luigi d'alpaos: ci si potrà difendere dalle piene che verranno

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Marghera, 10 novembre 2016 Sala Oro – Confindustria - Venezia Luigi D’Alpaos Ci si potrà difendere dalle piene che verranno? MAI PIU’! VERSO UN’IDRAULICA RESPONSABILE

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Page 1: Luigi D'Alpaos: ci si potrà difendere dalle piene che verranno

Marghera, 10 novembre 2016 Sala Oro – Confindustria - Venezia

Luigi D’Alpaos

Ci si potrà difendere dalle pieneche verranno?

MAI PIU’!VERSO UN’IDRAULICARESPONSABILE

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La grande alluvione4 – 5 novembre 1966

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Le precipitazioni del 3- 4 novembre 1966 cadute

in circa 36 ore sulle Venezie

PADOVA

S. Donà

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Colmi di piena affluiti ai corsi di pianura dei principali fiumi durante la piena del 3-5 novembre 1966, a confronto con la massima capacità di portata attuale degli alvei:

Tagliamento a Pinzano 5.000 m3/s 2000 m3/s

Insufficienza degli alvei dei fiumi veneti in pianura rispetto alle massime piene probabili

Meduna a Pordenone 2.200 m3/s 1500 m3/s

Piave a Nervesa 4.850 m3/s 3000 m3/s

Brenta a Bassano 2.700 m3/s 1600 m3/s

Adige a Trento 2.300 m3/s

Bacchiglione a Padova 600-650 m3/s 500 m3/s

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Gli allagamenti prodotti dalla piena del novembre 1966

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Gli allagamenti prodotti dalla piena del settembre 1882

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La Commissione De Marchi

Relazione Generale 1970

Attidella Commissionepubblicati nel 1974

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Improponibilità di interventi rivolti ad adeguare la capacità di portata degli alvei in pianura alle massime portate probabili in arrivo da monte

La Commissione De Marchi e alcune sue importanti conclusioni

Necessità di intraprendere una diversa politica nella difesa dalle piene mediante trattenuta temporanea dei colmi di piena entro invasi appositamente predisposti

Improponibilità di utilizzare per la laminazione delle piene i volumi degli invasi elettro-irrigui esistenti, a causa, in generale, delle modeste dimensioni dei loro scarichi di fondo rispetto a una tale funzione e delle difficoltà di conciliare criteri di esercizio soggetti a obiettivi opposti

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Invaso di Ravedis (24 106 m3): unica opera realizzata fra quelle indicate

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Dal 1970 in poi, per oltre 40 anni abbiamo soltanto chiacchierato

In molti si sono distinti per la pochezza tecnica, ma anche politica, della loro visione

A partire da un certo momento (1985) sono via via emerse posizioni egoistiche, soluzioni

alternative che tali non erano, accomodamenti vergognosi

di alcune istituzioni tecnicheFino al brusco risveglio del novembre 2010,Quando, fortunatamente in modo più limitato,

una nuova piena ci ha colpito

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Le piogge sul Venetoin occasione della

piena del novembre 2010 in rapporto a quelle cadute nel novembre 1966.

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Nel 1966, la distribuzione nel

tempo delle intensità di precipitazione è

stata molto più sfavorevole del 2010.

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Rotte multiple, tracimazioni, allagamenti e danni, e anche una vittima, nei bacini del Bacchiglione

e dell’Alpone- Chiampo

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A seguito della piena del 2010 è iniziata una concreta attività per difendere il territorio veneto dalle piene

Nel bacino del BacchiglioneCassa di espansione di CaldognoCassa di espansione di Viale DiazCassa di espansione di Sarcedo-Serbatoio di Meda

Nei bacini dell’Alpone-Chiampo-Agno GuàCassa di espansione di TrissinoCassa di espansione di Montebello Vicentino (ampliamento)Cassa di espansione della ColombarettaCassa di espansione di S. Lorenzo

Interventi importanti, ma che non sono sufficienti se si punta a migliorare le condizioni di pericolosità idraulica in senso generale

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BASTA CON I TORMENTONI CHE CI HANNO PARALIZZATO IN QUESTI ANNI!

Finalmente si scelga quale soluzione intraprendere nel caso dei grandi fiumi, si smetta di discutere e ci si taccia, soprattutto quando non si conoscono affatto i problemi

Le istituzioni tecniche non si prestino più a ballettisenza capo né coda, che sfiorano il ridicolo. Riprendano il senso della dignità della loro funzione,che è e resta insostituibile, e si sottraggano alle pressioni inconsulte di quanti (potenti di turno o portatori di interessi) ritengono di essere"irresistibili"

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Il tormentone senza fine del Piave

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Un esempio didascalico di come le istituzioninon si dovrebbero comportare: il Tagliamento

Partiti da Pinzano (95 106 m3)

Passati per le casse di espansione subito a valle di Pinzano (45(?) 106 m3)

Queste ultime travolte dalle casse di espansione di Dignano

Per ritornare a Pinzano, ma con una traversa(18(?) 106 m3)

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Concludendo, quale risposta?

Restiamo in attesa delle opere individuate, ma non ancora realizzate. Le parole ormai non bastano più

Chi non ha competenza econoscenza dei problemi non parli, ma impari ad ascoltare

Viviamo consapevoli del fatto che la piena è sempre dietro l’angolo, impariamo a convivere con le alluvioni e a non farci cogliere impreparati da questi eventi straordinari ma pursempre possibili

Page 19: Luigi D'Alpaos: ci si potrà difendere dalle piene che verranno

Grazie per la vostra

attenzione