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La Presentazione La presentazione deve essere chiara, ricca di informazioni e soprattutto capace di lasciare una traccia positiva nella mente degli ascoltatori. Ogni presentazione si articola in : - una fase di progettazione iniziale - una fase di realizzazione pratica e di collaudo - una fase di presentazione in pubblico Ciascuna di queste fasi pone problemi particolari che occorre conoscere e risolvere nel migliore dei modi , perciò progettare in maniera accurata, cercando di prefigurarsi tutte le situazioni e le molte scelte possibili è un esercizio culturale impegnativo che diventa via via più facile con l’esperienza e che comunque significa evitare insuccessi, risparmiare denaro, stress ed anche tempo. Lo scopo fondamentale di una presentazione è quella di rendere partecipi altre persone di una propria Maria Vittoria Ballan 1

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La Presentazione

La presentazione deve essere chiara, ricca di informazioni e soprattutto

capace di lasciare una traccia positiva nella mente degli ascoltatori.

Ogni presentazione si articola in :

- una fase di progettazione iniziale

- una fase di realizzazione pratica e di collaudo

- una fase di presentazione in pubblico

Ciascuna di queste fasi pone problemi particolari che occorre conoscere e

risolvere nel migliore dei modi , perciò progettare in maniera accurata,

cercando di prefigurarsi tutte le situazioni e le molte scelte possibili è un

esercizio culturale impegnativo che diventa via via più facile con l’esperienza

e che comunque significa evitare insuccessi, risparmiare denaro, stress ed

anche tempo.

Lo scopo fondamentale di una presentazione è quella di rendere partecipi

altre persone di una propria esperienza di lavoro o di ricerca: viviamo nell’era

dell’informazione , immagini, comunicazioni elettroniche ed ogni giorno

diventa più difficile sviluppare un messaggio efficace che si distingua nella

grande massa delle informazioni, una buona progettazione unita alle

moderne tecniche di preparazione computerizzata di una presentazione

( presentation design ) può aiutare moltissimo a visualizzare efficacemente

le nostre idee davanti ad un pubblico.

Maria Vittoria Ballan 1

SCOPI PRINCIPALI E PROGETTAZIONE DI UNA PRESENTAZIONE

Il motivo per cui si esegue una presentazione è fondamentalmente quello di

informare un uditorio su di argomenti nuovi e di convincerlo di talune idee,

della validità di certi risultati o della fattibilità di un progetto futuro, perciò lo

scopo essenziale è di trasmettere efficacemente la conoscenza dell’autore

della presentazione ( il presenter ) a coloro che si trovano ad ascoltare ( il

pubblico, l’uditorio ). Esistono diversi tipi di presentazione : lezione , riunione

di lavoro , briefing ( un “ istruttore” ha il compito di informare altri suoi colleghi

di pari rango o di rango inferiore, su situazioni specifiche, con discussione

operativa ), brain storming ( in cui abbiamo un conduttore di una seduta che

guida e coordina altri esperti di pari grado, che si riuniscono per sviluppare in

gruppo nuove strategie idonee ad affrontare un problema particolare con

intenti innovativi ) piani di azione o di vendita , in tutti questi casi la riunione

serve per svolgere funzioni che è impossibile soddisfare a mezzo di

telefono,fax ecc…,serve per rivedere, giudicare, aggiornare , decidere,

presentare e sviluppare nuove idee. Questi “ incontri “ sono importanti in

quanto se esperienze, conoscenze, giudizi ed immaginazione di più persone

si sviluppano su di un problema, i piani e le decisioni al riguardo saranno

sicuramente più creative ed efficaci, inoltre i singoli comprendono meglio gli

obiettivi del gruppo e del proprio ruolo nonché il ruolo degli altri partecipanti

nell’ambito dell’intero progetto.

Maria Vittoria Ballan 2

Per queste ragioni è fondamentale che il materiale sia preparato con cura

per far si che tutto si svolga in modo corretto, informato, ordinato e

concentrato al raggiungimento degli scopi prefissati.

- Quale è l’obiettivo della riunione?

- Quali persone coinvolgere?

- Quale ruolo si vuole che esse svolgano?

Dopo aver esaminato con cura le finalità della riunione si passa a progettare i

contenuti, tenendo anche conto delle attrezzature tecniche di cui si potrà

disporre.

Nelle riunioni tra colleghi di pari grado si crea spesso un clima colloquiale

in cui la durata ottimale di una presentazione è attorno ai 30 minuti ed in

questi casi è possibile animare l’interesse portando con sé oggetti da

mostrare ( prototipi, saggi, modelli ) che renderanno più interessante e pratico

il discorso , è anche consigliabile raccontare aneddoti e fare qualche battuta

di spirito ( senza esagerare e mantenendo comunque equilibrio, sobrietà ed

eleganza ) per rendere più lieve e simpatica l’interazione.

Nelle riunioni congressuali, davanti ad un pubblico numeroso, la

presentazione sarà certamente più formale, seria e scientifica e soprattutto se

ci si trova in un ambito accademico sarà bene citare con cura tutte le fonti dei

concetti esposti e documentarne rigorosamente le affermazioni.

Negli incontri presso i clienti , dovremmo tener conto che il potenziale

cliente è bombardato , come tutti noi, da messaggi pubblicitari di tutti i tipi

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perciò si cercherà di trovare una forma originale, non invadente ma

avvincente e persuasiva di presentare il messaggio di vendita.

Nelle relazioni finanziare (istituti di credito, aziende, investimenti ec…)

saranno consigliabili ulteriori accorgimenti, quando si parla di denaro occorre

una particolare cautela da molti punti di vista, non c’è spazio per l’umorismo o

la leggerezza e la distribuzione di copie a stampa dei dati salienti che

verranno illustrati è fortemente consigliabile . Lo stile dovrà essere più sobrio

ed elegante che nelle altre forme di presentazione, senza eccessi di colori né

di caratteri tipografici troppo variegati. Badare bene che la “elle” ( l )

minuscola non si confonda mai con il numero uno ( 1 ) nel carattere prescelto

o nella composizione di frasi e tabelle,altrettanto può accadere per la “O”

maiuscola e la cifra zero ( 0 ). Badare inoltre ai contrasti tra il colore rosso

( che in contabilità significa debito, passivo di bilancio ) ed il colore nero ( che

ha il significato opposto ). Nei grafici è consuetudine indicare i guadagni al di

sopra dell’asse orizzontale e le perdite al di sotto di esso, scegliere soluzioni

grafiche diverse o sperimentazioni originali può suscitare perplessità e

smarrimento, che certamente non coincidono con gli scopi che ci si era

prefissati.

Sintetizzando possiamo perciò dire che nella presentazione di un nuovo

argomento abbiamo quattro elementi fondamentali:

- messaggio valido, interessante ed efficace

- linguaggio adatto all’uditorio ed alla occasione

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- buona spiegazione

- mezzi tecnici idonei, utilizzati sapientemente e senza lasciarsi

prendere la mano da troppi “effetti speciali” che spesso sono fine

solo a se stessi e rappresentano un pericoloso elemento di

distrazione che può rovinare la concentrazione dell’uditorio.

Altri elementi molto importanti da tener presenti , nella progettazione di una

presentazione sono:

- Dove si svolge

- Quando

- A quale pubblico si rivolge

E’ importante poter conoscere in anticipo quale sarà il luogo della

presentazione per tener conto di alcune caratteristiche della sala per una

migliore riuscita della presentazione stessa. Studiare il campo aiuta a

prevedere alcuni possibili problemi che vanno da cose banali ma

tragicamente importanti ( disposizione delle prese di corrente, necessità o

meno di prolunghe ecc… ) fino alla possibilità di cambiare la disposizione dei

mobili in modo adatto allo scopo. A tutti sarà capitato di assistere a riunioni in

cui l’attenzione generale è stata disturbata da incidenti banali, come

l’inciampare del conferenziere in un filo elettrico a terra o in un gradino

insidioso, oppure da ritardi insopportabili per trovare una prolunga o un

adattatore per una presa inconsueta, insomma sarebbe meglio che

conferenze, anche molto importanti , non si trasformassero in una sorta di

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comica finale. Conoscere il “ campo” può dunque aiutare il presenter a

predisporre tutto il necessario ed evitare insidiosi pericoli.

Un altro aspetto importante è il fattore tempo , sia per quanto riguarda la

durata della presentazione che il suo inserimento in un contesto di

sequenzialità logica con altri interventi, il presenter si troverà a dover adattare

il suo progetto in relazione a questi elementi. Fondamentale è , per esempio ,

il numero delle diapositive che si progetta di mostrare nel tempo assegnato o

previsto per la presentazione. Regola d’ oro : “ Predisporre un numero di

diapositive circa pari al numero di minuti a disposizione, ovvero una

diapositiva al minuto “. Se avete una comunicazione di 20 minuti, è bene

prevedere di poter presentare ed illustrare non più di 20-25 diapositive, se ne

predisporrete di più è probabile che impieghiate più tempo o che il vostro

messaggio non venga recepito dall’uditorio per via di una eccessiva quantità

di dati o di una eccessiva velocità nella loro presentazione.

Se l’obiettivo è quello di lasciare un messaggio duraturo ed efficace nella

memoria del pubblico si deve calibrare attentamente la presentazione in

rapporto al tempo disponibile e selezionare i dati che sono davvero importanti

per il messaggio principale, lasciando eventualmente quelli di secondaria

importanza per la discussione ed il dibattito successivi in cui, riprendendo la

parola per rispondere ai quesiti posti dal pubblico, potreste mostrare qualche

altra diapositiva a sostegno dei vostri argomenti. Qualche volta si può

addirittura concordare qualche domanda con alcuni colleghi presenti in sala ,

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che diano appunto il motivo per un simile approfondimento o per una

estensione del discorso nella direzione da voi desiderata.

A chi ci rivolgiamo nell’esporre la nostra presentazione? Sapere in anticipo a

quale categoria appartenga il pubblico atteso per la presentazione ha una

importanza notevolissima nella progettazione del materiale da presentare: la

conoscenza di caratteristiche come età,sesso,grado di istruzione e attività

svolte dai soggetti che comporranno il pubblico in sala possono guidare il

presenter a rendere il suo messaggio più efficace, infatti quando ci

rivolgiamo ad un pubblico adulto spesso si danno per scontate alcune

conoscenze che invece ,talvolta, non lo sono affatto.

Anche la numerosità dell’uditorio può avere qualche influenza sui contenuti

della presentazione, una cosa è illustrare un argomento ad un piccolo gruppo

di ascoltatori, in una piccola sala riunioni, e tutt’altra cosa è illustrare lo stesso

argomento in una vasta sala congressi a centinaia di ascoltatori. A tal

riguardo, interessante sembra questa metafora : “ L’allevatore di cavalli “.

C’era una volta un famoso oratore , abituato a parlare a grandi platee che

viene invitato a tenere una conferenza in un piccolo paese. Quando arriva,

con disappunto, vede che nella sala conferenze c’è un unico signore. Non sa

bene cosa fare e dice all’unico ascoltatore. “ Voi mi avete invitato qui e ad

accogliermi trovo solo lei, mi chiedo se valga la pena che faccia la mia

conferenza”. L’unico signore presente con molta serenità risponde: “ Io sono

un semplice allevatore di cavalli e se una mattina , quando entro nella stalla ,

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vedo che dei miei trenta cavalli ventinove sono scappati e uno solo è rimasto,

a questo uno io la biada gliela do “. Il famoso oratore capisce e comincia il

suo discorso. Preso dalla foga di ciò che dice parla , parla , parla. Dopo circa

un’ora e mezza, quando ha finito , si rivolge nuovamente all’unico ascoltatore

e gli chiede; “ Allora le è piaciuta la mia conferenza? “ ed il signore , sempre

con molta serenità , risponde: “ Io sono un semplice allevatore di cavalli. Se

una mattina entro nella stalla e vedo che dei miei trenta cavalli ventinove

sono scappati, a quell’unico rimasto non do tutta la biada destinata ai trenta “.

Non esiste , dunque , una presentazione per tutte le stagioni e per tutti i tipi di

uditorio , il medesimo materiale usato in una occasione dovrà essere adattato

ed aggiornato per le novità intercorse alle diverse situazioni.

La conoscenza del pubblico ha inoltre grande rilievo per programmare il

dibattito che spesso segue ad una presentazione : molto diverse possono

essere le domande di un tipo di pubblico generale rispetto a quello di un

pubblico competente sull’argomento.

Alcune regole da seguire nel dibattito seguente ad una conferenza o ad

una lezione:

- consentire a chi pone una domanda di esprimere per intero il suo

pensiero,senza interromperlo

- mostrare interesse per la domanda posta

- quando si risponde riprendere il concetto centrale della questione per

chi non avesse sentito bene ed offrire una risposta soddisfacente

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- le risposte devono essere precise , concise e non affrettate ( una breve

pausa di riflessione può servire per dare enfasi e per catturare

l’attenzione ).

Interessante è anche riflettere brevemente sul fatto che quando le persone prendono posto in sala per

una conferenza , tendono a disporsi ( se non hanno restrizioni ) in una posizione consona con il loro

atteggiamento prevalente per la circostanza. Chi si siede di fronte al relatore , in contatto visivo

diretto , è sicuro di sé ed è disponibile per un rapporto aperto , anche durante l’eventuale dibattito

successivo. Chi invece si siede in zone laterali della sala sceglie un contatto comunicativo indiretto ,

obliquo , che risulta più ambiguo rispetto al relatore : tendono a partecipare con riserva , senza

esporsi direttamente e desiderano poter entrare ed uscire dal dibattito in qualsiasi momento.

L’atteggiamento di questi ascoltatori “ obliqui “ potrebbe essere addirittura ostile, le domande più

insidiose potrebbero venire proprio da loro.

I punti di partenza di una presentazione

- Fissare gli obiettivi

- Schematizzare i concetti

- Visualizzare i contenuti

In grande sintesi, la progettazione generale di una presentazione consiste

in questi passi fondamentali. Lo scopo principale, come si è già

precedentemente detto , è sicuramente quello di lasciare una traccia chiara e

duratura del nostro intervento , per quanto riguarda il secondo punto , più

riusciamo ad essere schematici e concisi all’inizio , più sarà efficace il

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risultato finale. La chiarezza del linguaggio è figlia della chiarezza delle idee ,

i concetti da esporre sono dunque il primo elemento da chiarire attraverso :

- studio approfondito del tema da trattare

- ricerca di fonti valide

- aggiornamento delle proprie conoscenze in materia

- terminologia adatta al contesto

Il terzo punto vuole significare che la nostra “ opera “ finale raggiungerà il

pubblico con un effetto variabile a seconda della nostra capacità di

comunicazione , che viene però sempre e comunque mediata dai contenuti

ed i materiali della presentazione. Per questo nella fase di progettazione

bisogna tener presente da subito il mezzo tecnico che useremo ( diapositive ,

lucidi da proiezione , videoproduzione da computer , lavagne , materiali a

stampa ) , in quanto ciascuno di tali mezzi ha le sue peculiarità , con vantaggi

e svantaggi specifici.

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Le diverse parti della presentazione

Parte B

Parte A Parte C

Parte F Parte D

Parte E

Dopo aver organizzato le idee sulla struttura logica della presentazione si può

buttare giù una sorta di “scaletta” , un progetto generale per punti , una “

mappa “, che dovrà essere definita con la massima cura in quanto ci guiderà

per l’intero discorso. Al termine , con le conclusioni , si potrà offrire questa “

mappa “ a titolo di riepilogo , per ricordare al nostro pubblico quei concetti che

speriamo si porteranno a casa come idee forti e durature ( “ take home

message “ ).

Altri accorgimenti consigliati nella progettazione di una presentazione :

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- mostrare ad ogni nuova occasione una medesima diapositiva in cui si

ricorda al pubblico ( ed anche ai moderatori ed al relatore stesso ) di

spegnere le suonerie dei telefoni cellulari

- numerare le immagini mostrate per avere in ogni momento un segnale

della sequenza , della posizione della singola immagine nel contesto

generale e della durata complessiva del discorso

- inserire una immagine vuota oppure una occupata soltanto da un punto

interrogativo per interrompere il flusso del discorso , per ragionare

liberamente con le sole parole sui concetti fin lì esposti ed esprimere gli

interrogativi che l’argomento pone e che saranno magari oggetto di

trattazione o di discussione successivamente

- mettere a punto un proprio stile grafico ( layout ) per lo sfondo di tutte le

proprie diapositive, che risulteranno in questo modo molto personali

Alla fine di tutto ciò dovremmo effettuare una sorta di prova generale “ di

scena “ ( preferibilmente nella sala medesima in cui si svolgerà la

presentazione vera e propria ) sperimentando la sequenza delle immagini ,

la durata dell’esposizione , che cosa dire e quando in relazione a ciascuna

immagine proiettata , insomma verificare se il nostro discorso sia fluido ,

armonico e comprensibile. Dobbiamo essere sicuri di poter tenere elevato il

livello di attenzione , magari ravvivandolo di tanto in tanto con una

pausa , con una battuta , con una diapositiva inaspettata e ricordandoci che

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cadenze monotone e ritmi espositivi troppo regolari sono soporiferi, eccessiva

velocità , troppe parole e troppi dati nelle immagini sono altrettanto deleteri.

Dopo tale prova si effettua una revisione critica e di limatura del nostro

lavoro , necessaria per correggere gli errori riscontrati , si rileggerà con

attenzione certosina tutto il testo ( non fidarsi mai troppo dei correttori

ortografici automatici ) .

Consideriamo un’ ultima volta i quesiti fondamentali della nostra

presentazione :

- corrisponde agli obiettivi che si volevano raggiungere ?

- è comprensibile per l’uditorio che si prevede in aula?

- è leggibile da tutti i punti della sala?

- le immagini scelte aiutano il discorso?

- il numero di immagini è proporzionato al tempo a disposizione?

- ci sono parti superflue che si possono eliminare?

REALIZZAZIONE DELLA PRESENTAZIONE

Nella fase di progettazione abbiamo passato alcune ore nella progettazione

su carta , sviluppando appunti , abbozzando scalette , facendo schizzi degli

schemi e delle figure ed organizzando tutto il materiale secondo una

sequenza logica , ora è arrivato il momento di dare una forma ed uno stile a

questo materiale. Si deve trovare un equilibrio nel progetto esecutivo

compatibilmente con il tempo , con il denaro e con le possibilità tecniche ( di

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conoscenza e di attrezzature ) che si hanno a disposizione , ma ormai con un

personal computer si può gestire agilmente la produzione di tutti i materiali

necessari: testi , grafici , disegni , fotografie , suoni , sequenze di animazione

e addirittura filmati di qualità professionale. Anche nel caso della

realizzazione possiamo organizzare una “ scaletta “ :

- Scelta e creazione delle illustrazioni

Iniziamo dalle figure indispensabili, i testi seguiranno a ruota e la veste

grafica sarà solo il tocco finale. Talvolta nei congressi si vedono risultati

davvero terrificanti per l’uso incongruo dei software più moderni e più ricchi di

effetti speciali , usati in modo del tutto inappropriato rispetto all’argomento da

trattare. Si vedono spesso relazioni su temi serissimi ambientate su sfondi

lussureggianti, con risultati di uno stridore eccessivo e davvero sgradevoli.

Il reperimento di illustrazioni ed elementi grafici da utilizzare è semplice :

giornali , libri , internet, collezioni grafiche su CD-ROM , enciclopedie

multimediali ecc… e sarebbe buona norma che ogni elemento interessante

selezionato venisse poi accantonato per un possibile futuro uso di natura

didattica o scientifica. In una composizione grafica è sempre necessario tener

conto di quello che viene chiamato “ Spazio psicologico “ : in tali

composizioni i vuoti hanno importanza almeno pari a quella dei pieni ed è

proprio la disposizione del vuoto attorno agli oggetti che induce

nell’osservatore alcune sensazioni e stimola reazioni come la riflessione e la

fantasia. Una figura posizionata al centro del quadro visivo , con vuoto

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bilanciato tutto intorno , dà idea di staticità , solidità. Se si colloca l’oggetto più

vicino al margine inferiore , spostato leggermente in basso rispetto al

centro , si ha una idea di peso e di gravità mentre se si colloca l’oggetto in

alto , più vicino al margine superiore , si ha un’idea di leggerezza e di volo.

Se lavorate in pubblicità e volete dare impressione di solidità , durevolezza e

stabilità del vostro prodotto ( una lavatrice ) , lo rappresenterete ben centrato

e leggermente spostato verso il basso nel quadro disponibile.

Ciò che conferisce importanza all’oggetto , più che la grandezza , sono

soprattutto la sua centralità nel quadro rappresentato e lo spazio vuoto

lasciato intorno ad esso

- Scelta delle parole

Poniamoci queste domande : “ Quante interpretazioni vogliamo che il

pubblico dia delle nostre parole ? “ , “ Quante volte vogliamo che un lettore

debba leggere le nostre affermazioni per comprenderne il significato ? “.

Sicuramente una sola ! Allora è indispensabile che tutte le parole siano scelte

con cura minuziosa ed abbiano un significato chiaro , preciso .

Titoli , didascalie , legende delle figure devono essere :

- telegrafici , brevi e significativi

- il titolo deve occupare una riga soltanto con un numero di parole

compreso tra due e cinque ( evitare di scrivere “grafico di “ o “

percentuale di “ , è superfluo )

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- ogni immagine , con le sue didascalie , deve vivere di vita propria ,

senza bisogno di altri elementi esplicativi o rimandi ad altre parti del

testo ( questa è una regola che molte riviste scientifiche impongono agli

autori che vogliono pubblicare figure , grafici e tabelle )

Certamente portare a termine la scrittura nella sua forma definitiva è una

delle parti più impegnative ed il 90% del tempo impiegato nella scrittura di

un’opera è “ riscrittura “ , revisione ed affinamento.

Errori principali da evitare

- Verbosità

- Gergo ( non usare termini comprensibili solo dagli addetti ai lavori e

spiegare sempre quelli nuovi )

- Ripetizioni ( usarle solo se contribuiscono a fissare meglio i concetti e

fare una sintesi finale che ribadisca il percorso sviluppato nell’arco

dell’intera presentazione )

- Uso improprio dei termini ( usare sempre la stessa parola per

esprimere gli stessi concetti )

- Attenzione all’ortografia ( la presenza di errori genera distrazione e

può far perdere il filo del discorso )

“ When I use a word , it means just what I choose it to mean- neither

more nor less “ ( quando scelgo una parola , quella significa esattamente

ciò per cui l’ho scelta , né più e né meno ).

Lewis Carroll

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- Scelta della veste tipografica

Lo stile visivo abitua ad un livello comunicativo e permette di concentrarsi sul

messaggio , per questo una certa uniformità è molto importante , un variare

continuo di stili ( maiuscole, minuscole, colori, caratteri tipografici che

cambiano a caso, ecc… ) crea disordine, genera confusione nell’ascoltatore e

distoglie dall’argomento illustrato.

Assolutamente raccomandabile è la semplicità grafica complessiva

( nero su bianco oppure bianco su nero di sfondo ), anche se i programmi

sono ormai pieni di effetti seducenti e variopinti, il mantenimento della

sobrietà e della logica nello scegliere colori , caratteri , stili , trame ed ombre

è la prerogativa di maggiore importanza per mantenere comprensibile il

messaggio scientifico di fondo .

Diapositiva ideale :

- semplice

- stringata

- non contiene troppo testo né troppo poco

Regola del 7 per 7

Non più di sette righe di sette parole ciascuna

- non usare segni di interpunzione , c’è già la struttura del testo stringato

a dare il senso di gerarchia e di pausa nella lettura

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- in una presentazione di diapositive, tra le immagini introduttive, può

essere utile fare un elenco delle abbreviazioni che si useranno

- uso logico e semplice del colore

Il colore può rappresentare il succo di una presentazione, ormai non è quasi

più giustificabile una presentazione che usi solo il bianco e nero ma esistono

dei pericoli che bisogna cercare di evitare. Di solito gli accostamenti più

efficaci sono quelli fra colori complementari , soprattutto se vogliamo ottenere

il massimo contrasto fra due elementi , infatti due colori simili finiranno per

confondersi fra loro , altro elemento da usare con cautela sono le sfumature

che sicuramente hanno il pregio di aggiungere profondità alla

rappresentazione, ma se incontrano un elemento anche esso sfumato

possono creare problemi imprevedibili. Un consiglio può essere quello di

scegliere in anticipo una tavolozza di colori efficaci e rimanere fedeli ad essa

in tutto il lavoro ed anche di tener sempre conto del mezzo tecnico che si

utilizzerà. Troppi colori disorientano perciò oltre ad utilizzare uno sfondo

comune a tutte le diapositive sarà bene non utilizzarne più di quattro o

cinque.

Per concludere possiamo dire che lo stile grafico complessivo , il layout ,

( sfondi, font, paragrafi, abbinamenti di colori, stili dei caratteri, formato delle

pagine, margini ) deve dare al nostro prodotto un risultato omogeneo e

coerente in tutto il suo sviluppo, in modo tale che chi ne dovrà usufruire avrà

un senso di familiarità ( e non di sorpresa, a meno che l’effetto sorpresa non

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sia voluto ) ad ogni nuova immagine mostrata e si concentrerà meglio sul

messaggio trasmesso.

N.B.

IL PROBLEMA DEI DIRITTI D’AUTORE DEI MATERIALI UTILIZZATI: man

mano che si raccolgono i materiali, siano essi testi che immagini, è bene

annotare subito le fonti, perché oltre al dovere di citare gli autori a cui vanno

attribuite le affermazioni e le illustrazioni, ci sarà utile poter risalire subito

all’originale da cui si è partiti, anche per la compilazione della bibliografia del

nostro lavoro.

La citazione di un volume comprende : nome dell’autore , titolo dell’opera in

corsivo, l’editore, il luogo della stampa ( non italianizzato: p.es. Paris, non

Parigi ), anno della pubblicazione, pagine a cui si fa riferimento.

Esempi di citazioni bibliografiche da libri:

I – Eco, Umberto : Come si fa una tesi di laurea , Bompiani, Milano, 1977. –

XIV Edizione, 2003.

2 – Enciclopedia della Comunicazione, a cura di Cristiano Buffa, Valentina

Archimede ed altri: De Agostini, Enciclopedie tematiche, Novara 2003.

La citazione di un articolo di una rivista scientifica o di un saggio estratto da

volumi con molti contributi diversi comprende :

il nome del primo autore, l’eventuale indicazione internazionale “ et al. “ in

corsivo, nel caso in cui ci siano molti autori per lo stesso articolo, il titolo

Maria Vittoria Ballan 19

dell’articolo stesso ( in corsivo ), il nome della rivista scientifica, il volume,

l’anno solare di pubblicazione e le pagine dell’articolo stesso.

Esempio di citazione bibliografica da rivista scientifica:

I – Bologna, M.: Un motore ipertestuale per la didattica in medicina. Adria

Medica ( Smit Edizioni, Osimo ), vol. 5, maggio 1995, pp. 89-92.

Rappresentazione in pubblico

Ci sono alcune cose che non si dovrebbero mai fare durante una

rappresentazione finale:

- non inciampare in fili e gradini

- non apparire ridicoli dietro ad un podio o ad un tavolo troppo alti o

troppo bassi

- non interporsi tra proiettore e schermo ed avere le immagini proiettate

sul nostro volto

- non tenere il puntatore laser sempre acceso, gli occhi del pubblico

seguono il punto rosso in movimento ed un suo uso eccessivo risulta

molto fastidioso

- non parlare mai di cose diverse da quelle che appaiono sullo schermo

- non ignorare le immagini proiettate e dare al pubblico il tempo di

leggere le immagini stesse. Se si vuole fare una digressione inserire

una immagine neutra o spegnere temporaneamente la proiezione

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Comportamenti, gesti ed atteggiamenti sia del corpo che dell’eloquio fanno

parte di quella che viene denominata comunicazione non verbale, dalla quale

spesso traspare una serie di sentimenti come ansia, smarrimento, coraggio,

intraprendenza, esserne consapevoli diventa perciò indispensabile quando ci

si trova davanti ad una platea,piccola o grande che sia, che nutre nei nostri

confronti una serie di aspettative. Una certa importanza hanno anche il tono

ed il volume della voce, da rapportare alla distanza degli spettatori ed alla

presenza o meno di amplificazioni in aula. Anche posizione del corpo,

abbigliamento, movimenti e deambulazione rientrano in questo livello di

espressione non verbale.

Importante è anche tener conto del fatto che l’attenzione del pubblico è

massima all’inizio, viene calando inesorabilmente con il passare del tempo,

ma si rialza leggermente poco prima della conclusione ( in particolare se e

quando l’oratore annuncia che la conclusione avverrà dopo poco ). Se la

durata dell’intervento supera i 50 minuti, l’attenzione diviene quasi nulla dopo

tale limite di tempo, a meno di non fare una breve pausa prima di riprendere

con un argomento differente. Per questo motivo le parti più importanti di una

relazione andrebbero illustrate all’inizio, magari con un percorso scalare, per

punti, che può essere ribadito ripetutamente durante la presentazione, allo

scopo di rinforzare più volte il messaggio principale da memorizzare, che

andrà infine ripreso nelle conclusioni.

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