maurizio boiocchi

Maurizio BOIOCCHI Maurizio BOIOCCHI

Dottore di Ricerca Marketing e Dottore di Ricerca Marketing e Comunicazione d'Impresa Comunicazione d'Impresa Università Iulm Milano; già Università Iulm Milano; già amministratore Delegato amministratore Delegato Brevivet oggi Amministratore Brevivet oggi Amministratore Tourismix Società di Marketing Tourismix Società di Marketing Management ConsultingManagement Consulting

Il turismo religioso come prodotto esperienziale

Il Turismo Religioso è un turismo colto e di qualità. Potremmo definirlo:

a) interessato a strutture di significato religioso, ma anche di importanza storica e/o artistica;

b) attratto dai paesaggi in cui si situano i beni religiosi;

c) coinvolto da eventi e manifestazioni o feste religiose, percepiti come segno d’identità locale.


Le fasi dell’esperienza turistico-religiosa possono così essere descritte in 5 specifici momenti:

1. Percezione del bisogno: lo stimolo che ha destato l’interesse della persona per un viaggio in una località religiosa.

2. Preparazione al viaggio o anticipazione: che consente di pregustare il piacere dell’esperienza religiosa futura

3. Fruizione del viaggio: questa fase è stata denominata da rappresenta il momento centrale dell’intero processo, ossia il “momento della verità” in cui è vissuta l’esperienza di fede.

4. Ritorno a casa: si avvia processi di trasformazione interiore e di modificazione del tessuto etico-culturale.

5. Ricordi: è la fase in cui si valuta l’esperienza nel suo complesso e la si rivive attraverso i ricordi, anche grazie ad elementi materiali, come foto, souvenir, condividendola con conoscenti e confrontandola con altre esperienze.


In realtà, l’esperienza turistico-religiosa è vista dal viaggiatore come un insieme di tutte le fasi: difficilmente i livelli di soddisfazione sono riferiti a singoli momenti e non al viaggio nel suo complesso.


Possiamo identificare due approcci allo studio del turismo religioso come fenomeno esperienziale:

• il primo, formulato dalle scienze sociali, è riconducibile all’interpretazione del viaggio di fede come esperienza religiosa, di sacralità, ricerca dell’autenticità e del mito, esperienza di cambiamento.

• Il secondo, riferibile invece alle discipline del marketing e del management.


Secondo gli attuali concetti di marketing esperienziale esistono cinque diversi tipi di esperienza definiti SEMs, o Strategic Experiential Modules:


1. SENSE experiences ovvero le esperienze che coinvolgono la percezione sensoriale: udito, gusto, vista, tatto, olfatto.

2. FEEL experiences ovvero le esperienze che coinvolgono i sentimenti e le emozioni.


3. THINK experiences ovvero le esperienze creative e cognitive.

4. ACT experiences ovvero le esperienze che coinvolgono la fisicità.

5. RELATE experiences ovvero le esperienze risultanti dal porsi in relazione con un gruppo.


Ma è vero che la riuscita di un pellegrinaggio o di un viaggio religioso è assolutamente legata all’accompagnatore.


L’accompagnatore dev’essere non un tecnico qualunque, ma un rivelatore di senso, un esploratore di significati, una guida nell’itinerario storico espresso da quel santuario, uno che riconosce le tracce del processo di religiosità e di civilizzazione.


Deve non solo possedere a buon livello il gusto estetico, ma soprattutto la capacità di portare alla contemplazione: una contemplazione che si apra al divino.

La sua capacità dev’essere evocativa, nell’uso soprattutto del linguaggio simbolico, l’unico capace di congiungere l’umano e il divino.


Per questo in un pellegrinaggio è meglio che l’accompagnatore sia assistito da un sacerdote. La sensibilità e l’esperienza nel trattare le anime lo fanno attento ai bisogni interiori, disponibile ai colloqui personali più discreti, e alla fine anche al gesto sacramentale che sancisce una conversione.


Ma anche il laico preparato e appassionato ha un suo rilievo proprio nel campo della testimonianza e del contagio più immediato.


In ogni caso dev’essere fuori dubbio la sua competenza tecnica e culturale specifica per il viaggio intrapreso: biblica, storica,archeologica,artistica.

Ma tre sensibilità – che potremmo chiamare globalmente ecclesiali – devono essere sviluppate in ogni accompagnatore:


a) una sensibilità spirituale, la coscienza cioè di agire per conto della Chiesa e di Dio

b) una sensibilità d’accoglienza e d’ascolto, per ricondurre poi tutto il discorso al caso personale, come risposta calata e calibrata sulla storia personale di ognuno;

c) una sensibilità di comunione, capace di coagulare in fraternità e accoglienza reciproca gente magari d’estrazione sociale e culturale diversa, e aiutarla a vivere un’esperienza di Chiesa come comunità.

maurizio boiocchi

Documents