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BULLISMO UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ DIFFUSO E PRECOCE Definizione, cause e possibili soluzioni

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BULLISMOUN PROBLEMA SEMPRE

PIU’ DIFFUSO E PRECOCE

Definizione, cause e possibili soluzioni

Catina Feresin e Sara Bajec

DEFINIZIONE DI BULLISMO

La parola bullismo deriva dal termine inglese “bully” e denota una persona che usa la propria forza o potere per intimorire o danneggiare un soggetto

più debole.

CARATTERISTICHE DEL BULLISMO:

• Intenzionalità di voler recar danno ad un’altra persona

• Esistenza di uno squilibrio nel rapporto di forza tra due o più persone (asimmetria della relazione)

• Persistenza nel tempo di tale tipo di relazione

L’asimmetria della relazionederiva da:

• Forza fisica• Differenza di età• Genere d’appartenenza sessuale

I PROTAGONISTIDEGLI ATTI DI BULLISMO:

• Il bullo (dominante o gregario)• La vittima (passiva o provocatrice)• Gli spettatori (sostenitori del bullo,

difensori della vittima, outsider)

LUOGHI IN CUI AVVENGONO LE PREPOTENZE

• Ambienti scolastici:• aule• corridoi• cortili• mense• bagni• tragitto casa/scuola

LE PREPOTENZE:

• In Italia avvengono principalmente nelle aule scolastiche:

nelle scuole primarie 57,2 % nelle scuole medie inferiori 51,9 % • Nei Paesi europei avvengono incortile e mensa

LE FORME DEL BULLISMO:

FISICHEDare pugni, calci,

rovinare cose altrui

VERBALIDeridere,

insultare, offendere

FORME DIRETTE

Calunniare;escludere qualcunodal gruppo dei pari;

FORME INDIRETTEMeno evidenti,

pi difficili da individuareン

PERCENTUALI NELLE SCUOLE:

51%Scuola primaria

45%Scuola media

FORME VERBALI

42%Scuola primaria

20,7%Scuola media

FORME FISICHE

ETA’ DEI BULLI:

I soggetti implicati nel bullismo sono:•41% bambini della scuola primaria(7-8 anni)•26% adolescenti della scuola media (14-16 anni)

Il fenomeno diminuisce con l’età

IL BULLISMO E’ SIA:

• MASCHILEI maschi agiscono con prepotenze dirette, con aggressioni sia fisiche che verbali indirizzate verso maschi e femmine

• FEMMINILE

Le femmine hanno modalità indirette e rivolte verso altre femmine; iniziano più tardi (9-10 anni) e manifestano maggior capacità di empatia

MA NON TUTTO E’ BULLISMO…

• Atti particolarmente gravi (comportamenti antisociali e devianti, illegali)

• Comportamenti “quasi aggressivi” (giochi turbolenti, “lotte” o prese in giro per gioco)

PREGIUDIZI E LUOGHI COMUNI DA SFATARE:

Non è vero che il bullismo è in relazione con:

• un alto numero di studenti in classe• le ampie dimensioni della scuola• lo scarso rendimento scolastico• lo svantaggio socio economico

QUALI SONO ALLORA LE CAUSE DEL BULLISMO?

IL BULLO E LA FAMIGLIA D’APPARTENENZA

Il bullo proviene da una famiglia dove spesso manca il calore affettivo ed

una disciplina coerente.Sappiamo che il minore impara a gestire i propri impulsi aggressivi

seguendo gli esempi che vede a casa.

Il genitore che esprime la propria rabbia in modo costruttivo insegna al

bambino a comunicare in modo franco e diretto.

Se il genitore non sa esprimere la propria collera in modo costruttivo, non

sarà neppure in grado di educare il proprio figlio al rispetto per i compagni

e per quello che provano.

I bulli, infatti, mancano spesso di empatia, non riescono cioé pienamente a capire quanto i loro comportamenti violenti provochino effetti dolorosi negli altri bambini più deboli.

BULLO E SPETTATORI

I bulli sfruttano spesso il sostegno del gruppo. Le prepotenze attirano sul

bullo l’attenzione del gruppo dei pari, arrecando un senso di potere, prestigio,

controllo, dominanza.

In genere il bullo trova difficile gestire i propri sentimenti, perciò si

concentra su quelli altrui. Il bambino debole gli ricorda la sua vulnerabilità

interiore; il bullo allora rovescia i propri sentimenti negativi su un

individuo più debole, ricorrendo alla violenza.

VITTIME/BULLI E DANNI PSICOLOGICI

Il bullismo danneggia la vittima, la colpisce fisicamente ed emotivamente e ciò può ripercuotersi sull’autostima di

quest’ultima.La vittima che non parla di ciò che gli succede subisce uno stress aggiuntivo

nel non ricevere un sostegno psicologico.

La vittima può cominciare a rifiutarsi di andare a scuola, può mostrare i sintomi

di depressione.

Il bullo può cominciare ad attuare comportamenti devianti e talvolta

delinquenziali.

EDUCARE ALLA LEGALITA’:IL RUOLO DELLA SCUOLA

La scuola deve tutelare le vittime contro la cultura della prepotenza e

della violenza. La riduzione del bullismo crea un clima scolastico favorevole all’apprendimento e costituisce il terreno sociale per

l’educazione alla legalità.

EDUCARE ALLA LEGALITA’:IL RUOLO DELLA FAMIGLIA

Se siete venuti a conoscenza di atti di bullismo contro vostro figlio dovete essere estremamente cauti. Correre a

scuola per definire con rabbia la situazione potrebbe essere

controproducente per il bambino che teme vendette e derisione.

ALCUNE POSSIBILI SOLUZIONI PER DIFENDERE

VOSTRO FIGLIO DAL BULLISMO:

• Far parlare molto il bambino, con delicatezza, lasciarlo sfogare e capire bene come si sono svolti i fatti e se ci sono dei testimoni.

• Attendere di ascoltare le altre parti prima di trarre delle conclusioni.

• Rendere partecipe il bambino delle scelte da adottare per farlo sentire compreso dal genitore.

• Definita la situazione, prendere contatto con la scuola ed esporre il caso.

• Aiutare vostro figlio nella pratica a difendersi dagli atti di bullismo.

• Il genitore può contribuire attivamente a sviluppare l’autostima nel bambino:

• Per esempio, per fronteggiare il bullo, il bambino deve migliorare le sue capacità di comunicazione verbali e non verbali.

• Il bambino non deve reagire, né vendicarsi. Deve imparare delle risposte a tono che possano mettere a disagio il bullo;

• Il genitore può aiutare il bambino a crearsi un’ampia rete di amicizie fuori e dentro l’ambiente scolastico che lo aiutino a difendersi dal bullo e a sentirsi più indipendente e forte.

PER CONCLUDERE:

• E’ importante che i genitori si attivino per insegnare al figlio a far fronte a comportamenti di tipo vessatorio;

• E’ importante che i genitori sviluppino una propria rete di sostegno che coinvolga insegnanti e altri genitori, collaborando positivamente con la scuola alla gestione del problema.