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Le  buone  pratiche.  Quali,  come,  perché  I.C. GALILEI – SAN GIOVANNI TEATINO – CHIETI –8 SETTEMBRE 2014 SEMINARIO CON GIANNI MARCONATO

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Page 1: Le buone pratiche. come, perché · Le tecnologie digitali sono gli strumenti del nostro tempo; I giovani (non chiamateli «nativi digitali») hanno un approccio povero e non consapevole

Le buone pratiche. Quali, come, perché I.C. GALILEI – SAN GIOVANNI TEATINO – CHIETI – 8 SETTEMBRE 2014SEMINARIO CON GIANNI MARCONATO

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Programma 1.Warm‐up (con domande)2. Le buone pratiche3. Le buone pratiche con le tecnologie

4. Conclusioni (con «compiti per casa»)

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1. ConsegnaScrivete nel foglio che avete ricevuto una o più domande che volete farmi sui temi del nostro incontro.

Aspetti importanti da chiarire sulla didattica con le tecnologie

Dubbi

Curiosità

Consigli e ….

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2. Le buone pratiche

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Cosa sono le “buone pratiche”?

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Sono pratiche che …. ….funzionano 

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Cosa vuol dire “funzionare” in ambito didattico?

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«funziona» vuol dire …. …. 

….

….. 

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Una "buona pratica" si dovrebbe misurare almeno con questi temi 

Quale apprendimento voglio promuovere; Un consiglio di classe è una comunità di pratica;  L'insegnamento è denso di sapere pratico.

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Quale apprendimento voglio promuovere? A. superficiale vs. profondo A. riproduttivo vs. produttivo A. passivo vs. attivo A. meccanico vs. significativo A. per accumulazione vs. per integrazioneMemorizzazione vs. comprensione 

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Apprendimento superficiale (surfacelearning)

Lo studente raccoglie le idee dal docente ma non le traduce o le elabora in alcun modo (apprendimento meccanico). Si ha la riproduzione di conoscenze o di abilità senza alcuna comprensione 

© GIANNI MARCONATO

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Apprendimento profondo (deep learning)

Gli studenti cercano attivamente di  comprendere le nuove idee, di integrarle con ciò che sanno già e di testarle nella realtà.

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Una implicazione praticaI due stili sono influenzati dal modo d’insegnare e di valutare: se viene realizzata attività didattica fortemente basata sulla lezione e se la valutazione richiede la memorizzazione di una grande quantità di informazioni, l’allievo adotta un approccio “surface learning” semplicemente per sopravvivere.

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Apprendimento passivoLo studente è trattato o agisce come un recipiente vuoto entro il quale devono essere versate le conoscenze

Esempio: lo studente prende molte annotazioni durante le lezioni copiando dalle parole o dalle rappresentazioni visuali fatte dal docente per poi “rigurgitare” questo materiale, più o meno inalterato, nei compiti e negli esami

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Apprendimento attivo

Docente ed allievo intraprendono assieme il processo d’apprendimento con l’allievo che assume un ruolo attivo nel comprendere le idee presentate, ricercando nuove vie da esplorare ed assumendo un ruolo nella valutazione dei propri progressi

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Dalla letteratura (1)

….sarà anche possibile far si che le persone apprendano cosa noi vogliamo, ma in futuro ricorderanno ed useranno solo ciò che ha un senso per loro (David Jonassen) 

[email protected]

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Dalla letteratura (2)Ciò che guida l’apprendimento più di ogni altra cosa è la comprensione e lo sforzo fatto nel completare un compito o una attività  (D. Jonassen)

[email protected]

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Dalla letteratura (3)

Le persone non possono capire qualcosasenza lavorarci su

[email protected]

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Dalla letteratura (4)Nella vita reale l’apprendimento è basato su attività, non su contenuti.L’apprendimento è situato nei problemi che le persone stanno cercando di risolvere e le tematiche da apprendere emergono da quei problemi. 

[email protected]

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Apprendimento significativo

Le persone sono in grado di dare un senso a ciò apprendono 

Apprendimento che può essere utilizzato dalle persone per risolvere problemi e per realizzare attività, successivamente ed in contesti differenti

L’apprendimento significativo è l’opposto della memorizzazione

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L’apprendimento significativo…è attivo: si interagisce con l’ambiente, si manipolano gli oggetti presenti in quell’ambiente e si osserva l’esito dell’azione; 

è costruttivo: si articolare cosa è stato fatto e si riflettere sulle attività e sulle osservazioni; 

è intenzionale (goal‐directed): si fa qualcosa per uno scopo; 

è’ cooperativo, conversazionale, collaborativo: si negozia socialmente una comune comprensione;  

è autentico: è complesso e contestuale 

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L’apprendimento significativo è costruzione di conoscenza non riproduzioneconversazione non ricezionearticolazione non ripetizionecollaborazione non competizione riflessione non prescrizione

(da D.Jonassen, 2007, Meaningful Learning withTechnology, pag 10):

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Concludendo: l’apprendimento è collegato all’esecuzione di attività e non è possibile con atteggiamenti passivi;

è una attività non individuale ma collettiva;

si sviluppa attraverso “attività” reali che sono mediate dalla comunicazione, dal dialogo, dalla negoziazione di significati, dalla riflessione;

non è una semplice memorizzazione e ripetizione di contenuti.

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Una consiglio di classe è una comunità di pratica. Una CdPUn gruppo di persone che lavorano per uno scopo comune, condividono un interesse e un codice comuni e lavorano insieme durante un periodo di tempo

Che svolgono la stessa funzione

Che collaborano allo sviluppo di un lavoro comune. 

Fanno questo agendo alla pari e ciò che li tiene uniti è la comune percezione di avere ciascuno l'esigenza di sapere ciò che gli altri sanno.

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All'interno di questo gruppo vige il mutuo aiuto 

Si fondano su conoscenze, abilità tecniche e strumenti comuni

Hanno nella collaborazione il nucleo fondante dell'apprendimento, basato sulla condivisione delle esperienze, sull'individuazione delle pratiche migliori e sull'aiuto reciproco nell'affrontare i problemi quotidiani

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L’insegnamento è denso di sapere pratico L’insegnamento non è una scienza sperimentale basata su studi di laboratorio e non è una scienza teorica, non deriva le proprie pratiche direttamente dalle teorie dell’apprendimento.

Per insegnare “allo stato dell’arte” non serve “applicare” meccanicamente quelle teorie

L’insegnamento è un’attività di “design” che si sviluppa sulla base di “principi” e scoperte personali; è un’azione contestualizzata che si sviluppa in modo efficace attraverso processi iterativi di prove e valutazione dell’impatto.

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Le pratiche didattiche migliorano la propria  efficaci solo se ogni insegnante costruisce il proprio agire didattico sull’esperienza degli altri insegnanti. La qualità dell’insegnamento è frutto dell’effetto cumulativo delle pratiche di un comunità.

Ogni insegnante scopre attraverso la propria pratica ciò che è efficace, ma  se questa non viene articolata e condivisa non migliora. Lo sviluppo avviene  solo costruendo sul lavoro di altri.

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Una conclusioneAl di fuori della collaborazione autentica tra insegnanti 

non si ha sviluppo del sapere (pratico) dell’insegnante, 

non si consegue “qualità” didattica, 

non si riesce ad innovare la didattica traendo beneficio dai risultati delle scienze dell’apprendimento.

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I fondamenti di una buona praticaComprensione della complessità dei processi di apprendimento;Lavorare tutti per un unico obiettivo;Miglioramento come effetto cumulativo.

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E le tecnologie?

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Prospettive «tecnologiche» per la scuola1. Educare, istruire, formare 

all'uso delle tecnologie2. Educare istruire, formare 

usando le tecnologie

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Educare, istruire, formare all’uso delle tecnologie Le tecnologie digitali sono gli strumenti del nostro tempo; I giovani (non chiamateli «nativi digitali») hanno un approccio povero  e non consapevole alle tecnologie;  La scuola non incide minimamente sull’uso che i giovani fanno delle tecnologie nelle loro vite. 

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Educare istruire, formare usando le tecnologie

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Le sfide delle tecnologie Molti usi didattici delle tecnologie non hanno migliorato l’apprendimento Molti studi sull’apprendimento evidenziano caratteristiche dei processi cognitivi per cui un utilizzo adeguato dalle tecnologie potrebbe migliorare la qualità dell’apprendimento  

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Due approcci alle tecnologie a scuola1. Fare cose vecchie con strumenti nuovi

2. Fare cose nuove con strumenti nuovi

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1Le persone non apprendono dalle informazioni (come non apprendono dall’insegnante) [Jonassen et al., 1999]:

Usare le tecnologie per distribuire informazioni non favorisce il miglioramento dell’esperienza dell’apprendimento

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2Le persone apprendono usando le informazioni come strumenti per risolvere problemi

Le  tecnologie dovrebbero essere usate dagli utenti per una attività di “costruzione” di un artefatto o di impegno cognitivo e metacognitivo

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3L’apprendimento  è un processo sociale:

Le tecnologie dovrebbero rendere possibile e supportare la conversazione, la collaborazione e lo svolgimento di attività tra chi apprende

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4L’apprendimento è un processo di coinvolgimento ed impegno;

Le persone dovrebbero essere coinvolte mentalmente, impregnate cognitivamente ad apprendere [Jonassen, 1995]: le tecnologie devono promuovere un ruolo attivo della persona che apprende 

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Le tecnologie per:  Connettere persone e menti Esplorare Costruire Documentare

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Quali tecnologie usare in classe  Infrastruttura base BYOD Organizzazione risorse (repository) Condivisione (repository online) Piattaforma di lavoro online Strumento di pubblicazione

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Le tecnologie (e non solo) per Investigare, 

Esplorare, 

Scrivere, 

Costruire modelli, 

Costruire comunità, 

Comunicare con altre persone,

Progettare e visualizzare 

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Strumenti Piattaforma «istituzionale» (es. Moodle) BlogWikiMappe Storytelling  Video

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I 3 fondamenti di una buona didattica con le tecnologie1. Gli allievi svolgono la maggior parte 

del lavoro;2. Gli allievi collaborano e costruiscono;3. Si ha una costante “presenza” 

didattica.  

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Alcuni input didattici

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Approcci didattici1.Didattica laboratoriale2.Didattica per progetti3.Didattica per compiti autentici

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Compiti per casa 

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Per dare valore ai nostri lavori di oggi1. Definite collaborativamente cosa intendete per «buona pratica» , 

magari redigendo il «decalogo delle buone pratiche al Galilei»

2. Identificate un paio di «progetti», anche minimi, ma di tipo interdisciplinare e, magari, inter classe, di didattica per l’apprendimento significativo con le tecnologie