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INFERMIERI DI ROMA E DELLA PROVINCIA AL VOTO - ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DEL COLLEGIO IPASVI venerdì, 24 febbraio 2012 @ 14:44 Inviato da: Admin Gli infermieri di Roma e della Provincia scelgono l’unità e la continuità confermando per un nuovo mandato il gruppo dirigente alla guida del Collegio IPASVI Provinciale, rinnovato con l’ingresso di cinque giovani consiglieri e revisori. Un chiaro segnale di apprezzamento per le capacità organizzative espresse dal gruppo uscente e un riconoscimento per le conquiste che hanno segnato lo scenario professionale negli ultimi anni, con il Collegio di Roma divenuto un importante punto di riferimento in campo nazionale ed europeo. Dalle elezioni per il rinnovo degli organi di rappresentanza professionale del 12, 13 e 14 febbraio scorsi è emersa una partecipazione degli iscritti davvero massiccia. Nonostante le difficoltà dovute ad un unico seggio autorizzato (allestito presso la sede del Collegio di Viale Giulio Cesare 78) e all’eccezionale ondata di maltempo che in quei giorni ha colpito la capitale, circa 3.600 infermieri hanno risposto alla chiamata delle urne. Tale affluenza ha prodotto il superamento dell’elevato quorum fissato dal regolamento per la validità della elezione e un’indicazione corale per la lista del gruppo dirigente uscente guidato dal presidente Gennaro Rocco, vicepresidente della Federazione Nazionale IPASVI e membro del board della Federazione Europea degli Infermieri (FEPI). In linea con l’indicazione degli iscritti, nella seduta del 23 febbraio 2012 il nuovo Consiglio ha proceduto all’insediamento del Direttivo e all’assegnazione delle cariche statutarie. Il nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 2012-2014 è così composto: Presidente: Gennaro Rocco Vicepresidente: Ausilia M. L. Pulimeno Segretario: Maria Grazia Proietti Tesoriere: Carlo Turci Consiglieri: Nicola Barbato, Simonetta Bartolucci, Angela Basile, Stefano Casciato, Girolamo De Andreis, Mario Esposito, Maurizio Fiorda, Natascia Mazzitelli, Jasmine Mirtini, Matilde Napolano, Marco Tosini. il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti e' cosi composto: Presidente: Gianfranco Del Ferraro Membri Effettivi: Stefano Di Carlo, Marinella Carnevale Membro Supplente: Chiara Agliata Dichiarazione del Presidente Gennaro Rocco “La sanità di Roma e del Lazio vive una fase di fortissima crisi. Le drammatiche carenze organizzative e strutturali acuiscono le criticità che ancora frenano la professione infermieristica nel riconoscimento di ruolo, trattamento economico e carriera. Saremo impegnati con ogni energia su tutti i fronti aperti, con un atteggiamento sempre propositivo ma fermo nella difesa dell’autonomia professionale e nel rapporto con le istituzioni. A queste chiediamo un deciso cambio di passo nell’affrontare gli annosi problemi che sviliscono il sistema sanitario e di riconoscere il nostro ruolo centrale e insostituibile nell’assistenza ai cittadini. Chiediamo con forza l’introduzione dei nuovi modelli organizzativi che da tempo il Collegio IPASVI di Roma propone e che si ponga urgentemente rimedio ai paurosi vuoti di organico che compromettono la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori. In linea con l’impostazione degli ultimi anni, il Collegio sarà impegnato a sviluppare al massimo il contatto diretto con gli iscritti e ad implementare l’intera rete dei servizi. Manterremo molto attiva la partecipazione alle attività scientifiche e alla ricerca infermieristica, nel segno dell’identità professionale che da anni costruiamo, valorizzando anche le carriere

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INFERMIERI DI ROMA E DELLA PROVINCIA AL VOTO - ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DEL COLLEGIO IPASVI

venerdì, 24 febbraio 2012 @ 14:44Inviato da: Admin

Gli infermieri di Roma e della Provincia scelgono l’unità e la continuità confermando per un nuovo mandato il gruppo dirigente alla guida del Collegio IPASVI Provinciale, rinnovato con l’ingresso di cinque giovani consiglieri e revisori. Un chiaro segnale di apprezzamento per le capacità organizzative espresse dal gruppo uscente e un riconoscimento per le conquiste che hanno segnato lo scenario professionale negli ultimi anni, con il Collegio di Roma divenuto un importante punto di riferimento in campo nazionale ed europeo.Dalle elezioni per il rinnovo degli organi di rappresentanza professionale del 12, 13 e 14 febbraio scorsi è emersa una partecipazione degli iscritti davvero massiccia. Nonostante le difficoltà dovute ad un unico seggio autorizzato (allestito presso la sede del Collegio di Viale Giulio Cesare78) e all’eccezionale ondata di maltempo che in quei giorni ha colpito la capitale,circa 3.600 infermieri hanno risposto alla chiamata delle urne. Tale affluenza ha prodotto il superamento dell’elevato quorum fissato dal regolamento per la validità della elezione e un’indicazione corale per la lista del gruppo dirigente uscente guidato dal presidente Gennaro Rocco, vicepresidente della Federazione Nazionale IPASVI e membro del board della Federazione Europea degli Infermieri (FEPI). In linea con l’indicazione degli iscritti, nella seduta del 23 febbraio 2012 il nuovo Consiglio ha proceduto all’insediamentodel Direttivo e all’assegnazione delle cariche statutarie.

Il nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 2012-2014 è così composto:

Presidente: Gennaro RoccoVicepresidente: Ausilia M. L. PulimenoSegretario: Maria Grazia ProiettiTesoriere: Carlo TurciConsiglieri: Nicola Barbato, Simonetta Bartolucci, Angela Basile, Stefano Casciato, Girolamo De Andreis, Mario Esposito, Maurizio Fiorda, Natascia Mazzitelli, Jasmine Mirtini, Matilde Napolano, Marco Tosini.

il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti e' cosi composto:

Presidente: Gianfranco Del Ferraro Membri Effettivi: Stefano Di Carlo, Marinella CarnevaleMembro Supplente: Chiara Agliata

Dichiarazione del Presidente Gennaro Rocco“La sanità di Roma e del Lazio vive una fase di fortissima crisi. Le drammatiche carenze organizzative e strutturali acuiscono le criticità che ancora frenano la professione infermieristica nel riconoscimento di ruolo, trattamento economico e carriera.Saremo impegnati con ogni energia su tutti i fronti aperti, con un atteggiamento sempre propositivo ma fermo nella difesa dell’autonomia professionale e nel rapporto con le istituzioni. A queste chiediamo un deciso cambio di passo nell’affrontare gli annosi problemi che sviliscono il sistema sanitario e di riconoscere il nostro ruolo centrale e insostituibile nell’assistenza ai cittadini. Chiediamo con forza l’introduzione dei nuovi modelli organizzativi che da tempo il Collegio IPASVI di Roma propone e che si ponga urgentemente rimedio ai paurosi vuoti di organico che compromettono la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori.In linea con l’impostazione degli ultimi anni, il Collegio sarà impegnato a sviluppare al massimo il contatto diretto con gliiscritti e ad implementare l’intera rete dei servizi. Manterremo molto attiva la partecipazione alle attività scientifiche e alla ricerca infermieristica, nel segno dell’identità professionale che da anni costruiamo, valorizzando anche le carriere

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cliniche oltre a quelle direttive e manageriali”.

Comunicato Stampa - Emergenza nei Pronto soccorso lunedì, 27 febbraio 2012 @ 21:42Inviato da: Admin

Ben vengano le ispezioni disposte dal Ministero della Salute nei Pronto soccorso di Roma e di tutto il Lazio. La verifica delle loro condizioni di operatività è certamente positiva, utile innanzi tutto all’interesse dei cittadini-utenti del Servizio Sanitario Regionale. E speriamo che, insieme ai disagi patiti dai pazienti, siano rilevate ufficialmente anche le incredibili condizioni di lavoro in cui è costretto ad operare il personale sanitario, in particolare chi, come gli infermieri, interagisce in prima linea con il pubblico. Nonostante la grande abnegazione e gli immensi sacrifici personali con cui gli operatori cercano di garantire quotidianamente un servizio essenziale come quello dei Pronto soccorso, la situazione in gran parte dei grandi ospedali della capitale, ma anche dei principali nosocomi delle province laziali, è ormai esplosiva.

Gli ultimi casi del San Camillo e dell’Umberto I, rilanciati con un certo accanimento dalla stampa e dalla tv in questi giorni, rischiano di rivelarsi la punta di un iceberg ben più consistente e pericoloso per la tenuta della stessa rete regionale di pronto soccorso e della sanità in generale. La crisi attuale dei Pronto soccorso e dell’intera rete ospedaliera romana e laziale ha radici lontane. Da anni gli organismi rappresentativi degli infermieri invocano un deciso cambio di rotta capace di decongestionare le strutture rendendole più efficienti e sicure, avanzando proposte concrete di riorganizzazione dei servizi sia in ambito ospedaliero sia extraospedaliero.

Ad oggi, però, nessun cambiamento di linea si è concretizzato né appare all’orizzonte.Continuare a ridurre il numero di infermieri bloccando il turnover, e quindi le nuove assunzioni, come pure aumentare a dismisura il ricorso al lavoro precario degli infermieri impiegando sempre più spesso servizi in appalto esterno, può produrre effetti devastanti sulla qualità dell’assistenza.Gli infermieri oggi impegnati nella rete dell’emergenza, nelle strutture ospedaliere e sanitarie in genere si sobbarcano turni di lavoro massacranti, costretti spesso a rimanere in servizio in mancanza del cambio. Solo grazie alla loro buona volontà i cittadini ricevono ancora un’assistenza qualificata e sicura. Oltre al blocco del turnover, il progressivo taglio dei posti letto senza l’attivazione di una rete alternativa di sanità territoriale che preveda la continuità dell’assistenza ingolfa gli ospedali e fa scadere drasticamente il livello delle cure.

Nonostante i reiterati impegni presi dagli organi politici regionali e nazionali, nulla si è fatto per sviluppare dei servizi territoriali in grado di ridurre sensibilmente l’ospedalizzazione e gli accessi inappropriati ai Prontosoccorso. Infatti, nonostante tante promesse e tanti impegni, non sono state ancora attivate le unità di degenza infermieristica, lapresenza dell’infermiere di famiglia o di prossimità, i presidi infermieristici in farmacia, tutti interventi che aumentano l’economicità, l’efficacia e l’efficienza dei servizi. Per quanto esposto, il Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio ribadisce il suo appello all’Amministrazione Regionale e alle Aziende Ospedaliere e Sanitarie del territorio affinché accolgano finalmente le indicazioni degli infermieri e disegnino al più presto un percorso di uscita dalla grave crisi che rischia di mettere definitivamente in ginocchio il

Servizio Sanitario Regionale.

Ci ha lasciati Rodolfo Cotichini venerdì, 06 aprile 2012 @ 12:21Inviato da: Admin

Piangiamo un collega che ha dato molto al Collegio e a tutti noi. Per tanti anni ha fatto parte del Consiglio Direttivo e ha ispirato e condiviso le nostre battaglie professionali sempre con grande capacità e impegno.

Ha servito il Collegio ricoprendo a lungo il difficile ruolo di Tesoriere, un esempio di onestà e rettitudine che la sua morte ci strappa oggi così dolorosamente.

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Per chi lo ha conosciuto e frequentato, Rodolfo non era solo un ottimo professionista innamorato del suo lavoro e della conoscenza.

In lui, al Collegio come sul posto di lavoro, i colleghi hanno sempre trovato una sponda di ascolto e comprensione, un aiuto fattivo, un confronto sincero e sempre propositivo. Ci mancheranno immensamente il suo sorriso bonario e la certezza di averlo accanto nelle scelte più difficili.

Il Collegio si stinge alla famiglia in un abbraccio fraterno, caldo come il ricordo indelebile del nostro Rodolfo che vivrà per sempre in noi e nelle nostre preghiere.

Una migliore distribuzione geografica degli infermieri liberi professionisti in Francia

venerdì, 13 aprile 2012 @ 00:31Inviato da: Admin

Gli infermieri francesi non possono più stabilirsi in aree densamente popolate, se non per rimpiazzare un altro infermiere che si ritira o che si trasferisce.

Le misure adottate congiuntamente dagli infermieri francesi liberi professioni e la Previdenza Sociale francese (CPAM), iniziare a dare i primi frutti: infatti, la loro distribuzione geografica inizia ad essere più equilibrata. Da una provincia all’altra, il numero di infermieri rispetto allo stesso numero di popolazione oscilla da 1 a 9. Questa rappresenta la disparità maggiore tra i professionisti della salute – la differenza oscilla tra 1 e 2 per i medici di base. Allo scopo di migliorare la situazione, nella primavera del 2009 sono state attuate due misure in parallelo: da una parte, il sostegno economico della CPAM per gli infermieri che accettavano di stabilirsi nelle aree “con poco personale”, dall’altra il non-rimborso dei servizi infermieristici da parte della Previdenza Sociale. In altre parole, è stato vietato agli infermieri di stabilirsi in aree “con troppo personale”, consentendo solo di rimpiazzare gli infermieri che vanno in pensione o che si trasferiscono.

Questa violazione della libertà di stabilirsi, ha portato ad un aumento del 33.5% degli infermieri presenti nelle aree con carenza di personale tra il 2008 e il 2011, rispetto ad un aumento del 15.6% della forza lavoro in tutta la Francia. In altre parole, 2.1 infermieri in più per ciascuna aree con carenza di personale. On contrario, le aree con eccesso di personale, hanno registrato una riduzione del 2.9% di infermieri. Sulla base di questi risultati, la CPAM e i sindacati degli infermieri hanno deciso di continuare la sperimentazione e di raddoppiare il numero delle aree. Adesso, il 30%

delle Province francesi sono classificate come aree carenti di personale o aree con personale in esubero.

Il Meeting HPCB sulla Direttiva delle Qualifiche Professionali martedì, 08 maggio 2012 @ 01:12Inviato da: Admin

Il 7 marzo 2012, l’HPCB (Professionisti Sanitari Attraverso le Frontiere) ha tenuto presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles una conferenza sulla Proposta di Direttiva per emendare la Direttiva 2005/36 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

L’evento è stato sponsorizzato dagli Europarlamentari Emma McClarkin (Conservatori Europei e Gruppo dei Riformisti, Regno Unito) e da Antonyia Parvanova (Gruppo dell’Alleanza dei Liberal-Democratici per l’Europa, Bulgaria) ed ha offerto l’occasione per gli Ordini delle professioni sanitarie di condividere le loro opinioni sugli aspetti chiave del testo relativo all’impatto sulla sicurezza del paziente.

I partecipanti hanno discusso sulla Proposta di Direttiva della Commissione Europea, sottolineando il bisogno di salvaguardare la sicurezza del paziente.

Sulla Tessera professionale, i partecipanti hanno espresso le loro perplessità sul livello dei dettagli contenuti nella

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proposta, sull’autorizzazione tacita, le nuove scadenze strette e se le tessere possano effettivamente consentire di semplificare il processo di riconoscimento.

I relatori hanno inoltre affrontato il problema dei requisiti linguistici, ritenendo che la Commissione Europea avrebbe potuto fare di più e che l’attuale articolo proposto avrebbe potuto beneficiare di maggiori chiarimenti, specialmente in merito al rafforzamento del ruolo delle autorità competenti.

C’è stato un appoggio unanime al meccanismo di vigilanza dell’IMI, tuttavia i partecipanti hanno richiesto chiarimenti in merito alla distinzione tra il suo uso per il riconoscimento automatico e i casi riguardanti il sistema generale.

Per quanto riguarda l’istruzione e la formazione dei professionisti della salute, sono stati condivisi una serie di opinioni. Tutti i presenti, hanno sottolineato l’esigenza di misurare la formazione sulla base degli esiti e delle competenze, piuttosto che sulla base degli anni.

Molti, europarlamentari dei Comitati del Mercato Interno, Tutela del Consumatore e Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza degli Alimenti hanno preso parte alla conferenza e hanno incoraggiato le parti interessate a fornire delle opinioni sulle proposte, affinché potessero essere prese in considerazione dal Parlamento Europeo. Secondo le nostre informazioni, un voto in sessione plenaria probabilmente avverrà non prima di febbraio 2013.

Tra i relatori, notiamo la presenza di Marc Seale, Direttore Generale, del Consiglio delle Professioni Sanitarie del Regno Unito, che ha parlato delle questioni riguardanti le Tessere Professionali, Caroline Spillane, Direttore Generale del Medical Council dell’Irlanda, che parlato delle questioni riguardanti i requisiti linguistici e Anne Herseth Barlo, Direttore dell’Autorità Norvegese dell’Albo delle Professioni Sanitarie, in merito alle questioni relative al meccanismo di allerta

dell’IMI.

Viene definitivamente adottata dal Parlamento francese la definizione di “Professione Liberale”

martedì, 08 maggio 2012 @ 01:15Inviato da: Admin

Dopo un lungo periodo di discussioni, la Francia ha ora una definizione ufficiale di “Professione Liberale” (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Francese del 23 marzo 2012). Grazie all’importante mobilitazione del 2010 attraverso il “Tour francese delle Professioni Liberali” e diversi altri eventi durante i quali il nostro membro, UNAPL, è riuscito a presentare il suo Libro Bianco su questo problema, il Governo francese ha riconosciuto il bisogno di appoggiare il nostro settore, indubbiamente uno dei più importanti in termini di lavoro e di crescita (800.000 professionisti ed 1 milione e mezzo di impiegati).

Il Consiglio Costituzionale del paese ha infatti confermato la definizione di “Professione Liberale” nella sezione 29 della Legge Warsmann. Prima di ciò, la professione veniva definita erroneamente con espressioni che riguardavano tutte le professioni che non rientrano nel settore del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dell’agricoltura. La nascita di nuove professioni, il cui numero continua a crescere, rende fortemente pregiudiziale questa situazione per un vasto numero di liberi professionisti.

La nuova definizione legale di “Professione Liberale” facilita le procedure amministrative per le cosiddette “attività creative”, l’iscrizione a fondi pensionistici e l’affiliazione alla RSI (Previdenza Sociale per i liberi professionisti). Queste procedure amministrative costituivano infatti una corsa ad ostacoli nella creazione delle piccole attività commerciali.La nuova definizione adottata (vedi sotto) è in linea con le aspettative dell’UNAPL, che furono promosse durante varie audizione organizzate dai decision-maker e anche grazie al lavoro della Commissione Nazionale delle Professioni Liberali(CNAPL).

Il termine Libera Professione definisce le persone che esercitano regolarmente, in piena autonomia e sotto la propria responsabilità, un’attività generica di natura civile che mira ad assicurare, nell’interesse del cliente o del cittadino, benefici principalmente di natura intellettuale, tecnica o sanitaria, conseguita attraverso qualifiche professionali appropriate e in accordo con i principi etici o professionali, senza pregiudizio verso le leggi nazionali applicabili ad altre forme di auto-impiego.”

Per ulteriori informazioni:

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Sito internet Legifrancehttp://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000025553296&dateTexte=&categorieLien=id

http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000025554174&dateTexte=&categorieLien=id

GLI INFERMIERI ROMANI PROTAGONISTI AL “SANIT 2012” giovedì, 14 giugno 2012 @ 14:20Inviato da: Admin

GRANDE PARTECIPAZIONE AGLI EVENTI FORMATIVI IPASVI MA CHI NON SEGNALA LA RINUNCIA DANNEGGIA GLI ALTRI

Grande partecipazione agli eventi formativi organizzati dal Collegio IPASVI di Roma al “Sanit 2012”, la più importante mostra-mercato nazionale dei servizi sanitari, che anche quest’anno vede la comunità infermieristica romana fra i protagonisti assoluti della manifestazione. Molto elevato anche il gradimento espresso dalle migliaia di infermieri che sin dalla giornata inaugurale affollano le sale per lo svolgimento dei workshop, alla presenza di numerose personalità della cultura e della ricerca infermieristica, docenti universitari e colleghi esperti nei diversi campi dell’assistenza.

La straordinaria risposta degli infermieri romani all’ormai tradizionale chiamata degli eventi Sanit causa qualche disguidoin riferimento ai posti disponibili nelle diverse sale dove hanno luogo i seminari. Ciò è imputabile alla quota piuttosto elevata di prenotazioni a cui non segue la partecipazione dei diretti interessati. In pratica, molti dei colleghi che effettuano la prenotazione on-line ma che poi non partecipano all’evento non segnalano al Collegio la loro rinuncia, tenendo così occupati posti che in realtà sono liberi. Per poter garantire la massima partecipazione dei colleghi a tutti gli eventi formativi, il Collegio deve a sua volta prevedere una quota di prenotazioni proporzionalmente superiore al numero dei posti disponibili. Accade talvolta che quasi tutti i prenotati si presentino all’evento e che dunque qualche collega possa rimanere in piedi.

Da qui la raccomandazione a tutti i colleghi di segnalare tempestivamente l’eventuale rinuncia alla partecipazione per consentire ad altri colleghi di beneficiare degli eventi messi a disposizione gratuitamente dal Collegio.Proprio la gratuità è la prerogativa di numerose iniziative organizzate dal Collegio IPASVI di Roma, che punta ad assicurare ai suoi iscritti un ventaglio sempre più ampio, capillare e qualificato di occasioni formative come l’intensa tre-giorni del “Sanit 2012”.

Per proseguire su questa strada serve la collaborazione di tutti. Aiutateci a fare bene l’interesse della nostra Professione.

Effetti sulla salute degli scanner della sicurezza con tecnologia a raggi X per il controllo dei passeggeri

sabato, 16 giugno 2012 @ 03:08Inviato da: Admin

Al Comitato Scientifico per Rischi Sanitari Emergenti e quelli Recentemente Identificati (SCENIHR) è stato chiesto di valutare i rischi legati all’uso degli scanner della sicurezza che usano radiazioni ionizzanti per il controllo dei passeggeri.

A causa della crescente preoccupazione di attacchi terroristici sugli aerei, sono state sviluppate nuove tecnologie per aumentare l’efficacia dei controlli di sicurezza dei passeggeri. Alcune di queste tecnologie usano radiazioni ionizzanti (raggi X). I pericoli legati alle radiazioni ionizzanti includono anche il ben noto rischio cancerogeno, nonché altri effetti sulla salute.

La tecnologia per il controlli di sicurezza dei passeggeri basata sui raggi X si affida a due tecnologie: radiazione di ritorno o trasmissione.

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• Nella tecnica a radiazione di ritorno, la radiazione viene riflessa dal soggetto e catturata per formare l’immagine del corpo mostrando qualsiasi oggetto nascosto indossato sul corpo.• La tecnica a trasmissione cattura i raggi X emessi da un apparecchio che passano attraverso il corpo del soggetto.

Qualsiasi oggetto nascosto fornisce una immagine attenuando la radiazione. Mentre la tecnica a radiazione di ritorno può rivelare solo oggetti sulla superficie del corpo, la tecnica a trasmissione inoltre mostra gli oggetti all’interno del corpo se questi contrastano sufficientemente con i fluidi o i tessuti corporei circostanti.

La dose effettiva, che prende in considerazione il tipo di radiazione e la sensibilità delle parti del corpo esposte, è il parametro migliore per valutare il rischio delle radiazioni ionizzanti per la salute.

Le dosi effettive per ogni passeggero scansionato è nel range di µSv per la tecnica a trasmissione e meno di 1 µSv per la tecnica a radiazione di ritorno.Le dosi per gli organi hanno generalmente lo stesso grado di magnitudine. Per le persone che per lavoro vengono scansionate tre volte al giorno, la scansione di sicurezza dovrebbe risultare in una dose incrementale di circa 300 µSv (0.3 mSv) all’anno per la tecnica a radiazione di ritorno e vicina ai 3 mSv all’anno per la tecnica a trasmissione (assumendo rispettivamente dosi di 0.4 e 4 µSv per ogni scansione).

Quest’ultima eccederebbe il dosaggio limite per il pubblico in generale e quindi violerebbe gli attuali standard sulla protezione dalle radiazioni per coloro che vengono scansionati più di frequente e perciò il gruppo a maggiore esposizione. Quella precedente resterebbe nel range considerato trascurabile dal Consiglio Nazionale degli Stati Uniti per la Protezione e la Misurazione della Radiazione (NCRP).

Gli effetti sulla salute a breve termine dovuti a danno tissutale possono non risultare dalle dosi erogate dagli scanner di sicurezza. Gli effetti di lungo termine delle radiazioni ionizzanti includono un aumento del rischio di cancro, considerato direttamente proporzionale alla dose ricevuta, senza un limite per la sicurezza. Tuttavia, prove dirette di una aumento del rischio di cancro negli esseri umani sono presenti ai livelli di dosaggio pari a 20-100 mSv.

Per dosaggi inferiori, la stima del rischio dipende dall’estrapolazione lineare, con una approssimazione ragionevole basata sia su osservazioni empiriche sia su deduzioni meccanicistiche.

Altri effetti sulla salute a causa delle radiazioni ionizzanti, come gli effetti ereditari, l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, nonché l’opacizzazione del cristallino dell’occhio, non vengono considerati pertinenti aquesta teoria, dato che non ci sono prove convincenti della loro comparsa a dosi così basse.

L’entità del potenziale rischio di cancro derivante dai dosaggi ricevuti dagli scanner della sicurezza non può essere stimata, ma molto probabilmente rimarrà così bassa che non potrà essere distinta dagli effetti di altre esposizioni, comprese sia quelle da radiazioni ionizzanti che quelle di altra origine (inclusa quella naturale) e il rischio generale dovuto ad altri fattori.Anche se il danno atteso per la salute probabilmente sarà molto vicino allo zero per ogni singola persona scansionata, lavalutazione dell’accettabilità dell’introduzione degli scanner di sicurezza che usano i raggi X per il controllo dei passeggeri dovrebbe inoltre considerare il possibile effetto a livello di popolazione.

Data la sostanziale incertezza relativa alla comparsa potenziale di danni per la salute, i rischi per gruppi speciali della popolazione non potevano essere adeguatamente valutati, sebbene sia stato notato che c’è un rischio più alto legato

all’esposizione in giovane età.

I Ministri della Salute degli Stati Membri dell’UE si scambiano i punti di vista sull’empowerment al paziente

sabato, 16 giugno 2012 @ 03:10Inviato da: Admin

I Ministri della Salute degli Stati Membri dell’Unione Europea si scambiano i punti di vista sull’empowerment (a concessione di maggiore potere) al paziente

L’innovazione come mezzo per affrontare la crisi finanziaria e le sfide demografiche, salvaguardando contemporaneamente la qualità dei sistemi sanitari in Europa: questo era il tema dell’incontro informale dei Ministri

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della Salute degli Stati Membri, tenutosi il 23 e 24 aprile a Horsens, Danimarca.I Ministri della Salute hanno discusso i problemi dell’empowerment del paziente e della lotta alle diseguaglianze in campo sanitario. Inoltre, si sono accordati sul fatto di usare il Comitato per la Sicurezza Sanitaria come piattaforma per la gestione della crisi nel settore dei dispositivi medici (una cooperazione informale e un organismo di coordinamento, che si focalizzi sulle minacce sanitarie legate ad atti terroristiche, pandemie ecc.).

D’ora in poi si ricorrerà al Comitato di Sicurezza Sanitaria nell’eventualità di una risposta rapida e risoluta dei ministri a questioni critiche.

I Ministri della Salute hanno richiamato l’importanza dell’innovazione nell’affrontare le attuali sfide sanitarie, dopo una visita all’ospedale regionale di Horsens.

Come proposto dalla Presidenza Danese dell’Unione Europea, i ministri hanno discusso in dettaglio le modalità per dare ai malati cronici la possibilità di continuare ad essere attivi e autonomi gestendo in modo proattivo la propria malattia. La maggior parte degli Stati Membri ha mostrato interesse a quest’idea per diversi motivi importanti (facilitando l’accesso geografico all’assistenza sanitaria, riducendo i costi, affrontando la carenza di professionisti della salute, ecc.).

A conclusione di questo incontro, il Ministro danese della Salute, Astrid Krag, ha detto: “sono molto felice di notare un’intesa comune tra i miei colleghi che l’empowerment del paziente non è semplicemente una questione di lasciare i pazienti in pace e nemmeno un intervento di taglio dei costi. Si tratta di trarre la massima qualità dai trattamenti e dalle

risorse che abbiamo”.

“Il lobbismo degli Ordini degli Infermieri maltesi contro il requisito dei 12 anni”

sabato, 16 giugno 2012 @ 03:15Inviato da: Admin

Lunedì 14 maggio 2012 “Malta Today”, il quotidiano più letto nella nazione isolana, ha pubblicato un articolo intitolato “l’Unione teme che imporre l’esame di stato che consente l’accesso all’università (denominata “A-level”) annienterà le richieste degli studenti che vorranno diventare infermieri”.L’articolo in questione riporta che l’attività di pressione politica condotta dall’Ordine degli Infermieri e delle Ostetriche di Malta (MUMN), per convincere il Ministro maltese dell’istruzione, Dolores Cristina, ad opporsi alle nuove regole che verranno discusse al Parlamento Europeo, perché afferma che esse avranno un impatto negativo sui corsi di diploma per infermiere presso l’Università di Malta.

L’Ordine degli Infermieri e delle Ostetriche di Malta vuole che il Ministro dell’istruzione si opponga alle norme europee che chiedono titoli più elevati per accedere agli studi infermieristici, ma il Ministro dell’istruzione e il Ministri della Salute dicono che questo è già stato fatto.

Il Presidente del MUMN, Paul Pace, ha affermato che la Direttiva 2005/36, che regola l’accesso dei giovani ai corsi infermieristici, potrebbe comportare l’innalzamento dello sbarramento formativo per la professione, in un momento in cui Malta ha invece bisogno di ampliare l’accesso delle persone alla professione infermieristica.

“Mentre altri governi dell’Unione Europea come Germania, Austria, Lussemburgo e Polonia si stanno opponendo fortemente alle proposte di cambiamento, il governo maltese non ha ancora nemmeno preso una posizione ufficiale per la salvaguardia dei pazienti maltesi”, ha detto Pace. “Come al solito, non arriva nessun feedback o cooperazione dal Ministro della Salute, Joe Cassar”.

Pace ha detto che la Direttiva 2005/36 potrebbe realisticamente impedire a chi termina la scuola dell’obbligo (che nel mondo anglosassone equivale al completamento della scuola media superiore all’età di 15-16 anni) di accedere alla formazione infermieristica, perché avranno bisogno di titoli formativi più elevati. Per l’accesso agli studi infermieristici, gli studenti avranno bisogno di 12 anni di istruzione scolastica generale, invece degli attuali 10, rendendo obbligatorio un esame di stato avanzato (A-level = esame di maturità) per accedere alla formazione infermieristica a livello unirversitario.

“E’ stata la Federazione Europea delle Associazioni Infermieristiche ad informarci che il governo maltese non si era opposto ai cambiamenti della Direttiva 36. Secondo noi, ha detto Pace, questo silenzio equivale ad un consenso!”.

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Pace ha inoltrato l’e-mail inviata dal Segretario Generale dell’EFNA Paul De Raeve che nella quale diceva che “i paesi in cui i requisiti di ammissione sono meno elevati, come Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo o Polonia, stanno esplorando diverse soluzioni per andare verso il trend comune europeo. La posizione di Malta non è ancora nota.”

Ma il Ministro dell’Istruzione ha detto che Malta si è già opposta ai cambiamenti proposti relativi ai requisiti di accesso agli studi infermieristici. “Noi continueremo ad opporci in ogni fase della consultazione e della discussione sulla propostadi Direttiva che modifica la Direttiva sulle Qualifiche. Il Presidente del MUMN sapeva che il governo aveva presentato la sua posizione a livello di gruppo di lavoro e che sarebbero state intraprese ulteriori azioni su una decisione consolidata relativa all’effetto del requisito di accesso agli studi infermieristici”, ha detto Cristina.

Il Ministro della Salute, Joe Cassar, ha detto che Pace “si sbagliava del tutto” nell’affermare che il governo non aveva intrapreso nessuna azione riguardo alla Direttiva.

“Paul Pace si sbaglia del tutto. Sia Cristina che io abbiamo inviato delle rimostranze scritte all’Unione Europea in merito alla Direttiva come ci fu chiesto a suo tempo. Quello che Pace vuole è che noi gli diciamo cosa avevamo inviato prima diquesto attraverso i normali canali dell’Unione Europea, cosa che non possiamo fare”, ha detto Cassar.

L’Università di Malta ha due programmi di studio per gli infermieri, ha una Laurea di I livello in Scienze Infermieristiche e un Diploma Professionale per Infermieri. Entrambi consentano l’iscrizione all’Albo degli Infermieri e delle Ostetriche.

I requisiti di accesso al Corso per il Diploma Professionale sono di livello standard, che in pratica significa che chi completa la scuola dell’obbligo conseguendo la rispettiva qualifica può presentare una domanda di iscrizione al Corso per ottenere il Diploma di Infermiere dopo 11 anni di istruzione scolastica generale.

In passato il MUMN ha forzato la mano del governo per abrogare numerose clausole che limitavano l’ingresso di studenti infermieri all’Università di Malta, in una campagna che ha sottolineato il bisogno pressante di oltre 1.400 infermieri per coprire la domanda dell’Ospedale Mater Dei.

“La storia potrebbe realmente ripetersi” ha detto Pace, che ha inoltre puntualizzato che nessuno dei 20.000 infermieri disoccupati in Europa penserebbe di venire a Malta. “Il nostro stipendio fa ridere. Preferirebbero rimarrebbero

disoccupati a casa piuttosto che venire a Malta”.

Il CDC degli USA mette a disposizioni uno strumento per migliorare la sicurezza delle iniezioni

venerdì, 06 luglio 2012 @ 00:06Inviato da: Admin

Il Centro per Prevenzione e Controllo delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti ha pubblicato uno strumento didattico per singoli individui e per organizzazioni che potrà essere utilizzato per istruire il personale sanitario e i pazienti su come migliorare la sicurezza delle pratiche relative all’esecuzione delle iniezioni. I partner della Safe Injection Practices Coalition hanno aiutato a sviluppare il materiale di questo strumento e a diffonderlo attraverso le proprie organizzazioni di appartenenza.Dovremmo interrogarci sulla sicurezza di questa pratica?

Secondo il CDC, i materiali compresi in questo strumento trovano ampia applicazione presso i fornitori di servizi sanitari della maggior parte delle specialità e dei contesti sanitari. In un contesto sanitario, questi materiali possono essere distribuiti durante le riunioni dello staff, integrati nei corsi di aggiornamento professionale (per es. Sicurezza sul Lavoro e Gestione Sanitaria delle Malattie a Trasmissione Ematica), distribuite in aree pubbliche e con link su siti e database interni.

All’esterno del contesto sanitario, questi materiali potrebbero essere inclusi come link di siti di ordini e collegi dei professioni sanitarie a livello nazionale e locale negli USA, illustrati in comunicati stampa e discussi durante

presentazioni in pubblico.

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Uno studio su farmaci anti-infiammatori non steroidei che potrebbero ridurre il rischio di tumori della pelle

venerdì, 06 luglio 2012 @ 00:09Inviato da: Admin

Secondo uno studio danese pubblicato il 29 maggio sul sito di “Cancer” una rivista scientifica sottoposta a revisione paritaria dell’American Cancer Society, l’Aspirina e altri antidolorifici simili potrebbero contribuire ridurre il rischio di sviluppare tumori della pelle.Studi precedenti hanno suggerito che l'assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) possono diminuire il rischio nell’uomo di sviluppare alcuni tipi di tumori. Sigrún Alba Jóhannesdóttir, dell’Aarhus University Hospital in Danimarca e i suoi colleghi hanno cercato di capire se i farmaci potessero diminuire il rischio di sviluppare il carcinoma a cellule basali, il carcinoma a cellule squamose e il melanoma maligno.

I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche della Danimarca settentrionale dal 1991 fino al 2009 e individuati 1.974diagnosi di carcinoma a cellule squamose, 13.316 diagnosi di carcinoma a cellule basali e 3.242 diagnosi di melanoma maligno. Essi hanno poi confrontato le informazioni riguardanti questi pazienti, compresi i dati sulle prescrizioni, e le conle informazioni raccolte su 178.655 individui senza tumori della pelle.

Individui che hanno avuto più di due prescrizioni di FANS hanno riportato una riduzione di rischio del 15% di sviluppare un carcinoma a cellule squamose e del 13% di sviluppare il melanoma maligno rispetto a quelli che hanno avuto due o meno prescrizioni di FANS. Tale associazione era ancora più marcata qualora i FANS venissero assunti con una certa frequenza per sette o più anni.

Gli individui che assumevano i FANS non sembravano invece beneficiare di una riduzione del rischio di sviluppare un carcinoma a cellule basali, in generale, sebbene avessero una riduzione del rischio del 15% e del 21% di sviluppare questo tipo di cancro in sedi meno esposte – parti del corpo che non fossero la testa e il collo - quando assumevano FANS a lungo termine o con dosi elevate, rispettivamente.

"Ci auguriamo che il potenziale effetto antitumorale dei FANS possa stimolare ulteriori ricerche sulla prevenzione dei tumori della pelle" ha dichiarato la Dr.ssa Jóhannesdóttir durante un comunicato stampa. "Quando si discute dei benefici e danni derivanti dall'uso dei FANS, bisognerebbe tenere conto anche di questo potenziale effetto antitumorale".

L’articolo è disponibile su: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/cncr.27406/abstract

Saluto di Annalisa Silvestro, rieletta Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI

venerdì, 06 luglio 2012 @ 00:13Inviato da: Admin

La riconferma del Gruppo dirigente uscente ai vertici della Federazione dei Collegi Ipasvi testimonia che la volontà degli infermieri italiani è quella di ribadire le linee strategiche portate avanti in questi anni. Tali linee si collocano in una prospettiva convintamente europeista, nella consapevolezza che tutte le “questioni” di maggior rilevanza per la professione infermieristica oggi sono trasversali agli ambiti nazionali, pur declinate nelle loro

specificità.

L’obiettivo comune all’Italia e a tutti gli organismi raccolti nella Fepi è infatti costituito dalla necessità di un’ulteriore valorizzazione della professione infermieristica attraverso un suo riposizionamento in campo formativo, organizzativo e assistenziale, con una grande attenzionerivolta ai rispettivi contesti socio-economici.

Da tale obiettivo scaturisce il programma che il neoeletto Comitato Centrale Ipasvi si impegna a portare avanti nel triennio 2012-2014:

diffondere i modelli assistenziali infermieristici basati sulla centralità della persona;

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valorizzare il ruolo degli infermieri per la presa in carico e la continuità assistenziale in ospedale, nel territorio etra ospedale e territorio;

orientare l’assistenza infermieristica nel territorio secondo le logiche dell'assistenza d'iniziativa, dell’infermieristica di famiglia, del case management, dell'integrazione socio-sanitaria;

valorizzare la direzione e il coordinamento infermieristico in tutte le organizzazioni sanitarie pubbliche e private;

strutturare un network per sostenere e sviluppare la scelta dell'esercizio libero-professionale;

creare un "luogo virtuale di pensiero" in cui vengano approfondite e sviluppate le diverse manifestazioni professionali dell'Infermieristica;

perseguire e valorizzare l'autonomia della direzione, della docenza e del tutoraggio infermieristico nella formazione universitaria;

promuovere la ricerca e la sperimentazione per lo sviluppo e l'innovazione della disciplina infermieristica.

Con l’auspicio che lo sviluppo dell’Infermieristica in Italia possa costituire un valido contributo per l’affermazione della nostra professione a livello europeo e internazionale, esprimo anche a nome del Comitato Centrale Ipasvi l’impegno a continuare sulla strada del confronto e della collaborazione internazionale.

Annalisa SilvestroLa Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi

Proposta di Direttiva sulle Qualifiche Professionali: i Ministri esprimono i loro dubbi sulla riforma

giovedì, 12 luglio 2012 @ 02:09Inviato da: Admin

Durante il suo primo dibattito sulle “Qualifiche Professionali” del 30 maggio, il Consiglio sulla Concorrenza, ha appoggiato l’obiettivo di modernizzare la presente Direttiva 2005/36/EC come proposto dalla Commissione il 19 dicembre 2011, ma sono stati espressi molti dubbi da parte dei Ministri circa i punti fondamentali relativi all’attuazione di questa riforma.La Presidenza ha scelto di focalizzare la discussione su due questioni: l’introduzione di una Tessera Professionale Europea e la valutazione reciproca esercitata dagli Stati Membri allo scopo di ridurre il numero di professioni regolamentate in alcuni paesi. Questi due punti sono stati messi in luce, durante un Consiglio Europeo informale lo scorso 30 gennaio, come un modo per aumentare la mobilità trans-frontaliera, come puntualizzato da Ole Sohn, Ministro danese per le imprese e la crescita, che ha presieduto la Sessione.

LA TESSERA PROFESSIONALE

Come sapete, la Commissione propone di creare una Tessera Professionale Europea (TPE) che dovrebbe operare sulla base di messaggi di allerta del Sistema Informativo del Mercato Interno (IMI). Questo dovrebbe aiutare a migliorare il riconoscimento automatico e a semplificare il processo di riconoscimento all’interno del sistema generale. La TPE dovrebbe assumere la forma di un certificato elettronico, emesso su richiesta di un professionista, dallo Stato Membro di origine dietro presentazione dei documenti relativi alla formazione professionale della persona e del suo diritto ad esercitare; gran parte della procedura potrebbe perciò ricadere sullo Stato emittente, che dovrebbe essere più coinvoltorispetto alla procedura esistente per il riconoscimento delle qualifiche, che invece pone gran parte del procedimento perottenere le prove sullo stato ospitante, inclusi i costi di traduzione.

Tuttavia, alcuni Stati (inclusi l’Olanda, la Croazia, la Finlandia e il Lussemburgo) sono preoccupati che questo possa generare altri costi a causa della creazione di un sistema parallelo, senza nessuna garanzia di miglioramento della mobilità. Persino la Lituania si è spinta fino al punto di chiedere uno studio sull’impatto per delineare i costi/benefici della tessera.

Riguardo alle professioni coinvolte dalla Tessera, numerosi Stati hanno sollevato problemi (in particolare su come

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garantire l’autenticità di una qualifica) che potrebbe scaturire dalla migrazione di un possessore della Tessera in un paese ospite dove la sua professione non sia regolamentata e il rischio di costi aggiuntivi. Il Commissario del Mercato Interno Michel Barnier li ha rassicurati affermando che la TPE porterà ad una riduzione dei costi rispetto al sistema corrente, la cui stima attualmente varia tra €100 e €1.000 per ciascuna domanda”.

TRASPARENZA

Il secondo punto del dibattito, la reciproca valutazione delle numerose e differenti professioni regolate nell’Unione Europea, ha portato alla luce la mancanza di chiarezza in merito all’entità di questo esercizio di trasparenza che mira a ridurre gli ostacoli alla mobilità. Anche qui non ci sono obiezioni al principio: l’esercizio dovrebbe fornire “un’istantanea” delle professioni regolamentate per aiutare ad identificare possibili miglioramenti.

Tuttavia, le opinioni sulla gestione pratica differiscono.

Per il Regno Unito, questa valutazione dovrebbe essere effettuata il prima possibile piuttosto che aspettare, come suggerito dalla Commissione, affinché il Consiglio e il Parlamento preparino un accordo politico.

Altri stati che stanno già riducendo il numero delle professioni regolamentate, come la Spagna, Italia, Portogallo e Polonia, hanno suggerito che, per guadagnare tempo, dovrebbero essere creati dei gruppi pilota.

Tuttavia, alcuni Stati Membri (Belgio, Francia e Finlandia) vorrebbero un approccio più cauto in modo da mantenere, in linea con il principio di sussidiarietà, il loro diritto di imporre criteri più rigidi in termini di qualifiche minime per certe professioni (per esempio sicurezza e sanità).

Altri ancora (Germania, Austria e Polonia) hanno discusso la proposta della Commissione di aumentare la durata della formazione degli infermieri in Germania allo scopo di promuovere una maggiore omogeneità a livello europeo.

La Francia e il Lussemburgo inoltre hanno suggerito che i notai non dovrebbero rientrare nella Direttiva rivista dato che la loro attività persegue fini di pubblico servizio.

Comunicato Stampa: neonato morto all'Ospedale San Giovanni di Roma

lunedì, 30 luglio 2012 @ 10:01Inviato da: Admin

La morte del piccolo Marcus ci colpisce al cuore. E se è stato un fatale errore sanitario ad ucciderlo, la sua breve esistenza deve lasciarci un segnale forte, un monito e un insegnamento al tempo stesso.La tragedia che si è consumata il 29 giugno scorso all’Ospedale San Giovanni di Roma, con il neonato morto forse a causa di uno scambio di linee infusionali, deve indurre tutti a riflettere su quanto accaduto e su cosa fare per evitare che queste cose accadano ancora.

Sul caso la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta ipotizzando gravi reati a carico di 13 infermieri e 7 medici. Auspichiamo che la verifica sui fatti avviata dalla magistratura e dagli ispettori del Ministero della Salute sia rapida e cheaccerti eventuali responsabilità personali, a tutela di tutti: dei cittadini e degli stessi operatori sanitari.

Il triste destino di Marcus ci impone oggi di riaffermare l’assoluta priorità della sicurezza, un baluardo irrinunciabile per una sanità moderna ed efficace, che non dipende solo da chi opera a stretto contatto con i pazienti. Lasicurezza si costruisce con un insieme sinergico di azioni da attivare a tutti i livelli della “filiera” sanitaria. Per farlo occorre però programmare e investire in sicurezza.

Il depauperamento costante del personale infermieristico che negli ultimi anni sta falcidiando gli organici va in direzione diametralmente opposta a quella della sicurezza. Abbiamo più volte lanciato l’allarme sulla grave carenza di infermieri (tenendo come riferimento i dati OCSE ne mancherebbero ancora oltre settantamila in Italia per rientrare nella media dei paesi avanzati) ed invece di investire sulle assunzioni ormai anche alcuni grandi ospedali hanno addirittura cominciato a licenziare infermieri ed altri operatorio a non pagare gli stipendi. Una politica scellerata che sta mettendo a rischio la sanità pubblica italiana.

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Molto si può e si deve fare ancora per garantire un livello sufficiente e omogeneo di sicurezza lo chiedono i cittadini e lo chiedono gli operatori!Per ridurre gli errori che in sanità sono sempre in agguato, c’è un poker vincente: adeguamento degli organici, aggiornamento scientifico, promozione di modelli operativi che enfatizzino il lavoro d’équipe, l’uso intelligente di supporti tecnologici ed informatici che aiutano a limitare gli errori umani.

La letteratura in materia dimostra che il modo giustizialista con cui oggi si affronta in generale il tema degli errori sanitari da solo non funziona. L’errore, una volta che si è verificato, va analizzato a fondo ed utilizzato per costruire uno scudo organizzativo in grado di renderlo irripetibile. Questa è la strada da seguire, questo è l’impegno della comunità infermieristica romana che da tempo stimola e produce ricerca innovativa sul tema “near misses”. E’ il miglior tributo che possiamo offrire alla memoria del piccolo

Marcus.

Il Forum Ue sulle Politiche Sanitarie e le sue implicazioni per la FEPI venerdì, 21 settembre 2012 @ 18:56Inviato da: Admin

La Commissione Europea è composta da oltre trenta Direzioni Generali (Dipartimenti). Uno dei più importanti per le nostre professioni è la Direzione Generale Salute e Consumatori (DG SANCO).

Al fine di garantire la trasparenza e l’apertura delle strategie sanitarie dell’Ue e la loro rispondenza ai bisogni del cittadino, la DG SANCO ha istituito l’EU Health Policy Forum. Questo Forum riunisce 52 organizzazioni ombrello che rappresentano le parti interessate europee dei vari settori assistenziali e della sanità pubblica. I rappresentanti di tutte queste organizzazioni si incontrano regolarmente a Bruxelles su iniziativa della Commissione Europea.

L’obiettivo principale del Forum UE sulle politiche sanitarie è di contribuire allo sviluppo e all’implementazione di azioni tese a tutelare e a migliorare la salute dei cittadini europei. Il Forum ha 5 obiettivi specifici:

(1) Il Forum UE sulle Politiche Sanitarie mira a creare un canale di comunicazione tra i color che prendono le decisioni politiche e le parti interessate sui problemi di politica sanitaria. Le informazioni lungo questo canale dovrebbero scorrerein entrambe le direzioni e dovrebbero inoltre facilitare la comunicazione tra le parti interessate. Questo richiede molto impegno da parte dei membri del Forum, sia per garantire la diffusione all’interno dei propri network, sia per andare oltre i propri membri con uno spirito aperto e inclusivo.(2) Attraverso il Forum UE sulle Politiche Sanitarie, le varie parti interessate potranno contribuire alle politiche sanitarie dell’Ue identificando i problemi sanitari, proponendo opzioni politiche o modificando e fornendo feedback sulle proposte politiche e implementando delle misure.(3) Un altro obiettivo del Forum è di supportare l’attuazione della Strategia Sanitaria dell’UE mediante la tutela sanitaria e altri mezzi e strumenti appropriati a livello dell’UE, nazionale, regionale e locale.(4) Il Forum delega i protagonisti della salute a livello nazionale e locale per definire il lavoro a livello dell’UE che supporterà la loro agenda. (5) Le parti interessate (stakeholder) del Forum UE sulle Politiche Sanitarie contribuiscono a definire i pacchetti di lavoroeuropei che sono rilevanti per la maggior parte dei settori sanitari (per es. i giovani, gli stili di vita, luoghi di lavoro, o a livello trasversale).

Il Forum UE sulle Politiche Sanitarie è un forum informale di comunicazione e consultazione. Ha un comitato di consulenza che può fornire raccomandazioni e consigli, sebbene essi non siano vincolanti per i membri del Forum o per la Commissione. Possono diventare membri del Forum le organizzazioni europee che sono preparate e capaci di impegnarsi in una missione comune tesa a tutelare, promuovere e migliorare la salute dei cittadini europei; tutte caratteristiche che calzano perfettamente con quelle della FEPI. I membri del Forum si impegnano ad implementare le Strategie Sanitarie e a partecipare attivamente alle attività del Forum.

Il coinvolgimento della FEPI in questo Forum UE sulle Politiche Sanitarie potrebbe essere un’occasione perfetta per presentare le nostre idee a livello comunitario. I criteri che l’organizzazione deve soddisfare per diventare membro del Forum UE sulle Politiche Sanitarie sono:

(1) Affrontare problematiche di ampio respiro: L’organizzazione deve essere in grado di affrontare problematiche di ampio respiro, trasversali e importanti per lo sviluppo dell’agenda sanitaria della Comunità e con un interesse allo sviluppo delle politiche generali di sanità pubblica.(2) Rappresentatività: Le organizzazioni dovrebbero essere autorizzate a parlare a nome del proprio settore. I loro

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membri dovrebbero essere operativi in almeno la metà degli attuali 14 Stati Membri e idealmente in tutti gli Stati europei (27). Le organizzazioni dovrebbero essere impegnate ad estendere il numero dei propri membri. (3) Coinvolgimento Attivo: ciascuna organizzazione partecipante dovrebbe contribuire attivamente ai lavori del Forum UE sulle Politiche Sanitarie. Le organizzazioni che non soddisferanno questo criterio perderanno la condizione di membro. (4) Trasparenza: Le organizzazioni dovrebbero applicare i principi della trasparenza concordati dai membri del Forum UEsulle Politiche Sanitarie in conformità con i principi guida del Forum sulla trasparenza pubblicati sul sito del Forum, nonché con l’Iniziativa europea sulla trasparenza.

Come avrete notato, la FEPI soddisfa tre dei quattro criteri per diventare un membro. Il secondo criterio sul numero dei membri potrebbe essere problematico. Tuttavia, riteniamo che potrebbe essere interessante contattare la DG Salute e Consumatori per discutere con loro le possibilità di collaborazione con il Forum UE sulle Politiche Sanitarie in diversi campi. Se siete d’accordo con questa possibilità, mandateci i vostri feedback. Con un po’ di lobbismo tutto si può

risolvere.

Gennaro Rocco: “Ora basta” venerdì, 28 settembre 2012 @ 20:59Inviato da: Admin

“Non vogliamo fare facile demagogia, né cavalcare la pericolosa onda dell’anti-politica, ma non possiamo più tacere”. Con questa dichiarazione Gennaro Rocco commenta lo scandalo che ha coinvolto la nostra Regione. Nel corso del 2011, mentre il deficit di bilancio costringeva a tagli dei posti letto e dei finanziamenti alla cultura, ad aumenti dei biglietti dei mezzi pubblici, dell’Irpef e del bollo auto, gli eletti del Consiglio regionale del Lazio si sono distribuiti 13,9 milioni.In settembre la delibera 90/2010 portava i contribuiti ai gruppi da 1 a 5,4 milioni, tagliando contemporaneamente, a causa dei debiti della gestione sanitaria, 2.800 posti letto. In aprile (delibera 33) si autorizzavano altri 3 milioni di spesa. In luglio una nuova variazione di bilancio alzava la spesa di altri 3 milioni di euro. Infine, in novembre la delibera 72 aumentava la spesa di altri 2,5 milioni. In totale, quindi, quasi 14 milioni di euro.

La giustizia farà il suo corso per accertare responsabilità e connivenze, ma la credibilità delle istituzioni risulta fortemente compromessa dall’ennesimo scandalo, che hanno portato alle dimissioni di Renata Polverini .Il presidente del Collegio di Roma, dichiarandosi molto preoccupato sottolinea che “non è possibile invitare i cittadini e i lavoratori a fare ulteriori sacrifici. Per primi noi infermieri ci siamo rimboccati le maniche con grande senso di responsabilità, ma ora diciamo basta. Non possiamo tollerare tagli a servizi essenziali, riduzione del personale, condizioni di lavoro proibitive e precarie, una pressione gravosissima sul personale infermieristico quando dilagano corruzione, sprechi e malcostume proprio tra

coloro che chiamati a gestire il bene pubblico dovrebbero dare il buon esempio”.

Oltre il danno, la beffa… venerdì, 28 settembre 2012 @ 21:09Inviato da: Admin

Le pressioni sulla professione infermieristica stanno diventando sempre più pesanti. Sembra che a fare sacrifici per il risanamento del sistema sanitario e per il contenimento dei costi debbano essere in primo luogo gli operatori sanitari e, tra questi, soprattutto gli infermieri. Noni politici che hanno moltiplicato i centri di costo sottraendo fondi alla gestione della sanità, non i vertici aziendali che si sono fatti paladini di una lotta agli sprechi purché riguardasse “gli altri” enemmeno le baronie di alcune professioni che difendono a denti stretti antichi privilegi.

Sfruttamento e precarietà del posto di lavoro per molti nostri Colleghi sembrano essere diventati una condizione strutturale e ormai ineliminabile, presentata come inevitabile conseguenza della crisi e delle difficoltà del momento. Una condizione spesso accettata non solo in ragione della necessità di lavorare, ma anche della professionalità e del senso di responsabilità che da sempre ha contraddistinto il nostro agire. Con i nostri comportamenti continuiamo così

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a compensare carenze e ridurre l’impatto delle criticità sui cittadini, garantendo il funzionamento dei servizi. L’elevata qualità delle cure e degli standard assistenziali che ancora oggi è riconosciuta al Servizio Sanitario italiano sono il risultato tangibile di questo impegno che vede gli infermieri in prima linea. E’ infatti dimostrato scientificamente che la buona qualità assistenziale sia correlata alla presenza di un numero adeguato di infermieri che garantiscono, oltre ad una sicura effettuazione dei processi diagnostici e terapeutici, anche una risposta assistenziale strutturata ed efficace.

E’ arrivato, però, il momento di dire ‘basta’. La grave situazione di disagio in cui gli infermieri sono costretti a lavorare non può protrarsi all’infinito, né la crisi politica esplosa nel Lazio con le dimissioni di Renata Polverini può tradursi in un nuovo alibi per rinviare il confronto su questioni di primario interesse. Il Collegio Ipasvi è quindi ben determinato a far sentire forte la voce degli infermieri rompendo il muro di silenzio che li circonda: è ora di rendere visibile a tutti il ruolo della professione infermieristica e di riconoscerne anche formalmente le competenze!

Il Presidente Gennaro Rocco

La Conferenza sulle Imprese Sociali e la Strategia Europa 2020: Soluzioni innovative per un’Europa sostenibile

domenica, 14 ottobre 2012 @ 00:59Inviato da: Admin

I vari Gruppi di Interesse (Gruppo III) del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) hanno tenuto il 3 ottobre, la Conferenza sul tema: “Imprese Sociali e Strategia Europa 2020: soluzioni innovative per una Europa sostenibile”.

Nel 2012, Anno Internazionale delle Nazioni Unite per le Cooperative, l’obiettivo dell’evento è supportare attivamente le imprese sociali, come principali protagonisti dell’applicazione della “Strategia Europa 2020” e del Mercato Unico. In particolare, nell’attuale periodo di crisi economica, le imprese sociali possono offrire soluzioni innovative per la coesione sociale e l’inclusione, la creazione di lavoro, la crescita e la promozione della cittadinanza attiva. E’ precisamente l’impatto positivo delle imprese sociali sulla società, sull’ambiente e sulle comunità che può contribuire all’implementazione della “Strategia Europa 2020” e raggiungere lo scopo dell’Atto del Mercato Unico per una “economiadel mercato sociale ad alta competitività”.

Comunque, solo le imprese sociali potranno agire sullo stesso piano, con strumenti legali, amministrativi e finanziari checonducano allo sviluppo del settore, esse riusciranno ad esprimere tutto il loro potenziale. E’ all’interno di questo contesto che il CESE spera di aumentare la consapevolezza dell’importanza del settore e di esaminare le possibilità di aumentarne l’impatto.

Il programma prevede due relatori principali: Mr Benoît Hamon, Ministro francese dell’Economia Sociale, la Solidarietà e i Consumatori e il Dr. Luigino Bruni, Professore Associato di Economia presso l’Università di Milano Bicocca. La conferenza proseguiva con tre tavole rotonde in successione con i rappresentanti della Commissione Europea, del Parlamento Europeo, della Presidenza Cipriota del Consiglio dell’Unione Europea, del CESE, delle ONG e delle associazioni internazionali sui seguenti temi:

- Quale futuro per le imprese sociali? Può il settore capitalizzare sulle opportunità della crisi economica?- Come possono contribuire le imprese sociali alla Strategia Europa 2020?

- Le imprese sociali come strumento della coesione sociale e della crescita oltre le frontiere europee.

La medicina personalizzata potrebbe trasformare i sistemi sanitari europei offrendo più valore e trattamenti migliori

domenica, 14 ottobre 2012 @ 01:02

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Inviato da: Admin

Il messaggio chiave che è emerso dal lancio del nuovo manifesto sulla medicina personalizzata di martedì al ParlamentoEuropeo, ospitato dall’europarlamentare (EP) irlandese, la signora Nessa Childers, è stato: “la medicina personalizzata può trasformare i sistemi sanitari europei offrendo un valore aggiunto e cure migliori e più personalizzate”. L’evento, organizzato dalla neo-costituita Alleanza Europea per la Medicina Personalizzata (EAPM – www.ecpc-online.org) presentava i “miglioramenti radicali dell’assistenza sanitaria in Europa”, che una svolta verso la medicina personalizzata potrebbe portare.

La Childers ha elogiato il lavoro dell’Alleanza per il “grande impegno teso a sottolineare il potenziale della medicina personalizzata per i pazienti, da quando è stata lanciata lo scorso anno”. L’Alleanza, che riunisce esperti di assistenza sanitaria e gruppi di pazienti coinvolti nella lotta contro le malattie croniche, è convinta che il suo manifesto presenti “unapproccio mirato alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle malattie basato su un profilo individuale specifico”– o in altre parole, sulla medicina personalizzata.

“Personalizzare la medicina in modo che vengano fornite le giuste terapie alle persone giuste, sarà molto probabilmenteuno dei temi sanitari più importanti del futuro”, ha dichiarato la Childers aggiungendo che “l’Europa non deve perdere questa opportunità di migliorare l’assistenza al paziente e allo stesso tempo di rendere l’assistenza più efficace e precisa”.

Il lancio del manifesto è avvenuto prima della prossima Direttiva dell’Unione Europea sui dispositivi sanitari, che secondo la Commissione Europea, mira a promuovere l’innovazione, garantendo la sicurezza del paziente e chiarendo lenorme. L’EP irlandese ha puntualizzato “Nel trasformare le promesse della nuova scienza e della nuova tecnologia in prodotti tangibili per chi ne ha bisogno, è essenziale che ci siano degli enti di controllo che siano scientificamente rigorosi e che abbiano la fiducia dei legislatori e dei pazienti. Questo è importante, perché quando i pazienti si trovano alottare contro il cancro, essi non hanno tempo per gli esperimenti e gli errori; prescrivere un ciclo di terapia inefficace faperdere tempo prezioso nella lotta contro la progressione di una malattia fatale”.

I punti chiave del manifesto EAPM, “Medicina personalizzata: nuove prospettive per i pazienti in Europa”, includono una più coordinazione ampia per la ricerca, con un accesso migliore alle informazioni per i ricercatori, i medici, i farmacisti ed i pazienti ed una formazione multidisciplinare per i professionisti della salute.

Il Commissario Europeo John Dalli, responsabile della salute e della tutela dei consumatori, ha partecipato al lancio parlando dell’importanza di condividere le risorse, le conoscenze e le informazioni attraverso i confini europei. Egli ha sottolineato il fatto che la medicina personalizzata aveva “un grande potenziale”, ma ha puntualizzato che una prevenzione di successo va oltre i progressi tecnologici e che era essenziale la cooperazione efficace tra gli Stati Membriper sviluppare il concetto. “L’assistenza sanitaria in futuro ha bisogno un cambio di mentalità” ha detto, aggiungendo “dare ai pazienti il diritto di attraversare facilmente i confini è uno dei maggiori impegni in questo momento. Servono più sforzi. Se saremo capaci di puntare sui pazienti giusti, allora potremo evitare molta sofferenza”.

Dalli inoltre ha sottolineato l’importanza e i potenziali benefici delle nuove proposte dell’Unione Europea sugli studi clinici: “gli studi clinici integreranno la medicina personalizzata, rafforzeranno le conoscenze e le applicazioni, ma hanno sempre bisogno della ricerca e dell’innovazione. Si possono semplificare e snellire le procedure, migliorare la prevenzione e la sicurezza dei pazienti e i loro diritti”.

John Bowis, Presidente dell’EAPM, ex EP del Regno Unito, ha concluso “Il futuro della sanità si baserà su un approccio più personalizzato, con attenzione non solo alle caratteristiche biologiche della persona, ma anche ai fattori ambientali edi stile di vita. Tuttavia, come qualsiasi innovazione, nascono nuove sfide per i sistemi attuali e alle attitudini, oggi abbiamo cercato di identificare le priorità per l’Europa rispondere a queste sfide”. Mr. Bowis ha aggiunto che “il lavoro dell’Alleanza era solo all’inizio”, ma ha detto che il nuovo manifesto è una delle migliori proposte in cui sia stato coinvolto.Nel medio e lungo termine, ha detto Bowis, la medicina personalizzata potrebbe aiutare a “migliorare i sistemi sanitari, tagliare gli sprechi e investire dove serve”. Secondo lui, gli obbiettivi sono: “cure migliori; pazienti più felici,

ottimizzazione della spesa”.

COMUNICATO STAMPA: Conferenza Internazionale della FEPI giovedì, 01 novembre 2012 @ 04:02

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Nursing and Patient Safety in Europe under turbulent times

Il Consiglio Europeo degli Enti Regolatori della Professione Infermieristica (FEPI) terrà una Conferenza Internazionale sul tema “Nursing e Sicurezza del paziente in Europa durante tempi turbolenti”. L’evento si terrà il 5 e 6 Novembre 2012 a Spalato in Croazia, per riunire gli esperti che discuteranno delle problematiche principali che i professionisti del nursing oggi affrontano in un contesto segnato dalla crisi e dalla nuova legislazione europea sul tema delle qualifiche professionali (2005/36). La Conferenza avrà lo scopo di alimentare il dibattito sulle conseguenze dirette della crisi per la sicurezza del paziente, una delle principali preoccupazioni del Nursing.

Gli attori principali del campo infermieristico europeo prenderanno la parola durante la Conferenza. Mrs Dragica Simunec, Presidente della FEPI, aprirà la Conferenza e sarà accompagnata da un rappresentante del Governo croato. Mr Ambroziewicz della Commissione Europea (DG Ricerca e Innovazione) presenterà un progetto di cooperazione europea tra ospedali, autorità regionali e ONG. Mrs Phil Prendergast, Membro del Parlamento Europeo (Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialdemocratici del Parlamento Europeo - EIR) spiegherà le implicazioni per gli infermieri, per i pazienti e i sistemi sanitari della Proposta di Direttiva per la Modernizzazione della Direttiva 2005/36. Mrs Myra Broadway, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ordini Infermieristici degli Stati Uniti (USA) concluderà le relazioni della sessione mattutina. Il pomeriggio del 5 novembre parleranno i rappresentanti degli enti regolatori nazionali della professione infermieristica. Ciascun relatore presenterà il punto di vista del proprio paese. La mattina del 6 novembre un gruppo di lavoro, discuterà del “Ruolo degli Stakeholder e le competenze infermieristiche fondamentali: Il futuro delle Competenze e dellaSicurezza del Paziente”. Un documento che sintetizzerà tutte le informazioni e le conclusioni della Conferenza sarà distribuito dopo l’evento.

La FEPI riunisce gli enti regolatori della professione infermieristica a livello comunitario. I membri della FEPI sono la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, l’Ordine degli Infermieri dell’Irlanda, il Consiglio Nazionale degli Infermieri della Croazia, l’Ordine degli Infermieri della Francia, l’Ente Regolatore degli Infermieri della Grecia (ENE), la Camera degli Infermieri e dei Tecnici sanitari della Serbia e l’Ordine degli Infermieri e delle Ostetriche della Romania. I Membri Associati della FEPI sono gli Enti Regolatori delle Province Canadesi dell’Ontario e del Quebec e il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Infermieri degli USA.

Lo scopo primario della FEPI è di tutelare i cittadini europei garantendo l’eccellenza delle competenze infermieristiche e della pratica, degli standard professionali e dell’istruzione e della formazione continua. La FEPI mira alla realizzazione della tutela del cittadino e alla sicurezza del paziente agendo da difensore della sicurezza del paziente presso le istituzioni europee, promotore dell’eccellenza della professione infermieristica e da fonte di informazioni per gli

infermieri e coloro che prendono le decisioni politiche.

COMUNICATO STAMPA - IL COLLEGIO IPASVI DI ROMA PROTESTA: NON E’ UN’INFERMIERA!

martedì, 13 novembre 2012 @ 11:03Inviato da: Admin

Roma 13.11.2012 - ARRESTATA PER FURTI A PAZIENTI E MEDICI NELL’OSPEDALE DI ANZIO -

In riferimento alla notizia dell’arresto di una dipendente dell’Ospedale di Anzio (Asl Roma H) il 7 novembre scorso, il Collegio IPASVI di Roma precisa che la donna oggetto del provvedimento restrittivo, finita sotto accusa per furto e detenzione di sostanze stupefacenti, non è una infermiera, come erroneamente pubblicato da diverse agenzie di stampa, numerosi quotidiani e radio-telegiornali.

La protagonista della vicenda, infatti, sembrerebbe svolgere mansioni di ausiliaria.

Confondere gli infermieri con altre figure che esercitano in ambito sanitario è purtroppo divenuta una costante nel mondo dell’informazione, denotando una deriva sempre più superficiale e sempre meno attendibile. Il che fa molto arrabbiare gli infermieri, spesso scambiati per operatori socio-sanitari, assistenti tecnici e altre figure ausiliarie.Nel caso dell’operatrice di Anzio, inoltre, l’accusa a suo carico è di aver rubato oro e denaro ai pazienti ricoverati e agli stessi medici dell’ospedale. Un’imputazione che assume un carattere particolarmente infamante se rivolta ad un

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infermiere, al quale il cittadino si affida per la necessaria assistenza in un frangente difficile della sua vita come quello della malattia e della sofferenza.

Pertanto, il Collegio IPASVI di Roma invita gli organi di informazione che hanno commesso il pacchiano errore segnalatoa volerlo rettificare con immediatezza e un adeguato risalto. Ciò al fine di ristabilire la verità e lenire il grave danno di immagine già arrecato agli infermieri.

IL PRESIDENTEDott. Gennaro Rocco

Bilancio di previsione 2013 in stallo: fondi per la sanità in pericolo? martedì, 13 novembre 2012 @ 15:29Inviato da: Admin

Il Consiglio Europeo e il Parlamento sono in contrasto per quanto riguarda il bilancio di previsione dell’Unione Europea 2013. La posizione del Consiglio ha bocciato la proposta della Commissione Europea di aumentare di circa il 6.8% la previsione di spesa e ha chiesto di limitare l’aumento dei pagamenti al 2.79% rispetto al 2012 e stanziamenti all’1,27%. Il bilancio 2013 è importante perché riguarda quello dell’ultimo anno dell’attuale piano finanziario pluriennale – la Commissione e il Parlamento considerano necessario l’aumento di 8.9 miliardi per far fronte gli impegni di pagamento prioritari dell’Unione Europea.

Negli ultimi anni, le negoziazioni dei bilanci sono state caratterizzate da disaccordi su come calcolare il livello dei pagamenti nel bilancio.Il Comitato di bilancio ha invitato gli Stati Membri che avessero dei dubbi per chiarire velocemente le stime della Commissione al fine di raggiungere un accordo in tempi brevi. Gli europarlamentari hanno cercato di organizzare una riunione con la Presidenza dell’Unione per arrivare ad un accordo comune sui pagamenti, tuttavia non si è presentato nessun rappresentante della Presidenza.

Il bilancio di spesa proposto per il 2013 è di 151 miliardi di euro (cioè +2% rispetto al bilancio di previsione 2012) e 138miliardi per gli stanziamenti di pagamento (cioè +6.8% rispetto al bilancio di previsione 2012). Il Comitato di Bilancio puntualizza che l’aumento dei pagamenti è necessario dato che i livelli di pagamento sono stati tenuti artificialmente bassi negli anni precedenti (i pagamenti dei conti venivano posticipati agli anni successivi e questo non è previsto nel 2013). Ci sono due diversi tipi di stanziamenti di bilancio: linee di credito e pagamenti. Le linee di credito si riferiscono aquanto l’Unione Europea può impegnarsi a spendere (per es. per firmare un contratto o indire un bando) in un dato anno. Il livello di pagamento regola i pagamenti effettivi per quell’anno.

Il Comitato ENVI (Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza dei Cibi) nella sua bozza di parere sul bilancio nota: “un decremento di 61 milioni di euro dei fondi operativi proposto nel Titolo 17 per le azioni sulla Salute Pubblica rispetto ai 334 milioni di euro votati nel 2012”. Gli europarlamentari hanno avvisato che diminuire le risorse allocate nel Programma di Sanità Pubblica limita il numero di attività degli Stati Membri per promuovere la sanità pubblica. In termini assoluti, la posizione del Consiglio rappresenta un decremento dell’impegno finanziario di -200.000 (-1.49%) e un decremento di stanziamenti di 1.700.000 (-7.96%).

La posizione del Consiglio ha basato gli aumenti dei pagamenti su:1) Crescita sostenibile, in linea con l’agenda di Europa 2020;2) Coesione, qualora i pagamenti aumentassero dell’8,07%3) Libertà, sicurezza e giustizia

Questo ha acceso alcune criticità dato che la Commissione aveva proposto aumenti nei settori della ricerca e dell’innovazione per stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Alain Lamassoure, Direttore del Comitato Bilancio del Parlamento, ha sottolineato la contraddizione nell’accordo tra i Capi di Stato dell’Unione Europea, chiedendo un “Patto per la Crescita” con denaro extra per la crescita, la ricerca e l’innovazione e seri tagli nel bilancio del prossimo anno.

Il principale negoziatore del Parlamento per il bilancio 2013, Giovanni La Via, ha detto “mi piacerebbe capire perché – da un lato – alcuni Stati Membri hanno chiesto alla Commissione che i fondi EU siano spesi nei loro Paesi e – dall’altra parte – hanno detto “no” come risposta quando gli era stato chiesto di finanziare queste azioni”. Il Presidente Barroso

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ha scritto ai Capi di Stato per sottolineare le sue preoccupazioni sul fatto che la Posizione del Consiglio potrebbe dare dei messaggi sbagliati ai cittadini in tempi di crisi finanziaria e minare la credibilità dell’Unione Europea. “Il bilancio annuale stabilisce l’ammontare degli stanziamenti per i cittadini, le piccole e medie imprese, ricercatori, agricoltori, studenti e regioni che l’Unione Europea vuole supportare. Questi stanziamenti creano degli obblighi che devono essere rispettati successivamente attraverso dei pagamenti appropriati secondo le norme concordate e secondo l’effettiva applicazione del programma”.

Le negoziazioni di bilancio a tre vie (ripartite tra Commissione, Consiglio e Parlamento) sono iniziate il 9 luglio. I rappresentanti al Parlamento voteranno in comitati all’inizio di ottobre su un compromesso con il Consiglio e in plenaria il 23 ottobre. La Presidenza di Cipro presenterà agli Stati Membri degli emendamenti alla fine di ottobre. Se non si raggiungerà l’accordo, le discussioni di conciliazione Consiglio/Parlamento si terranno dal 24 ottobre al 13 novembre, per approvare il bilancio finale in sessione plenaria nei giorni 19-22 novembre. Si prevede che le negoziazioni saranno delicate, dato che il Parlamento e il Consiglio stanno negoziando in parallelo rendendo più difficili le trattative sul

bilancio dell’Unione Europea del 2014-2020.

Il Comitato Regionale per l’Europa dell’OMS adotta il Piano d’Azione per rafforzare capacità e servizi della Sanità Pubblica

martedì, 13 novembre 2012 @ 15:33Inviato da: Admin

Lo scorso 13 settembre, il Piano d’Azione europeo per il rafforzamento della capacità e dei servizi della Sanità Pubblica èstato adottato dal Comitato Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) durante la 62° sessione che si è tenuta a Malta. Gli Stati Membri hanno espresso il loro impegno a intraprendere ulteriori revisioni dei loro servizi di sanità pubblica e di integrare le attività essenziali di salute pubblica riviste nelle loro strategie e sistemi sanitari nazionali.

Il Piano era stato sviluppato attraverso un profondo processo di consultazione per favorire il rafforzamento dell’erogazione dei servizi integrati in materia di protezione della salute, prevenzione delle malattie e della promozione della salute. Viste le sfide che affliggono le società del 21° secolo – la globalizzazione, invecchiamento della popolazione, i cambi climatici – sarebbe il momento opportuno per il raggiungimento dei migliori risultati con risorse limitate.

Il Piano è stato messo in piedi in linea con il nuovo quadro delle politiche sanitarie Health 2020 e costruito su una solidabase di prove di efficacia, e la revisione dei servizi di sanità pubblica di 41 dei 53 Stati Membri Europei dell’OMS. Al centro del Piano ci sono dieci azioni essenziali riviste di Sanità pubblica (EPHO):

1) Sorveglianza della salute e del benessere della popolazione; 2) Monitoraggio e risposta alle emergenze e ai pericoli per la salute;3) Difesa della salute, compresa la sicurezza dell’ambiente, occupazionale e dei cibi, ecc.;4) Promozione della salute, inclusa l’azione per affrontare i determinanti sociali e le disuguaglianze;5) Prevenzione delle malattie, inclusa la diagnosi precoce;6) Garantire la governance della salute e del benessere;7) Garantire personale di sanità pubblica a sufficienza e competente;8) Garantire strutture organizzative sostenibili e finanziamenti;9) Difesa, comunicazione e mobilitazione sociale per la salute;10) Promuovere la ricerca in materia di sanità pubblica per informare le politiche e la pratica.

Gli elementi chiave del documento prodotto dall’OMS includono: portare avanti il Piano d’Azione come pilastro per l’attuazione del Piano Salute 2020, riconoscere le azioni EPHO riviste e la necessità dei paesi di valutare le proprie EPHOe collaborare alla loro realizzazione sotto la leadership e il supporto dell’OMS. Uno strumento di autovalutazione per i paesi che fu sviluppato in congiunzione con il Piano sarà ulteriormente sviluppato e semplificato.

Durante il lungo processo di consultazione con gli Stati Membri, la Commissione Europea e le organizzazioni non-governative, sono state fatte delle modifiche per aumentare i determinanti sociali della salute, stabilire allineare le scadenze per la realizzazione del Piano di Azione a quelle di Health 2020 e sviluppare un glossario comune dei termini.

Cipro, a nome dei Paesi dell’Unione Europea (EU), ha espresso il suo supporto al Piano, con alcuni piccoli cambiamenti per enfatizzare l’importanza delle partnership (con la società civile, il settore privato e il settore pubblico attraverso

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l’empowerment del paziente), delle cure primarie e della natura volontaria delle azioni e delle misure contenute nel Piano stesso.

Altri Paesi hanno ribadito il loro appoggio, dichiarando il loro impegno ad intraprendere ulteriori revisioni dei propri servizi di sanità pubblica e di integrare le EPHO aggiornate all’interno delle loro strategie nazionali e dei sistemi.

Nel Regno Unito, infermieri e ostetriche diminuiscono di 6000 unità martedì, 13 novembre 2012 @ 15:38Inviato da: Admin

Secondo il quotidiano The Independent, il numero di infermieri e ostetriche che lavora nel Sistema Sanitario Nazionale del Regno Unito in due anni è sceso di quasi 6000 unità.Dall’aprile 2010, i dati del Health and Social Care Information Centre (HSCIC) dimostrano che il numero di infermieri qualificati, di ostetriche e degli assistenti sanitari è sceso di 5.748 unità.

Tra maggio e giugno di quest’anno, sempre secondo il gruppo di lavoro statistico dell’HSCIC, in Inghilterra sono stati persi 840 posti. Il Royal College of Nursing (RCN) ha annunciato che la diminuzione del numero dei posti nel lungo periodo costerà di più all’NHS.

Peter Carter, Direttore e Segretario Generale del Royal College of Nursing ha detto: “Da più di due anni i nostri membri sottolineano che l’NHS sta tagliando i posti e sono a rischio più di 60.000 posti”.“Non potete togliere così tanti posti senza minacciare profondamente la sicurezza del paziente”.“Un infermiere tolto dal reparto o fuori dal team di infermieri territoriali può fare una grande differenza sul tempo che il resto del team può trascorrere con i pazienti”.

“Una riduzione di questa dimensione in breve tempo è qualcosa alla quale difficilmente l’NHS riuscirà ad adattarsi. Inoltre, nel lungo periodo, costerà molto al servizio sanitario, quando i pazienti inizieranno ad essere ricoverati in ospedale senza che sia necessario”.“Piuttosto che prendere di mira chi opera in prima linea, l’NHS dovrebbe organizzarsi per far stare bene la gente e fuori dall’ospedale, e gli infermieri hanno un ruolo cruciale nel far si che questo accada”.“L’RCN continuerà ad opporsi ai tagli dei posti e lavorerà per mantenere i nostri membri al lavoro e garantire la sicurezza dei nostri pazienti”. Per apparire meno allarmato, il Ministro della Salute del Regno Unito, Lord Howe ha dichiarato: “Ci sono sempre delle fluttuazioni nella forza lavoro e la realtà è che di personale clinico ce n’è circa un migliaio in più che lavora nell’NHS rispetto a quelli che c’era a maggio 2010, compresi circa 3.500 medici in più e più di 900 ostetriche extra”.“E il numero di persone che fornisce servizi sanitari dell’NHS sul territorio è aumentato di circa 25.000 negli ultimi anni, ma non tutte queste persone vengono prese in considerazione dall’ufficio centrale per la statistica”.“Al contrario, il numero del personale amministrativo è sceso di oltre 18.000 unità. Ciò sta creando un risparmio che

aiuterà a proteggere l’NHS per le generazioni future”.

La professione infermieristica taglia un nuovo significativo traguardo

mercoledì, 05 dicembre 2012 @ 22:46Inviato da: Admin

Il 26 novembre scorso, la professoressa Rosaria Alvaro è stata eletta alla Presidenza del Corso di laurea triennale inInfermieristica e del Corso di laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” per il triennio 2012-2015.Una bella notizia che assume una particolare importanza in un momento difficile come quello attuale per la nostra Professione.

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“E’ stato possibile raggiungere questo obiettivo grazie alla fattiva collaborazione di tutti i colleghi che da anni mi supportano nel gravoso compito organizzativo e didattico dei Corsi - scrive la professoressa Alvaro nella lettera che annuncia ai Collegi IPASVI la sua elezione - e che, grazie al loro impegno, hanno permesso negli anni un riconoscimentoaccademico della nostra professione. Per questo - aggiunge - credo sia prioritario continuare a lavorare insieme in un clima di fattiva collaborazione per poter contribuire all’ulteriore sviluppo della professione nell’ottica di una sempre maggiore crescita professionale”.

Si tratta di un evento importante per tutti gli infermieri, che sottolinea un impegno costante verso la crescita culturale e scientifica della categoria. Un impegno vincente!

Grazie alla professoressa Rosaria Alvaro per il suo bell’esempio e tanti auguri di buon lavoro.

Il Collegio IPASVI schierato con gli infermieri del San Filippo e degli altri ospedali Romani a rischio di chiusura

lunedì, 10 dicembre 2012 @ 09:09Inviato da: Admin

Lo spirito di sacrificio con cui gli infermieri hanno lavorato finora e continuano a lavorare per salvare responsabilmente ilServizio Sanitario regionale dal tracollo non può essere tradito ancora. I tagli lineari stabiliti dal Commissario governativo per la Sanità in molti ospedali di Roma non produrranno altro che disservizi per i cittadini e nuovi incombenti rischi per i posti di lavoro.Così non si razionalizza la sanità del Lazio ma la si smonta, preludio alla sua distruzione. Ed è la stessa natura pubblica e universalistica del nostro sistema sanitario ad essere minacciata. Come ente pubblico a tutela dei cittadini e dei professionisti iscritti, il Collegio IPASVI di Roma lancia un accorato grido d’allarme e invita il Commissario Bondi a non procedere con i tagli preannunciati. Si tratta infatti di provvedimenti a senso unico, quello della riduzione di reparti e posti letto, che nulla ha a che vedere con l’eliminazione degli sprechi e dei privilegi che andrebbe invece perseguita con la massima fermezza.E improponibile chiudere improvvisamente sei o sette grandi strutture di ricovero e cura della capitale, fra le quali alcunicentri di eccellenza che richiamano a Roma migliaia di pazienti da tutta Italia. E’ ancor più impensabile farlo in quelle strutture oggetto di recenti e ingenti investimenti pubblici (con tanto di pompose inaugurazioni), dove sono stati spesi milioni di euro per realizzare nuovi spazi e nuovi servizi all’utenza, in qualche caso non ancora entrati in funzione, con strumentazioni d’avanguardia e personale pronto a misurarsi con un adeguato aggiornamento professionale.Da ultimo, il piano dei tagli annunciato sulla dotazione del San Filippo Neri, con centinaia di posti letto in meno e senza più lo status di Azienda Ospedaliera, è estremamente allarmante. Una linea sciagurata che priverebbe Roma e il Lazio diuna struttura sanitaria ad alta specializzazione dotata di profili professionali eccellenti, un ospedale all’avanguardia che durante l’ultima emergenza neve ha dato prova di grandissimo impegno e generosità a beneficio della cittadinanza.

E questa è la risposta al loro sacrificio? Questa è la tanto sbandierata razionalizzazione?

Basta con questa commedia delle parti che propone ogni volta censori pronti a tagliare servizi ai cittadini e diritti agli operatori. Piuttosto serve un’attenta politica di revisione della spesa, adottando una strategia che vada nella direzione della verifica degli sprechi e non verso tagli lineari e insensati come quelli paventati in queste ore.Il Collegio IPASVI di Roma e Provincia è al fianco degli infermieri romani e farà tutto il possibile per difendereil carattere pubblico della sanità, le eccellenze sanitarie e i professionisti che le alimentano con il loro impegno quotidiano. Sarà accanto ai cittadini nella battaglia in difesa di una patrimonio pubblico che, in quanto tale, nessuno ha la facoltà di distruggere sulla pelle di migliaia di professionisti.

Gennaro RoccoPresidente del Collegio IPASVI di Roma

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Comunicato Solidale venerdì, 14 dicembre 2012 @ 21:46Inviato da: Admin

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

"Coloro che intendono aiutare le famiglie dei Colleghi che lavorano presso l'IDI-sanità, che hanno bambini piccoli e con enormi difficoltà economiche a causa dei mancati ultimi 4 stipendi, possono inviare un’email all'indirizzo [email protected] per sapere cosa e dove far pervenire generi come pannolini,

omogeneizzati, salviettine umide, pastina, biscotti etc."

[CID] Gli Infermieri piacciono agli Italiani ma non a chi gestisce la sanità

venerdì, 04 gennaio 2013 @ 00:13Inviato da: Admin

Il Comitato Nazionale Infermieri Dirigenti, riunitosi in assemblea straordinaria domenica 16 dicembre,esprime profonda preoccupazione per il moltiplicarsi di casi, nelle strutture sanitarie pubbliche e private, di riduzione del personale infermieristico, di blocco del turnover, di non rinnovo del personale assunto a tempo determinato o, come accade in alcuni presidi ospedalieri della regione Lazio, di mancata corresponsione, da mesi, degli stipendi con il rischio di perdita del posto di lavoro.Questa situazione sta già portando ad uno stato di sofferenza dei servizi e all’impossibilità di garantire i livelli assistenziali nel territorio e negli ospedali. Il tutto in una situazione di cronica carenza di personale di assistenza che ci vede già da tempo agli ultimi posti in Europa nel rapporto infermieri/popolazione.Nei dati pubblicati dal Censis nel 46° rapporto sulla situazione sociale del Paese, risulta che il 76.6% della popolazione “apprezza il lavoro svolto da chi opera nei servizi sanitari e più di altri apprezzano gli infermieri” riconoscendo loro “un alto valore sociale e di aiuto”. Pur con livelli di formazione ormai universitari, gli infermieri incidono sulla spesa delle Aziende Sanitarie con costi decisamente inferiori ad altri laureati e con una proporzione dirigenti/operatori che si aggira mediamente intorno ad 1 a700 arrivando a picchi di 1 a 3/4000, forse il rapporto più basso tra tutte le professioni, sia nel pubblico che nel privato. Per contro, in sanità abbiamo casi non isolati di dirigenti che dirigono se stessi. L’attuale situazione di dissesto del SSN, non può certamente essere imputata agli infermieri. I “decisori di spesa” e coloro i quali generano da sempre domanda impropria, sono altri, ed è facile comprendere chi siano. Però, quando si tratta di tagliare, risparmiare, razionalizzare è più facile rivolgersi a chi esprime uno scarso potere hobbistico piuttosto che alle corporazioni più forti che fino ad ora hanno perseguito nelle organizzazioni sanitarie interessi economici e di parte.Tagliare sugli infermieri significa tagliare direttamente i diritti delle famiglie aggravandone il disagio prodotto dal contesto economico. Un infermiere che non può più recarsi al domicilio di un malato oncologico può accrescere il già elevato costo di assistenza , stimato dal CENSIS in 6884 euro/anno, della famiglia.La spending review può essere l’occasione per dare razionalità al sistema e per eliminare enormi sprechi, a patto che si sappiano individuare i giusti obiettivi.Gli Infermieri sanno di poter dire la loro in tema di razionalizzazione e chiedono da molto tempo di essere coinvolti nelledecisioni.Gli infermieri Dirigenti sostengono i loro colleghi e si propongono per avviare insieme proposte di miglioramento della spesa sanitaria, a patto che si eviti di continuare a mettere, come primo punto all’ordine del giorno, i risparmi sulla voce“assistenza”!

Comunicato Stampa del Comitato Infermieri Dirigenti

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I COLLEGI IPASVI DEL LAZIO INCONTRANO NICOLA ZINGARETTI giovedì, 31 gennaio 2013 @ 23:45Inviato da: Admin

“Infermieri protagonisti del cambiamento: no ai tagli, sì all'Osservatorio e al coinvolgimento dell'Ipasvi nella riscrittura del Piano sanitario regionale”

ROMA, 29 GEN - Si è tenuto presso la sede del Collegio Ipasvi di Roma il primo degli incontri tra gli infermieri laziali e i principali candidati alla presidenza della Regione.

In rappresentanza di circa 40mila iscritti, il Coordinamento dei Collegi Ipasvi del Lazio e il presidente del Collegio di Roma, Gennaro Rocco, hanno consegnato nelle mani di Nicola Zingaretti, leader del centrosinistra e primo ad accettare l'invito dell'Ipasvi, un articolato documento sulle priorità di governo del Sistema sanitario regionale. In primis, l'emergenza personale, legata alla carenza degli organici, ai continui tagli, al blocco degli stipendi, ai progressivi ridimensionamenti delle Uo e delle posizioni organizzative e di coordinamento. “Nel Lazio mancano all'appello 4.500 infermieri - ha ricordato Rocco - Inoltre, il consistente taglio retroattivo dei rimborsi alle strutture private convenzionate ha prodotto difficili vertenze sindacali e acuito l'incertezza sul futuro di altremigliaia di infermieri, per non parlare dei danni che noi tutti patiamo in conseguenza del blocco dei turn over”. Hanno partecipato all’incontro, alimentando il dibattito, i presidenti dei Collegi di: Frosinone, Paolo Masi; Latina, Maurizio Vargiu: Viterbo, Mario Curzi; Rieti, Felicia Stagno.Nel corso della serata, si è affrontato anche il tema della scarsa attenzione dedicata negli ultimi anni dalla Regione alla effettiva attuazione dei programmi diincentivazione e sviluppo dell'assistenza territoriale, vera alternativa alla massiccia e costosa ospedalizzazione del malato. Formule all'avanguardia come il care management, l'home nursing o il modello hub & spokes sono rimaste tutte sulla carta, pur incassando il vivo interesse da parte della professione. “Abbiamo tanto da dare ai nostri cittadini e alle istituzioni che ci governano: idee, energie, contributi scientifici e buone pratiche come quelle frutto del lavoro del nostro Centro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica - ha aggiunto Rocco -. Aspiriamo, in coscienza, a diventare protagonisti del cambiamento del Sistema sanitario regionale, come già lo siamo ogni giorno sui nostri posti di lavoro, così come in prestigiosi contesti internazionali”.“I nostri infermieri - ha concluso - hanno raggiunto livelli formativi di altissimo livello e certamente patiscono unsottodimensionamento delle loro aspettative professionali, nonché economiche”.Nicola Zingaretti, apprezzando il contributo e la disponibilità dell'Ipasvi, ha invitato gli infermieri laziali alla riscrittura del Piano sanitario regionale e alla partecipazione ad un Osservatorio delle professioni infermieristiche e sanitarie, da attivare nella nuova legislatura: “E' ora di dire basta ai tagli e alla politica dei ticket per ripianare il disavanzo, basta alle strategie ragionieristiche che non risolvono il problema del precariato e non garantiscono al cittadino il diritto alla salute così come concepito dalla Costituzione. Indaghiamo piuttosto nelle zone grigie dove ancora ci sono truffe e magagne che rallentano il risanamento. Servono pulizia, trasparenza, legalità: va rilanciata la centrale unica degli acquisti e va introdotta una valutazione per obiettivi delle figure apicali”.E a proposito della dirigenza in sanità, nel corso del dibattito è stata manifestata a Zingaretti l'esigenza dei rinnovi dei contratti della dirigenza infermieristica, così come di una particolare attenzione al ruolo svolto dai tanti infermieri che lavorano anche nell'ambito del privato accreditato. Il candidato del centrosinistra ha poi accettato con favore la richiesta dell'Ipasvi di prevedere un rappresentante della professione infermieristica all'interno della direzione generale del futuro assessorato alla Sanità . “Noto con piacere che siete una realtà solida e piena di risorse - ha infine commentato -: mi sa tanto che vi disturberò spesso, se sarò eletto presidente. La sanità laziale necessita di un vero e proprio modello di sviluppo e di organizzazione, che finora di fatto è mancato facendoci vivere in un clima di destrutturazione di vecchie architetture

cadenti. È giunta l'ora di cambiare tutto, con l'aiuto di chi, come voi, accetta senza timore questa difficile sfida”.

L’ORDINE DEGLI INFERMIERI DI ROMA: NO ALLA MOBILITA’

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ALL’IDI-SAN CARLOmartedì, 05 febbraio 2013 @ 18:05Inviato da: Admin

Apprendiamo con fortissima preoccupazione della decisione di porre in mobilità oltre 400 dipendenti, tra infermieri, medici, fisioterapisti, tecnici e amministrativi, contenuta nel Piano industriale che l’IDI-San Carlo avrebbe presentato in Tribunale per far fronte alla sua difficile situazione finanziaria. Un’ipotesi che lascia sconcertati e che, se confermata, getterebbe nel dramma centinaia di famiglie e renderebbe impossibile l’erogazione di importantissimi servizi sanitari ai cittadini. L’intera comunità infermieristica romana si oppone a questo trsite scenario e chiede che venga effettuato ogni sforzo per scongiurarlo.

A tal fine fa appello alle istituzioni coinvolte affinché individuino soluzioni diverse alla crisi finanziaria che ha investito l’Istituto, soluzioni che non possono penalizzare così brutalmente i lavoratori. Non può e non deve essere il personale, che finora ha meritoriamente garantito i servizi all’utenza in una condizione difficilissima e al prezzo di grandi sacrifici personali, a pagare per responsabilità che non ha. Non è questo il percorso che può rilanciare l’IDI-San Carlo. Rinunciare a tante professionalità e alle preziose esperienze maturate non potrà in alcun modo assicurare un futuro all’Istituto.

Alla politica chiediamo di impegnarsi concretamente e con la massima urgenza per scongiurare questi sciagurati tagli e invitiamo l’Azienda a ritirare la richiesta di mobilità per rinegoziare sulla base di presupposti diversi il Piano con il nuovo

governo regionale, ormai imminente.

I COLLEGI IPASVI DEL LAZIO INCONTRANO FRANCESCO STORACE giovedì, 14 febbraio 2013 @ 23:55Inviato da: Admin

ROMA, 13 FEB – Si è tenuto ieri il secondo incontro tra gli infermieri laziali e i principali candidati alla presidenza della Regione. In rappresentanza di circa 40mila iscritti, il Coordinamento dei Collegi Ipasvi del Lazio e il presidente del Collegio di Roma, Gennaro Rocco, si sono confrontati con Francesco Storace, leader del centrodestra. A lui è stato consegnato un articolato documento sulle priorità di governo del Sistema sanitario regionale: emergenza del personale, incentivazione e sviluppo dell'assistenza territoriale, adeguamenti contrattuali e rilancio del ruolo della dirigenza infermieristica. “I nostri infermieri - ha spiegato il presidente Rocco - hanno raggiunto livelli formativi di altissimo livello e certamente patiscono un sottodimensionamento delle loro aspettative professionali, nonché economiche. Inoltre, il blocco dei turn over sta bloccando lo sviluppo della nostra professione, a fronte di un deficit di personale infermieristico nelle nostre Asl stimato in 4.500 unità”.

Il candidato Storace ha garantito una piena valorizzazione della figura dell’infermiere di famiglia, dell’assistenza domiciliare integrata, e ha assunto precisi impegni riguardo lo sblocco delle vertenze in atto in molte aziende sanitarie e ospedaliere laziali. Semaforo verde per un rinnovato vigore della dirigenza infermieristica; semaforo rosso per il commissariamento della sanità regionale.

“Mai più figure tecniche, senz'anima e senza responsabilità nei confronti degli elettori, a decidere per la nostra salute - ha spiegato il leader del centrodestra -. Se tagli devono esserci, li decide chi ha il mandato popolare e non i robot mandati dal governo a devastare il territorio”. Quanto al suo programma, Storace ha dichiarato: “Il vero nodo del nostrosistema sanitario non è tanto quello di continuare a ridurre la spesa con tagli lineari, ma soprattutto quello di implementare la riqualificazione del Sistema. In poche parole, serve razionalizzazione, non razionamento. Attraverso la definitiva implementazione della riorganizzazione del servizio sanitario già progettata in questi tre anni di governo si realizzerà quella riforma strutturale del servizio che prima di tutto garantirà maggior sicurezza e salute e solo come

conseguenza determinerà anche minori costi per il suo funzionamento”.

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ELEZIONI: L'ULTIMO APPELLO DEGLI INFERMIERI DEL LAZIO domenica, 24 febbraio 2013 @ 01:16Inviato da: Admin

Considerata la drammatica situazione in cui versa la sanità a Roma e nel Lazio, con numerosi servizi e reparti sull'orlo del collasso e con migliaia di posti di lavoro a rischio, il Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio, in rappresentanza degli oltre 40.000 Infermieri iscritti, rivolge un ultimo accorato appello ai candidati alla Presidenza della Regione Lazio affinché, sin dal giorno successivo alle elezioni, ciascuno nel ruolo che l'elettorato avrà loro attribuito, operino sulla basedi pochi ma significativi impegni che invitiamo loro a sottoscrivere da subito.

Per salvare il Servizio Sanitario Regionale dal definitivo tracollo ed evitare drammatici risvolti per i cittadini, il Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio, chiede ai candidati Governatori di assumere i seguenti impegni

programmatici.

1. Adottare misure urgenti per superare l'attuale stato di precarietà, disoccupazione e sottooccupazione degli Infermieri; porre fine al blocco del turn-over e procedere alle assunzioni previste dalle dotazioni organiche attraverso regolari concorsi.

2. Affrontare con determinazione e risolvere in via prioritaria i problemi evidenziatisi per l'IdiSan Carlo e per gli altri Ospedali convenzionati in crisi.

3. Programmare una nuova organizzazione del lavoro puntando sulla valorizzazione della figura dell'Infermiere in tutte le sue prerogative, sia per l'attività clinica sia per il coordinamento dei servizi e la dirigenza.

4. Investire risorse adeguate sulla formazione di base dei futuri Infermieri e sui programmi ECM, affrontando seriamente le gravi criticità emerse negli ultimi anni.

Gennaro RoccoPresidente del Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio

Premio Salute dell’Unione Europea per i giornalisti: laureati 2013 giovedì, 28 febbraio 2013 @ 02:00Inviato da: Admin

I vincitori della quarta edizione del Premio Salute dell’Unione Europea per i giornalisti sono stati annunciati da Tonio Borg, Commissario Europeo alla Salute e alla Politiche per i Consumatori alla cerimonia di premiazione tenutasi a Bruxelles la scorsa settimana. Gli articoli vincenti, selezionati tra più di 550 articoli presentati dai giornalisti di tutta l’Unione Europea, trattano i problemi legati alla sanità e ai servizi sanitari. Inoltre è stato assegnato un “premio speciale” aggiuntivo su come smettere di fumare.

Il tema principale di questa edizione del Premio è stato, ancora una volta, la campagna “l’Europa per i pazienti”, che comprende una vasta gamma di temi sulla salute e la sicurezza del paziente. Il tema della vecchiaia attiva e in salute è stata aggiunta alla lista, alla luce del 2012 che è stato dichiarato l’Anno Europea per la Vecchiaia Attiva e la Solidarietà tra Generazioni. In più, per il secondo anno consecutivo, c’è stato un “premio speciale” su come smettere di fumare, un tema legato alla priorità della Commissione data alla lotta contro il fumo.

La selezione dei vincitori è stata fatta in due fasi. Le giurie nazionali hanno selezionato finalista nazionale per il tema principale e, in alcuni casi, un finalista per la categoria speciale su come smettere di fumare. La giuria dell’Unione Europea, composta da funzionari della Commissione Europea, da esperti di sanità pubblica e da giornalisti si sono ritrovati a Bruxelles per decidere sui 4 articoli vincenti. Tutti i finalisti sono stati invitati a Bruxelles per partecipare al Seminario sui Media e alla Cerimonia di premiazione.

Si seguito troverete una breve presentazione dei premiati:

al 1° posto: Petr Třešňàk che scrive per la rivista Respekt (Repubblica Ceca), per l’articolo “Avventure nel reparto 14”, che racconta la storia di un reparto di un ospedale psichiatrico con i casi

più difficili e di una infermiera dedicata che ha fatto la differenza: Adventures in ward 14

al 2° posto: Aibhe Jordan che scrive per Independent Medical (Irlanda), per l’articolo “Lo screening è uno spreco di denaro?” che affronta senza veli il dibattito sul valore e il costo-efficacia dello screening del cancro, in

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particolare sul cancro del seno: Is screening a waste of cash?

al 3° posto: Daniela Cipolloni che scrive per la rivista Oggi Scienza (Italia), per l’articolo “tutte quelle bugie messe in giro da banche del cordone ombelicale”, che affronta la controversia sulla conservazione del cordone ombelicale del neonato per una futura terapia medica: All those lies spread by umbilical cord banks

vincitore del premio speciale: Tobias Zick che scrive per la rivista NEON (Germania), per il suo profondo articolo “Aria pesante” che esplora come fumare sia diventato, in Germania, da “un vanto” a “una vergogna”, fornendo una panoramica dal punto di vista storico, politico, legale e filosofico del controllo del tabacco: Thick Air

Parlando della Cerimonia di premiazione, il Commissario Borg ha detto: “tutti e quattro i giornalisti premiati questa sera non hanno nulla da nascondere, sia per quanto riguarda gli argomenti che lo stile. Sebbene i temi siano diversi, come lasalute mentale, lo screening del cancro, le banche del cordone ombelicale e la lotta contro il fumo, il filo comune agli articoli vincenti è che affrontano problemi scomodi che richiedono un dibattito a livello di Unione Europea”.

Indagine tra gli Infermieri del Regno Unito: le unità operative sono carenti di personale

giovedì, 28 febbraio 2013 @ 02:04Inviato da: Admin

Il Nursing Times ha lanciato una votazione online su circa 600 dei suoi lettori su problemi come la carenza di personale,la sicurezza del paziente e sulla cultura dell’NHS. Più della metà degli infermieri ritiene che il loro reparto o la loro unità sia pericolosamente carente di personale e tre quarti hanno assistito a “cure scadenti” negli ultimi 12 mesi.Il Governo britannico ha detto che aveva aumentato il personale e che l’NHS stava assumendo centinaia di nuovi infermieri. Più del 57% degli intervistati ha descritto il proprio reparto o unità operativa talvolta o sempre “pericolosamente a corto di personale”.

“Tagliare gli infermieri avrà un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza e nello scenario peggiore potrà portare a morti evitabili”.

Di coloro che hanno riportato di una assistenza scadente, circa il 30% ha detto che accadeva regolarmente. Circa l’85%di coloro che lavorano in reparti generali hanno affermato che il rapporto tra numero di pazienti/infermiere era 8 o più a1, e il 44% ha dichiarato tale rapporto oltre 10 a 1.

Secondo Howard Catton, Funzionario politico del RCN, il rapporto medio in molti ospedali è inaccettabile: “dovremmo avere una guida nazionale chiara sui livelli sicuri di personale. Un infermiere ogni otto pazienti è già molto rischioso, dovrebbe essere intorno a un infermiere ogni cinque pazienti”.

Il Capo di UNISON, Gail Adams, ha dichiarato al Nursing Times che i risultati di questa indagine confermano una loro ricerca su questo problema condotta nel 2012.

“All’epoca meno del 10% degli infermieri dichiarava di poter erogare un’assistenza sicura, dignitosa e compassionevole in modo continuativo”.

Joyce Robins, co-direttore di Patient Concern, ha dichiarato che “’la mole di lavoro che si pretende da loro aumenta in continuazione, mentre il numero dell’organico resta sempre uguale. Poi si sentono tutte queste storie sugli gli infermieri che sono negligenti, ma la realtà è che gli infermieri non riescono a fornire assistenza perché sono troppo pochi e non hanno abbastanza tempo”.

Jenni Middleton, editore del Nursing Times, ha detto che il morale tra gli infermieri era molto basso: “se hai intrapreso questo lavoro perché volevi assistere e prenderti cura delle persone e poi non ti è possibile farlo, questo è molto deludente ed estremamente stressante perché ti senti incapace di fare quello per cui sei stato formato, perché non hai le risorse di supporto”.

Il Primo Ministro Britannico, David Cameron, ha riconosciuto che il Governo ha ancora molta strada da fare per migliorare gli standard dell’NHS. Egli, a gennaio, ha incoraggiato l’idea che gli infermieri controllino i pazienti ogni ora,

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in un pacchetto di misure per gli infermieri.

Proposta di Direttiva sulle “Qualifiche professionali”: il punto di vista degli inglesi

giovedì, 28 febbraio 2013 @ 02:06Inviato da: Admin

Il pacchetto di misure contenute nella Proposta di Direttiva che dovrebbero emendare la Direttiva 2005/36, adottata dal Comitato IMCO del Parlamento Europeo, sono state accolte dall’Ufficio Europeo del Servizio Sanitario del Regno Unito (NHS), come lo strumento per la “salvaguardia dei pazienti in Europa “ e come passo positivo in avanti. L’NHS raggruppa e parla a nome di tutto il SSN del Regno Unito.

Elisabetta Zanon, Direttore dell’Ufficio Europeo dell’NHS ha detto: “siamo lieti dei progressi fatti e continueremo ad aumentare l’attenzione sulle restanti aree di interesse”. La Zanon ha aggiunto: “l’NHS ha bisogno di garantire che vi siano i giusti controlli ed equilibri per proteggere i pazienti dall’esercizio pericoloso dei professionisti della salute.

Adottando gli emendamenti del Comitato IMCO, gli Europarlamentari hanno approvato le misure per aggiornare le norme che riguardano i medici e gli infermieri che si trasferiscono da un paese europeo all’altro per lavorare. Gli Enti Regolatori si assicureranno che i clinici siano in grado di parlare la lingua del paese in cui si trasferiscono, secondo i cambiamenti proposti.Gli europarlamentari, inoltre, hanno suggerito di creare un sistema di allerta, in modo che gli Stati Membri sappiano, entro 48 ore, se un clinico sia stato radiato dall’Albo del suo Paese di appartenenza. La speranza del Parlamento Europeo è di evitare che i medici “vadano in giro” da un paese europeo all’altro per curare i pazienti.

“Vogliamo che i professionisti della salute si muovano per l’Europa liberamente e usino la loro expertise, ma la nostra priorità deve essere la sicurezza del paziente” ha detto Elisabetta Zanon.

La formazione dei medici rimarrà di 5 anni, invece di essere aumentata di un anno. Questo anno aggiuntivo viene considerato “non necessario” dall’Ufficio Europeo dell’NHS. Insieme alle organizzazioni sanitarie del Regno Unito, come ilRoyal College of Nursing (RCN), l’Ufficio Europeo dell’NHS ha esercitato pressione politica per cambiare le proposte dellaCommissione Europea.

Il Direttore Generale e il Segretario Generale dell’RCN, il Dr. Peter Carter, ha detto che egli è rincuorato dal suggerimento di introdurre i test linguistici per i professionisti sanitari europei, “Questo garantirà che il personale sanitario sarà in grado di comunicare con i loro colleghi e i pazienti”.

L’RCN, membro dell’EFN, sembra essere soddisfatto delle decisioni del Comitato IMCO, nonostante avessero scritto in un precedente documento di posizione che loro “appoggiavano fortemente il requisito di minimo 12 anni di istruzione generale o equivalente per accedere alla formazione infermieristica, riflettendo la crescente complessità dell’assistenza sanitaria e il trend verso la formazione infermieristica universitaria”. Potete leggere il documento di posizione dell’RCN cliccando sul seguente link:http://www.rcn.org.uk/_data/assets/pdf_file/0003/434928/RCN_response_to_December_2011_Mutual_Recognition_of_Professional_Qualifications_legislative_proposals.pdf

E’ interessante sapere che in questo momento non ci sono reazioni ufficiali da parte dell’NMC (l’Ordine degli Infermieri edelle Ostetriche del Regno Unito) al Rapporto Vergnaud. Dopo la sua ristrutturazione, l’NMC è molto vicino al Ministero della Salute Britannico e ci saremmo aspettato che l’NHS prendesse in considerazione la posizione di vecchia data dell’Ordine Britannico degli Infermieri a favore dei “12 anni”.

Fonte: Nursing in Practice – Safeguards for patients in Europe announced

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Il CEPLIS partecipa al Workshop «Soluzioni Pubblicitari Globali per raggiungere i cittadini dell’UE»

domenica, 10 marzo 2013 @ 03:05Inviato da: Admin

Il 10 gennaio, il CEPLIS ha partecipato ad un workshop organizzato dall'agenzia di comunicazione TIPIK riguardante le possibilità per le organizzazioni europee di pubblicizzare di comunicare.Questo evento, che ha visto la partecipazione di esperti professionisti della comunicazione di diverse istituzioni e associazioni europee, c'è consentito di discutere delle opportunità e dei pericoli che esistano quando si lancia una campagna di comunicazione che abbia come target i cittadini europei: il 2013 sarà effettivamente "l'Anno Europeo del Cittadino".

Ms Nathalie Bobineau, Amministratore Delegato dei network internazionali presso France Télévisions Publicité International (France 2, France 3, TV5…), Ha aperto il workshop con una discussione generale sull'evoluzione e il consumo dei media da parte dei cittadini europei. Fornendo i dati di supporto, lei ha identificato i canali di comunicazione più appropriati per queste campagne. Abbiamo visto che la televisione rappresenta ancora un mezzo potente, sebbene Internet e in particolare Internet mobile siano in continua evoluzione.

Altre cifre impressionanti hanno dimostrato che Internet e la televisione sono complementari: il 73% degli utenti di Internet in Europe guarda la TV online e il 48% naviga su Internet mentre guarda la TV. (Fonte Mediascope Europe – giugno 2012)

La seconda parte del workshop era dedicato al dibattito sull’analisi dei bisogni di informazione dei cittadini e su come le associazioni e le istituzioni europee possono rispondere. Questo dibattito è stato molto interessante, specialmente in vista dei lavori del Gruppo di Lavoro “Comunicazioni” del CEPLIS e le nuove strategie che la nostra organizzazione potrebbe sviluppare. Abbiamo compreso meglio l’esigenza di creare una maggiore presenza elettronica (Twitter, Wikipedia ...), al fine di creare un’immagine credibile. Inoltre, è stato dimostrato come a seguito degli sviluppi

tecnologici un’organizzazione possa avere un numero elevato di seguaci a costi molto contenuti.

Il Tesoriere CEPLIS incontra gli europarlamentari per la creazione del gruppo del Parlamento UE per le Professioni Liberali

domenica, 10 marzo 2013 @ 03:10Inviato da: Admin

Mr. Armand Gersanois, Tesoriere del CEPLIS, ha recentemente incontrato diversi europarlamentari per discutere della possibilità di creare un Intergruppo del Parlamento europeo per le Professioni Liberali. La reazione generale degli europarlamentari è stata molto positiva.

Mr. Armand Gersanois ha recentemente avuto l'opportunità di incontrare diversi europarlamentari per presentare il progetto del CEPLIS relativo alla creazione di un "Intergruppo per le professioni liberali". L'obiettivo di questo gruppo sarà di mettere insieme i rappresentanti delle nostre professioni e gli europarlamentari per tenerli aggiornati sulle esigenze e le aspirazioni del nostro settore.

Mr. Gersanois ha sentito: - Mr. Joseph Daul, Europarlamentare Presidente del Gruppo del Partito Popolare Europeo, che l’ha ricevuto presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles il 30 gennaio.Mr. Daul è molto sensibile ai problemi delle professioni liberali in Europa e ha espresso il desiderio di far parte del gruppo nel prossimo futuro. - Mr. Kritonas Arsenis, Europarlamentare membro del Gruppo Socialdemocratico, anche lui interessato a partecipare in questo gruppo è particolarmente sensibile ai problemi del settore sanitario.Il nostro tesoriere ha anche incontrato i collaboratori di altri europarlamentari, come ad esempio Constance Le Grip

(PPE), Françoise Grossetête (PPE) e Sandrine Aries (EELV), anch'essi molto interessati al nostro progetto.

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CASO IDI-SAN CARLO." RICHIESTA DI INTERVENTO martedì, 19 marzo 2013 @ 08:38Inviato da: Admin

COMUNICATO STAMPA - 15 Marzo 2013Egr. Presidente Giunta Regionale del Lazio On.le Nicola Zingaretti

Egregio Presidente,come rappresentatoLe in occasione dell'incontro avvenuto nella sede del Collegio IPASVI di Roma il 29 Gennaio scorso, la comunità infermieristica romana è molto allarmata per i possibili effetti della vicenda Idi-San Carlo.Da ultimo, la conferma del piano di riduzione organica di 405 unità, di cui oltre il 20% di infermieri, rilancia i tratti di una vera e propria emergenza che mette a rischio il futuro di centinaia di professionisti sanitari e delle loro famiglie, conconseguenze devastanti sull'erogazione dei servizi ai cittadini che non potrebbe più essere garantita.

Gli infermieri auspicano fortemente che in un frangente così critico per la sanità romana e regionale la politica si faccia carico della gravissima problematica, così come le Sue più recenti dichiarazioni lasciano sperare, recitando un ruolo attivo nella vertenza ed operando concretamente per scongiurare i tagli annunciati.A tal fine, il Collegio IPASVI di Roma e Provincia confida in un Suo autorevole e immediato intervento e, sulla scia della disponibilità mostrata nell'incontro di febbraio, Le chiede di favorire al più presto un'occasione di confronto in cui poter offrire il contributo di idee degli infermieri per risolvere positivamente la vertenza.

In attesa di un positivo riscontro alla presente, colgo l'occasione per inviarLe i più cordiali saluti.

Il PresidenteDott. Gennaro Rocco

Un anno di pratica di base per tutti i futuri infermieri britannici mercoledì, 03 aprile 2013 @ 21:04Inviato da: Admin

Secondo il “Daily Teleghaph”, martedì 26 marzo, il Governo britannico ha annunciato che in futuro gli infermieri dovranno tutti passare un anno intero nei reparti dando da mangiare e lavando i pazienti, prima di essere abilitati al pieno esercizio della loro professione. Dopo i recenti scandali nell’NHS, molti parlamentari britannici hanno ritenuto che un ritorno all’assistenza di base sia fondamentale per la formazione dei nuovi professionisti. Perciò, in futuro, i giovani laureati dovranno trascorrere svolgendo il lavoro di “assistente sanitario”, occupandosi dei bisogni fondamentali dei pazienti, piuttosto che delle loro cure sanitarie.

Lo scorso lunedì, Jeremy Hunt, Ministro della Salute del Regno Unito, ha parlato a nome dei suoi colleghi: “la prima linea, l’esperienza pratica ed i valori devono viaggiare di pari passo con la formazione accademica”. Aggiungendo che “queste misure faranno sì che saranno reclutati solo i professionisti che avranno i valori giusti e ricevendo inoltre la formazione di cui hanno bisogno per fare bene il proprio lavoro, a affinché i pazienti vengano assistiti con compassione”.

I Ministri inoltre annunceranno che centinaia di migliaia di operatori sanitari, una professione non regolamentata, dovranno soddisfare gli standard minimi formativi e adottare un nuovo codice di condotta.

“Agli ospedali diciamo chiaramente di non inseguire solo gli obiettivi a tutti i costi. La cura dei pazienti deve assolutamente essere al centro di tutto quello che l’NHS fa” ha detto una fonte governativa. Tuttavia, i ministri appaionoindecisi sull’introduzione dell’obbligo legale di irreprensibilità etica per medici e infermieri. Ciò nonostante, sembra che essi vogliano che gli ospedali pubblichino informazioni più dettagliate, che permettano ai pazienti e agli esperti di identificare le cure e le terapie che sono sotto gli standard.

Come ha puntualizzato il Primo Ministro David Cameron, “se noi eleviamo questo profilo, se c’è in ogni reparto e in ogni

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ospedale, allora quando si presenterà un problema – come capitato al Mid Staffs, dove solo una piccola percentuale di personale che lavorava lì diceva di essere contento dell’ospedale – il semaforo giallo e rosso cominceranno a

lampeggiare molto prima e potremo intervenire con maggiore tempestività”.

Come esercitare la professione infermieristica in Francia mercoledì, 03 aprile 2013 @ 21:06Inviato da: Admin

L’Ordine Francese (ONI) è stato ufficialmente riconosciuto dalla Commissione Europea l’autorità competente per il riconoscimento delle qualifiche infermieristiche europeo, secondo la Direttiva europea 2005/36 e secondo la legge francese. Questa informazione è un segnale positivo per l’Ordine francese, l’“Ordre” può ora guardare al futuro con ottimismo.Proprio come i possessori di una laurea infermieristica francese, gli infermieri europei che desiderano lavorare in Franciadevono presentare un “dossier” con tutti i rispettivi documenti, seguendo quattro fasi:

1) Presentare domanda alla “Direction régionale de la jeunesse, des sports et de la cohésion sociale” (DRJSCS) che verificherà se la formazione soddisfa i requisiti dell’Articolo 31 della Direttiva 2005/36/EC, che corrisponde alla laurea di infermiere responsabile di ’assistenza generale, cfr. articolo 21 dell’attuale Direttiva 2005/36/EC;

2) Fare un’intervista per verificare se la conoscenza della lingua francese è sufficiente per esercitare la professione in Francia. La circolare DGOS/RH2/2011/169 dell’11 maggio 2011 (NOR: ETSH1112983C) sancisce che l’Ordine degli Infermieri è l’unico che ha giurisdizione per verificare le conoscenze della lingua francese;

3) Trovare un datore di lavoro che gli darà un certificato di lavoro (soggetto all’iscrizione ADELI);

4) Iscriversi al Registro ADELI del DT ARS (Agenzia Sanitaria Regionale).

Infermieri e Ostetriche rivestono un ruolo chiave nella prevenzione, nel trattamento e nella gestione delle malattie croniche

mercoledì, 03 aprile 2013 @ 21:08Inviato da: Admin

Secondo un recente rapporto dell’OMS intitolato “Aumentare la capacità di infermieri e ostetriche di contribuire alla prevenzione, al trattamento e alla gestione delle malattie non contagiose”, redatto dalla Facoltà di Infermieristica dell’Università della California – Los Angeles (UCLA), gli infermieri e le ostetriche potrebbero avere un impatto maggioresull’evoluzione dei comportamenti legati alla salute e alla riduzione dei fattori evitabili nelle malattie croniche. Il rapporto presenta molti esempi di procedure allo scopo di sottolineare l’importanza della nostra professione nell’educazione dei pazienti, in particolare per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, dei tumori, delle malattie respiratorie croniche e del diabete.

Queste quattro malattie non contagiose sono responsabili del 60% dei decessi a livello mondiale e questa percentuale continua a crescere in tutte le regioni del mondo. Gli infermieri e le ostetriche non solo rappresentano più del 50% deglioperatori sanitari nella maggior parte dei paesi nel mondo, ma sono anche i professionisti più qualificati per cambiare lostile di vita dei pazienti e aumentare la loro consapevolezza, come dimostrato in questo rapporto.

Gli autori presentano alcuni esempi di interventi concreti, dimostrando il significativo impatto dell’azione infermieristica per aumentare la consapevolezza della salute nei pazienti e le loro comunità, realizzando la riduzione dei costi a fronte di una migliore qualità dell’assistenza sanitaria.La “lotta contro il fumo” è un buon esempio di come gli infermieri possono giocare un ruolo importante nella prevenzione del fumo.In conclusione, incoraggiamo gli enti di formazione infermieristica a sviluppare dei programmi focalizzati sul ruolo degli infermieri nell’elaborazione di consigli per uno stile di vita intelligente e il finanziamento di più ricerca infermieristica in

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questo campo.Inoltre, il rapporto suggerisce che gli infermieri e le ostetriche dovrebbero svolgere un ruolo più attivo nel processo decisionale delle linee politiche, specialmente per quanto riguarda le linee politiche della ricerca, della formazione e dell’esercizio della professione, sottolineando che è essenziale che gli infermieri, le ostetriche e le loro organizzazioni assumano un ruolo di leadership nel lavorare a fianco di coloro che prendono le decisioni politiche al fine di promuovereil ruolo della pratica infermieristica nella riduzione dei fattori di rischio. Questo ruolo dovrebbe costituire un aspetto essenziale della pratica clinica a tutti i livelli.

Il rapporto è disponibile su: http://www.who.int/hrh/resources/observer12/en/index.html

In ricordo della Collega Michela Fioretti venerdì, 19 aprile 2013 @ 22:22Inviato da: Admin

Il Collegio IPASVI di Roma esprime sconcerto e dolore per l’efferato delitto di Acilia in cui ha perso la vita la collega Michela Fioretti, infermiera del reparto di Emodialisi dell’Ospedale Grassi di Ostia.

La brutalità dell’ennesimo femminicidio e la figura mite della povera Michela, da tutti considerata una bravissima collega, sempre disponibile e pronta al sostegno generoso del prossimo, ci lascia attoniti e disorientati.Una tragedia della follia che pesa come un macigno su tutti noi e sulla nostra società, colpevole di non aver capito per tempo il dramma familiare di Michela e di aver snobbato le sue reiterate richieste di aiuto.

In questo momento così doloroso, il Collegio si stringe attorno alla famiglia di Michela in un abbraccio fraterno disolidarietà e di affetto.

Gli infermieri si propongono di partecipare alle scelte politiche sabato, 04 maggio 2013 @ 09:30Inviato da: Admin

In vista delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio prossimi che coinvolgeranno Roma e altri 15 Comuni della provincia, si invitano tutti infermieri iscritti in corsa per i Consigli Comunali e Municipali a segnalare la propria candidatura al Collegio per la pubblicazione in un apposito link di questo sito.

Avere più infermieri all’interno degli organismi decisionali fa bene alla politica e ai cittadini. Perciò scegliere di votare un infermiere vale doppio.

Per segnalare la propria candidatura via e-mail: [email protected]

CENTRO DI ECCELLENZA, COSTITUITO IL COMITATO ETICO giovedì, 09 maggio 2013 @ 23:58Inviato da: Admin

Il Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica, nato in seno al Collegio Ipasvi di Roma, ha presentato ieri, in occasione del IV workshop internazionale, i membri del proprio Comitato Etico. Si tratta di una tappa ineludibile nell'evoluzione di un ente di cultura e ricerca sanitaria, al fine di garantire la sostenibilità etica degli studi e dei progetti formativi proposti e attivati finora.

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Il seminario, ospitato nell'Auditorium del ministero della Salute, ha rappresentato un'occasione di analisi e di confronto, alla presenza di insigni studiosi italiani e stranieri, particolarmente esperti su tali temi applicati alla ricerca infermieristica. Una variegata ricchezza di energie che si evince scorrendo i nomi del neonato Comitato, formato da: Ann Gallagher (Regno Unito), Karen Holland (Regno Unito), Martin Johnson (Regno Unito), Stefano Semplici (Italia), Annalisa Silvestro (Italia), Antonio Gioacchino Spagnolo (Italia), Roger Watson (Regno Unito).

Il Direttore del Centro di Eccellenza, Gennaro Rocco, dopo aver reso conto dei 43 progetti già avviati e dei 35 attualmente in corso, in collaborazione con Università, Asl, Società Scientifiche, Irccs, ha augurato buon lavoro al board internazionale: "Siamo consapevoli che una disciplina si mantiene viva e si sviluppa solo se è in grado di innovarsi, di evolversi, di esplorare nuove conoscenze e poi di sperimentarle sul campo. Noi tentiamo di farlo ispirandoci ai valori etici e deontologici ai quali la professione infermieristica da sempre si riferisce".

Nel contesto scientifico italiano, stando al decreto legislativo 211/03, la definzione di Comitato Etico è la seguente: "Un organismo indipendente, composto da personale sanitario e non, che ha la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela, esprimendo, ad esempio, un parere sul protocollo di sperimentazione, sull’idoneità degli sperimentatori, sull’adeguatezza delle strutture e sui metodi e documenti che verranno impiegati per informare i soggetti e per ottenereil consenso informato". Formulazione in linea con il recente decreto ministeriale datato 8 febbraio 2013: "I comitati etici sono organismi indipendenti cui sono attribuiti specifiche competenze che hanno la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della

sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela".

IL REPARTO DIALISI DEL GRASSI DI OSTIA INTITOLATO A MICHELAFIORETTI

martedì, 21 maggio 2013 @ 22:02Inviato da: Admin

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha preso parte alla cerimonia di intitolazione del reparto di Dialisi dell’Ospedale Grassi di Ostia alla memoria della nostra cara collega Michela Fioretti, barbaramente uccisa dal marito ad Acilia con quattro colpi di pistola.L’occasione è stata propizia per ricordare la figura di Michela, una collega brava, mite, disponibile. La sua tragica fine halasciato un vuoto incolmabile in tutto il personale del Grassi che l’ha apprezzata e le ha voluto bene. Un sacrificio, il suo,che una volta di più fa emergere il fenomeno infernale del femminicidio, una violenza di genere estrema che ci lascia sbigottiti e increduli. Un epilogo che poteva e doveva essere evitato alla luce delle ripetute denunce della povera Michela.

Tre mesi prima dell’omicidio, il Pm della Procura di Roma aveva chiesto la misura cautelare per il suo aguzzino, ma il provvedimento era stato bocciato dal Gip. Nel capo di imputazione sono riportate le minacce subite dalla donna, perseguitata per strada, in casa e anche sul posto di lavoro. Proprio qui, con le colleghe più intime del reparto Dialisi dove lavorava, Michela si confidava, esternava le sue paure, mostrava gli sms contenenti minacce e intimidazioni di ogni genere. La sua uccisione è una sconfitta per tutti, una cicatrice aperta nella società di oggi.

Il Collegio IPASVI di Roma si unisce al dolore degli infermieri del Grassi e sottoscrive l’appello contenuto nello striscione appeso in reparto dai colleghi di Michela: “Mai più denunce inascoltate!”.Al presidente Zingaretti chiediamo di mettere in campo politiche efficaci contro la violenza di genere e di tenere fede all’impegno assunto all’indomani della tragedia con le due figliolette di Michela, di 6 e 10 anni, affinché le istituzioni offrano loro un sostegno concreto in un frangente tanto spaventoso per due giovani vite così duramente segnate dal

destino.

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Studenti Infermieri alla “Race For The Cure” mercoledì, 22 maggio 2013 @ 02:49Inviato da: Admin

Come ogni anno, anche questa edizione 2013 della “Rome Race for the cure” organizzata dalla Komen Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione del tumore al seno ha fatto centro.

In migliaia hanno animato la maratonina non competitiva che contraddistingue la manifestazione e, fra questi, moltissimi infermieri provenienti da Roma e da tutto il Lazio.

Con loro anche un nutrito gruppo di studenti del Corso di Laurea in Infermieristica del San Giovanni-Addolorata che hanno collaborato al successo della giornata anti-cancro con il loro impareggiabile entusiasmo.

Il Coordinamento Ipasvi Lazio in Consiglio Regionale: subito in cantiere progetti pilota per assistenza territoriale

venerdì, 24 maggio 2013 @ 17:23Inviato da: Admin

23/05/2013 - Il presidente della commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena (Pd), ha incontrato il coordinamento regionale Collegi Ipasvi (che rappresenta i circa 42mila infermieri del Lazio iscritti all'Albo professionale), guidato dal presidente del Coordinamento Regionale dei Collegi Provinciali IPASVl del Lazio, Gennaro Rocco. Presenti anche il vice presidente del Collegio provinciale di Frosinone, Gennaro Scialò; del Collegio di Viterbo, Mario Curzi; e Valentino Coppola, vice presidente del Collegio di Latina.

Sul tavolo, proposte concrete per avviare un ripensamento del modello gestionale e assistenziale della sanità regionale, partendo dalla domanda di salute di una popolazione sempre più caratterizzata da mancanza di prevenzione, ricorso improprio a strutture ospedaliere, problematiche legate all'invecchiamento e alla presa in carico su base domiciliare della fase post-acuzie.I rappresentanti degli infermieri laziali hanno consegnato al presidente Lena un dettagliato documento sulle priorità da affrontare. In primis, la cronica mancanza di unità infermieristiche rispetto ai bisogni assistenziali e la delicata questionedel precariato di tutto il personale sanitario.

A seguire, la sperimentazione di nuovi modelli di assistenza sul territorio e un rinnovato impulso, su base regionale, del programma di Educazione Continua in Medicina (Ecm), i cui crediti formativi sono obbligatori per chi opera nel pubblico come nel privato. Infine, è stata affrontata la necessità di garantire risorse adeguate alle sedi universitarie distaccate presso Asl e Aziendeospedaliere per incentivare la formazione "sul campo" e non solo in aula degli infermieri del futuro.

Il presidente Lena, dicendosi disposto sin da subito a fare un'attenta ricognizione dei vari profili di precariato presenti nel Sistema sanitario laziale, non ha escluso un deciso intervento della Regione su ipotesi di progressive stabilizzazioni, con regole e tempi certi.

"Dobbiamo però tutti comprendere - ha precisato - che talvolta è utile fare un passo indietro ognuno nel suo piccolo per far fare un balzo in avanti alla nostra sanità rispetto a situazioni di comodo e di inefficienza che si protraggono da anni. Aver affrontato con successo in Commissione l'internalizzazione dell'Asp, ad esempio, dà la misura di quanto vogliamo metterci in gioco in prima persona, ripensando radicalmente il modo di fare sanità della nostra Regione. Adesso tocca anche a voi professionisti sanitari, chiamati a dare un leale e costruttivo contributo senza arroccamenti e difese a oltranza di posizioni di categoria".

I Collegi Ipasvi e la presidenza della Commissione hanno concluso l'incontro con l'impegno a progettare dei percorsi sperimentali per istituire la figura dell'infermiere di famiglia in alcune zone "campione" del Lazio, attraverso degli interventi a costo zero, che facciano leva unicamente sulla rimodulazione delle risorse già in carico alle Asl. Inoltre, il Coordinamento Ipasvi produrrà uno studio sui risparmi garantiti dall'entrata in funzione di ambulatori infermieristici sul territorio.

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Concordata, infine, una ricognizione puntuale sulle risorse infermieristiche con contratti atipici e precari presenti ad ogginel Sistema sanitario regionale.

Al via il nuovo studio del Centro di Eccellenza - la Ricerca Infermieristica entra nelle carceri

mercoledì, 05 giugno 2013 @ 17:37Inviato da: Admin

Per la prima volta la ricerca infermieristica entra nelle carceri italiane grazie ad uno studio sperimentale multicentrico avviato in questi giorni dal CECRI (Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica) promosso dal CollegioIPASVI di Roma.La ricerca coinvolge diversi istituti penitenziari e almeno 50 pazienti diabetici detenuti.L'obiettivo scientifico è quello di misurare il livello di educazione terapeutica del detenuto affetto da malattia cronica e dimigliorarne l'adesione alle cure prescritte.Le condizioni di reclusione sempre più critiche nelle carceri italiane e il bisogno di salute che cresce nella popolazione detenuta necessitano di uno sforzo ulteriore nella prevenzione e nel trattamento delle patologie. Ciò con particolare riferimento alle malattie croniche che richiedono un rispetto scrupoloso e consapevole della terapia. Fra queste, il diabete rappresenta una delle patologie più diffuse nella popolazione detenuta.

In tale contesto, l'intervento infermieristico si dimostra significativamente efficace.

L'infermiere opportunamente formato riconosce i bisogni assistenziali, individua le priorità, eroga la necessaria assistenza e fornisce informazioni corrette al paziente detenuto diabetico.Lo studio punta a fornire agli infermieri che operano in ambito penitenziario competenze specifiche dell'educazione terapeutica e nella metodologia della ricerca. Attraverso una serie di eventi formativi (tutti accreditati ECM) presso gli istituti di pena partecipanti al progetto, gli infermieri vengono addestrati all'uso del protocollo di ricerca e ad analizzarne l'impatto sul miglioramento delle condizioni di salute dei detenuti diabetici."La ricerca si inserisce perfettamente nelle linee strategiche del Centro di Eccellenza sottolinea il presidente del Collegio degli infermieri di Roma e direttore del CECRI, dr. Gennaro Rocco - per i suoi possibili effetti sulle aree di maggiore fragilità sociale come quella delle comunità confinate. In questo campo l'impegno del Collegio è massimo e non ci stancheremo di sostenere programmi di lavoro che valorizzino gli aspetti umani, relazionali e deontologici della professione infermieristica".

Il nuovo progetto di ricerca del CECRI prevede cinque fasi, coinvolge gli infermieri delle aree sanitarie delle carceri interessate nella raccolta dei dati e si articola in modo fortemente interattivo in un fitto programma di lezioni magistrali, esercitazioni in aula, discussione di casi clinici e role playing.Lo studio è partito nei giorni scorsi con il primo evento formativo svolto a Roma e terminerà fra un anno con la

presentazione dei risultati.

Scompenso cardiaco, gli Infermieri misurano il self care dei pazienti

giovedì, 13 giugno 2013 @ 01:25Inviato da: Admin

Gli infermieri misurano il livello di self care dei pazienti cardiopatici italiani e scoprono che 1'80% non segue adeguatamente le cure, con conseguenze negative sull'efficacia delle terapie e sui costi del trattamento. E' quanto emerge dal workshop organizzato a Roma dal Collegio IPASVI il 4 giugno scorso, presso la sede di via Farnese dell'Enpapi (l'ente nazionale di previdenza degli infermieri), sul tema "Aggiornamenti nel self care del paziente con scompenso cardiaco".

Protagonista dell'incontro la professoressa statunitense Barbara Riegel, docente di Scienze Infermieristiche alla

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University of Pennsylvania ed editor del "Journal of Cardiovascolar Nursing", ricercatrice di fama mondiale con alle spalle oltre 300 pubblicazioni sul tema dello scompenso cardiaco. La Riegel ha illustrato le ultime acquisizioni scientifiche sul tema e lo strumento messo a punto dal suo gruppo di ricerca per misurare il grado di self care nei pazienti affetti da questa patologia, un protocollo adottato oggi in 30 Paesi.

Lo scompenso cardiaco, nelle forme conclamata e asintomatica, colpisce in Italia circa 3 milioni di persone (quasi il 5% della popolazione generale). Ne soffrono soprattutto gli anziani ultra 75enni, con la percentuale che sale fino al 10% deltotale. La ricerca effettuata dalla professoressa Riegel su un campione di 1.192 pazienti italiani affetti da scompenso cardiaco per la misurazione del grado di self care calcola che circa 1'80% dei malati non è in grado di aiutarsi in modo appropriato nella gestione della terapia.Le conoscenze consolidate dalla letteratura scientifica internazionale confermano che un self care inadeguato produce un abbassamento della qualità di vita e un aumento della riospedalizzazione del paziente e dell'utilizzo dei servizi di emergenza, con un sensibile aggravio dei costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale.

L'esperienza messa a punto in questi anni dalla Riegel ha prodotto un modello di self care che esalta i benefici della terapia e riduce notevolmente il rischio di complicazioni. Consiste nel monitorare giornalmente i sintomi, controllare la presenza di edemi agli arti inferiori e l'aderenza ai trattamenti terapeutici con l'assunzione regolare dei farmaci prescritti, intervenendo sui sintomi in caso di riacutizzazione della malattia.Il workshop apre uno scenario importante per la formazione degli infermieri ai quali compete un ruolo chiave nell'educazione del paziente alla pratica del self care e nell'istruzione dei familiari a supportarlo in tal senso. Infatti, i dati sulla realtà italiana presentati dalla professoressa Riegel forniranno la base per un imminente studio finanziato dal CECRI (Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica) che punta a migliorare il livello di self care nei pazienti con scompenso cardiaco educandoli alle migliori pratiche.

"Un confronto importante per la nostra comunità professionale con una delle maggiori autorità scientifiche in questo campo - commenta il dottor Gennaro Rocco, presidente del Collegio IPASVI di Roma - L'iniziativa rientra nei nostri programmi di alta formazione infermieristica e lavoriamo molto per produrre linee guida e orientamenti che migliorino l'assistenza ai pazienti e la loro qualità di vita. Il tema del self care nello scompenso cardiaco, in particolare, incide profondamente sull'aderenza alle terapie e sull'efficacia stessa delle cure, risultando perciò uno strumento prezioso".

L’Ordine Francese degli Infermieri venerdì, 14 giugno 2013 @ 02:31Inviato da: Admin

L’Ordine Francese Regolatore degli Infermieri ha fissato le prossime elezioni ordinarie nazionali per il 7 novembre 2013 e le elezioni regionali e distrettuali per aprile e giugno 2014.Secondo il “Codice della Sanità Pubblica”, è compito del Consiglio Nazionale dell’Ordine Francese degli Infermieri stabilire le date delle elezioni distrettuali e regionali e del Consiglio Nazionale.A novembre sarà rinnovato la metà del Consiglio Nazionale, composto da 52 membri che rappresentano nove collegi elettorali “inter-regionali”. Dato che gli attuali mandati scadranno il 25 novembre, la data delle elezioni per il Consiglio Nazionale è stata fissata per il 7 novembre 2013.Tutti gli infermieri iscritti al Collegio almeno due mesi prima della data delle elezioni avranno il diritto di votare per i

consigli distrettuali, che a loro volta eleggeranno i consiglieri regionali.

GIORNATA DEI DIRITTI DEL PAZIENTE - Commissione Europea - 16 aprile 2013

venerdì, 14 giugno 2013 @ 02:33Inviato da: Admin

Il 16 maggio 2013, la “Rete Cittadinanza Attiva” ha organizzato la Giornata dei Diritti del Paziente. L’evento ha coinvolto 21 Paesi, 40 Associazioni nazionali ed europee sanitarie, professionisti, esperti del sistema sanitario, ospedali e

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rappresentanti della Commissione Europea, del Parlamento Europeo, del Comitato Economico e Sociale Europeo, e istituzioni nazionali e regionali. Di questa occasione, ci piacerebbe condividere con voi le idee principali del discorso della signora Coggi.Come ben sapete, nella Direttiva sull’assistenza sanitaria trans-frontaliera, c’è l’obbligo per gli Stati Membri di coinvolgere tutti i pazienti e le organizzazioni dei pazienti, non solo quelle con un interesse specifico nell’assistenza sanitaria trans-frontaliera in sé. I pazienti traggono dei benefici dalle azioni dell’Unione Europea e a tal proposito Paola Testori Coggi è stata lieta di annunciare che la Commissione sta pubblicando un Memo che evidenzia i 10 benefici reali che l’Unione Europea dà ai pazienti (vedi: http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-432_en.htm?locale=en ).

Anche se fornire l’assistenza sanitaria ai pazienti è una responsabilità delle autorità nazionali, Paola Testori Coggi ha detto che l’Unione Europea ha ancora un ruolo importante da giocare nello stabilire diritti “concreti”, nell’aumentare la consapevolezza e nel delineare le regole fondamentali per le linee politiche.

Paola Testori Coggi ha illustrato un esempio evidenziando alcuni di questi benefici. Presto ogni paziente avrà accesso alle informazioni sulla qualità e sugli standard di sicurezza adottati in ogni Stato Membro. Se un paziente decide di andare all’estero per una terapia, lei o lui potrà verificare, attraverso il Punto di Contatto Nazionale del paese in cui si effettuerà la terapia, quali standard di qualità e sicurezza vengono applicati in quel Paese, quali ospedali o quali medici li soddisfano e come viene monitorata l’adesione.

I Punti di Contatto Nazionali inoltre forniranno le informazioni ai loro cittadini circa i loro diritti e i principi che regolano l’assistenza sanitaria trans-frontaliera. Perciò saranno una fonte esaustiva di informazioni riguardo il sistema sanitario nel loro Stato Membro. Questo aumento di informazioni e di trasparenza in tutta l’Unione Europea ha un grande potenziale. Questa è una ragione per la quale la Commissione dà grande importanza all’obbligo dei Punti di Contatto di consultarsi regolarmente con le organizzazioni dei pazienti sul corretto svolgimento dei loro compiti e doveri. Paola Testori Coggi ha spiegato che la Commissione auspica di sentire presto le associazioni di pazienti sulle loro esperienze dicollaborazione con i Punti di Contatto Nazionali.

La Commissione, perciò, pensa che le organizzazioni dei pazienti abbiano un ruolo cruciale da giocare nel comparare sistematicamente la qualità, la presentazione e il contenuto delle informazioni fornite ai pazienti. Questi, a a loro volta, forniranno a queste organizzazioni le informazioni di cui necessitano per identificare le migliori pratiche oppure gli approcci più utili, per esempio, nel monitorare la qualità e gli standard di sicurezza.

Le organizzazioni dei pazienti hanno l’opportunità di dare un autentico stimolo al loro compito di tutela. Paola Testori Coggi ha invitato queste organizzazioni a cogliere questa occasione e ha chiesto a loro di condividere con la Commissione le loro esperienze – buone, cattive o indifferenti – di come questi nuovi obblighi vengano messi in pratica.Ciò è vitale per permettere alla Commissione di comprendere come si stia realmente “lavorando” sul campo.

Paola Testori Coggi ha concluso enfatizzando il ruolo degli stakeholder e dei cittadini: “il vostro contributo al lavoro dell’Unione Europea è cruciale”. Siete una fonte essenziale di informazioni su come stanno funzionando le cose sul campo e quali passi politici dovrebbero essere considerati. I vostri legami e le vostre reti vi permettono di comunicare leinformazioni sui diritti a chi ha bisogno di conoscerli. Inoltre, dato che tutto quello che facciamo aiuta a migliorare la

situazione dei pazienti, persone come voi possono dirci se noi non stiamo raggiungendo questo obiettivo”.

Riunione della FEPI presso la DG MARKT venerdì, 14 giugno 2013 @ 02:43Inviato da: Admin

Lo scorso 14 maggio, presso il DG MARKT, il Prof. Koutroubas, per conto della FEPI, ha incontrato presso la DG MARKT il Capo Unità per il “Libero movimento dei Professionisti”, Mr. Jürgen Tiedje, e il funzionario, la Signora Alma Basokaite, che ha sostituito il Mr. Andras Mogyoro nel team di Mr. Tiedje.Lo scopo della riunione in questione era di presentare la FEPI alla signora Basokaite (un’eccellente prima opportunità per distribuire il nostro nuovo Kit Stampa) e parlare dell’evoluzione della negoziazione “triangolare” relativa all’adozione della proposta di Direttiva che emenderà la Direttiva 2005/36 (Qualifiche Professionali).

Mr. Tiedje e la Signora Basokaite hanno confermato che non ci si aspetta un grande cambiamento dallo stato attuale delrapporto Vergnaud e che è atteso un accordo politico entro la fine di giugno, che posticipa l’adozione formale del testo al semestre di Presidenza Lituana del Consiglio (luglio – dicembre 2013).

I nostri interlocutori della Commissione hanno sottolineato l’importanza che essi attribuiscono al progresso scientifico e

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tecnologico, e in particolare a problemi come quello della e-health! Essi hanno inoltre insistito sul fatto che per loro, rendere la formazione professionale continua obbligatoria per tutti i professionisti, è per certi versi eccessivo per i professionisti transfrontalieri.

L’incontro ci ha lasciato con un’impressione positiva e con la promessa che la Commissione considererà presto le nostre proposte (specialmente quelle riguardanti le competenze). In futuro, speriamo di lavorare bene con Mr. Tiedje e la Signora Basokaite.

LO SDEGNO DEGLI INFERMIERI PER LA VILE AGGRESSIONE DI SAN BASILIO

lunedì, 17 giugno 2013 @ 11:18Inviato da: Admin

"Un’aggressione che ha dell’incredibile, inaccettabile sotto ogni profilo e che genera lo sdegno di tutta la comunità infermieristica romana oltre a un profondo stato di preoccupazione. Ai colleghi coinvolti va tutta la nostra solidarietà umana e professionale". Così il presidente del Collegio IPASVI di Roma e Provincia, dottor Gennaro Rocco, interviene per censurare duramente quanto avvenuto il 12 giugno scorso nella capitale, in zona San Basilio, dove l’equipaggio di un’ambulanza del 118, accorso dopo una lite stradale che ha causato un morto e un ferito, è stato selvaggiamente aggredito e malmenato da un gruppo di persone.

"Il nostro pensiero va all’infermiere ed agli altri colleghi rimasti feriti mentre facevano il loro difficile lavoro per cercare di salvare una vita – aggiunge il dottor Rocco - Da troppo tempo, ormai, denunciamo violenze e aggressioni di ogni genere nei confronti degli infermieri che, sebbene impegnati in diversi ambiti sanitari, svolgono comunque un ruolo di front-line con l’utenza, esponendosi così ai rischi del caso. E’ una condizione che, unita al superlavoro dettato dalla carenza degli organici e ai turni ripetuti e massacranti, si rende ormai inaccettabile. Chiediamo perciò un duplice intervento alle autorità sanitarie affinché affrontino urgentemente la grave carenza di personale infermieristico e alle autorità di pubblica sicurezza perché predispongano servizi mirati alla tutela dei sanitari impegnati nei Pronto Soccorso o negli interventi di emergenza sul territorio".

Il presidente del Collegio IPASVI di Roma conclude auspicando il massimo rigore da parte della magistratura nel condannare gli autori dell’efferato agguato e ribadendo la vicinanza della comunità professionale ai colleghi aggrediti.

IL GOVERNO E LA REGIONE APRONO ALLE ISTANZE DEGLI INFERMIERI ROMANI

martedì, 18 giugno 2013 @ 21:05Inviato da: Admin

UNA SANITA’ PIU ‘ VICINA AI CITTADINI E CHE PUNTA SULL’ALTA FORMAZIONESi rinnova la presenza del Collegio Ipasvi di Roma a Sanit, il Forum Internazionale della Salute che celebra quest’anno lasua decima edizione (18-21 giugno, Palazzo dei Congressi di Roma). Per tutte e quattro le giornate dedicate all’evento, il Collegio capitolino, presieduto da Gennaro Rocco in rappresentanza di circa 31mila infermieri iscritti all’Albo professionale, propone eventi formativi, con rilascio di crediti per il programma di Educazione Continua in Medicina. Al convegno inaugurale di oggi (18 giugno 2013), dedicato al tema dell'etica nell'agire professionale, hanno preso parte anche due ospiti di eccezione: il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il presidente della commissione Politiche sociali e Salute del Consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena.

Il presidente Rocco, nella sua introduzione, ha puntato su proposte concrete per avviare un ripensamento del modello gestionale e assistenziale della sanità regionale, partendo dalla domanda di salute sempre più caratterizzata da mancanza di prevenzione, ricorso improprio a strutture ospedaliere, problematiche legate all'invecchiamento e alla

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presa in carico su base domiciliare della fase post-acuzie. Il ministro Lorenzin ha sottolineato "il ruolo peculiare svolto dagli infermieri in Italia e nel mondo" e si è detta "sicura di nuovi percorsi di valorizzazione della professione, in un contesto in cui, stando alle stime in possesso del Dicastero, verranno sempre più a mancare, nel Ssn, figure altamente specializzate, in ambito medico e non medico". La chiave di volta, dunque, è ancora una volta la formazione e la ricerca, temi da sempre cari al Collegio Ipasvi, come dimostrato daicorsi Ecm organizzati gratuitamente presso la propria sede o direttamente in azienda; così come dai risultati ottenuti dalCentro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica.

Il presidente Lena ha invece invitato l'Ipasvi a progettare e a consegnare alla Regione dei percorsi sperimentali per istituire la figura dell'infermiere di famiglia in alcune zone "campione" del Lazio, attraverso degli interventi a costo zero, che facciano leva unicamente sulla rimodulazione delle risorse già in carico alle Asl. "L'ora del cambiamento è arrivata e le recenti decisioni assunte dal commissario Zingaretti su trasparenza e razionalizzazione dei costi lo stanno ampiamente dimostrando - ha spiegato -. Sono certo che in questo clima di ripensamento del modello sanità nel Lazio ilcontributo di voi infermieri sarà decisivo e prezioso per tutti noi". "Accogliamo con favore le significative aperture che il ministro Lorenzin e il presidente Lena hanno fatto oggi alle istanze degli infermieri di Roma e di tutto il Lazio - ha commentato in chiusura il dottor Rocco – Come sempre, siamo pronti a collaborare fattivamente ma anche attenti a che gli impegni ribaditi dal Governo e dalla Regione non vengano

disattesi".

GLI INFERMIERI INDIGNATI PER LE NUOVE AGGRESSIONI AGLI EQUIPAGGI DEL 118

venerdì, 21 giugno 2013 @ 02:28Inviato da: Admin

IL PRESIDENTE DEL COLLEGIO IPASVI: ORA BASTA, INTERVENGANO LE AUTORITA’ COMPETENTIDue nuove violentissime aggressioni agli equipaggi dell’Ares 118 ed agli infermieri del PS Policlinico di Tor Vergata a pochi giorni dall’agguato di San Basilio che aveva causato il ferimento di due infermieri. Il Collegio IPASVI di Roma esprime tutta la sua solidarietà ai colleghi colpiti da questa brutale ondata di violenza contro i soccorritori e chiede l’intervento della Prefettura per garantire la sicurezza del personale sanitario in servizio.

Il presidente del Collegio Gennaro Rocco tuona: "Lasciare che i colleghi dell’Ares 118 siano insultati e presi a sassate, come accaduto di nuovo mercoledì mattina a San Basilio, o che vengano aggrediti per ragioni incomprensibili fin dentro l’ambulanza, come successo poche ore dopo in via Cassiani, è assolutamente inaccettabile. E’ un’ostilità ormai manifesta verso chi cerca di salvare vite umane che non trova spiegazione alcuna, una vera assurdità alla quale chiediamo di porre fine immediatamente".

Da qui il pressing dell’organismo di rappresentanza professionale degli infermieri romani sulle autorità sanitarie e di sicurezza. "Chiediamo agli organi di polizia e alla magistratura di fare piena luce sulle aggressioni avvenute in questi giorni - afferma il presidente Rocco - e alla Prefettura di fare il possibile per scongiurare altri drammatici attacchi.Alla Regione chiediamo di collaborare fattivamente per interrompere questa inqualificabile spirale di violenza offrendo latutela legale ai colleghi aggrediti e costituendosi parte civile nei confronti dei responsabili

"Tutta la nostra comunità professionale - conclude il presidente del Collegio IPASVI – si stringe attorno ai colleghi vittime di questi feroci assalti in un abbraccio di profonda solidarietà".

Sblocco delle assunzioni, stop alla precarietà!!! venerdì, 21 giugno 2013 @ 14:45Inviato da: Admin

GLI INFERMIERI PRESENTANO ALLA REGIONE LAZIO IL DECALOGO DELLE PRIORITA’Gli infermieri di Roma e del Lazio indicano dieci interventi urgenti per rianimare la sanità regionale e scongiurare la chiusura di ulteriori reparti ospedalieri e servizi destinati ai cittadini.

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Rivendicano con forza un ruolo centrale nella riprogrammazione in senso territoriale del Servizio Sanitario Regionale annunciata dal Presidente Nicola Zingaretti e indicano alla Regione le dieci criticità più urgenti da affrontare con i relativiinterventi.

Il documento, presentato dal presidente del Coordinamento dei Collegi Provinciali IPASVI del Lazio Gennaro Rocco e daicolleghi presidenti delle altre provincie della regione in rappresentanza degli oltre 43.000 infermieri iscritti, è stato consegnato in occasione dell’ incontro svolto il 18 giugno presso la Presidenza della Giunta Regionale.Gli infermieri chiedono alla Regione di intervenire immediatamente per arginare l’emergenza personale che minaccia la sicurezza delle prestazioni in molte strutture sanitarie. Invocano per questo lo sblocco del turn over e il rafforzamento degli attuali organici con l’indizione di regolari concorsi, anche per fronteggiare il crescente quanto paradossale fenomeno della disoccupazione infermieristica.

Invitano inoltre la Regione a superare la condizione di eterno precariato che affligge migliaia di professionisti sanitari, a regolamentare le forme contrattuali meno garantite e ad onorare rapidamente i debiti maturati con gli ospedali classificati, religiosi e convenzionati, le cui crisi aziendali si ripercuotono su migliaia di operatori a corto di stipendi e di certezze.Per rendere la sanità più funzionale ai nuovi bisogni della popolazione, ma anche per risparmiare risorse preziose, gli infermieri sollecitano l’Amministrazione Regionale ad investire sull’assistenza territoriale. Sulla base dei buoni risultati ottenuti dalle sperimentazioni avviate negli ultimi anni, invitano la Regione a sviluppare le cure primarie per ridurre l’ospedalizzazione puntando su figure e servizi come l’infermiere di famiglia o di quartiere, l’assistenza domiciliare, gli ambulatori infermieristici, le unità di degenza infermieristica.Sul piano dell’autonomia professionale, gli infermieri difendono con forza la figura del Coordinatore dei Servizi e delle Unità Ospedaliere chiedendone un deciso sviluppo e protestano per il progressivo smantellamento dei Servizi Infermieristici e delle rispettive Dirigenze.

Inoltre premono sulla Regione affinché intervenga per aumentare il numero dei posti disponibili nei corsi di laurea in Infermieristica, orienti i ragazzi verso la professione con campagne informative mirate, renda gratuito e più accessibile per tutti gli operatori sanitari l’aggiornamento obbligatorio del programma ECM. Infine gli infermieri denunciano il frequente utilizzo improprio degli operatori socio-sanitari e diffidano dal loro impiego per contenere la paurosa carenza di personale infermieristico, un buco negli organici che a Roma e nel Lazio ha

superato ormai le 4.000 unità.

LE DIECI PRIORITA’ DEGLI INFERMIERI DEL LAZIO venerdì, 21 giugno 2013 @ 14:37Inviato da: Admin

Egr. On.le Nicola Zingaretti - Presidente della Regione Lazio e Commissario alla Sanità

CRITICITA’ E SOLUZIONI PER IL SERVIZIO SANITARIO REGIONALEI Collegi IPASVI del Lazio riuniti nel Coordinamento Regionale, in rappresentanza di oltre 43.000 mila infermieri iscritti, innanzitutto ribadiscono pieno sostegno al carattere pubblico e universalistico del Servizio Sanitario Regionale e ad ogni azione che favorisca l’integrazione fra strutture pubbliche e convenzionate per garantire ai cittadini prestazioni sanitarie di qualità e in tempi certi. Tale scenario, tuttavia, è oggi fortemente a rischio per la permanenza e l’aggravamento dei problemi che affliggono il comparto infermieristico nella nostra Regione e si ripercuotono negativamente sulla sicurezza dei cittadini e sul diritto a ricevere cure e assistenza adeguate. Con spirito propositivo e sulla base dell’esperienza maturata quotidianamente sul campo, la comunità infermieristica regionale segnala all’Amministrazione Regionale le dieci criticità più urgenti da affrontare e le relative azioni da intraprendere.

1) Emergenza personaleIn molte strutture sanitarie di Roma e del Lazio permane una complessa emergenza dovuta alla carenza degli organici infermieristici. Non si tiene conto degli standard minimi assistenziali e non vengono garantite le sostituzioni per maternità, ferie, malattie, ecc. La mancanza cronica di infermieri, acuita dal perdurante blocco del turn-over e dagli ulteriori tagli della spending review sanitaria, costringe i pochi professionisti in servizio a sobbarcarsi condizioni di lavoroinaccettabili e rischiose per loro stessi e per i pazienti. E’ indispensabile e urgente ripristinare un rapporto fra operatori sanitari e prestazioni richieste adeguato agli standard di sicurezza e di qualità.

2) DisoccupazioneIl fenomeno crescente della disoccupazione infermieristica è legato strettamente al blocco delle assunzioni perpetrato

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negli ultimi anni. Ne scaturisce una paradossale situazione che costringe le Asl e le Aziende Ospedaliere a chiudere servizi e reparti per mancanza di personale e nel contempo centinaia di giovani infermieri non trovano occupazione. Si chiede un impegno perentorio della Regione Lazio per un rapido sblocco delle assunzioni attraverso lo svolgimento dei relativi avvisi e concorsi.

3) PrecarietàLo spettro della precarietà ha investito pesantemente la comunità infermieristica regionale e messo a durissima prova migliaia di famiglie. Cresce sempre più il ricorso alla esternalizzazione dei servizi utilizzando professionisti gestiti da società di diversa natura, da cooperative e agenzie che in molti casi comportano uno scadimento del controllo della qualità assistenziale oltre che diseconomie di sistema. Non mancano esempi di precarietà ormai ultraventennale, un vero controsenso specie se riferito ad un ambito cruciale come quello sanitario. Si chiede pertanto il superamento di tale assurda condizione e la regolamentazione dei contratti diversi da quelli classici, imponendo minimi contrattuali comuni a tutti i professionisti per scongiurare il fenomeno avvilente della sperequazione di trattamento tra colleghi, spesso con retribuzioni al di sotto della decenza.

4) Crisi aziendaliSono molte le strutture sanitarie in grave sofferenza anche a causa dei crediti non liquidati dalla Regione. In particolare,gli infermieri chiedono che venga affrontata con la massima urgenza e determinazione la condizione drammatica degli ospedali classificati, religiosi e convenzionati di Roma, che più di altri soffrono per la carenza di liquidità che si ripercuote in modo inaccettabile sui lavoratori, in alcuni casi con stipendi arretrati ormai da mesi. Una circostanza che coinvolge anche prestigiose strutture sanitarie d’eccellenza e pregiudica la continuità assistenziale dovuta ai pazienti. Daultimo, il consistente taglio retroattivo dei rimborsi alle strutture private convenzionate ha prodotto difficili vertenze aziendali e acuito l’incertezza sul futuro di altre migliaia di infermieri.

5) Assistenza TerritorialeAl di là di sporadiche quanto positive sperimentazioni, i programmi di incentivazione e sviluppo delle cure primarie e dell’assistenza territoriale non sono decollati. Così anche per la figura dell’Infermiere di Famiglia, preziosa ad esempio, per superare l’ingolfamento dei Pronto Soccorso e delle corsie ospedaliere, che non ha avuto ancora opportunità concrete di operare. Gli infermieri chiedono di compiere un drastico cambio di rotta fissando alcuni passaggi essenziali: riconoscimento della governance infermieristica sugli eventi avversi e il risk management nelle strutture residenziali; potenziamento dei servizi con prestazioni infermieristiche e di educazione sanitaria sul territorio e a domicilio; identificazione della rete dei servizi con piano assistenziale individuale gestito da “case manager di rete” infermieristico; home nursing nelle RSA a gestione infermieristica; sviluppo del ruolo infermieristico come referente dell’équipe assistenziale; riconoscimento di una competenza specialistica per l’assistenza all’anziano; promozione e sviluppo sul territorio regionale degli Ambulatori Infermieristici; trasformazione delle strutture attualmente inutilizzate o dei piccoli ospedali in fase di riconversione, in unità di assistenza a gestione Infermieristica.

6) Posizioni OrganizzativeIl drastico ridimensionamento delle Posizioni Organizzative e di Coordinamento (previsto dal Decreto Commissariale 49/2010 in attuazione dei criteri di cui al Decreto 34/2010) comporta una profonda alterazione dei livelli funzionali di assistenza e del governo stesso delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. In particolare, il ruolo dei Coordinatori di Servizi/UU.OO. merita un’attenta riflessione in virtù della funzione che queste figure svolgono in ordine alla programmazione, alla formazione, al coordinamento e al controllo delle attività infermieristiche, tecniche e ausiliarie di carattere professionale, assistenziale e domestico-alberghiero. Ai Coordinatori sono demandate, in via esclusiva e con leresponsabilità professionali del caso, funzioni delicatissime e assolutamente centrali per l’assistenza alla persona malata,ma anche per il perseguimento degli obiettivi aziendali. Si rende dunque necessaria un’azione forte di valorizzazione e potenziamento di tali figure.

7) Dirigenza InfermieristicaNell’ultimo triennio molte direzioni dei Dipartimenti/Servizi di assistenza infermieristica e delle professioni sanitarie sono stati ridimensionati per funzioni e per ruoli. Molti contratti dei Dirigenti Infermieristici non sono stati rinnovati né si è proceduto all’emanazione di bandi di concorso per l’arruolamento dei Dirigenti unici delle professioni sanitarie (Legge 43/2006 - DPCM 25/1/08). L’assenza di tali strutture all’interno delle Direzioni Strategiche comporta una grave omissione e crea preoccupanti vuoti di competenze professionali specifiche, con ripercussioni negative sui processi organizzativi e sui percorsi assistenziali. Le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali dimostrano come il governo delle attività professionali sanitarie e tecniche garantiscono una razionalizzazione dei servizi, una migliore qualità assistenziale, una maggiore sicurezza con la conseguente riduzione dei costi. Si chiede quindi alla Regione Lazio di arrestare il progressivo smantellamento di questi dipartimenti che contrasta fortemente con la dichiarata volontà delle autorità sanitarie di razionalizzare i servizi e ridurre i costi.

8) Formazione UniversitariaI dati OCSE confermano ancora che l’Italia è fanalino di coda per il rapporto infermieri cittadini (stanno peggio di noi solo i greci). Eppure il nostro è un paese tra i più vecchi del pianeta e, come tutti sanno, la cronicità e le multi-patologiesono caratteristiche delle fasce di popolazione più anziana. In questo quadro epidemiologico risulta evidente che già adesso ma ancora di più nel prossimo futuro, la figura infermieristica rappresenta la professione maggiormente

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necessaria per rispondere ai bisogni assistenziali della popolazione. La disoccupazione presente non deve indurre a commettere il grave errore di ridimensionare l’offerta formativa . Va invece sostenuta e migliorata la qualità della formazione mettendo a disposizione delle sedi formative risorse mirate per rendere disponibili tutti quei servizi e sussidi necessari (biblioteche, accesso alle banche dati informatiche, manichini e simulatori ecc.), per formare un professionistacompetente ed affidabile. Bisogna anche investire sulla formazione e sull’aggiornamento dei colleghi che seguono gli studenti in tirocinio ai quali vanno poi riconosciute le funzioni di tutorato.

9) Programma ECMPoche professioni sanitarie hanno dimostrato di saper cogliere la sfida dell’ECM quanto quella infermieristica, che svolgeun ruolo di primo piano in seno alla Commissione Regionale per l’ECM. Ma l’impegno che la categoria profonde nel campo dell’aggiornamento ricade per intero sulle spalle e sulle tasche degli infermieri, costretti a sopportare gravi disagilogistici, economici e di orario per frequentare i corsi. Da tempo i Collegi IPASVI del Lazio sollecitano l’attivazione di programmi di formazione aziendale a cura e a spese di queste, utilizzando personale docente interno per contenere i costi e ritagliare l’offerta formativa sulle specifiche esigenze dell’azienda sanitaria stessa. E’ importante inoltre sostenerequei professionisti che intendono frequentare corsi di specializzazione, master, lauree magistrali e dare impulso alla formazione complementare finanziando corsi specialistici per rispondere all’esigenza formativa post-diploma e di progressione della carriera (professionisti specialisti art. 6l. 43/06).

10) Il ruolo degli OSSL’utilizzo non corretto delle figure professionali di supporto all’attività infermieristica, come nel caso degli Operatori Socio Sanitari, può rivelarsi assai pericoloso. Il miglioramento dell’assistenza non può infatti realizzarsi in base a criteri quantitativi piuttosto che qualitativi. Gli OSS possono coadiuvare gli infermieri, supportarli nella loro azione, ma non certo sostituirli. E’ dunque sciagurato pensare di poter arginare l’emergenza infermieristica ricorrendo a tali figure professionali. Alla Regione si chiede di offrire garanzie precise su questo aspetto. Occorre inoltre rivalutare la programmazione del fabbisogno di OSS coinvolgendo in primis la professione infermieristica nelle scelte da assumere e nella gestione del personale. Infine la formazione degli Operatori Socio Sanitari non può essere affidata a strutture che non dispongano di strumenti adeguati ai migliori standard formativi. La formazione degli OSS deve avvenire nelle sedi incui sono attivati i corsi di laurea in Infermieristica e devono essere diretti da infermieri in possesso della laurea magistrale in scienze infermieristiche. Ciò al fine di evitare confusione e pericolose sovrapposizioni di competenze.

Sulla base di tali proposte, la comunità infermieristica del Lazio auspica vivamente un concreto coinvolgimento del gruppo professionale rappresentato dai Collegi IPASVI di Roma e delle Province nella programmazione del riordino del Servizio Sanitario Regionale. A tal fine, si rinnova la piena disponibilità dei citati Collegi ad ogni utile forma di collaborazione.

Dott.Gennaro RoccoPresidente del Coordinamento dei Collegi Provinciali Ipasvi del Lazio e Presidente del Collegio IPASVI di Roma

Dott.Mario CurziPresidente del Collegio IPASVI di Viterbo

Dott.Paolo MasiPresidente del Collegio IPASVI di Frosinone

Dott.Maurizio VargiuPresidente del Collegio IPASVI di Latina

Dott. ssa Felicia StagnoPresidente del Collegio IPASVI di Rieti

Cara dottoressa, ma ci faccia il piacere! giovedì, 04 luglio 2013 @ 18:31

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Inviato da: Admin

Le elucubrazioni della dott.ssa Proietti sul ruolo degli infermieri nel trattamento dei bisogni sessuali delle persone diversamente abili hanno forse colto l’obiettivo vero della psicoterapeuta: guadagnare la ribalta mediatica. Però hanno anche indignato, e parecchio, molti colleghi. Ancora una volta la nostra professione viene tirata in ballo a sproposito e, com’è di tutta evidenza in questo caso, senzaconoscerla. Una vicenda che si commenta da sé. E’ incredibile che si possa propinare una teoria come quella suggerita dalla dott.ssa Prioietti ammantandola di una qualche valenza scientifica. Si tratta piuttosto dell’ennesimo tentativo di utilizzare l’intramontabile quanto ritrito cliché della “infermiera dell’amore”, giustamente stigmatizzato come offensivo per tutti noi, per guadagnare facilmente l’attenzione dei media.Quanto al merito delle affermazioni della Dott.ssa Proietti, ha già risposto per tutti gli infermieri la Presidente della nostra Federazione Nazionale Annalisa Silvestro con una lettera a aperta che di seguito riportiamo.

Alle sue parole ci associamo pienamente.

Gennaro Rocco Presidente del Collegio IPASVI di Roma

Lettera aperta della Presidente dell'Ipasvi Annalisa Silvestro a tutela dell'immagine della professione infermieristica

Siamo stanchi di sopportare il peso di pregiudizi di stampo vetero-moralistico

Gentile dottoressa Proietti,abbiamo avuto modo di apprezzare la sua “attenzione” per i problemi relativi al soddisfacimento delle esigenze sessuali delle persone diversamente abili, che noi infermieri assistiamo quotidianamente, curiamo e rispettiamo.Non ci spieghiamo, però, quale sia il passaggio logico che l’ha portata ad associare la figura della prostituta - che secondo la sua discutibile tesi sarebbe deputata a soddisfare i bisogni erotici di una persona diversamente abile - con quella della professionista infermiera. Perché proprio con l’infermiera e non con la psicoterapeuta o la sessuologa, professione a cui lei stessa appartiene?Perché un’esperta come lei ricorre ai più biechi ed anacronistici stereotipi sulla figura dell’infermiera, dimostrando una eclatante disinformazione sulle competenze di chi esercita tale professione? Ci siamo già rivolti ai nostri legali per contrastare l’ignoranza di alcuni giornalisti che con il solo scopo di “fare titolo” hanno diffuso a questo proposito notizie lesive dell’immagine della professione infermieristica. Non esiteremo a farlo ancora, stanchi di dover sopportare il peso di pregiudizi, questi sì, di stampo vetero-moralistico.

Roma, 18/06/2013

La PresidenteAnnalisa Silvestro

Scienze infermieristiche, un “Patto tutor – studenti” giovedì, 04 luglio 2013 @ 23:59Inviato da: Admin

Si è svolta mercoledì 3 luglio, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, la presentazione dei risultati del “Patto Tutor –Studente”, un progetto nato dalla collaborazione tra il Corso di Laurea triennale in Infermieristica di Roma Tor Vergata e la Direzione Infermieristica e delle professioni sanitarie del Policlinico di Tor Vergata. Un patto vero e proprio realizzato dagli studenti del corso di laurea in Infermieristica insieme agli infermieri che espliciti i diritti e i doveri di ciascuno per facilitare il percorso di apprendimento clinico e portare avanti il cambiamento che ha consentito il pieno sviluppo disciplinare delle scienze infermieristiche. Erano presenti all’evento Pietro Masi, Pro-rettore, Rosaria Alvaro, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, Enrico Bollero, Direttore Generale del Policlinico di Tor Vergata, Alessandro Sili responsabile della Direzione Infermieristica, Gennaro Rocco, Presidente dell’IPASVI – Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionalidi Roma. Hanno, inoltre, partecipato tutti i coordinatori infermieristici e tecnici del policlinico e i Direttori dei Corsi di Laurea di

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area sanitaria.

“Il successo di questo innovativo progetto– dichiara il prof. Masi – si deve al grande senso di appartenenza e alla maturità che gli infermieri hanno dimostrato mettendosi in gioco sia con la struttura accademica, con cui hanno condiviso le criticità e i punti di forza del percorso formativo, che con gli studenti, con i quali hanno ridisegnato il loro

ruolo per rispondere alle loro esigenze formative”

Sentenza importante della Corte di Giustizia Europea sull’Accesso parziale

venerdì, 02 agosto 2013 @ 21:58Inviato da: Admin

Lo scorso 27 giugno, la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha preso una decisione storica su un problema che, per il CEPLIS, è di primaria importanza. Nella causa di Nasiopoulos contro Ministero della Salute della Grecia, la Corte ha deciso infatti che gli Stati Membri dovranno permettere l’accesso parziale dei massaggiatori idroterapisti alla professionedi fisioterapista. Questo significa che il vecchio principio secondo il quale la fisioterapia è una professione sanitaria, e quindi al riparo di quella parte della normativa europea che riguarda l’accesso parziale e il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali (come descritto nella Direttiva 2005/36), ora non è più seguito dalla Corte. Questo è un problema, perché apre la strada all’accesso parziale a numerose professioni sanitarie che potrebbero diluire la qualità dei servizi proposti e minare la sicurezza del paziente e della salute.

Il caso riguarda il Sig. Nasiopoulos, un cittadino greco che, terminati gli studi di scuola superiore in Grecia, è poi andatoa studiare in Germania per diventare “massaggiatore idroterapista”. Dopo due anni e mezzo di studio, egli consegue il suo diploma e, perciò, ed è poi stato autorizzato ad esercitare la professione in Germania. Il Sig. Nasiopoulos, tuttavia, ha deciso di ritornare in Grecia e di lavorare lì. Dato che in Grecia la professione di massaggiatore idroterapista non è riconosciuta, ha deciso di presentare una domanda al Ministero della Salute per far riconoscere il suo diritto all’accesso alla professione di fisioterapista, dato che in Grecia questa è la professione che più si avvicina a quella di idroterapista.

Tuttavia, la sua domanda non viene stata accettata perché l’accesso alla professione di fisioterapista, in Grecia, è soggetto al possesso di un diploma di formazione superiore rilasciato dopo almeno 3 anni di studio (mentre il Sig. Nasiopoulos aveva studiato solo per due anni e mezzo). Egli ha fatto ricorso contro questa decisione, dichiarando che violava il sistema dell’Unione Europea del riconoscimento delle qualifiche professionali e il suo diritto alla libertà di prestazione dei servizi previsto dall’articolo 49 del Trattato sul Funzionamento dell’UE. Il foro competente decide quindi di chiedere il parere della Corte di Giustizia Europea.

La Corte motiva che la Direttiva 2005/36, sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali, non è applicabile a questo caso “poiché le condizioni per l’accesso alla professione di fisioterapista ad oggi non sono ancora state armonizzate a livello di Unione Europea”. Tuttavia, nel decidere se escludere l’accesso parziale a certe professioni, gli Stati Membri devono anche rispettare i principi di base di libertà contenuti nel Trattato, come la libertà di impresa (art. 49 del TFEU). Questo può essere un problema, perché l’esclusione dell’accesso parziale per talune professioni può impedire o scoraggiare l’esercizio della libertà di stabilimento. Comunque, alcune restrizioni su questa libertà possono essere giustificate se motivate da ragioni di interesse pubblico (come la salute pubblica) a condizione che queste restrizioni siano proporzionate.

La difesa, insieme a molti Stati Membri che sono intervenuti su questo caso (come ad esempio la Francia e l’Italia), affermavano che in questo caso le restrizioni sulla libertà di stabilimento sono giustificate perché esse tutelano i consumatori e la salute pubblica in generale.

Riguardo alla tutela dei consumatori, la Corte riconosce che: “in effetti il riconoscimento parziale delle qualifiche professionali potrebbe frammentare in varie attività le professioni regolamentate in uno Stato Membro. Questo potrebbefar confondere chi riceve i servizi forniti dai professionisti che esercitano in quello Stato Membro e avere idee errate in merito all’ambito professionale delle qualifiche associate alla professione di fisioterapista”. Però, essa afferma anche chel’esclusione della professione di fisioterapista dall’accesso parziale non è una risposta proporzionata a questo problema. La Corte crede che: “il legittimo obiettivo di tutela dei consumatori potrebbe essere raggiunto attraverso strumenti meno restrittivi rispetto all’esclusione totale dell’accesso parziale a una professione; in particolare, l’obbligo di usare il titolo professionale originale oppure il titolo accademico, sia nella lingua in cui è stato conseguito e nella sua forma originale, sia nella lingua ufficiale dello Stato Membro ospitante”.

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Per quanto riguarda la tutela della salute pubblica, la Corte afferma che “in verità, serve una vigilanza particolare, comestabilito per di più nell’Articolo 52 del TFEU, quando si esaminano le misure nazionali per la tutela della salute pubblica”.Tuttavia, la Corte di Giustizia Europea fornisce due argomenti contro questa affermazione. In primo luogo, la Corte puntualizza che “la professione di fisioterapista e, di conseguenza, di ogni tipo di massaggiatore, non rientra nel settore delle professioni mediche, ma fa parte del settore paramedico. Questo settore, che comprende una vasta gamma di attività diverse, non può per definizione evitare il sistema del reciproco riconoscimento delle professioni regolamentate, come stabilito dalla legge dell’Unione Europea”. In secondo luogo, si nota che “la fornitura di servizi erogati da un massaggiatore idroterapista consiste semplicemente nell’applicare al paziente la terapia prescritta non da quel massaggiatore, ma da un medico […]. Il massaggiatore idroterapista non viene scelto direttamente dal paziente e non agisce su sue indicazioni, ma viene designato e agisce in stretta collaborazione con un rappresentante della professione medica, dipendendo e cooperando l’uno con l’altro”. Questo significa che il paziente è già tutelato perché il massaggiatore idroterapista agisce dietro le istruzioni di un medico e non esegue direttamente la diagnosi del paziente.

La Corte perciò ha deciso che è contro l’articolo 49 del TFEU rifiutare l’accesso parziale alla professione del fisioterapista. Comunque, ciò vale solo se “le differenze tra le aree professionali sono così grandi che di fatto il richiedente dovrebbe seguire un programma completo di formazione e di tirocinio alla scopo di esercitare come fisioterapista e spetta alla corte nazionale greca stabilire se questo sia il caso”.

E’ anche possibile che la Corte greca decida che le differenze tra le due professioni non siano così grandi (visto che una richiede una formazione di tre anni e l’altra di due anni e mezzo), e che per il Sig. Nasiopoulos un semplice corso complementare sarebbe sufficiente per essere riconosciuto come fisioterapista. In questo caso, sarebbe sempre legale per la Grecia escludere l’accesso parziale.

Tuttavia, questo caso ha delle conseguenze importanti che potrebbero aprire la strada al riconoscimento dell’accesso parziale a diverse professioni paramediche in tutti gli Stati Membri, sulla base dell’articolo 49 del TFEU. Questo significa che la qualità del servizio al paziente che oggi è garantita potrebbe essere messa in pericolo. Inoltre, questo potrebbe minare la sicurezza del paziente e la salute pubblica dato che permetterebbe ad individui senza una formazione sufficiente o un’esperienza appropriata di accedere ad una vasta gamma di professioni “paramediche”. Vale anche la pena notare che la Corte sceglie di usare il termine abbastanza antiquato di “professioni paramediche”, che agli occhi di molti, non descrive appieno il concetto moderno di un team di professionisti della salute al centro del quale c’è il paziente.

Pensiamo che sia importante per il Gruppo di Lavoro Salute del CEPLIS definire la nostra reazione, appena possibile.

Si potrebbe pensare che, in una situazione specifica come questa, l’esistenza dell’accesso parziale, come specificato nel testo semi-definitivo della modernizzazione della Direttiva 2005/36 (sul quale c’è un articolo nella precedente edizione del Telegramma CEPLIS), potrebbe essere considerato il “male minore”.

La sentenza della ECJ si può trovare sul seguente indirizzo:http://curia.europa.eu/juris/document.jsf?

text=&docid=138853&pageIndex=0&doclang=EN&mode=Ist&dir=&occ=first&part=1&cid=736232.

Revisione della capacità produttiva della Sanità Pubblica in Europa venerdì, 02 agosto 2013 @ 22:01Inviato da: Admin

Recentemente, è stata avviata una valutazione della capacità della sanità pubblica nell’Unione Europea da un consorzio di 6 organizzazioni che raggruppano specifiche competenze per la mappatura e la costruzione della capacità della salutepubblica e della promozione sanità pubblica.

Questo rapporto mira a fornire una revisione della capacità della sanità pubblica negli Stati Membri dell’Unione Europea,al fine di identificare le aree d’azione che possono essere intraprese a livello nazionale e dell’Ue per rafforzare la capacità della sanità pubblica e di conseguenza promuovere la salute della popolazione. Questa revisione è stata effettuata nel 2010 e nel 2011, fornendo così un’istantanea della situazione negli Stati Membri in quel momento.

Sono state valutate le seguenti aree:- Leadership e governance;- Strutture organizzative;- La forza lavoro;

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- Le risorse economiche;- Le partnership;- Lo sviluppo delle conoscenze.

Queste aree inoltre includevano settori particolarmente importanti per la sanità pubblica in Europa, inclusi i sistemi informativi della salute, la capacità della pubblica amministrazione e gli aspetti di sanità pubblica delle organizzazioni che offrono servizi sanitari.

I risultati indicano una grande varietà nel modo in cui la sanità pubblica è organizzata ed erogata all’interno dell’Unione Europea. Sebbene gli Stati Membri abbiano mostrato una grande variabilità nei vari settori della capacità della sanità pubblica, vi era una serie condivisa di punti di forza e di debolezza comuni a livello dell’Ue.

Nella maggior parte degli Stati Membri, la legislazione formale e i quadri delle politiche della sanità pubblica erano già presenti, con responsabilità relativamente chiare nella creazione di strutture per il controllo delle malattie trasmissibili, l’igiene e l’immunizzazione. Le responsabilità per i “problemi sanitari più ampi”, come le azioni sui determinanti comportamentali e sociali della salute e le disuguaglianze sanitarie, erano spesso meno chiare. Oltre alle differenze dellestrutture formali, vi erano grandi differenze anche nei modi in cui esse venissero usate nella pratica.

Riguardo alle precedenti notizie, i risultati di questo rapporto hanno evidenziato una serie di carenze di risorse economiche e umane in molti Stati Membri. Allo stesso tempo, la revisione ha dimostrato che molti esperti nazionali stanno sperimentando, e quindi anticipando, la riduzione delle infrastrutture della sanità pubblica e dei servizi dovuti all’impatto della crisi economica e alle rispettive continue riforme. Se da una parte gli effetti di tutto questo sulla sanità pubblica generale non potevano ancora essere previsti nel Rapporto Finale dell’Ue, c’era la forte convinzione che gli sviluppi negativi fossero inevitabili.

In conclusione, l’urgente bisogno di invertire questi trend negativi negli Stati Membri è considerato di vitale importanza.

Per informazioni più dettagliate, potete scaricare la versione completa del rapporto da questo link:http://ec.europa.eu/health/social_determinants/docs/report_ph_capacity_2013_en.pdf.

Infermieri: carenza di forza lavoro in tutta l’Europa venerdì, 02 agosto 2013 @ 22:03Inviato da: Admin

Poche settimane fa diversi media europei hanno acceso i riflettori su un problema ricorrente che molti Stati Membri stanno affrontando: la carenza di infermieri. Il motivo principale di questa carenza è che sempre meno persone trovano che la professione infermieristica sia una professione attraente a causa delle condizioni di lavoro sempre più dure.

Infatti, in tutta l’Europa, la professione infermieristica sta perdendo rapidamente il suo appeal. Una forza lavoro anzianae un numero di studenti sempre minore nelle scuole per infermieri stanno mettendo in crisi la professione infermieristica. Inoltre, con la recessione economica e sempre più anziani che necessitano di assistenza a lungo termine, l’Europa potrebbe ritrovarsi ad affrontare, entro il 2020, una carenza di 1 milione di operatori sanitari, secondo le stime della European Joint Action on Health Workforce Planning.

In questa situazione, gli Stati Uniti possono servire da esempio. Infatti, l’amministrazione del Presidente Barack Obama si è impegnata a migliorare le condizioni di lavoro.

Quando con l’“Affordable Care Act” (ACA) entrerà in vigore nel 2014, la professione infermieristica potrebbe presto diventare una carriera più attraente, ricevendo maggiori finanziamenti per la formazione e il conseguimento di qualificheformative più avanzate.

Purtroppo, in Europa, una soluzione chiara per la crisi infermieristica potrebbe essere difficile da raggiungere dato che i governi e le organizzazioni internazionali assumono approcci molti diversi per la soluzione del problema. Nei paesi comeil Regno Unito, dove ci si attende una carenza di infermieri nei prossimi cinque anni, l’accento è stato posto sulla prevenzione delle malattie e sulla sanità pubblica diminuendo allo scopo di ridurre il numero complessivo di pazienti. In altri paesi, come la Germania, la carenza è particolarmente elevata e l’immigrazione degli operatori sanitari provenienti da economie povere, anche extraeuropee, sta diventando parte della soluzione del problema. “Ci aspettiamo una grave carenza di circa 500.000 di personale infermieristico entro il 2030”, ha dichiarato il Prof. Stefan Goerres, Direttore

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Generale dell’Istituto di Sanità Pubblica e di Ricerca Sanitaria presso l’Università di Brema. “Anche se la professione fosse più attraente, non ci sono abbastanza giovani a causa del calo delle nascite”. Nel tentativo di alleviare la carenza, l’Arbeitgeberverband Pflege, un sindacato di imprenditori di servizi sanitari di Berlino, ha avuto l’idea di arruolare infermieri dalla Cina. In cooperazione con l’Agenzia Federale tedesca per l’Occupazione, un progetto sperimentale che ha arruolato un gruppo iniziale di 150 infermieri dalla Cina per lavorare negli ospedali e a domicilio a partire dal 2014.

Per impostare una risposta più omogenea alla crisi infermieristica a livello europeo, la Joint Action on Health Workforce Planning, finanziata in parte dalla Commissione Europea, ha recentemente lanciato un progetto per incoraggiare la cooperazione internazionale. A partire da giugno, la sua agenda si concentrerà anche sull’incremento della mobilità degli infermieri in tutta l’Europa e il suo potenziale impatto economico e sociale.

Alcuni Stati Membri hanno espresso la preoccupazione che la migrazione degli infermieri all’interno dell’Europa possa avere delle conseguenze inattese. “L’Ungheria e la Polonia temono che la propria forza lavoro possa essere sottratta dai paesi più ricchi”, ha detto Peter Sharp, Direttore Generale del Centro per l’Intelligence sulla Forza Lavoro del Regno Unito, che ha partecipato alla prima riunione della Joint Action a Bruxelles in aprile. Da una parte le economie più debolitemono di perdere i propri lavoratori più brillanti, i paesi più ricchi temono il potenziale influsso di chi cerca lavoro in un periodo in cui l’Europa è ancora in piena recessione. Questo scenario potrebbe divenire realtà a gennaio 2014, quando ipaesi dell’est europeo, come la Romania e la Bulgaria, otterranno il libero accesso all’Unione Europea. La migrazione degli infermieri sarà ulteriormente esacerbata dalla profonda differenza degli stipendi all’interno dell’Europa.

Questa situazione difficile rende il lavoro degli Ordini Professionali degli Infermieri, come quello della FEPI, più importante che mai al fine di garantire l’eccellenza delle competenze e della pratica infermieristica, della formazione e dell’aggiornamento continuo, nonché nello scambio delle buone pratiche per migliorare la tutela del cittadino e la sicurezza del paziente.

Per maggiori informazioni su questo articolo, potete contattare la Segreteria della FEPI.

E’ stata migliorata la protezione dei cittadini

Tonio Borg, il Commissario per la Salute presso la Commissione Europea, si è complimentato con il Parlamento Europeo e il Consiglio che hanno recentemente raggiunto un accordo sulla Decisione riguardante le gravi minacce transfrontaliere alla salute. Secondo lui: “Questo, è stato un grande passo in avanti verso il miglioramento della sicurezza sanitaria nell’Unione Europea e per la protezione dei cittadini in Europa da possibile future pandemie, disastri chimici e ambientali, o da altre minacce sanitarie.

Con questa nuova legge, questi diversi tipi di minacce gravi alla salute possono essere trattate fin da ora in maniera più concreta a livello europeo, imparando dall’esperienza degli ultimi 20 anni duranti i quali ci sono state molte epidemie e altre emergenze.

Queste minacce non conoscono confini e, in questo nostro mondo globalizzato, possono espandersi in poche ore. Per questa ragione è molto importante che l’Unione Europea e i suoi Stati Membri, siano ben preparati a coordinare una risposta efficace a queste minacce. E lo scopo di questa Decisione è proprio questo.

Il documento adottato promuove il coordinamento tra i piani d’azione nazionali per le minacce sanitarie transfrontaliere.Inoltre, esso rafforza la gestione del rischio e della crisi a livello dell’Unione Europea.

Il Comitato per la Sicurezza Sanitaria già esistente, composto dai rappresentanti degli Stati Membri e della Commissione, ha ora il chiaro mandato di coordinare gli sforzi per combattere queste minacce e dare un messaggio chiaro su questo agli operatori della sanità pubblica.

Uno degli aspetti cruciali dell’accordo è la creazione di una base legale per il coordinamento della distribuzione dei vaccini e di altre contromisure in tutta l’Unione Europea. Questo permetterà agli Stati Membri che partecipano a questo processo di essere preparati per future pandemie in condizioni migliori rispetto al passato. Anche la posizione dell’Unione in caso di emergenza sanitaria è stata rafforzata. Per la prima volta, l’Unione Europea potrà riconoscere una situazione di emergenza pubblica sanitaria per accelerare la fornitura di qualsiasi vaccino necessario o di medicinali, nel rispetto della legislazione farmaceutica dell’Ue.

Progetto “Viva 2013 la settimana per la Rianimazione

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Cardiopolmonarevenerdì, 02 agosto 2013 @ 22:16Inviato da: Admin

(riceviamo da Cives, e volentieri pubblichiamo)Gentilissimi,la Nostra Associazione ha aderito a “Viva 2013 La Settimana per la Rianimazione Cardiopolmonare”.

Lo scorso 14 giugno il Parlamento Europeo ha invitato gli Stati Membri a istituire una Settimana di sensibilizzazione dedicata all’arresto cardiaco, con lo scopo di migliorare la conoscenza e la formazione dei cittadini e degli operatori sanitari alla rianimazione cardiopolmonare.L’obiettivo è realizzare una ampia gamma di eventi volti a informare le diverse fasce della popolazione italiana circa la rilevanza dell’arresto cardiaco e l’importanza di conoscere e saper eseguire le manovre che possono salvare la vita: manovre semplici, sicure, che chiunque di noi, anche senza una preparazione sanitaria specifica, è in grado di attuare, quando è testimone di un arresto cardiaco.

Il progetto comprende una campagna di sensibilizzazione attraverso i media e il web, incontri e manifestazioni pubbliche con la partecipazione di operatori sanitari e del soccorso, iniziative nelle scuole e nei luoghi di lavoro e di divertimento.Nella realizzazione e nel sostegno alle iniziative sono stati coinvolti tutti quegli organismi, pubblici e privati a diverso titolo interessati alla gestione della salute e del soccorso, le organizzazioni scientifiche e didattiche, le imprese, i media e ogni altro soggetto collettivo che sia interessato a contribuire al successo della settimana “Viva!” richiamando l’attenzione dei nostri concittadini su un tema sociale di estrema importanza.

L’Associazione Nazionale CIVES parteciperà con degli eventi che rientrano nella Campagna Viva nel periodo compreso da oggi al 14 ottobre curati dai Nuclei provinciali, e con un evento nazionale che verrà inserito nel programma nell’evento Settimana Viva che si terrà tra il 14 ed il 20 ottobre.Pertanto vi chiediamo di organizzare delle attività seguendo le linee guida ufficiali Viva 2013 (disponibili a questo link),di comunicarle esclusivamente alla Segreteria Nazionale CIVES all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] , la quale provvederà ad inoltrarle alla segreteria Viva2013.

Per ulteriori informazioni www.viva2013.it

Case della Salute, il primo passo lo fanno gli infermieri sabato, 03 agosto 2013 @ 21:45Inviato da: Admin

Un buon avvio per il progetto di riorganizzazione delle rete sanitaria territoriale annunciato per settembre dal presidentedella Regione Lazio Nicola Zingaretti con il varo delle Case della Salute. Il primo agosto, il Comitato Tecnico che lavora alla realizzazione del progetto, alla presenza della Dott.ssa Flori Degrassi, responsabile della Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, ha ascoltato le osservazioni e i suggerimenti della Professione Infermieristica ricevendo in audizione (la prima) il presidente del Coordinamento dei Collegi IPASVI del Lazio, Dott. Gennaro Rocco.

Raccogliendo la sollecitazione dei Collegi IPASVI, gli esperti del Comitato Tecnico hanno riconosciuto alla figura infermieristica un ruolo fondamentale nella gestione e nello sviluppo delle future Case della Salute. La bozza del provvedimento ha così accolto alcune delle istanze sostenute da tempo dalla comunità professionale nel campo della sanità territoriale.Gli infermieri sono pronti ad assumersi la responsabilità della definizione di percorsi assistenziali specifici soprattutto nell’assistenza primaria, con un ruolo centrale di governo e case management per situazioni di criticità clinica o soggetti fragili ed a svolgere un’importante attività nei programmi di prevenzione e di educazione sanitaria destinati alla popolazione. In particolare gli infermieri possono partecipare attivamente alla gestione delle patologie cronico-degenerative con l’avvio degli Ambulatori Infermieristici, sia di tipo generalista sia specialistici (piaghe da decubito, stomie, ecc.). Vasta è la gamma di prestazioni tecniche nell’assistenza domiciliare e fondamentale il contributo che l’infermiere può fornire nell’assistenza ai pazienti affetti da patologie croniche ad alto impatto sociale (scompenso cardiaco, Bpco, ecc.)

Il piano raccoglie inoltre un’altra vecchia istanza dei Collegi IPASVI: l’istituzione della figura dell’Infermiere di

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Famiglia o Infermiere di Prossimità. A nome dei Collegi IPASVI del Lazio, il presidente Rocco si è impegnato a produrre entro il 2 settembre prossimo un documento articolato che definisce in modo puntuale i profili di competenza degli infermieri nel sistema organizzativo delle Case della Salute e i diversi livelli di responsabilità. "Sembra che si sia aperto un canale nuovo di collaborazione con la Regione - commenta il dottor Rocco - Siamo convintiche il nostro ordine professionale debba collaborare con le istituzioni per costruire servizi sempre più vicini ai cittadini e per farli funzionare. Confidiamo che il progetto su cui sta lavorando il Comitato Tecnico venga recepito e tradotto in realtà al più presto,

superando finalmente vecchie logiche che hanno messo in crisi la nostra sanità. E anche la nostra fiducia".

Nasce l'Ambulatorio Infermieristico a Bracciano martedì, 17 settembre 2013 @ 03:05Inviato da: Admin

Un passo verso la sanità che vogliamo"L’iniziativa di Bracciano ci conforta: dopo anni di insistenza, finalmente riusciamo a scorgere la volontà di ridisegnare i servizi sanitari della nostra regione attorno al cittadino. Da sempre gli infermieri sostengono la necessità di fornire alla popolazione prestazioni sanitarie più efficaci e accessibili, accorciando le distanze con gli utenti del Servizio Sanitario Regionale. Ci auguriamo che il nuovo Ambulatorio Infermieristico inaugurato nei giorni scorsi all’Ospedale di Bracciano possa fare da apripista per iniziative analoghe a Roma e nel resto del Lazio".

Così il presidente del Collegio IPASVI di Roma, dottor Gennaro Rocco, saluta a nome della comunità infermieristica dellaCapitale il nuovo servizio attivato all’Ospedale Padre Pio di Bracciano. L'Ambulatorio Infermieristico è un servizio sanitario assistenziale inserito all'interno del nosocomio, organizzato e gestitoda personale infermieristico qualificato. Gli obiettivi sono: rispondere ai bisogni assistenziali dei cittadini in materia di prestazioni infermieristiche; essere un punto di ascolto sanitario per mettere a disposizione dell'utenza informazioni e orientamento sulla prevenzione; curare la presa in carico dei cittadini attraverso la continuità assistenziale tra ospedali eservizi territoriali.

"Abbiamo sempre sostenuto e incoraggiato la realizzazione di servizi territoriali come gli Ambulatori Infermieristici - conclude il presidente Rocco - Per anni, tuttavia, ci siamo imbattuti in una marcata insensibilità delle istituzioni regionali e delle stesse Aziende sanitarie locali. Ora, però, le cose sembrano poter cambiare. Auspichiamo che sull’esempio di Bracciano anche le altre Asl e Aziende ospedaliere del Lazio si impegnino concretamente per realizzare questi avampostisanitari che, con l’aumento dell’età media e delle multipatologie che affliggono la popolazione anziana, sono ormai

irrinunciabili per garantire prestazioni adeguate ai cittadini e per far risparmiare risorse ingenti alla Regione".

SANITA’ - ZINGARETTI ANNUNCIA LA SVOLTA: NUOVE SPERANZE PER GLI INFERMIERI

mercoledì, 20 novembre 2013 @ 22:10Inviato da: Admin

Basta tagli, più territorio, meno precarietà. Gli infermieri romani guardano con fiducia al nuovo corso indicato dal presidente Zingaretti per la sanità regionale, in linea con le rivendicazioni avanzate da tempo dal Collegio IPASVI di Roma e Provincia.

La relazione tenuta martedì dal Commissario ad acta per la Sanità del Lazio in Consiglio Regionale ricalca in molti punti le proposte operative presentate dal Coordinamento dei Collegio IPASVI del Lazio e sostenute con forza nei ripetuti confronti con la Cabina di Regia per la sanità istituita presso la Regione.In particolare, gli infermieri apprezzano l’impegno a chiudere entro il 2016 la stagione commissariale della sanità laziale,avviando subito una programmazione che garantisca servizi sanitari più vicini ai bisogni di salute dei cittadini. Riconoscono al Presidente Zingaretti di aver chiarito gli effetti negativi dei tagli operati finora sul sistema sanitario regionale che hanno impoverito i servizi senza incidere sulla qualità della spesa.

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Perciò, con la forza di chi è impegnato in prima linea quotidianamente, gli infermieri salutano con rinnovate speranze la volontà di cambiamento espressa in Aula dal Governatore, puntando sui servizi territoriali, sul potenziamento della prevenzione e sulla valorizzazione del personale oggi vessato dal superlavoro o da una estrema precarietà.La nuova rete di servizi territoriali annunciata da Zingaretti coincide con gli indirizzi suggeriti dal Collegio IPASVI per ridurre l’ospedalizzazione inappropriata e offrire servizi migliori alla cittadinanza. In questo quadro rientra il modello cheintegra gli hub di alta specializzazione rappresentati dagli ospedali con l’assistenza territoriale e i protocolli di continuità delle cure. Così pure il piano di attivazione di almeno 48 Case della Salute entro il 2015, per il quale il Collegio IPASVI ha collaborato strettamente con la Regione, e il decreto sulle cure palliative per creare una rete di assistenza domiciliareadeguata alla crescente domanda.

Inoltre gli infermieri individuano importanti motivi di rassicurazione nella categorica smentita del Presidente Zingaretti sulla paventata chiusura di cinque ospedali romani e per l’intenzione manifestata dalla Regione di rilanciarne le attività. Accolgono poi con un sospiro di sollievo l’impegno assunto dal Presidente sull’imminente rinnovo (entro novembre) dei contratti del personale sanitario precario, che continua a garantire al prezzo di enormi sacrifici la funzionalità di interi reparti e servizi. Gli infermieri confidano quindi nell’annunciato intervento sul Governo per il necessario sblocco del turn over e la ripresa delle assunzioni, anche grazie ad un piano di stabilizzazione dei professionisti che ancora subiscono le inaccettabili condizioni di lavoro imposte dai contratti precari.

"La svolta tratteggiata dal Presidente raccoglie molte delle indicazioni che gli infermieri hanno elaborato in questi anni sulla base dell’esperienza diretta e di dati concreti – commenta il Presidente del Collegio IPASVI di Roma, dottor Gennaro Rocco – Condividiamo in particolare l’impegno ad adottare modelli innovativi nella gestione dei servizi, orientandoli soprattutto sul territorio. Inoltre, molto importante per noi è l’annunciata proroga dei contratti precari e la dichiarata volontà di stabilizzarli una volta per tutte entro il prossimo anno. Temi cari all’IPASVI che negli ultimi anni si èspeso molto per la stabilizzazione dei precari e lo sblocco delle assunzioni. Abbiamo oggi un motivo in più per sperare nel cambiamento che da sempre auspichiamo – conclude il dottor Rocco - Continueremo perciò a collaborare con la

Regione Lazio e vigileremo affinché agli impegni annunciati seguano atti concreti!.

ACCORDO SUI PRECARI DELLA SANITA': CONTRATTO PROROGATOAL 2016 IL COLLEGIO IPASVI IN PRESSING: ''ORA LO SBLOCCO DEL TURNOVER''

martedì, 24 dicembre 2013 @ 17:48Inviato da: Admin

Contratti prorogati fino al 2016 per i precari della sanità, fra i quali molti infermieri con contratti in scadenza il 31 dicembre prossimo.Governo e sindacati di categoria hanno infatti raggiunto l'accordo sulla nuova bozza di Dpcm per la stabilizzazione dei precari della sanità previsto dalla Legge 125/2013. Nuove modifiche alla bozza dell'articolato presentato dal Ministero della Salute e un protocollo d'intesa in cui si specifica la necessità di individuare “ulteriori soluzioni” per i lavoratori atipici e per le Regioni sottoposte a Piano di rientro come il Lazio.Questo l'esito dell'incontro tra il sottosegretario alla Salute Polo Fadda e le principali sigle sindacali, da quelle della dirigenza medica Anaao, Cimo e Fesmed a quelle del comparto sanità sia confederali che autonome, dagli infermieri del Nursind agli anestesisti dell'Aeroi, fino ai ginecologi, ai ricercatori e ai veterinari.

Tra gli impegni presi dal sottosegretario Fadda, l'emanazione di una direttiva alle Regioni sulla proroga dei contratti in scadenza il prossimo 31 dicembre. La direttiva darà la possibilità di prorogare a tutto il 2016 non solo i contratti dei precari assunti a tempo determinato, ma anche quelli flessibili e atipici, ''al fine di garantire i livelli di assistenza e lo sviluppo dei programmi di ricerca in sanità''.

Quanto al richiesto sblocco del turnover, ''ulteriori iniziative - si legge nell'intesa - dovranno essere adottate per garantire, anche alle Regioni in Piano di rientro dal deficit sanitario, la piena attuazione del Dpcm''. Nell'intesa compare infine un impegno a mettere in pratica buone pratiche per non ritrovarsi presto con lo stesso problema. Le parti hanno infatti concordato sulla ''necessità di introdurre nell'ordinamento vincoli per evitare la creazione di ulteriore precariato per effetto dell'uso improprio del lavoro flessibile''.

"Proprio questo è il punto chiave – afferma il presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco – Scongiurare il formarsi di nuovo precariato vuol dire una sola cosa: sbloccare finalmente il turnover del personale, programmando nuove assunzioni a tempo pieno per sostituire chi va in pensione e garantire la sussistenza dei LEA che oggi, a causa di

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carichi di lavoro abnormi dovuti alla carenza di personale, è sempre più difficile garantire ai cittadini. L’intesa sulla proroga dei contratti in scadenza alla fine dell’anno ci rincuora – conclude il presidente dell’ordine degli infermieri della capitale – ma non può bastare. Il precariato in sanità va archiviato una volta per tutte. Lo si deve a chi oggi si sacrifica

oltre ogni misura sul posto di lavoro e ai cittadini che invocano un’assistenza di qualità".

Infermiera premiata dalla Regione Lazio venerdì, 10 gennaio 2014 @ 23:04Inviato da: Admin

07/01/2014 - Per prima ha soccorso i due bambini dispersi tra i boschi del monte LivataÈ stata un’infermiera - Cinzia Vanzo, iscritta al Collegio Ipasvi di Roma - la prima a soccorrere i due bambini di 4 e 5 anni dispersi il 31 dicembre tra i boschi del monte Livata. Un riconoscimento per lei è arrivato ora dalla Regione Lazio a tutti i protagonisti del ritrovamento. A consegnarlo è stato il presidente, Nicola Zingaretti, che ha voluto così ringraziare personalmente tutti gli operatori grazie a cui è stato possibile mettere il lieto fine ad una vicenda drammatica che ha tenuto con il fiato sospeso l’intero Paese durante le feste natalizie.

Zingaretti ha consegnato una targa agli operatori radio soccorso Filettino, al Centro operatori radio soccorso sublacense,ai guardiaparco dei Simbruini e all'Ares 118, oltre ad un mazzo di fiori all’infermiera CinziaVanzo.

DICHIARAZIONE STAMPA DEL DR ROCCO GENNARO ... ADN KRONOS19 FEBBRAIO 2014

mercoledì, 19 febbraio 2014 @ 14:39Inviato da: tosini

Roma, 19 feb. (Adnkronos Salute)

ROCCO, AUMENTANO CASI DI VIOLENZA SERVE VIGILANZA NOTTURNA NEGLIOSPEDALI ED ADEGUAMENTO DEGLI ORGANICI!

".....SONO IN PRIMA LINEA NEI PRONTO SOCCORSO INSIEME AI MEDICI, "MA GLI INFERMIERI HANNO ANCHE QUELLA CAPACITA' DI INTERLOQUIRE CON I PAZIENTI E I PARENTI IN ATTESA E QUESTO LI ESPONE AL RISCHIO DI ESSERE PRESI DI MIRA COME AVVENUTO AL COLLEGA DELL'OSPEDALE SANTA MARIA GORETTI DI LATINA, AGGREDITO E COLPITO POI DA INFARTO.

UNA SITUAZIONE A CUI SI DEVE "METTERE FINE" GARANTENDO LA SICUREZZA NEI DEA CON UN POSTO DI VIGILANZA NOTTURNA......."

AD AFFERMARLO ALL'ADN KRONOS SALUTE E' GENNARO ROCCO, VICE PRESIDENTE DELL' IPASVI, CHE COMMENTA COSI' QUANTO ACCADUTO IERI NOTTE AL PRONTO SOCCORSO DEL GORETTI.

"...... NEL 2013 GLI EPISODI DI VIOLENZA CONTRO IL PERSONALE SANITARIO SONO AUMENTATI - SOTTOLINEA ROCCO - SINTOMO DI UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA DEGLI OSPEDALI CHE E' ORMAI ARRIVATA AL COLLASSO, CON STRUTTURE DI PRONTO SOCCORSO SOVRAFFOLLATE, CARENZA DI PERSONALE E TURNI MASSACRANTI.

QUESTO ESASPERA I CITTADINI - CONCLUDE - MA GLI INFERMIERI NON POSSONO SUBIRNE LE CONSEGUENZE!...."

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CASO INFERMIERE AGGREDITO: CONVOCATA UNITA' DI CRISI! giovedì, 20 febbraio 2014 @ 15:09Inviato da: tosini

GRAZIE AL PUNTUALE E PRECISO INTERVENTO DEL DR ROCCO GENNARO ECCO DI SEGUITO LA NOTA ANSA DI IERI SERA"Solidarieta' a infermiere aggredito" (ANSA) - ROMA, 19 FEB - "La decisione del Direttore generale, Michele Caporossi, di convocare per domani alle ore 13 una riunione dell'unita' di crisi finalizzata ad affrontare le criticita' del pronto soccorso dell'ospedale Goretti di Latina, e' la risposta giusta per riportare alla normalita' la gestione del servizio". Lo comunica in una nota la Regione Lazio dopo che un infermiere del pronto soccorso del Santa Maria Goretti e' stato ricoverato per essere stato colpito da infarto a seguito dell'aggressione subita la notte scorsa dal parente di un paziente da tempo in attesa di essere visitato. "La Regione Lazio - si legge nella nota - nell'esprimere solidarieta' all'infermiere aggredito e formulare gli auguri di pronta guarigione, sottolinea che una situazione di grave disagio non puo' mai

giustificare l'uso della violenza contro gli operatori".(ANSA).

COMUNICATO STAMPA DEL COORDINAMENTO REGIONALE DEI COLLEGI IP.AS.VI. DEL LAZIO

giovedì, 20 febbraio 2014 @ 18:36Inviato da: tosini

Roma 20.02.2014

Presentato oggi dalla Regione Lazio il programma formativo per gli operatori che di qui a breve saranno impegnati nell'attivazione delle Case della Salute, la risposta individuata dal presidente e commissario ad acta Nicola Zingaretti perrilanciare l'offerta sanitaria pubblica territoriale, ad integrazione della rete ospedaliera tradizionale.Il presidente della commissione Politiche sociali e Salute, Rodolfo Lena, insieme alla direttrice della Direzione regionale Salute, Flori De Grassi, hanno annunciato che le prime Case della Salute ad aprire i battenti saranno quelle di Sezze (Latina) e Pontecorvo (Frosinone). "Ma a regime - hanno spiegato - ogni distretto sanitario avrà una propria Casa della Salute, da pensare non già come un ospedale di serie B ma come una straordinaria opportunità per dare risposte concrete e moderne alle esigenze dei pazienti, puntando molto sull'assistenza domiciliare e sull'integrazione sociosanitaria". Un processo che vedrà protagoniste tante professionalità sanitarie, a partire dai medici di medicina generale e dagli infermieri. A rappresentare questi ultimi, il presidente del Coordinamento Ipasvi del Lazio, Gennaro Rocco, che ha presola parola per ribadire l'impegno dei Collegi provinciali per favorire l'inserimento di figure altamente specializzate nelle nuove Case della Salute."Chi conosce la nostra attività - ha spiegato Rocco - è cosciente degli enormi passi avanti fatti dai nostri infermieri sul fronte della formazione e dell'aggiornamento professionale. Questa nuova sfida non ci trova affatto impreparati; anzi, non vediamo l'ora di 'vedere le carte' della Regione, sicuri come lo è Zingaretti che è la sanità territoriale la chiave di volta per imprimere un serio cambiamento al sistema laziale dopo anni di depauperazioni dell'offerta e di scarse opportunità lavorative per gli infermieri a causa del blocco del turnover e di pochi investimenti sul fronte dell'assistenza

e della prevenzione".

Infermieri e Arma dei Carabinieri, INSIEME mercoledì, 12 marzo 2014 @ 19:49Inviato da: tosini

Velletri, 6 marzo 2014Il 6 marzo 2014 gli Infermieri e l'Arma dei Carabinieri hanno collaborato nella realizzazione dell'iniziativa " La gestione della scena del Crimine ". Per l'occasione si sono riunite, presso l'Istituto Superiore di Tecniche Investigative dei Carabinieri di Velletri, nell'ambito delle attività didattiche del Master di Area critica e di una politica di condivisione degli obiettivi didattici sostenuta

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dall'Aniarti, due sedi di formazione Universitaria ( Ospedale Carlo Forlanini e ASL Roma C ) del Master di "Area Critica" di due diverse Università di Roma ( Sapienza e Tor Vergata ), per effettuare un'esperienza unica nel suo genere. All'evento hanno partecipato 53 Infermieri che frequentano il Master.

Obiettivo principale dell'iniziativa è stato quello di fornire e le conoscenze basilari per intervenire correttamente sulla scene del crimine evitando di compromettere l'attività investigativa delle Forze di Polizia. Il saluto all'inizio della giornataè stato portato dal Comandante dell'Istituto, Colonnello Giuseppe CAVALLARI, il quale ha sottolineato l'importanza che, nelle attività di primo intervento, l'operatore osservi le norme precauzionali indispensabili per cristallizzare gli scenari, prevenire la contaminazione, evitare la distruzione e dispersione di tracce ed assicurare le fonti di prova nell'immediatezza, in modo da scongiurare omissioni o possibili lacune nella ricostruzione del quadro probatorio.

Presenti il Dottor Alessandro DA FRE, la Dottoressa Loredana FABRIANI, la Dottoressa Nadia DE MARCHIS per l'Università " La Sapienza", il Dottor Gaetano ROMIGI e la Dottoressa Simona RICCI per l'Università " Tor Vergata ", hanno espresso a nome di tutti i colleghi presenti un sentito ringraziamento per l'importante esperienza vissuta dagli operatori sanitari che ha consentito loro di acquisire protocolli operativi fondamentali per una corretta gestione dell'emergenza.

Il Dottor Gaetano ROMIGI, in qualità di membro del Direttivo Aniarti, in comune accordo con il Tenente Colonnello Stefano COTUIGNO, visto il successo di questo evento, si sono lasciati con l'intento di RIPETERE prima dell'estate altra

analoga iniziativa aperta a 80 Infermieri soci Aniarti.

Quanto vale un infermiere mercoledì, 12 marzo 2014 @ 20:47Inviato da: tosini

Meno colleghi in corsia, più morti evitabili: uno studio internazionale chiarisce gli effetti sui pazienti chirurgici della carenza di infermieri.Un’equazione semplice e terribile: più diminuiscono gli infermieri più aumentano i decessi ospedalieri.

I nodi vengono al pettine con uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Lancet” che dimostra, una volta di più, quanto i tagli agli organici infermieristici producano cattiva sanità per i cittadini. Con tutti i costi aggiuntivi che ciò comporta.

La ricerca, promossa per valutare l’opportunità di contenere la componente infermieristica della spesa sanitaria, è stata condotta in 300 ospedali di 9 Paesi europei e ha coinvolto 26.516 infermieri ai quali è stato sottoposto un questionario. Sono state esaminate inoltre 422.730 cartelle cliniche relative a pazienti chirurgici con oltre 50 anni. I dati raccolti sono stati codificati con un protocollo standard per stimare il rischio di mortalità ospedaliera a 30 giorni dall’intervento. Il risultato è agghiacciante: per ogni malato in più da assistere il rischio di morire entro 30 giorni dal ricovero aumenta del 7%. Al contrario, il rischio si riduce del 7% se il personale infermieristico laureato aumenta del 10%. Altro dato eclatante è che negli ospedali dove il rapporto tra infermieri e pazienti è di 1 a 6 e il numero di infermieri laureati supera il 60% del totale, il rischio di mortalità ospedaliera diminuisce addirittura del 30% rispetto ai malati curati in strutture in cui il rapporto è di 1 a 8 e il numero dei laureati non supera il 30%.La conclusione a cui giunge il gruppo di ricerca internazionale è la seguente: “I tagli al personale infermieristico per risparmiare potrebbero avere effetti negativi sui risultati di salute dell’assistito, mentre migliori livelli formativi per gli infermieri potrebbero ridurre le morti evitabili in ospedale”.

Omniroma-SSR, REGIONE: "AL VIA PIANO DI FORMAZIONE PER I 40MILA DIPENDENTI"

mercoledì, 26 marzo 2014 @ 20:10Inviato da: tosini

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Omniroma-SSR, REGIONE:

"AL VIA PIANO DI FORMAZIONE PER I 40MILA DIPENDENTI"

(OMNIROMA) Roma, 26 MAR - "Presentato oggi a tutte le aziende sanitarie del Lazio il piano per la formazione continuain sanità relativo agli anni 2013-2015. Il programma è rivolto a più di 40.000 professionisti della nostra regione, in particolare 8567 medici, 21.792 infermieri e ostetriche, oltre 1000 tecnici della riabilitazione, 3315 tecnici di laboratorio,191 farmacisti, 748 psicologi, 258 veterinari e oltre 5000 del personale comparto amministrativo. I percorsi previsti dal piano sono stati elaborati in un processo partecipativo molto ampio che si è svolto in questi mesi coinvolgendo i vari attori del servizio sanitario regionale". Lo comunica, in una nota, la Regione. "La sanità del Lazio - dichiara il presidente della Regione Lazio, Zingaretti - è immersa in una fase di profondo cambiamento, di trasformazione e innovazione, che deve essere sostenuta da un investimento nello sviluppo e nel consolidamento delle conoscenze degli operatori perché solo così possiamo raggiungere l'obiettivo che ci siamo posti di rafforzare la qualità dell'assistenza sanitaria e di ridurre sprechi e tasse"."La novità, come è stato sottolineato - prosegue la nota - consiste soprattutto nello sforzo di far prevalere una logica di sistema e formare personale in grado di lavorare in modo coordinato per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e regionali. Le finalità del Piano infatti sono: sostenere innovazione e cambiamento; rendere valutabile l'azione formativa;sostenere la crescita di sistema della formazione regionale. Il risultato finale di questa formazione innovativa è la "certificazione delle competenze", attraverso la definizione di Dossier Formativi condivisi con le Società scientifiche, gli

Ordini professionali, i Collegi e i professionisti".

IPASVI CON AMREF PER IL RAFFORZAMENTO DEL PERSONALE SANITARIO

lunedì, 07 aprile 2014 @ 16:06Inviato da: tosini

A causa della crisi economico-finanziaria, dal 2008 in Europa l’austerità ha inciso pesantemente sulla spesa pubblica, e su stipendi e indennità che rappresentano oltre il 40% dei bilanci sanitari.

Di questo passo nel 2020, secondo la Commissione Europea, avremo una carenza di 1 milione di operatori sanitari. In Italia il fabbisogno annuale di nuovi operatori sanitari è di oltre 30mila unità. Nell’ultimo decennio si è sopperito a questa carenza anche grazie al contributo degli operatori sanitari migranti, aumentati di 15 volte. La tendenza, in Italia, si è invertita negli ultimi due anni, con un dimezzamento degli aspiranti infermieri stranieri. Inutile sottolineare quanto un sistema sanitario risulti instabile se dipende dai flussi migratori, fortemente volatili, e che il nostro sistema sanitario non è più attrattivo anche a causa dei tagli alla spesa pubblica e del forte logoramento delle professioni.L'altro volto del problema è che ben 57 Paesi "poveri" - in maggioranza in Africa - hanno carenze critiche di personale sanitario e un miliardo di persone non vedrà mai un operatore sanitario nel corso della sua vita. Le popolazioni dell’Africa, in particolare nella fascia sub sahariana, sono quelle che maggiormente sopportano il peso delle principali malattie infettive o trasmissibili esistenti al mondo. Nella seconda settimana mondiale dedicata al personale sanitario - dal 7 all’11 aprile - AMREF, impegnata nel progetto “Personale sanitario per tutti e tutti per il personale sanitario” - sostenuto dal Ministero Affari Esteri, discute di questo tema in due appuntamenti che si terranno a Roma e Milano.Stamattina, presso il Consiglio regionale del Lazio, il collegio Ipasvi di Roma ha preso parte alla tavola rotonda "Personale sanitario a Nord e a Sud: la situazione nel Lazio e possibili iniziative". Per firmare il manifesto per il rafforzamento del personale sanitario, collegati a questo indirizzo:

http://www.manifestopersonalesanitario.it/

Sbloccare le assunzioni per rianimare la sanità mercoledì, 09 aprile 2014 @ 19:00

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Inviato da: tosini

LA VOCE DEGLI INFERMIERI AGLI STATI GENERALI DELLA SALUTEIL MONITO DEL VICE PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE IPASVI

Non può esserci salute senza infermieri. Perciò il Governo giochi subito tre carte: sblocco del turn over, adeguamento degli organici, sviluppo della sanità territoriale. Lo ha ripetuto il Vice Presidente della Federazione IPASVI, Gennaro Rocco intervenendo agli “Stati Generali della Salute” svolti presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e aperti dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.Nel corso della tavola rotonda sul ruolo e il futuro delle professioni sanitarie, il rappresentante degli infermieri ha insistito molto sull’evoluzione dei bisogni di cura e di assistenza legata all’invecchiamento della popolazione, con un numero crescente di pazienti affetti da multipatologie che necessitano di cure sempre più complesse. Rimarcando il ruolo centrale ed esclusivo dell’infermiere nella presa in carico della persona malata, il dottor Rocco ha chiesto al ministro Lorenzin di assumere impegni precisi per un deciso cambio di passo del Governo sulla grave emergenza degli organici infermieristici.“Non è più rinviabile il problema dei 70 mila infermieri che mancano nel nostro Paese rispetto alla media Ocse, mentre addirittura abbiamo 30 mila colleghi disoccupati – ha protestato il Vice Presidente dell’IPASVI – Accade non perché manchino le possibilità di lavoro per questi professionisti, di cui anzi ci sarebbe un gran bisogno, ma per gli effetti di politiche miopi troppo concentrate sul taglio dei costi. Serve invece un piano di riorganizzazione serio delle cure e dell’assistenza sul territorio capace di abbattere il ricorso improprio dei cittadini in ospedale che oggi aumenta enormemente i costi. E senza infermieri questo non si può fare”.

Mancano troppi infermieri, via il blocco delle assunzioni lunedì, 14 aprile 2014 @ 18:47Inviato da: tosini

La paradossale italiana:

organici svuotati e tanti infermieri disoccupati, il Vice Presidente Nazionale IPASVI e Presidente del Collegio di Roma su Radio3 - RAI a confronto con gli ascoltatori.

In Italia c’è un bisogno enorme di infermieri: ne mancano almeno 70 mila per stare nella media OCSE. Sono soprattuttoloro che fanno la sanità. Investire sull’ infermieristica vuol dire migliorare la salute della popolazione e dunque ridurre laspesa sanitaria. Perciò bisogna sbloccare subito le assunzioni.Intervenendo a Radio3 Rai, il Presidente del Collegio IPASVI di Roma e Vice-Presidente della Federazione Nazionale IPASVI, Gennaro Rocco ha ribadito i rischi di tenuta del Servizio Sanitario Nazionale a causa della grave carenza degli organici infermieristici proprio mentre, paradossalmente, cresce il numero dei colleghi disoccupati. Fra i casi segnalati in diretta dagli ascoltatori, quello emblematico di una Asl della provincia di Rovigo che ha bandito il concorso per un posto da infermiere ricevendo circa 4 mila domande di partecipazione. Il direttore generale della Asl in questione ha chiarito che il concorso serve ad attivare una graduatoria destinata a scorrere, l’unica soluzione praticabile per iniziare ad assumere gli infermieri che mancano.Il caso ha offerto lo spunto per rilanciare con forza anche sui media la drammaticità della situazione e le soluzioni possibili. “La necessità di infermieri è ormai un’emergenza in quasi tutte le strutture sanitarie -ha sottolineato il presidente Rocco - dove si continua a non assumere per il blocco del turn over. Spesso le Aziende e le strutture sanitarie aggirano il problema rivolgendosi a cooperative, società di servizio, agenzie di lavoro temporaneo ecc. che offrono professionisti a volte senza garantire loro pari opportunità contrattuali con i colleghi che lavorano come diretti dipendenti della aziende. E’ un vortice senza sbocchi. La verità è che non si ha il coraggio di sbloccare i concorsi anche quando si potrebbe. La riorganizzazione della rete dei servizi sanitari richiede più sanità territoriale: apriamo all’ infermiere di famiglia, attiviamo più ambulatori infermieristici, sviluppiamo le case della salute. Una buona riorganizzazione dei servizi sul territorio migliora la salute dei cittadini, riduce i ricoveri in ospedale, produce a medio termine risparmi notevoli per il sistema e comporterebbe, secondo il Censis, l’arruolamento di oltre nuovi 20.000

infermieri. E, in questi tempi di crisi, non è cosa da poco”.

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"Non rinviabile il problema dei 70mila infermieri che mancano in Italia, con il paradosso dei 30mila disoccupati "

mercoledì, 16 aprile 2014 @ 13:01Inviato da: tosini

Video intervista del Presidente del Collegio IPASVI di Roma:

Per ascoltare l'intervista integrale:

http://www.ipasvi.it/attualita/-non-rinviabile-il-problema-dei-70mila-infermieri-che-mancano-in-italia--id1210.htm

L’attuale situazione e le prospettive future della sanità italiana dal punto di vista della categoria professionale infermieristica: istanze e problematiche ancora irrisolte che necessitano di attenzione da parte delle istituzioni. Una questione affrontata dal presidente di IPASVI Roma, Gennaro Rocco, nel corso degli Stati Generali della Salute e che abbiamo approfondito in questa intervista

Per il presidente Rocco, una sanità proiettata verso il futuro “deve pensare innanzitutto ai bisogni dei cittadini, che cambiano in relazione all’andamento sociodemografico: in Italia c’è un’aspettativa di vita elevatissima unita quindi ad uninvecchiamento generale della popolazione. Gli infermieri sono per definizione i professionisti che si fanno carico del processo assistenziale, fondamentale in caso di cronicità e di multipatologie. Agli ospedali - continua Rocco - si ricorre ormai per brevissimi periodi, per gestire in maniera competente l’acuzie e dare una risposta terapeutica immediata. Quando il paziente e la sua famiglia tornano a casa c’è poi bisogno di un supporto adeguato e di altissime professionalità: qui entra in gioco la competenza della nostra categoria. Ogni anno decine di migliaia di infermieri frequentano master clinici, questo dimostra motivazione e voglia di combattere le nostre sfide”.

Parlando delle principali problematiche relative alla categoria, Rocco osserva: “gli infermieri in Italia sono assolutamentesottodimensionati, sia rispetto alla media dei Paesi Ocse, sia rispetto al fabbisogno nazionale. Molto spesso sono costretti ad assumere funzioni e mansioni estranee alle competenze per cui sono formati, come la sostituzione di competenze mediche; ciò è assolutamente incompatibile con i reali bisogni dei pazienti. Senza investimenti concreti - aggiunge il presidente IPASVI - in futuro rischiamo di dover importare dall’estero la maggior parte di questi professionisti; il paradosso è che, nonostante il sottodimensionamento, un gran numero di infermieri in Italia è disoccupato. Alla politica chiediamo di affrontare questo problema, non tanto per la nostra categoria professionale, quanto soprattutto per i cittadini bisognosi di assistenza”.

Le professioni sanitarie spesso possono essere aiutate dalle nuove tecnologie, quali ad esempio le App mediche: un settore in evoluzione ma – come concorda Gennaro Rocco - da monitorare con attenzione: “la health technology, le tecnologie informatiche e la teleassistenza appartengono anche al nostro mondo. C’è però una consapevolezza: niente può e deve sostituire il rapporto umano, la relazione, la comunicazione, l’educazione terapeutica e alla salute. Lo sanno bene gli infermieri perché si fanno carico dei pazienti anche da un punto di vista umano e psicologico, oltre che

tecnico”.

Un passo giusto ma troppo timido giovedì, 17 aprile 2014 @ 23:26Inviato da: tosini

Comunicato Stampa IPASVI

ZINGARETTI ANNUNCIA IL PARZIALE SBLOCCO DEL TURN OVER

IPASVI: NON BASTA PER ARGINARE L’EMERGENZA, SUBITO I CONCORSI

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Bene lo sblocco del turn over, ma le quote previste non bastano. La mancanza di infermieri non può essere arginata recuperando solo il 10-15% dei professionisti che lasciano il servizio. L’obiettivo dello sblocco totale va raggiunto al più presto per salvare servizi sanitari essenziali per i cittadini di Roma e del Lazio.Il Ministero dell’Economia ha approvato i programmi operativi 2013-2015 della Regione Lazio per il rientro del debito sanitario. Il presidente Zingaretti, con il subcommissario alla Sanità Botti, il coordinatore della Cabina di regia D'Amato ela responsabile della Direzione regionale Salute ed Integrazione socio-sanitaria Degrassi, hanno annunciato gli obiettivi. Tra questi: deficit 2013 a 610 milioni; iniziale sblocco del turn-over dal 10% al 15% dei fuoriusciti nell'anno precedente “con l'obiettivo dello sblocco totale”; 31 milioni di investimenti su integrazione sociosanitaria e sanità territoriale; abolizione delle macroaree e potenziamento della sanità nelle province con l’attivazione del nuovo Ospedale dei Castelli entro il 2016; fusione tra Asl RmA e RmE; accorpamento tra Irccs Spallanzani e Ire-Isg con un'unica direzione generale.Si tratta, come per il potenziamento della sanità territoriale e la riduzione di Asl e Direzioni Generali, di misure a lungo invocate dagli infermieri. Eppure, specie sullo sblocco parziale del turn over, il presidente del Collegio Ipasvi di Roma e vicepresidente della Federazione Nazionale Ipasvi, Gennaro Rocco, frena: “E’ un segnale nella direzione giusta ma troppo timido, assolutamente insufficiente rispetto alle necessità che viviamo ogni giorno nelle sale operatorie e nelle corsie ospedaliere, negli ambulatori e nei servizi territoriali. In molte strutture la situazione è drammatica, serve più coraggio - avverte il dottor Rocco - Lo sblocco totale delle assunzioni e l’avvio rapido dei concorsi sono una priorità assoluta. Plaudiamo a tutte le iniziative che portano a risparmi, come l'accorpamento delle Asl e delle Direzioni Generali,ma la rotta sull’arruolamento del personale va invertita subito”.

" Inaugurata la terza casa della salute a Rocca Priora giovedì, 24 aprile 2014 @ 11:54Inviato da: tosini

"Inaugurata a Rocca Priora la terza Casa della Salute del Lazio"Zingaretti annuncia: "Entro l'anno la degenza Infermieristica"

Il Collegio Ipasvi di Roma "CHIEDE IL RISPETTO" degli impegni presi si tempi e risorse

Dalle "ceneri" dell'ex ospedale "Antonio e Carlo Cartoni" nasce la Casa della Salute di Rocca Priora, la terza del Lazio dopo quelle di Sezze e Pontecorvo. La struttura inaugurata oggi è al servizio di tutti i comuni del Distretto: Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca di Papa, Rocca Priora ed offre ai cittadini servizi già attivi come l'assistenza primaria garantita dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta dalle ore 8 alle 20 dalla domenica al venerdì, compresi i festivi (sabato e prefestivi, invece, il servizio partirà alle10); primo intervento e punto di soccorso mobile 118; le attività specialistiche (Allergologia, Cardiologia, Medicina sportiva, Odontoiatria, Oculistica e Ortopedia); la gestione malati con patologie croniche e degenerative; le attività di diagnostica (radiologia). Sono già operativi, inoltre: il Centro prelievi; l'Area dell'accoglienza con lo sportello prenotazioni (CUP) e informazioni sanitarie (PUA); gli ambulatori attrezzati a disposizione dei medici medicina generale; il Consultorio familiare; il Centro antifumo; il Centro Diurno Demenze; l'Ambulatorio Malattie Apparato Respiratorio ed il Centro Antiviolenza. "Entro la fine dell'anno sarà inoltre attiva un'area con posti letto a gestione infermieristica" , ha annunciato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti.Una notizia accolta con fiducia dal Collegio Ipasvi di Roma. Il presidente Gennaro Rocco l'ha commentata così: "Confidiamo nel rispetto dei tempi e chiediamo che vengano forniti gli strumenti e le risorse sufficienti per fare

funzionare questa unità a degenza infermieristica. Seguiremo con attenzione l'evolversi della vicenda".

SOS degli infermieri: subito concorsi e assunzioni o il sistema crollerà!

martedì, 29 aprile 2014 @ 20:45

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Inviato da: tosini

Oltre 150 Dirigenti a confronto con i vertici politici della Sanità regionale affollatissimo incontro al Policlinico Agostino Gemelli organizzato dal Collegio IPASVI.

Roma, 28 aprile 2014

Un’adunata senza precedenti di infermieri dirigenti a Roma per rivendicare a la necessità urgente di invertire la rotta: basta con i tagli che stanno distruggendo la sanità regionale, per rimettere a posto i conti si deve investire sulla categoria, sbloccare subito i concorsi, adeguare gli organici, restituire dignità alle condizioni di lavoro e combattere il fenomeno della disoccupazione, aprire subito ai concorsi per dirigenti.La voce degli infermieri si è levata con forza dal Policlinico Gemelli dove il Collegio IPASVI di Roma ha messo confronto più di 150 infermieri dirigenti provenienti da tutto il Lazio, i segretari regionali dei sindacati e delle associazioni dei cittadini, il presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio Rodolfo Lena e l’onorevole Riccardo Agostini, promotore della proposta di legge sulle professioni sanitarie.Intensa la mattinata con interventi sul tema “Dirigenza Infermieristica per una maggiore sostenibilità sanitaria” in un’Aula Brasca gremita fino oltre la sua capienza di oltre 250 posti anche da molti giovani infermieri, liberi professionisti e studenti.Alla tavola rotonda che ha chiuso l’incontro con il presidente della commissione sanità della Regione Lazio On. Rodolfo Lena ed il Consigliere Riccardo Agostini hanno preso parte il presidente del Collegio IPASVI di Roma e i segretari regionali delle forze sindacali.Unanimi le conclusioni: per risanare la spesa sanitaria servono più infermieri e meglio valorizzati. “Si risparmia davvero rivedendo i processi più dispendiosi e investendo sul personale, ma qui si continua a tagliare i servizi e non gli sprechi con conseguenze gravissime - ha protestato il presidente Rocco - Il livello di criticità è molto alto e provvedimenti timidi non servono a niente. La Regione sia chiara e rapida, mantenga gli impegni sullo sblocco dei concorsi, sulla nuova rete dei servizi territoriali, sulle case della salute, sugli ambulatori infermieristici. Non più parole ma provvedimenti concreti. Gli infermieri non ce la fanno più a sostenere il sistema, se non si agisce subito crollerà”.Tra le misure concrete da adottare subito per arginare l’emergenza infermieristica e salvare i servizi, il presidente dell’Ipasvi ha chiesto ai rappresentanti istituzionali della Regione Lazio di valutare l’operato dei nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere anche in base alla priorità attribuita a questa fondamentale criticità ed alla istituzione delle dirigenze infermieristiche.Il presidente della Commissione Sanità Lena ha raccolto l’accorato appello degli infermieri e dei sindacati pur ribadendo i vincoli stringenti del piano di rientro del deficit sanitario. Quanto alla proposta di legge sulla valorizzazione delle professioni sanitarie, l’onorevole Lena ha assicurato il pieno coinvolgimento degli infermieri e dei sindacati nell’iter normativo che decollerà subito dopo l’approvazione della Legge 328 sui servizi socio-sanitari, entro fine anno.

LA MORTE DEL PROFESSOR ELIO GUZZANTI ADDIO A UN GRANDE AMICO DEGLI INFERMIERI

venerdì, 02 maggio 2014 @ 17:47Inviato da: tosini

Con la scomparsa del professor Elio Guzzanti gli infermieri perdono un grande amico. Non solo da ministro della Sanità, ma in tutta la sua straordinaria carriera e nei tanti incarichi di primo piano che ha ricoperto in campo sanitario, il professor Guzzanti ha avuto sempre un occhio attento e sensibile verso i problemi degli infermieri che con lui hanno potuto rapportarsi e collaborare proficuamente."Ne ricordo soprattutto la spiccata propensione al dialogo e all'ascolto" – dice il Presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco "E' stato un amico vero della nostra famiglia professionale dimostrandoci in molte occasioni la sua vicinanza e la grande considerazione che, da medico prima ancora che da ministro, ha sempre nutrito per la nostra professione.Lo piangiamo come una perdita dolorosa, ma ci resta il suo esempio per indicare a tutti come costruire una sanità più efficiente e solidale. Il Collegio si stringe attorno alla famiglia partecipandole le condoglianze di tutti gli infermieri

romani".

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EXPO 2015. I PROGETTI DEL CECRI PER LA SALUTE ALIMENTARE venerdì, 02 maggio 2014 @ 17:53Inviato da: tosini

Il Centro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica ha tenuto a Roma il VI workshop internazionale, dedicato al tema della salute alimentare, in vista dell'Expo 2015.L'incontro ha registrato la partecipazione di rappresentanti dell'Organizzazione mondiale della sanità, che hanno lodato l'impegno del Cecri sul fronte della ricerca finalizzata al sostegno nutrizionale e alla promozione di corretti stili di vita. L'evento ha infatti avuto lo scopo di presentare alcuni studi e proporre alcune fonti per sostenere gli infermieri nel loro impegno a garantire l’alimentazione a persone con problemi e bisogni di salute differenti.

Il ruolo degli infermieri è fondamentale per promuovere la salute e prevenire le grandi malattie sociali della nostra epoca, dall’obesità alle patologie cardiovascolari, dai tumori alle epidemie più diffuse.Promuovere la ricerca infermieristica ed educare ad una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita - in particolare per i bambini, gli adolescenti, i diversamente abili e gli anziani - significa, quindi, migliorare la vita di milioni di persone per affrontare le difficoltà quotidiane e per vivere una vita di qualità. Questo il senso della giornata, ribadito dal direttore del Cecri, Gennaro Rocco. In platea, 250 infermieri e ricercatori, insieme ai rappresentanti dei 4 Poli di ricerca del Cecri. A loro sono stati illustrati anche i risultati della seconda indagine nazionale sulla professione infermieristica.Il workshop ha ricevuto il patrocinio della Federazione nazionale Collegi Ipasvi, di Nurse4Expo e del Ministero della

Salute.

Giornata Internazionale dell'Infermiere una festa amara per troppi colleghi

lunedì, 12 maggio 2014 @ 17:26Inviato da: tosini

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Internazionale dell'Infermiere, un giorno di festa per la nostra grande comunità professionale. Purtroppo, però, non abbiamo molto da festeggiare a causa della crisi che attanaglia il nostro Paese e che ha coinvolto pesantemente tutta la sanità italiana. Per la prima volta, il nostro mondo professionale si trova a dover fare i conti con una condizione sconosciuta agli infermieri fino a pochi anni fa determinata da tagli selvaggi alla spesa e ai servizi sanitari. Una realtà drammatica fatta di precarietà, sottoccupazione e disoccupazione. Nel giorno in cui celebriamo a livello internazionale la nostra mission professionale e l'importanza della nostra figura, il Collegio si stringe a tutti i colleghi, specialmente ai più giovani, oggi indifficoltà in un abbraccio di solidarietà, vicinanza e conforto.

Il Consiglio Direttivo del Collegio IPASVI di Roma

DISOCCUPAZIONE E PRECARIETA’ IL 19 MAGGIO LA MANIFESTAZIONE A PIAZZA MONTECITORIO

sabato, 17 maggio 2014 @ 10:32Inviato da: tosini

Sbloccare le assunzioni per garantire Infermieri e Cittadini

Lunedì 19 maggio, su iniziativa di un gruppo di colleghi disoccupati e precari, gli infermieri manifestano a Roma, in Piazza Montecitorio, per richiamare l’attenzione della politica sulla loro drammatica situazione.

“A questi colleghi in gravi difficoltà - dice il Presidente Gennaro Rocco - va la profonda solidarietà, la vicinanza umana e professionale e il sostegno del Collegio IPASVI di Roma che, in tutti gli ambiti di sua pertinenza, continua a denunciare l’inaccettabile stato di disoccupazione e precarietà di così tanti infermieri. Un impegno che proseguirà con forza nel sollecitare le istituzioni a cancellare il paradosso che sta strangolando la sanità nel nostro Paese, dove mancano

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all’appello almeno 70 mila infermieri e ce ne sono più di 30 mila disoccupati o sottoccupati. La rotta va invertita subito sbloccando le assunzioni, rinforzando gli organici e sviluppando davvero al sanità territoriale”.

Il Collegio ottiene la Certificazione di Qualità giovedì, 22 maggio 2014 @ 15:27Inviato da: tosini

IL COLLEGIO OTTIENE LA CERTIFICAZIONE DI QUALITA’PRIORITA’ AL MIGLIORAMENTO CONTINUO DEI SERVIZIUn nuovo traguardo di efficienza e trasparenza per il Collegio IPASVI di Roma che ha ottenuto la Certificazione di Qualità per le sue attività da una delle società più importanti al mondo per la valutazione di conformità. Dopo un’attenta analisi e ripetute verifiche sulla gestione dei servizi erogati agli iscritti e sulle altre attività del Collegio, Bureau Veritas Certification ha rilasciato il certificato di conformità secondo lo standard ISO 9001. La società in questione sottoporrà il Collegio a nuovi e continui controlli, test, audit e ispezioni per ottimizzare sempre più l’erogazione dei servizi e la tenuta dell’Albo, con importanti vantaggi per tutti gli iscritti. La certificazione di qualità è la strada più diretta e trasparente per perseguire l’eccellenza e il miglioramento continuo. Ottenere questo riconoscimento da Bureau Veritas Certification è un risultato davvero ragguardevole e al tempo stesso

un impegno di responsabilità. Un passo ulteriore nella crescita della nostra comunità professionale.

"Operazione sicurezza" di Cittadinanzattiva martedì, 27 maggio 2014 @ 08:04Inviato da: tosini

Martedì 20 Maggio 2014, presso il Policlinicio Umberto I, nel Salone della Direzione Generale, Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato ha presentato la guida “Operazione Sicurezza “, rivolta ai cittadini e agli organi di stampa; è stata un' occasione di confronto e dibattito sulla sicurezza delle cure e sul rapporto di fiducia tra sanitari e paziente che tale guida intende rafforzare.

Operazione Sicurezza è una guida per il cittadino alle prese con l’intervento chirurgico: consigli pratici e informazioni su diritti, normative e procedure per una migliore collaborazione tra medico - infermiere e cittadino in chirurgia (cosa fare e cosa sapere in caso di intervento chirurgico)

L’obiettivo della Guida è rilanciare il tema della sicurezza in chirurgia, fornendo consigli pratici e informazioni su diritti, normative, procedure e aspetti della sicurezza nell’ambito degli interventi chirurgici. Ad esempio: scegliere la struttura nella quale operarsi prestando ascolto ai consigli del medico di famiglia più che al passaparola, e consultando la Carta dei servizi: questa aiuta a conoscere l’organizzazione dei reparti, gli standard e gli impegni, le tipologie di prestazioni, i tempi di attesa, le dotazioni strumentali e le tecniche operatorie della struttura scelta.E' un utile strumento per raggiungere quegli obiettivi condivisi con tutti i professionisti , quali: il rilancio del tema della sicurezza in chirurgia, aiutare i cittadini ad orientarsi e a prendere decisioni consapevoli sulla propria salute, far aumentare l’empowerment dei cittadini e rafforzare il rapporto di fiducia tra i professionisti sanitari e i pazienti.Alla stesura della guida ha partecipato il Collegio IPASVI di Roma ed, in occasione dell'evento di presentazione, è intervenutala Vice Presidente Ausilia Pulimeno con un intervento focalizzato su due aspetti:1) Motivazioni della partecipazione al progetto 2) Impegno di azioni da attuare per la diffusione della guida e l' implementazione dei contenuti.La guida "operazione sicurezza" è diffusa sul sito:www.cittadinanzattiva.it e sul nostro sito www.ipasvi.roma.it

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Il futuro del Nursing: il Cecri sabato, 31 maggio 2014 @ 03:43Inviato da: tosini

Il Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica del Collegio Ipasvi di Roma ha tenuto, giovedì 29 maggio, un seminario sul futuro del Nursing: “Orientare il cambiamento e guidare l’assistenza verso livelli di eccellenza “. L'evento, patrocinato da Federazione Nazionale Collegi Ipasvi, Enpapi e University of Pennsylvania ha voluto affrontare le sfide che la società globalizzata pone oggi ai 13 milioni di infermieri sparsi in tutto il mondo.

Lavorando tutti i giorni per migliorare la vita dei cittadini, gli infermieri devono infatti garantire una sempre maggiore qualità delle cure per rispondere ai bisogni complessi di una società dinamica, flessibile in continuo cambiamento. Gli infermieri sono e devono essere sempre più leader attivi del cambiamento per guidare verso livelli di eccellenza l’assistenza, orientando la transazione verso sistemi di salute più equi e sostenibili e rispondendo efficacemente alle sfide epidemiologiche della web society. Il seminario ha beneficiato della presenza di Julie Fairman, direttrice del Barbara Bates Center for the Study of the History of Nursign, una delle maggiori istituzioni mondiali in materia di ricercainfermieristica. “La nostra priorità - ha spiegato Fairman - è di aumentare la comprensione dell'importanza della nostra storia e dell'assistenza sanitaria, allo scopo di sviluppare efficaci strategie di politica sanitaria e di presa in carico del paziente. Tutte le nostre attività legano la storia di infermieristica direttamente ai temi della salute attuali. Il nostro lavoro di ricerca e di gestione di grandi archivi fornisce infatti elementi necessari per una migliore comprensione delle criticità contemporanee”. Il direttore del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica, Gennaro Rocco, ha quindi illustrato l'impatto delle numerose attività del Cecri sulla riforma culturale del Nursing in Italia, concentrando l'attenzione sui passi che restano da compiere per una ulteriore implementazione degli skill professionali degli infermieriitaliani: “I nostri colleghi dovrebbero ottenere una più elevata formazione attraverso un sistema educativo che promuove progressioni accademiche senza soluzioni di continuità. Questo perché gli infermieri dovrebbero essere importanti stakeholder, insieme agli altri professionisti sanitari, nel ridisegnare l’assistenza sanitaria nel mondo globale. E Centri di Eccellenza come il nostro lavorano quotidianamente per fare in modo che ciò accada, con il costante supporto istituzionale dell'Ipasvi”. I lavori sono stati introdotti dal presidente Enpapi, Mario Schiavon, e dalla professoressa Barbara Riegel (Edith Clemmer Steinbright). A moderare gli interventi: la vicepresidente del Collegio

Ipasvi di Roma Ausilia Pulimeno; la professoressa Rosaria Alvaro; i ricercatori Ercole Vellone e Alessandro Stievano.

Torneo NIGHTINGOAL: all’IPASVI Rovigo la prima edizione. mercoledì, 11 giugno 2014 @ 22:14Inviato da: tosini

Divertimento, simpatia ed agonismo, questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la prima edizione del Nightingoal, torneo di calcio a 5 riservato agli infermieri e studenti infermieri di tutta Italia.Sei squadre iscritte: i Collegi Ipasvi di Bari, Brescia, Roma e Rovigo, la rappresentativa del Nursind di Teramo ed un team di colleghi del S.Raffaele di Milano. Nei tre giorni in cui si è svolta l’iniziativa i ragazzi hanno condiviso albergo, campi di gioco e momenti di relax al mare o in piscina piuttosto che nelle uscite serali, creando così un ottimo clima di amicizia e condivisione tra colleghi di ogni parte della penisola. Sul campo ha avuto la meglio la compagine dell’Ipasvi di Rovigo, che ai rigori ha sconfitto i ragazzi dell’Ipasvi Bari; terzo posto per il Nursind Teramo. Un doveroso ringraziamento va alla cordialità di tutto il personale delle strutture che hanno ospitato l’evento, ma soprattutto all’AICS di Roma ed all’Associazione Romana Arbitri, che con la loro professionalità hanno reso il Nightingoal un’esperienza sicuramente positiva ed assolutamente da ripetere, magari già il prossimo anno cercando di coinvolgere sempre più colleghi e colleghe (anche in altri sport, ad esempio abbinando al torneo di calcio a 5 un torneo di volley o basket…).

Tutte le foto ed i risultati della manifestazione alla pagina facebook www.facebook.com/Nightingoal.infermieri

Roma: apertura Reparto di Degenza a Gestione Integrata

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venerdì, 11 luglio 2014 @ 21:55Inviato da: tosini

(OMNIROMA) Roma, 07 LUG - All'ospedale Regina Margherita di Trastevere apre il primo Reparto di Degenza a gestioneintegrata (RGI) della Capitale: una struttura all'avanguardia in grado di fornire assistenza infermieristica h24, la presenza di un medico e l'integrazione specialistica e a pazienti post-acuti, relativamente stabilizzati, che necessitano di supervisione medica ed eventuale trattamento riabilitativo. A tagliare il nastro questa mattina, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, accompagnato da Camillo Riccioni dg Asl Roma A; Alessio D'Amato, coordinatore della Cabina di regia del Sistema sanitario regionale ed il presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi. Il nuovo reparto consta, per ora, di otto posti letto, destinati a diventare 20, dedicati a pazienti che rientrano in tre specifiche categorie: pazienti in fase di post-acuzie con stabilizzazione incompleta che, a seguito della fase acuta di malattia, sono caratterizzati da ridotta autosufficienza dal punto di vista psico-fisico, per cui necessitano di ulteriore osservazione clinica ed, eventualmente, di interventi di riabilitazione estensiva o riattivazione motoria; pazienti affetti da patologia cronica e/o con multimorbilità che presentano una riacutizzazione di livello lieve-medio della patologia di base, con bisogno assistenziale in ambiente protetto e pazienti in fase di post-acuzie stabilizzati, affetti da polipatologia cronica, in condizioni di buon compenso clinico, ma con bisogno assistenziale continuativo di tipo infermieristico. Il nuovo servizio prevede, insieme all'assistenzamedica, con presenza dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 20 e il sabato dalle ore 8 alle 14, anche assistenza medica notturna. Sono garantiti standard sanitari e assistenziali elevati quali il coordinamento infermieristico presente 5 giorni asettimana per un totale di 36 ore settimanali; case-manager infermieristico presente 6 giorni alla settimana per un totale di 36 ore settimanali; assistenza riabilitativa del fisioterapista da quantificare in base al bisogno individuale; attività alberghiera, farmaceutica e trasporto sanitario standard con procedure consolidate in azienda; attività informatica gestionale con piattaforma condivisa in azienda a garanzia della tracciabilità dell'iter diagnostico-terapeutico e del processo assistenziale intrapreso per ogni singolo paziente, nell'ottica della continuità assistenziale; a tale

piattaforma ha accesso anche il medico di medicina generale del paziente.

Innovazione impossibile senza infermieri venerdì, 11 luglio 2014 @ 22:01Inviato da: tosini

INAUGURATO A ROMA IL PRIMO REPARTO DI DEGENZA A GESTIONE INTEGRATA

Il ritardo è clamoroso ma finalmente si parte. Una sanità territoriale diversa, più vicina alle esigenze dei cittadini e per laquale il Collegio IPASVI si batte da anni, ha compiuto il suo primo passo a Roma con l’apertura del reparto di Degenza aGestione Integrata presso l’ospedale Regina Margherita. Una soluzione intelligente per migliorare l’assistenza sanitaria, decongestionare gli ospedali e risparmiare ingenti risorse finanziarie.Il nuovo reparto accoglie pazienti post-acuti e con patologie croniche, garantendo loro cure ottimali per sei giorni alla settimana con l’ausilio dell’assistenza medica notturna.Agli infermieri spetta un ruolo centrale per il funzionamento della struttura con l’osservazione di pazienti in fase di post-acuzie non stabilizzati, affetti da patologie croniche da trattare in ambiente protetto, in fase di post-acuzie stabilizzati con multi patologie croniche.L’organizzazione del lavoro segue modelli capaci di migliorare sensibilmente la qualità dei servizi con il Coordinamento infermieristico delle cure riabilitative, l’importante innovazione informatica che prevede un’unica piattaforma condivisa che consente a tutto il personale coinvolto di conoscere il percorso diagnostico-terapeutico di ogni paziente e di garantire così la continuità assistenziale. Inoltre altri servizi e attività: da quella alberghiera e farmaceutica al trasporto sanitario.Servizi migliori per cittadino e più a buon mercato per la Regione Lazio. Un ricovero nel reparto di Degenza a Gestione Integrata costa mediamente 1.000 euro in meno al giorno rispetto a un ricovero tradizionale. A conti fatti, quando gli attuali 8 posti diverranno 20, la Regione conta di risparmiare circa 20.000 euro al giorno. All’inaugurazione del nuovo reparto del Regina Margherita ha partecipato il presidente Nicola Zingaretti che ha commentato: “È l'ennesimo segnale che la sanità nel Lazio sta cambiando. Vogliamo raggiungere l'obiettivo di disavanzozero e, quindi, metterci nelle condizioni di recuperare la piena autonomia di un modello di difesa del diritto alla salute”. “Grazie alla credibilità riconquistata - ha aggiunto Zingaretti - il Governo ha accettato di alzare la soglia di copertura di deroga dal blocco del turn over dal 10 al 15% già per il 2014”.“Proprio questo è il punto - osserva il presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco - L’iniziativa va finalmentenella giusta direzione ma è destinata a fallire senza infermieri. La possibilità offerta dal pur minimo allentamento del blocco del turn over va sfruttata a pieno per dotare i nuovi reparti di Degenza a Gestione Integrata di organici infermieristici sufficienti. Altrimenti sarebbe l’ennesimo bluff”.Agli infermieri spetta un ruolo centrale per il funzionamento della struttura con l’osservazione di pazienti in fase di post-acuzie non stabilizzati, affetti da patologie croniche da trattare in ambiente protetto, in fase di post-acuzie stabilizzati con multi patologie croniche.

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L’organizzazione del lavoro segue modelli capaci di migliorare sensibilmente la qualità dei servizi con il Coordinamento infermieristico delle cure riabilitative, l’importante innovazione informatica che prevede un’unica piattaforma condivisa che consente a tutto il personale coinvolto di conoscere il percorso diagnostico-terapeutico di ogni paziente e di garantire così la continuità assistenziale. Inoltre altri servizi e attività: da quella alberghiera e farmaceutica al trasporto sanitario.Servizi migliori per cittadino e più a buon mercato per la Regione Lazio. Un ricovero nel reparto di Degenza a Gestione Integrata costa mediamente 1.000 euro in meno al giorno rispetto a un ricovero tradizionale. A conti fatti, quando gli attuali 8 posti diverranno 20, la Regione conta di risparmiare circa 20.000 euro al giorno. All’inaugurazione del nuovo reparto del Regina Margherita ha partecipato il presidente Nicola Zingaretti che ha commentato: “È l'ennesimo segnale che la sanità nel Lazio sta cambiando. Vogliamo raggiungere l'obiettivo di disavanzozero e, quindi, metterci nelle condizioni di recuperare la piena autonomia di un modello di difesa del diritto alla salute”. “Grazie alla credibilità riconquistata - ha aggiunto Zingaretti - il Governo ha accettato di alzare la soglia di copertura di deroga dal blocco del turn over dal 10 al 15% già per il 2014”.“Proprio questo è il punto - osserva il presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco - L’iniziativa va finalmentenella giusta direzione ma è destinata a fallire senza infermieri. La possibilità offerta dal pur minimo allentamento del blocco del turn over va sfruttata a pieno per dotare i nuovi reparti di Degenza a Gestione Integrata di organici infermieristici sufficienti. Altrimenti sarebbe l’ennesimo bluff”.

COMUNICATO STAMPA 13/7/2014

ATTACCO ALLA PROFESSIONE,

GLI INFERMIERI REAGISCONO

Piovono come saette avvelenate sulla professione infermieristica contestando tutto e tutti, soprattuttol’autonomia che gli infermieri hanno raggiunto oggi dopo decenni di lotte e sacrifici. Attacchi pubblici sferrati a piùriprese negli ultimi giorni contro i Collegi Provinciali IPASVI e la Federazione Nazionale IPASVI da personaggi esterni allaprofessione, che infermieri non sono e dimostrano di non conoscerne il lavoro e l’organizzazione, guru e grilli parlantiestemporanei che criticano senza motivare, denigrano senza proporre, urlano sulla stampa senza spiegare perché.

Già, perché questi affondi polemici contro gli infermieri e i loro organi di rappresentanza? Perché nel mirinofiniscono solo loro, non i medici, gli avvocati, gli insegnanti o altri professionisti? Perché si criticano le rappresentanzeistituzionali democraticamente elette dagli infermieri e si tace sul grande lavoro svolto in questi anni per ottenere ilrango di professione intellettuale, la formazione universitaria, le nuove opportunità di carriera, fino alla docenzaaccademica e alla nascita di importanti di centri di eccellenza per la ricerca infermieristica? Silenzio sospetto anchesulla quantità di servizi (in gran parte gratuiti) offerti agli iscritti per la tenuta degli Albi, le certificazioni, la formazionecontinua, le consulenze legali, gli studi bibliografici, i gruppi di lavoro e di sperimentazione clinica.

Gli infermieri non ci stanno e chiedono: c’è una regia occulta dietro questa campagna denigratoria contro laprofessione? Qualcuno vuole forse ricacciare indietro gli infermieri, riavvolgere il nastro della loro storia, annullare lestraordinarie conquiste legislative e culturali che hanno trasformato la professione rendendola finalmente adulta? Ilpunto è proprio questo: un interesse bieco e inconfessabile per riportare l’infermieristica in un ruolo ancillare rispettoad altre professioni sanitarie.

Ma chi cospira contro un infermiere libero, autonomo e autodeterminato resterà deluso. L’operazionegattopardesca non passerà, la comunità infermieristica non lo consentirà.

COMUNICATO STAMPA 15/7/2014

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In riferimento agli interventi apparsi in questi giorni sulla stampa che contestano il ruolo della rappresentanzaprofessionale degli infermieri, la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI stigmatizza duramente le critiche gratuite eimmotivate da parte di chi non appartiene alla comunità infermieristica e con le sue illazioni dimostra di nonconoscerne il funzionamento e la vitalità espressa nelle molteplici attività destinate agli iscritti.

Etichettare la gestione della Federazione e dei Collegi IPASVI come poco trasparente significa disconoscerel’evidenza, ignorando il percorso democratico della formazione degli organismi e delle decisioni da assumere e latrasparenza assoluta dei conti economici, certificata come per ogni ente di diritto pubblico dai revisori dei conti.

Anche a tutela dell’immagine dei singoli Collegi Provinciali, della loro importante attività a supporto degliiscritti e dell’impegno profuso da tanti colleghi che assumono responsabilità dirette nella gestione degli enti stessi, laFederazione Nazionale avverte il dovere di intervenire per riaffermare con forza e senza tema di smentite la pienademocraticità della formazione degli organismi di rappresentanza professionale, l’assoluta correttezza nella lorogestione e la trasparenza dei bilanci, peraltro certificati, approvati dagli iscritti, pubblici e verificabili da chiunque inogni momento.

L’impegno della Federazione e dei Collegi è quello veicolare sempre più la circolazione di queste informazionifra gli iscritti per assicurare il massimo livello di trasparenza e un clima di rinnovata fiducia che certe affermazionidenigratorie rischiano ingiustamente di minare.

Il Collegio di Roma al tavolo di confronto regionale sulle Case della Salute

venerdì, 18 luglio 2014 @ 20:08Inviato da: tosini

Il Collegio Ipasvi di Roma ha partecipato al tavolo di confronto tra cittadini, associazioni ed operatori sul tema “Case della Salute nel Sistema Sanitario Regionale” che si è tenuto venerdì 18 luglio presso il Consiglio regionale del Lazio, su iniziativa del CODICI e del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle.

L'incontro ha costituito l'occasione per ribadire l'importanzastrategica della figura infermieristica nel quadro di una rinnovatasanità sempre più integrata al territorio e sempre più vicina alcittadino.

Il Presidente Dr Gennaro Rocco, nel suo intervento, ha sottolineato ilbasso indice di presenza infermieristica in Italia rispetto aglistandard Ocse e dei Paesi più avanzati. A proposito delle Case della Salute, l'Ipasvi ha reso noto il documento "Il contributo dell'infermieristica di comunità nellaregione Lazio", già consegnatoal tavolo tecnico per l'attivazione delle Case della Salute.

"Per implementare la rete dei servizi e per supportare iniziative strategiche per il sistema delle cure primarie e la continuità assistenziale, occorre promuovere il ruolo e la funzione dell'infermiere di comunità e di famiglia, che può diventare il cardine del cambiamento", ha dichiarato il presidente Rocco.

Il Collegio di Roma ha posto poi all'attenzione della platea le più avanzate esperienze di Ambulatori infermieristici sia generalisti che specialistici, rilanciando anche la l’infermieristica scolastica", fondamentale per la gestione dei bisogni di salute dello studente e per l’educazione alla salute.

NUOVO PARCO AMBULANZE E OSPEDALE DEI CASTELLI: BENE GLI INVESTIMENTI, MA IL PERSONALE DOV'E'?

giovedì, 24 luglio 2014 @ 23:15Inviato da: tosini

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Oltre 620 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio per i nuovi investimenti in sanità: dal rinnovo quasi totale del parco ambulanze al potenziamento del sistema dell'emergenza, dall'acquisto di attrezzature tecnologiche alla messa in sicurezza degli edifici, dalla riqualificazione energetica degli impianti alla realizzazione di almeno una Casa della salute per ogni Distretto sanitario.E' quanto stabilito dal Decreto 232 firmato dal governatore del Lazio il 15 luglio scorso, che sblocca i finanziamenti statali previsti dall'ex articolo 20 della legge 67/88. Risorse che la Regione dal 1998 al 2007 non aveva utilizzato. L'importo recuperato è di 596.783 milioni di euro a cui si aggiungono 31 milioni a carico del bilancio regionale.Tra gli investimenti in programma anche l'acquisto delle attrezzature necessarie all'avvio del nuovo Ospedale dei Castellial quale verranno destinati 24 milioni di euro. “La buona notizia - ha commentato il presidente Nicola Zingaretti illustrando il decreto - è che nel Lazio si riprende ad investire massicciamente per una buona sanità”.

“Bene gli investimenti sul 118 e sull’Ospedale dei Castelli - gli ha fatto eco il presidente del Collegio IPASVI di Roma Gennaro Rocco - ma non bastano per mitigare la crisi profondissima della nostra sanità. Occorre recuperare e spendere risorse anche per la gravissima carenza di personale, in particolare di infermieri, che rappresenta la principale emergenza del sistema. Inutile rinnovare il parco mezzi e realizzare un nuovo ospedale se poi mancano i professionisti per far funzionare i servizi. Chiediamo alla Regione di utilizzare la recente deroga al blocco del turn-over per assumere infermieri e arginare così i paurosi vuoti d’organico che penalizzano i cittadini e gli stessi operatori”.

Comunicato Stampa giovedì, 24 luglio 2014 @ 23:23Inviato da: tosini

EDILIZIA (OMNIROMA) Roma, 21 LUG - Sono oltre 620 milioni di euro i fondi messi in campo dalla Regione Lazio per investimenti in sanità: dal rinnovo pressoché totale del parco ambulanze, al potenziamento del sistema dell'emergenza, dall'acquisto di attrezzature tecnologiche, alla messa in sicurezza degli edifici, la riqualificazione straordinaria degli impianti finalizzati al risparmio energetico e la realizzazione di almeno una Casa della salute per ogni Distretto. E' il risultato del decreto 232 firmato dal governatore del Lazio il 15 luglio 2014, che permette di sbloccare i finanziamenti statali previsti dall'ex articolo 20 della legge 67/88 per l'ammodernamento delle infrastrutture sanitarie. Risorse che la Regione, dal 1998 al 2007, non aveva utilizzato. L'importo recuperato grazie al decreto è pari a 596.783 milioni di euro acui si aggiungono i 31 milioni come quota a carico del bilancio regionale. Tra gli investimenti in programma, é previsto anche l'acquisto delle attrezzature necessarie all'avvio delle attività del nuovo ospedale dei Castelli in avanzata fase di costruzione, intervento per il quale verranno destinati 24 milioni di euro. A presentare i finanziamenti destinati all'ediliziasanitaria, questa mattina in Regione, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, il coordinatore della Cabina di Regia del Ssr Alessio D'Amato, la direttrice della programmazione socio-sanitaria della Regione Flori Degrassi e il presidente della Commissione politiche sociali e salute della Pisana, Rodolfo Lena. Il programma puntuale degli interventi verrà definito nei prossimi giorni insieme a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere. "Con il decreto 232 di recente approvato, la Regione recupera un percorso di programmazione degli investimenti in edilizia sanitaria reso coerente dai piani operativi", ha detto D'Amato. "Dalla fase della ricognizione generale della programmazione, ora si passa alla fase degli investimenti - ha commentato Lena - Non è stato semplice, la situazione che è stata trovata oltre un anno fa è nota ed ora i primi risultati cominciano a venire. Ci voleva un anno di tempo per organizzare tutto e lo si è fatto con grande intelligenza, capendo singolarmente quali erano le necessità, ora quelle necessità si stanno riempiendo di contenuti e di soldi che andranno a dare risposte importanti, dalla rete ospedaliera alla rete territoriale. Questi sono i segnali concreti che l'amministrazione Zingaretti vuole dare con il contributo del Consiglio regionale tutto e della Commissione politiche sociali e salute, che lavora al fianco della Cabina di regia per innovare, cambiare e dare le risposte in sanità che il Lazio merita di avere da anni.Lo stiamo facendo mettendo al centro la persona ed i pazienti in generale"."La buona notizia - ha concluso Zingaretti - e' che nel Lazio si riprende ad investire massicciamente per una buona

sanità".

COMUNICATO STAMPA: Policlinico Umberto I, nasce il primo reparto a gestione infermieristica

mercoledì, 30 luglio 2014 @ 12:58

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Inviato da: tosini

IL PASSO GIUSTO !

Centralità del malato, continuità dell’assistenza, integrazione professionale, coinvolgimento delle famiglie. Il modello sostenuto dagli infermieri per l’umanizzazione delle cure e la domiciliarità ha conosciuto il 29 luglio un giorno lieto con l’inaugurazione della prima Unità Operativa a Gestione Infermieristica del Policlinico Umberto I di Roma.Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Policlinico Umberto I Domenico Alessio, del Rettore dell’Università di Roma Sapienza Luigi Frati,del Presidente del Collegio IPASVI di Roma Gennaro Rocco, dei dirigenti e del personale sanitario. Il nuovo reparto assicura la presa in carico della persona che ha superato la fase acuta della malattia e necessita di un’assistenza infermieristica ad alta intensità per un recupero più rapido e completo. E’ dotato di posti letto, gestito in modo autonomo da uno staff infermieristico e destinato ad accogliere pazienti affetti da patologie cronico-degenerative provenienti da diversi reparti ospedalieri (Medicina d’urgenza, Medicina interna, Ortopedia, Chirurgia generale, Neurologia, Gastroenterologia).Nel suo intervento, il Presidente Zingaretti ha sottolineato il ruolo strategico della razionalizzazione di reti e servizi nella nuova programmazione sanitaria regionale, evidenziando le opportunità offerte in questo campo dalla Degenza Infermieristica. Ha inoltre indicato nella nascita del nuovo reparto dell’Umberto I non un traguardo ma la tappa iniziale di un percorso graduale e completo, che porterà alla creazione di almeno una Unità Operativa a Degenza Infermieristicaper ciascun Distretto Sanitario della Capitale.Positivo ma accorto il commento del Presidente del Collegio IPASVI di Roma Gennaro Rocco: “Finalmente si apre uno spiraglio concreto verso il modello che da sempre noi infermieri sosteniamo per umanizzare le cure, disingolfare gli ospedali, valorizzare i professionisti e risparmiare anche un bel po’ di soldi. La partenza di questa Unità a Gestione Infermieristica segna un risultato importante per i cittadini e per la nostra sanità regionale. Un primo passo per superare i vecchi schemi organizzativi, superati e fallimentari, dando fiducia alla professione infermieristica che trova ungiusto riconoscimento nei percorsi di autonomia gestionale. E questo gioverà molto all’efficacia del trattamento e alla salute dei cittadini. Inoltre - conclude il Presidente Rocco - il nuovo reparto apre uno spiraglio anche sul fronte dell’occupazione infermieristica che vive un momento storico drammatico. Sebbene pochi, i posti di lavoro attivati per questa struttura costituiscono un buon segnale per il futuro, anche se andranno stabilizzati presto e bene per non

rifilare agli infermieri una cocente delusione”.

DIRIGENZA DELLE PROFESSIONI SANITARIE: NIENTE PIU' SCUSE PER OSPEDALI E ASL

martedì, 12 agosto 2014 @ 13:37Inviato da: tosini

LA REGIONE LAZIO VARA LE LINEE GUIDA DEGLI ATTI AZIENDALI

DOVRANNO ATTIVARE LE NUOVE STRUTTURE AUTONOME RISPETTO AI DIPARTIMENTI MEDICI E CHE POTRANNO DIVENTARE DIPARTIMENTI

Novità importanti per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari quelle contenute nelle nuove Linee Guida degli Atti Aziendali varate dalla Regione Lazio. Per la prima volta, infatti, viene fissato l’obbligo per le Aziende Sanitarie, Ospedaliere e gli Irccs di separare la Direzione Clinica da quella Assistenziale istituendo al loro interno la Dirigenza delle Professioni Sanitarie. Il provvedimento raccoglie le richieste del Collegio IPASVI di Roma e del Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI del Lazio che a più riprese nelle scorse settimane hanno sollecitato il Presidente Zingaretti ad investire sulle Professioni Sanitarie intervenendo sulle nuove Linee Guida degli Atti Aziendali per porre fine al caos che rende oggi disomogenea l’organizzazione del lavoro, pregiudicando il livello e la sicurezza delle prestazioni.Accolte anche altre due importanti istanze degli infermieri romani: le Dirigenze delle Professioni Sanitarie saranno pienamente autonome e indipendenti rispetto ai Dipartimenti Medici e potranno essere trasformati in Dipartimenti delle Professioni Sanitarie.

Si riprende così il cammino verso il completamento dei Servizi Infermieristici e delle loro Dirigenze (secondo il modello individuato dalla Legge 251/2000 e mai attuato), strumenti che, dove avviati, hanno dimostrato di poter migliorare sensibilmente l’efficienza del sistema contenendone la spesa.Il Presidente del Collegio IPASVI di Roma Gennaro Rocco esprime la soddisfazione degli infermieri e degli altri professionisti sanitari e invita la Regione Lazio ad un ulteriore passo: arginare l’emergenza infermieristica che pregiudica

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l’attività di molti reparti e servizi sbloccando subito concorsi e assunzioni. “La direzione individuata con le nuove Linee Guida è quella giusta - commenta il dottor Rocco - Il Lazio è la prima Regione ad adottare un atto che impone alle Aziende una netta distinzione fra l’area clinica e quella assistenziale coordinata dalla Dirigenza delle Professioni Sanitarie, un traguardo che inseguiamo da tempo e che arriva nel momento più difficile per la nostra sanità, proprio mentre si chiudono Dipartimenti e si riducono servizi essenziali. Viene finalmente recepita la necessità di creare filiere di autonomia gestionale ed organizzativa dei processi assistenziali, con ilpieno riconoscimento della Dirigenza Infermieristica che, a seconda della complessità aziendale, potrà coordinare strutture semplici o complesse fino ai Dipartimenti dell’Assistenza. Vigileremo affinché tutte le Aziende recepiscano immediatamente queste disposizioni nei loro Atti Aziendali e deliberino rapidamente tutti gli atti conseguenti”.

“Dopo l’attivazione delle prime Degenze a Gestione Integrata, Unità Operative a Gestione Infermieristica e Case delle Salute - aggiunge Rocco - inizia a concretizzarsi il modello che gli infermieri propongono con forza, finora inascoltati, per migliorare l’assistenza ai cittadini e creare nuovi posti di lavoro in una situazione di grave crisi occupazionale che non risparmia i professionisti sanitari. L’istituzione della Dirigenza delle Professioni Sanitarie, come pure il recente sblocco della mobilità per Dirigenti Infermieristici, aggiungono tessere importanti al processo di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale secondo criteri di maggiore efficienza ed economicità. Confidiamo ora in un rapido superamento della fase commissariale della sanità regionale per riportare gli organici infermieristici a livelli sostenibili

superando una volta per tutte il blocco del turn over, dei concorsi e delle assunzioni”.

DIRIGENZE E DIPARTIMENTI DELLE PROFESSIONI SANITARIE TORNANO NEL MIRINO

venerdì, 29 agosto 2014 @ 12:09Inviato da: tosini

Comunicato stampa:

IL COLLEGIO DEGLI INFERMIERI REPLICA ALLE CRITICHE DELL’ANAAO ASSOMED: BASTA DIFESE CORPORATIVE, PENSIAMO A RILANCIARE IL SERVIZIO SANITARIO

In riferimento alle polemiche innescate dalle dichiarazioni pubbliche del Segretario Regionale del sindacato medico ANAAO Assomed del Lazio sull’istituzione delle Dirigenze e dei Dipartimenti delle Professioni Sanitarie (OMNIROMA - 27/8/2014), la comunità infermieristica romana s’interroga ancora una volta sull’utilità e gli effetti di quella che appare una difesa corporativa, lontana dai nuovi e indispensabili obiettivi di riorganizzazione imposti al Servizio Sanitario Regionale dal suo drammatico stato di crisi.L’istituzione delle Dirigenze e dei Dipartimenti delle Professioni Sanitarie annunciate dal Presidente della Regione Lazio Zingaretti recepisce una legge rimasta lettera morta per 14 anni nel Lazio e che riconosce finalmente alle Professioni Sanitarie pari dignità rispetto a quelle Mediche e affida loro, in autonomia, compiti organizzativi e gestionali capaci di realizzare il nuovo modello di assistenza di cui la nostra sanità ha bisogno. Un passo indispensabile per superare l’attuale crisi di sostenibilità del SSR e il depauperamento dei servizi.“Non è più il tempo delle battaglie di categoria e delle rendite di posizione - afferma il Presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco - Riformare il SSR significa investire nel cambiamento profondo di un sistema afflitto oggi da troppe criticità, che mette a rischio la sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori sanitari. L’emergenza impone a tutti grande senso di responsabilità per salvare l’unico sistema sanitario pubblico che abbiamo e rimetterlo in carreggiata.

Dunque, bando alle difese corporative e ciascuna Professione faccia la sua parte”.

Standard degli ospedali e personale: la commissione lgiene e Sanità del Senato sollecita il ministro Lorenzin

venerdì, 29 agosto 2014 @ 12:14Inviato da: tosini

Comunicato stampa Federazione IPASVI:

lnfermieri "gestori" degli ospedali di comunità, anello di congiunzione tra ospedale e territorio e garanzia della

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continuità assistenziale per i pazienti e dell'assistenza nelle zone disagiate perchè non esistano più situazioni limite per la salute.lnfermieri nelle stroke unit (le unita operative che si occupano dell'ictus), nelle centrali operative del 118, nelle unità di dialisi, come componente essenziale sia dal punto di vista assistenziale che organizzativo e per l'educazione ai pazienti.II Patto per la salute, ii regolamento sugli standard ospedalieri e le nuove linee di indirizzo sulle malattia renale cronica, tutti documenti approvati nelle ultime settimane dalla conferenza Stato-Regioni, confermano ii ruolo della professione infermieristica. Che dovrà trovare nel disegno di legge delega previsto dal Patto per la salute, da concordare a un tavolo politico di cui la professione farà parte) quella integrazione multidisciplinare con le altre professioni sanitarie finora scritta più che altro sulla carta e in pochi casi ( e in poche Regioni) realizzata nella sostanza.E che soprattutto dovrà rilanciare ruolo e dignità della professione, difesa da anni dai Collegi lpasvi, ma spesso rallentata da atteggiamenti e stili di vecchio stampo che nulla hanno a che fare con ii cambiamento della professione negli ultimi decenni.E sul nuovo ruolo dell'infermiere a guida del processo di assistenza (così come il medico guida la diagnosi e la terapia del paziente) ma più in generale sulle difficoltà che il personale incontra nella sua "vita" nel Ssn, la senatrice Annalisa Silvestro, Presidente della Federazione dei Collegi lpasvi, e la senatrice Nerina Dirindin hannosollecitato a rispondere in occasione dell'audizione in commissione lgiene e Sanità del Senato di oggi ii ministro della Salute Beatrice Lorenzin, soprattutto in vista del tavolo politico previsto dal Patto per la salute.Chiare le domande delle senatrici.Come intende muoversi ii ministro nell'organizzazione dei nuovi ospedali dicomunità a gestione infermieristica rispetto alla delega al Governo e soprattutto come immagina di risolvere la situazione del personale che ormai e ridotto all'ossoda tagli e blocchi del turn over, mettendo a rischio l'assistenza? Ha chiesto Silvestro.E ii ministro sta lavorando sull'incrocio tra livelli di spesa (e tagli) e quantità (e qualità) delle risorse umane per una soluzione che all'ultimo miglio non trovi ii muro di un parere contrario del Governo? Ha ribadito Dirindin.Entrambi le senatrici hanno poi ricordato al ministro l'assist che il Parlamento da al suo lavoro come, ad esempio, con ildisegno di legge di cui sono firmatarie per garantire una staffetta generazionale che consenta di sostituire chi "non ce la fa più tra turni massacranti e superlavoro legato al blocco del turn over, con nuove generazioni in grado di garantire un'assistenza efficace.Problemi complessi, a cui ii ministro Lorenzin si e riservata di rispondere in un Secondo momento, quando ii quadro deltavolo politico previsto dal Patto sara piùdelineato, rendendosi disponibile anche a un incontro full time a settembre su questo argomento e sulla gestione del Patto per la salute in generale, perchè con ii contributo del Parlamento siano affrontate tutte le questioni calde oltre

quella del personale: Lea, ticket e rinnovo delle Agenzie.

SCAMBIO DI EMBRIONI AL PERTINI: NESSUNA INFERMIERA COINVOLTA!!

giovedì, 04 settembre 2014 @ 18:52Inviato da: tosini

Scambio di embrioni al Pertini: nessuna infermiera coinvolta

C’è ancora troppa superficialità e imprecisione da parte dei media. Lo conferma il clamoroso abbaglio preso dal TG1 della Rai che nell’edizione delle 13.30 del 3 settembre 2014 ha diffuso una notizia destituita di ogni fondamento, affermando che fosse un’infermiera la responsabile dello scambio di embrioni che ha segnato drammaticamente la nota vicenda accaduta all’Ospedale Pertini di Roma. Immediata la reazione del Collegio che ha stigmatizzato duramente il marchiano errore e ne chiesto la rettifica immediata con la nota che segue indirizzata al direttore del TG1 Mario Orfeo, al vice direttore Fabrizio Ferragni e alla segreteria di redazione.

SCAMBIO DI EMBRIONI AL PERTINI DI ROMA: RICHIESTA DI RETTIFICA IMMEDIATA

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In relazione al servizio sullo scambio di embrioni all’Ospedale di Pertini di Roma trasmesso dal TG1 nell’edizione delle 13.30 del 3 settembre 2014, segnalo con grande disappunto l’errore compiuto nell’indicare un’infermiera quale responsabile dello scambio di provette. Il servizio di Valentina Bisti parla infatti di “un terribile errore che il 6 dicembre 2013 disorientò due famiglie: la scopertache all’Ospedale Pertini di Roma un’infermiera aveva scambiato gli embrioni delle due coppie”. Al contrario, non risulta a questo Collegio alcun tipo di coinvolgimento del personale infermieristico nella nota vicenda né che questo partecipi attivamente al processo di raccolta, manipolazione e conservazione degli embrioni, procedure affidate ad altre figure professionali sanitarie.Si chiede pertanto l’immediata rettifica della notizia per il dovuto rispetto della verità e per non cagionare documento all’immagine professionale degli infermieri che con grande impegno e spirito di sacrificio continuano a garantire la tenuta del nostro sistema sanitario.

Confidando in un rapido ed esaustivo intervento, invio i più cordiali saluti.

Il Presidente

Anche il Pertini istituisce una Degenza Infermieristica

martedì, 16 settembre 2014 @ 15:34Inviato da: tosini

UN PASSO NELLA DIREZIONE GIUSTA, NONOSTANTE CERTI MAL DI PANCIA

Anche l'Ospedale Pertini di Roma si accinge ad avviare la sua prima Unità di Degenza a Gestione Infermieristica. La decisione della ASL RMB segue il recente esordio di Unità simili al Policlinico Umberto I e all’Ospedale Nuovo Regina Margherita, un nuovo passo nella giusta direzione. Il Collegio IPASVI di Roma sostiene con forza una riorganizzazione dei servizi che riconosca agli infermieri un ruolo centrale, autonomo ed esclusivo, come nel caso delle Unità a Degenza Infermieristica. Le positive esperienze maturate in Italia e nel mondo dimostrano come questo modello assicuri maggiore qualità dell’assistenza e risultati clinici migliori,secondo i principi della centralità del malato, della continuità e dell’umanizzazione delle cure, dell’integrazione professionale. Una trasformazione di cui la Regione e le Aziende Sanitarie e Ospedaliere del Lazio sembrano finalmente aver compresol’importanza per superare l’attuale crisi del Servizio Sanitario Regionale, puntando sul miglioramento dell’assistenza ai cittadini e sulle abilità specifiche dei professionisti competenti.“Una bella notizia - la definisce il presidente del Collegio IPASVI di Roma, Gennaro Rocco - che raccoglie le nostre istanze di cambiamento. Auspichiamo ora che l’attivazione delle nuove Unità di Degenza Infermieristica previste anche in altri distretti sanitari della regione, si concretizzi con l’arruolamento di nuovi infermieri per garantirne il pieno funzionamento. Nel contempo invitiamo certe sigle sindacali mediche a smetterla di demonizzare questi nuovi servizi mortificando la professionalità raggiunta dagli infermieri solo per proteggere, in una logica tutta corporativa, anacronistiche posizioni di potere. Le stesse - conclude il dottor Rocco - che in Italia hanno prodotto un rapporto numerico fra medici e assistiti tra i più elevati dei Paesi OCSE, mentre mancano all’appello nelle nostre strutture

sanitarie, oltre 70mila infermieri”.