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Juza Nature Photography HOME PAGE PORTFOLIO GALLERIE ARTICOLI BIOGRAFIA E-MAIL LINK FORUM www.juzaphoto.com > Articoli > Fotografia Naturalistica > Introduzione ad Adobe Photoshop Introduzione ad Adobe Photoshop Utilizzo esclusivamente Adobe Photoshop per elaborare le mie foto; anche se esistono molti programmi di fotoritocco, nessuno si avvicina alla gamma di funzionalità e ai controlli avanzati di Photoshop CS3. Il prezzo è decisamente alto, ma se siete seriamente interessati all'elaborazione, è un buon investimento: con le tecniche giuste, Photoshop può veramente migliorare le vostre foto. Uno sguardo a Photoshop CS3 e Camera RAW Adobe Photoshop CS3, annunciato nel marzo del 2007, è la decima versione del più popolare programma di fotoritocco. Ha un'interfaccia razionale e ben progettata che dà accesso ai numerosi controlli. Lo spazio di lavoro è facilmente personalizzabile; a lato potete vedere il mio normale spazio di lavoro con PS CS3. Sul lato sinistro c'è la Barra degli Strumenti; l'immagine è al centro, e sul lato destro ci sono le finestre che uso più spesso. Navigator, History e Layers. La barra superiore (orizzontale) contiene i vari menu e le impostazioni per lo strumento selezionato. Il punto di forza di Photoshop è un set di controlli e strumenti molto completo, che permette di ritoccare ogni aspetto dell'immagine (colore, contrasto, dettaglio, ecc.), di correggere i difetti dell'obiettivo ed errori della fotocamere, ed espandere la propria creatività. Photoshop non è progettato per la semplicità - alcuni strumenti sono abbastanza immediati, ma altri richiedono un pò di tempo per comprenderne il funzionamento: lo scopo dei miei articoli su Photoshop è spiegare come ottenere i risultati migliori da questo programma, con foto naturalistiche. Photoshop include Adobe Bridge, un ottimo file browser, e Adobe Camera RAW, il plug-in per convertire i file RAW di quasi tutte le reflex esistenti. Ogni due-tre mesi Adobe aggiorna ACR per supportare le reflex più recenti; potete scaricare l'ultima versione dalla pagina di Adobe Camera RAW. L'installazione di ACR non è per nulla user-friendly - Adobe permette di scaricare il file (zippato), quindi dovete copiarlo nella cartella "Program Files/Common Files/Adobe/Plug-Ins/CS3/File Formats" se avete Windows o "Library/ Application Support/Adobe/Plug-Ins/CS3/File Formats" con Macintosh. Perchè Adobe ha scelto questo sistema invece di una semplice applicazione auto-installante è per me un mistero; fortunatamente, non c'è bisogno di aggiornare spesso il file di camera RAW, a meno che non compriate ogni nuova fotocamera che viene annunciata ;-) Il mio workflow : dalla reflex alla stampa Elaboro con cura ognuno dei miei file RAW per ottimizzare l'immagine; in genere mi servono 10-15 minuti per foto, anche se alcune foto che richiedono elaborazioni avanzate richiedono più tempo. Il primo passo è impostare il formato di immagine su RAW. Gli altri parametri (Saturazione, Contrasto, Nitidezza, Bilanciamento del Bianco) non hanno importanza, potete impostarli come preferite dato che saranno applicati solo ad una piccola immagine di anteprima, e il file RAW rimane intatto. Potete cambiare tutti questi parametri quando aprite il file con ACR. Con Adobe Camera RAW, imposto tutti i parametri su valori neutri, come mostrato nei seguenti screenshot. Preferisco evitare modifiche con ACR, dato che i suoi controlli non sono così precisi e sofisticati come gli strumenti di Photoshop. Convertendo i file con queste impostazioni, si ha un'immagine molto piatta e abbastanza soffice: anche se ha un aspetto smorto, è in vertità un file "intatto" che ha la massima quantità di dettaglio che si può estrarre dal RAW, ed è molto lavorabile con gli strumenti di PS. http://www.juzaphoto.com/it/articoli/photoshop-introduzione_cs3.htm (1 di 5) [05/01/2008 16.34.24]

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Juza Nature Photography

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www.juzaphoto.com > Articoli > Fotografia Naturalistica > Introduzione ad Adobe Photoshop

Introduzione ad Adobe Photoshop

Utilizzo esclusivamente Adobe Photoshop per elaborare le mie foto; anche se esistono molti programmi di fotoritocco, nessuno si avvicina alla gamma di funzionalità e ai controlli avanzati di Photoshop CS3. Il prezzo è decisamente alto, ma se siete seriamente interessati all'elaborazione, è un buon investimento: con le tecniche giuste, Photoshop può veramente migliorare le vostre foto.

Uno sguardo a Photoshop CS3 e Camera RAW

Adobe Photoshop CS3, annunciato nel marzo del 2007, è la decima versione del più popolare programma di fotoritocco. Ha un'interfaccia razionale e ben progettata che dà accesso ai numerosi controlli. Lo spazio di lavoro è facilmente personalizzabile; a lato potete vedere il mio normale spazio di lavoro con PS CS3. Sul lato sinistro c'è la Barra degli Strumenti; l'immagine è al centro, e sul lato destro ci sono le finestre che uso più spesso. Navigator, History e Layers. La barra superiore (orizzontale) contiene i vari menu e le impostazioni per lo strumento selezionato.

Il punto di forza di Photoshop è un set di controlli e strumenti molto completo, che permette di ritoccare ogni aspetto dell'immagine (colore, contrasto, dettaglio, ecc.), di correggere i difetti dell'obiettivo ed errori della fotocamere, ed espandere la propria creatività. Photoshop non è progettato per la semplicità - alcuni strumenti sono abbastanza immediati, ma altri richiedono un pò di tempo per comprenderne il funzionamento: lo scopo dei miei articoli su Photoshop è spiegare come ottenere i risultati migliori da questo programma, con foto naturalistiche.

Photoshop include Adobe Bridge, un ottimo file browser, e Adobe Camera RAW, il plug-in per convertire i file RAW di quasi tutte le reflex esistenti. Ogni due-tre mesi Adobe aggiorna ACR per supportare le reflex più recenti; potete scaricare l'ultima versione dalla pagina di Adobe Camera RAW. L'installazione di ACR non è per nulla user-friendly - Adobe permette di scaricare il file (zippato), quindi dovete copiarlo nella cartella "Program Files/Common Files/Adobe/Plug-Ins/CS3/File Formats" se avete Windows o "Library/Application Support/Adobe/Plug-Ins/CS3/File Formats" con Macintosh. Perchè Adobe ha scelto questo sistema invece di una semplice applicazione auto-installante è per me un mistero; fortunatamente, non c'è bisogno di aggiornare spesso il file di camera RAW, a meno che non compriate ogni nuova fotocamera che viene annunciata ;-)

Il mio workflow : dalla reflex alla stampa

Elaboro con cura ognuno dei miei file RAW per ottimizzare l'immagine; in genere mi servono 10-15 minuti per foto, anche se alcune foto che richiedono elaborazioni avanzate richiedono più tempo. Il primo passo è impostare il formato di immagine su RAW. Gli altri parametri (Saturazione, Contrasto, Nitidezza, Bilanciamento del Bianco) non hanno importanza, potete impostarli come preferite dato che saranno applicati solo ad una piccola immagine di anteprima, e il file RAW rimane intatto. Potete cambiare tutti questi parametri quando aprite il file con ACR.

Con Adobe Camera RAW, imposto tutti i parametri su valori neutri, come mostrato nei seguenti screenshot. Preferisco evitare modifiche con ACR, dato che i suoi controlli non sono così precisi e sofisticati come gli strumenti di Photoshop. Convertendo i file con queste impostazioni, si ha un'immagine molto piatta e abbastanza soffice: anche se ha un aspetto smorto, è in vertità un file "intatto" che ha la massima quantità di dettaglio che si può estrarre dal RAW, ed è molto lavorabile con gli strumenti di PS.

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Juza Nature Photography

Imposto i controlli di ACR su valori neutri per ottenere un file non elaborato che ritocco esclusivamente con PS.

Se la foto è molto sottoesposta o sovraesposta, utilizzo il controllo Exposure per dare la corretta luminosità all'immagine, altrimenti lascio il controllo su zero. Apro la foto in modalità 16 bit / Adobe RGB.

Quando ho caricato la foto in PS, faccio le principali regolazioni di colore e contrasto per tutte le foto, e altre regolazioni in base all'immagine: per esempio, se la foto è stata scattata ad alte sensibilità applico la riduzione del rumore; per alcune foto di albe o tramonti utilizzo la tecnica delle esposizioni combinate per espandere la gamma dinamica; molto spesso utilizzo i layer e la layer mask per fare regolazioni selettive di colore, contrasto e altri miglioramenti (tutte le mie tecniche sono descritte approfonditamente negli articoli su Photoshop contenuti in questa sezione).

Quando ho concluso l'elaborazione, converto la foto a 8 bit e la salvo come TIFF non compresso. Non applico sharpening su questo file: molte riviste chiedono file senza sharpening (perchè preferiscono applicare loro lo sharpening, invece di affidarsi alle tecniche di ogni fotografo). Utilizzo lo sharpening solo quando creo la versione web della foto, o quando voglio fare una stampa: in questo caso, creo una copia del file, su cui applico lo sharpening necessario per una determinata dimensione di stampa.

Perchè l'elaborazione?

Ci sono molti modi per elaborare una foto. Potete fare solo le correzioni di base di contrasto e saturazione, o addirittura impostare i parametri della fotocamera sui valori che preferite, scattare in JPEG e non fare alcuna elaborazione al computer. Al contrario, potete passare ore su ogni foto, per utilizzare tecniche sofisticate e migliorare tutti gli aspetti dell'immagine. Potete considerare la fotografia naturalistica come una sorta di fotogiornalismo, col solo scopo di rappresentare la realtà il più fedelmente possibile, o come il ritratto e l'arte, dove ogni ritocco è permetto. Sono interpretazioni molto diverse, ma entrambe legittime.

Il mio approccio alla fotografia naturalistica è a metà tra questi due "estremi": cerco di migliorare la foto il più possibile, a patto di mantenere il suo valore di storia naturale, sopratutto per quanto riguarda gli animali (considero i paesaggi un genere più "artistico" e liberamente elaborabile). Le mie foto non sono una rappresentazione fedele della realtà, ma un'interpretazione della scena - mi piacciono colori caldi e saturi, contrasto perfetto, sfondo pulito senza elementi di distrazione e dettagli nitidi. D'altra parte, voglio mantenere il valore naturalistico, quindi non faccio fotomontaggi (per fotomontaggio intendo prendere il soggetto da una foto e spostarlo in un'altra foto), e non faccio altri ritocchi che compromettono la validità dell'immagine. Per fare un esempio, per me va bene anche togliere elementi di grandi dimensioni dallo sfondo, ma non aggiungerei mai una sesta branchia a un pesce, anche se si tratterebbe solo di aggiungere pochi pixel: non è l'ampiezza o l'intensità del ritocco che conta, ma il suo "significato".

Questa non è una regola: è solo la mia interpretazione, una scelta personale. Rispetto tutti gli altri approcci alla fotografia naturalistica, e apprezzo sia le interpretazioni documentarische che quelle artistiche.

Le foto seguenti mostrano il prima e il dopo (RAW e foto elaborata), per dare un'idea dei risultati che si possono ottenere con buone tecniche di elaborazione, e mostrano come lavoro sulle mie foto. Ricordatevi che il RAW ha un aspetto molto smorto per via delle impostazioni che utilizzo, spiegate nel paragrafo precedente.

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Questa è una delle mie foto più elaborate. Ho utilizzato il cloning per rimuovere alcuni aironi sfocati davanti e dietro il soggetto.

La chiave per migliorare questa foto è lavorare sul contrasto, per dare profondità all'immagine e avere colori forti e piacevoli.

Ho clonato lo stelo chiaro nello sfondo e ho fatto alcune precise regolazioni di contrasto per ottenere il miglior colore e dettaglio.

Diverse volte, non c'è una differenza giorno/notte: qui, i principali miglioramenti riguardano contrasto e luminosità.

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Ho ritagliato la foto alla migliore composizione ho scaldato i colori. La scena reale era una via di mezzo tra le due versioni.

Un ritaglio più stretto ha aiutato a indirizzare l'attenzione sul soggetto, e quindi ho lavorato sul colore per avere tonalità piacevoli.

Un semplice ritaglio, contrasto e bilanciamento colore. Ho scelto di lasciare le canne per dare un'idea dell'ambiente.

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Ho migliorato il colore e il contrasto, facendo molta attenzione a non perdere dettaglio negli stami bianchi.

Ho clonato un rametto e ho "dipinto" nelle aree sfocate per migliorare lo sfondo; ho aggiunto un pò di spazio in basso.

Ho ritagliato per avere una composizone meno centrata, e ho migliorato il contrasto, scaldato i colori e aumentato la saturazione.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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www.juzaphoto.com > Articoli > Fotografia Naturalistica > Il Contrasto

Il Contrasto

Il contrasto è una delle prime cose che modifico in fase di elaborazione: è un aspetto essenziale di ogni immagine. Se la foto è troppo contrastata appare troppo "dura"; d'altra parte, se non c'è abbastanza contrasto ha un aspetto piatto, velato. Utilizzare al meglio le tecniche per migliorare il contrasto, sia nell'intera immagine che selettivamente, è il primo passo per migliorare le vostre foto.

I Levels: correggere contrasto e luminosità

Lo strumento più importante per migliorare il contrasto e la luminosità di ogni foto è la finestra Levels (Image>Adjustments>Levels). Questa finestra mostra un istogramma della foto, tre controlli (i triangoli nero, bianco e grigio sotto il grafico) e qualche altro controllo. L'istogramma viene mostrato in una scala 0-255, anche se lavorando su un'immagine a 16 bit avete in realtà 4096 livelli di luminosità invece di 255.

Spostando i controlli triangolari, modificate sia il contrasto che la luminosità della foto. I tre controlli corrispondono a nero (0), tono medio (128), alte luci (255). Se spostare il punto di nero verso destra di, per esempio, 30 livelli di luminosità, tutti i dati tra 0 e 30 verrano eliminati, e il livello 30 diventa il nuovo punto di nero (i pixel che avevano una luminosità di 30 vengono scuriti a 0): la foto diventa più contrastata e più scura.

Se, invece, spostate il controllo bianco verso sinistra, la foto diventa più contrastata e più luminosa. Il controllo grigio permette di fare regolazioni di luminosità, senza eliminare nessun dato.

I Levels sono molto utili quando avete un istogramma che non tocca le estremità (cioè quando ci sono delle zone vuote tra l'estremità del grafico e il lato della finestra istogramma). In queste situazioni, la foto manca di contrasto e ha un aspetto piatto, velato. Spostanto i controlli bianco e nero verso le estremità dell'istogramma, potete tagliare via le zone vuote, migliorando il contrasto dell'immagine. Se confrontate l'istogramma della foto prima e dopo la correzione di Levels, potete vedere chiaramente che nella foto precedente i dati erano "compressi" nell'area dei mezzitoni, e c'erano ampie zone vuote tra le estremità del grafico e i lati della finestra. Nella seconda immagine, invece, le estremità dell'istogramma toccano i lati, e il grafico è molto più distribuito lungo tutta la gamma di luminosità, da nero a bianco.

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A sinistra: l'immagine e il suo istogramma prima della correzione

A destra: l'immagine e il suo istogramma dopo la correzione

Non c'è bisogno di spostare sempre i controlli bianco e nero esattamente in corrispondenza con le estremità dell'istogramma - a seconda della foto e dei vostri gusti personali, potete lasciare un pò di spazio vuoto tra i controlli e l'istogramma, per mantenere un aspetto un pò soft, a basso contrasto; al contrario, potete anche tagliare parte dell'estremità dell'istogramma, per creare un contrasto molto marcato, in stile "Velvia".

In alcuni casi, non è possibile ottenere un contrasto perfetto senza tagliare un pò di dati. Un esempio sono soggetti che hanno aree bianche: se spostate i controlli verso le estremità dell'istogramma il contrasto viene migliorato, ma la foto ha ancora bisogno di "qualcosa in più", e se invece spostare i controlli verso il centro dell'istogramma finchè la foto nel suo complesso ha un buon contrasto, le aree bianche diventano bianco puro, senza dettaglio (perchè avete tagliato via alcuni dati d'immagine dall'istogramma).

La soluzione è utilizzare la Layer Mask to evitare di applicare l'aumento del contrasto sulle aree più chiare: fate una copia della foto su un secondo layer, che potete rinominare come "copia per i bianchi", quindi nascondete il layer (deselezionate l'icona dell'occhio) e ritornate sul livello sfondo. Migliorate il contrasto finchè l'intera foto ha un aspetto piacevole - non preoccupatevi se qualche area chiara diventa bianca. Quando siete soddisfatti dai risultati, rendete nuovamente visibile e selezionate il layer "copia per i bianchi" e applicate la Layer Mask "Hide All". Selezionate un pennello che ha approssimativamente le stesse dimensioni delle zone bianche, e impostate la hardness su 0%. A questo punto, non dovete far altro che "dipingere" sulle aree bianche per recuperare il dettaglio dal layer "copia per i bianchi". Potete usare lo stesso procedimento anche per le ombre, se sono diventate troppo scure dopo aver aumentato il contrasto. Fate molta attenzione ai bordi: dovete creare una transizione graduale tra le aree di differente luminosità, e dovete evitare di creare artefatti, come aloni chiari o scuri.

Le Curves

Utilizzare la Layer Mask per evitare di bruciare i bianchi è solo una delle possibili soluzioni. Un'alternativa, per migliorare il contrasto in foto che hanno già aree molto chiare o molto scure, è lo strumento Curves (Image>Adjustments>Curves). La finestra Curves non mostra l'istogramma: c'è invece una linea diagonale che rappresenta la luminosità; nell'angolo in basso a sinistra c'è il nero, al centro ci sono i mezzitoni e in alto a destra le alte luci.

Anche se è possibile utilizzare le curve per "tagliare" le aree vuote dell'istogramma, preferisco utilizzare i Levels per questo scopo. Utilizzo spesso la finestra Curves, invece, per migliorare il contrasto e i mezzitoni senza tagliare le alte luci e le ombre, con la cosidetta "curva a S". Per migliorare il contrasto con la curva a S, cliccata sulla parte inferiore della linea e abbassatela un pò, quindi cliccate sulla parte superiore della linea e trascinatela un pò in alto.

La foto a destra è un classico esempio di un'immagine che può essere migliorata con le curves: la foto ha già aree molto chiare (il sole) e zone scure (le ombre in primo piano), ma i mezzitoni sono abbastanza piatti. Dopo la curva ad S, i mezzitoni sono chiaramente migliori, mentre le zone più chiare e più scure non sono state influenzate.

La foto prima della regolazione di curvers. I mezzinoti mancano di contrasto.

La foto dopo la regolazione di curves. Notate il miglioramento nella zona delle nuvole.

Le curves sono uno strumento versatile che può essere utilizzato in modi diversi per vari risultati, ma io le utilizzo principalmente in situazioni come quella qui descritta, applicando una curva a S. Non utilizzo mai le curve per schiarire le ombre (con una curva a "S" inversa), perchè l'immagine perde eccessivamente di contrasto, e diventa troppo smorta: ci sono modi migliori per estrarre dettaglio dalle ombre e dalle alte luci, come lo strumento "Shadow/Highlights" o correzioni selettive con layer e layer mask.

Lo strumento Shadow/Highlight

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Lo strumento S/H tool, introdotto con Photoshop CS1, permette di estrarre molto dettaglio dalle ombre e dalle alte luci. Cliccate su Image>Adjustment>Shadow/Highlight per aprire la finestra e selezionate "Show More Options". Ci sono numerosi controlli, ma quelli che io utilizzo maggiormente sono solo due: Amount e Tonal Width.

Nella tabella Shadow, il Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "ombra", e Amount determina quanto si schiaricono le ombre. I valori di partenza (50% per entrambi i controlli) sono decisamente troppo alti: se utilizzate queste impostazioni, le ombre diventano molto luminose e dettagliate, ma la foto perde contrasto e i colori diventano pessimi. Quando uso lo strumento S/H, in genere imposto Amount su 10-30%, e Tonal Width su un valore tra 2 e 8%: le percentuali esatte dipendono dall'immagine. Un'alternativa, se volete schiarire l'intera immagine, è impostare Amount su 1-2% e Tonal Width su 80-100%: con questi valori, invece di schiarire le ombre, si schiarisce leggermente l'intera immagine.

L'immagine originale: ci sono ombre abbastanza scure Dopo la correzione con S/H, le ombre sono state schiarite

La tabella Highlight funziona in modo simile: Tonal Width definisce la gamma di luminosità che viene considerata "alte luci", e Amount determina quanto vengono rese più scure le luci. In genere, imposto Tonal Width su 5-15%, e Amount su 10-30%, a seconda della foto. Anche in questo caso, bisogna fare attenzione a non esagerare con l'effetto, altrimenti si hanno artefatti e colori poco piacevoli. In qualche caso, utilizzo gli strumenti Highlight con valori diversi (Tonal Width su 70-90%, e Amount su 1-5%): queste impostazioni scuriscono un pò l'intera immagine e possono migliorare colore e contrasto.

L'immagine originale: le zone bianche sono troppo chiare Con S/H si può estrarre un pò più dettaglio dai bianchi

Lo strumento S/H è molto efficace, ma tende a creare aloni: fate molta attenzione ai bordi, in particolare se ci sono ampie zone uniformi. Se notate un alone, potete ridurre i valori di Amount e Tonal Width, oppure potete utilizzare la Layer Mask per evitare di applicare la correzione S/H ai bordi del soggetto. Inoltre, ricordatevi che schiarire l'immagine aumenta il rumore: se la foto è scattata ad alte sensibilità, in genere la quantità di correzione S/H che potete utilizzare è limitata dal rumore.

Contrasto locale con la Unsharp Mask

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In genere, la Unsharp Mask (Filter>Sharpen>Unsharp Mask) viene utilizzata per migliorare la nitidezza della foto. Tuttavia, si può utilizzare questo strumento anche per migliorare il contrasto della foto. Non è un'alternativa a Levels o Curves, ma in qualche caso aiuta a migliorare l'immagine dopo aver fatto le correzioni di base del contrasto.

Per utilizzare la Unsharp Mask per migliorare il contrasto, impostate Threshold su 0, Radius su 20-40 pixels e Amount su un valore tra 15% e 30%. Con queste impostazioni, la Unsharp Mask migliora il contrasto locale invece della nitidezza; un positivo "effetto collaterale" è che anche i colori diventano un pò più intensi. Anche se in genere non c'è una differenza giorno/notte tra la foto prima e dopo la correzione, questa tecnica aiuta a migliorare l'immagine; nell'esempio a sinistra potete vedere come i mezzitoni sono più contrastati, i colori sono più intensi e il dettaglio appare più nitido (confrontate gli stami del fiore nelle due versioni).

Questa tecnica funziona abbastanza bene quando la foto non ha zone molto chiare o molto scure; le foto che hanno principalmente tonalità medie sono quelle che più beneficiano dal miglioramento del contrasto locale.

Lo svantaggio principale di questa tecnica sono gli aloni - se ci sono bordi ben distinti e aree uniformi (per esempio un cielo blu limpido), il contrasto locale può creare alcuni aloni. Per evitare questi artefatti, quando necessario applico il contrasto locale con la Layer Mask, evitando i bordi.

Migliorare il contrasto e la luminosità dell'occhio e della catchlight

L'occhio del soggetto è uno degli elementi chiave della foto: tuttavia, in certi casi l'occhio non si distingue chiaramente come dovrebbe. Succede spesso nelle foto in controluce o semicontroluce, ma anche foto scattate col sole alle spalle, in alcuni casi possono beneficiare da una correzione di contrasto sull'occhio. In genere, è necessario aumentare contrasto e luminosità selettivamente, sfruttando la Layer Mask.

Per migliorare l'occhio, faccio una copia dell'immagine su un secondo layer, che rinomino come "correzione occhio", e aumento il contrasto con i Levels, portanto il punto di nero leggermente verso destra e il punto di bianco molto a sinistra, finchè l'occhio è chiaramente più luminoso e ha un colore più intenso. Non preoccupatevi se il resto della foto diventa eccessivamente contrasto - aumentate il contrasto guardando solo l'occhio.

Quando avete migliorato l'occhio, applicate la Layer Mask Hide All e selezionate un pennello piccolo (il diametro del pennello dovrebbe essere circa la metà del diametro dell'occhio), con durezza attorno all'80-90%. Dipingete con attenzione sull'occhio, prestando molta cura ai bordi: è facile creare degli artefatti se non siete precisi con la maschera, anche se è possibile correggere gli errori invertendo il colore del pennello da bianco a nero, e dipingendo nuovamente sopra gli artefatti.

L'ultimo passo è controllare i risultati. Selezionate e selezionate l'icona di visibilità del layer "correzione occhio", per confrontare il prima e il dopo. Dopo il miglioramento, l'occhio deve essere più luminoso e più saturo, ma non deve apparire innaturale, neppure all'ingrandimento 100%. Se vi accorgete che avete esagerato col contrasto, riducete l'opacità del layer "correzione occhio" finchè l'immagine appare migliorata, ma comunque naturale. Unite i layer per concludere l'elaborazione.

Ritaglio dalla foto originale

Dopo il miglioramento dell'occhio

In altre occasioni, l'intero occhio non ha bisogno di migliorameni, ma potete migliorare la cosidetta "catchlight", cioè la piccola luce riflessa che spesso appare negli occhi dei vostri soggetti - in genere, è un riflesso del sole, ma potete crearla anche in ombra o in giorni nuvolosi con un leggero lampo di flash. Anche se la catchlight è solo un dettaglio, solitamente non più grande di qualche pixel, è abbastanza importante, perchè dà più vita al vostro soggetto.

E' raro fotografare un animale senza neppure una piccola catchlight, ma in qualche caso il riflesso è troppo piccolo o troppo poco luminoso, e può essere migliorato per dare più forza alla foto. La mia tecnica è semplice: seleziono lo strumento Dodge con un pennello leggermente più ampio della catchlight e durezza 70-80%, imposto Range su "highlights" ed Exposure su 50%.

Per schiarire e ingrandire la catchlight, clicco varie volte sul riflesso, finchè sono soddisfatto dai risultati. Ricordatevi che in natura la catchlight non è mai perfettamente rotonda come il pennello di Photoshop - per mantenere un aspetto naturale, dovete cambiare la posizione del pennello di pochi pixel tra un click e l'altro, per mantere una forma un pò irregolare. Inoltre, ricrodatevi che dopo il miglioramento la catchlight dovrebbe essere un poco più grande, non molto più grande, altrimenti appare chiaramente artificiosa.

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Se l'occhio non mostra alcuna cathchlight (come può capitare in alcune foto in controluce), non consiglio di clonare una catchlight da un'altra foto o di crearla con Photoshop; è meglio lasciarlo così com'è, altrimenti appare poco naturale.

A sinistra: un ritaglio dell'occhio che mostra prima e dopo il miglioramento della catchlight.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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Il Colore

Una delle cose fondamentali per ottenere buone immagini è comprendere le basi del colore: il bilanciamento colore, la saturazione, le correzioni selettive e l'utilizzo del bianco e nero. Questo articolo spiega come gestire i colori con Adobe Photoshop CS3.

Color Balance

Il primo passo per ottenere colori piacevoli è eliminare le dominanti e bilanciare il colore. Per esempio, se avete fotografato un soggetto in ombra, spesso la foto ha una dominante blu, mentre le foto scattate verso l'alba o il tramonto hanno una dominante rossa. Le dominanti calde in genere sono piacevoli, e sono proprio una delle particolarità che rendono così bella la luce del primo mattino e del tardo pomeriggio. Dominanti fredde, invece, detraggono alle foto.

Per bilanciare i colori, utilizzo la finestra Color Balance (Image>Adjustments>Color Balance). Questa finestra ha tre controlli: Cyan/Red, Magenta/Green, Yellow/Blue. I controlli sono complementari: per esempio, se aumentate la componente di Rosso diminuite automaticamente il Ciano. Selezionate la casella "Preview" e muovete i controlli per comprendere bene come funzionano: sono abbastanza intuitivi e dopo pochi tentativi sarete in grado di ottenere i risultati desiderati. Per esempio, se la foto ha una dominante blu, dovete spostare il controllo Cyan/Red verso "red", e Yellow/Blue verso "yellow".

Potete bilanciare i colori separatamente nelle ombre, nei mezzitoni e nelle alte luci. Solitamente, faccio le correzioni principali nei mezzitoni, quindi regolo le alte luci e, se necessario, le ombre. Se la foto ha zone molto chiare, bisogna fare attenzione al bilanciamento del colore: una correzione molto marcata può risultare in alte luci bruciate. Per ottenere i risultati migliori, consiglio di lasciare deselezionata la casella "Preserve Luminosity".

Lo scopo del bilanciamento colore è simile al "bilanciamento del bianco" della fotocamera, ma dà un controllo molto più fine sull'immagine: questo è uno dei motivi per cui utilizzare il RAW e fare le regolazioni di colore con Photoshop. Con Color Balance, potete ottenere colori molto fedeli alla realtà, o personalizzare a piacimento i colori. Per quanto mi riguarda, sono un amante delle tonalità calde, così spesso aumento la quantità di giallo e di rosso un pò più di quello che sarebbe strettamente necessario, per dare una tonalità leggermente calda alla foto.

In alcune situazioni, però, possono capitare foto che hanno una dominante molto difficile da rimuovere - non capita spesso, ma talvolta risulta difficile rimuovere le dominanti con Color Balance.

La foto originale, scattata in ombra, ha una dominante blu.

Con Color Balance, ho eliminato la dominante.

Dopo aver provato in diversi modi senza buoni risultati (ogni volta che riuscivo a eliminare una componente della dominante creavo un'altra dominante secondaria), ho deciso di provare la funzione "Auto Color" (Image>Adjustment>Auto Color). Non sono un amante delle funzioni automatiche, dato che voglio il massimo controllo sulle foto; tuttavia, bisogna dire che in qualche caso Auto Color è di grande aiuto per rimuovere le dominanti più difficili. Non consiglio di utilizzarlo sempre - spesso esagera il contrasto e dà colori poco piacevoli - ma in qualche caso è la chiave per rimuovere la dominante, e lo potete considerare come "ultima risorsa" da usare con foto difficili da elaborare. Ovviamente, dopo la correzione "Auto Color", potete fare altre regolazioni fini con Color Balance e altri strumenti.

Hue/Saturation

Con questa funzione di Photoshop (Image>Adjustments>Hue/Saturation), potete regolare con precisione la saturazione dell'intera immagine, oppure la saturazione di una ristretta gamma di colori, in modo selettivo. La finestra permette di regolare anche la tonalità del colore, ma in genere agisco solo sulla saturazione. Cos'è la saturazione, e perché è così importante?

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La saturazione definisce il livello di purezza del colore. Tutti i colori derivano da una miscela dei tre colori primari - rosso, giallo e blu (oppure Rosso, Verde e Blue nel comune spazio colore RGB). Più un colore è saturo, più è "vicino" ad uno dei tre colori primari: in teoria, se aumentate la saturazione al limite massimo la foto sarebbe composta solo da rosso, verde e blu. La saturazione è importante perché viene generalmente percepita come "piacevole" dall'occhio umano: se confrontate un'immagine con saturazione bassa e un'immagine con saturazione più alta, la seconda ha un aspetto più attraente, i colori sono vividi e brillanti. La saturazione è uno strumento molto potente, e spesso è usata (e abusata) per promuovere un prodotto: le lattine rosse di Coca Cola, il logo rosso/giallo di Mac Donald, le confezioni verdi delle pellicole Fujifilm, sono solo pochi esempi di come colori molto saturi vengono usati per attrarre i consumatori.

Aumentare la saturazione è abbastanza immediato: basta spostare il controllo Saturation verso destra, per aumentare il valore. In genere utilizzo valori tra 10 e 25, a seconda dell'immagine: mi piacciono colori forti, in stile Velvia, ma non bisogna esagerare, altrimenti i colori diventano innaturali, tipo evidenziatore.

Prima e dopo la regolazione di saturazione

Oltre a lavorare sull'intera foto, è possibile modificare esclusivamente una ristretta gamma di colori. Questa tecnica è molto utile quando l'immagine ha sia aree con bassa saturazione che aree con colori saturi, e volete migliorare le prime senza saturare eccessivamente i secondi, o quando volete dirigere l'attenzione dell'osservatore su un particolare colore. Per esempio, può capitare di voler aumentare la saturazione del soggetto, lasciando inalterata la saturazione dello sfondo. Per usare la saturazione selettiva, selezionate un colore tramite il menu "Edit". Potete rifinire la selezione usando il Color Picker, o movendo manualmente il controllo del colore che vedete nella parte bassa della finestra. Quando aumentare il valore della saturazione, noterete che essa viene aumentata solo nei colori che avete selezionato. Come sempre, fate attenzione e non saturare eccessivamente e cercate di ottenere colori piacevoli, ma non esagerati. Si possono fare fino a sei correzioni selettive alla volta, all'interno di ogni canale di colore (rosso, giallo, verde, ciano, blu, magenta); si può tanto aumentare la saturazione quanto diminuirla, per regolare con precisione ogni tonalità della foto.

Selective Color, Replace Color e altre correzioni selettive

In alcuni casi, si vuole modificare la tonalità o la saturazione di un colore specifico, o di una determinata area della foto. Ci sono molte tecniche per ottenere i risultati desiderati: due tra le più note solo Selective Color e Replace Color. Inoltre, faccio spesso correzioni selettive con layer e layer mask.

Non sono un amante di Selective Color (Image>Adsjustment>Selective Color): lo utilizzo abbastanza raramente. Questa funzione permette di fare regolazioni di colore molto fini, ma non permette di determinare con precisione la gamma di colori su cui si lavora. E' presente un menu a comparsa, per selezionare uno dei colori principali tra nove opzioni. Per ogni colore, potete aumentare o diminuire la percentuale di ciano, magenta e giallo, per cambiare la tonalità; c'è anche un quarto controllo detto "Nero" che agisce sulla luminosità.

Più spesso, utilizzo Replace Color (Image>Adsjustment>Replace Color). Questa finestra permette di selezionare un colore dell'immagine e sostituirlo con un'altra tonalità; in genere, è meglio selezionare un colore sostitutivo abbastanza simile al colore originale, altrimenti si hanno forti artefatti (rumore e banding). Il primo passo è selezionare il colore: col contagocce, cliccate sulla foto per selezionare il colore che volete cambiare. Utilizzate il controllo "Fuzziness" per selezionare una gamma di colori più ampia o più ristretta; la piccola anteprima sotto al controllo mostra la selezione (nero corrisponde a tonalità completamente selezionata, bianco significa non selezionata, e le varie intensità di gricio indicano diversi gradi di selezione).

Una volta scelto il colore, potete scegliere la tonalità di sostituzione. Cliccate sul quadrato colorato nel box Replacemente (sopra "Result") e selezionate il colore sostitutivo. Assicuratevi che la casella "Preview" sia selezionata, in modo da vedere in tempo reale i risultati; se non siete soddisfatti, potete provare a cambiare il grado di Fuzziness, o impostare Hue e Saturation su valori più bassi, per ridurre la differenza tra il colore originale e la sostituzione. Non utilizzo sempre la funzione Replace Color, ma è utile quando volete cambiare un colore specifico senza influenzare gli altri colori dell'immagine.

Ci sono diverse altre tecniche per fare correzioni selettive di colore. Se volete modificare tutti i colori di un'area specifica dell'immagine, il modo migliore è utilizzare la layer mask. Fate una copia della foto su un secondo layer e modificate i colori con Color Balance o altri strumenti fino a ottenere i risultati desiderati per l'area specifica che volete modificare; non preoccupatevi se il resto dell'immagine non ha colori corretti. In seguito, applicate la Layer Mask "Hide All" alla copia e utilizzate un pennello bianco per selezionare le aree della foto dove volete applicare l'effetto. Questa tecnica è utile, per esempio quando volete scaldare i colori del soggetto lasciando inalterati quelli dell'ambiente circostante.

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Un'altra opzione, molto semplice ma efficace, è utilizzare lo strumento pennello. Create un nuovo layer vuoto, che potete chiamare "ritocco con pennello", e quindi selezionate questo strumento. Impostate l'Hardness su 0% e le dimensioni su un valore abbastanza ampio, e regolate l'opacità su un valore molto basso (tra 4% e 7%). A questo punto, impostate il colore del pennello sulla tonalità che volete migliorare, e "dipingete" sull'area da ritoccare. Un esempio: avete fotografato un bel pettirosso, ma non siete soddisfatti dai colori, perchè il petto ha una tonalità arancione smorto, invece di avere un bell'arancio tendente al rosso. Impostate il pennello su rosso, e cliccate sul petto dell'uccellino, con un pennello leggermente più ampio dell'area che volete dipingere. Ovviamente, non "dipingerete" realmente l'immagine, dato che l'opacità del colore è impostata su un valore molto basso, ma il pennello migliora notevolmente la tonalità. Selezionate e deselezionate la visibilità del layer "ritocco con pennello" per confrontare la foto prima e dopo l'effetto: anche con un pennello molto trasparente, potete fare un miglioramento notevole. Ricordatevi che il colore che aggiungete col pennello toglie informazioni dai pixel dell'immagine; in altre parole, questa tecnica riduce il dettaglio fine. Se impostate l'opacità del pennello su 4-7% e non cliccate più di una volta sul soggetto, però, la perdita di dettaglio è veramente insignificante; non bisogna esagerare, altrimenti si ottiene una foto dall'aspetto artificioso.

Uno strumento utile per fare correzioni selettive di saturazione è la spugna. In alcuni casi utilizzo questo strumento quando voglio migliorare la saturazione in un'area specifica senza utilizzare la layer mask. Consiglio di utilizzare sempre pennelli soffici e impostare l'intensità dell'effetto (il box "Flow") su un valore tra 10% e 30%. Anche se non è uno degli strumenti che utilizzo più spesso, è utile per fare piccole correzioni sull'immagine una volta che avete finito il grosso dell'elaborazione. Potete utilizzare questo strumento anche per ridurre la saturazione, se notate che un'area dell'immagine è diventata eccessivamente satura.

La finestra Replace Color

Prima e dopo la regolazione selettiva di colore (su tonalità verdi)

Black and White

Anche se sono un amante del colore, in certi casi il bianco e nero è la soluzione migliore per creare un'atmosfera, o per migliorare una foto che ha colori spenti. Immagini ricche di dettaglio, linee e texture sono ideali per la conversione a bianco e nero. Ovviamente, scatto tutte le mie foto a colori. Alcune fotocamere hanno una modalità B/N, ma potete ottenere risultati molto migliori convertendo un'immagine a colori in B/N con Photoshop.

Con le versioni precedenti di Photoshop, il modo migliore per convertire una foto in BN era il Channel Mixel: Photoshop CS3, invece, offre un nuovo e potente strumento, creato appositamente per questo scopo. La finestra Black and White (Image>Adsjustments>Black and White) ha sei controlli, che permettono di aumentare o dominuire la luminosità di ogni colore, senza influenzare le altre tonalità: per esempio, potete rendere più scuro un cielo blu, senza alterare la luminosità del resto della foto.

A destra: prima e dopo la conversione in bianco e nero con Photoshop CS3.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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La Riduzione del Rumore

Quando fotografo uccelli e animali, utilizzo spesso ISO 400 o addirittura 800. Anche se le recenti reflex Canon sono molto buone alle alte sensibilità, c'è sempre un certo rumore, in particolare nella aree uniformi e sfocate. Non è un problema: con Photoshop, è abbastanza facile ridurre il rumore, e ho fatto stampe eccellenti anche da foto scattate a sensibilità molto alte. Ricordatevi che, mentre è possibile ridurre il rumore, non è possibile correggere il mosso causato da un tempo di scatto eccessivamente lento: non esitate a utilizzare le alte sensibilità quando è necessario.

Riduzione del rumore con Photoshop CS3

Photoshop CS3 ha un efficace strumento che riduce la "grana", mantenendo quanto più dettaglio possibile. Per aprire la finestra di riduzione rumore, cliccate sul menu Filter > Noise > Reduce Noise. Potete scegliere tra un'interfaccia "Basic" e una "Advanced"; io utilizzo sempre l'opzione Basic, dato che è più rapida e intuitiva, e ha tutti i controlli che mi servono. Sul lato sinistra della finestra c'è un'ampia anteprima; nell'area a destra ci sono quattro controlli.

clicca qui per ingrandire

Strength e Preserve Detail funzionano in combinazione per determinare l'intensità della riduzione della grana o "rumore di luminosità". Vi consiglio di impostarli entrambi su un valore alto (io utilizzo spesso Strength 9 e Preserve Detail 90%). Ricordatevi che riducento il rumore di luminosità si ha una perdita di dettaglio più o meno marcata: non utilizzate una riduzione eccessiva!

Reduce Color Noise determina l'intensità della riduzione del rumore cromatico. Il rumore cromatico è il tipo di rumore più fastiodioso, ma può essere ridotto efficacemente senza perdita di dettaglio; l'unico svantaggio è una diminuzione della fedeltà dei colori (i colori diventano meno vividi e saturi). A seconda dell'immagine, consiglio di utilizzare un valore tra 10 e 30.

Sharpen Details permette di applicare dello sharpening all'immagine; vi consiglio di evitarlo (impostate il controllo su 0%); è meglio utilizzare in seguito il molto più sofisticato Smart Sharpen. Il box Reduce JPEG Artifacts serve solo quando si sta cercando di recuperare foto salvate con un'eccessiva compressione JPEG; dato che uso sempre il RAW, lascio questo box deselezionato.

La finestra Reduce Noise è uno strumento utile, ma bisogna imparare a utilizzarlo nel modo giusto. Un errore comune è applicare un'eccessiva riduzione rumore, l'immagine risultante è priva di rumore ma ha perso il dettaglio fine e ha un aspetto

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"plastico", artificiale. Io cerco di essere abbastanza "conservativo" con la riduzione del rumore; è meglio lasciare un pò di rumore piuttosto che avere un'immagine eccessivamente ritoccata.

La mia tecnica per la riduzione del rumore

Canon EOS 20D, Canon EF 600mm f/4 L IS USM, Canon 1.4x TC, 1/4000 f/5.6, iso 400, mano libera. Esemplare in cattività.

Anche se è possibile applicare la riduzione rumore sull'intera foto, preferisco utilizzare una tecnica più sofisticata per mantere il dettaglio nel soggetto e ottenere un'immagine più pulita. Con la Layer Mask, è possibile applicare la riduzione rumore solo sullo sfondo, o applicare differenti intensità di riduzione sul soggetto e sullo sfondo.

Questo è un ritaglio dalla foto precedente, senza nessun ritocco se non le correzioni di base di luminosità e contrasto. La foto è stata scattata a 400 ISO ed era leggermente sottoesposta (quando fotografo un soggetto bianco, imposto spesso la compensazione dell'esposizione su -0.3 per preservare le alte luci), quindi c'è un pò di rumore, in particolare nello sfondo sfocato.

Nel secondo ritaglio, ho applicato una leggera riduzione rumore sull'intera immagine (Strenght 9, Preserve Detail 90%, Reduce Color Noise 25%).

Con queste impostazioni, la foto appare già abbastanza pulita - il rumore cromatico è scomparso, e c'è solo un poco di rumore di luminosità (la texture simile alla grana che potete vedere nello sfondo). I colori appaiono un pò meno saturi rispetto al ritaglio precedente, a causa della riduzione del rumore cromatica, ma la differenza è minima e il dettaglio è rimasto eccellente.

Sarebbe possibile stampare questa foto con ottimi risultati, e il rumore sarebbe difficilmente visibile anche in stampe di grandi dimensioni. Detto questo, se volete un file totalmente privo di rumore, è possibile migliorare ulteriormente la foto, con una riduzione rumore selettiva applicata sullo sfondo.

Il primo passo è duplicare il layer dello sfondo (Layer>Duplicate Layer), per creare una copia dell'immagine. A questo punto, avete l'immagine originale, nel primo livello, che rimarrà

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inalterata, mentre potete applicare una forte riduzione rumore alla copia.

Per rimuovere completamente il rumore, applicarte il filtro Reduce Noise con impostazioni molto aggressive (Strenght 10, Preserve Detail 15%, Reduce Color Noise 0%).

Il rumore cromatico è già stato eliminato nel primo passaggio di riduzione rumore, e ora state eliminando solo il rumore di luminosità. Impostate Reduce Color Noise su valori più alti di 0 solo se rimane ancora un pò di rumore cromatico - non dovete abusare di questo controllo, anche se non porta a una perdita di dettaglio: il prezzo da pagare è una ridotta fedeltà dei colori che dà tonalità più smorte, meno intense.

Se necessario, applico il filtro due volte (anche se in genere una sola volta è sufficente)...vi consiglio, invece, di evitare il Gaussian Blur o il Median: sono molto efficaci, ma spesso creano uno sfocato poco naturale. A questo punto, la foto è diventata molto pulita e priva di rumore, ma ovviamente il dettaglio è andato perso: per ottenere un buon risultato, bisogna applicare una riduzione umore così forte solo sulle zone sfocate, come lo sfondo.

Selezionate la Layer Mask (Layer>Layer Mask>Hide All), e cliccate sullo strumento pennello. La Layer Mask è uno degli strumenti più potenti e versatili di Photoshop - se non ne conoscete bene il funzionamento, vi consiglio di leggere l'articolo "Layer e layer mask".

Ora, dovete "dipingere" sulle aree dove volete applicare una forte riduzione del rumore. In genere, seleziono un pennello relativamente piccolo (Master Diameter 50 o 60px, Hardness 70%) e ingrandisco la foto al 200% per seguire con precisione i bordi del soggetto. Ricordati che non dovete toccare i bordi del soggetto con il pennello, altrimenti diventano soffici. E' sempre meglio lasciare qualche pixel tra i bordi del soggetto e il pennello.

Quando ho finito i ritocchi fini, seleziono un pennello più ampio e applico la riduzione del rumore sul resto dello sfondo, e infine unisco i layer col comando Layer>Flatten image. Il quarto ritaglio è preso dall'immagine finale: il soggetto è nitido e ricco di dettaglio, mentre lo sfondo è piacevolmente pulito e privo di rumore. Questa tecnica richiede un pò di tempo, quindi vi consiglio di utilizzarla solo con le vostre migliori immagini; se dovete ritoccare un grande numero di foto potete ottenere buoni risultati anche con una moderata riduzione rumore applicata sull'intera immagine.

La finestra dei Layer palette: le aree bianche nella Layer Mask è dove ho applicato una forte riduzione rumore.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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Layer e Layer Mask

I layer sono uno dei più potenti e flessibili strumenti di Photoshop: io utilizzo ampiamente i layers per correzioni selettive di colore, contrasto, riduzione rumore, ecc, e per tecniche particolari come le esposizioni combinate. I layer sono come fogli sovrapposti. Potete nascondere parte del contenuto di un layer, o renderlo semi-trasparente per vedere il contenuto del layer sottostante. Quando aprite una foto, c'è un solo layer (il "background") che contiene l'immagine. Potete copiare l'intera immagine, parte dell'immagine, un'altra foto o qualsiasi altra cosa in un secondo layer. Potete create tutti i layer che volete, potete cancellare i layer e potete correggere selettivamente le proprietà di ogni singolo layer.

La Layer Mask

La layer mask permette di mostrare solo una parte del layer, usando una semplice maschera e lo strumento PaintBrush. Se non avete mai usato la Layer Mask, potete imparare a utilizzarla in pochi passi: è molto più facile di quanto possiate pensare. Aprite un'immagine con Photoshop e incollate un'altra immagine in un secondo livello.

Prima immagine di esempio (Layer 1) Seconda immagine di esempio (Layer 2)

Selezionate il layer "Layer 2" e cliccate sul menu Layer > Add Layer Mask > Hide All per applicare la layer mask. Il Layer 2 diventa invisibile, e un riquadro nero (che rappresenta la maschera) appare vicino all'icona del layer. Selezionate lo strumento PaintBrush: assicuratevi che il colore sia impostato su bianco. Ora, "dipingete" sull'immagine: le aree che dipingete vengono mostrate in bianco nella piccola icona della maschera, e rivelano l'immagine mascherata.

Che cos'è successo? Con il PaintBrush, avete cancellato parte della maschera che nascondeva il Layer 2.

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In questo momento, state usando un pennello bianco. Selezionate il colore nero e dipingete ancora sull'immagine: le aree che erano state rivelate diventano nuovamente invisibili. Il pennello bianco cancella parti della maschera; il pennello nero ricrea le aree cancellate. Ripetete le operazioni finchè avrete capito con certezza come funziona la layer mask.

I prossimi paragrafi illustrano alcune delle molte applicazioni di questo versatile strumento.

Esposizioni combinate per espandere la gamma dinamica

Con i layer e la layer mask, potete unire due o più foto per creare una singola immagine con una gamma dinamica molto ampia: utilizzo spesso questa tecnica per albe e tramonti, e i risultati sono spettacolari! La maggior parte delle reflex ha una gamma dinamica di 7-8 stop: anche se è molto buona, in certe situazioni non è sufficiente. Combinare le esposizioni permette di riprendere anche le scene più difficili, senza limiti di gamma dinamica.

Il primo passo della tecnica consiste nello scattare diverse esposizioni del vostro soggetto. Montate la fotocamera sul treppiede e scattate una o più foto della stessa scena variando il tempo di scatto; una foto deve essere esposta per le aree più luminose della scena e un'altra per le aree scure. Utilizzate l'istogramma per controllare l'esposizione.

La foto esposta per il cielo La foto esposta per il primo piano

La prima foto è esposta per le aree più luminose (il Sole e il cielo); mentre la seconda foto è esposta per le aree più scure (il primo piano). La fotocamera era montata sul treppiede e i parametri (diaframma, bilanciamento del bianco, iso, ecc.) erano gli stessi per entrambe le immagini; ho variato solo il tempo di scatto.

Aprite i file RAW con Adobe Camera RAW utilizzando gli stessi parametri, non applicate nessuna correzione dell'esposizione. Utilizzate l'immagine esposta per le aree scure come sfondo, e mettete l'altra immagine nel secondo layer.

Tramite la layer mask potete mostrare solo le aree correttamente esposte di ogni immagine. Un pennello largo (500, 1000px o più) e soffice è ideale per creare una transizione naturale e graduale tra le aree di differente luminosità.

Potete usare un pennello di ridotte dimensioni per fare correzioni fini, e il pennello nero per nascondere le aree che erano state accidentalmente rese visibili.

Sharpening selettivo

Quando la foto ha vaste aree sfocate, utilizzo sempre la Layer Mask per applicare lo sharpening solo sul soggetto. Questa tecnica è particolarmente utile per foto scattate ad alte sensibilità, sia per foto a piena risoluzione che per immagini formato web.

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Sharpening sull'intera foto Sharpening solo sul soggetto

Se applicate lo sharpening sull'intera foto, il rumore nello sfondo diventa chiaramente visibile. Per ottenere i risultati migliore, invece, creo una copia della foto su un secondo layer (cliccate col destro nella tabella layer e selezionate "duplicate layer" dal menu a comparsa). Applico lo smart sharpen solo sulla copia, mentre utilizzo una forte riduzione rumore sullo sfondo, e quindi applico la layer mask sulla copia. Col pennello, rendo visibili solo le aree a fuoco (il soggetto): il risultato è un soggetto perfettamente nitido contro uno sfondo privo di rumore e artefatti.

Altre correzioni selettive

In genere, le correzioni di contrasto, saturazione, colore, ecc. sono applicate sull'intera immagine, ma in alcuni casi è preferibile applicarle solo su una particolare area. Con la Layer Mask, potete schiarire solo una determinata area della foto (per esempio le ombre in un paesaggio); potete aumentare il contrasto solo dove volete dare più forza all'immagine (per esempio sulle ali di una farfalla), potete esaltare gli effetti di luce....l'unico limite è la vostra creatività!

Le due foto qui sopra sono un esempio di correzione selettiva con la layer mask. In questo caso, ho voluto aumentare il contrasto tra la luce calda del tramonto e la tonalità azzurrina delle ombre. Ho creato una copia dell'immagine su un secondo layer, quindi ho aumentato il contrasto con una curva ad S, e ho scaldato i colori con Color Balance. Ho applicato la Layer Mask "Hide All" e ho utilizzato il pennello bianco per applicare l'effetto solo sulle zone illuminate, mantenendo la tonalita fredda delle ombre.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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www.juzaphoto.com > Articoli > Fotografia Naturalistica > Correggere AC, Distorsione e Vignettatura

Correggere AC, Distorsione e Vignettatura

Distorsione, vignettatura, aberrazione cromatica - tutti questi difetti erano un serio problema con la pellicola. Con le fotocamere digitali e Photoshop, non costituiscono più un problema: potete correggere quasi tutte le aberrazioni facilmente e molto efficacemente. L'unico difetto ottico che non può essere corretto è la mancanza di nitidezza - è importante scegliere obiettivi nitidi, perchè anche gli strumenti di sharpening più potenti funzionano bene solo con foto leggermente soffici, mentre la decisa mancanza di nitidezza dovuta a ottiche scadenti non può essere corretta.

Detto questo, non è sempre necessario correggere le aberrazioni. La maggior parte delle ottiche professionali - es. 180 Macro, 600 f/4 - sono così perfette che non c'è nessuna aberrazione visibile. Tuttavia, alcuni modelli ottici - in particolare i grandangoli - sono particolarmente complessi, e ci sono spesso alcune (limitate) aberrazioni anche in ottiche professionali come il Canon 16-35 f/2.8 L II e il Canon 24-105 L IS. Quando aberrazione cromatica, distorsione e vignettatura sono fastidiose, potete facilmente eliminarle con i potenti strumenti di Photoshop CS3.

Correggere l'Aberrazione Cromatica

http://www.juzaphoto.com/it/articoli/photoshop-co...aberrazioe_cromatica_distorsione_vignettatura.htm (1 di 4) [05/01/2008 16.38.40]

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La AC è veramente fastidiosa: crea degli artefatti molto visibili e particolarmente "artificiosi". Un obiettivo perfetto dovrebbe mettere a fuoco tutte le lunghezze d'onda della luce (cioè i colori) nello stesso piano e con lo stesso ingrandimento; se, invece, l'obiettivo mette a fuoco le varie lunghezze d'onda in diversi piani di fuoco, o con differenti ingrandimenti, si crea l'aberrazione cromatica. Gli effetti visibili della AC sono aloni verdi e magenta attorno ai bordi degli oggetti.

L'aberrazione cromatica è la piaga dei super zoom e dei grandangolari. Anche i migliori zoom grandangolari hanno un pò di AC - il Canon 24-105 L è un esempio di ottica professionale che mostra un pò di AC, alle focali più corte. Se l'aberrazione è larga solo 1-2 pixel (come nel caso del 24-105), è molto difficile osservarla in stampa, a meno di non stampare in formato molto ampio. I super zoom (es. 28-300), invece, hanno una forte AC, che in alcuni casi è larga anche 5-7 pixel, e si nota facilmente anche in stampe di ridotte dimensioni.

Se la vostra foto mostra un pò di AC, questa è la prima cosa da correggere. Il motivo è semplice, anche se può apparire paradossale: sia Adobe Camera RAW (il plug-in di conversione RAW di Photoshop) e Adobe Photoshop stesso offrono strumenti per la correzione dell'aberrazione, ma la correzione AC di Camera RAW funziona veramente bene, mentre quella di Photoshop è inefficace. Com'è possibile che due funzioni simili dello stesso programma diano risultati così diversi va al di là della mia immaginazione, ma i fatti sono questi ;-)

La finestra di correzione di Adobe Camera RAW

Fate doppio click sul file RAW per aprirlo nella finestra Camera RAW. Impostate tutti i controlli su valori neutri, come spiegato nell'articolo "Introduzione ad Adobe Photoshop". Per correggere l'aberrazione, cliccate sulla terza finestra ("Lens") : ci sono due controlli per eliminare l'aberrazione rosso/ciano e blu/giallo. Ingrandite l'immagine per vedere il dettaglio al 100%, e regolate i controlli finchè l'aberrazione scompare. Ora, dovete solo cliccare sul pulsante "Open" per aprire l'immagine senza AC con Photoshop e continuare con i soliti ritocchi.

Questo è un dettaglio della foto introduttiva, scattata col Canon 17-85 IS. C'è una forte aberrazione cromatica...

Dopo la correzione con Adobe Camera RAW, la AC è stata completamente eliminata.

Correggere la Distorsione

La maggior parte degli obiettivi grandangolari e zoom hanno un pò di distorsione (le linee diritte vengono incurvate); in alcuni casi la distorsione può essere notevole, ma non preoccupatevi: correggerla è facilissimo. Ci sono due tipi di distorsione, "a barile" (tipica dei grandangoli) e "a cuscino" (tipica dei teleobiettivi). Potete facilmente correggere anche le distorsioni più forti - è addirittura possibile correggere anche la distorsione dei fish-eye. Il prezzo da pagare è una leggera perdita di nitidezza ma - eccetto per le distorsioni più estreme - la perdita di nitidezza è difficilmente visibile.

Cliccate sul menu Filter > Distort > Lens Correction. La finestra "Lens Correction" ha i soliti strumenti di navigazione, un'anteprima dell'immagine numerosi controlli. E' possibile mostrare una griglia, che è molto utile per determinare che s'è una leggera inclinazione o distorsione.

http://www.juzaphoto.com/it/articoli/photoshop-co...aberrazioe_cromatica_distorsione_vignettatura.htm (2 di 4) [05/01/2008 16.38.40]

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Lo strumento Remove Distortion è molto intuitivo e semplice da usare. Se l'immagine ha distorsione a barile (come quella mostrata nell'esempio), dovete solo muovere il controllo verso destra finché le linee sono dritte; se ha distorsione a cuscino, muovetelo verso sinistra.

Nota : questa tecnica non diminuisce visibilmente la qualità d'immagine, la foto corretta è nitida e dettagliata come l'originale! L'unico svantaggio è che si "ritaglia" leggermente la foto; si perdono 10-40 pixel dai bordi (l'entità del ritaglio dipende dall'intensità della correzione). Il ritaglio è eseguito automaticamente per la correzione della distorsione a barile, mentre dovrete ritagliare "manualmente" l'immagine quando applicate la correzione della distorsione a cuscino.

Questa immagine ha una forte distorsione L'immagine dopo la correzione E' necessario ritagliare le aree bianche

Correzione della Vignettatura

La vignettatura consiste nella diminuzione della luminosità verso le estremità del fotogramma; è più visibile ai diaframmi aperti.

Se l'obiettivo ha una forte vignettatura, gli angolo appaiono più scuri del centro della foto. In genere, la vignettatura è più apparente sulle ottiche grandangolari e col sensore "fullframe": detto questo, la vignettatura è un non-problema, dato che può essere corretta facilmente e rapidamente.

La tabella Vignette ha due controlli: Amount e Midpoint. Amount definisce quando schiarire gli angoli dell'immagine; Midpoint definisce l'ampiezza degli angoli (cioè la ampiezza dell'area che sarà schiarita).

L'immagine ha un pò di vignettatura La vignettatura è completamente scomparsa

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Cloning e fotoritocco

Il Clone Stamp, lo Spot Healing e il Paintbrush permettono di migliorare considerevolmente le foto, eliminando elementi non desiderati e migliorando lo sfondo. Non è facile utilizzare veramente bene questi strumenti - se non siete abbastanza precisi, è facile creare artefatti e immagini artificiose. Inoltre, l' etica del cloning è oggetto di controversie - alcuni fotografi lo usano molto, altri preferiscono evitarlo. Per quanto mi riguarda, penso che non ci sia nulla di sbagliato nel migliorare lo sfondo o eliminare elementi di distrazione, purchè l'immagine mantenga il suo valore di storia naturale - eliminare un rametto o aggiungere un pò di spazio in fronte al soggetto per migliorare la composizione per me va bene, mentre non farei mai ritocchi che falsificano il soggetto (per es. aggiungere una sesta branchia a un pesce). Questa pagina descrive le tecniche che utilizzo più spesso per le mie foto.

Clone, Spot Healing e altri strumenti

Il Clone tool e lo Spot Healing permettono di rimuovere elementi indesiderati dalle foto: potete utilizzare questi strumenti per ritocchi molto semplici, come la cancellazione delle macchie di polvere dallo sfondo, o per complesse operazioni per eliminare elementi fastidiosi dallo sfondo o anche in fronte al soggetto.

I ritagli a sinistra mostrano come una foto può essere migliorata col cloning. Questo usignolo di fiume stava nascosto tra le canne: quando si è spostato un un'area più aperta per pochi istanti, sono riuscito a scattare una foto. L'immagine è abbastanza buona, ma può essere migliorata: anche se non è possibile avere uno sfondo perfettamente pulito, nè rimuovere la grossa canna davanti alla coda, si può migliorare lo sfondo e rimuovere i rametti più piccoli di fronte al soggetto.

Nella foto originale, c'era un rametto di fronte all'usignolo. Se il rametto fosse stato di fronte all'occhio, o ad altri particolari importanti, non sarebbe stato possibile rimuoverlo. In questo caso, invece, il rametto copre solo un'area con un pattern di piume abbastanza uniforme. Ho selezionato lo strumento Clone Stamp e ho scelto un pennello leggermente più ampio del rametto. La durezza del pennello era impostata su 0%: quando si usa il Clone Stampa, è essenziale utilizzare pennelli molto soffici, altrimenti il cloning è abbastanza riconoscibile. Inoltre, assicuratevi che il box "Aligned" sia selezionato, altrimenti è facile creare artefatti (in questo caso, forme ripetute).

Con Alt + click ho selezionato la sorgente (il più vicino possibile al rametto, senza toccarlo), quindi ho "dipinto" con lo strumento Clone sopra il rametto. Per ottenere i risultati migliori, in genere bisogna selezionare la sorgente, clonare parte dell'elemento non voluto, quindi selezionare un'altra sorgente e clonare un'altra parte. In questo caso, il rametto a forma di A richiede due passi: prima ho clonato la parte a destra, quindi ho selezionato un'altra sorgente vicino alla parte sinistra e ho clonato via il resto del rametto. Se guardate davvero da vicino, potete notare alcuni piccoli artefatti, ma nel complesso ha un aspetto naturale, e dubito che qualcuno noterebbe l'utilizzo del Clone Stamp se non avesse visto il ritaglio di partenza. Questo è il punto chiave del cloning: dovete migliorare la foto mantendo però un aspetto naturale.

Eliminare il rametto dallo sfondo è stato molto più facile - dato che lo sfondo è abbastanza sfocato, ci sono molte meno trame, ed è più difficile creare degli artefatti. Quando decido di rimuovere un elemento dallo sfondo, utilizzo il Clone Stamp o il Paintbrush, o anche entrambi, come ho fatto in questo caso. Ho rimosso il rametto dallo sfondo col Clone, ma c'era ancora una canna sfocata e abbastanza fastidiosa nello sfondo. Ho selezionato il Paintbrush, con un pennello ampio e soffice e opacità 20%, e ho "dipinto" sopra la zona chiara della canna: anche se non l'ho eliminata del tutto, l'ho resa più uniforme, meno luminosa e poco fastidiosa. Questa tecnica è essenzialmente la stessa cosa della tecnica di miglioramento dello sfondo descritta nell'ultimo paragrafo.

Lo Spot Healing è abbastanza diverso dal Clone Stamp. Non c'è bisogno di selezionare la sorgente: lo Spot Healing ricrea il dettaglio dalle aree circostanti.

Un ritaglio dalla foto originale

Il ritaglio dopo l'elaborazione: il rametto è stato eliminato

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E' molto utile quando volete rimuovere piccole aree da uno sfondo omogeneo: lo utilizzo spesso quando devo emilinare le macchie di polvere dalle zone sfocate.

La foto intera dopo l'elaborazione con Photoshop CS3

Ampliare la composizione

Quando fotografo un paesaggio o un fiore, faccio la composizione con calma e attenzione. Ma quando il soggetto è un animale in rapido movimento, come un uccello in volo, è difficile ottenere una composizione perfetta. In genere, cerco di lasciare un pò di spazio vuoto tutt'attorno all'animale, per poi ritagliare la foto ad una composizione perfetta in fase di elaborazione. Tuttavia, fotografando con una focale fissa (il 600 f/4 L IS USM, il mio obiettivo principale per gli animali), può capitare che la composizione sia troppo stretta, e non ci sia abbastanza spazio in fronte, dietro, sopra o sotto il soggetto. Se lo sfondo è abbastanza uniforme (per es. un cielo blu, o uno sfondo molto sfocato), è abbastanza facile recuperare la foto, aggiungendo un pò di spazio dove serve.

Il primo passo consiste nel selezionare lo strumento Crop; impostate Width su 3 e Height su 2 (o su qualsiasi rapporto tra i lati vogliate utilizzare), e lasciate vuoto il campo Resolution. Ora, ritagliate la foto come preferite - non preoccupatevi se per avere una composizione bilanciata dovete "sforare" dai bordi includendo anche dello spazio vuoto: lo riempirete nel prossimo passo. Una volta che avete ritagliato l'immagine con la composizione perfetta, dovete riempire lo spazio vuoto che avete incluso; ci sono varie tecniche, potete utilizzare il Clone, Il Paintbrush o entrambi. In genere, io preferisco lo strumento Paintbrush, perchè rende più facile evitare gli artefatti come le forme ripetute tipiche del Clone. Con lo strumento Eyedropper, seleziono lo stesso colore dello sfondo, per creare una transizione graduale, dall'aspetto naturale. A questo punto, non bisogna far altro che dipingere sulle aree vuote; se lo sfondo ha diverse sfumature di colore, dovete cambiare più volte il colore del pennello per "proseguire" la sfumatura dello sfondo (utilizzate lo strumento Eyedropper per cambiare il colore del pennello, selezionando lo stesso colore dello sfondo).

Nell'immagine originale, c'era troppo poco spazio in fronte e sopra il soggetto. E' facile aggiungere un pò di spazio, quando si ha uno sfondo uniforme: con più cielo in fronte, nella seconda versione, la composizione appare molto più bilanciata.

Ricordatevi che non dovete mai dipingere o clonare direttamente sulla foto; prima di "ricostruire" lo spazio in fronte, dovete creare un nuovo layer, quindi potete dipinge in questo layer in modo che, se sbagliate qualcosa, potete sempre tornare all'immagine originale cancellando il layer o parte di esso. Quando avete finito, selezionate e deselezionate la visibilità del layer, per controllare l'effetto: quando siete soddisfatti dai risultati, potete unire i due layer.

Se lo sfondo non è uniforme e ben sfocato, si è costretti a utilizzare lo strumento Clone; dà risulati soddisfacenti per piccole aree, mentre è difficile riempire vaste aree col cloning. Quando aggiungete un pò di spazio col Clone, vi consiglio di utilizzare un pennello soffice e ampio, e di fare molta attenzione alle forme ripetute. Se necessario, potete migliorare i risultati con un pennello semi-trasparente, per ottenere uno sfondo più uniforme, come descritto nel prossimo paragrafo.

Migliorare lo sfondo

Uno sfondo pulito e uniforme è l'ideale per far risaltare il soggetto. Quando necessario, potete migliorare lo sfondo per creare più separazione dal soggetto e per eliminare fastidiose zone troppo scure o troppo chiare. Io non utilizzo mai il Gaussian Blur, perchè tende

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a dare risultati dall'aspetto poco naturale; invece, una buona elaborazione con lo strumento Paintbrush permette di migliorare notevolmente lo sfondo mantenendo un'aspetto naturale, se non si esagera.

Immagine originale Stadio intermedio dell'elaborazione L'immagine finale

La tecnica che utilizzo è abbastanza semplice da comprendere, anche se serve un pò di pazienza per metterla in pratica, in particolare se il soggetto ha un contorno molto irregolare. Creo un nuovo layer, che chiamerò "ritocco sfondo", dove applico l'elaborazione prima di trasferirla sull'immagine finale. In seguito, seleziono il Paintbrush con un pennello molto ampio (da 300 a 1000 pixel, a seconda dell'immagine); imposto la durezza su 0% e opacity su un valore tra 20 e 40%. Con lo strumento Eyedropper, seleziono dallo sfondo il colore che voglio utilizzare, e quindi clicco sulle zone meno piacevoli dello sfondo. Nell'esempio qui sopra, ho selezionato lo stesso colore verde delle ampie zone di vegetazione sfocata nello sfondo, e ho "dipinto" sopra le zone scure e sopra le aree marroncine. In genere, le aree su cui dipingete non devono sparire, bisogna limitarsi a renderle più uniformi, ma non trasformarle in colore puro, altrimenti appaiono artificiose. E' essenziale utilizzare un pennello molto ampio e soffice: non dovete seguire i bordi del soggetto, e non preoccupatevi se dipingete anche sopra di esso.

Quando siete soddisfatti dai risultati, applicate una maschera Reveal All (Layer > Layer Mask > Reveal All). Selezionate un pennello duro di piccole dimensioni, impostate il colore su nero e opacity 100%, quindi dipingete sulle aree del soggetto che sono state "colorate" come effetto collaterale dell'elaborazione precedente. In questo esempio, l'airone ha chiaramente una dominante verde creata dal Paintbrush: è necessario eliminare il colore dal soggetto, lasciandolo solo sullo sfondo. Utilizzanto un pennello nero sulla maschera Reveal All, si possono cancellare le aree di colore sopra il soggetto. Dipingete sul soggetto fino a rimuovere completamente la dominante di colore; fate molta attenzione ai bordi, per ottenere un risultato naturale dovete essere molto precisi (in alcuni casi, è necessario lavorare a un'ingrandimento del 300% con un pennello di soli 3-4 pixel). In genere, servono da cinque a quindici minuti per fare un lavoro preciso, a seconda della forma del soggetto. Se il soggetto ha una forma estremamente complessa, con moltissimo dettaglio fine, solitamente evito questa tecnica di miglioramento dello sfondo; mi piace elaborare le mie foto ma non voglio impazzire per ore su una singola immagine ;-)

Infatti, se vi chiedete perchè acquistare un obiettivo da 8000 euro quando si possono ottenere sfondi piacevoli con Photoshop, la risposta è semplice....è molto, molto più facile creare uno sfondo piacevole sul campo, utilizzando un obiettivo molto lungo e diaframmi aperti, che creare lo sfondo con Photoshop ;-) Ma anche con un 600 f/4, in qualche caso lo sfondo non è così uniforme come mi piacerebbe, così quando necessario utilizzo questa tecnica per migliorare la foto.

Quando avete finito di rimuovere la dominante dal soggetto, selezionate e deselezionate la visibilità del layer, per controllare i risultati: se l'effetto è troppo artificiale, riducete l'opacita del layer "ritocco sfondo" finchè l'immagine appare naturale. Questa è una tecnica molto potente, ma è essenziale essere molto attenti e precisi; se esagerate la foto appare chiaramente ritoccata. E' possibile rendere uno sfondo già abbastanza sfocato ancora più uniforme, mentre questa tecnica non permette di sfocare uno sfondo nitido.

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RAW : il Negativo Digitale

Il RAW è l'unico formato di file che permette di sfruttare pienamente il potenziale della fotocamera; è una sorta di "negativo digitale", dato che fornisce un'immagine non elaborata che deve essere ottimizzata con un programma di elaborazione prima di essere stampata o pubblicata su internet.

Le Caratteristiche del RAW

Un nome, molti formati : attualmente, ci sono più di venti formati RAW, dato che ogni casa produttrice usa un formato RAW proprietario: per esempio, il RAW della Canon è .crw, il RAW Nikon è .nef, il RAW Olympus è .orf, ecc. Il 24 Settembre 2004 Adobe ha annunciato il DNG, un formato RAW "aperto" che potrebbe diventare lo standard nei prossimi anni. Al giorno d'oggi, ci sono tre case produttrici che usano il DNG come RAW: Leica, Ricoh e Hasselblad.

File non elaborati : i file RAW sono quasi completamente non elaborati; potete cambiare i tutti i parametri della fotocamera (contrasto, nitidezza, spazio colore, bilanciamento del bianco, ecc.) quando aprite il file con il vostro programma di elaborazione. Questo è uno dei grandi vantaggi del RAW: per esempio, se applicate accidentalmente uno sharpening esagerato con la fotocamera, è possibile correggerlo. Col JPEG, invece, non c'è nessun modo per correggere un eccessivo sharpening applicato in-camera o altri errori.

Dimensioni dei file : i file RAW sono più pesanti dei JPEG, ma attualmente ci sono schede di memoria economiche e di grande capacità.

Ampia profondità di bit : il formato RAW di solito ha 12 bit, e in alcuni casi anche 16 (il JPEG, invece, ha 8 bit). La profondità di bit è un importante attributo di ogni formato d'immagine; definisce quanti bit vengono usati per create un colore, e quindi quante tonalità di colore possono essere rappresentate. I bit sono le unità basilari dell'intero mondo digitale. Un computer può comprendere solo due valori : 0 (spento) e 1 (acceso); un bit è proprio questo : uno 0 o un 1. Per ottenere più valori è necessario combinare più di un bit (nota: una combinazione di bit è detta byte). Con due bit si hanno quattro (2²) valori : [0,0]; [0,1]; [1,0]; [1,1]. Tre bit corrispondono a 2³ -> 8 valori, 4 bit ->16 valori,ecc. Una profondità di bit comunemente usata è 8 bit, che ha 256 valori (per esempio, il JPEG è un formato ad 8 bit). Altre profondità di bit utilizzate in fotocamere e scanner sono 12 bit (4096 valori) e 16 bit (65536 valori). Questi valori si riferiscono ad un solo canale di colore: se prendete in considerazione tutti i tre canali (rosso, verde e blu), avete 16,8 milioni di tonalità con un'immagine a 8 bit, mentre un'immagine a 16 bit ha 281474,9 miliardi di tonalità! L'ovvio vantaggio di un'alta profondità di bit è che rende possibile rappresentare tonalità di colore molto più fini, e fare correzioni più precise durante l'elaborazione. Inoltre, è necessaria un'ampia profondità di bit per registrare l'intera gamma dinamica che la fotocamera è in grado di riprendere. I ritagli seguenti mostrano un esempio pratico dei vantaggi di un'ampia profondità di bit.

A B C

L'immagine A è un ritaglio preso da una foto molto sottoesposta (questo è un esempio "estremo", la foto era sottoesposta di oltre 5 stop!).

L'immagine B è lo stesso ritaglio, preso da un'immagine JPEG (8 bit) e schiarito usando i Levels per mostrare un pò di dettaglio. I colori sono inaccurati, e l'area più bassa del fotogramma ha degli artefatti molto evidente.

L'immagine C è il ritaglio preso dall'immagine RAW (12 bit) e schiarito per mostrare il dettaglio. Grazie al maggior numero di tonalità presenti nel file RAW, c'è molto più dettaglio e i colori sono accettabili.

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Quando Usare il RAW

Se fate fotografia naturalistica, dovreste usare il RAW come formato della fotocamera. Il JPEG è ottimo per l'uso su internet, ma non dà la stessa qualità del RAW. I fotografi di sport e i foto-giornalisti possono rinunciare a un pò di qualità in cambio del workflow più veloce dato dai JPEG, ma per i fotografi naturastiti non c'è nessun buon motivo per usare il JPEG in-camera.

Il workflow per il RAW non è così complicato come si potrebbe pensare. E' sufficiente aprire il RAW con un convertitore RAW; io consiglio ACR (Adobe Camera RAW). Non usate i valori "Default", cioè quelli suggeriti dal programma! Impostate tutti i controlli su valori medi, con alcune eccezioni: se la foto è molto sottoesposta o sovraesposta, usate il controllo Exposure per dare la giusta luminosità alla foto. Impostate sempre i controlli "Sharpness" e "Noise Reduction", contenuti nella tabella "Detail", su 0. Infine, aprite la foto in modalità 16 bit / Adobe RGB.

Quando avete aperto l'immagine a 16 bit, potete elaborarla come preferite (se volete imparare le migliori tecniche per migliorare le vostre immagini con Photoshop, vi consiglio di leggere con attenzione la sezione "Elaborazione"). Quando avete finito, salvate la foto come TIFF.

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Preparare Una Foto Per Il Web

Pubblicare le foto sul web è il modo migliore per condividere esperienze e imparare dagli altri fotografi, ed è un'ottimo modo per pubblicizzare il vostro lavoro. Per creare una presentazione web efficace, bisogne seguire alcuni passi fondamentali per ridimensionare l'immagine, applicare lo sharpening e salvare come JPEG.

Ridimensionare e applicare lo sharpening

La prima cosa da fare è ridimensionare il file a piena risoluzione da 8/12/20 megapixel al "formato web". La foto a piena risoluzione è decisamente troppo grande per essere pubblicata sul web; in genere io ridimensiono le foto a 720 pixel sul lato più lungo: questo formato è una buona combinazione tra qualità e dimensioni del file. Per ridimensionare la foto, cliccate su: Image > Image Size. Assicuratevi di selezionare i box "Constrain Proportions" e "Resample image"; impostate il box Resample su "Bicubic" (l'algoritmo di ridimensionamento più avanzato).

Inoltre, ricordatevi di convertire l'immagine a 8 bit e allo spazio colore sRGB, se non l'avete già fatto (è impossibile pubblicare sul web un'immagine a 16 bit e, anche se si può pubblicare una foto con spazio colore Adobe RGB, questa apparirà molto piatta e desaturata).

Il ridimensionamento e lo sharpening sono strettamente collegati, dato che ogni volta che si modificano le dimensioni si rende la foto leggermente più soffice, e bisogna applicare losharpening per migliorare l'aspetto del dettaglio. Invece di ridimensionare direttamente l'immagine a 720px, io utilizzo una tecnica in due passi e la Layer Mask per ottenere i risultati migliori. Per cominciare, ridimensiono la foto a 1200 pixel sul lato più lungo e applico una o più volte un semplice sharpening con Filter > Sharpen > Sharpen. La foto mostrerà uno sharpening eccessivo: non preoccupatevi, questo è solo un passo intermedio, l'eccesso di sharpening non apparirà nell'immagine finale. Se la foto ha vaste zone sfocate, faccio una copia del layer background su un secondo layer (cliccate col destro sull'icona del layer Background e selezionate Duplicate Layer dal menu a comparsa) e applico lo sharpening sulla copia.

Infine, ridimensiono l'immagine alle dimensioni finali (720 pixel sul lato più lungo) e applico il più sofisticato Smart Sharpen.

Smart Sharpen (e Layer Mask) per foto formato web

Lo Smart Sharpen, introdotto con Photoshop CS2, è uno degli algoritmi di sharpening più efficaci attualmente disponibili. Lo SS utilizza un algoritmo molto più avanzato della vecchia Unsharp Mask; la differenza pratica è che le immagini elaborate con lo Smart Sharpen hanno un aspetto più nitido ed hanno meno artefatti. Dopo aver ridimensionato la foto a 720px, seleziono lo SS dal menu Filter > Sharpen > Smart Sharpen.

Io utilizzo l'interfaccia Basic: è facile, veloce e ha tutti i controlli che mi servono. Prima di tutto, bisogna impostare il box "Remove" su "Lens Blur" (il valore di default è "Gaussian Blur", che funziona come la meno sofisticata Unsharp Mask). Inoltre, è importante selezionare il box "More Accurate" per i migliori risultati.

Per ottenere il meglio, è importante impostate Amount e Radius sui valori giusti. A seconda dell'immagine, io uso un Radius di 0.1 o 0.2 pixel, e un Amount compreso tra il 30% e 120%.

Questi valori sembrano molto bassi, ma funzionano benissimo per le immagini che sono state ridimensionate in due passi come descritto nei paragrafi precedenti. Detto questo, molto spesso è necessario applicare lo sharpening con la Layer mask, per evitare gli artefatti. Nelle foto paesaggistiche, è facile avere degli aloni di sharpening attorno ai bordi. Per evitare gli aloni, dopo aver ridimensionato la foto a 720 pixel, faccio una copia del layer e applico lo Smart Sharpen sulla copia, quindi, usando la Layer Mask, applico lo sharpening all'intera immagine, ad eccezione dei bordi e delle aree più contrastate.

Nelle foto di fauna, flora e macro, ci sono spesso aree sfocate. Se applicate lo sharpening all'intera immagini, è facile rendere troppo visibile il rumore, in particolare utilizzando tecniche di sharpening molto efficaci come quella qui descritta. In questi casi, faccio una copia del layer background come primo passo (dopo aver ridimensionato a 1200 px, ma prima di applicare la funzione Sharpen). Utilizzo la Layer Mask per applicare lo sharpening solo sul soggetto, senza aumentare il rumore nello sfondo.

http://www.juzaphoto.com/it/articoli/jpeg-pubblicare_foto_web.htm (1 di 3) [05/01/2008 16.40.09]

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Prima e dopo: è impressionante vedere quanto si può migliorare la foto con una buona tecnica di sharpening

In alcune foto scattate alle alte sensibilità (400 o 800), applico anche un pò di riduzione del rumore sullo sfondo, anche per le foto formato web: il ridimensionamento elimina la maggior parte del rumore, e utilizzando un'ulteriore riduzione del rumore si ottengono sfondi perfettamente puliti a qualsiasi sensibilità. Ovviamente, bisogna usare la Layer Mask per applicare lo sharpening sul soggetto e la riduzione del rumore sullo sfondo.

Questa tecnica richiede un pò di tempo, e serve un pò di esperienza per ottenere buoni risultati (è facile sbagliare e applicare uno sharpening eccessivo). Se volete minimizzare il lavoro con Photoshop, ridimensionate la foto direttamente a 720px e applicate lo Smart Sharpen con Radius 0.2 pixel e Amount 80% (i risultati sono abbastanza buoni, anche se non così buoni come quelli che si ottengono con tecniche più avanzate). Per quanto mi riguarda, preferisco passare un pò più tempo con PS per ottenere i risultati migliori.

Aggiungere la firma

Non è essenziale applicare una firma o copyright alle foto: tutte le vostre foto sono protette da copyright per legge, anche senza la firma o il logo. Detto questo, mi piace aggiungere una piccola scritta di copyright e il nome del sito alle foto: è molto semplice e serve come "pro-memoria" della proprietà dell'immagine. Il testo deve essere facilmente leggibile (uso un carattere bianco per sfondi scuri e carattere nero per sfondi chiari), ma non deve distrarre dalla foto; vi consiglio di usare caratteri piccoli e mettere il testo in un angolo.

A mio parere, non ha senso pubblicare le foto sul web con grandi watermark o con testo di grandi dimensioni davanti alla foto: è praticamente impossibile apprezzare l'immagine. Se siete così preoccipati che qualcuno rubi le vostre foto, non pubblicatele sul web. Per quanto mi riguarda, i guadagni che ho avuto grazie alla buona presentazione web sono molto maggiori delle perdite dovute a utilizzo non autorizzato delle mie foto.

Salvare per il web: il formato JPEG

L'ultimo passo per pubblicare la foto sul web è salvarla come JPEG. Il JPEG è sicuramente il più popolare formato d'immagine per il web: permette di comprimere le immagini molto efficacemente ed è ampiamente compatibile; tutti i programmi per l'elaborazione delle immagini, i browser e molti altri programmi sono in grado di mostrare immagini JPEG.

Il JPEG ( Joint Photographic Experts Group ) è un algoritmo di compressione dell'immagine usato da vari formati di file; attualmente il formato JPEG più popolare è JPG (.jpg). L'occhio umano non è in grado di percepire con precisione piccoli cambiamenti di colore, così la compressione JPEG analizza l'immagine e sacrifica parte dell'informazione per ridurre le dimensioni del file (un'immagine JPG può essere 10-20 volte più piccola della sue equivalente non compressa, mantenendo una buona qualità).

Il grado di compressione può essere impostato dall'utente; se si usa una forte compressione si avranno dimensioni file molto ridotte ma bassa qualità d'immagine, e viceversa. Ricordatevi che il JPEG è un algoritmo di

http://www.juzaphoto.com/it/articoli/jpeg-pubblicare_foto_web.htm (2 di 3) [05/01/2008 16.40.09]

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compressione con perdita; in altre parole, quando salvate il file eliminate alcune informazioni per ottenere una minore dimensione file. Bisogna evitare di lavorare due o più volte su un'immagine JPEG, perché ogni volta che si salva come JPEG gli artefatti di compressione si accumulano. Se avete in previsione di modificare ancora la foto prima di pubblicarla sul web, salvatela come TIFF.

Per salvare l'immagine per il web, selezionate File > Save For Web. Salvare un'immagine come JPG richiede un pò di esperienza; molti fotografi usano un valore di compressione sbagliato, che risulta in file inutilmente pesanti o in immagini eccessivamente compresse che mostrano artefatti molto evidenti. Nella finestra "Save For Web" assicuratevi di selezionare JPEG come formato di file (il formato di default è GIF), e scegliete un valore di qualità tra 60 e 80: in genere, questi valori danno i risultati migliori. Nella finestra di anteprima, potete vedere gli effetti della compressione JPEG sull'immagine. Le dimensioni del file dipendono dal dettaglio dell'immagine (foto molto dettagliate sono più "pesanti" di foto con zone sfocate) e dal valore di compressione. Vi consiglio di scegliere una compressione che dà dimensioni attorno ai 100-120 kb; in ogni caso il file non deve mai essere più grande di 200 kb, altrimenti la foto impiega troppo tempo per essere caricata (ricordatevi che non tutti hanno una connessione internet veloce!).

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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www.juzaphoto.com > Articoli > Fotografia Naturalistica > Dal TIFF Alla Stampa

Dal TIFF Alla Stampa

La stampa non è lo scopo finale di tutte le foto; tuttavia, è facile lasciarsi affascinare dal desiderio di vedere le vostre migliori foto su carta, per apprezzarne al meglio il dettaglio e i colori. Ovviamente, è anche una question soggettiva - conosco fotografi che fanno centinaia di stampe ogni mese, e altri che non stampano mai le loro foto. Lo scopo di questo articolo e descrivere in modo conciso e facilmente comprensibile le varie fasi del processo di stampa, che permettono di ottenere una stampa eccellente dai vostri files digitali.

Come già saprete, salvo tutte le mie foto elaborate come TIFF non compresso, a 16bit, spazio colore Adobe RGB. Non applico mai sharpening durante l'elaborazione, e sono molto conservativo anche con la riduzione rumore. Quando decido di stampare una foto, applico una certa quantità di sharpening e riduzione rumore in base alle dimensioni di stampa.

Se la foto è stata scattata a ISO 100 o 200, solitamente non serve alcuna riduzione rumore; per foto scattate a ISO 400 o superiore, applico un pò di riduzione rumore sulle aree sfocate (maggiori informazioni nell'articolo La riduzione del rumore). Se la foto è stata scattata a ISO 800 o superiore applico una leggera riduzione rumore su tutta la foto, oltre a una decisa riduzione rumore sulle aree sfocate.

Lo sharpening per la stampa è abbastanza facile. Io utilizzo sempre lo strumento "Smart Sharpen" di Photoshop CS3 - a mio parere è lo strumento di sharpening più sofisticato attualmente disponibile, sia per foto a piene dimensioni che per foto formato web. A seconda della foto, imposto Amount tra 120 e 150%, e raggio tra 0.3 e 0.7 (i valori che uso più spesso sono Amount 150% e Radius 0.4). Se la foto è stata scattata ad alte sensibilità, solitamente applico una minima quantità di sharpening, per evitare di rendere troppo marcato il rumore, mentre per le foto scattate a basse sensibilità è possibile applicare più sharpening. Ricordatevi che quando applicate lo sharpening dovete sempre osservare la foto a ingrandimento 100%, e non dovete eccedere con lo sharpening, altrimenti creerete aloni e altri artefatti.

Il terzo passo è convertire la foto in 8 bit e spazio colore sRGB - la maggior parte delle stampanti non è in grado di stampare in Adobe RGB e 16 bit, quindi dovete convertire le foto prima della stampa, altrimenti avrete colori sbiaditi (a meno che la stampante non riconosca lo spazio Adobe RGB e lo converta automaticamente in sRGB).

http://www.juzaphoto.com/it/articoli/dal_tiff_alla_stampa.htm (1 di 3) [05/01/2008 16.40.32]

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Un'altra cosa che non dovete scordare è l'esatto rapporto tra i lati della carta che utilizzerete. Per esempio, una stampa A4 misura 210x297 millimetri - che corrisponde a un rapporto 2.83:2 invece del tradizionale 3:2. Così, se volete fare una stampa A4, dovete ritagliare la foto con un rapporto tra i lati 2.83:2 - selezionate lo strumento ritaglio, e impostate Larghezza su 210 e Altezza su 297, o viceversa; lasciate vuoto il campo "Resolution", dato che non bisogna modificare la risoluzione della foto in questo passo. Per altri formati, come il 10x15cm, non è necessario ritagliare la foto.

A questo punto, dovete scegliere in che dimensioni stampare la foto. La maggior parte delle stampanti di fascia media ed economica sono in grado di stampare fino al formato A4 (circa 20x30 centimetri), e alcune anche A3 (circa 30x45 centimetri). Ridimensionare la foto è necessario per adattarla al formato di stampa che avete scelto; a seconda delle dimensioni del file e delle dimensioni di stampa, dovrete o ingrandire o ridurre la foto. Per ridimensionare l'immagine, cliccate su Image>Image Size; assicuratevi che tutte e tre le caselle opzione siano selezionate, e impostate il combo box su "Bicubic". Impostate il box "Resolution" su 300 pixel/inch, se non è già impostato su questo valore; questa è la risoluzione standard della maggior parte delle stampanti fotografiche.

La foto introduttiva di questo articolo è un un'immagine di 3888x2592 pixels scattata con la mia 40D (10mp), che permette di fare una stampa 33x22 centimetri a 300dpi. Se volete, per esempio, fare una stampa 12x18, impostate Width su 12 cm, Height su 18 cm e cliccate su "OK" - la foto sarà ridimensionata alla risoluzione desiderata. In questo caso, la foto è stata ridotta;

in alcuni case se le dimensioni vengono ridotte notevolmente è necessario applicare per la seconda volta un leggero sharpening, per migliorare il dettaglio.

Che cosa succede se volete fare una stampe più grande di 33x22 centimetri, le dimensioni massime consentite dalla risoluzione nativa della reflex che abbiamo preso a esempio? Semplice - seguite lo stesso procedimento con Image>Image Size, e inserite le dimensioni desiderate nei campi Width e Height. Per esempio, se volete fare una stampa 20x45cm, la foto sarà ridimensionata a 5315x3543 pixel - in questo caso, avete ingrandito la foto. Non preoccupatevi se la foto appare soffice all'ingrandimento 100% - in stampa sarà molto più nitida! L'ingrandimento, ottenuto tramite interpolazione, non aggiunge nessun dettaglio alla foto, ma permette di fare stampe più grandi senza artefatti.

Il processo di stampa

Una volta che il vostro file è pronto per essere stampato, dovete completare gli ultimi passi con Photoshop e col software della stampante. Ruotate la foto nello stesso orientamento della carta - solitamente questa viene inserita in verticale, quindi se la vostra foto è in orizzontale la dovete ruotare di 90 gradi per la stampa (Image>Rotate Canvas>90 CW).

Cliccate su File>Print per aprire la finestra di stampa, e quindi cliccate su "Page Setup" per aprire la finestra con le impostazioni della stampante. Questa finestra varia a seconda del modello di stampante; ma le impostazioni di base sono sempre le stesse: selezionate come supporto la carta fotografica professionale e impostate la qualità di stampa sul valore più alto. Selezionate "stampa senza bordo" e, se necessario, una moderata quantità di estensione, per evitare di avere un bordo bianco di 2-3 millimetri.

E' tutto! :-) Se avete elaborato bene la vostra foto e se il vostro La stampante Canon IP 8500

schermo è calibrato correttamente, avrete una stampa nitida e brillante, che riproduce fedelmente l'immagine che vedete a schermo.

Calibrazione e carta fotografica

Talvolta, i colori e la luminosità della stampa sono molto diversi dai colori che si vedono sullo schermo. Ci possono essere due motivi: o avete uno di scarsa qualità, o uno schermo di buona qualità ma calibrato in modo errato. Alcuni LCD economico sono praticamente inutilizzabili per l'elaborazione delle foto, perchè hanno un angolo visuale molto ristretto - basta spostarsi di pochi centimetri per vedere colori e contrasto completamente differenti. Inoltre, la maggior parte dei portatili non ha schermi di "qualità fotografica"; se volete risultati affidabili, vi consiglio di prendere almeno uno schermo di fascia media, come l'Eizo S1931 (che costa circa 450 euro).

Anche se avete un buono schermo, a volte quello che vedete può essere diverso dalla stampa: in questo caso, è necessario calibrare lo schermo, cioè regolare la temperatura di colore e la luminosità. Potete fare una calibrazione estremamente precisa con strumenti come il Pantone Huey o il professionale ColorVision Spyder, oppure in alternativa potete semplicemente confrontare una stampa con l'immagine sul vostro schermo, e regolare i colori e la luminosità finchè l'immagine a schermo coincide con la stampa.

Quale carta fotografica? Solitamente, è consigliabile utilizzare inchiostri e carta prodotti dalla stessa marca della stampante - io ho una Canon IP8500 quindi uso carta Canon. Ci sono principalmente due tipi di carta fotografica: lucida e opaca; in genere io preferisco quella lucida, perchè da colori più vividi e un nero più puro. Inoltre, la carta fotografica è classificata in base al peso; le carte di migliore qualità pesano 220-240 g/m2 o più. La seguente tabella confronta le varie carte prodotte da Canon.

Carta Peso Dimensioni Superfice Lucidità

Photo Paper Pro 245 g/m2 A3+, A3, A4, 10x15 Massima lucidità 5/5

Photo Paper Plus Glossy 270 g/m2 A3+, A3, A4, 13x18, 10x15 Alta lucidità 4.5/5

Photo Paper Plus Semi-gloss 260 g/m2 A3, A4, 10x15 Abbastanza lucida 2/5

Glossy Photo Paper 190 g/m2 A3+, A3, A4, 10x15 Lucida 3/5

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Matte Photo Paper 170 g/m2 A3, A4 Opaca 0/5

Io utilizzo la Photo Paper Pro o la Photo Paper Plus Glossy, leggermente meno costosa, per la maggior parte delle mie stampe; queste carte sono abbastanza costose, ma dato che stampo poco non è un grande problema. Se non ricercate il top assoluto della qualità d'immagine e stampate molto, invece, vi consiglio la Glossy Photo Paper - non è così buona come la Photo Paper Pro, ma la differenza non è immensa, e il prezzo è molto inferiore.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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Selezionare, Organizzare e Catalogare le Foto

Se siete seriamente interessari alla fotografia, vi ritrovereste presto con centinaia o migliaia di scatti, e ordinarle e catalogarle diventa una necessità. Ci sono vari buoni sistemi per organizzare le vostre immagini e bisogna scegliere quello che si adatta meglio al vostro modo di lavorare. Una strategia di catalogazione semplice e razionale può veramente migliorare il vostro lavoro, evitando perdite di tempo ed energia; per quanto mi riguarda, preferisco evitare programmi di catalogazione, e invece utilizzo un semplice sistema di etichettatura e cartelle.

Il primo passo è fare una selezione delle foto che avete scattato durante la giornata. Spesso torno a casa con centinaia di foto: dopo averle scaricate dalla CF al computer (utilizzando un lettore di schede, non utilizzo mai il cavo USB collegato alla reflex), esamino le foto con Adobe Bridge 2.0. Bridge è un'ottimo file browser fornito con Photoshop; l'ultima versione ha diverse funzionalità molto utili, in particolare uno strumento "lente d'ingrandimento" che permette di controllare il dettaglio di una foto a ingrandimento 100%, senza aprire il file.

Cancello immediatamente le foto che sono chiaramente inutilizzabili (soggetto sfocato, foto mosse, e altre foto che non possono essere recuperate), e faccio una selezione tra le foto simili: spesso faccio molti scatti dello stesso soggetto, per poi selezionare il migliore quando esamino le foto al computer, invece di fare un solo scatto sul campo. Dopo la prima "scrematura", faccio una seconda selezione, per eliminare le foto "così così" o quelle troppo simili a immagini che ho già: questa volta, tuttavia, non cancello le foto, ma le sposto in una cartella "RAW_files", dove archivio i RAW delle foto che non mi piacciono molto, ma che non voglio buttare. E' probabile che non riguarderò più le foto archiviate in questa cartella, ma sapere che non vengono cancellate per sempre aiuta molto a fare una selezione più "decisa", senza essere troppo indulgente o legato emotivamente alle mie foto.

Quando ho selezionato le foto, le rinomino in base al mio sistema di etichettatura; utilizzo un codice a sei cifre molto semplice (es. "012685") e una volta che ho finito di rinominare le foto, annoto il numero dell'ultima immagine su un file di testo "promemoria", per evitare di duplicare i nomi la prossima volta che ho nuove foto. Con Adobe Bridge, è facile rinominare grandi quantità di file: selezionate tutti i file che volete rinominare, quindi cliccate sul menu Tools>Batch Rename. Consiglio sempre di rinominare le foto col vostro personale sistema di etichettatura, invece di affidarvi alla numerazione della fotocamera, che è tutto tranne che affidabile, sopratutto se si utilizza più di una reflex. (Ho la Canon 20D, ma spesso provo reflex di amici o dal CPS, quindi ho foto scattate con quasi tutte le reflex Canon e anche alcune Nikon).

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Adobe Bridge 2.0 è il mio file browser preferito. Lo utilizzo per selezionare, rinominare e ordinare le foto.

Elaboro le foto che ho selezionato e le salvo come TIFF, con lo stesso numero del file RAW corrispondente, ma con in aggiunta il nome del soggetto. Per esempio, se il file RAW è 002269.cr2", il file elaborato è "002269-aix_galericulata.tif"; ovviamente qui ho scritto aix_galericulata, ma il nome da mettere dipende dalla foto ed è il nome del soggetto.

L'ultimo passo è ordinare le foto nel sistema di cartelle. Ho cinque cartelle (Flora, Macro, Fauna, Paesaggi, Varie), e ogni cartella continene numerose sotto-cartelle. Il nome di ogni sotto-cartella è il nome scientifico del soggetto (per Flora, Macro e Fauna) o il nome del luogo o dell'evento (per Paesaggi e Varie). All'interno di ogni sotto-cartella, archivio sia il RAW non elaborato che le foto ritoccate, salvate come TIFF. Questo è un sistema molto semplice, ma anche molto efficace: per esempio, se voglio le foto dell'anatra mandarina devo solo navigare alla cartella Fauna e quindi alla sotto-cartella Aix_galericulata, che contiene i RAW e i TIFF.

Il Formato TIFF

Scatto sempre in formato RAW, ma salvo i file elaborati come TIFF sRGB 8 bit (ovviamente tengo sia il RAW che il TIFF elaborato). Il TIFF, a mio parere, è il miglior formato in cui archiviare i file di immagine; è un formato ampiamente compatibile e, quando salvate una foto come TIFF, non perdete nessuna informazione. Potete ri-aprire il file, modificarlo e salvarlo nuovamente come TIFF, senza nessun problema; le immagini JPEG, invece, accumulano artefatti ogni volta che vengono salvate. Dato che i file TIFF non sono compressi, sono molto pesanti: un'immagine da 8 megapixel crea un TIFF 8bit da 22 megabytes. Le grandi dimensioni lo rendono proibitivo per l'utilizzo su internet, ma non sono un problema per l'archiviazione su hard disk: un hard disk da 500 GB costa circa 200 euro e può immagazzinare migliaia di file TIFF.

E' possibile salvare i TIFF anche con ampia profondità di bit (16 bit) o includendo dei layer, se serve una maggior quantità di dati per l'elaborazione. D'altra parte, io preferisco salvare i TIFF come immagini piatte (senza layer) e in modalità 8 bit, dato che modifico raramente questi files: se voglio fare delle piccole correzione a una foto del mio archivio, anche un TIFF a 8 bit è sufficente, e se voglio fare ritocchi importanti rifaccio l'elaborazione da capo, partendo dal file RAW.

Backup e Archiviazione

I prezzi degli hard disk continuano a scendere sempre più (un hard disk da 500 GB, come il Seagate 500 GB USB 2.0 mostrato a destra, costa crica 200 euro), quindi lo spazio per immagazzinare i file non è un problema. Anche con una reflex ad alta risoluzione, potete salvare migliaia e migliaia di files in un singolo disco fisso. D'altra parte, c'è sempre il rischio che virus, problemi di software o hardware risultino in un disco corrotto: come proteggere le vostre preziose foto?

La soluzione migliore è fare due o più copie dei vostri file. Io ho due hard disk esterni che utilizzo per l'archiviazione - a mio parere, HD esterni sono una soluzione migliore rispetto a dischi interni, per questo utilizzo: li accendo solo quando ne ho bisogno (una volta alla settimana), mentre in genere rimangono spenti, riducendo il rischio di danni. In termini di affidabilità, gli hard disk non molto molto meglio o molto peggio di DVD o dischi Blu-Ray; sono buoni ma non eterni: l'unico modo per assicurare "l'eternità" dei vostri files è aggiornare il supporto di archiviazione ogni due-tre anni, o ogni volta che il vostro attuale supporto diventa obsoleto.

Non utilizzo nessun sistema automatico per fare copie di backup: ho l'archivio di tutti i miei files sull'hard disk principale del mio PC e, una volta alla settimana, accendo gli hard disk esterni, faccio una copia dell'archivio attuale su ogni disco e quindi cancello la copia della settimana precedente.

In questo modo, ho tre copie identiche del mio archivio su tre hard disk, quindi il rischio di perdere i file a causa di un disco danneggiato è praticamente nulla. Anche nel caso peggiore, se l'hark disk si rompesse appena prima di fare la copia, non perderei più che il lavoro di una settimana - ma questa è una possibilità molto remota, e per ridurre ulteriormente i rischi faccio alcune copie addizionali dopo viaggio importanti, quando ho molte nuove foto.

Volete Approfondire L'Argomento?

Se avete domande, dubbi o curiosità sull'argomento di questo articolo, potete aprire una discussione nel Forum JuzaPhoto.

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