mensile dell’unione del commercio del turismo … · chi è letizia moratti letizia brichetto...

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N. 5 Maggio 2006 Anno 11 - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in A.P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - art. 1, comma 1 DCB Milano - contiene IP. MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI E DELLE PROFESSIONI DELLA PROVINCIA DI MILANO informa MAGGIO 2006 8-05-2006 9:11 Pagina 1

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Page 1: MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO … · Chi è Letizia Moratti Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, candidata a sindaco di Milano, è nata a Milano il 26 novembre 1949

N. 5 Maggio 2006 Anno 11 - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in A.P. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - art. 1, comma 1 DCB Milano - contiene IP.

MENSILE DELL’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI E DELLE PROFESSIONI DELLA PROVINCIA DI MILANO

informaMAGGIO 2006 8-05-2006 9:11 Pagina 1

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Unioneinforma è stato ultimato il 4 maggio.

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PRIMO PIANO 2MILANO: CINQUE DOMANDEAI CANDIDATI SINDACOLETIZIA MORATTIE BRUNO FERRANTE

ATTUALITA’ 9FINANZIAMENTIAL COMMERCIO: DALLAREGIONE LOMBARDIA8 MILIONI DI EURO(4 PER I VEICOLICOMMERCIALI)

PUBBLICI ESERCIZI 12LINO STOPPANIPRESIDENTE FIPE

Due riflessioni alla vigilia del voto per eleggere chi avrà la respon-sabilità di governare Milano nei prossimi anni: riflessioni che

penso siano di quadro politico, direi quasi due “anime” che, credo,vadano tenute presente per Milano. Una è interpretare il nuovo ceto medio. La seconda è ripensare ad unnuovo welfare milanese. Il nuovo ceto medio è dinamico, autonomo, esigente. Fatto di oltre200 mila imprenditori solo in città, di lavoro autonomo, di professio-nisti. Una realtà anche “pratica”, fino all’esasperazione. In una guidatedesca alla nostra città ho letto un giudizio che mi ha colpito:“Milano è veloce e abile negli affari fino al confine del dolore”. Ungiudizio che non rende invece conto dei caratte-ri più profondi di questa città che è sempre stataaperta e tollerante, solida ed operosa. Caratteriche se riescono a far nascere la “nuova politi-ca”, faticano nei passaggi politici normali. Lanostra è una società prevalentemente “economi-ca” e mercantile in cui anche il pubblico vieneinteso come se fosse privato. Ebbene, quest’identità profonda di Milano va tenuta presente.La seconda riflessione è il tema della famiglia edel nuovo welfare. Cresce la distanza tra le dueMilano: quella del benessere e quella delle diffi-coltà. Non mi convince l’idea che ogni cittàabbia i suoi costi o che il mercato – tutto dasolo - decida e, magari, lasci indietro i più debo-li e i più ingenui. La distanza tra redditi familia-ri è certo una “dimensione metropolitana”, comune nelle grandi città,ma che richiede alle istituzioni un supplemento di responsabilità.Bisogna cioè ripensare al ruolo del pubblico nei servizi, a un nuovowelfare ambrosiano. Nelle famiglie si stanno scaricando costi legati all’assistenza, ai servi-zi alla persona ormai “privatizzati”. Penso che vada rivisto questocammino proponendo uno “stato liberale della sussidiarietà”: e cioèdelle garanzie e delle pari opportunità.C’è bisogno di “riformismo”, dunque. C’è bisogno di una carica rifor-matrice continua ed incessante per interpretare politicamente questedue anime milanesi. E’ importante contribuire a rafforzare una societàliberale della sussidiarietà capace di riformare. Ed è un disegno dimodernizzazione della politica, dentro una società che muta continua-mente. Perché la politica deve essere capace di “riformare”, di stare,cioè, un passo avanti alla società.

editoriale

sommariosommariomaggio 2006 maggio 2006

n. 5 - anno 1n. 5 - anno 111

Unioneinformamaggio 2006

CARLO SANGALLI Presidente dell’Unione di Milano

Le due “anime”di Milano da governare

Ilcommercio“racconta”

MilanoLa storia del nostro territorio attraverso

le imprese più antiche chehanno saputo rinnovarsiarrivando ad oggi senza

perdere la propria identità

al centro del giornale

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DOMANDAMobilità urbana da renderepiù efficiente, traffico einquinamento: grandi pro-blemi concatenati cheMilano deve affrontare. Lescelte sulla mobilità posso-no incidere in modo signifi-

cativo sull’attività commer-ciale. Un’indagine condottanel 2005 dalla Camera di

commercio milanese indi-cava, ad esempio, unaperdita media del 13% sulfatturato con l’eventualeintroduzione del ticket d’in-gresso in città. Come siorienterà la Sua politica suquesti temi?

primo piano

Unioneinformamaggio 2006

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Milanoda

governareCinque

domandea LetiziaMorattie BrunoFerrante

I candidati sindaco rispondono su: mobilità, sosta/parcheggi, lotta ad abusivismo e contraffazione,

turismo e lavori pubblici

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RISPOSTA DI LETIZIA MORATTINon solo sono favorevole ainterventi di questo tipo, maho già soluzioni concrete daproporre. Il mio programmapunta a facilitare la sostatemporanea per gli artigiani

che svolgono attività di manutenzione, per iveicoli destinati alla consegnadi merci a domicilio, per parti-colari categorie di agenti dicommercio. E penso anche aposti auto gratuiti, per un’ora,davanti ai negozi per agevola-re chi si ferma a fare acquisti.

RISPOSTA DI BRUNO FERRANTELe politiche sui parcheggi perle attività commerciali e arti-gianali saranno oggetto diattenta valutazione proprioperché facilitare la mobilità e,dunque, il commercio, signifi-ca sviluppo. Queste politiche andranno comun-

que studiate all’interno di quelsistema complessivo di cui par-lavo. Un’ipotesi può essere quel-la di introdurre convenzioni e/oabbonamenti sia per i nego-zianti sia per i clienti per le sosteauto.

RISPOSTA DI LETIZIA MORATTISarà chiesto a chi entra ognigiorno in città di pagare unpedaggio (pollution char-ge) in proporzione al diversolivello di emissioni inquinantidelle vetture, così come sarà

chiesto ai milanesi di utilizzare di più i mezzipubblici. Ma gli sforzi richiesti saranno contro-bilanciati da soluzioni alternative per unamigliore vivibilità di Milano, sia dal punto divista ambientale che della mobilità: parcheg-gi esterni, tariffe urbane ed extraurbane piùconvenienti, tariffe dei mezzi pubblici in cittàbloccate per 5 anni, sconti per le famiglie egratuità dei mezzi per le persone con più di 65anni al minimo di pensione e particolarmentebisognose.Verranno previste vie di scorrimento veloci,corsie preferenziali per i taxi, linee di trasportopubblico potenziate nelle zone critiche e nelleore di punta, nuove infrastrutture di trasportoe di fluidificazione, regolazione del trafficocon le tecnologie più avanzate, controlli piùseveri sulla sosta “selvaggia” lungo le carreg-giate e sui marciapiedi, obbligo di spegnere imotori per i veicoli momentaneamente fermi.La visione sulla quale si fonda questo pro-gramma è attenta sia alle ragioni dello svilup-po sociale ed economico sia alle ragioni del-

l’ambiente e quindi - qualsiasi progetto saràstudiato, qualsiasi provvedimento sarà adotta-to - vedrà sempre legate le esigenze e i biso-gni di tutti e due i versanti: quello economicoe quello ambientale.

RISPOSTA DI BRUNO FERRANTEIl ticket d’ingresso in cittànon è nei nostri programmi.E, in ogni caso, non puòessere un punto di partenza,semmai di arrivo, una voltache si sia attuato e verifica-to un nuovo piano complessivo e organicodei trasporti. Un piano che renda più fluido –e razionale – il modo si spostarsi in città per-ché la mobilità genera ricchezza ed è anchefonte di uguaglianza sociale. Nel caso specifi-co, nel senso che, se tutti hanno la stessapossibilità di muoversi, tutti possono sceglieree raggiungere il “proprio” mercato, vale adire i vari punti di commercio nelle diversearee. Molti e strategici parcheggi di inter-scambio, che non soddisfino come oraappena il 14% del fabbisogno, e collegaticon le principali direttrici dei mezzi pubbliciurbani stimoleranno, anziché frenare, l’ingres-so in Milano di più persone provenienti dafuori città. Con tutto vantaggio anche per laqualità dell’aria.

DOMANDAUn problema pratico certa-mente sentito dagli impren-ditori titolari o locatari diesercizi commerciali è la

possibilità di essere conside-rati come residenti per l’uti-lizzo degli appositi spazi diparcheggio delimitati conriga gialla. E molti commer-

cianti chiedono anche piùtolleranza nella sosta per laclientela.E’ favorevole a questo tipod’interventi?

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Chi è Letizia MorattiLetizia Brichetto Arnaboldi Moratti, candidata asindaco di Milano, è nata a Milano il 26 novembre1949. Sposata, ha due figli. Ha sviluppato numero-se attività internazionali nel campo finanziario,assicurativo, del “risk management”, dei servizi dicomunicazione e nel settore dei nuovi media, assu-mendo la responsabilità operativa di importantigruppi italiani e stranieri impegnati in complessi

progetti di ristrutturazione e sviluppo. Prima di ricoprire – in questi anni - l’in-carico di ministro dell’Istruzione, del-l’università e della ricerca scientifica nelGoverno Berlusconi, è stata presidentedi Syntek Capital Group, società d’in-vestimenti europea nel settore della tele-comunicazione e media, della quale

resta oggi il maggiore azionista e chairman del-l’Advisory Board. In passato, Letizia BrichettoArnaboldi Moratti, ha realizzato, come presidente eamministratore delegato della News Corp Europe(tra il novembre 1998 e il settembre 1999), il pianodi espansione in Europa delle attività del gruppoguidato da Rupert Murdoch. Tra gli obiettivi con-seguiti, il rilancio produttivo e commerciale diStream, la seconda piattaforma televisiva digitalein Italia, e lo sviluppo di TM3 Gmbh, nuova retedella pay-tv tedesca. In questa fase è stata membrodel Consiglio di amministrazione della NewsCorporation Ltd Usa e della società televisiva bri-tannica BSkyB. Tra il 1994 e il 1996, Letizia Brichetto ArnaboldiMoratti è stata presidente dellaRai.Nel corso della sua attivitàimprenditoriale, iniziata già nel1974, Letizia Brichetto ArnaboldiMoratti nel 1994 ha acquisito ilGruppo Nikols, portandolo in

breve tempo alla posizione di leader nazionaledel mercato del brokeraggio assicurativo.Il “turnaround” della società è stato realizzato insoli 12 mesi grazie ad una forte espansione delleattività in Europa e in America Latina.Successivamente, e dopo aver condotto 70 opera-zioni di fusione e di concentrazione delle proprieattività in 12 paesi, la Nikols ha formato un’allean-za internazionale con il gruppo Sedgwick. Damolti anni Letizia Moratti è impegnata in attività dianalisi e di progettazione di servizi avanzati perl’industria. Tra l’altro ha promosso lo sviluppodella Federazione del terziario avanzato, di cui èstata vicepresidente.. Ha inoltre guidato l’Associa-zione Italiana Brokers di Assicurazioni Riassicu-razione. Nello stesso periodo ha lanciato l’iniziati-va della Ricerca Sistemi Pubblica Amministrazionealla quale aderiscono i maggiori gruppi industrialiitaliani e che si occupa di fornire contributi di stu-dio, ricerca, progettazione, assistenza e supportoalla Pubblica amministrazione.Dal 1996 è membro del Consiglio direttivo dell’U-ni, Ente nazionale italiano di unificazione. Dal1998 fa parte della commissione consultiva del-l’Organizzazione mondiale della proprietà intellet-tuale, istituzione specializzata dell’Onu. Nel 2001ha fatto parte dell’Advisory Board di CarlyleGroup - Europa. Assistente dal 1972 al 1973 di Diritto comunitarioeuropeo all’Università di Milano, Letizia BrichettoArnaboldi Moratti partecipa a numerose attivitàumanitarie e di assistenza sociale. Dal 1996 è

membro del Comitato direzionale“Rainbow - International Associa-tion against drug” e dal marzo del2000 è ambasciatore del program-ma Undcp dell’Onu. (Informazioni tratte dalla biografia pub-blicata sul sito www.palazzochigi.it).

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Unioneinformamaggio 2006

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DOMANDACosa può fare un’Ammini-strazione comunale per rendere concretamente

più efficace la lotta all’a-busivismo e alla contraffa-zione?

RISPOSTA DI LETIZIA MORATTILiberi dal bisogno e liberidalla paura. A riparo dallapovertà e dalla criminalità.Sono gli obiettivi prioritari cheil Comune si darà per quantoriguarda la protezione socia-

le e la sicurezza. La tolleranza e la solidarietànon devono confliggere con la legalità.Devono andare avanti di pari passo.Abusivismo, contraffazione e pirateria andran-

no contrastati attraverso azioni di controllo e direpressione, rafforzando gli organici della PoliziaAnnonaria.

RISPOSTA DI BRUNO FERRANTEInnanzitutto istituire o raffor-zare i presidi nei mercati.Poi recuperare e rilanciare ilruolo dei vigili dell’Anno-naria.

MilanoMilanoda goverda governarnare...e...

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Chi è BrunoFerranteA fine maggio BrunoFerrante avrà da poco com-piuto 59 anni. Pugliese diLecce, Ferrante diventamilanese nel 1973, quando,giovane procuratore legale,vince il concorso e inizia nella Prefettura diPavia la sua carriera di funzionario dello Stato.Proveniva da Pisa, dove si era laureato in giuri-sprudenza. Ferrante è sposato con Liana, anchelei pugliese, ma di Taranto, ed ha due figli:Mauro, manager 30enne laureato in Bocconi, eMara, 28enne, psicologa laureata in Cattolica.Da Milano Ferrante non è più andato via, salvouna breve parentesi a Roma, tra la metà e la finedegli anni ‘90, al ministero dell’Interno (vedipiù avanti n.d.r.). Il prefetto Enzo Vicari, nel

1974, insediato a Milano, nomina Ferrante,a soli 32 anni, capo di gabinetto dellaPrefettura più grande ed importante d’Italia. E’ del ‘93 la nomina di Ferrante a prefetto e lachiamata a Roma dove, in rapida sequenza,passa da vicecapo di gabinetto a vicecapo dellaPolizia (1 settembre 1994) e prefetto di primaclasse. A Bruno Ferrante è stata anche affidatala responsabilità del Coordinamento delle forzedell’ordine e della pianificazione (una sorta didirettore generale con delega sulla logistica esul personale). Nel giugno del 1996 Ferrante èstato nominato capo di gabinetto del ministerodell’Interno.Nel giugno del 2000 Bruno Ferrante torna aMilano: è prefetto per più di cinque anni, fino al4 novembre 2005, quando annuncia la sua can-didatura per Palazzo Marino.(Informazioni tratte dalla biografia pubblicata sulsito www.brunoferrante.it).

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DOMANDATurismo: Milano può esseresempre più crocevia di sistemituristici di prodotto – affari,congressuale, culturale, reli-

gioso – e svolgere un ruolo divolano per il turismo dell’interaLombardia. Il rafforzamento diuna “cultura dell’ospitalità” èessenziale per Milano. Quali

interventi ritiene prioritario svi-luppare a questo proposito?Come migliorare la promozio-ne turistica per incentivareanche lo shopping?

RISPOSTA DI LETIZIA MORATTIA Milano il turismo rappresen-ta una risorsa economicanon pienamente sfruttata. Ilturismo d’affari deve potergodere di una maggiorericettività e di una migliore

distribuzione nel tempo degli eventi di maggio-re richiamo. Milano è città d’arte e di cultura.Deve guadagnare a pieno titolo il riconosci-mento di meta turistica di rilevanza internazio-nale. Oltre la metà del traffico aereo interna-zionale merci e un terzo di quello passeggeriutilizza i due aeroporti di Milano.Il Comune deve assumere la regia e coordina-re la Camera di commercio e le associazionirappresentative creando sinergia tra mondodella cultura, della moda, del commercio, del-l’industria, del terziario, per realizzare iniziativeintegrate con le attività turisti-che, fatte di percorsi d’arte e dicultura, con uno sguardo positi-vamente rivolto al cicloturismo.Milano deve offrire “pacchetti”integrati con i grandi eventi dispettacolo e sport della cittàvalorizzando in tale contesto le

risorse enogastonomiche e della ristorazionemilanese.Occorre estendere alle periferie le iniziative diattrazione turistica offrendo ai visitatori nuovi“volti” della città e del territorio, coordinandomeglio e di più l’azione e la comunicazione deisoggetti che si fanno promotori dell’immaginedella città. Il tutto con positive ricadute sulleattività commerciali, non solo nel centro storicodella nostra città.

RISPOSTA DI BRUNO FERRANTEE’ indubbio che il turismo puòcostituire uno dei principalivolani dell’economia dellacittà, ma è anche indubbioche le potenzialità turistichedi Milano sono oggi sottouti-lizzate. Bisogna espandere il turismo congres-

suale, ma va anche promossaMilano come città d’arte,un’immagine che a torto nonviene abitualmente collegataalla nostra città. La sua ricchez-za di monumenti, musei, teatri,opere architettoniche va valo-rizzata e fatta conoscere sul-

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RISPOSTA DI LETIZIA MORATTIUna task force comunalevigilerà sul corretto sviluppodei progetti approvati e sulrispetto dei tempi per l’ese-cuzione dei lavori e, periodi-camente, rendiconterà ai cit-

tadini milanesi i risultati raggiunti. Il Comunefarà tutto quanto in proprio potere per conte-nere i disagi per i commercianti, primo motoreeconomico della città.Altri provvedimenti più specifici li affronteremoin apposite sedi: il mio piano per lo sviluppodella città prevede il coinvolgimento degliattori, volta per volta, interessati al progetto. Vido appuntamento, dunque, a Palazzo Marinoper approfondire il piano infrastrutture edincontrare, ove possibile, le vostre specifiche

esigenze. Vedo per il Comune, se sarò elettasindaco, una cabina di regia e il coinvolgimen-to del mondo del commercio nella progetta-zione delle politiche economiche.

RISPOSTA DI BRUNO FERRANTEIl Comune può e deve impe-gnarsi al massimo controllopossibile sulla correttezza, edunque i tempi, dello svolgi-mento dei lavori, così daminimizzare i disagi. D’altrolato, questi disagi vanno valutati in un’ottica dimedio e lungo periodo perché quegli stessilavori potrebbero più avanti rivelarsi un vantag-gio. Su eventuali agevolazioni non posso espri-mermi, oltretutto in assenza di una propostaprecisa e di parametri di riferimento.

DOMANDAI lavori pubblici, in particolarea causa della loro lunghezza,creano disagi ai residenti eagli imprenditori commercialifortemente penalizzati nella loro attività quotidiana. Vi

sono, a Suo parere, misureconcrete anche preventiveche consentano di mitigarequesti disagi? E’ favorevole adagevolazioni di natura fiscalee finanziaria?

l’esempio di quanto si fa in tante altre città. Si può pensare a una consulta permanentetra operatori museali, fieristici, alberghieri,ristoratori, commercianti, dove tutti gli interes-sati discutano delle reciproche necessità eprogettino insieme le iniziative per attirare efar restare il turista. Ora il turismo è soprattutodi passaggio, per gli affari. Ma se convincia-mo quel visitatore a fermarsiun altro giorno per visitare lacittà, che appunto gli è stataresa appetibile per le sue

opere d’arte, è un giorno in più di soggiornoottenuto, con vantaggio di tutti. Se accantoalla fiera o al congresso si organizza un even-to culturale tale da attirare anche la moglie eil figlio dell’uomo d’affari, si avranno tre giorniin più di soggiorno. E più shopping, natural-mente. Il Comune dev’essere il regista per lastrategia di queste operazioni e deve fare

marketing territoriale, prima ditutto con azioni efficaci dicomunicazione su quanto lacittà offre di luoghi e di eventi.MilanoMilano

da goverda governarnare...e...

segue da pag. 5

“Il terziario per Milano” (spunti, idee e riflessionidal mondo del Commercio, del Turismo, dei Servizie delle Professioni) è il contributo che l’Unione diMilano mette a disposizione di chi si candida allaguida della città. “L’Unione – spiega il presidente Carlo Sangalli –si rivolge direttamente ai cittadini ed alle forze politiche per indica-re, attraverso proprie analisi e proposte, possibili percorsi per la cre-scita della città. Il desiderio è che Milano continui ad essere quellaboratorio di idee, progetti e realtà che anticipa e condiziona, nonsolo a livello locale, ma nazionale”. Il documento dell’Unione diMilano affronta diverse aree strategiche per l’operato della prossima

Amministrazionecomunale: dall’eco-nomia (nei vari com-parti del terziario)

alle infrastrutture, dalla formazioneall’ambiente alle politiche sociali edel lavoro, dal turismo alla culturaed ai grandi eventi. “Il terziario per Milano” sarà scari-cabile dal sito internet dell’Unionedi Milano: www.unionemilano.it

Il contributo di idee e proposte che l’Unione di Milano mette a disposizione di chi si candida alla guida della città

“Il terziario per Milano”

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Otto milioni di euro per l’ac-quisto di veicoli commer-

ciali a basso impatto ambien-tale (4 milioni di euro) e perl’ammodernamento dei localicommerciali, l’adeguamentodegli impianti, l’acquisto diarredi, attrezzature, strumentie sistemi informatici e di sicu-rezza, la realizzazione di sistemiinnovativi di logistica merci(altri 4 milioni di euro). Sono ifinanziamenti resi disponibilidalla Regione Lombardia(Assessorato al Commercio)con il bando ex l.r. 13/2000 afavore delle micro, piccole emedie imprese commercialilombarde (dettaglio, ingrossoe pubblici esercizi) grazie al-l’impegno dell’Unione di Mi-lano e dell’Unione regionale. L’investimento ammissibiledeve essere non inferiore a9.000euro per

le microim-prese e noninferiore a15.000 euro

per le piccole e medie impre-se.I termini previsti per l’ammissi-bilità al finanziamento dellespese sostenute e da sostene-re decorrono dal 1° gennaio

di quest’anno al 30 aprile2007. Il periodo indicato dalbando per la presentazione

delledomande(cheseguonoun ordine

di prio-rità)decorredal 15 maggio fino al 30 giu-gno fino ad esaurimento deifondi disponibili.Veicoli commerciali. E’ previ-sto un contributo del 30% inte-ramente a fondo perduto,previa rottamazione del pro-

prio mezzo o anche – come èstato chiesto ed ottenuto –senza necessità di rottamazio-ne, nel caso in cui le impresesiano iscritte alla Camera dicommercio da meno di treanni e non abbiano ancoraveicoli commerciali.Ammodernamento localicommerciali, acquisto arredie attrezzature, strumenti esistemi informatici di sicurezza,sistemi innovativi di logisticamerci. E’ stato assicurato unmaggior contributo allemicroimprese che potrannobeneficiare di una agevola-zione del 50% delle spesesostenute, di cui metà a

fondo perduto e l’al-tra metà soggetta arestituzione ad untasso dello 0,50% inalmeno 5 anni (art. 72della LeggeFinanziaria 289/2002 -“Fondi rotativi per leimprese”), fatta ecce-zione per le cosiddet-

te zone svantaggiate (indica-te nel bando), dove il contri-buto è interamente a fondoperduto. Per le piccole emedie imprese, il contributo èinvece pari al 30% delle spesesostenute.

attualità

Unioneinformamaggio 2006

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Bando della Regione Lombardia: domande fino al 30 giugno

Finanziamenti al commercio8 milioni di euro

Per l’acquisto di veicoli commerciali

a basso impatto ambientale (4 milioni)

e l’ammodernamento dei locali commerciali,

l’adeguamentodegli impianti, l’acquisto

di arredi, attrezzature, strumenti e sistemi

informatici e di sicurezza,la realizzazione di sistemi

innovativi di logisticamerci (altri 4 milioni)

Investimento ammissibilenon inferiore a 9.000 euro

per le microimprese

Fidicomet. Ricordiamo che Fidicomet,la cooperativa fidi dell’Unione diMilano, ha già stipulato specificheconvenzioni con Bpm e Banca diLegnano volte a concedere:• finanziamenti per acquistodi automezzi (Bpm) • iniziativa “Acquisto auto-veicoli eco-compatibili”(Banca di Legnano)

Per maggiori informazionisui finanziamenti

del bando regionaletelefonare in Unione

allo 027750207 (Romina Fanzone - e mail.

[email protected])

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attualità

Unioneinformamaggio 2006

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L’Unione, per rendere sempre più immediate le informazionisulla propria attività e sulle iniziative delle associazioni che adessa aderiscono, ha allestito un sito Internet il cui indirizzo èwww.unionemilano.itOltre alla parte istituzionale e di presentazione della strutturaorganizzativa Unione, dal sito - costantemente aggiornato - sipossono trarre informazioni utili sui servizi erogati dall’Unione,dalle associazioni di categoria e territoriali, dagli enti e dallesocietà collegate, ed è possibile il link con enti, banche, giornali.

Le aziende associate, in regola con le contribuzioni previste,hanno a disposizione, con accesso codificato da password,tutti i riferimenti normativi e gli adempimenti su aree tematiche:

Le aziende interessate possono richiedere il codice “password” compilando on line l’apposito modulo presente all’internodella sezione “aree tematiche” del sito Unione.

L’azienda riceverà in breve tempo via e-mail l’attribuzione del codice d’accesso (login e password).

PER INFORMAZIONI SI PREGA TELEFONARE AL N° 02-7750.292/293

SITSITO INTERNETO INTERNET Unionewww.unionemilano.it

LE INFORMAZIONI IN TEMPO REALE

✓✓ del ladel lavvororoo

✓✓ legalelegale

✓✓ fiscale e tribfiscale e tributariautaria

✓✓ preprevidenza assistenza videnza assistenza

✓✓ sicurezza sul lasicurezza sul lavvororoo

✓✓ welfarewelfare

La legge 30/2003 - conosciu-ta come “Legge Biagi” -

convince gli imprenditori, masolo in parte. Vi sarebbero,

infatti, ancora deidubbi su quellache è consideratala “rivoluzione” delmercato del lavo-ro utilizzata nelcommercio e nelturismo (come hadi recente sottoli-neato il presidenteConfcommercioCarlo Sangalli) . Il

dato, per certi versi sorpren-dente, emerge da una ricer-ca condotta da Iri Infoscan e

commissionata da Asseprim(Associazione nazionale deiservizi professionali per le

imprese) fra i propri associatiche operano nei settori dellaconsulenza aziendale, dei ser-vizi comunicazionali, finanziari,assicurativi e multimediali, nel-l’organizzazione e gestionefiere e nelle ricerche di mercato.Il 39,5% delle 200 aziendeintervistate ha percepito unreale miglioramento dell’in-contro tra domanda e offerta.Il 21% nega ogni cambiamen-to in positivo rispetto agli anniprecedenti la riforma, mentreil restante 18% non sa rispon-dere. Esaminando ulterior-mente i dati, si nota una nettadiversità tra le piccole emedie aziende, per le quali la

I risultati di una ricerca Iri Infoscan commissionata da Asseprim,Associazione nazionale dei servizi professionali per le imprese

Mercato del lavoro Legge Biagi: rivoluzione avviata

Il 39,5% degli imprenditori

ha percepito un reale miglioramento

dopo l’introduzione della riforma.

Pmi meno scettiche delle grandi aziende.

Apprendistatoprofessionalizzante:

per il 51% delle imprese utilizzabile “ma con

difficoltà”. Imprenditoriattenti alla formazioneUmberto Bellini

presidente Asseprim

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percezione di miglioramentosale al 52,4% degli intervistati,e le grandi imprese. Sono legrandi realtà, rivela la ricerca,ad avvertire poco o nulla ilcambiamento. Questa ten-denza è confermata quandosi vanno a valutare i dati rela-tivi al concetto di flessibilitàaziendale introdotto dallariforma. Per il 32% delle impre-se la situazione del mercatodel lavoro, infatti, è nettamen-te migliorata. Al contrario, legrandi aziende hanno avverti-to, nel 48,1% dei casi, un peg-gioramento. E’ però la riorga-nizzazione dell’apprendistatoche desta maggiori perples-sità negli imprenditori. Più dellametà (il 51%) ritiene che siauno strumento utilizzabile, ma“con difficoltà”; il 20% ammet-te di “conoscerlo poco”. Non stupisce, dunque, che igiovani facciano il loro ingres-so nel mondo del lavoro conun rapporto regolamentatodal contratto a termine (nel25,5% dei casi) e in seguito astage (24%); mentre il contrat-

to di apprendistato riguardasoltanto il 22,5% dei nuovilavoratori (con picchi, però,del 47,1% per quanto riguardai servizi assicurativi). Dopo l’entrata in vigore dellalegge Biagi l’utilizzo dei con-tratti a termine nelle aziendeè rimasto invariato per il 69%degli intervistati, mentre soloper il 12% è aumentato. Danotare che l’utilizzo dei con-tratti a tempo determinato èpiù diffuso tra le aziende dimaggiori dimensioni, mentre lepiù piccole preferiscono gli

stage, sicuramente meno one-rosi rispetto a un’assunzione. Un altro capitolo della ricercariguarda la formazione, giudi-cata “molto importante”dall’80% degli intervistati. Il66,5% ricorre alla formazioneinterna (on the job); nel setto-re delle ricerche di mercato ildato sale all’86,7%. Alla for-mazione finanziata, invece, faricorso il 29,4% del settore deiservizi assicurativi. In questosenso, dunque, la legge30/2003 non ha influito parti-colarmente.

attualità

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Marketing:la gioielleria

guarda ai giovaniL’intervento di Gaetano Cavalieri,presidente della Confedereazione

mondiale dei gioiellieri, alla quarta “Gold Conference”

di Dubai CityMarketing: puntare sui giovani. E’ ilmessaggio chiaro che GaetanoCavalieri, presidente del Cibjo (laConfederazione mondiale dei gioiellieri)e consigliere Aice (Associazione italianacommercio estero), ha lanciato in occa-sione della quarta “Gold Conference” diDubai City svoltasi il 24-25 aprile. Nelnostro settore – ha dichiarato Cavalieri –c’è la tendenza a puntare sul target dellamezza età perché ritenuto con maggioricapacità di spesa: ma solo concentrandogli sforzi di marketing sui giovani potre-mo raggiungere anche i consumatori didomani.

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Lino Stoppani – presidente diEpam (l’Associazione mila-

nese dei pubblici esercizi) è ilnuovo presidente di Fipe, laFederazione italiana dei pub-blici esercizi. Fipe - la maggio-re fra le organizzazioni di cate-goria di Confcommercio -rappresenta oltre 200.000imprese di ristorazione e intrat-tenimento. Nel Comitato diret-tivo Fipe sono stati inoltre elettiRudy Citterio (presidente SilbMilano) e Alfredo Zini (presi-dente Gruppo ristoratoriEpam). Il bisogno di cambia-mento e rinnovamento dellaFederazione era emerso chia-ro nei passaggi associativi chehanno portato alla decisionedi azzerare gli organi. “LaFederazione esce da unafase di particolare difficoltà –ha commentato Stoppanisubito dopo l’elezione – ma èsulle basi del lavoro positivosvolto in questi anni chevogliamo costruire il nostrofuturo”.

Al centro della strategia delneopresidente Stoppani vieneposto l’impegno sindacale,affinché la categoria possaoffrire il miglior servizio a tuteladel cliente. “Sono un uomod’impresa – ha dettoStoppani – che conosce evive i problemi dell’azienda, esa che possono essere risoltisoltanto andando incontroalle esigenze dei consumatorisapendo interpretare i cam-biamenti rapidi del mercato.Adeguarsi alla domandadella clientela deve diventareil punto centrale su cui far ruo-tare le problematiche in conti-nuo mutamento dei pubblici

esercizi. Ma solo se sapremoesser particolarmente attentialle esigenze dei nostri iscritti,gli esercenti potranno mettereal centro del loro interesse ilcliente”. “La disponibilità acandidarmi alla presidenzadella Fipe – ha rilevatoStoppani – non è la rispostaad ambizioni personali, ma undovere che mi sento di affron-tare con l’obiettivo di costruireuna Federazione che sappiaesprimere al meglio i valori e ibisogni di una categoria,auspicando una costruttiva eleale partecipazione di tuttele anime della Federazione,portatrici di interessi e proble-mi comuni. I pubblici eserciziitaliani, nelle loro variegatetipologie (dai ristoranti stellatialle piccole trattorie e ai bardi paese, dalle grandi catenealle discoteche, dagli stabili-menti balneari alle multinazio-nali delle mense aziendali),devono recuperare entusia-smo, dignità, voglia di intra-

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pubblici esercizi

Lino Stoppanipresidente Fipe

Il presidente di Epameletto al vertice

della Federazioneitaliana pubblici

esercizi. Nel Comitatodirettivo Rudy Citterio

e Alfredo Zini

L’unico TIR omologatoper viaggiare in centro

Agile, sicuro, forte, capace.TIR: il più piccolo gigante della strada

TIR è l’unico ciclomotore capace di trasportare fino a 100 Kgdi merce (sui due portapacchi) in tutta sicurezza e nel rispetto delle norme ambientali che regolano l’inquinamento acustico e le emissioni dei gas di scarico.

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prendere, capacità d’impre-sa: chi vorrà accompagnarmiin questo percorso deveavere questi obiettivi». Fra i temi sui qualiStoppani intendeimpostare il suo lavorovi sono quelli, dellaconcorrenza sleale edell’abusivismo,del costo dellavoro, dellafiscalità edelle tariffe,della prolifera-zione dellelicenze.Ma vi sarà grande attenzioneanche sui buoni pasto, sullenovità relative agli aspettiigienico-sanitari, all’impattoacustico e agli orari di apertu-ra “costruendo insieme alletante forze vitali del settore,un programma nell’interessedi una categoria fatta daimprenditori seri, leali e moti-vati”.

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pubblici esercizi

Chi è Lino Enrico Stoppani

5 per mille: Università Cattolica e Fipeinsieme per la ricerca scientifica

Università Cattolica e Fipe insieme per la ricerca scientifica. La Federazioneitaliana pubblici esercizi sostiene la ricerca scientifica e medicadell’Università Cattolica con un accordo di collaborazione per la campagnadel 5 per mille 2006. L’accordo è stato pre-sentato il 27 aprile al Policlinico Gemelli diRoma dal direttore amministrativodell’Università Cattolica Antonio Cicchettiinsieme al preside della facoltà di Medicinae chirurgia Paolo Magistrelli e dal neopresi-dente di Fipe Lino Stoppani insieme aldirettore generale della Federazione, EdiSommariva. Con l’occasione sono state presentate le più importanti linee diricerca dell’Università nei settori delle cellule staminali, del cancro, del dia-bete e della sicurezza degli alimenti.La ricerca dell’Università Cattolica può contare, nelle sue 5 sedi, su 16 dipar-timenti, 64 istituti e 93 centri di ricerca impegnati nello studio di problemi divitale interesse culturale e civile: le nuove frontiere dell’economia e la bioeti-ca, il recupero dei beni ambientali e le trasformazioni nel campo del diritto, ledinamiche familiari e i grandi fenomeni di massa, l’evoluzione del sistemapolitico e i nuovi orizzonti della medicina, la fisica e la matematica applicatealle tecnologie e i nuovi traguardi della ricerca dell’ambiente.

Nato a Bagnolo Mella (Brescia) il22 settembre del 1952.Coniugato, senza figli.Laureato in Economia e commercioall’Università Cattolica di Milano.Abilitato all’esercizio della profes-sione di dottore commercialista.

Iscritto all’Albo unico.Iscritto nel Registro deirevisori contabili.La famiglia è proprieta-ria dei negozi “Peck”.Consigliere di ammini-strazione di Peck spa(dipendenti: 160; fattu-

rato: 25 milioni di euro).Dal 25 luglio 1996 Lino Stoppaniè membro del Consiglio di ammi-nistrazione della Banca Popolaredi Sondrio. Dal novembre 2000 èmembro del Consiglio generale diFondazione Fiera di MilanoDal 22 giugno 1998 è presidentedi Epam (l’Associazione milanesedei pubblici esercizi aderenteall’Unione di Milano). Sempredal ‘98 è componente delConsiglio direttivo dell’Unione diMilano e membro di Giunta di

Fipe. Dal 2000 è presidente delComitato regionale lombardo deipubblici esercizi.Dal luglio 2005 è presidentedell’Ente bilaterale turismo e pub-blici esercizi di Milano.

Il percorso imprenditoriale. Ultimo di sette figlimaschi, padre artigiano (sellaio) e madre casalin-ga, Lino - con i fratelli Angelo, Mario e Remo -gestisce la storica salumeria Peck di Milano (fon-data nel 1883 dal boemo Francesco Peck), acquisi-ta dalla famiglia nel 1970. L’acquisizione di Peckavviene in una situazione di mercato caratterizzatada grandi cambiamenti. Di fronte all’affacciarsi diun nuovo scenario di mercato, per la famigliaStoppani diventa evidente l’obbligo di aggiornare edi rivedere le modalità dell’offerta. Tutti i negozivengono totalmente rinnovati nel giro di pochi anni.Vengono sviluppati il settore dei piatti pronti, l’areacatering e viene data la prima risposta efficace alleesigenze dei pasti veloci del mezzogiorno.Per differenziarsi qualitativamente, viene inoltredata particolare attenzione all’area di produzioneprovvedendo in proprio alla preparazione dellaquasi totalità dei prodotti commercializzati.All’offerta delle produzioni classiche di tavolacalda, fredda, gastronomia e pasticceria, vieneaffiancata la vendita della linea salumi, quella deiformaggi, dei ravioli e della pasta fresca. Grazie adaccordi con selezionati produttori, si dà il via allacommercializzazione dei prodotti a marchio, sfrut-tando le potenzialità collegate all’immagine dell’a-zienda.Peck, dopo la seconda radicale trasformazionedegli anni Novanta, si sviluppa su tre piani di pro-prietà, per circa 4.000 metri quadrati di superficie,

con assortimento allargato ad una fornitissi-ma enoteca, con possibilità di degustazionedei vini, ad una sala da tè con più di 200referenze, ad una torrefazione con le piùesclusive miscele, all’elegante zona bar-pasticceria.Parallelamente all’attività tradizionale, èstata sviluppata l’attività di ristorazione con

l’apertura di due importanti pubblici esercizi nelcentro di Milano molto diversi nell’impostazionedell’offerta, ma uguali nella ricerca della qualità: ilprimo - Peck Italian Bar – risponde alle esigenze diuna ristorazione moderna, veloce e informale, maricca nell’assortimento; il secondo “Cracco-PeckRistorante”, binomio con un giovane affermatochef, Carlo Cracco, è diventato rapidamente unpunto di riferimento nel panorama della ristorazio-ne italiana d’eccellenza (2 stelle Michelin).Il marchio ed i prodotti Peck sono oggi presentinon solo nei negozi di Milano, ma anche in moltialtri negozi internazionali (Takashimaya inGiappone, Harrod’s a Londra, Ka.De.We a Berlino,Dallmayr a Monaco, etc.) oltre che nei principaliaeroporti italiani.

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città

La cotoletta più grande delmondo da poter inserire nel

Guinness dei primati e unagara di cucina massaie-macellai saranno fra le novitàdella seconda edizione del“Percorso dei macellai tra tra-dizione, artigianato e innova-zione”, la manifestazione or-ganizzata a Milano in viaSpallanzani (e, quest’anno,anche in piazza Santa Fran-cesca Romana) dall’Associa-zione macellai milanese conAscospallanzani e il supportoorganizzativo dell’Unione diMilano.Chi - domenica 24 settembre(dalle 11 alle 18) - si recherà in

via Spallanzani e in piazzaSanta Francesca Romana tro-verà tanti gazebo con i ma-cellai provenienti da ogniparte d’Italia. A fronte diun’offerta minima probabil-mente di 5 euro (gratis per ibambini) verrà consegnatoun braccialetto che consen-tirà al pubblico di poter acce-dere alle degustazioni. Comenel 2005 il ricavato della mani-

festazione verrà interamentedevoluto alla Fondazione G.eD. De Marchi che si occupadella lotta contro le emopatiee i tumori dell’infanzia. L’esposizione della cotolettapiù grande del mondo e lagara di cucina (madrina dellacompetizione dovrebbe esse-re Maria Teresa Ruta) si con-centreranno nel primo pome-riggio, momento clou dellafesta di domenica 24 settem-bre.Alla manifestazione di viaSpallanzani e piazza SantaFrancesca Romana ci saràanche la degustazione di vinidella Cantina Sociale di Bronimentre la distribuzione delpane verrà organizzata dal-l’Associazione panificatori. Lafrutta e verdura sarà inveceassicurata dal Sindacato mila-nese dettaglianti ortofrutta.

“Percorso dei macellai tra tradizione, artigianato e innovazione”: invia Spallanzani e piazza Santa Francesca Romana

A Milano il 24 settembrecotoletta più grande del mondo

e “sfida” massaie-macellaiSeconda edizione

della manifestazione che lo scorso anno ha vistouna grande partecipazione

di pubblico. Ricavato delle degustazioni

della festa alla FondazioneG.e D. De Marchi che sioccupa della lotta contro le emopatie e i tumori

dell’infanzia

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Da 57 anni Francesco Brignoli, classe 1925, vende bian-cheria per la casa e abbigliamento a Pero, nell’hinterland

nord ovest milanese, insieme alla moglie Luigia (1931) e ai figliAngelo (1955) e Mariagrazia (1960). Il negozio oggi è moltoampio – circa 250 mq, con due grandi vetrine e un magazzinonel seminterrato – e collocato al centro della principale arteriacommerciale della cittadina. Ma quando ha cominciato, nel1949, Francesco aveva solo un camion e faceva l’ambulantestagionale: «Di solito partivo da casa mia – Peia, in ValGandino (Bergamo) – ai primi di marzo e andavo a casa a finenovembre, sempre sul camion, senza mai tornare a casa. Ioavevo 7 fratelli e non sapevo se eran diventati 8 o 6: vendevocoperte, tappeti, camicie, tendine, sempre a metratura, non

confezionate. Trattavamo solo le pezze, che sitagliavano: uno voleva un lenzuolo da una piazza omatrimoniale e si tagliava il pezzo». Francesco,insieme al fratello Luigi (1932), era protagonista diun originalissimo fenomeno migratorio che interes-sava tutta la sua valle d’origine: «Al mio paese era-vamo in 300 ambulanti (cuertì, in dialetto), tutti afare questo lavoro, a vendere le pezze che si pro-ducevano in loco, c’era chi arrivava fino a Cagliari.Ognuno aveva la sua zona: io nel 1945-46 facevo ilgarzone ad un altro ambulante, da lui ho imparatoquesto mestiere, questa trafila di lavoro, e hoimparato a fare Milano e Pavia, a conoscere il terri-torio».A Peia rimane la famiglia di origine, una famigliacontadina con una piccola stalla che a un certopunto decide di investire qualche risparmio, comemolti vicini, nell’acquisto di un telaio a mano perrealizzare teleria per la casa. Comincia, così, quel-la piccola produzione tessile domiciliare chesostiene il successivo sviluppo commerciale e che

continua tutt’oggi: il ramo bergamasco della famiglia Brignoli, infatti, porta avanti questa tradizione e icugini hanno ora un’impresa tessile in Val Gandino.Nel febbraio del 1949 Francesco decide di mettersi a lavorare in proprio sulla piazza di Milano ePavia: questa scelta è stata forse accelerata anche dalla necessità di allontanarsi da casa per un po’ acausa di una pendenza, per renitenza alla leva, con il tribunale militare. Un episodio doloroso, maforiero di nuove prospettive, che Francesco ricorda con una certa ironia e con un saggio pragmatismoche solo il buonsenso contadino sa riempire di significato: un’esperienza che forse è all’origine del suosuccesso imprenditoriale. Il 9 febbraio di quell’anno, infatti, il nostro testimone era stato condannato a4 mesi perché non si era presentato alla chiamata militare, visto che giovanissimo aveva già trascorsodue anni sotto le armi, come partigiano sui monti di Bergamo e Brescia con la 53º Brigata Garibaldi:«Ero stato mandato in prigione, prima in via Crivelli a Milano e poi a Peschiera del Garda - ricordaFrancesco con il sorriso sulle labbra - là, in galera, sono state le giornate più belle della mia vita. Maancor più quando ci sono andato per la prima volta, prima della guerra. Allora c’era da fare il premilita-re: al sabato bisognava andare a imparare a marciare, a tirare con il fucile. Io ero su, ai pascoli, con lebestie e non potevo andare a dire alle bestie ‘voi state qui che io devo andare giù, là c’è pericolo’.Allora mi hanno messo in prigione per tre giorni perché non mi ero presentato: ma io non volevo piùuscire, avevo trovato l’America … il primo giorno m’han dii ‘cosa olet maja?’, ‘io mangio tutto’, m’handato gli spezzatini - io non sapevo cos’erano! -, poi m’han dato un gavettino di vino e tre gallette milita-ri... Io, a casa, mangiavo polenta e latte e quando cambiavi era latte e polenta!».Poco dopo, ancora minorenne, il signor Brignoli deciderà di rinnovare il suo no all’esercito per sceglie-re la strada degli “irregolari” partigiani: ancora oggi ricorda con sofferenza quel periodo: la fatica quoti-diana, la paura e la morte dei giovani compagni, “Abbiamo tribulà tanti anni!”. Con altrettanta serenità,ricorda il suo secondo rifiuto, nel 1949, di fronte alla nuova cartolina gialla dell’esercito, la sua fiducianell’avvocato difensore di fronte alla corte militare presieduta dal generale De Lorenzo, la sua scom-messa sul lavoro di ambulante: «Mi hanno dato 4 mesi con la condizionale, dal 9 febbraio del ’49: allo-ra io il giorno 10 ho comprato il camioncino dal mio padrone perché lui lo comprava più grosso, hotentato 4 mesi fuori, che se mi prendevano dovevo fare 4 mesi in galera. Invece mi è andata bene,quando giravo a Pero o a Milano non mi ha chiesto niente nessuno: al 9 giugno ho preso la ciucca

Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

CCV

Francesco con i figli, Maria Grazia eAngelo, davanti al negozio di via Curiel(1964)

La macchinaacquistatadopo aver venduto il camion di ambulante(1954)

FrancescoBrignoli davanti al suo camiond’ambulantementre lavora in una cascina del milanese(1949)

“Al Bottegone”di Pero

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CCVI

perché era finita la condanna, allora con la tamburella giravo più volen-tieri. E tutto il nostro negozio è nato da qui!».Un entusiasmo e una fiducia inspiegabili se non collocati in quel clima dieuforia e ottimismo propri dell’immediato dopoguerra, quando il mestieredel venditore – come ogni altro mestiere – era tanto duro e faticoso,quanto ricco di prospettive di sviluppo. E la storia dei Brignoli ne è unesempio.Francesco, insieme al fratello Luigi, avvia dunque l’attività commercialecon il proprio camioncino, ripercorrendo le strade della provincia milane-se e pavese, nei mesi a ridosso della mietitura e del raccolto quando icontadini potevano contare sul ricavato dell’anno e avevano qualchedisponibilità finanziaria da investire nel corredo e in capi di vestiario. «Mifermavo a Pero, esponevo la mia merce alla sera, accendevo le lampadecon l’acetilene, giravo il paese con la tamburella a dire ‘è arrivata laCooperativa bergamasca!’ (la chiamavamo sotto falso nome, in realtànon esisteva), oppure ‘coperte miracolose per la prima e seconda notte’.Eravamo tre ambulanti: uno, Giovanni, vendeva il formaggio; l’altro eraFiorello, detto “il banana”, che vendeva le banane sul braccio, e poi noi.Si faceva il mercato in via Curiel: era tutto diverso, era un sentiero, unastrada chiusa, non c’era il ponte sull’Olona. Eravamo qui un giorno ebasta: ci si metteva la sera, si parava fuori tutto, si faceva vedere che era-

vamo lì. Poi io davo la merce: per esempio se una voleva lacoperta, ma la voleva misurare io le davo fiducia, e la mattinaveniva a pagarmi, e quella che la mattina non mi pagava, dove-vo andare a cercarla». E Francesco aveva un trucco sicuro perritrovare i potenziali acquirenti morosi: conquistava la fiducia dibambini e ragazzi regalando i cappellini dei due eroi di queglianni, Fausto Coppi e Gino Bartali, e poi si faceva aiutare da loroper ritrovare le abitazioni delle signore che non si presentavanoa saldare il conto.Francesco ricorda ancora: «Ho cominciato così, un giorno ero aPero, il giorno dopo a Figino, poi andavo a Sedriano, Magenta evia via. Giravo così finché veniva la fine di novembre, con miofratello minore Luigi, che purtroppo è mancato pochi anni dopo,in un incidente stradale. La notte dormivamo sul camion, sedutiin cabina o si mettevano due assa e si dormiva lì. La mattina poipartivo in bicicletta per Milano, a fare gli acquisti, e mio fratellorimaneva là, al banco: poi in bici ritornavo con su due pacchi,davanti e dietro. Tante volte facevo la corsa con il gamba delegn, il trenino che andava a Magenta: io avevo tanta forza, pas-sava davanti a me e io con la bicicletta gli stavo dietro!». Questometodo serviva sia per fare economia di esercizio, ma ancheper proteggersi dai furti e per essere presenti subito sul lavoro: ilcamion era davvero il negozio e la casa.Nel 1953, tuttavia, Francesco decide di dare una svolta all’atti-vità ambulante e alla vita “pendolare”, scegliendo di fermarsi avivere a Pero e aprire un piccolo punto vendita. Ha infatti cono-

sciuto la giovane Luigia Aliprandi, di Passirana di Rho, se ne è innamorato e hannodeciso di sposarsi e lavorare insieme: «Quando ci siamo conosciuti e abbiamodeciso di sposarci non potevo continuare a fare il girovago così!». Affittano un pic-colo locale in via Sempione, andando a vivere nel retrobottega: Luigia sta in nego-zio, aiutata, i primi tempi, dal giovane cognato, e Francesco, per qualche anno,continua a fare anche l’ambulante. In questo modo tra l’altro può andare a conse-gnare la merce di maggior successo di quel periodo, i materassi: «Abbiamo apertoil negozio il 1° settembre 1953 - racconta Luigia, che fino a quel momento avevalavorato in una manifattura tessile a Rho - i primi giorni c’era suo fratello a farmivedere, io piano piano ho imparato. Io cucivo le fodere dei materassi, confezionaticon il cascame o il crine da un materassaio di Pero, la mattina prima di aprire; apri-vamo alle 6.30 fino alle 10 la sera. Poi portavamo i materassi agli operai dellaPracchi (una fonderia al confine con Milano) alle cascine. Davamo il materasso, lacoperta, il cuscino, le federe, due lenzuola per 130 lire». L’introduzione di questonuovo prodotto è stata in effetti un’intuizione felice del giovane commerciante ber-gamasco che aveva osservato la crescente richiesta dei nuovi cittadini di Pero afronte di una carente offerta in paese: «Gli immigrati avevano bisogno di materassi:questa gente andava un po’ nelle soffitte, un po’ nelle cantine e aveva solo quello»,in paese c’era solo un artigiano che si limitava a rinnovare i materassi. Francescoha dunque l’idea di commissionargliene di nuovi fatti con il cascame delle copertee in poco tempo passa da una produzione/vendita di 2-3 capi al giorno a circa unaventina.Gli anni ‘50 segnano, poi, un’altra significativa svolta: l’introduzione dei prodotti con-fezionati, non più le “pezze” per fabbricazione domestica da parte del cliente, bensìla proposta di un articolo finito e di massa. «Nel ‘53-54 abbiamo cominciato a tro-vare qualche camicia confezionata: prima il capo finito non esisteva. Abbiamocominciato a trattare la Flarica, che vendiamo ancora, dopo si sono aggiunti, per

Luigia Brignoli - a destra - in negozio (primi anni ‘70)

Francesco in negozio con il famoso calciatore Pelè(1969)

L’esterno del negozio di via Curiel (1969)

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esempio, i pantaloni da lavoro blu che si vendevano molto: questi sono i primi prodotti chehanno cominciato a fare i confezionisti».Si precisano così le due principali linee di vendita del negozio, fino agli anni Sessanta: dauna parte la biancheria per la casa (coperte, trapunte, tessuti stampati e confezionati in serie,non più cuciti e ricamati in casa), dall’altra l’abbigliamento da lavoro (le tute blu per gli operaima anche quelle beige e verdi per i muratori): «Era stata una fabbrica storica veneta, lafamosa Monti, che ci forniva gli abiti da lavoro». A questo si affianca poi via via l’abbigliamen-to, casual ed elegante, oltre che l’intimo.Anche Angelo si ricorda di quando la confezione veniva fatta in famiglia e ognuno si compra-va il pezzo di stoffa che lavorava in proprio, e ci parla di un articolo esemplare per testimonia-re il passaggio alla produzione in scala: «Anni fa è venuto il boom delle trapunte: erano fattenello stesso paese di mio padre, dove alcuni produttori confezionavano trapunte fatte in sinte-tico, copiando le grosse aziende ma usando delle cucitrici particolari che anziché a capocucivano in continuo, con costi molto inferiori. Per queste trapunte era più costoso comprarela stoffa, piuttosto che comprare l’articolo pronto, c’era convenienza ad acquistare la confe-zione rispetto alla pezza».I primi anni ‘50 segnano, dunque, una svolta per l’attività commerciale dei nostri testimoni,ma anche per il territorio in cui operano. Sono infatti gli anni in cui comincia il boom economi-co: Pero attraversa una crescita produttiva e urbanistica senza precedenti per intensità e con-centrazione, sostenuta da una rapida e ingente ondata immigratoria dal Sud e dal Nord-Estdel Paese. E’ soprattutto l’industria petrolchimica, insieme a quella meccanica, a contrasse-gnare, nel bene e nel male, la storia di Pero. «Ci siamo sposati il 22 agosto del 1953 - rac-conta il signor Brignoli - e siamo venuti a vivere a Pero: la prima notte che ho dormito qui èpartita la Condor (la raffineria), alla mattina tutti si alzavano con il mal di testa per la ‘puzza’.Per mesi e anni si passava sull’Olona con il fazzoletto perché non si respirava. Poi hannocominciato a mettere qualche depuratore e anche il fisico ha cominciato ad abituarsi».Il paesaggio, la vita e i costumi subiscono una sconvolgente trasformazione nell’arco di unagenerazione, e il negozio dei Brignoli sembra essere al contempo testimone e artefice diquesta rivoluzione, come sottolinea con schiettezza Angelo: «Il nostro negozio si è sviluppatocome il paese: da piccolo è diventato sempre più grande, aumentando via via la metratura,seguendo un po’ l’aumento della cubatura di Pero. E adesso, come il paese, ci siamo fermati:da vent’anni non abbiamo più avuto ampliamenti. Ora, come tutti, stiamo subendo una con-

trazione di vendita, dovuta a tanti fattori contrari, non ultimo un cattivo sviluppo delle infrastrutture sul territo-rio. La nostra fortuna è stata l’apertura della raffineria, e la sua chiusura è stata il nostro blocco: la forza lavo-ro che aveva la raffineria era una forza lavoro che aveva i soldi da poter spendere. E, parliamoci chiaro, ilcommercio vive sui bisogni e anche sulle possibilità di spesa del cittadino».A ben vedere il percorso del negozio è davvero parallelo a quello della città: il camioncino degli anni ‘40; labottega in via Sempione del 1953 (un unico locale di 30 mq, affittato anche grazie alla disponibilità e al credi-to offerto dal proprietario, Silvio Cogliati); il primo negozio di proprietà di via Curiel (80 mq, costruiti dalla fami-glia nel 1960 su un terreno acquistato appositamente, in una via più periferica, ma orientata verso il modernocentro cittadino, accanto alla nuova parrocchia inaugurata nel 1962); infine il grande locale con un’ampiavetrina su via Sempione, edificato nel 1987. Il negozio cresce insieme al paese, si amplia l’attività e la cliente-la, si modificano i prodotti, ma rimane una forte continuità nel corso dei sessant’anni di attività: il rapporto conil cliente, animato da un profondo e sincero legame di fiducia, reciproco e bilaterale, forse perché affonda lesue radici negli anni del dopoguerra.Una fiducia che è prima di tutto una fiducia verso il cliente: quella fiducia che è la stessa di quandoFrancesco nel 1949 lasciava portare a casa le coperte perché potessero misurarle e provarle, così come

succede ancora oggi con molti capi: «Te lo do da por-tare a casa così lo provi». Una fiducia e un’attenzioneche erano possibili perché c’era un profondo senso dicondivisione e di identificazione tra il venditore e l’ac-quirente, una comunanza nel valore del lavoro, delreciproco rispetto, del senso di solidarietà. «Io vende-vo già a rate – ammette semplicemente Francesco -non c’era l’abitudine ‘compri oggi e paghi domani’, ioinvece già lo facevo in quegli anni lì. Per forza, questapovera gente che veniva da noi, non aveva niente,solo la valigia di cartone, come me che ero un poverobergamasc, solo la valigia di cartone e io davo fidu-cia». Allo stesso modo, nei primi tempi, Francesco e ilfratello Luigi approfittavano del piatto di minestra edella cordialità che le famiglie contadine offrivano aquei due giovani da cui andavano a comprare le stof-fe e le coperte.«Era lo stesso spirito - continua il figlio Angelo - dellibretto blu dei negozi alimentari dove negli anni ‘50-60 si segnava la spesa quotidiana e si pagava a finemese. Questo è stato un fatto comune non solo per ilnostro negozio, ma un po’ per tutti i negozi di paese:la gente che veniva dai miei non aveva danari, il fattodi avere la possibilità di poter pagare man mano cheavevano il lavoro e lo stipendio era una grande oppor-tunità, per entrambi. Alla base c’era la conoscenza:dai fiducia nel momento in cui conosci, non è una

Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

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Francesco e Luigia Brignoli sposi (1953)

La famiglia Brignoli (da sinistra Angelo, Maria Grazia, Luigia e Francesco – 2006)

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fiducia data all’economia o al danaro, ma data alla persona. “Tu seiuna persona per bene, lavori, io ti do la possibilità di pagare quan-do puoi, prima dai da mangiare a tuo figlio poi dopo mi pagherai ilvestito, quando ti pagano”. Fiducia alla persona dovuta al fatto chelavorava, il lavoro era il tuo passe-partout, lavorando sapevi che poipagavi». Gli anni ’60 e ‘70 proseguono lungo questo percorso evedono l’ingresso graduale dei figli, Angelo e Mariagrazia: «Io emia sorella siamo nati nel retro del negozio: mia sorella a 4 annivendeva le calze in negozio e anch’io ho dei ricordi d’infanzia inbottega. Per me era un divertimento quando il giovedì si stava ascuola fino a tardi, mi piaceva stare lì perché giocavo, qui lavora-vo!» Il subentro è stato un passo quasi naturale: i due figli sonocresciuti, hanno studiato, ma hanno preferito non intraprenderealtre strade professionali per garantire una continuità all’attivitàfamiliare, che sentono propria, consapevoli della responsabilità, maanche dell’opportunità offerta dall’esercizio dei genitori: «Loro sonoandati in pensione e noi siamo diventati proprietari ma in realtà ilnegozio è loro, chi va avanti sono loro, è la loro vita! Per noi èimportante non far finire con loro questa attività: dal punto di vistadel nostro guadagno, forse, avremmo fatto meglio a fare altro, ma èanche vero che se rimani nel negozio dei genitori hai una base di

partenza a zero debiti, non parti con i debiti; oggi è l’investimento davvero onoroso chefrena l’imprenditore». In questi anni il negozio approfitta da una parte del crescente traf-fico cittadino, con il frequente passaggio di auto e soprattutto camion, come sottolinea ilfiglio Angelo: «il viavai di camion da un punto di vista commerciale è molto meglio, unautista spesso, abitando fuori casa, ha bisogno di cose spicce, ha bisogno di mangiaree bere, ha più bisogno di presenza di servizi sul territorio». Dall’altra approfitta dellavicinanza con il “quartiere”, termine con il quale a Pero si indica il Gallaratese: quartieredormitorio della periferia milanese, sorto all’inizio degli anni Settanta, molto popoloso,ma privo di infrastrutture ed esercizi commerciali che gravita pertanto sulla piazza diPero. «Il nome che abbiamo dato adesso al negozio – Al Bottegone – è il nome con ilquale ci identificava la gente del quartiere. A Pero ci han sempre identificato con ilnome del Mercant».Il 5 ottobre del 1987 i Brignoli inaugurano la nuova sede, ampia e spaziosa, con unarredo da grande magazzino - scaffali e numerosi espositori in modo che la merce siain vista e a disposizione del cliente - due vetrine grandi e luminose in cui esibire tutta lavarietà di prodotti in vendita. Insieme al negozio si sposta, ancora una volta, l’abitazionedi Francesco e Luigia: per loro, infatti, è sempre stato vivo il binomio casa-bottega econ grande soddisfazione lui ci confessa che finalmente qui ha fatto costruire unascensore che lo porta al piano superiore, direttamente in casa.Accanto all’attività dietro al banco, Francesco si adopera da sempre per animare l’as-sociazionismo dei commercianti locali: «Ho fondato la delegazione nel ‘59, perché ci hosempre creduto. Mi ha sollecitato l’onorevole Origlia (presidente dell’Unione delCommercio ndr.): quando passava con l’autista mi prendeva per andare a fare le riunio-ni a Busto o Gallarate, io andavo insieme per sentire - solo la sera, perché di giorno

non ho mai perso un’ora... non avevo tempo. Lui mi ha fatto capire che bisognava stare inUnione, mi diceva guarda che in America succede così e così, difatti quello che lui mi hadetto 50 anni fa si è avverato». E anche su questo fronte ha passato il testimone adAngelo che ora è il rappresentante locale dei commercianti.Gli anni ‘90, con l’apertura di numerosi centri commerciali nell’hinterland e la deindustrializ-zazione del comune, hanno segnato una fase di arresto dello sviluppo del negozio. Lalunga carriera e la capacità dei figli di perpetuare la tradizione familiare, hanno permessoun assestamento dell’attività sulle posizioni acquisite, grazie alla fidelizzazione dei clientiche da generazioni continuano a trovare nel Bottegone un punto di riferimento.Oggi il territorio di Pero sta vivendo una profonda e rapida trasformazione, con l’arrivo delnuovo polo fieristico e l’integrazione nell’area metropolitana: la nuova sfida del Bottegone èdunque quella di mantenere la capacità di assecondare e anticipare i bisogni della cittadi-nanza, come riconosce consapevolmente Angelo:«Questo negozio ha avuto la fortuna e labravura di seguire quest’onda di sviluppo, di essere al servizio, di aiutare in qualchemaniera le persone che venivano dai loro paesi, senza nulla: negli anni ‘50 c’erano davve-ro solo le braccia, non c’era assolutamente niente. Una delle prime attività che noi aveva-mo era quella dei materassi: indice di nuovi arrivi, di nuovi bisogni soprattutto nel dormire,cosa a cui tra l’altro stiamo assistendo anche oggi qui a Pero, a un nuovo periodo di immi-grazione che è molto simile a quella passata. Le case che venivano offerte erano al limitedella decenza, allora come adesso, è una cosa che noi a Pero abbiamo già visto e vissu-to». L’obiettivo di Angelo e Mariagrazia è quello di rinnovare e riproporre il “negozio di vici-nato”, la distribuzione media e piccola capace di offrire un valore aggiunto nel sostegnoalla scelta, rispetto a quella più anonima e indifferenziata della grande distribuzione: il lorotraguardo, ci spiegano, è quello di integrare il tessuto cittadino con un’offerta di servizi,comodità e opportunità capaci di creare una “città mercato” aperta e mutevole, animata econ una propria identità che non riduca il paese a “città dormitorio” affiancata da centricommerciali.

Sara Zanisi(con la collaborazione di Sara Talli Nencioni)

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Il commercio “racconta” MilanoIniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per la cultura d’impresa

Premio“Maestrodelcommercio”(1999)

Un ritratto di Francesco Brignoli quando era partigiano

L’internodel negoziooggi

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Per le imprese associateun’opportunità in più: l’ac-

cesso alla rassegna stampaattraverso il sito internet del-l’Unione di Milano. La rasse-gna stampa Unione (realizza-ta con il supportodella società Sel-press) può costitui-re, infatti, uno stru-mento quotidianoutile per le impre-se.Consultare la ras-segna stampa èsemplice e i pochi

passaggi vengono spiegati inquesta pagina attraverso leimmagini.

1) Accedere al sito internetdell’Unione collegandosialla pagina: www.unione-milano.it/home. Cliccare,sulla destra (sotto: in evi-denza) su: rassegna stam-pa.

2) Appare una schermatacon la richiesta di login epassword: digitare, per en-trambe le voci,“unione” (inminuscolo, senza virgolette)

e clic-care suok.

3) Si en-tra nel-l’indicedellarasse-

gna stampa: in alto, in unapposito menu a tendina –qualora occorresse ricerca-re articoli di giornate pre-cedenti - è possibile modifi-care la data. Nell’immagi-ne si riporta l’esempio di unarticolo selezionato. Clicca-re sul titolo per accedereall’articolo.

4) L’articolo è visibile in forma-to pdf: si può stampare esalvare sul proprio pc.

Valore aggiunto per le imprese associate

Sul sito Unione la rassegna stampa

Istruzioni per l’uso

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Unione-12 B carte credito 5-12-2005 15:27 Pagina 33

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Elevato turnover per gli eser-cizi al dettaglio con oltre 57

mila chiusure e 54 mila nuoveaperture per un saldo negati-vo di 3.336 unità, calo deglioccupati nel commercio (-17mila unità in media) come sin-tesi di una crescita dei dipen-denti (+92 mila unità) e undecremento degli indipen-denti (-109 mila). Tenuta nellevendite nell’alimentare(+0,8%), flessione nel compar-to non food (-1,7%), rafforza-mento dei gruppi stranieri (lo0,2% di imprese realizza il 16%del fatturato del settore),boom dei mercati su areapubblica con oltre 160 milaimprese di commercio ambu-lante (+26% dal 2002), consu-matori sempre più attenti aiprezzi, crescita della gdo edelle grandi superfici specializ-zate: questa la “fotografia”del commercio in Italia cheemerge dal rapporto sul 2005realizzato dal Centro StudiConfcommercio.Il rapporto – integralmenteconsultabile sul sito www.conf-commercio.it - evidenzia, inparticolare, come il ristagno

della domanda interna abbiadeterminato un calo genera-lizzato dello 0,8% delle venditedel commercio al dettaglioche, nel segmento non foodin particolare, mostra anda-menti di segno opposto pergruppi di prodotto: negativinell’abbigliamento (-1,2%),casalinghi (-2,1%), ferramentae utensileria per la casa (-2,2%), mobili, tessili e arredoper la casa (–2,4%), altri pro-dotti (soprattutto orologi egioielli –2,5%); positivi nell’elet-tronica di consumo (+4,3%) enel comparto foto, ottica epellicole (+4,8%). Anche le dinamiche relativeallo stock di esercizi al detta-glio, pari a poco più di761.000 unità e con un incre-mento del 3,5% tra il 2002 e il2005, mostrano segnali signifi-cativi: da un lato il continuoridimensionamento numericodegli esercizi al dettaglio ali-mentare (-3,4%), in particolarequelli di piccole dimensioni, e itrend particolarmente positiviper il dettaglio non alimentare(+6%); dall’altro, lo sviluppo diun canale significativo comequello ambulante su aree

pubbliche che, cresciuto del26% dal 2002, presenta nel2005 uno “stock” di oltre160mila imprese. Un settore,l’ambulantato, che attraesempre più consumatori, mache deve combattere la fortediffusione della componenterappresentata dai venditoriabusivi, per lo più immigrati,che sottraggono quote didomanda ai canali legali. Altre tendenze, infine, sono la

diffusione degli hard discounte la crescita ininterrotta dellemedie e grandi strutture foode non food finalizzata a presi-diare sul territorio bacini diutenza ancora non completa-mente saturi e destinata adallargare ulteriormente la “for-bice” con gli esercizi di minoridimensioni.Dal 1999, infatti, i supermercatisono aumentati di 1.615 unità,i grandi magazzini di 142 unitàe gli ipermercati di 112 unità.

approfondimenti

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La “fotografia” del comparto nel 2005 nel Rapporto del Centro studi Confcommercio

Italia: il commercio che cambiaConsumatori? Attenti al risparmio

Crescita dei mercatiambulanti. Diffusione

di hard discount emedie/grandi strutturedistributive. Espansione

di specializzati e factory outlet

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A questo fenomeno si uniscelo sviluppo delle grandi super-fici specializzate e quello deifactory outlet la cui tendenzaespansiva nel nostro paesenon ha conosciuto soste negliultimi anni mostrando, anzi,ancora ampi margini di cre-scita nel medio periodo.In sviluppo anche le dinami-che dei gruppi esteri, in parti-colare quelli francesi, la cuimaggiore solidità finanziariaha permesso di rafforzare laposizione nel mercato italiano.Sul totale delle imprese resi-denti in Italia, infatti, quellestraniere che operano nelcommercio, pur costituendosolo lo 0,2%, realizzano un fat-turato pari al 16% del totale,mentre in rapporto al totaledelle sole imprese stranierequelle operanti nel sistemacommerciale sono pari al 27%e realizzano il 30% dell’interofatturato della componenteestera.Dall’analisi degli indica-tori presi in esame emer-ge, in sintesi, un quadrodi difficoltà per le impre-se che operano in uncontesto economicocaratterizzato da unafase di stagnazione eda una domanda diconsumi, da parte dellefamiglie, debole.Elementi che hannofavorito, da un lato, l’o-rientamento dei consu-matori verso la ricerca dicanali di vendita con mag-giori opportunità di risparmio;dall’altro hanno accentuato,ai diversi livelli del sistemaimprenditoriale, i processi diriorganizzazione aziendale, laricerca di nuovi standard diservizio e di efficienza, mahanno anche facilitato l’af-facciarsi sul mercato di nuovi

“competitors” quali – appunto- i factory outlet.Il sistema della distribuzionecommerciale, però – rilevaConfcommercio - non è rima-sto nel suo complesso statico,ma ha dovuto fare i conti conle sollecitazioni al cambia-mento provenienti dalle muta-te esigenze della domanda diconsumo e tale processo hariguardato sia la rete di impre-

se operante all’ingrosso, siaquella relativa al dettaglio.Nel corso del 2006 si prevedeun contenuto miglioramentodella domanda di consumida parte delle famiglie nono-stante siano ancora presenti

alcuni elementi di incertezzaaccentuati dalla necessità dispostare quote di spesa versobeni e servizi energetici i cuiprezzi sono aumentati in misu-ra sensibile nell’ultimo anno.Per la distribuzione commer-ciale si prospetta un anno ditransizione caratterizzato daprocessi competitivi semprepiù accentuati con le impreseche saranno impegnate

soprattutto a non perderequote di mercato, a mante-nere gli attuali livelli di fattura-to, a mettere in campo tuttequelle iniziative in grado diravvivare l’interesse dei consu-matori.

approfondimenti

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La tendenza di crescita del commercio su aree pubbliche – ha spiegato aIl Sole 24 Ore Giacomo Errico, presidente di Fiva Confcommercio, laFederazione nazionale del commercio ambulante – “va avanti dal 2000con l’entrata a regime della legge Bersani che ha regola-to e riconosciuto il comparto dando una spinta al suosviluppo. Molti giovani sono entrati in quest’attività eanche molti stranieri, basti pensare che rappresentano il30% dei nostri associati. Non è difficile avere una licen-za. Il problema è il posto per la bancarella: ce ne sonopochi e questo ha favorito l’abusivismo”.Per Dino Abbascià (il presidente del Sindacato detta-glianti ortofrutta Unione), presidente della CommissioneConfcommercio per la filiera agroalimentare, “la pubbli-cazione del Rapporto sul commercio, ci obbliga a porcialcuni interrogativi sul futuro delle aziende del dettaglio

alimentare. Oggi sempre più famigliescelgono di dedicare la giornata del sabato alla diversifi-cazione degli acquisti, con tappe al discount, all’iper esempre meno al piccolo negozio specializzato (in parti-colare frutta-verdura e rivendite di carne). L’effetto diquesti mutati atteggiamenti di spesa è evidente. Chi sof-fre maggiormente è il piccolo negozio a conduzionefamiliare. Occorre fermarsi a riflettere sul futuro dellenostre tradizioni, consapevoli sì che il mondo va avanti,ma altrettanto certi che non tutto ciò che viene dal passa-to sia da buttare. L’innovazione si può e si deve fareanche nei piccoli negozi, con la ricerca di nuovi formatdi vendita e di sinergie tra piccole insegne che consenta-no l’abbattimento dei costi”. Riguardo all’imporsi delleinsegne straniere, secondo Abbascià “oggi non combat-tiamo ad armi pari. La pressione fiscale italiana, il costo

dell’energia e dei trasporti, il costo del personale, non consentono alleimprese di casa nostra di poter disporre di risorse necessarie al rinnova-mento, all’espansione ed alla competitività in generale”.

Giacomo Errico,presidente FivaConfcommercio

Dino Abbascià,presidenteCommissioneConfcommercio filieraagroalimentare

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Rappresentanza,informazione,

formazione, con-sulenza e assisten-za: la Guida 2006ai servizi Unione –che i lettori ricevo-no con questonumero diUnioneInforma -offre la possibilitàdi conoscere tuttele opportunità peril migliore suppor-to all’attivitàimprenditoriale degli asso-ciati.

La Guida 2006 ai servizi saràpresto scaricabile anche dal

sito Unione www.unio-nemilano.it Per mag-giori informazioni con-tattare la Direzionecentrale dei servizi eper i progetti strategi-

ci, tel. 027750372.

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iniziative

Con questo numero del giornale

Servizi UnioneLa Guida 2006

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“Verso l’Europa dei servizi– L’agente immobiliare

nel contesto europeo”: è laricerca che Fimaa Milano, ilCollegio degli agenti d’affariin mediazione (aderenteall’Unione di Milano) presentail 23 maggio in occasione diExpo Real Estate Italia, la ras-segna in programma al polodi Fiera Milano di Rho-Pero (ilconvegno si svolge nella Salarossa, dalle ore 15).Ecco il programma (dopo laregistrazione dei partecipantie il welcome coffee): “Versol’Europa dei servizi”, introduzio-ne di Mauro Danielli, vicepresi-dente vicario Fimaa (Danielli èanche il moderatore del con-

vegno); intervento di saluto diDomenico Storchi, presidentedi Fimaa Milano; “L’agenteimmobiliare nel contesto euro-peo”, presentazione dellaricerca di Fimaa Milano (fattada Stefano Stanzani, respon-sabile scientifico dell’Ufficiostudi di Fimaa Milano, docen-te all’Università di Bologna);tavola rotonda (partecipano:Franco Arosio, presidentenazionale Fiaip; Paolo Bellini,

presidente nazionale Anama;Elio Gabetti, presidenteGabetti Holding; PierluigiMantini, Politecnico Milano;Antonio Pastore, presidenteOsmi – Borsa Immobiliare;Alberto Pizzirani, presiden-te Fimaa Italia;Pierangelo Sardi, consi-gliere Cnel; FrancescoValletta, presidenteFiabci Italia.

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associazioni

Duemilasociper

FimaaMilano

GianmarcoCattaneo, dirigente dell’immo-biliare Gabetti Holding Spa: èl’associato numero 2.000 diFimaa Milano. Sono 140 inuovi associati da inizio 2006e dal 2001 gli iscritti sono cre-sciuti di oltre il 70%: “a testi-monianza – rileva DomenicoStorchi, presidentedell’Associazione – del buonlavoro che stiamo compiendo:quest’anno, solo di formazioneagli operatori faremo 1.800 oree sarà organizzato un mastercon il Politecnico ed è la primavolta che ciò accade conun’associazione di categoriadel mondo immobiliare”.Fimaa Milano è l’associazioneterritoriale più antica e rappre-sentativa del settore dellamediazione immobiliare e cre-ditizia: associa tutte le realtà,inclusi i grandi gruppi del fran-chising immobiliare (come è ilcaso della Gabetti Holding cheannovera il duemillesimo sociodi Fimaa Milano).

Agente immobiliare ed EuropaRicerca di Fimaa Milano

Presentazione il 23 al polo di Rho-Pero

di Fiera Milano in occasione

di Real Estate Italia

Domenico Storchi,presidente di FimaaMilano

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Paesi islamiciche si affac-

ciano sulMediterraneo“centrali” nell’at-tenzione politi-co-istituzionaledell’Italia, maancora margi-nali nell’inter-scambio com-merciale. Un paradosso cheha fatto da scenario al dibat-tito che Aice, l’Associazioneitaliana commercio estero, hapromosso al Circolo delCommercio di Milano nell’am-bito dell’iniziativa “Gli aperitividel commercio estero” ideataper celebrare il 60° anniversa-rio dell’Associazione. Aice haospitato l’editorialista e vicedi-rettore “ad personam” delCorriere della Sera Magdi Al-lam sul tema “Politica, econo-mia e società: che ruolo perl’Italia nei confronti dei Paesiislamici del Mediterraneo”.“L’importanza da un punto divista politico ed economicodei Paesi del Mediterraneonon è assolutamente indiscussione – ha affermato

Claudio Rotti,presidente diAice – ma leimprese sem-brano dimostra-re un entusia-smo inferiorerispetto alle isti-tuzioni. Vi sonodifficoltà ogget-tive che posso-

no frenare la propensionedelle nostre imprese versoquest’area: di carattere cultu-rale e operativo che fannosembrare più distanti Paesigeograficamente molto vici-ni. Ci sono perciò ampi mar-gini di miglioramento”.L’interscambio dell’Italia con iPaesi dell’area delMediterraneo si attesta sui 30miliardi di euro: “una cifra –spiega Rotti - che rappresentail 5% del totale degli scambiinternazionali del NostroPaese”. Va inoltre consideratoche l’interscambio con laTurchia da solo rappresentacirca un terzo degli scambicon i Paesi del Mediterraneo.“A parte Algeria, Libia e Sirianostri fornitori di risorse energe-tiche – prosegue Rotti – tutti glialtri Paesi dell’area hanno unsaldo negativo con l’Italia, male cifre assolute del nostroexport non sono molto rilevan-ti. In Paesi come Marocco,Algeria e Tunisia siamo semprepreceduti dalla Francia e, avolte, anche dalla Spagna. InEgitto e Turchia ci sopravanza-no Paesi come Germania eRussia”. Le pmi lombarde pre-feriscono, ad esempio, orien-

tarsi verso l’EstEuropa, l’Asia,addirittural’America Latina: “è un dato –rileva il presidente Aice – sucui dobbiamo riflettere, amaggior ragione in un mo-mento di dibattito politico-economico dove spesso sirichiamano le potenzialitàeconomiche e commercialiofferte dal Bacino del Medi-terraneo”.Aice, che riunisce “traders” eoperatori specializzati nell’im-port-export, ha un ruolo attivonello sviluppo dell’interscam-bio commerciale con l’areadel Mediterraneo: il 20% delleimprese associate intrattienestabili rapporti d’affari. I settorimaggiormente coinvolti sonoquelli dei macchinari, delleattrezzature per l’edilizia, deltessile e dell’agroalimentare.Con la collaborazione di Aicesono state promosse missioniin Libia e in Egitto. Dal 14 al 17maggio una nuova missionecommerciale: in Marocco.

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associazioni

“Gli aperitivi del commercio estero” promossi da Aice: dibattito sui Paesi islamici con ospite Magdi Allam

Interscambio nel MediterraneoAice: si può fare di più

Claudio Rotti, presidenteAice: “l’area del

Mediterraneorappresenta solo il 5%

dei nostri scambiinternazionali”. Ora

promossa una missione commerciale

in Marocco

Distributori cartaCorrado Lignanaalla presidenza

E’ Corrado Lignana il neopresidentedell’Associazione nazionale distribu-tori carta. Lo ha eletto il nuovo consi-glio direttivo eletto dall’assembleagenerale dell’Associazione e riunitosipresso l’Unione diMilano.Vicepresidente è RobertoCresta. Completano il direttivo: PaoloBechini, Enzo Berni, Mauro Bolzoni,Giorgio Buffi, Vincenzo Firrao,Roberto Longhi.

Fenacom50&PiùGiorgio Re

presidentenazionale

E’ Giorgio Re il nuovo presi-dente nazionale di Fenacom50&Più, l’Associazione ade-rente a Confcommercio. Re,

presidente mila-nese e lombardodi Fenacom50&Più e consiglierenazionale

Enasco, è stato per 12 anni presi-dente della Fit di Milano, l’Asso-ciazione dei tabaccai.

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Fnaarc (la Federazione na-zionale degli agenti e rap-

presentanti di commercio) ele altre organizzazioni che rap-presentano la categoria han-no ribadito in una dichiarazio-ne comune la piena validitàdegli Accordi economici col-lettivi (Aec) “per la regola-mentazione dell’attività degliagenti e rappresentanti dicommercio, ed in particolaredelle indennità di fine rappor-to, ad integrazionedi quanto previstodalla normativacomunitaria ed ita-liana”.La necessità di que-sta presa di posizio-ne è sorta dopo unarecente sentenzadella Corte europeadi giustizia che haingenerato confusio-ne sulla validità delleclausole relative alleindennità di fine rap-porto d’agenzia contenutenegli Accordi economici col-lettivi e l’obbligo per le azien-de mandanti di corrisponderel’indennità suppletiva di clien-tela e l’indennità di risoluzionerapporto, accantonata pressol’Enasarco. L’interpretazione data nellasentenza è “profondamenteerrata – come ha scritto su IlSole 24 Ore il presidente diFnaarc Adalberto Corsi - per-ché non tiene conto di quan-to dichiarato, nella medesimasentenza, dalla stessa Corte digiustizia per la quale gli Ac-

cordi economici collettivi con-servano la loro validità nel ca-so in cui garantiscano un’in-dennità pari o superiore aquella risultante dall’applica-zione dell’articolo 1751 delCodice civile (l’articolo chedisciplina l’indennità di finerapporto d’agenzia)”.“Inoltre – proseguiva Corsi su IlSole 24 Ore - come più volteha affermato la Corte diCassazione, la valutazione di

miglior favoredegli Accordieconomici collet-tivi non può nontener conto ditutte le circostan-ze che concorro-

no a determinare l’ammonta-re dell’indennità ed il diritto apercepirla. Ebbene, valutatinel loro insieme, gli Aec sonosenz’altro di miglior favore pergli agenti di commercio.Osserviamo infine che laCorte di giustizia europea nonpotrebbe mai vanificare lanostra Costituzione - in parti-colare l’articolo 39 – dichia-rando nulli Accordi economicicollettivi stipulati dalle organiz-zazioni sindacali. Gli Aec resta-no, quindi validi, e continue-ranno a garantire agli agentie rappresentanti di commer-cio, le condizioni di migliorfavore come di fatto è nellapressoché totalità dei casi”.

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associazioni

Spese per l’automobile:la Giunta Fnaarc

chiede la piena deducibilità Settecento euro: è quanto mediamente dovrà sborsare in più que-st’anno l’agente e rappresentante di commercio per il rincaro del

solo carburante. Riunitasi a Milano, la Giunta esecutiva di Fnaarc (la Federa-zione nazionale degli agenti e rappresentanti di commercio) ha chiesto con unordine del giorno di attuare “provvedimenti che permettano il ripristino, a costozero per l’Erario, della piena deducibilità delle spese sostenute dagli agenti dicommercio per l’acquisto delle autovetture e dei carburanti” (gli agenti e rappre-sentanti di commercio possono ora dedurre l’80% del valore imponibile dellaspesa di carburante e fino a 20.657,6 euro per l’acquisto di un’autovettura).“I continui aumenti dei costi legati all’auto – afferma Adalberto Corsi, presiden-te di Fnaarc – incidono pesantemente sull’attività degli agenti di commerciomettendola, in molti casi, a repentaglio”. “La nostra categoria – prosegue Corsi– non è fra quelle ‘fiscalmente a rischio’ perché le nostre provvigioni sono inte-ramente fatturate alle case mandanti”. Occorrono “azioni ed interventi – si afferma nell’ordine del giorno della Giuntaesecutiva di Fnaarc – di natura politica e fiscale che contribuiscano a rafforzarela ripresa”. “E il ruolo degli agenti di commercio per il rilancio della nostra eco-nomia – sottolinea Corsi – è centrale”: i 210.000 agenti italiani – rileva Fnaarc -attivano quotidianamente un milione di contatti commerciali, movimentano il70% del Pil, acquistano ogni anno automobili per più di 2 miliardi di euro e car-burante per 750 milioni di euro”.

Agenti e rappresentanti di commercio

Fnaarc: piena validitàdegli Accordi economici collettivie delle indennità di fine rapporto

Adalberto Corsi,presidente di Fnaarc (e vicepresidente vicariodell’Unione di Milano)

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Wellness World Exhibition, lanuova fiera di EXPOcts

dedicata al benessere (com-parto con un trend in costan-te crescita ), si svolgerà nelquartiere fieristico di Rho –Pero dal 20 al 23 ottobre neipadiglioni 6 e 10 di Fiera Milano. Lo spazio espositivo di WelnessWorld Exhibition è suddiviso insei aree tematiche:Wellness & Beauty Spa: area

dedicatainteramentealla bellezza,proponecosmeticatrattamentiestetici elampade.Wellness &Health: bel-

lezza e salute sono i fili con-duttori di questa sezione chepropone attrezzature per la

diagnostica e la ria-bilitazione, centri ter-mali, attrezzatureper terapie e dietfood.Wellness Water &Technology:

“padrona di casa” è l’acqua.In questa sezione espositivasono presenti quindi pisci-ne, saune e bagni, idrotera-pia, vasche idromassaggi eattrezzature per la depura-zione delle acque.Wellness Leisure: dedicataalle attività all’aria aperta. Wellness Training: spazioriservato alle attrezzaturesportive, all’abbigliamentoe agli accessori.Wellness Project: spaziodedicato alla progettazio-ne di interni, ai prodotti assi-curativi e finanziari, alla realiz-zazione dei centri spa e allastampa di settore.

La manifestazione è concet-tualmente divisa in due aree:B2B e B2C. L’area B2B è dedi-cata esclusivamente agli ope-ratori professionali: rappresen-ta un vero e proprio percorsovirtuale nel quale le diverse

realtà del benessere “dia-logano” tra di loro dandovita ad un’area che inter-preta la costante evolu-zione degli spazi dedicatialla cura del corpo.L’area B2B comprende:Spa Concept (che ripro-duce una spa); Club DelFuturo (le cui sembianzesono quelle di una pale-

stra); Natural Concept(ambiente nel quale la natura

è vissuta come terapia delbenessere); Design Conceptzona in cui le linee e le forme

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fiere - expo cts

Dal 20 al 23 ottobre nel quartiere fieristico di Rho – Pero (padiglioni 6 e 10 di Fiera Milano)

Mensile di informazione dell’UNIONE DEL COMMERCIO DEL TURISMO DEI SERVIZI E DELLE PROFESSIONIDELLA PROVINCIA DI MILANO

PROPRIETA’Unione del Commercio del Turismo deiServizi e delle Professioni della Provincia diMilanowww.unionemilano.it

DIRETTORE RESPONSABILEGianroberto Costa

EDITOREPROMO.TER UnioneSede e amministrazione: corso Venezia 47/49 20121 Milano

REDAZIONEFederico Sozzani corso Venezia 47/49 20121 Milano

FOTOCOMPOSIZIONE e STAMPAAMILCARE PIZZI Spa20092 Cinisello Balsamo (Milano)

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALEdi Milano n. 190 del 23 marzo 1996Poste Italiane s.p.a - spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) -art. 1, comma 1 DCB Milano.

PUBBLICITÀEdicom Srl via Alfonso Corti, 28 20133 Milanotel. 02/70633429 (anche fax) 70633694-70602106E-mail:edicom@ iol.it http://www.edicom-mag.com

informaUnione

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fiere - expo cts

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prendono forma dando vita anuovi spazi del benessere.L’area B2C, o villaggio del

benessere, visitabile ancheda parte del pubblico, dàspazio non solo al corpo, ma

anche allo spirito: è infattiattrezzata per ospitaremolteplici momenti dipartecipazione attivaquali aerobica, spinning,danza, meditazione, cultodell’anima ed equilibriointeriore. ComprendeArea Test: spazio attrezza-to per ospitare momentidi partecipazione colletti-va, dove si svolgerannoperformance dedicatead aerobica, spinning,danza); Budo Gala: spa-zio riservato al culto del-l’anima, all’equilibrio inte-

riore e alla meditazione.Aperta sia agli operatori pro-fessionali che al pubblicoWelness World Exhibition avràmodalità differenti di orario.Per visitatori professionali estampa da venerdì 20 adomenica 22 dalle ore 10 alleore 19; lunedì 23 dalle ore 10alle ore 15. Per il pubblico: dasabato 21 a domenica 22dalle ore 10 alle ore 19. La tes-sera d’ingresso con validitàgiornaliera costa 8 euro.Durante la manifestazione sisvolgeranno convegni, dibat-titi e workshop ai quali parteci-peranno esperti nazionali edinternazionali che si confronte-ranno sui diversi temi.

Sisposaitalia Collezioni, la29° rassegna internazio-

nale di abiti da sposa eda cerimonia (e degliaccessori d’èlite per il“giorno del sì”) organizza-ta da EXPOcts, si svolgedal 23 al 26 giugno neglistand 18 – 19 (ingressoPorta Carlo Magno) diFieramilanocity. La manife-stazione, riservata aglioperatori del settore (154 imarchi coinvolti nel-l’edizione 2005 visita-ta da oltre 5.000operatori), si estendequest’anno su unasuperficie di 14.000metri quadrati.SisposaitaliaCollezioni è una pas-serella che poneparticolare attenzio-ne al Made in Italy eche permette all’o-peratore professionale di esse-

re continuamente aggiornatoe di avere una panoramica di

tutte le novità presenti in que-sto settore.

Dal 23 al 26 giugno negli stand 18 – 19(ingresso Porta Carlo Magno) di Fieramilanocity

a cura di A.L.

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Il 27 marzo, nella Sala d’ono-re della Camera di commer-

cio di Parigi - alla presenza delministro francese per il com-mercio, l’artigianato e le pro-fessioni autonome - la pastpresident del ParlamentoEuropeo, Simone Veil, ha con-ferito ad Adriana SalaCampagnoli, vice presidentedel Gruppo Terziario Donnadell’Unione di Milano e pastpresident di Fiabci Italia (l’or-ganizzazione che riunisce iprofessionisti del settore immo-biliare), il premio “Femmecommerce d’Europe”.Il riconoscimentopremia quelleimprenditrici delterziario che

hannosaputoraggiun-gereposizionielevatenelleloro pro-

fessioni conservando quellecaratteristiche di attenzione aiproblemi sociali, alla promo-zione della formazione dellegiovani e soprattutto all’impe-gno per lo sviluppo del siste-ma associativo. Con AdrianaSala Campagnoli sono statepremiate alcune imprenditrici

dei Paesi dell’Est recentemen-te entrati nell’Unione Europea.Il conferimento del premio ha

offerto alle impren-ditrici del terziarioun momento diconfronto sullasituazione del lavo-ro autonomo neivari paesi aderentiall’Unione europeacon un’analisi sul-l’impegno e la rap-

presentanza femminile nelleistituzioni dei vari paesi ade-renti. “Un confronto – rileva MariaAntonia Rossini, presidente delGruppo Terziario Donna – chenon è certo gratificante pernoi italiane: ancora una voltaabbiamo dovuto constatarequanto le imprenditrici italianesiano lontane dai posti di co-mando e di come, in genera-le, i vertici delle istituzioni sianodi fatto preclusi alle donne.Con riferimento alla sola Fran-cia, su 22 regioni ben 12, attual-mente, sono rette da donne”.

Recente riconoscimentoanche per un altro consiglieredel Gruppo Terziario Donna,Deda Corti (imprenditrice aldettaglio nel settore dell’abbi-gliamento), che ha ricevutodal Comune di Milano latarga per le “botteghe stori-che” milanesi (vedi UnioneIn-forma di aprile a pagina 19n.d.r.).

panorama

Riconoscimento “Femme commerce d’Europe” al vicepresidenteAdriana Sala Campagnoli

Terziario Donna milaneseUn premio a Parigi

Il presidente del Gruppo TerziarioDonna Maria Antonia

Rossini: in Italiaancora insufficiente

la presenza femminilenelle istituzioni.Targa di “bottega

storica” al consiglieredel Gruppo Terziario

Donna Deda Corti

Maria Antonia Rossini,presidente del GruppoTerziario Donnadell’Unione di Milano

Adriana SalaCampagnoli (qui a destra),vicepresidente delGruppo TerziarioDonna, premiata a Parigi con il riconoscimento“Femme commerced’Europe” e DedaCorti (in basso),consigliere delGruppo TerziarioDonna, con inmano la targa e lapergamena ricevutedal Comune diMilano per le “botteghe storiche”

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Fino al 10 giugno

ARIETE - (21/3 – 20 /4)Prima decade: a metàmaggio Mercurio positivosostiene viaggi, studi e ini-

ziative di lavoro. Saturno continua adapportare un buon equilibrio psicofisi-co.Seconda decade: Marte ostile virende nervosi. Siete sotto stress, fateattività sportiva che aiuti a scaricare leenergie in eccesso. Venere vi sostiene. Terza decade: Marte non favorevoleporterà a fine mese qualche contrat-tempo nei rapporti interpersonali o ne-gli spostamenti. Venere, invece, è nelsegno e porta allegria e buonumore.

TORO - (21/4 – 20/5)Prima decade: maggiopiù sereno nonostantel’accanimento di

Saturno. All’inizio di giugno, però,Marte negativo accrescerà il vostronervosismo. Potete contare su Venereche vi sostiene negli affetti.Seconda decade: Marte e Urano posi-tivi regalano energia, favorisconocambiamenti positivi e invitano adanticipare le decisioni importanti.Terza decade: Marte positivo insieme aMercurio e al Sole. Siate accomodantinelle relazioni.

GEMELLI - (21/5 – 21/6)Prima decade: Saturno visostiene sempre, insiemea Mercurio. Buona ener-

gia psicofisica, positivi i viaggi e glistudi. Migliorano i rapporti nel lavoro.Seconda decade: Urano è semprecontrario, ma Mercurio e Venere visostengono. Cercate di vivere senzafare programmazioni.Terza decade: Plutone è sempreopposto, Venere e Mercurio vi appog-giano dandovi serenità d’animo.Regalatevi una vacanza (se potete).

CANCRO - (22/6 – 22/7)Prima decade: Marte sulSole, disturbato daMercurio, potrebbe pro-

vocare qualche parola di troppo.Nonostante qualche contrattempo,Venere vi aiuta ad essere sereni edottimisti.Seconda decade: sempre positivo ilvostro cielo ora sostenuto anche daVenere. Si verificheranno sicuramentenel corso dell’anno molte trasforma-zioni positive nella vostra vita.Terza decade: Mercurio sostiene i con-tatti e le trattative, ma poi potrebberoarrivare giornate contraddistinte daun’attività troppo frenetica. Non inner-vositevi.

LEONE - (23/7 – 22/8)Prima decade: maggio èpiù sereno mentre all’iniziodi giugno, con Marte nel

segno e Venere contraria, prevarrannocontrattempi e malumore.Seconda decade: Giove sempre con-trario non aiuta ad essere duttili: e inve-ce dovete proprio cercare il dialogo.Venere vi appoggia.

Terza decade: Venere è propizia.Insieme a Plutone migliora il vostroumore. I rapporti interpersonali sarannoarmoniosi ed anche profondi. Poteremettere le basi per buoni progetti futu-ri.

VERGINE - (23/8 – 22/9)Prima decade: Mercurio eVenere positivi all’inizio digiugno vi invitano a pren-

dervi una vacanza rilassante e all’inse-gna dell’allegria. Seconda decade: Urano è semprenegativo, ma Marte e Giove vi sosten-gono. Avrete una buona energia psi-cofisica.Terza decade: Marte positivo a finemaggio vi regala energia e buoni rap-porti interpersonali. Mercurio in posizio-ne contraria potrebbe provocarequalche contrarietà.

BILANCIA - (23/9 – 22/10)Prima decade: Saturno visostiene. Potrete reggereperiodi di maggiore stress.

Più senso di responsabilità, equilibrio esaggezza.Seconda decade: Marte e Veneresono di traverso per tutto il mese dimaggio. Nervosismo e scontentezza,ma sono passeggeri.Terza decade: Marte negativo a finemaggio insieme a Venere, causacontrattempi. Nulla, però, di serio:cercate, perciò, di non perdere lestaffe.

SCORPIONE - (23/10 – 21/11)Prima decade: Venere eMarte contrari a inizio giu-gno, insieme a Saturno.

Le difficili responsabilità da affrontare vifaranno sentire di malumore.Seconda decade: Giove, Urano eMarte positivi accrescono la vostraenergia. Approfittatene per i progettiche più vi stanno a cuore.Terza decade: Marte in trigono vi rega-la energia e capacità di gestire i rap-porti interpersonali. Ottimo periodo perle riabilitazioni o per affrontare opera-zioni chirurgiche.

SAGITTARIO - (22/11 – 20/12)Prima decade: Mercurioopposto potrebbe provo-care qualche contrat-

tempo facilmente risolvibile. Saturno visostiene sempre con saggezza e deter-minazione.Seconda decade: Urano sempredestabilizzante, ma questo meseVenere vi supporta e regala allegria ebuonumore.Terza decade: Venere in ottimo aspet-to sostiene i rapporti interpersonali e viaiuta a ritrovare il buonumore. Plutonerende profondi i vostri sentimenti: nonsiate, però, possessivi.

CAPRICORNO - (21/12 – 19/1)Prima decade: Venere ainizio giugno si colloca inposizione favorevole per

il vostro Sole favorendo i rapportiinterpersonali e i momenti di svago.Seconda decade: Marte e Venerenegativi per tutto maggio non vi aiu-tano a mantenere la serenità. MaGiove e Urano vi sostengono.Terza decade: Marte e Venere inposizione conflittuale vi renderannomolto nervosi. Contrattempi e malu-more.

ACQUARIO - (20/1 – 19/2)Prima decade: da un’ini-ziale tranquillità si passerà- a inizio giugno con

Marte, Venere e Saturno negativi - aun periodo più teso.Seconda decade: Giove semprenegativo vi rende duri, ma Venerecerca di regalarvi giornate di allegria espensieratezza.Terza decade: Venere in aspetto positi-vo, insieme a Mercurio, vi regalanogiornate serene e allegre.

PESCI - (20/2 – 20/3)Prima decade: Venere afine maggio vi sostienedal Toro regalando gior-

nate di spensieratezza e buon umore.Si conferma il periodo positivo.Seconda decade: Giove sempre intrigono al vostro Sole con Marte favo-risce progetti creativi e innovativi.Non abbiate paura di osare: tutti ipianeti vi sostengono. Terza decade: Marte positivo regalaenergia e ottimi rapporti interpersona-li. Approfittatene per dare impulso aivostri progetti.

oroscopo

Pesci Leone

Il cielo del meseIl 15 di maggio il Sole ènella costellazione del Toroed entra nei Gemelli il 21maggio.

La Luna è piena il 13 dimaggio alle ore 8.53 a23° dello Scorpione. E’ fa-vorevole per Scorpione,Cancro, Vergine e Pesci.Chi ha la Luna nelloScorpione ama gli eccessi, ha uncarattere spesso ribelle nell’adole-scenza, è portato per le cose nasco-ste, emotivamente è piuttostoaggressivo ed è combattivo e moltoorgoglioso. Ha stati d’animo mute-voli ed emozioni molto forti. Nei rap-porti sentimentali dà molta impor-tanza al lato fisico. Passionalità.

Giove: il punto dove èdomiciliato Giove è ilpunto di maggior fortu-na di un Oroscopo.Messo in buona posizio-ne denota un carattere

generoso e socievole, duttile e ac-comodante. In posizione negativatende a far compiere il passo piùlungo della gamba e rende pocoaccomodanti.

(A cura di E.T.)

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