l'ombra del dubbio

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036 GIUGNO/LUGLIO 2012 3,00 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1, LO/MI Roserio. generazione DENTRO CENTINAIA DI ADOLESCENTI RINUNCIANO A SCUOLA E AMICI, CONFINATI NELLA LORO CAMERA ESCONO SOLO PER MANGIARE. I GENITORI LANCIANO UN S.O.S. ikikomori d’Italia

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TdM 036, giugno-luglio 2012 / Il racconto del mese. Autore: Maurizio Roccato. Illustrazioni: Marika Marini.

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036

GIUGNO/LUGLIO 2012 3,00

Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postaleD. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1, LO/MI Roserio.

generazioneDENTRO

CENTINAIA DI ADOLESCENTI RINUNCIANO A SCUOLA E AMICI, CONFINATI NELLA LORO CAMERA ESCONO SOLO PER MANGIARE. I GENITORI LANCIANO UN S.O.S.

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era un esperto di foto spiritiche tanto da sapere, sempre, come svelarne il trucco. finché una sera…

| RACConTo | MAUrIzIo roCCAto | illuSTRAzionE | MArIkA MArInI

con passo sicuro nella sala seguito dal suo assi-stente. La platea spostò lo sguardo verso il tavolo riservato ai conferenzieri, riducendo progressiva-mente il mormorio che saturava la stanza. Tiberio Realacci era stranamente cupo, e Alberto Zanello, al suo fianco, teneva gli occhi puntati al pavimento.

Il professor Realacci, anche quel mercoledì sera, entrò

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| 036 | giugno/luglio 1234 | SCrIttorI nEL CASSEtto

Maurizio RoccatoTrentotto anni, vive a Vercelli con moglie, figlio e tre gatti. Quando i predetti gliene danno il tempo, si misura con la propria fantasia nel dare vita a romanzi e racconti. Predilige il genere thriller e noir.

Il professore alzò lo sguardo al soffitto, dove una serie di faretti proiettava coni di luce obliqua a illu-minare gli affreschi ottocenteschi della volta a vela della sala. Uno schiocco di dita dell’assistente e le luci si spensero, dando il cambio a quella del proiet-tore che, illuminandosi, penetrò il buio con un fa-scio di luce polverosa che andò a investire la parete di fronte. Il silenzio calò all’istante, divenendo più denso dell’oscurità in cui era immerso il pubblico.

“So che vi aspettavate una serata diversa a con-clusione del nostro ciclo di conferenze sul para-normale”, esordì scandendo bene le parole Alberto Zanello, “ma questa sera esamineremo ancora un caso, un ultimo caso, di fotografia spiritica, che vi prego di osservare attentamente”.

Detto questo si spostò di lato, e fatto un cenno all’operatore che armeggiava sul computer collega-to al proiettore, si voltò con sguardo serio per osser-vare l’immagine che era comparsa sulla parete.

Tiberio Realacci fece un passo indietro e, scuo-tendo il capo con disapprovazione, considerò la fo-tografia.

“Finalmente questo branco di ingenui non avrà più nulla da ridire”, sussurrò al suo assistente, sog-ghignando.

“Questa, signori, ” disse il professore alzando la voce e indicando la parete “è la dimostrazione che spero vi convincerà una volta per tutte dell’inesi-stenza dei fantasmi”. Muovendosi come sua abi-tudine con le mani incrociate dietro la schiena si portò sul lato opposto della sala, scrutando al suo passaggio i volti delle decine di persone che fissava-no ammutolite la proiezione.

“Come presidente dell’Associazione nazionale per l’accertamento delle manifestazioni paranormali ho cercato di dimostrarvi scientificamente l’inesistenza di questo genere di fenomeni; per settimane, duran-te ogni incontro, vi ho spiegato quali trucchi e mes-sinscene si nascondono dietro a tutte, e sottolineo tutte, le presunte manifestazioni di telepatia, chia-roveggenza, spiritismo, retrocognizione, levitazione e ogni altro genere di evento legato a una qualunque forma di percezione extrasensoriale. Sapevo che per-suadere una folla di credenti come voi, in gran parte affiliati ad associazioni che investigano e quindi cre-dono in questi eventi soprannaturali, non sarebbe stato facile. Ma io ho accettato la sfida!”

Così dicendo sollevò un braccio al cielo, mo-strando il pugno chiuso alla platea.

“Puntualmente”, proseguì “le vostre contesta-zioni, e le critiche ai risultati sperimentali che con-futano e demoliscono inequivocabilmente questo

castello di assurdità, non hanno mancato di mette-re in dubbio le prove che ogni volta vi mostravo. A volte, permettetemi, spingendovi anche oltre i limi-ti del buon senso. Ma ora, questa foto…”.

Tiberio Realacci si godette il trionfo di quel mo-mento, stando con le mani sui fianchi a rimirare quello che tutti osservavano in silenzio: un portica-to trecentesco faceva da sfondo a un tratto di strada e, in sospensione tra le colonne di granito grigio, una figura evanescente sembrava venire incontro all’obbiettivo fluttuando a mezzo metro da terra. Quella figura aveva il volto di Tiberio Realacci.

“Il professore non avrebbe mai pensato di poter-vi mostrare questa foto” intervenne Alberto Zanello avvicinandosi.

“Esatto Alberto!” disse con enfasi Realacci. “Chi di voi indagatori di misteri potrà ancora dire che i fantasmi esistono? Immagini di questo tipo si tro-vano in centinaia di libri, e ancor di più se ne ve-dono su Internet. Ma sono tutti fotomontaggi! Ed è inutile che stia a farvi notare i dettagli che rendo-no poco credibile anche questa foto, perché è ovvio che non c’è bisogno di dare molte spiegazioni. An-che questa, signori, è, come tante altre, l’ennesima burla comparsa in rete… magari opera di qualche buontempone seduto tra voi che non ama molto le mie posizioni contro queste ingannevoli assurdità”, concluse puntando il dito verso la prima fila.

“Sicuramente, però” riprese Alberto Zanello ri-volto alla platea silenziosa “avrebbe dovuto vederla anche lui: non so come l’avrebbe presa, “ disse con la commozione nella voce “perché va a confermare quello che ha cercato di smentire per tutta la sua vita”.

“Come?” domandò stupito il professore. “Che stai dicendo?”.

“Purtroppo, come sapete, a causa all’incidente avvenuto qualche giorno fa in questa via del centro, lui non è più tra noi; ma ora sappiamo che il suo spirito rimane”.

“Ma sei impazzito?” protestò il professore spo-standosi di scatto verso il suo assistente. Così muovendosi passò davanti al proiettore, che non stampò sulla parete opposta l’ombra nera del suo profilo quando interruppe il fascio di luce generato dall’obbiettivo.

Tiberio Realacci se ne accorse e si bloccò, rima-nendo immobile per qualche istante con sguardo allibito. Poi, senza nemmeno avere il tempo per rendersene conto, si dissolse improvvisamente, an-dando a far parte della polvere in sospensione nella stanza.

Marika MariniPer gli amici è Bubi, classe 1987. Di sé scrive: “Mi piacciono i disegni silenziosi e credo che a un certo punto della carriera ti venga voglia di ritagliare un pezzo di carta a forma di triangolo, di provare a disegnare in cerchi e di studiare le infinite possibilità di un quadrato”.

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un mondo di storie

L o scrittore israeliano Eshkol nevo è conosciuto in Italia per aver pubblicato due romanzi:

“Nostalgia” (Mondadori, 2007) e “La simmetria dei desideri” (Neri Pozza, 2010). Ho letto quest’ultimo che an-che Terre di mezzo vi aveva consigliato nella sua pagina di libri qualche tem-po fa, tutto di un fiato, poi ci ho ri-pensato.

Perché tutto il fiato non basta per comprenderne il valore. Così l’ho ri-letto piano, a scaglioni, estraendo dal complesso della trama generale le sin-gole storie raccontate.

Un esercizio di lettura che rappre-senta anche un buon allenamento per chi sta scrivendo una storia multili-neare, dove all’interno di una trama generale si intersecano altre linee nar-rative che coinvolgono i diversi perso-naggi, i cosiddetti sub-plot.

Badate bene, si tratta di un espe-diente letterario tutt’altro che secon-dario: ogni sub-plot, infatti, permette di costruire (e per noi lettori di capire) le relazioni che intercorrono tra un personaggio e l’altro, e naturalmente prende avvio dalla trama principale.

Proprio come accade nel libro di Nevo, “La simmetria dei desideri” dove quattro amici, quasi trentenni, si ritrovano per vedere in tivù la finale dei Mondiali di calcio. In quell’occa-sione decidono di scrivere su dei bi-gliettini i loro desideri: dove si trove-ranno tra quattro anni e con chi?

Questa è la premessa semplice per un romanzo complesso, capace di creare un crocevia narrativo in cui si scopre il legame, dolorosamente ca-suale, che c’è tra la Storia (siamo pur sempre a Gerusalemme) e le vite indi-viduali. Nevo ci riesce, scegliendo con cura i suoi protagonisti:

1 Yuval, l’autorevole voce narrante: un personaggio dal sapore dostoev-skijano, vive ogni giorno afflitto dal senso di colpa per aver amato -non corrisposto- la sibarita Yaara;

2 Churchill, il leader del gruppo -per lui sì che Yaara stravede-, rampante quanto basta per fallire nella vita sua e in quella degli altri. A caratte-rizzarlo, un’ironia corrosiva: “Non esiste una ragazza bella, intelligen-te, arrapata e anche libera. Uno de-gli elementi è sempre assente”;

3 Ofir, un pubblicitario sempre sot-to pressione da ispirazione creativa che non perde però occasione per essere banale nella vita personale;

4 Amichai, il bravo ragazzo sistemato con moglie e figli che tutti invidia-no ma al contempo temono. Una sorta di memento mori vivente per quanti aspirano alla normalità.

Come si intrecciano le loro storie, lo faccio scoprire a voi. Leggendo “La simmetria dei desideri” non impare-rete però solo a scrivere delle storie multilineari, verrete a contatto con un’altra importante lezione sulla scrittura (e dunque sulla vita) e cioè che a volte: “(...)ci poniamo delle mete e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a raggiungerle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate”.

il mestieredi leggere

A cura diALESSAnDrA

MInErVInI

è QuEllo CoSTRuiTo DAllo SCRiTToRE iSRAEliAno ESHkol nEVo in uno DEi Suoi RoMAnzi Più noTi,DoVE il CAlCio è Solo un PRETESTo.

≈ raccontare storie è un’arte che si può imparare.lo dimostra la Scuola holdendi torino, fondata da alessandro baricco.

Da leggere EShkoL nEVo

La simmetria dei desideriNeri Pozza, 2010376 pagine ± 18,00 euro

≈ “scrittori nel cassetto” è anche una sezione del nostro sito dove leggere i racconti già pubblicati e trovare i temi dei prossimi mesi. Vi aspettiamo su terre.it!

il racconto di Maurizio Roccato è insolito. Ha uno stile molto rigido, non ci sono digressioni. Po-che immagini, poco spazio all’immaginazione.

Per questo è stato scelto. non tanto per quello che racconta, che pure rientra bene nella traccia che era stata assegnata “Scrivi un racconto fan-tasmagorico”, ma per la consapevolezza con cui il narratore porta la storia fino in fondo.

è un esempio di scrittura che dimostra di avere carattere anche se avrebbe bisogno di una revi-sione nello stile che è meno accattivante di quanto la storia consenta.

L’ombra del dubbio

In un’intervista inedita, pubblicata tra “I piccoli” di Terre di mezzo Editore, David foster wallace ragiona sull’arte come dono.

| rIfLESSIonI D’AUtorE

Credo non possa esistere un’arte del tutto libera da significati politici o commerciali. (Ostap Karmodi, reporter)

Sono sempre un po’ sospettoso riguardo al ter-mine “puro”. è uno standard molto molto ele-

vato da associare a una parola come “arte”, dal mo-mento che la situazione di base è il continuum.

lascia che ti faccia un esempio: mia moglie è un’artista fantastica, ma non cerca di vendere le sue opere per grosse cifre. non ha mai tentato di farsi comprare le opere da gallerie e musei. Tiene delle mostre e, quando vuole, vende dei pezzi, ma per lo più li regala. Per me è interessante osser-vare la sua opera. una ragione per la quale non vuole competere per il successo convenzionale… Ti stai facendo un nome e una reputazione, la tua arte acquista più valore, e tu puoi finire per diven-tare molto ricco.

lei ha paura di tutto questo, è convinta che fi-nirà per portare via qualcosa all’arte, che renderà meno divertente l’atto di creare. E per lei questa è la cosa più importante nella vita. E per me lei è questo: guardarla lavorare, e poi andare nel garage dove la-voro e cercare di non pensare a cosa dice quel re-censore del New York Times [...] è molto educativo. è anche probabile che il solo modo per produrre arte pura in America sia quello di eclissarsi dalla sfera pubblica e produrre quell’arte solo come dono, senza che sia coinvolto il denaro, senza tentativi di pubblicità o pubblicazione.