maggio-giugno 2013

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Maggio - Giugno 2013 I dati parlano chiaro: in Italia sono 129 le donne uccise nel 2011, 124 nel 2012 e sono già 36 quelle uccise nel corso del 2013. Ma anche negli ultimi giorni la cronaca ci sta dando spettacoli di orrore senza fine... Questa è la situazione nel no- stro Paese, ma nel resto del mondo la situazione è altret- tanto allarmante. Solo in Ciu- dad Juàrez, città del Messico al confine con gli Stati Uniti, tra il 1993 e il 2006 sono state uc- cise 430 donne, mentre oltre 600 risultano scomparse nel nulla. Secondo l’Istat, una don- na su tre, di età compresa tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima, nell’arco della propria vita, della violenza di un uomo. Nel 63% dei casi alla violenza han- no assistito i figli. Le donne più colpite sono quelle comprese nella fascia di età tra i 16 e i 24 anni e i loro carnefici sono per lo più persone che dicono di amarle. Negli anni novanta nessuna cifra era nota, ma quando alcune criminologhe femministe si resero conto del- la triste realtà, decisero di dare a essa un nome: FEMMINICI- DIO. Il termine venne coniato per indicare gli omicidi di don- ne da parte di uomini, spesso compagni, mariti, padri… La “colpa” delle vittime è quel- la di ESSERE VENUTE ME- NO AL RUOLO IMPOSTO LO- QUESTO MESE: Femminicidio pag. 3 Voci di Terra pag. 4-5 Unplugged - progetto uno pag. 6-7 Educazione alla cittadinanza attiva pag. 8 Il biogas per il territorio pag. 9 Visita a Papa Francesco pag. 10-11 Chianciano, cultura e condivisione pag. 12 Alunna in divisa pag. 13 New York City pag. 14 Meno male sapevo cosa fare pag. 15 Tre anime in una - pag. 16 Comunque vada sarà un successo pag. 17 La mia esperienza a como pag. 18-19 Teatro, un lungo viaggio pag. 20-21 American Idiot - Festa fine anno 25 a pag. 22-23 Amici a 4 zampe - Il cavallo pag. 24 Quando la sofferenza diventa spettacolo pag. 25-26 Open day in laboratorio pag. 27 Dillo con un fiore - Vigili del fuoco pag. 28-29 Premi al San Benedetto pag. 30-31 Sky Wine 2013 pag. 32-33 Personaggio del mese - Nuova Era pag. 34-35 Facce da copertina pag. 36-37 Sportivamente pag. 38-39 Cinema - musica pag. 40-41 Prova del cuoco pag. 42-43 Scotti e bruciati pag. 44 DONNA COME VITA DONNA COME VITA DONNA COME VITA Il femminicidio: Il femminicidio: Il femminicidio: quando essere quando essere quando essere donna donna donna significa significa significa morire morire morire

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Giornalino Maggio 2013

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Page 1: Maggio-Giugno 2013

Maggio - Giugno 2013

I dati parlano chiaro: in Italia sono 129 le donne uccise nel 2011, 124 nel 2012 e sono già 36 quelle uccise nel corso del 2013. Ma anche negli ultimi giorni la cronaca ci sta dando spettacoli di orrore senza fine... Questa è la situazione nel no-stro Paese, ma nel resto del mondo la situazione è altret-tanto allarmante. Solo in Ciu-dad Juàrez, città del Messico al confine con gli Stati Uniti, tra il 1993 e il 2006 sono state uc-cise 430 donne, mentre oltre 600 risultano scomparse nel nulla. Secondo l’Istat, una don-na su tre, di età compresa tra i 16 e i 70 anni, è stata vittima, nell’arco della propria vita, della violenza di un uomo. Nel 63% dei casi alla violenza han-no assistito i figli. Le donne più colpite sono quelle comprese nella fascia di età tra i 16 e i 24 anni e i loro carnefici sono per lo più persone che dicono di amarle. Negli anni novanta nessuna cifra era nota, ma quando alcune criminologhe femministe si resero conto del-la triste realtà, decisero di dare a essa un nome: FEMMINICI-DIO. Il termine venne coniato per indicare gli omicidi di don-ne da parte di uomini, spesso compagni, mariti, padri… La “colpa” delle vittime è quel-la di ESSERE VENUTE ME-NO AL RUOLO IMPOSTO LO-

QUESTO MESE: Femminicidio pag. 3 Voci di Terra pag. 4-5 Unplugged - progetto uno pag. 6-7 Educazione alla cittadinanza attiva pag. 8 Il biogas per il territorio pag. 9 Visita a Papa Francesco pag. 10-11 Chianciano, cultura e condivisione pag. 12 Alunna in divisa pag. 13 New York City pag. 14 Meno male sapevo cosa fare pag. 15 Tre anime in una - pag. 16 Comunque vada sarà un successo pag. 17 La mia esperienza a como pag. 18-19 Teatro, un lungo viaggio pag. 20-21 American Idiot - Festa fine anno 25a pag. 22-23 Amici a 4 zampe - Il cavallo pag. 24 Quando la sofferenza diventa spettacolo pag. 25-26 Open day in laboratorio pag. 27 Dillo con un fiore - Vigili del fuoco pag. 28-29 Premi al San Benedetto pag. 30-31 Sky Wine 2013 pag. 32-33 Personaggio del mese - Nuova Era pag. 34-35 Facce da copertina pag. 36-37 Sportivamente pag. 38-39 Cinema - musica pag. 40-41 Prova del cuoco pag. 42-43 Scotti e bruciati pag. 44

DONNA COME VITADONNA COME VITADONNA COME VITA Il femminicidio: Il femminicidio: Il femminicidio:

quando essere quando essere quando essere donnadonnadonna significa significa significa moriremoriremorire

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Pagina 2 IIILLL PERCHE’

Numero 11

Redazione: Daniela Fiorentini (direttore) Silvia Sessa (caporedattore) Bochicchio Alessandra, Caberlon Giorgia,

Caldato Luca, Calisi Luca, Capasso Fabiana, Cappelletto Petra, Carnali Marika, D’Am-brosio Luca, Della Corte Fabio, Di Bella Marika, Di Razza Mirko, Franceschetti Chiara, Guido Giulia, Ianni Noemi, Lusuar-di Andrea, Romani Elisa, Torrao Arianna,

Giorgia Ferraioli, Martina Lalli (redattori)

Responsabili del Progetto: Prof.ssa Cristiana Angiello

Prof. Claudio Cappelletto (grafica) Collaboratori:

Stefano Trichei Assistenza tecnica:

Mauro Coppotelli

Siamo su internet!

www.ipasanbenedetto.eu

I.I.S. “San Benedetto”

Via Mario Siciliano, 4 04010 B.go Piave - Latina

tel. 077369881-fax 0773662890 E-Mail: [email protected]

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Numero 11 Pagina 3 IIILLL PERCHE’

Il femminicidio: Il femminicidio: Il femminicidio: quando essere quando essere quando essere donnadonnadonna significa significa significa moriremoriremorire

RO DALLA TRADIZIONE: donna obbediente, “Madonna”, donna ses-sualmente disponibile come “Eva”, la tentatrice. Donne che, in nome della dignità personale e della liber-tà individuale, si sono sottratte al potere e all’autorità del marito, del proprio partner e che, per la loro DETERMINAZIONE A ESSERE LIBERE, sono state punite con la morte. La cronaca ci ha anche offer-to l’orrore di donne uccise per mano dei propri padri, per essersi opposte alle regole ferree imposte loro dalla religione, come Hina e tutte le al-tre ragazze morte in nome della Sharia. Hina, ragazza paki-stana, venne sgozzata dal padre e dallo zio e sepolta nell’orto di casa, a Brescia. La testa rivolta verso La Mecca e il corpo av-volto in un sudario. Tutto questo perché Hina aveva rifiutato un matrimonio forza-to, voluto dal padre. E poi quelle donne vittime inconsape-voli dei propri compagni, uccise dall’AIDS e tradite due volte…nel corpo e nell’anima… E tutte quelle ragazze, portate via dalle loro case con l’illusione di un lavoro onesto e finite poi sulle strade, carne da ma-cello per uomini senza scrupoli. Quante di loro cadono vittime dei propri clienti o dei propri aguzzi-ni… Ma se scaviamo nel passato, sco-priamo che le radici del femminici-do sono antichissime. Molte furono le donne uccise con l’accusa di stre-goneria e bruciate sul rogo. Ed è sempre stato l’uomo che ha avuto l’arroganza di ergersi a giudice e di punire, solo al fine di controllare e possedere la donna. Per brutalità non s’intende esclusivamente l’omi-

cidio, ma anche la violenza psicolo-gica, forse la più pericolosa e che si consuma tra le pareti domestiche. Essa annulla l’identità, l’autostima, la voglia di vivere. Donne molestate sul lavoro, donne annullate dai pro-pri compagni, donne che lottano ogni giorno per sopravvivere e per riuscire a ricostruirsi una nuova vita. Ma anche la società ha le sue colpe, fatte d’indifferenza, di pre-giudizio, di leggerezza di fronte alle denunce. Le istituzioni spesso sem-brano lontane dal dolore di tante donne. Il 60% delle vittime di fem-

minicidio aveva già denunciato epi-sodi di violenza e di maltrattamen-to ed è IGNOBILE pensare che, nonostante questo, abbiano perso comunque la vita. È quindi IMPOR-TANTISSIMO, da parte di tutti RIUSCIRE AD ASCOLTARE IL GRIDO MUTO DELLE DONNE, che spesso, soffrono silenziosamen-te davanti ai loro parenti, ai loro figli e a tutte le persone che le cir-condano. Perché, non dimentichia-molo, le donne non sono semplice-mente femmine, le donne sono VI-TA, culla della VITA dell’uomo. La donna è MADRE, è FIGLIA, è AMANTE, è MOGLIE. La donna è colei che dà la vita. “Le donne sono l’altra metà del cielo”, così Mao Tse-Tung definì l’universo femminile. Un universo a

sé, un mondo avvolto da mistero e perfezione, che l’uomo “in quanto uomo” non potrà mai capire. Il mondo della donna è un mondo estraneo a chi non ne fa parte, nes-suno ne conosce le angosce, le preoc-cupazioni, gli stati d’animo, i so-gni… Perché le donne sono così dol-cemente complicate... Noi de Il Perché abbiamo voluto parlare di questo tema proprio in occasione del 12 Maggio, Festa della mamma. Una festa che celebra colei che ci ha messo al mondo, che ci ama e ci di-fende sempre, che ci aiuta a cresce-

re e per la quale rimarre-mo sempre bambini. La mamma è quella persona che ci cura le ferite, sena farcelo mai pesare, è co-lei che a volte non accet-ta le nostre decisioni, ma che ci rimarrà sempre accanto. La mamma è tutto, è una, è centomi-la, è unica per ognuno di noi e sicuramente è impossibile poterla rin-graziare per ciò che è…

Un semplice fiore non può bastare, servirebbero tutti i fiori del mondo per ringraziarla di ciò che ha fatto, fa e farà per noi… Noi de Il Perché, unitamente all’I-stituto San Benedetto, porteremo avanti la tematica del femminici-dio che è oramai diventata un’ur-genza sociale e civile di drammatica attualità.

Il 28 maggio 2013 la Camera ha ratificato la Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale del Consiglio d’Europa volto a prevenire e sanzionare i femmini-cidi, gli stupri e le altre forme di violenza di genere. Essere rispettati è un diritto, par-larne è un dovere.

Daniela Fiorentini (3°B P.I.)

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Numero 11 Pagina 4 IIILLL PERCHE’

“VOCI DI TERRA”“VOCI DI TERRA”“VOCI DI TERRA” I SUONI DELLO SPIRITOI SUONI DELLO SPIRITOI SUONI DELLO SPIRITO

Presso l’I.I.S. San Benedetto di Latina, si è tenuta - nei giorni 3 e

4 Maggio 2013 - la I edizione di “Progetti in mostra”, un’occasio-

ne imperdibile per far conoscere a tutti gli studenti del San Benedet-to il frutto dello straordinario lavo-

ro progettuale condotto da alunni e docenti dell’Istituto nel corso del

corrente anno scolastico. Tanti i

progetti, già in essere da anni, che sono stati presentati attraverso

l’esposizione di cartelloni, fotogra-fie, esibizioni, ma tante anche le

novità avviate nell’anno 2013 che dimostrano la grande vitalità del

San Benedetto e la meritevole la-boriosità di docenti e studenti.

Nel corso delle due giornate, alcu-ne classi del biennio e del triennio hanno potuto partecipare allo

spettacolo “VOCI DI TERRA”, una vera e propria esperienza per

i sensi, antropologica, a tratti an-che spirituale. Il tutto espresso nel

linguaggio uni-versale della mu-

sica. “VOCI DI TERRA” è la fu-

sione di diverse esperienze umane

unite in un percor-so che ha come

guida i QUAT-TRO ELEMEN-

TI: Fuoco, Acqua,

Terra, Aria. Essi sono rappresentati

da 25 strumenti, alcuni molto rari, alcuni considerati un patrimonio

per l’umanità e altri anco-ra che invece sono stati completamente abbando-

nati. Lo spettacolo s’incen-tra sull’idea di vedere la

NATURA come una MA-DRE, da NON FERIRE

ma da RISPETTARE e PRESERVARE. Il concerto tribale è stato

eseguito da: Antonio

Gregolin (voce elementare), Re-

nato Poletto (armonic voice, gong), Angelo Gallocchio (disco

armonico, percussioni), Alessan-dro Gomiero (campane tibetane, percussioni). Gli strumenti suona-ti, che riflettevano i quattro ele-

menti sono stati: DJEMBE AFRI-CANO (Terra), TAMBURO A COR-NICE (Terra), CAJON (Terra),

OCEAN DRUM (Acqua), DUDUK (Terra), HANG DRUM (Fuoco),

THEREMIN (Aria), CAMPANE TIBETANE (Aria - Fuoco), GONG

(Fuoco), ROMBO (Aria), DIDGERI-

DOO (Terra), e altri strumenti co-

me sassi, legni, corda, strumenti

d’acqua, percussioni di terracotta, e tutto ciò che possa produrre una vibrazione sonora. Ma lo strumento

che i musicisti sono sicuramente riusciti a suonare e far suonare a

tutto il pubblico è stato il SILEN-

ZIO, considerato il suono dell’ani-

ma… il silenzio senza dubbio più di tutti ha fatto rumore.

Daniela Fiorentini

(3°B P.I )

Page 5: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Pagina 5 Numero 11

Folle idea…

Tutto nasce da una folle idea: eva-dere dalla frenesia della vita per mettersi in ascolto delle voci della

Madre Terra. Di quella Madre amorevole che nutre i propri figli,

li trae a sé e sussurra ai cuori dei più attenti. Riesci anche tu a sen-

tirla?

È la Natura che parla, che vuol destare gli animi degli uomini dal torpore di un’esistenza grigia…

troppo legata ai beni materiali e alle apparenze superficiali. I componenti di questo gruppo

hanno sentito il suo richiamo, compiendo un percorso interiore

alla “scoperta della vita” e sono arrivati fino a noi per trasmetter-

ci il loro messaggio:

“Come un bambino, nel grembo

materno, siamo noi, nutriti dalla Natura. Uomo, tu che distruggi la

Madre, disboschi le foreste e in-quini i fiumi… non ti accorgi di

uccidere la vita? Tu, bramoso di ricchezze, pensi davvero di poter vivere con i tuoi soldi? Uomo,

quando avrai sciupato tutte le ri-sorse della Terra, non potrai man-

giare soldi!’’ Queste parole e que-ste consapevolezze ci hanno accompagnati

per tutto il viaggio: attraverso il mondo,

dalle origini delle voci della Terra fino ai nostri cuori. Ecco allora che anche

noi, spettatori della vita, abbiamo potuto

ascoltare le voci sus-surranti: grilli che cantano, acqua

che goccia, vento che sibila… Come i popoli antichi, osservatori della Na-

tura, il gruppo è stato in grado di ricreare la

vita che ci circonda, in tutto il suo fascino e

splendore servendosi dell’ausilio di stru-

menti specialissimi e

semplicissimi: campa-

ne, corni, conchiglie… La Natura ha fatto sentire la propria voce

e con le sue dolci dita, ha fatto suo-nare tutte le sue corde affinché an-

che noi potessimo apprezzarne la bellezza, sentirne il respiro vitale,

imparare ad ascoltarla e a rispet-tarla di più.

È questo l’appello di semplici uomi-ni rivolto a noi, proprio a noi, per-

ché studiamo la Terra e perciò ab-biamo l’importante compito di pre-servarla, di curarla e di donarla

‘’sana’’ agli altri che verranno dopo di noi.

Personalmente “Voci di Terra” è

stata un’esperienza che mi ha toc-cato molto in quanto amo passare

la maggior parte del mio tempo all’aria aperta, a contatto diretto

con la Natura. Mi piacciono i profumi, i suoni e i

colori che variano con il susseguir-si delle stagioni. Mi piace correre a

perdifiato e poi esausta, buttarmi nell’erba alta. Mi piace veder sor-gere il sole e vederlo tramontare e

non riesco a resistere dal cogliere i fiori, intrecciarli e talvolta metterli

tra i capelli. Questo gruppo mi ha arricchita ed

emozionata enormemente, mi ha fatto sentire libera anche stando in una stanza chiusa e affollata.

È riuscito a farmi ascoltare la me-ravigliosa voce della Natura più

intensamente di quanto avessi mai fatto prima.

E tu, riesci a sentirla?

Doriana Costanzo (3°B P.I.)

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Numero 11 Pagina 6 IIILLL PERCHE’

…UNPLUGGED…UNPLUGGED…UNPLUGGED!!!!!!!!! I

WANT

TO L IVE…

Ascolta tutti ma pensa da te, Trova la sicurezza in te stesso. Supera la paura di non essere accettato Non chiuderti in te stesso. (Arianna Cerchia) Ama la tua libertà e la tua au-tonomia. Difendila da tutti e da tutto. Le dipendenze non fanno crescere. Contribuiscono soltanto a smarrire il senso del viaggio. (Ilaria Bataloni) Se qualcuno insiste nel farti fare qualche cosa, pensa pri-ma di prendere qualsiasi deci-sione; non avere paura di dire NO! Se ti accorgi che qualcuno prende in giro un’altra perso-na, non girarti dall’altra parte ma aiutalo; potresti tu un gior-no trovarti in quella situazio-ne e desiderare che qualcuno ti aiuti. (Alex Di Giovanni)

Questo progetto che si chiama “Unplugged” - che significa “scollegato” – è molto importan-te per la nostra vita e fascia d’e-tà, dai 14 ai 16 anni. E’ un proget-to europeo ed è entrato da qualche anno anche in Italia. In esso si im-para a non prendere una brutta strada, cioè a non bere, non drogarsi e non prendere la dipendenza dal tabacco. Il progetto, che è offerto dalla Regione Lazio, si sta svolgen-do in classe e ci possiamo esprimere

Classe I A Servizi

Prof.ssa

Silvia Elisabetta Pasquali-Coluzzi

liberamente, ma ovviamente ci sono delle regole: per esempio non parlare insieme agli altri eccetera. Insomma, questo progetto è importantissimo per tutti e spero di continuarlo. (Francesco Abbenda)

“Unplugged” è un progetto europeo da qualche anno entrato anche in Italia. In questo progetto si svol-gono 12 incontri in cui si parla

di dipendenze come tabagi-smo, alcol e droghe e si appren-de come rapportarsi con gli altri senza averne timore; per questo ti aiuta ad avere un futuro miglio-re. In questi incontri noi ci siamo confron-tati, anche diverten-doci, come ad esempio rappresentando deter-minate situazioni tramite scenette. Un-plugged ci aiuta ad avere un futuro senza dipendenze e ci aiu-ta anche nella vita

di tutti i giorni.

(Maria Ferrazza & Melissa Isopo)

Mi ha interessato molto ed è stato utile non solo per me ma anche per i miei com-pagni di classe. E personalmente mi ha fatto capire che, se ho una diffi-coltà, ne devo parlare con qualcuno e non devo rifugiarmi nell’uso di sostan-ze.

(Christian Cestra)

“Unplugged” mi ha fatto capire i pericoli che ci sono nelle sigarette e non pensavo ce ne fossero così tanti. Ci fa capire cosa sono le dipendenze e come non caderci dentro e mi sembra un progetto positivo.

(Alessandro Molinari)

“Unplugged” è un progetto al quale par-tecipano classi di ragazzi appartenenti alla fascia di età dai 14 ai 16 anni, coin-volge 7 paesi europei come ad esempio Belgio, Italia e Spagna. Questo proget-to ci aiuta ad aprirci con gli altri senza timore di essere noi stessi.

(Nandi Torok)

Il progetto in questione mi è stato molto utile per aprirmi gli occhi e farmi cono-scere che molte sostanze che io sottovalu-tavo possono essere molto più pericolose di quanto pensavo; per esempio, il conte-nuto delle sigarette è composto da più di 3000 sostanze velenose, tra cui l’ammo-niaca. “Unplulgged” mi ha fatto co-noscere ed applicare la parola “assertività”. Essere assertivo signi-fica saper dire NO a determinate proposte fatte da amici, sconosciuti, parenti eccetera.

(Fabio Macali)

Il progetto “Unplugged” ci aiuta a com-prendere le dipendenze ma soprattutto ci insegna a non caderci; inoltre ci aiuta ad esprimerci liberamente con gli altri senza avere il timore di essere giudicati. (Lorenzo Fabi)

E ’ l a ve r a Am i c i z i a c h e

d à f o r z a… . e s p e z z a l e

c a t e n e !

Page 7: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Numero 11 Pagina 7

IL PROGETTO U.N.O. IL PROGETTO U.N.O. IL PROGETTO U.N.O. UNA NUOVA OPPORTUNITA’UNA NUOVA OPPORTUNITA’UNA NUOVA OPPORTUNITA’

La rete di scuole “Tutti per uno”

Si sta avviando alla conclusione il Progetto U.N.O. finanziato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, un percorso promosso dall’Istituto San Benedetto in rete con tre scuole secondarie di primo grado: Cena di Latina, Manuzio di Latina Scalo e Prampolini di B.go Podgora, e due enti non scolastici: Latina Formazione e Centro Psyche. La missione del progetto è il con-trasto alla dispersione scolastica nel delicato passaggio dalla scuola secondaria di primo a quella di secondo grado. Le azioni del progetto sono state avviate con il seminario introdutti-vo che si è svolto presso il San Be-nedetto il 27 ottobre 2012; in tale occasione è stato presentato il pro-gramma degli interventi per i tre gruppi di destinatari: docenti, stu-denti e genitori. I docenti delle scuole della rete, sono stati impegnati in due percor-si di formazione e in attività di au-toformazione e tutoraggio. I due percorsi formativi della durata di venti ore ciascuno si sono svolti nell’arco di cinque mesi da novem-bre 2012 a marzo 2013. Gli inter-venti tenuti dal gruppo di lavoro della Latina Formazione, hanno impegnato i docenti in metodologie laboratoriali con “training espe-rienziale” in cui ciascun docente si è sentito parte di un gruppo “in apprendimento”. A conclusione dei percorsi di for-mazione i docenti sono stati impe-gnati con gli alunni in attività di supporto disciplinare, attivando nel gruppo di discenti le metodolo-gie attive acquisite durante la for-mazione in aula. Le discipline indi-viduate in fase di progettazione sono state italiano e matematica. Tale attività è stata progettata e supervisionata attraverso il tuto-raggio del gruppo di lavoro della Latina Formazione.

Oltre a questo percorso agli stu-denti (per più di sessanta studenti in totale su tutte le scuole della rete) è stata proposta un’azione di rimotivazione tenuta dal gruppo di lavoro Psyche che con attività individuali e di gruppo ha fatto emergere le cause che sono alla base delle difficoltà di studio, gli atteggiamenti negativi, l’assenza di stimoli adeguati, le esperienze negative, fattori che se non si è capaci di gestire contribuiscono ad un progressivo isolamento dal gruppo classe con un inevitabile insuccesso scolastico. Quarantacinque alunni di cui 33 di terza media e 12 della seconda classe del San Benedetto sono stati impegnati con il gruppo di lavoro Psyche, nel Bilancio delle Compe-tenze: ad una prima fase di sommi-nistrazione di strumenti idonei a rilevare attitudini, capacità, moti-vazioni dello studente è seguita una seconda fase in cui singolar-mente per ciascun studente e in condivisione con il docente coordi-natore di classe e la famiglia si è cercato di individuare le migliori opportunità scolastiche, formative o di apprendistato presenti sul ter-ritorio. Particolare attenzione è stata rivolta gli studenti stranieri, la presenza della figura professio-nale del mediatore culturale, ha consentito a tali alunni di usufrui-re di momenti formativi dedicati alle loro particolari esigenze legate a una maggiore conoscenza della lingua italiana. I genitori sono stati coinvolti in due seminari tematici: “La dispersione scolastica come manifestazione del disagio giovani-li” presso l’Istituto Prampolini - 28

gennaio 2013 e “Analisi degli at-teggiamenti familiari” presso l’Isti-tuto comprensivo Cena il 18 feb-braio 2013, i cui temi di discussio-ne e confronto sono stati la crescita dei figli tra “crisi e cambiamento” e genitori e figli: due mondi separati o una relazione “da costruire”. Obiettivo secondario ma non meno importante del progetto è stata la definizione di uno strumento che consenta di garantire un percorso più coerente nel passaggio tra ordi-ni di scuola: il curriculo verticale nelle discipline di italiano e mate-matica, progettato e condiviso dai docenti della rete. Tutte le attività sono state monito-rare e saranno oggetto del Bilancio Sociale la cui presentazione è pre-vista per il 5 ottobre 2013 alla pre-senza delle istituzioni scolastiche e degli operati coinvolti. Tale incontro sarà anche l’occasio-ne, a un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, per verificare la ricaduta del percorso in termini di: possibilità di portare avanti

alcune delle attività in mo-do autonomo;

effetto moltiplicatore per i docenti e gli studenti;

condivisione di modalità operative.

Vista la particolarità e la comples-sità del percorso progettuale sarà interesse delle scuole coinvolte, in particolare del nostro Istituto, uti-lizzare le competenze acquisite per rispondere alle esigenze ed alle aspettative degli studenti e delle loro famiglie anche in futuro.

Referenti del Progetto UNO Prof.sse G. Giorgi e A. Reali

Page 8: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 8 IIILLL PERCHE’

Il Progetto “Educazione alla Cit-tadinanza attiva” viene portato

avanti dalle educatrici Gabriella Caparco in collaborazione con

Giovanna Mulè. I destinatari so-no i ragazzi del Convitto e del Se-

miconvitto e sono proprio loro, a inizio anno scolastico, a scegliere,

mediante questionari anonimi, le aree di progetto da sviluppare nel

corso dell’anno. Le alternative di scelta sono circa 12/13, ogni anno vengono attivati almeno 5 progetti

ma in genere quelli più gettonati

“Educazione alla Cittadinanza “Educazione alla Cittadinanza “Educazione alla Cittadinanza attiva”: attiva”: attiva”: Convitto e SemiconvittoConvitto e SemiconvittoConvitto e Semiconvitto

sono le dipendenze, la

legalità, la non vio-lenza (Action), la so-

lidarietà e il volonta-riato, l’educazione

all’affettività e alle relazioni. Tutte le

aree di progetto con-fluiscono nel concetto

di “salute e benesse-re”. Ogni anno si stabi-

lisce un filo conduttore, a partire da una parola

chiave; quest’anno la parola scel-

ta è stata libertà. La vera libertà

sta infatti nella reale consapevo-lezza delle proprie scelte. Il Progetto “Educazione alla Cittadinanza attiva” si avvale

dell’aiuto di esperti esterni, lezio-ni interattive, utilizzo di materia-

le ministeriale (ISS nel caso delle

dipendenze in particolare

OSSFAD – Osservatorio fumo, alcol e droga), cineforum, musifo-rum, giochi interattivi, uscite didattiche. La musica è certa-mente uno strumento comunica-

tivo ed educativo di forte impatto sui ragazzi; gli studenti del pro-

getto sono liberi di scegliere 3 testi musicali, che diventano poi

spunto di discussione e di con-fronto, altri 3 testi invece sono

proposti dall’educatrice. Nell’ambito della solidarietà e

volontariato i ragazzi del San Benedetto dallo scorso anno han-

no adottato un bambino a distan-za, in Brasile per l’esattezza, at-

traverso Italia Solidale Onlus. Lo scopo dell’adozione è quello di rendere il bambino e la sua fami-

glia autonomi ed economicamen-

te “sussistenti”. Alle famiglie vie-ne data una certa somma di de-naro da gestire con l’aiuto di mis-

sionari laici che sono sul posto. A loro volta, le famiglie dovranno

adottare un altro bambino in un Continente povero…

L’area di progetto, denominata, Action quest’anno ha focalizzato

il proprio lavoro su qualcosa di

nuovo: capire se noi siamo violen-

ti, cercando soprattutto di struttu-rarci come persone non violente. Action, appunto “in azione”, ha visto i ragazzi confrontarsi tra di

loro, partendo da pregiudizi e luoghi comuni, cercando di supe-rarli. Si è poi passati a

“decentrare” il proprio punto di vista, facendo leva sul concetto

che “non vi è un modo di vedere le cose valido in maniera assoluta”. Un motto utilizzato per sottoli-neare questo concetto è “Per l’al-

tro io sono l’altro”. Dunque il Progetto “Educazione

alla Cittadinanza attiva” si

presenta davvero articolato e ric-co d’interessanti spunti di rifles-sione e di crescita personale per

gli studenti della nostra scuola. Questo è il quinto anno dal suo

avvio e certamente i risultati po-sitivi ottenuti sono riscontrabili

nell’entusiasmo con cui i nostri studenti vi prendono parte.

Gabriella Caparco 

ILILIL PERCHE’

Page 9: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Numero 11

Pagina 9

Il Biogas per il territorioIl Biogas per il territorioIl Biogas per il territorio Criteri per una produzione sostenibileCriteri per una produzione sostenibileCriteri per una produzione sostenibile

Aria pulita al San Benedetto

In data 15 maggio 2013, presso l’Au-la Magna del nostro Istituto, si è tenuto il Convegno “Il biogas per il territorio. Criteri per una pro-duzione sostenibile” organizzato da Lega Ambiente di Latina (circolo Arcobaleno), con la collabo-razione delle associazioni Chimica Verde, Rete delle Fattorie Socia-li e l’Azienda ESCO Lazio. Tanti e interessanti i temi affrontati nel corso del Convegno. Per noi ra-gazzi, soprattutto per quanti studia-no agraria e chimica, è stato molto utile ascoltare e capire ciò che ri-guarda l’utilizzo del suolo agricolo nazionale per il biogas. Negli ultimi anni infatti, la crisi della vocazione agricola unitamente ai costi di pro-duzione sempre più onerosi, ha cau-sato un sensibile calo della superfi-cie agricola in Italia. Tale fenomeno sta finendo per compromettere an-

che la pos-sibilità di utilizzo del suolo agri-colo nazio-nale per il biogas. Abbiamo

voluto intervistare il dott.re Ales-sandro Loreti di Legambiente di Latina e coordinatore del Conve-gno. Potrebbe spiegarci che cos’e il biogas? Il biogas è un gas ricavato da tutte le matrici organiche che sono uno scarto sia dell’agricoltura che della zootecnia o quant’altro. Come funziona un impianto bio-gas? É un impianto che sfrutta la fermen-tazione anaerobica degli organismi

che hanno la funzione di de-comporre i residui organici di varia natura. É costituito da digestori anaerobici che han-no la funzione di catturare e immagazzinare il gas che si produce da questo processo di decomposizione. Il gas, rica-vato da questa fermentazione, ha un’altissima presenza di

metano (CH4) che può essere utiliz-zato per produrre energia. Il dige-stato, ossia lo scarto dei digestori, può essere utilizzato come fertiliz-zante naturale per il terreno. Quali sono i vantaggi e gli svan-taggi di questi tipi di impianti? I vantaggi di questo impianto sono diversi: il maggiore è che si possono usare matrici organiche di varia natura. A seguire si può dire che questi impianti rappresentano una fonte di energia rinnovabile in quanto immettono nell’ecosistema una quantità di CO2 che non au-menta complessivamente la presen-za di carbonio nell’ atmosfera. Basti pensare che i combustibili fossili, che non sono rinnovabili, aumenta-no notevolmente l’inquinamento at-mosferico: il loro utilizzo determina un incremento della quantità di CO2 in atmosfera, un gas non diret-tamente inquinante, ma oggi consi-derato come il maggiore imputato del surriscaldamento globale. Per quanto riguarda gli svantaggi si può dire che questi impianti hanno un basso rendimento rispetto alle fonti non rinnovabili, ma hanno un alto rendimento se confrontati con le altre bioenergie. In realtà questo limite può essere risolto utilizzando matrici organiche con alto valore energetico come il mais e il grano… Altro svantaggio: i cattivi odori emessi dagli impianti. Ma anche questo problema è risolvibile me-diante una corretta gestione dell’im-pianto stesso. Un altro problema è che i digestori non riescono a neu-tralizzare alcuni batteri come i Clo-stridi (batteri termoresistenti, molto pericolosi per la salute umana) che rimangono all’interno del digestato, cioè lo scarto dei digestori, e quando

quest’ultimo viene sparso nel terre-no, questi batteri possono essere di grande rischio per la salute uma-na. Si sta cercando di ovviare an-che a questo tipo di problema, in modo da rendere il biogas una fon-te di energia pulita a tutti gli effet-ti In Italia sono presenti impian-ti di biogas? In Italia sono presenti circa 1000 impianti, con la produzione di cir-ca 750 Mwa (fine 2012). L’Italia è il 4° produttore mondiale di biogas, l’81% di questa produ-zione proviene da resti di discarico a Latina. Il primo impianto biogas è stato avviato a B.go Bainsizza nel 2012. Per quale motivo avete deciso di tenere questo Convegno nel-la nostra scuola? Abbiamo deciso di tenere questo incontro proprio qui perché credia-mo che conoscere le potenzialità del biogas, fonte di energia pulita e rinnovabile, nel rispetto del corret-to utilizzo del suolo agricolo nazio-nale, sia molto importante per voi giovani, soprattutto alla luce del tipo di studi che affrontate in que-sto Istituto. Il nostro messaggio fondamentale è quello di farvi ca-pire l’importanza dell’uso di queste fonti d’energia rinnovabile, biogas e tante altre. Solo utilizzando tali fonti energetiche sarà possibile ri-durre l’inquinamento atmosferico. Il Convegno è stato molto interes-sante soprattutto perché ha fatto comprendere quanto un corretto uso del biogas, rispettoso dei cri-teri di sostenibilità, possa essere la giusta risposta per l’agricoltu-ra e per le economie locali. Se saremo davvero in grado di sfrut-tare al meglio quest’occasione, sa-rà possibile dare nuova linfa a un comparto oramai in crisi e rendere nuovamente fertili e produttivi ettari di territorio oggi lasciati a se stessi.

Kelvin Lemayan, Alessandro Avagliano

Luciano De Lutiis (3°A Agr.)

Alessandro Loreti 

Page 10: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 10 IIILLL PERCHE’

IL “SAN BENEDETTO”IL “SAN BENEDETTO”IL “SAN BENEDETTO” IN VISITA IN VISITA IN VISITA

DA DA DA PAPA FRANCESCOPAPA FRANCESCOPAPA FRANCESCO

litorale laziale, ad avere così vicino più grandi bellezze del mondo. Ci

sono persone che devono invece partire da continenti lontanissimi

per venire a visitarle! Nonostante la confusione generale e la moltitu-dine di gente, siamo riusciti ad en-

trare a San Pietro senza perderci o confonderci fra la folla grazie

all’organizzazione di docenti ac-

Un gruppo di circa 120 alunni

dell’I.I.S. San Benedetto, il 22 maggio, si è incontrato davanti al

cancello dell’Istituto verso le 6:00/6:30 del mattino per diriger-

si all’udienza del Papa del merco-ledì. La collaborazione fra gli

alunni ha lasciato stupiti anche i docenti accompagnatori. Difatti alcuni studenti, per confortare la

comitiva, si sono preoccu-pati di portare caffè, tè,

cornetti e altri alimenti “da colazione”. Anche se

si è partiti con mezz’ora di ritardo rispetto all’ora-

rio prefissato, è andato tutto bene. Siamo partiti

per le 7:00 del mattino e siamo arrivati a San Pie-tro per le 9:00. Natural-

mente la gente era mol-tissima e proveniente da

ogni parte del mondo. In questi casi si pensa a

quanto siamo fortunati noi Italiani e specialmen-

te noi che abitiamo nel

compagnatori e alla serietà degli alunni accompagnati. Siamo riusci-

ti a posizionarci in una zona piutto-sto vicina al passaggio del Papa in

papa mobile, i più fortunati addirit-tura a una distanza di due metri da

esso. Prima dell’udienza, un cardi-nale elencava tutti i gruppi presen-

ti quel giorno. Noi attendevamo con ansia che ci chiamasse, e quando è

accaduto, c’è stato un grande boato da parte nostra a cui hanno parte-cipato anche persone esterne che

probabilmente erano state colpite dalla nostra simpatia. Difatti ab-

biamo scherzato molto nell’attesa, probabilmente perché ancora non ci

rendevamo conto della grandezza dell’evento a cui stavamo parteci-

pando. Finalmente si cominciava a intravedere movimento: era il Papa

che stava per partire con la papa

mobile per salutare tutti i fedeli. A questo punto la nostra emozione, come quella di tutte le persone in-

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IIILLL PERCHE’

Pagina 11 Numero 11

torno a noi, si è fatta più intensa.

Dopo un lungo giro, il Papa è pas-sato anche davanti a noi salutan-

doci, saluto che naturalmente ab-biamo ricambiato con entusiasmo.

La visione del Papa è durata un

attimo, ma è stata un’emozione molto intensa. Alcuni alunni par-

tecipanti hanno commentato così

l’evento: “...è stata un’esperienza che non dimenticherò mai perché

mi sono emozionato e ho visto il nuovo Papa dal vivo...”(Rajat

Jagdish); “...appena arrivato, ho avuto i brividi... quando il Papa è

passato con la papa mobile, sono

riuscito a vederlo in faccia. È stata

una grande esperienza e un’emo-zione che ripeterei altre mille vol-

te...”(Edoardo….); “... l’emozione era tantissima, soprattutto quan-

do il Papa è passato davanti a noi... è stata un’esperienza unica e

bella...”; “...grande felicità nel ve-dere il Papa dal vivo e lo stupore

di vedere milioni di persone di varie nazionalità...” (Lorenzo Minutillo 1°B Agr.). Dopo il salu-to di Papa Francesco, ha avuto

luogo l’udien-za. Come al solito i discorsi

di questo nuo-vo Papa arri-

vano al cuore di tutti. Al

centro del di-scorso c’era lo

Spirito, che è stato definito

come “motore dell’evangeliz-

zazione”. Inol-tre il Pontefice

ha ribadito il concetto che il Si-gnore ci ha creati a sua immagi-ne e somiglianza e che quindi chiunque può e deve cercare di far

del bene al prossimo. E infine, il messaggio a mio avviso più signi-

ficativo: l’egoismo ci renda più

“brutti dentro” e infelici, l’altruismo invece ci rende “belli” e felici, poiché

il bene che facciamo agli altri fa sentire bene anche noi stessi. Al termine dell’udienza, si è canta-

to il Padre Nostro in latino. Dopo aver consumato il pranzo al sacco e a seguito di un’interminabi-

le fila, abbiamo fatto visito la Basi-lica di San Pietro. Anche in que-sto caso l’emozione e lo stupore so-no stati grandissimi poiché l’im-

mensità della Basilica è qualcosa di indescrivibile, per non parlare della

bellezza delle opere presenti in es-sa. È stato possibile anche visitare

le tombe dei Papi del passato. Per quanto riguarda la questione clima-tica, siamo stati molto fortunati

perché durante l’udienza, che natu-ralmente si è svolta all’aperto, il

tempo è stato soleggiato mentre quando è piovuto, noi eravamo in

visita all’interno della Basilica. Du-rante il viaggio di ritorno eravamo

tutti piuttosto stanchi ma anche felici e soddisfatti della bellissima

giornata passata.

Io credo che ne porteremo tutti, alunni e docenti, un bellissimo ri-

cordo.

Studenti del “San Benedetto”

Page 12: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 12 IIILLL PERCHE’

Dopo aver partecipato alle presele-

zioni del Concorso Nazionale di

Cultura Generale anno 2012-

2013, in data 2 maggio ci siamo

recati, con la nostra prof di italiano,

Antonella Di Muro, presso la se-

de di Chianciano Terme dove la

nostra finalista, Chiara France-

schetti, avrebbe sostenuto l’ultima

fase del Concorso. Ad accompagnar-

la anche i compagni

di classe, 4°G Chi.,

che avrebbero potu-

to comunque affron-

tare il Concorso

Parallelo Nazio-

nale di Cultura

Generale.

Arrivati a destina-

zione, abbiamo pre-

so parte alle finali,

svolte nel pomerig-

gio. Eravamo tutti

emozionati e

agitati. C’e-

rano molti

ragazzi pro-

venienti sia

dalle scuole

medie che

dalle scuole

superiori di

tutta Italia.

Quest’avven-

tura ha per-

messo a tutti noi di confrontarci e

di conoscere altri studenti, soprat-

tutto i nostri vicini di stanza…

non vi preoccupate, nulla di vieta-

to! Con loro abbiamo condiviso

emozioni, paure, ansie e tanto

altro…

Nonostante il viaggio stancante,

non abbiamo potuto rinunciare

alla discoteca, gentilmente offerta

Chianciano: Chianciano: Chianciano: cultura e condivisionecultura e condivisionecultura e condivisione

dall’organizzazione. C’è stato spazio

anche per lo shopping che ha visto

coinvolta anche la nostra prof! La

manifestazione si è conclusa con la

Premiazione dei vincitori del Con-

corso, avvenuta presso il Polo Monte

Paschi. Ma lì si è verificato un fuori

programma! L’esibizione di canto di

Chiara Franceschetti e Giusep-

pe Bufalo, uno studente di un altro

istituto superiore. I due ragazzi

hanno dato il meglio di sé sulle note

della bellissima canzone di Mina e

Celentano “Acqua e sale”.

Terminati i vari impegni, ci siamo

concessi, insieme ai nostri nuovi

amici, un po’ di svago e di relax:

tranquille passeggiate, ottimi gelati

e tante risate! A malincuore l’indo-

mani mattina ci siamo detti

“Arrivederci” con la promessa però

di rincontrarci questa estate.

Che dire! Esperienza fantastica.

Emozioni uniche e difficili da spie-

gare. Ma soprattutto nuovi amici

che certamente rivedremo!

Per fortuna ci sono i social network!

Chiara Franceschetti & Mirko Di Razza

(4°G Chi.)

Chiara Franceschetti e Giuseppe Bufalo 

Page 13: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Pagina 13 Numero 11

Il Perché questo mese ha voluto

intervistare l’alunna Valeria Vo-na del 5°A Chi. la quale, non solo ha dimostrato ottime capacità co-

me conduttrice, avendo presentato insieme a Stefano Romani della 5°C Agr. la serata di Premiazione

alla tradizionale Festa del San Benedetto - tenutasi in data 24 maggio - ma ha evidenziato anche ottime attitudini alla vita milita-

re. Abbiamo saputo infatti che nel mese di maggio Valeria ha soste-

nuto e superato una serie di prove psicofisiche e psicoattitudinali che le hanno permesso di entrare in

Aeronautica. Ma lasciamo che sia Valeria a raccontarci questo im-

portante percorso e traguardo del-la sua vita.

Alunne in divisa… militare Alunne in divisa… militare Alunne in divisa… militare

“La passione per la divisa è nata per caso. Mi ha sempre affascinato

in realtà, soprattutto l’idea di poter un giorno indossare una divisa. So

che la vita militare implica senso di sacrificio e anche spiri-

to di obbedienza ma io mi sento pronta a questo. Per

carattere sono una perso-na abituata a rispettare le regole. Le prove per entra-

re in Aeronautica le ho sostenute tra il 15 e il 17

maggio 2013. I test non erano semplicissimi ma io

li ho superati! Sono molto orgogliosa di questo anche

perché devo tutto a me stessa e alla mia grande

voglia di crederci fino in fondo. Anche la mia fami-glia è fiera di me e questo

mi rende ancora più sod-disfatta. La divisa penso

che sia come la pelle: quando la indossi, diven-

ta tua…così sarà per me, quando indosserò la mia divisa! Essa do-

vrebbe rappresentare le Istituzioni e lo Stato ma - a mio parere- si

tratta più di uno Stato ideale che di uno Stato reale… le divisioni, i

contrasti politici, i mancati impe-gni da parte di chi ci governa talo-

ra finiscono per compromettere l’immagine stessa delle Istituzioni. Io comunque farò in modo di essere

degna della divisa che indosso. Ora non mi resta che attendere il mese

di luglio quando finalmente saprò la mia sede definitiva. Siamo molto orgogliosi anche noi di Valeria che, siamo certi, farà ono-

re a se stessa, allo Stato e alle don-ne! In bocca al lupo!

ILILIL PERCHE’

Page 14: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 14 IIILLL PERCHE’

New York City: New York City: New York City: qualcosa in qualcosa in qualcosa in piu’ di una semplice vacanzapiu’ di una semplice vacanzapiu’ di una semplice vacanza!!!

È sempre difficile descrivere un’e-sperienza incredibile con semplici parole soprattutto se, legata a es-sa, vi sono una serie di emozioni che rendono la stessa esperienza qualcosa di ben più profondo di una banale vacanza. Il sogno di una vita, parte tutto da qui, da quella piccola foto che hai in camera e che guardi tutti i gior-ni. L'immagine di quella città fatta di grattacieli che sembrano oscura-re la vista del sole, giganti buoni e pieni di colori. Immagini di luoghi sproporzionati che vedi continua-mente in film e serie televisive e che sembrano tanto lontano da noi. Nasce allora in te un’idea, una fan-tasia, un sogno…non sai nemmeno se si realizzerà mai. Ma finalmente arriva quel giorno: fare le valigie e partire. È proprio così che è inizia-to tutto, con la voglia di partire, affrontando anche duri sacrifici, pur di realizzare quel sogno. Ma nel momento in cui si scende dall'aereo e ci si rende conto di es-sere dall'altra parte dell'Oceano, ogni sacrificio risulta subito ripa-gato! Si avverte già un’atmosfera diversa: ho ancora impressa in me la sensazione di leggero smarri-mento, provata appena sceso a ter-ra. Giustificabile certamente dal

fatto che si trattava del mio primo vero viaggio importante, senza i miei cari, a 7300 km di distanza da me! Ero a New York! Il tragitto dall'aeroporto, distante circa 45 minuti di taxi, è stato subito la prima esplosione di emo-zioni: tutto quello che avevo sem-pre cercato di immaginare, incol-lando frammenti di figure nella testa, si stava realizzando proprio in quel momento, davanti ai miei occhi. Inutile dire come gli enormi grattacieli abbiano fatto la loro parte; un senso di minutezza ti avvolge inevitabilmente, quando alzi lo sguardo. Uno sforzo neces-sario per riuscire a vedere quello spicchio di cielo, non celato dai giganti di calcestruzzo. Sono tante le cose che in realtà ti stupiscono dell'America, molte delle quali non riguardano l'aspetto moderno e imponente di strutture ed edifi-ci. La mentalità delle persone è una delle cose che più mi ha colpi-to, una mentalità molto lontana dalla nostra. Per citare qualche esempio: il senso di appartenenza alla città, inteso come rispetto per qualcosa che non è mio, ma no-stro, o la stessa disponibilità ver-so gli altri. Nel mio breve soggior-no non ho infatti mai incontrato un newyorkese non disposto a dar-mi indicazioni stradali, ad aiutar-mi se in difficoltà o non curante di quello che gli accadeva intorno. La giusta attenzione alle cose co-muni, la voglia di aiutare il pros-simo e la correttezza verso ciò che è patrimonio di tutti sono aspetti fondamentali affinché una città possa crescere in modo positivo. Ed è forse quest'aspetto che rende la "Grande Mela" così grande. I palazzi, la stupenda Statua della Libertà, i negozi e i musei non sono altro che l'involucro, il bel pacchetto brillante di un qualcosa che funziona davvero. Sono rima-

sto stupito girando per Central Park: un parco naturale che, nono-stante il grande afflusso di persone, chiunque infatti può accedervi, pos-sa essere così curato e pulito. D’al-tra parte perché qualcuno dovrebbe rovinare un luogo dove laghetti ar-tificiali, manti erbosi e campi spor-tivi sono godibili e utilizzabili da tutti? Questa domanda dovremmo porce-la anche noi italiani… Il mio amore per New York è let-teralmente esploso a Times Squa-re, una delle zone più belle e vive della città. I megaschermi pubblici-tari, le luci abbaglianti anche in pieno giorno, i negozi allestiti nel modo più originale possibile e l'e-norme quantità di persone che at-traversano quelle strade continua-mente, come tante formiche impe-gnate in un tram tram incessante. Ma è incredibili soprattutto la pos-sibilità di camminare per quelle strade a qualsiasi ora, anche di notte, senza avere nessun tipo di timore o paura, visti gli apposta-menti di polizia ogni 100 metri. Il mio amore per New York, per quanto grande, non è però cieco… per questo è bene parlare anche degli unici due difetti che sono riu-scito a trovarvi. La prima difficoltà è stata quella legata alla lingua: in diverse occasioni mi è stato difficile comprendere l'inglese americano, molto diverso nel suono e nella pro-nuncia dall’inglese che si studia nelle scuole italiane. L’altro difetto, in realtà più prevedibile del primo, il costo elevato del soggiorno. Im-possibile non farsi prendere conti-nuamente dalla smania di acqui-stare e provare anche e soprattutto i prodotti più strani! Non basterebbe un’edizione de "Il Perché" per dire cos’è New York! Per me è un sogno diventato realtà! E da questo momento in poi posso dire di sentirla anche un po’ mia! Luca Calisi (4°G Chi.)

Page 15: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Pagina 15 Numero 11

Il nostro studente, Mirko Di Raz-za, frequentante la 4°G Chi., in da-ta 23 aprile 2013, ha preso parte al Corso di Primo Soccorso presen-tato dalla Croce Azzurra di Sa-baudia, nell’ambito del “Progetto Cuore – Primo Soccorso salva la vita”, su come agire entro i primi cinque minuti salvavita. Due giorni dopo, il nostro Mirko si è trovato a dover affrontare la situazione che lui stesso ci ha raccontato: “Era il pomeriggio di giovedì 25 aprile 2013, stavo giocando a calcio con la mia squadra quando, duran-te la partita, un giocatore della squadra avversaria è rimasto a ter-ra in seguito a uno scontro sfortuna-to con il portiere. La scena mi ha colpito molto, so-prattutto quando ho visto che il ra-gazzo non si rialzava. Mi sono avvi-

cinato per assicurarmi che stesse bene ma vedendo che non risponde-va agli stimoli e ai richiami, ho ef-fettuato la manovra di primo soc-corso. Ho provato tanta paura sia per lui che per me. Sarei potuto es-sere nei suoi panni o avrei potuto

sbagliare qualcosa! Mi sono concen-trato e ho messo in pratica quello che avevo imparato, cercando di farlo il meglio possibile. Per fortuna il ragazzo si è ripreso e riacquistati i sensi, è stato trasportato in ospe-dale. Mi sono sentito molto sollevato

una volta finito tutto! Spero che non sia stato nulla di grave!” Chiediamo a Mirko come abbia impa-rato a effettuare la manovra di primo soccorso: “Proprio due giorni prima dell’accadu-to, nella mia scuo-la si era svolto il Corso di Primo Soccorso

“Progetto Cuore – Primo Soc-corso salva la vita” ed io vi avevo partecipato ritenendolo molto utile…Come relatrice c’era la signora Giulia, la quale oltre a lavorare presso la mia scuola, insieme ad altri volontari della

Croce Azzurra di Sabaudia, presta soccorso in caso di emer-genza. La signora Giulia, insieme ai suoi collaboratori, ci ha insegna-to cosa fare nella situazione che a me è capitato di dover affron-tare sul campo di calcio due giorni dopo! Il Progetto era articolato in due momenti: l’uno teorico e l’altro pratico. Ho percepito da parte di tutti i volontari grande voglia di trasferire agli altri senso di umanità, unitamente a una sicu-ra esperienza acquisita sul cam-po. Quando è toccato a me, ho sapu-to cosa fare! Grazie ai volontari! Chiara Franceschetti

(4°G Chi.)

Quando dici: “Quando dici: “Quando dici: “Meno male Meno male Meno male che sapevo cosa fareche sapevo cosa fareche sapevo cosa fare…!”…!”…!”

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Numero 11 Pagina 16 IIILLL PERCHE’

In data 24 maggio 2013, presso

I.I.S. San Benedetto di B.go

Piave-Latina, ha avuto luogo la

1° edizione del torneo di calcio

a squadre che potremmo defini-

re “Tre anime in Una”. L’e-

vento sportivo, fortemente volu-

to e organizzato dal sig.re Pep-

pe Orelli e patrocinato dalla

Provincia di Latina, ha visto

sfidarsi, in un triangolare a eli-

minazione diretta, tre squadre

di calcio in rappresentanza del-

le Tre anime del San Benedet-

to: Agraria, Chimica, Alber-

ghiera.

I ragazzi coinvolti nell’evento

hanno dato il meglio di sé, di-

mostrando forte spirito agoni-

Torneo di calcio “San Benedetto”Torneo di calcio “San Benedetto”Torneo di calcio “San Benedetto”

“Tre anime in Una”“Tre anime in Una”“Tre anime in Una”

stico unitamente a un grande senso

della sportività. La 1° edizione del

torneo ha visto vincitrice la squa-

dra dei Chimici. Tutti i ragazzi si

sono comunque dimostrati soddi-

sfatti dell’evento. La premia-

zione è avvenuta nel corso del-

la serata del 24 maggio, in oc-

casione della tradizionale Fe-

sta del San Benedetto che

quest’anno ha compiuto ben 25

anni. Il sig.re Peppe Orelli

ha ricevuto il trofeo dal

prof.re V. Mattei, in rappre-

sentanza della Provincia di

Latina.

Questo torneo, che a noi de Il

Perché è piaciuto definire

“Tre anime in Una”, speria-

mo davvero possa continuare nei

prossimi anni, nel segno dell’unità

della scuola che non sia solo forma-

le ma sostanziale e di intenti.

ILILIL PERCHE’

Page 17: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Numero 11 Pagina 17

Intervista

a Irene Pucci (4°A Chi.)

Quando è nata la tua passione

per il canto?

La mia passione per il canto è na-

ta circa 4 anni fa.

In casa c’è qualcun altro con

la tua stessa passione?

Io e mio zio condividiamo lo stesso

amore per il canto e per la musica.

Quali sentimenti provi quando

canti e quali pensi di trasmet-

tere?

Le emozioni che provo sono tante,

ma molto dipende dal testo della

canzone.

Comunque vada, sara’� Comunque vada, sara’� Comunque vada, sara’� un successo!un successo!un successo!

Che genere musicale ascolti

normalmente?

Ascolto qualsiasi genere di musica

perché amo la musica in sé.

Hai mai preso lezioni di canto?

No, non ho mai preso lezioni. Sono

autodidatta.

Sappiamo che sei stata selezio-

nata per un provino a XFactor,

quale emozione hai provato

alla notizia?

Come un sogno che forse inizia a

realizzarsi, mi sono sentita felice!

Cosa rappresenta per te questo

Talent Show?

L’inizio di un sogno che forse si

concretizza. Non vado lì con la con-

sapevolezza di vincere o di perdere,

ma sarà sicuramente un’esperienza

positiva, indipendentemente dall’e-

sito finale.

Credi che il canto ti aiuti a

controllare la tua emotività?

Sì, abbastanza.

Sappiamo che da qualche anno

partecipi al Progetto Musical

della scuola. In che modo ritie-

ni che esso abbia contribuito

alla tua crescita “artistica”?

Credo che partecipare ai musical

della scuola mi abbia aiutato pa-

recchio nel canto. Mi ha insegnato

a non avere paura del palco e forse,

dopo questa esperienza, ci sarà

qualcuno che crederà in me.

Chiara Franceschetti

(4°G Chi.)

Page 18: Maggio-Giugno 2013

Numero 10 Pagina 18 IIILLL PERCHE’

La mia esperienza a ComoLa mia esperienza a ComoLa mia esperienza a Como

Gare Nazionali sull’AgricolturaGare Nazionali sull’AgricolturaGare Nazionali sull’Agricoltura

Tutto è iniziato quando, un bellis-

simo giorno, la mia prof. d’indiriz-

zo, prof. Livia Armandi, mi chia-mò al telefono dicendomi che ero stata selezionata per le Gare Na-

zionali sull’Agricoltura a Co-mo. Un’emozione inspiegabile che crebbe subito dentro di me. Ini-ziammo a organizzarci per la pre-

parazione alla gara, che prevedeva prove su vasti argomenti di ogni

materia professionale svolta nel terzo anno. Nonostante gli ostacoli,

arrivò final-mente quel 7

Maggio 2013. La mattina,

con la prof. A r m a n d i ,

partimmo da Latina col

treno, dirette a Roma, per poi effettua-

re il nostro lungo viaggio

e i vari cam-bi, una volta giunte a Milano. Il per-

corso fu lungo e un pochino pesante, ma con la professoressa mi trovai

subito bene e il tempo trascorse ve-locemente tra piacevoli chiacchiere e

divertenti battute. Arrivammo alla stazione di Como di pomeriggio tar-di. Lì ci attendevano gli organizzato-

ri dell’evento per accompagnarci in hotel. Era bellissimo e le persone

molto accoglienti. La sera a cena incontrammo un’altra ragazza con

la sua professoressa. Anche lei dove-va sostenere le gare. Stringemmo

subito amicizia e il resto della sera-ta trascorse a raccontarci un po’ di noi. La mattina seguente entrambe,

io e la ragazza, venimmo letteral-mente prese dal panico! Durante il

tragitto fino alla Fondazione Mi-noprio, continuammo a ripetere, senza mai fermarci, i diversi argo-menti che sarebbero potuti capitare,

aiutate anche dalle professoresse. Arrivati a meta, una gran folla era

lì che ci aspettava. Quindi la regi-strazione e l’incontro con il Preside

per i saluti di rito e l’ufficiale “ In

bocca al lupo”! In aula rimanemmo solo noi, con tre professori che ci controllavano

e ci aiutavano nelle difficoltà. La prova comprendeva due materie,

economia e inglese, da risolvere in un tempo di circa tre ore. Al ter-

mine ci venne presentato il vinci-tore dell’anno precedente, il quale

ci illustrò i vari settori della scuo-la: serre, laboratori, campi. Dav-vero una bellissima struttura, pu-

lita, verde, piena di colori e di gioia trasmessa anche dalle perso-

ne che ne facevano parte. Dopo il

pranzo, andammo a visitare Villa

Carlotta che si affaccia sul lago di Como. Giardini enormi, verdi e

con un incredibile varietà di fiori colorati, labirinti, cascate e molto

altro, ma la cosa bellissima era la vista sul lago, qualcosa di spetta-

colare. Nel pomeriggio tardi tor-nammo in hotel per prepararci alla serata, che prevedeva una

cena elegante. Il cibo era buonissi-mo e particolare, eravamo disposti

ai tavoli in modo da poter collo-quiare e socializzare un po’ con

tutti. La serata fu bellissima per-ché verso la fine ci riunimmo e

cominciammo a parlare, scherzare ognuno nel proprio dialetto. Pro-prio questa è stata la particolarità

che più mi ha colpito di quel mo-mento: il modo di parlare, lo stile

di vita, i pensieri diversi di tante persone diverse per provenienza

geografica e culturale. È stato bel-lissimo confrontarsi con altri ra-

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IIILLL PERCHE’

Pagina 19 Numero 10

gazzi di diversi paesi. Ma le prove d’esame erano ancora lì ad atten-

derci! L’indomani si prevedeva una prova pratica. Ma di pratico non

c’era nulla anzi si trattò nuovamen-te di una prova scritta e molto più

complessa. Essa comprendeva genio rurale, tecnica delle produzioni ed

ecologia, e un tempo di svolgimento di tre ore. Al termine delle prove, pranzammo

e il Preside tenne un breve discorso per augurarci il meglio per il nostro

futuro. Quindi consegna degli atte-stati di partecipazione e via per la

partenza… Il momento peggiore dell’esperienza

è stato proprio salutare tutti i ra-gazzi, compagni di un’avventura

durata solo due giorni ma ricca di emozioni! Cosa ci siamo detti, salu-

tandoci? “Non sarà la distanza a

fermarci! Resteremo in contatto!” È stata un’esperienza a dir poco

stupenda! Mi ha dato la possibilità di conoscere persone della mia età e

scoprire quanto possa essere bella la felicità, soprattutto se legata

all’amicizia. Quella di Como è stata anche un’esperienza educativa e

formativa utile alla crescita e allo sviluppo del pensiero maturo e con-sapevole. E poi che dire della prof.

Armandi!!! Con lei mi sono divertita, ho condi-

viso pensieri ed emozioni. Mi ha sostenuta, incoraggiata e guidata in

un’esperienza che rimarrà unica, anche grazie a lei….

Anna Maule (4°B Agr.)

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Numero 11 Pagina 20 IIILLL PERCHE’

Progetto Teatro in Prosa Progetto Teatro in Prosa Progetto Teatro in Prosa

Il lungo viaggioIl lungo viaggioIl lungo viaggio

Quest’anno, per la prima volta al San Benedetto, è stato avviato un Labo-ratorio di Teatro in prosa. Il pro-getto, fortemente voluto dalla prof.ssa Patrizia Gesini, si è av-valso della professionalità e dell’espe-rienza della regista e attrice teatrale Tiziana Battisti e del valido appor-to dato dalla prof.ssa Rosanna D’Avino. “Abbiamo scelto di rappresentare un’opera significativa del panorama letterario italiano: nello specifico la nostra scelta è ricaduta su “Il lungo viaggio” di Leonardo Sciascia, contenuta nella raccolta di novelle “Il mare color del vino”. Quello messo in scena è uno spettacolo legato alla nostra storia recente ed è stato un modo per rimanere legati anche alla nostra tradizione, alla parola, all'e-spressività corporea. (prof Gesini) Infatti quello teatrale è un modo di esprimere se stessi molto particolare e per questo costituisce uno strumento straordinario per valorizzare poten-zialità che spesso non si sa di posse-dere. Il lavoro teatrale fa leva su aspetti qualitativi importanti come l'affettività: si affronta un’alfabe-tizzazione emotiva-creativa, ovve-ro un’esperienza vera e propria legata alle emozioni attraverso la quale i ragazzi imparano a riconoscerle e a gestirle. Spesso i giovani non hanno ancora dimestichezza con ciò che pro-vano e una certa timidezza può essere scambiata dagli adulti per disinteres-se, per comportamento brusco, quan-do in realtà potrebbe nascondere qualcosa di diverso. Attraverso il tea-tro ci si apre all’altro, si entra in con-

tatto con le proprie emozioni, ci si sperimenta nei panni dell’altro, s’indossano i caratteri dei perso-naggi e si provano emozioni e senti-menti spesso sconosciuti: prepoten-za, rabbia, gelosia ma anche amore e invidia… Per poter sondare tutti questi sentimenti è molto importan-te il lavoro di gruppo, perché il tea-tro è cooperazione assoluta; esso permette di imparare a gestire le emozioni, insegna a mettersi alla prova e a sentirsi gratificati dai risultati. Sperimentarsi in teatro porta a un accrescimento dell’IO positivo; anche gli studenti con dif-ficoltà scolastiche possono trovare nel teatro possibilità di far suonare le corde giuste, di ottenere gratifi-cazione personale e di accrescere la propria autostima. (Tiziana) Io, come insegnante, mi sono resa conto dei progressi fatti dai miei alunni impegnati in teatro, rispetto all’inizio dell’anno scolastico: si sono aperti e maggiormente inte-grati. Questa è la mia prima espe-rienza teatrale all’interno del San Benedetto ma avevo già fatto espe-rienze simili in altre realtà scola-stiche. In passato io e Tiziana ab-biamo lavorato insieme per tre an-ni con la scuola materna, abbiamo scritto copioni divertentissimi e realizzato spettacoli per bambini! (prof Gesini) Io sono un'attrice, una professioni-sta, ho alle spalle sia esperienze di

formazione, sia lavori da me diretti e realizzati all'interno di scuole. Quando si lavora con le scuole, le vere difficoltà sono quelle burocrati-che. Tante regole che rallentano il percorso. Il San Benedetto ha una bellissima tradizione legata al Musi-cal, ma non ha ancora una tradizio-ne teatrale legata a testi letterari. Per me è stata una sfida molto sti-molante. (Tiziana) Noi abbiamo cominciato a lavorare nel mese di febbraio, con molte diffi-coltà iniziali. Proprio perché Tiziana è un’esperta esterna, non poteva en-trare, visto che non aveva ancora il contratto rilasciato dalla DSGA. Poi tutta una serie di formalità che si devono rispettare, ma che purtroppo hanno rallentato il lavoro. Per fortu-na tutto si è risolto e abbiamo potuto avviare il Progetto con serietà e sere-nità. Qualche resistenza iniziale l’abbiamo avuta anche da parte de-gli alunni coinvolti. In un primo mo-mento infatti non erano tanto con-vinti: volevano fare, ma prima vole-vano vedere! C'era curiosità perché vi era una forte inconsapevolezza, nel senso che il teatro si vede poco, non ci si va quasi mai, quindi è diffi-cile capire cosa significa stare in sce-na. (prof Gesini) All’inizio, nei primi incontri, facevo giochi per scaldarli sulla voce, attivi-tà legate al corpo, alla psicomotrici-tà, evitando di impegnarli subito nell’improvvisazione. Si sono diverti-

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IIILLL PERCHE’

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ti molto fin quando non ho prospet-tato loro l'idea di dover imparare un testo a memoria! Allora hanno esclamato - Ah, ma allora non è tutto un gioco!!! - Quando hanno avuto in mano i fogli però si sono molto “gasati” e hanno preso a im-pegnarsi! Il dialetto soprattutto li ha incuriositi! (Tiziana) Io sono siciliana e ho potuto aiutar-li molto in questo! Importantissime sono state le due giornate Progetti in mostra, prima edizione: i ragaz-zi hanno visto il pubblico, hanno superato la paura, confrontandosi con esso!!! Si sono impegnati molto! Al di là del copione, che costituisce un percorso segnato, è possibile ac-cendere la fantasia dei ragazzi, riempendo gli spazi vuoti che la narrativa non copre. Il copione è legato al fatto di costruire un perso-naggio, una storia, è una specie di percorso già segnato all’interno del quale si può già immaginare quello che i personaggi faranno. Ma nel copione non c’è una descrizione, co-me accade in un brano di letteratu-ra, di prosa, di narrativa… È tutto

da costruire: i dialoghi e le didasca-lie però accendono la fantasia dei ragazzi. Insomma ogni perso-naggio ha le sue caratteristiche e questo i giovani attori l’hanno intuito, dopo una prima lettu-ra, ma poi ne hanno preso maggiore consapevolezza man mano che provavano. Una pic-cola difficoltà alla quale abbia-mo lavorato è stata legata all'impronta molto giovanilisti-ca che i ragazzi hanno dato in un primo momento alla storia, ambientata in un’epoca tanto distante da loro. Su questo è stato molto importante anche l'approccio con l'abbigliamen-to, con i tacchi per le ragazze, con scoppole e bretelle per i ra-gazzi, che ha fatto comprendere a tutti loro che quando si mette il corpo in un’altra forma, que-sto cambia anche la psicologia, il modo di sentire e di vedere le cose e il mondo…” E finalmente in data 4 giugno ha avuto luogo lo spettacolo “Il lun-go viaggio”!

Noi c’erava-mo e ci siamo divertiti e commossi. E con noi, do-centi di altre scuole, amici, parenti ma soprattutto i genitori dei ragazzi-attori che increduli hanno guar-dato e ascol-tato i propri figli muoversi con disinvol-

tura sul palco, parlare “siciliano”, indossare con naturalezza abiti della moda di altri tempi… La scena finale ha suscitato tanta tenerezza e commozione, evidente anche nei ragazzi che hanno saputo rendere in pieno il dramma di quel-le povere anime abbagliate dal so-gno americano finito, dopo un lun-go viaggio, di nuovo in Sicilia… Quella del Teatro in prosa ritenia-mo sia un’esperienza molto valida e formativa per il San Benedetto. Essa arricchisce la possibilità di esprimersi e di mettersi in gioco per tanti nostri studenti. Il Teatro

in prosa è una ricchezza ulteriore che, unita a tutte le altre, fa del San Benedetto una scuola del fare concreto. Speriamo che questa nuova espe-rienza possa andare avanti e favo-rire un interesse reale per il teatro, la formazione di una cultura tea-trale che renda i ragazzi-spettatori più attenti, incuriositi, rispettosi del lavoro dei compagni e dei do-centi, proprio perché più preparati e più consapevoli.

Fabio Della Corte (4°B Agr.)

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In data 29 maggio 2013, i ragazzi

del San Benedetto, impegnati nel

Progetto Teatro “Musical”, cu-

rato dalle prof.sse Romanina

Ricci e Paola Cavallini e

dal prof.re Giulio Palombi,

sono andati in scena per la

prima volta al Teatro Cafa-

ro di Latina. Sulle note delle

canzoni dell’amatissimo grup-

po pop punk statunitense dei

Green Day, i ragazzi hanno

portato sulla scena il Musical,

American Idiot: una storia di

giovani un po’ scapestrati che, do-

American IdiotAmerican IdiotAmerican Idiot Il San Benedetto va in Il San Benedetto va in Il San Benedetto va in scena al scena al scena al

Teatro Cafaro di LatinaTeatro Cafaro di LatinaTeatro Cafaro di Latina

po sbandamenti vari, riscopriranno

i valori importanti della vita. Die-

tro le quinte, prima dell’inizio dello

spettacolo, la frenesia e l’eccitazio-

ne si respiravano a pieni polmoni.

Paura, emozione, voglia di esplode-

re e di scaricare lo spirito…uno,

due, tre si va in scena! Ed ecco i

nostri studenti, nei loro look da

cattivi ragazzi, anticonformisti e

ribelli, liberare tutte le emozioni

tenute compresse fino a quel mo-

mento. Perché la loro interpreta-

zione è stata davvero un’esplosio-

ne di emozioni, di energia pura, di

adrenalina, di voglia di esserci!

Molto soddisfatti ed emozio-

nati anche i professori, re-

sponsabili del progetto. Ma

soprattutto i ragazzi che, con

la loro travolgente energia,

con il loro inesauribile entu-

siasmo, hanno coinvolto il

pubblico in sala catapultan-

dolo, se pur per un breve

periodo, in un mondo di note, di

melodie, di sentimenti veri e ge-

nuini come solo i ragazzi possono

avere! Grazie a tutti voi!

ILILIL PERCHE’

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IIILLL PERCHE’

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Il 24 maggio 2013, presso l’Istituto San benedetto, hanno avuto luogo i festeggia-

menti per la 25° edizione della Festa di Fine Anno. La Santa Messa e la Cerimo-nia di Premiazione si sono svolti nel po-meriggio mentre il banchetto ha avuto

luogo in serata.

Questa è stata la vera novità della Festa del 2013: ricevimento serale, servizio for-

nito dai ragazzi dell’Alberghiero coordina-

ti, in cucina, dal prof Adriano Baglieri,

in sala dal prof Gianluigi Sirica. E poi fuochi di artificio, dj, balli di gruppo che

hanno coinvolto ragazzi, docenti e presi-denza! Una meravigliosa e scenografica torta servita sotto le stelle e bagnata da

un ottimo spumante!

Ringraziamo la Dirigenza, nella persona

del Preside prof.re ing. Nicola Di Batti-

sta, la Dirigente Amministrativa, nella persona della dott.ssa Patrizia Peruzzi, e il personale tutto, di aver dato alla scuo-la la possibilità di vivere questo bellissi-

mo momento di condivisione.

È stato un evento indimenticabile per tutti ma soprattutto per i nostri ragazzi, prossimi a lasciare la scuola per affacciar-

si al mondo del lavoro.

In bocca al lupo a tutti voi!

ILILIL PERCHE’

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IIILLL PERCHE’

Pagina 24 Numero 11

Amici a Amici a Amici a quattroquattroquattro zampezampezampe

I cavalli sono mammiferi e vengo-no impiegati come animali da lavo-ro o da monta. Sono in grado di sopravvivere allo stato brado e di nutrirsi autonomamente, in quan-to vivono nelle praterie. Hanno sviluppato un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure, radici, cortecce e ramoscelli. Essi vengono classificati in base alla corporatura e al temperamen-to (purosangue, mezzo sangue e a sangue freddo). Il tipo dolico-morfo comprende le "razze leggere da sella" (arabo, puro-sangue inglese, trot-tatori…), il tipo meso-morfo comprende le "razze da sel-la" (Quarter Horse, incrocio tra purosangue inglese e mustang, americana, inglese, trottatori…) e infine il tipo brachimorfo che comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro). Per quanto riguarda l’addestramento si usa-no molte tecniche, quel-la attuale è la Doma Gentile. Questo tipo di approccio si basa su alcuni concetti di fondo: il cavallo ha un'intelligenza e

un raffinato sistema di comu-nicazione attraverso il lin-guaggio del corpo;

le capacità comunicative dell'uomo devono adattarsi a quelle del cavallo e non vice-versa;

il cavallo è una preda, non un predatore come l'uomo, questo sta ad indicare una differenza nell'atteggiamento e nella per-cezione dell'ambiente;

il cavallo va convinto e non

costretto, è infatti più efficace premiare la collaborazione che punire un rifiuto.

Anche la scuderizzazione e l’ap-proccio continuo con l’animale è importante: avere un box sia in estate che in inverno serve a ga-rantire all’animale una tempera-tura moderata e confortevole. An-che se è sempre responsabilità umana fare in modo che tali con-dizioni siano costantemente ga-rantite. È preferibile dissetare il cavallo a mano e non con un abbe-

veratoio automatico, in quanto tale sistema espone l’animale a una maggiore possibilità di con-trarre malattie. Inoltre è impor-tante lasciarlo libero, al pascolo per garantirgli l’opportunità di movimento e la possibilità di stare insieme ai suoi simili. Un punto debole nella salute del cavallo, soprattutto se lasciato molto tempo libero, è l’essere più soggetto all’attacco di parassiti e a malattie che certamente in un box non contrarrebbe. Il cavallo viene anche impiegato nell’ippoterapia, ovvero l’insie-

me di tecniche mediche che utilizza-no il cavallo per migliorare lo stato di salute di un soggetto umano (soprattutto disabili). L’ippoterapia viene utilizzata, oltre che nelle patologie classiche della paralisi cerebrale infantile, dell’au-tismo o della sindrome di Down, anche nelle patologie acquisite in conseguenza di traumi correlati alla infortunistica stradale e del lavoro. Affinché questo metodo di cura pos-sa risultare efficace e la sua sommi-nistrazione sia corretta sotto tutti

gli aspetti sanitari, tecnici e normativi, l'ippoterapia deve essere esercitata da un'équipe integrata da personale qualifi-cato e tecnicamente preparato. Per lo stesso motivo il luogo, destinato a questo tipo di cura, necessita di una sufficiente di-sponibilità di spazi chiusi (maneggio co-perto, sala per collo-qui psicologici e visite mediche, servizi igie-nici, scuderia, selle-ria..) e di spazi aperti

(campo recintato). Purtroppo l’uomo non si dimostra sempre rispettoso nei confronti degli animali e questo riguarda anche il nobile cavallo. Spesso gli esemplari, oramai malati o vecchi, vengono utilizzati per ma-cabri spettacoli che, spacciati per alte espressioni di folklore locale, non sono altro che orrende esibizio-ni di morte…

Chiara Franceschetti & Fabiana Capasso

(4°G Chi.)

IL CAVALLOIL CAVALLOIL CAVALLO

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Quando la sofferenza diventa spettacoloQuando la sofferenza diventa spettacoloQuando la sofferenza diventa spettacolo

NO AI MALTRATTA-MENTI SUGLI ANI-MALI!

Questo mese Il Perché vuole af-frontare un’usanza, ancora molta diffusa in Spagna, soprattutto per-ché legata ad antiche e barbare tradizioni che, a nostro avviso, non hanno più motivo di esistere: la CORRIDA… Nell'arena in festa, tra musiche e colori, trafitto dalle "picche" e dal-le "bandierine", dalla spada e dal coltello, il toro, immobile, vive la sua lenta agonia. Quella luce che abbaglia occhi già sofferenti, quel-la luce che, nel suo splendore, fa male. Accanto a lui muore il caval-lo, il ventre squarciato sotto la tra-punta. Il "matador", eroico e vitto-rioso, si inchina alla folla e ap-plaude. E' il finale dell'ultimo atto di una corrida spagnola. Ma è una lotta alla pari?... Vediamo come viene curato il toro prima di af-frontare l’arena e di esibirsi nella sua ultima danza…di morte… IL TORO PRIMA DI ENTRARE NELL'ARENA: - viene tenuto al buio, sottoposto a droghe e purghe per indebolire le sue forze - viene percosso sulle reni con sac-chi di sabbia - gli viene cosparsa trementina sulle zampe per impedirgli di star

fermo - gli viene messa vaselina negli occhi per annebbiargli la vista - gli viene infilata della stoppa nel-le narici e nella gola per impedir-gli di respirare - gli vengono conficcati aghi nelle carni IL TORO QUANDO ENTRA NELL'ARENA: -- gli vengono conficcate dai "picadores", le "picas" che producono dolore ed emorragie - gli vengono infilate dai "banderilleros" , le "banderillas", che sono arpioni che straziano ancora più i muscoli, costringendo l'animale ad abbassare la testa - viene colpito ripetuta-mente dalla spada che provoca sempre più gravi emorra-gie polmonari che soffocano l'ani-male IL TORO QUANDO ESCE DALL'ARENA: - viene trascinato via, spesso anco-ra agonizzante e paralizzato, ma cosciente - ancora vivo, gli vengono tagliate coda e orecchie, macabri trofei di un'ingiusta e vile vittoria. Anche i cavalli, spesso vecchi e malati, feriti, con le corde vocali tagliate, gli occhi bendati, sono

vittime della corrida. A vol-te sventrati e rapidamente ricuciti, ven-gono riportati nell'arena e finiscono ago-nizzanti senza che nessuno si curi di loro, quando ormai non servono più. Il toro non è un ani-male da com-battimento, è un animale erbivoro, alle-

vato in pascoli fino all'età di 4 anni, poi bruscamente trasferito nell'arena. Torturare e uccidere il toro significa solo praticare un atto di sadismo, frutto di una ignorante e barbara violenza. Le corride sono attivamente soste-nute da circa un migliaio di per-sone definite, dagli animalisti

spagnoli, MAFIA TAURINA. Questa mafia non ha scrupoli nello sfruttare la sofferenza de-gli animali per scopi puramente economici. Per imporre alla Spa-gna, all'Europa e al mondo que-sti orrendi spettacoli la mafia taurina, presenta la corrida co-me arte, folklore, tradizione po-polare, ottenendo il consenso della "cultura ufficiale", del Governo spagnolo, aprendo Scuole di Tauromachia per gio-vanissimi, organizzando e inco-raggiando spettacoli Comico-Taurini in cui nani, scimmie, scimpanzé, torturano a morte vitellini con lo scopo di "divertire" i bambini rendendoli crudeli e indifferenti al sangue e alla sofferenza. In Spagna vi sono ogni anno più di 3000 Feste sanguinarie. Proibite dal 1963, sono oggi inco-raggiate dalle autorità sia civili che religiose e alcune, considera-te di interesse turistico interna-zionale, vengono sovvenzionate ufficialmente. Gli animali usati sono bovini, ovini, asini, cani, gatti, conigli, asini, galline, oche e tanti altri. La maggior parte di queste sadiche feste paesane, organizzate in onore di Gesù,

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della Madonna e dei Santi, non sono altro che terribili torture ai danni di inermi bovini, ormai inu-tilizzabili nelle corride e nella ri-produzione. Tra le 3.000 feste ne ricordiamo alcune: A MANGANESES (ZAMORA) - a febbraio - viene lanciata dall'alto una capretta viva. A TORDESILLAS e in molti al-tri luoghi "eroici cavalieri" strap-pano o tagliano la testa di galli vivi appesi per le zampe. FESTA DELL'ASINELLO: si svolge a VILLANUEVA DE LA VERA (CACERES), in Estrema-dura, ogni anno l'ultimo giorno di Carnevale. Un asinello piccolo e vecchio, cavalcato e selvaggia-mente bastonato, viene trascinato dalla folla. Quando cade viene obbligato a rialzarsi a randellate, mentre i bambini lo riempiono di botte, calci e pugni per ore finché l'animale agonizza. CHE "FIESTA"A CORIA: da L'Indipendente del 20 luglio

1993, una crona-ca agghiacciante di Isabel Pisano. Il toro, dopo due ore di corsa atter-rita, privo di un occhio, ferito ovunque, con una zampa spezzata, giace ormai a ter-r a e s a n i m e : "Diamogli fuoco sotto le palle, s u g g e r i s c e

qualcuno. Detto e fatto. Porta-no dei giornali, li accendono. Il toro scuote disperatamente la testa. Quelli che prima non avevano osato gli conficcano pezzi di bottiglia, gli infilano nell'ano dei bastoni. L'animale fa uno sforzo sovrumano per tentare di sfuggire a quelle belve, mentre dai suoi lombi il sangue zampilla da centinaia di fori, si alza in piedi e cade nuovamente. [...] 'I coglioni! I coglioni!' Si alza uno con un coltello e glieli recide di netto, mentre il toro, ancora vivo, lancia il suo ultimo grido, con l'unico occhio superstite che gli esce dalle orbite . Dallo spacco dove prima c'erano i genitali il sangue esce a fiotti. [...] Tutti sguazzano nel san-gue. [...] Il sindaco dice: "Tutti quanti noi abbiamo l'obbligo di difendere i nostri gusti, per-ché questa è arte e cultura". LA VIOLENZA SUGLI ANIMALI "ISTITUZIONALIZZATA", CIOÈ' ACCETTATA, PROMOSSA E OR-GANIZZATA DALLE AMMINI-STRAZIONI LOCALI, DAL GO-VERNO E DALLA COMUNITÀ' EUROPEA, PUÒ' AGGRAVARE LA TENDENZA A UN COMPOR-TAMENTO AGGRESSIVO NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI E ANCHE DEGLI UOMINI. LA TAUROMACHIA E' INDICE DI SOTTOSVILUPPO E DI ARRE-TRATEZZA. NELL’ASSISTERE A UNA CORRIDA, SI RISCHIA DI SVILUPPARE INCLINAZIONI

Quando la sofferenza diventa spettacoloQuando la sofferenza diventa spettacoloQuando la sofferenza diventa spettacolo

CRUDELI E VIOLENTE, FATALI ALLA SALUTE MENTALE. La Spagna è una terra meraviglio-sa per cultura, tradizioni, bellezze artistico-culturali… ma può diven-tare un luogo orrendo, se si pensa alla barbarie che ancora nel 2013 è in grado di praticare su animali inermi. Se state partendo per la Spagna, buon viaggio ma evitate quei luoghi che fanno della soffe-renza e dell’atrocità un espediente di lucro e di attrattiva turistica. È possibile dire NO a tutto questo anche inviando telegrammi e lette-re di protesta a chi di dovere. È importante sensibilizzare l’opinio-ne pubblica su tali atrocità… Gli animali, tutti, hanno un’ani-ma...invisibile per molti ma im-mensa per chi li ama e li rispetta. PER L'ABOLIZIONE DELLA CORRIDA, INVIATE TELE-GRAMMI A: PILAR RAHOLA, PLAZA SAN J A U M E A Y U N T A M I E N T O 08002 BARCELONA – SPAGNA con il seguente testo: "LA FELICITAMOS PARA SU L A B O R C O N T R A L A CORRIDA E LE ROGAMOS SEGUIR LUCHANDO HASTA SU COMPLETA ABOLICION" Inviate proteste anche a: (FAX) Municipio (Ayuntamiento) de Càce-res : 0034 927255718 Municipio de Coria: 0034 927503983 / 0034 927500735

Giorgia Ferraioli & Martina Lalli

(1°C TC)

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In occasione delle giornate dedicate all'Open Day, alcuni studenti, coordi-nati dai proff Castellani e Paiusco, si sono prestati a intrattenere genitori e ragazzi che hanno visitato i laboratori dell'Istituto. Nel corso delle giornate, in particolare, sono stati presentati i laboratori di chi-mica e realizzati piccoli esperimenti di chimica dagli studenti. Si ringraziano per il loro impegno gli alunni: Di Manno Andrea (4°B), Mel-fi Alessandro (4°B), Cannavina Sa-ra (4°B), Catinot Martina (4°B), Mu-ra Francesca (5°B.), Calisi Andrea (5°G) del corso Chimico Biologico e An-drea Fabbri (1°A), Di Bella Marika (1°B), Liana Nacchia (1°E), Raia Alessia (2°A), Deborah La Cava (2°B), Mery Garofalo (2°E), Flavia Giordano (2°E) del corso Tecnico Chi-mico.

Prof.ssa Mariangela Castellani

Open Day in laboratorio!Open Day in laboratorio!Open Day in laboratorio!

USCITA DIDATTICA ABBOTT

Tra le uscite didattiche di quest’anno, alcune terze classi del nostro Istituto si sono recate in due importanti indu-strie multinazionali che operano nel

settore chimico-farmaceutico: l’Ab-bot e la Haupt Pharma. L’8 Maggio 2013, insieme alla prof. Camilli, al prof. Perri e al prof. Pagliu-sco, le classi 3°A e 3°B, del corso “Produzioni industriali e arti-gianali”, hanno visitato la parte AbbVie dell’azienda globale Ab-bott situata a Campoverde (Aprilia). Quest’azienda è presente in più di 150 Paesi, opera nel setto-re della salute, impegnandosi nello sviluppo e introduzione di prodotti e tecnologie dedite al miglioramen-to della salute. L’industria offre prodotti per le esigenze mediche di ogni fase della vita, dall’infanzia all’età avanzata. In questa grande azienda, immersa nel verde, vi è una grande attenzione per l’ecosi-stema; la maggior parte dell’ener-gia viene prodotta autonomamen-

te, sfruttando l’energia chimi-ca, derivata dal calore prodotto dai vari proces-si e l’energia solare tramite l’efficienza dei pannelli solari installati sui

tetti degli edifici. All’interno dello stabilimento abbiamo visitato le due parti in cui è suddivisa l’a-zienda: la parte chimica è dedica-ta alla produzione delle sostanze essenziali nella realizzazione dei prodotti finiti, e la parte farma-ceutica dove vengono utilizzate le sostanze derivanti dall’industria chimica ottenendo il prodotto fini-to. Qui i prodotti vengono confe-zionati e imballati per essere messi in commercio. All’interno dell’azienda siamo stati accolti dal Vicepresidente che efficiente-mente ci ha illustrato l’organi-gramma dell’azienda, con la sua struttura e i suoi diversi meriti acquisiti nel tempo. Nel percorso abbiamo potuto vedere con i no-stri occhi tutta la parte produtti-va dell’azienda. Si tratta di un’a-zienda davvero grande, ben orga-nizzata e all’avanguardia. Speriamo che l’Abbott possa es-sere un’occasione di lavoro anche per noi, studenti di chimica del San Benedetto ma altresì di cre-scita economica del nostro Terri-torio.

Daniela Fiorentini (3°B P.I.)

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Italia Mancini e  Stefano Campagna 

Buganvillea

Famiglia: Nyctaginaceae

Genere: Bougainvillea Caratteristiche generali: Bougainvillea è un genere di piante della famiglia delle Nyc-taginaceae, originaria delle zo-

ne tropicali (in special modo del Brasile).

Comprende specie arbustive sar-mentose, spinose sempreverdi a grande sviluppo (8–10 m) con

foglie ovate quasi persistenti di colore verde lucente. L'interesse

come piante ornamentali é dato da grappoli di piccoli fiori tubolo-

si bianchi o giallognoli riuniti a gruppi di tre in un involucro di

tre brattee (foglia modificata che accompagna fiori o infiorescenze)

vistosamente colorate di bianco, giallo, arancio, rosa, rosso o vio-la, che fioriscono per molti mesi

l'anno.

Tecniche di coltivazione:

Le specie di Bugainvillea posso-no essere coltivate all'aperto in

quasi tutta Italia escluse le zone a clima troppo rigido, in terreno

di medio impasto fertile e una buona umidità, posizione soleg-

giata e riparata dai venti freddi

invernali, sono: la B. glabra, va-rietà Sanderiana, pianta molto rustica, di forma raccolta con fo-glie piccole lucide fiori con brattee

rosso-violaceo brillante che può essere anche coltivata in vaso.

Altre specie di grande altezza (oltre 10 m) a fiori più grandi an-

che se meno fiorifere e rustiche della precedente, inadatte al clima

del Nord Italia e alla coltivazione

in appartamento, sono la B. spec-tabilis, pianta lianosa con fiori giallognoli e brattee rosa-malva e

la B. lateritia a fiori di colore salmone. Le specie coltivate in

vaso per gli appartamenti, come la

B. buttiana, vengono allevate a cespuglio con regolari spuntature degli apici. Esse richiedono am-

bienti caldi e soleggiati per una buona fioritura, regolari annaffia-

ture e concimazioni liquide dira-date durante l'inverno. È impor-tante rinvasare o rinterrare in

primavera, usando terriccio cor-retto con torba. Nello stesso perio-

do può essere moltiplicata utiliz-

zando talee ottenute da rami di un

anno ben lignificati, posti in sabbia e terriccio di bosco, in luogo lumino-

so, possibilmente chiuso e con tem-peratura vicina a 20° C. I più comu-

ni parassiti sono gli afidi e la cocci-niglia farinosa, facilmente elimina-

bili con insetticidi adatti.

Curiosità: La Bougaivillea, insieme alla Ro-sa, indica passione ma nel linguag-

gio dei fiori significa "benvenuto": viene infatti spesso posta all'ingres-

so delle case, in segno di accoglienza verso gli ospiti. Il suo nome deriva

dal navigatore francese Louis An-toine de Bouganville che scoprì

per primo la pianta durante un viaggio ai tropici e ne divenne un

appassionato. Altra curiosità chenoi de Il Perché abbiamo scoperto chiacchierando piacevolmente con

la sig.ra Italia e il sig.re Stefano è che i fiori della Bugainvillea so-no quelli bianchi all'interno, i petali fuxia sono in realtà foglie mutate,

dal colore inaspettato!

Elisa Romani (4°G Chi.) Luca D’Ambrosio (3°B P.I.)

Dillo con un fioreDillo con un fioreDillo con un fiore I consigli di Italia & StefanoI consigli di Italia & StefanoI consigli di Italia & Stefano

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Nell’ambito del Progetto Alter-nanza scuola-lavoro, il prof.

Leonardo Rizzo nel corso del mese di aprile 2013, ha coinvolto

i ragazzi dell’indiriz-zo Agrario, specia-

lizzazione Florovi-vaismo, in un piano

di sistemazione e ripulitura dei giardi-ni e di varie aree pre-

senti presso la Ca-serma dei Vigili

del Fuoco di Latina. Lo scopo principale

dell’iniziativa è stato quello di far svolgere

ai ragazzi, oltre all’attività teorica,

anche quella pratica, fondamentale per consentire una

vera acquisizione dei saperi. A questo progetto hanno partecipa-

to otto studenti di diverse quarte agrarie dell’Istituito San Bene-detto. I ragazzi coinvolti hanno

effettuato un percorso di prepa-razione, propedeutico all’attività

pratica, prendendo visione di un

Alternanza scuola Alternanza scuola Alternanza scuola ––– lavorolavorolavoro

I ragazzi del “San Benedetto” presso i I ragazzi del “San Benedetto” presso i I ragazzi del “San Benedetto” presso i Vigili del Fuoco di LatinaVigili del Fuoco di LatinaVigili del Fuoco di Latina

quadro generale della sicurezza sul lavoro e

della situazione specifi-ca nella quale si sareb-

bero trovati a operare. A questo scopo è stato pre-

zioso il contributo del

prof. Bruno Coppotel-

li, Responsabile della Sicurezza presso l’Isti-

tuto San Benedetto, che ha fornito ai ragazzi

nozioni utili e fonda-mentali a garantire l’incolumità sul

posto di lavoro. Il Progetto si è svol-to nei giorni 22-23-24 aprile 2013. I ragazzi, inizialmente, hanno osser-

vato lo stato delle aree interessate e delle diverse specie di piante ivi

presenti. Di conseguenza sono state valutate le operazioni da affronta-

re, tenendo conto anche del tipo di vegetazione e dell’esposizione al

sole o meno delle varie aree coin-volte nel piano di sistemazione.

Una volta rilevati i vari aspetti, si

è proceduto all’intervento di ripulitu-ra.

Molto importanti sono stati i disposi-tivi usati dai ragazzi per la sicurezza:

tuta monouso, tessuto non tessuto, occhiali di protezione, guanti di prote-

zione e scarpe antifortunistiche. Il primo intervento è stato la pulitura

dalle erbacce, effettuata a mano o con il decespugliatore, successivamente si è passati alla potatura delle piante,

con diverse tecniche per ogni specie. Per rendere l’ambiente più variopinto

e vivace, in modo da far innamorare gli occhi, sono state piantate diverse

varietà di fiori stagionali con tonalità accese. Alla conclusione dell’opera, è

stata effettuata la pu-litura delle varie pavi-

mentazioni circostanti queste aree. All’inter-no della struttura era-

no già presenti delle piante, che sono state

travasate, potate e innaffiate. Per alcune

è stato necessario lo spostamento all’ester-

no perché bisognose di maggiore luce solare. Certamente si è trat-

tata di un’esperienza molto educativa e uti-

le per i ragazzi. Essi infatti hanno avuto modo di avere un approccio

concreto con quello che sarà poi il loro mondo del lavoro, ma al tempo stesso

hanno reso un servizio utile alla Ca-serma dei Vigili del Fuoco di Latina.

Anna Maule (4°B Agr.)

Page 30: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 30 IIILLL PERCHE’

Il Progetto “Lettura e dramma-tizzazione”, curato dalle educatri-ci Loredana Treglia e Maria Ve-nuti, quest’anno è risultato vinci-tore al Concorso Nazionale Cor-tometraggi “Giulietta e Romeo: la magia dell’amore”, II edizione – 2013. Con “Amore è…vedere i tuoi oc-chi” il Progetto “Lettura e dram-matizzazione” ha infatti ottenuto il “Riconoscimento Speciale” della Critica. Il Concorso è indetto dall’Associazione “Giulietta e Romeo” in Friuli, dal Club Giu-lietta di Verona e dal Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli, con il patroci-

Lettura e drammatizzazioneLettura e drammatizzazioneLettura e drammatizzazione Riconoscimento Speciale Riconoscimento Speciale Riconoscimento Speciale

al San Benedettoal San Benedettoal San Benedetto

nio del Ministero della Pubblica Istruzione. Il giorno 18 maggio 2013, presso la sede del Fogolar Furlan di Roma, le educatrici, Loredana e Maria, hanno ricevuto il diploma di Rico-noscimento Speciale, oltre a due monete d’argento offerte loro come referenti del Progetto. In rappre-sentanza dei ragazzi-attori vi erano Marco Polizzi, Giovanni Ian-niello, Liana Nacchia, Giulia Mazzoli, Asia D’Ignazi. Invitato alla premiazione anche un rappre-sentante del Fogolar Furlan di Lati-na, il sig.re Giuseppe Dapit. Il primo premio è stato assegnato a una scuola primaria sarda: il titolo dell’opera era “Disamistade”, un lavoro molto curato sotto il profilo tecnico. Il corto del San Benedetto, pur nei suoi piccoli difetti, legati soprattutto alla mancanza di micro-foni professionali, ha avuto comun-que un forte impatto emozionale sul pubblico. “Amore è…vedere i tuoi occhi” si configura come una rivisi-tazione, in chiave moderna, della celeberrima storia d’amore tra Giu-lietta e Romeo. Le scene infatti sono

state interamente girate all’interno della scuola, i protagonisti sono due studenti moderni e la rivalità è tra due scuole: l’Agrario (scuola di Ro-meo) e il Liceo Classico (scuola di Giulietta). Accanto ai personaggi principali, vi è la comunità scolasti-ca, rappresentata dagli altri attori che, per l’importanza del ruolo all’interno della vicenda, diventano co-protagonisti. Gli spazi sono stati ritagliati internamente alla scuola che fa da sfondo a suggestivi mo-menti di lettura di brani e poesie che precedono o seguono “passaggi significativi” della vicenda. Il mon-taggio è stato realizzato da un esperto esterno. E che dire della vera storia di “Giulietta e Romeo”? Friulani entrambi: i veri nomi sarebbero Lu-cina Savorgnan e Luigi Del Por-to. William Shakespeare si sareb-be ispirato a un racconto autobio-grafico proprio di Luigi Del Porto. Vogliamo riportare anche una nota di colore che ci è stata riferita dalle educatrici, Maria e Loredana: en-trambe negli anni 2003, senza anco-ra conoscersi, hanno lavorato e vis-suto in Friuli. Loredana ha dimora-to nel Palazzo de Portis, Maria invece ha lavorato a Udine, sempre nei luoghi friulani vicini a Lucina (“Giulietta”). La ricerca casuale di un concorso, che riportava in Friuli, ha quindi particolarmente incorag-giato Maria e Loredana, quasi a vo-ler riprendere quel filo di Arianna lanciato da entrambe tanti anni pri-ma. “Siamo contente del lavoro svolto! È stato un successo inaspettato che ha gratificato noi, ma soprattutto i ra-gazzi! Speriamo di poter continuare l’anno prossimo, anche con l’aiuto di strumentazioni più avanzate”. Complimenti anche da parte de Il Perché! E ovviamente vi attendia-mo per nuovi successi!

Fabio Della Corte (4°B Agr.)

Page 31: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Pagina 31 Numero 11

Premio a Premio a Premio a IIILLL PERCHE’

Il 25 maggio scorso il giornale d'istituto dell'I.I.S San Benedetto

di Latina, Il Perché, ha parteci-pato alla Cerimonia di Premiazio-

ne in occasione della XIII edizione del Concorso Nazionale "IL MI-

GLIOR GIORNALINO SCOLA-STICO - CARMINE SCIAN-

GUETTA 2013", svolta presso l'Istituto Comprensivo "Don Mila-

ni" di Manocalzati (Avellino). Il Concorso, che ha visto la parteci-pazione di oltre Seicento scuole

provenienti da tutta Italia, è pa-trocinato dal Ministero dell'Istru-

zione, dalla Regione Campania, dall'Ordine dei Giornalisti, dalla

Provincia di Avellino, dall'USR Campania e dai Comuni di Mano-

calzati, Candida, Parolise e San Potito. Al giorno della Premiazio-ni si è arrivati dopo due serrate

valutazioni da parte di esperti nel settore del giornalismo e della

comunicazione. La prima a opera di una Commissione preposta a

un preliminare livello di selezio-ne, la seconda a opera di una Giu-

ria composta da Giornalisti locali e della Stampa nazionale, da

alunni dell'Istituto "Don Milani" e da alcuni dei più meritevoli diplo-

mati l'anno precedente. La Reda-zione de Il Perché, accompagnata

dai proff.ri C. Angiello e C. Cap-pelletto, responsabili del Progetto,

si è quindi recata a ritirare il Pre-mio. Il risultato è stato ecceziona-

le: 3° posto nazionale come Mi-glior Giornalino Scolastico, 1°

posto per l'esibizione artistica prodotta al momento della

Premiazione. Gli studenti del San Benedetto si sono infatti esi-

biti in quattro straordinarie per-

formance: Maria Vetica (sax), Chiara Franceschetti, Martina

Tsironas e Silvia Carlesso (canto). Molta la soddisfazione e l'emozione da parte dei ragazzi e dei docenti, gratificati in pieno del

tanto impegno profuso.

Approfittiamo dell’occasione per ringraziare tutti i giovani giorna-

listi del San Benedetto ma anche quanti, tra colleghi e personale

scolastico, sostengono il nostro lavoro. Grazie!

ILILIL PERCHE’

Page 32: Maggio-Giugno 2013

Numero 11 Pagina 32 IIILLL PERCHE’

All'interno della manifestazione

“Sky Wine 2013”, tenutasi il 3-4-5 maggio 2013 presso la Torre Pon-

tina a Latina, domenica pomerig-gio - come da programma ufficiale -

si è svolta la prima edizione di “Sky Cook 2013”, competizione

tra studenti degli Istituti Alber-ghieri di Latina, Formia ed Anzio.

Per la nostra città ha partecipato l'Istituto San Benedetto, che da

quest'anno ha istituito il corso al-berghiero, con due alunni scelti tra

quelli della 2°A Alb.: Gianluca Grossi e Giusy De Rosa, accom-pagnati dal loro docente di cucina,

Prof. Adriano Baglieri. Giusy e Gianluca sono scesi in cam-po per primi e così come gli altri

partecipanti, hanno avuto 30 minu-ti per preparare la loro pietanza: tagliolini di acqua e farina, risotto

alla crema di pecorino e fave fre-sche, serviti in crosta di pecorino

croccante . Il piatto, così come richiesto, ha

rispecchiato in pieno la tradizione pontina. Entrambi i neo-cuochi, alla loro primissima esperienza nel settore,

si sono presentati in divisa da cuci-

na, emozionatissimi e davanti alla

giuria di qualità composta da: Da-

niela Valenti per l'ONAV, Elio Mazzocchi somelier, Thandy

Ndlazi per Best Event, Luigi Lombardi chef presidente Associa-zione Provinciale Cuochi di Latina docente presso l'Alberghiero di For-

mia e Roberto Rosati chef presiden-te della R2 Associazione Cuochi

Volontari Protezione Civile. Gian-luca e Giusy, dimostrando una

certa tranquillità, hanno elabora-to il loro piatto, componendolo e

impiattandolo entro lo spazio temporale loro concesso. La pie-

tanza è stato poi fatta assaggiare alla giuria di qualità e presenta-

ta, purtroppo, solo visivamente alla giuria del pubblico, composta da circa 30 presenti alla manife-

stazione. Quindi sono seguite le performance

degli altri Istituti, prima Formia con un allievo del quinto anno, già

con diverse esperienze alle spalle e classificatori secondo a recenti gare

regionali ed internazionali, che ha presentato una pietanza di pesce; a

seguire è stata la volta di Anzio-Lavinio con due ragazze del terzo anche loro con un piatto a base di

pesce, ma con qualche problema in

IL “SAN BENEDETTO” A IL “SAN BENEDETTO” A IL “SAN BENEDETTO” A

“““SKY WINESKY WINESKY WINE 201320132013”””

Page 33: Maggio-Giugno 2013

IIILLL PERCHE’

Numero 11 Pagina 33

cottura e preparazione che è co-stata loro lo sforamento del tempo

massimo concesso. Veniamo alla votazione: la giuria

popolare ha premiato i più giova-ni, Gianluca e Giusy di Latina con

ampio margine anche rispetto ai colleghi più titolati, ma il premio

“Sky Cook 2013” assegnato dalla giuria di qualità è andato al rap-

presentante dell'Istituto di For-mia. Un vero peccato per Giusy e Gian-

luca che non hanno affatto sfigu-rato al cospetto di avversari più

grandi, esperti e titolati. Per esse-re la prima esperienza è andata

benissimo!!! Speriamo solo sia l'inizio di una folgorante carriera

tra i fornelli. Al termine i ragazzi erano entu-

siasti. Giusy De Rosa: “Ero emo-

zionatissima con tanta paura di sbagliare, ma mi sembra sia an-

dato tutto abbastanza bene. E' stato divertente e poi la giuria po-

polare ci ha messo al primo po-sto!” Gianluca Grossi: “Ero mol-

to emozionato anch'io, ma la gara è stata bella. Il nostro piatto è pia-

ciuto e questo è l'importante. Rin-grazio, a nome mio e di Giusy, il

prof. Adriano Baglieri che ci ha messo in condizione di ben rap-presentare il nostro Istituto “San

Benedetto” di Latina”. Il prof. Adriano Baglieri: “E'

stata la loro prima esperienza e secondo me sono andati molto be-

ne, c'è molto da migliorare ma guai se così non fosse! La cucina è

un’arte che si apprende con il tem-po e l'esperienza; le competizioni

servono anche a questo, a stimola-re nei partecipanti il loro entusia-

smo”.

Luigi Lombardi: “Ho visto al la-

voro tutti ragazzi in gamba, anche i giovanissimi di Latina, è un pia-cere assistere a questi incontri tra

Istituti diversi, le competizioni ser-vono per gli scambi e la crescita dei

partecipanti”. M. Antonietta Santinato

Tagliolini di acqua e farina

con Fave e pecorino Romano

Ingredienti x 6 persone kg 0,400 Farina 00 Acqua Q.B Kg 0,200 Pecorino Romano grattugiato kg 0,150 Fave fresche sgusciate kg 0,10 Mentuccia Olio extra Vergine q.b.

Impastare e mano acqua e farina ottenendo dei tagliolini che andranno tagliati possibilmente a mano e lasciati su un piano di legno ad asciuga-re per circa 20 minuti .

Nel frattempo, in un pentolino o in una larga padella, far scaldare dell’acqua con delle fogliette di mentuccia selvatica ed un filo di olio e al bollore buttare i tagliolini lasciandoli “Risottare” fino a cottura della pasta al dente. Allontanare dal fuoco, aggiungere il pecorino e rimettere sul fuoco fino a far cremare l’impasto quindi aggiungere le fave prive del guscio, far saltare, aggiustare di pepe fresco e servire immediatamente decorando con scaglie di pecorino Romano…

N.B. Risottare è un termine usato in cucina per realizzare la pasta di-rettamente come fosse un risotto, aggiungendo del liquido man mano che si procede con la cottura .

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Personaggio del mesePersonaggio del mesePersonaggio del mese

Nome Cognome:

Giulia FerraroGiulia FerraroGiulia Ferraro

Professione: Assistente amministrativo

(infermiera)

Numero 11 Pagina 34 IIILLL PERCHE’

Da quanto tempo è in questa scuola e

qual è il suo ruolo? Sono un’assistente amministrativa e lavoro in didattica. Sono entrata in questa scuola nel 1988 come supplente. Quando sono arrivata qui, ero incinta di mia figlia Anna-lisa che poi ha frequentato questa scuola. È stato un percorso che ho iniziato da giovanissima ed è stato molto positivo. Da quanto tempo è volontaria nella Croce Azzurra? Nel 2003 sono entrata a far parte dei volontari di Sabaudia e nel 2004 nell’Avis. Com’è nato questo suo impe-gno sociale? Io amo la professione che svolgo nella scuola, ma nel corso degli anni ho capito che non ero ne pie-namente soddisfatta. Il lavoro am-ministrativo non mi faceva stare spesso a contatto con le persone ed è questo che mi ha spinta a cercare qualcosa che mi desse più soddisfa-zioni. Può raccontarci un’esperienza significativa relativa al suo vo-lontariato? Le esperienze che lasciano mag-giormente il segno sono quelle rela-

ILILIL PERCHE’

tive ai bambini, soprattutto neona-ti. Essendo un’infermiera e facendo turni 118 al Pronto Soccorso, con le associazioni di volontariato mi so-no trovata a far nascere una bam-bina, 5 anni fa. La bambina porta il mio nome, ma questo era già sta-to deciso. Comunque la coincidenza mi ha fatto molto piacere. Questa nascita in casa è stata un’esperien-za bellissima, perché le morti spes-so sono all’ordine del giorno nel mio lavoro! Un‘altra esperienza risale a 7 mesi fa: una ragazza era stata malmenata e io l’ho dovuta rianimare, dato che era in fin di vita. Ora è rimasta cieca, ma sta bene. È un’esperienza che mi ha colpito molto profondamente per-ché, grazie al mio aiuto, l’ho salva-ta. Sappiamo che lei ha fatto dei corsi ai ragazzi nel nostro Isti-tuto, c’è stata molta adesione a suo parere, da parte dei ragaz-zi? Si! Mi dispiace di non essere riu-scita ad accontentare tutti i ragaz-zi, perché il problema del tempo, degli impegni è stato un limite alla realizzazione di questi progetti. L’adesione infatti è stata molto al-ta. Vorrei presto fare un altro cor-

so, perché queste sono nozioni belle e utili da avere, anzi credo che tutti i cittadini dovrebbero essere prepa-rati in tal senso. Quanto crede che sia importan-te conoscere le manovre di pri-mo soccorso? Voi ragazzi siete preparati e forma-ti per uscire dalla scuola pronti a immergervi nel mondo del lavoro. Ma compito della scuola è anche quello di trasmettere questo tipo di nozioni, quelle di Primo Soccorso, per poter affrontare situazioni che si possono presentare nella vita. Che cambiamenti ha riscontra-to nell’Istituto dall’inizio della sua carriera ad oggi? Ho notato nei ragazzi un calo d’in-teresse e di passione! Però, quando vengono coinvolti in progetti concre-ti e stimolanti, allora rispondono bene e con entusiasmo perché sono davvero interessati a ciò che fanno. Quindi devono essere motivati!

Fabio Della Corte (4°B Agr.)

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IIILLL PERCHE’

Pagina 35 Numero 11

La Nuova Era è una Cooperativa Sociale nata nel 1981. Nell’anno scolastico 2012-2013 essa ha opera-to presso l’Istituto San Benedetto, seguendo i nostri ragazzi in una serie di lavori volti tutti al conse-guimento dell’autonomia sociale. Il Perché ha intervistato il refe-rente al San Benedetto della Nuo-va Era, il dott.re D’Aprano Ales-sandro che, assieme ad altri 5 ope-ratori e vari tirocinanti, ha seguito per tutto l’anno scolastico i nostri studenti diversamente abili. “Gli interventi effettuati sono stati diversi: si è trattato di lavori tra-sversali a partire però dalle emozio-ni. I ragazzi si sono abituati a lavo-rare in cerchio (circle time) e a de-scrivere le proprie emozioni attra-verso le immagini. Abbiamo creato un albero delle emozioni con frutti che rappresentavano i diversi stati d’animo. Ogni mattina i ra-gazzi individuavano la propria emozione, il proprio stato d’animo provando poi a verbalizzarlo. All’i-nizio non è stato facile riuscire a farli parlare, ma con il tempo, con l’esercizio quotidiano alle emozioni, si sono lentamente aperti anche su tematiche personali e familiari. Di fronte ad alcuni casi più delicati, noi abbiamo consigliato comunque di rivolgersi allo sportello d’ascolto. Conoscere le emozioni per questi ragazzi è fondamentale per impara-re a gestirle e a viverle serenamente

Nuova EraNuova EraNuova Era Quando sul palco scende il cuoreQuando sul palco scende il cuoreQuando sul palco scende il cuore

nella loro quotidiani-tà. Nel corso dell’an-no, in parallelo a quello delle emozioni, la Nuova Era ha atti-vato altri 3 laboratori: orto, vivaio, teatro. I ragazzi hanno ese-guito lavori manuali che sono stati poi ven-duti per una raccolta fondi. Abbiamo chie-sto proprio ai ragazzi in che modo volessero

utilizzare il denaro raccolto, questo per renderli protagonisti fino in fon-do dell’esperienza vissuta. Tutti han-no scelto la Caccia al tesoro per coinvolgere anche i loro compagni di classe. L’ambientazione è stata “ La Spada nella roccia; è per questo che ci avete visto vestiti da mago Merli-no, re Artù… Allo scopo di promuovere una vera integrazione, ogni nostro ragazzo era il caposquadra di un gruppo di altri 4 compagni. Dunque si è creato un mega gruppo di 50 ragazzi, divisi in 10 squadre, ognuna con 5 compo-nenti. In realtà i 5 componenti della squadra giocavano per l’intera loro classe. Il 24 maggio 2013, all’interno della scuola, si è svolta la Caccia al tesoro che ha divertito molto sia i ragazzi coinvolti sia noi operatori. Il Premio è stato ritirato al bar di Pie-rino e Teresa! Tre buoni bar destina-ti ciascuno ai membri dell’intera classe vincitrice, rappresentata dai 5 ragazzi della squadra. Primo premio €3.00, secondo premio €2.00, terzo premio € 1.00. Accompagnare i ra-gazzi al bar a comprare qualcosa, far contare loro i soldi, far fare loro piccoli acquisti, tutto rientra in quell’obiettivo fondamentale che è l’autonomia sociale. Questi ragazzi associano l’apprendimento all’espe-rienza vissuta e non alla libera asso-ciazione di idee astratte per loro; è dunque importante far vivere espe-rienze concrete. All’inizio per noi non è stato facile

ambientarci in una nuova realtà scolastica. Il rapporto con i ragazzi però è stato subito positivo; era evi-dente che avessero fatto già un per-corso precedente. Lavorare con loro non è sempre semplice, talora suben-tra la fatica, lo stress... È necessaria molta pazienza perché il ripetere gli stessi concetti tante e tante volte può diventare davvero logorante. Ma il momento della restituzione ripaga di tutta la fatica e il lavoro svolto. Questo dà una carica fortissima per ricominciare. Ieri, dopo lo spettacolo al Teatro Cafaro di Latina, avrei potuto ricominciare il mio lavoro senza pause!” Lo spettacolo teatrale "Della Voce e del Cuore", del 29 maggio 2013, per la regia dell’attrice pontina, Mela-nia Maccaferri, ha visto protagoni-sti proprio i ragazzi dell’Istituto San Benedetto. È stato un esempio con-creto di laboratorio delle emozioni, di scambio alla pari di sentimenti che dalla scena ribalzavano sulla platea per poi tornare sulla scena. Ancora una volta è chiaro quanto il teatro possa essere uno strumento formidabile per liberare la creativi-tà, le emozioni ma al tempo stesso possa anche essere un supporto per chi ha difficoltà e diverse abilità. I ragazzi del San Benedetto si sono esibiti in un toccante Giulietta e Romeo, di fronte a un pubblico at-tento ed emotivamente coinvolto. Erano presenti varie autorità citta-dine, fra tutti il Sindaco di Latina, dott.re Giovanni Di Giorgi e l’as-sessore ai Servizi Sociali di Latina, dott.ssa Patrizia Fanti. E poi ge-nitori, amici, parenti, compagni di scuola dei ragazzi del San Benedet-to, tutti lì a fare tifo per loro. Molto commossa e soddisfatta, alla fine dello spettacolo, è apparsa la regista Melania Maccaferri che, attraverso un intenso lavoro di gruppo, soste-nuto da passione, amore e coraggio, ha fatto sì che sul palco scendesse il cuore.

ILILIL PERCHE’

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Nome e Cognome:

Martina Tsironas

Età: 15 anni

Classe: 1° A Alb.

Puoi descrivere il tuo carattere in due parole?

Mi ritengo una persona solare ed estroversa. Sono socievole e non ho mai avuto problemi nel fare amici-zia. Mi fido molto degli altri e forse questo può diventare un difetto. Qual è il tuo rapporto con i ra-gazzi? Diciamo che sono “single, in cerca”! Di un ragazzo mi colpisce più il ca-rattere che l’aspetto esteriore. Lo vorrei simile a me, quindi solare ed estroverso. Non mi piacciono le sto-rie brevi, io sono per quelle lunghe e importanti. In un ragazzo vorrei trovare anche un amico di cui poter-mi fidare. Cosa ti piace fare nel tempo li-bero? Cantare! Adoro Elisa, perché sento davvero mie molte delle sue canzo-ni! Tiziano Ferro, sia come cantante

sia come esempio di chi nella vita ce l’ha fatta! Ma Adele è l’artista alla quale maggiormente mi sento vicina; penso di assomigliarle sia nella voce che nell’aspetto! Ti piace il tuo aspetto fisico? E come ti curi? Come capita a molte ragazze della mia età, vorrei essere “diversa” ma al tempo stesso mi accetto per quel-la che sono. È importante piacersi, per piacere agli altri! Non amo es-sere uguale alla massa e questo spiega il mio look talora particola-re e non griffato. Anche il mio ciuf-fetto rosa è un segno della mia per-sonalità! Mi piace essere me stessa anche a rischio di non piacere a qualcuno. Riguardo agli amici “Pochi ma buoni!” Cosa pensi che piaccia ai ra-gazzi di te? Penso che a colpire sia il mio carat-tere, la mia solarità e la mia dol-cezza. E poi i miei occhi cerulei che cambiano colore a seconda del tem-po. Qual è il tuo rapporto con la scuola e lo studio? Lo studio mi interessa soprattutto perché vorrei realizzarmi nel lavo-ro, anche magari andando all’este-ro. Amo le lingue, per le quali mi

sento particolarmente portata. Tra tutte il francese, avendo vissuto in Canada. Questa mia naturale atti-tudine verso le lingue, mi permette anche di migliorare nel canto e nell’interpretazione di un testo mu-sicale, proprio perché lo capisco e lo faccio mio. Quali sono i motivi che ti han-no spinto a scegliere l’Alber-ghiero? Penso che questa scuola possa dar-mi diversi sbocchi lavorativi e poi mi piace il fatto di poter stare a contatto con gli altri. Quale sport pratichi? Piscina e baseball! La piscina è stata più una scelta dei miei geni-tori! Il baseball invece è una scelta mia legata al fatto che, fin da bam-bina, seguivo questo sport con mio nonno. Quali sono i valori fondamen-tali della tua vita? Essere sempre se stessi, non vergo-gnarsi mai del proprio passato, perché il futuro può essere miglio-re. La famiglia è importante e il rispetto verso il prossimo, soprat-tutto se è in difficoltà.

Facce da copertina…?Facce da copertina…?Facce da copertina…?

Numero 11 Pagina 36 IIILLL PERCHE’

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Nome e Cognome:

Francesco Amadio

Età: 18 anni

Classe: 5° G Chimico

Puoi descrivere il tuo carattere in

poche parole? Sono un ragazzo solare, simpatico, socievole e a volte timido. Qual è il tuo rapporto con le ragazze? Cerco di conquistarle con la simpa-tia e la semplicità. Se mi piace par-ticolarmente una ragazza faccio in modo di farla sentire al centro dell'attenzione. Cosa fai nel tempo libero? Raramente faccio i compiti, più spesso esco con gli amici, giochia-mo a calcio o andiamo a ballare; quando non ho niente da fare ascol-to la musica o sto al computer. Ti piace il tuo aspetto fisico? Come ti curi? Sì, mi piace il mio aspetto fisico; mi curo facendomi spesso la doccia

Pratichi sport? Pratico il calcio ormai da tanto tempo al S. Pietro e Paolo; gioco in difesa e molti mi definiscono "macellaio" (ride); il mio giocatore preferito è il "bomber" Sforzini (ride ancora). Quali sono per te i valori fon-damentali della vita? Al primo posto c'è la famiglia, poi vengono gli amici, che ci sono sempre stati e ci saranno sempre, insieme abbiamo trascorso mo-menti indicabili che solo con loro avrei potuto condividere.

Silvia Sessa & MariKa Carnali

(3°B P.I.)

(ride), uso molte creme e vado spes-so dal barbiere, tengo molto alla cura dei miei capelli. Cosa pensi che piaccia alle ra-gazze di te? Mi considerano spesso il classico "principe azzurro", soprattutto per-ché sono alto, biondo e con gli occhi azzurri. Credo sia questo che le col-pisce maggiormente. Qual è il tuo rapporto con la scuola e lo studio? Fino al terzo anno studiavo molto e andavo abbastanza bene a scuola poi crescendo, è iniziata a mancare la voglia, anche perché col passare del tempo ho iniziato ad avere altri pensieri per la testa, come succede ad ogni ragazzo della mia età. Perché hai scelto l'indirizzo chimico? Inizialmente per seguire i miei ami-ci, poi perché mi piaceva particolar-mente la chimica, anche se poi, col passare del tempo, ho capito che mi sbagliavo.

Facce da copertina…?Facce da copertina…?Facce da copertina…?

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Numero 11 Pagina 38 IIILLL PERCHE’

Intervista a Antonio Conforto Età: 15 anni Classe:1°C Tc Sport: Muay Thai

Da quanto tempo pratichi que-sto sport? Pratico questo sport da circa 4 an-ni, avendo iniziato all’età di 11 anni. Come hai scoperto la Muay Thai? L’ho scoperto grazie a mia madre! Mi portò in palestra per una prova e da lì non ho più smesso. Mi è piaciuto subito l’ambiente, il tipo di allenamento e poi mi sono senti-to subito a mio agio. È stato un colpo di fulmine! Hai sempre praticato questo sport o ne hai provati altri? No, non ho praticato sempre que-sto sport; prima di iniziare la Muay Thai, ho fatto calcio e pisci-na perché i miei genitori non mi permettevano di praticare arti marziali prima di una certa età. Avevano giustamente paura che potessi farmi male. Da dove nasce questa tua pas-sione per il combattimento? Mio padre, da giovane, praticava la Box e fin da bambino ho visto film su combattimenti, come ad esempio Rocky, ho sempre seguito la box sui canali sportivi…è una passione che ho ereditato. In quale categoria gareggi? La categoria è in base al peso e all’età. Io gareggio nella categoria “cadetti” però talvolta il maestro mi fa competere con i ragazzi della “juniores”; questo per abituarmi a combattere con atleti più forti, più grandi e con maggiore esperienza rispetto a me. Comunque per ora gareggio nella modalità “light” ovvero a “contatto leggero” e questo dipende dal mio peso. Spero di arrivare quanto prima al “contatto pieno”, ma devo pesare un po’ di più. A quel livello si combatte sen-za le protezioni a eccezione del pa-ra tibia, del caschetto, dei guanto-ni e delle gomitiere. Ora indosso

anche un corpetto che mi protegge il torace. Se arriverò alla classe A, avrò solo guantoni, conchiglia e pa-radenti. Spero di farcela presto! Cosa rappresenta per te la Muay Thai? All’inizio era solo un hobby, uno sport come gli altri, poi si è trasfor-mato in una vera e propria passio-ne. Informandomi, ho scoperto che questo sport thailandese insegna una filosofia di vita che sto cercan-do di far mia. Comporta sacrifici ma ne vale la pena! Quali sono appunto i sacrifici legati alla pratica di questo sport? Praticare Muay Thai comporta mol-ti sacrifici, almeno per me. Le gare avvengono sempre il fine settimana e spesso devo rinunciare a uscire con gli amici. E poi l’allenamento è duro e costante. Durante la settima-na mi alleno tre volte per un’ora e mezza e, sotto gara, tutti i giorni per un totale di circa dieci ore settima-nali. Spesso mi alleno anche di do-menica. Un altro sacrificio è il dolo-re fisico da sopportare, è stato diffi-cile soprattutto all’inizio. Ma ho imparato anche questo. E poi la Muay Thai aiuta a controllare la rabbia e le emozioni forti. Quindi questo sport aiuta nell’autocontrollo? Sì, questo sport aiuta proprio in questo: a gestire le emozioni, a sa-perle utilizzare in modo positivo. Nelle prime gare infatti facevo l’er-rore di combattere con rabbia e que-sto mi faceva perdere la posizione, l’equilibrio , la concentrazione e di conseguenza il punteggio. Cosa non ti piace e cosa non ti piace di questo sport?

Non mi piace la disorganizzazione delle federazioni, ma per questo non si può far nulla. Spesso durante le gare, si crea confusione e anche que-sto non lo sopporto. Prima di scen-dere a combattere ho bisogno di ri-lassare la mente; la frenesia e il disordine mi disturbano molto. Mi piace invece l’ambiente nella palestra, la compagnia e il rapporto con il maestro. Mi aiuta molto a scaricare le mie emozioni negative e quindi riesco a sfogarmi. Hai mai vinto gare? Sì! I premi possono essere coppe o medaglie, a seconda dell’importan-za dell’incontro. Il primo combatti-mento all’età di 11 anni. Avevo pau-ra che l’emozione mi facesse brutti scherzi, ero così tanto agitato da avere i muscoli tesi. Quali emozioni provi durante le gare? Provo molta ansia e agitazione pri-ma delle gare. È fondamentale la concentrazione e la grinta per batte-re l’avversario, pertanto mi concen-tro ascoltando musica, cercando di trovare la giusta carica agonista. Alla fine delle gare però c’è sempre un abbraccio sportivo tra gli atleti. Cosa pensano i tuoi genitori della Muay Thai? All’inizio erano contrari anche per-ché dicevano che era troppo violen-ta. Un giorno però parlandone sere-namente, ci abbiamo riflettuto, arri-vando a un accordo: che non avrei mai usato quest’arte per cose nega-tive e fuori dal contesto sportivo. Ed è giusto così!

Giorgia Ferraioli & Martina Lalli

(1°C T.Chi.)

SportivamenteSportivamenteSportivamente

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IIILLL PERCHE’

Numero 11 Pagina 39

SportivamenteSportivamenteSportivamente

Si è tenuta il 7 Aprile 2013 allo

“STADIO DEL NUOTO” di Mon-

terotondo la 20a Manifestazione

in Memoria di Piero Di Teodoro,

giovane promessa del nuoto scom-

parso a soli 15 anni. A questa picco-

la ma significativa Manifestazione

hanno partecipato anche i ragazzi

della piscina SLIM di Cisterna,

ottenendo importanti risultati. Tra i

giovani nuotatori c’era anche una

studentessa della nostra scuola:

Francesca Liberini (3°B P.I.)

2°: Augugliaro Amedeo: 93: SLIM CISTERNA: 1'07"92

3°: Pichi Michael: 94: SLIM CISTERNA : 1'08"16 4°: Altigieri Thomas: 94: SLIM CISTERNA:

1'12"57

100 Dorso junior maschi Codice: MJD3 Vasca 50m 1°: Floridi Gabriele: 96: SLIM CISTERNA: 1'39"42

100 Dorso assoluti maschi Codice: MSD3 Vasca 50m 1°: Augugliaro Amedeo: 93: SLIM CISTERNA: 1'27"79

100 Farfalla assoluti femmine Codice: FSF3 Vasca

50m 1°: Liberini Francesca: 96: SLIM CISTERNA:

1'24"94

100 Rana junior maschi Codice: MJR3 Vasca 50m 1°: Floridi Gabriele: 96: SLIM CISTERNA: 1'41"19

100 Rana ragazzi femmine Codice: FRR3 Vasca 50m 6°: Rizzato Chiara : 99 : SLIM CISTERNA : 1'42"91

Daniela Fiorentini (3°B P.I.)

50 Rana esordienti A1 maschi 5° Boccabella Davide

50 Stile libero assoluti femmine 1° Liberini Francesca : 96 : SLIM CISTERNA

50 Stile libero Junior maschi Codice: MJS2 Vasca 50m 1° Del Prete Raffaele: 95: SLIM CISTERNA: 31"83

50 Stile libero assoluti maschi Codice: MSS2 Vasca 50m 1° Pichi Michael: 94: SLIM CISTERNA: 29"78 2° Altigieri Thomas: 94: SLIM CISTERNA: 31"56

100 Stile libero junior maschi Codice: MJS3 Vasca

50m 1° Del Prete Raffaele : 95: SLIM CISTERNA:

1'15"61 2°: Floridi Gabriele: 96: SLIM CISTERNA:

1'17"80

100 Stile libero assoluti maschi

Ma ecco i risultati delle gare nelle diverse specialità:

Guido Cenci (Allenatore)

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Numero 11

Pagina 40 IIILLL PERCHE’

nista del film è Philippe Pozzo di Borgo, erede di duchi e di marchesi, proprietario di un’elegante di-

mora a Parigi, ma anche di un castello in Norman-dia e di palazzi a Venezia e in Corsica. Il badante

nella realtà si chiama Abdel ed è senegalese e non algerino. Per il resto la storia vera corrisponde alla

trasposizione cinematografica. Oggi Philippe Pozzo di Borgo vive a Essaouira. Ha avuto due figli dalla seconda moglie, Kadhija. E il suo amico Abdel ha

finalmente messo la testa a posto.

Quasi amici ha avuto un grandissimo successo e ha conquistato il record di secondo film francese più

visto di sempre!

Luca Caldato (4°G Chi.)

Quasi amici Trama: In seguito a un incidente che l’ha reso te-

traplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito di prigio-ne, in qualità di badante personale. L'improbabile connubio metterà subito i due uomini a confronto e, anche se il giovane di colore appare come la perso-

na meno adatta all'incarico, i poli opposti finiranno per attrarsi. Sarà la nascita di un'amicizia folle,

comica e profonda...

Genere: Commedia

Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano

Sceneggiatura: Olivier Nakache, Eric Toledano

Attori: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Au-

drey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire

Oestermann, Joséphine de Meaux

Distribuzione: Medusa Film

Paese: Francia 2011

Durata: 112 min.

Formato: Colore 1.85 : 1

Commento: E’ un film divertente, simpatico, esila-rante che ci darà molto da ridere e molto su cui ri-flettere! Davvero ben realizzato, con personaggi

simpatici e sceneggiatura allegra. Si conclude rega-lando allo spettatore la speranza di poter trasfor-mare positivamente la propria vita, perfino davanti

a difficoltà apparentemente insormontabili. Emerge prepotentemente la capacità di non arrendersi e di

continuare a cercare tenacemente un modo per dare un senso alla propria vita. Tutto questo è ancora

più incoraggiante se si pensa che la pellicola si è ispirata a una storia vera. Nella realtà, il protago-

Il perche’: Il perche’: Il perche’: cinemacinemacinema

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IIILLL PERCHE’

SCELTA PER VOI SCELTA PER VOI SCELTA PER VOI Numero 11 Pagina 41

CURIOSITA’ SU

AMERICAN IDIOT GREEN DAY

L'album America Idiot esce il 21 set-tembre 2004. Era il momento delle elezioni presidenziali di George W. Bush. I Green Day, gruppo punk rock statunitense, vorrebbero bloccare l'elezione, raccogliendo delle firme da parte dei fan. Il disco ottiene l'effetto desiderato. Missione compiuta per Bil-lie Joe Armstrong e soci. La critica ha osannato American Idiot, conside-randolo addirittura una pietra miliare del genere punk-rock, l’erede di Lon-don Calling. L’album, obiettivamente parlando, è poca cosa. I guizzi artistici sono quasi inesistenti, i pezzi-riempitivo tanti, troppi. Le tracce non divertono, sono davvero sciatte, realiz-zate con l’espediente di due accordi e tanta, tanta melodia che emoziona le fan più desiderose di sentimenti. Si reputa un disco duro, ricco di chitarre taglienti. Una delle tematiche dell'al-bum è l'attacco rivolto all'idiota ame-ricano, ovvero al "paranoico stile di vita americano dove tutto passa attra-verso i media che trasmettono ciò che vogliono far credere alla gente". Il vero American Idiot sta là fuori, seduto sul divano assorbendo ciò che i mass media offrono. Tra i bersagli polemici dei Green Day c'è appunto il presi-dente degli Stati Uniti George W. Bush, definito "l'americano idiota" e accusato di aver provocato la guerra in Iraq, causa di tanti morti. La canzone che mi ha colpito di più, oltre ad American Idiot, è stata Jesus Of Suburia che è divisa in 5 parti. Racconta la vita di un ragazzo punk e ribelle che lascia la sua ragazza, scap-pa da casa e conosce tante donne Egli fa esperienze molto forti, diciamo che vive una vita "Sex, drugs e rock'n' roll" per poi tornare nella sua dimora. Tornando a parlare di American Idiot, vorrei solo dire: "Don't wanna be an American idi-ot One nation controlled by the me-dia Information age of hysteria calling out to idiot America"

Non voglio essere un idiota americano una nazione controllata dai nuovi media Era dell'informazione dell'iste-rismo. Questa la dedico all'AMERICA-NO IDIOTA!" Credo che da queste poche righe possiamo capire tutto l'odio che c'era nei confronti del presidente Bush e quanto i Green Day ci te-nessero a far capire che non pos-siamo vivere una vita controllata dai media. Bisogna ribellarsi, per-ché continuando a subire passiva-mente, si rischia solo di essere de-gli idioti senza pensieri propri

Wake Me Up When September Ends

Green Day

Summer has come and passed, The innocent can never last, Wake me up when September ends. Like my fathers come to pass, Seven years has gone so fast, Wake me up when September ends. Here comes the rain again, Falling from the stars, Drenched in my pain again, Becoming who we are. As my memory rests, But never forgets what I lost, Wake me up when September ends. Summer has come and passed, The innocent can never last, Wake me up when September ends, Ring out the bells again, Like we did when Spring be-gan, Wake me up when September

ends. Here comes the rain again, Falling from the stars, Drenched in my pain again, Becoming who we are. As my memory rests, But never forgets what I lost, Wake me up when September ends. Summer has come and passed, The innocent can never last, Wake me up when September ends. Like my fathers come to pass, Twenty years has gone so fast, Wake me up when September ends. Wake me up when September ends. Wake me up when September ends.

TRADUZIONE L’estate è venuta ed è passata L’innocente non può mai durare Svegliami quando finisce settembre Così come è venuto e passato mio padre sette anni sono volati in fretta Svegliami quando settembre è finito Ecco di nuovo la pioggia che cade dalle stelle immerso di nuovo nel mio dolore Diventando chi siamo Come la mia memoria si riposa Ma non dimentica mai quello che ho perso Svegliami quando settembre è finito Come la mia memoria si riposa Ma non dimentica mai quello che ho perso Svegliami quando settembre è finito Le campane suonano ancora come abbiamo fatto noi quando è iniziata la primavera Svegliami quando finisce settembre Ecco di nuovo la pioggia che cade dalle stelle immerso di nuovo nel mio dolore Diventando chi siamo Come la mia memoria si riposa Ma non dimentica mai quello che ho perso Svegliami quando settembre è finito Come la mia memoria si riposa Ma non dimentica mai quello che ho perso Svegliami quando settembre è finito Così come è venuto e passato mio padre venti anni sono volati in fretta Svegliami quando settembre è finito Svegliami quando settembre è finito Svegliami quando settembre è finito Svegliami quando settembre è finito

Aurora Dell’Unto (1°A Alb.)

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L’Alberghiero del San Benedetto L’Alberghiero del San Benedetto L’Alberghiero del San Benedetto alla Prova del cuoco!alla Prova del cuoco!alla Prova del cuoco!

Numero 11 Pagina 42 IIILLL PERCHE’

Mercoledì 24 Aprile alcuni studenti del San Benedetto, scelti tra le

classi dell’Alberghiero, sono stati

ospiti alla “Prova del cuoco” presso gli studi RAI di Roma. L’u-scita didattica, organizzata dai

proff. Sirica, Baglieri e Palombi, si è proposta di far vivere ai ragaz-

zi un’esperienza gastronomia parti-

colare immergendoli nella realtà

culinaria televisiva, tra le più se-guite della televisione italiana. Alle 8:30 il pullman è partito da

Latina con destinazione: Studi Rai DEAR. Per le 10,00 circa abbiamo

raggiunto la nostra destinazione. Dopo essere passati al “controllo’’,

situato all’entrata degli studi, ab-

biamo incontrato il nostro tutor che ci ha spiegato tutto il percorso del-la nostra giornata presso gli studi

Rai, dal funzionamento della diret-ta, a quello delle cucine degli studi televisivi... Poco dopo questo

breafing dietro le quinte, siamo entrati a turno all’interno di una

sala prove dove ci siamo potuti cambiare e preparare per la punta-

ta. Abbiamo indossato le

divise del no-stro Alber-

ghiero. A que-sto punto,

tutti pronti, ci siamo acco-

modati nella stessa sala dove il nostro

tutor ha con-tinuato a par-

lare e a illu-strarci altri dettagli della diretta. Il

nostro preside, Nicola Di Batti-sta, ha preparato una dedica per la Sig.ra Clerici accompagnato da una pianta e da un cesto con i prodotti

caseari della nostra scuola. Ci avrebbe fatto piacere poterli conse-

gnare di persona alla conduttrice ma purtroppo abbiamo potuto farlo solo attraverso una sua assistente.

Ci siamo quindi concessi una pausa caffè accompagnata da altre spie-

gazioni: funzionamento delle ripre-se, cos’è un gobbo, cosa avremmo

dovuto fare come pubblico durante le canzoni del programma e la pre-

sentazione della scuola... Infine, divisi in gruppi omogenei, siamo entrati nello studio

della Prova del cuoco e abbiamo preso posto sulle

tribune. Così, senza nean-che quasi accorgercene, è

iniziata la diretta tv. La sigla ci ha fatto capire che

ormai eravamo in onda! È entrata la conduttrice e

subito un applauso abba-

stanza lungo ci ha tenuto impegnati.

Quindi Anna Moroni e gli altri pro-tagonisti della trasmissione. La Cle-rici ha salutato per mano molti dei

nostri ragazzi e il Preside, presen-tando il nostro Istituto. Dato il gior-

no molto particolare, poiché si atten-

deva, da parte del Presidente della

Repubblica, Giorgio Napolitano, l’affidamento del mandato come Pre-

sidente della Consiglio, la scaletta del programma è stata un po’ cam-

biata e dopo la ricetta, si è dato subi-to il via alla gara culinaria. Durante

la pubblicità vi era modo di scambia-re qualche chiacchiera con le persone presenti in studio, in particolare la

sig.ra Moroni si è dimostrata molto simpatica e cordiale, mentre la con-

duttrice era impegnata spesso a par-lare con assistenti o cameraman. La

diretta, come già a inizio puntata annunciato dalla Clerici, è stata in-

terrotta da un’edizione speciale del Tg1 dedicata all’annuncio dell’incari-

co a Enrico Letta come Presidente

del Consiglio. Durante questa pau-sa in studio si è creato un grande

silenzio, bisognava stare attenti all’audio del Tg, perché da un mo-

mento all’altro potevano restituirci

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IIILLL PERCHE’

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la linea e quindi andare subito in diretta.

A proposito dello studio, in realtà è molto piccolo, in televisione sembra

molto più grande, invece le sue di-mensioni reali sono ben diverse. Vi

erano 3 cameraman che si alterna-vano alle riprese e accanto a loro si

spostava una signora con in mano il

gobbo: cartelloni con scritto a mano vari suggerimenti che potevano ri-

guardare ricette, presentazioni, commenti etc… I buoni profumi

all’interno dello studio si facevano sentire e ci hanno fatto venire l’ac-

quolina in bocca, data anche l’ora di pranzo!!! Di fianco alle tribune, in-

seriti nel TOP delle cucine del Po-

Resoconto raccolta per LUNA

Totale € 197,02 Ringraziamo tutti coloro che, anche con un piccolo gesto, hanno contribuito a far operare Luna e a rendere la sua vita migliore! Un grazie speciale al sig.re Agostino Castaldo che si prende quotidianamente cura della nostra Luna. Grazie! Luna

Convitto Euro 35.00

1°A TA Euro 4.50

4°E Chi. Euro 3.95

2°B TA Euro 8.90

5°E Chi. Euro 10.00

2°D TC Euro 9.75

1°A TC Euro 4.70

3°F Chi. Euro 4.03

5°G Chi. Euro 5.00

1°C TC Euro 12.00

2°C TC Euro 3.80

4°G Chi. Euro 34.31

1°B TC Euro 16.03

3°A Euro 16.05

3°B P.I. Euro 1.80

Docenti Euro 25.00 (Di Muro-Pacini-Duranti-Angiello)

Vari Euro 2.20

modoro (rosso) e del Pepero-

ne (verde) vi erano display attraverso i quali potevamo

seguire la puntata. Spesso infatti davanti a noi vi erano telecamere o assistenti che

ostacolavano la veduta. Alle ore 12.30 circa è finita la di-

retta quindi, dopo i saluti del-la conduttrice, ci siamo avviati

pian piano dietro le quinte, sperando di fare una foto con lei,

ma non ci siamo riusciti perché la Clarici è andata subito nel suo camerino! Abbiamo potuto fare

però degli scatti con la Moroni e con altre persone del cast molto

disponibili. Quindi ci siamo nuova-mente cambiati e avviati verso

l’uscita degli studi. Fare questa esperienza è stato in-

teressante e ha un po’ saziato la no-stra curiosità di sapere cosa avven-

ga in realtà dietro lo schermo televi-sivo. Ci siamo immersi nel mondo

dello spettacolo ed è stato elettriz-zante! Prima di andare in onda sia-

mo stati pervasi da ansia e poi eufo-ria nel vedere la nostra immagine

proiettata in un display. Questa giornata ci ha reso consapevoli che il mondo dello spettacolo non sia poi

così lontano da noi ma che ci sono molte possibilità di interagire con

esso, un esempio è proprio la nostra

partecipazione alla Prova del cuo-

co!!! Fabio Della Corte

(4°B Agr.)

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Numero 11

Pagina 44 IIILLL PERCHE’

SSScotti e cotti e cotti e bbbruciatiruciatiruciati Gnocchi di carotaGnocchi di carotaGnocchi di carota Ingredienti: 1 kg carote con ciuffo 100g di farina 1 uovo 120g. di Grana Una noce di burro Olio Sale e pepe Per condire: 2 mazzetti di finocchietto selvatico 100g. di formaggio roquefort  Burro q.b. Grana 1 limone Pepe nero

Procedimento: Lessare a vapore le carote fatte a rondelle, scolarle e ripassarle con un pezzettino di burro per farle asciugare. Frullatele aggiungendo l'uovo, il formaggio, la farina. Mettete sul fuoco una pentola d'acqua e quando bolle fare delle quenelle con due cucchiaini. Appena vengono a galla scolarli. Sugo: Sbollentare il finocchietto selvatico, frullarlo con il formaggio, l'olio, il sale e il pepe.  Servire gli gnocchi di carota accompagnati con la salsa al finocchietto.

ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’ ILILIL PERCHE’

In data 7 giugno 2013, la Redazione de Il Perché si è ritrovata per l’ultimo in-contro del corrente anno scolastico.

È stata l’occasione per sa-lutarsi e festeggiare tutti insieme gli eccellenti risul-tati ottenuti, frutto di un grande lavoro di squadra e di un impegno serio e co-stante. Il Progetto, “Giornale d’Istituto”, partito un po’ in sordina ma portato avanti con con-vinzione e determinazione dai proff. Claudio Cap-pelletto e Cristiana An-giello, deve il suo successo alla volontà, all’entusia-smo, alla serietà di un

gruppo di giovani studenti che hanno saputo cogliere nel progetto, non solo un valore didattico ma anche un’occasione di crescita personale.

I ragazzi hanno voluto dimostrare la propria sti-ma nei confronti dei do-centi, responsabili del Progetto e di coloro che, a vario titolo hanno contri-buito al suo successo - Prof Piero Lergetpo-rer, prof Stefano Tri-chei e Mauro Coppotel-li - consegnando inaspet-tate e bellissime targhe e attestati.

ILILIL PERCHE’

Il Perché vi dà appuntamento al nuovo anno scolastico, au-gurandovi buo-ne vacanze!