frontiere del cambiamento - report

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FRONTIERE FRONTIERE DEL CAMBIAMENTO REPORT

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Il report dell'evento RENA "Frontiere del Cambiamento" - Bologna, 17 ottobre 2013, Spazio Kilowatt con: Francesca Panzarin: fondatrice del coworking milanese PIANO C; Nigel Jacob: co-fondatore di New Urban Mechanics; Luca De Biase: responsabile di Nòva24 del Sole24Ore

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Page 1: Frontiere del Cambiamento - Report

FRONTIEREFRONTIEREDEL CAMBIAMENTO

REPORT

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REPORT

FRONTIERE DEL CAMBIAMENTO17 ottobre 2013 - spazio Kilowatt,via del Borgo di San Pietro 22, Bologna

Un evento organizzato da:

Partner tecnici

Con il supporto di:

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Una parte del Paese sta reagendo. I costi del cambiamento continuano ad essere descritti e percepiti come più alti di quelli della conservazione. E i luoghi della decisione, pubblica e privata, restano ancora in larga parte nella mano di una “vecchia guardia” che guida con lo sguardo fisso nello specchietto retrovisore.

Ma una parte numerosa seppur sottorappresentata e dispersa è determinata a cambiare: nell’impresa, nella scuola, nella politica, nell’associazionismo.

Sono quelle comunità che hanno capito che il mondo è cambiato e non tornerà più come prima.

Noi di RENA li chiamiamo Pionieri. E scommettiamo che se si unissero renderebbero il cambiamento la regola. Invertirebbero la rotta del paese, che a volte sembra irreversibile.

Ma quali sono le sfide che questi Pionieri devono affrontare ogni giorno? Quali ostacoli nel loro cammino? Che contorni ha la loro frontiera del cambiamento? Quali traguardi collettivi più ambiziosi potrebbero raggiungere percorrendo un pezzo di strada assieme?

INTRODUZIONE FRONTIERE DEL CAMBIAMENTO

L’obiettivo di “frontiere del cambiamento” era far emergere interessi e esperienze “senza guardare al futuro attraverso lo specchietto retrovisore”. Per questo abbiamo chiesto ai nostri ospiti di riflettere su fallimenti di innovazione tentate: per capire come creare cambiamento, siamo partiti dagli ostacoli.

Creando un focus partecipato sulle persone e sui loro bisogni, attraverso 3 ospiti di eccezione e con un processo di gamifiction, l’obiettivo di Progetto Rena era creare un nuovo percorso di incontri partendo dalle necessità dei pionieri.

Vogliamo costruire una “cassetta degli attrezzi” utile a chiunque si proponga di portare avanti cambiamenti positivi nel Paese. 

Hanno partecipato:

Francesca Panzarin fondatrice del coworking milanese PIANO C;Nigel Jacob co-fondatore di New Urban Mechanics; Luca De Biase responsabile di Nòva24 del Sole24Ore

e 40 innovatori nel mondo delle imprese, della PA, della Ricerca, delle Associazioni di rappresentanza e del terzo settore dell’Emilia-Romagna.

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Un anno fa RENA lanciava il progetto Pionieri animata da due sentimenti: urgenza e consapevolezza.

L’urgenza di vedere l’Italia cambiare pelle.

La consapevolezza che riuscirci richiede un enorme sforzo collettivo che in qualche modo è già in atto, e che potrebbe diventare un’onda inarrestabile se soltanto emergessero tutte le storie di cambiamento che il Paese è in grado di raccontare.

Tuttavia raccontare non è sufficiente: i portatori sani di cambiamento oggi sono isolati, non riconosciuti, spesso schiacciati dalla fatica del lavoro quotidiano e dalla burocrazia pubblica e privata, addirittura inconsapevoli dell’impatto che insieme potrebbero avere sul Paese.

Perché cambiare è correre controvento. E’ scontrarsi con l’attrito di chi teme l’incognito e di chi sta troppo comodo nello status quo per volerne immaginare uno migliore. E’ sapere di non sapere e abbracciare il fallimento come la strada più veloce per l’evoluzione. E’ sentire che il cambiamento è un percorso ad ostacoli alimentato di passione e spesso chi lo compie si rassegna a farlo in solitudine.

Questi viaggiatori del cambiamento noi di RENA li abbiamo chiamati Pionieri e dopo aver dimostrato che non sono soli, vorremmo imparare da loro, fargli percepire ciò che hanno in comune e la loro importanza per il futuro del Paese. Metterli in rete e sostenerli, perché crediamo che se si unissero invertirebbero la rotta del paese, che a volte sembra irreversibile.

WORKSHOPFRONTIERE DEL CAMBIAMENTO

Page 5: Frontiere del Cambiamento - Report

MICHELE D’ALENA, ANTENNA RENA BOLOGNA

INTRODUZIONE

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LETIZIA PIANGERELLICOORDINATRICEANTENNA RENA BOLOGNA

INTRODUZIONE

GIANNI DOMINICI,DIRETTORE FORUM PA

INTRODUZIONE

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LA METODOLOGIA

HUMANCENTERED

FOCUS SULLE

PERSONE

E SUILORO

BISOGNI

NEEDFINDING

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FRANCESCA PANZARINFONDATRICE PIANO C - MILANO

SPEAKER

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NIGEL JACOBSCO-FONDATARE NEW URBAN MECHANICS - BOSTON

SPEAKER

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LUCA DE BIASERESPONSABILE NOVA IL SOLE 24ORE - MILANO

SPEAKER

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WORKSHOP NEEDFINDING: QUALI SONO I BISOGNI DELLA COMUNITÀ DEL CAMBIAMENTO?

INTERVISTEI partecipanti a due a due hanno compilato, intervistandosi a vicenda, una scheda sui loro progetti d’innovazione cercando di individuare i bisogni, idesideri le difficoltà e i limiti delle loro realtà di frontiera. INTERPRETARE I BISOGNIIn questa fase ogni partecipante ha analizzato le riflessioni scaturite dalle interviste, interpretato l’esperienza dell’intervistato, individuato e sintetizzato i suoi bisogni su post-it.

MAPPARE I BISOGNIIn gruppi da 8-10 persone i partecipanti hanno condiviso i propri bisogni;da questa condivisione si è passati poi a una fase di mappatura e clusterizzazione dei bisogni in matrici 2x2: i partecipanti hanno elaborato i bisogni e definito all’interno di quali polarità inserirli. La mappatura ha reso possibile l’individuazione di aree di convergenza di bisogni comuni, raggruppamenti di interesse e pattern ricorrenti.

WORKSHOP

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INTERVISTECapire quale cambiamento, quali difficoltà, quali emozioni, quali difficoltà, quali lezioni imparate.

FAI DOMANDE,ASCOLTA, IMPARA e NON AVER PAURA DI CHIEDERE “perchè?”

DOVE?(space)

CHI?(persone)

COSA?(attività e azioni)

NETWORK(collaborazioni)

• impresa • startup • cooperativa sociale • pubblica amministrazione • associazione/volontariato • no profit/ngo

• associazione di categoria • altro

• ambito • breve descrizione delle attività del progetto• stato di avanzamento • da quale esigenza è partito il

progetto? • come ho provocato cambiamento?

• stakeholder coinvolti • partnership e collaborazioni • patrocini • tipo di partnership

• il team che lavora nel progetto• breve profilo delle persone

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INTERPRETARE I BISOGNII BISOGNO SONO VERBI NON NOMI.

Un verbo permette di lasciare spazio all’immaginazione, mentre pensare a un bisogno come a un nome significa avere già in mente la soluzione o variazioni sul tema.

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MAPPARE I BISOGNICondividere i bisogni, raggrupparli per areecomuni, trovare divergenze e convergenze, esigenze comuni e visualizzarli in una matrice.

Quale bisogno sembra predominante?Quale quadrante è più pieno?Come si relazionano i gruppi di bisogni tra di loro?

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ANALISII BISOGNI DEL CAMBIAMENTO

Nella fase di “Needfinding” di un certo contesto (in questo caso degli attori coinvolti nel cambiamento e nell’innovazione) si cerca di capire meglio il contesto stesso di scoprire le esperienze degli attori coinvolti , i loro desideri e bisogni.

Per passare però dalla fase di scoperta di un contesto alla sua comprensione è necessario analizzare e organizzare le suggestioni scaturite dalla ricerca, in modo da trasformare quelle suggestioni dapprima in opportunità progettuali e quindi in soluzioni e azioni concrete.

LE MATRICI- PERCHÈ ORGANIZZARE I BISOGNI IN MATRICI?La matrice 2×2 è uno strumento utile innazitutto per definire i limiti del contesto che si sta analizzando, ovvero le frontiere del cambiamento, facilitarne la definizione, e sintetizzarne le informazioni. È uno strumento visivo che aiuta a sintetizzare e comunicare il risultato del processo di needfinding, che aiuta a focalizzarsi sulle relazioni tra i bisogni e i desideri, permettendo di visualizzarli e quindi facilitando la nascita di nuove idee. Dalla matrice 2×2 si ottiene un’analisi visiva dei bisogni e delle loro relazioni. Il percorso di discussione nel team per decidere le polairtà, dove posizionare i bisogni nei quadranti, l’analisi delle aree piene e vuote portano inoltre alla scoperta di nuove intuizioni lungo il processo.

Il risultato di Frontiere del cambiamento sono state 4 matrici, sviluppate da 4 gruppi diversi: ogni matrice è frutto dell’ascolto, dell’interpretazione e della mappatura dei bisogni di ogni gruppo. Ogni gruppo ha inoltre analizzato i propri bisogni e quindi individuato le coppie di polarità per mapparli e organizzarli.

Le polarità individuate sono:

• MOVIMENTO DINAMICITÀ/ STATICITÀ - DIRE/FARE

• ECONOMICO/CULTURALE - INDIVIDUALE/COLLETTIVO

• COINVOLGIMENTO/SPARIGLIARE - RISORSE INVESTITE/ PROGETTO REALIZZATO

• COLLABORAZIONE / COMPETIZIONE - 1/TANTI

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LE MATRICI DEI BISOGNI

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I BISOGNI NELLE 4 MATRICI

Analizzando le 4 matrici è possibile individiare alcuni tratti che accumunano la riflessione di tutti e quattro i gruppi, evidente per esempio nei termini utilizzati nell’identificazione delle polarità.

La dicotomia bisogni individuali vs bisogni collettivi emerge in maniera netta e puà essere considerata preminente. Appare nella seconda matrice in maniera esplicita e può essere messa in correlazione con i bisogni mappati nella quarta matrice sotto forma della coppia collaborazione/competizione ma anche della coppia 1/tanti. La macrocategoria della collaborazione emerge anche in un’altra matrice, ma con il termine coinvolgere.

Un’altra coppia di bisogni molto forte è quella del dire / fare che può messa in relazione alla coppia risorse investite / progetto realizzato e che palesa la diversità di bisogni che queste due situazioni generano.

Per quel che riguarda i bisogni, analizzando tutte e quattro le matrici, ne emergono alcuni in maniera evidente, spesso ricorrenti. Questi bisogni prominenti sono quelli interenti al fare rete, ascoltare, comunicare, e coinvolgere.

Dall’analisi dei termini utilizzati nella definizione dei bisogni, nella tag cloud qui a fianco, emergono di nuovo coinvolgere, comunicare e il termine rete ma anche il termine cambiamento, ovviamente, il termine generico fare e i termini convincere, creare, scalare e, in maniera meno evidente, i termini crescere, valore, connettere, consapevolezza, promuovere, trovare, condividere, informare e aumentare.

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E ora?Durante il workshop abbiamo incontrato tantissime persone animate da molta voglia di fare, ricche di storie, desiderose di condividere il loro impegno di imprenditori, innovatori sociali, amministratori pubblici, cittadini attivi e di sciogliere insieme gli ostacoli e le sfide che si trovano ad affrontare ogni giorno sul loro cammino.

Aver mappato insieme i loro bisogni ci permetterà di dar vita - tra novembre 2013 e la primavera 2014 - a un nuovo percorso di incontri, volti a costruire una “cassetta degli attrezzi” utile a chiunque si proponga di portare avanti cambiamenti positivi nel Paese. Gli incontri saranno organizzati come pillole di Summer School, riprendendo in forma concentrata alcuni dei temi del progetto di RENA dedicato al buongoverno e alla cittadinanza responsabile.

Questo nuovo ciclo di incontri spazierà dalla comunicazione e social media all’innovazione sociale, passando per gli open data e le (buone) politiche pubbliche e avrà l’ambizione di offrire strumenti metodologici utili a sostenere i pionieri del territorio nel loro percorso a ostacoli verso nuove mete.

Al tempo stesso rappresenta l’impegno a tradurre in azione concreta il sogno di aggregare e vedere crescere attorno a RENA tante comunità del cambiamento che, unite sulla base di bisogni comuni, decidano di percorrere insieme a noi un pezzo di strada verso una trasformazione duratura dell’Italia in un paese a regola d’ARTE.

Per restare aggiornati sui prossimi appuntamenti seguici su facebook o sul nostro sito http://www.progetto-rena.it/

CREDITS

Frontiere del cambiamento è un evento ideato da

Foto di Lorenzo Burlando

Foto twitter di @ProgettoRena, @fabriziacalda, @francescoerrani

Layout e grafiche di Valeria Adani