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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 0

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 1

L’alfabeto del giardino della scuola: il giardino che vorrei… A come acero saccarino B come biancospino C come crocus, ciliegio giapponese e corniolo sanguinello D come dente di leone E come edera F come frassino e forsizia G come ginko biloba e giacinto I come iris L come lauroceraso, lavanda, lantana e liquidambar M come menta N come narciso O come olivella spinosa P come pratolina e pallon di maggio Q come quadrifoglio R come robinia e rosmarino S come sambuco e salvia T come tulipano, trifoglio, tarassaco e thuia U come usignoli V come viola, verbena e vite americana Z come zolla e zucca.

Letizia Caglioti e Silvia Bellumore 1^H

Il giardino che vorrei Il giardino che vorrei dev’essere fatto di colore, vivacità e un po’ d’amore, pieno d’emozione e d’ispirazione.

Luca Migliaccio e Alvaro Mena

Ci piacerebbe creare un giardino Ci piacerebbe creare un giardino fatato, quasi incantato , ricco di sogni e colori, vivido di tanti odori, ricordi di amori, intrisi di sapori e di fiori. Trifogli e margherite simboli di tante primavere.

I ragazzi del “Laboratorio di Poesia”

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 2

INDICEINDICEINDICEINDICE

PRESENTAZIONE pag. 4 GLI ALBERI pag. 5 ACERO SACCARINO Scheda botanica pag. 6 CILIEGIO GIAPPONESE Scheda botanica pag. 7 Poesie, acrostici e mesostici pag. 8 FRASSINO Scheda botanica pag. 13 GINKO BILOBA Scheda botanica pag. 14 LIQUIDAMBAR Scheda botanica pag. 15 Acrostici e mesostici pag. 16 ROBINIA Scheda botanica pag. 17 THUIA Scheda botanica pag. 18 I FIORI Poesia pag. 19 Poesie pag. 20 Il ciclo delle bulbose pag. 21 CROCUS Scheda botanica pag. 22 Poesie, acrostici e mesostici pag. 23 GIACINTO Scheda botanica pag. 26 Poesie, acrostici e mesostici pag. 27 NARCISO Scheda botanica pag. 28 Poesie, acrostici e mesostici pag. 29 Calligramma pag. 33 PRATOLINA Scheda botanica pag. 34 Poesie pag. 35 TARASSACO Scheda botanica pag. 36 TULIPANO Scheda botanica pag. 37 Poesie, acrostici e mesostici pag. 38 Il tulipano da oriente e occidente pag. 41 VIOLA Scheda botanica pag. 43 Poesie , acrostici e metagramma pag. 44 GLI ARBUSTI E LE ERBE pag. 46 EDERA Scheda botanica pag. 47 Poesie, acrostici e mesostici pag. 48

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 3

FORSIZIA Scheda botanica pag. 50 Poesie, acrostici e mesostici pag. 50 LAUROCERASO Scheda botanica pag. 52 LAVANDA Scheda botanica pag. 53 Rap , acrostico e parole incatenate pag. 54 MENTA Scheda botanica pag. 55 Poesie, acrostici e mesostici pag. 56 ROSMARINO Scheda botanica Pag. 58 SALVIA Scheda botanica Pag. 60 SAMBUCO Scheda botanica pag. 62 TRIFOGLIO Scheda botanica pag. 63 Rap, poesie e acrostici pag. 64 VERBENA Scheda botanica pag. 65 VITE AMERICANA Scheda botanica pag. 66 CORNIOLO SANGUINELLO Scheda botanica pag. 67 PALLON DI MAGGIO Scheda botanica pag. 67 LANTANA Scheda botanica pag. 68 OLIVELLA SPINOSA Scheda botanica pag. 68 BIANCOSPINO Scheda botanica pag. 68 CONCLUSIONE pag. 69

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 4

PRESENTAZIONEPRESENTAZIONEPRESENTAZIONEPRESENTAZIONE

• Aiutare i ragazzi a guardare la realtà che li circonda meno distrattamente. • Aumentare in loro una sensibilità al miglioramento dell’ambiente in cui vivono. • Affidare loro un compito e guidarli alla realizzazione dello stesso stimolandoli a dare sempre il meglio di se.

Per conseguire tali finalità abbiamo realizzato il libro “IL GIARDINO DELLA SCUOLA: IL GIARDINO CHE VORREI….” che è una raccolta di notizie botaniche, curiosità, miti e leggende sui fiori e alberi del giardino della scuola. I ragazzi dopo aver imparato a riconoscere e descrivere le varietà delle specie presenti, affascinati dalla storia di ogni albero e fiore, si sono cimentati in varie produzioni di scrittura creativa. Quella che presentano è solo una parte delle loro libere interpretazioni. Tutte le immagini e le illustrazioni sono prodotte dai ragazzi. L’analisi delle diverse specie di alberi, arbusti, fiori ed erbe presenti nel giardino della scuola è stata suddivisa tra le tre classi prime:

1^G

ACERO SACCARINO, FRASSINO, GIAGINTO, LAVANDA, ROBINIA, SAMBUCO, TRIFOGLIO, VIOLA MAMMOLA, VITE AMERICANA 1^H

CILIEGIO GIAPPONESE, CROCUS, EDERA, LAUROCERASO, LIQUIDAMBAR, MENTA, NARCISO, SALVIA, TULIPANO 1^I

FORSIZIA, GINKOBILOBA, PRATOLINA, ROSMARINO, TARASSACO, TUIA, VERBENA

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 5

Alessandra Francavilla e Martina Elemi 1^H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 6

Gli Gli Gli Gli aaaalberilberilberilberi Gli alberi in autunno cambiano colore,

ma durante la primavera ritornano in loro

e mettono allegria in ogni cuore.

In inverno ancor di più,

tutti innevati fanno venir voglia

di salire fin lassù

e toglier la neve da ogni foglia.

Poi ritorna l’autunno,

con tutti gli alberi colorati,

rossi,gialli e sfumati,

insieme a loro ritorna l’allegria.

Letizia Caglioti e Martina Elemi 1^H

Letizia Caglioti 1^H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 7

Nome Acer Saccharinum, Acero saccarino o d’argento

Deriva da “acer” che significa appuntito e “saccharinum” cioè zucchero. Famiglia Aceraceae

Distribuzione Specie originaria dell’America Settentrionale e Canada; introdotta in Europa, oggi è diffusa in tutto l’emisfero settentrionale.

Ambiente In America settentrionale e Canada cresce in foreste miste di latifoglie, preferisce climi freddi, adatto a vari terreni.

Descrizione Albero che raggiunge i 40 m d’altezza, con chioma ampia e slanciata verso l’alto, verde scura. Foglie: opposte, decidue, palmate con 5 lobi (meno comunemente 3); il margine di ogni lobo possiede 2-3 grossi denti, intercalati da numerosi piccoli denti acuti. La pagina inferiore è argentea. Corteccia: grigiastra o grigio-brunastra, rugosa e regolarmente fessurata in verticale. Fioritura: produce sia fiori unisessuali sia bisessuali, con tendenza a ripartirsi su individui distinti. Sono provvisti di un lungo peduncolo e disposti in corimbi eretti. Possiedono un calice giallino a 5 lobi, mentre manca la corolla; sbocciano in Marzo, prima delle foglie. Il frutto è una samara, spesso irregolare, con piccoli semi ed ali piegate a “U”.

Usi e curiosità La foglia di questo albero è molto conosciuta per essere stata utilizzata come simbolo della bandiera canadese. Nell’antichità il suo legno era usato per fabbricare le lance, che dovevano essere robuste, penetranti e appuntite. Proprio “appuntito” è in latino il significato di Acero. Le tribù indiane distillavano zucchero da questa pianta e la loro è ancora in uso in tutto l’America settentrionale. Si praticano due incisioni nel tronco e si lascia colare la linfa, che è raccolta in un recipiente posto ai piedi dell’albero. La linfa si concentra mediante bollitura e diventa uno sciroppo da cui si può ottenere uno zucchero dal sapore particolare, dovuto dalle sostanze aromatiche contenute. Un acero produce fino a 10 litri di linfa al giorno, per un mese ogni anno, e per trent’anni. Dalla lavorazione della linfa si ottiene lo zucchero grezzo. In Italia, l’acero saccarino rende ben poco zucchero, quindi lo si apprezza soltanto come pianta ornamentale, per i colori autunnali. In autunno, infatti, le foglie diventano rosso sangue dopo essere virate dal giallo all’arancio. Tale colorazione fece attribuire a questi alberi un carattere funesto, sicché furono dedicati a Fobos, il dio della Paura figlio di Ares. Per questo motivo i Greci, come anche i Romani preferivano come pianta ornamentale il platano le cui foglie non assumevano quel colore infausto. Il legno grazie alla compattezza e alla bella colorazione delle venature, è usato nei lavori di ebanisteria e di intarsio, oltre che nell’arredamento moderno come rivestimento a impiallacciatura.

ACEROACEROACEROACERO

SACCARINOSACCARINOSACCARINOSACCARINO Numero esemplari presenti nel giardino: 7

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Nome Prunus serrulata o prunus ojochin Famiglia Rosacee

Distribuzione Specie alloctona. Deriva dalla Cina centrale e dal Giappone. Comprende un misto di specie selvatiche e di antichi ibridi, spesso di origine incerta.

Descrizione E’ un piccolo albero con rami distesi, alto 10 m. La chioma è generalmente arrotondata, ma presenta molta variabilità. Ha grandi foglie ovate con molti denti acuti, base arrotondata e un aspetto liscio e lucido. In autunno le foglie diventano rosa dorate e in alcune specie volgono al rosso. La corteccia è bruna e circondata da anelli. I fiori bianchi o sfumati di rosa, in racemi lassi e un po’ penduli, si aprono in Aprile o in Maggio, insieme alle nuove foglie. Il frutto è ovoide, nero lucido.

Usi e curiosità I fiori rosa e bianchi che ricoprono i rami nel Ciliegio giapponese ravvivano in primavera molte vie residenziali. Ne esistono molte specie ornamentali con un’ ampia varietà di fiori, di profumi e di colori autunnali e primaverili delle foglie. Si pensa che l’ albero sia originario della Cina e che sia stato importato e coltivato in innumerevoli forme in Giappone. I primi esemplari, in Europa , arrivarono dalla Cina nel 1882. Quasi sempre non si riproducono bene per seme , ma occorre ricorrere all’innesto a gemma o a marza, di solito, su una pianta da seme di ciliegio dolce. Il Ciliegio giapponese fu il primo ciliegio da fiore, proveniente dall’oriente, a essere piantato nei giardini europei. Uno dei ciliegi giapponesi più belli è il Tai Haku, albero robusto che produce fiori di un candore smagliante. Per decenni quest’ albero andò perduto nella sua terra d’origine, ed era noto ai Giapponesi soltanto grazie ai dipinti. Venne scoperto dal capitano Collingwood Ingram, un esperto di ciliegi, il quale nel 1923 ne notò un esemplare in un giardino del Sussex. Ingram capì che si trattava di un albero raro e, in una visita al Giappone lo identificò come Tai Haku, considerato una specie da tempo perduta. Poi reintrodusse quest’albero nel suo Paese d’origine. Il fiore di ciliegio è il fiore del Giappone: è il fiore per antonomasia! Tali fiori, sono simbolo di buon augurio e suggeriscono un futuro luminoso. Gli studenti, che in aprile iniziano un nuovo anno scolastico, e i neo diplomati o laureati che cominciano, sempre nello stesso mese, la loro vita lavorativa vedono nei fiori di ciliegio il futuro radioso che si apre loro davanti.

CILIEGIOCILIEGIOCILIEGIOCILIEGIO

GIAPPONESEGIAPPONESEGIAPPONESEGIAPPONESE Numero esemplari presenti nel giardino: 1

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Il ciliegio giapponese venne scelto dall’ imperatore,

perché i suoi fiori rappresentano l’onore di molti guerrieri samurai che,

quando stanno per essere sconfitti in battaglia, si suicidano sotto la loro boscaglia.

Il ciliegio rappresenta la vita con la sua bellezza e la morte con la sua delicatezza.

I giapponesi festeggiano la fioritura dell’albero in primavera,

dalla mattina alla sera, mangiano, giocano e ballano, ridono, scherzano e cantano.

Il ciliegio giapponese fa parte della cultura tradizionale, tanto da diventare l’albero nazionale.

I fiori del ciliegio in origine erano bianchi, ma da quando i samurai vennero seppelliti sotto i loro manti,

i fiori incominciarono ad assorbire il loro sangue, diventando di un colore rosa langue.

Il ciliegio per i giapponesi è quindi importante, perché è una popolazione sognante.

Martina Elemi 1^H

Il ciliegio giapponese con i suoi fiori bianchi e rosa, bellissimi come una giovane sposa. Il ciliegio giapponese, robusto ed imponente, viene ammirato da moltissima gente. Il ciliegio giapponese, simbolo di rinascita, vita e morte a riflessioni profonde apre le porte. La sua effimera bellezza suscita, anche sentimenti di tristezza. Il ciliegio giapponese, anticamente considerato un albero capace di guarire, veniva impiegato per evitare di soffrire. Per Germania e Danimarca, invece il ciliegio giapponese, dei demoni è il nascondiglio e crea grande scompiglio. In Italia le ciliegie sono simbolo di cortesia e buona creanza. San Gerardo, patrono di Monza, e le ciliegie offerte in inverno, verranno ricordate in eterno. In Giappone il fiore è simbolo di modestia ed integrità, i valori più importanti della società. In Cina, invece il fiore è simbolo di bellezza, che nei poeti ispirò tanta tenerezza. Alessandro Salvati 1^H

Come il tramonto è il tuo colore, intenso il tuo profumo, elegante il tuo fiore, lucida la tua foglia.

O ciliegio, per me sei il più bello.

Silvia Bellumore 1^H

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Il ciliegio giapponese

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Oh ciliegio giapponese, non ti ho mai visto, ma non ho pretese. Di te non ho mai sentito parlare, cosi ti posso soltanto immaginare.

Ti immagino come una creatura imponente, come un albero splendente, un qualcosa di importante.

Chissà che forse, un giorno potrò vederti, e, in tutta la tua bellezza, ammirati.

Martina Crespi 1^H

CCCCon il tuo fiore IIIImmensa serenità LLLLasci sognare, IIIIllumini con il tuo candido colore, EEEEstrema grazia, GGGGioviale eleganza IIIInfondi nel cuore OOOOra e per quasi tutta l’estate

Il ciliegio giapponese ha una leggenda senza chiese.

Il fiore di ciliegio in origine era biancastro,

ma ad un tratto divenne rossastro.

Il ciliegio giapponese è nato con migliaia di pretese.

Il ciliegio giapponese

è un albero molto cortese.

Alessandra Francavilla 1^H

Il ciliegio giapponese è una pianta dalle mille sorprese. Fa sbocciare un fiore che dona a tutti amore, color rosa questo fiore, mette allegria in ogni cuore. Fa ballare, fa amare, fa venir voglia di sognare. Dei guerrieri morti in guerra e sepolti sotto terra, il sangue rosso la pianta prese e il suo fiore rosa rese. Questa è la storia un po’ dolorosa della pianta dai fiori rosa.

Letizia Caglioti 1^H

ci fai soGGGGnare, anche quando la tua fIIIIoritura sarà stesAAAA sui prati e i PPPPetali rosa saranno sPPPPinti dal vento, noi potremmo nOOOOn solo ammirarti, ma aNNNNche gustarti, graziEEEE al tuo frutto di intenSSSSo sapore e dolcEEEE profumo.

Silvia Bellumore 1^H

Il ciliegio giapponese così bello dalle braccia nello spazio protese, è per il popolo giapponese l’inizio della primavera che regala sorprese, i colori luminosi e splendenti sembran nel ciel tante stelle cadenti. Davide Frisardi 1^H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 11

CCCCi IIIInnamoriamo LLLLealmente IIIImprovvisamente E E E E GGGGuerrieri IIIInnocenti OOOObliamo GGGGiù IIIIn AAAAbissi PPPPersi PPPPer OOOOnorare NNNNuove EEEEmozioni e SSSSensazioni EEEEsistenti Letizia Caglioti 1^H

EcCCCCezionale fIIIIoritura gLLLLi studIIIIosi aspEEEEttano soGGGGnando rIIIIsultati pOOOOsitivi aGGGGli esercIIIIzi intrAAAApresi apPPPPositamente per suPPPPerare prOOOOve ed eNNNNtrare nEEEEl succeSSSSsivo impEEEEgno

Letizia Caglioti 1^H

Coincidendo con l’equinozio di primavera, il ciliegio rappresenta una rinascita vera; un simbolo di vita ovunque, ma al suo massimo splendore, si stacca e muore, viene portato via dal vento e con esso si disperde nel tempo. Andrea Pagani 1^H

RaCCCCcolgo felIIIIce moLLLLti fIIIIori

d’EEEEstate, reGGGGalo

fIIIIorito odOOOOroso; oGGGGni anIIIImo

rAAAAvvivono apPPPPassionati,

semPPPPre prOOOOfumati

taNNNNti pEEEEnsieri

eSSSStivi spEEEEnsierati

Martina Crespi 1^ H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 12

CCCCaro è IIIIl ciliegio, gLLLLi uomini festeggIIIIano l’EEEEntrata della primavera, GGGGiocando e IIIIntonando OOOOdi, GGGGirando IIIIntorno AAAAd esso, PPPPranzando e PPPParlando cOOOOn coNNNNoscenti EEEE divertendoSSSSi insiEEEEme.

Giada Gresia 1^H

Per i samurai è simbolo di morte, lì si seppelliscono per sfuggire alla sorte; il fiore in origine bianco diventa color sangue e amaranto.

Francesco Tuccillo 1^H

Il ciliegio giapponese, simbolo di vita e di morte, a pensieri apre le vie delle porte. La sua bellezza apre le tristezze, è capace di guarire, si usa per evitare di soffrire. In Italia le ciliegie sono simboli di buona creanza. Patrono di Monza, San Gerardo, offrì le ciliegie in inverno, saranno ricordate in eterno. In Giappone il fiore è simbolo di cortesia. In Cina il fiore è simbolo di bellezza. Myftari Inanisa 1^H

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Nome Frassino excelsior Famiglia Oleaceae

Distribuzione L’ albero e originario dell’ Europa e dell’ Asia Ambiente Vive bene nei boschi umidi di latifoglie della pianura fino a 1500m di

altitudine. Il frassino è presente in tutta Italia, soprattutto all’ centro e nel settentrione.

Descrizione Albero alto da 15 ai 40 metri con chioma allungata , globosa , a forma di cupola. La fitta chioma ha dato il nome al frassino , dal greco “frasso” : chiuso , assiepo. Il tronco è dritto e slanciato spesso fino alla cima. La corteccia e grigio verdastra , liscia con qualche solco sottile nelle piante giovani diventa sempre più rugosa e fessurata con l’età. I rami sono rivolti alcuni verso l’alto , altri ricadenti. Essi sono piuttosto radi e conferiscono alla chioma una forma arrotondata.

Usi e curiosità Il frassino è sfruttato per il legno molto pregiato e ricercato , di colore bianco – giallastro , con riflessi lucidi , di facile lavorazione poiché si può curvare a vapore. Il legno si utilizza in falegnameria per fabbricare mobili, attrezzi sportivi (sci , racchette da tennis, remi, slitte), per utensili da cucina e manici di attrezzi. Nell’ antichità i romani e i greci utilizzavano legni di frassino per costruire lance da guerra. Il legno del frassino e uno dei materiali più preziosi e ricercati da falegnami ed ebanisti. Tradizionalmente era impiegato per costruire carri , carri agricoli, raggi di ruote e aratri.

Proprietà medicinali Dalla corteccia si otteneva un decotto per curare le affezioni epatiche e dalla cenere un estratto contro la scabbia. Le foglie venivano utilizzate per l’ alimentazione del bestiame. Le foglie sono regolatrici dell’ intestino; e accertata l’utilità come coadiuvante nella cura dei reumatismo, dell’ artrite e dei calcoli renali. L’azione lassativa è leggera ma sicura. Gli estratti si ricavano dalle foglie (per uso esterno) dalla corteccia e dai frutti (per uso interno).

FRASSINOFRASSINOFRASSINOFRASSINO Numero esemplari presenti nel giardino: 2

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Nome Ginkgo biloba, albero-capelvenere. Il nome della specie bioloba deriva

dal latino bis e lobus. Famiglia Ginkgoaceae

Distribuzione Originario della Cina, oggi è coltivato industrialmente in Europa, Giappone, Corea e negli Stati Uniti, per le sue doti medicinali.

Ambiente Si adatta bene a differenti terreni e climi, sopporta l’inquinamento atmosferico; è molto comune nei giardini e nei parchi cittadini.

Descrizione E’ una pianta arborea che raggiunge un’altezza di 30, non è né una conifera né una latifoglia. Il naturalista C. Darwin lo ha definito un “fossile vivente” ed è l’ultimo discendente di un gruppo di piante, oggi estinto, vissute ai tempi dei dinosauri. Ha una chioma molto grande a forma piramidale. La corteccia è di colore grigio e con profonde scanalature negli individui più vecchi. I rami possono essere di due tipi: quelli più corti portano sia frutti sia foglie; quelli lunghi solo foglie. Le foglie, dall’originale forma a ventaglio, hanno una consistenza cuoiosa, di colore verde chiaro in primavera e verde più scuro d’estate. All’arrivo dell’autunno si colorano di un bel colore giallo-oro. I frutti verdi e globosi, portati dalle piante femminili, quando giungono a maturazione assumono un colore giallo e rilasciano un cattivo odore.

Usi e curiosità E’ molto utilizzata come pianta ornamentale per parchi e giardini e per creare cortine frangivento. Ha legno pregiato in falegnameria. In Cina si usano i semi arrostiti come alimento.

Proprietà medicinali Le foglie del ginkgo contengono alcuni principi attivi (polifenoli, flavonoidi) che lo rendono efficace per alleviare i problemi circolatori. L’azione dilatatrice delle arterie, delle vene e dei capillari, previene la formazione di coaguli e aumenta la fluidità dal sangue. Si ritiene che abbia anche effetti positivi sulla memoria e sulle facoltà di apprendimento. E’ quindi particolarmente raccomandato per curare i disturbi della memoria e le alterazioni delle funzioni cognitive legate all’invecchiamento. In cosmetica è utilizzato per ravvivare le pelli secche e screpolate.

GINKO GINKO GINKO GINKO BILOBABILOBABILOBABILOBA Numero esemplari presenti nel giardino: 1

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Nome Liquidambar styraciflua, liquidambar, storace .

Il nome del genere deriva dal latino "liquidus” = liquido e dall'arabo “ambar" = ambra per la secrezione fluida e aromatica. Nome di un genere di piante arboree appartenenti alla famiglia delle amamelidacee, che crescono spontanee in regioni a clima.

Famiglia Hamamelidaceae Distribuzione Il liquidambar è originario del settore atlantico del Nord America, da

dove è stato importato in Europa verso il 1680. Ambiente Si adatta a qualsiasi terreno, pur preferendo terreni freschi e umidi,

ricchi, sciolti e ben drenati, molto profondi; in genere gradisce terreni con ph leggermente acido, ma si adattano anche in terreni alcalini. E’ presente in boschi misti, è una specie pioniera. E’ una pianta longeva e molto rustica, resistente alle basse temperature sino a -15/-20°C In vicinanza dei corsi d’acqua, assume una colorazione molto brillante.

Descrizione Ha fusto eretto, densamente ramificato, con chioma piramidale, che diventa arrotondata con il passare degli anni. La corteccia è grigio-marrone, profondamente fessurata e screpolata anche nei rami giovani. Le foglie sono grandi, alterne, spicciolate e palmate con 5 o 7 lobi appuntiti; sono lisce e lucide sulla pagina superiore; hanno colore verde scuro e in autunno divengono color porpora o arancione, prima di cadere. In primavera produce fiori femminili, riuniti in racemi penduli, e fiori maschili in racemi eretti, di colore bianco-verdastro, poco appariscenti; in estate inoltrata i fiori lasciano il posto ai frutti, capsule semilegnose tonde, molto spinose, di diametro intorno ai 3-4 cm; rimangono sulla pianta per molte settimane e contengono piccoli semi. Il legno è di buona qualità, simile al mogano: pesante omogeneo, facile da lavorare.

Usi e curiosità Il liquidambar ha colori autunnali molto vivi, che vanno dallo scarlatto al rosso scuro, al limone e al violetto, per questo è molto ricercato come ornamentale. Negli stati meridionali e orientali dell’America settentrionale viene coltivata per la resina (ottenuta con la bollitura e conseguente spremitura della corteccia), che viene impiegata per produrre adesivi, unguenti, fissatore per profumi e incenso. Il legname di queste piante è utilizzato dai cinesi per costruire le cassette destinate a conservare il the.

Proprietà medicinali La resina del liquidambar viene impiegato anche in medicina, come ingrediente di un balsamo usato per le infiammazioni delle vie respiratorie e come unguento per la pelle.

LIQUIDAMBARLIQUIDAMBARLIQUIDAMBARLIQUIDAMBAR Numero esemplari presenti nel giardino: 5

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ACROSTICI E MESOSTICI

Il LLLLiquidambar

Il LLLLiquidambar sIIII coltiva da più di duecentocinQQQQuanta anni, è un cespUUUUglio o un pIIIIccolo albero, che può vivere sulle sponde delle paluDDDDi, produce anche una resina AAAAromatica MMMMolto usata per la Produzione di BBBBalsami, rAAAAccolta nel peRRRRiodo autunnale

Martina Elemi 1^ H

LLLLa resina del liquidambar è IIIImpiegata per la sua QQQQualità in UUUUtili medicine o come fissatrice di profumi IIIIn Cina DDDDiminuiscono sempre più, poiche vengono AAAAbbattuti per costruire MMMMinicontenitori di the. Il BBBBalsamo di AAAAmbra è quello prodotto dalle sue foglie RRRRossastre.

Martina Elemi 1^ H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 17

Nome Robinia pseudoacacia L. Robinia sta a ricordare Jean Robin, giardiniere

del Re di Francia Enrico IV, che nel 1601 la introdusse in Europa; pseudoacacia significa “falsa acacia”, poiché non è un’acacia.

Famiglia Leguminose Distribuzione Originaria dell’America settentrionale orientale introdotta nel’600 in

Europa si trova nella regione sub-mediterranea, in Italia è presente nella Pianura Padana e nelle vallate Alpine e Appenniniche.

Ambiente Scarpate, luoghi incolti, siepi, margini dei boschi fino a 1000 metri, introdotta come pianta ornamentale è adesso spontanea e infestante in tutto il territorio.

Descrizione E’ una specie rustica, in grado di adattarsi a svariati tipi di terreno, esige molta luce e caldo nel periodo estivo. Forma boschi puri o misti con castagni e querce. Ha portamento espanso o slanciato, rami contorti, i più giovani con spine; corteccia rugosa e di colore grigio-bruno, invecchiando diviene spessa e fessurata e forma una rete a maglie allungate; le radici sono superficiali; le foglie caduche, imparipennate, ossia composte da 4-10 paia di foglioline ovali e da una fogliolina apicale, di colore verde chiaro e più pallide sulla pagina inferiore; i fiori profumati hanno corone bianche, raccolti in grappoli penduli che compaiono tra maggio e giugno; frutti: legumi appiattiti e coriacei di colore rosso-bruno, che persistono sull’albero sino ad inverno inoltrato e contengono semi duri, nerastri.

Usi e curiosità Alcuni ritengono che la robinia sia stata importata in Italia per rinsaldare le massicciate della linea ferroviaria del Sempione, da lì poi si sarebbe diffusa su tutto il territorio alpino. L’uso più frequente prevedeva il taglio periodico per ottenere ottima legna da ardere. Le ramaglie, raccolte in fascine, erano un apprezzato combustibile, ricercato dai forni dei panifici. Chi non aveva legno di castagno ricorreva alla robinia per produrre paleria da utilizzare nei vigneti, negli orti e per realizzare staccionate. Il legno duro e resistente si prestava per fabbricare manici di scuri, picconi e martelli, denti di rastrelli e di ingranaggi dei mulini, diversi elementi di barche e carri agricoli, sedie, mangiatoie. Per il suo apparato radicale ampio la robinia e utilizzata nelle opere di consolidamento delle pendici franose e instabili. I fiori bianchi in grappoli profumati sono appetiti dalle api che ne producono un miele monofloro, chiaro e fluido molto apprezzato. La robinia oggi è tra i più importanti alberi per la produzione del miele. Nelle campagne si usano i fiori anche in cucina: quando non sono ancora completamente sbocciati vengono preparati in frittata e in frittelle.

Proprietà medicinali I fiori hanno un’azione calmante.

ROBINIAROBINIAROBINIAROBINIA Numero esemplari presenti nel giardino: 7

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 18

Nome Thuja occidentalis

Famiglia Cupressaceae Distribuzione L’occidentalis abita in sud-est del canada e il nord-est degli stati uniti,

dalla nuova scozia fino al nord della carolina. L’orientalis è originaria della mancuiria e della Corea.

Ambiente Porre a dimora in luogo soleggiato; questi alberi possono sopportare senza problemi anche l'ombra anche se si sviluppano meglio se possono godere di almeno 3-4 ore di sole diretto al giorno. Le tuie non sono molto adatte nelle città vicine al mare, poichè non sopportano l'aria salmastra. Non temono il freddo. Preferiscono un terreno ricco, soffice, profondo e molto ben drenato; queste piante temono i ristagni idrici, è quindi bene mescolare della sabbia o della pomice al terreno prima di porla a dimora. In autunno e in primavera interrare ai piedi della pianta del concime organico maturo, o del concime granulare a lenta cessione. Possono svilupparsi bene anche nei terreni argillosi e dimostrano di non avere problemi anche in terreni non molto ricchi.

Descrizione Genere costituito da una decina di conifere sempreverdi, originarie dell'Asia, dell'Europa e dell'America settentrionale. E' un albero a crescita abbastanza rapida e può raggiungere i 10-15 metri di altezza; il fusto eretto porta una chioma piramidale o allungata, a forma di fiamma; la corteccia è color bruno-arancio, negli esemplari di alcuni anni tende a rompersi in scaglie che lasciano profonde rugosità sulla superficie. Le foglie sono piccole, molto fitte, a forma di scaglie, molto simili a quelle del cipresso; sono di colore verde scuro intenso, in alcune specie divengono giallastre in inverno. La pianta produce piccole pigne tondeggianti, divise in settori piatti, al centro di ognuno dei quali è presente una protuberanza appuntita; sono di colore nero-blu, o verde chiaro, leggermente pruinose, prima di rompersi per liberare i piccoli semi divengono marroni. Queste conifere vengono molto utilizzate nei giardini, sia come esemplari singoli, sia per formare siepi impenetrabili. Esistono numerose cultivar, anche a sviluppo nano.

Usi e curiosità Il legno, tenero e leggero, è adoperato per costruzioni e per estrazioni dell’ olio di cedro, per scopo medicinali.

THUIATHUIATHUIATHUIA Numero esemplari presenti nel giardino: 2

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 19

I nostri amici fiori

sono di molti colori.

Le belle margherite

sono colorate e profumate.

Le spine fanno male e fanno ammalare,

ma chi fa attenzione non si deve preoccupare.

C’è un giardino fiorito,

ma è molto scolorito.

Prima era con molto colore,

ma adesso non c’è più amore. Alessandra Francavilla 1^ H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 20

I nostri amici fiori I fiori sono come dei bambini:

bisogna curarli, nutrirli e annaffiarli. Possono donare armonia o farti compagnia, sono come degli amici

che si possono tenere in casa come i mici. I fiori sono delicati, belli e profumati, ma se non gli presti attenzione

puoi correre il rischio di una grande delusione. Di fiori ce n’e’ un’ infinita varietà e ognuno ha la sua personalità.

Alcuni fiori si usano per i funerali, altri, invece per le cerimonie nuziali, c’è un fiore che gira insieme al sole, un altro, invece che muore di passione. Ogni fiore ha una leggenda o un mito e dentro di loro c’è un segreto assopito.

Martina Elemi 1^H

Raccolgo un fiore Lunedì raccolgo un fiore Martedì un girasole

Mercoledì una bella viola Giovedì una rosa sola Venerdì un ciclamino Sabato un mazzolino e

Domenica di nuovo in giardino

Elena Citterio 1^I

A… regaloA… regaloA… regaloA… regalo regolo…e… regolo…e… regolo…e… regolo…e… A te tre rose rosse regalo

regalo rosse rose per te e…

Alessandro Hu e Luca Migliaccio 1^H

I fiori I fiori sono belli,

sono stati dipinti da Botticelli. I fiori sono colorati,

della loro bellezza siamo estasiati.

I fiori sono profumati, per questo vengono amati.

I fiori sono un incanto, ispiratori di un angelico canto. Davide Frisardi e Andrea Nacamulli 1^H

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IL CICLO DELLE BULBOSE

15 febbraio I crocus iniziano a germogliare

1 marzo I crocus gialli e bianchi iniziano a fiorire

8 marzo E’ fiorito il primo narciso

22 marzo I tulipani, i narcisi, i giacinti e i crocus sono fioriti

Illustrazioni di Angela D’Amico 1^ H

12 aprile Tutti i colori della primavera!

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Nome Croco, Crocus Sativus, Crocus napolitanus Mordant & Loisel, Crocus

Vernus. Il nome generico crocus è la trascrizione del greco kròkos che significa “filamento” con riferimento ai suoi lunghi stami, il nome specifico indicherebbe la provenienza.

Famiglia Iridaceae Distribuzione Si coltiva in Asia minore, in Persia e in tutti i paesi del bacino del

mediterraneo. In Italia le culture più estese si trovano in Abruzzo e in Sardegna, altre zone di coltivazione degne di nota si trovano in Umbria ed in Toscana.

Ambiente Il terreno ideale per il croco è un terreno umido e molto ricco di humus. La pianta si adatta molto bene ai climi caratterizzati da piovosità media non molto alta. E’ importante evitare i ristagni d’acqua, molto dannosi per lo sviluppo della pianta: per questo motivo una coltivazione su un terreno leggermente scosceso è preferibile ad una su terreno pianeggiante. Sopporta rigide temperature invernali, anche inferiori allo 0 termico, i bulbi cominciano a soffrire solo quando il termometro scende sotto i meno 12° centigradi. Il crocus stativus tollera la neve e anche brevi periodi di gelo. Nel periodo estivo, quando la pianta si trova in fase di quiescenza, le alte temperature non creano alcun tipo di problemi al bulbo.

Descrizione Pianta erbacea, perenne, con un piccolo bulbo sferico, alta 10-20 cm, con 2-3 foglie inferiori biancastre che avvolgono la base tubolare come una guaina, mentre le altre che compaiono poco dopo o durante la fioritura sono lineari, larghe 0,5 cm e lunghe quanto i fiori, con una caratteristica, una nervatura centrale bianca. Il fiore quasi sempre solitario è inodore, a una spata allargata di 5-6 mm. La corolla alla base a forma tubolare, la fauce è ciliata e verso l’alto si divide in 6 petali(lacinie), subspatolati, in genere di colore violetto, spesso più scuri all’ apice, ma a volte anche bianchi che misurano 8-15-x30-40mm. Le antere sono gialle e lunghe 15 mm. Il pistillo che sovrasta le antere ha 3 stimmi disposti a ventaglio di colore rosso-arancio. Ovaio infero sotterraneo. Il frutto è un capsula ovoide che racchiude molti semi. I fiori sbocciano direttamente dal terreno contemporaneamente o prima delle foglie. Esistono oltre 70 specie di crocus. Sono piantine molto decorative e facili da coltivare. La specie più conosciuta tra i Crocus a fioritura invernale-primaverile è il Crocus Vernus da cui sono state ottenute molte varietà. Altre specie presentano invece una fioritura estiva. La gamma di colori è molto vasta e l'effetto decorativo in primavera è notevole.

CROCUSCROCUSCROCUSCROCUS

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 23

Il croco E’ un fiore primaverile,

usato per i matrimoni a suon di campanile, ma anche per i tristi funerali,

dove le persone, forse sono state uccise da criminali. Il croco ha un mito,

che narra di un ragazzo, che aveva il cuore assopito, poiché si era innamorato di una ninfa, che non poteva morire,

mentre lui era vulnerabile, facile da colpire. Gli dei impietositi trasformarono la ninfa in una pianta e croco in un fiore

e per sempre si ricordò quest’amore. Il croco ha dei filamenti,

che sono rossi o gialli di colori splendenti, che stanno in armonia con la corolla come il cioccolato e la pastafrolla. E’ un fiore effimero che dura poco, meglio guardarlo prima che dopo,

si dice poi che quando viene calpestato diventi più bello e più colorato,

ma questo detto non è mai stato usato.

Martina Elemi 1^ H

Usi e curiosità Dallo stimma trifido si ricava la spezia denominata zafferano. Come tutti gli zafferani oltre che in cucina viene utilizzato per le sue proprietà medicinali, aromatiche e coloranti. Conosciuto fin dall’antichità già Omero lo racconta presente nel talamo nuziale di Giove ed Era, gli antichi romani lo ritenevano portatore di allegria, ottimismo, bellezza, amore e vitalità proprie della giovinezza.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 24

u n iCCCC o a m o RRRR e c uOOOO r e a u t e n t i CCCC o a s sOOOO l u t o

Silvia Bellumore 1^H

CCCC r e s c endo impaRRRR i cOOOO se CCCChe s t u p i scOOOO no

Giuseppe Dragone 1^H

CCCCon RRRRomanticismo OOOOgni CCCCrocus UUUUmanizza SSSSentimenti

Davide Frisardi 1^H

Il croco è nato a Castelfranco, giallo per passione, rosso per canzone, ma per amore rompe il cuore.

Paolo Ciraci 1^H

Il croco è il fiore che simboleggia amore,

amore sfortunato, amor non realizzato.

Un mortale di nome Kroco, sul serio e non per gioco, s’innamorò di una dea bella

che per lui era come una stella.

Non era possibile questo amore e gli dei lo trasformarono in un fiore.

Un fiore bello e splendente, per richiamare a sé la gente.

Viene posto con tutto il cuore sulle tombe del vero amore. Raccoglietelo per ricordare il segreto del vero amare !

Letizia Caglioti 1^H

CCCContinuando ad iRrigare crescOOOOno CCCCampi di fiOOOOri

Ilaria Lanzanova 1^H

Il CCCCroco RRRRisplende OOOOrmai CCCCome un fiOOOOre Ilaria Lanzanova 1^H

CCCColorato RRRRicorda OOOOriginale CCCCuore OOOOnesto

Letizia Caglioti 1^H

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CCCC r o c o RRRR a g a z z o OOOO CCCC o m u n e OOOO r n a m e n t o

Martina Elemi 1^ H

c r oCCCC o RRRR i c o r d a t o cOOOOm e CCCC r o c o i l f i o r e o c r o c o i l r a g a z zOOOO

Martina Elemi 1^ H

Fiore vivace amore fugace,

passione travolgente annebbia la mente.

Silvia Bellumore 1^H

CCCC r o c o RRRR e g a l a e mOOOO z i o n i c o n i CCCC a l d i cOOOO l o r i G i a d a G r e s i a 1^ H

p iCCCC co l o gRRRR az i o so amOOOO r o so p aCCCC i f i c o c rOOOOc o

Longo e Pagani 1^ H

La tiepida primavera pian piano avanza e i prati si riempiono di una dolce fragranza. Nei prati fan capolino i crocus variopinti dalla tenua corolla con gli stami sgargianti.

Davide Frisardi 1^H

riCCCCoperti i RRRRami di fiOOOOri CCCColor OOOOro Ilaria Lanzanova 1^H

CCCColor RRRRosso OOOO CCCColor OOOOro

AnCCCCora peRRRR amOOOOre socCCCCombe l’uomOOOO

Letizia Caglioti 1^H

SiCCCCuramente cRRRRoco nOOOOn nasCCCCondeva l’amOOOOre

Letizia Caglioti 1^H

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Nome Hyacintus orientalis (giacinto olandese)

Il nome deriva dal greco giak che significa rosso cupo (in origine il giacinto era di colore rosso). Giacinto romano, giacinto italiano, giacinto olandese.

Famiglia Hyacinthaceae (Liliaceae). Distribuzione Originario dell’Oriente e delle regioni tropicali africane, non si conosce

il tempo preciso della sua comparsa in Europa. I primi giacinti erano selvatici e solo verso la metà del XVI secolo si cominciò a coltivarli.

Ambiente Si coltiva in piena terra per aiuole e bordi fioriti, in vaso o direttamente in acqua.

Descrizione

Pianta fiorita, bulbosa, perenne, coltivabile sia in esterno e in interno. Bulbo arrotondato; foglie basali nastriformi di colore verde brillante. I fiori, riuniti in un unico racemo lungo anche 15 centimetri, sono molto profumati e di svariati colori: rosso, bianco, rosa, salmone, arancio, lilla e diverse tonalità del blu.

Usi e curiosità Nel Medioevo questa pianta già presente in Europa fu quasi dimenticata, mentre venne coltivato dagli arabi e dai Turchi: ad Istambul si celebravano delle feste in occasione della sua fioritura. Nel 1570 un ambasciatore austriaco, ne portò alcuni bulbi a Vienna da qui si diffusero nei Paesi Bassi, oggi i vivaisti olandesi sono i maestri nella riproduzione e nella selezione di nuove varietà di questa pianta. Una pratica molto diffusa è quella della forzatura dei bulbi, per ottenere fioriture invernali. Questa operazione può essere fatta coltivando le piante in vaso o ricorrendo alla coltura in acqua. Nella coltura in acqua si utilizzano recipienti di vetro riempiti con acqua. Il bulbo deve sfiorare l’acqua e non esservi immerso. Quando l’apparato radicale si sarà sviluppato, bisogna coprire il germoglio con un cono di carta scura e portare il recipiente in un ambiente più caldo. In seguito si potrà asportare la protezione in un ambiente più caldo e la pianta fiorirà in breve tempo. I petali del giacinto sono usati per diverse fragranze, perché il loro profumo è molto apprezzato. I significati attribuiti al fiore sono diversi e variano secondo la colorazione: il giacinto rosso è simbolo di dolore, quello blu di coerenza. In generale il giacinto rappresenta il gioco e il divertimento.

GIACINTOGIACINTOGIACINTOGIACINTO

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 27

GGGG i a c i n t o IIII n t i n t o AAAAm a b i l m e n t e c o n CCCC o l o r i IIIIm p e r i a l i NNNN o i TTTT i OOOO n o r i a m o

Ludovico Sidari 1^ G Il giacinto

Il giacinto è più di un fiore è un grappolo di colore,

nel giardino del mio cuore. Di colore è bianco, rosa e blu di Cina

e il suo profumo ci inebria ogni mattina.

Alberto Ferrario 1^I

POESIE e ACROSTICI

GGGGiacinto IIIInnamorato AAAAbbracciato CCCCon IIIIngenuità NNNNostri sono i vasi che TTTTu intingi di colore OOOO d’amore

Luigi, Davide, Carmine 1^G

Il giacintoIl giacintoIl giacintoIl giacinto

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 28

NARCISONARCISONARCISONARCISO

Nome Narcissus

Il nome deriva dalla parola greca Narkào che significa “stordire” “narcotico” perché collegato all’odore molto intenso di alcune specie del genere Tazzetta anche detto Nostrale.

Famiglia Amaryllidaceae Distribuzione Il narciso si trova in Europa, Africa settentrionale e Asia.

Ambiente Il narciso vive nei luoghi erbosi e boschivi dal clima fresco e fiorisce in primavera. Richiede terreno soffice, fresco e ben concimato. Cresce bene in pieno sole e a mezz’ombra e sopporta bene anche le basse temperature purché il freddo non sia molto duraturo; in caso contrario meglio piantarlo in primavera per una fioritura tardiva. E’ una pianta perenne ed è abbastanza frequente nelle zone più o meno montane. Cresce dai 100 ai 2300 m di altitudine. Fiorisce nei mesi di Aprile-Luglio a seconda dell’altitudine.

Descrizione Il narciso ha foglie lineari, erette e fiore profumato, a perigonio tubolare che si espande in sei ampi lobi di aspetto e di dimensione diversi secondo la specie; il frutto è una capsula. La propagazione dei Narcisi avviene, di solito, staccando i bulbilli che si formano accanto al bulbo principale e piantandoli immediatamente per farli ingrossare. Tutti i narcisi fioriscono in primavera; vengono coltivati in esterno sia in piena terra sia in ciotole da balcone; i bulbi si interrano in autunno in terreno di medio impasto, fresco e ben drenato. Se la coltivazione è in ciotole è necessario rinvasare i bulbi quando gli stessi hanno riempito il vaso completamente, il che avviene, in media, ogni tre quattro anni

Usi e curiosità Il narciso è usato per ornamento e per essenze profumate. E’ molto pregiato come fiore reciso ed è anche molto richiesto, per il suo profumo, in molti giardini Il profumo dei narcisi è così intenso che è poco consigliabile andare a dormire tenendone un mazzo in camera da letto. Si finisce con l’avere un bel mal di testa.. Il bulbo del Narciso contiene un alcaloide velenoso la narcisina che provoca disturbi neuronali e infiammazioni gastriche se ingerito accidentalmente dagli animali al pascolo o dall’ uomo.

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 29

Oh narciso, splendido come un sorriso, la tua immagine ammaliatrice, fa innamorare una pittrice.

Alberto Longo 1^ H

Nel lontano 1947 un gruppo di giovani di Rocca di Mezzo diedero luogo a una splendida festa per cancellare o meglio, alleviare i dolori che la seconda guerra mondiale aveva lasciato. La festa movimentò tutto il paese e portò una ventata di allegria. Il narciso cresceva e cresce tuttora copioso sull’altipiano spontaneamente nel mese di maggio, cosicché la festa è diventata un simbolo del paese e si ripete immancabilmente da ormai 59 anni. La festa è caratterizzata dalla sfilata di carri del tipo quelli che sfilano a carnevale e la caratteristica consiste nel fatto di essere completamente ricoperti di fiori di Narciso. La sera del sabato, intorno alle 22.00 si comincia l’infioratura dei carri, nell’apposita rete sistemata sulle strutture nel pomeriggio. Quindi per tutta la notte si continua a tappezzare i carri di fiori e per tutta la mattina si appongono gli ultimi rintocchi.

UNNNN

giovAAAAne foRRRRte affasCCCCinato sIIII osSSSServava innamOOOOrato

Letizia Caglioti 1^H

NNNNell’ AAAAmmirare RRRRiflessa CCCCarina IIIImmagine SSSSospirava OOOOgni dì

Letizia Caglioti 1^H

Narciso era un giovane bello che si innamorò dell’immagine sua, specchiandosi nell’acqua di un ruscello. La ninfa Eco pure l’amava e d’amore impazzì, perché lui non la considerava. Gli dei allora , molto pietosi la voce di lei resero immortale e tra i monti ancor la puoi ascoltare. Invece lui, dai petali odorosi trasformarono in un fiore eccezionale ! Raccoglietelo per ricordare un giovane che non sapeva amare !

Letizia Caglioti 1^H

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

SoNNNNo rimAAAAsto meRRRRavigliato riCCCCevendo pIIIIccoli narciSSSSi cOOOOlorati Davide Frisardi 1^H

Il narciso Il narciso Il narciso Il narciso

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 30

Bianco e profumato l’allegria ha riportato, sui prati con più calore fai gioire con tutto il tuo

splendore, le rette hai ritrovato, il tuo candore è rinato.

Silvia Bellumore 1^H

Tu profumi, oh narciso, come di un bimbo il viso.

Te ne stai lì, tranquillo e beato e con chi ti guarda, fai una figura mozzafiato. Vorrei raccoglierti, come fossi una margherita, ma non voglio interrompere la tua debole vita, così ti lascio dove sei, anche se a malincuore,

ma felice di lasciarti vivere, mio dolce e profumato fiore. Martina Crespi 1^H

Il narciso ha un bel sorriso, possiede tanti bei colori che sono racchiusi nei fiori, ha tanti petali colorati e molto profumati. Il narciso è un fiore che per sbocciare ci mette ore.

Ilaria Lanzanova 1^H

Narciso sei bello come un sorriso, con il tuo bianco splendente assomigli ad una stella lucente. Narciso sei bello come un sorriso tu sei l’unico fiore che riscalda il mio cuore. Narciso sei bello come un sorriso e sbocci al mattino nel bel mezzo del mio giardino.

Ivan Nizza 1^I

O dolce narciso che vivi in paradiso sei bello come un angelo e colorato come un pappagallo. Il tuo profumo è uno splendore e sei bello come il sole.

Giulia Giorgi 1^I

Caro e lucente narciso, quando mi guardi mi fai un grande sorriso; quando ti vedo spostato dal vento, ti vedo brillante e tutto contento. Con il tuo colore brillante, fai sorgere l’arcobaleno bello e scintillante, il tuo profumo mi fai svenire, ma quando mi accarezzi mi fai rinvenire.

Michela Agus 1^I

Sulla finestra mi è nato un narciso e sul viso della mia mamma è nato un sorriso poi gli ho dato un saluto per ringraziarlo che sia venuto.

Alessandro Bellomo 1^I

inNamorati, il profumAto fioRe raCcogliete e offrIte, soSpirando amOre

Letizia Caglioti 1^H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 31

U n a l e g g e NNNNd a c h e n AAAA r r a d i u n RRRR a g a z z o c h e s p e c CCCCh i a n d o s i v IIIId e l a s u a i m m a g i n e r i f l e s SSSSa, s i c h i a m a v a N a r c i s OOOO

Martina Elemi 1^ H

NNNN a r r i A A A A n c o r a R R R R i c o r d i C C C C h e I I I I e r i S S S S e m b r a v i O O O O d i a r e

Silvia Bellumore 1^H

NNNN o t t e AAAA n c o r a RRRR i g i d a CCCC a l a IIII l SSSS o l e OOOO s c u r o

Emily & Claudia 1^G

s eNNNN to r agAAAA zz i a rRRRR i v a r e a cCCCCor r endo gIIIIo i o s i v erSSSS o o r i z zOOOO n t i

Silvia Bellumore 1^H

meNNNNtre rAAAAccolgo fioRRRRi riCCCCamo gIIIIrasoli asSSSSolutamente aranciOOOOni

Martina Crespi 1^H

NNNNati giAAAA’ gRRRRandi sbocCCCCiati neIIII freSSSSchi OOOOrti Ilaria Lanzanova 1^H

NNNNon AAAArancioni RRRRossi CCCColorati IIIInfatti SSSSono OOOOro

Ilaria Lanzanova 1^H

nessuNNNNo AAAAncora RRRRimpiange eCCCCo dIIIIo del SSSSilenzio e del rumOOOOre Giuseppe Dragone e

Tuccillo Francesco 1^H

Tu di colore giallo sei bello come un corallo ti chiami Narciso e vivi in paradiso di bei petali sei ornato sei il più bel fiore mai nato e sei anche profumato. La rugiada ti rende brillante e sei molto inebriante

Giulia Volontè 1^G

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NNNNome

AAAAntico dedicato a un

RRRRagazzo CCCChe IIIIn un lago vide la sua immagine riflessa e

SSSSe ne innamorò OOOOssessivamente

Martina Elemi 1^ H

Il narciso prende il nome da una leggenda, che narra di una vicenda

di un ragazzo che guardandosi in un lago vide il suo riflesso e s’ innamorò di se stesso.

Questo ragazzo si chiamava Narciso, era molto bello e aveva uno splendido viso.

Essendo però troppo vanitoso, quel lago per lui diventò pericoloso,

per amore lui morì e per sempre rimase lì.

Al fiore questo nome venne dato, perché sulle rive di un lago fu trovato, il narciso non ha colori raggianti,

al centro è giallo e i petali sono bianchi.

Martina Elemi 1^ H

Martina Elemi 1^H

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Nome Bellis Perennis L.

Il primo termine del binomio è il nome latino con cui, in generale, venivano indicate le margherite; esso deriva da bellus che significa “grazioso”, “leggiadro”, in riferimento al delicato aspetto dei capolini. Il secondo termine allude alla pluriannualità della pianta. Margheritina di prato, Fior di prato, Fior di primavera, Fior gentile, Primavera, Primo fiore, Bellide, Bellide dei prati, margheritina dei prati, pratolina comune.

Famiglia Compositae Distribuzione Originaria dell’ Europa, dell’ Asia minore, dell’ Africa settentrionale,

La pratolina cresce abbondantissima nei coltivi e negli incolti, dal livello del mare fino a circa 2000 metri d’ altitudine.

Descrizione Piccola pianta erbacea, perenne, provvista di una robusta radice a fittone dalla quale già all’inizio dell’inverno, si sviluppa una rosetta di foglie basali con fiore unico. Il fiore è un piccolo capolino portato da un lungo peduncolo con fiori centrali tubulosi e gialli e fiori periferici, ligulati dai petali bianco-rosa. Il capolino si chiude durante la notte e quando il tempo è piovoso ed umido. Le foglie sono ellittiche-oblunghe, verde scuro e pelose.

Usi e curiosità Le foglie primaverili, più tenere si possono usare in insalata oppure cotte nei minestroni mescolate con altre erbe campestri. I capolini si mangiano interi, se piccoli, servono per preparare insalate di stagione e per stufati di carne con verdure. La pratolina fu molto amata nei tempi antichi: Margherita di Valois, sposa di Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di margherite. Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sugli abiti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse la purezza. Si dice che abbia facoltà profetiche: gli innamorati la sfogliano per sapere se il loro amore è ricambiato.

Proprietà medicinali La medicina popolare la utilizza contro i disturbi del fegato, nella cura delle malattie della pelle e come rimedio espettorante.

Miti e leggende Il termine generico “bellis” e quello volgare Bellide è legato al mito greco secondo il quale la ninfa Bellide , mentre danzava con il suo amante, Epigeo, suscitò il desiderio di Vertumno, guardiano della primavera, il quale si avventò sulla coppia. Epigeo, in difesa di Bellide si scagliò contro il dio, ma ebbe la peggio. Bellide per sfuggire alle brame dell’aggressore si tramutò in margherita.

PRATOLINAPRATOLINAPRATOLINAPRATOLINA

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POESIE

La pratolina è come la brezza d’estate, come la neve d’inverno, sboccia in primavera e si chiude d’inverno. Kevin Inzitari 1^I

La prima margheritaLa prima margheritaLa prima margheritaLa prima margherita Si svegliò la prima margherita Ancor tutta chiusa e infreddolita Levò la testa per vedere il cielo Vide venir la primavera e gridò: “sveglia sorelline è l’ora”.

Alessandro Moro 1^I

La margheritaLa margheritaLa margheritaLa margherita Lei è la margherita, bianca e pulita.

Il suo fusto è tutto verde, e si erge possente. Al calar della luna, lei diventa scura.

Ma poi allo spuntar del sole, ritorna sempre del suo bel colore.

Martina Boselli 1^I

La pratolina La pratolina La pratolina La pratolina

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Nome Taraxacum officinalis, dente di leone, dente di cane, soffione, barba

del signore, cicoria matta, pisciacane, piscialetto Famiglia Composite

Distribuzione E’ una pianta tipica del clima temperato. In Italia cresce dappertutto, nei campi e nei prati, cresce bene al sole come a mezz’ombra, si riesce a trovare fino ad una quota di 2000 m.

Descrizione Pianta erbacea, perenne, rustica. Le foglie sono oblunghe, glabre, frastagliate, cioè con lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone. Formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Ha radici a fittone, di colore bruno nerastra che contiene un lattice bianco. I suoi fiori sono gialli e durante le stagioni si trasformano poi in globi biancastri ( i soffioni), formati da sottilissimi achemi. Il tarassaco. In autunno maturano piccole bacche lucenti ( drupe), i suoi frutti, di colore nero violaceo, dal sapore acidulo,riunite in grappoli e ricchi di vitamina C.

Usi e curiosità Il fiore di tarassaco in primavera è uno dei primi a fiorire, le api ne sono golosissime e con il suo nettare fanno il primo miele. Le sue foglie sono assai ricche di vitamine e di sali minerali, si raccolgono in primavera, quando sono tenere e si mangiano crude o lessate in insalata. I boccioli non ancora schiusi posti sott’aceto si possono usare al posto dei capperi. La radice tostata in forno poi macinata è un surrogato del caffé, come l’orzo e la cicoria. Un tempo, le ragazze con le lentiggini usavano l’infuso dei fiori per schiarire le efelidi.

Proprietà medicinali Un infuso di radici di tarassaco è un ottimo rimedio per chi ha problemi di costipazione intestinale o di foruncoli dovuti dal lento funzionamento del fegato. E’ anche un buon diuretico. Il decotto di radici esercita sulla pelle azione tonificante e lenitiva.

TARASSACOTARASSACOTARASSACOTARASSACO

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Nome Tulipa; Tulipa celsiana.

Il nome deriva dal greco kuklos che vuol dire “cerchio”, sicuramente il nome allude alla tendenza dei peduncoli che portano il fiore ad attorcigliarsi ad anello.

Famiglia Le svariate specie e varietà di tulipano appartengono al genere Tulipa della famiglia delle liliacee. Famiglia di piante prevalentemente erbacee dell’ordine delle liliali, comprendente più di 250 generi e circa 4000 specie.

Distribuzione Nord Europa, Mediterrane,Eurasiatica e Africana Ambiente Terreno: medioimpasto anche se poco calcareo con sabbia e sostanza

organica decomposta. Descrizione I colori del tulipano possono essere svariati e di tutte le tonalità. Essi

possono essere sia nani sia alti, ma in ogni caso, soavemente profumati. Il periodo della fioritura va da marzo a maggio. L’altezza della pianta varia tra i 20 cm ed i 30 cm; le foglie sono di colore verde intenso. Le varietà coltivate vengono in genere distinte in base al tipo di fiore prodotto dalla pianta. I tulipani “Darwin” hanno fiori tardivi e dai colori sgargianti, retti da un fusto alto e robusto: i tulipani “pappagallo” hanno fiori tardivi con petali arricciati ai margini; i tulipani a fioritura precoce, come i “Duc van Tol”; hanno fusti corti che di rado superano 15 cm d’altezza; i tulipani inglesi hanno fiori a palla a base bianca o gialla; quelli imperfetti hanno fiori screziati.

Usi e curiosità Alcuni studiosi, associando la forma del fiore e il termine etimologico all’utero femminile, ritenevano che la pianta fosse capace di facilitare il concepimento. Sembra che la coltivazione dei tulipani sia stata iniziata dai turchi durante il medioevo; in Europa occidentale queste piante furono introdotte nel XVI secolo, diventando immediatamente una delle più ammirate essenze da giardino. Lo sviluppo di questo settore economico rappresenta una delle principali attività produttive del paese, nonché una delle principali voci del mercato delle esportazioni.

TULIPANOTULIPANOTULIPANOTULIPANO

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Tulipani Uniti Liberi In Posti Ancora Non Incontaminati Andrea Nacamulli 1^H

TTTTulipano UUUUnico e LLLLucente IIIImportante e PPPPotente AAAAndando veloce il vento spinge i tuoi aromi NNNNoi ti amiamo e per questo ti OOOOnoriamo.

Ludovico Sidari 1^ G

TTTT u UUUU g u a l i a l LLLL ’ a f f e t t o IIII s p i r i PPPP o e s i e AAAA n c o r a NNNN o n OOOO t t e n u t e Emily & Claudia 1^G

TTTTanti UUUUomini LLLLiberi IIIInsieme PPPPer AAAAmare NNNNon OOOOdiare Longo Alberto

1^ H

TTTTutti UUUUltimamente LLLLamentano IIIIl PPPPoco AAAAmore NNNNel mOOOOndo Giuseppe Dragone 1^H

Il tulipano è un stupendo fiore, serve per un baciamano o dichiararti amore. Viene donato per il primo amore, viene donato con buon umore. Serve per innamorarsi di un’altra persona, serve per incontrarsi se il cuore te lo dona. Dopo aver donato il fiore dell’amore dai un bacio con tutto il cuore! Letizia Caglioti 1^H

TTTTanto UUUUmore LLLLoda IIIIl PPPPrimo AAAAmore doNNNNato IIIIntensamente

Letizia Caglioti 1^H

TTTTanti UUUUsignoli LLLLiberi IIIIn volo PPPPlanano su AAAAiuole di NNNNarcisi OOOOdorosi

Ilaria Lanzanova 1^H

Il tulipano

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

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I primi amori sono sempre ricordati con i cuori,

ma alcuni con i fiori. Quei fiori sono i tulipani

ed è una tradizione dei paesi orientali. I tulipani non sono di un unico colore, alcuni sono rossi come l’amore.

Martina Elemi 1^H

Oh bel tulipano Tutti gli anni sbocci a primavera Sorridendo nei verdi prati Fino a sera. La tua corolla Dai mille colori Rallegra i nostri cuori Il più raro è quello nero È il più bello per davvero.

Matteo Crippa 1^ G

TulipanoTulipanoTulipanoTulipano Tenero fiore

simboleggi l’amore, con i tuoi caldi colori accendi tutti i cuori, con i tuoi petali striati

tutti quanti ci hai conquistati.

Silvia Bellumore 1^H

Io sono il tulipano e sono molto sano, mi piace il colore che indosso, perché è il color rosso; questo è il fiore che sboccia ogni ora, è bello e divertente e rallegra tutta la gente.

Ilaria lanzanova 1^H

O tulipano giallo incandescente per far innamorare la gente, sfumature di acceso arancione da regalare a importanti persone.

Longo Alberto 1^ H

TTTTante UUUUniche LLLLe IIIInnumerevoli PPPPiante, AAAAlberi NNNNati OOOOrdinatamente

Alessandro Hu e Luca Migliaccio 1^H

ll misterioso fiore rosso è il tulipano che quando vede il cielo diventa cartesiano, esso è bellino molto più di un fiorellino. Il misterioso fiore rosso è come un bambino che quando vede un ostacolo lo scavalca o lo cavalca. Il più bel fiore che esiste al mondo è il tulipano.

Alessandra Francavilla 1^H

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TTTTricolore UUUUnico LLLLuminoso IIIIridescente PPPPiccolo AAAAllungato NNNNormale OOOOmbreggiante

Viganò Matteo 1^G

TTTTulipani UUUUniti LLLL’uno con l’altro IIIIn PPPPace, AAAAmore NNNNon OOOOdio

Martina Elemi 1^H

Nel bel mezzo dei campi nascono dei tulipani dai mille colori,

per allietare i nostri cuori, pieni

di gioia e di amore. Davide Frisardi e Andrea Nacamulli 1^H

TTTTulipani UUUUniti LLLLodano IIIImmensa PPPPace AAAAmore NNNNon OOOOdio

Martina Crespi 1^H

molTTTTo UUUUmile è iLLLL tulIIIIpano che PPPPian piano nAAAAsce iNNNNsieme ad altri fiOOOOri Martina Lamberti 1^H

TuTTTTti qUUUUalche voLLLLta sIIII imPPPPadroniscono del tulipAAAAno simboleggiaNNNNte l’amOOOOre Francesco Tuccillo 1^H

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Il tulipano (il nome dal turco “tülbend”, turbante, per la sua caratteristica forma lineare e pulita che ricorda questo copricapo) è originale della Turchia e delle regioni orientali, vicino alle colline che precedono la catena dell’ Himalaya. In Occidente la sua coltivazione (e adorazione!) inizia nel 1554 quando Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore dell’ imperatore austriaco Ferdinando I alla corte di Solimano I il Magnifico, osservando l’ interesse e la considerazione del popolo per questo fiore, decide di inviare alcuni bulbi a Vienna. La prima fioritura risale al 1559 in un giardino di Augsburg, mentre in Inghilterra il primo tulipano fa la sua comparsa nel 1557, da dove successivamente giunge in Olanda (oggi patria dei bulbi con il 93% del commercio mondiale). La coltivazione del tulipano fu presumibilmente iniziata nei Paesi Bassi nel 1593 questo fiore divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol. Alle varietà di tulipano erano assegnati nomi esotici, a volte venivano chiamate con nomi di ammiragli olandesi. Alcuni commercianti vendevano bulbi che erano stati appena piantati o quelli che avevano intenzione di piantare ( sostanzialmente dei futures sui tulipani ).Questa pratica fu soprannominata “il commercio del vento”. Un editto statale del 1610 fece diventare illegale questo commercio rifiutando di riconoscere come legali questo genere di contatti, ma la legislazione non riuscì a far cessare questa attività. Nel 1623, un singolo bulbo di una famosa razza di tulipano poteva costare un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell’epoca era di150 fiorini). I tulipani erano scambiati anche con terreni, animali vivi, e case. Presumibilmente, un buon speculatore poteva anche guadagnare seimila fiorini al giorno.

Proprio in Olanda, a partire dal 1634 scoppia la mania del tulipano,tanto che la gente è disposta a pagare cifre incredibili solo per entrare in possesso dei bulbi. Le normali attività quotidiane persero di importanza rispetto alla coltivazione del tulipano. Nel 1635, fu registrata una vendita per 100,000 fiorini. Per comparazione, una tonnellata di burro costava circa 100 fiorini e “otto maiali grassi”costavano240 fiorini. Un prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, venduto ad Haarlem per 6000 fiorini.

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Nel 1636, i tulipani erano scambiati nelle borse valori di numerose città olandesi. Questo incoraggiò tutti i membri della società al commercio di tulipani,molte persone vendevano e compravano immobili o altri possedimenti per poter speculare sul mercato dei tulipani. Alcuni speculatori fecero grandissimi profitti. Nel febbraio del 1637 i commercianti di tulipani non poterono ottenere prezzi gonfiati per i loro bulbi, e cominciarono a vendere. Si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione si diffuse man mano che aumentava il panico. Alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di mercato. Mentre altri possedevano bulbi che valevano un decimo di quanto gli avevano pagati. Centinaia di olandesi, inclusi uomini di affari e dignitari, erano finanziariamente rovinati. Vennero fatti tentativi di risolvere la situazione che accontentassero entrambe le parti, ma furono un insuccesso. In sostanza ciascuno rimase nella situazione finanziaria in cui si trovava alla fine del crollo nessuna corte poteva esigere che i contratti venissero onorati perché i giudici consideravano questi debiti come quelli contratti nelle sale da gioco,e non erano esigibili con la forza sotto autorizzazione della legge. Simili bolle dei tulipani ci furono anche in altri paesi d’ Europa, ma mai di una dimensione pari a quella olandese.

Tali restrizioni non sono, tuttavia,riuscite a limitare lo sviluppo di questo settore economico,che oggi in Olanda rappresenta una delle principali attività del paese, nonché una delle principali voci del mercato delle esportazioni Nel 1836 venne fondata la Wakefield and North of England Tulip Society, la prima associazione, ancora oggi esistente.

Classe 2^G

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Nome Viola odorata, viola mammola o violetta di Parma.

Famiglia Violaceae Distribuzione Diffusa in Europa, zone tropicali e Americhe, comune in Italia centro-

settentrionale. Descrizione Pinta erbacea perenne.

Foglie semplici rotondeggianti; fiori violetto cupi, profumati, composti da 5 sepali verdi, 5 petali colorati di cui 2 posteriori diritti, 2 laterali e uno anteriore speronato che serve a raccogliere il nettare.

Ambiente Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, in primavera fiorisce lungo le siepi e le scarpate, nei campi e nei boschi.

Usi e curiosità Le viole crescono ovunque e sono fiori molto precoci. Fioriscono appena la neve se ne va. Dice un proverbio di febbraio:”San Bastiano, la viola in mano”. Infatti in certe annate e nei luoghi soleggiati, le viole iniziano a fiorire fin da questo mese. La viola è sempre stata uno dei fiori più apprezzati, sia per l’aspetto sia per il suo profumo, da tutti i popoli e in tutti i tempi. La viola era il simbolo della città di Atene. Gli antichi romani e le popolazioni arabe erano solite aggiungere alle bevande fiori di viola o estratti della stessa, per rendere più delicata e gradevole la consumazione. Nel linguaggio dei fiori la viola è l’emblema dell’umiltà e della modestia. È il fiore dei nati sotto il segno del sagittario. (21 novembre- 21 dicembre). Nell’Ottocento le dame e le fanciulle si infilavano mazzolini di violette nelle scollature e nei capelli e si profumavano con l’essenza estratta dalle sue foglie. Dalla Francia, da Parma e Udine odorosi mazzolini di viole venivano spediti ai mercati e alle corti di tutta Europa, fino a Costantinopoli e Alessandria d’Egitto. Da secoli le violette sono impegnate nell’arte profumiera. Gli Arabi furono i primi a distillare il prezioso olio essenziale. Si riteneva che il profumo della violetta desse sollievo e rendesse più robusto il cuore. I costituenti profumati si trovano sia nelle foglie sia nei petali. Con le violette si può fare un ottimo sciroppo ideale per completare il gelato e insaporire le frittelle. Sono anche molto buone condite in insalata. Le viole candite sono usate per decorare torte e cioccolatini o semplicemente servite con il caffé come raffinato dopo pasto.

VIOLAVIOLAVIOLAVIOLA

MAMMOLAMAMMOLAMAMMOLAMAMMOLA

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Proprietà medicinali Nella tradizione erboristica popolare l’infuso e il decotto delle foglie sono usati per decongestionare le vie respiratorie, per la tosse e per la bronchite. Contengono acido salicilico, per questo sono un sostituto naturale per l’aspirina. Da fonti storiche sembra che i medici arabi usassero lo sciroppo di viola Mammola come lassativo. Nell’antichità i suoi fiori erano intrecciati e coroncina, con cui cingersi il capo per eliminare i malesseri provocati dalle sbronze; anche Ippocrate la raccomandava contro l’emicrania provocata dai fumi dall’alcol.

POESIA, ACROSTICI E METAGRAMMA

Viola fragante e delicata, timida e profumata, di primavera tappezzi le aiuole e il giardino sento il tuo profumo molto vicino. Viola, violetta Dei fiori sei la più vanitosetta. Sei timida e riservata Quanta fatica per averti trovata; vieni baciata dal vento col tuo sorriso raggiante. Viola orgogliosa e lucente, hai un colore iridescente. Abiti nei prati, belli, profumati e colorati. Con il sole splendi E di notte ti addormenti E quando vederti non si può Tu appari e profumi ancora un po’. Di mattina quando ti risvegli Il tuo colore Riempie il mio cuore Di gioia e d’amore.

Luigi Caniglia 1^G

VVVViola IIIIncantaci col tuo OOOOttimismo e LLLLasciaci il tuo AAAAmore

Alvaro Mena 1^G

La violaLa violaLa violaLa viola

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VVVViolacea IIIIncantata OOOOrnata LLLLucente AAAAmabile

Vigano Matteo 1^G

VVVV i o l a c h e s e i l a p i ù b e l l a IIII n t i n g i d ’ a m o r e OOOO g n i c o s a LLLL e a p i s o r r i d o n o o g n i v o l t a A A A A t e f i o r e p r e g i a t o

Matteo Crippa 1^G

V i o l a c h e s e i l a p i ù b e l l a IIII n t i n g i d ’ a m o r e OOOO g n i c o s a LLLL e a p i s o r r i d o n o o g n i v o l t a AAAA t e f i o r e p r e g i a t o

Claudia & Emily 1^G

Metagramma

Viola → Viole → Vuole → Suole → Suore → Muore → Cuore

Antonella Gesualdo e Leidy Avellaneda 1^ G

VVVViolacea IIIIncantata OOOOrnata LLLLucente AAAAmabile Antonella e Leydy 1^G

La ViolettaLa ViolettaLa ViolettaLa Violetta

Una violetta stava sul prato Ignota e con il capo reclinato, era un graziosa violetta veniva una pastorella il passo lieve, l’anima serena per la sua strada giù per il prato, cantando. Ah, pensa la violetta, vorrei tanto Essere il fiore più bello del creato, ah, solo per un istante, fino a che mi ha colto il mio amore e mi hai stretto languida sul cuore! Ah, soltanto, soltanto Per un breve quarto d’ora. Ahimè, ahimè, venne la giovinetta E non si diede cura della violetta, anzi calpesta l’infelice. Era lieta anche se cadeva e moriva: se muoio, se muoio tuttavia per causa sua, per causa sua, qui ai suoi piedi almeno.

Antonella e Leydy 1^G

VVVViola IIIIridescente OOOOgni primavera tappezzi LLLLe aiuole e il giardino AAAAndando e seguendo il sole vicino

Luigi, Davide ,Carmine 1^G

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Alessandro Hu 1^H

Ilaria Lanzanova 1^H

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Nome Hedera

Il nome Edera, antichissima denominazione latina, ha origine probabilmente, dalla radice Heud con il significato di “prendere” o di “attaccarsi”. Un'ipotesi sull'origine del nome deriva dall'utilizzo quale barca per rematori: brazzèra, brasèra, brasira, bracijera, bracèra, in quanto poteva avanzare a forza di braccia, quindi da braccio, brasso, braso o brazo, a seconda delle diverse località. L'altra ipotesi invece è che tali termini possano derivare dal nome dell'isola di Brazza, o Brac, quale luogo di origine.

Famiglia Araliaceae Distribuzione Cresce in Europa, Asia, Giappone, America settentrionale. Descrizione L’ edera è una piana rampicante legnosa i cui fusti hanno molte radici

fibrose, aderenti e adesive che le consentono di vivere abbracciata agli alberi o ai muri, ma può anche strisciare lungo il terreno. E’ una delle poche piante rampicanti indigene a raggiungere dimensioni ragguardevoli e, quando si, sviluppa su un albero, può provocare anche la morte . Lungo il corso del Sillaro si osservano di frequente robinie completamente invase dall’edera.

Usi e curiosità Gli studiosi fanno risalire le origini di questo natante al XVI secolo, mentre la zona di provenienza si può circoscrivere alle isole della Dalmazia. La brazzera era prevalentemente utilizzata per il piccolo cabotaggio, più raramente per la pesca, in particolare per quella delle spugne da bagno della Dalmazia; data la solidità di costruzione ed il buon comportamento in mare, ha anche trovato impiego nelle marine militari, veneta ed austriaca, sia per il trasporto di materiale bellico, sia come cannoniera. Viene considerato simbolo di continuità e dalla fedeltà. Pianta sacra a Dionisio ( o Bacco), di cui ornava il capo , veniva spesso usata per adornare i calici di vino e appesa alle insegne delle osterie per indicare mescita di vino. Può essere usato dopo lo shampoo come trattamento per rendere i capelli più scuri e lucidi. Nelle leggende degli gnomi, l’edera nasconde le capanne dei folletti e protegge le nostre case dai dispetti degli spiriti maligni.

EDERAEDERAEDERAEDERA

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Proprietà medicinali Già conosciuta in epoca medioevale l’Edera terrestre è citata nel cinquecentesco Herbolario volgare di Venezia, primo documento di medicina dei semplici in lingua volgare. Alle sommità fiorite ed alle foglie, utilizzandone il succo tal quale, ai decotti, agli infusi, di sapore resinoso, amaro, ma gradevole, ai cataplasmi ecc., si attribuiscono da più autori, con il consueto ottimismo, proprietà astringenti, bechiche, carminative, diaforetiche, diuretiche, espettoranti, galattofughe, rinfrescanti, toniche, vulnerarie. Il quattrocentesco Liber de simplicibus, di Nicolò Roccabonella, cita l’uso della droga chiamata “Ardilo”, estratta dalla Glecoma, nel trattamento della leucorrea. Ritenuta efficace perfino nei casi di pazzia, l’Edera terrestre, se non bastasse, è stata anche raccomandata per liberare i cavalli dai vermi intestinali. Particolarmente apprezzata in altri tempi era l’azione dell’Edera terrestre nelle affezioni dell’apparato respiratorio, peraltro confermata da studi più recenti, ma attenzione, l’uso prolungato sembra possa provocare diarree. La medicina cinese utilizza l’Edera terrestre per i calcoli renali, le piaghe della pelle, le affezioni reumatiche ed artritiche.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI L’EDERA

E’ bello guardarti quando sei nel pieno del tuo splendore

con il tuo essere sempre lì è bello ammirarti.

Silvia Bellumore 1^H

L’edera è una pianta senza fiore, ma ha proprio un bel colore.

L’edera è una foglia sempreverde e la speranza mai si perde. E’ una pianta rampicante

che di foglie ne ha proprio tante. Provoca sempre meraviglia

il suo ramo che si attorciglia.

Alessandra Francavilla 1^H

PEEEEnsate che l’eDDDDera protEEEEgge dalla sfoRRRRtuna e dal mAAAAlocchio

Letizia Caglioti 1^H

Edera col tuo arrampicare ti espandi come un mare, un mare di foglie,

che incanta ogni città, con la tua foglia verde piena di vitalità. Andrea Pagani 1^H

Kissós è il greco nome di questa pianta elegante, come il figlio danzante di Dioniso greco nume. Il poverino ballando morì e la terra impietosita l’edera fatta e finita creò come ricordo lì per lì.

Letizia Caglioti 1^H

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L’edera si arrampica

senza problemi, è la sua natura, non la sistemi. Se sistemarla tu proverai,

uno spreco di tempo avrai.

Francesco Tuccillo 1^ H

T u e d e r a , c h e t i a r r a m p i c h i d a p p e r t u t t o , s e i a n d a t a a f i n i r e s u l t e t t o , c o p r e n d o o g n i c a s a c o n l a t u a b e l l e z z a i mm e n s a ; s e i s e m p r e v e r d e t u t t o l ’ a n n o , a s s o m i g l i a n o l e t u e f o g l i e a u n a m a n o .

A n d r e a N a c a m u l l i 1 ^ H

i gEEEE r m o g l i DDDD e l l ’ e d e r a rEEEE n d o n o o m a g g i o a l d i o d e l l e i n e b RRRR i a n t i f e s t e i n v e r nAAAA l i

Martina Elemi 1^ H

EEEEterna pianta DDDDanzi nell’aria EEEErgi sino al cielo RRRRicopri i nostri muri AAAAscolti i nostri pensieri Silvia Bellumore 1^H

con estrEEEEma pazienza ci avvolgi DDDD’ ombra fresca, sei l’EEEEterno ritrovo di noi RRRRagazzi pensosi, ma da te sempre accettAAAAti

Silvia Bellumore 1^H

fogliEEEE DDDDirettamente prEEEEse fRRRResche dall’Acqua

Ilaria Lanzanova 1^H

Dove l’edera si spande, porta la grazia delle sue ghirlande, orna e rallegra il mio tetto, così mi sento protetto. Luca Migliaccio 1^H

EEEE così DDDDioniso E’E’E’E’ RRRRiuscito A A A A salvarsi

Paolo Ciraci 1^H

EEEEnormi DDDDistese di EEEEdera e RRRRosmarino AAAArmoniosi Alissa Bajraktarevic 1^H

EEEEmanano DDDDolci EEEElisir RRRRoseti AAAArmoniosi

Andrea Nappo 1^ H

DolcEEEEmente L’eDDDDera

AccarEEEEzza FioRRRRi

ProfumAAAAti

Andrea Nappo 1^ H

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 50

Nome Forsithya europaea. Dal latino. Forsithya suspensa , forsithya

intermedia. Famiglia Oleacee

Distribuzione Proveniente dalla Cina e del Giappone, introdotta in Inghilterra nel 1840. Questi arbusti non hanno particolari esigenze di terreno

Descrizione Arbusto decorativo, rustico , può essere alto fino a 3 metri; portamento eretto ed elegante. Foglie ovali, oblunghe e seghettate solo vicino alla punta. Fiori gialli a forma di imbuto con quattro lobi, compaiono prima delle foglie. La corteccia è giallo oliva con lenticelle e il fusto è cavo.

Usi e curiosità Pianta ornamentale. La forsizia deve il suo nome al botanico inglese W. Forsyth, vissuto tra il 1737 e il 1804, che fu direttore dei giardini reali di Kensington. Il suo nome inglese è però golden bell, cioè campana d’oro. I suoi fiori dorati paiono infatti campanule aperte e svasate.

Proprietà medicinali Usata in Cina per usi medicinali contro disturbi intestinali.

POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

FORSIZIA

Ecco la mia pianta di forsizia che non è buona come la liquirizia. È sempre bella nel mio giardino con i fiori gialli come un pulcino. Gialla come il sole d’estate che riscalda le mie giornate. Con la sua breve fioritura risalta nella natura.

Andrea Zenoni 1^I

FORSIZIAFORSIZIAFORSIZIAFORSIZIA Numero esemplari presenti nel giardino: 3

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Vola FFFFarfal la nel CielOOOO blu SorRRRR id i come fai tu Il SSSSole IIII l lumina la via verso i campi di ForsiZZZZ ia vic ino a casa m ia E fIIIInalmente ti appoggi sul del icato fiore e FurbAAAA ti avvolgi nel suo morbido calore.

Elena Citterio 1^I

Ecco la mia pianta di Forsizia

Che non è buona come la liquirizia. È sempre bella nel mio giardino Con i fiori gialli come un pulcino. Gialla come il sole d’ estate Che riscalda le mie giornate. Con la sua breve fioritura Risalta nella natura.

Andrea Zenoni 1^I

FORSIZIA

O mia cara forsizia, tu sembri una delizia. Quando ti alzi sei bella,

poi diventi gialla come una stella. O bella forsizia, ti devo lasciare,

ma poi non è che ti vengo a mancare?

Martina Boselli 1^I

Mi ricordo un fiore

È la forsizia questo è il suo nome. Ha la forma così bella

Che assomiglia a una stella E poi gialla com’è

Vien voglia di bere un frappè. Ma come si chiama questo fiore? È la forsizia: questo è il suo nome.

Valeria Piccirillo 1^I

LA FORSIZIA Le forsizie son sbocciate In queste belle giornate, con i loro fiori giallini

rallegrano la vista di grandi e piccini. Ecco, qualcuno sta arrivando

E un ramo di forsizia sta strappando. Questo non si fa

La forsizia si lascia dove sta.

Martina Boselli 1^I

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Nome Prunus laurocerasus

Sinonimi: Prunus Spinosa Famiglia Rosacea

Distribuzione Introdotta in Europa dal Caucaso e dall’Asia occidentale. Ambiente Il suolo deve essere abbastanza rustico.

Questo arbusto, ha delle difficoltà se il terreno è troppo alcalino. Descrizione Le foglie sono lunghe 8-15 cm, ovato-oblunghe, lucide, a margine

pressoché intero, brevemente acuminate. I fiori sono piccoli, odorosi, a petali bianchi, riuniti in racemi eretti; fioritura primaverile e i frutti sono ovati-acuti grossa circa 1 cm, nera e maturità.

Usi e curiosità Capita oggi con sempre maggior frequenza, di notare, soprattutto nelle siepi di Lauroceraso, situate ai margini dei parchi e/o giardini o nelle bordure verdi di zone condominiali o di villette a schiera, ma anche in piante allevate a cespuglio, ad alberello o ad altre forme varie ed infine anche in piante isolate, la presenza di una forma diffusa di seccamento, inizialmente interessante soprattutto i rami più giovani, le cui foglie sembrano bruciate da un vento fulminante, simile ad un colpo di fuoco. La malattia è presente da tempo, ma, in questi ultimi anni sembra che la sua diffusione e la sua aggressività siano notevolmente aumentate. Ciò è avvalorato anche dalle richieste di notizie che su fatto patologico vengono effettuate e dalle maggiori, presenze di piante infette, registrate anche in zone completamente diverse da qualche anno a questa parte.

LAUROCERASOLAUROCERASOLAUROCERASOLAUROCERASO

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Nome Lavandula officinalis, lavanda o spigo

Numero esemplari presenti nel giardino: 1 cespuglio Famiglia Labiate

Distribuzione Bacino del Mediterraneo e isole Atlantiche Ambiente Pianta rustica resiste al freddo dell’inverno e al caldo più torrido

dell’estate, gradisce posizioni soleggiate e ventilate. Descrizione Arbusto legnoso, che va dai 15 ai 60 centimetri d’altezza, perenne e

sempreverde. Le foglie sono argentee, molto profumate e allungate. Fiori tubulosi, azzurri, riuniti in spighe fragranti. È utilizzata in giardino come siepi oppure a formare larghi cespugli.

Usi e curiosità Le lavande sono piante aromatiche dal profumo molto diverso a seconda della specie della varietà. E’ usata per fare l’acqua di colonia e i saponi In Francia è coltivata nei campi, i “lavandeti”, famosi sono quelli della Provenza. La raccolta dei fiori si fa prima della schiusa completa, tagliandoli con le forbici: 2500 chili di fiori freschi forniscono 25 chili di essenza. I fiori destinati agli erboristi si fanno essiccare all’ombra in un luogo ventilato. La più antica citazione della lavanda si trova nella Bibbia. Gli Ebrei la usavano col mirto per odorare gli altari. Per i Greci e i Romani era l’essenza preferita per il bagno, tanto che il suo nome deriva dal latino “lavare”. Una leggenda racconta che i guantai di Grasse, in Provenza, che usavano l’olio di lavanda per profumare i loro pellami, fossero immuni dalla peste. Il profumo della lavanda è così inebriante che nel Medioevo i mercanti veneziani che l’ importavano dall’Oriente le tenevano in mazzi all’esterno delle navi. Nel Rinascimento i pittori Fiamminghi utilizzavano la lavanda, grazie alla sua ricchezza di resine, come diluente dei colori. Secondo una leggenda, sotto i cespi fioriti di lavanda nidificherebbero le vipere, ma è impossibile che tanta profumata bellezza nasconda un pericolo mortale.

Proprietà medicinali La lavanda è da sempre prescritta come antisettico, calmante e tonico. È anche un portentoso insetticida. Le nostre bisnonne mettevano la lavanda racchiusa in sacchetti negli armadi sia per profumare la biancheria sia per tenere lontane le tarme.

LAVANDALAVANDALAVANDALAVANDA Numero esemplari presenti nel giardino:

1 grosso cespuglio

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RAP, ACROSTICO E PAROLE INCATENATE

RAP SULLA LAVANDA RAP SULLA LAVANDA RAP SULLA LAVANDA RAP SULLA LAVANDA

Lavanda viola e profumata Sei molto del icata Quanta fatica ma infine ti ho trovata Sei bell issima Ed anche fortunata Prima che ti perda ho 3 domande per te: Chi sei? Da dove vieni , perché?

Davide Alì - 1^G

LLLLavanda AAAAvvolgente VVVViola AAAAntica NNNNostrana DDDDuratura AAAAncora bella Vigano Matteo 1^G

PAROLE INCATENATE

Lavanda- dado- domenica- carro- rotto-tornare- rema- margherita

Luigi Caniglia 1°G

PAROLE INCATENATE Lavanda- dando- dolcemente- tesori- rigorosamente- teneri – ricchi

LLLLavanda AAAAncora splendentemente VVVViola e iridescente AAAArrivi NNNNei nostri cuori per DDDDare AAAAmore a chi ne ha bisogno

Luigi, Davide, Carmine 1^ G

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Nome Menta, Menta piperita.

Famiglia Labiatae Distribuzione Piante molto diffusa nella regione mediteranea, dove è usata

tradizionalmente come pianta aromatica. Ambiente Predilige terreni sciolti , alluvionali, freschi e ricchi di humus con PR6-

7, mentre rifugge terreni argillosi con ristagni di acqua. Necessita di irrigazione costante, soprattutto nel periodo estivo. Predilige zone luminose, ma si adatta bene anche in mezz’ombra.

Descrizione La menta, secondo la specie, è un’erba alta da qualche cm a poco più di un metro, con steli eretti e radici rizomatose che si espandono notevolmente nel suolo. Le foglie sono opposte e semplici e nella maggior parte delle specie sono lanceolate e ricoperte di una leggera peluria di colore verde brillante. I fiori sono raccolti in spighe terminali, coniche, che fioriscono a partire dal basso verso l’alto. I singoli fiori, simpetali e irregolari, sono piccoli, di colore bianco, rosa o viola; la corolla, parzialmente fuso in un tubo, si apre in due labbra, la superiore con un solo lobo, l’inferiore con 3 lobi disuguali. La fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all’autunno. Il frutto è una capsula che contiene da 1 a 4 semi.

Usi e curiosità La menta ha un profumo fresco, forte, dolce – amaro , molto penetrante. La raccolta avviene in fioritura per ottenere oli;il 2 taglio si usa essiccato per l’ erboristeria. Dalla menta si utilizzano le foglie, che vengono raccolte a giugno, e le sommità fiorite, in luglio e agosto. La pianta è costituita da tempi remoti per le proprietà medicinali e la troviamo con la frequenza nelle ricette di MEDICINA POPOLARE: nei secoli qui sono confluite tradizioni dalle origini più disparate e metodologie di cura attinte da vari aspetti dalla quotidianità. Questo tipo di medicina fa ricorso anche alla medicina classica e scientifica, ma vi innesta elementi religiosi, mitologici e perfino rituali magici,. Come dimenticare il mistero che circondava l’uso delle erbe e il fenomeno della caccia alle streghe?

Proprietà medicinali Per pruriti, infiammazione della cute si applicano compresse imbevute di infuso sulle zone interessate. Per l’alito cattivo , le infiammazioni delle mucose, per fare sciacqui e gargarismi si usano 5g in 100ml di acqua. Nei disturbi spasmolitici gastrointestinali. Associazioni: achillea, angelica, camomilla, melissa. Come calecistocinetico associazioni: carciofo, calendula, elicriso, melissa , rosmarino.

MENTAMENTAMENTAMENTA

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POESIE, ACROSTICI E MESOSTICI

Quando in Egitto scappava Maria, con Gesù piccolo, era scontenta, assetata, nel deserto andava via… e all’improvviso vide la menta.

“Che profumo soave e rinfrescante, ah se ci potesse dissetare! “

pensò la Madonna in quell ’istante e non aveva ancor finito di parlare che dalle foglie di quella piantina, per amore del Santo Bambino,

cominciò a cader qualche gocciolina, per dissetarlo nell’arido cammino!

Maria “Erba Santa” la chiamò e mentre lei la benediceva, Gesù Bambino pure la baciò,

mentre felice, intanto, sorrideva!

Letizia Caglioti 1^H

MMMMintha EEEEra una NNNNinfa TTTTradita da AAAAde

Letizia Caglioti 1^H

eMMMMana tEEEEnue riNNNNfrescante profumaTTTTo sAAAApore Letizia Caglioti 1^H

LA MENTA

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Mintha era una ninfa, amante di Ade, ed era molto graziosa e quando Persefone stava per diventare di Ade la legittima sposa, la ninfa incominciò ad urlare contro di lei minacce, che scatenarono la collera di Demetra pugnace. Ma non ebbe il tempo di metterle in atto che Demetra la trasformo di fatto in una pianta profumata. Martina Elemi 1^H

MMMMolte EEEEmozioni NNNNonostante TTTTutto

hAAAAnno fine. Myftari Inanisa 1^H

MMMMolto forte EEEE’ il profumo della pianta NNNNel giardino TTTTra gli AAAArbusti Martina Lamberti 1^H

MMMMeravigliosa EEEEssenza NNNNaturale TTTTra AAAAltre Alessandro Salvati 1^H

MMMMetto

EEEEssenza NNNNel TTTThe AAAAromatizzato ProfuMMMMo di mEEEEnta nella bevaNNNNda aromaTTTTizzata cAAAAlda Alessandra Francavilla,

Davide Frisardi e Luca Migliaccio 1^H

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Nome Rosmarinus officinalis. Sinonimi: ramerino, rosamarina, tresomarino,

osmari, sgulmarin, rusmarin, rumosino. Il nome deriva dal latino ros, rugiada e marinus, mare perché cresceva spontaneo lungo le coste e per il suo colore azzurro mare. Officinalis perché è sempre stata un’erba utilizzata nelle antiche farmacie. La derivazione dal greco è : Rops = arbusto e myrinos= aromatico.

Famiglia Labiatee Distribuzione Tipica della zona mediterranea, è una pianta che ha bisogno di poche

cure: resiste bene anche alla siccità, predilige posti soleggiati e terreno sabbioso.

Descrizione E’ un arbusto sempreverde, molto ramificato. Il fusto è legnoso; le foglie sono piccole sottili e opposte, a forma di lancia con la parte inferiore color verde-grigio e quella superiore quasi argentea. I fiori sono raccolti in spighette terminali, racchiuse in corolle di color azzurro o biancastro, sbocciano da marzo a ottobre. Il frutto è una piccola capsula.

Usi e curiosità E’ una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina mediterranea, serve ad aromatizzare arrosti, patate, castagnaccio, verdura saltate in padella, pane, focacce, marinate, cacciagione. Dei suoi fiori blu-viola sono golosissime le api. Presso i Greci e i Romani si racconta avesse fama di rinforzare la memoria e per questo fu considerato simbolo di fedeltà per gli innamorati. Le spose portavano come ornamento corone di rosmarino durante le cerimonie nuziali. Nell’antica Grecia, chi non poteva procurarsi l’incenso per sacrificare agli dei, bruciava rosmarino che veniva chiamato: ”Pianta dell’incenso”. Nel Medioevo veniva usato per scacciare gli spiriti maligni e le streghe. Per secoli è stato usato come fumigante per disinfettare le stanze dei malati; il decotto serviva per la pulizia delle cucine; rametti di rosmarino venivano messi nei cassetti della biancheria per profumare e tenere lontane le tarme. Ancora oggi in alcuni paesi del Mediterraneo è consuetudine lasciare asciugare il bucato sugli arbusti di rosmarino, affinché il sole ne estragga l’aroma che proprietà antitarme.

ROSMARINOROSMARINOROSMARINOROSMARINO Numero esemplari presenti nel giardino:

1 grosso cespuglio

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Nel linguaggio dei fiori, per la sua azione rinforzante sulla memoria, è ritenuto la pianta del “ricordo”.

Proprietà medicinali Fin dai tempi più antichi sono riconosciute al rosmarino varie proprietà terapeutiche: è antisettico, antispasmodico, diuretico, stimolante, stomachico, tonico, rilassante, digestivo, balsamico e aumenta la memoria. Gli Egizi lo usavano per curare i vizi di stomaco e le congestioni epatiche. Medici arabi estrassero per primi dal rosmarino un olio essenziale efficace contro i dolori reumatici e artritici. Rametti essiccati venivano bruciati nelle stanze degli ammalati per purificare l’aria; durante le epidemie di peste e di vaiolo si riponevano rametti nelle impugnature dei bastoni da passeggio e nelle tasche per poterlo annusare quando si attraversavano le zone infette.

Leggende Secondo una leggenda i fiori del rosmarino una volta erano bianchi. Divennero azzurri quando la Madonna, durante la fuga in Egitto, lasciò cadere il suo mantello su una pianta di rosmarino. Si narra che la regina Isabella d’Ungheria, settantenne, rugosa e piena d’acciacchi riacquistò bellezza, gioventù e salute, tanto da essere chiesta in sposa dal re di Polonia grazie ad un elisir di rosmarino. Si dice che la formula le fu ispirata da un angelo; da allora quell’angelico distillato ( fiori di rosmarino macerati in alcool) è detto comunemente “acqua della regina d’Ungheria”.

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Nome scientifico Salvia officinalis, Erba sacra

Famiglia Labiate Distribuzione Originaria dell’Europa meridionale, è diffusa nelle zone temperate di tutto il

mondo ed è presente in tutte le regioni italiane, coltivata e talora inselvatichita.

Ambiente La salvia preferisce un terreno soffice, ma si adatta anche a un substrato arido e sassoso; sopporta il gelo, ma dove le temperature scendono di molti gradi sotto lo zero è comunque opportuno proteggere il cespo. La salvia non teme la siccità, ma teme i ristagni d'acqua, in presenza dei quali le sue foglie anneriscono.

Descrizione Al genere delle salvie appartengono circa 500 specie diverse, molte delle quali sono spontanee nel bacino mediterraneo. Esistono salvie perenni e altre annuali, molte vengono coltivate esclusivamente per il valore decorativo dei loro fiori imbutiformi, che si ergono su alti steli. Gli arbusti di Salvia officinalis, la comune erba salvia, sempreverdi e rustici, solitamente compatti ed eleganti, a pieno sviluppo possono raggiungere anche un metro di altezza. FUSTO: Dapprima verde e ricoperto da lanugine, il fusto diviene legnoso a partire dal secondo anno di coltivazione. FOGLIE: Le foglie di salvia hanno forma ovale lanceolata, margini variamente dentellati e comunemente colore grigio verde con riflessi argentei, ma vi sono anche foglie variegate di rosa e di bianco-crema; la loro pagina superiore si presenta spessa e vellutata, quella inferiore ruvida e con nervature molto pronunciate. Se sulle foglie compaiono delle macchie ciò indica una sofferenza del cespo. FIORI: La Salvia officinalis è un'aromatica che non sfigura accostata alle piante da fiore: i boccioli di un bel azzurro-violaceo appaiono numerosi all'inizio dell'estate. Una delle varietà più apprezzate per la fioritura è la Salvia patens, detta "salvia genziana" per l'intenso colore delle sue tardive infiorescenze azzurre. Molto coltivata è pure la Salvia splendens, dai fiori solitamente di un bel rosso brillante, ma anche bianchi o rosa. Per ottenere una fioritura prolungata da maggio fino a settembre, è consigliabile recidere le infiorescenze appassite. FRUTTI: Si formano alla base dei fiori e contengono i minuscoli semi ovoidali di colore marrone scuro.

Usi e curiosità IN CUCINA: La Salvia officinalis è molto apprezzata dai cuochi perché aggiunge sapore a molte pietanze e digeribilità alle carni grasse. Di norma si

SASASASALVIALVIALVIALVIA

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ritiene inutile mischiarla ad altri aromi, in quanto il suo profumo fortemente predominante annulla gli altri. Quest'erba è ideale per aromatizzare il burro o l'aceto. Una ricetta semplice e stuzzicante a base di salvia è la seguente: Si raccolgono le foglie più grandi e, dopo averle lavate e asciugate, si immergono nella pastella per fritture (composta di farina, acqua, olio e un pizzico di sale e da un albume montato a neve) quindi si dorano, ponendole per pochi minuti nell'olio bollente, e si gustano ben calde. BELLEZZA:Le foglie fresche strofinate sui denti li rendono più bianchi e purificano l'alito. Il decotto di salvia si usa, in fase di risciacquo, per mantenere il colore ai capelli scuri, e picchiettato sulla pelle del viso esercita una funzione detergente e astringente. Il nome salvia deriva dall'aggettivo latino "salvus" che significa "salvo, sano" e ciò indica che già nell'antichità quest'erba era apprezzata per le sue proprietà medicamentose. Presso i Romani la salvia era ritenuta sacra, era simbolo di vita e anche nel Medioevo si riteneva avesse poteri magici come quello di dare all'uomo la longevità.

Proprietà medicinali Le sue virtù curative sono molto vaste e conosciute fin dai tempi più antichi. Queste virtù curative sono date dall'acido tannico, dalla resina e dall'olio essenziale contenuto nella salvia e che la valorizzano, pertanto, per le sue proprietà toniche, digestive, antisudorifere, cardiotoniche, decongestionanti. In caso di angine, laringiti o di gengive gonfie e sanguinanti, o di afta o di alito cattivo, ottimi risultati si ottengono con il decotto di salvia, ottenuto facendo bollire cinque grammi di sommità fiorite di salvia in un bicchiere di acqua. Questo decotto viene preziosamente usato per sciacqui alla bocca e gargarismi. Cinque grammi di questa polvere mescolati ad ottanta grammi di miele costituiscono un efficace espettorante da prendersi nella misura di un buon cucchiaio alla mattina e alla sera. Un forte decotto serve pure egregiamente in caso di febbri malariche, mentre un bagno caldo, nel quale siano state messe a macerare cinque manciate di foglie di salvia, tonifica facendo scomparire ogni sintomo di stanchezza e di oppressione. Contro le tossi ribelli ed i catarri profondi si può fare uso di un decotto che ha un'azione calmante veramente miracolosa. Si prepara facendo bollire insieme, per venti minuti, fintanto cioè che si sia raggiunta una consistenza sciropposa, un etto di foglie di salvia, un etto di zucchero e mezzo litro di vino bianco di una buona annata. Si passi il decotto così ottenuto e se ne prenda un cucchiaino ogni 2 o 3 ore. Anche i denti ne avranno sicuri benefici, sfregandoli sovente con qualche foglia fresca di salvia. Contro una sudorazione eccessiva c'è un ottimo infuso da prendersi ogni sera prima di coricarsi. Si prepara versando un quarto di litro di acqua bollente su una trentina di foglie di salvia. Anche nelle malattie di petto, il decotto di salvia, da prendersi nella misura di una tazza abbondante al giorno, prolungando la cura per mesi, ha dato degli effetti sorprendenti.

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Nome scientifico Sambucus nigra

Famiglia Caprifoliaceae Distribuzione Originaria dell’Europa e del Caucaso, oggi è una specie cosmopolita, diffusa in

tutte le aree temperate dei Continenti. In Italia è presente in tutte le regioni, dalla pianura fino ai 1400 metri di quota, cresce spontaneamente lungo siepi e fossi, ai margini dei boschi e vicino ai ruderi.

descrizione Pianta alto 3-5 metri, con rami bruno cenere, solo quelli giovani sono verdi; quando cadono le foglie sul ramo rimane una cicatrice a forma di luna. Le foglie sono composte con 2-3 paia di foglioline, imparipennate con il picciolo dilatato alla base, la forma è ellittica e il margine dentellato, l’apice termina con un dente acuto più grande di tutti gli altri. Il fiore è un’infiorescenza a corimbo ombrelliforme di colore bianco –giallastro, molto profumato. I frutti sono delle drupe nere lucenti, con succo violaceo e con due o tre semi.

Usi e curiosità I rami di sambuco hanno un midollo grosso e molle che a primavera si scava facilmente. Una volta estratto, il ramo diventa un tubo con cui giocare alla cerbottana. Con il legno di radice di sambuco si fabbricano gli stetoscopi, apparecchi che il medico usa per auscultare i battiti del cuore. Grandi depositi di bacche di sambuco sono stati ritrovati nel villaggio palafitticolo sorto nel 2500 a. C. ad Annecy in Francia. Si suppone che le utilizzassero per tinture e bevande. I fiori sono usati per preparare Frittelle, dolci casalinghi e uno squisito sciroppo. Con i frutti ben maturi un liquore fermentato ( vino di sambuco ) e si possono preparare gelatine e marmellate.

Proprietà medicinali In Grecia il padre della medicina Ippocrate riconosceva già nel VI secolo a.C le virtù medicinali del sambuco e lo classificava tra i lassativi e i diuretici. Oltre a queste si attribuiscono anche proprietà antireumatiche, antinevralgiche e antinfiammatorie. Con i fiori si fa una gradevole tisana che serve come rimedio per il raffreddore, l’influenza e la tosse. I frutti devono essere raccolti ben maturi; essi sono usati come lassativi e trovano un’interessante applicazione contro le nevralgie del trigemino.

SAMBUCOSAMBUCOSAMBUCOSAMBUCO Vari esemplari

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Nome Deriva dal Latino trifolium, costituito da tre foglie il suo sinonimo è

thesaurus. Famiglia Fabaceae (leguminose),papilonace

Distribuzione Diffuso in Europa, in Asia occidentale, Africa settentrionale, comunissimo in Italia.

Descrizione Ha radici lunghe e robuste. Il fuso raggiunge i 50 cm ed è rossiccio e ricoperto di peli bianchi appressati. Le foglie sono di forma ovale, di un colore verde vivo, poco picciolate. I fiori sono piccoli e spuntano tra maggio e ottobre.

Ambiente Si possono trovare ovunque, dal livello del mare a 3000 m. di altezza, nei boschi e nelle zone incolte. Preferisce terreni argillosi, ma si adatta a quasi tutti i terreni, purché non siano eccessivamente impregnati d’ acqua, anche acidi e alcalini.

Usi e curiosità Storicamente fu venerato dai druidi, conosciuto dai greci e dai romani per le proprietà curative. E’ uno dei simboli dell’ Irlanda: la tradizione vuole che sia stato utilizzato da San Patrizio, l’evangelizzatore dell’ isola, per spiegare il mistero della Trinità. A volte i trifogli possono avere quattro foglie , i quadrifogli. Il trifoglio è il simbolo della fertilità. E’ in grado di restituire la fertilità al terreno, sintetizzando l’ azoto atmosferico. E’ da sempre conosciuto per la sua dolcezza del nettare che attira ogni tipo d’ insetto.

Proprietà medicinali Gli estrogeni, vengono utilizzati per rallentare l’ invecchiamento di cute e mucose, anche usate per disturbi come: vampate, depressioni, osteoporosi, malattie cardiovascolari. Il trifoglio ha anche un potere calmante ed è anche efficace come antidoto.

TRIFOGLIOTRIFOGLIOTRIFOGLIOTRIFOGLIO

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Il giardino della scuola: il giardino che vorrei… 64

RAP, POESIA E ACROSTICI

RAP SUL TRIFOGLIO I l tr ifogl io si trova in ogni prato Forse non è molto fortunato Viene dal l ’Ir landa perciò è straniero Non è un fiore vero, Anzi è una piantina Molto piccol ina, e verde Ed è molto carina Ha tre foglie noi lo sappiamo E adesso velo rappiamo.

Davide Alì - 1^G

POESIA SUL TRIFOGLIO

Mi piace molto il trifoglio E scrivo le sue informazioni su un foglio.

Dopo aver letto tanto Ora mi diletto e canto: “Oh bel trifoglio

Sei solo tu che voglio! Sei molto più modesto del quadrifoglio,

il quale è il più richiesto, ma ‘Per fare un prato’ la poetessa proprio te ha reso manifesto”

Alvaro Mena 1^G

TTTTenero RRRRaro IIIIntenso FFFFortunato OOOOriginale GGGGentile LLLLiscio IIIInvadente OOOOrlato

Vigano Matteo 1^G

TTTT u t t i RRRR i n g r a z i a n o IIII FFFF i o r i c h e c i r e n d o n o OOOO r g o g l i o s i d e l l a n a t u r a GGGG e n e r o s a LLLL a s c i a n d o c i IIII n c a n t a t i OOOO g n i g i o r n o

Claudia & Emily 1^G

IL TRIFOGLIO

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Nome Verbena officinalis, Verbena hastata dal latino verbena, Vermena Famiglia Verbenaceae

Distribuzione Pianta erbacea molto ramosa delle Tubiflorali, perenne, con piccoli fiori a spiga molto profumati.

Ambiente Nasce nei terreni disturbati, praterie, sentieri, luoghi incolti, lungo le strade.

Descrizione Pianta perenne, cresce fino a 30 - 60 centimetri. Ha un gambo legnoso e ramificato con foglie lucide e leggermente pelose. La foglie più basse sono obovate, profondamente incise e peduncolate; le superiori sono lanceolate, sessili e dentellate. I fiori sono piccoli, di colore viola, e sono disposti in spighe lunghe e sottili. Fiorisce da luglio a settembre.

Usi e curiosità

La Verbena, pianta sacra agli antichi romani era detta anche Verbena odorosa. La verbena non viene utilizzata per usi culinari e gastronomici, perché il gusto non si adatta in cucina. Essa veniva colta nella notte di San Giovanni (24 giugno). La verbena era usata da varie tribù di Indiani Americani per curare febbri. I druidi la aggiungevano alla loro acqua lustrale. Era adoperata per vari riti e incantesimi.

Proprietà medicinali Favorisce la lattazione, ha una leggera azione antidepressiva, utile per emicrania, ansia, gastralgie, analgesica, attiva le contrazioni uterine ed è benefica per la vista. Alle dosi consigliate la Verbena è una pianta curativa.

VERBENAVERBENAVERBENAVERBENA

VVVVoglio EEEEssere RRRRispettoso, BBBBuono EEEE NNNNaturalmente AAAAltruista

Kevin Inzitari 1^I

Osservando la verbena Ho un’immagine serena, i suoi colori mi fanno pensare ai fiori di lillà che sono sbocciati già.

Kevin Inzitari 1^I

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Nome Ampelopsis veitchii o Parthenocissus tricuspidata; vite Americana

Famiglia Vitaceae Distribuzione Originaria dell’America settentrionale centrale ed orientale, zone sud-

orientali del Canada, Messico, Guatemala e dell’Asia Ambiente Pianta rustica impiegata come essenza ornamentale per coprire muri e

altre barriere verticali, diffusa in tutto il mondo. Apprezza il pieno sole, resiste al freddo, tollera l’ambiente salmastro.

Descrizione Ramificazioni lunghe e munite di uncini con ventose che si attaccano al sostegno permettendo alla pianta di raggiungere i 20 m d’altezza. Foglie: decidue, semplici a 3 lobi, simili a quelle dell’edera. In autunno si colorano di rosso scarlatto. Fiori: ermafroditi riuniti in piccole inflorescenze verdastre. La fioritura avviene nei mesi estivi. I frutti: piccole bacche nerastre, grandi come piselli sono cibo prelibato per gli uccelli.

Proprietà medicinali I popoli nativi del nord America la utilizzavano come rimedio per combattere la diarrea, per problemi urinari e per trattare gonfiori e tumefazioni.

VITEVITEVITEVITE

AMERICANAAMERICANAAMERICANAAMERICANA

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I NUOVI ARRIVI Grazie all’interesse della mamma dell’alunno Alberto Ferrario (1^I) il nostro giardino si arricchito di nuovi arbusti.

Nome scientifico Cornus sanguinea L. Corniolo Sanguinello

Famiglia Cornacee Distribuzione Europa, porzione nord dell’Asia minore, Caucaso.

È un arbusto che può vivere in vari ambienti: dai boschi umidi delle pianure alluvionali fino alle boscaglie dei pendii aridi. È una pianta pioniera negli incolti, nei campi e nei vigneti abbandonati, dove forma delle macchie associandosi al prugnolo, alla rosa selvatica, al ligustro e al viburno.

Descrizione Arbusto caducifolio, riccamente ramificato o piccolo albero. I giovani rami recano una fitta peluria, hanno sezione circolare, sono verdi, arrossati sul lato esposto al sole; d’inverno i rami presentano un colore rosso scuro (da cui il nome). Foglie opposte, a lamina ellittica, appuntita e a margine intero. La pagina superiore è più chiara e pelosa. In autunno le foglie assumono un colore rosso vivace. Fiori riuniti in corimbi, di colore bianco. Il frutto è una drupa sferica verde all’inizio, poi rosa e nero bluastra a maturità; il nocciolo contiene due semi.

Usi e curiosità I fiori dallo sgradevole odore di trimetilammina sono visitati da diversi insetti che ne raccolgono il nettare e il polline. I frutti crudi non sono commestibili, sebbene non siano tossici. In virtù dell’elevato tenore di vitamina C venivano un tempo lavorati per ricavarne succhi di frutta e marmellate. Fino al XVIII secolo dai semi del corniolo si estraeva un olio verdastro, utilizzato come combustibile. Il legno è piuttosto compatto e viene utilizzato nei lavori di tornitura, oltre che per la produzione di bastoni da passeggio. In alcuni casi, il contatto con le foglie del corniolo può provocare irritazioni cutanee e prurito.

Nome Viburnum opulus, Pallon di maggio o Pallon di neve

Famiglia Caprifogliacee Distribuzione Originaria dell’Europa questa pianta cresce in boschi e macchie. Descrizione Chioma espansa; gemme giallo-verdastre, squamose; foglie a 3-5 lobi,

con margini profondamente dentati, lunghe 5-8 cm con 2 ghiandole alla base, portate da piccioli rosso-verdastri muniti alla base da stipule appuntite. Le foglie sono dapprima pelose e quindi lisce sulla pagina superiore in autunno diventano scarlatte; fiori bianchi in infiorescenze allargate, i fiori esterni sono grandi e sterili, quelli interni più piccoli e fertili; i frutti rossi, lucidi, simili a bacche sono tossici.

Proprietà medicinali La corteccia contiene viburnina, principio medicinale ad azione antispastica.

CORNIOLO SANGUINELLOCORNIOLO SANGUINELLOCORNIOLO SANGUINELLOCORNIOLO SANGUINELLO

PALLON PALLON PALLON PALLON DI MAGGIODI MAGGIODI MAGGIODI MAGGIO

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Nome Hippophae rhamnoides

Famiglia Eleagnacee Distribuzione Pianta spontanea che si trova sul greto dei torrenti dell’Italia

settentrionale. Descrizione Fusto alto 1-2 m molto scuro a ramificazioni rigide e spinose; foglie

lineari-lanceolate, verde grigiastro con puntini color ruggine superiormente e con peluria sulla pagina inferiore; piccoli fiori profumati verdastri e frutti a bacca della grossezza di un pisello di color giallo-arancio, con succo acidulo.

Nome Crataegus monogyna Jacq, il nome deriva dal termine greco Kratos che

significa “forza”; Biancospino comune. Famiglia Rosacee

Distribuzione Largamente diffuso in Europa, cresce nelle macchie tra le siepi o ai limiti dei boschi.

Descrizione Ha rami fitti e legno durissimo, ricoperto di spine lunghe ed aguzze. Le foglie singole a tre-sette lobi profondi, irregolarmente dentate, assumono colori vivaci in autunno. I fiori a cinque petali bianchi formano densi corimbi profumati di sedici o più fiori. Il frutto è rotondo e il colore varia dal verde al rosso scuro man mano che matura. La chioma è rotonda e può raggiungere un’altezza di 10 m. Può vivere fino a 500 anni.

Usi e curiosità I rami fioriti profumatissimi venivano usati dai greci per adornare gli altari durante le cerimonie nuziali. La sua fioritura secondo i druidi Celtici segna l’inizio della primavera, la festa di Beltane. I frutti forniscono cibo invernale ad alcuni uccelli, tra cui tordi, se ne può ricavare inoltre una gelatina ricca di vitamina C. I fiori in bocciolo possono essere conservati sott’olio come capperi. Il legno, pesante e compatto, è usato per manici di utensili e piccoli oggetti.

Nome Viburnum Lantana

Famiglia Caprifogliacee Distribuzione Si trova in tutta Europa eccetto l’estremo nord, nei boschi, macchie

e siepi. Descrizione Foglie cuoriformi, rugose, lunghe 5-12 cm, con margini dentati,

pelose nella pagine inferiore, portate da corti piccioli; fiori piccoli, bianchi fertili in infiorescenze a grappolo dalla sommità appiattita; frutti piccoli, ovali, appiattiti a cupola o a sommità appiattita, dal verde al rosso e infine al nero secondo la maturazione.

LANTANALANTANALANTANALANTANA

OLIVELLA SPINOSAOLIVELLA SPINOSAOLIVELLA SPINOSAOLIVELLA SPINOSA

BIANCOSPINO BIANCOSPINO BIANCOSPINO BIANCOSPINO

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CONCLUSIONECONCLUSIONECONCLUSIONECONCLUSIONE

La realizzazione del testo “Il giardino della scuola: il giardino che

vorrei” è stata il risultato del lavoro dei ragazzi delle classi prime,

supportata dalle insegnanti che hanno aderito al progetto.

Si ringraziano i ragazzi e le ragazze delle classi 1^ G, 1^ H e 1^ I e i

loro insegnanti, in modo particolare le Prof.sse Giovanna Lanino,

Nicoletta Passera e Anna Maria Speranza, per aver coordinato

l’intero lavoro dal punto di vista della revisione e correzione dei testi

e le Prof.sse Loredana Chiovi e Nadia Guardagli per averne curato la

stesura, la classe 2^ G, per l’approfondimento storico relativo al

tulipano, gli alunni e le educatrici dello spazio ADO e il “Comitato

genitori”.

Monza, 1 giugno 2007