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La terapia antibiotica nell’ allevamento intensivo del suino Dott. Silvio Zavattini, DMV

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La terapia antibiotica nell’ allevamento intensivo del suino

Dott. Silvio Zavattini, DMV

Il trattamento specifico delle malattieinfettive viene attuato ricorrendo all’azionedi farmaci capaci di distruggere gli agentiresponsabili dell’infezione. Questi farmacisono tradizionalmente raggruppati in due

categorie:Chemioterapici: prodotti esclusivamenteattraverso sintesi chimiche.Antibiotici: di origine microbica ottenuta ingenere per estrazione o fermentazione.

Antibiosi

Fenomeno per cui un vivente arreca un dannoal altro essere di specie diversa. L’antibiotico èil mezzo chimico che opera tale interferenza.Per antibiotico si intendono comunementesostanze tra le più varie prodotte damicrorganismi impiegati a scopo difensivocontro vari patogeni verso i quali esplicanoattività battericida o batteriostatica.

Azione selettiva degli antibiotici

Il principio fondamentale su cui si basa lachemioterapia è quello dell’azione selettiva,che Jawetz ha così definito:

“Perché un farmaco sia utilizzabile nellaterapia generale di una malattia, esso deveessere nocivo per i parassiti marelativamente innocuo per le celluledell’ospite.”

� Il rapporto tra le due attività è noto comeindice terapeutico.

Caratteristiche dell’antibiotico ideale:

� Attività antibatterica selettiva verso costituenti omomenti tipici ed esclusivi del metabolismo battericoper assicurare un elevato indice terapeutico

� Ampio spettro d’azione

� Attività battericida rapida ad instaurarsi e persistenteanche in presenza di liquidi organici, fisiologici e/opatologici

� Solubile in acqua e stabile a temperatura ambientesia allo stato secco che in soluzione.

� Possibilità d’impiego per via orale, s.c., i.m., i.p., e.v.

� Basso coefficiente di legame con le sieroalbumine per garantire sufficiente concentrazione ematica di antibiotico libero

� Tempo di emivita sufficientemente elevato, per ridurre al minimo il numero di somministrazioni giornaliere del farmaco

� Nessuna tendenza a determinare accumulo nell’organismo

� Scarsa fissazione a costituenti tissutali

( problema di residui )

� Escrezione renale in concentrazione battericida

� Soddisfacente I.T., privo di effetti collaterali su tessuti e funzioni vitali (epato-nefro tossicità)

� Assenza di effetti allergizzanti e sensibilizzanti

� Assenza di azione irritante e di effetti dolorosi nel punto di inoculo

� Bassa frequenza di osservazioni del fenomeno della resistenza anche dopo prolungato impiego;

� Costo ragionevole.

Questo effetto differenziale può essere dovuto a:

- Azione su strutture peculiari del batterio

- Inibizione di processi metabolici propri del batterio

- Interferenza con il loro meccanismo di sintesi proteica.

Attività battericida e batteriostatica

� Batteriostatico: inibisce o rallenta la crescitaed il metabolismo dei batteri senza ucciderli.L’eliminazione dei batteri è affidata alledifese dell’organismo (fagocitosi, etc.)

� Battericida: é in grado di provocarerealmente la morte dei batteri, come effettodiretto della loro azione, cosi che lapresenza nell’animale ammalato di validedifese organiche risulta di secondariaimportanza ai fini della guarigione.

Normalmente si considerano battericidi gliantibiotici che agiscono sulla parete cellulare ebatteriostatici tutti gli altri.

Inoltre vi sono antibiotici esclusivamentebatteriostatici (tetracicline e sulfamidici) e alcuniche lo sono solo a bassa concentrazione(macrolidi)

Indicazioni cliniche degli antibiotici

Gli antibiotici servono combattere la componenteinfettiva della malattia impedendo totalmente oparzialmente la vita dei microrganismi, causaprincipale diretta od indiretta dei processimorbosi.

Le principali indicazioni cliniche :

- Malattie sostenute da agenti eziologici sensibili agli antibiotici;

- Malattie sostenute da simbiosi o associazioni microbiche anche quando uno solo dei costituenti è antibiotici sensibile;

- Malattie sostenute da associazioni fra batteri antibiotico sensibili e virus;

- Tossinfezioni: in queste forme sono presenticontemporaneamente il fattore tossico e quello

infettivo;

- Alcune forme tossiche: agiscono impedendo losviluppo di batteri che avviene a seguito di alteratometabolismo e diminuite capacità difensive;

- Casi acuti di malattia, qualora sorga il sospetto chenella loro genesi intervengano batteri antibioticosensibili e quando non è possibile effettuare unadiagnosi precoce.

-Scopo profilattico: molto frequente in clinica suina.

Classificazione degli antibiotici:

Gli antibiotici possono essere classificati in funzione di diversi criteri:

� Spettro d’azione (ampio, medio, limitato);

� Tipo d’azione (batteriostatica, battericida);

� Origine;

� Meccanismo d’azione.

� Composizione chimica;

Spettro molto ampio Spettro ampio Spettro medio Spettro limitato

Amoxicillina Amminoglicosidi Macrolidi ChinoloniAmpicillina Lincomicina ColistinaCefalosporine PenicilineCloramfenicoloSulfamidiciTetracicline

CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI SECONDO LE SPETT RO D'AZIONE

CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI SECONDO IL TIPO D’AZIONE

Batteriostatici

---------------------

� Cloramfenicolo

� Lincomicina

� Macrolidi

� Nitrofurani

� Sulfamidici

� Tetracicline

Battericidi

--------------------

� Aminoglicosidi

� Cefalosporine

� Penicilline

� Chinoloni

� Colistina

CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI IN BASE AL MECCANISMO D’AZIONE

1. Effetto competitivo con l’acido paraaminobenzoico, per i sulfamidici e trimethoprim;

2. Inibizione della sintesi dei mucopeptidi del cell wall: beta-lattamine;

3. Inibizione della sintesi proteica: tetracicline, cloramfenicolo, macrolidi, lincosamidi, aminoglicosidi;

4. Alterazione della struttura e della funzione della membrana cellulare: polipeptidi

5. Inibitori della sintesi degli acidi nucleici: rifamicine;

6. Inibitori della duplicazione del DNA: chinoloni.

Classificazione in base alle caratteristiche chimiche

AB. a carattere acido

----------------------

� Betalattamine

� Tetraclicine

� Sulfamidici

� Chinoloni

AB. a carattere basico

-----------------------

� Aminoglicosidi

� Macrolidi

� Lincosamidi

� Colistina

� Trimethoprim

Nulla o molto scarsa Discreta Elevata Molto elevata

Amminoglicosidi Ampicillina Tetracicline RifamicinePeniciline Amoxicillina Macrolidi Cefalosporine Cefalexina LincomicineCloramfenicolo

ELIMINAZIONE BILIARE DEI PRINCIPALI ANTIBIOTICI

Molto scarsa Discreta Elevata

Doxicilline Ampicillina TetraciclineEritromicina Amoxicillina AminoglicosidiCloxacillina Cefalexina Cloramfenicolo Penicillina

SulfamidiciLincomicinaCefalosporine

ELIMINAZIONE RENALE DEI PRINCIPALI ANTIBIOTICI

Peso molecolare degli antibiotici(in ordine decrescente)

� Spiramicina� Lincosamidi� Gentamicina� Tetraciclina� Cefalosporine� Penicilline� Amoxi-ampicilline� CAF� Sulfamidici� Chinoloni

Aspetti farmacologici generali

Per ottenere un’azione antinfettiva dai farmaci

sono necessari:

� Concentrazione sufficiente

� Tempo necessario

Meccanismo di distribuzione dei farmaci nell’organismo (farmacocinetica)

Assorbimento gastro-intestinale degli antibiotici: solo la frazione solubilizzata viene assorbita.

L’assorbimento dipende da due velocità:

1) Velocità di dissoluzione della forma somministrata

2) Velocità del processo di assorbimento.

Vari fattori possono influenzare l’assorbimento e la biodisponibilità:

1) pH e pK

La maggior parte degli antibiotici sono acidideboli o basi deboli: solo la forma nondissociata viene assorbita e quindi gliantibiotici a carattere acido vengono assorbitinello stomaco mentre quelli a caratterebasico nell’intestino. La modifica del pHgastrico con alcalinizzanti può giocare unruolo di inibizione dell’assorbimento gastro-intestinale di AB acidi(tetracicline+bicarbonato di sodio)

2) Struttura fisica degli antibiotici

a) dimensione delle particelle: la micronizzazione aumenta la superficie di assorbimento;

b) chelazione delle tetracicline con cationi metallici;

c) svuotamento o riempimento gastrico;

d) insufficienza renale: può aumentare l’assorbimento gastrico degli aminoglicosidi.

Diffusione tessutale degli antibiotici

Il volume apparente di distribuzione è lacapacità di diffusione nel settoreextravascolare.

E’ in relazione a diversi fattori:

1) Grado di irrigazione tessutale: la diffusionedella frazione libera dell’ AB avvieneattraverso pori acquosi dell’endoteliovascolare. Le maggiori concentrazioni siottengono nei tessuti più irrigati: visceri,cuore, cervello, polmoni, fegato e reni;

2) La liposolubilità e lo stato di ionizzazione: gli antibiotici di tipo liposolubile hanno una diffusione particolarmente accentuata (sulfamidici, macrolidi, lincosamidi, doxiciclina e CAF);

3) Il grado di fissazione alle proteine plasmatiche;

4) Il peso molecolare: gli AB a peso molecolare molto alto hanno una diffusione tessutale più scarsa;

5)Dal gradiente dell’antibiotico (differenza fra la concentrazione plasmatica e tessutale). Più esso è alto e più la diffusione tessutale è rapida ed intensa:

- diffusione limitata = penicillina, aminoglicosidi, colistine

- diffusione media = tetraclicine e CAF

- diffusione molto alta = macrolidi.

Diffusione degli antibiotici in altre fasi

� Diffusione nel liquido cefalo-rachidiano: èalta per gli antibiotici non legati alle proteineplasmatiche, a basso peso molecolare eliposolubile. Buona per sulfamidici e CAF,media per betalattamine.

� Diffusione nel latte: dipende dal pesomolecolare, dalla liposolubilità eionizzazione. I farmaci basici si trovano inconcentrazione più elevata (chinoloni etetraciclina)

� Diffusione e escrezione polmonare: alta per i macrolidi e doxiciclina, media per betalattamine, CAF e tetracicline.

� Diffusione ed escrezione renale: alta per aminoglicosidi, cefalosporine e tetracicline.

Antibiotico resistenza

� Naturale: cambiamento definitivo a livello diDNA batterico oppure quando l’AB non riesce apenetrare attraverso le strutture del germe. E’un fenomeno immutabile

� Acquisita: è dovuta a mutazioni geniche di tipocromosomiale o extracromosomiale;

Nel primo caso si ha un mutamento geneticoche diviene ereditario e quindi stabile etrasmissibile alle generazioni successive. Nelsecondo caso la resistenza è detta plasmidica.E’ quella più importante, interessa l’ 80% o90% dei ceppi isolati ed è stata dimostrata perquasi tutti gli antibiotici.

Meccanismi di resistenza agli antibiotici

� Modificazione della permeabilità: soprattutto per i G- provvisti di pori nella membrana.

� Alterazione del bersaglio: modificazione dell’unità ribosomiale 30S

� Produzione di enzimi inattivanti: aminoglicosidi inattivati da acetil-fosforil-adenil-transferasi.

Schemi generali della terapia antibiotica

� Terapia batteriostatica o continua

� Terapia battericida o intermittente

Terapia batteriostatica

� I Chemioantibiotici con azionebatteriostatica non uccidono i batteri: questirimangono vivi e vitali e possono riprenderea moltiplicarsi se la concentrazione scendeal di sotto della CMI.

L’ azione batteriostatica è tipica di alcuniantibiotici a qualsiasi concentrazione cometetraclicina e sulfamidici, mentre altri come imacrolidi lo sono a bassa concentrazione.

Caratteristiche

� Deve essere continua con somministrazioniravvicinate;

� Dosaggi relativamente bassi;

� La durata del trattamento deve esseresufficientemente lunga;

� Efficacia condizionata dalla partecipazionedel sistema immunitario dell’animale;

� La fagocitosi stimola il sistema immunitarioevitando forme croniche e recidive.

Terapia battericida o intermittente

� Gli AB provocano la distruzione deimicrorganismi sensibili soprattutto in fase dimoltiplicazione. Di questo gruppo fannoparte penicilline, cefalosporine, chinoloni,aminoglicosidi e furanici.

Caratteristiche

� La terapia può essere breve masufficiente a provocare la morte delmicrorganismo

� A dosaggio elevato con farmaci ad altadiffusibilità

� Utile è la somministrazione discontinua

� L’efficacia non è condizionata dallapartecipazione attiva dell’organismo ed èquindi indicata per il trattamento di animalicon scarsa difesa immunitaria.

� La batteriolisi non induce un stimolazioneimmunitaria e quindi sono frequentisuccessive forme croniche o ricadute

� Rischio di shock da liberazione di tossine.

Criteri di scelta degli antibiotici per la terapia

Nella terapia delle malattie infettive la sceltadegli antibiotici deve essere guidata da criteri disensibilità in vitro all’agente eziologico(antibiogramma).

( Ballarini, 1993 )

Questo principio è indispensabile in quattro situazioni cliniche:

1. Infezioni molto gravi per le quali non si può correre il rischio di trattamenti inefficaci

2. Infezioni sostenute da batteri per i quali è nota l’incostante sensibilità ai più comuni antibiotici (coli-salmonella)

3. Malattie che richiedono trattamenti molto prolungati

4. Forme cliniche già trattate senza successo.

In altre circostanze è opportuno se non necessario prescindere da un preciso criterio

eziologico (antibiogramma):

- Circostanze di ordine clinico

- Circostanze di ordine tecnico

- Circostanze di ordine applicativo

( Ballarini, 1993 )

Circostanze di ordine clinico:

-La diagnosi clinica, anche senza l’aiuto del laboratorio, porta direttamente alla conoscenza dell’agente causale, la cui sensibilità agli antibiotici non si è modificata con gli anni.

-Affezioni banali o di lieve entità

-Affezioni gravissime

-Somministrazione di antibiotici per la profilassi.

Circostanze di ordine tecnico:

- per cause contingenti come eccessiva distanza dal laboratorio, difficoltà di prelievo, etc.

- l’esame batteriologico non è realizzabile con mezzi incruenti per inaccessibilità del focolaio.

Circostanze di ordine applicativo:

- quando l’indagine non fornisce indicazioni valide;

- la ricerca si può eseguire solo su un animale morto che non è rappresentativo della vera situazione clinica;

- la ricerca microbiologica ha dato esito negativo mentre la diagnosi clinica fa pensare ad un microrganismo sensibile;

- quando si sospetta che il batterio indicato non abbia valore eziologico;

- ripetendo la ricerca in tempi successivi si hanno risultati contrastanti;

- i dati di laboratorio non coincidono con i risultati in campo.

In questi casi il veterinario deve indirizzare la sua scelta in base a criteri puramente clinici rispettando alcune regole:

- la diagnosi deve essere accertata evitando di ricorrere al criterio dell’ex iuvantibus;

- i dati clinici devono essere integrati da informazioni sulle caratteristiche chimico-farmacologiche della terapia antibiotica.

Associazione fra antibiotici

� E’ una combinazione di due o più farmaci adazione antimicrobica somministraticontemporaneamente per il raggiungimentodi un preciso obbiettivo terapeutico.

Motivi:

� Ampliamento dello spettro antibatterico;

� Prevenire l’insorgenza di ceppi resistenti;

� Ridurre la tossicità dei singoli antibatterici;

� Produrre sinergismo di potenziamento fra i farmaci associati (es. sulfa + trimet., penicillina + aminoglicosidi, pleuromutiline + tetracicline);

� Protezione di un farmaco con un altro (penicillina + acido clavulanico);

� Grave infezioni polifattoriali.

Legge di Jawetz:

-Associazione tra batteriostatici = probabile effetto additivo-Associazione tra battericidi = probabile effetto sinergico-Associazione fra battericidi/batteriostatici = probabile effetto antagonista

Esempio: sulfa + tetra, sulfa + macrolidi = i sulfamidici agiscono come antagonisti del PABA e le tetracicline e i macrolidi sulla sintesi proteica.

ASSOCIAZIONI DI ANTINFETTIVI CHE POSSONO AVERE EFFETTO ANTAGONISTA IN VITRO E IN VIVO

� Antibiotici batteriostatici + Beta-lattamina battericida

� Beta-lattamine + CAF

� Beta-lattamine + tetracicline

� Aminoglicosidi + CAF

� Aminoglicosidi + tetracicline

� Chinoloni + CAF

� Chinoloni + tetracicline

� Macrolidi + lincosamidi

� Macrolidi + CAF

Precauzioni

- Ogni antibiotico va usato secondo la sua posologia normale e non sottodosato.

- Evitare associazioni nella stessa siringa;

- Evitare associazioni di antibiotici e vitamina B che riduce l’effetto dell’AB

Rischi:

- Aumento spesso inutile del costo

- Insuccesso terapeutico per antagonismo

- Aumento della tossicità

- Aumento del rischio di sensibilizzazione

- Eccessiva azione sull’ecosistema con vuoto batteriologico e installazione i ceppi resistenti

Durata e controllo della terapia antibiotica

Criteri operativi per attuare una terapia antibiotica razionale:

a) stabilire una diagnosi clinica il più possibile precisa:

1. agente eziologico

2. evoluzione clinica

b) Scelta dei tipo di terapia;

c) Disponibilità dell’antibiotico.

( Ballarini, 1993 )

d) Stabilire:1. Quale via di somministrazione utilizzare;2. Posologia;3. Ripetizione interventi;4. Associazioni.

e) Valutare l’efficacia nel tempo:

f ) Assenza di effetti collaterali individuali;

g) Residui nelle carni;

h) Costo.

Criteri per uno schema posologico razionale

I parametri fondamentali a cui ci dobbiamo attenere per impostare una schema razionale di terapia per via orale sono:

1. Dosaggio:

a) considerare la farmacocinetica

b) non superare le dosi

2. Intervallo di somministrazione che dipende da:

a) meccanismo d’azione

b) proprietà farmacocinetiche

c) formulazione del medicato

d) modalità di somministrazione

3. Durata del trattamento che dipende dalle caratteristiche dell’antibiotico e non dal carattere profilattico o terapeutico

Strategie di intervento

Fondamentalmente le due strategie da adottare dipendono dall’impiego del tipo di AB:

- dose-dipendente

- tempo-dipendente

Per gli AB dose-dipendenti (betalattamine, aminoglicosidi, chinoloni verso i G-) l’attività è in funzione della concentrazione raggiunta nel sito.

La concentrazione dipende:- dalla dose somministrata;- durata e intensità del riassorbimento;- distribuzione tessutale: gli AB a localizzazione plasmatica (aminoglicosidi, chinoloni, betalattamine) avranno un picco plasmatico Cmax più alto rispetto ad AB a fissazione tessutale (tetra, macrolidi).

Per questi AB è utile:

- la somministrazione in un’unica dose giornaliera,- la più alta dose possibile - frequenza di somministrazione ridotta.

Questo garantisce:- picco plasmatico elevato con effetto antibatterico immediato;- aumento della concentrazione tessutale soprattutto a livello polmonare e renale.

Nel caso di AB tempo dipendenti (cefalosporine, macrolidi, tetracicline, chinoloni verso i G+) l’attività antibatterica è proporzionale alla durata dell’esposizione del batterio alla CMI e quindi l’aumento della dose non ha influenza significativa sull’efficacia.

Per questi AB sono indicate:- somministrazioni ripetute nella giornata- tempi di terapia più lunghi- normalmente dosaggi più bassi.

Effetto post-antibiotico

Inibizione della crescita batterica anche dopo che

i livelli di AB sono scesi sotto la CMI.

Si può spiegare in due modi:

a) l’AB si fissa in siti più o meno profondi del microrganismo (es. proteine specifiche della parete batterica o ribosomi),

b) L’AB pur non producendo effetti letali sul batterio si fissa ad alcune strutture e successivamente esplica effetto lesivo.

Riassumendo

� Formulare correttamente la diagnosi eziologica valutando eventuali infezioni multiple

� Valutare i fattori condizionanti

� Valutare lo stato fisiologico e patologico degli animali

� Scegliere l’AB e lo schema posologico:

a) dosaggio

b) intervallo di somministrazione

c) durata.

Scelta del tipo di terapia

� Terapia per via parenterale

� Terapia per os con l’acqua di bevanda

� Terapia per os con mangime medicato

Terapia per via parenterale

Criteri d’impiego e biosicurezza:

� Usare siringhe in buono stato d’efficienza

� Non associare più farmaci nella stessa siringa

� Adattare il dosaggio al peso dei suini

� Lavare di frequente e sterilizzare periodicamente le siringhe multidose

� Adattare le dimensioni dell’ago al peso dei suini

� Lavare e disinfettare le siringhe al termine di ogni sessione di lavoro

� Sostituire frequentemente gli aghi

� Conservare i flaconi in luogo fresco e al riparo dalla luce diretta

� Usare più siringhe per le diverse categorie di prodotti ( antibiotico in veicolo oleoso,

antibiotico in sol.acquosa, vitamine, cortisonici )

� Pulire di frequente il tappo perforabile del flacone

� Utilizzare cestini/secchi per i prodotti il più puliti possibile

� Utilizzare strumentario a parte per i suini in infermeria o gravemente ammalati

� Attenzione all’auto-iniezione soprattutto di vaccini e antibiotici in olio: sono frequenti reazioni locali o sistemiche anche gravi

Terapia parenterale

Vantaggi� Metodo migliore per

l’efficacia

� Dose accurata

� Azione rapida

� Non dipende dall’acqua o mangime ingerito

� Gli ammalati vengono identificati singolarmente e trattati

� L’addetto osserva con più efficienza

� Valutazione rapida della risposta

� T. di sosp. determinato con precisione

Svantaggi� Lavoro extra per gli

addetti

� Stress per i suini durante il maneggio

� Talvolta laborioso

� Talvolta pericoloso

� Talvolta lesioni ai suini dovute all’ammassamento

� Possibilità di autoiniezioni

� Possibili lesioni ai tagli carnosi

� costosa

Terapia in acqua di bevanda

� Effettuata tramite l’impiego di pompe dosatrici oppure tramite contenitori di liquido medicato da somministrare tal quale.

� Pratica sempre più utilizzata per i numerosi vantaggi che offre

Criteri d’impiego e biosicurezza

� Utilizzare preferenzialmente pompe dosatrici

� Controllare periodicamente l’efficienza dell’impianto

� Calcolare precisamente il peso vivo totale presente

� Valutare preventivamente la quantità di acqua consumata in 12/24 ore

� Calcolare la quantità di p.attivo da utilizzare al dì

� Non miscelare più principi attivi se non si conoscono le possibili interazioni

� Controllare quotidianamente il consumo di acqua

� Controllare che p.attivo non precipiti sul fondo della tanica

� Lavare la linea e la pompa con acqua pulita al termine di ogni ciclo di terapia

Terapia in acqua di bevanda

Vantaggi

� Facilità di somministrazione

� Rapidità di intervento

� Possibilità di modulare il dosaggio

� Possibilità di trattare grandi numeri

� Possibilità di trattare suini anoressici

� Si evita la contaminazione del mangimificio, dei sili e delle linee

Svantaggi� Spreco di acqua medicata

� Vengono medicati anche suini sani

� Necessità di predisporre doppia linea dell’acqua se grandi numeri di suini

� Necessario predisporre e mantenere efficiente l’impianto

� Frequente possibilità di errori di dosaggio

� Tempo necessario alla preparazione delle prediluizioni

Terapia per os con mangime medicato

Criteri d’impiego e biosicurezza

� E’ il sistema più usato per grandi numeri

� Consente di adottare piani strategici di intervento

� Utilizzare il meno possibile associazioni estemporanee ( ricetta in deroga )

� Necessario implementare protocolli di autocontrollo per evitare problemi di contaminazione

Terapia per os con M.M.

Vantaggi

� Possibilità di trattare grandi gruppi

� Costo premiscele più conveniente

� Ampia disponibilità di p.attivi

� Tempi di sospensione relativamente bassi

� Versatile: broda/secco

Svantaggi� Ridotta assunzione di

mangime

� Dosaggi poco modulabili

� Frequente contaminazione degli impianti

� Difficoltà di approvvigionamento rapido

� Necessità di acquistare grosse quantità

� Non si può fare scorta

Errori e insuccessi

Si possono verificare in tre momenti:

1) al momento della prescrizione

2) al momento della preparazione del mangime

3) al momento della somministrazione

( Ballarini, 1993 mod.)

Errori al momento della prescrizione

1. Errore diagnostico:

� Insufficiente preparazione scientifica

� Assenza di necroscopie o indagini di laboratorio

� Diagnosi telefonica ( videofonino ? )

2. Errore nella prescrizione:

� Errata scelta del p.attivo

� Errore nella posologia:

- quantità di farmaco per quintale di mci

- peso vivo sbagliato

- quantità di mangime per capo

3. Durata del trattamento

4. Antagonismo fra gli antibiotici o con alcuni principi o additivi presente nel mangime o nell’acqua ( calcio + tetraclicline, pH acido + tetracicline, AB con solventi diversi, pH diversi, formazioni di sali insolubili

Errori a livello di preparazione del mangime

� Errori nell’incorporazione della premiscela

( lasciare nota scritta con i dosaggi)

� Errori di preparazione del mangime con premiscele diverse (sacco uguale)

� Errori dovuti alle strutture tecnologiche disponibili (miscelatori vetusti, tempi)

� Azione adsorbente di lieviti o argille inglobate al mangime

Errori nella somministrazione

� Tempi e durata della medicazione

� Variazione della quantità ingerita di mangime medicato

� Interazioni negative fra farmaci prescritti da veterinari diversi: antibiotico in acqua + mangime medicato

Insuccessi terapeutici

Valutare obiettivamente cosa si intende per successo o insuccesso terapeutico:

� Ripresa normale dell’appetito

� Scomparsa dei sintomi più evidenti

� Valutazione di ipg e ica

� N° di interventi parenterali

( Ballarini, 1993 )

Insuccessi dovuti ai microrganismi

� Antibioticoresistenza dovuta a mutazioni geniche

� Resistenza dei microrganismi nell’ambiente

� Portatori sani

Errori dovuti all’insufficiente disponibilità dei farmaci

� Posologia insufficiente

� Alterazione della molecola dell’antibiotico durante la preparazione del mangime (pellettatura) o durante la la distribuzione

(acidità, durezza acqua ecc.)