la cultura orale greco arcaica
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Il modo greco arcaico e la cultura
orale:
una letteratura senza libriProf.ssa Rossana Annacondia
Dopo il tracollo della civiltà micenea, avvenuto intorno
alla fine del sec.XIII a.C., cadde in disuso il sistema di
scrittura impiegato presso le corti dei signori micenei, la
lineare B, e solo molto più tardi, attorno al sec.VIII a.C.,
fu sostituita da un alfabeto derivato da quello fenicio.
lineare B
Durante i secoli XII-VIII a.C., in assenza di scrittura, il patrimonio letterario delle genti di lingua
greca venne trasmesso oralmente per opera di anonimi cantori, i quali elaborarono il linguaggio,
la materia e e la tecnica compositiva della poesia greca arcaica e, i particolare, dei poemi epici.
L’aedo era il compositore di tali testi e l’esecutore di essi davanti ad un uditorio.
Il rapsodo era l’esecutore di canti già esistenti e da lui riorganizzati in una nuova sequenza
narrativa
La letteratura dunque non si leggeva , come facciamo noi
oggi, ma si ascoltava.
La comunità di ascoltatori sentiva la viva voce de poeta, che,
in specifiche occasioni esecutive, cantava le sue storie e le
adattava ai desideri del suo pubblico e al contesto nel quale le
eseguiva.
Questa letteratura orale anche quando superò la fase
dell’oralità della composizione, continuò ad avere nel mondo
greco un’oralità di esecuzione e un’oralità di trasmissione.(fine
del V sec. a. C.).
Si parla allora di auralità.
Il poeta della Grecia arcaica non è un personaggio appartato
ma è immerso nel flusso della società ed è in contatto con un
pubblico ai cui ritmi ed emozioni deve sapersi adattare.
Egli trasmette al suo uditorio il patrimonio letterario e mitico che
gli viene dalla tradizione e di cui egli è il solo mediatore.
E’ insomma il padrone della memoria collettiva.
Risulta difficile quindi nell’opera di un poeta distinguere ciò che
appartiene ad un patrimonio di canti e racconti preesistenti e ciò
che sia frutto della sua personale creatività
Il cantastorie, ad esempio, figura tradizionale della letteratura orale e della
cultura folkloristica, è un artista di strada che attraverso gli aedi, i rapsodi e
quindi i menestrelli medioevali è giunto fin quasi ai nostri giorni.
In Italia infatti il fenomeno si sviluppò particolarmente in Sicilia nel secondo
dopoguerra e alla fine degli anni ’70 iniziò a declinare.
Ancora OGGI ci sono esempi di produzioni letterarie (o
paraletterarie) basate sull’oralità e l’ auralità.
.
L'aedo canta e intanto la memoria
Si versa sopra agli occhi
Il dono che
Gli dà luce dentro
Lo fa cieco di fuori
Canta la storia
Come ci fosse stato
Come se avesse visto
Prima di essere nato
Ah Ah, soffrilo e poi impara
L'aedo incanta
E mentre tesse il testo
In sala sorse il pianto
Il verso versa
E toglie alla morte
Chi viene cantato
Chi aveva orecchie, chi potè sentire
Ritrovò la sua vita, com'era e com'è stata
Ah, soffrilo e poi impara
Ah, e imparalo a cantare
Pathos mathos
Un re tradito
Che ritrovò il ritorno
Nascosto di stracci
Portò la strage in sala
L'aedo disse
Nel silenzio di morte
A chi lo giudicava
O re potente come ho cantato loro
Ora canterò di te
E disse quello
Che tu viva per sempre
E dentro il tuo canto
Io viva con te
Ah, soffrilo e poi impara
Gli Dei soltanto
Ci filano sventure
Per dare gloria al canto
E il canto dice nascosto nel tempo
Con voce di pietra:
"Siamo due coste di rupe
Aspettiamo un terremoto
Per unirci di nuovo
In un solo canto"
Ah, soffrilo e poi impara
Ah, e imparalo a cantare
Pathos mathos
Vinicio Capossela “l’aedo”
la canzone moderna è un altro esempio di produzione artistica basata
sull’auralità: il pubblico ascolta per poi cantare e ripetere il testo
senza il bisogno di leggere.
Si verifica un’oralità di esecuzione e un’oralità di trasmissione:
risultano indispensabili la memoria ed il ritmo.
La comunicazione letteraria nella cultura greca arcaica
è un evento sociale.
Nell’occasione legata a questo evento vengono prodotte
le opere che sono dunque vera e propria poesia
d’occasione che nasce nell’occasione e per
l’occasione.
I contesti dell’esecuzione poetica possono essere diversi:
Il simposio
Le pubbliche festività
Gli agoni poetici e rapsodici
La poesia della civiltà greca arcaica è uno strumento di conservazione del
patrimonio culturale e di trasmissione del sistema dei valori della civiltà.
E.A. Havelock (1903-1988) ha paragonato i poemi omerici ad una sorta di
“enciclopedia tribale”
Il poeta impiega gli strumenti espressivi più adatti a stabilire una
comunicazione immediata con l’uditorio:
- utilizza le espressioni formulari che gli consentono di comporre
improvvisando
- sceglie situazioni tipiche che siano note allo spettatore
- cerca di inglobare il pubblico nel racconto e di coinvolgerlo
emotivamente
- usa un linguaggio conformista e facilmente comprensibile (usa le
similitudini)
- pensa per immagini e non per concetti
E’ fondamentale in questo il ruolo della memoria.
“Memoria” (Mnemosune) è la madre delle Muse:
Il poeta ha bisogno della Memoria non solo per registrare migliaia di
versi, storie mitiche, formule compositive ma per trasmettere, registrare
e riproporre il patrimonio culturale con cui il suo gruppo si identifica:
egli è la memoria del gruppo.
Oralità antica e moderna
La civiltà moderna che ha visto una ripresa della comunicazione
orale (radio,televisione,multimedialità) ha una forma di oralità che si
può definire “senza memoria”: tutto infatti è archiviato ed è
accessibile a chiunque possieda gli strumenti per consultare questo
archivio.
Per il mondo dell’oralità primitiva non è evidentemente così: esso ha
le sue tecniche di conservazione, che costringono a selezionare gli
eventi e a rielaborarli per trasmetterli in forma poetica alle
generazioni future incorporandoli nel
MITO