flora vascolare spontanea della città di milano. terza e ultima parte

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R. COBAU Flora vascolare spontanea della Città di Milano {Continuazione (i) e fine) ; CQ3 La comparsa di un lavoro riguardante in parte la flora urbi- ca milanese e pubblicato su questo stesso Giornale Botanico per merito di T. Provasi (2) nello scorso anno, mi obbliga a ritar- dare un poco l'esposizione delle osservazioni riassuntive e delle considerazioni d'indole fitogeografica e biologica, le quali, secon- do il. piano prefissomi, costituiranno l'argomento della Terza Paia- te. Nel lavoro sopraccennato è messo in luce un elenco di piante preso da un manoscritto esistente nella Biblioteca dell'Universi- di Pavia e perciò sfuggito a me e ad altri che si sono occu- pati di studi su la flora dei luoghi abitati. Trattasi di un elenco di 241 specie (di cui 33 cellulari) osservate dal Febbraio al Maggio dell'anno 1763 (?) nella'città di Milano e nei suoi dintorni, dal padovano Domenico Vandelli (1735-1816), bota- nico troppo a lungo dimenticato dagli italiani, mentre era molto .0- norato all'estero, e solo in questi ultimi tempi posto in giusta va- li) Vedi Nuovo Giorn. Bot. It. - Nuova Serie - Voi. XXIII 1 1916) e Voi. XXVII (1920). (2) T. PROVASI - L a « Florula mediolanensis «inedita di D . Vandelli ( 1735-1816) Nuovo Giorn. Bot. It. - Nuova Serie - V o i . XXXI (1924).

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Flora vascolare spontanea della città di Milano. Terza e ultima parte.

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R . C O B A U

Flora vascolare spontanea della Città di Milano {Continuazione (i) e fine)

; C Q 3

L a comparsa di un lavoro riguardante in parte la flora urbi-ca milanese e pubblicato su questo stesso Giornale Botanico per merito di T. Provasi (2) nello scorso anno, mi obbliga a ritar-dare un poco l'esposizione delle osservazioni riassuntive e delle considerazioni d'indole fitogeografica e biologica, le quali, secon-do il. piano prefissomi, costituiranno l 'argomento della Terza Paia-

te. Nel lavoro sopraccennato è messo in luce un elenco di piante preso da un manoscritto esistente nella Biblioteca dell 'Universi-tà di Pav i a e perciò sfuggito a me e ad altri che si sono occu-pati di studi su la flora dei luoghi abitati.

Trattasi di un elenco di 241 specie (di cui 33 cellulari) osservate dal Febbraio al Magg io dell'anno 1763 (?) nella'città di Milano e nei suoi dintorni, dal padovano Domenico Vandell i (1735-1816) , bota-nico troppo a lungo dimenticato dagli italiani, mentre era molto .0-norato all'estero, e solo in questi ultimi tempi posto in giusta va-

l i ) V e d i Nuovo Giorn. Bot. It. - N u o v a S e r i e - V o i . X X I I I 1 1 9 1 6 ) e V o i . X X V I I ( 1 9 2 0 ) .

(2) T . P R O V A S I - L a « F l o r u l a m e d i o l a n e n s i s « i n e d i t a di D . V a n d e l l i ( 1 7 3 5 - 1 8 1 6 ) Nuovo Giorn. Bot. It. - N u o v a S e r i e - V o i . X X X I ( 1 9 2 4 ) .

lutazione anche presso di noi, per opera del Saccardo (i) prima e del Provasi (2) recentemente.

Quale appendice pertanto a ciò che fu detto nella Seconda Par-ie circa la flora urbica milanese nel passato, agg iungo qui sotto le notizie relative alle osservazioni vandelliane.

Pr ima di ogni altra cosa è oppurtuno rilevare che queste, es-sendo state eseguite nel 1763 , se non prima, rappresentano, nei riguardi della flora di Milano, le più antiche di cui abbiamo no-tizia, precedendo esse di oltre mezzo secolo le più vecchie pri-ma conosciute e da me a suo tempo citate.

Tralasciando di ricordare quelle specie che per mancanza di precise indicazioni non si possono considerare come sicuramente trovate dal Vandell i in città, trascrivo anzitutto l'elenco di quelle da lui osservate in moeniis o in ruderaiis urbis e anche da me ritrovate, epperciò registrate nel mio catalogo, ma per le quali spetta al Van-delli il merito di averle indicate per il primo quasi due secoli fa.

E s s e sono 29, e cioè : Asplenium Ruta-muraria, A , Trichomanes, Adianthum Capil-

lus-Veneris, Celtis australis, Chenopodium murale, Hiperycam perforatimi, Draba verna, Capsella Bursa-Pastoris , Chelidonium majus, Papaver Rhoeas , Sax i f r aga tridactylites, Sedum album, Geum urbanum, Potentilla argentea, Agr imonia Eupatoria, Mer-curialis annua, Datura Stramonium, Hyosciamus niger, Solanum Dulcamara, Linaria Cymbalaria, Veronica agrestis, Glechoma he-deracea, Lamium amplexicaule, E . album, Plantago lanceolata,

Valerianella sp., Taraxacum officinale, Sonchus oleraceus v. asper, Hieracium Pilosella.

Delle specie indicate dal Vandell i figurano invece nel mio catalogo come trovate da altri, ma non da me, e quindi proba-bilmente ora non più esistenti, queste 4 :

(1) P . A . S A C C A R D O - Di Domenico Vandelli e della parte che ebbe lo Studio padovano nella riforma dell'istruzione superiore del Portogallo nel settecento. Atti e Mem. della R . A c c . di S e . Lét t . ed Art i , Padova, n. s. X V I , 1899-900 .

(2| Vedi anche : T . P R O V A S I - Il viaggio e le raccolte botaniche di Domenico Ran-delli sui monti del lago di Como e della Valsassina. (da un manoscritto inedito) A r -chivio di Storia della Scienza, voi. I V 1 9 2 3 .

4 i

Sedum sexangulare, Poterium Sanguisorba, Verbascum Tafisus, Cen-taurea Calcitrapa (i).

Infine, furono osservate dal solo Vandelli e poi non più ri-trovate le 9 seguenti :

Aira capillaris, Carex lepoi'ina, Poteriicm officinale, Medicago ci-liaris?, Euphorbia platyphylla, E., helioscopia, Veronica praecox, Bari-sta lati/olia, Carduìis acanthoides.

Quest'ultime pertanto portano il numero delle presunte scom-parse da 174 a 183 e da 540 a 549 (2) quello delle specie com-plessivamente indicate per la flora urbica di Milano (3).

P A R T E III

Da quanto è stato esposto nelle due parti precedenti risulta che la nostra città fu esplorata in tutte le stazioni che permetto-no lo sviluppo alle piante vascolari, per cui il presente lavoro può considerarsi, sotto questo punto di vista, completo. E vero-che a qualcuno è sembrato superfluo occuparsi delle altre stazio-ni all'infuori di quelle dei muri e delle vie e piazze, ma a dare un'idea della flora dei luoghi abitati, di quelli cioè nei quali l'uo-mo fa sentire maggiormente la sua influenza, non mi è parso fuor di luogo estendere le ricerche nel modo anzidetto.

I diversi luoghi esplorati, avuto riguardo alla loro maggio-re affinità, si possono raccogliere in gruppi tali da rappresenta-re le seguenti stazioni più o meno distinte :

(:) Uso il corsivo, anche in questo primo capitolo, per le specie che non figurano nella flora attuale.

(2) V a aggiunto un interessante Hieracium ascrivibile in parte ad Hieracinm au-strale Fries e provvisoriamente designato come H. insuelum Jord. ssp. mediolanense Fenaroli e Zahn. Fu raccolto dal Dott. L . Fenaroli, sulle mura del Castello Sforze-sco nel giugno del 1924. (vedi Proc. Verbale in Bulk Soc. Hot. It., Giugno 1925).

(3) Circa l'origine del nome Milano, alla quale accennai nella Prima Parte, sono ora in grado, grazie alla cortesia dell'amico prof. Mario Sala, di dare la seguente spiegazio-ne tolta dal Meillet e che pare la più attendibile. Il nome Milano deriverebbe dalle due parole latine : Medio-piano, da cui per caduta della p, Mediolano, e significhereb-be : nel mezzo della pianura o piano di mezzo.

1 la s taz ione dei mur i . 2 » dei l u o g h i ca lpes ta t i 3 » de l le aree inco l te e abbandona te . 4 » de i co l t iva t i . 5 » arborea. 6 » de i pra t i na tura l i . 7 » acqua t i ca .

L A S I A Z I O N E D E I M U R I

S o n o r ifer ibi l i a ques ta s taz ione : i mur i di qua l s ias i na tura , •da que l l i che r app re sen t ano g l i a v a n z i de l le v e c c h i e cos t ruz ion i a i p iù recent i ; le rocce , per lo p i ù c o n g l o m e r a t i , pos t e per orna-men to nei g i a r d i n i pubb l i c i e a l t r ove , nonché i tett i dei d ive r s i edif ici .

S e n z a dubb io , fino a non mol t i anni fa, q u a n d o la c in ta spa-g n o l a era ancora in ta t ta o quas i , ques t a f lorula c o n t a v a un nu-m e r o m a g g i o r e di e lement i , c iò che de l res to r i su l ta anche dal-l ' e s ame d e g l i e lench i r ipor ta t i ne l la s e c o n d a par te , nei qua l i f i gu rano pa recch i e spec ie m u r i c o l e ora s compar se , ce r t amen te in s e g u i t o a l la demol i z ione del le mura .

L a florula m u r i c o l a adunque è o g g i d ì , in confronto a que l l a di al-t re ci t tà , un p o ' s c a r s a ; rio nonos tan te c o n t a 143 spec i e . Q u e s t e s o n o e l evab i l i a 183 se si cons ide rano a n c h e que l le , s i cu r amen t e mur i co le , t r o v a t e da co lo ro che mi p recede t t e ro ne l le o s s e r v a z i o n i .

L e det te spec i e r app re sen t ano in tu t to 133 g e n e r i e 45 fami-g l i e .

S o n o p iù f requent i o p p u r e p i ù ca ra t t e r i s t i che p e r c h è esc lus i -

v e di ques t a s taz ione :

Aspleiiium Ruta-muraria A . Trichomanes Ceterach officinarum Poa bulbosa P . compressa Bromus hordeaceus B . sterilis

B . tectorum Vulpia Myurus V . ciliata Schlerochloa rigida Ficus carica Parietaria judaica Chenopodium murale

Als ine tenuifolia

Arenar ia serpyllifolia

Stellaria media

Cerastium semidecandrum

•C. brachypetalum

•C. g lomeratum

Tunica saxifraga

Hype r i cum perforatum

•Capparis rupestris

Arab i s Thaliana

Draba muralis

D . verna

L e p i d i u m graminifolium

•Cardamine hirsuta

"Papaver R h o e a s

Saxifraga tridactylites

S e d u m album

S . dasyphyllum

•S. sexangulare

. S . acre

Sono invece meno accidentali, quindi non

Asplen ium septentrionale

A . adianthum-nigrum

Polypodiu in vulgare

P . Dryopte r i s

A s p i d u m aculeatum

Nephrod ium F i l i x - m a s

Scolopendr iam vulgare

Pteris aquilina

P . serrulata

Adiant l ium Capi l lus-Veneris

A n d r o p o g o n I schaemon

Setaria viridis

A lopecu rus agrestis

Tr isetum neglettimi

T . myrianthum

Koe le r i a phleoides

Dactyl is glomerara

P o a annua

P . nemoralis

Brachypodium silvaticum

Festuca rubra

V u l p i a geniculata

S . Cepaea

Potenti l la argentea

Trigonel la monspel iaca

Tr i fol ium scabrum

M e d i c a g o sativa

M e d i c a g o falcata

» minima

E r o d i n m cicutarium

Ant i r rh inum Oront ium

A . majus

M y o s o t i s col l ina

Linaria Cymbalaria

Veron ica arvensis

Satureja Nepe ta

Er igeron canadensis

Achi l lea Mil lefol ium

Lactuca Saligna

» muralis

Hierac ium vulgatum

frequenti oppure rare o semplicemente -

caratteristiche : L o l i u m rigidum

Luzula campestris

Carex muricata

C . hirta

Populus nigra

P . alba

Alnus glutinosa

Platanus orientalis

Quercus R o b u r

Ulmus campestris

Celtis australis

Humulus Lupulus

Broussonetia papyrifera

P o l y g o n u m Persicaria

R u m e x pulcher

A triplex hastatum

Cerastium campanulatum

C . triviale

Moehr ingia trinervia

Malachium acquaticum

Dianthus prolifer

Silene vulgaris

Viola canina Reseda Phyteuma R . lutea Alliaria officinalis Nasturtium amphibium Diplotaxis muralis Eruca sativa Capsella Bursa-Pastoris Fuinaria officinalis Chelidonium majus Clematis Vitalba Saxifraga bulbifera Crataegus oxyacantha Prunus spinosa Cerasus Avium C. vulgaris Potentilla recta P. reptans Fragaria resca Spiraea ulmaria Rubus caesius R . ulmifolius Coronilla varia Medicago lupulina Trifolium arvense Vicia lathyroides Robinia Pseudo-Acacia Kraunhia floribunda Epilobium parviflorurfl Hedera Helix Angelica silvestris Pimpinella major P. Saxifraga Ampelopsis quinquefolia Evonymus europaeus Acer platanoides A . Pseudo-Platanus A . Negundo A . campestre Aesculus Hippocastanum Pavia rubra Geranium molle G. pusillum

Oxalis corniculata Ailantus glandulosa Citrus Aurantium ? Periploca gracca Jasminum officinale Vinca major Echium vulgare Solanum Dalcamara Veronica persica

» agresti s Verbascum phlomoides Tecoma radicans Scutellaria galericulata Glechoma hederacea Lamium purpureum Salvia pratensis S. Verbenaca Thymus Serpyllurri Melissa officinalis Nepeta Cataria Lycopus europaeus Mentha aquatica Gilium apasine G. Mollugo G. parisiense Campanula Trachelium C* Rapunculus Brionia dioica Lonicera japónica L. Caprifolium • Eupatorium cannabinum Petasites officinalis Tussilago Farfara Solidago canadensis Erigeron acer Gnaphalium luteo-album Bielens tripartitus ínula Conyza Centaurea vochinensis Leontodón hispidus Taraxacum officinale Chondrilla juncea Lactuca Scariola

I luoghi che costituiscono questa stazione sono assai diversi, nelle loro varie parti, per ciò che riguarda la natura e la quan-tità del substrato nutritizio. Questo, abbondante in corrisponden-za delle fessure e delle cavità più grandi, è normalmente scarso, talora scarsissimo, nel resto. Ne risulta che le specie perenni trovano la possibilità di vegetare solo nel primo caso e che una volta insediate, ostacolano l'accesso alle annue che, se di scarse esigenze, vegetano in quei punti dove il terriccio è, in piccola quantità e nel quale normalmente fa difetto anche l'acqua. Di qui il numero esiguo delle specie annuali rispetto alle perenni. Sur un totale infatti di 183 muricole soltanto 65 appartengono al primo gruppo.

Le fessure e le cavità rappresentano inoltre delle piccole aree isolate dove prosperano delle specie che temono la concorrenza vitale e che, rappresentate talora da molti individui e fattesi esclusive o quasi di questa stazione, danno alla ñora muricola un'impronta caratteristica. Meritano di essere ricordate tra queste : Asplenium Ruta-miirarìa, A. Trichomanes, Ceterach officinarum, Parietaria judaica, Ficus Capriftcus, Capparìs rupestris, Sedum al-bum, Linaria Cimbalaria; nè va taciuta la constatazione che i se-mi di tali specie non germinano o non danno piante adulte in altre stazioni nelle quali il substrato non sia simile per condizio-ni fisico-chimiche a quello murale e, sopratutto, libero da qual-siasi concorrente. - Tale è, per esempio, il caso del Sedum album osservato al di fuori di questa stazione, soltanto in qualche cortile, ma in pochi esemplari e lontani da qualsiasi altra specie.

La flora dei muri, considerata nel suo complesso con riguar-do agli elementi che si trovano nel maggior numero di luoghi, è di tipo poafitico con tendenza, dipendente dell'aridità predomi-nante del substrato, alla xerofilia. Non- vi mancano per altro gli elementi sciafili e, ciò che può sorprendere chi scorra l'elenco suesposto, le specie igrofile.

Attestano xerofilia : Tunica saxífraga, Hypericuw perforatimi v. microphillum, Sedum sp., Galìumparisiense, Myosotis collina, Eriger011 acer ecc. nonché la riduzione negli organi vegetali di molte spe-cie come sarà detto più tardi.

4'6

Sui muri o simili, riparati dalla luce diretta del sole, vege-tano benissimo le sciafile : Moeringia trinervia, Alliaria officinalis, Chelidoniam majus, Rubus caesius, Solanum Dalcamura, Glechoma-hederacea, Melissa officmalis, ecc.; e sui muri umidi e poco illu-minati dei fossi interni del Castello Sforzesco : Polypodium vul-gare, Aspidium aciìleatam, Scolopendrium vulgare, Pteris aquilina, Adianthum Capillus-Veneris ed altre.

Ma più interessanti sono le osservazioni che riguardano le igro-fite. Crescono queste sui muri dei navigli, allineate presso il livel-lo normale dell'acqua, e non sopra. Vi ho notato, tra le altre : Alnus glutinosa, Malachium aquaticum, Nasturtium amphibium, Spiraea Ulmaria, Epilobium par'vìfforum, Angelica silvestris, Nepeta Cataria, Lycopus europaeus, Scutellaria galericulata, Mentila aquatica, Eupato-rizitn cannabinum, Petasites officinalis, Bidens tripartitus ; entità come' è noto, tipicamente marginali, a cui solo l'immediato contatto con l'acqua rende possibile la vita sui muri e che, almeno in parte, devono essere state introdotte in città dall'acqua stessa.

I muri, specialmente quelli dei bastioni, ospitano pure, sebbene in pochi esemplari e di solito stentati e infruttiferi, parecchie specie arboree di cui ricordo : Populus nigra, Platanus orientalis, Quercus Robur, Ulmus campestris, Celtis australis, Broussonetia pa-pyrifera, Acer Negundo, A. campestre, Acer Pseudo-Platanus, Ae-sculus Hippocastanus, Ailanthus glandulosa ecc.

Tra gli adattamenti all'ambiente, oltre alla riduzione sopra detta relativamente agli alberi e sempre in rapporto colla scarsità più o meno accentuata del substrato nutritizio, congiunta spesso con quella dell'acqua, è da notare il nanismo presentato da alcune specie quali, per limitarmi alle più comuni : Poa annua, P. vivipara, Bromus sterilis, B. hordeaceus (d, nanus), Arenaria serpyl-lifolia, Cerasfium brachypetalum, C. semidecandrum, Stellarla media, A-rabis Thaliaìia, Draba muralis, Cai-damine hirsuta, Saxifraga tridactv-lites (b. exilìs), Erodium cicularìum (b. praecox), Myosotis collina, • Ve-ronica arvensis (à.. nana, f. humìlis), Erigeron canadensis, Achillea Millefolium, Senecio vulgaris ecc.

. Sono infine da tenere presenti per questa stazione le avven

tizie esotiche : Pteris serrulata (soltanto nell'Orto Botanico di Brera) Platanus orientalis, Celtìs australis, Bronssonetia papyri/era, Robinia Pseudo-acacia, Kraunhia, floribunda, Acer Negundo, Aescu-lus Hippocaslanutn, Ailanthus glandalosa, Periploca graeca, Lonicera japónica, Erigeron canadensis.

Rappresentano questa stazione : le vie, le piazze, i cortili e tut-ti i luoghi selciati, lastricati o semplicemente battuti, talora co-sparsi di ghiaia, ma sempre più o meno calpestati e soggetti a periodica ripulitura delle erbe.

Le specie che vi vegetano oltrepassano di poco il centinaio (106) ed appartengono a 75 generi e a 25 famiglie.

Le più frequenti sono :

Setaria glauca Stellarla media S. viridis Cerastium semidecandrum S. verticillata Cardamene hirsuta Digitaria sanguinalis Draba verna Cynodon Dactylon Capsella Bursa Pastoris Eragrostis poeoides Oxalis corniculata E. pilosa Euphorbia maculata Poa annua E. humifusa P . trivialis Convolvulus arvensis Hordeum murinum Solanum nigrum Agrostis alba Veronica arvensis Lolium perenne Plantago lanceolata Polygonum aviculare Senecio vulgaris Chenopodium album Bellis perennis Araarantus deflexus Erigeron canadensis A. ascendens Matricaria Chamomilla Portulaca olerácea Artemisia vulgaris Sagina procumbens Taraxacum officinale

LA STAZIONE DEI LUOGHI CALPESTATI

Sono meno frequenti o addirittura rare e sporadiche :

Panicum Crus-Galli Phalaris canariensis Alopecurus agrestis Avena sativa

Poa pratensis P . silvicola Bromus sterilis B. hordeaceus

Eleusine indica Polygonum Persicaria

R u m e x conglomeratus T . resupina tum

R . pulcher Daucus Carota

R . Acetosella Geranium molle

Chenopodium Vulvaria L inum usi tat iss imum

Amaran tus albus Malva silvestris

H e m i a r i a hirsuta Euphorb ia Pep lus

Polycarpon tetraphyllum Anagal l i s arvensis

Al s ine tenuifolia Solanum Lycopers icum

Arenar ia serpyllifolia Veronica persica

Silene vulgaris V . agrestis

Cerast ium brachypetalum Lamium album

C. campanula tum Ballot ta nigra

C. triviale Verbena officinalis

Sisymbrium officinale P lan tago major

Nas tu r t ium silvestre P . Coronopus

Brassica nigra Sherardia arvensis

B . Sinapis t rum Gal ium Mollugo

B . olerácea Galinsoga parviflora

R a p h a n u s sativus Arc t ium minus

R a p i s t r u m rugosum Cichorium In tybus

Papaver R h o e a s Chrysanthemum Leucan themum

P . hybr idum Achillea Millefolium

Ranuncu lus repens Carduus pycnocephalus

R . acer Cirsium lanceolatum

R . bulbosus C . arvense

Potent i l la reptans Hypochaer is radicata

Fragar ia vesca Sonchus oleraceus Alchemilla arvensis . , Lactuca Scariola

Medicago lupulina Crepis setosa Trifol ium repens C. v i rens .

Questa stazione è certamente da considerarsi tra quelle che più risentono l'azione dell'uomo, sia per il calpestamento che per la scerbatura cui va soggetta ; le quali circostanze, unite alla predominante aridità e povertà del terreno, inducono alla vegeta-zione una speciale fisionomia, che è data non tanto dalla qualità delle specie, quanto dal loro conportamento. Eliminate dalla pe-riodica ripulitura quelle entità legnose che tentassero spuntare qua e là, frenate per l'istes'sa causa, nella loro diffusione, le perenni, delle quali parecchie non arrivano neanche alia fioritura, il campo re-sta preferibilmente libero alle annue con breve ciclo di sviluppo, le quali perciò, contrariamente a quanto avviene nella stazione

dei muri, pigliano il sopravvento. Esse pertanto raggiungono il nu-mero di 69 sur un totale di 106 specie osservate nella stazione.

Il calpestamento che si effettua nei diversi luoghi di que-sta, è senza dubbio la prima causa determinante la fisonomia della fiorala, che è sopratutto caratterizzata dall'impiccolirsi delle forme, nonché dall'appressarsi al suolo di tutta la pianta o soltanto delle foglie basali.

Il calpestamento però non va inteso quale causa efficiente diret-ta della più o meno spiccata riduzione o prostrazione delle for-me. Esso agisce nel senso che non permette l'esistenza se non a quelle specie che, per loro natura o per cause dipendenti dal-le condizioni del suolo o dall'esposizione (scarsezza delle sostan-ze nutritive, aridità, soverchia illuminazione e riscaldamento ?), as-sumono i caratteri suaccennati, i soli che rendono possibile la vita ai vegetali in questa maltrattata stazione. Se così non fosse non si spiegherebbe l'esistenza delle stesse specie e col medesimo portamento, in stazioni non calpestate, ma in condizioni d'am-biente simili a quelle delle vie e delle piazze.

Sotto l'influenza della povertà del substrato assumono, più o meno spesso, notevole ed utile riduzione : Amarantus. def/exus e ascendens, Poa annua, Stellarla media, Cerastium semideca?idrzitn, Aralns Thaliana, Capsella Bursa-pastoris, Cardamine hirsuia, Ranuri-culus repeiis, Saxifraga tridactylites, Trifolium repefis, Medicago lupu-lina, Anagallis arvensis, Solanum ?iigrum, Verotiica agrestis e persi-ca, Sherardia arvenis, Matricaria Chamomilla, Senecio vu/garis, ecc. delle quali alcune, come per esempio : Poa, Trifohum, Medicago Veronica, Solanum, Matricaria, sono talora ridotte alla lunghezza di 3-6 cm. pur essendo complete con fiori e frutti.

Si presentano spesso appressate al suolo, con o senza riduzione delle parti : Dioitaria sanguinalis, Setaria viridis, Poa pratensis, Poa annua, Lolhtni pere?me, Hordeiun murinum, Capsella Bursa-pastoris, Polygonum Persicaria, Sisymbrium officinale, Verbena offichialis, Ta-raxacum officinale ecc.

Male invece si adattano all'appressamento e alla riduzione, per cui s' incontrano più spesso intristite e sofferenti : Chenopodhim

album, Cheledonium modus, Daucus Carola, Galinsoga parvìflora, A-chillea Millefolium, Sonchus oleraceus ecc. per non dire di quelle specie che non arrivano a oltrepassare le prime fasi dello svi-luppo vegetativo e tra cui ricordo : Runu:x oblusìfolius (?) R. pulcher^ Ranunculus repens, Petroselinum hortense, Solanum Lycopersiami, Cirsium lanceolalum, Cichorium Intybus ecc.

Ma le specie più spesso prostrate e da annoverare tra le me-glio adatte a crescere nei luoghi calpestati sono : Cynoalon Da-clylon, Eragrostis pocoides, E. pilosa, Eleusine indica, Polygonum avi-adare, Amarantus deflexus, Amarantns ascendens, Herniarìa hirsu-ta, Portulaca oleracea, Trifolium repens, Medicaio lupulina, Euphorbia maculata, E. humifusa.

Presentano infine le rosette appressate al suolo : Rumex pnl-cher, Sagina procumbens, Capsella Bursa-pastoris, Papaver Rhoeas, Geraniuni molle, Oxalis cor?iiculata, Plantago major, P. lanceolata, Bellis perennis, Taraxacum officinale, ecc.

Tanto queste, quanto le repenti sopradette, ricordo d'averle osser-vate, se non sempre, abbastanza frequentemente e quasi tutte, con portamento eretto, quando crescono ai lati delle vie e delle piazze, dov'è più fitta la vegetazione e meno pronunciata la secchezza del suolo.

Si presentano spesso arrossate, forse in rapporto coll'intensa illu-minazione: Agrostis alba, Polygonum depressum, Amarantus ascendens (foglie chiazzate di rosso), Portulaca oleracea, Capsella Bursa-pastoris (la,v. rubella), Oxalis camiculata (la forma purpurea) ecc.

Quanto alle specie che danno il maggior contingente d'indi-vidui, ricordo che tengono il primo posto : Poa annua, Cynodo?i Da-ctylon, Hordeum murinum, Polygontmi aviculare, le quali, con ten-denza ad escludersi a vicenda e tollerando piuttosto altre specie meno invadenti, costituiscono le striscie e i tappeti erbosi natu-rali delle vie e delle piazze. .

La florula dei luoghi calpestati è, come si vede, costituita prevalentemente da agrofite e cledofite e, sotto questo punto di vista, non è certo ben caratterizzata ; si può dire anzi che in cer-

ti luoghi, come ai lati delle vie, segni spesso il passaggio a quella delle macerie, ospitando di queste non pochi degli elemen-ti caratteristici.

In rapporto con la natura spiccatamente sabbiosa di certi tratti si trovano più frequenti alcune arenicole quali : Eragrostis poeoides, E. pilosa, Hemiaria hirsuta, Arenaria'•• serpyllifolia, Euphor-bia maculata, Plantago Coronopus ecc.

V a pure notato che questa stazione, nei punti non soleggia-ti, accoglie specie sciafile e igrofile quali : Panicum Crus-galli, Na-sturtium silvestre, Ranunculus repetís, Poteutìlla reptatis, Eamium al-bum, Ballotta nigra e qualche altra.

Tra le avventizie esotiche vi ho incontrato : Phalarìs ca?iariensis, Avena sativa, Eleusine indica, Amaranlus retroflexus, Portulaca ole-rácea, Brassica olerácea, Raphanus sativus, Euphcrbia maculata, E. humifusa, Erigeron ca?iadensis.

L A S T A Z I O N E D E L L E A R E E A B B A N D O N I A T E

È data dai cortili abbandonati, dalle aree fabbricabili, da alcu-ni tratti delle scarpate di terreno lungo i navigli e sui bastioni, dalle macerie ecc.

Le specie in numero di 154 sono comprese in 120 generi e in 38 famiglie.

Tra le più frequenti o caratteristiche vanno ricordate :

Poa annua Lolium perenne Urtica dioica Parietaria officinalis erecta Polygonum erectum P . Persicaria Chenopodium album Amarantu» retroflexus A . deflexus Portulaca olerácea Phytolacca decandra Sisymbrium officinale Mercurialis annua Melilotus officinalis

Lotus corniculatus Trifolium repens Malva silvestris Echium vulgare Convolvulus arvensis C. sepium Solanum nigrum Datura Stramonium Hyoscyamus niger Verbascum phlomoides Ballotta nigra Senecio vulgaris Erigeron canadensis Arctium munus

Matricaria Chamomilla Cirsium lanceolatum Galinsoga parviflora C. arvense Artemisia vulgaris Lapsana communis Xantliium Strumarium Sonchus oleraceus

Sono piu rare o afFatto accidentali : Equisetum arvense Alliaria officinalis Panicum miliaceum Barbarea vulgaris Phalaris canariensis Coronopus didymus Anthoxanthum odoratum Capsella Bursa-pastoris Phleum asperum Sisymbrium Jrio Alopecurus utriculatus Nasturtium silvestre Holcus lanatus Cardamine hirsuta Avena sativa Brassica nigra Arrhenatherum elatius B . Sinapistrum Dactylis .glomerata B . Napus Triticum aestivum Bunias Erucago Hordeum murinum fumaria officinalis Zea Mays Chelidonium majus Sorghum halepense ' Papaver Rhoeas Festuca elatior P . hvbridum Brachypodium silvaticum Ranunculus Ficaria Bromus secalinus R . repens Cyperus longus R . acer Commelina communis R . arvensis Ornithogalum umbellatum Delphinium Consolida Urtica urens Sedunl album Polygonum Convolvulus Prunus Pérsica P . mite Potentilla reptans Rumex crispus Fragaria indica R . Acetosa Medicago lupulina R . conglomerate Lathv rus Aphaca R . obtusifolius Gleditschia triacanthos Amarantus ascendens Trifolium arvense Herniaria hirsuta T . pratense Lychnis Flos-cuculi T . patens

» alba Vicia dasycarpa Silene vulgaris Lvthrum Salicaria Saponaria officinalis Oenothera biennis Cerastium semidecandrum Circaea lutetiana Agrostemma Githago Petroselinum hortense Hypericum perforatum Phoeniculum vulgare Reseda alba Pastinaca sativa R . lutea Daucus Carota Arabis Thaliana Vitis vinifera

Oxalis corniculata

Linum usitatissimum

Euphorbia nutans

Echiùrh vulgare

Lithospermum arvense

Solanum tuberosum

S. Eycopersicum

Veronica persica

V . agrestis

Glechoma hederacea

Lamium purpureum

Satureja hortensis

Brunella vulgaris

Galeopsis Tetrahit

Verbena officinalis

Plantago major

P. media

Galium Aparine

G. Mollugo

Sambncus Ebulus

Anche questa stazione è molto influenzata dall'uomo, ma certamente in grado più tenue della precedente. Rimaneggiata in certi luoghi e in altri addirittura abbandonata a se stessa per un tempo più o meno lungo, sta di mezzo fra la stazione dei muri, la meno disturbata, e quella dei coltivati. Trattasi per lo più di terreno più o meno soffice, spesso fresco, e piut-tosto ricco di sali nutritizi, coperto di vegetazione disconti-nua. In sostanza è una stazione in buone condizioni edafiche, spesso con elevata quantità di nitrati diversi, da cui il richiamo delle nitrofile che, com'è noto, caratterizzano la stazione medesima. Di queste ricordo le più tipiche : Set aria verticillata, Urtica dioica, Polygoìium lapathifolium, Rumex conglomeratus, R. obtusifolìum, R. crispus, R. acetosa, Chenopodium album, Amarantus retrojìexus, A. ascendens, Portulaca oleracea, Mercurialis annua, Solanum nigrmn, S. Lycopersicnm, Datura Stramonium, Sonchus oleraceus. Oltre al ri-chiamo di queste entità, le speciali condizioni edafiche esercitano l'eliminazione, di quelle che non sopportano l'elevata concentra-zione di sali e che si trovano, per esempio, fra le perenni poafite,

S. nigra

Valerianella olitoria

Cucumis Citrullus

Bellis perennis

Chrysanthemum Parthenium

C . Leucanthemum

Bidens tripartita

Xanthium italicum

Centaurea Cyanus

C - amara

Cichorium Intybus

Matricaria inodora

Gnaphalium luteo-album

Heliathus tuberosus

Centaurea vochinensis

Lapsana communis

Leontodón hispidus

Taraxacum officinale

Crespis foetida

C. virens

ciò che contribuisce a spiegare la discontinuità della copertura in questa stazione.

Trattandosi di formazione aperta, anche qui si trovano, quali ospiti di origine esotica, le seguenti avventizie : Commelina communis, Amarantus retroflexus, Portulaca oleracea, Phytolacca de-ca7idrà, Brassica Napus, Fragaria indica, Gleditschia triacanthos, Oe-nothera biennis, Vitis vinifera, Unum usitatissimicm, Euphorbia nu-tans, Datura Stramonium, Solanum tuberosum, S. Lycopersicum, Eri-geron canadensis, Galinsoga parvi/lora, Xanthium italicum.

Tutto considerato, la fiorala di questa stazione ha un'im-pronta più che altro mesofitica, ciò che l'avvicina a quella dei coltivati, colla quale mostra evidente affinità.

È limitata ai tratti di terreno coltivati negli orti e nei giar-dini, e ai boschetti delle ville cittadine. Presenta 91 specie ap-partenenti a 75 generi e a 34 famiglie.

Vi si trovano più spesso :

L A S T A Z I O N E D E I C O L T I V A T I

» silvática Chenopodium album Por tu laca oleracea Stellaria media Arabis Thal iana D r a b a verna Cardamine hirsuta Capsella Bursa-pastor is Papaver R h o e a s Ranunculus Ficaria

Setaria glauca S. verticillata P o a annua Brachypodium silvaticum Carex muricata

Circaea lutetiana Aegopodium Podagrar ia Chaerophyl lum temulum Oxalis corniculata Euphorb ia Pep lus Mercurialis annua Solanum nigrum Veronica persica V . agrestis V . arvensis Lamium purpureum Senecio vulgaris Er igeron canadensis Galinsoga parviflora Lapsana communis

Più raramente oppure accidentalmente :

Orni thogalum umbel la tum All ium ursinum

A r u m italicum Tul ipa Clusiana

Ur t ica urens U . pilulifera Par ie tar ia officinalis Polygonum Convolvulus

R u m e x conglomerates Pr imula acaulis Amaran tus retroflexus •. Lys imachia Nummular ia A . ascendens Hel io t ropium europaeum Oxybaphus nyctagineus Myoso t i s palustris Phyto lacca decandra M . intermedia Po lycarpon te t raphyl lon S y m p h y t u m tuberosum Moehringia trinervia Ipomaea purpurea Malackium aquat icum Convolvulus sepium Lychnis Flos-cuculi Solanum Dulcamara Viola tricolor Scrophulariá nodosa V . odorata Veronica Anagallis. All iaria officinalis Ajuga reptans Cardamine impatiens Lamium amplexicaule Chelidonium majus Brunella vulgaris Ranunculus repens L y c o p u s europaeus R . sardous Mentha rotundifolia Geum urbanum M . aquatica Potentilla reptans Galium Mollugo Fragaria indica Campanula rapunculoides Medicago lupulina Specularia Speculum Trifolium pratense Bidens tr ipart i tus Lv thrum Salicaria Matr icar ia Chamomil la Epilobium parviflorum M . inodora Aethusa Cynapium Leon todón danubialis Conium maculatum Taraxacum officinale Malva rotundifolia Crepis virens Aca lypha virginica

Crepis virens

Molto affine alla precedente per le qualità del terreno, e spesso anche per il tenore dei nitrati dovuti alla concimazione, ma più manomessa dall'uomo in causa della vangatura e della scer-batura, questa stazione presenta un numero minore di elementi, tra cui alcuni più interessanti e da sorvegliare, perchè sfuggiti alla cultura. E in generale meno soleggiata, causa la vicinanza dei fabbricati e la presenza di piante arboree a grandi chiome, diguisachè la florida che vi cresce presenta un carattere più ma-nifestamente mesofitico.

Nelle aiuole, tra le piante coltivate, crescono per lo più: Se-iarìa verticillata, S. glabra, ^Chcnopodmm album, Portulaca oleracea, Amarantus ascendens, Stellarla media, Arabis Thaliana, Draba verna, Capsella Bursa-pastoris, Papaver Rhoeas, Oxalis corniculata, Acalypha

virginica, Merairialis annua, Solatium nigrum, Veronica arvensis, V. persica, V. agrestis, Latnium purpureum, L. amplexicaule, Se-

necio vulgaris, Erigeron canadensis, Galinsoga parviflora, Lapsana communis ecc.

Tra le sfuggite alla cultura è opportuno ricordare : Talipa Clusiana, Urtica pillili/era, Oxybaphus nyctagineus, Heliotropium europaeum, Campanula rapunculoides osservate nel solo Orto Bota-nico di Brera nel quale non cresce più il Phartiaceum Cerviana indicato di questa località nel Compendio della Flora d'Italia di Cesati, Passerini e Gibelli, come neanche, certamente da oltre trent'anni, la Ve?-onica peregrina trovatavi spontanea dall'architetto Egidio Corti nel 1877.

Noto infine che XIpomaea purpurea si trova qua e là subspon-tanea in alcuni giardini, ma non ha tendenza ad un vero insel-vati chimento, '

Lungo i corsi d'acqua che attraversano spesso i giardini ho osservato : Malachium aquaticum, Lythrum Salicaria, Epilobium parvi-florum, Angelica silvestris, Lisimachia Nummularia, Myosotis strigu-losa, Scrophularia nodosa, Veronica Anagallis, Lycopus europaeus, Mentha aquatica e M. rotundifolia.

I boschettti, di cui vanno adorne le ville e i giardini, confe-riscono o favoriscono la cittadinanza milanese a : Carex silvatica, Arum italicum, Allium ursinum, Carda??iine impaliens, Ranunculus sardous, Geum urbanmii, Circaea lutetiana ecc.

Neanche a questa stazione, dati i suoi caratteri, mancano le avventizie esotiche che vi sono rappresentate da : Tulipa Clusiana, Amarantus retroflexus, Oxybaphus nyctagineus, Portulaca oleracea, Phytolacca decandra, Acalypha virginica, Ipomaea purpurea, Erigeron canadensis e Galinsoga parviflora.

LA STAZIONE ARBOREA

E malamente rappresentata mancando i soggett i più •favore-voli allo svimppo delle arboricole. Ho tuttavia notato :

Su Aesculus Hippocastanum largamente coltivato per ornamen-to, specie nei viali :

Hedera Helix Aesculum Hippocastanum Solanum Dulcamara S. nigrum Sambucus nigra Erigeron canadensis Sonchus oleraceus

Setaria viridis Poa trivialis Bromus sterilis Triticum aestivum Lolium perenne Polvgonum aviculare erectum Chenopodium album Chelidoniuin majus

Su Sophora japonìca, in V i a Palestre) : Acer platanoides.

Su Robìnia Pseudo-Acacia, nel Parco: Acer Pseudo-Platanus.

Su Tilia vulgaris e Platamis orientalis, nei Giardini Pubblici : Sambucus nigra.

Il substrato soffice, fresco e ricco di humus, proprio di que-sta stazione, l 'avvicina di molto alle due precedenti. Nulla ho da dire di notevole su questa fiorala, troppo poche essendo, per la ragione sopradetta, le specie quivi riscontrate. E inutile aggiungere che mentre le erbacee vi prosperano bene portando a maturazio-ne i semi,' le legnose, salvo talora il Solanum Dulcamara, intri-stiscono presto e periscono dopo qualche anno per deflcenza di nutrimento.

L A S T A Z I O N E D E I P R A T I N A T U R A L I

Comprende i luoghi erbosi di tipo pratense, come certi trat-ti del terrapieno dei bastioni, delle sponde dei navigli e dei fos-si ecc., dove per altro la copertura non sia stata operata inten-zionalmente dall'uomo col trasporto di zolle o mediante la se-menta di specie pratensi.

Per questa stazione mi risultano 114 specie, 83 generi e 27 famiglie. Sono da notare tra le specie più frequenti :

Setaria viridis Digitarla sanguinalis Cynodon Dactylon Poa bulbosa P . annua P . trivialis Hordeum murinum Agrostis alba

Bromus sterilis B . hordeaceus Brachypodiuni silvaticum Lolium perenne Agropyrum repens Carex muricata Stellarla media Cerastium glomeratum

Medicago sativa Bellis perennis

Lotus corniculatus Erigeron canadensis

Convolvulus arvensis Achillea Millefolium

Veronica persica Cirsium lanceolatum

» agrestis Centaurea vochinensis

Plantago lanceolata Taraxacum officinale

Sono meno frequenti o rare :

Andropogon Ischaemon R . acer

Alopecurus agrestis R . repens Arrhenatherum elatius R . bulbosus Dactylis glomerata Potentilla reptans Poa pratensis Agrimonia Eupatoria P. silvicola Medicago lupulina Gaudinia fragilis Trifolium repens Carex hirta T. pratense Ornithogalum umbellatum T. campestre Allium vineale Vicia sativa Iris pallida Lythrum Salicaria Humulus Lupulus Epilobium parviflórum Urtica dioica Pimpinella saxífraga Parietaria officinalis Pastinaca sativa Polygonum Persicaria Anthriscus silvestris P . mite Chaerophyllum temulum Rumex crispus Torilis arvensis R . Acetosa Malva silvestris R . conglomerate Lithospermum arvense R . pulcher Convolvulus sepium Cheriopodium album Solanum Dulcamara. C. polyspermum Veronica Chainaedrys Amaranthus retroflexus Verbascum Blattaria Lychnis alba Scrophularia aquatica Silene vulgaris S. nodosa Saponaria officinalis Lycopus europaeus Cerastium triviale Lamium album C. semidecandrum L. maculatum C. brachypetalum Galeopsis Tethrahit Viola odorata Salvia pratensis Sisymbrium officinale S. Verbenaca Nasturtium officinale Mentha rotundifolia N . silvestre M. aquatica Capsella Bursa-pastoris Verbena officinalis Cardamine hirsuta Plantago major Ranunculus Ficaria Campanula Rapunculus

Xanthium italicum Eupatorium cannabinum Artemisia vulgaris Rudbeckia laciniata Helianthus tuberosus Carduus pycnocephalus Cirsium arvense

Hypochaeris radicata Leontodon danubialis Picris hieracioides Lapsana communis • Sonchus oleraceus Crepis setosa C, virens

Questa florula è data, come vedesi facilmente, da specie in prevalenza perenni (83 sul totale di 114) e di tipo poa-mesofitico. Il substrato su cui vegeta è piuttosto compatto e solo raramente ospita delle nitrofile, ciò che indica scarsezza di nitrati e, conse-guentemente, possibilità di accesso da parte dei tipici elementi pratensi, che vi predominano determinando una copertura non sempre fitta e regolare. Questo carattere unito alla grande va-rietà delle specie fa distinguere abbastanza bene questa stazione dalle formazioni pratensi artificiali, caratteristicamente più omo-genee, sia per la fittezza che per la qualità degli elementi che le costituiscono.

E poi da notare che lungo certi tratti dei navigli dove esistono delle sponde erbose e su quelle dei fossi, non mancano le igrofite marginali tra cui ricordo : Polygonum mite, Nasturtium officinale, N. silvestre, Ranunculus repens, Potentina reptans, Lythrwni Salicaria, Epilobium parviftorum, Solanum Dulcamara, Scrophularia nodosa, S. aquatica, Lycopus europaeus, Mentha rotundifolia, M. aqua-tica, Rudbecliia .laciniata ; quest'ultima, spontaneizzata da molto tempo lungo l'Olona, parecchi chilometri fuori della città, e in questa introdotta, come alcune altre, dalle acque del fiume.

Ricordo infine che trattandosi di stazione quasi chiusa, vi è difficile l'accesso delle avventizie : vi ho notato infatti soltanto e raramente : Amarantus retroftexìis, Xanthium italicum, Rudbeckia laciniata, Helianthus tuberosus e, l'ubiquitario Erigeroni canadensis.

LA STAZIONE ACQUATICA

Comprende i navigli cittadini, la darsena di Porta Ticinese, il laghetto dei Giardini Pubblici, i fossi e le vasche.

6o

Vi ho notato :

Lemna polyrrhiza P . pedinata Potamogetón lucens. P . pusilla P . crispa Anacharis canadensis P . perfoliata. Ranunculus fluitans

La povertà di questa florula va sopratutto attribuita alla pro-fondità dei corsi d'acqua, per cui non è permessa la vita a certe specie, e sopratutto alla frequente ripulitura del fondo.

La Le7nna polyrahiza vegeta, da quanto mi consta, solo nella vasca dell'Orto botanico di Brera.

Í s

* *

Da quanto è stato esposto nelle pagine precedenti riguardo alle singole stazioni e agli elementi floristici da esse ospitati (non considerando la stazione acquatica che per la sua speciale natura se ne stacca completamente), risulta che esse non sono nettamente separate l'una dall'altra, ma si compenetrano più o meno, del che è prova l'interferenza, sia pure con carattere spo-radico, di parecchie specie più proprie di una che delle altre stazioni. La conseguenza che ne deriva è che la caratteristica di ogni singola stazione è data non tanto dalla qualità, quanto dal numero degli elementi, non tenendo conto, beninteso, di quelli che per la loro grande adattabilità si comportano come ubiqui-tari {Capsella Bursa-pastoris, Car damine hirsuta, Erigeron canaden-sis, 'ecc.).

Alle condizioni edafiche spetta sopratutto il richiamo, o me-glio, l'eliminazione delle diverse specie, che è quanto dire la scel-ta degli elementi più caratteristici. Così sono respinte di prefe-renza, per le ragioni dette, le annuali dai muri e dai prati ; le perenni delle macerie, dalle vie e dalle piazze ; le sciafite e le igrofite dai luoghi aridi e secchi, come le xerofite da quelli ric-chi d'acqua ; le cledofite da quelli scarsi di nitrati e via dicen-do. In tutti i casi poi, il substrato è sotto la diretta e potente influenza dell'uomo, il quale, intenzionalmente o meno, ne deter-

mina o modifica i caratteri fisico-chimici, rendendolo atto ad o-spitare l'una piuttosto che l'altra forma vegetale.

Nè si deve dimenticare che 'all'uomo spetta ancora una parte non lieve nella diffusione dei semi. Non c'è dubbio infatti che esso non introduca in città, per vie diversissime, i semi delle piante più diverse e di più varia origine. Ne introduce, per esempio, mediante le colture di piante da fiore, coi residui di frutti alimentari, col terriccio, col letame, coi materiali da costru-zione, coi foraggi o altro mangime per gli animali, colle merci diverse e coi relativi materiali d'imballaggio ecc.

A provare, se ce ne fosse bisogno, l'influenza dell'uomo a que-sto riguardo, basta dare un'occhiata alla fionda delle aree ab-bandonate nelle quali meglio si sviluppano le specie portatevi coi residui della cucina, oppure ai cortili degli stallaggi e ai verzieri (i), nei quali luoghi si trovano sempre, oltre ai soliti, degli elementi evidentemente introdotti coi foraggi (Lotus, Trifo-lium, Plantago media, Chrysanthemum Leucanthemum ecc.J o colle frutta e la verdura (Brassica, Raphanus, Fragarìa ecc.). A questo proposito importa rilevare che, in generale, le specie soggette a cultura, data la loro delicatezza e le loro speciali esigenze, non si diffondono molto o non fruttificano, ma sono per lo più desti-nate a sparire dalle stazioni urbiche, salvo a ricomparire in se-guito all'arrivo di nuovi semi di altra provenienza^ Così tali specie sono sempre d'ascrivere alla categoria delle accidentali.

Sugli altri mezzi d'introduzione delle specie in città quali il vento, gli animali, l'acqua, non è qui il caso d'insistere partico-larmente.

Meriterebbe invece di fare ora un confronto tra la flora ur-bica e quella del territorio circostante, ma si oppone a ciò, la mancanza di un lavoro d'insieme che completi e raccolga le fram-mentarie conoscenze sulla Flora Milanese.

Per quanto però ho osservato nelle mie numerose escursioni nella provincia di Milano e nelle confinanti, credo di poter as-

(i) Sono le piazze,e le.TIC.nelle quali aveva luogo il mercato della verdura che óra si fa per lo più in siti coperti.

serire, senza timore di errare, che la grandissima maggioranza delle specie costituenti la flora urbica.si trova nelle immediate vicinanze della città. R imango tuttavia perplesso circa il modo con cui alcune hanno acquistato la cittadinanza, ma non escludo, anzi sono propenso a ritenere, sopra tutto badando alla minu-tezza dei loro organi propagatori, che per esse si sia verificata una vera e propria disseminazione a distanza.

È , per esempio, il caso di alcune felci [Polypodium Dryopte-ris, Aspidium aculeatum, Asplenium septentrtonale) crescenti in punti diversi della città e le cui stazioni normali sono i monti, di cui i più vicini, quelli a Nord, distano, come sappiamo, circa 30 chilometri.

Non si può peraltro escludere, neanche qui, l'azione dell'uomo specialmente dopo quanto si è verificato per FAsplenium septen-irionale che, com'è noto, ho osservato sur un muricciolo in un cortile della R . Scuola Superiore di Agricultura, in V i a Marsa-la. Dopo il ritrovamento infatti pensando al modo come il nuo-vo inquilino potesse essere giunto colà, ricordai che, qualche an-no prima, avevo raccolto la stessa specie in una escursione nel-la Val le Brembana (Como) e sullo stesso muricciolo avevo diste-so più volte, per asciugarla, la carta che mi serviva per l'essic-camento. Evidentemente io stesso, senza volerlo, avevo operato il trasporto !

Comunque arrivate in città, le diverse specie, subiscono la nota selezione e quelle già adattate a vivere in stazioni simili e le adattabili vi si sviluppano più o meno bene. Lo speciale am-biente poi vi induce o vi accentua anche quei caratteri esterni di adattamento (riduzione, appressamento al suolo, arrossamento) che così grandemente concorrono a farle resistere. Ma accanto alle specie che presentano più o meno spiccata adattibilità e alle quali è perciò assicurata l'esistenza attraverso il tempo e notevole diffusione nello spazio, altre ce ne sono, oltre a quelle prove-nienti da colturale sopra ricordate, le quali, poco adattabili, si sviluppano malamente e hanno comparsa fugace. Chi infatti segue questa flora per un certo numero di anni vi nota facilmente che,

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mentre parecchie specie si diffondono e si mantengono costante-mente in città, altre appaiono, scompaiono, per ricomparire magari dopo grande distanza di tempo, quasi a ritentare la prova. Si osserva insomma, ciò che del resto per ragioni ovvie è proprio di tutte le flore, un nucleo di elementi fissi e un numero varia-bile di altri, che sono fluttuanti e accidentali.

Nulla di molto diverso si riscontra fra le specie cittadine e quelle delle regioni circostanti, per ciò che riguarda la fioritura. Posso dire soltanto di avere osservaro una certa precocità in quelle annuali a fioritura primaverile e crescenti nei luoghi aridi (vie, piazze ecc.), nonché un prolungamento nella vegetazione e nella fioritura in alcune di quelle che crescono in terreno ben lavorato e concimato (campicelli, aiuole ecc.). Durante i mesi più freddi, nel Dicembre e nel Gennaio, ho trovato, sempre in fiore, esemplari di Poa annua, Mercurialis annua, Bellis perennis ; spesso anche di 7araxacum officinale, Sonchus oleraceus e, qualche volta, di Achillea Millefoliicm : fenomeni tutti, del resto, che si verificano frequentemente anche fuori delle stazioni urbiche.

Osservata nei diversi anni la flora cittadina presenta inoltre dei cambiamenti notevoli nei riguardi dell'ubicazione di certi e-lementi, in rapporto sopratutto colla scerbatura e colle modifica-zioni che l'uomo apporta continuamente nelle diverse stazioni, fa-cendo scomparire aree fabbricabili, coltivando zone abbandonate, aprendo nuove vie, abbattendo muri e mura ecc. modificazioni queste alle quali è spesso legata anche l'eliminazione di elemen-ti più o meno interessanti (Triselum myrianthum, Narcìssus in-comparabilis, Lepìdium ruderale, Saxífraga bulbifera, Trigonella monspeliaca, Campanula rolundifolia, Phyteuma Michelii ecc.).

Certo, chi confronta la flora del passato con la presente, si stupisce di trovare la scomparsa di circa due centinaia di spe-cie (183) sur un totale di 549 complessivamente osservate. An-che ammettendo che il numero superi il vero essendovi incluse le specie di dubbia determinazione, (1) che è quanto dire d'incerta

il) Tra quelle, non sempre potute controllare, degli osservatori che mi precedettero.

esistenza, perchè probabilmente confuse con forme già contem-plate, esso rimane tuttavia molto elevato.

Come adunque spiegare il fatto ? Le cause vanno attribuite ai continui rimaneggimenti del ter-

reno sopra accennati e, in special modo alla demolizione di gran parte dei bastioni per cui è venuta a mancare quasi completa-mente una delle stazioni meno disturbate, più vecchie e più ricche di specie.

Nè va dimenticato che a determinare la scomparsa di molte specie concorre la fugacità degli elementi accidentali che, è bene notarlo, rappresentano la maggior parte delle forme scomparse.

Aggiungo da ultimo che le 266 specie attuali appartengono a 244 generi e a 63 famiglie e che, quasi concordemente a quan-to si è verificato per altre flore urbiche, le famiglie meglio rap-presentate sono le Graminacee con 28 generi 6 4 3 specie, le Ca-riofillacee rispettivamente con 12 e 17, le Cròcifere con 15 e 23; le Rosacee con 10-13, le Leguminose con .10-19, le Ombrellifere con 12-13 , le Labiate con 13-19. e le Composte con 32-43, ciò che sta in relazione con la ricchezza delle famiglie stesse e coi mezzi di disseminazione di cui sono forniti i singoli elementi (1).

Bologna, Giugno 1925.

(1) P e r quanto r iguarda i p rob lèmi più vas t i d i e si p o s s o n o riferire alle nostre flore urb iche , r imando volent ier i al magis t ra le l a v o r o di A . B é g u i n o t : La fiora delle mitra e delle vie di Padova in t M a l p i g h i a » V o i . X X I V 1 9 1 I - I 2 ) p a g . 4 1 3 ; X X V ( X 9 I 2 - I 3 ) p a g . 61 ; X X V I I ( 1 9 1 5 - 1 9 1 6 ) p à g . 244 , 4 3 9 , 5 4 7 .

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