la teoria dei colori di johann wolfgang von goethe

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Page 1: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe
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Sistemi di ordinamento dei colori lineari :

A) Aristotele, c. 330 a.C., Peri

Aistheseos kai aistheton; B) Calcidio, c. 325 d.C. dal suo commento al Timeo di Platone; C) Bartolomeo

Anglico, c. 1245, dalla sua enciclopedia De Naturalis rerum; D)

Leonardo da Vinci, c. 1500, Trattato della pittura; E) Robert Fludd, 1629,

Medicina Catholica. Tutti gli schemi basati su descrizioni puramente verbali, tranne Fludd [1].

Zur Farbenlehre “Della Teoria dei Colori” di Goethe

Massimo Corradi

[1] Rolf G. Kuehni and Andreas Schwarz, 2008. Color Ordered: A Survey of Color Order Systems from Antiquity to the Present. New York: Oxford

University Press, pp. 31-33, 37-38.

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Alhazen, o Abū ʿAlī al-Ḥasan ibn al-Ḥasan ibn al-Haytham (c. 965 – c. 1040).

-  De Aspectibus or Opticae Thesaurus: Alhazeni Arabis. Basilaeae: per Episcopios, 1572.

la luce non è una elaborazione della psiche umana

genialità della scomposizione particellare della luce :

embrione della teoria corpuscolare

Kamal al-Din Hasan ibn Ali ibn Hasan al-Farisi (1267 – c. 1319).

-  studio della rifrazione della luce

-  prima spiegazione matematicamente soddisfacente del fenomeno dell’arcobaleno

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Page 4: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

Teodorico di Freiberg (c. 1250 – c. 1318/20). -  Tractatus de coloribus. München : manuscript Latin 444. -  De iride et de radialibus impressionibus. Basel: manuscript, 1304-1311. A cavallo del XIV secolo Teodorico da una delle prime corrette analisi geometriche del fenomeno dell’arcobaleno, definito « probably the most dramatic development of 14th- and 15th-century optics » [1]. - la formazione dell'arcobaleno e il ruolo delle singole gocce nel creare l’effetto luminoso - i colori dell’arcobaleno e la loro posizione nello spettro luminoso - il percorso della luce solare all'interno di una goccia - il fenomeno di inversione dei colori dell'arcobaleno secondario [1] Wallace, W. A. The Scientific Methodology of Theodoric of Freiberg. A Case Study of the Relationship Between Science and Philosophy. Studia Friburgensia, N.S. 26. Fribourg: The University Press, 1959.

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Il modo di isolare il colore nella sua dimensione autonoma e di rappresentarlo come un cerchio continuo, che diventerà il noto cerchio dei colori di Isaac Newton nella sua ottica del 1704 si sviluppa a partire dal Seicento: Sigfridus Aronus Forsius (1550 – 1624), François D'Aguilon o Franciscus Aguilonius (1567 – 1617), Robert Fludd (1574 – 1637), Athanasius Kircher (1602 – 1680), Johann Zahn (1631 - 1707), Francis Glisson (1597 - 1677).

1611. Sigfridus Aronus Forsius, Physica. Manoscritto.

1613. François D’Aguilon, Opticorum libri sex. Antverpiae: Viduam et Filios.

Sigfridus Aronus Forsius

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1629. Robert Fludd, Medicina Catholica. Franofurti: Caspari Rotelii, 1629.

L’uso dei diagrammi circolari era utilizzato in medicina per studiare l’urina.

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1637. René Descartes (1596 – 1650) : Discours de la methode pour bien conduire sa raison, & chercher la verité dans les sciences : Plus La dioptrique, et Les meteores. Qui sont des essais de cette methode. Leiden: Jan Maire, 16371; Paris: Michel Bobin & Nicholas le Gras, 1668.

La vis luminis è prodotta dalla rotazione di globuli aetherei.

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1665. Robert Hooke (1635 – 1703). Micrographia: or, Some physiological descriptions of minute bodies made by magnifying glasses. London: J. Martyn and J. Allestry, 1665.

Robert Hooke associò il colore al “grado di obliquità” introdotto in un fronte d’onda dalla rifrazione della luce, in contrapposizione alla teoria di Newton che dimostrò attraverso una serie di controversi esperimenti, che il colore era correlato alla rifrangibilità in un modo tale che un fascio di luce bianca doveva essere considerato composto di molti raggi, ciascuno dotato di rifrangibilità (e quindi di un tono di colore) differente dagli altri.

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1646. Athanasius Kircher, Ars magna lucis et umbrae in mundo. Romae: Hermanni Scheus,1646.

Athanasius Kircher: Caput II, De multiplici varietate colorum

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1677. François Glisson o Francisco Glissonio, Tractatus de ventriculo et intestinis. London: Henry Bromme, 1677; Amstelodami: Jacobum Juniorem, 1677. 1685. Johann Zahn, Oculus artificialis teledioptricus sive telescopium, ex abditis rerum naturalium & artificialium principiis explicatum ac e' triplici fundamento, physico seu naturali, mathematico dioptrico et machanicoo, seu practito stabilitum. [2 vol.]. Würzburg: Quirinus Heyl, 1685-86.

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1686. Richard Waller (... - 1715). A catalogue of simple and mixt colours, Philosophical Transactions of the Royal Society, XVI, 24-32, 1686-87 (London, 1688).

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1690. Christiaan Huygens (1629 – 1695). Traité de la lumière. Leide: Pierre van der Aa, 1690.

La luce, secondo Huygens, si forma attraverso una serie irregolare di onde d’urto che procede con velocità molto grande, ma finita, attraverso l’etere. Questo etere è composto da un insieme di particelle elastiche molto piccole distribuite uniformemente nello spazio. La luce, dunque, non è un trasferimento effettivo di materia, ma piuttosto di una “tendenza a muoversi”, uno spostamento seriale simile a una collisione che procede attraverso una fila di corpuscoli ... Huygens sostiene che i fronti d’onda hanno origine attorno ad ogni particella che è toccata dalla luce e queste onde si estendono verso l'esterno dalla particella in forma di emisferi ... . La sua teoria ondulatoria della luce era in opposizione alla teoria corpuscolare proposta da Newton, e successivamente fu confermato e sviluppata da Young e Fresnel oltre un secolo più tardi.

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1704. Isaac Newton (1642 – 1727). Opticks or, A treatise of the Reflections, Refractions, Inflexions and Colours of Light, Also Two treatises of the Species and Magnitude of Curvilinear Figures. London: printed for Sam. Smith, and Benj. Walford, Printers to the Royal Society, 1704.

Isaac Newton ha fornito la prima descrizione scientifica della vera natura della luce, e fu il primo a creare un cerchio dei colori. Ordinò i colori come segue: rosso (nota musicale C), arancione (D), giallo (E), verde (F), blu (G), indaco (A), e viola (B). Anche se il viola non è un colore dello spettro di dispersione, Newton lo aggiunse per completare il cerchio, colmando il divario tra il rosso e il violetto.

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1704. Newton nella sua Opticks ha dato una descrizione molto elaborata di come i colori di un arcobaleno sono percepiti dall’occhio dello spettatore.

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1740. Louis Bertrand Castel (1688 - 1757), Optique des couleurs, fondée sur

les simples observations et tournée surtout à la pratique de la peinture, de la

teinture, et autres arts coloristes.

Paris: Briasson, 1740.

Il gesuita francese Louis-Bertrand Castel, nella sua Optique des couleurs,

afferma di aver scoperto i colori “primitivi” (rosso, giallo e blu) e in una seconda opera in due volumi del 1743,

Le vrai système de physique générale de M. Isaac Newton, attacca la teoria di

Newton, il che gli valse da parte di Voltaire (1694 – 1778) la definizione di

“ Don Chisciotte delle matematiche ”.

Confronto tra la teoria spettrale di Newton

e quella “vera” di Castel.

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1748. Petrus van Musschenbroek. Institutiones physicae conscriptae in usus academicos / a Petro van Musschenbroek. Lugduni batavorum: Luchtmanns, 1748. - 743 p., Ill.

Riflessione di un arcobaleno

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Piramide dei colori

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1758. Tobias Mayer. Tobiae Mayeri... opera inedita : commentationes societatis regiae scientiarum oblatas quae integrae supersunt com tabula selenographica complectens / editit et obsevationum appendicem adiecit Georgius Christophorus Lichtenberg. Gottingae : apud Joann. Christian. Dietrich, 1775.

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1772. Joseph Priestley (1733 - 1804), The history and

present state of discoveries relating to vision, light and

colours. London: J. Johnson, 1772.

In questo volume espone la storia dell’ottica e presenta I primi

esperimenti sulla visione, la luce e I colori.

1772. Johann Heinrich Lambert (1728 – 1777),

La necessità di ordinare i colori nello spazio è stata dimostrata

per la prima volta dalla piramide colore di Lambert (1772). I

campioni di colore sono stati preparati mescolando cere

colorate in proporzioni integrali.

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1776. Sistema naturale dei colori [Natural System of Colours. 1769-1776. Royal Academy of Arts]: due ruote di colori principali e composti secondo Moses Harris (1730 – c. 1788). Ebbero una grande influenza su coloro che lavoravano con le tinture, purtroppo erano basati su una serie difettosa di colori primari.

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1807. Thomas Young (1773 – 1829). A Course of Lectures on Natural Philosophy and the Mechanical Arts. London: Joseph Johnson, 1807. Nelle sue lezioni avanzò l’ipotesi, in seguito sviluppata da Hermann von Helmholtz (1821 - 1894), che la percezione dei colori dipendeva dalla presenza nella retina di tre diversi tipi di fibre nervose reagenti rispettivamente al rosso, al verde e al violetto: la teoria tricromatica.

1815. Augustin-Jean Fresnel (1788 – 1827). Premier mémoire sur la diffraction de la lumière. Mémoire adressé à l’Académie des sciences le 15 octobre 1815. Studi teorico-sperimentali sulla luce basati sulla teoria ondulatoria.

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1810. Johann Wolfgang Goethe (1749 – 1832) mette in discussione la teoria dei colori stabilita da Newton. Introduce una nuova ruota colore, ma poi scopre che un triangolo equilatero era più adatto a rappresentare le sue scoperte. I triangoli apicali in questo diagramma sono i colori primari. I triangoli secondari tra quelli apicali sono i colori primari che utilizzano i pittori, e i colori terziari che si formano sono i neutri scuri.

Lo scopo di Goethe era quello di distillare le leggi che governano l’armonia dei colori attraverso la soggettività della nostra percezione del colore, che dipende dall'oggetto, dalla luce, e dal modo in cui noi li percepiamo.

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1810. La sfera dei colori secondo Philipp Otto Runge (1777 – 1810) : la

miscelazione di pigmenti gialli e blu per ottenere il verde era così familiare che egli si rifiutava di riconoscere il verde

come un colore puro. La sua sfera rappresenta così la mescolanza di tutti

i pigmenti. Runge ha immaginato il primo colore solido, un modello di

colore sferico tridimensionale in grado di ordinare tutte le tinte, sfumature e tonalità di colori. Sulla falsariga delle

idee di Goethe, ha prodotto una teoria rivoluzionaria, organizzando i colori

puri lungo l’equatore. Le tonalità alleggeriscono verso un polo bianco,

correndo longitudinalmente, e scuriscono verso il polo nero.

Philipp Otto Runge. La sfera dei colori e altri scritti sul colore e sull'arte. Milano: Abscondita, 2008.

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1839. Ruota dei colori secondo Michel-Eugène Chevreul (1786 - 1889). I colori adiacenti dovrebbero mostrare lo stesso grado di differenza tra loro. Egli è considerato come tra i più grandi studiosi del colore.

Michel-Eugène Chevreul, De la loi du contraste simultané des couleurs et de l'assortiment des objets colorés,

considérés d'après cette loi dans ses rapports avec la peinture, les tapisseries ... . Paris: Pitois-Levrault,‎ 1839.

« loi du contraste simultané des couleurs »

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1850. Sistema di dischi rotanti sovrapposti per illustrare la gamma dei colori. Questo è stato il primo sistema di colori basato su principi scientifici, sviluppato da James Clerk Maxwell (1831 – 1879).

1855 “Experiments on Colour, as perceived by the Eye, with remarks on Colour-Blindness” Transactions of the Royal Society

of Edinburgh, 21, 275-298. 1856 “On the Theory of Colours in relation to Colour-

Blindness”. A letter to Dr. G. Wilson. Transactions of the Royal Scottish Society of Arts, 4, 394-400.

1857 “Account of experiments on the perception of colour” Philosophical Magazine, July, 40-47.

1860 “On the Theory of Compound Colours, and the Relations of the Colours of the Spectrum” Philosophical Transactions of

the Royal Society of London, 150, 57-84. 1872 “On colour vision” Proceedings of the Royal Institution of

Great Britain 6, 260-271.

James Clerk Maxwell costruisce anche un triangolo equilatero dei colori

simile a quello proposto da Goethe. Entrambi mescolano i colori primarie

dei triangoli esterni per produrre i colori nei triangoli interni. Tuttavia,

Maxwell sceglie il rosso, il verde e il blu come colori primari, e immaginò di

poter produrre tutti i colori conosciuti da questi.

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1860. Hermann von Helmholtz (1821 - 1894), Handbuch der Physiologischen Optik. Leipzig: Voss. Part I (1856), Part II (1860), Part III (1866).

Studia le sensazioni visive indotte dalla luce, i colori semplici e i colori composti, l’intensità e la durata delle sensazioni, le immagini postume e il contrasto simultaneo

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1810. Johann Wolfgang von Goethe: Zur Farbenlehre. Tübingen: Cotta, 1810.

« Quelli che compongono con luci di colori la luce unica

ed essenzialmente bianca, sono i veri oscurantisti ».

(Goethe, Massime e riflessioni)

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Goethe si pone in contrapposizione, in

una “onorevole contesa”, alla visione

Newtoniana strettamente

scientifica del fenomeno, ridando

dignità sensibile e poetica al

fenomeno fisico,

un grido di protesta contro ciò che Goethe

ritiene una insopportabile e

inconcepibile tirannia della

matematica e della fisica.

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La “rosa dei temperamenti” (Temperamentenrose), uno studio di Goethe e Friedrich Schiller (1759 - 1805) del 1798/99 fa corrispondere a dodici colori i tratti caratteriali della natura umana (tiranni, eroi, avventurieri, edonisti, amanti, poeti, oratori, storici, insegnanti, filosofi, pedanti, righelli), raggruppati in quattro temperamenti.

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Goethe studia non il colore come fenomeno di oscillazione elettro-magnetica piuttosto che pigmento chimico-fisico, quanto la percezione fisico-sensoriale del fenomeno da parte dell’uomo. [Cfr. Ludwig Wittgenstein (1889 - 1951). Remarks on Colour / Bemerkungen über die Farben. Berkeley and Los Angeles: University of California Press, 1978].

« Ma come io rimasi stupito, come guardando un muro bianco attraverso il prisma, esso era rimasto bianco! Che solo soltanto osservando da qualche zona buia, esso mostrava un certo colore, poi finalmente, attorno al davanzale della finestra tutti i colori brillavano ... Non ci volle molto tempo che io capii che c’era qualcosa di significativo sul colore che doveva essere compreso, e io ho parlato d’istinto ad alta voce, [dicendo] che gli insegnamenti di Newton erano falsi ». [Goethe, Johann Wolfgang von 1887-1919. Goethes Werke. Weimar: Hermann Böhlau. II. Abtheilung: Naturwissenschaft lichte Schriften, Bd. 4, pp. 295–296].

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Goethe afferma che Newton aveva commesso un errore nell’esperimento del prisma ottico, e nel 1793 il poeta tedesco aveva formulato le sue argomentazioni nel saggio Über Newton Hypothese der diversen Refrangibilität [1793], rimarcando l’importanza dell’aspetto fisiologico dei colori.

Schizzo dell’experimentum crucis [1672] di Newton in cui mostra come la luce del sole viene rifratta attraverso un prisma. Un colore viene rifratto attraverso un secondo prisma per dimostrare che la luce subisce alcun ulteriore cambiamento. La luce afferma lo scienziato inglese è composta dei colori rifratti nel secondo prisma.

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« La teoria che abbiamo enunciato contro questa [quella di Newton, n.d.t.] inizia con la luce incolore, e si avvale di condizioni esterne, in grado di produrre fenomeni di colore; e riconosce valore e dignità a queste condizioni. Non è necessario attribuire lo sviluppo dei colori dalla luce, ma piuttosto cercare di dimostrare con innumerevoli esempi che il colore è prodotto dalla luce ma anche da quello che a essa si oppone [il buio, n.d.t.] »

Severa critica di Wittgenstein: « Goethe’s theory of the constitution of the colours of the spectrum has not proved to be unsatisfactory theory, rather it really isn’t a theory at all. Nothing can be predicted with it. It is, rather, a vague schematic outline, of the sort we find in James’s psychology. Nor is there any experimentum crucis which could decide for or against the theory ».

Experimentum crucis di Newton.

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L’appunto principale che Goethe muove a Newton è quello di « fidarsi della matematica invece che delle sensazioni del suo occhio », e afferma che è necessario rimanere fedeli alla percezione senza ricorrere a spiegazioni fisico-matematiche della realtà naturale, in quanto i fenomeni stessi sono la teoria.

Veemente critica di Arthur Schopenhauer (1788 – 1860).

1835. George Field (1777 - 1854) Chromatography; or, A treatise on colours and pigments: and of their powers in

painting. London: Charles Tilt, 1835.

« Anche qui possiamo dire che un bianco che si scurisce, che si intorbida, diviene giallo; il nero che si schiarisce diviene invece azzurro ». [Goethe, § 502, p. 134].

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Page 33: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

« ... essere stato l’unico del mio secolo che ha visto chiaro in questa difficile scienza dei colori, ebbene sì, di questo vado fiero, e sono cosciente di essere superiore a molti saggi ». [Conversations de Goethe avec Eckermann (intervista del 19 febbraio 1829), trad. francese di Jean Chuzeville (1930), Paris, Gallimard 1949; 1988, p. 285.]

Zanzare newtoniane e luci omogenee: Zur Farbenlehre, tav. XII.

« La chiarezza è una giusta distribuzione di ombre e di luci ».

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« Io riverisco i matematici … però non approvo che si voglia far abuso delle cose che non appartengono al loro campo e dove questa nobile scienza diviene assurda, come se esistesse solo ciò che può essere dimostrato matematicamente ! ». [Gespräche mit Goethe in den letzen Jahren seines Lebens 1823-1832. Leipzig: Brockhaus, vol. I & II 1836; Magdeburg: Heinrichshofen, vol. III 1848].

Da un quaderno di schizzi di Klausbernd Vollmar (1946 - ).

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Page 35: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

La scomposizione spettrale della luce bianca in sette colori essenziali, tra i quali egli aggiunge l’indaco, quasi a voler scandire una analogia tra la gamma cromatica dei colori e quella musicale delle note. Goethe, tuttavia, esclude ogni possibile equivalenza tra colore e suono : « Colore e suono non si possono in alcun modo paragonare. … Entrambi sono azioni elementari e generali, operanti secondo la legge universale del dividere e del tendere alla riunione, del dirigersi ora verso l’alto ora verso il basso, dello spostarsi ora su questo ora su quel lato della bilancia, ma su lati interamente diversi, in modi diversi, poggiando su elementi intermedi diversi, rivolti a sensi diversi. … la musica … nasce per vie empiriche insolite, casuali, matematiche, estetiche e geniali ». [Goethe, op. cit., § 748 e § 750, pp. 185-86].

Anonymous, Traité de la peinture en mignature. The Hague: van Dole, 1708.

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Il chimico George Field elaborò una teoria del colore dove i colori di base erano organizzati dal chiaro allo scuro, come aveva raccomandato Aristotele, e dove il bianco o la luce era l'elemento attivo, e il nero o l'ombra quello passivo. I colori in mezzo a questi due estremi erano disposti secondo un ordine che seguiva i principi della meccanica.

Scala dei colori di George Field da Chromatics: or, the Analogy, Harmony, and Philosophy of Colours,

London: Printed for the author by A.J. Valpy1817.

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Page 37: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

Field associò anche i suoi colori alla scala della musica, unendoli in un “sistema universale di Filosofia Analogica”. I colori primari avevano un significato melodico e armonico e simboleggiava la Trinità. Le idee di Filed furono utilizzate da Owen Jones nel 1850 progetto dell'interno del Crystal Palace.

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Page 38: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

Goethe propone una ruota dei colori simmetrica. Il cerchio cromatico è disposto in modo generale secondo l’ordine naturale e i colori diametralmente opposti tra loro sono quelli che evocano reciprocamente gli uni agli altri.

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Page 39: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

Il saggio di Goethe si oppone alla ‘scientificità’ della fisica sperimentale di Newton, alla sua teoria cromatica del colore dedotta da osservazioni sperimentali e deduzioni logico-speculative, rivendicando la centralità dei sensi dell’uomo nella conoscenza dei fenomeni naturali.

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Page 40: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

L’obiettivo diventa sostanziale quando diversi artisti, tra i quali Runge, cominciano a interessarsi ai suoi studi sul colore [1]. Dopo la traduzione in lingua inglese avvenuta nel 1840 da parte di Charles Eastlake (1793 – 1865), la teoria sui colori di Goethe diventa uno dei testi di riferimento nel mondo dell’arte, particolarmente tra i pre-raffaelliti. William Turner (1775 – 1851) studiò il lavoro dello studioso tedesco e molti riferimenti a quest’opera si possono trovare nei titoli di alcuni suoi dipinti [2], e Wassily Kandinsky (1866 – 1944) la considerò una delle opere più importanti sull’argomento [3].

[1] Mandelkow, Karl Robert 1976. Goethes Briefe. Vol. 4: Briefe der Jahre 1821-1832. München: C. H. Beck, p. 622. «Wie die Anfänge von Goethes Beschäftigung mit der Farbenlehre veranlaßt waren durch die Frage nach dem Kolorit in der Malerei (...), so war die Anteilnahme bildender Künstler an seinen Farbenstudien für Goethe eine hochwillkommene Bestätigung des von ihm Gewollten, wie er sie vor allem von Philipp Otto Runge erfahren hat».

[2] Bockemuhl, M. 1991. Turner. Köln: Taschen. [3] Rowley, Alison 2002. Kandinskii’s theory of colour and Olesha’s Envy. Canadian Slavonic Papers, Vol. 44, No. 3-4, pp. 251-261.

Luci e colori di J. M. W. Turner (1843) : la mattina dopo il diluvio.

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Page 41: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

Le teorie di Goethe trovarono anche un ampio interesse e una forte curiosità in studiosi di differenti discipline tra i filosofi, Arthur Schopenhauer (1788 – 1860) – che all’età di 28 anni pubblicò un interessante trattato sulla visione dei colori (Über das Sehn und die Farben) -, Ludwig Wittgenstein (1889 – 1951), Rudolf Steiner (1861 – 1925), tra i fisici Thomas Johann Seebeck (1770 – 1831), Hermann von Helmholtz (1821 – 1894), Werner Heisenberg (1901 – 1976), e infine tra i matematici Kurt Gödel (1906 – 1978) e Mitchell Feigenbaum (1944 - ).

L'artista Louis Hayet (1864 – 1940) ha ideato dieci diversi cerchi del colore che introducono i nuovi concetti sui colori

complementari, come la miscela di Helmholtz di giallo e blu per creare il bianco. Le sue ricerche furono messe a

disposizione di mandò a Jacob Abraham Camille Pissarro (1830 – 1903) e Georges-Pierre Seurat (1859 – 1891) .

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Page 42: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

La posizione dello scienziato, secondo Goethe, deve essere

quella di mettersi in sintonia con la Natura stessa e di ritrovare

l’unità perduta di tutte le cose, nei termini probabilmente delle

dottrine mistiche di Emanuel Swedenborg (1688 – 1772), ma anche del panteismo di

Baruch Spinoza (1632 – 1677).

Philipp Otto Runge : Der Morgen (1808).

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Page 43: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

« Mai un occhio vedrà il Sole senza essere divenuto simile al Sole, né un’anima contemplerà la bellezza senza essere divenuta bella ».

Plotino, Enneadi, I, 6: Sulla bellezza, IX.

Alexandre Cabanel, La nascita di Venere (1863).

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Page 44: La teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe

« I colori sono azioni della luce, azioni e passioni » [Goethe].

Grazie per l’attenzione.

Foglia di Ginkgo biloba incollata dallo stesso Goethe su un foglio con una poesia dedicata all'amata Marianne von Willemer (1784 – 1860).

[15 Settembre 1815].

Zur Farbenlehre “Della Teoria dei Colori” di Goethe

Massimo Corradi