmeno visto!”“Ti sbagli, te l’ho mostrato apposta

per un paio di secondi. Provaci.”

Memoria di memorie

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racconti brevi

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“Ma come si comanda un ricordo?”“Dipende dal tuo schema di ap-

prendimento. Per semplificare... alcu-ni soggetti si devono sforzare come quando si studiava a scuola, altri ri-cordano le cose in modo spontaneo, un po’ come quando canticchi una canzone. Altri ancora semplicemente vedono quello che vogliono ricorda-re. La cosa migliore che puoi fare è cercare di ritornare mentalmente alla scena che ti interessa, concentrandoti un po’.”

Eric, che nel frattempo Zante ave-va aiutato ad alzarsi, fece una smorfia poco convinta.

“Proviamo.”“Sarebbe meglio che tu ti sedessi.”“Sto benissimo, e poi prima me ne

vado meglio è.”Detto questo Eric socchiuse gli oc-

chi e provò a tornare con la mente alla scena vissuta pochi istanti prima.

Bianco.

Se ci fosse stato un modo per de-scrivere quello che gli stava acca-dendo, Eric avrebbe usato le parole memoria accecata. Fu come un flash in piena notte, come vedere quindici film insieme. Il ricordo lo colpì come un’onda tangibile.

Stramazzò al suolo, mentre le tem-pie gli pulsavano dolorosamente.

Si risveglio, nuovamente sdraiato sul letto. Zante lo guardava.

“Come stai adesso? Hai perso i sen-si per un po’. È una cosa normale, ci vuole tempo per governare la memo-ria aumentata.”

Eric rispose elencando le prime 33 cifre del Pi greco, un verso in latino e il titolo di una nota canzone pop.

Scoppiarono a ridere entrambi.“Quando me ne potrò andare?”“Domani mattina, al massimo do-

podomani.”Presto sarebbe iniziata la sua nuo-

va vita.

Massimiliano MontiMassimiliano Monti scrive prevalentemente per lavoro. Appassionato di fantascienza, fantasy e giochi di ruolo (anche dal vivo), nel tempo libero legge, costruisce costumi e gioca di ruolo. Nutre un’inguaribile nostalgia per la scena cyberpunk dei primi anni Novanta e non vede l’ora che arrivi il 2020 per rileggere un certo manuale e riderci sopra. Esordiente assoluto in campo narrativo, Memoria di Memorie costituisce la sua primissima pubblicazione.

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racconti lunghi

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“Gli scrittori di narrativa fantastica sono animali strani. Come tutti coloro che scri-vono sono innanzitutto degli osservatori.” - Terry Brooks, A Volta la Magia Funziona

di Alfredo Mogavero

Il traditore

L a notte in cui misi l’ultimo punto sulla pagina di Word erano tutti intorno a me: Te-oban, Hald, l’Arciere Senza

Nome, Bragg Spaccaschiene e molti altri mi circondavano con gli occhi incollati al monitor, potevo sentire la loro eccitazione gravarmi sulla testa come un campo magnetico. Stravac-cati sul pavimento i folletti del Bosco Tetro si giocavano monete d’argento con le mie carte da poker, più in là Ronan il negromante leggeva Il colo-re venuto dallo spazio comodamen-te seduto in poltrona. Il troll si dava da fare con i miei pesi, sollevandoli come fossero giocattoli da bambini.

Non chiedetemi come facessero a starci tutti nel mio piccolo apparta-mento, draghi e mostri marini com-presi, perché non l’ho mai capito. Hashish, birra e solitudine avevano da tempo liquefatto il confine tra immaginazione e realtà, e io non mi facevo domande mentre lo valica-vo con la stessa facilità con cui una

persona normale entrerebbe al su-permercato. I personaggi del mio romanzo fantasy erano vivi come me e voi e abitavano a casa mia. Erano i migliori amici che avessi mai avuto, compagni discreti e premurosi, con-fidenti di cui non avrei potuto fare a meno. Con ognuno di loro avevo un rapporto speciale, insostituibile, lo stesso legame che un padre dovreb-be sempre avere coi propri figli.

– Ehi, correte tutti! – urlò Bragg Spaccaschiene voltandosi. – Ha fini-to!

Una marea di pance, petti, braccia e mani quasi mi sommerse, applau-si e urla echeggiarono tutt’intorno. Dopo due anni, ottantuno capitoli e innumerevoli sabati sera passati da-vanti al monitor a devastarmi diottrie e polmoni avevo portato a termine la mia opera prima, il mondo era ai miei piedi e mi sentivo nella testa una leg-gerezza che nessuna sbronza avreb-be potuto regalarmi. Feci appena in tempo ad alzarmi e sgranchire le

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Il traditore

ossa indolenzite che Iriwin, la fata del mattino, già mi aveva cinto la schie-na con le sue piccole braccia bianche come fiocchi di neve.

– Sei stato bravissimo – mi sus-surrò in un orecchio; la sua voce era il pizzico di un’arpa d’argento. – Ho sempre saputo che ce l’avresti fatta.

Si può essere innamorati di un proprio personaggio? Io credo di sì. Capelli castani, occhi di zaffiro e pel-le d’avorio, Iriwin rimarrà sempre nei miei pensieri come un obelisco inca-stonato nella palude fangosa della memoria. A volte la sogno ancora, e al risveglio scopro le guance umide di lacrime e le labbra che tremano, un torpore mortifero mi avvolge le membra come a voler confermare che non vivrò mai più qualcosa di simile a quello che c’è stato con lei. Il bacio che ci scambiammo quella notte, mentre i violini si lanciavano in una giga infinita e il grigio soffitto del mio appartamento trasfigurava in un cielo sconfinato, non lo dimentiche-rò fino a che questa inutile vita non si sarà consumata come un tizzone in una fornace.

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Il giorno in cui l’editore mi chia-mò nel suo ufficio avevo le ginocchia che mi tremavano. Seduto all’altro capo della scrivania mi accolse con un sorriso da carnivoro, i suoi occhi scintillavano di una luce fredda che mi ricordò i puntini rossi degli elet-

trodomestici in stand-by.– Complimenti – esordì. – È pub-

blicabile.– Da-da-davvero? – l’emozione az-

zerò la salivazione e mi attorcigliò la lingua. Presi a sudare come un mulo da soma.

– Certo – proseguì l’editore. – Na-turalmente ci sono delle modifiche da fare. Dovrà eliminare alcuni per-sonaggi che i nostri editor hanno ri-tenuto poco funzionali alla storia.

Precipitai in un burrone nero. Eli-minare? Che discorsi erano quelli? Tentai di dire qualcosa, ma avevo un nodo in gola e riuscii a malapena a emettere un gorgoglio strozzato. L’uomo dietro la scrivania continuò:

– Per prima cosa, dovranno scom-parire questo nano, tale Bragg Spac-caschiene, i folletti e il negromante. E poi il troll: una creatura troppo infla-zionata nel fantasy, meglio rimpiaz-zarla con qualcosa di più originale.

– Rimpiazzarla? – ripetei. – Ma io non credo di riuscire a...

– Oh, non si preoccupi – sorrise come se stesse spiegando le tabelli-ne a un bambino di dieci anni. – Non dovrà farlo lei, ci penseranno i nostri ghost writers.

Mi irrigidii. Non avevo mai udito quella parola e ne avrei scoperto il significato solo dopo qualche tem-po. Immaginate qualcuno che venga a casa vostra e si metta a riordinare a suo piacere l’arredamento, poi si ficchi nel vostro letto e si scopi alle-gramente vostra moglie, lasciando ditate unte e impronte sudicie su

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racconti lunghi

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ogni oggetto che vi appartiene sen-za il minimo riguardo. Ecco, questo è il ghost writer, mercenario invisibile al servizio dei mastodonti dell’edito-ria che fatturano ogni anno milioni di euro. Un mostro, un’aberrazione. L’in-cubo di qualsiasi scrittore.

– Anche l’eroe principale, questo Teoban, va sostituito – oramai lascia-vo che il mio interlocutore parlasse a ruota libera. – E anche la fata, che non serve proprio a nulla.

Avrei voluto morire, ma restai zitto. Lui dovette accorgersi del mio pallo-re, perché si fece serio e mi chiese:

– Giovanotto, qualcosa non va? Non avrà per caso cambiato idea? Sa che siamo la migliore casa editri-ce sulla piazza, e che disponiamo di mezzi pubblicitari illimitati.

– Lo so – gracchiai. – Non... non ho cambiato idea. È un onore pubblica-re con voi.

– Bene. Allora vada, e si prepari a diventare famoso. Le faremo sapere quando il libro sarà pronto.

Uscii dall’ufficio trascinando i pie-di, consapevole di aver venduto la mia anima al diavolo, e mi fiondai nel primo bar aperto. Bevvi fino a sera, poi raccolsi ciò che restava di me e mi avviai verso casa.

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Mi aspettavano tutti, come se fos-se il mio compleanno. Quando acce-si la luce mi assalirono vociando, mi tempestarono di domande, si spinse-

ro l’uno con l’altro per essere i primi ad apprendere la notizia.

– Allora, com’è andata? – chiese Hald. Dietro di lui si agitavano ala-barde, ali membranose e spettri di re caduti.

– Lo pubblicheranno – dissi sem-plicemente, a occhi bassi. La mia voce era un torrente di dolore che sgorgava da un pozzo buio.

Lasciai che l’entusiasmo si esauris-se, non potevo fare altro. Li vidi ab-bracciarsi, saltare, intonare canzoni di gioia e ballare in cerchio, comple-tamente all’oscuro della pugnalata che stavo per infliggere ad alcuni di loro. In mezzo a quella bolgia di berretti a punta, spadoni e scintille magiche solo Iriwin se ne restava im-mobile come una statua, e mi fissava con occhi che non avevo il coraggio di sostenere. Aveva capito che qual-cosa non andava. Lei era diversa da-gli altri.

– Ascoltate! – gridai a un tratto, stanco di quella pantomima. Tutti si fermarono.

– Cosa c’è? – chiese qualcuno. – Su, festeggia con noi.

– Ascoltate – ripetei. – C’è qualco-sa che non vi ho detto. L’editore ha dato l’okay, ma alcuni di voi dovran-no essere... eliminati. Teoban, Bragg, Ronan, il troll e i folletti non sono sta-ti giudicati adeguati. Anche... anche tu Iriwin. Mi dispiace. Vi sostituiranno con... Dio solo sa con che cosa.

L’inverno glaciale s’impadronì della stanza. Non dimenticherò mai il modo in cui quei volti mutarono

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Il traditore

espressione, il silenziò che mozzò le risate, le centinaia d’occhi incollati so-pra di me come se mi fossi trasforma-to in un mostro. E non sto parlando solo di coloro che avevo menzionato, ma di tutti, perché erano come una famiglia e ciò che colpiva uno colpiva anche gli altri. Avevo tradito, li avevo venduti, ero un padre degenere e un miserabile vigliacco. Mi facevo schifo, ma non abbastanza per ritornare sui miei passi. Li avevo sacrificati.

– Complimenti, grand’uomo – a parlare fu Bragg Spaccaschiene, gli occhi serrati in due cicatrici arrossa-te dalla collera. – Sono felice per te. Non preoccuparti di noi, in qualche modo ce la caveremo. Hai fatto bene a scaricarci.

– Cerca di capire, Bragg... – feci per trattenerlo mentre mi voltava le spalle, ma appena le mie dita lo sfio-rarono si girò di scatto piantandomi in viso una faccia che non era più sua.

– Non mi toccare, bastardo! – rin-ghiò. – Hai fatto la tua scelta, ma non azzardarti mai più a toccarmi. Me ne vado. Forse in questo mondo di mer-da troverò il mio posto.

E se ne andò, imitato da Teoban e dagli altri scartati, mentre il resto dei personaggi scompariva risucchiato dal computer lanciandomi sguardi di rimprovero. Restò solo Iriwin, occhi fissi sopra di me in un’accusa che non aveva bisogno di parole.

– Resta qui – ebbi il coraggio di chiederle. – Vivremo insieme, e un giorno scriverò un altro libro dove sarai la protagonista. Non lasciarmi, ti prego. Non lo sopporterei.

Ma era già troppo tardi. Sollevò una mano per accarezzarmi, poi chi-nò il capo come scossa da uno spasi-mo e troncò il gesto a metà, ritraen-dosi. Piangeva senza emettere alcun rumore, i singhiozzi le scuotevano forte le spalle facendola assomigliare a un giunco nella tormenta. Andò via così, infilando la porta, e per un po’ il suo profumo aleggiò nell’aria im-pedendomi di pensare. Era l’ultima delle sue magie, compresi, e quando svanì mi accasciai al suolo e maledissi me stesso e la mia ambizione.

Il racconto prosegue sul numero completo

Alfredo MogaveroNasce a Salerno, città dove tuttora vive e scrive. Autore emergente di weird, horror e occasionalmente fantascienza, ha visto i suoi lavori pubblicati in alcune antologie come N.A.S.F., Tributo a H.P. Lovecraft, L’orrore dietro l’angolo, Opera Narrativa Noir e Mistero. Ha anche vinto il concorso letterario Ferrara&Ghost. È autore della raccolta di racconti Six Shots, pubblicata nel 2010 da Edizioni XII e composta da sei storie weird western a base di piombo, umorismo, ubriaconi e mostri.

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recensioni

ALTRE RECENSIONI sul numero completo

Edito da Marsilio, E poi la sete evoca lo spettro di un futuro non troppo lonta-no e nemmeno improbabile: l’acqua è una risorsa rara e preziosa. La vicenda è ambientata in una nazione europea, dove la popolazione vive in piccoli inse-diamenti e in una grande capitale divisa in settori quasi indipendenti. Su tutto incombe inesorabile la scarsità di acqua. E poi scoppia il caos. Una rivolta, una lotta di potere, un conflitto epocale per la sopravvivenza. I protagonisti, Sara e Gael, sono l’antitesi degli eroi: sono affetti da manie, da paure, da debolezze invincibili. Sono in balia di un mondo violento, spietato e arido.Il mondo di Alessandra Montrucchio è cromaticamente e olfattivamente vivo e pulsante. Lo stile è vario: passa dalla dolcezza dei ricordi alla cruda e realisti-ca violenza degli stupri. Quasi sperimentale, a volte, con dialoghi privi di pun-teggiatura. Oppure veloce e tagliente, anche quando è chiuso in un formato più tradizionale. Un’opera interessante, con molte idee originali, valorizzate dalla scrittura di un’autrice brava e matura.

Titolo: E poi la sete Autore: Alessandra Montrucchio Editore: Marsilio Pagine: 272 Prezzo: 18,00 euro

Alessandra Montrucchio

E pOI LA sETE

Un romanzo agile, veloce, denso di situazioni bizzarre e foriero di forti emozioni. Soprattutto, un romanzo che fa pensare. Senza forzature né pretese, bensì utiliz-zando gli strumenti del fantastico e della contaminazione... in altre parole, del weird. È Il sentiero di Legno e sangue, terzo romanzo di Luca Tarenzi.All’inizio pare di leggere una “semplice” riscrittura techno-dark del Pinocchio col-lodiano, eppure non è così. Il sense of wonder è una delle caratteristiche portanti del romanzo: l’autore costruisce un mondo fantastico stupefacente e allo stesso tempo coerente, che ci lascia a bocca aperta. L’atmosfera è profondamente inquietante eppure sempre godibile. Un’atmosfera che induce a pensare. Il lettore, infatti, non può fare a meno di procedere nel-la lettura alla ricerca di spiegazioni, di un passaggio a un livello più elevato di comprensione... Perché il mondo fantastico di Tarenzi ci è inizialmente alieno, nel senso più pieno del termine. Proprio come lo è per il protagonista: un essere di legno e meccanismi, dotato di coscienza, che si risveglia in un mondo scono-sciuto senza avere memoria del proprio passato. Da subito siamo con lui, e non possiamo fare a meno di seguirlo sul suo sentiero.Tarenzi è un ottimo narratore. La sua prosa scorre senza intoppi e risulta sempre naturale, anche quando descrive avvenimenti grotteschi e surreali. Sembra che l’autore non faccia alcuna fatica a mettere in fila le parole, curate e dirette, ben scelte e giustapposte, mai “buttate via”. Ciò vale anche per i dialoghi, mai banali. Dieci o venti pagine in più avrebbero forse giovato alla narrazione, permettendo di approfondire alcuni personaggi e la realtà in cui si svolge la storia. Alla fine rimane la voglia di leggere altre avventure ambientate in questo mondo... e pro-vare ancora emozioni così insolite per la moderna narrativa italiana di genere.

Luca Tarenzi

il seNtiero di legNo e saNgue

Titolo: Il sentierodi legnosangue

Autore: Luca Tarenzi

Editore: Asengardcollana Wyrd

Pagine: 142Prezzo: 8,90 euro

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Suggestioni

Nox Arcana è una band musicale composta da Joseph Vargo e William Piotrowski, che dal 2003 a oggi ha realizzato e prodotto ben 12 album di musica “oscura”. A seconda dello specifico album la musica dei Nox Arcana riesce a evocare potenti atmosfere dark-fantasy, lovecraftiane o anche vampiresche... Le sonorità sono piuttosto elettro-niche, ma non in modo eccessivo, e spesso vengono unite a strumenti acustici e all’uso di cori e di voci narranti. L’effetto è generalmente molto buono e di grande impatto emotivo, tanto che la musica dei Nox Arcana è stata utilizzata come sottofondo mu-sicale da illusionisti che si esibiscono sul palco, da parchi di divertimento a tema tra cui gli Universal Studios e da reti televisive americane in programmi di vario genere. La particolarità della band è che, grazie all’inventiva di Joseph Vargo, ogni album è un concept-album: ovvero un progetto musicale costruito attorno a un’idea ben precisa, che viene sviluppata di brano in brano raccontando una storia ricca di suspense. Aiuta molto il fatto che Joseph Vargo sia un discreto illustratore professionista (di stampo classico) e si sia cimentato più volte anche nella narrativa, pubblicando due antologie di racconti “oscuri”. Tutto questo converge nella musica dei Nox Arcana, ottimo strumento di suggestione per qualunque scrittore dedito al fantastico. Vistando il sito web www.noxarcana.com è possibile ascoltare gratuitamente numerose tracce da ognuno dei CD pubblicati. Per chi scrive è una soluzione ideale: possiamo lasciarci ispirare senza dover spendere un soldo e senza spostarci dal PC. Se poi scopriamo che tale musica è particolarmente efficace e vogliamo prolungare l’esperienza, dal sito web possiamo acquistare gli al-bum via CD Baby, Amazon o Apple iTunes. Per meglio comprendere di cosa stiamo parlando, ecco qualche titolo di CD: Darklore Manor, Necronomicon, Transylvania, Grimm Tales, Blackthorn Asylum, Zombie Influx.

NoX arcaNa Sul web: www.noxarcana.com

Qualche anno fa gli appassionati di H.P. Lovecraft sono rimasti a bocca aperta dinanzi a un mediometraggio amatoriale pensato, realizzato e prodotto dalla H.P Lovecraft Historical Society. La HPLHS è un fan club molto ben organizzato, dedito alla celebra-zione e promozione di Lovecraft e del mondo di orrore e mistero che egli ha creato attraverso i suoi scritti. Il mediometraggio si intitolava The Call of Cthulhu e la qualità dell’intera produzione – dall’ambientazione anni ‘20 perfettamente ricostruita, alla sceneggiatura curatissima e fedele al racconto omonimo – ha fatto capire ai tanti ap-passionati che è davvero possibile tradurre per lo schermo le opere lovecraftiane senza sacrificare troppo del loro fascino. Dopo anni di pellicole cinematografiche solo palli-damente ispirate all’opera dello scrittore di Providence, spesso mal realizzate (tranne rare eccezioni), The Call of Cthulhu ha rappresentato una ventata di freschezza e, soprattutto, di speranza.È anche per questo che in molti stanno (stiamo) seguendo con entusiasmo e impazienza la nascita del secondo film prodotto dalla HPLHS: The Whisperer in Darkness. In bianco e nero come il precedente, stilisticamente cura-tissimo, questo lungometraggio trasferisce su schermo il racconto Colui che sussurrava nelle tenebre. Il film non è ancora pronto, ma non ci vorrà molto per poterlo acquistare in edizione DVD o Blu-Ray. Tutte le produzioni video della HPLHS vengono infatti proiettate solo in alcuni cinema e festival cinematografici USA, e vivono essenzial-mente sulla Rete tramite l’acquisto online. Se cerchiamo suggestioni per una storia horror/weird proviamo ad “assaggiare” i due film suddetti, gustandone i trailer su YouTube e, ovviamente, su www.cthulhulives.org, sito ufficiale della HPLHS. Qui possiamo acquistare i DVD, le colonne sonore e una miriade di gadget lovecraftiani.

the whisperer iN darKNess Sul web: www.cthulhulives.org; www.youtube.com

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A Lecco, da questa primavera, è aperto un locale unico e interessante: è il Café Bohe-mien Il Varco. Gestito da Chiara e Marta, questo piccolo ma accogliente locale offre servizio di tavola fredda con prodotti equosolidali e di birreria per palati raffinati. Tuttavia non è (solo) l’aspetto godereccio ad averci colpiti, quanto l’atmosfera cultu-rale che vi si respira. Scaffali ricolmi di libri alle pareti e volumi sul bancone e sui ta-volini, sono parte della natura letteraria de Il Varco. Alcuni scrittori locali già lo usano come “base operativa”: tavoli comodi, rete wireless gratuita e tranquillità… l’ideale per scrivere, magari davanti a una cioccolata calda, mentre fuori nevica o piove. Da qualche tempo i clienti che si siedono possono partecipare a un esercizio di narrazio-ne interattiva: sui tavoli sono presenti degli incipit di racconti a cui i clienti possono

collaborare, sviluppando la storia e completandola a proprio piacimento. In aggiunta a questo possiamo dire che Il Varco costituisce una risorsa interessante per gli scrittori, esordienti e non, alla ricerca di un luogo dove fare promozione. Il locale, che ospita mostre personali di fotografi e pittori, si presta infatti come location per presentazioni letterarie. Il Varco ha una dozzina di tavoli, per circa 50 posti, e una clientela che va ampliandosi, costituita da appassionati e lettori onnivori. Le giovani proprietarie, entusiaste e ricche di passione, sono ben disposte nei confronti di giovani autori e iniziative editoriali. Schermo televisivo e lettore DVD, impianto stereo e casse sono a disposizione per eventuali booktrailer. Il Varco si appresta a ospitare una rassegna di narrativa fantastica per questo inverno. Certo, Lecco e la sua provincia non sono zone famose per l’amore verso la narrati-va di genere, ma la città lariana è a soli 40 minuti di treno da Milano e stiamo pur sempre parlando di un locale che ospita presentazioni gratuitamente. Il Varco si trova in via Visconti Azzone 50, Lecco.

esordieNti al varco Sul web: www.bohemiencaffe.it

Una delle regole più importanti per chi scrive è raccontare solo di cose che si conoscono. Tuttavia ci sono campi del sapere o discipline che sono spesso preclusi ai più. Come l’antro-pologia forense, la patologia criminale, le analisi e le procedure autoptiche sui cadaveri. Oh, certo: CSI, NCIS e Criminal Minds sono seguitissimi, ma se volessimo ambientare le nostre storie in Italia? In tal caso ci sentiamo di suggerire e seguire i libri e i seminari della dotto-ressa Cristina Cattaneo. Ricercatrice, antropologa forense e medico legale, le conoscenze di Cristina Cattaneo l’hanno portata a occuparsi di alcuni dei più famosi, importanti e discussi casi di cronaca nera italiana, ma anche a essere consulente di... Patricia Cornwell!Ebbene, se vogliamo informazioni su come funzionano le procedure di medicina legale in Italia, se vogliamo parlare di indagini della scientifica, rilevamenti, autopsie e analisi senza

cadere nel banale o senza rimanere in superficie, sono i libri della Cattaneo che dobbiamo leggere. Turno di notte e Morti senza nome sono opere scritte con uno stile scorrevole, coinvolgente e delicato. Trattano di storie vere con una narrazione che non ha nulla da invidiare a bestseller di narrativa. Ci raccontano la verità su alcuni casi italiani e sulla vita di persone reali, professionisti e tecnici, che sono lontani anni luce dai personaggi di certe serie televisive. A giugno è stato presentato il lavoro più recente: Certezze provvisorie. Illuminante e agghiacciante, questo libro mostra come la scienza più evoluta non sia meno imbattibile. Al contrario, è come se, indagando con strumenti che gettano una luce maggiore sulla scena del crimine si generino ombre molto più nette… e più scure. Chi vuole scrivere di crimini e indagini, di corpi martoriati e autopsie in Italia, non può esimersi dal consultare le fonti migliori: questi tre volumi di Cristina Cattaneo sono caldamente consigliati.

Narratori e autopsie Sul web: N/D

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RICERCATO

ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE!

La redazione di Altrisogni è alla ricerca di un individuo speciale.Il soggetto è maschio o femmina, maggiorenne, dotato di

fantasia, originalità e talento. Capace di scrivere in italiano, predilige la fantascienza, l’orrore e il weird. Non ha paura di osare,

non si lascia fermare da nulla, la scrittura è la sua vita. Il soggetto spedisce via email, in formato RTF, testi

non più lunghi di 35.000 caratteri.

Chi avesse informazioni utili all’identificazione del ricercato è pregato di scrivere all’indirizzo email: [email protected]

Grazie per la collaborazione

NOTA ImpOrTANTEStiamo cercando di identificare anche individui NON MENO pericolosi: si tratta

di illustratori, disegnatori, artisti grafici, in possesso di opere inedite o disposti a realizzarle. Potete segnalarci l’identità di questi loschi figuri all’indirizzo: [email protected]