incontri luglio 2014

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LUGLIO 2014 INFANZIA Un piccolo nido per crescere bene INGRESSI SOLIDALI Il co-housing: nuove “case” per il sociale ARRIVANO I NOSTRI Quando la docente è multitasking La battaglia delle mollette Imparare giocando il Notiziario dell’Operatore Sociale incontri

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INFANZIAUn piccolo nidoper crescere bene

INgressI solIdAlIIl co-housing:nuove “case” per il sociale

ARRIVANO I NOSTRIQuando la docente è multitasking

La battagliadelle mollette

Impararegiocando

il Notiziario dell’Operatore Sociale

incontri

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Il 2014 non sarà un anno qualunque. VITA compie 20 anni. E vogliamo festeggiarli con l’unica forma di �nanziamento pubblicoche conosciamo. Quello dei nostri abbonati.Quelli che si confermano. E quelli nuovi. Perché è grazie a loro che abbiamo potuto costruire questa storia di informazione indipendente, a servizio della società civile e del Terzo Settore. Il loro sostegno ci permetterà di scrivere altri capitoli di questa storia. Abbonarsi è il modo più semplice, più comodo e più economico per vivere insieme un altro anno di informazione e cultura della solidarietà.

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EditorialeCome ogni anno, alla fine di giugno l’universo scolastico dei bambini e dei ragazzi ha definitivamente chiuso i battenti in attesa della riapertura settembrina. Giunti a questo punto, con la calura estiva che incombe, i piccoli hanno senza dubbio bisogno di un periodo di vacanza, ma per i genitori si apre un problema assillante, lungo più di due mesi. “A chi lasciare i nostri figli - si chiedono - noi dobbiamo continuare a lavorare e i nonni sono sempre meno disponibili ad assumersi la responsabilità di tenerli per periodi prolungati”. Ed è proprio per rispondere a questa crescente domanda che, soprattutto da alcuni anni a questa parte, sono sorte come funghi iniziative da parte delle stesse scuole e degli enti pubblici ma anche di varie strutture e associazioni rivolte all’organizzazione di centri estivi, ovvero alla creazione di luoghi e situazioni dedicati ai bambini “orfani” della scuola materna, primaria

e secondaria di primo grado. Ed è ancora proprio per questo motivo che con l’avvento della bella stagione allievi ed ex allievi del Cortivo devono stare con gli occhi e le orecchie bene aperti: spesso gli insegnanti preferiscono godersi lo stacco dagli impegni sostenuti nel resto dell’anno e, di conseguenza, gli spazi si aprono e aumentano le possibilità di trovare un lavoro. A tempo determinato, certo, ma comunque utile per guadagnare qualcosa, acquisire esperienza, arricchire il curriculum. Da parte sua, l’Istituto Cortivo non sta

certo a guardare: il suo Servizio Segnalazione Allievi è in piena attività per ricevere le richieste di centri estivi e villaggi turistici e segnalare nominativi di possibili candidati. Anche gli allievi però si danno da fare. Solo scorrendo le pagine di questo numero di Incontri troverete le storie di due neo OSA che, dopo il tirocinio, sono state riconfermate dalla stessa struttura per i centri estivi e di una terza che, addirittura, ha avviato assieme ad alcuni colleghi un proprio centro estivo. E non sono casi sporadici, il fenomeno si va estendendo e le possibilità di scelta non mancano di certo: in montagna, al mare, in città, in mezzo alla natura e agli animali, nei bioparchi e negli acquapark è tutto un fiorire di centri estivi ricreativi, educativi, ludico motori, addirittura artistici e scientifici. Quelli adventure con orienteering, mountain bike ed escursioni e quelli sportivi dedicati a varie discipline, poi, non si contano nemmeno: calcio anzitutto, ma anche, pallavolo, pallamano, basket, rugby, tennis e chi più ne ha più ne metta. Operatori e Animatori del Cortivo, i centri estivi e i villaggi turistici vi attendono a braccia aperte con i giochi e gli intrattenimenti: sarà per voi un buon modo per lavorare e divertirvi al tempo stesso e chissà che ci scappi pure la tintarella!

La redazione

L’estate Cortivo all’insegna del dinamismo e delle opportunità

INCONTRI Luglio 2014 1

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Sommario

01 EDITORIALE 04 ingressi solidali Dentro le strutture Il co-housing, nuove “case”

per il sociale 06 arriVano i nosTri Parla la squadra Cortivo Quando la docente è multitasking

08 in PraTiCa: TiroCinio, laVoro, imPresa 10 INFANZIA Un piccolo nido per crescere bene 12 MULTICULTURALITà Il mio progetto: diventare

“medico dell’integrazione” 14 AMMINISTRATORE DI

SOSTEGNO Quando l’Amministratore di

Sostegno diventa consulente

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“Pomeriggio d’estate. Il cielo ha una chiave

d’oro sulla schiena che i bambini si divertono a

girare”

(Fabrizio Caramagna)

10

Istituto Cortivo EditoreStampa Litocenter srl - Zona industriale nuova - 35016 Piazzola sul Brenta (PD) - Prezzo Euro 0,1852

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2 INCONTRI - Luglio 2014

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16 “CHe laVoro Fai?”: eX allieVi raCConTano 16 UN ARCHITETTO

DALL’EDILIZIA ALL’INFANZIA

18 SCELTE FORTI PER RIMETTERSI IN GIOCO

20 CHi semina raCCoglie: Speciale seminari “Diventare professionisti consapevoli” 11, 12, 13, 14 Settembre 2014

“Aiutare nel Benessere” 11, 12, 13 Settembre 2014

21 “Costruire competenze. Dal metodo di studio alla

progettazione di interventi” 26 e 27 Settembre 2014

22 eduC’aZioni Imparare giocando La battaglia delle mollette

24 il soCiale Tra CarTa e PelliCola Il libro Una guida per diventare

“allenatori emotivi” Il film “Gabrielle - Un amore fuori dal coro”, regia di Louise Archambault

26 a PesCa di siTi Il sociale in rete Avviso ai naviganti: fra

i tanti mondi del web ve ne proponiamo due che davvero vale la pena di scoprire e conoscere

28 serViZio segnalaZione allieVi Opportunità, indicazioni, soluzioni.

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2824

INCONTRI Luglio 2014 3

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Nel sociale co-housing è soprat-tutto solidarietà e scambio reci-proco, condivisione di spazi ed economie, intreccio relazionale denso di risvolti affettivi. Pren-diamo ad esempio la fattoria Rio Sole di Preganziol in provincia di Treviso, un progetto portato a compimento da Bruno e Anna, oggi anziani felici e mai soli, lui 79 anni, lei 77. Quindici anni fa, appena andati in pensione, han-no ristrutturato una proprietà di campagna per destinarla a un co-housing da condividere con artisti, giovani coppie, musicisti e appassionati di agricoltura

biologica. Poche e ferree regole: una cassa comune per spesa alimentare e bollette, i turni per pulire e cucinare… Funziona benissimo e, se la coppia non avesse creduto nella sua utopia, oggi dovrebbe fare i conti con la graduale perdita di autonomia e rapporti sociali e con il pen-siero di doversi affidare prima o poi a una badante. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i Vil-laggi SOS (www.sositalia.it) per bambini provenienti da famiglie in difficoltà: sono realtà sparse in tutto il mondo, alcune anche in Italia come quella di Vicenza,

una vera casa dove tutto viene or-ganizzato per far sentire i minori “in famiglia”, un bel salotto dove stare tutti insieme, un grande tavolo in cucina, le camere e… una “mamma SOS” che sta con loro 24 ore su 24, aiutata durante il giorno da altri educatori che si occupano della spesa, del bucato e di dare una mano per i compiti. I ragazzi, che possono rimanere nel villaggio sino al momento in cui tornano in famiglia, tro-vano qui una bella atmosfera, decisamente diversa da quella offerta da realtà più istituzio-nalizzate. Interessante è anche

Il co-housing, nuove “case” per il sociale

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Casa Amica (www.santegidio.org), un co-housing all’insegna dell’autonomia, gestito a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, costituito da tre appartamenti indipendenti collegati da un ascensore che hanno in comune la cucina e la lavanderia. Situata nel quartiere Monteverde, è abitata da nove persone affette da disabilità mentale, tutte atti-vissime: c’è chi di giorno è fuori per lavoro, chi invece si occupa dei fornelli e della lavatrice. Altrettanto positiva l’esperienza dell’alloggio a tempo, secondo la formula “ti ospito sino a quando

non trovi un alloggio e in cambio mi aiuti nelle faccende domesti-che”. L’idea di questo co-housing solidale è dell’Associazione AMA di Trento (www.automutuoaiuto.it) e coglie due piccioni con una fava: chi vive solo trova compagnia e chi non ha una casa trova un tetto a condizioni vantaggiose, e non è detto che non nascano durature amicizie. Molto simile anche la proposta per universitari dell’associazione “MeglioMilano” (www.meglio-milano.it), che fa incontrare la domanda di alloggio proveniente da giovani studenti con l’offerta

di casa da parte di pensionati: due generazioni a confronto e un vantaggio economico per tutte e due, la prima paga un affitto meno caro rispetto al mercato e la seconda arrotonda una pen-sione non sempre principesca. Pare che funzioni, e in termini di socialità, il guadagno è netto per entrambe. A questo punto non ci resta che esclamare viva il co-housing, parola inglese che, tradotta in italiano, significa semplicemente coabitazione. In realtà, se calata nella complessità del sociale, significa molto ma molto di più!

Abitare insieme, superare solitudini, condividere quotidianità, offrire soluzioni alternative di autonomia abitativa ai più svan-taggiati: declinato al sociale il co-housing non è solo il villaggio ecosostenibile del nord Europa o il condominio metropolitano dove protagonisti sono il fotovoltaico e le buone relazioni di vicinato.

ingressi solidali dentro le strutture

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Diplomata alle magistrali, laureata in pedagogia con il massimo dei voti, iscritta al corso di laurea in Tecniche Psicologiche della persona e della comunità e forte di due master in didattica e metodologie di insegna-mento dell’italiano, Rosalba Monaco è una vivace donna napoletana dai molteplici interessi e dalle tante attività, sempre e comunque rivolte verso i campi dell’insegnamento e del sociale.Impegnata sin dal 2001 presso il Centro Studi Athenaeum 2000 dove insegna nei corsi di preparazione alle prove dei concorsi pubblici, ai test di ammissione alle facoltà a numero programmato e agli esami universita-ri fornendo anche consulenze per lo svolgimento delle tesi di laurea, dal marzo 2002 è docente dell’Istituto Cortivo.“Mi occupo in particolare delle mate-rie letterarie e psico pedagogiche, ma insegno anche norme della privacy per le categorie deboli nonché comu-nicazione e marketing sociale grazie alla mia esperienza pregressa nel no profit. Oltre all’insegnamento in senso stretto, seguo i tirocini, consi-gliando gli allievi per quanto riguar-da la stesura del progetto educativo e orientandoli verso l’acquisizione dei migliori strumenti professionali”.

Dopo oltre dieci anni di lavoro con il Cortivo quale opinione si è for-mata sui suoi allievi?

Quando la docente è multitasking

Rosalba Monaco, docente del Centro Didattico di Napoli

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“Sono senza dubbio persone for-temente predisposte a dare aiuto, empatiche, spesso formate da precedenti esperienze, sociali o di famiglia, che le hanno portate a voler proseguire con decisione sul percorso dell’assistenza ai più debo-li, per acquisire le competenze e le doti professionali che le mettano in grado di svolgere al meglio i com-piti a cui sono preposte. E i risultati vengono anche perché, a differenza di altri settori, nonostante la crisi, il sociale sta avanzando, ci sono spazi da riempire, progetti per quartieri e situazioni a rischio e gli allievi, soprattutto grazie alla verifica sul campo resa possibile dal tirocinio, frequentemente riescono a inserirsi nelle varie situazioni. Un’altra op-portunità a disposizione degli allie-vi è Synesis, l’associazione che non solo promuove, forma e aggiorna i professionisti dell’assistenza e del benessere, ma che ne certifica anche le competenze iscrivendoli in un apposito albo. È una cultura nuova da queste parti, quella pro-mossa da Synesis: purtroppo molte volte le assunzioni vengono ancora fatte sulla base delle conoscenze personali, ma il futuro incalza e certe pratiche stanno mostrando la corda in fatto di efficienza e qualità dei servizi. Ho molta fiducia che questa iniziativa vada verso un sempre più significativo successo, la richiesta di operatori affidabili

cresce e Synesis è la struttura giusta per dare esaurienti risposte proprio in questo senso”.

Lei ha ribadito più volte il concet-to dell’espansione del terzo setto-re. Ci può fare qualche esempio in merito?“A parte i dati rilevati da statistiche e ricerche che segnalano numeri in costante crescita, posso fare un paio di esempi personali. Dal 2012 collaboro con l’associazione cul-turale ‘Un Amore di famiglia’, uno studio di consulenza pedagogica e psicologica che si rivolge non solo alle famiglie ma anche a educatori e pedagogisti per i quali progettiamo vari workshop di formazione per aprire un centro per l’infanzia o intraprendere la libera professione. Sono tanti semi che spargiamo

sul territorio e che danno vita a numerose, belle realtà. Poi, da poco tempo, lavoro anche con una coo-perativa sociale che si occupa della prima accoglienza dei tanti immi-grati clandestini che approdano sulle nostre coste. Provvede all’ospi-talità, all’assistenza medica, all’aiuto economico e alla stabilizzazione di queste persone, con l’obiettivo di dotarle di permesso di soggiorno ed integrarle nella nostra società o di lasciarle libere di raggiungere quei paesi dove sanno di poter contare sul supporto di amici o parenti. Ad ogni nuova necessità corrisponde la nascita di nuove strutture e, di conseguenza, aumenta il bisogno di bravi operatori. Penso proprio che questo trend continuerà a lungo…”.

arrivano i nostri Parla la sQuadra cortivo

INCONTRI Luglio 2014 7

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8 INCONTRI - Luglio 2014

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IN PRATICA:

LAVORO, PROGETTUALITà, IMPRESA

Volontà, determinazione, desiderio di dare una svolta positiva

alla propria vita dedicandosi a dare aiuto ai soggetti più fragili: a

partire da queste caratteristiche, allievi ed ex allievi perseguono i

loro obiettivi impegnando strumenti professionali e doti personali,

condividendo valori e speranze nel quotidiano rapporto con gli

utenti.

In questo numero tre le protagoniste. Nel campo dell’infanzia

ecco Ilenia Moro, titolare di un asilo nido in provincia di Treviso

che piace a genitori e bambini non solo per l’approccio educativo,

ma anche per la grande disponibilità e la trasparenza. In tema

di multiculturalità a parlare è invece Cezara Ghiletchi, docente di

filologia in Moldavia e mediatrice culturale in Italia: il suo sogno è

fondare un’associazione che favorisca il processo d’integrazione

degli stranieri nel nostro Paese. Infine, interessantissima è anche

l’esperienza di Mina De Ruvo, specializzata nell’ambito della

disabilità: grazie alle sue competenze di Amministratore di

Sostegno, ha contribuito a far ottenere a un suo utente

un innovativo software che ne ha migliorato notevol-

mente la qualità della vita.

INCONTRI Luglio 2014 9

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“Nonostante mi fossi da sempre sen-tita molto portata per lavorare con i bambini - ricorda Ilenia Moro di Preganziol in provincia di Treviso - mi ero ormai quasi rassegnata al fatto che la mia vita aveva preso un’altra piega. Da quindici anni, infatti, lavoravo in un ufficio con compiti di amministrazione e non avrei mai pensato che dietro l’angolo ci potesse essere un’altra prospettiva”.

E invece?“Ero diventata da qualche tempo mamma di due maschietti quando mi è capitato di perdere il lavoro. È stato un brutto momento ma poi, quasi dal nulla, è sbucata un’opportunità”.

Racconta…“È stata mia sorella, che stava conclu-dendo il corso di Scienze dell’Edu-cazione all’università, a propormi di mettermi in società con lei per aprire un asilo. Davvero un’idea fantastica! Ho accettato subito, era la soluzione ideale per me, potevo conciliare lavo-ro e famiglia e costruirmi un futuro stando a contatto con i bambini, cosa che mi piaceva sempre di più anche grazie all’esperienza che stavo facen-do con i miei figli”.

E poi, come è andata?“La decisione di fare sul serio l’abbia-

mo presa nell’ottobre del 2012 e nel febbraio del 2013 avevamo aperto il Piccolo Nido a Casier, un paese a die-ci minuti d’auto da dove vivo. È stata l’occasione che abbiamo trovato a rendere tutto così rapido: c’era un asi-lo che aveva appena chiuso i battenti e noi l’abbiamo rilevato, rinnovato totalmente i locali, attrezzato il giar-dino e inaugurato, tutto in poco più di tre mesi. Avevamo speso molto, dovevamo farci conoscere e acquisire fiducia da parte degli interessati. La prima bimba è arrivata a metà maggio e, con lei, abbiamo iniziato il nostro percorso educativo. I genitori venivano a vedere e, piano piano, si convincevano. A luglio avevamo cinque bimbi, e in paese è partito il passaparola e da allora tutto è andato in discesa. Adesso, dopo poco più di un anno, abbiamo diciassette bambi-ni e numerose altre richieste”.

Successo travolgente!“Il segreto è nel trattamento, nella disponibilità, nella trasparenza. Trat-tiamo i piccoli come fossero nostri, teniamo aperto dalle 7.30 del mat-tino alle 18 per andare incontro alle esigenze di orario dei genitori, con i quali abbiamo un rapporto confi-denziale, sereno e tranquillo. Orga-nizziamo feste aperte a tutti, piccoli e grandi insieme…una meraviglia!”.

Un piccolo

nido per crescere bene

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Siete ancora solo tu e tua sorella?“No, ci sono altre due ragazze più una brava cuoca con le necessarie certificazioni, in grado di seguire alla lettera le indicazioni sul menu fornite dalla pediatra. Del resto seguire tanti bambini è impegnativo, ci vuole uno staff all’altezza. Anche la struttura è bellissima: abbiamo la stanza della nanna con le stelline e il carillon, la stanza morbida per i più piccoli e una grande sala giochi con tanti an-goli per le diverse età. Sono felice, se potessi tornare indietro farei questa

scelta molto prima, altro che com-puter, qui ci sono emozioni e sorrisi, giochi e canzoni, colori e disegni… insomma vita e gioia, mi piace tantis-simo. Nel settembre del 2013 mi sono anche iscritta all’Istituto Cortivo per diventare OSA per l’infanzia, ho già dato i primi esami, il sabato mattina l’asilo è chiuso e posso andare in sede per consulenze, lezioni, approfon-dimenti. Sto imparando tanto e va benissimo così perché il mio unico desiderio è saper fare questo lavoro sempre meglio”.

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inFanZia racconti degli allievi

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Il mio progetto: diventare “medico dell’integrazione”

“Il sogno che coltivo da tempo - spiega Cezara Ghiletchi - nasce dalla mia esperienza di madre straniera ma anche di esperta insegnante di lingue: vorrei aprire un’associazione di sostegno alle famiglie straniere che desiderano integrarsi in Italia. Insomma, vorrei di-ventare quello che io definisco ‘medico dell’integrazione’…”. Cezara oggi abita a Cittadella, in provincia di Padova, ma il suo paese d’origine è la Molda-via dove era una docente di Filologia presso l’Università Pedagogica di Ion Creanza a Chisinau, capitale moldava, una professione che, oltre alle capacità di insegnamento, richiedeva anche specifiche competenze multiculturali.“Con la fine dell’Unione Sovietica la Moldavia ha ottenuto l’autonomia e la lingua ufficiale è diventata il moldavo che, in realtà, appartiene all’area lingui-stica romena, la cui radice è latina. La legge imponeva quindi a tutti, anche

alle etnie che non parlavano il mol-davo, di abbandonare la lingua russa. È stato un salto non da poco per le comunità russe, bulgare e per il gruppo turcofono dei Gagauzi. Mi sono trovata a gestire un lavoro difficile, dai molti risvolti psicologici, che richiedeva competenze finalizzate a un’efficace integrazione linguistica e identitaria”.

Avevi un buon lavoro: come mai hai scelto di venire in Italia?“Per mia figlia, disabile dalla nascita. Io e mio marito ci siamo accorti che in Moldavia non c’era possibilità di pre-starle tutte le cure di cui aveva bisogno e quindi siamo venuti in Italia. Per of-frirle il meglio ho dovuto imparare be-nissimo la vostra lingua, l’unico modo per tenermi informata e relazionarmi efficacemente con le istituzioni che la seguivano”.

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Volevi garantirle il miglior percorso formativo e di integrazione…“Agli inizi è stato difficile: la differenza culturale, i vari modi di dire, il diverso approccio culturale e relazionale… Poi ho imparato bene la lingua italiana, sono andata a studiarmi la vostra pe-dagogia, la didattica così diversa dalla nostra… Dalle maestre di mia figlia, dopo alcune iniziali difficoltà, ho im-parato ad essere più morbida e meno esigente con lei, a dare più spazio al gioco che qui, da voi, è considerato fondamentale per uno sviluppo equi-librato. Magari noi abbiamo un eccessivo sen-so del dovere, ma c’è del buono anche in questo. L’importante è trasmettersi reciprocamente il meglio delle proprie culture d’appartenenza”.

Da qui il tuo desiderio di diventare “medico dell’integrazione”.

“È uno dei motivi per cui mi sono iscritta al corso sulla multiculturalità del Cortivo: volevo acquisire nuove competenze per aiutare altri genitori moldavi nella mia stessa condizione. Il mio è puro volontariato, ma sento di essere utile a chi giunge da altri paesi e si trova a doversi improvvisamente confrontare con una lingua e una re-altà diverse”.

Oltre che nella scuola, in quali altri ambiti sei attiva?“Spesso mi chiamano per delle sosti-tuzioni nella scuola materna in cui ho fatto il tirocinio. Inoltre, collaboro con un’assistente sociale specializzata in mediazione familiare, insieme ab-biamo organizzato un ciclo di incontri pubblici destinati a donne straniere. Hanno avuto successo e questo mi incoraggia ulteriormente a perseguire il mio obiettivo”.

MUltiCUltUralità racconti degli allievi

Quando culture diverse s’incontrano caPirsi Può essere un Problema. Per una buona integrazione degli immigra-ti è necessaria la mediazione di una Persona sensibile e comPetente, in grado di fare da Ponte tra linguaggi di-versi. una vera missione Per cezara ghiletchi che, in italia da oltre dieci anni, si Prende cura dei suoi conterranei facilitando il dialogo con le istituzioni del nostro Paese.

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Il percorso formativo e professionale di Mina De Ruvo, pugliese di Minervino Murge, è ricco ed articolato: laureata in Scienze della Formazione e Scienze Pedagogiche, con diverse specializza-zioni inerenti alle disabilità e in corso un prestigioso Master ABA (Analisi del comportamento: aspetti teorico-metodologici e applicazioni al disturbo autistico), ha anche l’attestato di Ammi-nistratore di Sostegno e sta ultimando i corsi OSA per l’infanzia e la disabilità.“Mi sono iscritta al Cortivo soprattutto per le novecento ore di tirocinio previ-ste, un’opportunità unica per me, neo laureata, di farmi conoscere da aziende attive nel sociale. È stata un’ottima espe-rienza, soprattutto per quanto riguarda la figura dell’Amministratore di Soste-gno. Ha ampliato le mie conoscenze sui diritti delle persone non pienamente autonome e sulle procedure ammini-strative e burocratiche necessarie per farli valere. Devo dire che si tratta di competenze molto apprezzate negli

ambienti dove lavoro e che, a parer mio, dovrebbero appartenere a chiunque si occupi di disabilità”.

Sappiamo che sei stata fondamentale per la famiglia di un utente da te se-guito. Non solo l’hai informato sulle nuove opportunità offerte dalla legge sull’amministrazione di sostegno ma hai anche contribuito a fare avere al ragazzo uno strumento tecnologico che ha migliorato la sua quotidianità: ci puoi raccontare qualcosa?“Seguivo, e tuttora seguo, un ragazzo affetto da grave forma di tetraparesi spastica da esiti di meningo-encefalite virale, un giovane intelligente e scolariz-zato ma che, a causa dei suoi problemi, sino a qualche tempo fa sarebbe stato per legge interdetto al raggiungimento dei diciotto anni. Oggi, grazie alla nuova legge sull’Am-ministrazione di Sostegno, questo non succede più: il giudice attribuisce soli-tamente la funzione di protezione della persona a un familiare il cui compito è di fornire assistenza, custodia e aiuto senza privarla, ove possibile, della pos-sibilità di scegliere e decidere sulla sua vita, salvaguardando in questo modo la sua dignità. Quello che ho fatto in que-sto caso è stato di informare i genitori di questa possibilità e, in effetti, Am-ministratore di Sostegno del ragazzo è stato nominato il padre”.

Le tue competenze le hai quindi uti-lizzate per fornire consulenza…

Quando l’Amministratore di Sostegno diventa

consulente

14 INCONTRI - Luglio 2014

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“Che è continuata anche per affrontare l’iter necessario ad ottenere un’inno-vativa tecnologia utile al ragazzo per comunicare meglio con il mondo. Si tratta di un puntatore ottico di ultima generazione che gli permette, attraverso un movimento residuale, di vocalizzare tramite pc i suoi pensieri e le sue richie-ste. Questo gli ha concesso di parteci-pare più attivamente anche alla vita di classe. Il puntatore, infatti, gli ha consentito di intervenire durante le lezioni, di par-tecipare con i suoi coetanei al progetto cineforum, di interagire in modo più efficace con gli altri”.

Immagino che ottenerlo abbia richie-sto una lunga procedura…“Ed è qui che si è dimostrata utile la mia competenza di Amministratore di Sostegno. Abbiamo infatti dovuto af-frontare un percorso lungo e complesso, dalla ricerca del software più adatto alla sua disabilità fino alla fornitura del pun-tatore da parte dell’azienda sanitaria”.

Il tuo intervento con questo ragazzo è stato davvero a 360°, non solo dal punto di vista socio-educativo ma an-

che come supporto alla funzione pa-terna di Amministratore di Sostegno. Il tuo contributo al suo benessere è un esempio di grande professionalità.“Amo il mio lavoro e mi piace aggior-narmi, solo così posso dare il meglio ai miei utenti”.

Attualmente di cos’altro ti occupi?“Grazie ai miei contatti con l’Università sono stata inserita come educatrice specializzata nel progetto triennale di Assistenza Specialistica Scolastica fi-nanziato dal Comune di Bari con fondi regionali, finalizzato alla gestione dei disturbi pervasivi e generalizzati dello sviluppo, dall’autismo alle difficoltà di apprendimento sino alla sindrome ADHD. Svolgo 35 ore settimanali complessive, 29 a scuola con sei bam-bini che seguo individualmente e altre 6 a domicilio con il ragazzo di cui ho parlato prima. Sono soddisfatta di ciò che sto facendo ma non ho intenzione di fermarmi. Mi interessa l’autismo e il Master che sto frequentando mi dà la possibilità di apprendere una meto-dologia americana considerata la più efficace per il trattamento di questo disturbo”.

INCONTRI Luglio 2014 15

aMMinistratore di sostegno racconti degli allievi

Page 18: Incontri Luglio 2014

Un architetto dall’edilizia all’infanzia“Il mio primo avvicinamento al sociale è avvenuto ancora anni fa con un’associazione che si occupava a vario titolo di dare assistenza a chi aveva bisogno - racconta Chiara Fabris di Monselice in provincia di Padova - ma era un’attività di puro volontariato, sulla quale non avevo costruito alcun progetto per il futuro. Erano altri a quel tempo i progetti che mi coinvolgevano: avevo infatti conseguito la laurea in architettura e avevo trovato un interessante sbocco nel settore”.

E poi?“Dopo un periodo di buon lavoro, è arrivata la crisi e con essa i problemi occupazionali, che mi hanno portato a ripiegare sull’impresa artigiana di famiglia dove sto lavorando tuttora. Nel frattempo, però, era successa una cosa che mi aveva riacceso quella passione che sentivo sin dalla più tenera età nei confronti dell’infanzia: era nata la figlia di mio fratello e il solo fatto di stare vicina alla mia nipotina mi aveva portato a riflettere profondamente su cosa mi sarebbe davvero piaciuto fare nella vita”.

Lavorare con i bambini?“Sì, effettivamente era proprio que-sto il desiderio che sentivo crescere dentro di me, sempre più forte e deciso. È stata questa la ragione che mi ha spinto a cercare in internet una possibilità di formazione che mi desse modo di iniziare a fare il primo passo”.

E hai trovato l’Istituto Cortivo…“Aveva sede a Padova, vicino a casa mia, e mi dava la possibilità di stu-diare continuando a lavorare. Questi sono stati i motivi per cui l’ho scelto. Proseguendo negli studi, però, ho potuto constatare che il Cortivo mi garantiva anche altri vantaggi: una struttura ben orga-nizzata, corsi e testi aggiornati ed esaurienti, le utilissime video lezioni in rete e la facilità di contatto con il tutor, sempre disponibile a fornire suggerimenti, consigli, consulen-ze… Le materie erano del tutto diverse da quelle che avevo studiato a scuola e all’università, ma mi piace studiare, imparare cose nuove, e gli esami sono andati via uno dopo l’altro. Da

Giugno 2014 sono diventata a tutti gli effetti Operatrice Socio Assisten-ziale per l’infanzia”.

Quindi il tirocinio l’hai già fatto?“Certo, presso l’Associazione ‘Isola del Tesoro’. Mi hanno accettato ben volentieri per il tirocinio, perché una persona dello staff era in maternità e aveva-no bisogno di una mano in più. Ma l’accoglienza che ho ricevuto è andata ben oltre la semplice necessità di un aiuto: sono entrata immediatamente in empatia con tutta l’équipe e mi sono sentita su-bito molto gradita e ben inserita. Mi è piaciuto tantissimo, l’associazione gestisce un nido famiglia e un nido mattina. È stata una vera e propria full immersion che mi ha gratificato tantissimo, ho imparato molto in un’atmosfera ricca di affetto, emo-zioni, sensazioni positive. Questo mi ha permesso di conosce-re il progetto della Regione Veneto per i Nidi in Famiglia tanto da voler frequentare il loro corso di forma-zione”.

“Che lavoro fai?” ex allievi raccontanoQuesta rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’istituto cortivo. storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale.

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“Che lavoro Fai?” ex allievi raccontano

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Scelte forti per rimettersi in gioco“Nel 1996 mi sono diplomata come segretaria d’albergo. - ri-corda Catia Boaretto di Torreglia in provincia di Padova - Mi sem-brava proprio il titolo giusto per me, che abito in una zona dove ci sono centinaia di alberghi termali e in effetti la mia carriera è iniziata in modo piuttosto interessante. Ho lavorato per sette anni in un villaggio turistico all’estero e poi, al rientro in Italia, ho trovato su-bito lavoro a tempo indeterminato come segretaria organizzativa in un hotel. Intanto, però, ero diventata mamma e vedevo che mi riusciva sempre più difficile conciliare l’ambiente di lavoro, che mi disturbava profondamente perché povero di umanità e rivol-to solo al denaro, con l’armonia e la tranquillità che volevo garantire a mio figlio”.

Una situazione lacerante…“Sì, dovevo decidere fra la sicurez-za economica e la tranquillità d’a-nimo, e non era una scelta facile soprattutto perché in gioco c’era anche, e soprattutto, il benessere del mio bambino. Stando con lui e frequentando altri piccoli mi sen-tivo sempre più vicina alle tema-tiche dell’infanzia e, cercando una strada per uscire dalla situazione in cui mi trovavo, ho cominciato a pensare sempre di più alla pos-sibilità di lavorare con i bambini”.

Venivi da tutto un altro mondo…“È vero, ma se quel mondo poteva offrirmi solo denaro, dandomi però la sensazione di sentirmi

ogni giorno più impoverita, al-lora cambiare era giusto. Dovevo attrezzarmi e dotarmi delle ne-cessarie competenze, sapevo bene che per fare un buon lavoro con i bimbi non basta sentire un’incli-nazione innata e una forte attra-zione verso di loro. Per questo mi sono iscritta alla specializzazione OSA per l’infanzia presso l’Istituto Cortivo”.

Come è stato riprendere in mano i libri dopo tanto tempo?“Negli anni, in particolare dopo la nascita di mio figlio, avevo letto per mio conto vari libri sulle pro-blematiche infantili. Per questo, quando ho dovuto affrontare gli esami, disponevo già di una certa preparazione da autodidatta e sono riuscita a gestirli con relativa facilità. Anzi, provavo piacere ad approfondire, a cercare altre spie-gazioni e nuovi contenuti in inter-net, ero molto motivata e questo atteggiamento mi ha aiutata ad andare avanti con determinazione e grande soddisfazione. Altra cosa che mi ha dato più volontà e più stimoli è stata la partecipazione ai seminari di aggiornamento organizzati dal Cortivo. Nel tempo ne ho seguiti sette o otto e sono state sempre situazioni bellissime, arricchenti, molto interessanti e formative. È stata una cavalcata entusiasmante, che mi ha portata sino al tirocinio senza quasi che me ne accorgessi”.

Dove l’hai fatto?“Presso la Cooperativa Progetto

Now, dalla quale ho avuto l’inca-rico di organizzare i centri estivi che tiene per conto del Comune di Padova: documenti, inserimento dati, iscrizioni… Un lavoro per il quale mi hanno riconfermato anche dopo la fine del tirocinio. Adesso ho dato da pochi giorni l’esame finale e sono in attesa di iniziare il mio primo vero e pro-prio lavoro con i bambini”.

Ovvero?“Sempre attraverso la Progetto Now, mi è giunta da un albergo della zona termale la richiesta di inserimento come animatrice nel centro estivo organizzato al suo interno. Dal 20 luglio per una decina di giorni lavorerò solo di mattina e poi, durante tutto agosto, sia al mattino che al pomeriggio”.

Hai già un’idea su come condurlo?“Il problema è che non so quanti bimbi dovrò seguire e nemmeno la loro età, ma mi sento in grado di gestire la situazione in ogni caso. Con i piccoli non è difficile trovare il motivo giusto per intrattenerli e divertirli, ci sono il giardino e la piscina e so già che quando li avrò davanti saprò cosa fare fra giochi, attività motorie, lavoretti, labora-tori… Insomma intravedo una situazio-ne che può darmi felicità e sono cosciente del fatto che quando sono felice riesco a dare tutta me stessa: nessun problema, quindi, sono certa che i miei frugoletti si divertiranno almeno quanto mi divertirò io!”.

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“Che lavoro Fai?” ex allievi raccontano

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DIVENTARE PROFESSIONISTI CONSAPEVOLI organizzato dall’Istituto Cortivo per allievi Counseling a Monteortone, Padova, nei giorni 11-12-13-14 settembre 2014

AIuTARE NEL bENESSERE organizzato dall’Istituto Cortivo per allievi di tutte le specializzazioni a Monteortone, Padova, nei giorni 11-12-13 settembre 2014

Con Diventare professionisti consapevoli, seminario di Relazio-ni professionali Base, in programma dal 11 al 14 settembre 2014, a Monteortone, gli allievi del Corso di Counseling avranno la possi-bilità di iniziare o di fare il punto del loro percorso di formazione e trasformazione.Per prenotare la tua partecipazione, come sempre, devi accedere alla tua area allievi.

aiutare nel Benessere è il titolo del seminario di crescita professio-nale, rivolto ad allievi ed ex allievi, che avviene in contemporanea al precedente, sempre sotto la guida di Attilio Piazza e Marco Marson, e sempre a Monteortone. Questo incontro si svolgerà dalle 14.30 dell’11 settembre alle 18.00 del 13 settembre 2014.

Seminari di settembre: appuntamenti e opportunità.Riprendono in grande stile, subito dopo la brevissima pausa estiva, i nostri seminari.

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COSTRuIRE COmPETENzE. DAL mETODO DI STuDIO ALLA PROgETTAzIONE DI INTERVENTI organizzato dall’Istituto Cortivo a villa ottoboni, Padova, nei giorni 26-27 settembre 2014

Il 26 e 27 settembre è in programma, in Villa Ottoboni, “Costruire competenze. Dal metodo di studio alla progettazione di interventi”, condotto da Clara Galetto, Luciana Rossi, Enrico Miatto.Due giornate full-immersion, intense e molto tecniche, per un seminario che si rivolge a tutti coloro che vogliono diventare professionisti del sociale e che hanno per questo la necessità di acquisire, oltre alle conoscenze specifiche, competenze trasversali fondamentali che trascendono le singole discipline, iniziano con la conquista di un adeguato metodo di studio e proseguono con la capacità di pensare, progettare e realizzare interventi concreti.

La partecipazione ai seminari è come sempre gratuita (escluse le spese di trasferta, vitto e alloggio). Per iscriverti, compila i form che trovi in fondo alle pagine dedicate nel nostro sito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 PadovaTel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: [email protected] INCONTRI Luglio 2014 21

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La battaglia

delle mollette22 INCONTRI - Luglio 2014

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Per i giochi di squadra l’estate è la stagione migliore: si può giocare all’aperto, correre, approfittare del piacevole, ampio contesto che offrono parchi, giardini e spiagge. E, visto che la bella stagione non è ancora finita, ecco un’idea facile facile per animare i vostri campi estivi, dove i ragazzini sono tanti e scatenati. Incredibile quanto sia inesauribile la loro carica di energia! Se li volete “stancare” ma non annoiare, lanciateli in una travolgente “battaglia delle mollette”. Non ci vuole nulla, solo un cesto pieno di mollette colorate che i bambini possono anche portare direttamente da casa.

il gioco è estremamente facile:

− formate due squadre e abbinate ad ognuna di loro un colore (ad esempio, squadra gialla e squadra rossa);− fornite ogni giocatore di una molletta che dovrà tenere in mano;− al vostro via, ogni bambino dovrà cercare di attaccare la molletta agli abiti dei suoi avversari; quando ci riesce, potrà gridare “salvo” e sedersi a terra;− quando invece si è “catturati”, per salvarsi sarà necessario appendere all’avversario non solo la propria molletta, ma anche quella con la quale si è stati “mollettati”;− la squadra vince quando i suoi componenti non hanno più mollette da “pinzare” e tutti sono seduti a terra.

edUC’aZioni imParare giocando

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Il testo di John Gottman “Intelligenza Emotiva per un Figlio” si propone come interessante e coinvolgente guida non solo per i genitori che si accingono a crescere i propri figli, ma anche per tutti gli adulti coinvolti nella cura e nell’educazione dei bambini. I contenuti del libro ruotano attorno a un

tema centrale: ogni essere che viene al mondo ha il diritto di realizzare i suoi talenti, obiettivo fondamentale per godere pienamente della vita. Nell’educazione, un ruolo essenziale lo gioca il concetto di intelligenza emotiva che Gottman definisce la “capacità di fondere le proprie attitudini con qualità come l’empatia e l’attenzione nei con-fronti degli altri”. Per rafforzare nei bambini questa

competenza, genitori e adulti devono diventare “allenatori emotivi”, in grado di insegnare la gestio-ne delle emozioni e dei sentimenti, il controllo degli impulsi, l’importanza dell’ascolto e le modalità per risolvere i conflitti. Le indicazioni fornite dall’autore sono pratiche e precise, un vero e proprio vademe-cum dalle solide basi scientifiche per trasmettere ai bambini le qualità necessarie per crescere sicuri di sé e quindi felici.

John Gottman, psicologo di fama internazionale specializzato in consulenza matrimoniale e psi-cologia dello sviluppo, insegna all’Università di Washington. Il suo “Intelligenza emotiva per un fi-glio, una guida per genitori” è edito da Bur Rizzoli.

John Gottman, Joan De ClaireIntelligenza Emotiva per un figlioBur Rizzoli Editore - 259 pagine

Il libroUna guida per diventare “allenatori emotivi”

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In perfetto equilibrio fra il documentario e la fiction “Gabrielle - Un amore fuori dal coro” è un film di rara potenza emotiva. Diretto dalla canadese Louise Ar-chambault, è interpretato da Gabrielle Marion Rivard, estremamente efficace nel rappresentare sul grande schermo la sua reale con-

dizione di affetta dalla sindrome di Williams, e da Alexandre Landry, magistrale nell’indossare con sen-sibile naturalezza il ruolo del portatore di handicap. Prima di raccontare per sommi capi la trama, vale la pena di puntare i riflettori sulla sindrome di Williams, malattia genetica rara con incidenza di circa uno ogni 20.000 nati, attualmente con circa 3.000 casi in Italia. È caratterizzata da un lieve ritardo mentale (quozien-te intellettivo tra 60 e 70) associato però a un carattere estremamente socievole ed estroverso che ha portato gli studiosi a definire la personalità di chi ne soffre come personalità da “cocktail party”. Passiamo quindi alla vicenda: Gabrielle e Martin, allievi di un istituto

specializzato, cantano entrambi in una corale che si sta preparando per esibirsi a un festival. Fatalmente si innamorano l’uno dell’altro ma, quando tentano di realizzare i loro naturali desideri fisici, i loro genitori, e soprattutto la madre del ragazzo, fanno di tutto per fermarli e separarli con l’unico risultato di far cadere Martin in una profonda depressione. Da parte sua, invece, Gabrielle impegna tutta la sua straripante voglia di vivere per dimostrare la sua autonomia e raggiungere l’indipendenza: con determinazione affronta i suoi limiti e i pregiudizi altrui riuscendo infine a guadagnarsi la possibilità di riallacciare i rapporti con Martin e continuare la loro straordinaria storia d’amore. La pellicola, coinvolgente, schietta, commovente al punto giusto ed estremamente reali-stica, contiene al suo interno una storia nella storia, ovvero il racconto della preparazione della corale per l’esibizione. In questo contesto, nel quale protagonisti da applauso a scena aperta sono i ragazzi, attori non professionisti, della Gang à Rambrou e dell’École Le Muses, ovvero un centro di arti dello spettacolo per portatori di handicap, emerge prepotentemente il ruolo fondamentale della musica condivisa nell’in-nalzare la qualità della vita delle persone svantaggiate.

Il film

gAbRIELLE - uN AmORE FuORI DAL CORO

2013, regia di Louise Archambault

Una straordinaria storia d’amore

“…fra le difficoltà del volersi bene fra disagiati Psichici emerge il desiderio di libertà e amore che è di tutti gli esseri umani…”

nelle sale italiane dal 12 giugno, “gabrielle - un amore fuori dal coro” ha vinto il Premio nella sezione Piazza grande del festival di locarno e ha valso alla Protagonista il titolo di miglior attrice al canadian screen award 2014.

il soCiale tra Carta e PelliCola

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Il primo è www.legadelfilodoro.it e racconta di un’or-ganizzazione con sede centrale a Osimo in provincia di Ancona e centri o sedi territoriali in altre sei regioni italiane che, nata nel 1964 dalla volontà di una donna sordocieca, Sabina Santilli, quest’anno compie il mez-zo secolo di attività. Nel corso del tempo la Lega, nata per dare assistenza e supporto alle persone sordocie-che, ha esteso il suo campo d’azione alla pluridisabi-lità psicosensoriale dedicando particolare attenzione ai bambini. Scorrendo le pagine del sito si capisce meglio di che cosa si tratta: il 95% di tutto ciò che ap-prendiamo viene percepito attraverso la vista e l’udito

ed è facile provare la realtà vissuta da un sordocieco, basta chiudere gli occhi e tapparsi bene le orecchie. Se poi a questo stato si accompagnano ritardi mentali o evolutivi, deficit motori, problemi comportamentali, patologie organiche e danni neurologici, ecco che il significato di pluridisabilità psicosensoriale emerge chiaramente. Ed emerge altrettanto chiaramente l’impegno richie-sto a chi si occupa di queste situazioni, specialisti e operatori qualificati che tutti i giorni si dedicano soprattutto agli interventi precoci sui bambini al di sotto dei quattro anni.

Avviso ai naviganti: fra i tanti mondi del web ve ne proponiamo due che davvero vale la pena di scoprire e conoscere

www.legadelfilodoro.it

nell’infinita vastità della rete è facile Perdere l’orientamento, farsi di-strarre da link e banner, lasciare trascorrere il temPo senza individuare una meta Precisa. Per Questo vi consigliamo due indirizzi giusti Per voi che credete nella solidarietà, due situazioni diverse nello scoPo ma simili nell’atteggiamento in cui Persone con lo stesso vostro sPirito danno tutto il loro meglio Per aiutare chi ha Più bisogno di cure e attenzione.

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Cambiamo ora argomento rivolgendo la nostra atten-zione a un altro sito, www.progettoarca.org, nel quale troverete invece notizie e informazioni su Progetto Arca, associazione attiva a Milano nell’assistenza ai senza tetto. “Soccorriamo senza discriminazioni ogni persona bisognosa e la aiutiamo a riscattarsi”. Con questo motto volontari e operatori, con un sorriso e tanta determinazione, gestiscono iniziative concrete, pensate per rispondere alle domande emergenti dall’universo degli homeless. La prima forma di aiuto viene offerta sulla strada distribuendo cibo, bevande calde, coperte e indumenti e stabilendo quel primo livello di relazione necessario per conoscersi, fidarsi uno dell’altro, cominciare un percorso insieme…

L’altra opportunità messa a disposizione da Progetto Arca sono i sette dormitori diffusi nel tessuto metro-politano in cui, oltre al sempre gradito pasto caldo, i senza casa trovano la possibilità di una doccia e di un letto per dormire. In queste strutture è presente un servizio di ascolto finalizzato a comprendere le situazioni della persona e a stimolarne il reinserimento sociale attraverso la ricerca individuale di una soluzione sia dal punto di vista lavorativo che abitativo. Aperto a tutti, anziani in difficoltà, famiglie con minori in emergenza abita-tiva, persone con problemi di dipendenza, rifugiati e richiedenti asilo, Progetto Arca fornisce anche servizi di assistenza medica.

a PesCa di siti il sociale in rete

www.progettoarca.org

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un punto d’incontro tra domanda e offertaAttraverso il Servizio Segnalazione Allievi le strutture possono chiederci – per tirocini o impiego – i nomi-nativi degli allievi che hanno concluso il percorso formativo, mentre gli allievi possono conoscere le richieste pervenute e segnalare il loro interesse e la loro disponibilità.

SERVIzIO SEgNALAzIONE ALLIEVI Opportunità, indicazioni, soluzioni.

SERVIzIO SEgNALAzIONE ALLIEVI

istituto cortivocentro di formazione via e. ramin, 1 - 35136 Padovatel. 049 8901222 - fax 049 8901213e-mail: [email protected]

Il Servizio Segnalazione Allievi è sempre attivo: ol-tre alle richieste di animatori e OSA per l’infanzia da parte di Club Med e Starwiss, ci sono stati fruttuosi scambi anche con l’Associazione per il Turismo Accessibile di Bologna e con la Cooperativa Assi-stenza Bambini Disabili di Verona, quest’ultima in cerca di bravi operatori per i centri estivi. E, sempre a proposito di attività per l’estate, più di una strut-tura per l’infanzia ha chiesto ad allieve del Cortivo di rimanere in organico a fine tirocinio proprio per lavorare nei centri estivi. Non solo: ci sono anche allievi ed ex allievi che spesso segnalano l’esistenza

di SSA ad associazioni ed im-prese sociali in cerca di per-

sonale. Lo ha fatto anche una nostra ex corsista... “Quando posso - spiega Gabriella Spadaro di Po-capaglia in provincia di Cuneo - faccio sempre presente alle strutture che contatto il vostro Servizio Segnalazione Allievi. L’ho fatto anche tempo fa con gli operatori del Co-mune e dell’ASL 2 di

Cuneo ma anche con un’Associazione che gestisce alcuni centri estivi di Brà con cui collaboro proprio per i centri estivi ”. “Noi, invece, dell’Associa-zione Bimbi Felici… Le Farfalle - aggiunge Simona Petrecca di Roma, anche lei ex al-lieva - vorremmo pro-porre la nostra realtà agli studenti Cortivo in cerca di una struttura per il tirocinio. Quello che offriamo è la possibilità di sperimentarsi con bam-bini dai 4 ai 12 anni. Abbiamo in progetto un’estate ricca di laboratori: cartoncino, pittura emozionale e soprattutto fotografia, di cui si occupa Annalisa Marino. Con lei i ragazzini costruiscono ‘nature morte’ che poi fotografano, imparano a mettere a fuoco, a in-quadrare, a mettere in posa, a fare gli autoscatti… L’anno scorso ne è uscita una mostra allestita al Centro Teatro del Testaccio, una bella soddisfazio-ne. Quindi, se volete far parte della nostra squadra, siamo qui, pronti a farvi da tutor”.

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Corsi di formazione per: Operatore Socio Assistenziale (OSA) per infanzia, anziani, disabili, dipendenze, Operatore Multiculturale, Assistente turistico per disabili, Amministratore di sostegno, Animatore, Operatore Socio Sanitario (OSS); Counselor.

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Dal 1984 progettiamo attività formative nel sociale, un mondo ricco di umanità che è da sempre il nostro esclusivo e coinvolgente orizzonte di impegno. Trent’anni di esperienze, scelte e fatti concreti hanno dato vita ad una struttura forte e dinamica che forma professionisti motivati e competenti.

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