la divina provvidenza n.1/2012

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« La gloria più cara che possiamo dare a Dio è dirgli: Confido in te, che mi sei padre e salvatore » don Guanella 2012 1 RICORRENZA La Divina Provvidenza compie 120 anni FILO ROSSO Quando integrare è difficile: la malattia PELLEGRINAGGIO L'urna di San Luigi Guanella pellegrina per l'Italia la divina Provvidenza Provvidenza una voce della carità Rivista fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXX- numero 1 - I Trimestre 2012

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Pubblicazione della Casa Divina Provvidenza Opera Don Guanella di Como

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Page 1: La Divina Provvidenza n.1/2012

« La gloria più cara che possiamo dare a Dio è dirgli: Confido in te, che mi sei padre e salvatore » don Guanella

20121

RicoRRenza

La Divina Provvidenza compie 120 anni

Filo Rosso

Quando integrare è difficile: la malattia

PellegRinaggio

L'urna di San Luigi Guanella pellegrina per l'Italia

la divinaProvvidenzaProvvidenzauna voce della carità

Rivista fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXX- numero 1 - I Trimestre 2012

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periodico trimestrale fondato da san luigi guanellan. 1 - i trimestre 2012

LA DIVINA PROVVIDENZA periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: [email protected]

Direttore responsabile Mario Carrera

Direttore di redazione Angelo Gottardi

Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago

Collaboratori di questo numero Animatori RSA, Stefano Biancotto, Silvia Fasana, Angelo Gottardi, Roberto Rossi, Sergio Todeschini, Franca Vendramin, Pino Venerito, Vito Viganò

Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Alberto Bellomo, Angelo Gottardi e Operatori

Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (Milano) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454

Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48

Tariffa associazione senza fine di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Como

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

INFORMAZIONICentralino: 031 296 711; Direzione Casa Divina Provvidenza: [email protected] - [email protected]; sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro Cuore: [email protected]; sito: www.sacrocuorecomo.it; Museo guanellia-no: 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (don Roberto Rossi, sig.ra Elisabetta Ca-ronni); Comunità di Accoglienza Vocazionale: 031.296.795 (don Roberto Rossi); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi).

3 EDITORIALE Un bicchiere di latte di Angelo Gottardi

4 RIcORREnzE sTORIchE 4 "La Divina Provvidenza" compie 120 anni di Sergio Todeschini 7 Una vera Provvidenza per il nostro periodico 8 Maddalena Albini Crosta: la buona penna di Franca Vendramin

10 FILO ROssO 10 Quando integrare è difficile di Vito Viganò 11 Vivere con dignità la malattia di Vito Viganò 13 Fare il buon malato di Pino Venerito

16 nOTIzIE DI cAsA 16 Il tour di un Santo 18 L'icona di San Raffaele 20 Camino de Santiago 20 Anziani digitali 21 Lettere amiche 22 Grazie, don Guanella!

Sommario Sommario

foto di copertina Il tordo prepara il suo nido

(foto Alberto Bellomo)

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La Casa Divina Provvidenza, da 125 anni, e don Guanella, da molto tempo prima, hanno dato bicchieri d’acqua e di vino, scodelle di latte, piatti di polenta o minestrone a migliaia di bisognosi.

un bicchiere di LATTEc ari Amici e Benefattori.

Un giorno Howard K., un ragazzo che vendeva merci di porta in porta per pagarsi gli studi, si ritrovò con soli dieci centesimi in tasca ...e ave-

va molta fame! Decise quindi che alla prossima casa avrebbe chiesto del cibo. Ma gli aprì la porta una affascinante ragazza che lo turbò a tal punto che non seppe chiedere altro che un bicchiere di acqua. Lei si accorse che il ragazzo era affamato, ed invece di acqua, gli portò un grosso bicchiere di latte. Il ragazzo lo bevve lentamente, e poi chiese: Quanto le devo? Non mi devi niente - rispose - mia madre mi ha insegnato a non pretendere nulla per quello che si dona per amore. - Allora, la ringrazio di cuore...! Molti anni dopo, quella donna si ammalò gravemente. I dottori del paese non sapevano trovare rimedio alla sua malattia e allora decisero di inviarla nell’o-spedale della capitale dal famoso Dr. Howard Kelly per una consulta urgente. Quando questi sentì il nome del paese da cui proveniva la paziente, una strana luce riempì i suoi occhi. Salì immediatamente nella stanza della paziente, e la riconobbe. Il suo cuore sussultò di commozione. Da quel momento tutte le sue premu-re erano per l’ammalata, e le sue giornate erano tutte per trovare rimedio alla sua malattia. Dopo una lunga lotta vinse la battaglia! Quando la donna fu definitivamen-te fuori pericolo, il Dr Kelly chiese all’ufficio amministrativo dell’ospedale che inviasse a lui la fattura delle spese. La firmò approvandola, e scrisse, in calce alla stessa, una annotazione. La fece così recapitare nella stanza della paziente: “Pagata completamente con un bicchiere di latte. Dr. Ho-ward Kelly”!

Che ricompensa per un solo bicchiere di latte! Ma l’aveva già detto Gesù: “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca … non perde-rà la sua ricompensa” (Mc 10,42).La Casa Divina Provvidenza, da 125 anni (abbiamo celebrato il giubileo lo scorso anno) e don Guanella, da molto tempo prima, hanno dato bicchieri d’acqua e di vino, scodelle di latte, piatti di polenta o minestrone a migliaia di bisognosi. Anzi: hanno offerto una mano, un sorriso, un bastone a tanti anziani e malati, un futuro a tanti orfani, la dignità a tanti handicappati. Di più: hanno condiviso “pane e Signore”. E per coinvolgere tutto il popolo di Dio nell’ “Operazione latte e pane e Signore” don Guanella ha fondato questa rivista, che festeggia in dicembre il 120° compleanno. Con quanta insistenza nei primi numeri scriveva che “il nostro modesto periodico è l’eco della buona novella, è lo squillo che sveglia i generosi, perché aiutino la redenzione dei miseri”.Oggi possiamo contare su molti generosi benefattori, che, ricevendo la rivi-sta, ci rispondono inviando il loro prezioso contributo, sapendo che “chi dà al povero riceve da Dio” (san Luigi Guanella).Se ci aiutassimo di più a nascere, vivere e morire, la vita sarebbe più bella.Grazie a tutti e benedizioni.

Ed

ito

ria

le

AngELO gOTTARDIdirettore

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Ricorrenze storiche

La Divina Provvidenza4 ● 1-2012

Questa breve ricerca vuole spe-cificare i contenuti divulgati dal bollettino “La Divina Provviden-

za” cogliendo gli articoli più significativi di un giornalino che diventò ben presto un prezioso diario spirituale e uno spec-chio del pensiero e dell’azione missiona-ria della Congregazione fondata da don Luigi Guanella. Un percorso secolare che segnò l’inizio di un'avventura che ancora oggi ne rinnova gli entusiasmi.

La grafica del bollettino

Dal dicembre 1892, data di uscita del pri-mo numero, al 1920, la Divina Provvidenza subirà modifiche sia riguardanti le impagi-nazioni che l’aspetto grafico.Otto saranno le pagine dei primi numeri esclusi i supplementi: questo fino al di-cembre 1898. Poi le pagine aumenteran-no, passando da otto a sedici e i caratteri si faranno più piccoli. A partire dal gennaio

1911 appariranno in modo consistente ad illustrare gli articoli (soprattutto quelli le-gate alle case guanelliane, alle chiese ed asili, o a illustrare situazioni e personag-gi) le fotografie; e la grafica precedente, ancora legata allo stile ottocentesco, si adatterà al nuovo stile liberty o floreale, in voga nei primissimi decenni del 1900. Dal gennaio 1915 verranno ridotte in modo drastico le fotografie, tranne nel numero di novembre, ove verrà dato più spazio alla fotografia in occasione della morte di don Guanella. Negli anni seguenti il bollettino uscirà con tre o quattro numeri (eccetto il 1919 con 12), poche le foto e ridotta la grafica flo-reale.

i collaboratori

A firmare gli articoli o scritti vari furo-no diversi collaboratori, sia sacerdoti, o suore o laici, che inviavano articoletti di

"La Divina Provvidenza" compie 120 anni

Un giornalino che diventò ben presto un prezioso diario spirituale e uno specchio del pensiero e dell’azione missionaria della Congregazione fondata da don Luigi Guanella

Museo "Don Luigi Guanella” - Como: le prime copie della ultra centenaria rivista

di Sergio Todeschini

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La Divina Provvidenza5 ● 1-2012

attualità o pensieri di ca-rattere sociologico o di spi-ritualità. Ma fu soprattutto don Luigi Guanella, coi suoi 40 interventi, che marcò profondamente i primi anni della sua diffusione. Il sacerdote don Luigi D’An-tuono, un padre predica-tore di origine campana, diede un forte contributo inviando numerosi articoli nei primi anni della sua dif-fusione; un contributo no-tevole fu dato da Maddale-na Albini Crosta, direttrice del bollettino dal 1900 al 1910, per espresso volere del Guanella. Come primo successore del Fondato-re, don Aurelio Bacciarini firmò gli articoli apparsi in prima pagina in alcuni numeri del 1916 e contri-buì poi, come vescovo di Lugano, ad inviare articoli di spiritualità anche se in modo sporadico.

Lo scopo del bollettino

Il bollettino fu voluto da Don Guanella come perio-dico informativo destinato ai Cooperatori e ai sim-patizzanti dell’Opera per “dar notizia di quello che da noi si fa e di quello che da noi non si dovrebbe fare - comunicare i bisogni no-stri e le nostre speranze - registrare le offerte e i doni ricevuti, commemo-rare i defunti, appoggiare l’azione cattolica come meglio si sa e si può.”1

Uno scopo che si ritornerà a ricordare ancora più avanti negli anni ai lettori: “Que-sto modestissimo giorna-lino vuol essere come una lettura di famiglia che rav-vicina gli animi, dice agli uni i bisogni degli altri, ha un richiamo alla fede anti-ca, un inno alla carità, alla fede, alla Patria. Vorreb-

be essere altresì qualche volta uno svegliarino per scuotere i torpidi, per in-coraggiare i timidi, per eccitare tutti a concorre-re alle opere della Divina Provvidenza. E bisogna ri-cordare che l’aiuto che ci chiede e che noi diamo a Don Guanella, non tocca né giova menomamente la sua persona, sebbene unica-mente la sua causa. Ora la sua causa è la causa appun-to della Provvidenza, è la causa dei poveri. Anzi, non solo ai poveri vorrebbe gio-vare il giornalino, ma an-che alle anime, e l’anima l’hanno anche i ricchi. Con riconoscenza poi, il gior-nalino riceverà e pubbli-cherà tutti gli articoli che tendano ad illuminare ed a guidare al bene, ed anche quelli che diano notizie del movimento sociale, e pos-sano in qualche modo gio-vare al bene del prossimo.Questo Periodico vuol es-sere il segretario ed il notiziere che indica ai be-nefattori della casa, quel-lo che nella casa stessa si compie, o si vorrebbe compiersi od iniziarsi, sen-za dimenticare mai che la casa stessa tende ad infon-dere o conservare la fede, con la pratica multiforme della carità.”2

Don Guanella, già ai lati della intestazione "La Di-vina Provvidenza Periodico Mensile", sottolineava il ca-rattere della sua missione e del suo sentire sociale, espresso in due pensieri:“Altri fanno parte di quel-lo che hanno, e diventano più ricchi; altri rapiscono l’altrui, e sono sempre in miseria”; “La stampa religiosa è ai nostri tempi di necessità assoluta per difesa della Chiesa.”3

La paroLa a don GuaneLLa

Le origini, le motivazioni, le finalità del Bollettino:

Il don Guanella che già dal 1872 incominciò a produrre operette di stampa, proseguì poi sempre. In mettere piede a Como, subito pensò pure all’impianto di una piccola tipografia allo scopo di dare in luce opuscoli e foglietti morali che poi a larga mano si spandevano fra il po-polo. Di qui il pensiero della Fondazione di un organo periodico della Casa della Provvidenza.

D. Guanella incominciò a scrivere con relativo permesso diocesano e ci-vile e vi si aggiunse ottimo collaboratore il prof. Zaccaria (Pozzoni) che coi suoi due figli prendeva alloggio e vitto nella Casa Divina Provviden-za, dove pure impartiva lezione ai nostri studenti aspiranti della casa. Il buon prof. Zaccaria cominciò a scrivere il periodico mensile nostro “La Divina Provvidenza”. A lui si aggiunse nell’insegnamento scolastico e nel periodico il chiaro prof. Guadagni, divenuto cieco e soggiornante nella Casa D. Provvidenza. Il Periodico entra nel diciottesimo anno di vita e fu causa ed occasio-ne perché l’opera della Casa fosse conosciuta, perché i nuovi sacerdoti prendessero animo a scrivere. Il Rev. P. Gerardo Beccaro nell’anno 1900 presentò a D. Guanella la penna della celebre scrittrice Maddalena Albi-ni Crosta, che scrisse il giornale sotto l’indirizzo di D. Guanella dall’anno 1900 all’anno 1910. Un plauso universale, finchè subentrarono recen-temente i sacerdoti dei Servi della Carità, presiedendo il sacerdote teo-logo D. Aurelio Bacciarini e continuando sempre la sua preziosa coope-razione l’Albini Crosta. Un po’ di buona stampa cattolica è sempre stata l’ispirazione e il de-siderio di D. Guanella. Ne parlano con troppa insistenza i Pontefici, i Congressi, i Vescovi di questa potenza della stampa che ai nostri gior-ni è principale agente sia del bene che del male. Impossibile rimanere insensibile alla strage degli animi che fa la stampa cattiva. E’ un gran conforto, potervi mettere qualche riparo. I Servi della Carità che, oltre i ministeri delle opere di misericordia a favore dei figli e vecchi poveri del popolo, hanno per scopo anche la vita apostolica è troppo necessario che si addestrino in questa battaglia urgente …

(L. Guanella, “Brevi cenni intorno all’istituto ed alle opere dei Servi della Carità”, bozzetto n° 4 in “Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza” (1910-1911).

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Ricorrenze storiche

La Divina Provvidenza6 ● 1-2012

Egli racconta nel giornali-no, con semplicità, anche le origini della Casa Divina Provvidenza, dell’Ospizio di Camlago (Pianello Lario - lago di Como), sino al suo arrivo con poche suore a Como per prendere posses-so della nuova sede. E’ in queste pagine che si colgono, da subito e attra-verso gli anni, informazio-ni preziose sullo sviluppo dell’opera guanelliana. Ed è già tra le righe del pri-mo bollettino che si coglie quell’appello martellante, che si ripeterà su tutti i numeri, destinato alle per-sone di buon cuore affinché contribuiscano al sosten-tamento e alla diffusione dell’Opera: “La Piccola Ca-sa abbisogna, più di qua-lunque altra pia istituzio-ne, di copiosi e frequenti aiuti dalla cittadinanza co-mense e da quanti nutrono in cuore sentimenti di pie-tà verso tante anime dura-mente provate alla scuola del dolore.”4

Don Luigi quindi invoche-rà la benedizione di Papa Leone XIII sui benefattori: “Una speciale benedizione implora pure a conforto di tutti i cooperatori e bene-fattori della stessa Piccola Casa.”5

NOTE

1 LDP, Dicembre 1896, anno V, N.1, p.1.2 Ib., Ottobre 1905, Anno XII, N.10, p. 147.3 Ib., Dicembre 1892, anno 1. N. 1, p.1. Il secondo pensiero si rifaceva a uno scritto di Papa Leone XIII.4 Ib., p. 3.5 Ib., p. 3.

Museo “Don Luigi Guanella” Lo scrittoio di san Luigi Guanella nella sua camera da letto

Bollettino "La Providenza" Copertina del primo numero del periodico fondato da san Luigi Guanella nel 1892

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La Divina Provvidenza7 ● 1-2012

L a Nobil Donna Maddalena Albini Crosta ebbe sempre la bontà d’accompagnare

lo svolgimento delle opere della Casa del-la Divina Provvidenza e di porgervi inco-raggiamento e aiuto valido. Il suo degno consorte, il Nobile Francesco Albini Riccio-li, non fu meno tenero e amorevole per le nostre opere e un anno fa, chiudendo gli occhi nel sonno dei giusti, mostrò partico-lari attenzioni per noi. Rimasta sola, Donna Maddalena moltiplicò le sue cure per noi, e allora il sacerdote Guanella sentendo gra-ve il bisogno di chi gli porgesse mano nella redazione del periodico, chiese consiglio ad un alto personaggio e con il suo aiuto domandò la collaborazione alla celebre scrittrice. La nobile Signora piena di fede e di carità per i poverelli delle nostre Case, non frappose dubbio e subito inviò la sua adesione per mezzo della lettera che, con piacere, pubblichiamo qui sotto, sicuri di far piacere graditissimo ai lettori del foglio la Divina Provvidenza e a tutti i nostri be-nevoli cooperatori.

Sac. Luigi Guanella

M. R. Signor Don Luigi GuanellaMilano, 8 Febbraio 1900

Ella mi chiede di assumere la direzione del suo Giornaletto, che una volta al mese va

a dire ai suoi Cooperatori e Benefattori le opere compiute, quelle da compiersi, e le al-tre temute o sperate dalle Case della divina Provvidenza.La difficoltà della compilazione e la continu-ità del lavoro mi si parano davanti minaccio-se; ma oggi, primo anniversario della scom-parsa di colui che, allietandomi la vita, in vita e in morte mi additava il Cielo, non so rifiutarmi all’opera di carità che Ella, M.R. Signor Don Guanella, con affettuosa insi-stenza mi propone.Incoraggiata dal consiglio di chi unisce all’al-ta autorità, una scienza profonda e un’e-sperienza sicura, cedo alle sue richieste ed accetto il non facile mandato, prometten-dole di fare del mio meglio perchè nel suo Giornaletto aliti sempre il suo spirito e il suo cuore, M.R. Signore, che ha fondato e man-tiene tante opere di beneficenza così prezio-se. Quanto a me sono lieta di concorrere per una milionesima parte al gran bene che Ella fa.Avrei voluto tacere il mio nome; ma se il ri-fugiarsi nell’anonimo può essere umiltà, può anche essere mancanza di coraggio … sicchè lasci pure che si sappia, che Ella ha affidato la direzione del Giornaletto alla sua devotis-sima serva ed ammiratrice

Maddalena Albini Crosta(in “La Divina Provvidenza”, febbraio 1900, pp. 9-10)

L'incontro della Nobil Donna Maddalena Albini Crosta con don Luigi Guanella

Una vera Provvidenza per il nostro periodico

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Figure significative

La Divina Provvidenza8 ● 1-2012

nel 1900, con l’artico-lo “Una vera Provvi-denza per il nostro

Periodico”, don Luigi Gua-nella annunciò che la no-bildonna Maddalena Albini Crosta aveva assunto la re-dazione del suo giornalet-to. La valida scrittrice era nata a Robecco Cremone-se nel 1844. Suo padre, Lo-renzo Crosta, discendente di una famiglia benestan-te di Stazzona sopra Don-go (Como), da giovane, al lavoro delle terre pater-ne aveva preferito gli stu-di allontanandosi dal pa-ese natale. Egli approdò alla carriera amministrati-va, raggiungendo il grado di commissario regio e si sposò con Luigia Curti Pat-tarda, di antica famiglia di Gravedona (Como). La Nina (così era chiamata Madda-lena) rimase orfana di pa-dre a soli cinque anni. La saggia madre ne curò l’e-ducazione stabilendosi a Milano, dove la Provviden-za volle che giungesse il patrizio urbinate France-

sco Albini Riccioli il qua-le, incontrata la giovane e colta Maddalena, la spo-sò. Terziaria francescana, come scrittrice esordì con alcune commedie che piac-quero all’editore Vallardi e furono pubblicate. Trovan-dosi quasi prodigiosamente guarita da una grave ma-lattia, per riconoscenza, nel giorno del Corpus Domi-ni scrisse: Le gioie celesti della SS. Eucarestia, libro che le meritò una benedi-zione e un breve d’enco-mio da Leone XIII. Ispirata e quasi obbligata dall’Arci-vescovo di Milano Conte di Cabiana, scrisse L’angelo in famiglia. Ottenne di nuovo un breve da Leone XIII in occasione del suo giubileo episcopale; seguirono altre nove operette, tutte ono-rate da brevi pontifici, e due romanzi: Virtù premia-ta e Nobile orgoglio. Fu in-signita della Croce Pro ec-clesia et Pontifice ed ebbe due medaglie d’oro; colla-borò con vari scritti all’e-rezione del tempio del Cor-

« Si è tanto cantato e ricantato sulle impruden-ze di Don Luigi Guanella e non manca chi gli ha dato e gli dà addirittura del “matto” perché, per quanto da ogni parte vi sia chi pretende tirarlo indietro da passi avventati, lui con il suo sorri-so caratteristico si stropiccia le mani e dicendo: “Lasciamo fare alla Provvidenza” e continua im-perterrito la sua via. E non sono mica qui a dire bravo a lui che, nuovo don Bosco, senza preoccupazioni almeno apparenti, va aprendo da ogni parte Ricoveri per uomini e donne, Asili per l’infanzia, Ospizi per i vecchi e per i disabili. Questo è affare suo.Volevo dire soltanto che la divina Provvidenza nel cui nome il Guanella erige Ospizi e Chiese, pare impegnata lei a dirgli bravo! perché lo seconda, lo accarezza, lo protegge, non lo lascia mai in asso. »

(Maddalena Albini Crosta, in “La Divina Provvidenza”; marzo 1910, p. 35)

Quel Don Luigi!

MADDALENA ALBINI CROSTA la buona pennadi Franca Vendramin

Una Nobil Donna, scrittrice, a servizio della rivista "La Divina Provvidenza", voce della carità di don Luigi Guanella.

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La Divina Provvidenza9 ● 1-2012

pus Domini a Milano e la Santa Lega Eucaristica Edi-trice ottenne la cessione di tutta la sua produzione let-teraria. Ma della vasta opera di Maddalena Albini Crosta, nulla forse eguaglia e vale quanto la cooperazione ge-nerosa che seppe offrire a don Guanella. La loro santa amicizia risaliva agli ini-zi delle opere della Divina Provvidenza e Maddalena aveva già fatto molto bene per esse, quando, quasi per testamento speciale lasciatole dal virtuoso ma-rito, pure amico personale di don Guanella, accettava la direzione del bollettino dell’Istituto (1900-1910). Così ella testimoniò al Pro-cesso di beatificazione del Fondatore: “Da molti anni ebbi il bene di conoscere D. Luigi Guanella che non aveva ancora messo mano alle sue opere. Mi rammen-to che egli mi fece vedere certi suoi manualetti a stampa che io francamente giudicai manchevoli di for-

appassionate invocazioni e così pian piano divenne un fascicolo ben redatto.

L’Albini Crosta scrisse an-che “Fiore di cielo”, la pri-ma biografia completa di suor Chiara Bosatta (1910) e aiutò don Guanella nel-la redazione definitiva del Regolamento delle Figlie di Santa Maria della Prov-videnza (1911). La sua col-laborazione non si arrestò con il 1910, quando lasciò spazio ai primi sacerdoti dell’Opera tra i quali c’e-rano validi scrittori; pur cedendo la direzione conti-nuò a collaborare con i suoi limpidi e apprezzati arti-coli fino al 1926. In segui-to, a malincuore, dovette lasciare Milano dove aveva sostenuto anche le opere del padre Beccaro, come segretaria del Comitato di Dame Protettrici dei picco-li orfani e abbandonati. Si ritirò a Gravedona e conti-nuò la missione con il buon esempio, l’amabilità, il saggio consiglio: la sua ca-ratteristica fu quella di es-sere sempre a disposizione di chiunque, senza distin-zione di classe e di prefe-renze. Fino a tarda età il Si-gnore le conservò la salute, la sensibilità dell’animo, la lucidità della mente: più che ottuagenaria mantene-va viva la corrispondenza epistolare, che fu una del-le forme del suo apostolato e soddisfaceva ancora chi le chiedeva un articolo per una strenna o un’ iniziativa di beneficenza. Alcuni mesi prima della morte - 10 ot-tobre 1928 - divenne cieca e questa fu per lei una pro-va dolorosissima. La morte fu santa come la vita, i suoi funerali furono una mani-

festazione di compianto e riconoscenza alla colla-boratrice di tante opere buone. A rappresentare la Famiglia guanelliana, c’era don Leonardo Mazzucchi.

Attualmente nel Nuovo Mu-seo don Guanella di Como è riservato uno spazio a questa nobile figura ed il pannello che la presenta reca la scritta - “Maddale-na Albini Crosta, la buona penna” - così infatti l’ave-va definita il Fondatore.2

L’amicizia santa e la colla-borazione preziosa tra don Guanella e l’Albini Crosta fu benedetta dal Papa e si rivela ancora oggi a noi in tutta la sua forza e bellez-za: espressione “tangibi-le” della capacità straor-dinaria del Fondatore nel coinvolgere anche i laici nella sua opera di bene.“Nobil Donna, esposi a Sua Santità alcune cose inti-me sulle quali rispose con pari bontà e chiarezza. Che momenti felici si pas-sano ai piedi del Vicario di Gesù Cristo! Quanta carità in petto del Pontefice Pio X! Impossibile avvicinarlo e non amarlo. Al Papa ho parlato di lei e dei suoi libri e della compilazione del periodico. ‘Conosco’ rispose ‘Donna Maddalena Albini … dite che benedico lei e i suoi libri”. Aff. D. L. Guanella”.3

NOTE

1 M. A. Crosta in “Positio super intro-ductione causae”, I, Roma 1937, p. 17; Archivio guanelliano Como.2 D. L. Guanella, lettera a mons. A. Ferra-ri, Milano, 03.04.1909.3 D. L. Guanella, lettera a Albini Crosta Maddalena, Roma, 14.01.1908.

ma ed egli si prese la mia osservazione con umiltà ammirevole. Don Guanella volle che io prendessi par-te alle sue pubblicazioni, nel senso che mi affidò la compilazione e direzione del suo giornaletto inti-tolato: ‘La Divina Provvi-denza’ e poiché riscontra-vo un po’ gravoso per me quell’ufficio anche perché dovevo lavorare sulle sue tracce, dandomi la facoltà di firmarle con il suo stesso nome, mi rivolsi per consi-glio al mio direttore spiri-tuale, P. Gerardo Beccaro, carmelitano. Questi mi incoraggiò e quasi mi im-pose di accettare e conti-nuare in quell’ufficio assi-curandomi che quell’uomo sarebbe salito molto alto in santità”1. Il bollettino, arricchito a volte da un supplemento, ogni mese comunicava agli amici e ai benefattori, le relazioni delle prime fondazioni, le alte aspirazioni del Fonda-tore non sempre compre-se…, le difficoltà, le sue

Museo "Don Luigi Guanella" - Como Pannello dedicato a Maddalena Albini Crosta

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Quando inteGrare è difficile Integrare. E’ l’operazione vitale con cui l’organismo intro-

duce cibi e bevande, materia inanimata, li elabora fino a farli diventare parte di sé, materia viva. E’ ancora la funzione meravigliosa per cui il cervello assume la miriade di minute informazioni inviate dai sensi, le assembla, le integra dando loro un senso. Si crea così il miracolo della percezione di un fiore, di un suono, di un volto, di una situazione.Oltre che biologica, integrare è la funzione per cui lo spirito assume quel che succede, si arrangia per conviverci, ne tiene conto reagendo per procurarsi il benessere. Gli eventi continui che ritmano il vivere, attesi o imprevisti, mettono alla prova ogni giorno la capacità personale di inte-grare tutto con eleganza. Ci mostriamo abili a cavarcela bene con tante cose anche non facili che succedono. Disponiamo di una buona capacità di incassare i colpi della vita, quel che dispiace o che fa male.E ci sono dei limiti. Ognuno ha l’esperienza di fatti, di condizioni, di si-tuazioni in cui si va in tilt, ci si trova sprovveduti, incapaci di applicare questa preziosa facoltà. Ci si pensa in buona salute ed ecco la diagnosi inattesa di una malattia seria, come un diabete o un tumore. Il legame d’amore e d’intesa con una persona cara è brutalmente spezzato dalla morte. Il vivere tranquillo è sconvolto da un rovescio finanziario, da un cambiamento politico, o più semplicemente da una catastrofe naturale, da un incidente. Un impiego soddisfacente, ritenuto stabile, è troncato da esigenze di ristrutturazione dell’azienda. A volte lo si ammette aperta-mente: proprio non mi va giù, questo è troppo, è inaccettabile, come può succedere una cosa del genere?, e adesso cosa si fa? E’ come quando si è mangiato qualcosa d’indigesto, che non va né su né giù. Si sta male.Integrare vuol dire assumere quel che succede, se possibile cambiare quel che non va, altrimenti conviverci, anzi approfittarne. Conviene tener conto che integrare richiede tempo, poco o a volte prolungato. Occupa uno spazio di vita in cui non si è tranquilli, si è a disagio, o proprio si sta male. E’ un momento di spesa energetica per tentare di accomodare le cose.Questo è il problema: di fronte a un evento sgradito, inatteso, o dramma-tico, quanto tempo, quante energie, quanto disagio si è disposti a spen-dere prima di ricreare l’armonia dentro, avendolo debitamente integrato?La funzione di integrare quel che succede è spontanea. Succede che s’inceppi per la gravità di quel che ci tocca. E’ lo spirito allora che può intervenire, prendere le redini e trovare un modo dignitoso di convivere col fattore disturbante. Non ci si pensa a volte, o non se ne ha voglia e si trascinano le cose con pena, per sé e per chi si ha vicino. Non ci si sente capaci e ci si limita a lamentarsi e a recriminare. Non si sa bene cosa fare, si annaspa, si tentano soluzioni che a volte ingarbugliano più che dipanare i problemi.Impegnarsi a integrare quel che fa problema, non facile certo ma possi-bile, rende più leggera l’esistenza, ne migliora la qualità. Merita la fatica che richiede. E’ un lavoro interiore che procede a tappe e a ritmi molto personali, da percorrere con pazienza e intelligenza.

introduzione al dossier

Oltre che biologica, integrare è la funzione per cui lo spirito assume quel che succede, si arrangia per conviverci, ne tiene conto reagendo per procurarsi il benessere.

Impegnarsi a integrare quel che fa problema, non facile certo ma possibile, rende più leggera l’esistenza, ne migliora la qualità. Merita la fatica che richiede. E’ un lavoro interiore che procede a tappe e a ritmi molto personali, da percorrere con pazienza e intelligenza.

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1° tema: la malattia

I guai fisici, dovuti a malattie o a un incidente, sono una realtà difficile per tutti da vivere con dignità e da integrare. Una buona salute è considerata come la con-dizione normale, come un diritto legato alla vita. Al punto che si crea una sottile illusione di salute peren-ne e quasi di immortalità. Si sa bene che c’è la malattia e la morte, ma fa più comodo pensarle come realtà che capitano piuttosto agli altri. La reazione frequente a una malattia grave è: perché proprio a me? Che cosa ho fatto per meritarmi una si-mile disgrazia?Convivere con la malattia, viverla in modo dignitoso malgrado i disagi che comporta è una sfida, un risul-tato difficile del lavorio interiore per la sua integrazione, con alcuni pas-saggi obbligati.

Accettare il fatto spiacevole. L’irruzione di un guaio fisico è mal vissuto perché di solito è inatteso, contrario alle aspettative. A volte una malattia è anticipata da sintomi vaghi o più precisi. La tentazione è di trascurarli, di banalizzarli, di spe-rare che col tempo tutto sparisca da solo come è venuto. Un problema fisico è male accolto perché com-porta di solito l’esperienza del dolo-re. Un corpo malato fa male e dolo-rose sono spesso le cure mediche. Il dolore fa paura, non lo si vorrebbe mai. Il primo passo di un’integrazio-ne dignitosa è l’accettare la realtà scomoda e sgradevole di un guaio

di VItO VIGANò, psicologo

Vivere con dignità la malattia

fisico, rendersi conto che è là. Dedi-cargli la dovuta attenzione dispone a tener conto delle esigenze che reclama. Occorre dargli lo spazio dovuto, tra le tante altre cose che pretendono di essere importanti, e lo sono: famiglia, lavoro, affari, im-pegni, hobby.

Il coraggio della verità. Un fattore nocivo è all’opera nel proprio organismo. Per ritrovare una buona condizione fisica è im-portante conoscere il male e le sue conseguenze. La consultazione del medico, coi mezzi diagnostici oggi

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disponibili, permette di prenderne le misure e pianificare gli interventi appropriati di cura. La paura induce a volte alla reticenza, a non volere troppe verità. Il coraggio della veri-tà può richiedere il sacrificio di altre convinzioni sul proprio fisico: che si è sani, che non si è mai ammalati, che non può succederci niente di grave. Per integrare è indispensabi-le che la verità attuale, un fisico am-malato, occupi un posto di primo piano, esplorata nelle sue condizio-ni e nei danni prevedibili.

Il guaritore interno e l’impegno a curarsi. L’organismo ha una sua saggezza, per cui si mobilizza subito a recu-perare uno stato di salute appena si verifica un guaio. E’ un principio attivo indicato a volte come il gua-ritore interno. E’ come se ogni parte e funzione del corpo avesse sempre bene in vista la condizione ideale per star bene, indotta allora a dar-si da fare per recuperarla, quando risulti compromessa. Un corpo ma-lato evidenzia subito alcuni rimedi istintivi: la febbre che accompagna un’infiammazione, la tosse che per-mette di liberare le vie respiratorie, un senso di fatica e di debolezza che denuncia un bisogno di recu-pero energetico. Al principio inter-no di guarigione occorre aggiunge-re gli interventi curativi appropriati. Bisogna dedicare, sacrificare quan-tità di tempo, a volte molto, per ap-plicarsi alle procedure di cura, con la prudenza di attenersi alle prescri-zioni degli specialisti della salute. Ci sono variazioni da introdurre nelle abitudini quotidiane, alimentazio-ne, ritmi di attività e riposo. Si fatica a rompere coi ritmi abituali, non si

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Il corpo sa guarire. Il principio attivo interno di guarigione è la ragione più solida per sperare un recupero anche nei casi di gravi malattie. Non sono rari i miglioramenti insperati.

« Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati... Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia... Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. » (Matteo 5,3-12)

rinuncia volentieri ai piccoli piaceri. E’ vero che anche da malati si ha bi-sogno delle gratificazioni del vive-re. La saggezza è procurarsi quelle che non vanno a compromettere il processo di guarigione. L’impegno a curarsi è un indice attendibile del processo di integrazione in atto.

Speranza di guarigione e lutto. Il corpo sa guarire. Il principio attivo interno di guarigione è la ragione più solida per sperare un recupero anche nei casi di gravi malattie. Non sono rari i miglioramenti insperati. A condizione di farlo con pruden-za e realismo, sperare favorisce il processo di guarigione. Un fisico è soggetto all’usura del vivere e agli abusi con cui lo si è trattato, oltre che ad agenti patogeni che lo in-taccano. Si può uscire ancora bene anche da una malattia grave. Mal-

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Il corpo sa guarire. Il principio attivo interno di guarigione è la ragione più solida per sperare un recupero anche nei casi di gravi malattie. Non sono rari i miglioramenti insperati.

Attraverso il dolore e la sofferenza partecipiamo, insieme a tutta la Chiesa, all’opera della nostra personale redenzione e della redenzione del mondo.

Scrive san Luigi Gua-nella rivolgendosi ai suoi religiosi: «Il malato Servo della Carità deve fare il malato e deve cercare di essere un buon malato» (Regolamento dei Servi della Carità -1910, parte I, cap. XV). Si presenta con le caratteristiche di un detto lapidario, una frase ad effetto, ma è un distillato di esperienza, saggezza umana, fede cristallina. Quando scriveva questa frase don Guanella aveva sessantasette anni e più volte aveva esperimentato la malattia; probabilmente era già af-fetto dal diabete mellito che, insie-me ad altri disturbi, qualche anno dopo, nel 1915, lo porterà alla tom-ba. Aveva sofferto molto a causa di una tonsillite che nei mesi invernali metteva a dura prova il suo fisico e la sua pazienza, fin dai primi tempi del suo ministero sacerdotale nella parrocchia di Savogno.

di PINO VeNeRItO, sacerdote e educatore

Fare il buon malato

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grado un’operazione a cuore aperto per l’applicazione di diversi by-pass, una persona avanti in età recupera la sua funzione cardiaca e la sua vi-talità. E occorre accettare che dopo un diabete, un tumore, un ictus, un infarto, solo attenti a curarsi si può godere ancora di uno stato di salute accettabile. Ci sono invece esiti di malattie che comportano perdite della propria funzionalità fisica. Fare il lutto di quanto non si ha più, non impedisce di godere la vita e la fun-zionalità di cui si dispone ancora.

La lezione della malattia. C’è chi afferma che ogni malattia, oltre che un fatto fisico, è il sintomo di un disagio o di un problema dello spirito. Senza arrivare a tanto, si può accettare l’idea che un guaio fisico faccia affiorare a volte e denunci la realtà di un disagio psichico. E’ ben

documentato il legame tra rancori e rabbie mal risolte e certi proble-mi cardiaci. Da qui la prudenza di esplorare il messaggio di una ma-lattia, per una regolazione migliore delle ecologie di chi si trova malato. Di solito sono messaggi benefici: pensa un po’ di più al tuo benessere, rilassati, amati un po’ di più, stai più vicino a chi ti ama, vai all’essenziale del vivere … Ascoltare il messaggio favorisce il recupero della salute? Se migliorano le condizioni di vita è certo che risulta un contributo pre-zioso al lavoro del guaritore interno, attivo comunque in un organismo malato. ●

Nuova Olonio (SO)Casa Madonna del Lavoro (foto centrale) Monumento bronzeo a don Guanella, di Alfredo Vismara

Silvia (foto sopra) è una bellissima bambina nata a Soverato (Cz) il 14 novembre 1996 e nata al Cielo l’8 Dicembre di due anni fa’. Nonostante le sofferen-ze dovute alla malattia non ha mai smesso di amare la vita e di gioire.

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Scorrendo i registri delle sante mes-se di quel periodo e anche dei pe-riodi successivi, di tanto in tanto, ci si imbatte nell’espressione latina “aegrotavi”, cioè “ero ammalato”, se-gnalazione diligente per dire che quel giorno o quei giorni non aveva potuto celebrare la santa messa. Fare il malato e cercare di essere un buon malato: che cosa intendeva dire don Guanella? Sostanzialmen-te due cose: accettare la malattia e mettere in gioco le energie residue.

Accettare la malattia.Accettare la malattia non rimanda in prima battuta alla rassegnazione, ma all’abbandono fiducioso nelle mani paterne e provvidenziali di Dio. Alla persona malata - dice don Guanella nel testo citato - è chie-sto di continuare a “pensarsi” e a “viversi” come un figlio teneramen-te amato da Dio, non di arrender-si all’impotenza; non deve venire meno la certezza che nella malattia non siamo abbandonati. Del resto, consideriamo un fatto. Se la vita del cristiano è un cammino di “conformazione” a Cristo, un per-corso di progressiva assimilazione dei suoi sentimenti, allora il malato o chi sta attraversando una difficol-tà deve far emergere la sua fiducia di figlio che si abbandona serena-mente nelle mani del Padre, come Gesù fece sulla croce. Sulla croce, nell’imminenza della morte, Gesù Cristo, al culmine della sofferen-za, prega; non si lascia sovrastare dallo scoraggiamento, che pure è presente, ma “grida” la sua preghie-ra: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Come sappiamo, sono le parole iniziali del Salmo 22 in cui il Salmista manifesta a Dio la

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Vivere con dignità la malattia – sembra dire don Guanella – comporta la ca-pacità di saper gridare il nostro dolore a Dio, di saper deporre nelle sue mani la nostra sofferenza; nella malattia e nelle difficoltà occorre pregare.

«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto». Vangelo di Giovanni 12,20-33

tensione tra il sentirsi lasciato solo e la consapevolezza della presenza di Lui in mezzo al suo popolo. Il Salmi-sta prega: «Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c’è tre-gua per me. Eppure tu sei il Santo, tu siedi in trono fra le lodi d’Israele» (vv. 3-4). Il Salmista parla di «grido» per esprimere tutta la sofferenza della sua preghiera davanti a Dio appa-rentemente assente: nel momento di angoscia la preghiera diventa un grido.L’espressione di don Guanella quin-di significa saper accettare la malat-tia come occasione per dimostrare di essere figli, per esperimentare la predilezione di Dio e la beatitudine evangelica (cfr. Mt 5,1-12).

Mettere in gioco le energie resi-due.In secondo luogo “fare il malato e cercare di essere un buon malato” vuol dire saper mettere in gioco le energie residue incanalandole nel-la direzione di una collaborazione piena con i piani terapeutici e riabi-

Benedetto XVI “Chi, nella propria sofferenza e ma-lattia, invoca il Signore è certo che il Suo amore non lo abbandona mai, e che anche l'amore della Chiesa, prolungamento nel tempo della sua opera salvifica, non viene mai meno”. (Messaggio XX Giornata del Malato - 11 febbraio 2012)

Beata Chiara Luce Badano (Sassello, 29.10.1971 – 7.10.1990) (foto pagina seguente) è morta a diciotto anni per un tumore osseo, diagnosticato nel 1988. Visse la sua malattia nella serenità, senza perdere il suo sorriso, facendo lavoretti da mettere in ven-dita per beneficenza e continuando a studiare, e soprattutto trasmettendo gioia ai giovani che la visitavano. Proclamata beata il 25 settembre 2010.

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Il malato che collabora attivamente con i sanitari e con quanti si prendo-no cura di lui accelera il processo di ripresa, prepara la via alla guarigione, quando questa è scientificamente possibile.

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Vivere con dignità la malattia – sembra dire don Guanella – comporta la ca-pacità di saper gridare il nostro dolore a Dio, di saper deporre nelle sue mani la nostra sofferenza; nella malattia e nelle difficoltà occorre pregare.

litativi disposti da chi si prende cura di noi. Il malato che collabora attivamente con i sanitari e quanti si prendono cura di lui accelera il processo di ri-presa, prepara la via alla guarigione, quando questa è scientificamente possibile, e comunque la persona “attraversa” la malattia in modo co-struttivo. Leggo questi concetti, e tutti gli altri che ancora si potrebbero esplicare, nelle parole che scrive don Gua-nella in un passaggio del testo che ho già citato (Regolamento dei Servi della Carità -1910, parte I, cap. XV): «Poi un buon ammalato si affida al suo medico, perché è scritto che bisogna ubbidire al medico per causa della malattia; quando uno è ammalato, general-mente parlando, non ha intelletto capace per distinguere da sé i rimedi, non ha volontà efficace per aiutarsi: ha proprio bisogno del medico. Pari-menti un buon ammalato ubbidisce al suo infermiere, per il bisogno e an-che meglio per lume di fede e per me-rito di virtù. In questo senso è detto

che il primo medico di noi siamo noi stessi; cioè l’ammalato molte volte non sente il proprio bisogno di cibo, di bevanda e di riposo ed allora si af-fida al consiglio dei sapienti, alla utile esperienza dei pratici in argomento» (p. 1307).

Grandi sofferenze, grandi grazie.Attraverso il dolore e la sofferen-za partecipiamo, insieme a tutta la Chiesa, all’opera della nostra personale redenzione e della re-denzione del mondo. Folgorante a questo riguardo è il pensiero che don Guanella mette in bocca a pa-dre Ludovico da Casoria, fondatore di opere assistenziali per i poveri, il quale nella malattia ripeteva: «Que-sta infermità è l’opera dell’anima mia; abbiamo fatto qualche opera per il prossimo, e quest’infermità è l’o-pera di Dio per l’anima mia...». (Quarto centenario della traslazione di san Rocco, p.434). La chiesa, comunità dei discepoli di Gesù Cristo, ha la missione di porta-re la salvezza ad ogni creatura, cia-scuno offrendo il proprio contribu-

to. L’ammalato, il sofferente offre un contributo assai prezioso e speciale, oggetto di predilezione da parte di Dio. La testimonianza di una serena accettazione della prova, di fiducia gioiosa nel Dio amante della vita e del bene dei suoi figli – che la per-sona ammalata o in situazione di grave difficoltà può dare – spinge in avanti la missione della chiesa e della comunità religiosa. Concet-ti che il beato Giovanni Paolo II ha diffusamente spiegato nella lettera enciclica “Salvifici doloris”.Da qui, anche, l’alta considerazione che l’ammalato deve godere all’in-terno della comunità: la persona segnata dalla malattia è fonte di benedizione, attira grazie specia-li dal Signore. Ai suoi religiosi, don Guanella chiede allora un impegno di alto spessore spirituale: «Gli infer-mi, secondo la ragione aiutata dalla fede, devono essere la porzione elet-ta dei superiori e dei singoli membri dell’Istituto» (Regolamento dei Servi della Carità -1910, parte I, cap. XV).

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Notizie di Casa

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Il tour di un SANTOperché un pellegrinaggio dell'urna di San Luigi Guanella?

di Roberto Rossi

Don Guanella, monta-naro e camminato-re instancabile, non

si risparmiava per anda-re incontro alla sua gente, ai suoi poveri, a chiunque avesse bisogno di lui, per dare a tutti “Pane e Signo-re”. E lo continua a fare an-cora oggi, dopo che Bene-detto XVI lo ha proclamato Santo lo scorso 23 ottobre. Le due Congregazioni da lui fondate, per favorire la co-noscenza della sua figura e per promuovere una rinno-vata animazione vocazio-nale, propongono il pelle-grinaggio della sua urna, in particolare nelle Case gua-nelliane e in varie Diocesi del Nord Italia. Il passaggio delle spoglie del Santo sarà accompagnato da momen-ti di preghiera, animazione spirituale, approfondimen-ti sulla figura di don Luigi Guanella e del suo messag-gio, rivolti in particolare ai giovani. In questi mesi tan-ti fedeli sono voluti veni-re qui a Como per rende-re omaggio al nuovo Santo. Ora lui ricambierà la visita: in alcuni casi si tratterà di un ritorno a casa, in altri di raggiungere luoghi nuovi. Egli è certamente presente in spirito ogni giorno nel-le sue Case, tra i suoi be-niamini, ma il fatto di arri-varci anche con il suo corpo vuole essere un segno ulte-riore della sua premura di

Il primo viaggio del Santo a Barza d’Ispra (VA)

San LuiGi Fra noi, un eVento di GraZiaUna comunità è in festa e si tinge di allegra e solenne trepidazione quando si attende la visita di una persona importante: questi i sentimenti presenti nei nostri cuori, ma anche nel cuore dell’intera frazione di Barza d'Ispra (VA) e di tutto il suo circondario, preparandoci ad acco-gliere la Persona che per noi guanelliani è fra le più sig-nificative, il nostro amato Padre San Luigi!Per un'intera, suggestiva settimana presente in mezzo a noi con le sue venerate spoglie, ma soprattutto con l’esuberanza del suo spirito e della sua Santità, da poco proclamata solennemente dalla Madre Chiesa.Ed è stato questo spirito che dal 14 al 22 dello scor-so gennaio ha catalizzato intorno alla nostra Chiesa S. Cuore di Barza, la nostra comunità religiosa e tante altre realtà con cui condividiamo il cammino di testimonianza cristiana: parrocchie, gruppi di catechesi, il gruppo di Amici della Casa, varie associazioni legate alla comunità

padre. Ci auguriamo che questo tocchi il cuore di tan-ti, soprattutto di giovani che attendono un'occasione per fare della propria vita un dono per gli altri.Il pellegrinaggio terminerà con un triduo nella cattedrale di Como e con una solenne celebrazione di ringrazia-mento il prossimo 21 ottobre, seguita dalla processione dell’urna fino al Santuario S. Cuore. L’augurio è che questo pellegrinaggio possa aumentare la conoscenza di questo affascinante uomo, che ha speso tutta la sua vita a mostrare al mondo l’amore di Dio, Pa-dre provvidente, attraverso l’amore per i fratelli, e la cui opera continua ancora oggi con i suoi figli e figlie spiri-tuali. ●

Barza d'Ispra (VA) Fedeli, Consorelle e Con-fratelli Guanelliani attorno all'urna di san Luigi Gua-nella

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14/01 – 22/01 a Barza d’Ispra (VA) Casa don Guanella, Diocesi di Milano;22/01 – 17/03 a Como, Santuario Sacro Cuore, Diocesi di Como;17/03 – 24/03 a Gozzano (NO), Casa San Giuseppe, Diocesi di Novara;24/03 – 31/03 a Castano Primo (MI), Casa San Giuseppe, Diocesi di Milano;31/03 – 10/04 a Caidate di Sumirago (VA), Casa San Gaetano, Diocesi di Milano;10/04 – 15/04 a Canonica di Cuveglio (VA), Parr. S. Lorenzo Martire, Diocesi di Como;15/04 – 22/04 a Olgiate Comasco (CO), Parr. SS.Ippolito e Cassiano, Diocesi di Como;22/04 – 29/04 a Pianello del Lario (CO), Parr. S.Martino, Diocesi di Como;29/04 – 06/05 a Nuova Olonio di Dubino (SO), Parr. S.Salvatore, Diocesi di Como;06/05 – 13/05 a Ardenno (SO), Casa san Lorenzo, Diocesi di Como;13/05 – 20/05 a Mandello (CO), Parrocchia Sacro Cuore, Diocesi di Como;20/05 – 27/05 a tirano (SO), Santuario Madonna di tirano, Diocesi di Como;27/05 – 03/06 a Berbenno (SO), Casa San Benigno, Diocesi di Como;03/06 – 06/06 a Barzio (LC), Parrocchia S. Alessandro, Diocesi di Milano;06/06 – 09/06 a Seveso (MI) Parrocchia SS. Gervaso e Protaso, Diocesi di Milano;09/06 – 16/06 a Cassago Brianza (LC), Casa S. Antonio, Diocesi di Milano;16/06 – 18/06 a Roveredo (CH), Casa Immacolata, Diocesi di Chur (GR);18/06 – 23/06 a Belgioioso (PV), Casa San Giuseppe, Diocesi di Pavia;23/06 – 27/06 a Livraga (LO), Casa Santa teresa, Diocesi di Lodi;27/06 – 01/07 a Verdello (BG), Chiesa Prepositurale, Diocesi di Bergamo;01/07 – 08/07 a Chiavenna (SO), Parrocchia san Lorenzo, Diocesi di Como;08/07 – 15/07 a Gallivaggio (SO), Santuario, Diocesi di Como,15/07 – 22/07 a Campodolcino e Fraciscio (SO), Parrocchie, Diocesi di Como;22/07 – 31/08 a Como, Santuario Sacro Cuore, Diocesi di Como;01/09 – 08/09 a Gatteo (FC), Istituto don Ghinelli, Diocesi di Cesena-Sarsina;08/09 – 15/09 a Saronno (VA), Parrocchia SS. Pietro e Paolo, Diocesi di Milano;15/09 – 18/09 a Milano, Casa e Parrocchia San Gaetano, Diocesi di Milano18/09 – 22/09 a Milano, Casa B. Luigi Guanella, Diocesi di Milano;22/09 – 30/09 a Padova, Parrocchia S. Stefano Re d’Ungheria, Diocesi di Padova;30/09 – 06/10 a Cordignano (tV), Casa San Pio X, Diocesi di Vittorio Veneto;06/10 – 09/10 a Fratta Polesine (RO), Casa Sacra famiglia, Diocesi di Adria e Rovigo;09/10 – 13/10 a trecenta (RO), Casa S. Antonio, Diocesi di Adria e Rovigo;13/10 – 18/10 a Lora (CO), Casa S. M. della Provvidenza, Diocesi di Como;18/10 – 21/10 a Como in Cattedrale, Diocesi di Como.

CaLendario deL peLLeGrinaGGio

cristiana decanale o al servizio del territorio…Soprattutto una ininterrotta processione che ha af-fidato a Don Guanella le proprie intenzioni ma spe-cialmente ha manifestato il suo affetto ed il legame che da decenni unisce la nostra casa al territorio isprese. Davvero, come ha manifestato il Padre Superiore don Domenico in più di una occasione, la presenza di un Santo in mezzo al popolo cristiano è presen-za sempre entusiasmante, capace di riscaldare i cuori e di indirizzarli verso la comune vocazione di ogni cristiano, quella più bella, l’unione perfetta dell’uomo con il suo Dio. L’amore manifestato a San Luigi da tutte queste persone, giovani, anziani, bambini, intere famiglie, dice come anche a distanza di quasi cento anni dalla sua morte una testimonianza autentica di vita sacerdotale sia ancora sentita, e come il popolo di Dio senta il bisogno di pastori, espressione viva del Vangelo di Gesù.

Stefano Biancotto

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Notizie di Casa

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Dallo scorso febbraio nella cappella iemale del no-stro Santuario del Sacro Cuore è esposta alla ve-nerazione dei fedeli una pregevole icona dell’Ar-

cangelo Raffaele. L’icona è stata fatta realizzare in occasione del quindicesimo anno di attività dall’associa-zione culturale Iubilantes di Como e solennemente bene-detta da mons. Fernandez Lago, canonico della Cattedra-le di Santiago di Compostela, in occasione della S. Messa annuale del sodalizio.Questa icona ci riporta alla mente le parole di San Gua-nella rivolte nel “Vieni meco” (1913) alle prime suore in-viate in America: «Volate anche voi, come colombe d’uc-celli, là dove vi attende la voce del cuore, la chiamata di Dio. Volate e non temete. […] noi scorgiamo che vi accompagna l’arcangelo Raffaele tutti noi lo preghiamo che vi sia propizio nel lungo cammino».Spiega Fratel Roberto, l’iconografo del laboratorio di ico-nografia della Comunità benedettina di Pragaletto di Du-menza: «L’icona raffigura l’Arcangelo Raffaele insieme a Tobia. Rifacendosi al racconto del Libro biblico di Tobia, la rappresentazione è stata ideata a partire da un’icona greca di Raffaele, al quale abbiamo affiancato la figura del giovane Tobia. Raffaele prende per mano Tobia, come segno della sua prossimità durante tutto il viaggio che il giovane è chiamato ad intraprendere. Ad un livello più profondo: Tobia è accompagnato dall’arcangelo Raffaele lungo il cammino che lo porterà alla sua maturazione umana (egli diventerà adulto e si sposerà). Questo viag-gio–pellegrinaggio diventa simbolo di una vita intera. Tobia porta con sé solo il bastone, segno del pellegrino, mentre Raffaele con la mano sinistra regge un cartiglio su cui sono riportati alcuni passi del Libro di Tobia tratti dalla Vulgata e dalla Nuova Vulgata: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza del Signore. Conosco tutte le vie. Non te-mere: partiremo sani, e sani ritorneremo, perché la via è sicura” (cfr. Tb 12,15; 5,10.17). Con la mano destra, oltre a tenere per mano Tobia, indica il pesce dal quale il giovane prenderà fiele, cuore e fegato che diventeran-no medicamenti sia fisici che spirituali per la vita delle persone a lui care».

L'icona di San RaffaeleUna pregevole icona raffigurante san Raffaele Arcangelo è esposta alla venerazione nella cappella invernale del nostro Santuario

di Silvia Fasana

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ChE COS’è uN’ICONA? «L’icona nasce nei primi secoli del cri-stianesimo per testimoniare lo splendore del Dio fatto uomo e la dignità dell’uomo creato a immagine e somiglianza del suo Creatore: “Se vuoi comprendere ciò che sei, non guardare a quello che sei stato, ma all’immagine che Dio aveva nel crearti” (Evagrio Pontico).

L’icona non è una semplice immagine, ma luogo della Presenza Divina, una rivelazio-ne del Divino. “L’icona designa l’Assoluto con i colori del relativo”. Lo scopo prin-cipale dell’iconografia non è tanto quello di presentare un’opera “bella”, ma quello di annunciare, manifestare, esprimere la realtà spirituale dei misteri della fede. Si tratta perciò di un’opera teologica che, in quanto tale, esprime l’invisibile: ciò che il Vangelo e gli altri testi dicono con la paro-la, l’iconografo lo annuncia coi colori.

L’iconografo non cerca un suo concetto di bellezza e le regole della pittura non sono create dai pittori, ma dettate da ca-noni religiosi e custodite dai Padri della Chiesa. L’originalità e la maestria artisti-ca dell’iconografo sta nel personalizza-re questi canoni. Infatti, queste regole e questi modelli, elaborati fin dai primi tempi del Cristianesimo, consentirono nei secoli intorno al mille, ma anche nei secoli XIV e XV la realizzazione di opere di estrema bellezza e di grande contenu-to spirituale. Nelle icone la prospettiva è inversa: il punto di fuga non è da cercare entro la rappresentazione in un lontano orizzonte; esso si trova dinanzi all’icona, il punto di fuga è colui che guarda l’ico-na. Tutta la rappresentazione iconografi-ca intende rivelare a noi che veneriamo le

icone il mistero del’incarnazione e della nostra salvezza-santificazione. Nella sua incarnazione il Figlio di Dio ricrea, rinno-va nell’uomo l’immagine divina infangata dalla caduta di Adamo».

COmE SI rEALIzzA uN’ICONA? «La base dell’icona è una tavola di legno su cui si stende una tela di lino poi rico-perta con diversi strati di gesso. Dopo es-sere stata accuratamente levigata, viene riportato il disegno. In seguito viene appli-cato l’oro quindi, utilizzando l’emulsione (composto aggrappante di tuorlo d’uovo più vino bianco secco o aceto bianco più olifa o albume d’uovo), ha inizio la stesura del colore nelle diverse campiture serven-dosi essenzialmente di pigmenti deriva-ti da terre e minerali; vengono riprese le grafie, le ombre e in seguito viene data forma alle luci. Normalmente il passaggio è dal colore più scuro a quello più chiaro.

Questa tecnica viene chiamata “illumi-nazione” ed è fondamentale soprattutto nell’esecuzione dei volti perché indica il cammino dell’uomo verso l’essere nuova creatura (la trasfigurazione), la creatura vista nella luce di Dio. Infine viene steso sull’icona l’olifa (olio di lino cotto con l’ag-giunta di resine) per proteggerla e darle lucentezza. Il tema centrale dell’icona è infatti la luce: l’oro, largamente usato nell’icona, è il segno della luce divina che trasfigura la realtà. Al pittore di icone non interessa imitare la realtà, ma svelarne la sostanza: per tale motivo le proporzioni vengono spesso alterate e si segue un determinato canone ricco di significati simbolici».

Icona di san Raffaele L'Associazione Jubilantes di Como ha consegnato l'ico-na al Superiore provinciale, don Remigio Oprandi

Icone sacre Al centro la famosa Santissi-ma Trinità di Rublev

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Notizie di Casa

La Divina Provvidenza20 ● 1-2012

«Il Cammino di Santiago è e deve essere un’esperienza di fede e di crescita personale. Altrimenti è solo una moda». Così ha spiegato don Fabio Pallotta, della Co-munità guanelliana di Arca-Posada del Buen Samari-tano, situata proprio nell’ultimo tratto del Cammino di Santiago di Compostela in Spagna. Nel corso dell’an-nuale incontro dedicato agli aspiranti pellegrini e or-ganizzato dall’associazione culturale comasca Iubilan-tes lo scorso 6 marzo, il sacerdote guanelliano, ospite d’onore, ha presentato la prossima iniziativa della comunità spagnola, un pellegrinaggio sul Cammino di Santiago (da Sarria a Santiago, poco più di 100 km) dal 24 al 31 agosto 2012 riservato ai giovani italiani (18-35 anni). «Lo scopo di questa proposta, che vorremmo diventasse un appuntamento fisso annuale, è quello di offrire ai giovani una sorta di esercizi spirituali “in cammino”, con momenti di preghiera, meditazione e approfondimento sul senso del pellegrinaggio. Il testo di riferimento sarà il Vangelo di Marco».

camino de santiago la nostra RSA

anziani digitali? al "Don Guanella" il virtuale è realtà

In questi giorni, nella RSA - Opera Don Guanella - è stata avviata una nuova attività di tipo multimediale, e vede coinvolto un gruppo di anziani, i quali hanno già da qualche settimana iniziato a “video giocare” attraverso l’utilizzo della Nintendo Wii, una console molto conosciuta e usata dalle giovani generazioni, che in realtà si sta dimostrando utile e interessan-te anche per le persone anziane. L’attività è stata proposta, e in seguito introdotta, da una studentes-sa, tirocinante del servizio educativo e laureanda in Scienze Pedagogiche presso l’Università Cattolica di Milano, la quale, attraverso una tesi sperimentale sull’introduzione di strumenti multimediali nella Terza età, vuole dimostrare che il videogioco non ha età, ma soprattutto che, al contrario di quanto spesso si pensi, gli effetti possono essere positivi negli anziani. In campo educativo il videogioco ac-quisisce valore pedagogico poiché può trasformarsi altresì in qualcosa di utile e coinvolgente; tutti pos-sono “video giocare”, simulare una partita di Bow-ling o di Tennis, anche stando seduti in carrozzina. E’ questo il valore del gioco.

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La Divina Provvidenza21 ● 1-2012

la vo

stra po

sta

LETTERE amicheAccolgo l’invito fatto dal direttore del periodico Angelo Gottardi rispondendo alla domanda: “Don Guanella a te cosa può dire?”. In un momento come questo di grande incertezza e instabilità sociale ed econo-mica può essere una persona viva, pre-sente, vicina al nostro operato nella fami-glia, nel lavoro e nel sociale, soprattutto per il suo insegnamento fondamentale: l’affidamento alla Divina Provvidenza. La sua “presenza” nella mia famiglia c’è sempre stata perchè ho avuto uno zio che ha portato avanti l’opera di Don Guanel-la in un istituto in Spagna dove purtrop-po nel 1971 ha perso, in seguito inciden-te stradale, la vita (fr. Giovanni Vaccari). Comunque come si dice ”chi semina racco-glie” e anch’io nel mio piccolo proseguo con l’insegnamento ricevuto facendo volon-tariato nella Proloco locale. Volevo inoltre fare un piccola richiesta: è possibile ricevere alcune copie della sua rivista in modo che

la possa far conoscere a conoscenti ed ami-ci e divulgare la figura di Don Guanella? Ringraziando porgo cordiali saluti.

Daniela Vaccari

carissimo, siamo gli alunni delle classi 5c e 5d della scuola primaria Principe di Piemonte di Reggio Calabria. Chiediamo scusa se disturbiamo con la nostra letterina, ma abbiamo bisogno di parlare con Lei. Stiamo lavorando su un progetto che riguarda tutta l'Italia. Si è parlato tanto di Unità e di ricorrenza, ma nessuno ha pensato che ciò che unisce l'Italia è la pace e l'amore. Quindi l'Italia bisogna che rimanga unita sempre e non solo quando ne parla la tv. Così abbiamo raccolto libri, fotografie, oggetti e simboli da tutte le  parti d'Italia. I Sindaci sono stati gentili ad inviarceli. Adesso vorremmo aprire un percorso spirituale per unire l'I-talia, cioè  collocare in ogni regione il Santo o la Santa. Quindi abbiamo pensato di scriverLe per sapere se ci può aiutare, intanto con una bella Benedizione poi se potesse inviarci im-magini, storia, libri, fotografie, oggetti (piccoli per carità) del Santo o se  avete la farmacia o altre produzioni avere dei piccoli campioni. Così, nella nostra grande mostra che stiamo allestendo, sarà presente un percorso geografico, uno storico, ma non può mancare quel-lo religioso. Se non è possibile noi Le auguriamo lo stesso buone Feste ed un Felice anno.

Un grande bacione Alunni 5C e 5D

Scuola Primaria Principe di Piemonte - Reggio Calabria

Con deferenza Ins. Nicita Maria Laura

Ringraziamo la nipote di fratel Giovanni e siamo lieti di comunicare che la nostra Congrega-zione ha nominato un “postulatore” per rac-cogliere testimonian-ze della sua santità, in vista di un processo di beatificazione. La curia vescovile di Verona ha dato il nulla osta per diffondere la preghiera per la santificazione del nostro caro fratel Gio-vanni Vaccari.

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La Divina Provvidenza22 ● 1-2012

grazie DON GuANELL A

gesti di bontà

Rosa di Rovello Porro, 3 gg; Rampinini Attilia di Mornate, 2 gg; Della Camera Cosi-mo di Benevento, 2 gg; Albonico Gianni di Como, 3 gg; Colli Mario di Grandate, 2 gg

uNA GIORNATA DI PANEBorghi Felice di Barlassina; Peverelli Brambilla Lidia di Grandate; Battistessa Ful-via di Domaso; Galimberti Leda di Costa Masnaga; Raimondi Agostina di Pandino; Pogna Simon di Bene Lario; Vergottini Iris di Rezzonico; Selva Mario di Menaggio; Pozzi Luigi di Vigevano; Gibilaro Giulia di San Giovanni in Croce; Roscio Augusto e Claudia di Albavilla; Corengia Giuliano di Casnate con Bernate; Prof. Della Ca-mera Cosimo di Benevento; Marzorati Cesare di Figino Serenza; Guanella Laura di Campodolcino; Natale Lia di Sondrio; Marelli Dina Francesca di Sesto San Giovanni; Capiaghi Fernando di Ronago; Gilardoni Valerio di Limonta; Balzaretti Domenico e Isabella di Olgiate Comasco; Oldrini Cesarina di San Vittore Olona; Ponti Mario di Cavaria con Premezzo; Colombo Roda Giuseppina di Como; Ceruti Lucia di Opera; Perego Campioni Ornella di Faggeto Lario; Crosato Savina di Olgiate Comasco; Piat-ti Luigia di Guanzate; Abbate Irma di Mezzegra; Colombo Fiorenza di Alserio; Lipani Michela di Villastanza; Colombo Lietti di Bregnano; Celai Luciano di tirano; Cazza-niga Merlo Lina di Besana Brianza; Merloni Rosa di Grandola e Uniti; Milani Angela di Casorate Sempione; Galli emilia di Lurate Caccivio; Colombo Giulia di Figino Se-renza; Arioli Gina di Germignana; Nava Angelo di Lentate sul Seveso; Selva Mario di Menaggio; Ferrario Luigia di Origgio; Pagani ersilia di Induno Olona; Piscia Sera-fino di Cadrezzate; Censi Andrea di Bizzarrone; Bianchi Adele di Albavilla; Raimondi Agostina di Pandino; Della Bella Renato di Chiuro; Boleso Carla di Como; Redaelli Alberto di Merone; Invernizzi Panzeri Domenica di Portichetto; Motta Giovanni di Varedo; Carimati Gaetano di Cesano Maderno; Zanazzi Annoni Gemma di Maria-no Comense; Fasola Carla di San Fermo della Battaglia; Socci Giovangualberto di Como; Belloni Carla Asperti di Rho; Cavicchioli Alessandra di Cavallasca; Stucchi Anna Maria di Basiano; tettamanzi Gianni di Veniano; Bianchi Franca e Gabriella di Como; tagliaferri Giosuè di Pagnona; De Carli Bernardetta di Olgiate Comasco; Biganzoli Rosalia di Besozzo; Robbiani Romano di Ronago; Robbiani emilio e Dina di Cucciago; Nobile Mario di Cocquio; Brenna Maria Carla di Lomazzo; Marzorati ettore di Lomazzo; Re Sartò Luigia di Nerviano; Pini Roberto di Olgiate Comasco; Venegoni Antonio di Castiglione Olona; Beretta Lucia ved. Gianola di Barzanò; Favini Angela di Locate triulzi; Ronco Antonia di Lomazzo; Silva Maria di Como; Merazzi Antonietta di Como; Fam. Paganini di Como; Bordoli Alessandra di Olgiate Comasco; Balzaretti di Cavallasca; Molteni elda di Como; Gaffuri Marina e Regina di Como; Bianchi Cesarina di Villaguardia .

* * *

BENEFATTORI DEFuNTIRossino Lina di torino; Asmini Giovanni di Cislago; Gonzales Rosa De Ziegler di Ca-racas; Andreoli Silvana di Sorico.

GRAZIE RICEVuTEtenti Caliari Pietro e Maria di Varese, € 50,00 per Grazia Ricevuta; Caliari Cantini Carmen e Maria hanno offerto € 50,00 per Grazia Ricevuta.

ATTI DI BONTA’Daverio Annamaria di Cornago, ha offerto € 200,00 per i restauri del Santuario; Bagnasco Itala di Carbonera, € 200,00 per i progetti della Casa in attesa del 23/10/2011; Bianchi Felicita di Germignana, € 200,00 per riconoscenza; D’Arrigo Fabio di Monza, € 150,00: Zanoni Anita di Rho, € 200,00 per un fiore al Santo Guanella; Valentini Francesco di Como, € 250,00 per il progetto del Santuario; Raffaglio ernesto di Milano, € 250,00; Folini Settimo di Prata Camportaccio, € 2500,00; Guanella Del Veccio Ma-ria Giuseppina di Bellinzona, € 1966,91; Ballerini Lina di Appiano Gentile, € 1967,00; Ghielmetti Livio e Annamaria di Bellinzona, hanno offerto € 161,74; Soroptimist int. Club Bellinzona e Valli di Arbedo, € 161.74; De Carli Giannini Antonietta di Minusio, € 161.74; Unitalsi di Como, € 1000,00 per i nostri Macro-progetti; Guanella Margherita di Chiavenna, € 300,00; taiana Abbondio di Gironico, € 150,00; De Blasio Francesco di Roma, € 300,00; Carugati Carlo di Lomazzo, € 150,00; Misericordia Anna di tolentino, € 1200,00 per ringraziare San Luigi Guanella per la sua protezione; Colombo Giancarlo di Seregno, € 250,00; Veronelli Beniamino di Lurago d’erba, € 1000,00; Rossini Giuseppe di Lurago d’erba, € 200,00 per i bisogni della Casa; Luperi Isa di Casnate con Bernate, € 200,00 a favore delle opere di San Luigi Guanella; Rossotti Italico di Varese, € 150,00; D’Arrigo Fabio di Monza, € 300,00; Moggio Franco di Gallarate, € 200,00; Romualdi Caterina di Verucchio, € 150,00; Loforese Leonardo di Monopoli, € 300,00 a suffragio delle anime del purgatorio; Ripamonti ernesto di Lecco, € 250,00 per il macro-progetto del Santuario; tramarollo Filomena di Valdobbiadene, € 500,00; Filippi Gisella di Milano, € 150,00; Riganti Galli Carlo e Lucia di Legnano, hanno offerto € 150,00; Albonico Giorgio di Como, € 200,00; tessitura Luigi Santi Spa di Casnate con Bernate, € 300,00; Del Vecchio Franco di Santa Maria in Cristina, € 2500,00 per le nostre necessità; Mansueto Leonardo di Locorotondo, € 1000,00; Cattoni Fausto di Olgiate Comasco, € 600,00 a sostegno delle opere di carità;Nord tessile Spa di Como, € 150,00; Anselmi Luigi di Valdobbiadene, € 250,00; Ramanzina ester di Laglio, € 200,00 per la mensa dei poveri; Massera Aldo e tina di Novate Mezzola, hanno offerto € 500,00 per le nostre opere; Pa-gani Piatti Carla di Lucino, € 200,00; Artsana – Chicco Spa di Grandate, € 2500,00; Passamonti don Martino di Gordevio, € 828,13; De Carli Giannini Antonietta di Minusio, € 331,24; Geronimi Angela di St.Moritz, € 165,62; Cavallaro Giuseppina di Sant’Agata di Militello, € 200,00; don Adriano tettamanti di Vertemate con Minoprio, € 1000,00 per vestire a festa il Santuario; torneria Automatica Ribolzi di Cunardo, € 200,00 per i micro-progetti; Coronelli Carla di Sesto San Giovanni, € 150,00; Canali Orsola di Vergano Villa, € 200,00; Gianatti Luciano di Sondrio, € 200,00 per il progetto “Percorsi educativi per l’autonomia” ; Dell’era Fiorenzo di Cima, € 200,00 in suffragio di Alfredo e Rina Dell’era Ortelli; Ratti Arnaldo e Liliana di Como, hanno offerto € 200,00 per il progetto “Casa del Pellegrino” ; Zenith Amneris di Como, € 500,00 per il Santuario; Della torre Franco di Como, € 150,00 per il macro-progetto 12 “Campetto Polivalente” ; Abbo Alessandro di Imperia, € 200,00; Cazzaniga Giancarlo di Carlazzo, € 500,00; Veronesi Luigi di Massa, € 1000,00; Rivolta Silvana di Como, € 300,00; Snider Giovanni di Capiago , € 500,00 per il suffragio perpetuo; Gatti Giulio, Lina e Luigia di Portichetto, hanno offerto € 100,00 in suffragio dei loro cari; Salvadè Nelda e Niero di Como, hanno offerto € 200,00; Sala Alberto di Ramponio Verna, € 250,00; Suriano Paola Maria di Como, € 250,00 per il Santuario;Gruppo Amici di Como, hanno offerto € 200,00 per il progetto “Accoglienza per i senza fissa dimora” ; Durante Angelo di Lipomo, € 1000,00 per il Suffragio Perpetuo; testoni Maria di Villaguardia, € 300,00; Somaini Luigia di Olgiate Comasco, € 150,00; todeschini Filippo di Como, € 200,00; Cavadini Alberto di Como, € 200,00 per il Suffragio Perpetuo; Squellati Adele di Busto Arsizio, € 500,00; Arcioni Sandro di Mandello del Lario, € 250,00; Pedroncelli Irma di Como, € 500,00 per la mensa dei poveri; Seveso Antonio di Como, € 500,00; don Sandro Bonacina di Como, € 300,00; Molteni Carla di Olgiate Comasco, € 1020,00 per il Suffragio Perpetuo; Bianchi Monica e Massimo, hanno offerto € 1000,00 per il Suffragio Perpetuo di Nella teresa Magni; Rampinini Attilia di Mornate, € 1500,00 per il Suffragio Perpetuo; D’Alessandro Catania di Como, € 500,00; Invernizzi Lidia di Mandello del Lario, € 400,00 per la Nostra Casa; Perani Giovan Battista di Vertova, € 100,00 per le Nostre opere; Gaffi Roberto di Paullo, € 740,09 per le nostre Opere; Carbone Anna Brigida e Giuseppe hanno offerto € 100,00 in ricordo di Kera Y Don Angelo.

PIu’ GIORNATE DI PANEScolari Corti Lucia di Como, 2 gg; Carazzina Alessandra di Milano, 4 gg; Lazzaroni Rosa di Parapiago, 2 gg; Nobili Sandro di Meda, 3 gg; Rossi Alessandro di Inveruno, 4 gg; Sassi Cecilia di Albiolo, 3 gg; Ram-poni Clementina di Lenno, 4 gg; Frigerio Luciano di Bulgarograsso, 2 gg; Bonanomi Giuseppe di Santa Maria Hoè, 4 gg; Verga Luciana di Casnate con Bernate, 2 gg; Natale Anna di Como, 2 gg; Ostinelli Carlo di Como, 2 gg; Cairoli Marco di Villaguardia, 5 gg; Fumiento Mario di Porlezza, 4 gg; Banfi Ambrogio e

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Page 23: La Divina Provvidenza n.1/2012

La Divina Provvidenza23 ● 1-2012

grazie DON GuANELL A

«Conviene sempre fare un po’ di carità: un povero soccorre l’altro e Dio benedice» San Luigi Guanella

Come si può aiutare la Casa Divina provviDenza - opera Don Guanella

innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori; inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di ami-cizia con i nostri anziani e sofferenti; offrendo per SS.Messe: € 13,00 (giorno libero); € 15,00 (giorno fisso); € 450,00 (gregoriana) in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offri-re, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà.

importante: l’istituto È ente GiuriDiCo può quindi ricevere Donazioni e lasciti testamentari (rr.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932)

Per evitare possibili contestazioni si consiglia: per Donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected] per testamenti: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula: “Io… lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divi-na Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso).

N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso un notaio di fiducia.

i titolari Di reDDito D’impresa, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. oFFerte: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coor-

dinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it

OrArI DELLE S. MESSE

(settembre-maggio)

Feriale: » 07.00 » 08.30 » 18.00

Festivo: » 20.30 (vigilia) » 07.00 » 10.00 » 11.45 » 20.30

CONFRATELLI DEFuNTIDon Celio Mattiuzzo; don Mario Latini; don Antonio Nastro; don Vittorio Mosca.

FAMILIARI DEFuNTI DEI CONFRATELLIemilio Rigamonti, fratello di don Lorenzo Rigamonti; Anthony Nwachukwu, papà del ch. Chiemeka; Ndunguna Kiazola Gisele, zia di p. Charles Makanka; Carmelo Scibetta, zio di don Domenico Scibetta; il fratello del ch. Nwobi Francis; Ndongo Clementine, zia di p. Justin Onganga; Alessandro Carsana, papà di don enzo Carsana; Dorina Dogni, nonna di don Roberto Rossi; Fausto tremante, fratello di don Gino tremante; Maria Merlin ved. Soffiati, sorella di don Antonio e don Giuseppe Merlin; Angelo Rigamonti, fratello di don Lorenzo Rigamonti; Ferna Nzey, nonno di fr. Jean De Dieu Makalu.

BORSE DI STuDIO

Borsa di studio “FR. CARLO ELLI II”Borsa di studio “DON MARIO BRuSA”Borsa di studio “DON LuIGI MARNATI”Borsa di studio “DON ROBERTO ISELLA”Nuova Borsa di studio “ DOZIO MARIA BAMBINA”

le pagine degli Amici

Page 24: La Divina Provvidenza n.1/2012

Un traguardo, un augurio ancora valido per il futuro del Bollettino nelle parole di Maddalena Albini Crosta …

« Il programma del Giornaletto, come quello della Casa da esso rappresentata, è invariabilmente lo stesso, né ponendoci una mano al cuore sentiamo di averci mai mancato. Il programma della Casa e del suo Giornale è semplicissimo.Fare un po’ di bene; farne più che si può; farne con energia, vincendo le difficoltà.Rivolgere il bene specie ai più abbandonati ».Maddalena Albini Crosta(Direttrice La Divina Provvidenza, dicembre 1901)

Da' il tuo nome a una Canna d’ orGano

Le canne di proSpettosono 64 in lega di stagno/zinco:

la più corta misura mt.1,60 mentre la più lunga raggiunge i mt.4,70.

Le canne interne sono 1.576 in lega di sta-

gno/piombo con percentuali variabili a seconda del registro. Le canne interne più grandi sono in legno (abete della Val di Fiemme).La più corta misura 16 cm. mentre la più lunga, in legno, raggiunge mt. 5,20.

COMPOSIzIONE DELLO STRUMENTO

Prima tastiera (61 note: Do-do) Grande Organo 8 registri con 778 canneSeconda tastiera: Organo espressivo 10 registri con 720 cannePedaliera (32 note: Do-sol) 6 registri con 132 canne

LE CANNE DELL'ORgANO (numero totale 1.630)

Il costo delle canne varia a seconda della grandezza e della posizione.

✍ Il tuo nome sarà conservato in un albo apposito A PErPETuA mEmOrIA13

n.progetto

200,00CoSto medio € 500,00CoSto medio €

Fare un po' di bene ...