il setting in psicoterapia
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IL SETTING IN PSICOTERAPIA: ORIGINI E DECLINAZIONI
Indice
Introduzione 1
Capitolo 1. Il setting: origini e caratteristiche 1.1 Setting: una definizione 1.2 Il mito di Esculapio e l’isola Tiberina1.3 Le origini del setting1.4 Il ruolo e la funzione del setting 1.5 Inquinamenti e violazioni di setting
Capitolo 2. Declinazioni del setting 2.1 Il setting in psicoterapia psicoanalitica2.2 Il setting in psicoterapia cognitivo strutturale2.3 Il setting in analisi transazionale2.4 Il setting nella psicoterapia della Gestalt2.5 Il setting in psicoterapia bioenergetica2.6 Il setting nella psicoterapia centrata sul cliente2.7 Il setting nella prospettiva relazionale-sistemica
Capitolo 3. Il setting come relazione 3.1 La relazione terapeutica3.2 Le emozioni nel setting Capitolo 4. Originalita e creativita nel setting 4.1 Jung e il setting analitico4.2 Setting analitico e gioco della sabbia
Conclusioni generali
Bibliografia Nicola Zavanella
IL SETTING: ORIGINI E CARATTERISTICHE
Il setting fonda le proprie radici nella psicoanalisi freudiana. Esso e parte della tecnica psicoanalitica e a sua volta la sostanzia. Nato inizialmente con un intento prevalentemente normativo, oggi lo possiamo intendere come lo scenario entro il quale si attua l’incontro tra terapeuta e paziente, comprensivo degli aspetti materiali, relazionali, emotivi ed organzizzativi dell’intervento psicologico.
A livello mitologico e possibile trovare un corrispondente simbolico del setting nell’isola Tiberina, che rappresenta l'emblema del luogo fisico e psichico di cura. Gia nel 293 a. C. i sacerdoti dell’isola Tiberina, ai quali era affidata la cura dei pazienti, arrivarono a capire che le dimensioni interne (psichiche/relazionali) e le condizioni esterne (fisiche/materiali) dell’isola dovevano essere sincronizzate per condurre il paziente alla guarigione. L’isola diventa un prezioso simbolo che indica che nel mare dell’inconscio collettivo, esiste un’entita concreta: un archetipo di cio che oggi rappresenta il setting terapeutico.
Nicola Zavanella
DECLINAZIONI DEL SETTING
Nel corso della storia della psicologia il setting, pur mantenendo delle caratteristiche normative condivise da tutti gli approcci terapeutici e in linea con l’etica e la deontologia professionale, ha assunto anche delle specifiche caratteristiche in relazione ai principali orientamenti teorici. Ogni approccio terapeutico ha infatti costruito il proprio setting in coerenza ai propri assunti di base, in modo da renderlo coerente e facilitante il lavoro terapeutico.
Aspetti organizzativi e materiali quali il numero delle sedute, la posizione di paziente e Terapeuta, lo spazio a disposizione per l’incontro, come anche aspetti relazionali quali la possibilita di contemplare il contatto fisico, le caratteristiche relazionali e la gestione degli aspetti emotivi del terapeuta all’interno della terapia, sono tutti elementi che differiscono nelle varie declinazioni che il setting puo assumere in psicoterapia.Qui ne sono state esaminate le principali.
Nicola Zavanella
IL SETTING COME RELAZIONE
La relazione costituisce uno degli aspetti principali di quello che viene definito setting interno ed e considerata sia nella sua dimensione transferale che in quella reale nel “qui ed ora” tra paziente e terapeuta.
Poter riesperire nella relazione terapeutica e all’interno del contesto protetto e contenitivo del setting le modalita relazionali provenienti dal passato e dall’inconscio permettera al paziente, con l’aiuto del terapeuta, di ricostruire e modificare sia il passato che il presente.
Nicola Zavanella
Nel setting si intrecciano la storia di vita del paziente, quella del terapeuta e quella generata dal loro reciproco incontro. Cio che viene costruito e una storia condivisa realizzabile attraverso la relazione che diventa al tempo stesso strumento conoscitivo, trasformativo e generativo.
Le emozioni all’interno della relazione terapeutica e del setting sono inevitabili e rappresentano un elemento di grande importanza che va accolto, elaborato e restituito dal teraputa al paziente attraverso la funzione di “alpha reverie “
Il setting deve comprendere uno spazio in cui sia possibile esprimere le emozioni per poi elaborarle e mentalizzarle al fine di non agirle in un evaquazione emotiva volta solo ad uno scarico emozionale fine a se stesso.
Le emozioni rappresentano importanti processi di regolazione nel corso di tutta la vita di un individuo e cio vale, ovviamente, anche per la vita vissuta all’interno del setting in cui esse indirizzano, sostengono e regolano la relazionalita sociale.
CREATIVITÀ E ORIGINALITÀ NEL SETTNG
Il setting analitico junghiano esprime bene l’esigenza di potersi inventare creativamente nella relazione col paziente, per poter meglio entrare in sintonia con quest’ultiimo e favorirne il cambiamento positivo.
L’idea e quella di concepire la psicoterapia come una scienza ma anche come un’arte e quindi di concepire il setting accettando e tutelando quella parte inevitabile di incertezza che lascia spazio alla creativita e all’immaginazione, aprendo la visone al variopinto mondo delle possibilita.
La complessita della natura dell’uomo e dei dinamici e continui fenomeni psicologici che si verificano incessantemente nella sua psiche, come anche l’apparente e a volte paradossale contraddittorieta di questi ultimi, non ci permettono infatti di avvicinarci alla comprensione di un universo cosi multisfaccettato avendo a disposizione solo un metodo, un atteggiamento e un setting rigidamente strutturati e definiti a priori.
Nicola Zavanella
«Ora, poiché (...) L’individuale è l'assolutamente unico, l’ imprevedibile,
l'ininterpretabile, il terapeuta deve in questo caso rinunciare a tutte le
sue tecniche, a tutti i suoi presupposti, limitandosi a un procedimento
puramente dialettico, e cioè a un atteggiamento che eviti qualsivoglia
metodo». (Jung 1935)