giancarlo gai

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Giancarlo Gai Mostra alla Galleria delle Di !erenze 24 ottobre " 7 novembre 2008 Viareggio

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catalogo della mostra alla Galleria delle Differenze, cooperativa CREA

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Giancarlo Gai

Mostra alla Galleria delle Di!erenze24 ottobre " 7 novembre 2008

Viareggio

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Giancarlo Gai

Galleria delle Differenze cooperativa CREA Viareggio24 ottobre - 7 novembre 2008

Se avvicini Giancarlo, con il rispetto dovuto a chi cerca sempre di concentrarsi, può darsi che alla domanda “chi sei?” lui risponda, con aria complice, “sono un cavallo fatto uomo”.

Puoi capire, allora, come mai il soggetto ricorrente nelle sue opere sia un cavallo nel pieno della sua prestanza fisica.

Sogno? Piuttosto bisogno di rappresentare se stesso, nella ricorrente fatica di trainare ogni giorno il carro carico dei suoi limiti.

Luigi Sonnenfeld

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Giancarlo Gai è nato a Viareggio nel 1959. Nell'ambito delle attività del Centro Diurno di Socializzazione per Disabili "Il Capannone", emerge la sua qualità nel modellare la creta, nel disegno e nella pittura. Le sue opere si trovano in

numerose abitazioni di Viareggio.

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Che cos'è l'arte?

La capacità di trasformare la realtà secondo il proprio punto di vista che comprende anche la fantasia.Giancarlo Gai colora a tempera ed acquarello, usa i penarelli, sa bene come si usa la creta e conosce i risultati derivati dal disegno esegito su di un foglio bianco appoggiato ad un vetro la cui superficie è cosparsa di inchiostro nero. Le linee sono essenziali, le forme ben definite, il colore evidenzia la bidimensionalità. Mi sono venuti subito in mente tutti i tentativi e la sperimentazione degli artisti divisionisti, tra cui ricordo Georges Seurat e Paul Signac di appiattire le figure e rendere l'effetto della profondità attraverso un particolare modo di utilizzare cogglori e luce. Giancarlo è un bravo pittore ed un originale progettista di immagini per tovagliette da colazione: un vero e proprio designer!

I l cavallo è l'animale da lui preferito, ricorre sempre, ma state attenti signori visitatori, perchè nessun cavallo è uguale all'altro!Divertentissima è poi la serie della pipì in cui la fantasia è la vera protagonista. Forse gli angeli non vanno idealizzati, sono dentro di noi e, come tutti, fanno pipì, perchè no!

La mostra, cari spettatori, è un invito gratuito alla vitalità, all'energia, all'impegno costante di Giancarlo Gai nel dedicarsi all'arte delle mani e dell'ingegno sempre produttivo, fantasioso e divertente.

Con affetto, Chiara Belli

Giancarlo Gai

La mano deriva dal cuore, promana da esso.La mano si pone tra noi e il cielo, tra il cuore e le stelle.(Ugo La Pietra)

La creatività è una dote personale e un mistero insondabile.Sboccia e fiorisce all'improvviso, dove meno te la aspetti, in tutto il suo profumo, la sua fragranza, la sua coinvolgente malìa. E' quanto ho pensato e avvertito subito osservando, stupito e ammirato, l'incantevole mostra antologica della produzione artistica di Giancarlo Gai, abbracciante l'arco di un trentennio, allestita nei locali C.RE.A: "La Galleria delle Differenze" di Via XX Settembre.Si tratta di opere grafiche: incisioni monotipo positivo e negativo su carta: di dipinti, anch'essi prevalentemente su carta, a biro, a pennarello, a tempera e acquerello; di terrecotte singole o in serie (stupende, tra le altre, le "stazioni" della Via Crucis, espressionisticamente vibranti di partecipazione emotiva, che adornano abitualmente la chiesa di S. Zita,deliziosi e originali i "suonatori" del Presepe che possiamo ammirare durante le festività natalizie, nel presepe della SS. Annunziata); di piatti, policromamente assonanti, in terracotta smaltata, rappresentanti angeli, fate, Cappuccetti Rossi, Burlamacchi, castelli medievali, animali e così via, in una fantasmagoria di creazioni, di invenzioni, di rappresentazioni.Una meraviglia, un incanto!Questo impatto emotivo che si riceve ad una semplice, immediata, libera osservazione di stampo galileiano, propugnata da Van Doesburg e concettualizzata lucidamente da Max Bense contro la solita, abituale, approfondita analisi critica hegeliana che, secondo loro, sarebbe all'origine dell'arte del passato.

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Ora, siccome io sono convinto che un'indagine critica sia utile in ogni circostanza per orientare gli osservatori e per capire meglio le opere presentate, evidenzierò almeno qualche analogia, peraltro più occasionale e fortuita, che sostanziale. Così l'uso dei cromatismi giustapposti e consonanti e l'abolizione della prospettiva con l'idea della profondità affidato talora alla disposizione dei colori, evoca certe acquisizioni divisioniste di un Georges Seurat, come la bordatura evidenziata, scura e la semplificazione delle figure rappresentate rimanda a Edouard Manet ( si pensi ai suoi quadri Olympia e il Pifferaio esposti al Louvre), mentre la schematizzazione stereotipata, ad esempio, dei prediletti cavalli di Giancarlo Gai, fanno pensare a Enri Rousseau detto Il Doganiere e all'arte nai"f in genere. E ancora la rappresentazione bidimensionale, con quanto raffigurato portato in primo piano come su un palcoscenico, ci ricorda le opere dei Manieristi alla Pontormo del tardo Rinascimento e di tanta pittura del secolo scorso che a loro si è ispirata, così come la raffigurazione dei volti umani palesa evidenti sintonie con l'arte negra africana alla base della pittura moderna e contemporanea.E tuttavia, proprio grazie ad un attento esame di queste singolari analogie, ci si rafforza nella convinzione che esse siano del tutto casuali, in quanto quella di Giancarlo Gai è un'arte sorgiva, genuina, sgorgata spontaneamente su un terreno predisposto, fertile. Allora come non meravigliarci vieppiù di fronte alla sapiente capacità impaginativa, alla geometrica essenzialità modellatrice, all'armonica semplicità ed efficacia del colore, alla scelta significativa dei dettagli, mai inutili, all'umanizzazione espressionistica del vento di talune abitazioni, all'incisività e alla fascinazione globale di ogni opera di questo artista?

Ora è necessario però chiarimento. L'opera di Giancarlo Gai, come del resto, seppur su piani diversi, quella di Rousseau e dei pittori naif, come pure degli stessi artisti negri, non ha niente di ingenuo, di fanciullesco, di puramente spontaneo, in quanto essi non rappresentano ciò che vedono, non ritraggono gli oggetti e la natura, ma li trascrivono, pur nella ricchezza dei particolari reputati essenziali, con elementi filtrati dalla propria mente e dalla propria sensibilità. Così le carrozze, i cavalli, le nuvole, il sole e così via di Giancarlo diventano astrazioni, esprimono l'idea assoluta, stereotipata di tali figurazioni, più che la loro concreta, mossa, cangevole rappresentazione. Ciò non toglie che esse risultino uniche per il loro personalissimo, inconfondibile, fresco timbro connotativo, oltre che gradevoli e coinvolgenti, frutto dell'opera di un artista capace di esprimere magicamente le proprie idee e il proprio cuore sulla carta e di trasformare, con le capacità modellatrici delle sue mani, le proprie fantasie e il proprio mondo concrete, affascinanti rappresentazioni plastiche, lasciandoci a meditare, stupefatti, su come la mente, ogni mente umana, possegga insospettate potenzialità tali da poter dar corpo, vento e anima ad opere di sogno come quelle di Giancarlo

Manrico Testi

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Galleria delle Di!erenzeE’ uno spazio espositivo aperto a laboratori e singoli che lavorano principalmente nell’ambito

delle “espressioni di!erenti” e a quanti con tali espressioni intendono confrontarsi.Via XX Settembre 174, Viareggio " www.coopcrea.it