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Corso di Economia dello Sviluppo Internazionale Lezione 3. Lezione 3. QUALE CRESCITA PER QUALE QUALE CRESCITA PER QUALE SVILUPPO SVILUPPO Pier Giorgio Ardeni Dipartimento di Scienze Economiche

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Page 1: Lezione 3. QUALE CRESCITA PER QUALE SVILUPPO Corso di Economia dello Sviluppo Internazionale Lezione 3. QUALE CRESCITA PER QUALE SVILUPPO Pier Giorgio

Corso di Economia dello Sviluppo Internazionale

Lezione 3. Lezione 3. QUALE CRESCITA PER QUALE SVILUPPOQUALE CRESCITA PER QUALE SVILUPPO

Pier Giorgio ArdeniDipartimento di Scienze Economiche

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In cerca di risposte riguardo alla crescita Continuiamo la discussione sullo sviluppo sostenibile ragionando

su quale crescita è possibile per quale sviluppo Rob Dietz si chiede come sia possibile che il perseguimento della

crescita non viene messo in discussione, pur in un mondo che vede incombere il cambiamento climatico, danni ambientali crescenti (dovuti anche a decisioni errate), violenza e conflitti per il controllo delle risorse

Perché tutti continuiamo a volere più produzione e più consumo (questo vuol dire crescita)? La risposta ha a che fare con un certo «dilemma della crescita»: da un lato (A) la crescita distrugge l’ecosistema (i.e. alla fine, la stessa base per la vita); dall’altro (B), se l’economia non cresce si ha diminuzione del reddito, povertà, instabilità

Forse la soluzione sta nello scegliere B cercando di «limitare» gli effetti di cui in A…

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In cerca di risposte riguardo alla crescita Questo forse si può fare cambiando il modo di funzionare del

sistema economico in modo che meno crescita non porti agli effetti negativi di B ma anzi favorisca soluzioni che limitino gli impatti di cui in A.

Mentre le «leggi» che sottostanno gli effetti di cui in A sono fisiche, cioè di natura, quelle che sottostanno agli effetti di cui in B sono economiche… Ma quindi si possono modificare!

Inoltre, una crescita «sostenibile» si potrebbe ottenere grazie alla tecnologia: meno input fisici, meno energie, per consumare lo stesso. Ma questo è forse utopico…

Peter Victor: con politiche appropriate, si può raggiungere una economia che non cresce e pure mantiene piena occupazione, senza povertà, con emissioni di gas ridottissime, e mantiene la parità di bilancio (fiscale). Questo si può ottenere: riducendo le ore di lavoro, il modo di funzionare del settore privato, etc.

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough La crescita ha limiti ambientali: tutti gli inputs vengono

dall’ambiente, tutti i rifiuti e le scorie vanno nell’ambiente. La crescita dell’economia non può essere infinita.

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Tra il 1980 e il 2005, l’intensità materiale della economia globale –

i.e. la quantità di biomassa, minerali e combustibili fossili necessari per produrre un dollaro di PIL mondiale – è diminuita del 31%. Questo è un notevole miglioramento in termini di efficienza. Eppure, il PIL mondiale è cresciuto del 116% cosicché l’uso totale di risorse è aumentato del 49%. Il guadagno in termini di efficienza è stato più che compensato dall’aumento delle dimensioni dell’economia

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Dobbiamo stabilizzare la popolazione: non si può continuare ad

aumentare in numero. Dobbiamo lasciare una minore «impronta» ecologica ma anche «avere meno piedi».

Dobbiamo ridurre le diseguaglianze. Spesso si dice: dobbiamo favorire la crescita, perché questo contribuirà a ridurre povertà e disuguaglianza. Ma l’idea che «una marea crescente fa alzare tutte le barche» non funziona: c’è chi diventa più ricco, chi rimane povero come prima… la diseguaglianza aumenta. Questa porta ad una maggiore pressione sulle risorse.

Dobbiamo cambiare il modo in cui misuriamo il «progresso». Il PIL è un buon indicatore del volume delle attività economiche, ma un cattivo indicatore di bene-stare. Nuovi indicatori dovrebbero separare i fini (obiettivi) dai mezzi (come li si raggiungono)

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Gli indicatori di bene-stare dovrebbero misurare il progresso in tre

aree: ambiente, economia, benessere umano e della popolazione

Dobbiamo assicurare la piena occupazione. Come? Non usare il progresso tecnologico per produrre di più e usare meno lavoro, ma per far lavorare lo stesso numero di persone, aumentando il tempo libero e dedicando a quello più risorse

Dobbiamo cambiare il modo di concepire il «fare business»: non profitti sempre maggiori, ma un livello «giusto» e costante

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Dobbiamo cambiare il modo di consumare, passando dal

consumismo dell’avere – siamo quello che possediamo – ad un modo parsimonioso di spendere – siamo quello che facciamo – contando di meno sullo spendere e di più sul fare.

Dobbiamo migliorare la cooperazione inter-nazionale e il «discorso» politico sui modi di produrre e di consumare

Dobbiamo creare un’economia che duri senza contare su risorse sempre più scarse

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Scenari:

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Vie alternative? Il contributo di Enough is enough Scenari:

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