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Il Movimento Cranio Sacrale Argomenti: 1) Definizione MCS. 2) I 5 elementi del MCS. 3) Motore. 4) LCR. 5) MTR. 6)Cranio. 7)Sacro. 8)Lesioni e adattamenti. di Gugliemo Donnaquio D.O. Pubblicato su Tuttosteopatia.it : GG/MM/AAAA Il Movimento Cranio Sacrale 1) Definizione MCS 2) I 5 elementi del MCS 3) Motore 4) LCR 5) MTR 6) Cranio 7) Sacro 8) Lesioni e adattamenti MCS Il Movimento Cranio Sacrale è l’espressione tessutale di tutta una serie di adattamenti e passaggi specifici, che si ripetono da sempre. Secondo i principi Biodinamici, l’unica branca dell’Osteopatia a spingersi in una spiegazione completa, dal Motore Immobile o Dinamic Stillness, essenza definita esclusivamente dalla sua presenza: Dio, Natura, Biologia o altro, si sviluppa una Energia Pulsante, la Lunga Marea che a contatto con la Materia, sviluppa l’Allumage, l’Ignition o Scintilla che innesca la Vita nella Materia e nello specifico nell’Ovulo Femminile Fecondato dallo Sperma Maschile. Per definizione l’Ignition è “l’accensione del motore della vita, una scintilla elettrica generata dal Soffio della Vita”. Da questo stadio si sviluppa tutta una serie di cambiamenti nella vita cellulare dell’Ovulo Fecondato, dapprima ingrandisce il suo Citoplasma, poi sparisce la Membrana Nucleare e così via fino ad arrivare alla prima Divisione Cellulare. Questi cambiamenti non sono dettati da Geni Specifici ma dalla Lunga Marea stessa, sono quindi dettati direttamente dal Motore Immobile; è lo Stadio dei Liquidi che nel loro movimento creano delle direzioni facilitate di crescita e sviluppo cellulare i cosiddetti Corpi Fluidi. I Corpi Fluidi, vere e proprie direzioni obbligate per le cellule, dapprima producono i Foglietti Embrionari e poi collaborano con l’Azione Genetica nel messa in situ del Movimento Embrionario Sviluppo MCS Sviluppo MCS VITA INTRAUTERINA VITA INTRAUTERINA TEMPO DEI LIQUIDI MOVIMENTO EMBRIONARIO MOVIMENTO CRANIO SACALE 0 19°-21° giorno 5°mese Compressione Colpo di frusta Dal “Momento Zero” al 14° giorno di vita intrauterina si ha la migrazione cellulare, quello che formerà i tre Foglietti Embrionari: Endotelio, Mesotelio ed Ectotelio. La fine di questo processo di sviluppo è la Gastrulazione, con la formazione e il posizionamento dei tre Foglietti.

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  • Il Movimento Cranio Sacrale

    Argomenti: 1) Definizione MCS. 2) I 5 elementi del MCS. 3) Motore. 4) LCR. 5) MTR. 6)Cranio. 7)Sacro. 8)Lesioni e adattamenti. di Gugliemo Donnaquio D.O. Pubblicato su Tuttosteopatia.it : GG/MM/AAAA Il Movimento Cranio Sacrale

    1) Definizione MCS 2) I 5 elementi del MCS 3) Motore 4) LCR 5) MTR 6) Cranio 7) Sacro 8) Lesioni e adattamenti

    MCS Il Movimento Cranio Sacrale è l’espressione tessutale di tutta una serie di adattamenti e passaggi specifici, che si ripetono da sempre. Secondo i principi Biodinamici, l’unica branca dell’Osteopatia a spingersi in una spiegazione completa, dal Motore Immobile o Dinamic Stillness, essenza definita esclusivamente dalla sua presenza: Dio, Natura, Biologia o altro, si sviluppa una Energia Pulsante, la Lunga Marea che a contatto con la Materia, sviluppa l’Allumage, l’Ignition o Scintilla che innesca la Vita nella Materia e nello specifico nell’Ovulo Femminile Fecondato dallo Sperma Maschile. Per definizione l’Ignition è “l’accensione del motore della vita, una scintilla elettrica generata dal Soffio della Vita”. Da questo stadio si sviluppa tutta una serie di cambiamenti nella vita cellulare dell’Ovulo Fecondato, dapprima ingrandisce il suo Citoplasma, poi sparisce la Membrana Nucleare e così via fino ad arrivare alla prima Divisione Cellulare. Questi cambiamenti non sono dettati da Geni Specifici ma dalla Lunga Marea stessa, sono quindi dettati direttamente dal Motore Immobile; è lo Stadio dei Liquidi che nel loro movimento creano delle direzioni facilitate di crescita e sviluppo cellulare i cosiddetti Corpi Fluidi. I Corpi Fluidi, vere e proprie direzioni obbligate per le cellule, dapprima producono i Foglietti Embrionari e poi collaborano con l’Azione Genetica nel messa in situ del Movimento Embrionario

    Sviluppo MCSSviluppo MCS

    VITA INTRAUTERINAVITA INTRAUTERINA

    TEMPO DEI LIQUIDI

    MOVIMENTO EMBRIONARIO

    MOVIMENTO CRANIO SACALE

    0 19°-21°giorno

    5°mese

    Compressione Colpo di frusta

    Dal “Momento Zero” al 14° giorno di vita intrauterina si ha la migrazione cellulare, quello che formerà i tre Foglietti Embrionari: Endotelio, Mesotelio ed Ectotelio. La fine di questo processo di sviluppo è la Gastrulazione, con la formazione e il posizionamento dei tre Foglietti.

  • Dal 14° al 19°-21° giorno si ha la formazione della Notocorda o Midline, con questa azione termina lo Stadio o il Tempo dei Liquidi e inizia lo Stadio del Movimento Embrionario propriamente detto, con l’azione diretta del Corredo Genetico. Dal Giorno Zero al Giorno 21 i Geni non intervengono, lo sviluppo è indotto dalla Lunga Marea che crea cambiamenti, prima sulla componente Liquida della Cellula, dopo sulla Morula. Solo a 5 mesi di Vita Intrauterina inizia il Movimento Cranio Sacrale, inizia con un proprio Ritmo, Ampiezza e Qualità, distinto per la prima volta da quello della Madre. Solo quando tutti gli organo sono formati e posizionati il bambino può produrre il proprio MCS, inizio della sua autonomia che lo porterà ad allontanarsi sempre di più dalla Madre. Fondamentale per lo sviluppo del MCS la maturità della Struttura Organica e la messa in funzione della Ghiandole Surrenali, che iniziano la loro funzione esattamente al 5° mese di vita intrauterina. Ciò rappresenta l’inizio della nostra vita emotiva, iniziamo a reagire con l’ambiente attraverso le nostre emozioni.

    SCINTILLA VITALE

    Movimento Cranio Sacrale-Energia Potenziale

    MOTORE IMMOBILE

    LUNGA MAREA

    MeccanismoCranio-SacraleEnergia Cinetica

    ALLUMAGE

    Esistono differenze tra quello che possiamo definire MCS Potenziale e il MCS Cinetico. Il MCS Potenziale è il movimento che si esprime prima dello stadio di Allumage, quindi rappresentato dalla Lunga Marea e dal suo still point il Motore Immobile. Il MCS Cinetico è l’espressione nei tessuti viventi del movimento precedente ed è l’insieme di tutta una serie di movimenti indotti, che ne costituiscono la struttura e che formano il Motore del MCS Cinetico stesso.

  • OSSO

    MTR

    LCR

    MOTORESOFFIO VITALERESPIRO DELLA VITA

    MIDLINE

    MECCANISMO CRANIOSACRALE

    Come il Meccanismo Cranio Sacrale si manifesta in superficie-Energia Cinetica

    FASCIA

    Il Movimento Cranio Sacrale prevede un Motore; un sistema di trasmissione pluridirezionale, LCR; un sistema di distribuzione specifico, MTR; e un ricevente, il Cranio e l’Osso Sacro. Il Motore è il SNC, ma esso è a sua volta espressione:

    - MCS Potenziale - Movimento Embriologico - Movimento Arterioso - Movimento Venoso - Movimento legato alla Respirazione Toracica - Fluttuazione del LCR

    Per cui l’espansione e il ritorno del SNC è a sua volte frutto di tutta una serie di passaggi specifici, questo implica che il Movimento del SNC può andare in lesione alterando la funzione dell’organo stesso, visto che il SNC è la nostra centralina di comando, esso in lesione può alterare il controllo della nostra vita sia relazionale con gli altri che con noi stessi. Ecco perché alla domanda: “ quando fare Osteopatia Cranica?” La risposta è: “ Sempre!” Concettualmente si intende, quindi: Movimento Cranio Sacrale Potenziale: tutto ciò che esiste prima dell’Allumage. Movimento Cranio Sacrale Cinetico: è l’espressione tessutale del precedente e possiede caratteristiche di Ritmo, Ampiezza e Qualità. Meccanismo Cranio Sacrale: è l’insieme dei 5 elementi visti come ingranaggi di una funzione. Sistema Cranio Sacrale: è l’organo che produce il MCS Cinetico ed è il Cranio, la Colonna Vertebrale e l’Osso Sacro, con tutto gli annessi tessutali del Sistema.

  • SISTEMA CRANIO SACRALE

    SFERA ANTERIORE

    DISCHI INTERVERTEBRALIMANDIBOLA

    SFERA POSTERIORE

    OSSO SACROIl sistema prevede LivelliAmmortizzanti: Dischi Intervertebrali, Occlusione

    Il sistema prevede vari livelli di adattamento, questi sono tutte le strutture orizzontali del sistema stesso. Tutte le strutture orizzontali (occlusione, dischi intevertebrali, atm, ssb) per mantenere il sistema in funzione possono perdere di Verticalità sotto l’azione e il controllo delle MTR. Per cui tutti gli adattamenti a questo livello e su queste strutture non sono lesioni, ma meccanismi di difesa del MCS Cinetico.

    TORNA SU ▲ I 5 ELEMENTI DEL MCS Il Movimento Cranio Sacrale può evidenziarsi nei tessuti viventi grazie al Sistema Cranio Sacrale. Il Sistema prevede: il Cranio con le sue due sfere, il Sacro tra le Ali Iliache e la Quinta Vertebra Lombare, la Dura Madre che collega tutto e sistemi tampone come i Dischi Intervertebrali e l’Occlusione. Il Sistema comprende il Meccanismo Cranio Sacrale, che sostanzialmente è come una serie di ingranaggi di un orologio biologico che gestisce ed è influenzato dalla nostra vita quotidiana. Scandisce, coordina e dirige le nostre reazioni Neurovegetative ed è dipendente dalle nostre necessità Emotive e Biologiche. Il Sistema è formato da 5 Elementi:

    1) Motilità del SNC 2) Fluttuazione del LCR 3) Tensione delle MTR 4) Motilità e Mobilità delle Ossa Craniche 5) Motilità e Mobilità dell’Osso Sacro

    L’Allumage è la frontiera tra la Respirazione Primaria e l’organizzazione della Materia in Organismo Vivente. Il passaggio Biologico è la Fecondazione. L’Organismo Vivente a sua volta si organizza in Forma, che prevede due aspetti distinti ed estremamente dipendenti: la Funzione e la Struttura.

  • QUIETE DINAMICA

    SOFFIO DELLA VITA

    ALLUMAGE

    FORMAFunzione Struttura

    RESPIRAZIONE

    PRIMARIA

    La Funzione-Struttura si organizza intorno alla Notocorda o Midline, che mantiene per tutta la vita la sua reattività elettromagnetica rispetto alla verticalità, da qui nasce tutta la Terapia Polare di Nicholas Handoll D.O. e i Test Sulla Verticalità di Tensione e di Pressione, tra cui il più famoso è il Test degli Archi o come viene definito di Barral. La Notocorda nasce già sulla Placca Neurale Embriologica e si sviluppa nel Movimento dei Foglietti Embrionari, da questa struttura si crea tutto il SNC con il suo movimento e stadio per stadio tutto l’Organismo. Dal SNC con il suo movimento compare a 5 Mesi di Vita Intrauterina il MCS.

    TORNA SU ▲

    MOTORE Nella tradizione Biomeccanica del concetto Cranio-Sacrale il Motore è definito come la Motilità Inerente del SNC. Su questo punto centrale è giustificato da tutta una letteratura di eminenti Osteopati, che portano ipotesi sensate, per dimostrare l’esistenza di questo movimento di espansione e di ritorno del Cervello. Al di là delle varie teorie che, comunque evidenziano l’importanza dell’apporto Arterioso e della produzione del LCR in rapporto alle Suture della Volta, l’espansione del SNC è il fulcro dei 5 Elementi del MCS.

  • L’espansione del SNC è l’espressione della funzione dell’organo cervello, nel senso che, se è vero che il movimento è vita e sintomo di salute, più il SNC avrà la sua capacità fisiologica e più potrà svolgere correttamente le sue funzioni. Funzioni che spaziano dalle capacità cognitivo-intelletuali, alle emotivo-relazionali e al controllo neurologico del nostro mondo interno e di ciò che accade intorno a noi.

    Il controllo neurologico del mondo interno e ciò che accade intorno a noi, visto come insieme delle afferenze dall’esterno che devono essere valutate e tradotte dal SNC, sono sostanzialmente sotto la competenza del Sistema Nervoso Neurovegetativo, nel suo ritmo costante di Parasimpaticotonia e Ortosimpaticotonia. Il Cervello è una grande centralina che valuta e coordina tutta una serie di afferenze e di efferenze, che vengono tradotte attraverso la nostra Memoria Emotiva e ancora più importante attraverso la nostra Memoria Biologica. Questa è la funzione del Sistema Nervoso Automatico, quella di governarci completamente senza l’intervento della “Ragione”.

  • Possiamo intervenire su questo Organo e sulla sua Funzione, se viene interpretato, non come il Motore del SCS, ma come il risultato Tessutale di tutta una serie di movimenti, che sarà poi, a sua volta la spinta per il MCS. I movimenti a cui mi riferisco sono: - Diastole Sistole Cardiaca - Fluttuazione Longitudinale e Trasversale del LCR - Movimento Embriologico del SNC - Movimenti Biodinamici del SNC - Movimenti Polari del SNC Per cui liberando questi movimenti che sono integrati nella Motilità Inerente del SNC, diamo sicuramente più forza al Motore del MCS, ma anche miglioriamo la Funzione dell’Organo con tutte le conseguenze possibili su una enorme quantità di Patologie. Il mondo esterno viene osservato e analizzato attraverso i Nervi Cranici, che sono i nostri recettori sensoriali più sofisticati con il Tatto e la Propriocettività in generale. Le afferenze che passano attraverso i Nervi Cranici sono analizzate dalla nostra Memoria e solo allora vengono tradotte le informazioni, che a loro volta creano le nostre reazioni o di lotta e fuga o di tranquillità. Questa reazione di Lotta-Fuga (Ortosimpaticotonia) o di Tranquillità (Parasimpaticotonia) hanno un’azione precisa e importantissima sui nostri tessuti a seconda della loro derivazione Embriologica. A seconda del Tessuto interessato e del Sistema Neurovegetativo attivato, abbiamo Aree Cerebrali Specifiche attive che necessitano a seconda della finalità terapeutica di tecniche specifiche.

    FORMAFunzione e Struttura

    MovimentoDel SNC

    Movimento deiFluidi

    Movimento dei Tessuti

    Movimento Bio-Elettrico nelle Verticalità

    MIDLINE

    VITA

    Il Movimento del SNC è il centro dei 5 Elementi del MCS. Il Movimento del SNC viene captato dal LCR che lo distribuisce uniformemente all’esterno, le MTR lo ricevono e lo distribuiscono a inserzioni ossee specifiche, le ossa così stimolate sviluppano la loro fisiologia nello spazio. Come l’Allumage è la barriera tra la Respirazione Primaria e il Movimento Cranio Sacrale, le MTR sono la barriera all’interno dei 5 Elementi tra la Funzione e la Forma dell’Organismo Vivente. Infatti, dalla Motilità del SNC e dalla Fluttuazione del LCR, le MTR distribuiscono l’informazione alle Ossa che si sviluppano in Forma rispettando sia l’informazione Genetica che la dinamica del SNC e LCR. Questo rapporto inscindibile è un divenire continuo che plasma la nostra forma e la nostra struttura. Dalla spinta iniziale si aggiungono adattamenti costanti e sui Traumi ricevuti e sulle Necessità Biologiche di tutta una vita. Ecco perché esaminando la Forma, vista come Funzione e Struttura, abbiamo tra le mani la complessa totalità di un paziente. Ecco perché i padri dell’Osteopatia invitavano i loro allievi alla palpazione più delicata perché ciò che stava sotto le loro mani era e resta preziosissimo.

    TORNA SU ▲

  • L.C.R. Il Liquido Cefalo Rachidiano è un ultrafiltrato plasmatico composto essenzialmente da acqua (990/100), cloruri, albumina, glucosio, urea. Il Liquido Cefalo Rachidiano circonda il Nevrasse in tutta la sua estensione e riempie gli Spazi Sottoaracnoidei del Cranio e del Rachide. Il Liquido Cefalo Rachidiano è prodotto da un processo di filtrazione e secrezione che avviene all’interno di tessuti specializzati detti Plessi Coroidei, situati a livello del Tetto dei Ventricoli, circola nelle Vie Liquorali ed è riassorbito soprattutto a livello delle Granulazioni del Pacchioni o Villi Aracnoidei, che ritrovano a livello del Seno Longitudinale Superiore. Le Granulazioni svolgono la funzione di contatto tra l’ambiente Liquorale e l’ambiente Ematico, sono la via di riassorbimento e di passaggio, nella direzione Venosa del Liquido Cefalo Rachidiano.

    Nelle Cavità Cerebrali e nel canale Spinale sono contenuti circa 150 ml. di Liquido Cefalo Rachidiano, il suo volume totale viene sostituito, cioè prodotto e riassorbito, ogni 3-4 ore.

    Ventricoli Laterali

    Foro Interventricolare di Monro

    III° Ventricolo

    Acquedotto Cerebrale di Silvio

    IV° Ventricolo

    Foro di Luschka Foro di Magendie Foro Ependimale

    Spazio Subaracnoideo Canale Ependimale

    Confluenti Baso-Craniche Cul di Sacco Vertebrale

    Granulazioni Aracnoidee Vasi Linfatici e Venosi Schema Circolazione L.C.R.

  • Il Liquido Cefalo Rachidiano si produce come un ultrafiltrato ematico nei Plessi Coroidei localizzati nei Ventricoli Laterali, nel III° Ventricolo e nel IV° Ventricolo. La sua circolazione si sviluppa dai Ventricoli Laterali per arrivare al IV° Ventricolo, a questo livello viene indirizzato e nel Canale Ependimale, Midollo Spinale, e nello Spazio Sottoaracnoideo. In questo spazio si raccoglie in cisterne locate sulla faccia endocranica della SSB. La spinta di quest’ultima durante la sua fisiologia lo indirizza sulla superficie esterna del SNC, sia risalendo sulle Circonvoluzioni Cerebrali, dove poi sarà riassorbito; sia sulla superficie esterna del Midollo Spinale, dove poi sarà raccolto a livello del Cul di Scacco della Cauda Equina. A livello della Cauda Equina sarà la Tensione delle MTR a dinamizzare la sua Fluttuazione. Per questo motivo la SSB oltre a tutte le sue caratteristiche riveste il ruolo di Pompa Meccanica del L.C.R. L’insieme della Fisiologia della SSB, della dinamica delle MTR e della spinta del SNC produce nel L.C.R. una Fluttuazione. La Fluttuazione ha due direzioni specifiche: espansione trasversale e espansione longitudinale. L’espansione traversale, chiamata Fluttuazione Trasversale, corrisponde alla Flessione Cranica ed espande il Diametro Trasversale accorciando i Diametri Antero-Posteriore e Verticale. L’espansione longitudinale, chiamata Fluttuazione Longitudinale, corrisponde all’Estensione Cranica ed espande i Diametri Antero-Posteriore e Verticale accorciando il Diametro Trasversale. Il Diametro AnteroPosteriore e Verticale corrispondono al Diametro Longitudinale, in quanto Embriologicamente nascono insieme e solo in un secondo tempo si formano con l’instaurasi della Plicatura Cervicale. L’Alternarsi della Fluttuazione Longitudinale e Trasversale, che è prodotta dagli Elementi del MCS, potenzia il MCS stesso. Il LCR, inoltre, ha una sua Fluttuazione Intrinseca, il cosiddetto Fluido del Fluido, che deriva tra l’altro dalla reazione di Trasformazione del LCR del III° Ventricolo in rapporto con le strutture del SNC. In particolare la reazione Elettromagnetica del Nervo Ottico con il III° Ventricolo. La Trasformazione in termini Biodinamici è la capacità delle strutture di espandersi sotto le dita dell’Osteopata, questa capacità è legata all’espansione del Liquido presente nella struttura stessa. Il riferimento osseo del Sistema del LCR è l’Osso Parietale per il rapporto con i Ventricoli Laterali. Quindi il Test sulla Fluttuazione del Sistema è il Test dei Parietali, che può essere fatto in piedi, seduto e sdraiato. Semplicemente si ascolta la fisiologia dell’Osso Parietale e se c’è un deficit nella Fase di Flessione manca Fluttuazione Trasversale, se il deficit è nella Fase di Estensione manca Fluttuazione Longitudinale. Le Tecniche di Correzione sono il CV4, EV4, CV3. CV4 o Compressione del IV° Ventricolo è la tecnica elettiva per il deficit di Fluttuazione Trasversale, fondamentale essere corretti nell’Approccio e nella Sintonia. Per Approccio: correttezza nella posizione sul paziente e per Sintonia: essere precisamente a Livello del LCR. CV3 o Compressione del III° Ventricolo è la tecnica elettiva per il deficit di Fluttuazione Longitudinale, fondamentale i parametri per la tecnica precedente. EV4 o Espansione del IV° Ventricolo è la tecnica che sfrutta la Trasformazione del LCR, si può applicare ovunque, sul IV° Ventricolo è sostanzialmente come il CV3. La Fluttuazione del LCR oltre a darci in senso generale il concetto del Livello di Salute del paziente è il parametro che esprime la libertà del Funzionamento corretto del SNC e quindi del MCS nel suo concetto più ampio.

    TORNA SU ▲ M.T.R. Il Nevrasse è avvolto da alcuni involucri membranosi concentrici, chiamati meningi. Le meningi sono tre: la Dura Madre, La Pia madre e l’Aracnoide. Gli antichi anatomisti distinguevano una meninge dura, la dura madre, una meninge molle, la pia madre. Solo Bichat descrisse nelle meningi una meninge sierosa: l’aracnoide. Attualmente si considerano le meningi come una membrana suddivisa in due foglietti, meninge dura o Dura Madre (Pachimeninge) e meninge molle o Pia Madre (Leptomeninge), separate da una fessura che non è una cavità sierosa. La dura madre è costituita da strati robusti di tessuto fibroso e fibre elastiche. La meninge molle è un tessuto molto più lasso e si localizza tra la dura madre e il nevrasse. Tale tessuto, dalla parte dell’asse encefalico si condensa nella pia madre, mentre dalla parte della dura madre, si organizza per formare un foglietto, che prende il nome di aracnoide. Meninge dura Dura Madre

    Aracnoide

    Meninge molle Pia Madre Tra la pia madre e l’aracnoide si organizza lo Spazio Sottoaracnoideo.

  • Tra la dura madre e lo strato esterno della meninge molle, aracnoide, si trova uno spazio ristretto: lo Spazio Sottodurale o Subdurale. Per cui le formazioni meningee comprendono dall’esterno all’interno:

    • Dura Madre • Spazio Sottodurale • Aracnoide • Spazio Sottoaracnoideo • Pia Madre

    Per interesse osteopatico puramente scolastico la nostra attenzione si concentra sulla Dura Madre, tralasciando il resto del manicotto meningeo. Da ricordare, che il Liquido Cefalo-Rachidiano è contenuto nello Spazio Sottoaracnoideo e che la dura madre, in effetti, porta con se un concetto di trasmissione di informazioni meccaniche, nervose, energetiche, mentre la meninge molle ha più un aspetto metabolico e di terreno, anche per la vicinanza con Il L.C.R. Embriologicamente dal Mesoderma si sviluppa l’Ectomeninge e l’Endomeninge. Dall’Ectomeninge si sviluppa la Membrana Durale Esterna e la Membrana Durale Interna. Dalla Durale Esterna deriva il Periostio Esterno, Fascia del Muscolo Temporale e Fascia Cranica, e il Periostio Interno delle Ossa del Cranio. L’osso cranico in questa visione si sviluppa all’interno di queste due membrane dell’Ectomeninge. Dalla Durale Interna si sviluppano, in duplicazione tra gli emisferi: la Falce del Cervello, il Tentorio, la Falce del Cervelletto, la Guaina Durale Anteriore…Dall’Endomeninge, invece, si sviluppa la Leptomeninge, che produce l’Aracnoide e la Pia Madre. La durale esterna produce il manicotto periosteo del cranio, le due membrane sono collegate anatomicamente, e la durale periostea interna è adesa saldamente alla dura madre, è un sistema che si continua dall’interno del cranio al suo esterno. Ectoderma Ectomeninge Protoplasma Mesoderma Endoderma Endomeninge

    Muscolo Temporale Periostio Esterno

    Durale Esterna Fascia Cranica Ectomeninge Periostio Interno

    Durale Interna Si duplica tra i lobi e gli emisferi del cervello

    Falce del Cervello

    Tentorio Durale Interna Dura Madre

    Guaina Durale Anteriore (Arco Durale Anteriore)

    Falce del Cervelletto Pia Madre

    Endomeninge Leptomeninge Aracnoide Durale Periostea Esterna

    Sacco Durale Durale Periostea Interna Durale Meningea

    Il sacco durale è formato in ultima analisi dall’insieme della Durale Interna, Esterna e Meningea, visto che la durale meningea è la MTR, questo è il passaggio tra la funzione della SSB e la forma del Cranio. Dura Madre La dura madre è la più superficiale delle tre meningi inoltre è la più spessa e resistente. Si estende senza interruzione dalla volta del cranio fino all’osso sacro per terminare tramite il Filum Terminalis nel coccige. Scolasticamente si suddivide in due parti.

  • • Parte inferiore o spinale o Core Link. • Parte superiore o cranica.

    1) Core Link

    La dura madre spinale si presenta come un cilindro cavo, contenuto nel canale vertebrale. Avvolge il Midollo Spinale e il Bulbo, estendendosi in alto fino al Grande Forame Occipitale e in basso fino alla seconda terza Vertebra Sacrale. Ha dimensioni inferiori al canale vertebrale e maggiori del midollo spinale. Da ciò risulta che il midollo ha una certa libertà di spostamento all’interno del canale fibroso e che il core link occupi solo una parte del canale vertebrale. Di conseguenza il midollo è separato dal suo involucro fibroso mediante uno spazio circolare; la dura madre, a sua volta, si trova separata dalle pareti ossee da uno spazio analogo. Il primo di questi spazi è occupato dal LCR, il secondo, detto Spazio Epidurale è occupato dai plessi venosi del canale vertebrale e da grasso semifluido. Si descrivono nella dura madre spinale due superfici:

    • Superficie esterna • Superficie interna

    Si descrivono due estremità:

    • Estremità superiore • Estremità inferiore

    a) La Superficie Esterna

    Corrisponde ai vasi venosi e al grasso semifluido. In dietro non presenta connessioni, sia con la lamina vertebrale sia con i legamenti gialli. In avanti è collegata al legamento longitudinale posteriore da un sistema di prolungamenti fibrosi che si intensificano in prevalenza a livello cervicale e lombo-sacrale. Sui lati la dura madre fornisce ai nervi spinali prolungamenti sotto forma di involucri, Guaine Durali, che li avvolgono e li accompagnano fino all’uscita dal foro di coniugazione. A questo livello la dura madre produce l’Opercolo Fibroso, che è attraversato da fori, uno per la radice nervosa, uno per l’arteria, la vena e il relativo linfatico e uno per il rientro del primo nervo collaterale, il N. Ricorrente di Luskha. Dopo l’opercolo fibroso la guaina durale continua nelle due radici anteriore e posteriore del nervo spinale. Ricordiamo che ogni nervo spinale possiede due radici o branche, una anteriore e una posteriore, questa ultima provvista di un ganglio, ciascuna di queste radici riceve una guaina fibrosa propria dalla dura madre.

    b) La Superficie Interna Levigata e liscia corrisponde all’aracnoide. Esistono anche a questo livello tutta una serie di collegamenti fibrosi che collegano la dura madre alla pia madre. In avanti e dietro sono semplici filamenti; sui lati si organizzano in una membrana vera e propria: il Legamento Denticolato, che si estende per tutta l’altezza del midollo. Questi legamenti servono per mantenere il midollo spinale al centro del canale fibroso formato dalla dura madre.

    c) L’Estremità Superiore Si fissa saldamente sulla faccia posteriore del corpo di Atlante e sul contorno del Grande Forame Occipitale. Un poco al disotto del grande forame occipitale presenta due orifizi laterali per il passaggio delle rispettive Arterie Vertebrali.

    d) L’Estremità Inferiore Corrisponde al canale sacrale. Contiene il fascio degli ultimi nervi spinale, Cauda Equina, perché il midollo spinale termina all’altezza della seconda vertebra lombare. Dapprima il sacco è ampio, poi si restringe progressivamente per terminare a punta di cono, inserendosi a livello della seconda vertebra sacrale. Da qui si diparte il filum terminalis che arriva all’apice del coccige.

    2) Dura Madre Encefalica La dura madre encefalica è un involucro che avvolge l’encefalo e tappezza la scatola cranica, alla quale serve anche da periostio, in quanto si fonde con il periostio interno del cranio. Resistentissima è inestensibile sotto le trazioni istantanee, mentre, grazie alla sua componente di tessuto fibroso elastico ha un certo grado di estensibilità se trazionata leggermente. Si descrivono nella dura madre encefalica due superfici:

    • Superficie Esterna • Superficie Interna

    a) La Superficie Esterna

    Si applica alla parete interna del cranio e aderisce mediante prolungamenti fibrosi e vascolari. Tale aderenza è decisamente variabile. Relativamente debole nella regione della volta, dove esiste esclusivamente nella porzione endocranica delle suture, è decisamente forte a livello della base cranica. L’aderenza è massima nei seguenti punti: sulla Cristagalli, sul margine posteriore delle Piccole Ali dello Sfenoide, sulle Apofisi Clinoidee Anteriori e Posteriori, sul margine superiore della Rocca Petrosa, nella Doccia Basilare e nel contorno del Forame Magno. Come la dura madre spinale anche quella encefalica avvolge e fornisce la guaina ai nervi e ai vasi che fuoriescono dal cranio, li accompagnano nei rispettivi fori e poi se ne separano per continuare nel periostio extracranico. Questi prolungamenti contribuiscono ad aumentare l’aderenza della dura madre alla base del cranio.

    b) La Superficie Interna La superficie interna della dura madre è tappezzata dal foglietto parietale dell’aracnoide. Da questa superficie originano alcuni setti, che si interpongono tra le varie parti dell’encefalo. I setti sono sia verticali sia orizzontali. I setti orizzontali sono il Tentorio Cerebellare e la Tenda dell’Ipofisi, mentre i setti verticali sono la Falce del Cervello e la Falce del Cervelletto. Oltre a queste espansioni più importanti, esistono espansioni minori con caratteristiche precise, per esempio tutte le strutture durali che seguono le circonvoluzioni cerebrali, tra queste la più importante è la Guaina Durale Anteriore.

  • Tentorio Cerebellare Setto orizzontale

    Tenda dell’Ipofisi

    Falce del Cervello Setto verticale

    Falce del Cervelletto Setti secondari Guaina Durale Anteriore Tentorio Cerebellare Il tentorio è un setto trasversale situato nella parte posteriore della cavità cranica, è situato tra il cervello sopra e il cervelletto sotto. Convesso verso l’alto è fortemente inclinato dall’avanti indietro. Ha forma di mezzaluna ed è a concavità anteriore, presenta due facce e due bordi.

    • Faccia Superiore • Faccia Inferiore • Bordo Esterno • Bordo Interno

    a) Faccia Superiore

    La faccia superiore è più elevata in mezzo e spiovente nella parte laterale. Sulla linea mediana dà inserzione alla falce del cervello, producendo il seno retto. Lateralmente corrisponde alla superficie inferiore dei lobi occipitali che vi si appoggiano.

    b) Faccia Inferiore La faccia inferiore è fatta a volta e ricopre la faccia superiore del cervelletto. Corrisponde sulla sua linea mediana al Verme Cerebellare Superiore, sui lati alla faccia superire degli emisferi cerebellari.

    c) Bordo Esterno Il bordo esterno, anche detto Grande Circonferenza, aderisce successivamente sulla Protuberanza Occipitale Interna, POI, sul Solco Trasverso dell’Occipite, sul Bordo Superiore della Rocca Petrosa e termina sulle Apofisi Clinoidee Posteriori. Accoglie nella sua parte posteriore centrale il Torchio di Erofilo, lateralmente il Seno Trasverso, nella parte anteriore il Seno Petroso Superiore. Nel percorso lungo il bordo superiore della rocca petrosa, a livello della Fossetta del Trigemino, lascia momentaneamente questo margine per formare un ponte, al di sotto del quale passa Il Nervo Trigemino con la sua Grande Radice sensoriale e la sua Piccola Radice motoria. L’Orifizio Alare che si produce immette, anteriormente, in una piccola cavità, Fossetta del Trigemino che è formata da uno sdoppiamento della dura madre del tentorio. Questa fossetta è anche detta Cavo di Meckel, nel quale sono contenuti Il Ganglio Semilunare o di Gasser e la parte iniziale dei tre rami del Trigemino: Oftalmico, Mascellare e Mandibolare. Subito dopo il passaggio del Trigemino, il bordo esterno passa sotto al bordo interno del tentorio per inserirsi nei processi clinoidei posteriori.

    d) Bordo Interno Il bordo interno, anche detto Piccola Circonferenza, è a forma di parabola e si estende da una Apofisi Clinoidea Anteriore all’altra. In dietro passa sopra la Doccia Basilare e con la parte anteriore di questa, costituisce il Forame di Pacchioni. Tale foro corrisponde all’Istmo dell’Encefalo e in particolare ai Quadrigemelli e ai Peduncoli Cerebrali. Il bordo interno passa sopra all’Estremità della Rocca Petrosa, lateralmente al processo clinoideo posteriore, e si fissa anteriormente alla sommità e al margine esterno del processo clinoideo anteriore. Nel suo percorso invia una espansione lateralmente, che scende verso la fossa cranica, e si fissa solidamente con un impianto che va dalla Faccia Anteriore Endocranica della Rocca Petrosa alla Fessura Obitaria Superiore. Questa lamina espansiva, in ultima analisi si continua con la dura madre che copre la fossa cranica media, proprio dal rapporto tra le due che si produce il Seno Cavernoso. Dalle precedenti descrizioni risulta che da ciascun lato della Sella Turcica, a livello delle due apofisi clinoidee anteriore e posteriore, si estende una piccola zona a forma triangolare. I tre lati sono costituiti: lato esterno, bordo interno del tentorio; lato posteriore, bordo esterno del tentorio; lato interno, collegamento tra la clinoidea anteriore e la posteriore. In questo spazio occupato dal seno cavernoso il Nervo Oculomotore e il Nervo Trocleare si impegnano nella parete esterna del seno cavernoso. Falce Cerebrale La falce del cervello è un setto verticale che si interpone tra gli emisferi. Grazie alla sua forma riconosciamo:

    • Facce Laterali • Bordo o Margine Superiore • Bordo o Margine Inferiore • Bordo Anteriore o Apice • Bordo Posteriore o Base

    a) Facce Laterali

    Le facce laterali sono verticale e piane, hanno rapporto con la faccia mediale dell’emisfero corrispondente. Nel terzo anteriore presentano frequentemente finestre e aperture che consentono ai due emisferi il reciproco contatto.

    b) Bordo Superiore Fortemente convesso, origina dal Foro Cieco a livello del Frontale, continua sulla faccia endocranica della Sutura Metopica, segue nella Sutura Interparietale, Doccia Sagittale di Occipite e Protuberanza Occipitale Interna, dove si ferma. Nella sua inserzione si sdoppia per accogliere il Seno Longitudinale Superiore.

  • c) Bordo Inferiore Concavo e sottile corrisponde alla superficie superiore del Corpo Calloso, tra le due formazioni non esiste contatto tranne che nella parte posteriore. In avanti il bordo inferiore si allontana gradualmente da corpo calloso, formando uno spazio triangolare ad apice posteriore, dove i due emisferi sono direttamente a contatto. Il bordo inferiore della falce cerebrale contiene nel suo spessore il Seno Longitudinale Inferiore.

    d) Apice Si inserisce sulla Cristagalli dell’Etmoide. L’inserzione si sviluppa sul margine anteriore, sulla sommità e sul margine posteriore dell’apofisi cristagalli. Posteriormente questa inserzione si estende fino in prossimità della Sutura Sfeno-Etmoidale.

    e) Base Obliqua dall’alto in basso, dall’avanti in dietro, cade perpendicolarmente sulla parte mediana del tentorio del cervelletto, che ne risulta sollevata e tesa. E’ percorsa per tutta la sua lunghezza dal Seno Retto. Il seno retto nella parte terminale, più vicino a POI, sviluppa il Torchio di Erofilo, che è un sistema di controllo e di distribuzione della pressione ematica nella circolazione sanguigna cerebrale. Fulcro di Sutherland o Zona Tranquilla è il punto di ripartizione e di equilibrio delle tensioni delle MTR e della pressione ematica. Falce del Cervelletto La falce cerebellare è un setto verticale e mediano, situati nella parte posteriore della cavità cranica, tra i due emisferi del cervelletto, si distacca dalla faccia inferiore del tentorio. Come la falce cerebrale presenta due facce laterali, due margini, una base e un apice.

    • Facce Laterali • Bordo Anteriore • Bordo Posteriore • Apice • Base.

    a) Facce Laterali Piccole rispetto alla falce del cervello, corrispondono agli emisferi cerebellari.

    b) Bordo Anteriore E’ concavo e libero, corrisponde alla Grande Scissura del Cervelletto. Non è raro osservare questo margine scavato da una doccia longitudinale per accogliere il Verme Inferiore del Cervelletto: Doccia Vermiana.

    c) Bordo Posteriore E’ convesso e aderente, si inserisce sulla Cresta Occipitale Interna, accoglie nella sua inserzione il Seno Occipitale.

    d) Apice Diretto in basso e avanti, si biforca a livello del grande forame occipitale. I due rami di biforcazione contornano le pareti laterali del foro e si dirigono verso il Foro Lacero Posteriore. Ognuno di essi contiene la parte inferiore del seno occipitale corrispondente.

    e) Base Diretta in alto, addossata alla base della falce del cervello, si salda alla parte mediana della faccia inferiore del tentorio cerebellare. Diaframma della Sella Il diaframma della sella o tenda dell’ipofisi è un setto orizzontale, teso sulla Sella Turcica e all’Ipofisi. E’ di forma quadrangolare, ricopre e completa la fossa della sella turcica, si inserisce solidamente sul Dorso della Sella, al Labbro Posteriore della Doccia Ottica e alle quattro Apofisi Clinoidee. La dura madre a livello della sella si comporta nel seguente modo: in corrispondenza del margine posteriore della sella, si divide in due foglietti, uno superficiale e uno profondo.

    • Foglietto Superficiale • Foglietto Profondo

    a) Foglietto Superficiale

    Il foglietto superficiale dal margine posteriore si porta immediatamente in avanti e si fissa al margine posteriore della Doccia Ottica, formando il diaframma della sella vero e proprio.

    b) Foglietto Profondo Il foglietto profondo dal margine posteriore scende nella sella turcica, la riveste per tutta la sua estensione e va a raggiungere il foglietto superficiale a livello della doccia ottica. Sui lati il foglietto profondo si solleva per congiungersi ancora con il foglietto superficiale, così facendo forma, sulle pareti laterali della sella, un setto laterale bilaterale, che costituisce la Parete Interna del Seno Cavernoso. Il diaframma della sella presenta due facce, una faccia superiore e una faccia inferiore. La faccia superiore si rapporta dall’avanti al dietro con la Base delle due Circonvoluzioni Olfattive Interne, con il Chiasma Ottico e con il Tuber Cinereum. La faccia inferiore si appoggia per tutta la sua estensione sulla faccia superiore dell’Ipofisi. Il foglietto superficiale o diaframma della sella vero e proprio, è forato al centro, da ciò deriva il nome di diaframma, per dare il passaggio al Peduncolo Ipofisario o Infundibulo dell’Ipofisi. Davanti e dietro al foro, nello spessore del diaframma, si trovano due seni venosi a direzione trasversale. Sono curvi e si fronteggiano con il loro lato concavo; si scaricano lateralmente nel seno cavernoso attraverso un orifizio laterale comune. Formano in conseguenza un sistema venoso unico a forma anulare attorno al peduncolo ipofisario: Seno intercavernoso o Seno Ipofisario. Funzione Durale Il test per valutare la corretta funzione durale sfrutta quella piccola parte fibrosa elastica della sua struttura, se la dura madre non mantenesse questo piccolo livello di elasticità, a livello strutturale innescherebbe le condizioni per un aumento della compressione meccanica sul disco con una conseguente discopatia.

  • Il test, per valutare la funzione durale, viene suggerito dai test della Mid Line, cioè la reazione in piedi alla verticalità. Il test in questione è il Test della Cifosi. Questo test rivela se esista una lesione durale, ma non dice a che livello, per cui dobbiamo fare ulteriori test per capire il punto preciso. E’ importante trovare l’elemento durale in lesione, per tutta una serie di conseguenze, anche se, la dura madre, essendo una fascia, può essere aggredita e corretta a qualsiasi livello. Il test in questione è il Test del Punto Tranquillo di Sutherland. Per parlare del test della cifosi dobbiamo affrontare alcuni concetti: Mid Line e Neutro Posturale. Mid Line La Mid Line in italiano è la Linea Primitiva Embriologica, che esprime già nell’Ovulo fecondato il concetto dimensionale, cioè il rapporto con l’alto, il basso, il laterale, l’avanti e il dietro. Nello sviluppo umano diventa la Linea centrale, da cui dipende la nostra reazione alla forza peso e la nostra reazione alla verticalità. In ultima analisi la Mid Line o Linea Centrale e l’insieme di tecniche e test che portano il paziente al massimo della sua neutralità o massimo della sua verticalità: Neutro Posturale. I test e le tecniche si sviluppano a livello:

    • Viscerale • Vascolare • Strutturale • Durale • Somato-Emozionale • Embriologico • Craniale • Energetico

    Neutro Posturale Il neutro posturale è l’espressione della nostra sfera strutturale, viscerale, mentale. Nella normalità deve garantire il massimo delle possibilità adattative al nostro mondo interno ed esterno, nell’equilibrio dei Sistemi Nervosi, del Sistema Ormonale, del Sistema Vascolare e Relazionale, nel significato somato-emozionale, nella reazione alla forza peso, nello sviluppo della verticalità corretta. Nell’ambito del neutro posturale, nella posizione eretta, si sviluppano i Test sulla Lordosi e sulla Cifosi. Sono test sull’equilibrio Pressione/Tensione, equilibrio che deve essere costantemente mantenuto per la nostra vita in verticalità.

    • Test della Lordosi: test sulla reazione alla Forza Peso, test sulla Pressione • Test della Cifosi: test sulla reazione alla Verticalità, test sulla Tensione

    Test della Lordosi Il Test della Lordosi o Test sulla Pressione è un test sulla Sfera Vascolare, Viscerale e Somato-Emotiva. Si sviluppa: paziente in piedi con occhi aperti, osteopata al fianco con occhi aperti, mano sinistra dell’osteopata sull’osso sacro del paziente, mano destra appoggiata delicatamente sul frontale, appena davanti a Bregma. Il test è: la mano destra aumenta leggermente la pressione sul frontale, si deve avvertire la struttura che cede leggermente, fino a sentire una ripercussione a livello sacrale con l’altra mano; eliminata la pressione si aspetta la reazione della struttura. Due possibili risposte:

    • La struttura sale liberamente: Test Negativo • La struttura non sale o sale poco: Test Positivo

    Nel caso di positività devo procedere con la seconda parte del Test, per valutare selezionando il livello vascolo/viscerale interessato. La selezione si attua con la mano sinistra, mentre la mano destra continua con il protocollo precedente. Esistono tre livelli da valutare:

    1) Primo livello: la mano sinistra si appoggia sul passaggio C7-D1, valuta lo stato vascolo/viscerale del collo

    2) Secondo livello: la mano sinistra si appoggia sul passaggio D12-L1, valuta lo stato vascolo/viscerale del torace, quindi la Pressione a livello del Pericardio che dal punto di vista simbolico è il nostro centro emozionale, per cui la positività a questo livello ci indica una lesione Somato-Emotiva.

    3) Terzo livello: la mano si appoggia sul passaggio L5-S1, valuta lo stato vascolo/viscerale dell’addome e del

    piccolo bacino. A parte il secondo livello che indica un paziente con lesione dominante a livello Somato-Emozionale, gli altri due indicano il livello Viscerale e Arterioso in lesione sulla verticalità. Determinante per una corretta reazione alla verticalità la Legge dell’Arteria . Test della Cifosi Il test della Cifosi o Test sulla Tensione è un test sulla Sfera Durale e sulla Sfera Strutturale. Si sviluppa: paziente nella stessa posizione del test precedente, la mano destra appoggia delicatamente tra i parietale occipite. Il test è: due possibili percorsi

    • Con la mano destra aumento la pressione sull’appoggio posteriore e apprezzo la capacità di risalita della struttura, una volta eliminata la pressione.

    • Con la mano destra innesco la struttura su una piano elettromagnetico e sollevo leggermente la mano verso l’alto apprezzo la capacità della struttura ad espandersi.

    In effetti, questa è una suddivisione esclusivamente scolastica, in quanto, aumentando la pressione della mano destra, valuto la Sfera Strutturale del paziente. Comprimendo controllo la capacità della colonna ad assorbire uno stimolo, se assorbe lo stimolo significa che non esistono lesioni complicate. La colonna allo stimolo può reagire accorciandosi e

  • ruotando su un asse longitudinale, ciò significa che esistono lesioni strutturali non complicate. Se non assorbe e non si lascia comprimere, siamo di fronte a una lesione strutturale complicata, al di fuori dell’ambito delle leggi di Freyette. Possiamo avere al test tre risposte possibili:

    • La struttura sale liberamente test negativo. • La struttura non sale test corretto • La struttura non si lascia comprimere test positivo.

    Quando al test non si apprezza la risalita della struttura, siamo di fronte ad una lesione nella sfera durale, di conseguenza si deve applicare il protocollo della dura madre. Quando la struttura non si lascia comprimere, il test indica una lesione strutturale, posso selezionare il livello come con il test sulla lordosi, sapendo, però che a livello lombare si scatenano solo gli adattamenti delle altre sfere e quindi non vanno trattati. Un discorso diverso se troviamo una Up Slip o un Sacro Unilaterale. Protocollo della Dura Madre Il protocollo è un insieme di test e di riduzioni sulle seguenti strutture:

    1) Falce del Cervello 2) Falce del Cervelletto 3) Guaina Durale Anteriore 4) Tentorio 5) Diaframma della Sella 6) Core Link 7) C2C3 8) Sacro

    Falce del Cervello La falce del cervello prevede:

    1) Bordo Superiore 2) Bordo Inferiore 3) Seno Retto

    Bordo superiore della Falce Posizione: paziente supino, osteopata alla testa, mano sinistra contata POE, mano destra con una presa a due dita alla radice del naso; tenar e ipotenar a livello dell’osso Frontale. Test: con un movimento di arrotolamento in avanti concentrico delle mani cerco di allungare il bordo superiore della falce. Risultato:

    • Il bordo si lascia allungare: test negativo • Il bordo non si lascia allungare: test positivo

    Il test risulta positivo per:

    1) Retrazione della dura madre nella direzione della flesso/estensione, lesione specifica del bordo superiore: neutralità e verticalità ridotta.

    2) Lesione strutturale complicata fino a D4. 3) Lesione della Sutura Fronto-Mascellare con problemi occlusali, che riduce la possibilità di basculla dell’osso

    Etmoidale. 4) Retrazione della struttura orizzontale della dura madre: Guaina Durale Anteriore, Foglietti del Tentorio,

    Diaframma della Sella. 5) Colpo di frusta. 6) Lesione dell’arrotolamento Embrionario del SNC: Seconda Scissura. 7) Lesione somato-emozionale o psico-energetica. 8) Lesione dei liquidi del SNC.

    Correzione:

    • Per la retrazione secondo la neutralità ridotta: esagerazione del movimento del test. • Per la sutura fronto-mascellare: tecnica specifica. • Per le strutture durali orizzontali: apertura dei foglietti di GDA e del tentorio, liberazione del diaframma della

    sella. Il bordo superiore della falce esprime anche la direzione di sviluppo della embriogenesi del cervello superiore, Plicatura Secondaria o Cervicale, per cui può esser perturbata da un punto di vista embriologico.

    • Tecnica sul movimento di arrotolamento embriologico dell’encefalo: cronologia e induzione. La falce globalmente può subire la perturbazione della carica Elettromagnetica delle masse encefaliche, l’alterazione di questa carica è riferita prevalentemente a un trauma o a un colpo di frusta, mentre la posizione del viscere cervello si riferisce:

    1) Qualità e quantità del liquido interstiziale. 2) Qualità del fluido: fluttuazione del LCR. 3) Sviluppo dell’attività intellettuale del paziente.

    • Colpo di frusta strutturale o emotivo: tecnica del movimento embriologico. • Liquidi interstiziali e fluido: tecniche sui liquidi. • Attività intellettuale: tecniche somato-emozionali o psico-energetiche.

    Bordo inferiore della Falce Posizione: paziente e osteopata sono nella stessa posizione precedente e con la stessa presa. Test: con un movimento di arrotolamento concentrico in dietro delle mani, cerco di allungare il bordo inferiore della falce.

  • Risultato: • Il bordo si lascia allungare: test negativo. • Il bordo non si lascia allungare: test positivo.

    Il test risulta positivo per:

    1) Retrazione della dura madre nel senso della flesso/estensione, lesione specifica del bordo inferiore: neutralità e verticalità ridotta.

    2) Retrazione delle strutture orizzontali della dura madre, particolarmente Piccola Circonferenza e Diaframma della Sella.

    3) Lesione a livello dello sviluppo embrionario del SNC. Correzione:

    • Per la retrazione secondo la neutralità ridotta: esagerazione del movimento del test. • Per le struttura durali orizzontali: tecnica specifica sulla piccola circonferenza e sul diaframma della sella.

    Il bordo inferiore della falce esprime, dal punto di vista embrionario, lo sviluppo dei Nervi Cranici, dei Nuclei della Base e la creazione degli Emisferi.

    • Lo sviluppo dei Nuclei della Base e dei Nervi Cranici esprimono, teoricamente, il rapporto con il mondo esterno e la risposta dal mondo interno.

    • Lo sviluppo degli Emisferi esprime il rapporto con il mondo interno e la risposta dal mondo esterno.

    La creazione degli Emisferi si manifesta attraverso la Plicatura Primaria o Mesencefalica e La Plicatura Terziaria o Pontina.

    • Tecnica sull’arrotolamento embrionale dell’encefalo e tecnica somato-emotiva. Bordo posteriore della falce o Seno Retto Posizione: paziente e osteopata sono nella stessa posizione precedente con la stessa presa. Test: innescando la struttura del frontale con la mano destra la spingo verso l’avanti del paziente, trazionando in ugual misura sia il bordo superiore sia il bordo inferiore. Risultato:

    • Il bordo si lascia allungare: test negativo. • Il bordo non si lascia allungare: test positivo.

    Il test sostanzialmente risulta positivo per retrazione membranosa del Seno Retto. Il Seno Retto rappresenta il Punto Tranquillo di Sutherland o Fulcro Membranoso del Cranio, fondamentale lavorare a questo livello quando:

    • Compressione Cranica. • Per rilanciare le MTR dopo aver liberato una SSB. • Drenaggio dei Seni Venosi. • Per liberare una Lesione Durale.

    Correzione: esagerazione del movimento del Test. Falce del Cervelletto Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione precedente, la presa si differenzia, la mano destra appoggia su POE, mentre la mano sinistra appoggia sul bordo posteriore del Foro Occipitale. Test: si allontanano le due mani nel senso della verticalità del paziente. Siamo sulla squama dell’occipite, quando la falce del cervelletto è libera, si ha la sensazione che l’osso abbia la capacità di appiattirsi. Risultato:

    • L’osso si lascia appiattire: test negativo. • L’osso non permette: test positivo.

    Il test risulta positivo per retrazione membranosa della Falce del Cervelletto. Correzione: esagerazione del movimento del test. La falce del cervelletto rappresenta:

    • Struttura che si inserisce nel contesto della Verticalità fisica e pertanto influisce sul concetto della Neutralità. • Struttura venosa che sviluppa il Seno Occipitale e pertanto è nella competenza di un protocollo su drenaggio

    dei seni. Guaina Durale Anteriore Struttura durale anteriore di passaggio tra le strutture verticali e quelle orizzontali; è formata da un’espansione della inserzione durale sul bordo posteriore delle Piccole Ali dello Sfenoide e si espande sulla faccia endocranica della Sutura Coronale. Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione precedente, presa a due mani, contattando la sutura coronale da un lato, appoggio una mano sul Parietale e una sul Frontale. Test: allontano le mani per allargare la sutura. Risultato:

    • La sutura si lascia allargare: test negativo. • La sutura non si lascia allargare: test positivo.

    Il test risulta positivo per:

    • Retrazione membranosa della meninge. • Tensione sulla sutura coronale.

  • Correzione: esagerazione del movimento del test o liberazione strutturale. Tecnica importante per la liberazione del bordo superiore della falce e dei movimenti embriologici di arrotolamento del SN. La GDA è una delle porte d’ingresso per andare a sviluppare tecniche sul III Ventricolo ed è anche partenza degli adattamenti del Massiccio Facciale con la Mandibola. Tentorio Il tentorio prevede:

    1) Piccola Circonferenza. 2) Grande Circonferenza. 3) Spazio tra i Foglietti.

    Piccola Circonferenza Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione precedente, presa su un emicranio, mano sinistra sulla grande ala dello sfenoide e pilastro del frontale destro, mano destra su Asterion di destra. Test: bloccando la piccola ala dello sfenoide, penetrando traziono asterion indietro. Risultato:

    • La struttura si lascia trazionare: test negativo. • La struttura non si lascia trazionare: test positivo.

    Il test risulta positivo per:

    1) Retrazione delle strutture orizzontali della dura madre. 2) Adattamento della Base Cranica. 3) Tensione a livello del Seno Cavernoso.

    Correzione: esagerazione del movimento del test. La piccola circonferenza rappresenta le strutture centrali, quindi lavorando su di essa abbiamo un’azione su: Tenda dell’Ipofisi, Seno Cavernoso, III° Ventricolo, Base, SSB. Grande Circonferenza Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione precedente, presa bilaterale impugnando i padiglioni auricolari del paziente. Test: trazione dei padiglioni dietro e fuori circa a 45°. Risultato:

    • Si lascia allungare: test negativo. • Non si lascia allungare: test positivo.

    Il test risulta positivo:

    1) Retrazione della struttura orizzontale della dura madre. 2) Adattamento della base cranica.

    Correzione: esagerazione dei movimenti del test. Tecnicamente il lavoro sulla piccola e sulla grande circonferenza si equivalgono, in più la grande circonferenza riveste importanza specifica nel drenaggio venoso del cranio e nel lavoro sul trigemino. Spazio tra i Foglietti Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione, presa a livello di POE, una mano sopra e l’altra sotto al riferimento esocranico della Grande Circonferenza. Test: si allontanano le mani nella direzione alto/basso del paziente. Risultato:

    • Lo spazio si lascia aprire: test negativo. • Lo spazio non si lascia aprire: test positivo.

    Il test risulta positivo:

    1) Tensione tra i due foglietti del tentorio. 2) Lesione intraossea di occipite.

    Correzione:

    • Per la tensione trai foglietti esagerazione del movimento del test. • Per la lesione intraossea tecnica specifica.

    Tecnica che rientra nel concetto del recupero della Neutralità, aumento della Verticalità. Diaframma della Sella.

  • Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione precedente, presa per un emicranio: la mano sinistra impugna il padiglione auricolare sinistro; la mano destra pinza la grande ala dello sfenoide e il pilastro del frontale, a sinistra, per bloccare la piccola ala omolaterale. Test: bloccando la piccola ala traziono in fuori e dietro l’orecchio. Risultato:

    • L’orecchio si lascia trazionare: test negativo. • L’orecchio non si lascia trazionare: test positivo.

    Il test risulta positivo: La premessa fondamentale è che il test sul diaframma della sella vada fatto dopo la liberazione, se necessaria, della grande circonferenza. La positività del test dipende da una retrazione membranosa della struttura durale specifica. Correzione: esagerazione del movimento del test. Il diaframma della sella si rapporta particolarmente con l’ipofisi in basso e dentro, con il III ventricolo in alto e con il seno cavernoso ai lati. È un crocevia interessante per un lavoro su:

    • Catena ormonale a partenza dall’ipofisi. • Lavoro sui fluidi a partenza dal pavimento del III ventricolo. • Drenaggio del seno ipofisario. • Lavoro sul seno cavernoso. • Adattamenti della SSB.

    Core Link Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione, presa che contatta lo spazio posteriore tra Occipite e C1. Test: sviluppo una trazione leggera verso l’alto del paziente. Risultato:

    • La struttura si lascia allungare: test negativo. • LA struttura non si lascia allungare: test positivo.

    Il test risulta positivo per tensione/retrazione membranosa della dura madre rachidea. Correzione: esistono tre tecniche

    1) Esagero il movimento del test. 2) Lascia che il capo e la struttura del collo del paziente si rilassino sull’appoggio delle dita. 3) Insieme delle due tecniche.

    Il core link o dura rachidea entra nel concetto della ricerca della verticalità in maniera importante, è, quindi un passaggio fondamentale. C2-C3 Posizione: paziente e osteopata nella stessa posizione, presa con le mani che si posizionano sullo spazio tra C2 e C3. Test: allontano le mani per allargare lo spazio tra C2 e C3. Risultato:

    • Lo spazio si lascia allargare: test negativo. • Lo spazio non si lascia allargare: test positivo.

    Il test risulta positivo per tensione/retrazione che si scatena su questa inserzione durale o sulla struttura verticale della dura madre. Correzione: esagerazione del movimento del test. Struttura fondamentale nel recupero della verticalità. Sacro Posizione: paziente supino, l’osteopata con la mano destra contatta l’osso sacro, al fianco del paziente; la presa deve avere tenar e ipotenar a livello degli Angoli Sacrali e indice e mignolo a livello delle Basi Sacrali. Test: test di ascolto sul sacro durante il MCS. Risultato: sensazione di meccanismo perturbato. Il test risulta positivo: per deficit di trasmissione tra base del cranio e osso sacro, per tensione sulla dura madre. Correzione: durante la fase estensoria seguo il sacro, alla fine blocco tra tenar e ipotenar il coccige, aspetto che il sacro parta in flessione e blocco in basso il coccige. Passaggio fondamentale per liberare la dura madre, non a caso agli inizi della terapia cranio sacrale, prima di liberare il cranio, il protocollo costringeva a liberare l’osso sacro.

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  • CRANIO Il Cranio è la perfetta sommatoria del Meccanismo Cranio Sacrale. Infatti è l’insieme del Sistema Cranio-Sacrale, del Meccanismo Cranio-Sacrale e attraverso esso possiamo ascoltare il Movimento Cranio-Sacrale in tutte le sue Frequenze. In effetti ogni parte del corpo possiede queste caratteristiche, ma il Cranio le rende sicuramente più facili da raggiungere. - Sistema Cranio-Sacrale: insieme delle strutture Cranio, Colonna vertebrale, Sacro, ossa adiacenti, SNC, LCR, MTR. - Meccanismo Cranio-Sacrale: Frequenza 8/11 espressione del Movimento Cranio-Sacrale sulle Ossa del Cranio - Movimento Cranio-Sacrale: Respirazione Primaria del SNC, attraverso questo passaggio possiamo raggiungere gli altri livelli di Frequenza agevolmente. Il Meccanismo si avverte sull’Osso, quindi parte media della Fascia Profonda del Cranio, il Movimento si avverte sotto il LCR. Oltre ai diversi livelli sella Respirazione Primaria sul cranio possiamo valutare Forma e Adattamenti della Base. Per Forma si intende la Tipologia Cranica e Generale di un individuo, Flessione Brevilineo, Estensione Longilineo, Neutro Normolineo, mentre per Adattamento si intende la cinetica della SSB, cinetica che si sviluppa da posizionamenti nello spazio specifici, che servono per rendere la Motilità della SSB il più possibile efficiente rispetto all’imprinting genetico e traumi ambientali.

    TORNA SU ▲ SACRO Tradizionalmente veniva definito come il motore della Estensione Cranica, in quanto da al sistema il ritorno elastico dei tessuti,che si produce in fase di Flessione. Il Sacro entra nel gioco del Movimento Cranio-Sacrale in quanto fa parte del Sistema come ingranaggio fondamentale, per cui su di esso si possono valutare tutti gli Elementi del MCS stesso. Fondamentale che mantenga la libertà di motilità rispetto alle Ali Iliache e rispetto ai Visceri. Il viscere che può compromettere la Fisiologia Cranica è un viscere in lesione Neurovegetativa e non un viscere in lesione Strutturale. La componente Neurovegetativa Viscerale è legata al Sistema del Turgor che è fondamentale nella nostra reazione alla verticalità. Verticalità che è, indubbiamente un rapporto di altezza sia Discale che Occlusale, ma anche una reazione sulla Colonna in toto, valutata come l’espressione della originaria Mid Line, da cui N. Handoll D.O. produce tutta la Terapia Polare. Importantissimo è la trasmissione del Movimento Cranio Sacrale dal Sacro agli AAII. La trasmissione si avverte nel tempo di Estensione come un aumento del Diametro Trasversale dell’Osso Sacro, mentre nel tempo di Flessione come un aumento del Diametro Longitudinale dell’Osso Sacro. L’aumento dei diametri è legato all’arrivo dell’ondata del LCR spinto sia dalla relazione tra assorbimento e produzione, sia dalla trasmissione del Movimento del SNC che la Fluttuazione Inerente o Intrinseca del LCR. Come in tutto il contesto Cranio-Sacrale, il rapporto di trasmissione agli AAII ha due direzioni. Una direzione in cui dall’Osso Sacro discende sugli AAII, Estensione Cranica, direzione chiamata di Radicamento, e una direzione che dagli AAII sale all’Osso Sacro, Flessione Cranica, chiamata di Elevazione. Sulla Midline le due direzioni sono definite di Espansione e di Compressione. Sulla Sfera Posteriore del Cranio l’Espansione e la Compressione esprimono la direzione lesionale della Dura Madre. Sulla Sfera Anteriore esprimono il tipo di lesione viscerale. La direzione di Espansione è la direzione Viscero-Somatica, quindi è una lesione Viscerale Strutturale. La direzione di Compressione è la direzione Viscero-Nervosa quindi è una lesione Viscerale Neuro-Vegetativa. Le componenti Viscero-Somatica e Viscero-Nervosa corrispondo: la prima alla Lesiona Somato-Emotiva e la seconda alla Lesione Biologica. Dove per Lesione Somato-Emotiva si intende nel rapporto Relazionale con il Mondo Esterno e per Lesione Biologica si intende su Necessità del Mondo Interno.

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  • LESIONI E ADATTAMENTI Esiste una grande differenza nel Campo Cranio-Sacrale tra il concetto di Lesione e il concetto di Adattamento. La Lesione si sviluppa a livello del Movimento Cranio-Sacrale, mentre l’Adattamento si crea a livello del Meccanismo Cranio-Sacrale e si sviluppa per garantire al Sistema Cranio-Sacrale il massimo della possibilità funzionale, cioè il massimo della potenzialità del Movimento Cranio-Sacrale. Gli Adattamenti si sviluppano a livello della SSB, creano dei rapporti biunivoci con i Quadranti Esterni e condizionano e indirizzano la Forma. La Forma Cranica e conseguentemente la Tipologia Osteopatica viene condizionata da due parametri fondamentali: la Genetica e gli Adattamenti Ambientali. L’Osteopatia annovera tra gli Adattamenti Genetici e Ambientali gli Adattamenti della Base Cranica:

    1) Flessione 2) Estensione 3) Torsione 4) Side Bending Rotation 5) Strain Laterale 6) Strain Verticale

    Alcuni hanno maggiormente un aspetto Genetico e altri più Traumatico Ambientale. Le Lesioni si sviluppano a livello del Movimento Cranio-Sacrale, quindi sulle caratteristiche del Movimento che sono:

    1) Ampiezza 2) Ritmo 3) Qualità

    L’Ampiezza è il rapporto tra il tempo di Flessione e il Tempo di Estensione in una singolo Ciclo, dove per Ciclo si intende l’insieme della Fase di Flessione e la Fase di Estensione. La Lesione di Ampiezza può essere di Flessione, quando la Fase di Flessione è maggiore della Fase di Estensione; o di Estensione, quando la Fase di Estensione è maggiore della Fase di Flessione. Le Lesioni di Ampiezza sono caratterizzate da Adattamenti alla Base specifici: Flessione, Estensione, Torsione, Side Bending Rotation. Il Ritmo è la quantità di Cicli all’interno dell’unità di tempo, cioè un minuto, quindi è quante fasi di Flessione e Estensione si sviluppano in un minuto. Il Ritmo può essere:

    - Rallentato - Bloccato - Invertito

    Per cui avremo: - Lesioni Rallentanti - Lesioni Bloccanti - Lesioni Invertenti

    Quindi per Lesioni Rallentanti si deve intendere l’insieme delle cause che come effetto hanno il rallentamento del Movimento Cranio-Sacrale e come Adattamento della Base gli Strain Laterale e Verticale. Per cui possiamo affermare che gli Strain della Base Cranica rallentano il Movimento Cranio-Sacrale. Per Lesioni Bloccanti si intende la Compressione, il Movimento Cranio-Sacrale è talmente rallentato che sembra fermo. La Compressione si sviluppa su un rallentamento importante del LCR, delle MTR e della struttura del Meccanismo Cranio-Sacrale, quindi SSB e Sacro. Esistono in più aree Cerebrali che si attivano e danno come risultato una condizione Neurovegetativa specifica Viscerale, Lesione Viscero-Nervosa e una alterazione del Movimento Intrinseco del SNC. Per Lesioni Invertenti si intende il Colpo di Frusta Osteopatico. Il Colpo di Frusta è un trauma che arriva con tale velocità e inaspettatamente che supera le nostre barriere difensive a livello del SNC. Ciò implica a livello Cranio-Sacrale una inversione di Fase tra il Cranio e l’Osso Sacro. Il trauma può indifferentemente essere di origine strutturale, emotivo o mentale. Il trauma mette sotto shock il nostro SNC che rimane in una situazione di allarme e di eccesso di reattività che impedisce la normale fisiologia del SNC:

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