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TEMPORARY SHOP TRA COMMERCIO E COMUNICAZIONE

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TEMPORARY SHOP

TRA COMMERCIO

E COMUNICAZIONE

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CARTESIO HEIDEGGER

“ESSERE E TEMPO”

Nell’ultimo periodo storico è Zygmunt Bauman il pensatore che

meglio di altri ha saputo cogliere l’essenza del nostro tempo e la

temporaneità come marchio di fabbrica della società

contemporanea.

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La sua teoria della “società liquida” descrive la fine della società di

“produttori”, dove il tempo dell’attesa aveva un valore riconosciuto,

e l’inizio della società di “consumatori”, dove il soddisfacimento di

un desiderio non è che un breve momento prima del nuovo

incalzante desiderio, che spesso non corrisponde ad un reale

bisogno.

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Il Temporary Shop è un fenomeno tipico della società liquida, in

particolare nella versione pop up o in quella moving store.

Gioca infatti sui tre tasti della liquidità:

- Velocità

- Mutevolezza

- Interattività

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IL TEMPORARY SHOP COME

ULTIMO CONFINE DEL RETAIL E

NUOVA FRONTIERA DELLA

COMUNICAZIONE

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Nel panorama del moderno retail, un approfondimento merita la

formula dei negozi “a tempo”.

E per una duplice ragione:

- si tratta dell’unica vera novità degli ultimi anni

(il Temporary shop fa la sua comparsa nel 2003)

- il loro successo di pubblico è così straordinario che

assistiamo quasi quotidianamente ad una nuova apertura.

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perfettamente incardinato nella logica “intrattenimento,

esperienza, sorpresa” il temporary shop, standard o nella variante

del pop up store, è un negozio la cui lunghezza di vita è

predeterminata e molto limitata nel tempo:

- un giorno

- qualche settimana

- qualche mese

- mediamente per 30 – 40 giorni

viene aperto con l’obiettivo di giocare sulla curiosità indotta

proprio dalla sua principale caratteristica:

la temporaneità.

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La cronistoria del pop – up inizia in Gran Bretagna nel 2003.

Importato negli Stati Uniti, questo nuovo formato distributivo

riscuote un tale successo da richiamare addirittura l’attenzione del

Setting Retail in Motion, che nel 2007 gli dedica interamente una

fiera.

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IL TEMPORARY SHOP IN ITALIA

Ottimo successo di pubblico

Dopo la fase sperimentale, stiamo già vivendone la maturità in varie

forme:

• lancio di un nuovo prodotto

• operazione di consolidamento del brand,

• un’iniziativa speciale,

• offerte promozionali

• sperimentazione di un nuovo servizio, di un nuovo concept o di un

nuovo format,

• strumento per giocare nell’ambito del retail, senza doversi sobbarcare

delle ingenti spese di avviamento di un negozio, o di un network di

negozi, proprio;

Il Temporary shop è entrato a far parte a pieno titolo del complesso

processo di strategie di comunicazione aziendale.

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CONCLUSIONI

Il pop up retail o Temporary Shop è indubbiamente il fenomeno

del momento:

• piace ad un pubblico giovane, esigente ed attento alle più piccole

novità;

• è il giusto mezzo per i brand emergenti e cult, i brand cioè più

attenti alle applicazioni di marketing non convenzionale.

• E’ una formula meno impegnativa di altre dal punto di vista

delle risorse finanziarie necessarie per avviarlo e non è

questione da poco in un mercato asfittico e reduce da una crisi di

dimensioni epocali.

•Il consumatore è alla continua ricerca di punti vendita che siano

capaci di soddisfare il suo bisogno di novità, di esclusività e,

soprattutto di interattività

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Per qualsiasi tipo di azienda oggi il problema è vendere.

Vendere significa saper analizzare un consumatore in

continua evoluzione, essere in grado di capirlo e di

soddisfarlo.

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Milano è la capitale italiana, e una delle capitali mondiali, del

temporary shop.

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PERCHE’

- È città del business per eccellenza

- È città con vocazione internazionale

- È città della moda e del design, fiore all’occhiello dell’industria

italiana

- È città di transito

- È città dello shopping (quadrilatero e oltre)

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LO SVILUPPO DEI PROSSIMI ANNI

Premessa

• Il Temporary shop non è un anomalia nell’evoluzione del retail o

delle forme di comunicazione.

• Non è neanche un fenomeno connesso alla crisi economica

degli ultimi anni, che può averne tutt’al più accelerato la

progressione.

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IL TEMPORARY SHOP SI INSERISCE NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE DEL

COMMERCIO DI STRADA E TROVA NEGLI AMBULANTI – VENDITORI

ITINERANTI – GLI ANTESIGNANI.

Pensiamo alla

variante del pop up

store, con i container

o altri manufatti che si

montano, e si

smontano dopo

l’evento, e vediamo

plasticamente

raffigurata l’origine

storica del temporary

shop (fin dai tempi del

Re Sole)

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ASSOTEMPORARY

ISTRUZIONI PER L’USO

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TIPOLOGIE ASSOCIATIVE (inserite nei dipartimenti previsti dallo Statuto)

a. Titolari di spazi per uso vendita (Temporary Shop)

b. Titolari di spazi per uso espositivo (Showroom Temporaneo)

c. Attività di servizi connessi

d. Attività di business center (uffici temporanei)

(progetto di sviluppo che si realizzerà nel 2010)

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TIPOLOGIE PARTNER

a. Aziende Italiane ed Estere

b. Agenzie di comunicazione

c. Enti, Istituzioni, Camere di Commercio

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SERVIZI

Consulenza Tecnica gratuita

I fondamentali per avviare un attività di Temporary Shop e simili

Rapporti istituzionali

- Regione, Provincia, Comune.

- Camera di commercio

Consulenza Legale

Contratto tipo - consulenza amministrativa e fiscale

Visibilità Internazionale

Data base Assotemporary

Inserimento nel sito associativo

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CORSI DI FORMAZIONE VENDITA – VISUAL MERCHANDISING MARKETING – COMUNICAZIONE

CONVENZIONI SPECIFICHE ARREDAMENTO SPAZI – CATERING

ORGANIZZAZIONE EVENTI UFFICIO STAMPA – P.R. MAGAZINE ON LINE “ASSO DI MODA

IL SOCIO ASSOTEMPORARY È ANCHE SOCIO CONFCOMMERCIO / UNIONE DEL COMMERCIO DI MILANO E PUÒ BENEFICIARE DEI SERVIZI E DELLE CONVENZIONI DA ESSE OFFERTE.

LA DIREZIONE DI ASSOTEMPORARY GESTISCE ANCHE ASSOMODA, UNA DELLE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DEL SETTORE MODA, PERTANTO IL SOCIO PUÒ BENEFICIARE DELLE NATURALI SINERGIE TRA IL MONDO DELLA MODA E QUELLO DEL TEMPORARY.

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IL PENTALOGO DEL TEMPORARY SHOP

1. Per l’attività di vendita il temporary retailer si impegna ad osservare le norme statuali,

regionali e comunali che disciplinano gli orari degli esercizi commerciali.

2. Nello svolgimento dell’attività di vendita il temporary retailer si attiene scrupolosamente

alla normativa concernente le vendite straordinarie, nelle diverse fattispecie di “vendite

promozionali” e di “liquidazione”.

3. Per quanto concerne l’attività relativa ai saldi di fine stagione, i temporary retailer ne

osservano i limiti temporali e le prescrizioni inerenti la corretta effettuazione delle

operazioni connesse.

4. Riguardo alle attività svolte direttamente dalle aziende clienti, il temporary retailer

esercita gli opportuni controlli, intervenendo, se necessario, per evitare azioni ed

iniziative non corrette e/o inopportune.

5. Le attività svolte nell’ambito dei temporary shop si armonizzano con le altre attività

commerciali, senza creare disagio o situazioni di concorrenza sleale nei confronti degli

altri operatori commerciali. Concorrono inoltre, in una logica di retailtainment, a

vitalizzare l’attività delle vie cittadine e dei luoghi in cui sono attivi.

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OVS INDUSTRY

NOCOCERAM

PRADA HENKEL ITALIA

PHILIPS

GABETTI

LAGO

SONG

COSTA CROCIERE

MURSIA

CORRAINI

KICKERS

WIRED

LUIS VUITTON

CHANEL

SAHRAI

TINCATI

LE MOUSTACHE

GUCCI

ALIXIR

NIKE

FIAT 500

SANSON

SWITZERLAND CHEESE MARKETING ITALIA

M&M’S

MOTOROLA

BENETTON

SPAZIO TOKIO HERMES

FESTINA

LAMBORGHINI

THIERRY MUNGLER PARFUM

DIABLO ROSSO PIRELLI

NIVEA

LEVI’S

REPLAY

LA PERLA

SAECO

TESCOMA

VODAFONE

LAGOSTINA

NESTLE’

LAVAZZA

CENCI

DUREX

PUMA

POKETO LANCOME

COLGATE

MACEF

JACUZZI

VETT

VETT

TATIANA

CARLSBERG OASIS

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