il preatletismo dei lanci nel tennis2

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  • 7/26/2019 Il Preatletismo Dei Lanci Nel Tennis2

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    Scuola Universitaria interfacolt in Scienze Motorie di Torino

    Corso di Preatletismo generale

    Tesina:

    Esempi di esercitazioni preatletiche di lancio nellapreparazione fisica del tennista

    Allievo: Andrea Candusso n di matricola 2115323

    Anno Accademico 2002/03 Pianezza, 13/06/03

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    INDICE:

    Pag.

    Introduzione 3

    Il modello prestativo del tennista 4

    Il Preatletismo generale e specifico 7

    Cenni di preparazione fisica nel tennis ed esempi delle esercitazioni(preatletiche e non) maggiormente utilizzate

    10

    I lanci nel tennis: dallo schema motorio di base allapprendimento dei gestitecnici specifici

    18

    Evoluzione dello schema motorio del lanciare 20

    Esempi di esercitazioni di lancio nellimpianto dallenamento del tennista 23

    Test valutativi 31

    Bibliografia 33

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    Introduzione

    Prima di addentrarmi nellanalisi delle esercitazioni preatletiche di lancio che possono

    essere utilizzate nella preparazione fisica del tennista, ritengo opportuno puntualizzare

    alcuni concetti base.

    Mi soffermer in particolare sullanalisi delle principali caratteristiche della prestazione del

    tennista, per poi andare ad illustrare gli aspetti fondamentali delle esercitazioni preatletiche

    (generali o specifiche che siano).

    Una volta affrontati questi argomenti passer ad analizzare (in modo molto rapido, anche

    se largomento meriterebbe ben altra e pi lunga analisi) tutta una serie di esercitazioni

    (preatletiche e non) che possiamo ritrovare in una programmazione dallenamento per

    tennisti.

    Tutto ci permetter di comprendere in quale contesto saranno inserite le esercitazioni

    preatletiche di lancio allinterno della preparazione fisica del tennis; inoltre sar pi chiaro

    perch e come queste si inseriranno nellimpianto di allenamento.

    Detto ci, mi soffermer maggiormente su queste esercitazioni e cercher di chiarire quale

    importanza debbano avere allinterno della preparazione (non solo fisica ma anche

    tecnica) del giocatore di tennis.

    Ci che riporter in questa relazione stato (in gran parte) da me osservato e

    sperimentato durante il tirocinio svolto per il corso di preatletismo generale.

    La parte osservativa e collaborativa (40 ore) del tirocinio lho svolta presso il Tennis Club

    Monviso di Grugliasco, sotto la tutela del Professore Luigi Casale (responsabile della

    preparazione fisica del centro). Il periodo di svolgimento del tirocinio va dal mese di marzo

    al mese di aprile 2003: in questo lasso di tempo ho avuto loccasione di osservare e

    seguire i bambini ed i ragazzi (di et compresa tra i 5 ed i 18 anni) iscritti alla scuola tennisdel centro.

    La parte operativa del tirocinio (20 ore) lho svolta invece presso la societ Unione

    Bocciofila Pianezza sezione Tennis. Il periodo di svolgimento del tirocinio va dal mese di

    aprile al mese di maggio: in questo caso ho potuto lavorare con alcuni bambini e ragazzi

    iscritti ad un corso di tennis del centro (et compresa tra i 9 ed i 16 anni).

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    Il modello prestativo del tennista

    Come detto in precedenza, analizziamo da vicino il modello prestazionale caratteristico del

    tennis, col fine di individuare quali sono i metabolismi energetici e le qualit fisiche

    coinvolte maggiormente in questo sport.

    A. Dal Monte, nei suoi studi sulla classificazione degli sport, definisce il tennis come una

    specialit a sistema energetico aerobico-anaerobico alternato con impegno muscolare

    elevato.

    E. L. Fox fornisce una classificazione ancora pi precisa del tennis da un punto di vista

    energetico, stabilendo un impegno aerobico pari al 25 % e un impegno anaerobico del

    75%.

    Alcuni ricercatori del Dipartimento di fisiologia e biomeccanica dellIstituto di Scienza dello

    sport del CONI diretto da A. Dal Monte, in un lavoro piuttosto recente, prendendo come

    campione 5 giocatori e 5 giocatrici di 2^ categoria, hanno visto che il sistema energetico

    pi importante per i maschi era quello anaerobico alattacido mentre per le tenniste era

    quello aerobico.

    A. Veicsteinas, in una ricerca del 1985, ha rilevato che, in una partita, il valore del

    consumo di ossigeno raggiunto dai giocatori pari al 30/40 % del loro valore massimo.

    Sia i ricercatori romani sia A. Veicsteinas hanno riscontrato valori bassissimi di acido

    lattico in tutte le prove effettuate. necessario inoltre aggiungere che queste ricerche

    sono state effettuate su campi in terra battuta.

    Per ci che concerne il rapporto tra le fasi di gioco e le fasi di recupero, alcuni studi di C.

    Rossi testimoniano che, su terreni veloci e mediamente veloci, tutte le categorie di

    giocatori concludono la durata dello scambio per il 90 % entro i 10 secondi, il restante 10%

    oscilla tra 10 e 20 secondi. Su terreni meno veloci la diversificazione maggiore: i

    professionisti e i giocatori maschi di 2^ categoria continuano a concludere il 70 % circadegli scambi entro i 10 secondi, mentre il restante 30 % si conclude tra i 10 e i 30 secondi.

    Le ragazze professioniste e non concludono, invece, solo il 50 % dei punti entro i 10

    secondi mentre un altro 25 % viene concluso entro i 20 secondi ed il restante 25 % entro i

    30 secondi.

    Il numero di dati relativi a giocatori e giocatrici under 18, 16 e14 per il momento inferiore.

    Indicativamente si pu dire che i tempi di gioco si allungano con maggiore evidenza

    passando dai pi grandi ai pi piccoli.

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    Per quel che riguarda le fasi di recupero, va detto che il regolamento consente al giocatore

    che in quel momento al servizio, di effettuare un pausa con limite massimo di 20 secondi

    tra uno scambio e laltro. Inoltre il regolamento stesso prevede una pausa di 90 secondi ad

    ogni cambio di campo.

    tuttavia ampiamente noto che la durata dei suddetti recuperi non rispettata

    rigidamente (sono molti i banali trucchi per eludere il regolamento in questo senso,

    pensiamo ad esempio alla scarpa che non ben allacciata, o ad una richiesta di verifica

    del segno lasciato dalla palla); per questo motivo, durante il gioco, assicurata una pausa

    tale per cui, anche se piccole quantit di lattato sono state accumulate durante il punto, si

    ha la possibilit di demolirle facendole passare nelle fibre lente (deputate alla produzione

    di lavoro aerobico) e nel fegato per mezzo del metabolismo aerobico.

    In generale da queste ricerche emerge che pi un giocatore adulto e professionista, pi

    in grado di sfruttare o meglio di amministrare a suo piacimento i secondi di pausa tra un

    punto e laltro.

    Come detto in precedenza, il tennis caratterizzato fondamentalmente da carichi di breve

    durata che vanno da pochissimi secondi (2/3) a circa 10 se si prende in considerazione

    lesito della maggior parte dei punti giocati in un incontro. Questi impegni, questi carichi di

    breve o brevissima durata vengono in massima parte prodotti attraverso situazioni nelle

    quali si esprimono velocit, rapidit e forza veloce/esplosiva (scatti, arresti, bruschi cambi

    di direzione, servizi, ecc).

    Inoltre il tennis una disciplina che ha la tendenza a diventare sempre pi anaerobica

    alattacida a causa del proliferare delle superfici veloci, dellevoluzione tecnologica dei

    materiali di costruzione delle racchette (che consentono di colpire la palla con potenze

    impensabili fino a qualche anno fa), di una preparazione fisica sempre pi accurata (che

    d la possibilit ai giocatori di incrementare il livello delle proprie capacit motorie), di unmiglioramento tecnico medio di tutte le categorie di giocatori.

    Lallenamento nel tennis dovr quindi essere indirizzato soprattutto al miglioramento della

    potenza e della capacit anaerobica alattacida. La potenza e la capacit lattacida non

    dovranno essere trascurate perch, come abbiamo visto, alcuni giocatori (soprattutto

    giocatrici e giovani atleti, ma in generale anche i giocatori che prediligono un gioco di

    contrattacco da fondo campo) concludono una buona percentuale dei colpi oltre il

    quindicesimo secondo di gioco e sapendo che, se lintensit dello sforzo elevata, laproduzione di acido lattico comincia gi dopo 2-3 secondi, intuibile la loro importanza.

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    Inoltre C. Rossi in un suo studio (in parziale disaccordo con le ricerche citate in

    precedenza) ha riscontrato, nei tennisti da lui testati, delle buone qualit lattacide.

    anche vero per che, come sostiene E. Arcelli, rapportando i risultati da lui ottenuti in

    una ricerca fatta anche con calciatori professionisti, che la necessit di avere sempre la

    massima lucidit mentale e il pi raffinato controllo neuro-muscolare spinge il tennista a

    concludere con qualsiasi soluzione tecnico-tattica uno scambio che si sta prolungando

    oltre le sue possibilit lattacide.

    Una buona potenza aerobica, infine, permetter al giocatore di pagare il pi rapidamente

    possibile il debito dossigeno alattacido e leventuale debito dossigeno lattacido.

    Sempre rimanendo nellanalisi prestazionale, non possiamo poi non sottolineare

    limportanza dellaspetto coordinativo nel tennis. In quanto sport di situazione il tennis

    richiede una gamma di azioni motorie e una variet di applicazione delle tecniche

    pressoch infinita: da ci facile intuire come il bagaglio motorio di un tennista debba

    essere il pi ricco possibile, in modo da poter affrontare al meglio una qualsiasi situazione

    di gioco, anche la pi imprevedibile. Ci lo si ottiene con una maggiore cura nello sviluppo

    delle capacit coordinative, in modo particolare nelle loro fasi sensibili di incremento

    (superate le quali non pi possibile incrementarle in modo cos significativo).

    Le capacit coordinative generali (capacit di apprendimento motorio, capacit di controllo

    motorio e capacit di adattamento e trasformazione dei movimenti) hanno unimportanza

    talmente ovvia nellazione motoria del tennis, al punto che credo che non serva neppure

    approfondirle oltre.

    Ritengo invece utile spendere qualche parola in pi sullimportanza delle capacit

    coordinative speciali nel tennis: secondo il mio modesto parere infatti sono ben poche le

    attivit motorie in grado di poter vantare un simile massiccio intervento di tutte le capacit

    coordinative speciali. La capacit di equilibrio interviene in quasi tutti i colpi eseguiti dai giocatori, che spesso

    si trovano costretti a colpire la palla in equilibrio dinamico, o magari in appoggio

    monopodalico.

    La capacit di combinazione motoria la troviamo in tutte le azioni di gioco: il giocatore

    infatti, quando colpisce la palla, associa sempre al movimento degli arti superiori quello

    degli arti inferiori e del busto.

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    La capacit di orientamento spicca nel momento in cui il giocatore deve correre e

    spostarsi per il campo, avendo per nello stesso tempo la vista ben fissa sulla palla in

    movimento.

    La capacit di differenziazione (sia spazio-temporale che dinamica) interviene per

    esempio in ogni momento in cui il giocatore modula il proprio gesto tecnico a seconda

    della situazione (variando la velocit o la direzione del colpo).

    La capacit di anticipazione si evidenzia nella capacit del giocatore di prevedere

    landamento ed il risultato di unazione di gioco (per esempio prevedere, in una certa

    situazione, come sar in grado di giocare lavversario).

    La fantasia motoria poi insita nel gioco del tennis, che, offrendo una variabilit infinita

    delle azioni di gioco, stimola i giocatori a affrontare in modo originale le varie azioni

    motorie.

    La capacit di reazione utilizzata dal giocatore praticamente ad ogni colpo

    dellavversario (nel momento in cui questultimo colpisce): in questo caso parliamo

    ovviamente di reazione complessa, in quanto lo stimolo fornito dallavversario, e non

    prevedibile.

    La capacit di ritmo invece esercitata nel momento in cui si varia il ritmo esecutivo

    del proprio colpo (per esempio per imporre allavversario il proprio ritmo di gioco).

    In ultima analisi, tornando al nostro modello prestativo (di cui tralasciamo volutamente gli

    aspetti tecnico-tattici e psicologici), si pu dire che il tennis uno sport che prevede una

    elevata componente di forza esplosiva e veloce, delle buone capacit di rapidit e velocit,

    unottima capacit da parte del giocatore di poter effettuare una enorme quantit di tali

    espressioni motorie ed una componente molto sviluppata di capacit aerobica che serva

    da base, sia per i lunghi impegni che lincontro pu prevedere sia per velocizzare i

    recuperi durante le pause.

    Il Preatletismo generale e specifico

    Con il termine preatletismo generale si vogliono intendere soprattutto quelle esercitazioni

    che hanno la finalit di far acquisire una migliore condizione muscolo-tendineo-

    legamentosa generale, che andr a costituire quella base indispensabile per poteraffrontare in maniera adeguata le successive fasi della preparazione a carattere specifico.

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    Esso quindi rappresenta quella base di partenza che avr come secondo anello nella

    catena preparatoria il preatletismo specifico, il quale, a sua volta, avr la funzione di

    rappresentare la cerniera tra esercitazione di preatletismo generale ed esercitazione

    tecnica vera e propria, con gli opportuni passaggi per altre attivit previste nelle varie fasi

    di preparazione.

    Il preatletismo pu quindi essere inquadrato come una pratica allenante che va a

    comprendere la preparazione non solo delle capacit organico-muscolari, ma che va

    anche a coinvolgere la sfera nervosa e, quindi, le capacit coordinative.

    Proprio per questo motivo il preatletismo generale deve rappresentare un momento della

    preparazione fisica a cui dedicare molta cura.

    In ciascun esercizio devono essere rispettati precisi canoni tecnici che vanno dal

    passaggio per determinate posizioni dei segmenti nello spazio durante lesecuzione,

    allintensit delle forze che producono il gesto, forze che devono essere distribuite ed

    applicate nei giusti momenti cinematici ( necessario cio curare le posizioni, cos come la

    loro regolazione nel tempo, cio il ritmo e quindi la modulazione neuro-muscolare delle

    azioni).

    Attraverso una conduzione coscienziosa e sapiente della seduta e dellesercitazione di

    preatletismo generale, il gesto viene sempre pi precisato e rifinito, sfrondato cio di tutti

    quegli interventi muscolari superflui e nocivi (movimenti associati o sincinesie) e viene ad

    essere graduato correttamente lintervento della muscolatura antagonista.

    Le esercitazioni di preatletismo generale si propongono quindi di essere generiche ma non

    superficiali: devono essere intese come unattivit preparatoria di base non limitata ai

    giovani, ma come una pratica allenante che deve interessare anche atleti evoluti con lo

    scopo di mantenere, richiamare o anche migliorare ci che stato acquisito negli anni

    precedenti.

    Il corretto uso di tali attivit potr portare allottenimento di indiscutibili successi non solonellambito della forza generale, ma in quello della resistenza, della rapidit, dellelasticit

    muscolare, della scioltezza articolare e della estensibilit, oltre al notevole beneficio che

    ne potr trarre la coordinazione generale.

    In questa grande famiglia di esercitazioni, rientrano tutte quelle forme di movimento con le

    quali si tende a costruire muscolarmente il giovane principiante, trasformandolo in atleta

    consentendogli cos di dedicarsi con maggiore successo alla disciplina sportiva scelta perpredisposizione naturale ed interesse particolare.

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    Il preatletismo generale si differenzia dellaltra importante forma di attivit fisica quale il

    preatletismo specifico per la composizione ed il significato dei diversi esercizi che, in

    questultimo, tendono a riprodurre o in alcuni particolari o in tutto, la composizione ritmico-

    dinamica della gestualit che compone la tecnica della specialit sportiva.

    Lobiettivo principale del preatletismo generale, quindi, quello di rendere pi efficiente la

    muscolatura del giovane, attraverso una costruzione integrale che lo abiliti ad esprimere

    una sempre maggior forza, soprattutto velocemente, indispensabile per sostenere la

    componente dinamica della tecnica specifica.

    In generale, nei primi anni della iniziazione gli esercizi devono essere eseguiti a carico

    naturale, utilizzando, cio, il solo peso corporeo o parte di esso, per favorire lo sviluppo

    dellapplicazione veloce della forza e progressivamente aumentare il numero delle

    ripetizioni nelle serie in forma estensiva per influenzare anche le capacit di sopportazione

    degli sforzi.

    Soltanto dopo tale periodo e soltanto quando lallenatore si rende conto che il livello di

    efficienza del giovane richiede stimoli pi importanti ed intensi, si pu prevedere luso di

    sovraccarichi leggeri (dal 10 al 15 % del peso corporeo), mentre pi avanti si dovr

    ricorrere (secondo il principio della progressivit del carico) agli esercizi con i

    sovraccarichi.

    La possibilit di influire sulla crescita dellefficienza muscolare, nei giovani dellet

    prepubere, anche soltanto con esercitazioni a carico naturale, piuttosto concreta visto

    che sono molteplici gli espedienti metodologici per influenzare negli anni il carico di lavoro,

    come:

    Far gravare sul settore muscolare da rafforzare, una sempre maggiore entit del peso

    del corpo;

    Disporre in maniera sfavorevole le leve corporee utilizzate;

    Aumentare la velocit desecuzione; Accrescere il numero delle ripetizioni, eventualmente riducendo quello delle serie,

    quando le prime raggiungono valori molto elevati.

    La metodologia che lallenatore dovr seguire nello sviluppo delle esercitazioni molto

    semplice nella sua articolazione temporale: necessario tuttavia seguire e monitorare

    costantemente i miglioramenti dellatleta, affinch qualsiasi variazione dei parametri (su

    esposti) che influenzano il carico, sia tempestiva ed efficace per impegni pi stimolanti.

    In sintesi: se lapplicazione di determinati stimoli ha come effetto la crescita delle capacitdi forza, queste ultime richiedono, per una loro ulteriore crescita, unindispensabile

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    variazione dellintensit degli stimoli e del carico totale. Sarebbe un grave errore utilizzare

    per troppo tempo un medesimo mezzo o esercizio con un carico standardizzato, poich

    questo, oltre a non incidere pi sullaumento dellefficienza muscolare, crea tedio e perdita

    dentusiasmo nel lavoro routinario e quindi provoca demotivazione.

    Cenni di preparazione fisica nel tennis ed esempi delle esercitazioni (preatletiche e

    non) maggiormente utilizzate

    I tennisti professionisti sono costretti a gareggiare per undici mesi lanno: i tornei infatti si

    susseguono con cadenza settimanale e, nonostante i migliori giocatori escludano dalla

    loro programmazione le manifestazioni minori (possiamo affermare che la classifica del

    tennista determina i tornei che andranno giocati), effettuare una pianificazione

    dellallenamento che preveda pause dallattivit agonistica sicuramente molto difficile.

    Nasce cos lesigenza di allenarsi e gareggiare contemporaneamente: queste due fasi

    devono coesistere in modo tale che la prima non influenzi negativamente la seconda, e

    tutto ci non certamente facile.

    Il tennista di livello inferiore non ha, rispetto al giocatore di vertice, un calendario cos

    denso di impegni: per almeno 4 mesi allanno infatti non sono previste competizioni, quindi

    ha la possibilit di programmare il lavoro fisico concentrando in questo periodo i carichi di

    lavoro pi impegnativi. A parte questa differenza, il lavoro atletico sar, con le debite

    proporzioni, molto simile a quello svolto dai professionisti, anche perch molto spesso la

    differenza principale tra il tennista delite e quello di buon livello sta nel modo in cui si

    colpisce la palla, e non nella condizione fisica. Oggigiorno infatti il lavoro atletico viene

    svolto bene anche a livelli minori, e spesso vediamo tennisti molto ben preparati

    fisicamente, lamentare invece carenze tecnico-tattiche o mentali.

    Come detto ampiamente in precedenza le qualit condizionali maggiormente coinvolte

    nella prestazione tennistica sono la velocit, la forza esplosiva e la rapidit.

    Va tenuto presente che queste trovano attuazione nell' ambito di un susseguirsi casuale di

    movimenti che necessariamente richiedono una considerevole capacit di resistenza

    organica specifica.

    D'altro canto se si prendono in esame, contemporaneamente alle azioni di gioco,l'andamento medio delle frequenze cardiache durante un incontro, notiamo una

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    disomogeneit macroscopica nell'intervento dei vari livelli di pulsazioni, con maggior

    incidenza delle frequenze che vanno dal 70 all80 % della frequenza massima.

    La velocit:

    Il termine velocit rappresenta, fisicamente, la relazione esistente tra lo spazio che una

    massa riesce a percorrere ed il tempo impiegato per lo spostamento. Parlare di velocit

    nel tennis quanto mai improprio, sia per le caratteristiche degli spostamenti, sia per le

    ridotte misure del campo di gara nel quale agisce ogni giocatore, le cui dimensioni sono

    circa di 12 metri di lunghezza per 8 metri di larghezza. Si deduce che, essendo gli spazi

    molto contenuti, pi opportuno parlare di Capacit di Accelerazione e Decelerazione,

    piuttosto che di velocit comunemente intesa. L'accelerazione comunque, essendo la

    differenza tra due velocit (quella finale e quella iniziale), s fortemente legata alla

    velocit stessa ma, a differenza di quest'ultima, richiede mezzi tecnici di allenamento

    diversi, di cui necessariamente bisogna tener conto.

    Allenando la velocit in maniera sistematica con prove ripetute su distanze di 40 - 50m,

    come accade frequentemente, si rischia di non avere in campo i risultati sperati.

    Viceversa, privilegiando l'allenamento con prove di esplosivit ed accelerazione su 5 -15

    metri, tale rischio viene scongiurato. Inoltre queste esercitazioni sono spesso combinate

    con esercizi che prevedono lesecuzione di spostamenti specifici del tennis (saltelli, passi

    laterali, corsa avanti e indietro ecc), effettuati con o senza racchetta.

    La rapidit:

    La definizione di rapidit presuppone la capacit di ripetere movimenti coordinati in tempi

    brevi. Grandi livelli di rapidit vengono raggiunti muovendosi con massimo equilibrio

    dinamico in spazi molto ristretti. Se si osserva un giocatore che ricerca un colpo preciso ed

    esplosivo al tempo stesso, si nota come questi arrivi sulla palla dopo aver effettuato unaserie rapida di passettini a baricentro basso, ricercando un equilibrio quasi statico nel

    momento dell'impatto con la palla. Si ritiene che il miglioramento della rapidit possa

    favorire gli spostamenti del giocatore, escludendo grandi oscillazioni del baricentro (come

    avviene ad esempio nella corsa veloce in Atletica Leggera) e consenta, inoltre, un buon

    equilibrio sia nella fase d'impatto con la palla che nel successivo rientro in posizione.

    Per concludere, si pu dire che la rapidit rappresenta l'elemento ideale di congiunzione

    tra tutte le altre qualit dellatleta ed il gioco del tennis.

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    Allinterno di un impianto di allenamento, la rapidit allenata soprattutto facendo ricorso

    ad esercitazioni preatletiche come le classiche andature per la corsa, con lutilizzo della

    scala quadrettata (ladder), grazie ai palloni medicinali e ad altri esercizi che prevedono

    lancio di attrezzi leggeri.

    La forza veloce/esplosiva:

    Il servizio, l'impatto violento con la palla durante un'azione di gioco, lo smash, la vole, lo

    stacco per recuperare un pallonetto, lo scatto in avanti per prendere una smorzata, sono

    tutte azioni esplosive. L'esplosivit una qualit fisica che, tanto pi sviluppata nel

    tennista, tanto pi render il suo gioco incisivo ed efficace. L'aspetto esplosivo e' pi

    richiesto in partite su terreni veloci, ma questo non esclude che le doti di esplosivit

    debbano essere migliorate anche nei tennisti regolaristi che fanno del ritmo il loro punto

    forte. Se prendiamo atto che possedere un servizio potente pu avvantaggiare (se non

    addirittura essere la chiave di volta di un incontro), si intuisce la necessit di dare largo

    spazio, nella programmazione, alle metodiche di accrescimento di questa qualit, tanto

    per gli arti inferiori che superiori.

    Lallenamento con sovraccarichi, fino a poco tempo fa demonizzato da molti professionisti,

    oggi entrato nella programmazione della maggior parte degli atleti; nonostante il tennista

    non debba avere masse muscolari esagerate, un utilizzo corretto dei pesi pu agire sul

    miglioramento della forza esplosiva e veloce e far diminuire il numero degli infortuni.

    Chiaramente le metodiche di lavoro utilizzate non privilegiano lipertrofia muscolare, salvo

    che il tennista non sia particolarmente debole in alcuni distretti.

    Ovviamente, allinterno dellimpianto di allenamento, a questo tipo di lavoro dovr essere

    affiancata tutta una serie di esercitazioni preatletiche (per esempio la pliometria, la

    policoncorrenza ecc) che analizzer pi avanti.

    La resistenza organica:

    E' ormai noto che una buona efficienza cardio-vascolare e respiratoria (resistenza

    aerobica) pu elevare la capacit d'impegnarsi nella preparazione aumentando la quantit

    di lavoro che e' possibile svolgere, favorendo il recupero e velocizzando il ripristino delle

    fonti energetiche. Bisogna tener presente, per, che l'allenamento orientato verso un

    incremento esagerato di questa qualit fisica conduce ineluttabilmente al decadimento

    delle altre qualit neuro-muscolari, decisamente pi importanti per il tennista.Nasce allora la necessit di far coesistere le qualit aerobiche ed anaerobiche, senza

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    produrre interazioni reciprocamente negative. Il lavoro con variazioni di ritmo cardiaco

    rappresenta una valida soluzione a questa necessit. Questa capacit, che stata per

    molto tempo allenata con la corsa prolungata a ritmo costante, viene ora migliorata tramite

    il fartlek e linterval training.

    In generale comunque gli esperti giudicano fondamentale il fatto che le variazioni di

    velocit siano allenate non solo sul campo ma anche fuori, con esercitazioni che possano

    riprodurre il pi fedelmente possibile gli sforzi a cui il tennista sottoposto.

    Esempi di esercitazioni:

    1. Esercitazioni per lo sviluppo della velocit

    2. Esercitazioni per lo sviluppo della rapidit

    3. Esercitazioni per lo sviluppo della forza veloce/esplosiva

    4. Esercitazioni per lo sviluppo della resistenza

    5. Altre esercitazioni

    Esercitazioni per lo sviluppo della velocit:

    Sprint (10 -15m) con partenze da differenti posizioni: da supini, da proni, da seduti, da

    seduti a gambe incrociate, ecc...

    Sprint (10 -15m) con traino: per esempio un copertone di automobile o attrezzo simile

    Sprint con partenze a stimolo visivo: l'atleta, racchetta in mano, si attiver quando la

    pallina sar lasciata cadere dall'istruttore, recuperandola, prima che effettui il secondo

    rimbalzo

    Le esercitazioni possono essere effettuate con varie posizioni di partenza.

    Partenze con stimolo visivo random: racchetta in mano, si parte nella direzione indicata

    casualmente da un segnalatore elettronico o dallallenatore; anche da varie posizioni di

    partenza Croce: disporre a croce sul campo quattro palline o birilli distanti dal centro 3 - 4 metri;

    l'atleta, partendo da posizione centrale, esegue spostamenti avanti - laterali -

    all'indietro con arresto e cambio di direzione. Quando questi gesti saranno

    automatizzati, l'esercizio potr essere eseguito con cronometraggio.

    Stella: dopo aver formato sul campo, con otto palline o birilli, una circonferenza di circa

    4 metri di raggio, eseguire degli spostamenti a tempo con ritorno obbligatorio al centro.

    I cambi di direzione continueranno fino al completamento del circuito.

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    Esercitazioni per lo sviluppo della rapidit

    Esercitazioni preatletiche per la corsa

    Skip basso e rapido (avanti e laterale)

    Corsa calciata dietro (rapida)

    Corsa laterale (passo accostato o passo incrociato)

    Step (doppio impulso)

    Esercitazioni che prevedono appoggi differenziati (nel tempo e nello spazio) dei piedi

    Le medesime esercitazioni (ovviamente non sono le uniche, ma ve ne sono molte altre)

    possono essere svolte con lutilizzo della scala quadrettata (ladder).

    Esercitazioni con la funicella

    Saltelli combinati ecc

    Andature preatletiche per la corsa ecc..

    Esercitazioni con gli over

    Esercitazioni propedeutiche per gli ostacoli

    Andature preatletiche per la corsa (modificando anche il numero degli appoggi, la

    distanza degli ostacoli, la relazione spaziale con gli attrezzi)

    Esercitazioni di lancio (palloni medicinali o altri attrezzi leggeri) che analizzer pi avanti.

    Esercitazioni per lo sviluppo della forza veloce/esplosiva:

    Seguendo le metodologie classiche di allenamento (lavoro piramidale, a carico costante

    costante, ecc...):

    Esercitazione per lo sviluppo della forza

    della parte superiore del corpo:

    Esercitazione per lo sviluppo della forza

    degli arti inferiori:

    Bench press (distensioni su panca piana)

    PulloverCroci con manubri (o cavi incrociati)

    Slanci sul piano sagittale (supini su panca)

    Lat machine

    Lat pulley

    Rematore (manubrio o bilanciere)

    Lento dietro

    Alzate sul piano frontaleTirate al mento

    Leg press

    squatStep (salite su gradino)

    Leg curl

    Leg extension

    Calf machine in piedi

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    Fly busto 90

    Curl con manubri

    Curl su panca scott

    Tricipiti ai cavi

    French press

    Esercitazioni di potenziamento in circuito (Circuit training): predisporre un circuito di

    almeno 8-10 stazioni che coinvolga diversi distretti muscolari, con lavoro a tempo (es. 30

    per stazione). Il passaggio alla stazione successiva avviene dopo un recupero di corsa di

    20 secondi. Il circuito pu essere disposto sul campo da tennis, effettuando un breve

    palleggio nelle pause tra una stazione e laltra.

    Esempio di circuito realizzabile:

    Bench press (distensioni su panca piana)

    Balzi ripetuti sul posto con divaricata frontale

    Crunch (o crunch inversi)

    Lento dietro

    Piegate sul piano frontale

    Estensioni del busto da supini (lombari)

    Rotazioni del busto con bilanciere sulle spalle (da seduti)

    Balzi alternati su step

    Circuito Comett: si organizzano 6-7 stazioni di lavoro in cui prevedere diversi tipi di

    stimolazione muscolare. Ad esempio concentrica, pliometrica, eccentrico-concentrica,

    ciclica, ecc).

    Policoncorrenza con palla medica (che illustrer meglio pi avanti)

    Andature con l'utilizzo di ostacoli di varia altezza:

    Balzi fra ostacoli in fila, distanti 1 metro

    Balzi con ostacoli disposti in quadrato

    Balzi e spostamenti sia avanti che laterali (con ostacoli disposti su due file parallele)

    Balzi fra ostacoli di varia altezza disposti a varie distanze

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    Esercitazioni per lo sviluppo della resistenza:

    Corsa con tecniche di spostamento diverse (slalom, corsa laterale, corsa incrociata

    ecc.) e variazioni di velocit, anche su terreno accidentato o molle (per un miglior

    sviluppo della propriocettivit).

    Evitare la corsa lineare per tempi prolungati. Compiere anche le esercitazioni tenendo la

    racchetta nella mano opposta a quella usuale ed eseguire piccoli esercizi con la pallina.

    L'allenatore posto nella parte di campo opposta a quella degli allievi, con la racchetta

    tira una serie di palline (solitamente 4) che l'allievo colpir di seguito. Dopo aver colpito

    l'ultima, l'allievo continuer la sua corsa intorno al campo eseguendo una serie di

    spostamenti ed esercizi come piegamenti, balzi, slalom, ecc...; fatto questo potr

    ritornare al punto di partenza e ripetere il circuito. La durata dell'esercizio pu essere

    anche di qualche decina di minuti. Durante la corsa, se si in possesso di un

    cardiofrequenzimetro, si possono tenere sotto controllo le pulsazioni di lavoro in

    accordo al valore calcolato:

    Naturalmente un lavoro simile pu essere affrontato, in campo, in modo pi specifico:

    Far palleggiare gli allievi rispettando le frequenze cardiache assegnate. Naturalmente

    le coppie saranno selezionate unendo allievi di caratteristiche fisiche simili.

    In alternativa, un allievo potr essere impegnato d'allenatore o da una macchina

    lanciapalle.

    Esercitazione a "tergicristallo": in equilibrio dinamico, l'allievo raggiunge e colpisce la

    palla che viene tirata dall'istruttore, a destra o a sinistra, per un tempo variabile tra 20 e

    60 secondi.

    Altre esercitazioni:

    Allo scopo di prevenire e limitare gli effetti dannosi dovuti ad un'attivit monolaterale,

    vengono indicate alcune esercitazioni di compensazione che prevedono:1. Esercizi per la flessibilit della colonna vertebrale;

    2. Esercizi di tonificazione per larto superiore non dominante;

    3. Esercizi di tonificazione della muscolatura dellavambraccio;

    4. Esercizi di tonficazione dei muscoli del dorso e paravertebrali;

    5. Esercizi di allungamento muscolare.

    Flessibilit della colonna vertebrale: Rotazioni del busto con molleggio (da seduti e da in piedi)

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    Flessioni laterali del busto con molleggio (da in piedi)

    Circonduzioni del busto

    Alla spalliera flessioni, iperestensioni e flessioni laterali del busto (mobilizzazione)

    In posizione quadrupedica, flessioni ed iperestensioni del busto

    Tonificazione dellarto superiore non dominante:

    Esercizi con sovraccarico (vedere esercitazioni per la forza esplosiva illustrati sopra)

    Lanci della palla medica con larto superiore non dominante

    Simulazione dei colpi fondamentali (battuta e palleggio) con leggero sovraccarico al

    polso

    Tonificazione della muscolatura dellavambraccio:

    Wrist curl (flessioni polsi)

    Wrist curl inverso (estensioni polsi)

    Flessione radiale del polso

    Prono-supinazione dei polsi

    Flesso-estensioni dei polsi al rullo

    Tonificazione dei muscoli dei muscoli addominali, dorsali e paravertebrali:

    Crunch e crunch inversi

    Crunch con rotazione

    Iperestensioni del busto su panca hyperextension (anche con leggero sovraccarico)

    Lanci dorsali della palla medica

    Da proni lanci della palla medica (tirate e spinte)

    A coppie, passaggi della palla medica con rullata sulla schiena

    Allungamento muscolare:

    Occorre prestare grande attenzione e dedicare, nellimpianto dallenamento, uno spazio

    non esiguo a questo tipo di esercitazioni. Il tennis infatti biomeccanicamente comporta

    delle gestualit tecniche che prevedono un alto grado di accorciamento e gradi minori di

    allungamento della componente muscolo-tendinea.

    Questo pu portare spesso a casi di modificazione della lunghezza totale del muscolo e

    del tendine (con un loro complessivo accorciamento); per evitare questo inconveniente,occorre inserire nellallenamento varie esercitazioni di allungamento (non

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    necessariamente solo stretching, ma anche eventualmente PNF, allungamento dinamico o

    allungamento passivo).

    In particolare modo curare lestensibilit di quei muscoli che si inseriscono e agiscono

    sulle articolazioni del polso, della spalla, dellanca e della caviglia.

    I lanci nel tennis: dallo schema motorio di base allapprendimento dei gesti tecnici

    specifici

    Prima di addentrarmi nellargomento specifico, vorrei chiarire quali sono i ruoli

    fondamentali ricoperti dalle esercitazioni di lancio allinterno del processo di

    addestramento e di allenamento del tennista.

    Il lanciare infatti pu essere utilizzato sia come mezzo di addestramento

    (nellapprendimento dei colpi fondamentali di gioco), sia come mezzo di allenamento

    (miglioramento della forza generale o speciale, miglioramento della rapidit del singolo

    gesto), sia come mezzo di controllo dellallenamento (utilizzo di test valutativi). Oltre a ci il

    lanciare un vero e proprio gesto tecnico di questo sport (mi riferisco ovviamente al lancio

    della palla nel servizio).

    Tuttavia, come insegnante di tennis, sono stato incuriosito dalle esercitazioni di lancio

    proprio in riferimento allimportanza della loro applicazione in ambito addestrativo: in effetti

    questa forma di espressione motoria sicuramente legata ed ha molti punti in comune con

    il gesto tecnico tipico del tennis.

    Innanzitutto entrambe le specialit prevedono lutilizzo e limpugnatura di un attrezzo

    (seppur con la differenza che nel tennis lattrezzo non lanciato ma serve invece per

    colpire a palla): questo particolarmente importante dal punto di vista dello sviluppo diunadeguata sensibilit tattile e una sufficiente capacit di prensile che permetta di

    padroneggiare gli attrezzi con disinvoltura e abilit.

    Poi sono atti motori che dal punto di vista dinamico sono simili: nellesecuzione di un

    lancio, cos come nellesecuzione di un fondamentale tennistico, le fasi dinamiche

    fondamentali sono:

    1. Preparazione

    2. Caricamento3. Accelerazione

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    4. Decelerazione

    5. Accompagnamento

    Anche le catene cinetiche utilizzate e le conseguenti forze in gioco non presentano

    grandissime differenze.

    Lesecuzione motoria dei lanci, cos come lesecuzione tecnica di tutti i colpi fondamentali

    del tennis, caratterizzata dal movimento di tutto il corpo.

    Laccelerazione finale del lancio, similarmente a quella del colpo tennistico, la risultante

    di tensioni sviluppate attraverso la catena cinetica che parte dal terreno (principio di

    azione-reazione) e trasmette, tramite tutto il corpo (dagli arti inferiori alle anche, per poi

    passare al tronco e agli arti superiori), lenergia accumulata allattrezzo e/o alla palla.

    Cos come un buon lancio inizia con la parte inferiore del corpo, un buon colpo tennistico

    non pu non avere come presupposto un corretto appoggio-spinta da parte dei piedi e

    degli arti inferiori in generale.

    Come altro esempio possiamo poi considerare il transfert di momento angolare tipico del

    lancio del disco (il movimento di anticipo della spalla che consente di trasferire il

    movimento della spalla al braccio quando la spalla si arresta per lanciare): questultimo in

    effetti pu ricordare molto il transfert analogo che avviene nel colpo del diritto nel tennis.

    Poi, in entrambi i casi, gli attrezzi utilizzati devono subire, nella fase finale del gesto

    motorio, una forte accelerazione in modo da assumere una elevata velocit di uscita

    (anche se nel caso dei lanci ovviamente la velocit sar la pi elevata possibile, mentre

    nel colpo tennistico questa dovr essere modulata a seconda della situazione di gioco).

    Unultima similitudine la possiamo scorgere in una generale difficolt, da parte dei pi

    giovani, nellapprendere il corretto gesto tecnico: proprio per questo motivo con i giovani

    reputo fondamentale dedicare unattenzione particolare allo sviluppo della tecnica.

    Una volta individuate tutte queste somiglianze non pare strano che le esercitazioni dilancio siano divenute il primo ed irrinunciabile step in ogni progressione didattica di

    insegnamento del tennis. Il lanciare (come schema motorio di base) deve essere cos

    concepito, in un impianto daddestramento-allenamento tennistico, come un vero e proprio

    prerequisito motorio assolutamente necessario ed indispensabile per lapprendimento

    tecnico.

    In effetti, a differenza di ci che avveniva fino a pochi anni or sono, nessun insegnante

    (forse) pensa pi di proporre esercitazioni puramente tecniche gi dai primi momenti

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    dellapprendimento. Rischierebbe infatti di essere un lavoro inutile perch gettato su basi

    coordinative provvisorie e incerte.

    Ecco quindi che nellinsegnamento necessario procedere gradualmente, ponendo alcuni

    traguardi intermedi, utilizzando s attrezzi leggeri adeguati allo sviluppo fisico dei ragazzi

    (racchette junior e palle pi leggere e dal minor rimbalzo), ma anche esercitazioni a

    carattere pi generale (come leffettuazione di lanci) che servano per costruire i

    prerequisiti motori indispensabili per leffettuazione del gesto tecnico (come si dice in

    gergo bisogna partire dalle fondamenta per costruire un edificio).

    Proprio per questo motivo nellinsegnamento si deve tener conto delle tappe di sviluppo di

    ciascun ragazzo, senza aver fretta, e, anche se questo fosse carente di esperienze

    motorie, importante che queste carenze siano colmate attraverso un gran numero di

    attivit senso-percettive.

    Quando si parla di lanci per giovanissimi, anche in un impianto daddestramento

    tennistico, si fa riferimento ai multilanci generali, finalizzati cio allo sviluppo equilibrato

    delle capacit motorie e in particolare a quelle coordinative in tutte le sue componenti (il

    controllo motorio generale, la coordinazione oculo-manuale, la precisione del movimento

    in esercizi da fermi, con spostamenti, in situazioni di difficolt, e corretti, per quanto

    possibile, dal punto di vista meccanico e dinamico).

    Le esercitazioni ovviamente saranno proposte sotto forma ludica (per divertire

    maggiormente e per soddisfare la motivazione dei ragazzi), ma con ben chiara la finalit di

    avvicinarsi sempre pi al corretto gesto tecnico nei suoi elementi essenziali e

    fondamentali.

    Evoluzione dello schema motorio del lanciare

    Una volta chiarita limportanza che gli esercizi di lancio ricoprono allinterno dellimpianto di

    addestramento-allenamento tennistico, cerchiamo di valutare da vicino quali sono le tappe

    ed i tempi di sviluppo dello schema motorio del lanciare nel giovane.

    Lo schema motorio del lanciare si sviluppa con lincremento dei processi coordinativi

    generali, legati in particolare al rapporto tra campo visivo e motricit delle mani.

    La specifica capacit di direzione nel lanciare legata allo sviluppo e al potenziamento di

    tali processi coordinativi, anche in questo caso inerenti il rapporto mano-occhio.

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    Analizzando nel dettaglio, scopriamo che nel periodo del secondo e terzo anno di et i

    movimenti di lancio sono in gran parte allinizio della loro evoluzione. I primi tentativi di

    lancio si possono osservare verso la fine del primo anno, sotto forma di movimento con il

    quale il bambino butta via qualcosa. Si tratta di movimenti poco ampi eseguiti senza

    contromovimento e senza utilizzare il tronco, ma solo con le braccia.

    Da questi movimenti con i quali il bambino scaglia via o butta via un oggetto, fino a circa 2

    anni, si sviluppano i movimenti di getto a 2 mani e quello di lancio ad 1 mano sopra la

    testa da fermo. Questo viene eseguito, sempre o quasi, in posizione frontale rispetto al

    bersaglio, senza che il tronco vi sia coinvolto in modo evidente, unicamente come

    movimento isolato del braccio.

    Fino alla fine del terzo anno di et si possono notare cambiamenti importanti da questo

    punto di vista. Alla fine di questa fase, quando i bambini lanciano, o osserviamo il

    movimento di lancio ad 1 mano che abbiamo appena descritto, con le sue notevoli

    imperfezioni, oppure osserviamo, con palloni grandi, il getto dal basso a 2 mani, il getto a

    2 mani allaltezza del bacino o quello a 2 mani da sopra la testa.

    Rispetto al bambino di 3 anni, in quello di 4 le forme dei movimenti di lancio cambiano

    poco. Predominano infatti, a seconda della grandezza dellattrezzo che deve essere

    lanciato: il lancio dallalto ad 1 mano, il lancio sottomano, il getto a 2 mani a braccia tese

    dallaltezza delle anche ed il getto a 2 mani sopra la testa.

    Questo stadio di sviluppo muta di poco in tutto il periodo tra i 4 ed i 5 anni. Come nel

    periodo precedente non c un impegno adeguato del tronco, il contromovimento non si

    collega fluidamente al movimento di lancio, non viene controllata, n la lunghezza, n

    laltezza del lancio.

    Progressi maggiori si possono rilevare solo negli anni successivi, con differenze notevoli

    tra i bambini e le bambine. Se le palle che devono essere lanciate sono piccole, nell80%dei casi domina il lancio ad 1 mano da sopra la testa. I bambini di 4 anni gi lo eseguono

    con le gambe divaricate sul piano sagittale e con impegno di tutto il corpo. Le bambine

    della stessa et invece raggiungono un movimento di lancio in posizione frontale o con le

    gambe leggermente divaricate, che si limita prevalentemente allimpegno del tronco.

    Tra i 5 ed i 7 anni la maggior parte dei bambini ha imparato a lanciare usando i tronco, la

    coordinazione incrociata od un saltello intermedio. Invece riescono solo sporadicamente a

    collegare in modo fluido rincorsa e lancio, ed anche negli anni successivi vi riescono solose questo collegamento oggetto di un insegnamento specifico.

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    Soprattutto le bambine restano a lungo in questo stadio se non viene impartito loro un

    insegnamento che le porti a superarlo.

    Nella prima et scolare lo sviluppo del movimento di lancio caratterizzato da notevoli

    differenze individuali, e, soprattutto, da differenze specifiche tra i 2 sessi, che riguardano

    sia levoluzione della tecnica sia quella delle prestazioni di lancio. In queste ultime le

    bambine, nel primo anno scolastico, raggiungono solo il 60% delle prestazioni ottenuti dai

    bambini, e queste differenze aumentano ancora fino al terzo anno scolastico.

    Blume ha rilevato essenzialmente 3 stadi di sviluppo o di apprendimento.

    Il primo si caratterizza perch il lancio viene eseguito durante il movimento di corsa. Gli

    ultimi passi di rincorsa non permettono di capire che sar eseguito un lancio.

    Nel secondo stadio di sviluppo la rincorsa ed il lancio vengono eseguiti uno di seguito

    allaltro. Il penultimo passo viene trasformato in un passo che assomiglia ad un passo

    incrociato e generalmente la sua esecuzione collegata ad un saltello. In alcuni casi

    vengono eseguiti anche uno o pi passi incrociati, senza saltello. Per il passaggio fluido

    dalla rincorsa la lancio riesce solo raramente.

    Anche nel terzo stadio di sviluppo la rincorsa ed il lancio vengono eseguiti uno dopo laltro.

    Per viene eseguito solo un passo incrociato, che non pi collegato ad un saltello. La

    rincorsa ed il lancio sono collegati pi fluidamente che nel secondo stadio, tuttavia la loro

    esecuzione, generalmente, ancora stentata.

    Fino a 6-7 anni lapplicazione di questo schema motorio avviene sulla base dei

    presupposti coordinativi sviluppatisi precedentemente; soltanto intorno agli 8 anni il

    lanciare, ad esempio in situazione asimmetrica o a due mani, fine, sia per precisione che

    per fluidit.

    Nella seconda et scolare le notevoli differenze che vi sono tra i sessi diminuiscono solo di

    poco. In media le ragazze rimangono di quasi il 50% al di sotto dei ragazzi della stessa

    et.Un aspetto fondamentale che lallenatore deve prendere in considerazione, nel

    programmare unattivit motoria o sportiva a livello giovanile, rappresentato dal fatto che

    il movimento di lancio, se imparato da soli, viene acquisito in forma imperfetta da molti

    bambini. Senza un insegnamento efficace soprattutto le bambine acquisiscono un

    movimento di lancio insoddisfacente, pieno di movimenti errati, spesso, anche i modo

    grossolano. Solo il 25% dei bambini delle grandi citt impara il movimento di lancio con

    rincorsa in modo che sia appena adeguato e con errori solo lievi.

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    Perci si tratta di un movimento che va sempre esercitato; con le bambine, generalmente,

    notevoli progressi nelle prestazioni si ottengono solo con un insegnamento lungo e

    sistematico.

    Esempi di esercitazioni di lancio nellimpianto dallenamento del tennista

    Come detto in precedenza, con soggetti fino a 11 anni di et le attivit previste dovranno

    tendere a sviluppare e consolidare lo schema motorio di base lanciare. Le esercitazioni

    verranno proposte essenzialmente in forma di gioco, e potranno avere come scopo sia la

    lunghezza che la precisione del gesto.

    Gli obbiettivi che ci prefiggiamo in sequenza sono:

    lanciare palloni di media dimensione e peso con movimento ampio degli arti

    superiori (per alto, per fuori, per avanti alto, ecc...);

    coordinare la spinta degli arti inferiori e degli arti superiori nelle azioni di lancio ad

    una e a due mani (con palle di diversa dimensione);

    combinare la corsa e il lancio a una o due mani

    Al fine di raggiungere tali obbiettivi possiamo proporre le seguenti esercitazioni:

    Lanciare oggetti di diversa forma: non solo palle e palline, ma anche dei cerchi, dei

    copertoncini di bicicletta, delle racchette da tennis, qualsiasi attrezzo che possa

    essere lanciato.

    Lanciare oggetti di diverso peso: dalla pallina da tennis, al pallone da basket (che

    per i pi piccoli diventa gi un discreto sovraccarico)

    Lanciare oggetti di diversa consistenza

    Lanciare con diversi obiettivi (lunghezza) Lanciare con diversi obiettivi (precisione): lanci effettuati facendo rimbalzare una

    pallina in zone obbligate, lanci di precisione effettuati su bersagli disposti sul terreno

    a distanze diverse, lanci effettuati variando la traiettoria dellattrezzo, oppure

    effettuati su bersagli in movimento;

    Lanciare da fermi o in movimento: passaggi e lanci effettuati modificando la

    posizione del corpo nello spazio.

    Lanciare con entrambi gli arti superiori Lanciare con un arto superiore

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    Lanciare con esecuzione libera

    Lanci effettuati variando le modalit di lancio.

    Lanciare simulando gesti tecnici tipici di altri sport

    Lanciare simulando i vari colpi fondamentali tennistici

    Esempi di attivit:

    Lanciare palle e palloni diversi con 1 o 2 mani verso punti o zone delimitati

    Lanciare palle soft cercando di centrare un canestro (a terra) da varie distanze

    Lanciare palloni tentando di centrare un cerchio tenuto verticalmente

    Lanciare ed afferrare una palla camminando, anche scambiandola con un compagno

    Lanciare ed afferrare una palla correndo, anche scambiandola con un compagno

    Lanciare palle soft cercando di colpire i compagni in fuga

    Lanciare una palla il pi lontano possibile

    Lanciare con modalit predefinite in giochi da cortile o giochi popolari (come palla

    prigioniera o passa la palla o palla base)

    Giochi sportivi (come pallavolo, basket, pallamano, baseball) adattati e/o semplificati tali

    che permettano la presa ed il lancio della palla.

    Invece, con soggetti di et pi elevata (oltre gli 11 anni), saranno molto utilizzati gli esercizi

    di lancio con la palla medica (policoncorrenza), oltre ad esercitazioni di lancio (con palline

    da tennis o con il vortex) in grado di richiamare maggiormente il gesto tecnico tennistico.

    La policoncorrenza generale e specifica: lancio di pesi in forma varia.

    Con il termine policoncorrenza si vuole intendere quella esercitazione che viene svolta

    attraverso unazione atipica di lancio, la quale, proprio per le sue modalit esecutive

    implica un utilizzo contemporaneo di una gran parte delle componenti neuro-muscolarianche non direttamente impegnate nellazione.

    Questa attivit permette inoltre di utilizzare, e quindi di far concorrere varie capacit, quali:

    La forza esplosiva, a causa del movimento estremamente dinamico delle azioni e delle

    resistenza piuttosto modeste rappresentate dallattrezzo da lanciare (palle mediche da

    2-5 kg).

    La coordinazione intermuscolare, che viene esplicata attraverso la modulazione ritmica

    di spinte e di lanci che coinvolgono lintero corpo dellatleta a velocit molto elevate e difinissime azioni sinergiche.

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    Lattivit globale dei sistemi organici e la non trascurabile azione plurima e contemporanea

    di molte capacit fisiche determinano una vastissima gamma di applicazione di questo

    particolare tipo di esercitazione.

    Per quel che concerne lutilizzo previsto nellambito tennistico si potr prevedere

    lutilizzazione dei seguenti tipi di lancio, che rappresentano le forme generali di

    acquisizione di forza esplosiva per gli arti superiori:

    Il lancio dorsale a 2 mani

    Il lancio frontale a 2 mani da sotto

    Il lancio frontale a 2 mani da sopra il capo

    Lancio ad una mano (tipo getto del peso)

    Lancio da seduti (palla al petto o da dietro la nuca)

    Lancio da proni (palla al petto o da dietro la nuca)

    questo un metodo di preparazione che indicato sia per atleti giovani che evoluti ed

    consigliato soprattutto durante i primi 2 moduli del periodo preparatorio; successivamente

    si passer alla policoncorrenza specifica.

    Per policoncorrenza specifica si intende invece quel tipo di esercitazione che esprime

    nello schema dinamico ed in quello della struttura del movimento similitudini molto evidenti

    con il gesto di gara. La tecnica sempre e comunque quella del lancio di un attrezzo che

    possa permettere una esecuzione sovrapponibile in ogni sua espressione a quelle

    fondamentali di gara (servizio, diritto, rovescio). Gli attrezzi utilizzati saranno palle con

    manico e palle medicinali del peso compreso tra i 600-800 grammi fino a 2/3 chilogrammi.

    Policoncorrenza specifica con la palla medica o palla con maniglia:

    Lancio laterale a 2 mani (simulando il diritto ed il rovescio).

    Lancio laterale ad 1 mano (palla con maniglia) simulando il diritto ed il rovescio.

    Entrambi gli esercizi precedenti potranno essere ripetuti in posizione aperta (partendo coni piedi paralleli alla direzione di lancio), posizione intermedia (partendo con i piedi

    perpendicolari alla direzione di lancio e gli arti inferiori in leggera divaricata frontale), o

    posizione chiusa (partendo con i piedi perpendicolari alla direzione di lancio, gli arti

    inferiori in leggera divaricata sagittale, la gamba omologa alla direzione di lancio deve

    trovarsi anteriormente al corpo).

    Il lancio a 2 mani da sopra il capo simulando il gesto del servizio.

    Il lancio ad 1 mano da sopra il capo (palla con maniglia) simulando il gesto delservizio.

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    Cos come i multilanci generali rappresentano il primo gradino nellapprendimento della

    tecnica specifica del tennis, i lanci con la palla medica rappresentano fondamentalmente

    lanello di congiunzione tra le esercitazioni con i sovraccarichi e le esercitazioni a carico

    naturale.

    Questo tipo di esercitazioni si propone i seguenti obiettivi:

    Arricchire il patrimonio motorio dellallievo.

    Irrobustimento progressivo dei gruppi muscolari coinvolti nellazione di lancio;

    sviluppare la forza generale.

    Perfezionare e/o apprendere gesti tecnici specifici. In particolare:

    o Sensibilizzare latleta sullimportanza dellintervento degli arti inferiori, la cui spinta deve

    essere coordinata con le azioni del busto e degli arti superiori.

    o Sensibilizzare latleta sullimportanza di un corretto movimento di accompagnamento

    finale del gesto.

    Vediamo ora come saranno proposte queste esercitazioni allinterno dellimpianto di

    allenamento. Abbiamo visto che questi tipi di lancio possono essere eseguiti sia ad una

    che a due mani: in genere, soprattutto con i soggetti pi giovani, meglio garantire

    unesecuzione simmetrica, o quanto meno bilaterale del gesto. Seguendo questo criterio,

    tutte queste esercitazioni saranno eseguibili senza nessun problema anche da soggetti

    che non hanno ancora completato lo sviluppo scheletrico.

    Il peso dell'attrezzo osciller tra 1 e 4 kg, a seconda del sesso e della struttura fisica dei

    soggetti; limportante che sia sempre mantenuta unelevata velocit di esecuzione.

    Per ci che concerne il volume, nell'ambito della seduta possiamo far eseguire

    inizialmente 2-3 lanci diversi per un totale di 20-30 lanci, per poi incrementare

    gradualmente il carico di lavoro fino a raggiungere un massimo di 80-100 lanci.Durante gli allenamenti, soprattutto con i soggetti pi giovani, meglio proporre delle gare,

    con lo scopo di favorire quel momento ludico che sempre auspicabile stimolare a livello

    giovanile.

    Per quanto riguarda le modalit esecutive, linsegnante deve porre grande attenzione alla

    corretta effettuazione della tecnica di lancio; in particolare, con lo scopo di favorire un

    intervento totale dei vari segmenti corporei, importante porre l'accento sull'utilizzo degli

    arti inferiori che entreranno in gioco per primi, mentre gli arti superiori verranno impiegatisoltanto nella fase finale del lancio.

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    Il tronco poi deve restare il pi possibile eretto e deve essere coinvolto in misura limitata

    (controllare nello specifico la tendenza dellatleta ad inarcare la zona lombare,

    mandandola in iperestensione). Per questo motivo importante che, durante il movimento

    di caricamento, l'atleta pieghi gli arti inferiori tenendo appunto il busto eretto.

    Oltre a ci possibile ed auspicabile, allo scopo di favorire lanci con una buona parabola

    e di conseguenza a stimolare un corretto intervento degli arti inferiori, frapporre un

    ostacolo da superare tra la zona di lancio e il punto di caduta della palla (es. un elastico tra

    i ritti del salto in alto o trasversalmente in palestra).

    Poi, allo scopo di rendere ancora pi efficace l'azione degli arti inferiori, bene che il

    lanciatore non rimanga ancorato con i piedi al suolo, ma effettui un balzo nella direzione di

    lancio.

    Il lavoro con palla medica ha ovviamente i suoi lati positivi e negativi.

    Tra i pregi possiamo sicuramente riscontrare la possibilit di utilizzare

    contemporaneamente pi gruppi muscolari; inoltre lutilizzazione di attrezzi di vario peso

    (da meno di 1 kg a 7 kg) permette la variazione dei carichi anche allinterno della stessa

    seduta e ,di conseguenza, un pi preciso orientamento del lavoro in funzione dei risultati

    da conseguire.

    Da non sottovalutare poi alcuni vantaggi dal punto di vista dellorganizzazione

    dellallenamento: la possibilit di impegnare contemporaneamente pi soggetti, la

    possibilit di eseguire e variare un gran numero di esercitazioni ed il costo relativamente

    limitato dell'attrezzatura.

    Invece, da un punto di vista metodologico, questo tipo di esercitazioni hanno il vantaggio

    di poter essere eseguite in modo simmetrico (impugnando la palla con due mani) e quindi,

    come ho detto in precedenza, possono essere eseguite senza controindicazione anche da

    soggetti che non hanno ancora completato lo sviluppo scheletrico.Da non sottovalutare poi la loro duttilit: offrono infatti la possibilit di effettuare sia gare di

    precisione (per lo sviluppo della capacit di differenziazione dinamica) sia di potenza.

    Tra i difetti di queste esercitazioni invece possiamo riscontrare la necessit di avere uno

    spazio sufficiente a disposizione e la necessit di possedere una sufficiente capacit

    tecnica (con particolare riferimento allutilizzo degli arti inferiori). Spesso infatti i giovani,

    nel lanciare, sono condizionati dallautomatizzazione del loro gesto tecnico.

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    Oltre alle esercitazioni sopra citate possono essere svolte anche delle esercitazioni di

    lancio (con palline da tennis o con il vortex) che si avvicinano maggiormente al gesto

    tecnico tennistico.

    Queste possono essere svolte in abbinamento ad esercitazioni con sovraccarico o a

    carico naturale (in questo caso i lanci sono inseriti tra le serie di questultime), ed hanno

    come finalit quella di favorire un maggior trasferimento della forza esplosiva nel gesto di

    gara.

    Ad esempio possiamo proporre una esercitazione del genere:

    3 serie da 15 ripetizioni di piegamenti sulle braccia (classici push up), alternate da

    10 lanci del vortex (svolti con il movimento del servizio, subito dopo la serie di

    piegamenti); recupero completo.

    3 serie da 15 ripetizioni di piegamenti sulle braccia a corpo proteso avanti (tricipite

    brachiale), alternate da 10 lanci del vortex (svolti con il movimento del servizio,

    subito dopo la serie di piegamenti); recupero completo.

    Se vogliamo invece proporre delle esercitazioni di lancio per sviluppare la rapidit del

    gesto tecnico:

    3 serie di 15 lanci (tipo servizio) svolte con attrezzi differenti (per esempio una serie

    con il vortex, una serie con il manico propedeutico del giavellotto, una serie con la

    pallina da tennis).

    ovvio che in entrambe le tipologie di esercitazioni il lancio dovr essere il pi esplosivo

    ed efficace (lungo) possibile, sempre cercando la massima corrispondenza con il gesto di

    gara.

    Test valutativi

    Abbiamo prima accennato al ruolo dei lanci come mezzo di valutazione dellallenamento: fondamentale prevedere, allinterno di una batteria di test, delle prove di lancio adeguate

    alle capacit che desideriamo testare.

    Infatti possibile quantificare la capacit di forza esplosiva, con o senza riferimento alle

    capacit tecniche specifiche (spesso infatti i giovani, nel lanciare, sono influenzati

    dallautomatizzazione del loro gesto tecnico). In questo caso potremmo pensare di usare

    delle tipologie di lancio differenti: se ci interessa valutare il livello generale della forza

    esplosiva proporremo un protocollo che si allontana dal gesto tecnico di gara (nel nostrocaso il lancio frontale a 2 mani dal petto o dal basso, oppure il lancio dorsale).

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    Oppure, se vogliamo valutare la medesima qualit, ma riferita solamente alla parte

    superiore del corpo, utilizzeremo il lancio a 2 mani dal petto da seduti.

    Viceversa, se ci interessa valutare lapplicazione della forza esplosiva nel gesto di gara,

    proporremo per esempio il lancio laterale a 2 mani (tipo diritto e rovescio), oppure il lancio

    a 2 mani tipo servizio.

    Oltre a ci possibile inserire dei protocolli di valutazione della precisione dei lanci (qui

    entriamo maggiormente nella sfera coordinativa, con particolare riferimento alla capacit di

    differenziazione dinamica). Potremmo quindi proporre delle prove che prevedano dei

    bersagli da colpire (magari con un numero prestabilito di tentativi o con un limite di tempo

    a disposizione).

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    Drabeni M., Tesi di laurea anno 2002/03.

    Mois P., Lanciare: dallo schema motorio di base allavviamento alle specialit dei lanci.

    Appunti e lucidi del corso di Pratletismo.

    www.iltennisitaliano.it

    www.lanciodeldisco.it

    http://www.iltennisitaliano.it/http://www.lanciodeldisco.it/http://www.lanciodeldisco.it/http://www.iltennisitaliano.it/