master geslopan università teramo presentazione pndb - 30.06.2012

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Parchi e sviluppo socio-economico locale L’esperienza del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Master Geslopan – Università di Teramo Feltre – 30 Giugno 2012 Nino Martino Direttore PNDB

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Parchi e sviluppo socio-economico locale L’esperienza del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi

Master Geslopan – Università di Teramo Feltre – 30 Giugno 2012

Nino MartinoDirettore PNDB

La storia• Anni ’60: prime proposte di istituzione• Anni ’70: creazione riserve demaniali

(16.000 ha)• DM 20.4.1990: perimetrazione• DPR 12.7.1993: istituzione Ente Parco• 1999: assunzione pianta organica• 2001: pubblicazione dei Piani

I numeri• 32.000 ettari:la superficie• 15: i Comuni interessati• 5: le Comunità montane del

territorio• 88: i residenti entro i confini• 102.870: i residenti dei 15 Comuni

(48,5% della provincia)

Collocazione geografica•Parte più meridionale delle Dolomiti, tra Cismon e Piave•Area “wilderness” più estesa del nord-est italiano, a meno di 100 km da Venezia•Transizione tra paesaggio prealpino e alpino

I “confini” delle Dolomiti

Perché è nato il Parco1. Area con elevatissima biodiversità

floristica e faunistica2. Ottima conservazione delle strutture

ecosistemiche3. Importanti testimonianze della passata

presenza antropica

Vette Feltrine

Cimonega

Campanula morettiana

Camoscio

L’ospizio di Candaten

Certosa di Vedana

La Pianificazione• Il PNDB è il primo Parco

Nazionale con gli strumenti di pianificazione previsti dalla 394/91 definitivamente approvati

• Piano del Parco • Piano Pluriennale Economico e

Sociale

Il Piano del Parco disciplina1) la zonizzazione (organizzazione generale del territorio

e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate d'uso, godimento e tutela);

2) le norme di attuazione (vincoli e destinazioni di uso pubblico o privato entro le varie zone) attraverso le quali vengono definite forme di compatibilità con gli obiettivi dell'area protetta;

3) i sistemi di attrezzature e servizi e quelli di accessibilità;

4) gli indirizzi e i criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere

Il nuovo Piano per il Parco

1) Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è stato il primo in Italia a dotarsi del Piano (Gazzetta Ufficiale n. 21 del 26 gennaio 2001); 2) Il Piano per il Parco è aggiornato “almeno ogni dieci anni” (art. 12 L. 394/91 3) Il Consiglio Direttivo del PNDB ha emanato la Delibera n. 4/08 del 23 gennaio 2008: “Attivazione delle procedure per la predisposizione del nuovo Piano per il Parco. Istituzione ufficio di piano e comitato scientifico - istituzionale

Allegato C PIANO DI INTERPRETAZIONE

AMBIENTALE

cartografia

Allegato A PIANO DEL PAESAGGIO Allegato B

PIANO DI GESTIONE ZPS

RELAZIONE Appendici alle NTANORME DI ATTUAZIONE

REGOLAMENTO PPES

STRUTTURA DEL MASTER PLAN

La zonazione: il Parco non è tutto uguale

Nel Parco esistono quattro “zone” diverseOgni zona ha una sua regolamentazione:

• Zona A: Riserva integrale • Zona B: Riserva generale orientata• Zona C: Area di protezione• Zona D: Area di promozione economica e sociale

Zone A: Riserve integrali

Quelle di maggior pregio naturalistico, più delicate o che più si avvicinano alle condizioni di equilibrio naturale. Sono le più lontane dai centri abitati.

Solo qui la tutela è passiva: non si prevede alcun intervento. Sono consentite l'osservazione naturalistica e la ricerca scientifica.

2.600 Ha su 31.000 pari all’8% del Parco

Zona A: Riserve integrali

Zone B: Riserve generali orientate

Parti di territorio un tempo usate dall’uomo. Qui si tutelano i valori naturalistici e si recuperano i sistemi degradati. Sono di due tipi: B1 e B2

Sono vietate nuove costruzioni e la trasformazione del territorio. Sono consentite attività turistiche, tagli boschivi, agricoltura, manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere esistenti.

Sono 28.100 Ha su 31.000 pari al 78% del Parco

Zona B: Riserve generali orientate B1

Zona B: Riserve generali orientate B2

Zone C: Aree di protezioneSono quelle ai confini, lungo le strade, vicino ai centri abitati, dove tuttora si svolgono attività agricole e si gestisce il bosco.

Qui il Parco sostiene le attività tradizionali con il recupero e il miglioramento delle strutture (malghe, casere, strade, acquedotti). Sono ammessi la manutenzione ordinaria e straordinaria nonché il restauro e risanamento delle opere esistenti

Sono 4.000 Ha su 31.000 pari al 13 % del Parco

Zona C: Aree di protezione

Zone D: Aree di promozione economica e socialeQuelle dove maggiore è la presenza dell’uomo: fondovalle, zone con attività commerciali e ricreativo-turistiche.

Sono ammessi o potenziati i sistemi di fruizione turistica e culturale, mirando allo sviluppo di una economia basata sul rispetto del territorio e della natura, ovvero su criteri di sostenibilità.

Sono 300 Ha su 31.000 pari all’1% del Parco

Zona D: Aree di promozione economica e sociale

Anno 2000

Anno 2009

parco nazionale dolomiti bellunesi

parco nazionale dolomiti bellunesi

parco nazionale dolomiti bellunesi

Promuovere il territorio fuori Parco:l’area PPES

Le buone pratiche per la sostenibilità1. Strutture turistiche e culturali2. Rifugi e bivacchi3. Sentieristica - Viabilità4. Il Parco per l’agricoltura5. Innovazione ed economia6. Gli investimenti

RIVAMONTE AGORDINORecupero Ex miniere di Valle Imperina

RIVAMONTE AGORDINORecupero Ex miniere di Valle Imperina

Centro visitatori “Il sasso nello stagno”

RIVAMONTE AGORDINOCentro Visitatori “Uomini di Valle Imperina”

BELLUNOCircolo culturale “Piero Rossi”

Progetto cofinanziato dalla Regione del Venetomediante Fondi Docup Ob. 2 2000-2006

UNIONE EUROPEA

GIARDINO BOTANICO “Campanula morettiana”

Giardino botanico Campanula morettiana

Ristorante “All’antica torre”

CESIOMAGGIOREForesteria “Al Frassen”

SEDICOVal Cordèvole - Candàten

AREA ATTREZZATAE PUNTO VENDITA

Bivacchi

Bivacchi

Sub-azione 3.6 “Approntamento di itinerari naturalistici/escursionistici con tabellazione informativa e servizi”

G.A.L. 2 Prealpi e Dolomiti Bellunesi e Feltrine

PROGETTO SENTIERISISTEMA PARCO

Tratto del percorso nel bosco riparialePrati a Salét

Passerella lignea nei pressi delle Miniere Il Centro Visitatori di Valle Imperina

Strada per Vette Grandi

Strada per Vette Grandi

Il Parco per l’agricoltura

Il Parco per le malghe• Ristrutturazione completa di 4

malghe• Oltre 2 milioni di € di investimenti• Progetto “Recupero e gestione dei

prati e dei pascoli e riqualificazione delle malghe”

Malghe nei 15 ComuniNel Parco Fuori Parco

UBA potenziali 800 980

UBA effettive 774 406

UBA potenziali/monticate

97% 42%

Caseifici

Malga Vette Grandi

FORNO DI ZOLDOMalga Prampér

Malga Casera deiBoschi

Criteri di gestione delle malghe

• Applicazione dei metodi della zootecnìa biologica

• Attività agrituristica• Educazione ambientale ed

alimentare• Informazioni sul Parco

Sostegno all’agricoltura biologica

1. 50% dei costi di certificazione sostenuti dal Parco

2. 10.000 €/anno di stanziamento3. Adesione di 20-25 aziende/anno

Progetto sfalcio prati

• Sfalcio ed eliminazione arbusti su circa 50 ha di prati abbandonati

• Monitoraggio dell’effetto sulla conservazione biodiversità

• Coinvolgimento cooperative sociali• Cofinanziato dalla Fondazione Cariverona

Progetto sfalcio prati abbandonati

Parco Fossil Free: un esempio premiato e … imitato

1. Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in tutte le infrastrutture del Parco

2. Premio Eurosolar 20043. Premio Innovazione amica

dell’ambiente 20034. “Esportato” al Parco Nazionale del

Pollino

Progetto “Fossil free”• Fare del Parco un’area “libera” da

fonti di energia fossile• Applicazioni di energia da:a. Biomasseb. Biodieselc. Solare termicod. Solare fotovoltaicoe. Microidroelettrico

COMUNI DIVERSIParco Fossil Free – Impianti fotovoltaici

Il “Fossil free” nelle malgheCasera dei Boschi:• Riscaldamento a biomassa • Vapore del minicaseificio generato con biodieselPrampèr• Cogenerazione a biodiesel• Minicaseificio ad acqua surriscaldataErera• Vapore del minicaseificio generato con biodiesel• Acqua calda sanitaria prodotta con vapore• Generatore elettrico a biodieselVette• Vapore del minicaseificio generato con biodiesel• Generatore elettrico a biodiesel

Malghe “Fossil free”

Generatore elettrico a biodiesel

Generatori di vapore e acqua calda sanitariaa biodiesel

Caseificio di Malga Erera

Uso di biomasse

Caldaia a legna Malga Casera dei Boschi

Cogeneratore a Biodiesel Malga Pramper

Impianti microidroelettrici Rifugio Pian de Fontana

Esterno della centralina Turbina

Prodotti e servizicon il marchio del parco:una garanzia di qualitàper il consumatoree per l’ambiente

Carta Qualità

Cos’è la carta qualitàIl Parco può concedere l’uso del proprio emblema a servizi e prodotti che presentino requisiti di qualità e soddisfino le finalità del parco (L. 394/91, art. 14)Promozione globale del territorio

Valenze naturalisticheValenze paesaggistiche

Valenze storicheValenze culturali

Prodotti & Servizi di qualità

A cosa serve la “carta”Garantisce la qualità a chi visita il Parco: chi viene segnalato con il logo rispetta standard fissati dall’Ente e contribuisce alla qualità del “prodotto parco”;Promuove gli operatori del territorio: i prodotti e i locali segnalati acquistano visibilità nei confronti di turisti e residenti

I settori di intervento1.Strutture turistiche2.Prodotti agroalimentari 3.Prodotti artigianali4.Educazione ambientale ed

escursionismo5.Servizi commerciali6.Eventi e manifestazioni

La rete “Carta qualità”N

° azi

ende

0

60

120

180

240

Anno2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

51

83

109

172

197

221

236 238

212 216

Le adesioni a carta qualità

Pubblicazioni promozionali

Pubblicazioni promozionali

Prodotti “Carta Qualità” •Caciotta di capra biologica •Formaggio “Piave” con latte locale, senza conservanti

Cartoni del latte (500.000 pezzi)

Lattebusche e il Parco

Festa d’estate – Rivamonte

Festa d’estate - Feltre

“Decalogo” del turista responsabile

Espositore da tavolo

Database strutture turistiche

Pagine ospitali su parks.it

Database aziende e prodotti agricoli

Collana “Rapporti”

Collana “Studi & Ricerche”

Stampa specializzata

Educazione ambientale

Il Parco: qualità certificata

ISO 9001: 2000 ISO 14001: 1996 Registrazione EMAS

2012

• L’appena avvenuta registrazione Ecolabel della foresteria Al Frassen in Val di Canzoi.

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Il mondo selvatico aspetta l’amicizia dell’umanità