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Speciale del mese: come realizzare un prato perfetto Per avere successo l’impianto del prato ha bisogno di soddisfare alcune esigenze di base che tenteremo di riassumere schematizzate per punti. Il tutto parte ovviamente dalla preparazione del terreno che deve essere effettuata con anticipo rispetto alla semina facendo attenzione a non lavorare il terreno quando è bagnato. • Pulizia da corpi estranei: liberare il terreno da sassi, radici e detriti in genere che possono creare problemi durante le successive lavorazioni. • Aratura e fresatura: normalmente nei giardini domestici si effettua solo la seconda, lavorando il terreno con apposita attrezzatura meccanica a 15-20 cm di profondità. Nei terreni poco permeabili (che sono la maggioranza) per migliorarne la struttura, cosa difficile da fare in seguito, è bene incorporare con l’occasione un terriccio specifico per tappeti erbosi alle dosi consigliate. • Livellamento e spianatura: utilizzare a questo scopo un rastrello, affinando le zolle e colmando gli avvallamenti. • Concimazione pre-semina: distribuire un concime Starter ad alto titolo di fosforo es: 18-24-5 • Scelta del seme: va fatta in funzione dell’uso previsto del prato: ornamentale, sportivo, ricreativo, risemina e del suo posizionamento, ombra o sole. Si utilizzano a tali scopi miscugli precostituiti di sementi. E’ quindi importante leggere attentamente sulla confezione l’esatta destinazione per cui è consigliato il prodotto. • Semina: può essere eseguita con l’ausilio di una seminatrice o manualmente. E’ ovviamente preferibile la prima in quanto più precisa ma si ottengono buoni risultati anche a mano avendo cura di aggiungere sabbia al seme e di dividere in due parti la quantità così ottenuta. Una volta seminata la prima, si distribuirà la seconda in modo da incrociare la direzione di semina precedente. • Incorporazione al terreno: una volta sparso, il seme deve essere interrato alla profondità di 4-5 mm con un rastrello o altro attrezzo idoneo allo scopo. • Rullatura: passare un rullo leggero (max 100 Kg) su tutta la superficie, in modo da fare bene aderire il seme al terreno. • Irrigazione: si procede poi ad irrigare leggermente ogni giorno facendo molta attenzione a non creare ruscellamenti che possono spostare il seme e creare croste superficiali del terreno. L’irrigazione deve essere eseguita preferibilmente nelle ore serali o prime del mattino. Evitare quindi le ore notturne e quelle più calde della giornata. • Nascita: avviene generalmente nell’arco di 10-20 giorni. Sino ad allora irrigare giornalmente. Il prato diventa calpestabile dopo circa 20-25 giorni dalla nascita. • Primo Taglio: si esegue dopo circa 4-5 settimane. L’altezza dell’erba deve essere mantenuta a 30-40 mm. Le falciature devono essere eseguite frequentemente in quanto non bisogna tagliare mai più di 1/3 della lunghezza totale della foglia onde evitare l’effetto stuoia (il prato si presenta giallo dopo il taglio) e l’insorgere di malattie. E’ buona norma raccogliere sempre i residui del taglio. • Concimazione di mantenimento: subito dopo il primo taglio è indispensabile provvedere alla distribuzione di un fertilizzante a lenta cessione contenente i nutrienti principali, es: 22-5-10 alle dosi consigliate facendo seguire un’irrigazione. Scegliete il vostro prato ideale • Il prato rustico: è un tipo di prato vigoroso e robusto. E’ poco esigente e in fatto di manutenzione e cura su qualsiasi terreno il suo impianto garantisce un’alta resistenza

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Page 1: Il prato ideale

Speciale del mese: come realizzare un prato perfetto

Per avere successo l’impianto del prato ha bisogno di soddisfare alcune esigenze di base che tenteremo di riassumere schematizzate per punti.Il tutto parte ovviamente dalla preparazione del terreno che deve essere effettuata con anticipo rispetto alla semina facendo attenzione a non lavorare il terreno quando è bagnato.• Pulizia da corpi estranei: liberare il terreno da sassi, radici e detriti in genere che possono creare problemi durante le successive lavorazioni.• Aratura e fresatura: normalmente nei giardini domestici si effettua solo la seconda, lavorando il terreno con apposita attrezzatura meccanica a 15-20 cm di profondità. Nei terreni poco permeabili (che sono la maggioranza) per migliorarne la struttura, cosa difficile da fare in seguito, è bene incorporare con l’occasione un terriccio specifico per tappeti erbosi alle dosi consigliate.• Livellamento e spianatura: utilizzare a questo scopo un rastrello, affinando le zolle e colmando gli avvallamenti.• Concimazione pre-semina: distribuire un concime Starter ad alto titolo di fosforo es: 18-24-5• Scelta del seme: va fatta in funzione dell’uso previsto del prato: ornamentale, sportivo, ricreativo, risemina e del suo posizionamento, ombra o sole. Si utilizzano a tali scopi miscugli precostituiti di sementi. E’ quindi importante leggere attentamente sulla confezione l’esatta destinazione per cui è consigliato il prodotto.• Semina: può essere eseguita con l’ausilio di una seminatrice o manualmente. E’ ovviamente preferibile la prima in quanto più precisa ma si ottengono buoni risultati anche a mano avendo cura di aggiungere sabbia al seme e di dividere in due parti la quantità così ottenuta. Una volta seminata la prima, si distribuirà la seconda in modo da incrociare la direzione di semina precedente.• Incorporazione al terreno: una volta sparso, il seme deve essere interrato alla profondità di 4-5 mm con un rastrello o altro attrezzo idoneo allo scopo.• Rullatura: passare un rullo leggero (max 100 Kg) su tutta la superficie, in modo da fare bene aderire il seme al terreno.• Irrigazione: si procede poi ad irrigare leggermente ogni giorno facendo molta attenzione a non creare ruscellamenti che possono spostare il seme e creare croste superficiali del terreno. L’irrigazione deve essere eseguita preferibilmente nelle ore serali o prime del mattino. Evitare quindi le ore notturne e quelle più calde della giornata.• Nascita: avviene generalmente nell’arco di 10-20 giorni. Sino ad allora irrigare giornalmente. Il prato diventa calpestabile dopo circa 20-25 giorni dalla nascita.• Primo Taglio: si esegue dopo circa 4-5 settimane. L’altezza dell’erba deve essere mantenuta a 30-40 mm. Le falciature devono essere eseguite frequentemente in quanto non bisogna tagliare mai più di 1/3 della lunghezza totale della foglia onde evitare l’effetto stuoia (il prato si presenta giallo dopo il taglio) e l’insorgere di malattie. E’ buona norma raccogliere sempre i residui del taglio.• Concimazione di mantenimento: subito dopo il primo taglio è indispensabile provvedere alla distribuzione di un fertilizzante a lenta cessione contenente i nutrienti principali, es: 22-5-10 alle dosi consigliate facendo seguire un’irrigazione.

Scegliete il vostro prato ideale• Il prato rustico: è un tipo di prato vigoroso e robusto. E’ poco esigente e in fatto di manutenzione e cura su qualsiasi terreno il suo impianto garantisce un’alta resistenza al calpestamento. Non perde le sue caratteristiche positive anche in caso di tagli non troppo frequenti.• Il prato per terreni soleggiati: è un prato particolarmente resistente al calpestio e sopporta molto bene l’esposizione al sole. Gli intervalli di taglio devono essere regolari e non patisce particolarmente alcuni giorni di mancata irrigazione.• Il prato per terreni ombreggiati: è adatto a tutti i tipi di terreno con esposizione all’ombra. Presenta un bellissimo aspetto estetico per tutta la durata dell’anno ed è più resistente di altri tipi di prato all’impianto sotto alle conifere.• Il prato inglese: rappresenta l’ideale di ogni appassionato di giardinaggio, non tutti però conoscono le difficoltà e le continue cure che conseguono all’impianto di un prato inglese. E’ un prato che presenta un rapido sviluppo iniziale, ma necessita di tagli anche settimanali per mantenere la sua bellezza. E’ molto resistente al calpestio ma necessita di annaffiature continue e prolungate. Solitamente il prato all’inglese si taglia con tosaerba specifici a lame elicoidali.• Il prato svizzero: si chiama così uno speciale miscuglio di graminacee e pratoline che si presta molto bene alla rapida decorazione di angoli di giardino e alla realizzazione di bordure fiorite.• Il prato giapponese: è un miscuglio speciale di fiori annuali e graminacee. E’ particolarmente indicato per esposizioni soleggiate e per decorare scarpate o angoli poco accessibili del giardino.• I prati speciali monoessenza:- DICHONDRA REPENS: pianta perenne dalle radici rizomatose e stolonifere dalle caratteristiche foglioline tondeggianti. Non necessita di tagli, sopporta bene il caldo intenso ma non tollera il gelo.

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- AGROSTIDE TENUE: è una graminacea finissima che si adatta ad ogni tipo di terreno. La caratteristica che la contraddistingue è il bellissimo colore verde intenso.- TRIFOGLIO NANO: essenza dall’elegante fioritura bianca che la rende adatta a scopi ornamentali. Resiste bene alla siccità e al gelo. Spesso si miscela con prati rustici.

Preparazione del terreno• SEMINE E TRAPIANTI- Semine in piena terra: anguria, basilico, barbabietola da orto, carote, cicorie, radicchi, cime di rapa, fave, lattughe, piselli, rape, rucola, spinaci, prezzemolo, pomodori.- Trapianti: bulbilli di cipolla, aglio.- Semina in tunnel o letto caldo: angurie, cavoli, basilico, cetrioli, fagioli, melanzane, meloni, peperoni, pomodori, sedani, zucchine.- Con 6/8 giorni di anticipo rispetto alla semina o al trapianto concimare abbondantemente il terreno con fertilizzante a lenta cessione o stallatico maturo. Incorporare nel terreno il fertilizzante con un rastrello o con una leggera erpicatura.

• LAVORI AL SOTTOCHIOMA- Dopo aver distribuito un buon concime a lenta cessione provvedere alla vangatura del terreno attorno al piede delle piante. Servirà ad incorporare nel terreno anche i residui della pacciamatura invernale. Ciò fornirà alla pianta gli indispensabili elementi nutritivi per la prossima partenza primaverile.

• DISERBO PIAZZOLE E VIALETTI:- E’ il momento di intervenire con un diserbante selettivo rispettoso di alberi e arbusti, in quanto la sua azione residuale manterrà libera dalle infestanti la superficie trattata per diversi mesi senza danneggiare le radici delle piante ornamentali.- Le aree industriali ed i cortili, lontano da piante ornamentali, possono essere mantenuti puliti con un diserbante totale.

• PREPARAZIONE AIUOLE- Occorrerà prima di tutto ripulire l’aiuola dai residui invernali, poi effettuare un diserbo con un diserbante totale o rispettoso di alberi e arbusti, se l’aiuola è nelle vicinanze di questi ultimi. Successivamente si procederà ad una abbondante concimazione ed una successiva vangatura e sminuzzatura del terreno.

Cosa occorre per la preparazione del terreno• PER LA PREPARAZIONE DEL LETTO DI SEMINA OCCORRE:- Vanga – Zappa - elettrozappa- Rastrello- Ammendante stallatico- Concime granulare specifico

• PER LA SEMINA UTILIZZATE: - Sementi in busta- Sementi a nastro

• PER LA SEMINA SOTTO SERRA/TUNNEL UTILIZZATE:- Serra/tunnel- Telo pacciamante

• PER I LAVORI AL SOTTOCHIOMA DI ALBERI E ARBUSTI UTILIZZATE:- Concime granulare- Rastrello sarchiatore- Zappa

• PER DISERBARE PIAZZOLE E VIALETTI OCCORRE:- Diserbante totale (se in vicinanza di piante ornamentali)- Diserbante selettivo (rispettoso di alberi, arbusti e radici)- Pompa a spalla- Zappetta

• PER LA PREPARAZIONE DELLE AIUOLE OCCORRE:- Scopa/rastrello

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- Diserbante (come punto precedente)- Concime granulare specifico- Vanga

MANUTENZIONE Tappeti erbosi

• CONTROLLO DELLE INFESTANTI- Estirpare meccanicamente le infestanti prima che fioriscano. In alternativa usare un diserbante selettivo. Distribuire il prodotto su vegetazione umida affinché aderisca bene alle foglie. Non irrigare e non tosare il prato nei 2-3 giorni successivi. Ripetere il trattamento in caso di necessità dopo 4/6 settimane.

• CONCIMAZIONE- Distribuire un concime specifico a lenta cessione ed alto titolo di azoto

• RULLATURA- Utilizzando un rullo non troppo pesante (max Kg. 100) rullare su terreno asciutto per riassestare i punti della cotica sollevati dal gelo per favorire l’attecchimento delle radici al terreno.

• SEMINA NUOVI IMPIANTI- Su terreno già preparato in precedenza procedere alle nuove semine. Distribuire preventivamente nel terreno un fertilizzante starter ad alto titolo di fosforo e azoto.

• RIGENERAZIONE- Se il prato si presenta eccessivamente rado, è bene procedere ad una rigenerazione attraverso le seguenti opzioni:- Tagliare l’erba a 2,5/3 cm di altezza raccogliendo lo sfalcio- Fare 2 passaggi incrociati su tutta la superficie con un arieggiatore manuale o a motore e asportare completamente i residui.- Concimare con un concime starter ad alto titolo di fosforo- Seminare- Interrare leggermente il seme e rullare- Annaffiare costantemente e riconcimare

• CONTROLLO MALATTIE FUNGINE- Se si riscontrano chiazze irregolari di 10-15 cm di diametro con alone verde scuro ai bordi e colorazione grigio rosa all’interno che in seguito seccano, siamo in presenza del Marciume Rosa Invernale. Trattare immediatamente con un fungicida specifico.

Prato rustico

Il prato rustico è un prato che viene coltivato in zone particolari e per specifiche funzioni: ad esempio per consolidare pendii, per rinverdire le piste da sci e le sponde fluviali.Le caratteristiche ricercate in questo tipo di prato sono: la robustezza, la fittezza e radici molto profonde per resistere alla siccità e al gelo e alla scarsa manutenzione. Da queste ultime considerazioni si può intuire come la gramigna sia un'ottima erba, anche perchè in grado di resistere alla siccità per molto tempo. La si trova di solito in ottime miscele.

Prato ornamentale

Il prato ornamentale è di solito utilizzato per zone a grande presenza umana come ad esempio nei parchi pubblici, ma lo si può trovare anche nei giardini privati e nei parchi storici. L'erba poichè sarà più o meno calpestata deve essere robusta, con radici profonde per resistere agli sbalzi climatici e abbastanza resistente alla siccità e alla ridotta manutenzione.

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Ecco che allora si preferisce una miscela di specie erbacee graminacee, scelte in base alle caratteristiche sopraccitate in modo che diventi un'erba fitta senza piante infestanti.

Prato da calcio

Il prato da calcio o da hockey è un prato destinato ad un grande calpestio e ad un uso quotidiano per gli allenamenti e le partite.Molte volte quando si pensa al prato per le partite di calcio si fa subito riferimento al prato sintetico, più tecnico e artificiale ma non è inusuale trovare sui campi da gioco anche prati veri. In questi casi la pratica sportiva danneggia il prato, talvolta lo distrugge: per questo richiede manutenzione e rinnovamento. Inoltre, i tagli che avvengono in modo frequente tendono a indebolire il terreno.Per un prato da calcio si consiglia un prato fitto, uniforme, verde intenso e con specie sottili e omogenee, che consentano la formazione di un tappeto verde ben rasato.

Le Graminaceae

Le erbe che formano la maggior parte dei tappeti erbosi appartengono alla famiglia delle GraminaceaeAlle graminacee appartengono specie annuali e perenni. Quelle perenni sono costituite alla base da rizomi o fusti sotterranei ingrossati, che producono germogli e foglioline. Le graminacee constano ben 7.500 specie e più: solo alcune, però, potranno dar vita ad un buon tappeto ornamentale. Le erbe che prenderemo in considerazione possono essere suddivise in due gruppi: le microterme e le macroterme.Microterme: le radici dell'erba in questione crescono quando la temperatura del terreno è tra i 10 °C e 19 °C. Se si raggiungono i 30 °C la crescita rallenta fino ad arrestarsi. Le specie con queste caratteristiche usate per la formazione del prato erboso sono: l'Agrostis, la Festuca, il Lolium e la Poa.Macroterme: le temperature che favoriscono la crescita di questo tipo di erba sono tra i 23 °C e i 32 °C, ma la crescita delle radici continua fino ai 35 °C. Le specie che annoverano queste caratteristiche sono: il Cynodon, il Pennisetum, Paspalum, Stenotaphrum, Zoysia.

I semi migliori per il proprio prato

Ecco che allora in base alle proprie esigenze bisognerà scegliere il tipo di erba e quindi di semi più adatto al luogo, alle avversità climatiche, al calpestio, alla manutenzione e al tipo di taglio richiesto.Elenchiamo di seguito le più diffuse:

AGROSTIS Questo genere di erba ha circa 120 specie. Le Agrostis prediligono un suolo fertile, umido ma soffice e permeabile. Hanno radici poco profonde e per questo resistono poco e male al caldo e alla siccità.Le più utilizzate sono:A. tenuis non sopporta il calpestio, il caldo e la salinità. A. canina, A. alba e A. stolonifera palustris resistono discretamente alla siccità non troppo prolungata e si adatta anche a tagli molto bassi, al di sotto dei 2 cm creando un tappeto elastico e fine.A. stolonifera palustris ha una bella presenza ed è di solito la protagonista di prati

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perfetti e impeccabili, come quelli da golf.Tutte, comunque, richiedono un'elevata manutenzione per quanto concerne tagli, concimazioni e irrigazioni.

FESTUCAEsistono circa 100 specie di Festuca e sono tra le più impiegate per i prati ornamentali perchè robuste e resistenti al calpestio e ai tagli. . Festuca arundinacea: è un'erba resistente che si adatta a molti tipi di terreno e a brevi situazioni di siccità, ma sopporta poco i tagli bassi.Festuca ovina: ancora più resistente di quella precedente presenta dalle radici robuste ed erba a ciuffi compatti; tollera bene il freddo e la siccità. Ideale per prati rustici.Festuca rubra rubra: specie di erba con rapida crescita. Cresce bene anche in terreni acidi, con la siccità, il freddo e l'ombreggiamento. E' l'ideale per i campi sportivi e i prati ornamentali molto battuti.Festuca rubra commutata: cresce veloce e forma numerosi fusti, è tipica per la formazione dei migliori tappeti erbosi densi. E' anche in grado di sopportare un elevato calpestio e tagli inferiori ai 3 centimetri.LOLIUMLe circa 12 specie che appartengono al Lolium non godono di lunga vita ma in compenso hanno un rapido accrescimento. Per questo motivo si usano di solito miste ad altre erbe per nascondere buchi nel prato o per ripristinare l'erba nelle zone danneggiate.La specie più nota è il Lolium perenne: è sensibile all'ombra e al freddo, ma forma tappeti erbosi fitti e molto resistenti.Adatta a climi temperati-freschi, sopporta tagli frequenti, ma non troppo bassi, fino a 3 cm, in quanto tende a diradarsi.ZOYSAMolto conosciuta di questo genere è la Zoysia japonica, d'origine asiatica e tropicale, che per questo motivo presenta una buona resistenza ai caldi estivi ed è al tempo stesso in grado di formare un tappeto erboso molto denso. Non tollera benissimo l'ombra e sopporta tagli sia frequenti che molto bassi, fino a 1,5 centimetri.POAIl genere Poa lo si riconosce dalla presenza di molti germogli, dalla resistenza al calpestamento e un buon adattamento ai differenti tipi di terreno. La Poa non richiede molta manutenzione, e sopporta tagli anche molto bassi.Poa pratensis: è la più nota. Si ramifica grazie alla presenza di rizomi superficiali. E' resistente al calpestamento per la sua grande capacità rigenerativa (tranne durante le estati molto calde, quando entra in fase di riposo).E' adatta per tagli bassi, fino a 2 cm, e predilige esposizioni soleggiate e abbondanti irrigazioni.

Tipi di erba e miscugli di semi per il prato

Per poter orientarsi nella scelta della specie da utilizzare per il proprio prato non ci sono erbe in assoluto favorite perchè ognuna presenta pregi e difetti. Però prima di passare alla selezione bisognerà valutare alcune variabili:

← l'uso finale del prato;

← il tipo di suolo;

← il clima;

← la presenza o meno dell'ombra;

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← la manutenzione;

← la frequenza dei tagli .

A tutti questi fattori le singole specie rispondono in un modo diverso, ed è per questo motivo che le erbe possono essere l'ideali per alcune esigenze, ma controindicate per altre. Da qui la necessità di combinare più specie in miscuglio, affinché per tutto il corso dell'anno e delle stagioni sia possibile ammirare un bel prato erboso. In generale, infatti, un tappeto erboso, qualunque sia la sua destinazione, non sarà mai costituito da una o due specie solamente, ma da un miscuglio di almeno quattro o cinque specie.I vantaggi che si ottengono con questa soluzione sono:

← diverso grado di resistenza alla siccità e all'insolazione;

← la possibilità di avere un tappeto verde anche durante i periodi dell'anno più freddi;

← diversa sensibilità alle malattie, grazia alla quale un parassita non può distruggere tutto il prato ma solo l'erba più debole a tale contaminazione.

Nella scelta delle specie non esistono miscugli validi per tutte le situazioni, ma bisognerà valutare le proprie esigenze come la tipologia di terreno, l'uso, il clima, il calpestio previsto. In base a ciò si potranno acquistare miscugli preconfezionati ma si potranno anche preparare da soli a casa.

Miscugli fatti in casa

In base alla tipologia di prato desiderata ecco tre miscugli da poter fare a casa:PRATO FINE

I miscuglio:Agrostis stolonifera 15%Agrostis tenuis 25% Festuca rubra commutata 10% Poa pratensis 50%

II miscuglio: Festuca rubra commutata 20% Lolium perenne 40% Poa pratensis 40%

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PRATO USO INTENSO

I miscuglio:Agrostis tenuis 15%Festuca rubra rubra 25%Lolium perenne 40% Poa pratensis 20%

II miscuglio: Agrostis stolonifera 15%Festuca arundinacea 15%Lolium perenne 40% Poa trivialis 30%

PRATO OMBREGGIATOAgrostis tenuis 15%Festuca ovina 30%Festuca rubra commutata 15%Poa nemoralis 20% Poa pratensis 20%

I tappeti   erbosi di Luca Inzaina

Le essenze da tappeto erboso appartengono per la quasi totalità alla famiglia delle Graminaceae. Di questo grande gruppo sistematico, comprendente circa 7.500 specie, fanno parte alcune sottofamiglie che riuniscono piante caratterizzate da un “habitus” vegetativo prostrato, meristemi basali, germogli con internodi basali corti e attitudine all’emissione di stoloni e di rizomi per la propagazione laterale.

I parametri climatici che influenzano principalmente la distribuzione geografica delle specie da tappeto erboso sono le temperature e le precipitazioni; sono questi due elementi a definire la distinzione fra i due grandi raggruppamenti delle essenze utilizzate: le microterme e le macroterme.

Tutte le specie utilizzate appartengono comunque alle tre primarie sottofamiglie: Festucoideae, Panicoideae, ed Eragrostoideae.

Fra i parametri distintivi delle diverse specie quelli più importanti sono:

Tessitura

Rappresenta la larghezza della lamina fogliare. Le pratiche colturali che maggiormente influenzano la tessitura sono l’altezza di taglio e le concimazioni. Densità di impianto e tessitura sono spesso parametri correlati: maggiore è la densità di piante e fusti sulla superficie, più fine è la tessitura.

Habitus vegetativo

Rappresenta la tipologia di crescita dei germogli. I tre tipi principali di portamento sono:

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cespitoso, quando le piante si accrescono e si espandono principalmente per accestimento, formando folti gruppi di culmi eretti;

rizomatoso, quando le piante si espandono in senso orizzontale attraverso i rizomi, fusti sotterranei che, crescendo lateralmente, danno luogo a nuovi individui lontani dalla pianta madre;

stolonifero, quando la crescita orizzontale avviene tramite gli stoloni. L’attitudine stolonifera è tipica di Agrostis stolonifera tra le microterme e delle specie macroterme.

Vediamo ora una analisi particolareggiata delle diverse specie.

Le microterme

Rizomi

Le microterme sono rappresentate dalle specie di Graminaceae da tappeto erboso nelle quali le fasi di maggiore crescita attiva si verificano durante il periodo più fresco della stagione vegetativa, quando le temperature sono comprese tra i 15° ed i 23° C; durante la stagione calda possono entrare in dormienza e subire danneggiamenti.

Includono specie appartenenti alla sottofamiglia delle Festucoideae, per lo più piante longidiurne, nelle quali l’iniziazione fiorale deve essere preceduta da vernalizzazione ed accompagnata da notti fresche. Le infiorescenze sono solitamente panicoli ma, occasionalmente, racemi o spighe.

Le specie da tappeto erboso utilizzate in Italia appartengono, tradizionalmente, al gruppo delle microterme. Il loro utilizzo nel nostro paese è dovuto alla tipologia climatica alla quale è riconducibile la maggior parte del territorio. Le temperature invernali raggiungono e mantengono per lunghi periodi valori prossimi agli 0° C; le estati sono caratterizzate da temperature che raggiungono o superano anche i 35° C. Le precipitazioni medie sono di 900 mm/anno, distribuite prevalentemente nel periodo autunno-primaverile.

La situazione orografica della nostra penisola determina la presenza di situazioni estremamente diversificate tra loro: nell’ambito di un clima definito sub-tropicale, si riscontrano variazioni significative, da regione a regione, sia per quanto riguarda le precipitazioni medie annue, sia per i valori minimi e massimi delle temperature.

Questa variabilità non limita comunque l’utilizzo delle essenze microterme, fra le quali si trovano specie con esigenze climatiche talmente diversificate da offrire una copertura del territorio pressoché completa. La scelta delle essenze deve comunque essere guidata dalla valutazione attenta delle caratteristiche delle diverse specie e cultivar per parametri quali velocità di insediamento e dinamica della densità nel tempo.

Genere Festuca

Festuca Rubra

Comprende circa 100 specie, fra le quali intercorrono numerose differenze di longevità, tessitura e habitus vegetativo. È suddiviso in due sottogruppi: le festuche a tessitura grossolana (F. elatior e F. arundinacea) e quelle a tessitura fine (F. rubra rubra, F. rubra commutata, F. rubra tricophilla e F. ovina).

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Festuca rubra rubra e Festuca rubra tricophilla formano un tappeto molto compatto, uniforme e con tessitura finissima, di colore variabile dal verde al verde scuro. Il tasso di crescita verticale è più basso di molte altre microterme. L’apparato epigeo è fibroso ed estremamente denso, formato anche da una certa quantità di rizomi.

La sua adattabilità agli ambienti ombreggiati è superiore a quella della maggior parte delle altre microterme, sebbene la qualità del manto erboso risulti comunque migliore in condizioni di piena insolazione. La sua persistenza nelle regioni caldo-umide è scarsa, a causa della bassa tolleranza alle alte temperature. Si adatta bene a suoli asciutti, sabbiosi e con pH compreso fra 5,5 e 6,5. Non tollera i terreni umidi, scarsamente drenati e salini. Le sue prestazioni nei tappeti erbosi sportivi sono piuttosto scarse, a causa del debole apparato epigeo e della bassa capacità di recupero.

Festuca arundinacea: è una pianta originariamente con fogliame a tessitura grossolana (selezioni recenti hanno prodotto cultivar molto fini) e, sebbene possieda corti rizomi, è a portamento prevalentemente cespitoso; è considerata una buona specie da tappeto erboso, ma può diventare infestante di prati a tessitura fine.

Portamento cespitoso

È una perennante a lunga persistenza quando la sua coltivazione avviene nelle zone di transizione fra le regioni temperato-umide e fresco-umide; nelle zone più fresche di queste ultime è soggetta, però, a danni da basse temperature e tende ad accorciare il suo ciclo vitale.

La F. arundinacea, fra le specie microterme, è la più resistente alla siccità, tanto da poter essere paragonata, per quanto riguarda questo carattere, ad alcune specie macroterme; questa sua caratteristica è dovuta ad un intenso e rapido approfondimento dell’apparato radicale. Durante i periodi di stress da elevate temperature, nonostante la crescita dell’apparato fogliare diminuisca, è comunque in grado di mantenere una buona qualità di colorazione.

Il portamento cespitoso e la tessitura grossolana, considerati caratteri negativi per gli usi ornamentali e sportivi, si esaltano quando la densità di semina è bassa o nelle consociazioni dove la percentuale in peso del seme di F. arundinacea sia minore del 70%. La sua resistenza al calpestio è molto elevata e la tolleranza all’ombra è buona.

Genere Lolium

Il genere Lolium comprende una decina di specie, distribuite principalmente nelle zone temperate; le due specie utilizzate per i tappeti erbosi sono il Lolium perenne e, in minor misura, Lolium multiflorum.

Lolium perenne (nome comune: loglio, loietto): caratterizzato da portamento cespitoso e tessitura piuttosto fine. Il suo ciclo biologico tende ad esaurirsi nell’arco di un anno quando l’ambiente è caratterizzato da inverni estremamente rigidi ed estati siccitose, mentre in condizioni climatiche intermedie, con inverni miti ed estati fresche ed umide, può protrarsi per alcuni anni. Il L. perenne è, fra tutte le microterme, la specie con minor resistenza alle basse temperature. L’adattabilità ad ombreggiamenti parziali è buona. La resistenza alla siccità è discreta in confronto ad altre microterme.

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Sebbene la sua adattabilità a diversi tipi di substrato ne consenta la coltivazione su suoli di differente composizione, le sue qualità sono esaltate da terreni freschi, leggermente acidi e con fertilità medio-alta. L’utilizzo di L. perenne come componente dei miscugli è molto diffuso in tutte le situazioni nelle quali sia richiesto un tappeto erboso a rapido insediamento e un buon grado di stabilizzazione del terreno; per prati sportivi e sottoposti ad intenso traffico, viene spesso consociato a Poa pratensis; presenta infatti molte affinità con questa specie per quanto riguarda le caratteristiche di tessitura e colorazione, anche se il suo aspetto estetico dopo il taglio è inferiore.

Talvolta la semina di L. perenne è effettuata in purezza, in particolare nelle occasioni in cui sia richiesta una copertura vegetale nei tempi più brevi possibili, ma per la quale non si preveda una lunga durata.

Genere Poa

Comprende più di duecento specie ampiamente distribuite nelle zone a clima fresco-umido.

Poa pratensis (nome comune: erba fienarola): si tratta di una specie rizomatosa, per la quale esistono differenze estreme fra cultivar diverse per le caratteristiche di densità, colore, tessitura e resistenza alle malattie.

In linea generale si tratta di una specie perenne con una moderata resistenza alle alte temperature ed allo stress idrico; da queste condizioni si difende, comunque, attraverso l’entrata in dormienza. La successiva ripresa vegetativa si attua mediante l’emissione di nuovi germogli dalle gemme presenti sui rizomi e dalla ripresa dell’attività dei meristemi basali, non appena l’umidità raggiunge livelli favorevoli. La resistenza alle basse temperature, la colorazione invernale e la ripresa vegetativa primaverile, sono piuttosto buone.

La sua adattabilità al substrato è limitata ai suoli umidi, ben drenati e con pH neutro-subacido. È largamente utilizzata nelle diverse tipologie di tappeti erbosi (eccetto i green), spesso in consociazione con L.perenne e F.rubra.

Le macroterme

Si definiscono macroterme le specie di graminacee da tappeto erboso che presentano un optimum di temperatura compreso fra i 27 ed i 35°C. Le temperature di base per l’accrescimento variano, secondo differenze inter ed intraspecifiche, fra gli 0° ed i 13°C, sebbene la maggior parte delle specie, al raggiungimento di queste temperature, metta in atto un meccanismo di sopravvivenza, detto “dormienza”, caratterizzato visivamente dalla perdita di clorofilla nei tessuti (le piante diventano gialle e/o marroni).

Stoloni

Le macroterme sono caratterizzate da un habitus vegetativo stolonifero e rizomatoso, che conferisce una aggressività nell’insediamento e nello sviluppo estremamente elevata; le conseguenze di questa attitudine sono rappresentate da una sostanziale maggiore tolleranza al traffico, da una grande aggressività verso le infestanti, da una maggiore

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capacità di recupero e alcune di esse (ad es. Cynodon spp.) dall’ottima adattabilità ad altezze di taglio ridotte.

Le macroterme utilizzate per i tappeti erbosi appartengono alle sottofamiglie delle Eragrostoideae e delle Panicoideae. Le principali specie utilizzabili in Italia sono:

Genere Cynodon

Questo genere, comprendente una decina di specie, è uno dei più importanti e diffusi fra le macroterme. La maggior parte delle specie appartenenti al genere Cynodon utilizzate per i prati hanno avuto origine nell’Africa orientale, distribuendosi successivamente in tutte le zone a clima tropicale e subtropicale. Nelle nostre regioni, alcune di queste specie sono infestanti delle colture erbacee a ciclo primaverile-estivo.

Cynodon dactylon (nome comune: gramigna, zizzania): si tratta di una specie estremamente variabile, all’interno della quale si possono individuare ecotipi e varietà che presentano notevoli differenze per quanto riguarda colore, tessitura, densità, vigore ed adattabilità all’ambiente . L’habitus vegetativo è prostrato, con un intrico di stoloni e rizomi a formare una cotica erbosa molto fitta.

Questa specie perenne, largamente diffusa nelle regioni temperato-umide e temperato-semiaride del globo, è caratterizzata da una eccezionale resistenza al caldo ed alla siccità; per contro, la sua tolleranza al freddo ed alle condizioni di scarsa insolazione è bassa. Per questo motivo, l’uso di C. dactylon è limitato nelle aree nelle quali alberi o altre barriere alla luce determinano la presenza di zone d’ombra; in queste situazioni la percentuale di copertura del terreno da parte delle piante diminuisce rapidamente.

I limiti estremi della sua diffusione coincidono con le zone nelle quali le temperature minime non scendono sotto i -3/-4 °C; fino a questi valori C. dactylon è in grado di mettere in atto un meccanismo di tolleranza al freddo, che consente la sopravvivenza dei tessuti meristematici.

Questo meccanimo, detto dormienza, inizia in autunno, non appena le temperature calano, per continuare nei mesi successivi e giungere al culmine in corrispondenza della prima gelata, dopo la quale i fusti e le foglie diventano giallo-marrone. C. dactylon si sviluppa in maniera ottimale in terreni fertili, ben drenati e di tessitura relativamente fine, con pH compresi fra 5,5 e 7,5. La sua crescita in suoli asfittici è ridotta; la tolleranza alla salinità è discreta.

Cynodon transvaalensis: è la specie a tessitura più fine e densità maggiore fra tutte le gramigne; si propaga attraverso stoloni molto sottili con internodi brevi e rizomi corti e carnosi.

Cynodon dactylon x transvaalensis: questi ibridi interspecifici naturali, dei quali esistono attualmente numerose varietà, sono stati sottoposti a lunghi lavori di selezione per ottenere genotipi con una maggiore adattabilità alle zone climatiche di transizione e con un buon grado di finezza fogliare. La loro propagazione avviene esclusivamente per via vegetativa.

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Genere Paspalum

Questo genere comprende circa 400 specie, delle quali esclusivamente due sono utilizzate per i tappeti erbosi, Paspalum notatum e Paspalum vaginatum.

Paspalum notatum: è una specie nativa delle coste orientali del Sud America; la tessitura fogliare è grossolana, il portamento eretto e forma coperture molto fitte. Si propaga attraverso rizomi e stoloni corti e schiacciati; l’apparato radicale è molto esteso e profondo. La propagazione avviene principalmente per via gamica, grazie alla sua abbondante produzione di seme. Ha buona tolleranza all’ombra, alla siccità ed al calpestio. Si adatta perfettamente ai suoli aridi, sabbiosi e poveri di sostanza organica.

Paspalum vaginatum

Paspalum vaginatum: questa specie, nativa delle coste occidentali dell’America centrale, è attualmente diffusa in tutto il mondo. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle dune sabbiose e dalle spiagge, dove è sottoposto all’azione dell’acqua marina, dell’aerosol e dalle periodiche inondazioni durante le tempeste. P.vaginatum è particolarmente interessante per le sue doti di straordinaria adattabilità al substrato: questa specie è infatti in grado di svilupparsi bene su terreni sabbiosi o argillosi, con pH da 4,0 a 9,8. La tessitura fogliare è variabile nei diversi ecotipi, da grossolana a fine; gli ecotipi a tessitura più fine possono essere utilizzati per la realizzazione dei green nei campi da golf, allevati ad altezze di taglio variabili fra i 3 ed i 6 mm. La sua adattabilità all’ombra è scarsa (si riduce notevolmente la densità) e la resistenza al freddo è discreta. La propagazione avviene esclusivamente per via vegetativa.

Genere Zoysia

Tre fra le cinque specie appartenenti a questo genere sono utilizzate per la realizzazione di tappeti erbosi nelle regioni a clima caldo-umido e temperato. Si tratta di specie native delle regioni dell’Asia orientale, diffuse successivamente, tramite l’intervento antropico, in tutta la fascia tropicale e subtropicale.

Stenotaphrum secundatum

Le Zoysie sono caratterizzate da:

formazione di un manto erboso estremamente denso e compatto e da crescita molto lenta. Il folto intreccio di stoloni e rizomi forma una coltre praticamente impenetrabile dai semi delle infestanti.

bassa velocità di insediamento e capacità di recupero dei danni, a causa del basso tasso di crescita dei germogli e degli stoloni.

eccellente tolleranza alla siccità e al caldo. Sebbene siano relativamente resistenti alle basse temperature, le Zoysie non prosperano bene nelle regioni con estati brevi o fredde.

buona tolleranza all’ombra quando la loro coltivazione è effettuata nelle regioni caldo-umide.

tolleranza al freddo. Grazie alla loro tolleranza al freddo, possono essere coltivate con successo anche nelle regioni temperate. Nelle condizioni ambientali dell’Italia

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centrale, le Zoysie trattengono più a lungo il colore durante l’inverno di tutte le altre macroterme .

ottima resistenza al calpestio. La consistenza dura e rigida delle foglie e degli steli conferisce alle Zoysie, in piena attività vegetativa, la maggiore resistenza al calpestio tra tutte le macroterme.

buona tolleranza alla salinità.

Le Zoysie si sviluppano in maniera ottimale su terreni ben drenati e con pH compreso fra 6 e 7. La loro propagazione avviene prevalentemente per via vegetativa. Zoysia japonica: è la specie più resistente alle basse temperature; la tessitura fogliare è media e la densità è inferiore rispetto alle altre specie di Zoysia.

Zoysia tenuifolia: è la specie a tessitura più fine, densità maggiore e crescita più lenta di tutte le Zoysie. Quando è usata in zone tropicali e subtropicali, solitamente non viene sottoposta a tagli di manutenzione e forma superfici dal caratteristico aspetto irregolare.

Zoysia japonica x tenuifolia: questo ibrido interspecifico (una cultivar molto diffusa è “Emerald”), ha tessitura fine, colorazione scura ed ottimo aspetto estetico, ma la sua resistenza al freddo è inferiore a quella di Z. japonica.

Stenotaphrum secundatum, Pennisetum clandestinum, Axonopus affinis e Buchlöe dactyloides sono altre specie interessanti che troveranno però difficilmente spazio nel nostro paese. Fra di esse particolare menzione la merita Stenotaphrum secundatum, una pianta dall'aggressività e dalla resistenza spaventosa, il cui aspetto estetico estremamente grossolano ne causa le relegazione a contesti assolutamente particolari, quali quelli delle naturalizzazioni e dei recuperi ambientali.

Microterme e macroterme a confronto

La realizzazione dei tappeti erbosi in Italia avviene quasi esclusivamente con essenze graminacee microterme; questa condizione si verifica e si mantiene da lungo tempo

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principalmente grazie alla buona adattabilità di queste specie alle condizioni ambientali del nostro paese, ma risulta limitante se si considera l’opportunità di inserire, perlomeno in alcune zone, le essenze macroterme. Fra di esse Zoysia spp., Paspalum vaginatum, Cynodon dactylon e Cynodon dactylon x transvaalensis si adattano ottimamente alla coltivazione in Italia centrale, sebbene durante il periodo invernale l’aspetto estetico si riduca notevolmente a causa della perdita di colore verde.

La possibilità di utilizzare nuove specie, con caratteristiche essenzialmente differenti da quelle delle microterme, non solo amplia l’orizzonte delle possibilità di scelta, ma, grazie alle caratteristiche proprie di queste specie, conferisce l’opportunità di introdurre la cultura del prato ornamentale in situazioni ambientali ed economiche più svantaggiate. Una accurata selezione delle specie per le aree con problematiche ambientali è una strategia da adottare il prima possibile: specie con tolleranza a molteplici condizioni di stress diventano la chiave per il successo delle tecniche di gestione compatibile.

Principali differenze fra micro- e macroterme:

Consumi idrici

La resistenza alla siccità è uno dei fattori maggiormente limitanti lo sviluppo dei tappeti erbosi, in particolar modo nelle aree urbane, dove la disponibilità di acqua per l’irrigazione è sempre piuttosto limitata. Una strategia attuabile per ridurre la necessità di irrigare consiste nell’utilizzare specie e cultivar resistenti alla siccità. Iil quantitativo di acqua di cui le macroterme hanno bisogno è inferiore rispetto a quello delle microterme in percentuali variabili dal 20 al 45. Questa differenza è data, oltre che dal differente meccanismo fisiologico, dalla morfologia delle piante (angolo di inserzione fogliare, larghezza della lamina, presenza di peli e cuticole, tipologia di apparato radicale).

Resistenza alla salinita'

Nel caso in cui, invece, la disponibilità idrica sia quantitativamente sufficiente ma qualitativamente scarsa, le macroterme offrono ulteriori garanzie di buoni risultati. Per quanto concerne, ad esempio, la resistenza alla salinità (sia dell’acqua che del terreno), le specie di questo gruppo superano tutte le microterme, grazie a meccanismi che consentono loro di tollerare elevate pressioni osmotiche . Attenzione particolare merita Paspalum vaginatum, per la cui irrigazione è possibile utilizzare acque a contenuto di sale elevatissimo (tollera l’acqua marina) o parzialmente inquinate, incluse quelle contenenti metalli pesanti.

Resistenza alle basse temperature

Prima dell’arrivo della stagione fredda le graminacee da tappeto erboso avviano una serie di processi fisiologici fondamentali; questi sono rappresentati da rallentamento della crescita, aumento delle riserve di carboidrati e riduzione del contenuto idrico dei tessuti. Mentre nelle microterme questi processi non causano mai un arresto completo della crescita, nelle macroterme si instaura un vero e proprio meccanismo di dormienza/stasi vegetativa che comporta la cessazione delle funzioni metaboliche (compresa la produzione di clorofilla), determinante l’arresto della crescita e la perdita di colore.

Le condizioni ambientali che aumentano i rischi di danni da freddo sono:

terreno umido o bagnato

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superficie della coltura ombreggiata abbassamento repentino della temperatura gelate tardive tempi prolungati di esposizione alle basse temperature

I fattori colturali che influenzano la suscettibilità alle basse temperature sono:

drenaggio insufficiente della superficie coltivata altezze di taglio ridotte basso livello di potassio eccesso di azoto accumulo di feltro

Resistenza alle malattie

I principali problemi patologici che interessano le specie da tappeto erboso sono causati da funghi fitopatogeni; questi possono essere gli agenti causali di malattie che si sviluppano causando:

distruzione del contenuto delle cellule ospiti interruzione dei processi metabolici, di fotosintesi e di respirazione delle cellule

ospiti, attraverso la secrezione di tossine, enzimi o regolatori di crescita blocco dei sistemi di trasporto dei carboidrati, delle sostanze minerali e dell’acqua

nei tessuti conduttori

Nei casi in cui l’attacco fungino porti ad un deterioramento della qualità della superficie inerbita e, soprattutto negli ambiti dove le risorse economiche lo consentono, si rivela spesso necessaria l’adozione di misure di lotta dirette. Un approccio alternativo all’uso di prodotti anticrittogamici è rappresentato dall’impiego di specie e varietà più resistenti alle malattie. Anche per quanto riguarda questo aspetto, le macroterme risultano, complessivamente, migliori delle microterme.

Stolonizzazione

Fabbisogno nutrizionale

Il prelievo di elementi nutritivi dal terreno è determinato dalle caratteristiche e dalle condizioni dell’apparato radicale e del suolo; per quanto riguarda l’apparato ipogeo, i fattori più importanti sono rappresentati dalla profondità e dall’estensione laterale delle radici, in particolare per l’intercettazione di elementi poco mobili nel suolo, come il fosforo. Un secondo fattore è l’energia ottenibile dalla respirazione radicale; un’adeguata quota di respirazione si mantiene assicurando una riserva sufficiente di ossigeno nel suolo ed un optimum di temperatura per l’attività radicale.

Nell’ambito delle macroterme, soggette ad un periodo più o meno prolungato di dormienza invernale, risulta che azoto, fosforo e potassio giocano un ruolo fondamentale nella resistenza al freddo, quando combinati nelle giuste proporzioni. Piante che ricevono fertilizzazioni autunnali a base di solo azoto sono meno resistenti alle basse temperature, mentre la resistenza aumenta quando vengono somministrati fosforo e potassio. Concimazioni effettuate in tarda estate - inizio autunno, oltre a ridurre la probabilità di danni da freddo, inducono una velocità maggiore nella ripresa vegetativa primaverile,

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probabilmente grazie all’accumulo di sostanze nutritive che si rendono immediatamente disponibili non appena le temperature si innalzano.

Resistenza al calpestio

Le macroterme, grazie alla tipologia di habitus vegetativo, alla rigidità fogliare e alla maggiore densità, sono più resistenti al calpestio della maggior parte delle microterme.

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IdealeNorma DIN

Rsm 5.1 var. 2

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Furia

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Confezione: sacchi kg 20

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molto tenaci• Studiato per consentire l’insediamento

di un tappeto a basedi festuche arundinacee

americane nel minor tempopossibile

 

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BLEND MONOSPECIFICI

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BelleNorma DIN Rsm

3.2

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Dose: 40-50 gr/mqConfezione: sacchi kg 20

 

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OverseederNorma DIN Rsm

3.2

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Rigenerazione impiantigolfistici e sportiviDose: 40-50 gr/mq

Confezione: sacchi kg 20

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• Colore verde chiaro,"maschera" la Poa annua

• Contiene endofiti;alta tolleranza agli stress

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SuperballNorma DIN Rsm

3.2

Blend di Lolium perenne:

per prati sportivi aintenso calpestio

Rigenerazione impiantisportivi

Dose: 40-50 gr/mqConfezione: sacchi kg 20

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• Tolleranza in germinazioneagli stress idrico-termici• Elevata competitività

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nei periodi di campionato

Tall BlendBlend di Festuche

arundinacee

Per ambienti difficili:verde scuro

Rigenerazione parchi e giardiniin zone difficili

Dose: 40-50 gr/mqConfezione: sacchi kg 20

Seminare con temperaturecostanti sopra i 12 °C

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dei culmi• Ottimo per le rigenerazioni

dei campi sportivinel centro sud