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Green Energy Audit, manuale operativo per la diagnosi energetica e ambientale degli edifici. Presentazione di Gianni Silvestrini e prefazione di Federico M. Butera

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manuali di progettazionesostenibile

giuliano dall’Òmanuali di progettazionesostenibile

Edizioni Ambiente

green energy auditmanuale operativo per la diagnosi energeticae ambientale degli edifici

p r e s e n ta z i o n e d i g i a n n i s i lv e st r i n i

p r e fa z i o n e d i f e d e r i c o m . b u t e r a

• aspetti generalidel Green Energy Audit

• schema metodologico

• acquisizione delle informazioni di base

• strumenti e procedure di rilievo in campo

• valutazione del miglioramento delle prestazioni

• definizione del Green Energy Plan

• audit termografico

• simulazione dinamica con EnergyPlus

• Green Energy Audit e Leed®

• valutazione del ciclo di vita degli interventi

• valutazioni economiche degli interventi

• schemi contrattuali

• misure di contenimento delle risorse

• Audit Check List

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green energy auditManuale operativo per la diagnosi energeticae ambientale degli edificiGiuliano Dall’Ò

collana “Manuali di progettazione sostenibile”diretta da Federico M. Butera

realizzazione editorialeEdizioni Ambiente srlwww.edizioniambiente.it

coordinamento redazionaleDiego Tavazzi

progetto grafico: GrafCo3, Milanoimpaginazione: Paola Mezza

© copyright 2011, Edizioni Ambiente srlvia Natale Battaglia 10, 20127 Milanotel. 02 45487277, fax 02 45487333

ISBN 978-88-6627-009-6

Il marchio Green Energy Audit è stato depositato a livello comunitario.

Gli autori ringraziano le aziende per la collaborazione, la disponibilità dimostrata e per le immagini gentilmente concesse. Si scusano per eventuali sviste o mancanze.

Dove non specificato diversamente, le immagini e le tabelle sono a cura degli autori.

Finito di stampare nel mese di aprile 2011presso Genesi Gruppo Editoriale – Città di Castello (Pg)Stampato in Italia – Printed in Italy

Questo libro è stampato su carta riciclata 100%

i siti di edizioni ambientewww.edizioniambiente.itwww.nextville.itwww.reteambiente.itwww.verdenero.it

I Kyoto Books sono frutto della collaborazione tra Kyoto Club ed Edizioni Ambiente. Scritti dagli esperti che fanno riferimento al comitato scientifico di Kyoto Club, intendono promuovere lo sviluppo di una consapevolezza diffusa in merito alle maggiori tematiche ambientali.

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sommario

Presentazione 11Gianni Silvestrini

Prefazione 13Federico M. Butera

Introduzione 19

1. aspetti generali del green energy audit 25

1.1 Strategie per la valorizzazione energetica e ambientale degli edifici 25

1.2 Obiettivi e scopi del Green Energy Audit 281.3 Definizione dei livelli operativi 341.4 Aspetti organizzativi delle attività di audit 401.5 Aspetti contrattuali 401.6 La certificazione delle competenze

degli energy auditor 411.7 Energy audit e certificazione energetica,

verso un approccio integrato 441.8 Commissioning Authority e Green Energy Audit 47

Alessandro Speccher

2. impostazione metodologica 57

2.1 Criteri generali 572.2 Definizione del contratto 582.3 Acquisizione della documentazione 602.4 Piano delle attività 612.5 Definizione degli indicatori di consumo,

di prestazione e dei benchmark 622.6 Rilievi in campo 632.7 Verifica delle condizioni ambientali 662.8 Monitoraggio dei consumi energetici

e dei parametri climatici 682.9 Definizione della baseline 712.10 Definizione del Green Energy Plan 73

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3. acquisizione delle informazioni di base 77

3.1 Dati generali 773.2 Documenti tecnici e gestionali 783.3 Consumi energetici per le utenze elettriche 793.4 Consumi energetici per le utenze termiche 823.5 Parametrizzazione delle prestazioni

attraverso i benchmark 86

4. strumenti e procedure di rilievo in campo 91

4.1 Strumenti per la valutazione del comfort termico 914.2 Strumenti per la valutazione del comfort luminoso 974.3 Strumenti per la valutazione delle prestazioni

dell’involucro 984.4 Strumenti per il rilievo degli impianti meccanici 1054.5 Strumenti per il rilievo degli impianti elettrici 1074.6 Audit dell’involucro 1094.7 Audit degli impianti meccanici 1164.8 Audit degli impianti elettrici 1174.9 Monitoraggio delle grandezze 1184.10 Monitoraggio dei consumi (firma energetica) 1224.11 Verifica e taratura degli strumenti di misurazione 124

5. baseline e valutazione del miglioramento delle prestazioni 127

5.1 Criteri generali 1275.2 Calcoli semplificati per la valutazione

delle prestazioni 1325.3 Valutazione globale delle prestazioni 1435.4 Il protocollo IPMVP per la valutazione dei risparmi

energetici conseguiti 155

6. definizione del green energy plan 159

6.1 Criteri generali 1596.2 Interventi sull’edificio 1656.3 Interventi sugli impianti meccanici 1716.4 Interventi sugli impianti elettrici 1796.5 Impiego delle fonti energetiche rinnovabili 1816.6 Miglioramento gestione e manutenzione 183

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6.7 Ottimizzazione energetica con sistemi di Home e Building Automation 187

6.8 Strategie di intervento verso un approccio integrato 1896.9 Valutazioni economiche 1926.10 Valutazione degli effetti ambientali delle misure 1946.11 Struttura del Green Energy Audit Report (GEAR) 200

7. audit termografico 209Elena Lucchi (con la collaborazione tecnico-scientifica di Roberto Rinaldi e Luca Sarto)

7.1 Principi fisici di funzionamento della termografia a raggi infrarossi 209

7.2 Termocamera a raggi infrarossi 2157.3 Campi di impiego 2187.4 Competenze e attività dell’auditor termografico 2197.5 Analisi termografica e diagnosi energetica 2207.6 Procedura operativa 2327.7 Dall’audit termografico alle soluzioni operative 236

8. simulazione dinamica dell’edificio con energyplus 243M. Elisabetta Pili, Luca Sarto

8.1 Utilizzo dei modelli dinamici 2438.2 Reperimento in rete dei software e dei plug in 2458.3 L’installazione dei software e dei plug in 2478.4 I file dei dati climatici 2488.5 EnergyPlus File Generator 2488.6 L’interfaccia EP-Launch di EnergyPlus 2518.7 La costruzione del modello 2528.8 Simulazione e output 258

9. green energy audit e leed® 261Elisa Bruni

9.1 Il protocollo LEED® 2619.2 Scelte progettuali e criteri 2629.3 Involucro opaco 2659.4 Involucro trasparente 2679.5 Impianti (HVAC, rinnovabili e illuminazione) 2719.6 Commissioning 2769.7 Gestione delle acque 278

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10. valutazione ambientale del ciclo di vita degli interventi di retrofit 283Monica Lavagna

10.1 Introduzione 28310.2 La quantificazione degli impatti ambientali 28410.3 La valutazione ambientale del ciclo di vita LCA 28410.4 Il metodo LCA nel settore edilizio 28710.5 Standard internazionali, linee guida e iniziative

a supporto del LCT 28810.6 L’informazione ambientale e la certificazione EPD 29110.7 La questione prestazionale 29210.8 L’uso dell’informazione ambientale nelle scelte progettuali 292

11. valutazioni economiche degli interventi 299Guido Poliseno

11.1 Introduzione 29911.2 Definizioni 29911.3 La variazione delle tariffe energetiche 30211.4 Le diversità tra gli attori e le loro aspettative 30311.5 Valore attuale netto (VAN) 30311.6 L’indice di profitto (IP) 30611.7 Tempo di ritorno dell’investimento (PBT) 30811.8 Tasso di rendimento interno (IRR) 30811.9 Esempio di valutazione economica 309

12. schemi contrattuali 313Sergio Zabot

12.1 Introduzione 31312.2 Effetti del Finanziamento Tramite Terzi sui contratti

di prestazione 31512.3 Risparmio energetico e risparmio economico 31712.4 La convenienza della formula contrattuale del FTT 31812.5 Lo schema di un contratto FTT 320

13. approfondimenti tecnici 325

13.1 Definizione dei parametri climatici ambientali: comfort termoigrometrico 325

13.2 Il comfort illuminotecnico 332Elena Lucchi

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13.3 Prestazioni energetiche dell’involucro opaco 339Elena Lucchi

13.4 Facciate verdi e sistemi di schermatura verde con piante 347Laura Daglio

13.5 Isolamento a estradosso con tetto verde 354Oscar Eugenio Bellini

13.6 Involucro edilizio trasparente 363Elena Lucchi

appendiciAppendice 1. Misure di contenimento delle risorse 3771. Involucro edilizio 3812. Impianti meccanici 4613. Impianti elettrici 5114. Fonti energetiche rinnovabili 5335. Miglioramento gestione 547Appendice 2. Check list 555Appendice 3. Termini e definizioni 615Appendice 4. Unità di misura 625Appendice 5. Riferimenti 629

Biografie 639

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Il settore dell’edilizia assorbe la maggiore quota deiconsumi energetici del pianeta, una percentualeche tende a crescere. Questo è il motivo per cui l’at-tenzione nei confronti di questo comparto è moltoelevata. Il rischio di un’evoluzione catastrofica delcambiamento del clima, le tensioni sul fronte de-gli approvvigionamenti petroliferi, il nucleare sottoaccusa dopo l’incidente di Fukushima sono infattitutti elementi che impongono di accelerare unatransizione energetica che inevitabilmente coin-volge anche il mondo delle costruzioni.In effetti, stiamo assistendo a cambiamenti impen-sabili fino a poco tempo fa. Il settore più investitodalle trasformazioni è quello della produzionedell’energia. La metà di tutta la potenza elettricainstallata in Europa tra il 2000 e il 2010 è legataalle fonti rinnovabili. L’elettricità derivante dallecentrali nucleari entrate in funzione nell’ultimoquinquennio nell’intero pianeta è tre volte infe-riore rispetto a quella generata dai nuovi impiantisolari ed eolici. E la catastrofe giapponese accen-tuerà la crisi del paradigma dominante del secoloscorso basato sulla generazione centralizzata del-l’elettricità. In Italia sono già 200.000 gli impiantiche utilizzano le fonti rinnovabili. In Germaniapiù di un milione. E la maggior parte dei sistemifotovoltaici sono stati installati sugli edifici che di-ventano sedi di flussi bidirezionali dell’energia. Laresilienza del sistema tende così ad aumentare,grazie anche alla progressiva diffusione di smartgrids che introducono maggior intelligenza nelgoverno della rete.Se il comparto della generazione dell’energia elet-trica è avviato da oltre un decennio a unaprofonda trasformazione, i prossimi segmenti aessere investiti dal cambiamento saranno quellidella mobilità e dell’edilizia. Nel trasporto, losforzo innovativo si sta concentrando sulla pro-gettazione di nuovi veicoli sempre più efficienti,mentre emergerà una riflessione su un modo di-

verso e più sostenibile di governare la mobilità, inparticolare nelle aree urbane. La rapida obsole-scenza dei veicoli tende ovviamente a polarizzarel’attenzione sui modelli del futuro e non sullaflotta esistente.L’altro settore che subirà cambiamenti significa-tivi è quello delle costruzioni. In questo caso peròla situazione è molto diversa. La quota dellanuova edilizia è infatti limitata, con una crescitaannua dell’ordine dell’1-2% del patrimonio esi-stente. Ciononostante si tratta di un segmento im-portante perché si tratta di numeri che, proiettatinel tempo, diventano elevati. Pensiamo, per esem-pio, all’obiettivo dei paesi industrializzati di ri-durre dell’80% le emissioni climalteranti entro il2050. Per raggiungere questi ambiziosi tagli ilcontributo alle emissioni della nuova edilizia deiprossimi quarant’anni dovrà essere minimo. Que-sta motivazione ha plasmato le recenti normativeadottate in Europa e in California, che puntano aincidere sulle modalità costruttive nel corso diquesto decennio in modo da arrivare dopo il2020 a consumi della nuova edilizia pari o vicinia zero. Ma contemporaneamente si dovranno ri-durre significativamente i consumi energetici delpatrimonio esistente, ragione per cui occorre pen-sare nei prossimi due-tre decenni a un grandeprocesso di trasformazione della nostra edilizia.Naturalmente, per ottenere questi risultati vannopredisposti strumenti adeguati. Per quanto ri-guarda la nuova edilizia, risulta fondamentale ilruolo di normative che prevedano l’introduzionedi limiti sempre più rigidi sulle prestazioni ener-getiche. Per fare evolvere il mercato, alle leggi sipossono accompagnare sollecitazioni che fannoleva direttamente sui cittadini, sui compratori,sugli inquilini. È successo così in altri comparti.Clamorosa l’evoluzione delle vendite degli elettro-domestici. I frigoriferi di classe A o A+, A++, cioèi modelli più efficienti, sono passati nell’ultimo de-

presentazioneGianni Silvestrini

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tempo è cresciuta la sensibilità per un approccioambientale più complessivo che tenga conto deivari impatti legati alla costruzione, alla gestione diun edificio e al comfort degli inquilini. Le certifi-cazioni energetico-ambientali rispondono a que-sta esigenza, svolgendo un ruolo di accompagna-mento e di stimolo nel miglioramento delle pre-stazioni. Sono diverse le metodologie propostenel mondo e alcune di queste stanno ottenendonotevoli successi. Questo manuale sul GreenEnergy Audit, curato dal responsabile del gruppodi lavoro sull’efficienza energetica del Kyoto Club,professor Giuliano Dall’Ò, consente di approfon-dire un approccio destinato a svolgere un ruolonotevole nei prossimi anni e contribuisce a quellacrescita culturale e tecnica necessaria per affron-tare i profondi cambiamenti che segneranno ilmondo dell’edilizia in questo decennio.

Gianni SilvestriniDirettore scientifico Kyoto Club

cennio da una presenza marginale alla quasi tota-lità delle vendite grazie all’introduzione dell’eti-chetta energetica. Nel caso degli edifici, gli auditenergetici e la certificazione possono svolgere lostesso ruolo di stimolo facendo evolvere le carat-teristiche energetico-ambientali aldilà degli stan-dard previsti dalle normative.Poi c’è il grande tema dell’edilizia esistente. Per in-dirizzare la riqualificazione energetica dell’attualeparco, in buona parte con caratteristiche sca-denti, sono molto efficaci misure di incentiva-zione come le detrazioni fiscali del 55%, chehanno consentito in Italia di realizzare circa800.000 interventi. Anche in questo caso però, au-dit e certificazione possono accelerare e stimolarecomportamenti virtuosi. Il prezzo sul mercato diun appartamento di classe energetica elevata puòcompensare gli investimenti di riqualificazioneeffettuati.Finora abbiamo parlato dei consumi energetici edelle emissioni di anidride carbonica. In realtà, da

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diagnosi mediche e diagnosi energeticheCapita spesso, a chi si occupa di efficienza ener-getica negli edifici, di essere sollecitato da amicie conoscenti a dare suggerimenti per ridurre iconsumi di energia nella loro casa. E questi amicie conoscenti si aspettano che venga loro datauna bella ricetta con l’elenco delle cose da fare, ilcosto e la convenienza economica; si stupisconose dici di non potere dare una risposta ritagliatasulle loro esigenze, ma solo generiche raccoman-dazioni, e si convincono, delusi, di essersi rivoltialla persona sbagliata. Sanno bene, infatti, chequalche altro amico/conoscente si è rivolto ad al-tri esperti che invece, senza esitazioni, hannospiegato quali interventi fare, quanto costavano equali benefici energetici ed economici avrebberodato. Quelli sì che sono bravi.Eppure alle stesse persone non verrebbe mai inmente – parlando con un amico/conoscente me-dico – di chiedergli: “Mi dai una ricetta per staremeglio?”. Sanno benissimo, infatti, che al medicobisogna prima di tutto spiegare in cosa si stamale, quali sono i sintomi che si accusano, e che

poi bisognerà assoggettarsi a tutta una serie diesami clinici, dopo una visita accurata. Dopotutta questa trafila si avrà una diagnosi e a questaseguirà una terapia, i cui benefici effetti potrannomanifestarsi nel breve, nel medio o nel lungo ter-mine, a seconda del tipo di malanno identificato.Le stesse persone non nutrirebbero la minima fi-ducia in un medico che per telefono, senza nean-che averli visti in faccia, suggerisse loro una qual-che pozione miracolosa. Eppure accettano, anzipretendono, la ricetta miracolosa per migliorarel’efficienza energetica della loro casa. Ma, attenzione, ci dice Giuliano Dall’Ò, l’edificio èun po’ come un paziente, e come tale va trattato.

proseguendo nella metaforaUn’epidemia è scoppiata nel secolo scorso: quelladello spreco energetico nell’edilizia, che ha avutoil suo principale focolare negli Stati Uniti e da lìsi è diffusa in tutto il mondo. Per rendersi conto della dimensione dell’epidemiae della sua velocità di diffusione basta guardare ilgrafico della figura 1.

prefazioneFederico M. Butera

figura 1andamentostorico deiconsumienergetici nelsettoreresidenziale +terziario

Fonte: adattatoda E. Cook, Ilbilancioenergetico di unasocietàindustriale, in F.Ippolito (a curadi), L’energia: fontie produzione,Le Scienze,Milano, 1976.

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nare agli edifici di una volta, non avrebbe senso:quegli edifici erano ottimizzati per un livello dicomfort (termico e luminoso) e per una fornituradi servizi ben diversi da quelli che oggi possiamo,e vogliamo, attenderci. Questa mutazione è inatto nella UE, grazie alla certificazione energetica,e il traguardo al 2020 è l’edificio a energia quasizero.1 Che dire però dell’edilizia esistente? Perquesta non è possibile pensare a un’azione di in-gegneria genetica, ma si può certamente pensarea una sana dieta. E per farla bene, in modo che diaeffetti permanenti e nessun danno collaterale, oc-corre che sia prescritta da un buon medico nutri-zionista.D’altra parte, la possibilità di raggiungere il tra-guardo di una riduzione dell’85% delle emissionidi CO2 entro il 2050, necessario se vogliamo man-tenere la temperatura della Terra entro i 2 °C (li-mite considerato come l’ultima spiaggia per ri-durre al minimo i danni derivanti dal cambia-mento climatico), dipende – per il settore edilizio– dalla capacità che avremo di mettere a dietatutto il parco esistente. Questo parco edilizio,non va dimenticato, è fatto di tanti soggetti indi-

Certo, non tutta l’energia occorrente è sprecata,perché c’è stato, negli ultimi 150 anni, uno straor-dinario miglioramento della qualità della vita incasa e nei luoghi di lavoro (riscaldamento centra-lizzato, condizionamento, elettrodomestici, ecc.)con l’introduzione di nuove tecnologie che hannoampliato le capacità di interazione fra esseriumani (radio, televisione, telefono, internet, ecc.),come mostrato nella figura 2. Però, la riparti-zione degli usi finali nel settore domestico deipaesi più industrializzati (aderenti alla Agenzia In-ternazionale dell’Energia) e nel terziario negliStati Uniti, ci dice che oltre il 50% dei consumienergetici degli edifici è destinato alla climatizza-zione e all’illuminazione (si veda la figura 3); equesti sono stati i principali punti di attacco daparte del virus dello spreco, a causa della evolu-zione e diffusione di modelli edilizi energivori.L’epidemia è durata tanto che il virus che l’ha pro-vocata ha dato luogo a una mutazione genetica:i nostri edifici di oggi sono progettati, costruiti egestiti per essere ingordi; occorre ora un’intensaazione di ingegneria genetica per trasformarli inorganismi sobri ed efficienti. Non si tratta di tor-

14 green energy audit prefazione

1. Direttiva 2010/31/ue del Parlamento europeo e del consiglio del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione).

figura 2stati uniti:evoluzione deiconsumi dienergia primarianel settoreresidenzialee terziario

Fonte: adattatoda EnergyInformationAdministration,Annual EnergyReview 2008(www.eia.doe.gov/aer).

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gnosi energetica generalizzata e accurata, ese-guita a tappeto (qualcosa di simile a ciò che ingergo medico si chiama “screening di una popo-lazione” e che si attua per le indagini epidemio-logiche), accompagnata da una campagna diinformazione e sensibilizzazione. Tra l’altro, non va dimenticato che una campagnacontro l’ingordigia energetica degli edifici è un’a-zione ineludibile. Si può fare con le buone, oggi,o si dovrà fare con le cattive domani, quando glieffetti catastrofici del cambiamento climatico co-stringeranno i decisori politici a prendere i prov-vedimenti “a buoi scappati”.

malattie psicosomatiche, comportamentie organizzazioneA volte lo “star male” non dipende tanto da causefisiologiche quanto psicologiche. Il corpore è sano;è la mens a non essere sana. Questo vale anche per gli edifici. Il loro “starmale”, che consiste nel consumare troppo, è nellamaggior parte dei casi dovuto anche ai compor-tamenti degli occupanti e al modo in cui gli im-pianti vengono gestiti: non c’è nulla che non vanei sistemi tecnologici, sono soltanto usati male.È stato stimato che negli edifici per uffici i con-sumi energetici possono essere significativamenteridotti (10-15% in media) intervenendo solo suicomportamenti del personale, quindi a costomolto limitato perché non sono richiesti investi-menti nei sistemi tecnologici. In realtà si può ar-rivare anche a risparmi maggiori, come dimo-strato nel progetto “European Energy Trophy”

viduali, ciascuno con il suo proprio metabolismo,sistemato ciascuno in un ambiente diverso. Nonc’è quindi una cura dimagrante buona per tutti.Bisogna necessariamente passare attraverso ladiagnosi energetica, che permette di individuarela migliore strategia di azione.Una domanda da porsi è: possiamo permetterciche questo processo di “dimagrimento” si svi-luppi da solo, sulla base di una lenta presa di co-scienza energetica da parte del cittadino e sulleaspettative di ritorno economico, oppure occorreuna decisa azione pubblica di promozione, siamediante campagne di informazione sia medianteopportune incentivazioni?Oggi, per prevenire il tumore ai polmoni si fannoleggi contro il fumo e si attivano campagne infor-mative; per prevenire il tumore della mammellasi chiede a tutta la popolazione femminile oltreuna certa età di effettuare periodicamente degliesami, a carico del sistema sanitario. La salute in-dividuale, però, non è minacciata solo dal ta-bacco, ma anche dal cambiamento climatico. Enon tanto nel senso che ci fa ammalare (pure sein parte ciò è vero per quanto riguarda l’insorgeredi malattie infettive dovute a insetti che prima vi-vevano in habitat diversi e alla mutazione di viruse batteri), quanto nel senso che il cambiamentoclimatico fa ammalare l’economia e con essa laqualità della vita. È una minaccia più ampia, cheriguarda in generale il benessere che abbiamoraggiunto.Una politica energetica realmente consapevoledovrebbe quindi partire da una campagna di dia-

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figura 3ripartizione deiconsumi finalidi energia neisettoriresidenzialee terziario

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gliore, in modo che il paziente impari a mangiaredi meno, stando meglio, alimentandosi con pie-tanze più salutari e senza rinunciare al piaceredella tavola.Non sempre, però, questo è possibile, ed è indi-pendente dalla qualità della pratica diagnostica edalla abilità del medico, e ciò avviene quando ilpaziente presenta delle malformazioni congenite.Per esempio, non si può certo suggerire di faremoto a chi si trovi nella sfortunata condizione dinon disporre della funzionalità degli arti inferiori.Casi di questo genere si verificano spesso nell’e-dilizia, costellata – purtroppo – di errori “genetici”,ovvero errori di progettazione talmente grandiche c’è poco da fare.Un caso emblematico di errore genetico che hacaratterizzato l’architettura degli edifici per ufficiodegli ultimi cento anni è costituito dal cosiddetto“open space” perimetrato da una facciata intera-mente vetrata.3 Questa soluzione architettonica haindotto un innalzamento dei consumi energeticiper compensare disomogeneità di comfort ter-mico e luminoso a cui essa necessariamente con-duce. Infatti, nelle postazioni di lavoro periferichela temperatura radiante è molto diversa da quellache si ha nelle postazioni centrali (più bassa in in-verno e più alta in estate), e ciò comporta che siapure molto diverso il comfort. A parità di tempe-ratura dell’aria (e non può che essere uguale dap-pertutto, essendo un “open space”) vicino al vetrosi sentirà più freddo in inverno e più caldo inestate, rispetto alla zona centrale. Per uniformarele condizioni occorre, in inverno, aumentare latemperatura dell’aria, portandola a 23-24 °C (in-vece di 20-21 °C) e in estate diminuirla, portan-dola a 22-23 °C (invece di 26 °C). In questo modonelle postazioni di lavoro periferiche si raggiungeuna condizione accettabile di comfort termico,mentre in quelle interne si è costretti a compen-sare con l’abbigliamento, leggero d’inverno e pe-sante d’estate. Il che non è solo paradossale, ma haanche pesanti conseguenze sui consumi energe-tici. Ma c’è di più; questa situazione ha indotto deimodelli comportamentali del tutto irrazionali, percui negli Stati Uniti (e purtroppo ormai anche neipaesi in via di sviluppo, che tendono a scimmiot-

promosso dalla Commissione Europea:2 in al-cuni casi i risparmi di energia sono arrivati al30% e, di conseguenza, analoghi sono stati i ri-sparmi economici.I cambiamenti comportamentali consistono nel-l’introduzione di semplici azioni quali spegnere leluci quando non servono, intervenire sul termo-stato ambiente per ridurre la temperatura in in-verno se fa troppo caldo o alzarla d’estate se fatroppo freddo, spegnere il computer quando nonlo si usa, ecc.Per indurre questi comportamenti occorre creareuna coscienza energetica nel personale: occorrequindi avviare un programma che miri a raggiun-gere questo obiettivo.Un’opportunità ulteriore di ridurre i consumienergetici senza interventi sui sistemi tecnologicipuò derivare da una revisione dei processi orga-nizzativi, quando questi influenzano il modo d’usodelle apparecchiature. Inoltre, molto spesso si ve-rificano notevoli sprechi energetici facilmente eli-minabili nel tempo attraverso un’opportuna pro-grammazione degli acquisti, che di solito vengonoeffettuati sulla base di criteri che non includonoil consumo energetico.Le azioni combinate di formazione di consapevo-lezza energetica, modifica dei comportamenti,revisione dei processi organizzativi e sostituzioneprogressiva delle apparecchiature a bassa effi-cienza energetica costituiscono il primo passoverso un piano di medio-lungo termine di “energymanagement”, con il quale si possono ottenere ri-sparmi economici che continueranno nel tempoe liberare risorse per investimenti sull’involucro esugli impianti, al fine di ulteriormente ridurre iconsumi energetici.In tutto ciò l’energy audit – opportunamente ese-guita – è un passaggio cruciale.

le tare genetiche e il greenwashNaturalmente la diagnosi è solo una condizionenecessaria ma non sufficiente al fine di garantireche il paziente dimagrisca. Occorre poi che unbuon medico sia capace di interpretare i dati e,utilizzando le sue conoscenze di fisiologia, di ana-tomia e di psicologia, di elaborare la terapia mi-

16 green energy audit prefazione

2. Si veda il sito http://www.energytrophy.org/eu-home.3. Errore per quanto riguarda il metabolismo energetico; non en-triamo qui nel merito degli eventuali benefici sulla produttività e

sulla organizzazione. L’open space, comunque, non è certo unambiente di lavoro piacevole.

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bandati come “verdi”. Ciò perché l’etichetta“verde” è ormai una qualifica indispensabile pervendere meglio un prodotto, anche se quest’ul-timo di “verde” ha poco e niente; e il fenomenodel greenwash4 ha ampiamente contaminato l’ar-chitettura. Così, negli ultimi anni, è andato cre-scendo il numero di edifici progettati con gli stessicriteri di sempre, con involucri energivori e scarsocomfort termico e luminoso, però dotati una bellacoccarda che li magnifica come sostenibili, grazieanche alla complicità di sistemi di certificazioneambientale un po’ troppo disinvoltamente businessoriented, che sovrastimano la qualità ambientalereale dell’edificio a favore di quella apparente (e“vendibile”), liberando – fra l’altro – l’architettodall’onere della necessaria innovazione culturaleche deve supportare il passaggio da una architet-tura divoratrice di risorse a una sobria e sana nelsuo rapporto con l’ambiente.

del verde e del grigioIn tutto questo contesto spicca il tema dell’E-nergy Audit. Spicca perché restringe fino a quasiannullare il campo di azione del greenwash, datoche si basa su misure oggettive e non su slogan,aprendo la strada alla diffusione di una vera cul-tura della sostenibilità energetica e ambientale. In-fatti, la qualità della diagnosi energetica passa at-traverso due elementi: gli strumenti diagnostici ela competenza di chi li usa e interpreta i dati. Eper interpretare i dati un buon energy auditor deveessere un buon conoscitore della fisica dell’edifi-cio, della termodinamica, dei sistemi impianti-stici, del comfort termico e luminoso. E deve es-sere creativo, anche, per immaginare “diete” ap-propriate, facilmente accettabili dal paziente, ef-ficaci e poco costose; e per idearle e definirledeve ricorrere a strumenti sofisticati, quali i mo-delli di simulazione.Il colore “verde” inteso come capacità di proget-tare o riprogettare in armonia con i principi dellasostenibilità energetica è fortemente connessocol colore grigio (del cervello). La progettazionesostenibile, infatti, richiede conoscenza, capacitàdi integrazione sistemica e inventiva: non c’èverde senza grigio. E di grigio, ovvero di cono-scenza, in questo Green Energy Audit ce n’è tanto.

tarli) in tutti i luoghi chiusi, e non solo negli “openspace” in inverno bisogna stare in maniche di ca-micia e in estate bisogna indossare un pullover.L’open space, poi, è anche energivoro sul lato il-luminazione, e in un modo particolarmente per-verso da quando si è resa disponibile la tecnolo-gia dei vetri selettivi. I vetri selettivi sono quelli cheriescono a “tagliare” gran parte della radiazione so-lare che ricade nel vicino infrarosso (e che quindiporta caldo ma non luce visibile) lasciando invecepassare quella parte dello spettro che ricade nel vi-sibile. Tutto ciò per cercare di ridurre i carichi ter-mici estivi negli edifici tutti vetrati. C’è un piccoloproblema, però. Questi vetri “tagliano” anche unpo’ della radiazione rossa dello spettro del visibile,col risultato che la luce che passa è più “fredda” diquella esterna, e dà luogo a un ambiente piuttostotetro, perché i colori appaiono meno brillanti e lefacce malate. Per compensare questo effetto c’è unsolo modo: aumentare il livello di illuminamento,ed è quello che si fa, consumando energia elettricain più non perché non ci sia abbastanza luce na-turale, ma perché è di cattiva qualità. Non che lecose cambino gran che quando il vetro non è deltipo selettivo: in questo caso, per evitare l’abbaglia-mento e per proteggersi dal sole d’estate si ri-corre alla chiusura delle tende, e alla inevitabileconseguente accensione della luce, anche (anzi so-prattutto) nelle giornate più luminose.Si è scelto questo esempio perché esso è pure em-blematico al fine di evidenziare la complessitàdelle interazioni fra i fattori che entrano in gioconel funzionamento di un edificio, dal punto di vi-sta fisico e fisiologico, e l’incapacità di governarlada parte del progettista. Fenomeno, questo, che siestende oltre il caso specifico segnalato. Comeconseguenza, molti degli edifici energivori realiz-zati nell’ultimo cinquantennio, progettati igno-rando i più elementari principi della fisica e dellafisiologia, dovranno essere abbattuti prima del fa-tidico 2050 a causa della loro totale incompatibi-lità con lo sviluppo sostenibile, e rimarranno solole loro foto a testimoniare di uno dei periodi forsepiù neri della storia dell’architettura; e saranno ac-compagnati – in questa ingloriosa fine – da nonpochi edifici progettati negli ultimi anni da archi-tetti più o meno famosi e che sono stati contrab-

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4. L’Oxford American Dictionary così definisce il “greenwash”(letteralmente, tinteggiare di verde): “Disinformazione dissemi-

nata da una organizzazione allo scopo di presentarsi come sen-sibile alle tematiche ambientali”.

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L’energy audit degli edifici è lo strumento più ef-ficace per promuovere in modo concreto azionidi riqualificazione energetica sul patrimonio edi-lizio esistente, che è mediamente caratterizzato danotevoli inefficienze e quindi da sprechi di ener-gia che si possono e si devono evitare.L’evoluzione legislativa e normativa di questi ul-timi anni ha incrementano notevolmente le pre-stazioni energetiche dei nuovi edifici, eviden-ziando ancora di più le differenze tra i nuovi edi-fici e ciò che già esiste. Il percorso verso unasempre maggiore efficienza sembra inarrestabile:la Direttiva europea, la 31 del 2010, prevede in-fatti che a partire dal 2020 tutti i nuovi edifici do-vranno essere a energia quasi zero, quindi molto ef-ficienti (l’applicazione delle nuove regole vieneanticipata di due anni per gli edifici pubblici).Anche negli Stati Uniti si stanno promuovendopolitiche energetiche che vanno nella stessa dire-zione e i segnali sono già evidenti, visto che an-che in questo contesto aumenta sempre di più ilnumero di edifici a energia zero e l’efficienzaenergetica si conferma il driver del nuovo mer-cato edilizio. Un driver finalizzato non solo a ri-solvere l’emergenza, ossia a ridurre l’impatto am-bientale del settore edilizio che consuma tantaenergia, ma anche a promuovere uno dei princi-pali pilastri della green economy.Intervenire sul patrimonio edilizio esistente, al-meno nelle situazioni in cui sia opportuno conser-vare l’edificio evitando quindi una sua dismis-sione, è una necessità vera che prescinde dalle re-gole a volte imposte dai nuovi riferimenti legisla-tivi che spingono in questa direzione. È il mercatoche chiede una sempre maggiore attenzione, per-ché solo attraverso quelle che vengono chiamate“azioni di retrofit” si possono raggiungere dueobiettivi: la riduzione drastica dei consumi ener-getici, quindi delle spese di gestione e l’impattosull’ambiente, e la valorizzazione dell’immobile,intesa come incremento del suo valore di mer-cato.

E a proposito di mercato, in molti si pongono unadomanda pratica: le tecnologie per incrementarel’efficienza energetica nel settore edilizio ci con-sentono fin da oggi di affrontare questa grandesfida? La risposta è sì. Anche se le tecnologie sistanno evolvendo in modo rapido, quelle attualisono efficienti, diversificate e affidabili, quindinon ha più senso aspettare. Il problema, semmai, rimane quello di indivi-duare quali di queste tecnologie siano più adattein situazioni che possono essere molto diverse.L’obiettivo finale, infatti, non è solo quello di mi-gliorare le prestazioni ma di promuovere degli in-terventi che siano tecnicamente efficaci ed econo-micamente convenienti.

l’energy audit, uno strumento operativoefficaceL’energy audit, attraverso la fase conoscitiva, for-nisce gli elementi utili per intervenire in modoconveniente ed efficace, ottenendo i massimi van-taggi. Si tratta dell’unico approccio che possiamoadottare per risolvere, in modo coerente, il pro-blema della riqualificazione degli edifici esistentie inefficienti, un problema che si può e si deve tra-sformare in una grande opportunità.L’energy audit segue regole che si sono sviluppatenel tempo attraverso esperienze sul campo, inparticolare negli Stati Uniti, a partire dagli anniSettanta. Nella politica energetica comunitariadell’Unione Europea lo strumento dell’AuditEnergetico è stato oggetto di grande attenzione:il JRC (Joint Research Centre) di Ispra ha con-dotto per diversi anni studi finalizzati a compa-rare, valutare e promuovere metodologie di dia-gnosi con finalità operative. Nei Programmi qua-dro per l’energia dell’Unione Europea molti pro-getti hanno finanziato studi, ricerche ma ancheapplicazioni pratiche proprio sulle tecniche dienergy audit, stimolando il confronto e incenti-vando il trasferimento tecnologico tra i paesimembri.

introduzione

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che quando non serve. Nel nostro caso l’inseri-mento di questo termine proprio nella defini-zione che sintetizza tutta l’impostazione dellametodologia proposta non è stata una scelta difacciata. Gli interventi di miglioramento delle componentienergetiche di un edificio consentono già di rag-giungere una forte riduzione dell’impatto am-bientale attraverso minori consumi di combusti-bili fossili, e quindi delle emissioni che ne derivanodirettamente o indirettamente. Il momento in cuisi “indaga” sulle inefficienze energetiche di unedificio è anche un’occasione da non perdere perverificare gli sprechi di altre risorse non energe-tiche, quali per esempio l’acqua. D’altra parte, ilmomento in cui si definiscono le misure che pos-sono migliorare la qualità dell’edificio è una im-portante occasione per valutare l’utilizzo in modoattivo o passivo delle risorse naturali, quali peresempio il sole, il vento, il terreno o il verde. Il Green Energy Audit non si limita a fornirestrumenti e metodi per ridurre i consumi di ener-gia, ma si pone un obiettivo più ambizioso: con-tribuire a un miglioramento globale della sosteni-bilità dell’edificio.Negli ultimi anni si è registrata una sempre mag-giore attenzione al tema della sostenibilità am-bientale in tutti i settori. La certificazione am-bientale degli edifici, anche se quasi sempre pro-mossa in modo volontario, suscita un interessesempre maggiore. Un interesse che è giustificatodalla consapevolezza diffusa di quanto sia impor-tante non considerare solo gli aspetti energetici,che pure sono prevalenti, ma anche quelli am-bientali. La certificazione ambientale rappresental’approccio più completo per valutare la sosteni-bilità di un edificio: essa infatti verifica il suorapporto non solo con le fonti di energia macon tutte le risorse, per esempio l’aria, l’acqua eil suolo. Un numero sempre maggiore di edificiviene certificato sulla base di protocolli interna-zionali, come per esempio il LEED (Leadershipin Energy and Environmental Design) svilup-pato negli Stati Uniti o il BREEAM (BuildingResearch Establishment Environmental Asses-sment Method), messo a punto in Gran Breta-gna, ma anche di tanti altri. La necessità di spostare l’attenzione in campoenergetico anche sul parco edilizio esistente trovaun suo parallelo anche nella necessità di spostare

Le più recenti Direttive comunitarie, a partiredalla Direttiva 32 del 2006, evidenziano l’impor-tanza dello strumento dell’energy audit e orien-tano gli Stati membri ad adottare leggi e normeper renderlo cogente in determinate situazioni. Eppure, nonostante questi sforzi, l’energy auditnon si è diffuso, come avremmo potuto immagi-nare, anche considerando il momento attuale incui l’energia è forse il tema dominante.Per essere efficace l’energy audit deve essereprima di tutto compreso per il potenziale chepuò offrire, potenziale che prescinde dalla co-genza delle leggi o delle regole. Il vero confrontodeve avvenire con il mercato, e quindi con lareale convenienza a intraprendere un percorsoche, partendo da un’analisi dello stato di fatto, labaseline, consenta di individuare le misure più ef-ficaci e di fare in modo che queste misure ven-gano effettivamente applicate. Un energy auditche non porta a nessun intervento può essereconsiderato uno studio interessante ma sicura-mente perde la sua efficacia.Questo manuale operativo è stato concepito pro-prio per promuovere questo concetto: fornireuno strumento che possa contribuire al raggiun-gimento di un obiettivo di concretezza. Il ma-nuale non inventa niente di nuovo ma più sempli-cemente definisce una metodologia che mette asistema le conoscenze che si sono sviluppate inquesti ultimi anni in particolare in Europa e ne-gli Stati Uniti. La considerazione che sta alla basedi questo lavoro è che le conoscenze ci sono, mache forse quella che manca è la definizione di unpercorso che trasformi queste conoscenze in unmetodo operativo efficace, una traccia che tecnicispecialistici che intendono operare in questocampo, ma anche altri attori interessati, quali peresempio gestori, amministratori o utenti finali,possano seguire per comprendere in modo piùsemplice una materia complessa.

dall’energy audit al green energy auditLa procedura di energy audit proposta da questomanuale ci ha portati a ondividuare una defini-zione differente rispetto a quella tradizionale:Green Energy Audit. Il valore aggiunto sta pro-prio in quel “green”, parola che richiama e sinte-tizza un concetto diffuso: quello della sostenibilitàambientale. La parola green è di moda e cometutte le parole di moda viene spesso utilizzata an-

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guarda gli strumenti sia per ciò che riguarda le mi-sure da applicare.

le metodologieLa prima parte comprende due capitoli di in-quadramento che definiscono gli aspetti generalidel Green Energy Audit e una sintesi delloschema metodologico. Seguono poi i capitoli cheaffrontano in modo indipendente le singole fasi:acquisizione delle informazioni di base, strumentie procedure di rilievo on site, baseline e valuta-zione dei miglioramenti prestazionali, la defini-zione del Green Energy Plan, il documento che de-finisce le strategie.

gli strumenti Nella seconda parte del volume sono inseriti ca-pitoli che approfondiscono tematiche essenzialiper il Green Energy Audit. Un capitolo riguardal’audit termografico, l’approfondimento di unatecnica che si sta diffondendo grazie anche alla di-minuzione dei costi delle apparecchiature: nonsolo una descrizione delle procedure, e della lorocorretta applicazione, ma anche una prima chiaveinterpretativa dei risultati dell’indagine all’infra-rosso. Un capitolo approfondisce invece il temadella simulazione dinamica, uno strumento cheassumerà un ruolo sempre più determinante peruna valutazione delle scelte. Nel Green Energy Audit è importante la valuta-zione degli effetti di miglioramento della sosteni-bilità ambientale delle misure adottate. In questomanuale si è scelto come riferimento il protocollodi certificazione ambientale LEED e nel capitoloGreen Energy Audit e LEED si evidenziano i le-gami che esistono tra le due procedure. Il capi-tolo, pur descrivendo la struttura del protocolloamericano, non si sostituisce naturalmente al ma-nuale ma si vuole proporre come “ponte” e comestimolo per quegli auditor che vogliono approfon-dire in modo più sistematico gli aspetti della cer-tificazione ambientale legati all’energy audit. Sem-pre nella seconda parte del volume è inserito unapprofondimento sulla valutazione del ciclo divita delle misure di miglioramento delle presta-zioni energetiche e ambientali. Due importanti ca-pitoli completano gli strumenti della secondaparte del volume. Il primo fornisce un supportoalla valutazione economica degli interventi men-tre il secondo si propone come una linea guida

l’attenzione in campo ambientale sul parco edili-zio esistente. Gli edifici nuovi dovranno essereenergeticamente efficienti e ambientalmente so-stenibili e ciò vale anche per quelli esistenti, purcon gli inevitabili vincoli, tecnici ma anche eco-nomici, che non sempre consentono di raggiun-gere i massimi livelli qualitativi.Lo scopo del Green Energy Audit è soprattuttoquesto: proporsi come uno degli strumenti chepossono essere utilizzati per accelerare questoprocesso.

com’è strutturato il manuale:l’impostazione metodologicaL’ambito di applicazione di questo manuale è ilsettore civile: non solo edifici residenziali ma an-che del terziario e commerciali. Gli usi di energia(o meglio: di risorse) che vengono consideratisono legati ai servizi che un edificio deve garan-tire a chi lo abita o a chi lo utilizza: comfort ter-mico e visivo, gestione delle risorse idriche, soloper citare quelle più importanti.Il manuale non considera gli usi di risorse legatiai cicli produttivi in campo industriale, sebbenel’approccio metodologico non sia diverso e moltetecniche qui descritte abbiano anche una valenzain questo settore, in particolare per ciò che ri-guarda le misure di miglioramento.Tra i diversi approcci all’energy audit qui si fa ri-ferimento allo schema che trova le sue radicinella cultura tecnica anglosassone: un’applica-zione operativa a tre livelli: il Walkthrough Audit,lo Standard Audit e il Simulation Audit che pre-vede la simulazione dinamica del sistema edificio-impianto. Per ciascuno di questi tre approcci siforniscono metodologie e strumenti.Il manuale è suddiviso in due parti e una appen-dice. La prima parte definisce le metodologie, la se-conda, completata dalle appendici, gli strumenti.Questa impostazione cerca di soddisfare le di-verse esigenze di un lettore che può avere com-petenze tecniche di base differenti. La parte me-todologica, in questo modo, si alleggerisce dicontenuti per lasciare spazio ad approfondimentiriportati nella seconda parte. Questo tipo di im-postazione garantisce anche una flessibilità oriz-zontale, consentendo una lettura diversa in fun-zione dei tre livelli operativi sopra citati, e unaflessibilità verticale, nella quale si possono preve-dere future implementazioni sia per ciò che ri-

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stata effettuata una selezione ragionata: siti neiquali si trova altro materiale, siti istituzionali, sitinei quali si possono trovare dati climatici, sedi diorganizzazioni e di associazioni e così via.

un riferimento internazionaleQuesto manuale si pone l’obiettivo di fornire me-todologie, criteri e strumenti per stimolare attivitàdi energy audit e contribuire in modo efficace alprocesso di riqualificazione energetica e ambien-tale del parco edilizio esistenti. Nell’impostazionemetodologica non si fa alcun riferimento a riferi-menti legislativi o normativi nazionali o localima all’unico riferimento che può fare da driver inquesto auspicabile processo evolutivo: il mercato.Se un intervento di riqualificazione è tecnica-mente ma soprattutto economicamente conve-niente, non sono le leggi o le regole locali chepossono decretare o meno il suo successo, masolo il mercato.I riferimenti normativi contenuti nel volume, se ri-tenuti utili, sono riferimenti internazionali, quindinorme europee CEN o norme internazionali ISO,oppure standard statunitensi. Così come sono in-ternazionali gran parte dei manuali ai quali si fa ri-ferimento e che sono contenuti nella bibliografia,primi fra questi i famosi ASHRAE Handbook peril settore degli impianti meccanici e IESNA LightHanbook per il settore illuminotecnico. Per quantoriguarda la qualità ambientale, o meglio i riflessisulla qualità ambientale che possono avere lescelte adottate, il riferimento è quello allo Stan-dard LEED americano che si sta affermandosempre di più come protocollo internazionale.In una situazione come quella attuale, in cui ri-spetto all’esigenza di unificare c’è la tendenza adandare nella direzione opposta, ossia quella dinorme e regole che diventano sempre più locali,l’approccio adottato vuole essere un primo con-tributo a una globalizzazione sana delle cono-scenze e delle strategie per la gestione di un pro-blema, quello ambientale, che è un problema glo-bale. E, non ultimo, un riconoscimento obiettivoal meglio della letteratura tecnica internazionale.

a chi serve il manualeLa progettazione di un qualsiasi intervento nonpuò prescindere da una solida conoscenza di basedei principi fisici e delle tecniche, oltre che da unaesperienza maturata sul campo. Questo manuale

per la definizione degli schemi contrattuali checonsentano di realizzare gli interventi esternaliz-zando gli investimenti (finanziamento da parte diterzi).

le appendiciLe appendici hanno come punto di riferimentocentrale una raccolta sistematica e ragionata delleprincipali misure che possono essere adottate: lemisure di conservazione dell’energia o più corret-tamente, vista l’impostazione del volume, le mi-sure di conservazione delle risorse. Le informa-zioni tecniche, ma anche economiche, che ri-guardano ogni singola misura sono strutturate inschede che facilitano il lettore nella ricerca dellemotivazioni che possono renderne utile l’applica-zione. Le schede non contengono solo una de-scrizione della misura ma ne sottolineano gliaspetti più peculiari, evidenziando vantaggi e cri-ticità, e orientano in questo modo il lettore nei cri-teri di scelta, evidenziando anche gli aspetti am-bientali diretti e indiretti. Sebbene le schede sianoinserite in modo distinto, rispettando un principiodi autosussistenza, all’interno di ciascuna di essesono evidenziati i collegamenti con altre schedein modo che nella scelta di una misura non sicorra il rischio di escludere soluzioni più completeo coerenti.Un lettore esperto trova nelle schede gli elementiessenziali per definire il Green Energy Plan. Nelcaso in cui l’auditor non possieda tutti gli elementitecnici ed economici per valutare l’efficacia diuna determinata misura non mancano i rimandia una parte del volume, il capitolo approfondimentitecnici, o a riferimenti esterni. Questo approcciotop-down agevola la lettura del volume confer-mando, d’altra parte, la struttura da manuale: nonun libro ma uno strumento. A supporto dell’attività di acquisizione delle infor-mazioni, fondamentale per il Green Energy Au-dit, sempre nell’appendice sono riportate leschede o Check list necessarie per rilevare le ca-ratteristiche edilizie, impiantistiche, le modalitàgestionali e per orientare l’auditor nella defini-zione delle proposte opeative.Uno strumento importante di questo manuale èinfine la bibliografia, nella quale il lettore puòtrovare tutte le informazioni necessarie per ap-profondire molti aspetti delle attività di Audit. I ri-ferimenti al Web sono importanti e per questi è

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L’impostazione del manuale, inoltre, agevola lalettura da parte di chi, non necessariamente tec-nico esperto, vuole informarsi sulla potenzialitàdello strumento dell’audit energetico e vuole ag-giornarsi sulle reali opportunità di miglioramento.Il volume non è un manuale per la progettazionesostenibile ma anche chi progetta può trovare inquesto strumento spunti interessanti per preve-dere fin dalle prime fasi progettuali le migliori so-luzioni energetiche e ambientali per l’edificio.

serve innanzitutto a quei tecnici che già operanoin campo energetico ai vari livelli, e che hanno giàesperienze nel settore dell’energy audit, per com-pletare la loro impostazione metodologica e perfornire loro spunti per migliorare la propria pro-fessionalità. Può inoltre costituire una buona basedi partenza per coloro i quali, pur operando neisettori energetici, vogliono intraprendere una pro-fessione nuova, quella dell’auditor, affascinante ein continua crescita.

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1.1.1 la definizione di un piano operativoLa riduzione dei consumi di risorse, non soloenergetiche, in un edificio esistente è possibile equasi sempre conveniente. Tuttavia, l’avvio delprocesso per attuare il cambiamento non è sem-plice, se il committente ha scarse competenzetecniche e una bassa o nulla consapevolezza diquale sia la qualità energetica del proprio edifi-cio e i concreti margini per un possibile miglio-ramento.Il problema non è solo quello di valutare le stra-tegie per migliorare le prestazioni, ma anche didefinire un percorso corretto su come attuarle, af-frontando in modo razionale i vincoli non solotecnici ma anche economici e a volte giuridici chesi incontrano.Se il decisore non è unico ma si è in presenza dipiù decisori, come per esempio un condominio ouna multiproprietà, la questione diventa ancorapiù complicata, in quanto le scelte eventualmenteadottate dovranno essere condivise.Per un intervento di valorizzazione energetica eambientale è necessario pensare a un piano ope-rativo che consenta di valutare in modo razionalee coerente tutti gli aspetti del problema.Una proposta di piano operativo è quella sche-matizzata nel diagramma nella figura 1.1. Nellaparte centrale è riportata la sequenza delle fasi, a

destra sono riportate le azioni e a sinistra i sog-getti coinvolti. Una volta definita l’esigenza di intervenire per ilmiglioramento delle prestazioni energetiche eambientali, è necessario effettuare una valuta-zione dello stato dell’edificio, dal punto di vistaenergetico, nella situazione in cui si trova (cheverrà definita baseline). L’energy audit, condottoda un tecnico esperto, l’auditor, permette di effet-tuare una valutazione complessiva e oggettiva, dicomprendere quali sono le cause degli sprechi edi avere elementi utili per poi definire delle scelted’intervento coerenti e razionali. Nelle strategieoperative per il miglioramento delle prestazioni diun edificio, l’energy audit è un elemento centrale.La fase successiva riguarda la definizione degli in-terventi. Questi possono riguardare l’involucro,gli impianti, oppure l’utilizzo di fonti rinnovabili.L’auditor, partendo dai dati rilevati, ha gli elementinecessari per effettuare proposte operative: unconfronto con il committente è a questo puntoopportuno. Le proposte devono essere valutatedal punto di vista economico ed è questo il mo-mento in cui si pone il problema del reperimentodelle risorse finanziarie. Le possibilità sono due:l’autofinanziamento nel caso in cui le risorse eco-nomiche siano disponibili, oppure il finanziamentoda parte di un istituto di credito.

1. aspetti generali del green energy audit

1.1 strategie per la valorizzazione energetica e ambientale degli edifici

Questo capitolo fornisce un inquadramento generale del Green Energy Audit. Vengono evidenziati scopi e obiet-tivi del lavoro e approfonditi quegli aspetti che rendono le procedure convenienti, senza però trascurare le cri-ticità che possono emergere da una sua scorretta impostazione. Il capitolo analizza i tre livelli operativi, Walkthrough Audit, Standard Audit e Simulation Audit, facendoemergere le differenze tra i diversi approcci. Vengono poi esaminati gli aspetti organizzativi, quindi il fattoreumano, e quelli contrattuali, essenziali per soddisfare le aspettative del committente. Si evidenziano inoltre ledifferenze, ma anche gli elementi di complementarietà, tra energy audit e certificazione energetica. Il capitoloconsidera infine alcuni importanti aspetti che legano il Green Energy Audit a un processo di qualità nell’ero-gazione del servizio.

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torio in relazione agli interventi, effettuare unacertificazione energetica dell’edificio.Gli interventi di valorizzazione energetica e am-bientale consentono di avere un edificio più effi-ciente e meno impattante dal punto di vista am-bientale, quindi di migliorare la sua sostenibilità.Un aspetto che viene spesso trascurato è quellodella gestione e della manutenzione che, se ese-guite in modo efficiente, possono garantire ilmantenimento delle prestazioni elevate negli annisuccessivi.

1.1.2. le motivazioni che portano a unavalorizzazione energetica e ambientaleLa scelta di realizzare un qualsiasi progetto nasce

È naturalmente possibile ricorrere a forme di fi-nanziamento da parte di terzi, per esempio attra-verso le ESCo (Energy Service Company). Nellavalutazione economica, gli incentivi giocano unruolo importante, in quanto possono far diventareconveniente un intervento che, senza incentivi,può non esserlo.Se dal punto di vista economico il piano è coe-rente, si passa alla fase successiva che prevede laprogettazione esecutiva degli interventi, che puòcoinvolgere l’auditor o un progettista compe-tente, e la realizzazione, che può coinvolgerel’impresa e il direttore dei lavori. In caso contra-rio è necessario ridefinire le scelte progettuali.A lavori ultimati è opportuno, e a volte obbliga-

26 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.1piano operativoper laprogrammazionee larealizzazione diun intervento divalorizzazioneenergetica

MOTIVAZIONEEnergy Audit

VERIFICANO

Auditor Energy Audit

InvolucroImpianti

Rinnovabili

AutofinanziamentoPrestiti

Incentivi ESCo (FTT)

AuditorCommittente

AuditorCommittente

Progettista

ImpresaDirettore Lavori

Certificatore

VALUTAZIONE EFFICIENZA

ENERGETICA

DEFINIZIONE INTERVENTI

VALUTAZIONIECONOMICHE

PROGETTAZIONEINTERVENTI

REALIZZAZIONEINTERVENTI

CERTIFICAZIONEENERGETICA

GESTIONEMANUTENZIONE

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la presenza di incrostazioni all’interno delle tuba-zioni che possono ridurre le sezioni in alcunipunti e quindi generare squilibri nella distribu-zione.

i consumi energetici e di risorsesono rilevantiPer un committente che non ha termini di para-gone non è semplice capire se il consumo ener-getico è elevato, eppure la consapevolezza diquanto incide la bolletta energetica può essere unmotivo forte per indagare su quali potrebberoessere le cause degli eventuali sprechi. Per quantoriguarda i condomini il contributo che può dareun amministratore su questo punto è molto im-portante: egli infatti gestisce parecchi edifici ed èin grado di estrapolare dei semplici indicatoriche gli consentono di verificare, all’interno del pa-trimonio edilizio che gli compete, le situazioni piùcritiche.

gli impianti devono essere sostituitiLa sostituzione di un componente impiantisticoobsoleto oppure la sostituzione di un compo-nente impiantistico che non rispetta più le norma-tive vigenti, può essere una buona occasione perpensare a un progetto di riqualificazione globale.Nel caso di sostituzione di generatori di calore,per esempio, alcune norme richiedono comunquel’adeguamento delle altre parti dell’impianto. Inalcuni paesi la sostituzione di un generatore di ca-lore comporta obbligatoriamente l’esecuzione diun energy audit.

sono in programma interventi di riqualificazione dell’involucroGli interventi di riqualificazione dell’involucro(isolamento termico delle pareti, sostituzione deiserramenti, isolamento della copertura, ecc.), se fi-nalizzati all’aspetto energetico, si giustificano soloin alcuni casi. Un esempio classico riguarda la coi-bentazione della copertura o della soletta dell’ul-timo piano. Questo intervento consente di ri-durre le dispersioni di una parte dell’edificio vul-nerabile che normalmente comporta la necessitàdi sovrariscaldare l’intero edificio per garantirecondizioni di comfort minimamente accettabilinegli appartamenti dell’ultimo piano. In questocaso il beneficio dell’intervento di coibentazionenon avvantaggia solo gli appartamenti dell’ul-

da una motivazione: più questa è forte e meno dif-ficile è realizzarla. La valorizzazione energeticapuò dipendere da una serie di fattori. Ne ripor-tiamo alcuni a titolo di esempio:• gli impianti non garantiscono comfort ambien-

tali accettabili;• i consumi energetici e di risorse (per esempio

idrici) sono rilevanti;• gli impianti devono essere sostituiti (perché mal

funzionanti, perché inadeguati sul piano norma-tivo o della sicurezza o perché non rispettanopiù i limiti alle emissioni);

• sono in programma interventi di riqualifica-zione sull’involucro;

• la certificazione energetica ha evidenziato unascarsa qualità energetica.

gli impianti non garantiscono comfortambientali accettabiliUna prima motivazione può essere determinatadalla consapevolezza che le condizioni ambientaliinterne non sono soddisfacenti. Un impianto di ri-scaldamento che non è in grado di controllare latemperatura, per esempio, può generare delle si-tuazioni di malessere: troppo caldo o troppofreddo, troppo secco o troppo umido.Una temperatura superiore rispetto a quella rite-nuta ottimale, 20-21 °C in inverno, è un chiaro in-dicatore di spreco energetico. Per ogni grado inpiù di temperatura, i consumi di energia (e quindile bollette), aumentano mediamente del 6-8%.Una temperatura più bassa, d’altra parte, rende ilclima interno poco confortevole e provoca quindiun disagio, chiaro indicatore che l’impianto risultainadeguato.Spesso capita che queste due situazioni oppostesi riscontrino in uno stesso edificio nel quale ipiani alti sono più freddi: per garantire un livelloaccettabile di comfort in queste zone è necessa-rio riscaldare eccessivamente le altre parti dell’e-dificio.Le cause di questa inefficienza si possono in ge-nere ricondurre a una carenza della rete di distri-buzione, carenza congenita se l’impianto è statoprogettato male fin dall’inizio o carenza dovuta ainterventi di ristrutturazione all’interno dei singoliappartamenti (per esempio spostamento di termi-nali, sostituzione di terminali, ecc.) che possonoessere la causa di uno sbilanciamento dei circuiti.Altra motivazione, frequente negli edifici datati, è

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casi, infatti, l’intervento di isolamento comportasoltanto dei sovracosti: alcune spese che inci-dono notevolmente, si pensi per esempio ai pon-teggi, sarebbero comunque già previste.

la certificazione energetica ha evidenziato una qualità energeticascarsaQuello di informare l’utente sullo stato energeticodel proprio edificio è in fondo lo scopo della cer-tificazione energetica, che dovrebbe essere consi-derata un punto di partenza più che un punto diarrivo.La consapevolezza di sapere che la qualità ener-getica dell’edificio è scadente, può essere unabuona motivazione per affrontare il problema epassare, quindi, a una fase operativa attraverso l’e-nergy audit.

timo piano, ma l’intero edificio. Un discorso ana-logo è quello delle solette dei piani inferiori,quelle, per esempio, che confinano con locali nonriscaldati come cantine o garage oppure addirit-tura con l’esterno (pilotis). Intervenire su questestrutture è sempre conveniente e consente di ri-solvere problemi di comfort locali, ma anche pro-blemi energetici globali.In altri casi il costo della riqualificazione energe-tica dell’involucro è eccessivo e, quindi, non giu-stificato dal punto di vista economico. C’è però dadire che periodicamente gli interventi di riquali-ficazione dell’involucro devono essere program-mati: il rifacimento dell’intonaco, per esempio, oil rifacimento della copertura o la sostituzione diserramenti obsoleti. È questa l’occasione, che nonsi presenterà più per parecchi anni, di intervenirecon attenzione all’aspetto energetico. In questi

28 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

1.2 obiettivi e scopi del green energy audit1.2.1 l’auditing, concetti generaliIl termine audit definisce un’attività di valuta-zione di un’organizzazione, di un processo, di unprogetto o di un prodotto. L’attività di audit, dettaauditing, è mirata ad accertare la validità e l’affi-dabilità delle informazioni raccolte e nel con-tempo si configura anche come una verifica del si-stema di controllo interno. L’auditing non è un’attività fine a se stessa, ma hauno scopo ben preciso: utilizzare le informazioniraccolte per raggiungere un miglioramento chepuò essere definito in vari modi in funzione delcampo di applicazione: migliori prestazioni, ridu-zione dei costi, maggiore sicurezza o, più in gene-rale, un miglioramento della qualità globale. Questo strumento non è semplicemente unachiave di lettura di un qualcosa che esiste, una suainterpretazione o al limite un’evidenza delle coseche non vanno, ma è un qualcosa di più. L’inda-gine e la valutazione, passaggi essenziali e fon-danti di tutta l’attività, si devono poi trasformarein suggerimenti e indicazioni concrete che por-tino a un miglioramento tangibile. L’auditing,quindi, deve essere considerato un processo.Per valutare questo miglioramento è necessariodefinire degli obiettivi. Il raggiungimento o menodi questi obiettivi naturalmente è vincolato a di-versi fattori, a cominciare da quelli economici: il

miglioramento dell’organizzazione, del processo,del progetto o del prodotto rimane comunque unelemento irrinunciabile dell’auditing.Chi conduce l’attività di auditing è normalmenteun soggetto esterno al sistema: l’auditor. È propriol’indipendenza di chi gestisce il processo l’ele-mento che dà all’intera attività un valore aggiunto.In alcuni casi può capitare che sia necessario con-trollare il sistema con una maggiore continuità equindi si attiva un processo interno (o internal au-diting). L’indipendenza è garantita dal fatto chel’internal auditor non è coinvolto nel processo onel progetto in questione. Va comunque chiaritoche l’auditing interno si configura come un servi-zio di mantenimento, mentre l’attività di auditingvera e propria viene comunque affidata a un sog-getto esterno.Un riferimento utile per comprendere le logicheche stanno dietro a un’attività di auditing in gene-rale è la norma EN ISO 19011-2002 che porta iltitolo Linee guida per gli audit dei sistemi di gestioneper la qualità e/o di gestione ambientale. La normaè destinata a un’estesa gamma di potenziali utiliz-zatori, che comprendono gli auditor, le organiz-zazioni che attuano sistemi di gestione per laqualità e/o di gestione ambientale, le organizza-zioni che hanno l’esigenza di condurre audit di si-stemi di gestione per la qualità e/o di gestione

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guida per l’uso e specifica i requisiti per creare, av-viare, mantenere e migliorare un sistema di ge-stione dell’energia. Il sistema proposto consideragli obblighi legislativi che l’organizzazione deve ri-spettare e altri requisiti ai quali la stessa potrebbesottostare, e consente all’organizzazione di avereun approccio sistematico al continuo migliora-mento della propria efficienza energetica e indicai requisiti per un continuo miglioramento sottoforma di un uso dell’energia più efficiente e soste-nibile. Sempre secondo la EN ISO 19011-2002 l’attivitàdi audit è fondata su un certo numero di principi,che si riferiscono all’auditor, il rispetto dei quali èun prerequisito per fornire conclusioni dell’auditpertinenti e sufficienti e per assicurare che audi-tor diversi, operando indipendentemente l’unodall’altro, pervengano a conclusioni simili in cir-costanze simili:• Comportamento etico: il fondamento della profes-

sionalità. Fiducia, integrità, riservatezza e di-screzione sono essenziali per l’attività di audit.

• Presentazione imparziale: l’obbligo di riportare fe-delmente e con precisione. Le risultanze, leconclusioni e i rapporti di audit riflettono fedel-mente e accuratamente le attività di audit. Ven-

ambientale per ragioni contrattuali e le organiz-zazioni che operano nella certificazione o nellaformazione e addestramento degli auditor, nellacertificazione di sistemi di gestione, nell’accredi-tamento o nella normazione nel campo della va-lutazione della conformità. Per approfondimentiriguardo l’applicazione di questa norma si ri-manda al paragrafo 6.6 (Miglioramento gestionee manutenzione).Il flusso di processo per la gestione di un pro-gramma di audit è illustrato nella figura 1.2 e ap-plica la metodologia P-D-C-A (Pianificare-Fare-Verificare-Agire). La metodologia è ben schema-tizzata dal diagramma che illustra quel concettofondamentale che può essere considerato puntodi riferimento anche per l’energy audit: un auditnon è un progetto fine a se stesso ma un processoche tende a un miglioramento continuo. Unenergy audit che non porta ad azioni di migliora-mento è, quindi, assolutamente inefficace. Altroelemento che distingue un processo da un pro-getto è il fatto che, una volta intrapresa questastrada, è necessario garantirne il mantenimentoattraverso un monitoraggio continuo. Utile al ri-guardo è la norma EN 16001-2009 che porta il ti-tolo Sistemi di gestione dell’energia – Requisiti e linee

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figura 1.2flusso diprocesso per lagestione di unprogramma diaudit

Fonte: EN ISO19011-2002.

AUTORITÀper la gestione di unprogramma di AUDIT

Pianificare(Plan)

Fare(Do)

Agire(Act)

Verificare(Check)

Miglioramento del programma di AUDIT

Competenza e valutazionedegli Auditor

Attività diAUDIT

DEFINIZIONE del programma di AUDIT(Obiettivi, responsabilità, risorse,

procedure)

ATTUAZIONE del programma di AUDIT

(Programmazione, valutazione degliauditor, conservazionedelle registrazioni, ecc.)

MONITORAGGIO E RIESAME del programma di AUDIT

(Monitoraggio e riesame, identificazione delle esigenze di

azioni correttive e preventive,identificazione delle opportunità

di miglioramento)

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gruppo di edifici, di una struttura industriale e diun servizio privato o pubblico, allo scopo di iden-tificare e quantificare, in termini di convenienzaeconomica, opportunità di risparmio energetico,definendo tutto ciò che emerge in un rapporto”.Questa definizione evidenzia i tre elementi checaratterizzano un energy audit a prescindere dallamodalità operativa adottata:• la conoscenza dei profili dei consumi di energia

del sistema indagato;• l’individuazione delle possibili misure di conte-

nimento dei consumi;• la valutazione di tali misure sulla base di una lo-

gica costi/benefici;• l’attività di reporting, ossia la restituzione anali-

tica del lavoro fatto.

Fissati questi punti, l’energy audit si può articolarein forme diverse, differenti tra loro per la comples-sità e, quindi, per l’impegno tecnico ed econo-mico.Occorre innanzitutto fare una distinzione tra au-diting civile e auditing industriale. Nell’auditing civile si indaga prevalentemente sulcomportamento energetico dei sistemi edilizi, in-tesi come elementi dell’involucro che delimitanospazi confinati, e sui sistemi impiantistici finaliz-zati al mantenimento del comfort. Possono esserepresenti servizi impiantistici che consumano ener-gia per altre funzioni, per esempio le celle frigo-rifere in un centro commerciale o l’impianto perl’aria compressa in un magazzino, tuttavia sonomeno rilevanti.Nell’auditing industriale le componenti impianti-stiche finalizzate al mantenimento del comfort cipossono ovviamente essere, ma il ciclo produttivopuò consumare tanta energia da risultare preva-lente. Le competenze di chi esegue l’auditing sono ov-viamente diverse, così come sono diverse le strut-ture organizzative con le quali si confronta l’audi-tor: nel caso più semplice di un edificio o di uncomplesso di edifici residenziali, l’interfaccia or-ganizzativa può essere rappresentata da una solapersona, l’amministratore con funzione di legalerappresentante, o al limite lo stesso proprietario,mentre un sito industriale può avere uno staffpiù o meno organizzato con Energy manager eservizio interno di manutenzione.Una seconda distinzione va fatta riguardo all’og-

gono riportati gli ostacoli significativi incon-trati durante l’audit e le opinioni divergenti nonrisolte tra il gruppo di audit e l’organizzazioneoggetto dell’audit.

• Adeguata professionalità: l’applicazione di accu-ratezza e di discernimento nell’attività di audit.Gli auditor pongono un’attenzione di livelloadeguato all’importanza del compito che essisvolgono e alla fiducia riposta in loro dai com-mittenti dell’audit e dalle altre parti interessate.È fondamentale che essi posseggano le compe-tenze necessarie.

Ulteriori principi fanno riferimento al processodell’audit che è, per definizione, indipendente e si-stematico:• Indipendenza: la base per l’imparzialità dell’audit

e l’obiettività delle sue conclusioni. Gli auditorsono indipendenti dall’attività oggetto dell’audite sono liberi da pregiudizi e conflitti d’interesse.Gli auditor conservano uno stato di obiettivitàdi pensiero durante il processo dell’audit per as-sicurare che le risultanze e le conclusioni dell’au-dit siano basate solo sulle evidenze dell’audit.

• Approccio basato sull’evidenza: il metodo razionaleper raggiungere conclusioni dell’audit affidabili eriproducibili in un processo dell’audit sistema-tico. Le evidenze dell’audit sono verificabili. Essesi basano su campioni di informazioni disponi-bili, poiché un audit è effettuato in un periodo ditempo limitato e con risorse limitate. L’uso ap-propriato del campionamento è strettamenteconnesso con il livello di confidenza che può es-sere riposto sulle conclusioni dell’audit.

Le linee guida fornite nei punti successivi dellaEN ISO 19011-2002, norma internazionale, sonobasate sui principi sopra enunciati.

1.2.2 l’energy auditingQuando l’oggetto dell’audit sono degli edifici, de-gli impianti a essi collegati, delle infrastruttureproduttive e lo scopo è quello di ridurre il con-sumo di energia primaria da origine fossile, si fariferimento all’energy audit.La definizione riportata nella bozza di normaCEN, attualmente in fase di redazione, definiscel’energy audit “una procedura sistematica per ot-tenere una adeguata conoscenza dei profili deiconsumi energetici esistenti di un edificio o

30 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

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mazioni importanti e, soprattutto, oggettive sulreale comportamento dell’edificio. L’analisi attra-verso le bollette energetiche dei consumi reali dienergia, termica o elettrica, può completare ilquadro di riferimento. Anche se lo scopo dell’e-nergy audit è quello di ridurre i consumi, può ca-pitare che i contratti con i fornitori di energia odi servizi energetici non siano adeguati alle realicondizioni operative dell’utenza che nel tempopotrebbero essersi modificate. L’ottimizzazionedei contratti in funzione delle effettive modalitàd’uso può permettere di ridurre la bolletta ener-getica senza per questo far diminuire i consumi dienergia: un risparmio economico nella gestioneche rientra comunque nei compiti dell’auditorche, come dicevamo, si dovrebbe preoccupare diridurre anche i consumi.Le attività di auditing, se ben fatte, richiedonocompetenze qualificate, strumenti e procedureconsolidate, quindi possono essere costose. Inol-tre a volte non è presente la consapevolezza del-l’inefficienza e quindi dello spreco energetico. Perottenere la massima efficacia con il minore inve-

getto specifico dell’auditing. Un approccio com-plessivo, infatti, dovrebbe estendere l’indagine atutti i sistemi impiantistici ed edilizi che consu-mano energia: in questo caso si considerano gliusi termici e quelli elettrici. Tuttavia, un commit-tente può avere l’esigenza di indagare solo su unaparte degli impianti (per esempio gli impiantielettrici o i sistemi di illuminazione) o solo su unaparte del complesso. Capire come funziona dal punto di vista energe-tico un edificio, intendendo con questo terminenon solo la parte edilizia ma l’insieme dell’invo-lucro, della struttura e degli impianti, non è sem-plice, in quanto l’edificio è un sistema complessosoggetto a variabili non sempre prevedibili. L’ap-proccio normalmente adottato in fase di proget-tazione considera condizioni al contorno sempli-ficate (modalità d’uso standard, condizioni clima-tiche standard, caratteristiche tecniche dell’edifi-cio note), mentre le condizioni operative realisono influenzate da variabili climatiche normal-mente diverse da quelle standard ma anche damodalità gestionali non sempre riconducibili amodelli di riferimento unitari.Lo studio che sta alla base della fase conoscitivaha lo scopo di fornire all’auditor gli elementi og-gettivi per comprendere come viene utilizzata, ospesso sprecata, l’energia.Nel diagramma della figura 1.3 è illustrato ilflusso di processo per un energy audit generico.Le informazioni di base necessarie per effettuareun corretto energy audit riguardano, innanzitutto,le caratteristiche dell’edificio (caratteristiche ter-mofisiche dell’involucro quali pareti, serramenti,coperture, basamenti, e caratteristiche tecnichedegli impianti di climatizzazione invernale, clima-tizzazione estiva, ventilazione, produzione di ac-qua calda sanitaria, illuminazione, usi elettrici,ecc.), ma anche le modalità gestionali (orari di ac-censione, giorni di attivazione degli impianti, tem-perature di funzionamento, ecc.).Le informazioni necessarie per comprendere ilcomportamento energetico dell’edificio possonoessere ricavate da documenti di progetto o, inmancanza di questi, da rilievi in campo. Perquanto riguarda gli aspetti gestionali, una campa-gna di misure anche limitata nel tempo dei para-metri principali, quali per esempio la temperaturadell’aria, l’umidità relativa dell’aria, il consumo dienergia termica o elettrica, ecc. può fornire infor-

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figura 1.3Flusso diprocessosemplificatoper un processodi energy audit

DEFINIZIONE DELLO SCOPO

ACQUISIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE

RILIEVI IN CAMPO

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI

ELABORAZIONE DEL REPORT TECNICO

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sto che il verde è il colore dei prati, delle piantee delle foglie. Con il passare del tempo, tuttavia,il significato di questa parola è andato ben oltrequello originale assumendo una valenza che laporta a definire, anche se in modo simbolico, ilmantenimento, o la contribuzione al manteni-mento, di un bilancio ecologico. La parola green,quindi, identifica tutto ciò che contribuisce al mi-glioramento della sostenibilità nelle sue varie ac-cezioni, non necessariamente legate alla natura. Siparla allora di Green Building quando ci si riferi-sce a edifici concepiti e realizzati per ridurre l’im-patto con l’ambiente, così come si parla dellaGreen Economy, un nuovo modello di sviluppo checontrasta il modello economico “nero” basatosui combustibili di origine fossile.1

Fino a qualche anno fa la letteratura tecnica, an-che a livello internazionale, faceva una distin-zione tra l’approccio tradizionale, che non consi-derava o considerava molto poco gli aspetti am-bientali delle scelte progettuali, e quella di nicchia,che evidenziava gli aspetti ecologici e ambientali.La consapevolezza diffusa di quanto sia impor-tante non trascurare più gli aspetti progettualiche possono avere delle ricadute sul bilancio eco-logico ha avuto i suoi effetti, al punto che un nu-mero sempre maggiore di testi pubblicati consi-dera in modo sistematico e integrato tutto ciò chepuò avere delle ripercussioni sull’ambiente.L’energy audit tradizionalmente ha finalizzato gliobiettivi a una riduzione dei consumi di energiacon un approccio molto economico, ossia eviden-ziando non tanto la riduzione dell’impatto am-bientale delle scelte di maggiore efficienza ma ilcontenimento delle spese di gestione. Al puntoche alcuni energy audit si limitano a dare consi-gli su come ottenere dei contratti di fornituraeconomicamente più vantaggiosi che, di fatto,non portano ad alcun vantaggio di tipo ambien-tale (se si esclude un’ottimizzazione della gestioneenergetica a livello nazionale).L’energy audit, invece, rappresenta un’importanteopportunità per contribuire, attraverso le misureproposte e possibilmente attuate, a ridurre l’im-patto ambientale globale dell’edificio o della strut-tura oggetto dell’indagine.

stimento vengono utilizzati livelli operativi diffe-renziati che vanno dall’economico ma efficaceWalkthrough Audit, detto anche One Day Audit,che impegna meno di un giorno per sopralluoghie rilievi, al Simulation che può richiedere anchemesi di indagine (per la definizione dei diversi li-velli operativi si rimanda al paragrafo 1.3 di que-sto stesso capitolo).L’energy audit, se ben gestito, è uno strumentofondamentale per promuovere azioni concreteper contenere i consumi di energia in un edificioo in un’infrastruttura. Si tratta di un’attività riccadi complessità: non è semplice comprendere lostato dell’edificio e degli impianti in quanto, il piùdelle volte, la documentazione è scarsa. Una voltadefinita quella che viene chiamata baseline, ossiala conoscenza dei profili dei consumi, non è sem-plice valutare le misure da adottare che possanoeffettivamente portare a una soluzione generaledei problemi. Queste misure possono riguardareinterventi di manutenzione straordinaria o di so-stituzione di componenti e sistemi con tempi diritorno che possono variare, ma anche misure chenon richiedono un investimento iniziale perché ri-guardano suggerimenti per una migliore gestionedegli impianti. A tutto questo si aggiunge la complicazione cheuna misura può avere effetto su un’altra e, quindi,il vantaggio complessivo deve tenere conto ditutto ciò che viene proposto. L’abilità dell’auditor sta anche nel come riesce a re-lazionarsi con il committente, dal quale deve com-prendere sia le aspettative sia il budget che even-tualmente è disposto a mettere a disposizione. Ilsuccesso di un energy audit non si misura dallabontà dello studio, ma dal fatto che gli interventiproposti vengano realizzati oppure no. La capacitàdi comunicare bene al committente i risultatiemersi e le proposte contenute nel report, sono in-dice di professionalità oltre che la chiave del suc-cesso di un lavoro di auditing energetico.

1.2.3 il green energy auditLa parola green può assumere molti significati infunzione delle circostanze nelle quali viene utiliz-zata. Il riferimento originale la lega alla natura, vi-

32 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

1. La Green Economy si basa sulla conoscenza delle economieecologiche e delle economie verdi che affrontano il problemadell’interdipendenza tra l’economia umana e l’ecosistema natu-

rale e che prendono in considerazione l’effetto avverso dell’at-tività economica sul cambiamento climatico e il riscaldamentoglobale.

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zio a tutte quelle tecnologie a consumo zero, peresempio le tecnologie impiantistiche che sfrut-tano le fonti energetiche rinnovabili come solaretermico, solare fotovoltaico e biomassa;

• nella definizione delle schede si dà ampio spa-zio a tutte le soluzioni naturali che possonocontribuire al controllo climatico e illumino-tecnico dell’edificio, come per esempio tettiverdi, facciate verdi, sistemi di ombreggiamentonaturale, sistemi solari passivi e sistemi di day-lighting.

1.2.4 l’auditor energeticoNell’energy audit con il termine auditor non siidentifica necessariamente una persona ma, più ingenerale, la struttura che coordina e gestisce l’au-dit. Nel caso in cui più esperti siano coinvolti inuno stesso lavoro viene nominato il Leader Audi-tor, la persona che assume non solo il coordina-mento ma anche la responsabilità dell’intero la-voro.Le competenze professionali di un energy audi-tor possono essere definite a livello nazionale e,quindi, possono variare da paese a paese. Si trattacomunque di una persona qualificata nel settoretecnico nel quale esercita la propria attività, quindiun tecnico laureato come un ingegnere o un ar-chitetto o un tecnico diplomato. L’esperienza professionale può essere generale,in questo caso l’auditor è in grado di gestire inmodo autonomo un audit, oppure specialistica(per esempio ingegnere elettrotecnico, ingegneretermotecnico, ingegnere civile, architetto, ecc.) ein questo caso potrà svolgere le attività pertinential settore della sua specializzazione.Al di là della qualifica professionale, che può es-sere considerata un requisito minimo, e l’iscri-zione a un Albo professionale, obbligatoria in al-cuni paesi, è opportuno che l’auditor abbia acqui-sito una solida esperienza nei seguenti settori:• progettazione energetica degli edifici;• progettazione energetica degli impianti (mecca-

nici ed elettrici);• energy management;• contabilità energetica

e che abbia anche delle competenze economicheindispensabili per elaborare delle proposte che sidimostrino convenienti in caso di adozione.Il lavoro dell’energy auditor non è semplice e, co-

Nasce da questa considerazione l’idea di dareun’interpretazione diversa all’energy audit nellasua accezione più tradizionale, enfatizzando tuttiquegli aspetti che, oltre a garantire comunque unmiglioramento delle prestazioni energetiche, por-tino a un contenimento dei consumi di altre ri-sorse che hanno poco a che fare con l’energia, mache in una valutazione della sostenibilità globalegenerano dei vantaggi.Da qui abbiamo preso in prestito la parola greenper proporre una definizione che comunicassemeglio la valenza ambientale dell’energy audit,una valenza non formale ma sostanziale e che po-tesse essere misurato con un approccio metodo-logico diverso, più in sintonia con gli orienta-menti attuali del mercato.Il Green Energy Audit, quindi, non si limita a for-nire strumenti e metodi per ridurre i consumi dienergia, ma si pone un obiettivo ben più impor-tante: contribuire a un miglioramento globaledella sostenibilità dell’edificio.A livello metodologico l’assunzione del terminegreen ha implicato una serie di scelte che qui sin-tetizziamo:• nella definizione delle schede che riportano i

possibili interventi di retrofit non si consideranosolo le misure che concorrono alla riduzionedelle risorse energetiche, ma tutte le misure cheportano a una riduzione dei consumi di risorse:le misure di conservazione dell’energia (EnergyConservation Measures) diventano quindi misuredi conservazione delle risorse (Resources Conser-vation Measures);

• all’interno delle schede, oltre che nelle tabelle disintesi, si riportano degli indicatori che eviden-ziano la valenza ambientale della misura propo-sta: l’auditor, nel momento in cui seleziona unamisura, è informato su come questa misurapossa influire sui criteri premianti contenutinello schema di certificazione ambientale di ri-ferimento che nel nostro caso abbiamo assuntoche sia il LEED® (Leadership in Energy and En-vironmental Design);

• i criteri di scelta degli interventi possono essereindirizzati fin dall’inizio a partire da questi indi-catori: l’auditor quindi si può porre due obiettivi:il primo è quello di massimizzare le prestazionienergetiche, il secondo è quello di massimizzarela qualità ambientale (o un mix dei due);

• nella definizione delle misure si dà ampio spa-

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soddisfazioni nella misura in cui le misure propo-ste vengono attuate e i risultati ottenuti vengonoconfermati.La partecipazione a un corso di specializzazionenel settore dell’energy audit può essere utile peraccrescere la professionalità.In alcuni paesi esistono delle associazioni ai qualigli auditor energetici si possono iscrivere. NegliUSA, per esempio, l’AEE (Association of EnergyEngineers) ha creato a partire dal 1981 il pro-gramma CEM® (Certified Energy Manager,www.aeecenter.org). Le credenziali di apparte-nenza a questa associazione sono riconosciutenei settori privati e in quelli pubblici su tutto il ter-ritorio nazionale.Per aderire al CEM è necessario avere una qua-lifica professionale adeguata e un’esperienza pro-fessionale di un numero di anni che varia da 2 a10 a secondo della qualifica e dell’appartenenza omeno al registro professionale degli ingegneri. Èaltresì richiesto il superamento di un esame. L’i-scrizione, inoltre, deve essere rinnovata ogni treanni. Un’iniziativa recente è quella promossa daASHRAE e denominata Building Energy Asses-sment Professional (BEAP) il cui scopo è valoriz-zare la professionalità dei tecnici che operanonei settori della certificazione e dell’energy audit.L’accesso all’elenco avviene dopo il superamentodi un esame e la permanenza all’interno dell’e-lenco dei professionisti abilitati viene verificataogni tre anni.

munque, è più complesso rispetto a una normaleattività di progettazione che normalmente segueschemi più definiti. L’auditor deve essere abituato a operare sulcampo, deve conoscere le problematiche legatealla sicurezza e, inoltre, deve avere ottime com-petenze nell’utilizzo della strumentazione per il ri-lievo e il monitoraggio.La capacità di comunicare e di dialogare nonsolo con il committente, ma anche con il suo staffe il possesso di una padronanza di linguaggionella redazione del rapporto di audit (che nelnostro caso abbiamo definito Green Energy Au-dit Report) oltre che una buona qualità comuni-cativa nel momento in cui presenta il lavorosvolto sono caratteristiche utili per questo tipo dilavoro.L’energy auditor, inoltre, deve mantenersi costan-temente aggiornato sulle nuove tecnologie, chepossono diventare opportunità per implemen-tare nuove misure.L’energy auditor, attraverso il suo lavoro, ha lapossibilità di acquisire informazioni che possonoessere sensibili. Nei cicli produttivi, in particolare,i flussi di energia che entrano in gioco nei variprocessi fanno parte di quelle informazioni chefanno parte del patrimonio dell’azienda. La riser-vatezza dell’auditor è un elemento fondamentaledella sua professionalità.L’impegno e la professionalità richiesta in questolavoro, peraltro non facile, garantiscono grandi

34 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

1.3 definizione dei livelli operativiL’energy audit non segue schemi codificati onormalizzati ma, piuttosto, procedure che sisono consolidate nel tempo. L’approccio deveessere efficace, ossia finalizzato al raggiungi-mento degli obiettivi, ma allo stesso tempo devetenere conto di un fattore importante per questotipo di attività, il suo costo. Di conseguenza,l’impegno di risorse deve essere valutato casoper caso, ma deve comunque rientrare in una lo-gica che non può prescindere da una valuta-zione economica: l’investimento di un’attivitàdi audit si deve ripagare per gli effetti positivi chegenera, questa è una regola che non dovrebbeessere mai dimenticata. Si devono perciò evitaregli eccessi, ossia studi, indagini strumentali e ap-

profondimenti che non siano giustificati da unamotivazione logica.L’edificio è un po’ come un paziente, lo si può vi-sitare a scopo preventivo o per dare una giusta ri-sposta a situazioni in cui gli indicatori del benes-sere o della salute evidenziano una possibile pa-tologia. In tutti i casi si procede per gradi: a unoscreening necessario per evidenziare possibili pa-tologie attraverso l’impiego di indicatori segue uncheck up generale e solo dopo una diagnosi spe-cialistica. Questo procedere per gradi è l’approc-cio più corretto perché, a parità di risorse investiteconsente di ottenere i risultati migliori.Il termine energy audit è generico e definisce unavarietà di approcci, da quelli più semplici a quelli

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l’energy audit in tre categorie cui corrispondonotre differenti livelli operativi. Nella loro definizionela nostra scelta è quella di mantenere le definizionioriginali in lingua inglese, anche perché una tra-duzione letterale delle parole usate non riescesempre a restituire il vero significato del con-cetto espresso.Alla prima categoria appartengono gli energy au-dit che possono essere realizzati in tempi brevi,economici ed efficaci a una condizione: che l’au-ditor sia un tecnico competente con alle spalleuna notevole esperienza sul campo. Le definizioniper questi tipi di indagine sono diversi, Walkth-rough Audit, che dà proprio l’idea del “passare at-traverso” durante la visita sul campo e quindidella dinamicità della procedura, oppure One DayAudit, che evidenzia il limite del tempo necessa-rio, indicativamente un giorno, oppure Prelimi-nary Audit che pone, invece, l’attenzione sul fattoche questo tipo di approccio non è definitivo mail primo passo verso approfondimenti successivi,attraverso energy audit di livello operativo supe-riore. Nella descrizione di questo livello operativoutilizzeremo la prima definizione, quindi Walkth-rough Audit.La seconda categoria definisce un energy audit piùimpegnativo rispetto al precedente. La definizionepiù utilizzata è Standard Audit a significare chequando si parla di energy audit senza specificare al-tro ci si riferisce proprio a questo livello operativoche rappresenta il giusto compromesso tra econo-micità ed efficacia. Lo Standard Audit, come ve-dremo più avanti, definisce un approccio tecnicocompleto che richiede comunque un impegnomaggiore di risorse oltre a competenze professio-nali elevate. Lo Standard Audit, per le sue peculia-rità, è la tipologia di energy audit più diffusa.Il livello operativo più complesso è quello del Si-mulation Audit, che prevede la simulazione dina-mica del sistema edificio-impianto nella sua com-plessità. In questo caso viene creato un modellovirtuale dell’edificio e, sulla base di questo mo-dello, si verifica l’efficacia delle strategie adottate. Riportiamo nel seguito una descrizione più det-tagliata di questi tre livelli operativi evidenziandole potenzialità e le criticità, mentre nella tabella1.1 viene riportata una sintesi di confronto relati-vamente alle caratteristiche, agli strumenti e alleprocedure proprio in funzione dei tre livelli dicomplessità.

più impegnativi sia sul piano tecnico e, quindi, piùcostosi. Abbiamo già avuto modo di ricordare cheun audit può essere globale, ossia riguardare tuttele componenti dell’edificio che direttamente oindirettamente contribuiscono a consumare ri-sorse, in particolare quelle energetiche ma nonsolo, oppure parziale. Un audit termografico, peresempio, serve a fare emergere le patologie chepossono riguardare l’involucro, per esempio unafacciata, oppure le dissipazioni di calore attra-verso le apparecchiature, così come un audit elet-trico si pone come obiettivo quello di migliorarel’efficienza dei sistemi e dei componenti che co-stituiscono l’impianto elettrico.Alcuni energy audit si specializzano in particolaritipologie di edifici. Uno di questi è l’Home EnergyAudit, un insieme organico di procedure costruiteper agevolare l’indagine sulle inefficienze degliedifici residenziali. Per accelerare la diffusionedell’efficienza energetica nel settore residenzialesu larga scala, alcune amministrazioni pubblicheed Energy Utilities, in particolare negli Stati Uniti,promuovono vere e proprie campagne di autodia-gnosi. In questo caso chi promuove l’energy au-dit è lo stesso cittadino al quale vengono fornitistrumenti semplici di valutazione, quali per esem-pio check list corredate da semplici tabelle dibenckmark attraverso le quali è il cittadino stessoche valuta se il suo edificio consuma di più o dimeno rispetto a un edificio appartenente allastessa categoria. La certificazione energetica, infondo, pur con i suoi limiti che vedremo piùavanti, fornisce indicazioni utili per compren-dere, attraverso uno o più indicatori, come si col-loca un edificio rispetto ad altri e quali sono i po-tenziali di miglioramento delle prestazioni (cheper l’utente si trasformano in una riduzione deicosti di gestione).Le campagne di autodiagnosi non devono es-sere sottovalutate: promuovono una cultura, sen-sibilizzano gli utenti e spesso producono effettipositivi.L’energy audit che intendiamo noi però è unqualcosa di diverso: è una procedura sistematicache viene condotta da auditor, quindi da espertiqualificati e indipendenti, dotati di conoscenze estrumenti tali da rendere il tutto conveniente edefficace. Le esperienze acquisite a partire dagli anni Set-tanta consentono di raggruppare gli approcci al-

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• prendere diretta visione dei componenti e dei si-stemi edilizi individuando le aree di inefficienzasulle quali è possibile intervenire e verificare inprima approssimazione quali azioni di migliora-mento possono essere attuate, ossia se esistonodei vincoli tecnici.

Una volta raccolti i dati questi devono esser ela-borati: la restituzione è un report sintetico conl’individuazione delle inefficienze impiantistiche egestionali, una prima lista di interventi, infine in-dicazioni sull’opportunità di approfondire ulte-riormente l’audit.Il tempo limitato per l’esecuzione del rilievo deveessere compensato da una corretta visione su ciòche deve essere fatto: è necessario pertanto chel’auditor organizzi l’ispezione predisponendo una

1.3.1 walkthrough auditIl Walkthrough Audit rappresenta un primo livellodi approccio all’auditing energetico. La fase di ri-lievo sul campo si limita a un solo sopralluogo (opiù raramente a più sopralluoghi), ma solo nelcaso in cui l’edificio o l’infrastruttura siano com-plessi.La fase del sopralluogo è comunque preceduta dauna fase di raccolta delle informazioni che ven-gono richieste al committente in prima battuta. Ilsopralluogo, quindi, assume una duplice funzione:• confrontarsi con il committente o con la strut-

tura cui sono affidati la gestione e la manuten-zione degli impianti per chiedere integrazionialla documentazione fornita (in genere si preve-dono due incontri, uno prima del sopralluogo euno alla fine del sopralluogo);

36 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

tabella 1.1 caratteristiche, strumenti e procedure per l’esecuzione di energy audit in funzione dei tre livelli di operativi (walkthrough, standard, simulation)

Caratteristiche, strumenti Green Energy Audite procedure Walkthrough Standard SimulationCaratteristiche dimensionali Planimetrie di massima Planimetrie, sezioni e prospetti di Planimetrie, sezioni e prospetti diedificio dettaglio dettaglioCaratteristiche impiantistiche Consigliate (di massima) Consigliate (di dettaglio) Consigliate (di dettaglio)Dati sui consumi energetici Necessari Necessari NecessariMisure da effettuarsi Caratteristiche dimensionali Caratteristiche dimensionali Caratteristiche dimensionali

(di massima) Temperatura aria Temperatura ariaTemperatura aria Temperatura superficiale Temperatura superficialeTemperatura superficiale Velocità dell’aria Velocità dell’ariaIlluminamento Portata aria Portata ariaMisure elettriche Illuminamento Illuminamento

Analizzatore di rete (elettrica) Analizzatore di rete (elettrica)Analisi combustione Analisi combustioneTermografiche (consigliate) Termografiche (consigliate)Termoflussimetriche (consigliate) Termoflussimetriche (consigliate)

Sistemi di monitoraggio Nessuno Consigliati Consigliati(data logger)Modulistica Check list di base Check list di dettaglio Check list di dettaglioStrumenti di calcolo Nomogrammi, fogli di calcolo Modelli di calcolo semplificati, Modelli di simulazione dinamica

semplici semplici algoritmi o modelli (per esempio DOE2, Energy Plus, ecc.)semplificati

Risultati attesi Report sintetico con individuazione Report esteso con descrizione dello Report esteso con descrizione dello delle inefficienze impiantistiche stato di fatto (strutture e impianti), stato di fatto (strutture e impianti), e gestionali, prima lista di individuazione delle inefficienze individuazione delle inefficienze interventi, indicazioni strutturali impiantistiche e gestionali, strutturali impiantistiche sull’opportunità approfondire definizione e descrizione degli e gestionali, definizione e descrizione ulteriormentel’indagine interventi, valutazioni economiche degli interventi, valutazioni

economicheTempi medi previsti Pochi giorni Poche settimane Diverse settimaneCosto Basso Medio Elevato

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fici, espressi per esempio in kWh/m2 anno okWh/m3 anno, utili per un confronto diretto convalori di benchmark che l’auditor ricava diretta-mente dalla letteratura tecnica, o dai siti di riferi-mento, oppure li costruisce sulla base della suaesperienza.Per un approfondimento relativamente a questiaspetti si rimanda al capitolo 3 (Acquisizionedelle informazioni di base) e in particolare al pa-ragrafo 3.5 (Parametrizzazione delle prestazioniattraverso i benchmark). Ci limitiamo qui a ricor-dare che un indicatore di consumo è il rapportotra una quantità misurata per un determinato in-tervallo di tempo, per esempio un mese, un annoo una stagione, e una grandezza oggettiva, peresempio la superficie o il volume oppure il nu-mero degli addetti o degli utenti.Una volta scelto l’indicatore o gli indicatori chemeglio si adattano a descrivere una situazione,l’Auditor si limita a rilevare, attraverso le informa-zioni richieste e fornite dal committente o attra-verso le integrazioni fatte in occasione del sopral-luogo, le grandezze oggettive che stanno alla basedell’indicatore stesso (per esempio la superficie, ilvolume, il numero delle persone presenti, ecc.).Dal punto di vista geometrico, il Walkthrough Au-dit non prevede un vero e proprio rilievo ma unaverifica di grandezze contenute in dati forniti.La parte più difficile di questo audit sta nella de-finizione della prima lista di possibili interventi.Difficile perché i dati forniti in genere non sonodettagliati e perché la fase di rilievo in campoviene eseguita in tempi contenuti. La bontà del ri-sultato sta in due elementi: la completezza dellacheck list e l’esperienza dell’auditor. Nell’Appen-dice 1 (Misure di contenimento delle risorse)sono raccolte delle schede relative a un primo set,abbastanza esteso, di possibili misure di conteni-mento delle risorse. In ciascuna di queste schedeviene riportata una valutazione a punteggio sullabase dei seguenti elementi:• della potenzialità di risparmio;• ritorno economico;• affidabilità;• fattibilità;• effetto sull’ambiente.

Le valutazioni a punteggio riportate consentonodi effettuare una prima selezione relativamentealla priorità delle misure scelte.

dettagliata check list che ovviamente faccia rife-rimento alla tipologia dell’edificio o dell’infra-struttura oggetto della diagnosi.La strumentazione necessaria per condurre que-sto tipo di audit è semplice e indicativamentepuò essere costituita da:• blocco con base rigida;• torcia tascabile;• macchina fotografica digitale compatta, meglio

se con zoom esteso;• doppio metro rigido;• metro digitale;• binocolo portatile (non necessario se la mac-

china fotografica digitale è dotata di zoomesteso, per esempio 10 x);

• luxmetro;• termometro digitale;• termometro all’infrarosso portatile;• set di cacciaviti portatile;• analizzatore di rete elettrica portatile (o in alter-

nativa amperometro).

Per un approfondimento riguardo la scelta e l’usodegli strumenti sopra elencati si rimanda al capi-tolo 4 (Strumenti e procedure di rilievo in campo).Il set di strumenti proposto non consente ovvia-mente di effettuare rilievi particolarmente pun-tuali, ma solo di completare i dati contenuti nelladocumentazione fornita dal committente (peresempio planimetrie, schemi, ecc.). Gli strumentiper il comfort ambientale, termometri e luxmetro,possono essere convenientemente utilizzati perfornire all’auditor degli spunti su possibili inter-venti sui possibili miglioramento del controlloambientale. Si tratta in tutti i casi di misure spot che devonoessere utilizzate con attenzione per non correre ilrischio di arrivare a conclusioni affrettate.La conoscenza delle informazioni relative ai con-sumi di energia, termica ed elettrica, è essenzialein quanto per questo tipo di approccio non si hala possibilità di effettuare delle verifiche attraversomonitoraggi e, d’altra parte, non si ha nemmenola possibilità di elaborare dei calcoli prestazionaliteorici (per esempio calcolo delle dispersioni ter-miche o dei carichi elettrici) sulla base dei qualipoter costruire un bilancio energetico.Nel Walkthrough Audit dai consumi di combusti-bile si ottengono direttamente i consumi di ener-gia e da questi degli indicatori di consumo speci-

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nera, così come se l’intervento prevedesse la so-stituzione delle lampade a incandescenza conlampade a basso consumo si dovranno effettuaredelle valutazioni mirate sul risparmio di energiaelettrica corrispondente.I modelli di calcolo utilizzati per ciascuna dellemisure sono modelli semplici, nel caso in cui cisiano in gioco degli scambi di calore si ipotizzaper esempio il regime stazionario. Se ci riferiscea un solo specifico intervento, il risparmio nettodi energia viene stimato come differenza tra ilconsumo prima dell’intervento e il consumo dopol’intervento. Un calcolo di potenza, quindi, cheperò deve tenere conto delle modalità reali di fun-zionamento del sottosistema o del componente. Per questo tipo di diagnosi ricostruire i reali pro-fili di funzionamento è una delle cose più difficili.Le informazioni, infatti, non sono sempre dispo-nibili in modo disaggregato.Nello Standard Audit, per comprendere meglio learee più critiche, quindi quelle in cui è conve-niente realizzare degli interventi, è necessario di-saggregare i consumi energetici per tipologia diconsumo, per esempio consumi termici per laclimatizzazione invernale, consumi elettrici per laclimatizzazione estiva, consumi elettrici per laproduzione di acqua calda, per l’illuminazione ecosì via. Una volta disaggregati i consumi si pos-sono ricavare degli indicatori un po’ in analogiacon quanto avviene per il Walkthrough Audit an-che se con un dettaglio maggiore. Il passo succes-sivo è quello di confrontare gli indicatori così ri-cavati con dei benchmark, per la stessa tipologia diedificio, e riscontrare le differenze.Un approccio alternativo consiste nell’individuaredirettamente i componenti dell’edificio che pos-sono essere oggetto di retrofit e confrontare leloro prestazioni con le prestazioni standard: se unsistema di illuminazione utilizza lampade a incan-descenza, è evidente che il riferimento con ilquale ci si deve confrontare è ciò che propone ilmercato, ossia lampade a basso consumo. Nell’Appendice 1 sono riportate le schede che il-lustrano un primo set di possibili misure di con-tenimento delle risorse. In ciascuna di esse sonoriportati, tra le altre informazioni, i criteri di sceltae i criteri per la valutazione delle prestazioni o co-munque per il calcolo del risparmio.Nella valutazione delle prestazioni energeticheprima e dopo gli interventi occorre considerare gli

Il Walkthrough Audit è molto diffuso, in partico-lare per gli energy audit in campo industriale. Sel’auditor è un tecnico competente si tratta distrumenti efficaci. Non tutti concordano ovvia-mente sull’utilità di questo strumento: uno deimassimi esperti di Industrial Energy Audit, Do-nald R. Wulfinghoff, sostiene che, almeno incampo industriale, l’utilizzo di questo strumentosia fuorviante in quanto l’auditor, nel momento incui predispone la sua check list, si costruisce deipreconcetti che fanno emergere determinate op-portunità, quelle più visibili, ma ne nascondonoaltre che si evidenzierebbero invece attraversocampagne di monitoraggio. È per questo cheWulfinghoff sostiene la necessità di procedere di-rettamente con lo Standard Audit che invece pre-vede all’interno delle sue procedure dei monito-raggi.L’opinione più diffusa, tuttavia, è quella di consi-derare il Walkthrough Audit come un efficace stru-mento per dare delle risposte praticamente imme-diate, e a costi contenuti, e per evidenziare la ne-cessità di procedere con livelli operativi di auditpiù complessi. Dal nostro punto di vista, pur conle cautele del caso, è questa l’interpretazione piùconvincente del Walkthrough Audit.

1.3.2 standard auditNelle procedure dello Standard Audit si ap-profondiscono le caratteristiche tecniche, pre-stazionali e gestionali dell’edificio o dell’infra-struttura oggetto dell’indagine, si effettuano deirilievi di dettaglio delle caratteristiche edilizie eimpiantistiche e, quasi sempre, sono compresedelle verifiche prestazionali attraverso campa-gne di monitoraggio.Nello Standard Audit si raccolgono, quindi, moltepiù informazioni, tutti elementi che, unitamenteai consumi energetici storici degli anni prece-denti, mediamente da tre a cinque, servono perelaborare un bilancio energetico o baseline, sullabase del quale si dovranno poi effettuare tutte lesimulazioni che porteranno a stimare la bontàdell’intervento in termini di miglioramenti presta-zionali. Le simulazioni non necessariamente dovranno ri-guardare l’intero edificio. Nel caso per esempio incui si decida di proporre la sostituzione dei serra-menti, la valutazione del risparmio potrà riguar-dare i benefici che quel particolare intervento ge-

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comprendere il funzionamento, dal punto di vistaenergetico, di un apparato (per esempio assorbi-mento di energia elettrica di un’apparecchiatura)oppure di un intero sottosistema. Le campagne dimisura, in genere limitate nel tempo (una o duesettimane), aiutano l’auditor a comprendere ilfunzionamento del sistema edificio-impianto neltempo.Nello Standard Audit viene restituito al commit-tente un report esteso con descrizione dello statodi fatto (strutture e impianti), individuazionedelle inefficienze strutturali impiantistiche e ge-stionali, definizione e descrizione degli inter-venti, valutazioni economiche. Scopo del reportè quello di fornire le indicazioni necessarie perl’individuazione degli interventi più convenienti:la fase successiva è la progettazione esecutivache però non rientra tra le competenze dell’e-nergy auditor.

1.3.3 simulation auditQuesto tipo di audit considera tutti gli elementicontenuti nello Standard Audit ma con la diffe-renza che le valutazioni prestazionali energeticheprima e dopo gli interventi riguardano necessaria-mente tutto l’edificio e utilizzano modelli di simu-lazione dinamica.I modelli di simulazione dinamica nascono sem-pre negli Stati Uniti dove vengono utilizzati nonsolo negli ambiti universitari o legati alla ricerca,ma come strumenti utili per supportare le scelteconcrete. DOE2, TRNSYS (TRaNsient SystemsSimulation program), ESP-r ed Energy Plus sonole sigle che identificano i modelli più utilizzati. Inambito europeo sono stati proposti altri modelli,ma hanno avuto una diffusione più limitata. Se è vero che modellizzare un edificio è la stradache porta a stime di previsione più corrette è an-che vero che la modellizzazione di un edificio nonè semplice: le competenze al riguardo richiedonotempo ed esperienza, visto che errori nell’impu-tazione possono portare a errori nei risultati. Peredifici complessi, che poi sono l’ambito nel qualesi opera con questi modelli, la quantità di informa-zioni è notevole e i tempi di elaborazione, nono-stante la crescita esponenziale delle potenze dicalcolo dei computer, possono essere lunghi, daparecchie ore a qualche giorno. Si possono ovvia-mente semplificare i modelli, ma le garanzie sullaqualità del risultato non rimangono le stesse. Una

effetti che un intervento può avere sull’altro. Imiglioramenti delle prestazioni termiche dell’in-volucro, per esempio, comportano una riduzionedel carico termico dell’impianto di climatizza-zione invernale, così come il miglioramento del-l’efficienza di un impianto di illuminazione com-porta una riduzione dei carichi termici estivi equindi del consumo energetico estivo per la cli-matizzazione.Nello Standard Audit si possono naturalmentevalutare le prestazioni energetiche termiche glo-bali (climatizzazione estiva e invernale) dell’edifi-cio: in questo caso si utilizzano metodi di calcolosemplici. I più diffusi sono due: quello che si basasui gradi giorno (estivi o invernali) e il Bin-method.Approfondimenti riguardo questi metodi, e suimetodi di calcolo in generale, sono riportati nelcapitolo 5.Per l’esecuzione dello Standard Audit è richiestauna strumentazione completa, comprensiva distrumenti per la rilevazione e l’analisi di grandezzeistantanee e strumenti per la rilevazione e valuta-zione di grandezze in continuo (sistemi di moni-toraggio):• blocco con base rigida;• torcia tascabile;• macchina fotografica digitale compatta, meglio

se con zoom esteso;• doppio metro rigido;• metro digitale;• binocolo portatile (non necessario se la mac-

china fotografica digitale è dotata di zoomesteso, per esempio 10x)

• luxmetro;• termometro digitale;• termometro all’infrarosso portatile;• anemometro;• set di cacciaviti portatile;• analizzatore di rete elettrica portatile (o in alter-

nativa amperometro);• termoflussimetro;• macchina termografica.

Per un approfondimento riguardo la scelta e l’usodegli strumenti sopra elencati si rimanda al capi-tolo 4 (Strumenti e procedure di rilievo incampo). Il monitoraggio può riguardare la valu-tazione delle condizioni ambientali, per esempiovariazione della temperatura e/o dell’umidità re-lativa, oppure grandezze fisiche che aiutano a

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Per un approfondimento sui concetti che stannoalla base dell’uso di questi software e una descri-zione di quelli principali si rimanda al capitolo 8(Simulazione dinamica dell’edificio).

lunga esperienza sull’uso dei modelli e una com-petenza professionale sul campo sono requisiti es-senziali per l’applicazione di questa tipologia diaudit.

40 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

1.5 aspetti contrattuali

1.4 aspetti organizzativi delle attività di auditIl Green Energy Audit, a prescindere dal livellooperativo stabilito, non nasce dall’improvvisa-zione, ma deve essere accuratamente program-mato tenendo conto di esigenze di carattere tec-nico e, soprattutto, organizzativo. La rilevazione delle condizioni di funzionamentooperative dovrà essere fatta all’interno della sta-gione di esercizio: una diagnosi finalizzata a com-prendere inefficienze impiantistiche o gestionali del-l’impianto di climatizzazione invernale risulterebbepoco efficace se fatta durante la stagione estiva, nelcorso della quale non sarebbe possibile effettuare al-cun tipo di rilevazione strumentale. Lo stesso di-scorso, ovviamente, vale anche nel caso in cui loscopo della diagnosi è quello di verificare il funzio-namento dell’impianto di climatizzazione estiva:non potrebbe essere fatta, ovviamente, in inverno.Molte attività possono essere però eseguite ancheal di fuori della stagione: • l’acquisizione della documentazione tecnica;• l’acquisizione delle informazioni relative ai con-

sumi;

• tutti i sopralluoghi necessari per completare leinformazioni acquisite attraverso la documenta-zione.

L’esecuzione dell’audit per quanto riguarda gliapparati elettrici, per esempio l’impianto di illu-minazione, è svincolata dalla stagionalità salvo irilievi degli assorbimenti elettrici relativi alle ap-parecchiature asservite alla climatizzazione(pompe di calore, macchine frigorifere, ausiliari,ecc.).Possono essere fatte a tavolino tutte le attivitàdi implementazione delle informazioni sui mo-delli di simulazione, i preventivi, le valutazionieconomiche e la redazione dei report di dia-gnosi.Una programmazione complessiva delle attività ècomunque legata alla stagionalità ed è per questoche, se si vogliono ottenere delle informazioni intempi rapidi, e magari rendere operativi gli inter-venti di riqualificazione, è necessario tener contodel periodo temporale.

Nella valutazione delle problematiche legate aglienergy audit non sono mai affrontati gli aspetticontrattuali, come se la soluzione di quelli tecnicifosse più che sufficiente. Se consideriamo glienergy audit come semplici studi fine a se stessi,questo approccio potrebbe andare bene, ma sa-rebbe evidente la loro inutilità.Negli audit energetici finalizzati al raggiungi-mento del vero obiettivo, che è poi quello dipromuovere e realizzare interventi concreti checontribuiscano a valorizzare dal punto di vistaenergetico e ambientale edifici o infrastrutture, gliaspetti contrattuali sono invece importanti ed èperciò corretto che venga loro dato il giustopeso.

1.5.1 il rapporto tra auditor e committenteQuella dell’energy audit è un’attività professionale.Se da un lato si richiedono all’auditor qualifichee competenze di alto livello, dall’altro è oppor-tuno che vengano definiti, attraverso un con-tratto con il committente, gli elementi essenzialidella sua attività. Questo a maggior ragione se siconsidera che l’energy audit, e ovviamente ancheil Green Energy Audit, possono riguardare l’in-tero edificio o una parte di esso, tutti gli impiantio una parte di questi. Il contratto di prestazione tra committente e au-ditor dovrà contenere almeno i seguenti elementi:• gli obiettivi dell’audit, ossia a cosa serve e quali

sono i suoi scopi;

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1.6 la certificazione delle competenze degli energy auditor

• le parti dell’edificio che devono essere indagate(nel caso di edifici complessi o nel caso di infra-strutture costituite da più edifici);

• le infrastrutture edilizie o impiantistiche chedevono essere indagate (per esempio l’involu-cro, la copertura, i serramenti, oppure l’impiantoelettrico, l’impianto termico, il sottosistema di il-luminazione, ecc.);

• la documentazione tecnica che il committenteè in grado di mettere a disposizione perché di-sponibile (per esempio planimetrie, sezioni,schemi impiantistici, dati relativi ai consumienergetici elettrici o di combustibile, ecc.);

• i tempi di esecuzione dell’audit;• i risultati attesi, ossia ciò che l’auditor deve for-

nire al committente;• il costo dell’audit e le modalità di pagamento.

Il contratto dovrà considerare anche gli aspetti or-ganizzativi, per esempio definendo la struttura ole persone con le quali si dovrà relazionare l’au-ditor e l’impegno da parte del committente a for-nire la documentazione tecnica e gestionale ne-cessaria per eseguire in modo corretto la presta-zione. Una corretta definizione del contratto che defini-sca obblighi, impegni e responsabilità è un ele-mento essenziale per avviare un percorso di qua-lità nella esecuzione dell’energy auditing.Nel processo di valorizzazione energetica e am-bientale il Green Energy Audit deve essere con-siderato un passaggio importante: le scelte cheemergono, infatti, sono la base utile per definirele successive strategie di intervento che si concre-tizzano con la progettazione esecutiva e quindicon la realizzazione.

Il committente, quindi, si fida delle valutazionitecnico-economiche definite nel report di dia-gnosi ed è opportuno che questa fiducia vengacompensata da un’assunzione di responsabilitàda parte dell’auditor. Tra gli elementi da considerare nel contratto ri-cordiamo l’impegno alla riservatezza. Nell’esecu-zione dell’indagine, infatti, si ha l’opportunità diaccedere a informazioni riservate e sensibili:quando si indaga in ambito industriale, in parti-colare, le scelte impiantistiche fanno parte delknow how dell’azienda, know how che non puòessere ovviamente comunicato all’esterno. La ri-servatezza deve riguardare qualsiasi tipo di audit.Il rapporto tra l’auditor e il committente è lostesso che normalmente esiste tra un medico e ilsuo paziente: un rapporto di fiducia, particolaree riservato.

1.5.2 la realizzazione degli interventiIl Green Energy Audit può essere consideratoun buon punto di partenza per attivare dei con-tratti di prestazione con finanziamento da partedi terzi (FTT). In questo caso non è il commit-tente a gestire la parte esecutiva, ma un soggettoterzo, normalmente una ESCo, che si assumel’onere di eseguire la progettazione esecutivadegli interventi e la loro realizzazione a fronte diun contratto di gestione per un periodo ditempo variabile.Questa formula contrattuale è importante inquanto rappresenta uno dei modi per realizzaregli interventi quando non si hanno a disposizionedelle risorse. L’argomento sarà trattato in modoesteso nel capitolo 12, qui ci limitiamo ribadirnel’importanza.

1.6.1 la sorveglianza sulle attività di energy auditingNel paragrafo 1.2.3 abbiamo cercato di fornire lelinee essenziali che caratterizzano l’energy audi-tor, mentre nel paragrafo 1.5.2 si sono evidenziatele questioni riguardanti gli aspetti contrattuali,ossia tutto ciò che attiene il rapporto professio-nale tra lui e il committente.Il requisito base di un energy auditor sta nella suaprofessionalità e nella sua competenza, ma quale

ente può sorvegliare su ciò che fa? Quale ente tu-tela il committente nel momento in cui il lavoronon è stato svolto in modo corretto o le aspetta-tive non sono state ampiamente soddisfatte?In ogni contratto vengono inserite delle clausoleche tutelano il committente dal punto di vista le-gale e, perciò, nei casi più gravi di inadempienzao errore, o comunque nelle situazioni in cui il la-voro di auditing ha determinato danni economicio materiali, il percorso stragiudiziale dovrebbe es-

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niente fare riferimento a Organismi che siano ingrado di certificare le competenze degli auditor.L’assicurazione della qualità dà un valore ag-giunto: quello di garantire un’universalità nell’ap-proccio, dal momento che ogni processo si con-figura in uno schema che supera i confini dei sin-goli stati.L’attività di un energy auditor dovrebbe esserecertificata da un Organismo per la certificazionedelle competenze che, a sua volta, è accreditato,quindi sorvegliato, da un organismo superioreche opera a livello nazionale.

1.6.2 il sistema qualitàLo schema generale che restituisce la visioned’insieme di un sistema di qualità è quello ripor-tato nella figura 1.4. La certificazione di qualitàpuò riguardare un prodotto, un’azienda (in que-sto caso si certificano i sistemi qualità e/o i sistemidi gestione della qualità ambientale) oppure lepersone.Gli organismi di certificazione hanno lo scopo dicertificare la qualità relativa a prodotti, aziende epersone, garantendo che questa qualità non solovenga mantenuta, ma migliorata. Gli organismi di

sere il punto di riferimento per risolvere la contro-versia e per comprendere se effettivamente cisono state delle responsabilità e, in caso afferma-tivo, valutare i danni che ne sono conseguiti.Vogliamo però considerare questi come casi li-mite e limitarci, invece, ad analizzare tutto ciò chesi può fare per prevenire in assoluta trasparenzaevenienze di questo tipo.Nel caso in cui l’auditor è un tecnico competenteiscritto a un albo professionale, è compito di que-sto organismo garantire che egli operi secondo leregole della deontologia. Gli Ordini professio-nali, ricordiamo, hanno due compiti: il primo èquello di tutelare i proprio iscritti, ma il secondo,che riteniamo più importante, è quello di garan-tire che operino esprimendo il massimo dellaprofessionalità e della deontologia.L’appartenenza a un’associazione di categoriarappresenta una garanzia ulteriore a testimo-nianza della professionalità e della deontologiadell’auditor. Senza nulla togliere a questi organismi, spesso ri-conosciuti dagli stati di appartenenza e quindi an-cora più garanti, riteniamo che nel caso del GreenEnergy Audit o dell’auditing in genere sia conve-

42 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.4schema generaledi un sistema diqualità

IAFInternational

Accreditation Forum

Organismi di

ispezione

Sistemiqualità

Sistemi di gestioneambientale

ed energetica

Prodotti Aziende Persone

Organismi di certificazione

di prodotti

Organismi di certificazione

di sistemi

Organismi di certificazione

di personale

Laboratori di prove

e di analisi

Centri di

taratura

EAEuropean Cooperation for Accreditation

Sistemi nazionali di accreditamento Organismi di certificazione e/o ispezione, laboratori di prove, laboratori di taratura

ILACInternational Laboratory

Accreditation Cooperation

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una persona certificata soddisfi i requisiti delloschema di certificazione. La fiducia verso ognisingolo schema di certificazione è ottenuta daun processo universalmente accettato che com-prende la valutazione, la successiva sorveglianzae le periodiche valutazioni della competenza dellepersone certificate.La norma in questione specifica i requisiti al finedi assicurare che gli organismi di certificazione dipersone operino in modo coerente, comparabilee affidabile. I requisiti della norma sono da con-siderare come requisiti generali per gli organismiche certificano le persone e, quindi, possono do-ver essere integrati per rispondere a nuove e di-mostrate esigenze/richieste di mercato (quali peresempio il miglioramento della professione) o aspecifici requisiti di carattere pubblico (quali peresempio la protezione/sicurezza dei cittadini).Gli Organismi di certificazione delle persone, omeglio delle competenze delle persone, svolgonoun ruolo importante per assicurare la qualità. L’o-biettivo fondamentale è la garanzia che il commit-tente, il cliente o l’utente possano ricevere unservizio migliore.Secondo la norma sopra citata un Organismo dicertificazione deve istituire e mantenere aggior-nata una documentazione relativa alle pertinentiqualifiche di ogni persona. Tali informazioni de-vono essere accessibili al/ai dipendente/i e al/aicollaboratore/i a contratto interessati, e devonocomprendere:• nome, cognome e indirizzo;• Organizzazione di appartenenza e la funzione

ricoperta;• titolo di studio e status professionale;• l’esperienza e la formazione nel settore di com-

petenza;• le loro specifiche responsabilità e doveri all’in-

terno dell’organismo di certificazione;• la valutazione delle loro prestazioni;• la data del più recente aggiornamento delle re-

gistrazioni.

L’Organismo di certificazione deve inoltre garan-tire la sorveglianza sulle persone certificate, attra-verso delle ispezioni periodiche, e deve gestire ilrinnovo della certificazione concessa. Chi vienecertificato, quindi, non solo deve garantire il ri-spetto delle “regole”, ma deve dimostrare di man-tenere le competenze all’interno di un processo

certificazione, insieme agli Organismi di ispe-zione, ai laboratori di prove e di analisi e ai cen-tri di taratura, a loro volta devono essere accredi-tati presso un Ente superiore che opera a livellonazionale. Fino a ora era possibile che in unastessa nazione ci potessero essere più Organismidi questo tipo, ma una Direttiva europea ha sta-bilito che di questi Organismi di accreditamentoce ne debba essere solo uno: si è avviato da tempoun processo di fusione nel rispetto di questa Di-rettiva. A livello superiore troviamo gli organismiche operano all’interno di uno stesso continente,e quindi sorvegliano le attività degli organismi diaccreditamento che operano a livello nazionale(nel caso dell’Europa, per esempio, troviamo l’Eu-ropean Accreditation). Il massimo livello di con-trollo, quello internazionale, è invece gestito dal-l’IAF (International Accreditation Forum).Questa premessa alla questione della certifica-zione delle competenze degli energy auditor èutile per comprendere l’importanza di un am-bito, quello appunto della certificazione di qualità,che in questi ultimi decenni ha assunto un’impor-tanza sempre maggiore anche per la sua valenzainternazionale.Essere certificati secondo uno schema di qualitàvuol dire quindi far parte di questo sistema. Nelcaso specifico dell’energy audit i sistemi di qualitàpossono riguardare:• la certificazione delle competenze delle per-

sone;• la taratura degli strumenti utilizzati per i rilievi

on-site e per i monitoraggi;• la gestione energetica eventualmente imple-

mentata dalle aziende.

Nel seguito approfondiremo l’argomento chemaggiormente attiene l’attività dell’energy auditor,ossia la certificazione del personale.

1.6.3 gli organismi di certificazionedelle personeLa norma internazionale che definisce i requisitigenerali per gli organismi che operano nella cer-tificazione delle persone è la EN ISO 17024(Conformity assessment General requirements for bo-dies operating certification of persons), elaborata conl’obiettivo di conseguire e di promuovere un ben-chmark universalmente accettato. La certifica-zione delle persone è un mezzo per garantire che

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caso l’auditing energetico, senza lasciare nulla alcaso, stabilendo fasi, azioni, tempi;

• nel caso in cui utilizza strumenti si preoccupache questi strumenti siano certificati, li utilizzasecondo le procedure, se queste sono disponi-bili, e si preoccupa della loro taratura;

• nella scelta delle misure di contenimento deiconsumi delle risorse si preoccupa di utiliz-zare, ove possibile, prodotti e sistemi certificati,in grado quindi di garantire meglio le presta-zioni;

• garantisce il mantenimento del suo aggiorna-mento professionale;

• considera la sua attività in modo critico, cer-cando di comprendere se durante il suo svolgi-mento sono emerse delle “non conformità”, enel caso le risolve;

• si impegna a migliorare continuamente la qua-lità del servizio offerto;

• un organismo superiore, quello che lo ha certi-ficato, garantisce che tutto quanto detto soprasia effettivamente rispettato.

La scelta di operare secondo uno schema di qua-lità è una scelta che dà valore aggiunto al lavorosvolto, questo migliora notevolmente la compe-titività nel mercato. Di un energy auditor certifi-cato ci si fida di più, perché a differenza di chi nonè certificato si dà delle regole, si impegna a rispet-tarle, sceglie di farsi controllare da un Organismoterzo e opera in assoluta trasparenza.

che lo porta a un continuo miglioramento. Èl’impegno a un continuo miglioramento uno de-gli elementi che maggiormente rispecchiano gliobiettivi di un percorso di qualità.

1.6.4 operare secondo la qualitàper un energy auditorMentre per un tecnico competente è normalmenteobbligatorio essere iscritto a un Ordine, a un Col-legio professionale, o a un’associazione professio-nale, la scelta di operare all’interno di un sistema diqualità è normalmente una scelta volontaria: è iltecnico, quindi, che decide di farsi certificare e dirispettare le regole che egli stesso accetta.Essere certificati è una scelta che comunque ri-chiede Un impegno di risorse e di mezzi. Chi ècertificato, tuttavia, è in grado di garantire al com-mittente una maggiore qualità intrinseca nel ser-vizio che offre in quanto:• opera secondo una procedura trasparente, in-

somma si dà delle regole e le rende pubbliche;• privilegia la trasparenza e la professionalità nel

rapporto con il suo committente;• nell’erogazione del servizio si impegna a rispet-

tare dei passaggi essenziali che egli stesso stabi-lisce, nell’interesse della qualità del servizio;

• garantisce la rintracciabilità di tutti i documentiprodotti durante l’erogazione del servizio (peresempio i verbali, i rapporti, la documentazioneprodotta, ecc.);

• pianifica l’erogazione del servizio, nel nostro

44 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

1.7 energy audit e certificazione energetica,verso un approccio integratoLa conoscenza della qualità energetica di un edi-ficio è un elemento fondamentale e irrinunciabileper poter definire una strategia di riqualificazioneche abbia come scopo la riduzione dei consumidi risorse, mantenendo o possibilmente miglio-rando le condizioni di comfort. Due sono glistrumenti a disposizione per raggiungere questoobiettivo: l’energy audit e la certificazione ener-getica.Entrambi gli strumenti hanno degli elementi co-muni: approcci metodologici che prevedono un’a-

nalisi dello stato di fatto estesa alla componenteedilizia e a quella impiantistica, valutazione delleprestazioni energetiche, indicazione delle possibiliazioni per migliorare l’efficienza globale.2 Esistonotuttavia notevoli differenze relativamente all’ap-proccio complessivo, che si differenziano ancheper le risorse che vengono messe in campo (com-petenze tecniche, procedure, strumenti e mezzi). Scopo principale della certificazione è quello diinformare l’utente sulla qualità energetica dell’edi-ficio attraverso un indicatore energetico, espresso

2. Anche se l’obiettivo della certificazione è quello di informare sullaqualità energetica dell’edificio, la Direttiva 2002-91-CE dispone che

la certificazione sia sempre accompagnata da raccomandazioni peril miglioramento della prestazione energetica dell’edificio.

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D’altra parte, lo scopo della certificazione non èquello di simulare una soluzione reale ma unacondizione standard utile se si vogliono confron-tare le prestazioni di edifici diversi. La definizione di condizioni al contorno norma-lizzate diventa una scelta irrinunciabile se si vuolegarantire un elevato grado di riproducibilità del ri-sultato.4

L’energy audit si pone altri obiettivi: partendodall’indagine sull’edificio con riferimento alle mo-dalità d’uso in condizioni reali individua le ineffi-cienze, e quindi le cause degli sprechi, per pro-porre poi soluzioni che consentano di migliorarele prestazioni globali.Nella tabella 1.2 sono riportati i criteri di valuta-zione delle prestazioni energetiche degli edificiprevisti dalla normativa europea CEN. Nel casodi edifici esistenti le valutazioni possono essere didue tipi: valutazione standard (asset rating) finaliz-zata alla sola certificazione energetica e valuta-zione adattata all’utenza (tailored rating) finalizzataessenzialmente alla diagnosi energetica. La diffe-renza tra i due tipi di valutazione sta nei dati di in-gresso relativi alle modalità d’uso (gestione) ealle condizioni climatiche di riferimento: questesono normalizzate nel primo caso e definite infunzione dello scopo nel secondo.La certificazione energetica degli edifici è obbli-gatoria, mentre l’energy audit il più delle volte nonlo è. Ma ha senso certificare un edificio esistentesimulando il suo comportamento in condizioni

normalmente da un rapporto tra l’energia prima-ria consumata e la superficie utile o il volume(kWh/m2 anno o kWh/m3 anno). L’indicatorecosì ricavato viene poi associato a una lettera (peresempio da A a G) all’interno di una scala di clas-sificazione che fornisce all’utente un metro di giu-dizio.3 Attraverso la certificazione è possibile com-prendere se la prestazione energetica dell’edificioè nella media, se è elevata oppure se è bassa e con-viene quindi intervenire.La certificazione energetica è essenzialmente un’i-stantanea che definisce lo stato di fatto e informal’utente su una qualità, quella energetica, che nonsi vede.Nella valutazione delle prestazioni, e di conse-guenza nella definizione degli indicatori correlati,si fa riferimento a “condizioni normalizzate”: sisuppone per esempio che in inverno la tempera-tura sia mantenuta costantemente a 20 °C, che ilriscaldamento funzioni nelle 24 ore e che il climaesterno sia quello standard. Nella realtà le cosevanno diversamente, in quanto il comportamentodell’utenza non è omogeneo e anche le condi-zioni climatiche ovviamente non lo sono. Il consumo energetico ricavato attraverso unaprocedura di certificazione energetica può risul-tare quindi molto diverso rispetto a quello reale,e questa differenza diventa tanto maggiore quantopiù le condizioni di funzionamento reale si disco-stano rispetto a quelle “normalizzate” assunte allabase del calcolo.

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tabella 1.2 criteri di valutazione delle prestazioni energetiche

Tipo di valutazione Dati di ingresso Scopo della valutazioneUso Clima Edificio

Di progetto Standard Standard Progetto Permesso di costruire, (Design Rating) certificazione energeticaStandard (Asset Rating) Standard Standard Reale Certificazione energeticaAdattata all’utenza In funzione dello Reale Ottimizzazione, validazione, (Tailored Rating) scopo diagnosi e programmazione

interventi di riqualificazione

Fonte: CEN.

3. Il termine “certificazione”, usato correntemente e ormai accet-tato, può indurre a una poco corretta interpretazione del signi-ficato: nel suo uso corrente questo termine spesso si associa a unconcetto di elevata qualità. La certificazione energetica, al con-trario, ha lo scopo di comunicare la qualità a prescindere dal li-vello raggiunto: un edificio certificato potrebbe essere molto ef-ficiente o poco efficiente. Un termine più corretto da usare sa-

rebbe quello di classificazione energetica visto che è questo, infondo, lo scopo.4. Il concetto di riproducibilità è un elemento fondamentale in unaprocedura di certificazione nella quale è necessario garantire chenon ci sia spazio per speculazioni sul piano tecnico nella definizionedelle prestazioni: idealmente, se più certificatori valutano le presta-zioni di uno stesso edificio, il risultato dovrebbe essere lo stesso.

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La diagnosi energetica di un edificio esistente èuno strumento più efficace perché è in grado dientrare nello specifico dei problemi in modo piùpuntuale e soprattutto di fornire soluzioni artico-lare e specifiche per migliorare la prestazione;d’altra parte si tratta di uno strumento costoso chediventa utile solo se l’edificio effettivamente sitrova in una situazione tale da giustificare la spesa(quindi è poco efficiente). Vediamo ora quello che si dovrebbe fare, par-tendo dall’ipotesi che, a prescindere dalla situa-zione di cogenza, l’interesse dell’utente sia quellodi ottenere un miglioramento delle prestazionienergetiche dell’edificio.In questo caso un approccio razionale è quelloschematizzato nella figura 1.5. Attraverso un’in-dagine preliminare, poco costosa (WalkthroughAudit), si valuta se il consumo energetico com-plessivo è elevato rispetto agli standard di riferi-mento riconducibili a quella tipologia edilizia. Lastessa indagine consente di effettuare una primavalutazione delle modalità con le quali vengonogestiti gli impianti. Da questo primo esame è possibile stabilire sele prestazioni energetiche dell’edificio e le mo-dalità di gestione sono accettabili oppure no.Nel primo caso si può passare direttamente allacertificazione energetica mentre nel secondocaso si può procedere, in funzione della com-plessità dell’edificio, allo Standard Audit o al Si-mulation Audit. È solo a questo punto che l’u-tente potrà decidere se effettuare gli interventidi riqualificazione oppure no, per poi passare di-rettamente alla certificazione energetica dell’e-dificio.Energy audit e certificazione energetica sono duestrumenti efficaci per promuovere la riqualifica-zione degli edifici esistenti. L’integrazione delledue procedure, secondo lo schema proposto, puòportare a un beneficio: quello di allocare più cor-rettamente le risorse necessarie per la valutazioneprestazionale energetica evitando di sovraccari-care in modo ingiustificato dei costi ma allo stessotempo evitando di trascurare importanti opportu-nità di intervento per migliorare la qualità ener-getica globale dell’edificio.

normalizzate che possono essere differenti ri-spetto a quelle reali? Non sarebbe il caso di effet-tuare prima una diagnosi per capire se ci sonomargini per un miglioramento?La risposta può essere articolata facendo una di-stinzione tra ciò che si deve fare e ciò che si do-vrebbe fare nell’interesse dell’utente. La certifica-zione energetica obbligatoria, e qui parliamo dicose che si devono fare, viene introdotta perdiffondere la conoscenza della qualità energetica,per consentire il confronto, per stimolare il mer-cato. Il certificato, insomma, deve essere vistocome un punto di partenza e non come un puntodi arrivo. Si tratta di conoscere per scegliere e, nelcaso degli edifici esistenti, per migliorare. Se lacertificazione energetica si dovesse ridurre a unafabbrica di certificati inutili avrebbe fallito comple-tamente i suoi obiettivi.

46 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.5energy audite certificazioneenergetica, unapprocciointegrato

WALKTHROUGHAUDIT

SIMULATIONAUDIT

Risultati adeguati

VERIFICA

VERIFICA

NO

NO

Edificio complesso

STANDARDAUDIT

Realizzazione interventi

CertificazioneEnergetica

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esistenti; il processo di Recommissioning: sibasa anche sulle considerazioni emerse a seguitodell’audit energetico;

• si tratta di pratiche finalizzate al miglioramentodelle prestazioni energetiche e ambientali dell’e-dificio dalle fasi di progettazione a quelle di ge-stione e manutenzione.

Vengono ora definiti alcuni concetti chiave peruna più chiara comprensione degli schemi che se-guiranno.• Commissioning (Cx):5 è il processo di verifica

e di documentazione che l’opera realizzata, etutti i relativi impianti e sottosistemi, siano pia-nificati, progettati, installati, collaudati, messi infunzione e gestiti in modo da rispondere agli in-put forniti dalla committenza contenuti in queldocumento che all’interno del processo vienedefinito come “Requisiti della committenza”(Owner Project Requirements – OPR).

• Retrocommissioning: si tratta di adottare lostesso processo su edifici esistenti che non sonostati oggetto di Commissioning durante la fasedi progettazione/realizzazione. Retrocommis-sioning è un processo che mira a migliorare ilmodo in cui gli equipaggiamenti e gli impiantilavorano assieme. In funzione dell’età dell’edifi-cio, il Retrocommissioning può spesso risol-vere i problemi che possono essere nati du-rante le fasi di progettazione e costruzione, op-pure che possono manifestarsi durante il natu-rale ciclo di vita dell’edificio. In altre parole, ilRetrocommissioning migliora le procedure digestione e manutenzione (O&M Operation &Maintenance) al fine di aumentare le perfor-mance, siano esse energetiche o legate alla so-stenibilità, dell’edificio.

• Recommissioning: è un’altra tipologia diCommissioning che si applica quando un edifi-

1.8.1 il processo di commissioningPerché parlare di Commissioning Authority in unlibro dedicato al Green Energy Audit? Per al-meno per due motivi:• a livello nazionale l’efficienza energetica guida i

requisiti normativi cogenti nel nuovo e imponenell’esistente metodologie rigorose per la valu-tazione del contenimento dei consumi;

• a livello internazionale la sostenibilità applicataall’edilizia è diventata il nuovo driver dell’inno-vazione e del rilancio dell’economia; essa im-pone la definizione di sistemi multidimensionaliin grado di misurarla.

Parlare di efficienza energetica e di sostenibilitàdiventa il binomio vincente per qualsiasi paeseche intenda diventare interlocutore attivo con ilresto del mondo e non vuole subirne le decisioni. Le connessioni che vi sono tra metodologie por-tate in campo dal processo di Commissioning (le-gato all’introduzione in Italia dei protocolli LEEDgrazie al lavoro di GBC Italia) e dal processo dienergy audit sono molte e articolate; il contestoin cui queste due pratiche si trovano a operarenon può esimere da una trattazione in paralleloche ne può determinare una rispettiva sinergia inquello che possiamo definire un processo di cre-scita culturale virtuoso finalizzato alla qualità e alrisparmio energetico. I punti fondamentali di con-giunzione tra le due metodologie si possono cosìriassumere:• si tratta di pratiche che si applicano nel quadro

internazionale definito dai requisiti in materia diefficienza energetica e sostenibilità ambientaleapplicata all’edilizia;

• la certificazione internazionale LEED richiedecome obbligatoria l’adozione di un processo diCommissioning negli edifici nuovi e l’adozionedi un processo di Recommissioning negli edifici

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1.8 commissioning authority e green energy auditAlessandro Speccher

5. Il termine Commissioning ha una storia molto lunga che co-mincia circa nel primo quarto del XX secolo e deriva dall’indu-stria navale. L’esigenza di adottare un processo di questo tiponasceva da un’evidente non corrispondenza tra ciò che la Ma-rina militare statunitense richiedeva per le proprie imbarcazionie come queste venivano progettate e realizzate. Una nave“commissionata” è considerata pronta al servizio. Prima di ot-tenere questa qualifica, tuttavia, una nave deve passare conesito positivo numerosi controlli. Gli impianti sono univoca-

mente identificati, installati, testati e bilanciati e l’equipaggio èformato su come gestirli. Una nave commissionata è quella i cuisistemi energetici e di controllo, i materiali e gli equipaggiamentihanno passato con successo un severo processo di controlloqualità.Il Commissioning applicato all’edilizia nasce in Canada nel 1977.Una dettagliata descrizione di quali sono le pietre miliari del pro-cesso applicato all’edilizia si può trovare al seguente indirizzoweb: http://www.peci.org/ncbc/cx_history.html.

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mine ha un significato particolare; tale figuraprofessionale identifica un professionista ita-liano (scelto da una CxA post verifica dei requi-siti di esperienza), che si trova ad affiancare il la-voro della CxA al fine di apprenderne metodo-logie e modalità operative. Tale figura si è resanecessaria in Italia poiché quando si sono ini-ziati a certificare gli edifici con il protocolloLEED (il quale prevede come obbligatorio ilprocesso di Cx), i professionisti italiani preparatia riguardo erano pochissimi in relazione alla ri-chiesta di servizi; come riportato all’interno delmanuale LEED, uno dei requisiti per poter eser-citare i ruolo di CxA è proprio quello di aver ac-cumulato esperienza in più progetti in qualità diassistente. Un Cx Agent è un potenziale CxAuthority.

• Commissioning Provider: la società che sti-pula il contratto con la committenza e che ge-stisce al proprio interno una o più CxA.

• Commissioning Team: comprende tutte lepersone che intervengono nelle attività di Com-missioning e che, lavorando assieme, hanno ilcompito di portare a termine il processo diCommissioning. Questo include idealmente

cio, già oggetto di Commissioning, viene sotto-posto a un altro processo di Commissioning. Ladecisione di procedere con un Recommissio-ning può avvenire a seguito di un cambio di de-stinazione d’uso o proprietà, al manifestarsi diproblemi di gestione o di qualsiasi altra esi-genza del proprietario o del locatario dell’edifi-cio. Idealmente, un piano di Recommissioningdovrebbe essere parte del piano originale diCommissioning che viene redatto durante larealizzazione dell’edificio.

• Commissioning Authority (CxA): il profes-sionista che pianifica e coordina il processo diCommissioning. Si tratta di una figura preparataad hoc sia su tematiche di processo che di con-tenuto. È auspicabile, al fine di evitare possibiliconflitti di interesse, che la CxA sia un profes-sionista terzo rispetto al team di progettazionee costruzione; lo scopo della CxA è gestire unprocesso volto a garantire alla committenzal’ottenimento delle prestazioni richieste. La CxAè una persona fisica e non una società; è possibileche una società abbia nel proprio team più pro-fessionisti in grado di svolgere attività di CxA.

• Commissioning Agent: in Italia questo ter-

48 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.6piano operativoper laprogrammazionee larealizzazione diun intervento divalorizzazioneenergetica

Fonte: Mills,A goldenopportunity forReducing EnergyCosts andGreenhouse GasEmission,LawrenceBerkeley NationalLaboratory, 2009.

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Page 51: Green Energy Audit

d’uso degli edifici, è uno strumento che contienele migliori pratiche accettate sia dal mercato siadalla comunità scientifica in tema di gestione delsito, dell’acqua, dell’efficienza energetica, dellascelta dei materiali e della qualità dell’ambiente in-terno. Il processo di Commissioning nasce moltoprima della certificazione LEED, ma i vantaggiche porta al processo di realizzazione di un edi-ficio sono tanto rilevanti che per questo è stato in-trodotto fin dalla prima versione del protocollo.Esso fa parte della categoria Energia e atmosferae vi entra in qualità di pre-requisito, ossia comeazione obbligatoria.All’interno della normativa ASHRAE Guideline0 e Guideline 1, che disciplina il processo diCommissioning (Cx), si parla di un processo inin-terrotto che parte dalla definizione dei Requisitidella committenza e arriva alla gestione e manu-tenzione dell’edificio. Poiché LEED prevede vi siapiù di un protocollo dedicato alla realizzazione(NC, CS, H, School, CI), e uno specifico per lamanutenzione e gestione (EBOM, Existing Buil-ding Operation&Maintenance), troviamo il pro-cesso di Commissioning come obbligatorio inentrambi: si parlerà di Processo di Commissio-ning negli edifici nuovi, di Recommissioning nelcaso in cui si riproponga un’attività di Commis-

tutti gli attori della fase di progettazione, costru-zione e gestione dell’edificio, come per esempiola committenza, il gruppo di progettazione, l’ap-paltatore, la direzione lavori, il collaudatore, ilpersonale di gestione e manutenzione e molti al-tri (si veda la figura 1.7).

• Commissioning Plan: unico per ciascun pro-getto, il piano di Commissioning è il docu-mento di riferimento che identifica le strategie,gli aspetti e le responsabilità all’interno del pro-cesso di Commissioning per ogni fase proget-tuale e per ciascuno dei membri del gruppo dilavoro. Questo documento descrive l’intero pro-cesso, il programma, l’organizzazione, le re-sponsabilità e la documentazione richiesta nelprocesso di Commissioning. Il piano di Com-missioning inizia a essere sviluppato dall’iniziodel processo di Commissioning, integrato du-rante la fase di progettazione e ultimato primadell’inizio della fase di costruzione. Il piano diCommissioning viene aggiornato durante ilcorso della progettazione e dei lavori per inclu-dere eventuali cambiamenti nella pianificazione,nel programma temporale o altro.

• Report di Commissioning: documento cheviene elaborato dalla CxA a edificio ultimato.Esso riporta tutta la documentazione prodottadal Cx Team durante tutto il processo di Com-missioning (relazioni, risultati di test, fotografie,elaborati grafici, “as built”, ecc.). Si tratta di undocumento che immediatamente riporta i risul-tati qualitativi ottenuti e che nel tempo della ge-stione e manutenzione si rivelerà preziosissimoper migliorare le prestazioni energetiche dell’e-dificio (è quindi possibile chiamarlo “la fotogra-fia a t0”).

• Report di Recommissioning: analogamenteal report di Cx, il documento che viene elabo-rato alla fine di un processo di Recommissio-ning.

• report di Retrocommissioning: analoga-mente al report di Cx, il documento che vieneelaborato alla fine di un processo di Retrocom-missioning.

1.8.2 il processo di commissioninge retrocommissioning: dal nuovoe all’esistenteLa certificazione LEED, un pacchetto di proto-colli che si applicano a varie e diverse destinazioni

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figura 1.7gli attori delcommissioningteam

InstallatoriDirezione

lavoriAuditor

(recommissioning)

ImpresaCommittenza

ProgettistiT&B

CollaudatoriArtigiani

CxA

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Page 52: Green Energy Audit

l’ambiente (sono qui presenti i crediti LEEDche la committenza ritiene obbligatori);– gli obiettivi in tema di efficienza energetica;– i requisiti per la Qualità dell’ambiente interno;– specifiche generali di impianto e di sistemi dicontrollo; – occupazione dell’edificio e aspettative del per-sonale di Gestione e manutenzione.

• Assunti della progettazione: spiega perché unadeterminata scelta tecnica offra una risposta aun requisito della committenza contenuto neldocumento RDC. Sono poi contenuti la de-scrizione dei sistemi, le ragioni delle scelte, i cri-teri di progetto, le sequenze dei sistemi di con-trollo. Tale documento verrà poi consegnatoalla CxA che lo esaminerà assieme alla commit-tenza.

RDC e ADP non sono da intendersi come docu-menti statici ma bensì come documenti in conti-nua evoluzione. Si tratta di un processo iterativoche porta ad avere due documenti omogenei nel-l’approccio e complementari nei contenuti (siveda la figura 1.9). • Piano di Commissioning: questo documento

sioning su un edificio che è già stato oggetto diCommissioning e di Retrocommissioning nelcaso in cui si attivi un processo di Commissioningsu un edificio che non era stato oggetto di Com-missioning in fase di costruzione (si veda la fi-gura 1.8).Premesso che il processo di Cx ha l’obiettivo digarantire alla committenza il soddisfacimento deirequisiti richiesti, i documenti fondamentali perun processo di Commissioning efficace ed effi-ciente sono:• Requisiti della committenza: il documento fonda-

mentale che deve contenere le condizioni alcontorno (cosa la committenza intende svilup-pare) e gli obiettivi in termini di performance,budget, certificazione. Poiché la committenzaspesso non padroneggia il linguaggio tecnico equesto è un documento tecnico, la CxA parte-cipa alla scrittura traducendo in linguaggio tec-nico e quantitativo i requisiti qualitativi espressidalla committenza. I RDC documentano comeminimo:– cosa si aspettano la committenza e gli utiliz-zatori finali;– gli obiettivi in tema di sostenibilità e tutela del-

50 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.8comparazionecommissioning –recommissioning/retrocommissioning

Edificio Nuovo

LEED Nuove Costruzioni

Commissioning

Progettazione costruzioneaccettazione

Requisiti della committenzaBasi della progettazione

Budget diREALIZZAZIONE

LEED Existing Buildings

Operation and maintenance

Recommissioning

Manutenzione

Requisiti della CommittenzaGreen Energy Audit

Budget diGESTIONE

Edificio Esistente

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Page 53: Green Energy Audit

prestazioni sono state verificate sia in fase di co-struzione sia di bilanciamento degli impianti (siveda la figura 1.10).Vengono di seguito riportate 4 macrofasi al fine dichiarire meglio le attività previste:FASE 1 – Definizione delle condizioni al con-torno (Pre-Design Phase):• identificazione della CxA da parte della com-

mittenza;• conduzione delle prime riunioni di Commissio-

ning finalizzate a definire il documento “Requi-siti della committenza” RDC (Owner ProjectRequirements – OPR). La CxA trasforma inlinguaggio tecnico i requisiti qualitativi del com-mittente, aiutandolo a capire le implicazioni le-gate a una scelta in un ottica di progetto – co-struzione – manutenzione;

• la CxA inizia a scrivere il documento “Piano diCommissioning” (Cx Plan).

FASE 2 – Progettazione (Design Phase):• conduzione delle riunioni di Commissioning

(nel caso in cui non si siano svolte le attivitàdella FASE 1, recupero di quegli obiettivi);

• revisione del progetto in chiave in ottica Cx;• aggiornamento del Piano di Commissioning;• definizione dei requisiti di Commissioning in

funzione delle specifiche di progetto;• inizio della pianificazione delle check list di ve-

rifica, dei test funzionali, del manuale dei si-stemi oggetto di Commissioning e dei requisitidi formazione dei manutentori.

FASE 3 – Costruzione (Construction Phase):

deve essere pronto prima delle gare di appaltodei lavori. Il costruttore e i sub appaltatori de-vono essere informati prima di quali saranno leprocedure e i test che la CxA ha ritenuto fon-damentali e necessari per garantire alla com-mittenza la qualità e l’ottenimento delle presta-zioni richieste dal manufatto ultimato. Al finedi evitare contenziosi legati al non raggiungi-mento di una prestazione a seguito di un test(come previsto dal Piano di Cx), i contratti de-vono tenere conto di questo documento inquanto esso nasce per portare in evidenza emisurare la qualità o la mancanza di qualità diuna realizzazione.A seguito di report negativo, sarà la commit-tenza a decidere come muoversi nei confronti dichi non ha rispettato gli accordi. Ai fini dellacertificazione, se la CxA riporta nel report di Cxun mancato raggiungimento delle prestazionienergetiche o idriche minime come richiesto daiprerequisiti dedicati, il revisore negherà la cer-tificazione. Un eventuale inizio del processo diCx a edificio già progettato o a cantiere già av-viato è possibile, ma a quel punto diventa criticoil concetto di efficienza, mentre si ridimensionail concetto di efficacia.

edifici nuoviAll’interno di un edificio moderno, e nel contestoattuale, dove efficienza energetica e obiettivispesso complessi sono sempre più richiesti (peresempio una performance in tema di sostenibilitàambientale legata all’operazione immobiliare),l’interazione tra i vari sistemi e sottosistemi puòraggiungere livelli di complessità molto elevati;piccoli problemi di installazione, controllo o re-golazione possono portare a malfunzionamentiche vengono amplificati dalla mutua interazionetra i vari sottosistemi stessi. In questo quadro si in-serisce il processo di Commissioning.Questo paragrafo illustra graficamente e con ungrado di dettaglio maggiore anche testualmenteil tipico processo di Commissioning nel caso diuna nuova costruzione/ristrutturazione. In una lo-gica di flusso ininterrotto che parte dall’idea direalizzare un edificio e continua durante tutta lasua gestione e manutenzione, il processo di Com-missioning permette di avere una chiara pianifi-cazione e reportistica sulle modalità con le qualile soluzioni tecniche si sono evolute e come le

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figura 1.9processi per ladefinizione deirequisiti dellacommittenza(rdc) e degliassunti dellaprogettazione(adp)

Requisiti dellacommittenza

(Owner Project Requirement)

Requisitigenerali(COSA)

Criteri diperformance

(QUANTO)

Scelte primarie del progetto

(COSA)

Requisiti dellacommittenza

(PERCHÉ)

Assunti dellaprogettazione

(Basic Of Design)

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Page 54: Green Energy Audit

FASE 4 – Occupazione e gestione (Occupancyand Operations Phase):• soluzione di eventuali problemi non individuati

precedentemente;• conduzione dei test non svolti per ragioni di sta-

gionalità;• conduzione di una revisione prima dello scadere

della garanzia (è solito che la CxA rilasci una ga-ranzia, annuale o biennale, la quale può inclu-dere la soluzione di problemi che potrebbeemergere durante questo lasso di tempo);

• valutazione della possibilità di attivare un pro-cesso di Recommissioning (solitamente ogniquinquennio).

La tabella 1.3 evidenzia chiaramente come sipossano risparmiare notevoli costi legati a manu-tenzione extraordinaria, produttività e benesseredei lavoratori, riduzione dell’assenteismo, con-tenziosi evitati, inutili perdite di tempo.

• riunione di avvio della fase di costruzione, ge-stita dalla CxA (kick off meeting);

• revisione della documentazione di accompa-gnamento del materiale che arriva in cantiere inaccordo con i RDC (OPR), monitoraggio delprogramma dei lavori;

• conduzione dei sopralluoghi di verifica;• gestione delle prove di verifica;• conduzione dei test funzionali (bilanciamento

dei sistemi);• stesura del report di Commissioning e dei ma-

nuali dei sistemi;• conduzione di un monitoraggio finalizzato alla

diagnosi;• sviluppo del piano di Recommissioning;• revisione dei manuali di gestione e manuten-

zione;• verifica e implementazione della formazione

dello staff della committenza e dei manuten-tori/gestori.

52 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.10il processo dicommissioning

“Requisiti della

committenza”“Basi della

progettazione”Revisione del

progetto

Definizione del“Piano di

commissioning”

Commitenza sceglie la CxA

ProgettazioneCostruzione

Accettazione

Test previsti dal piano di Cx

Correzione dei malfunzionamenti

Revisione dellecheck list

prefunzionali e i report

di start up

Si revisionano i risultati

La CxA sviluppa ilpiano dei test

funzionali

La CxA coordina i test funzionali e scrive i report

Preparazione del report di

Commissioning

Appaltatori risolvono eventuali deficenze

riscontrate

La CxA gestisce in unariunione di team

(kick off meeting) doverie responsabilità degli

attori coinvolti

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Page 55: Green Energy Audit

• revisione del piano di manutenzione;• conduzione dei test diagnostici;• conduzione dei test funzionali;• risoluzione dei problemi di piccola entità emersi

durante l’audit;• stesura del report di audizione (Green Energy

Report);• definizione degli interventi in ordine di priorità.

Fase 3 – Implementazione (Implementation Phase):• sviluppo del piano di implementazione;• applicazione delle misure contenute nel piano di

implementazione;• verifica dei risultati ottenuti.

Fase 4: Consegna (Hand Off Phase).• stesura del report finale;• stesura del manuale dei sistemi;• sviluppo del piano di Recommissioning;• formazione dei manutentori;• conduzione della riunione di passaggio delle

consegne;• implementazione delle strategie di gestione e

manutenzione sul lungo periodo.

Il processo di Energy audit e di Retrocommissio-ning sono molto simili tra di loro e spesso hannoampie aree di sovrapposizione reciproche. Il Re-trocommissioning analizza i sistemi e la gestionedell’edificio e le modalità per renderli il più effi-cienti possibile. L’energy audit analizza la storiadei consumi dell’edificio e identifica sia le stra-tegie a costo zero sia quelle che potrebbero por-tare miglioramenti a seguito di migliorie tecno-logiche. La maggior differenza tra gli approccista nell’output prodotto: il Commissioning ge-nera un edificio più efficiente, l’energy audit ge-nera un report che contiene una serie di racco-mandazioni per rendere l’edificio più efficientegrazie a una serie di strategie caratterizzate dadiversi ROI.

edifici esistentiIl processo di Recommissioning è la naturale pro-secuzione, in chiave di manutenzione e gestione,del processo di Commissioning. Si basa anch’essosu un obiettivo definito dalla committenza e, par-tendo dalle considerazioni che emergono da unEnergy Audit, sviluppa un piano per portare leprestazioni dell’edificio verso gli obiettivi definitinei Requisiti della committenza. Definito che il processo di Commissioning per-mette alla committenza di avere un report detta-gliato delle attività di progettazione e realizza-zione del sistema edificio-impianto, e che ilGreen Energy Audit può essere di molto avvan-taggiato nel caso in cui l’auditor abbia accesso atale documentazione prima e durante l’analisi, sievince come vi sia una stretta possibilità di otte-nere sinergie nel caso in cui i due processi sianoapplicati (con tempistiche differenti) allo stessoedificio.Vengono di seguito riportate le 4 macrofasi alfine di chiarire meglio le attività previste duranteun processo di Recommissioning.FASE 1 – Pianificazione (Planning Phase):• identificazione della CxA da parte della com-

mittenza;• conduzione delle prime riunioni di Commissio-

ning finalizzate a definire il documento Requi-siti della committenza – RDC (Owner ProjectRequirements – OPR). La CxA trasforma inlinguaggio tecnico i requisiti qualitativi del com-mittente, aiutandolo a capire le implicazioni le-gate a una scelta in un ottica di tipologia di in-tervento – manutenzione – ROI;

• la CxA inizia a scrivere il documento “Piano diRetrocommissioning” (RetroCx Plan);

• conduzione del sopralluogo da parte dell’audi-tor;

• composizione del team di Retrocommissioning.

FASE 2 – Auditing (Investigation Phase):

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tabella 1.3 risparmi ottenibili dopo un processo di commissioning negli edifici commerciali

Descrizione Risparmi ottenibiliValore dei risparmi legati ai consumi energetici 0,21-2,05 !/m2 annoValore dei risparmi non legati ai consumi energetici 2,48-74,92 !/m2 anno

Fonte: E. Mills, H. Friedman, T. Powell, N. Bourassa, D. Claridge, T. Haasl, M.A. Piette, The Cost-Effectiveness of Commercial-Buildings Commis-sioning, Lawrence Berkeley National Laboratory, 2004 (si veda il sito http://eetd.lbl.gov/EMills/PUBS/Cx-Costs-Benefits.html).

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Page 56: Green Energy Audit

di progettazione e revisione del progetto, partico-lare importanza viene data alla valutazione deiconsumi energetici complessivi (come richiestodalla Direttiva UE 91/2002 e successivamentedalla Direttiva UE 56/2010), premiando le perfor-mance energetiche teoriche quanto più si disco-stano dai consumi di un edificio consideratocome riferimento. Questo modo di assegnare ilpunteggio, in termini relativi ma per mezzo diconsumi assoluti, permette di avere sempre chiarosia la quantificazione dei costi energetici finali siail rapporto di questa con un benchmark. Nel casodella certificazione LEED viene definito a livello

1.8.3 leed e il confronto delle prestazionidell’edificio con un edificio diriferimento (benchmark)Il processo di Commissioning nelle nuove realiz-zazioni e nelle grandi ristrutturazioni si collocacome garante della committenza durante tutto ilprocesso che parte dalla definizione dei requisitialla gestione dell’immobile. Il ruolo della CxA èquello di rendere l’edificio costruito il più aderentepossibile rispetto a quanto progettato, minimiz-zando in questo modo il grosso problema della ri-spondenza progetto-costruito. All’interno di unprocesso di certificazione LEED, durante la fase

54 green energy audit 1. aspetti generali del green energy audit

figura 1.11commissioning e retro-commissioningnel processo dienergy audit

Auditor

MOTIVAZIONE Definizione RDC

Energy Audit

VALUTAZIONE EFFICIENZAENERGETICA Audit on site

InvolucroImpianti

Rinnovabili

AutofinanziamentoPrestiti

IncentiviESCo (FTT)

DEFINIZIONE INTERVENTI

VALUTAZIONIECONOMICHE

NO

SÌVERIFICA

PROGETTAZIONEINTERVENTI

REALIZZAZIONEINTERVENTI

CERTIFICAZIONEENERGETICA

GESTIONEMANUTENZIONE

Retrocommissioning o Recommissioning

AuditorCommittente

AuditorCommittente

Progettista

Verifica dei risultati

Definizione del Piano di ReCxe del Piano di implementazione

ImpresaDirettore lavori

Certificatore

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Page 57: Green Energy Audit

medio periodo e di poter contare su un processogià definito piuttosto che su una semplice azionedi miglioramento puntuale.

ruoli all’interno di un processo dicertificazione leedDurante un processo di certificazione LEED, laCommissioning Authority è una figura obbligato-ria senza la quale non è possibile ottenere la cer-tificazione. Essa è il garante che quanto richiestodalla committenza venga effettivamente realiz-zato e tracciato; è fondamentale dunque lo sce-gliere con estrema attenzione tale professionista,primo perché i costi iniziali di un processo diCommissioning non sono trascurabili all’internodel budget di progetto (è importante sottolinearecome tali costi abbiano un ROI estremamente ra-pidi, come sottolineato da numerosi studi tra cuiE. Mills, H. Friedman, T. Powell, N. Bourassa, D.Claridge, T. Haasl, M.A. Piette, The Cost-Effective-ness of Commercial-Buildings Commissioning, Law-rence Berkeley National Laboratory, 2004), se-condo perché offre alla committenza la possibi-lità di avere un confronto costante con una figurache non è in possibile conflitto di interessi conprogettisti e installatori. Proprio per questo, alfine di evitare incomprensioni, sarebbe bene indi-viduare la CxA il prima possibile, a monte delprogetto, precisando poi in fase di appalto quelliche sono i requisiti contenuti nel piano di Cx, alfine di chiarire fin da subito cosa l’appaltatore è te-nuto a fare e documentare.Un’altra figura professionale con cui spesso si haa che fare in un progetto LEED è il LEED AP(LEED Accreditate Professionist). Nonostantenon sia obbligatorio al fine dell’ottenimento dellacertificazione, nella maggior parte dei progetti siha a che fare con questo professionista che ha ilcompito ultimo di rendere più efficace e integratoil gruppo di progetto. In funzione della dimensionedel progetto, si potrà trovare uno o più LEED AP

internazionale all’interno dell’appendice G dellanormativa Ashrae/IESNA 90.1 (a partire dallaversione del 2004).Nel caso di un edificio esistente che intenda per-seguire l’omonima certificazione LEED, l’analo-gia è molto forte. Tra le diverse strade disponibiliper ottenere il credito legato alle performanceenergetiche, una riporta al confronto con un edi-ficio di riferimento che viene costruito con i datirilevati a seguito di una serie di Green Energy Au-dit condotti su un gruppo di edifici di analoghe di-mensioni e destinazione d’uso. Il calcolo del pun-teggio relativo all’incremento delle prestazioniavviene paragonando i consumi dell’edificio po-stintervento con quelli del benchmark.La creazione di un benchmark implica dunque lacreazione dello stato dell’arte di un determinatoindice prestazionale. Il premiare in forma incre-mentale quanto più ci si allontana dal benchmarkdiventa la chiave per poter svolgere considera-zioni di merito che si possano adattare alle più di-verse condizioni di mercato, fatta salva una me-todologia riconosciuta a livello internazionale chedefinisce i requisiti minimi che devono essere ri-spettati da tutti gli interventi.Nel caso di edifici esistenti è pratica comune im-plementare questo processo per step successivi. Intermini pratici ciò vuole dire che, visto il temponecessario a ottenere una certificazione LEEDEBO&M (la quale non contempla solo aspettienergetici), si parla piuttosto di un continuo pro-cesso di monitoraggio e supervisione dell’edificioche potrà, all’ottenimento della primo certificato,darsi ulteriori obiettivi che saranno poi incre-mentati con una successiva certificazione (la cer-tificazione LEED EBOM dura infatti un quin-quennio). Il lavoro svolto durante la prima certi-ficazione verrà ereditato dalle certificazioni suc-cessive. Il poter quindi monitorare la vita dell’edi-ficio con una serie di certificazioni legate tra diloro permette da una parte di ridurre i costi sul

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tabella 1.4 risparmi ottenibili dopo un processo di retrocommissioning negli edificicommerciali

Descrizione Risparmi ottenibiliValore dei risparmi legati ai consumi energetici 1,18-7,75 !/m2 annoValore dei risparmi non legati ai consumi energetici 1,15-4,84 !/m2 anno

Fonte: E. Mills, H. Friedman, T. Powell, N. Bourassa, D. Claridge, T. Haasl, M.A. Piette, The Cost-Effectiveness of Commercial-Buildings Commis-sioning, Lawrence Berkeley National Laboratory, 2004 (si veda il sito http://eetd.lbl.gov/EMills/PUBS/Cx-Costs-Benefits.html).

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Page 58: Green Energy Audit

• un’esperienza documentata nelle attività diCommissioning in almeno altri due progetti dianaloghe dimensioni e complessità, non neces-sariamente certificati LEED. Tale esperienzanelle attività di Commissioning può essere nelruolo di Commissioning Authority oppure in unruolo di assistenza diretta (Commissioning As-sistant-Agent) della Commissioning Authority.La responsabilità di verificare questo requisito èdella committenza;

• essere iscritto all’elenco delle CommissioningAuthority di AICARR (Associazione italianacondizionamento dell’aria riscaldamento refrige-razione);

• essere iscritto a un elenco di professionisti diCommissioning, e/o aver superato un esamespecifico sul Commissioning, presso enti, asso-ciazioni, istituti riconosciuti dal Green BuildingCouncil Italia”.

All’uscita di questo libro, non esiste ancora l’e-lenco delle CxA di Aicarr, tuttavia Aicarr ha at-tivato una collaborazione con l’americana ASH-RAE (American Society of Heating, Refrigeratingand Air-Conditioning Engineers) al fine di por-tare in Italia l’esame (in inglese) che, se superato,permette di entrare nell’elenco dei professionistidi Commissioning di ASHRAE (elenco ricono-sciuto da GBC Italia). I primi esami si sono svoltialla fine dell’anno 2010, ulteriori sessioni d’esamesono previste per il 2011. Ulteriori informazionisui siti www.aicarr.it e www.ashrae.org.

documentazione aggiuntivaPer meglio comprendere quanto sopra descritto,si consiglia la lettura dei seguenti testi/report:Fonte: E. Mills, A golden opportunity for ReducingEnergy Costs and Greenhouse Gas Emission, Law-rence Berkeley National Laboratory, 2009.Fonte: E. Mills, H. Friedman, T. Powell, N. Bou-rassa, D. Claridge, T. Haasl, M.A. Piette, The Cost-Effectiveness of Commercial-Buildings Commissioning,Lawrence Berkeley National Laboratory, 2004 (siveda il sito http://eetd.lbl.gov/EMills/PUBS/Cx-Costs-Benefits.html).AA.VV., 2006, California Commissioning guidesfor new and existing building, CaCxhttp://www.cacx.org/resources/documents/CA_Com-missioning_Guide_New.pdf

all’interno del team di progettazione, di realizza-zione oppure nel team della committenza. A finiteorici tale ruolo potrebbe essere svolto anchedalla CxA stessa visto che il ruolo principale delLEED AP è quello di essere un facilitatore diprocesso finalizzato all’ottenimento della certifica-zione (e pertanto, essendo il processo di certifica-zione a garanzia della committenza, non in con-flitto di interessi), tuttavia, in termini pratici, l’at-tività della CxA durante la fase di costruzione è tal-mente estesa e onerosa (in termini di tempo) che,salvo edifici di modeste dimensioni, vi è una in-compatibilità in termini di tempo. Nonostante il Cx sia arrivato in Italia grazie allacertificazione LEED, è bene sottolineare che ilprocesso di Cx è totalmente indipendente dalprocesso di certificazione ma non è vero il con-trario. Il processo di certificazione LEED lo pre-vede infatti come obbligatorio in quanto praticaconsolidata da numerosi decenni di applicazionequale garante della qualità finale di un manu-fatto, ma un processo di Cx può essere implemen-tato (ed è caldamente consigliato) anche per edi-fici che non si intende certificare.

alcuni dati emersi da un ampio studiocommissionato dall’us departmentof energyIl tempo di payback, in un campione di 643grandi edifici (14.000 m2 la superficie media) com-posto da 82 edifici nuovi e 561 edifici esistenti, va-ria da 0,1 a 3,3 anni.Il costo legato all’attività di Cx si colloca tra i 3,22$/m2 e i 12,5 $/m2, pari allo 0,4% dei costi totalidi costruzione (37 Cx Provider facenti parte dellaricerca). I benefici dell’attività di Cx si ripercuo-tono in modo rilevante sui successivi 3-5 annidalla fine del processo, a ora non sono disponibilidati per valutare i vantaggi in uno spettro tempo-rale più lungo. Gli edifici altamente tecnologicitraggono maggiori benefici da un processo di Cx,ciò è dovuta alla migliore gestione della comples-sità legata all’interazione tra i sistemi energetici.

come diventare cxa per un progetto leedEstratto dal manuale LEED Italia Nuove Costru-zioni – Grandi Ristrutturazioni, categoria Energia eatmosfera, Pre-requisito 1:“ a) Il CxA deve possedere almeno uno dei se-guenti requisiti:

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