midfinger mag® issue #05

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MUSIC FASHION PARTY EVENTS MOVIE ARCHITECTURE ART FUN&SPORT M www.midfingermag.com YEAH YEAH YEAS A CAMP AU REVOIR SIMONE TARANTULA FUORI SALOTTO ‘09 FS’09 (LIVE) LUCA CRESCENZI PLAY | KATAKLO’ URBISPROJECT CLAUDIA BETTINARDI UNA NOTTE AL MUSEO 2 unconventional indie pages MidfingerMag ® may 2009 - issue #05 - © midfinger ltd POP-LESS MAG

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Photographic Mag about Music, Fashion, Events, Party, Art, Architecture, Movie, Fun & Sport. Made in Milan

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musicfashionpartyeventsmoviearchitectureartfun&sport

mwww.midfingermag.com

yeah yeah yeasa camp

au revoir simonetarantuLa

fuori saLotto ‘09fs’09 (Live)

Luca crescenZipLay | KataKLo’urBisproJect

cLauDia BettinarDiuna notte aL museo 2

unconventional indie pagesMidfingerMag®

may 2009 - issue #05 - © midfinger ltd

pop-LessmaG

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I ringraziamenti di maggio vanno a tutti gli amici che con il loro passaparola e suggerimenti ci stanno aiutando a migliorare questo progetto, ed inoltre a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo numero: DNA Concerti, Hard Staff, HUB music factory, Indipendente Concerti, Virus Concerti, Grinding Halt, Esterni, Laura Boy, Massimiliano Ruffolo, Enrico De Candia, Magnolia, Staniz, Matteo Borgini, Violet Is A Crime ! (Alessandra).

hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bressanelli, Simona Meli, Samuele Franzini, Luca Marchetto, Giovanni de Ruvo, Enrico De Candia, Maddalena Arosio, Bianca Tabaton, Chiara, Omar Nasser. Monelle Chiti.

ISSUE#005

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COVER STORY: MAY ‘09

TARANTULAPhotographer: Samuele Franzini Styling + Make-up: Luca Marchetto e Giovanni de RuvoModel: Natalia Pietrowska @ Why Not Models - Milan

Midfinger Mag® è un marchio di Midfinger ltd.

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Via Fratelli Ruffini, 7 20123 Milano

Tel. 02 49456557 Fax 02 700526039

[email protected]

Samuele Franziniproject, photographer, marketing

[email protected]

Marco Bressanellicoordinamento contenuti e planning

[email protected]

Omar NasserPhotographer

[email protected]

Simona MeliCinema

[email protected]

Bianca Weiss TabatonPhotographer

[email protected]

Luca PerottaPhotographer

[email protected]

Luca Marchetto + Giovanni de Ruvofashion editor, stylist, make-up

[email protected] - [email protected]

Enrico De CandiaEvents

[email protected]

Pubblicità, marketing, [email protected]

MidfingerMag® è impaginato da Samuele Franzini per Midfinger ltd.

MidfingerMag® è un marchio di Midfinger ltd.

© 2008-2009 Samuele Franzini / Midfinger ltd.

munconventional indie pagesMidfingerMag®

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yeah yeah yeahsLocation: Magazzini Generali (MI)Promoter: Indipendente ConcertiPhotographer: Samuele Franzini

YYY

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a campLocation: Circolo Magnolia (MI)Promoter: DNA Concerti Photographer: Bianca Tabaton

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au revoir simoneLocation: La Casa 139 (MI)Promoter: Grinding Halt ConcertiPhotographer: Samuele Franzini

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TARANTULA

Photographer: Samuele FranziniStyling & Make-Up: Luca Marchetto & Giovanni de RuvoAssistant: Marco BressanelliModel: Natalia Pietrowska @ Why Not Models - MIlano

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due pezzi Lucio Costa.collana in plastica Mila Schön.

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due pezzi giaDADAnielle. collana in plastica Mila Schön.

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costume intero giaDADAnielle.collana in rafia Lucio Costa Archivio.

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costume intero blu , costume intrecciato verde e gonna in rafia , tutto Lucio Costa.corone in plastica Mila Schön.

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collana in plexiglass Mila Schön.

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costume intero bicolore Lucio Costa.corona in plastica Mila Schön.

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costume Lucio Costa

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costume intrecciato Lucio Costa.collana in plastica Mila Schön.

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due pezzi profilato giaDADAnielle.collana Mila Schön .

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costume intero Lucio Costa.

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due pezzi Lucio Costa.stivali Vivienne Westwood.

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FUORI SALOTTO 2009Location: MIlanoPhotographer: Maddalena Arosio

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fuori saLotto (Live)Location: Astoria (MI)Promoter: ElitaPhotographer: Monelle Chiti

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Intervista a Luca Crescenzidi Samuele Franzini

Samuele: Da quanto lavori al Plastic?Luca: Sono 4 anni che ci lavoro.

S: E che invece lo frequenti?L: Dall’ 89 o dal ‘90. Sono arrivato a Milano nel ‘88, quindi 20 anni fa.

S: Da dove arrivi?L: Alessandria, la provincia che genera mostri, in generale.Non sono andato subito al Plastic perchè avevo un timore reverenziale, pensavo non mi avrebbero mai fatto entrare. E’ buffa questa cosa però... avevo 19 anni e venendo dalla provincia la vedevo come una cosa troppo grande... e quindi credo che non mi sia presentato li per almeno un anno/un anno e mezzo. Poi mi hanno portato e vabbe’... più o meno e stato normale... però io avevo un po’ paura.

S: Era diverso il Plastic?L: Si, è cambiato tante volte, anche se la struttura piu’ o meno è sempre quella.

S: Mi sembra di ricordare che aveva 2 sale separate? O forse accadeva solo in certe serate?L: No... c’era una serata il giovedi’ che si chiamava MAN TO MAN e forse è stata una delle prime serate one-night-gay, però credo coinvolgesse solo una parte e non tutta la struttura.E’ durato un po’ MAN TO MAN.C’erano già discoteche gay ovviamente, ma serate one-night che un club normale dedicava ad un pubblico esclusivamente gay, il Plastic è stato uno dei primi.

S: E Parlando della musica non si può negare che il Plastic sia stato sempre un punto di riferimento per la musica elettronica e di ricerca...L: Si si... quello grazie a Nicola Guiducci. Si è sempre occupato della musica e della direzione artistica... ha sempre scelto lui i suoi adepti... i suoi protegee’... anche perchè lui lo ha aperto nel dicembre del 1980... quest’anno saranno 29 anni.

S: E il famigerato contratto quando è in scadenza?L: Il famigerato contratto scade a giugno del 2010.

S: Quindi per i 30 anni?L: Si, quindi praticamente per i 30 anni. Però, anche se non è bello dirlo, pensa chiudere proprio per il trentesimo anniversario...Facciamo un mese di festa... un mese di afterhour prima della chiusura. A parte gli scherzi manca più di un anno... vediamo un po’ cosa succede.

S: Tutti si augurano che il Plastic faccia il compleanno dei 50 anni oltre che quello dei 30.L: E’ anni che è nell’aria questa cosa e quindi proprio non si sà...

S: E dopo tutto questo, come si arriva dal Plastic alle tue opere?L: Non lo so’...

S: I colori dei neon non ti hanno influenzato?L: Questo potrebbe essere... ma vuoi tutto il curriculum?!?Allora io ho fatto il liceo classico ad Alessandria. Al termine degli studi, non voglio fare l’università... c’è stato un momento in cui volevo fare qualcosa di creativo, qualunque cosa sarebbe andata bene. Avevo completamente le idee confuse. Sono venuto qualche volta a Milano per vedere un pò di scuole... poi ho deciso che mi sarei indirizzato alla grafica. Mi sono iscritto all’Istituto Europeo e dopo 4 anni, il tempo che durava all’epoca la scuola, ho iniziato a lavorare. Inizialmente ho lavorato per un agenzia, ma poi, dopo circa un anno e mezzo, mi sono messo in proprio come libero professionista...Tutto questo per quanto riguarda la mia attività di grafico... Parallelamente invece era nata questa nuova cosa, diciamo notturna. Proprio all’ Isituto Europeo avevo conosciuto due ragazzi, Cristian e Ivan, gli stessi che qualche tempo dopo, esattamente nel ’94, avrebbero iniziato il Pervert.

S: Il Pervert all’Hollywood?L: Beh in realtà il Pervert nasce molto prima... quando all’inizio era ancora un club e una serata nuova e innovativa. Eravamo in 100, ma tutti carini.

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Quindi ho iniziato li’ nel ‘94, sempre aiutando l’organizzazione. Sono sempre stato alla porta, sono sempre stato sui marciapiedi di tutta Milano, come le mignotte.Gli ho girati tutti credo i locali, anche se non ho lavorato per tanti di questi, anzi per pochi... Il Pervert ad esempio,ha girato tante location, dalle colonne di San Lorenzo al madame Claude, in piazzetta Giordano, fino alla Gare che era una discoteca molto grande..

S: me la ricordo...L: Dopo 2 anni di Pervert all’Hollywood sono andato al Gasoline e sono rimasto 4 anni anche lì.

S: Se non ricordo male il Gasoline ha raccolto alcune delle cose più alternative del giro Hollywood, tra le altre cose.L: Si. Loro mi avevano chiamato per il venerdi’, una serata che non andava molto bene all’epoca.L’ Hollywood aveva avuto un momento di chiusura nel ‘98 per casini vari e loro era da un po di tempo che mi corteggiavano e in più io con l’Holliwood non andavo tanto d’accordo... ero un po’ stanco diciamo di quella situazione e quindi sono passato li’.Ho fatto 4/5 anni lì, poi mi sono preso un po di pausa perchè non avevo tanta voglia e poi, a parte qualche esperienza qua e la’, ho fatto anche una serata che si chiamava, memore dei miei lavori alla porta, TUNO’, proprio scritto tutto attaccato, poi avevo fatto un po di cose e poi mi sono stufato.Poi è arrivata questa proposta del PLASTIC alla quale non ho potuto dire di no... per il venerdi e sabato... più qualche serata quà e là.

S: Quanto cuore ci metti verso i beginners diciamo?L: A meno che non siano beginners fuori ambiente completamente, tutti quelli che sono “da Plastic” vanno bene. Uno dice: che significa da plastic? Solo una persona che ci va capisce che cosa vuol dire... capisco che detto cosi’ possa sembrare una cazzata... però uno che lo frequenta da tanto tempo ha un occhio per le persone che sono adatte per quel club... quando arriva gente all’ingresso alcuni mi dicono: è la prima volta che vengo, è la prima volta!Io gli dico: ci ho messo un anno ad entrare io! E’ una di quelle scuse che non funzionano...poi dipende...tra l’altro mi

Siouxie

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ma che brutta fatica cadere qualche metro in là

sono dovuto un po’ sforzare perchè nella mia natura non è di essere così... poi passo per uno stronzo inevitabilmente.

S: E’ il ruolo che ti porta ad esserlo... un ruolo che ti impone di dover dire NO! e a quel punto hai rovinato l’aspettativa...L: Esatto... però mi sono dovuto un po sforzare... ho tirato fuori un lato del mio carattere che non è propriamente nelle mie corde... però mi è servito anche quello... e mi è servito anche altrove. Ad essere un po più duro, un po’ più netto.

S: Qundi saper vedere la cosa dal punto di vista oggettivo, non per forza emozionale...L: Esatto, non mettendoci sempre un trasporto nelle cose... E’ così, mi pagano per fare quello... se pensi che poi il locale oltretutto non è immenso e buona parte della clientela è molto affezionata, quindi si da comunque precedenza a quella. Inoltre a volte devi pensare di non dovere riempire subito il locale perchè magari alle 3 o alle 4 arriva ancora gente... e magari sono i soliti, quelli affezionati. Il mio lavoro è, quindi, un equilibrismo... vanno anche messe da parte le simpatie e le antipatie personali.Mi sono sempre sentito molto caricato dalla responsabilità...

S: E vero, perchè oltre all’organizzatore che propone il tema della serata, il dj , piuttosto che il lato artistico, che fa la serata poi è anche soprattutto la gente che lo frequenta.L: Lì devo dire che sono molto attenti... cioè se fai la cazzata di far entrare delle persone che non vanno bene, (nella massa ogni tanto può capitare quello che dici “CAZZO”), non è che ti fanno il culo, però te lo fanno notare... ed è giusto che sia cosi. Anche perche’ ci vuole un niente a rovinare la serata e anche un niente a sputtanare un locale... sopratutto quando prende un giro. Negli ultimi anni devo dire che il Plastic ha preso tanta quota e quindi è facile che succeda quando arriva tanta gente, sopratutto il sabato.

S: In una città come Milano, forse l’unica città in grado di roccogliere le ultime tendenze internazionali, ci può stare che alcuni locali scelgano di fare selezione all’ingresso… inotre esistono tanti locali.L: E’ quello che dico anch’io. Se non ti fanno entrare al Plastic non c’è problema... c’è il Rolling Stone qui di fianco...

Loredana Bertè

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anche se adesso non si potrà più dire visto che lo buttano giù. Comunque Milano è piena di locali! E’ chiaro che è una cosa facilmente strumentalizzabile... assolutamente... niente di più facile... e c’è anche da dire che il Plastic ha fatto scelte a volte molto poco commerciali.E’ sicuramente un locale che va bene però è un locale dove, per esempio, non si possono prenotare i tavoli. Se qualcuno lo chiede gli si risponde che non è un ristorante. E’ una scelta anche quella. Poi ci sono altri locali che hanno fatto una scelta molto più commerciale...al di la della quantità di gente... Ti prendi la bottiglia, spendi un sacco di soldi in più, il tavolo costa un sacco di soldi...però è ovvio che se tu prendi un tavolo ti porti magari quelle 6 o 7 persone sulle quali non hai assolutamente nessun tipo di controllo.......cosi come quando arrivano in 10/15...generalmente non si fanno entrare...a meno che non vadano tutti bene... Però sono gruppi che è più facile che facciano casino quindi su quei numeri è difficile avere un controllo.

S: Quindi é ancora un posto dove non conta il denaro ma conta l’ambiente...L: Conta l’ambiente, ma non necessariamente l’aspetto...poi uno pensa: qui ci entrano solamente i froci, ci entrano solamente quelli bizzarri... non è vero. Il sabato c’è ad esempio una clientela estremamente affezionata al cosiddetto Bordello, cioè a quella parte della serata dove si mette musica archeologica italiana anni 80... che è una cosa di ricerca...I dj del Plastic sono stati veramente i primi a tirare fuori 7/8 anni fà certe canzoni che erano veramente dimenticate... poi è diventata una moda... la differenza è che comunque lì cercano sempre di tirare fuori cose nuove e dimenticate... non ci si è fermati a MALEDETTA PRIMAVERA di Loretta Goggi. Per tornare al discorso... ci sono delle persone molto affezionate alla serata che sono persone da maglietta e jeans, oppure camicia bianca e jeans. Non devono essere necessariamente stravaganti. Però sono quelli che ti sanno esattamente cantare, e lo so perchè li conosco, tutte le canzoni che LA STRYXIA, la vedette del sabato sera, ti mette in console... è un misto di tante cose..come ad esempio essere nel mood.Poi è chiaro che se arriva la creatura favolosa, uomo o donna che sia, benvenga assolutamente...

S: Comunque son sempre belle serate, questa è la forza diciamo. Vai, sai che ti diverti e l’atmosfera è omogenea ed

Amanda Lear

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è piacevole, insomma.L: Si.. si si… dovrebbero essere cosi (ride). Stare alla porta per me è essere una membrana tra esterno e interno e tra i clienti e chi fa le serate, per cui significa proprio stare a metà, significa fare equilibrismi, nel senso che sei il filtro, dove tutto arriva. Per cui, a volte c’è un piccolo carico di stress emotivo, non so come dire... Di contro, a volte, è anche uno sfogo psicologico; butti fuori tutti i nervosismi accumulati.

S: Certo! Non è che lo fai propriamente per sfogarti, ma nel momento in cui “innoti”, togli un “peso della settimana”, ecco. Però è un no che dovresti dare, non è un no per sfogarti.L: Comunque cerco sempre di essere molto gentile, anche se la tua gentilezza viene avvertita solo da chi entra. Chi rimane fuori, anche se tu sei la persona più cortese del mondo, e io cerco sempre di esserlo, ti reputa uno stronzo... Prima di arrivare agli insulti bisogna proprio che mi insultino, e succede... mi han tirato anche delle scarpe, cioè mi è successo di tutto. Insomma prima che io perda le staffe bisogna, sia per educazione sia per indole bisogna proprio che me le tirino...

S: Beh sarà andato a casa scalzo immagino!L: E’ andato a casa scalzo. Comunque anche se sei gentilissimo chi rimane fuori non noterà la tua gentilezza, dirà “ Quello stronzo!”. Poi, il primo anno che ci lavoravo, scrivevano su di me blog tipo milano tonight, dove io non ti dico che cosa mi dicevano... che poi appunto scrivevano solo quelli che erano stati rimbalzati.

S: Beh, certo.

L: Poi dopo un po’ ho smesso, infatti non lo guardo più perchè uno ci ride anche sopra però... ecco uno se la risparmia anche...

S: Si perchè poi ti ritorna quel carico di stress e dover dare la settimana dopo, quindi non va bene...Rischia di essere

Grace Jones

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troppo.L: No infatti.

S: Ok... ma quindi diciamo una cosa importante, che tu hai finito gli studi, hai iniziato a lavorare come grafico e dal momento che sei diventato libero professionista hai subito affiancato l’attività la notte...L: Si, quasi subito.

S: E quindi a quel punto le due cose si sono per forza legate.L: Si ma guarda ti dirò di più. In realtà sono cose che ho sempre tenuto separate, soprattutto un po’ di anni fa, per una mia forma mentis diciamo. Insomma il lavoro è il lavoro... è la cosa seria. La notte è la notte.Poi i primi tempi in realtà ero anche molto più vestito, più conciato, ecco tipo una di queste foto che abbiamo qua! Quindi era una cosa che cercavo un po’ di tenere separata.Devo dire invece che da quando sono al Plastic, le due cose sono un pochettino più coincise... diciamo non c’è più il Luca che lavora di giorno e il luca che lavora di notte, anche se poi mi sono reso conto che il Luca è sempre lo stesso e forse lo è sempre stato. Anzi, è diventato ancora più proficuo questo atteggiamento, perchè a mischiare le due cose sono venuti fuori risultati interessanti. Anche questi ritratti che faccio, la prima volta li ho esposti proprio al Plastic; alcune collaborazioni anche lavorative sono nate al Plastic proprio da persone che mi conoscono; una cosa tira l’altra... Anche questa cosa che abbiamo fatto per il giornale in realtà è una cosa dove va tutto insieme e mi piace. Anche se non so quanti “artisti” magari sarebbero propensi a fare il servizio fotografico vestiti con le opere. Io invece per quello... non sono per niente puzzettone

S: Beh anche perchè le abbiamo tagliate a metà in certi montaggi per cui...L: No no, ma a me va benissimo, mi piace fare queste cose. Prima ero molto più restio, cioè il lavoro è il lavoro, e invece no. Era un mio limite. Nel senso che queste contaminazioni... mischiar le cose... portano a frutti interessanti.

Leigh Bowery

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Sull’influenza per le cose che faccio ci sono quasi tutti quei personaggi che beh... sono tantissimi.Poi tu dicevi per le luci al neon. Effettivamente c’è stato un commento che ha fatto uno scrittore che è Matteo B Bianchi, che è anche autore televisivo, che per una mia mostra ha scritto una cosa introduttiva e appunto diceva che a lui ricordavano le luci al neon un po delle serate anni 80, questi tratti che ti rimangono impressi nella retina...Effettivamente si, c’è quella cosa lì. Ci sono molti riferimenti del mio background culturale.. Boy george, Grace Jones, non so, c’è di tutto, veramente di tutto.

S: Ma anche questi personaggi sono stati al Plastic?L: Beh, Boy George sicuramente, perchè nei 3 libri del Plastic, soprattutto nel primo, ci sono tantissime foto... Vivienne Westwood c’era stata, la Piaggi c’era stata, Boy George... insomma ce n’erano tanti.

S: La Bertè ci sarà stata...L: La Bertè! Ma si, ma anche recentemente, qualche anno fa. Era venuta proprio in concomitanza di uno dei suoi tanti ritorni sulle scene, anzi era proprio andata a cantare con LA STRYXIA e le sue canzoni sul cubo, si si.

S: Tra l’altro mi dicevano che abita qua dietro...L: No, abitava. E’ un po’ di anni che se n’è andata. Anche se quei ritratti poi hanno poco a che fare con la... cioè io ho applicato quest’idea che ho avuto su personaggi che a me piacevano, però era una cosa in realtà più profonda, nel senso che nascono dalla sovrapposizione di più immagini della stessa persona in momenti diversi della vita, dal più remoto al più vicino e quindi c’è una concezione del tempo e dei segni che lascia, della sintesi....Cioè, se effettivamente la personalità è sempre riconoscibile, oppure che segni ha lasciato la mutazione del tempo, e poi che cosa viene fuori... perchè in realtà son cose che non sempre son prevedibili nel risultato finale, nel senso che poi sovrapponendo vengono a volte delle strane forme, ed era quella l’idea, che poi si può applicare su tutti. Mi è stato chiesto anche di farlo a dei privati, quindi è una cosa più privata e meno scenografica. Chiaramente se scegli Grace Jones viene una cosa presumibilmente fantasmagorica, però in realtà è un procedimento che si può applicare su chiunque.

S: Quante immagini sono di solito sovrapposte?L: Io ne ho scelte 5, perchè il rischio è che poi a metterne troppe non si capisca più niente e diventi una cosa dove poi in realtà non riesci più a vedere le singole immagini. 5 era il numero giusto.

S: Ogni tracciato un colore diverso?L: Ogni tracciato un colore diverso, a volte legato alla fotografia da cui io prendo il riferimento, a volte dipende....

S: Certo. Se un immagine è rossa ad esempio tu sintetizzi quel rosso?L: Ecco si insomma. oppure a volte ho scelto dei colori che secondo me rappresentano meglio quella persona.

S: Chiaro.L: E anche questa è una cosa assolutamente a se stante, cioè è una cosa che nasce dalla mia professione di grafico, però non ha una collocazione. Non è pittura, non è grafica nel senso puro, è una cosa un po’ mista, che non trova una facile collocazione, però come tutte le cose ha bisogno di tempo per crescere. C’è stato un momento nel quale mi ero anche un po’ stufato e poi invece questo ha coinciso con il momento di maggior interesse da parte degli altri e quindi poi ho continuato.

S: Beh per un artista, il momento iniziale coincide spesso con la più forte fase di ricerca per trovare l’identità, per poi dopo trovare lo stile da seguire per i vari lavori, l’interpretazione ecc... Per cui ci sta che le opere abbiano poca durata e vengano sostituite da una produzione di opere diverse. Però spesso e volentieri capita che alla gente non arrivi il lavoro dell’artista, perchè l’artista cambia velocemente il suo modo di interpretare quello che gli sta attorno. In questo caso quanto ha coinciso

per te?L: Mah, guarda, il fatto di dedicarmi a questo è nato dal fatto che volevo qualcosa che fosse mio e non avesse a che fare col mio lavoro ne che ci fossero committenze. Anche se a me fare il grafico piace moltissimo, devi sempre prima di tutto soddisfare le esigenze di chi ti commissiona il lavoro e di chi ti paga. Ci metti tutta la tua professionalità, tutta la tua capacità, ci metti il più possibile di te stesso però tante volte diciamolo... fai anche delle marchette, ma come in tutti i lavori. Ripeto, mettendoci la professionalità e tutto, però su 100 lavori, quelli dove direi “si mi piacciono” sono 10, voglio dire dove tolgo tutto e dico: Questo è 100% cliente 100% Luca Crescenzi e son pochi eh.... Gli altri sono compromessi, ma fare il grafico lo è.

S: Anche tu sei tra quelli che dicono: Viva il lavoro che mi fa pagare le bollette e l’affitto ma nel tempo libero non rompete le scatole, faccio quello che voglio.L: Si ma facendolo al meglio, onestamente e al meglio.

S: Si si, non volevo banalizzare quello che è il lavoro che paga le bollette e l’affitto.L: Questo è nato perchè volevo fare una cosa mia, senza stress, prendendomi i miei tempi e tutto. E’ una cosa che mi sono finanziato e forse adesso sto rientrando nelle spese. Beh la stampa comunque è fotografica, le prime cose erano fatte in cornici di plexiglass e quindi...Non sono uno di quelli che dice: Oddio adesso cosa farò la prossima volta. Si certo ci sto pensando: mi piacerebbe fare un libro in continua gestazione, dove ci stanno i miei quadri, ci stanno i ritratti fotografici che mi sono fatto fare perchè avevano un certo senso, avevano una certa mia visione, e ci potrebbero stare dentro cose che ho scritto. Cioè, mi piacerebbe in realtà fare tante pagine in cui ci sta dentro tutto e che forse fra trent’anni saranno un unicum che mi rappresenterà.

S: Quindi i tuoi primi cinquant’anni li scriverai per immagini diciamo?L: Si ma non è che manchi tantissimo, cioè nel senso... E quindi non lo so, in realtà non è che abbia un percorso da artista, nel senso che sono fuori da quella logica delle gallerie.

S: Non hai un agente / gallerista in questo momento?L: Beh io adesso ho dei quadri che sono stati presi da una galleria di Alessandria, Alexander Alvarez, molto giovane e che ha cose molto belle. Hanno voluto prendere alcune cose.Qui a Milano è l’assalto alla fortezza. E’ un ambiente più che chiuso... infatti io le cose le ho sempre esposte in posti tipo al Plastic, in Librerie, gallerie di Librerie. Da Alessandria mi hanno dato la possibilità di togliermi da questo ambito un po’ a metà ed entrare in un altro proprio di galleria d’arte. Qui a Milano è un po’ difficile ma non è che mi tolga il sonno. Al momento diciamo che non me ne frega niente. Poi è chiaro che se succede... ben volentieri. In realtà l’altro ieri sono andato a vedere una galleria qua di Milano, conosco il proprietario, mi ha detto fammi vedere le cose e beh... vediamo, non dico di no... non faccio il discorso della volpe e l’uva tipo “ non ci arrivo quindi non m’interessa”.Diciamo che non sono uno di quelli che dice “devo fare, devo fare, devo prendere appuntamenti...”. No eh! C’è già il lavoro...

S: La scelta di collocare le opere in un contesto diciamo tradizionale di galleria, è probabilmente una scelta non data dal fatto di indisponibilità della galleria, ma anche perchè per esempio, non so, me l’ero posto una volta questo problema... una mostra che è permanente che sta in uno studio di registrazione, sta lì perche sono fotografie di concerti. Per cui, per quanto possano essere grafiche, astratte ecc.., hanno miglior vita li piuttosto che in una galleria d’arte dove ci stanno altre cose.L: I Frankie Morello hanno preso per il loro show room un quadro e va benissimo, anche perchè la mia paura è che per rifare il salto nella galleria, secondo me devo anche avere qualcuno che investa e io in questo momento ne ho fatti tanti.. saranno almeno una ventina di ritratti e li ho venduti tutti. In casa ne avrò 4 o 5 e sono cose che

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devono essere ristampate in una certa maniera. Non è che io me li stampi e me li tega in casa così ecco...

S: No anche perchè le stampe fine art non è che siano esattamente economiche...L: Ecco appunto, poi le grandi sono stampe Lambda e quindi comunque costano. Non è che abbiano prezzi folli, però “moltiplicati per” diventa impegnativo. Un conto è se me le comprano, e allora è un altra cosa.I prossimi passi vediamo quali saranno però io credo molto nell’ineluttabilità di quello che fai. Quell’idea lì mi è venuta così... l’idea del tempo e delle facce che si sovrappongono. Cioè quelli che dicono “le idee da dove arrivano?”... Boh!! Arrivano a volte.

S: E’ vero!L: E ora fare per fare, no. Aspetto che arrivi qualche altra ispirazione. mi piacerebbe però questa logica dell’un giorno mettere tutto insieme. Un libro... un libro con pagine video, non so, crescerà anche la tecnologia no?

S: Ti confermo che si può già fare on-line tra l’altro.L: Quindi aspettiamo che le idee maturino.

S: Quanto è importante il passaggio dal computer alla opera fisica. Parlavamo di multimedialità, è chiaro che in un libro di carta non puoi inserire un video.L: Certo; ti posso dire questo. Al Plastic abbiamo fatto due mostre e la seconda era quasi tutta video; cioè queste cose sono state trasposte su plasma e devo dire che hanno avuto una vita diversa, molto bella prchè sembravano più neon.Poi da quella cosa avevamo fatto una presentazione e c’era anche la sovrapposizione delle immagini, quindi ha avuto una vita diversa. Nè migliore né peggiore devo dire... diversa. Certo fisicamente un quadro è sempre una cosa, però essendo file elettronici di per sè, in realtà si prestano....

S: Diciamo che conta anche come sta cambiando la società? Nel senso: la realtà è sempre più percepita attraverso la vista piuttosto che tatto, olfatto...L: Si certo, non so quanto sia meglio però è così. Adesso c’è una predominanza visiva, visuale.

S: A volte ti basta vederla una cosa...L: Un po’ come per i posti. ti sembra di essere stato in un posto ma lo hai solo visto da qualche parte. L’abitudine a consumare troppe immagini spesso toglie quella sorpresa... quell’aspettativa. il rischio è un appiattimento totale...

S: Insoma, senza l’attesa non c’è godimento!L: E beh si dai... quella è una vecchia regola! Anzi, a volte l’attesa è il godimento ma va beh dai, storie vecchie...

“Se mi fosse stata lasciata, quella forza, per il tempo sufficiente a compiere la mia opera, non avrei dunque mancato di descriverviinnanzitutto gli uomini, a costo di farli sembrare mostruosi, come esseri che occupano un posto così considerevole accanto a quellocosì angusto che è riservato loro nello spazio, un posto, al contrario, prolungato a dismisura poiché toccano simultaneamente, comegiganti immersi negli anni, periodi vissuti da loro a tanta distanza e fra cui tanti giorni si sono depositati - nel Tempo.”

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“Se mi fosse stata lasciata, quella forza, per il tempo sufficiente a compiere la mia opera, non avrei dunque mancato di descriverviinnanzitutto gli uomini, a costo di farli sembrare mostruosi, come esseri che occupano un posto così considerevole accanto a quellocosì angusto che è riservato loro nello spazio, un posto, al contrario, prolungato a dismisura poiché toccano simultaneamente, comegiganti immersi negli anni, periodi vissuti da loro a tanta distanza e fra cui tanti giorni si sono depositati - nel Tempo.”

Luca

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KataKLo’ - pLayLocation: Teatro Nuovo (MI)Photographer: Maddalena Arosio

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Sede: 2° piano Palazzo Melchionni, via Migliara, Alessandria.Periodo mostra: 28 Marzo – 30 Maggio 2009 Inaugurazione: 28 Marzo alle ore 18.00

29 Aprile alle ore 19.00 (solo su invito)Sfilata e presentazione monografia di Vincenzo Marsiglia

Orario: dal martedì al sabato, dalle 15.30 alle 19.30. Curatore: Livia SavorelliTesti: Viviana SivieroPartners: BANG & OLUFSEN D o b i a L a b - laboratoricreativi Mini-VRoom Paolo Seminara ZANOTTI FRAGONARA

Il progetto “Star Interactive”, trasposizione in chiave video della poetica di Vincenzo Marsiglia, che mette in atto un’originale interazione tra il mondo dell’arte e quello dello spettacolo, è il punto di partenza di un evento che fonde mixage e contaminazione. La classica iconografia dell’artista, la “Stella” che si ripete perpetuamente nelle sue creazioni, divenendo logo imprescindibile ed elemento connotante, entra ora nel mondo del virtuale assurgendo al ruolo di protagonista di atmosfere audio-video che si modificano con l’interazione dello spettatore.

L’intera mostra si snoda intorno a questa installazione, fruibile al visitatore con l’entrata in un ambiente artificiale (un cubo di circa 4x4 m), in cui è possibile vivere una reale esperienza visivo-sensoriale, alimentata dagli input visivi stimolati dalla semplice fruizione del pubblico, che diventa in tal modo protagonista, e da quelli sonori, originati dalla collaborazione con il gruppo DobiaLab-laboratori creativi. Per questa installazione visivo-sensoriale la BANG & OLUFSEN ha voluto essere partner e sponsor tecnico.

L’evento si sviluppa nei tre ambienti della galleria in uno spazio espositivo di circa 400 mq, a partire dalla sala principale che ospita l’inedita installazione interattiva di Vincenzo Marsiglia.Ogni ambiente della galleria rappresenta un mondo a sé: dalle magiche atmosfere barocche di un divano in stile impreziosito da lucenti stelle, alle saponette di Marsiglia rigorosamente in ceramica, che alludono ironicamente al contrasto tra un oggetto funzionale, avente ora una funzione puramente estetica, e il nome dell’artista, dalle tele fino alla linea di occhiali firmata dallo stesso Marsiglia per l’azienda Zanotti Fragonara.

STAR INTERACTIVE

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STAR INTERACTIVEmostra personale dell’artista Vincenzo Marsiglia

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ALEXANDER ALVAREZ CONTEMPORARY ART, Via Migliara, 2° piano Palazzo Melchionni, 15100 Alessandria (AL) Italy www.alexanderalvarez.it - [email protected] tel: 333 1053479

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Studioarchitettura / Urbisproject nasce a milano nei prima anni 90’, dall’incontro degli architetti Andrea Barba e Giovanna Di Lelio, che integrando le proprie competenze si prefiggono di sviluppare una architettura attenta ai dettagli ed ad agli equilibri compostivi e formali del progetto.Lo studio sfrutta con la propria capacità creativa per creare volumi e spazi suggestivi attraverso un attento studio di prospettive e equilibri cromatici, nella convinzione che lo scopo di un buon progetto è creare un’emozione in chi lo osserva.Fondamentale è la costante attenzione verso l’evoluzione architettonica internazionale, analizzata criticamente per recepire e trasferire le nuove tendenze nel proprio processo di elaborazione progettuale.

Contatti e linkwww.studioarchitettura.biz e-mail [email protected] Cimarosa 9, Milano 20144 tel. +39.02.91198118

Lo studio si occupa fin dagli esordi delle tematiche ambientali, progettando involucri edilizi ad alto contenimento energetico, grazie ad un costante lavoro di ricerca tecnologica su materiali innovativi e sul loro utilizzo nel prodotto edilizio.

Studioarchitettura / Urbisproject

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Sede opera missionaria – l’edificio è stato costruito per contenere sedici camere indipendenti ed una serie di servizi comuni necessari al gestore, l’attenzione verso i contenimenti energetici estivi ed invernali a permesso la realizzazione di un edificio a bassissimo impatto energetico e contenuti costi gestionali

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Polo culturale – la ristrutturazione di un edificio quattrocentesco ha permesso di realizzare un

polo finalizzato ad ospitare eventi culturali, l’intervento è

consistito in un consistente lavoro di restauro realizzato in stretto

contatto con la Soprintendenza ai Beni Architettonici

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Sala convegni – il progetto è caratterizzato da una complessa

copertura a legno che crea una particolare atmosfera che domina e caratterizza tutta la

sala, la forma degradante della platea e la disposizione dei posti a ventaglio creano una naturale

attenzione verso gli oratori.

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CLAUDIA BETTINARDI

I always try to give my illustrations a surreal

and mysterious touch, that invites you to

use your imagination.I like to melt the essentiality of graphic

language, due to my studies in visual

communication, with the intensity of

traditional illustration,in order to create an image which is at the

same time simple and full of visual and

tactile sensations.

http://www.claudiabettinardi.com

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UNA NOTTE AL MUSEO 2 - LA FUGAil film del mese, consigliato da Simona Meli

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