naif magazine n°0

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:: 1 :: logo del NAIF MAGAZINE Nuova Attuazione degli Interessi Femminili (rivista on line del gruppo facebook DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI (E...UOMINI CHE LE AMANO COSI’) NAIFMAGAZINE n° zero marzo/aprile 2010 numero zero Alle donne, a tutte, a ciascuna. Voi non avrete altri diritti,all'infuori di quelli che avrete saputo conquistarvi; non occuperete un altro posto all'infuori di quello che avrete saputo prendervi; non godrete mai altra libertà fuori di quella che saprete difendere ogni giorno e ogni momento“ (Anna Maria Mozzoni)

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n° ZERO della rivista on line del gruppo facebook DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI E...UOMINI CHE LE AMANO COSI (fondato nel 2009 da Silvia Nascetti)

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logo del NAIF MAGAZINENuova Attuazione degli Interessi Femminili

(rivista on line del gruppo facebook DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI (E...UOMINI CHE LE AMANO COSI’)

NAIFMAGAZINE n°

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2010

numerozero

Alle donne, a tutte, a ciascuna.

Voi non avrete altri diritti,all'infuori di quelli che avrete saputo conquistarvi;

non occuperete un altro posto all'infuori di quello che avrete saputo prendervi;

non godrete mai altra libertà fuori di quella che saprete difendere ogni giorno e ogni momento“

(Anna Maria Mozzoni)

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perchè NAIF ?Nuova Attuazione degli Interessi Femminili

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...perché NAIF? perché l’abbiamo scelto come acronimo di un nuovo e originale movimento gender-oriented, Nuova Attuazione degli Interessi Femminil i , nato spontaneamente da un’idea di Donne in rete, che ricorda - come un ideale passaggio di testimone - la denominazione che Anna Maria Mozzoni, pioniera italiana del femminismo, dette al suo movimento nel 1879 "Lega promotrice degli interessi femminili".

...perché NAIF? perché "naïf", termine francese che viene dal latino "nativus", indica una persona dall'aspetto naturale, ingenua, senza artifici, autentica, quasi primitiva.

...perché NAIF? perché ci piace l’idea di tracciare il nostro progetto, il nostro percorso insieme, come una forma d’arte che si esprime istintivamente, rappresentando la realtà magari anche in modo immediato, ma carico di grande suggestione. Il naif, infatti, è un fenomeno sociale e artistico proprio dei tempi moderni che nasce dalla frattura profonda fra la triade arte-critica-mercato e l'isolamento nel quale vive il puro appassionato. L'arte naif, specchio del territorio psicologico degli autori o delle autrici, non si inserisce volutamente in alcuna corrente, ma ciò nonostante è sempre attuale e riconoscibile sotto ogni cielo, anzi si fa un vanto di essere spontanea, ingenua, incorrotta, lontana da ogni “-ismo”.

...perché NAIF? perché pensiamo che in fondo, ciò che fa di una donna una “Donna contemporanea” non è tanto il virtuosismo del pensiero, quanto l'impulso creativo, la necessità di esprimersi e comunicare, la passione, il c.d. 'fuoco dentro' e...un importante privilegio: la mancanza di corruzione.Un equilibrio, insomma, tra ciò che potremmo definire il principio del Logos, verbo, parola, ragione, conoscenza, sapere, analisi, chiarezza, spazi ben delineati, intelletto e mente umana, e quello dell’Eros, dal nome del figlio della dea Afrodite, come principio di accoglienza, unione, collegamento, sfera emozionale, femminilità, calore, affetto, sensibilità e spontaneità.

...perché NAIF? per così riprendere l’interrotto cammino delle Donne, con un movimento composto da Donne spontanee, naturali, autentiche, incorrotte e non collocate in alcuna corrente politica o partitica, ma non per questo prive di vaste conoscenze e di quella profonda consapevolezza che l’essere Donne oggi comporta: la maggiore responsabilità per se stesse e per le future generazioni.E la conoscenza e la consapevolezza, a noi Donne non ci allontanano, anzi, ci avvicinano al mondo che vorremmo. Insieme agli uomini.

...perché NAIF Magazine? semplicemente per il piacere di raccontarci ! aspettiamo tanta collaborazione...

un calorosissimo augurio per tutte Noi

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Anche le elezioni regionali del 2010, si caratterizzano per un’evidente incertezza nel risultato. Sulle cartine delle proiezioni e sondaggi, infatti, molte regioni italiane sono ancora incolori: la coalizione che vincerà, lo farà con uno scarto percentuale di voti minimo, come è avvenuto nel 2005.

In termini statistici, invece, c’è un dato che dovrebbe essere tenuto in considerazione.

Un sensibile cambiamento culturale. Il fattore “D” : il voto delle Donne.

Le Donne elettrici in Italia sono in maggioranza, rappresentano oltre il 50% dell’elettorato complessivo.

E’ un dato da non sottovalutare, né dal punto di vista statistico secondo i dettami di un pensiero calcolante, ma soprattutto a livello sociologico, secondo un più profondo pensiero filosofico e storico.

L'Italia,ultimamente, ha assistito ad una “mutazione genetica” delle modalità di carriera delle donne nelle Istituzioni e nei ruoli apicali delle Pubbliche Amministrazioni.

E, la Puglia, più di altri territori, ha dato lo start (o lo svelamento ?) ad un “sistema” che ai più era sconosciuto, figuriamoci alle donne madri, alle donne lavoratrici, alle donne “normali”.

...le mogli dei pescatori, dei contadini, degli emigranti, dei militari … le c.d. vedove bianche, con i mariti lontani per giorni, per mesi, per anni, ma che hanno saputo educare, mantenere stretti e trasmettere ai propri figli i valori più autentici del popolo italiano.

Donne, giovani e meno giovani, che sono tenacemente avanzate negli studi, “senza riflettori e copertine dei settimanali di gossip”, che hanno registrato da anni un livello culturale maggiore dei propri coetanei maschi, si sono distinte nei percorsi di studio per maggior merito, sui luoghi di lavoro per evidenti pluri-capacità (multi-tasking), flessibilità e pronta risoluzione dei problemi (problem solving).

Donne competenti che, nella grande maggioranza, pur lavorando fuori di casa mantengono ancora la struttura tradizionale della famiglia italiana: lavoro, cura dei figli, assistenza agli anziani, impegno sociale.

Si’, donne “normali” ma non per questo prive di forza, coraggio, determinazione, merito, capacità e competenza.Forti, coraggiose e determinate come le Donne italiane, come le donne del passato...

Il fattore “D”, il voto delle Donnelettera aperta ai Candidate e alle Candidate a Presidente delle regioni italiane di Silvia Nascetti

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Suffraggette foto d’epoca (primi del ‘900)

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Ma, in Italia queste Donne sono state insultate ed offese.

Sono consapevoli di essere state insultate nella loro DIGNITÀ e offese nella loro FEMMINILITÀ.

L’insulto è stato quello di vedere che il “più antico mestiere del mondo”, ipocritamente denominato “escort” (che, del resto, è un termine che proviene dal latino scortium = prostituta di infimo ordine) è più apprezzato per scalare ruoli pubblici rispetto alla valutazione, per esempio, di due lauree o un’indiscussa preparazione e dimostrata competenza professionale.

L’offesa è stata che la femminilità – valore alto, al vertice della scala dell’umanità, perché è generatrice della vita – è stata svilita e ridotta a uno scambio, una compravendita, una transazione per occupare ruoli apicali nelle amministrazioni pubbliche. Mogli di…, figlie di…, amanti di… nipotine di…e minorenni “adottate”, oggetti di abbellimento delle stanze dei Palazzi.

Non c’è censura morale. La mancanza di etica è il confondere il privato con il pubblico.

Poi, le quote-rosa vissute, più come un fastidio o una iattura, piuttosto che un valore aggiunto, una giusta rappresentazione della composizione della società moderna.

Ma…l’opinione delle “altre” donne, quelle “normali”, è ancora abbastanza silenziosa, è ancora consumata solo nelle case o nella cerchia privata delle relazioni, ma non è per questo meno influente, anzi rischia di

esplodere, silenziosamente, in un “non perdono”.

Siamo in debito signori! Siamo molto in debito con i nostri amici uomini !

E’ necessario un atto coraggioso, quasi un atto dovuto, sicuramente difficile secondo il

perverso attuale sistema che mortifica il “merito” delle donne.

C’è bisogno di una reale testimonianza dei Candidati e delle Candidate alla Presidenza delle Regioni Italiane.

Vogliamo un vero segnale: che siete con noi, che stimate noi Donne, fiere della nostra identità, orgogliose dei nostri cervelli e del nostro impegno verticale.

Un impegno non in contrapposizione, ma un impegno da condividere con gli amici uomini. Un impegno per il futuro dei nostri figli e delle nuove generazioni, che meriterebbero la trasmissione dei valori fondanti la nostra democrazia e della pari dignità.

Ci vorrebbe… ora più che mai, forse ce lo dovete. Ve lo dovete.

Le migliori Donne Italiane. Ne guadagneremmo tutti.

(s.n. - Nuovo Quotidiano di Puglia, 30 gen.2010)

Mancano ancora troppe sedie al tavolo delle scelte: il segnale di un vero cambiamento sarebbe quello di invitare a sedere insieme a voi le migliori, le più competenti, le più capaci.

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foto di una manifestazione per la dignità delle donne (2010)

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In questi ultimi giorni, a ridosso della scadenza per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni regionali, il “cercate la donna” non riguarda – una volta tanto – il gossip legato all’ennesimo scandalo politico.

La ricerca, piuttosto difficile, è per i nomi delle donne da inserire nelle liste dei partiti. Una precisazione è d’obbligo: si cercano “nomi” e non “donne”.

Nomi che inizino per Francesca, Maria, ecc., “candidate con la gonna” per consentire alle liste di adempiere alla rappresentanza “rosa”, in un sistema politico italiano che ha progressivamente depauperato la partecipazione all’interno dei partiti, la formazione e selezione della classe dirigente e, di conseguenza, la preferenza ai candidati.

Ma, la partecipazione politica delle donne, che costituiscono il 52% dell’elettorato, mai come in questo periodo, è influenzata negativamente da molti fattori.

Alcuni di tipo oggettivo, altri dai forti connotati culturali ed etici.

Tra i primi, sicuramente, una significativa difficoltà è quella dei tempi della politica che non consentono alle donne, magari lavoratrici o professioniste e contemporaneamente dedite alla cura dei figli e dei familiari anziani, di poter partecipare: riunioni ad orari non compatibili con impegni della vita familiare, cene o pranzi politici interminabili, viaggi e spostamenti su un territorio vasto, ecc.

Un secondo vincolo oggettivo è rappresentato dagli altissimi costi di una campagna elettorale.

Cherchez la femmele cause che sono alla radice di un deficit di democraziadi Silvia Nascetti

Cherchez la femme è una frase francese che alla lettera significa "cercate la donna".L'espressione viene dal libro del 1854 I Mohicani di Parigi di Alexandre Dumas (père). Il passaggio originale è:Il y a une femme dans toute les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis: 'Cherchez la femme'.Tradotto in Italiano:C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: "Cherchez la femme."La frase incarna un cliché del detective della pulp fiction: non importa quale sia il problema, spesso una donna è la causa alla radice. La frase ha anche semplicemente assunto il significato di "Cerca la causa che sta alla radice del problema."

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Le donne, nell’ambito dell’economia familiare, sono le persone più propense al buonsenso, al risparmio, alla prudenza, anche ai fini della trasmissibilità ai figli di un patrimonio familiare più o meno raggiunto. Per le donne, almeno per quelle che non sono imprenditrici o abituate ai rischi d’impresa e dell’economia, è inimmaginabile un investimento così rilevante a fronte di una notevole alea. E’ percepito quasi a livello di gioco d’azzardo, che non rientra nel DNA femminile.

Tra i fattori di carattere culturale, invece, si possono indicare quelli riguardanti la tendenziale scarsa percezione che le donne hanno del proprio valore sociale, accompagnata da una rigidità personale a mettersi in gioco. O, meglio, a mettere altresì a repentaglio un assetto personale con il partner. E’ inutile nascondere che una donna “protagonista” nella professione o “di successo” è solitamente single, oppure con un compagno molto intelligente, adulto, al quale la visibilità e la notorietà della donna non provoca alcuna sindrome da principe consorte. La pubblicità, anche della vita personale, che accompagna la ribalta politica, molte volte determina una perniciosa competitività nella relazione o complesse ripercussioni sugli assetti sentimentali o familiari.

Non da ultimo, probabilmente i fattori che più influenzano negativamente la partecipazione politica delle donne, specie di quelle più consapevoli e competenti, sono i freni dettati dall’etica.

Il contesto del sistema politico attuale, le modalità delle candidature e dell’acquisizione del consenso, registrano in questo momento storico, un livello molto basso quanto ad etica, idee nuove, obiettivi concreti e collettivi, ma soprattutto rispetto al valore della meritocrazia e paradigmi di spessore.

Per una donna con una storia, anche pubblica, con un curriculum professionale di peso quanto a merito e a risultati conseguiti, appare estremamente rischioso (e, se si vuole, anche mortificante) ottenere un’investitura dall’alto o, peggio, essere confusa con veline e figuranti. Le donne “eccellenti”, quelle che lo hanno già dimostrato verticalmente, non si prestano ad offuscare anni o decenni di responsabilità, merito e coerenza.

La più forte motivazione che spinge le donne all’impegno civile, è il riconoscersi negli obiettivi raggiungibili e in una progettualità lungimirante, anche per le nuove generazioni.

Una trasmissione estetica ed etica che appare, oggi, sempre più assente.

Peccato, uno spreco di risorse essenziali: le donne e i giovani potrebbero essere, invece, i protagonisti di un’auspicabile ri-generazione – come cellule staminali – in un tessuto sempre più degradato.

Recuperando, prima che la politica, un moderno concetto di “polis”, magari con l’ausilio delle moderne tecnologie della comunicazione.

Una concezione più armonica tra la polis e le persone che la compongono, così come quella esistente in natura fra il tutto e le sue singole parti. In tal modo si potrebbe recuperare il ruolo delle formazioni sociali dove si forma e si sviluppa l’individuo, portandolo a sentirsi organicamente inserito nella sua comunità, e dove ognuno trovi la propria realizzazione nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del bene comune.

(s.n. - Nuovo Quotidiano di Puglia, 22 feb.2010)

mi presento, mi chiamo...Silvia Nascetti

sesso: femminileetà: 50 annifiglio: uno, maschio di 15 annistudi: liceo scientifico, laurea giurisprudenza, specializzazione biennale diritto del lavoro e relazioni industrialiprofessioni: giuslavorista, dirigente sindacale, dirigente pubblica amministrazione, imprenditrice nel socialeincarichi: Vice Presidente Internazionale COFEMED (Conféderation des femmes de la Meditérranée); Vice Presidente AIDDA Puglia-Basilicata (Ass.ne Impreditrici e Dirigenti d’Azienda); direttrice scientificasettori: politiche attive del lavoro, formazione, pari opportunità, sviluppo territoriale, fondi strutturali europei.

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Mentre in politica si deve prendere atto, ancora una volta, di un’altra occasione perduta dai partiti per “pareggiare” la rappresentanza maschile con una qualificata presenza femminile nelle liste e, quindi, nei governi regionali, per così anche riparare alle ripetute offese rivolte alle donne, risalta finalmente – in un altro campo – un dato “pari”: quello della popolazione internet italiana.

Le donne hanno ormai raggiunto quasi il 50% degli abituali frequentatori della “rete”, dei social network, delle web community, dei blog, di facebook. Da una prima importante indagine dell’Osservatorio IWR-Interactive Woman Report – con l’obiettivo di far conoscere e approfondire le modalità di comportamento, degli usi e costumi, delle opinioni, dei consumi e degli stili di vita delle donne over 18 anni, e che ha raccolto su un campione di 4.000 Internet user (attraverso criteri logici, metodologici e statistici) oltre 3.000.000 dati – si rileva che circa il 64% delle donne Internet user ha un’età compresa tra i 25-44 anni; il 37,8% è residente al Nord Ovest; la maggior parte delle donne ha un livello di istruzione medio-alto (il 62,9% con diploma di scuola media superiore e il 25,6%

con laurea); le donne che lavorano e che utilizzano la rete è pari al 72%.

Evviva, allora, la tecnologia e le comunicazioni info-telematiche ! una virtuale società in cui i cittadini sono equamente ammessi – senza distinzioni di genere – alle informazioni, alla partecipazione, all’espressione del proprio pensiero e delle opinioni personali su una pluralità di argomenti, che agiscono con pari dignità di diritti e di doveri.

Quasi come l’immaginaria isola del L’Utopia di Thomas More, opera ispirata alla dottrina neoplatonica, che richiama, a sua volta, la Repubblica di Platone.

Mentre, chi infrange le regole è scacciato da Utopia e tutti hanno diritto a una vita pacifica, il cui fine è il ben-essere.

Una società ideale - “Utopia” - la città perfetta in un non-luogo, di cui anche T.More derivò il termine dal greco antico con un gioco di parole fra ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice): quella descritta in cui tutti possono, nel tempo libero, dedicarsi alle proprie passioni e professioni abituali, soprattutto allo studio delle scienze e della filosofia.

Donne rivincita in reteInternet come la nuova “utopia”, la società perfetta per le moderne Penelopidi Silvia Nascetti

De Optimo Reipublicae Statu deque Nova Insula Utopiaby Thomas More, first published in 1516.

foto dal sito:http://4umi.com/more/utopia/

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Internet come L’Utopia? Dunque, un "luogo felice inesistente" che sta permettendo alle donne di poter partecipare, anzi interagire per informarsi, per comunicare, per tenersi aggiornate professionalmente, per svagarsi dalla quotidianità, per ampliare la sfera delle amicizie, delle relazioni e dei contatti professionali. Con modalità finora inimmaginabili: una provvidenziale a-temporalità, cioè senza il vincolo di orari prefissati, dell’affanno del tempo che manca a causa dell’eterna contemporaneità degli impegni che scandisce la vita delle donne. Associata da una vantaggiosa a-spazialità che consente loro di non spostarsi, di non allontanarsi dalla propria abitazione, di non affrontare né il traffico urbano né i sensi di colpa che accompagnano i rari momenti che le donne concedono a se stesse.

Ma, la partecipazione attiva delle donne, in rapida e silenziosa ascesa numerica, è andata oltre le più rosee previsioni degli esperti dei fenomeni legali al mondo web. I tempi, per loro, sono maturati in maniera velocissima, dimostrando una vivacità e creatività tutta al femminile.

Le donne, non solo scelgono Internet per accrescere e per valorizzare le proprie competenze, ma hanno deciso di partecipare ai temi «elevati», agli argomenti cosiddetti «impegnativi» o convenzionalmente «per uomini».

Aprono blog, pagine e gruppi Facebook, discutono su forum, magazine elettronici e liste di discussione, cercando ambienti interattivi a propria dimensione, tant’è che Massimo Mantellini, noto blogger, in occasione del laboratorio Technèdonne, ha affermato che “Internet resta una grande arena di «valore assoluto» senza biglietto d'ingresso dove le donne, con la loro mai abbastanza sottolineata sensibilità ed intelligenza, la faranno presto da padrone”.

Le donne stanno procedendo, ora, verso una scelta intellettuale, di consapevolezza e di conoscenza. Anche con le emozioni e con l’anima, vogliono partecipare attivamente alla

vita sociale e alla cosa pubblica, assumersi la responsabilità delle proprie opinioni, far sentire la voce delle Donne sulle scelte importanti per il presente e per futuro del Paese.

E’ questo lo spirito che anima uno dei più numerosi gruppi Facebook gender oriented (oltre 12.000 persone aderenti), partecipato e vivace, con un pizzico d’ironia denominato, nato a Lecce nel giugno 2009.

Quando lo fondammo non avevamo l’esatta percezione di come con questo mezzo si potesse, così in poco tempo, rappresentare l’agorà virtuale di una società perfetta…l’Utopia.

Un non-luogo originale ed ideale di dialettica su vari argomenti, di iniziative (es.eventi on line in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, per la difesa della Costituzione, ecc.) e di proposte (es.petizione sul Fattore “D” il voto delle Donne), dove condurre importanti battaglie ideali per la dignità della persona, a prescindere dal sesso e dalle condizioni personali e sociali, coralmente con tanti uomini e donne, con la forza delle idee e della condivisione.

Non immaginai, certo, che la progettualità “virtuale” si potesse anche trasferire in eventi “virtuosi” reali, e così trovarmi il prossimo 8 marzo al Comune di Firenze, con altre donne blogger, a presentare il libro «Mamma senza paracadute» di Lidia Castellani, premio UNESCO per i diritti umani.

Meglio un 8 marzo, nell’isola dell’Utopia, piuttosto che nell’Isola dei Famosi, per rendere omaggio alle moderne Penelopi, che stanno tessendo una rete virtuale per poi passare a un impegno virtuoso reale. Auguri, a tutte le Donne che si sono stese e che sono stese sui libri e …agli Uomini che le amano così.(s.n. - Nuovo Quotidiano di Puglia, 6 mar.2010)

“DONNE CHE SI SONO STESE SUI LIBRI E NON SUI LETTI DEI POTENTI (E…UOMINI CHE LE AMANO COSI’)”

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Care signore...Donna non vota Donna, il mea culpa delle elettrici PDdi Antonella Panetta

Sono davvero basita dal silenzio assordante delle tante donne che si sono impegnate in questa campagna elettorale a fianco di

Emma Bonino, mi rivolgo in particolare a quelle del PD.

I risultati sono secondo me la conferma di quanto sia radicato in questo paese e nel nostro partito il più profondo e pericoloso maschilismo.

Nessuna di voi si è accorta che nemmeno una donna è stata eletta?

Siamo le portatrici di acqua ai soliti noti che giocano ai ruoli di grandi strateghi e a volte siedono al governo, a volte siedono all'opposizione,

Loro sanno, conoscono e valutano, ci raccontano le loro gesta e noi li ascoltiamo, li sosteniamo e li incoraggiamo, a volte li consoliamo pure.

TUTTI rigorosamente maschi , tutti rigorosamente eletti.

Noi no, anzi quelle di noi che hanno sostenuto una donna sono state irrise e riprese in quanto hanno tolto i voti ad altri uomini ...

Quelle che si sono azzardate a candidarsi evidentemente non sono state sostenute dalle altre donne, impegnate a mettere al servizio dei

cavalieri la loro passione il loro tempo e le loro idee.

Sono profondamente delusa e credo che non vi sia altra priorità se non questa.

Non ritengo più negoziabile e rinviabile questa questione.

Propongo alle donne del PD di fare assieme e sul serio immediatamente una riflessione a cui deve seguire azione e strategia.

Mi appello a Antonella Cantaro che è la nostra coordinatrice di convocare al più presto un incontro per gli stati generali della questione femminile.

(a.p. - Corriere.it ediz.Roma, 31 mar.2010)

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Donne e politica, la sinistra deve fare di più

Ecco il quadro delle donne del PD elette nei consigli regionali, fatto con i dati del Viminale. Imbarazzante: le elette del Pd in 13 regioni sono 25 su 189. Siamo sempre troppo poche e sempre meno. Non ne faccio più solo questione di numeri ma anche di qualità. Appare chiarissimo a tutti che per rendere migliore la politica come la società ci vogliono più donne. Dopo quello che è accaduto nel Lazio era impresentabile una candidatura maschile, a sinistra come a destra. E in Austria a prendere di petto la questione pedofilia nella chiesa hanno scelto una donna, per di più laica. A questo proposito sento già i dirigenti del PD che mi rispondono: noi le abbiamo candidate! Una pernacchia ci seppellirà. Perché in una competizione elettorale con preferenze uniche non basta candidare la gente, bisogna spendersi per sostenerla! Serve solo a pulirsi la coscienza l’ inutile slogan del PD: votate una donna! Nel 2010? Ma una donna chi? Che nome scrivere sulla scheda? Ancora la sinistra ci tratta come un indistinto. Troppo comodo: l’indistinto non ha corpo, ha solo peso(pochissimo),un tanto al chilo. La verità è che il PD ha fatto del 50% di donne un punto d’onore senza mai onorarlo, perché non lo vuole veramente. Parlano, a volte, “delle donne”, ma quando ne parlano sono imbarazzanti, come parlassero di accessori auto, optional che fanno solo lievitare i prezzi. Noi donne italiane in politica siamo schiacciate tra la visione di Berlusconi dello “ius primae noctis” e il fastidio da parte della sinistra. Io credo che la questione sarà affrontata decentemente solo quando di una donna si potrà dire che è incapace, e di un'altra si potrà dire che merita di essere eletta non perchè donna ma perchè molto più brava di un collega uomo. E qui sta il punto, caro PD, le personalità forti tra le donne PD non sono sostenute, perché sono più libere, meno gregarie, non aderiscono volentieri alle bande con cui il PD ha fatto la campagna elettorale. Li capisco i maschi, ridotti a branco si fidano solo di altri maschi o di donne da loro selezionate. E allora presto vanno fatte tre cose: primo, una direzione del PD su questo tema; secondo, una conferenza delle donne che abbia il coraggio di affrontare alla radice il problema con nuove strategie: un luogo “solamente a parte”, dove ci lamentiamo tra noi, non è più efficace. Per questo la conferenza deve essere un luogo di confronto per l’intero partito, per dire che partito tutti noi vogliamo. E veder partecipare di TUTTI i massimi dirigenti, non come comparse in visita per quieto vivere. Terzo, care donne del PD, diamoci una ricca svegliata. Qualcuno potrebbe obiettare che il problema del Pd non sono le donne. No, infatti: sono gli uomini, e si vede.(Anna Paola Concia deputata PD - L’Unità, 4 apr. 2010)

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In tema del rapporto donne-politica, o meglio donne-partiti, ho letto attentamente molti articoli e post su blog e facebook, in particolare l'articolo sull'Unità di Anna Paola Concia, quello di Antonella Panetta sul Corriere della Sera ediz.Roma e, più recente, la nota di Paola Balducci sul suo profilo facebook.

Posso concordare su molte riflessioni, soprattutto sul 'nuovo' che Nichi Vendola rappresenta e propone, con un grande "ma"...

Un “ma” che è determinato sia dalla mia personale esperienza professionale e sia per l’osservazione deifenomeni sociali, svolta per impegno lavorativo e per quello civile.

Costantemente, non occasionalmente, opero nel disagio sociale, accanto agli "ultimi", per di più giovani, donne, disoccupati.

L'ho scritto, fin troppe volte nei miei articoli pubblicati negli ultimi mesi di questa "volutamente

breve" campagna elettorale, che le Donne devonoriappropriarsi del proprio orgoglio e dignità anche nelle tornate elettorali...l'ho ripetuto in occasione di recenti proposte per una mia eventuale candidatura alle elezioni regionali, avanzatemi da parte di "potenti".

Alcune donne individuate perchè "ancelle" o "vestali" di un potere tutto al maschile(non uso altri sostantivi per definirle, in quanto comunque offensivi per le donne...sono più che noti), altre con una "storia di vita", ancheprofessionale, di tutto rispetto alle spalle, ma "sacrificate" come una pennellata 'rosa" per riempire le liste.

Ma...non ci sto! Donne in politica, ci ri-generiamo?di Silvia Nascetti

"Cellule staminali", cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo, che potranno potenzialmente rivoluzionare, permettendo di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi. Una ri-generazione auspicabile quando i tessuti sono malati, degenerati o in decomposizione. 

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MA...NON CI STO alle attuali logiche di 'selezione' delle donne in politica !

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Forse, per noi Donne, sarebbe più dignitoso non essere in-vocate alla bisogna (ma, poi non-votate) in occasione delle tornate elettorali, bensì potrebbe essere più intelligente pretendere all'interno dei partiti, o se è il caso, attuandolo con una forte pressione e leadership al femminile, un percorso progettuale di più largo respiro.

Vale a dire, nel preparare le Donne, dar loro l’opportunità di prepararsi quell’adeguata "cassetta degli attrezzi" per fare Politica, a più livelli da quello locale a quello nazionale, ma certamente non mandando le Donne alla stregua di dilettanti allo sbaraglio, come alla corrida.

Ad esempio, puntando sulle Donne giovani di valore e su quelle che hanno già 'dimostrato' - in altri settori - una forte propensione alla leadership, il personale carisma, la tenuta e la costanza nell'impegno sociale e civile.

“Ma”, a patto che si spoglino di quella spaventosa sindrome da 'prime donne' che un po' aggredisce la donna che conquista un pezzettino di potere...

...per avere il consenso delle altre donne (e degli uomini) sono necessarie, molto di più che per i colleghi uomini, oltre che la competenza, la grinta e la conoscenza dei tortuosi meccanismi della politica, anche la propensione all'alleanza, l'abbandono di qualsivoglia forma di vanità personale, la serietà di un concreto, reale, autentico spirito di servizio per il bene comune, la voglia di trasmettere, moltiplicare, generare altre donne-politiche e ...saper lasciare al momento giusto.

p.s. Uno specifico di genere che ho sempre

tenuto a mente: c'è una profonda e sostanziale differenza, anche di approccio culturale ed intellettuale, tra dire "ho il Potere di fare questo..." e invece dire "Posso fare questo..." . Mi piacerebbe che le Donne, in Politica, imparassero questa bellissima differenza, quella che ritengo la sintesi reale di una leadership a servizio di tutti e tutte, per il bene comune.

(s.n. - bacheca gruppo Facebook Donne che si sono stese sui libri e non sui letti dei potenti, 5 apr.2010)

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Insomma, more solito, prive di un 'diritto alla normalità', ma Donne e c c e z i o n a l m e n t e c a p a c i e brave.. .almeno all ' inizio di una rinnovata e qualificata presenza delle Donne in Politica (e, le maiuscole non sono un errore di battitura!)

Page 12: NAIF MAGAZINE n°0

il primo, più numeroso e partecipato gruppo Facebook “gender oriented” (oltre 14.000 aderenti a marzo 2010)

Creato a giugno 2009, per esprimere l'orgoglio e la dignità delle donne che si sono stese sui libri, per la crescita culturale e per l'arricchimento delle proprie e altrui competenze, per una società migliore, più equa, più coesa ...

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