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  • Pensieri dal cuoreJorge Bergoglio (Papa Francesco)

    ISBN: 9788821585289

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    il 30 novembre 2013 20:05

    Codice Transazione BookRepublic:2013000215005303

    Numero Ordine Libreria: 1003893

    Copyright 2013 San Paolo Edizioni

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  • Francesco dAssisi per meluomo della povert, luomo della pace,

    luomo che ama il creato. luomo che ci d questo spirito di pace

    luomo povero Ah, come vorreiuna Chiesa povera e per i poveri.

  • PAPA FRANCESCO

    PENSIERI DAL CUORE

    A cura di GIULIANO VIGINI

  • Foto di copertina:Alessandra Benedetti/Corbis

    EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2013Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)www.edizionisanpaolo.it

    Prima edizione digitale settembre 2013

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    ISBN edizione epub 978-88-215-8528-9ISBN edizione mobi 978-88-215-8529-6

  • INDICE

    Prefazione di Giuliano Vigini

    PENSIERI DAL CUORE

    Cronologia essenziale della vita

    Indici delle voci

  • PREFAZIONE

    Le folle che accorrono numerose agli incontri con Papa Francesco sono un segno visibile che lasua figura non solo continua ad attirare, ma che, conquistando e coinvolgendo, entra sempre pi neicuori. Egli diventato in un certo senso il nuovo parroco del mondo che, con le sue parole e i suoigesti, col suo modo di esprimersi, di porgere la parola e di sorridere, ha tracciato un solco profondo,creando un ponte nuovo di comunicazione tra s e la gente, tra sacerdoti e laici, tra credenti e non.

    Quello che fin dallinizio del suo pontificato ha colpito in lui, come tratto inconfondibile della suafisionomia umana e spirituale, non stata soltanto la spontaneit, la naturalezza, il garbo e lacordialit che ha manifestato verso tutti e che subito ha suscitato un moto spontaneo di simpatia,fiducia e speranza. Ha colpito ancora di pi la sua libert, interiore ed esteriore, cio aliena da tuttoci che superfluo o secondario, ingombrante e perfino condizionante rispetto alla sostanza dellecose che contano e che egli si impegna a far emergere. La stessa semplificazione da lui voluta negliabiti personali, cos come nei rituali di curia, essenzialmente da interpretare come espressione diquesto assoluto bisogno di libert. Il fatto poi che abbia scelto Santa Marta come sua casa,anzich la residenza nel Palazzo apostolico, e come sua chiesa parrocchiale, per le messe e omeliegiornaliere, un ulteriore segno a suo modo anchesso rivoluzionario , non solo di distaccodallufficialit delle convenzioni, ma di una forte volont da parte sua di colloquio, incontro,amicizia: tutte esigenze spontanee quanto necessarie per luomo e il vescovo di Roma Francesco.

    In realt, il fascino di Papa Francesco nasce dalla congiunzione di questi due aspetti: da un lato,limmagine di s che egli incarna e comunica come stile umano e pastorale; dallaltro, lidea diChiesa che trasmette come comunit damore e di servizio. Le sue catechesi sono esattamente ilconnubio di queste due realt. Esse colpiscono, non perch egli dica cose eclatanti o nuove, maperch fa teologia parlando al cuore, semplicemente agganciando il vangelo alle grandi o piccolerealt quotidiane, con le parole semplici del buon senso e della vita.

    Questi tratti della sua personalit sono ormai ben chiari e si manifestano ogni volta che parla eappare in pubblico. Anche la parola scritta riflette questo suo modo dessere, con la sola differenzache essa non pu far risuonare il timbro della sua voce, affabile come una carezza, e quindi non putradurre fino in fondo il calore del suo cuore che parla al cuore (cor ad cor loquitur). Maugualmente riesce a farlo percepire, perch chi legge avverte lafflato che c nel pastore che amalodore delle pecore come solito dire il Papa e che vuole perci mescolarsi ad esse,guidandole verso Ges, il Pastore supremo (1Pt 5,4).

    Queste immagini bibliche della pecora e del gregge non sono casuali. Esse acquistano, nella

  • parola di Papa Francesco, un significato e una forza particolari, perch rappresentano lorizzonte e ilcammino stesso della Chiesa che egli vuol modellare: ossia la Chiesa che condivide, sostiene, esortae guida a non avere paura, anche quando si schiacciati dalle sofferenze e dalle prove, lusingatidalle tentazioni o minacciati dai lupi rapaci (At 20,29) dei falsi profeti e dei falsi maestri delmondo. Perch il Signore diversamente da quanti abbandonano le pecore al loro destino (cfr. Ger50,6; Ez 34,4) veglia sul suo gregge e lo protegge, cos come devono fare i pastori (At 20,28) chehanno avuto in cura il loro particolare gregge e per il quale devono essere modello di vita (1Pt 5,2-3). Naturalmente, il buon pastore non si cura soltanto della comunit cristiana che gli stataaffidata, ma va incontro anche a coloro che si sono perduti, come insegna la parabola della pecorasmarrita (Mt 18,12-14; Lc 15,3-7). Per il pastore, infatti, non sono importanti soltanto le novantanovepecore rimaste; il suo instancabile impegno anche verso quella pecora che si perduta e va riunitanellunit e nella gioia di tutto quanto il gregge. Seguendo il modello di Ges buon pastore (Gv10,11.14) e, al tempo stesso, porta delle pecore (Gv 10,7.9) , il Papa appunto in prima fila inquesto nuovo slancio pastorale di comunione e di servizio.

    I pensieri raccolti in questa silloge dei suoi scritti e ordinati tematicamente sono frammenti di unpensiero, di una spiritualit e di un cammino di Chiesa che si va nitidamente delineando, nel sensoche qui si possono gi intravedere le linee direttrici della visione ecclesiale, dello stile pastorale,del timbro oratorio di Papa Francesco. Del resto, la stessa scelta del nome, nel suo direttoriferimento al santo di Assisi, era gi di per s una precisa indicazione di rotta. Ispirarsi a Francescovoleva dire per usare le parole del Papa uscire da se stessi e andare per le strade, verso leperiferie dellesistenza, dove si incontra il Signore che soffre nei poveri e negli emarginati, madove si attraversano anche i deserti delle anime sole, abbandonate, che hanno perso la speranza,avendo perso lamore che d respiro alla vita. Sono questi i luoghi, lontani o vicini, dove il Papavorr essere e soprattutto dove innalzando la croce di Cristo come emblema di sacrificio e amore vorr portare la misericordia e la tenerezza di un Padre che attira a s per avvolgere tutti in unimmenso abbraccio. Per far sentire da vicino che nessuno solo, perch Cristo, traguardo e via dellasperanza, sempre presente in questa Chiesa che cammina verso luomo.

    In questa prospettiva, stella polare del suo orizzonte apostolico, Papa Francesco si appresta adiventare per il mondo il Papa missionario che gi per la Chiesa di Roma, che presiede nellacarit tutte le altre Chiese. Nello spirito dellAnno della fede, questo sembra essere lannuncio e latestimonianza prioritaria da portare alle genti: quelle pi lontane e quelle pi vicine, nei Paesi diantiche radici cristiane che hanno smarrito, nelloblio, nellindifferenza o nellopacit della fede,anche il senso del loro cammino nella vita. Lo stesso richiamo ai cristiani tiepidi, inamidati, dasalotto, che parlano di Dio prendendo il t, che non conoscono cio la fatica e la gioia di una fedevissuta in modo profondo e in mezzo alla gente, per ciascuno un forte invito a rinnovarsi nel cuore e

  • ad affrontare ogni giorno le sfide della fede.Con la semplicit e lessenzialit di parole e di concetti che come si detto gli sono proprie, il

    Papa vuol innanzitutto indicare che il centro di tutto Ges Cristo. Perch se si smarrisce questocentro che Lui, si perdono anche tutti gli altri riferimenti della strada. Perci, lobiettivo non soltanto quello di avvicinare coloro che sono lontani da Dio e dalla Chiesa per manifestar loro neifatti la bellezza e la gioia di credere in un Dio che si fatto uomo per il bene e la salvezza di tutti, maanche di rinvigorire la fede dei battezzati, perch ritrovino il gusto dellincontro personale con Cristoe lo slancio missionario di annunciarlo, partecipi attivi di una Chiesa che vuol uscire dalle mura permettersi in cammino.

    Come scriveva il card. Bergoglio nella lettera alla sua arcidiocesi (1 ottobre 2012) in occasionedellindizione dellAnno della fede, ci sono per tante porte chiuse da aprire prima di varcare lasoglia della fede. Sono le porte del cuore, che chiudono luomo in se stesso e servonometaforicamente a rappresentare tutto ci che pu diventare barriera, sia nei rapporti personali, sia inrelazione allannuncio cristiano, che resta fuori sulla soglia se trova sbarrate le porte. Questo allorail primo camminare al quale Papa Francesco invita: un viaggio interiore, per capire come aprire ilcuore e come imparare a scoprire che, fuori di noi stessi, ci sono nuovi e pi estesi orizzonti verso iquali indirizzare la propria vita per costruire un futuro di speranza.

    La fede un dono di grazia, ma anche una vetta che si conquista giorno per giorno. In questosalire che dura tutta la vita, si come ricordava Benedetto XVI tutti insieme in cordata. Non si soli a scalare; si aiutati a farlo nella Chiesa e con la Chiesa, nella fraternit della verit e dellacarit, per ritrovarsi tutti uniti un giorno sulla cima. Varcare la soglia della fede significainnanzitutto recuperare questa consapevolezza, abbandonando ogni resistenza; riconoscere i falsisentieri che conducono lontano dalla meta, ritrovando la strada maestra di quellamoremisericordioso di Dio che la pi solida garanzia del camminare sicuri verso ogni traguardo,religioso e umano.

    Papa Francesco, con tutto lamore e la carica umana che lo contraddistingue con quel suo parlareche sembra rivolgersi direttamente a te che lo ascolti , concepisce il proprio servizio allinterno diquesto dinamismo di fede, che il ministero della Chiesa che vuol essere missionaria in mezzo agliuomini del nostro tempo.

    Tutto questo vuol forse significare come stato scritto una totale discontinuit con ilpontificato di Benedetto XVI? Certamente no, dal punto di vista della dottrina e del magistero, vistoche Papa Francesco non solo ricorda spesso nei suoi discorsi il suo predecessore, ma fa di continuoriferimento al suo pensiero e alle sue stesse espressioni per formulare determinati concetti. Soltantoche levidente diversit di carismi, di esperienza e sensibilit pastorale, di stile e linguaggio

  • comunicativo spostano la traiettoria delle priorit e delle modalit di approccio pastorale del Papa,senza per che il suo obiettivo diventi quello di restaurare ci che Benedetto XVI avrebbe eliminatoo interrotto, oppure di rafforzare ci che avrebbe indebolito. Pi semplicemente, ogni ponteficeesprime e attua, nel contesto delle situazioni, dei bisogni e dei problemi del suo tempo, una propriaidea di evangelizzazione, di guida e di servizio; quindi affronta o accentua alcuni aspetti che giudicapi importanti di altri, in quel determinato momento storico, per il bene della Chiesa e della societ.Ma come eloquentemente dimostra la storia dei grandi Papi del secolo scorso ciascuno lascia poiuneredit che non meno preziosa per il fatto che sia stata diversa da quella di chi venuto dopo dilui. Quello che conta, dopotutto, lesempio di fede e carit che ogni Papa consegna al mondo nellasua testimonianza a Cristo.

    GIULIANO VIGINI

  • PENSIERI DAL CUORE

  • Adorare

    Vorrei che ci ponessimo tutti una domanda: tu, io, adoriamo il Signore? Andiamo da Dio solo perchiedere, per ringraziare, o andiamo da Lui anche per adorarlo? Che cosa vuol dire allora adorareDio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza la pi vera, la pi buona, la pi importante di tutte. Ognuno di noi, nella propria vita, in modoconsapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute pio meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare ilSignore vuol dire affermare, credere, non per semplicemente a parole, che Lui solo guida veramentela nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che il solo Dio, il Diodella nostra vita, il Dio della nostra storia.

    (Omelia alla messa in San Paolo Fuori le Mura, 14 aprile 2013)

    Ambiente

    Che cosa vuol dire coltivare e custodire la terra? Noi stiamo veramente coltivando e custodendo ilcreato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Il verbo coltivare mi richiama alla mente lacura che lagricoltore ha per la sua terra perch dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione,passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato unindicazione di Dio data non solo alliniziodella storia, ma a ciascuno di noi; parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo conresponsabilit, trasformarlo perch sia un giardino, un luogo abitabile per tutti.

    (Udienza generale, 5 giugno 2013)

    Amicizia

    Ges vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso hacon il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nellintima comunione. Peresprimere questa intesa profonda, questo rapporto di amicizia Ges usa limmagine del pastore conle sue pecore: lui le chiama ed esse riconoscono la sua voce, rispondono al suo richiamo e loseguono. bellissima questa parabola! Il mistero della voce suggestivo: pensiamo che fin dalgrembo di nostra madre impariamo a riconoscere la sua voce e quella del pap; dal tono di una vocepercepiamo lamore o il disprezzo, laffetto o la freddezza. La voce di Ges unica! Se impariamo adistinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche labisso della morte.

  • (Regina Caeli, 21 aprile 2013)

    Amore di Dio

    Ges si consegnato volontariamente alla morte per corrispondere allamore di Dio Padre, inperfetta unione con la sua volont, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Ges mi haamato e ha consegnato se stesso per me (Gal 2,20). Ciascuno di noi pu dire: Mi ha amato e haconsegnato se stesso per me. Ciascuno pu dire questo per me.

    Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa anche la mia, la tua, la nostra strada.Vivere la Settimana santa seguendo Ges non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimanasanta seguendo Ges vuol dire imparare ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, perandare verso le periferie dellesistenza.

    (Udienza generale, 27 marzo 2013)

    Ascensione

    Quando uno chiamato dal giudice o va in causa, la prima cosa che fa cercare un avvocatoperch lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo,ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! [...]. Lascensione di Ges al cielo ci fa conoscere alloraquesta realt cos consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostraumanit stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui come un capo cordata quandosi scala una montagna, che giunto alla cima e ci attira a s conducendoci a Dio. Se affidiamo a Luila nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, in mano del nostrosalvatore, del nostro avvocato [...].

    Lascensione non indica lassenza di Ges, ma ci dice che Egli vivo in mezzo a noi in modonuovo; non pi in un preciso posto del mondo come lo era prima dellascensione; ora nellasignoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamomai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende. Non siamo mai soli: il Signorecrocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nelnascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficolt, nelle loro gioiee speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dellamoredi Dio, in Cristo Ges risorto, asceso al Cielo, avvocato per noi.

  • (Udienza generale, 17 aprile 2013)

    Attesa di Dio

    Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da Lui a chiedere perdono, ma quando noiandiamo, Lui ci aspetta, Lui prima! [...]. Tu vai peccatore, ma Lui ti sta aspettando per perdonarti.Questa lesperienza che i Profeti di Israele descrivevano dicendo che il Signore come il fiore dimandorlo, il primo fiore della Primavera (cfr. Ger 1,11-12). Prima che vengano gli altri fiori, cLui: Lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E quando noi lo cerchiamo, troviamo questa realt: che Lui ad aspettarci per accoglierci, per darci il suo amore.

    (Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013)

    Autorit

    Sappiate sempre esercitare lautorit accompagnando, comprendendo, aiutando, amando;abbracciando tutti e tutte, specialmente le persone che si sentono sole, escluse, aride, le periferieesistenziali del cuore umano. Teniamo lo sguardo rivolto alla Croce: l si colloca qualunque autoritnella Chiesa, dove Colui che il Signore si fa servo fino al dono totale di s.

    (Discorso allUnione internazionale delle superiori generali, 8 maggio 2013)

    Camminare

    Camminare. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore (Is 2,5). Questa laprima cosa che Dio ha detto ad Abramo: Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile.Camminare: la nostra vita un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, inpresenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilit che Diochiedeva ad Abramo, nella sua promessa.

    (Omelia alla messa con i cardinali, 14 marzo 2013)

    Carismi

  • Lo Spirito Santo, apparentemente, sembra creare disordine nella Chiesa, perch porta la diversitdei carismi, dei doni; ma tutto questo invece, sotto la sua azione, una grande ricchezza, perch loSpirito Santo lo Spirito di unit, che non significa uniformit, ma ricondurre il tutto allarmonia.Nella Chiesa larmonia la fa lo Spirito Santo. Uno dei Padri della Chiesa ha unespressione che mipiace tanto: lo Spirito Santo ipse harmonia est. Lui proprio larmonia. Solo Lui pu suscitare ladiversit, la pluralit, la molteplicit e, nello stesso tempo, operare lunit. Anche qui, quando siamonoi a voler fare la diversit e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamola divisione; e quando siamo noi a voler fare lunit secondo i nostri disegni umani, finiamo perportare luniformit, lomologazione.

    Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la variet, la diversit non diventano maiconflitto, perch Egli ci spinge a vivere la variet nella comunione della Chiesa. Il camminareinsieme nella Chiesa, guidati dai pastori, che hanno uno speciale carisma e ministero, segnodellazione dello Spirito Santo; lecclesialit una caratteristica fondamentale per ogni cristiano, perogni comunit, per ogni movimento. la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i camminiparalleli sono tanto pericolosi!

    (Omelia nella solennit di Pentecoste, 19 maggio 2013)

    Carit

    Dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuit, della solidariet. Un capitalismoselvaggio ha insegnato la logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamentosenza guardare alle persone... e i risultati li vediamo nella crisi che stiamo vivendo! Questa casa unluogo che educa alla carit, una scuola di carit, che insegna ad andare incontro ad ogni persona,non per profitto, ma per amore.

    (Discorso alla casa daccoglienza Dono di Maria, 21 maggio 2013)

    Colui che scruta i cuori (cfr. Rm 8,27) si fa mendicante damore e ci interroga sullunica questioneveramente essenziale, premessa e condizione per pascere le sue pecore, i suoi agnelli, la sua Chiesa.Ogni ministero si fonda su questa intimit con il Signore; vivere di Lui la misura del nostro servizioecclesiale, che si esprime nella disponibilit allobbedienza, allabbassamento, come abbiamosentito nella Lettera ai Filippesi, e alla donazione totale (cfr. 2,6-11).

    Del resto, la conseguenza dellamare il Signore dare tutto proprio tutto, fino alla stessa vita

  • per Lui: questo ci che deve distinguere il nostro ministero pastorale; la cartina di tornasole chedice con quale profondit abbiamo abbracciato il dono ricevuto rispondendo alla chiamata di Ges equanto ci siamo legati alle persone e alle comunit che ci sono state affidate. Non siamo espressionedi una struttura o di una necessit organizzativa: anche con il servizio della nostra autorit siamochiamati a essere segno della presenza e dellazione del Signore risorto, a edificare, quindi, lacomunit nella carit fraterna.

    (Omelia alla professione di fede con i vescovi della CEI, 23 maggio 2013)

    Casa

    Quando diciamo casa intendiamo un luogo di accoglienza, una dimora, un ambiente umano dovestare bene, ritrovare se stessi, sentirsi inseriti in un territorio, in una comunit. Ancora piprofondamente, casa una parola dal sapore tipicamente familiare, che richiama il calore,laffetto, lamore che si possono sperimentare in una famiglia. La casa allora rappresenta laricchezza umana pi preziosa, quella dellincontro, quella delle relazioni tra le persone, diverse peret, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere. Proprio perquesto, la casa un luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si pu realizzare, perch unluogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore. Questa la casa.

    (Discorso alla casa daccoglienza Dono di Maria, 21 maggio 2013)

    Chiesa

    La Chiesa mandata da Cristo risorto a trasmettere agli uomini la remissione dei peccati, e cosfar crescere il Regno dellamore, seminare la pace nei cuori, perch si affermi anche nelle relazioni,nelle societ, nelle istituzioni.

    (Regina Caeli, 7 aprile 2013)

    Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un veropolmone di fede e di vita cristiana, unaria fresca! In questa Piazza vedo una grande variet prima diombrelli e adesso di colori e di segni. Cos la Chiesa: una grande ricchezza e variet di espressioniin cui tutto ricondotto allunit; la variet ricondotta allunit lincontro con Cristo.

  • (Omelia alla messa per le confraternite, 5 maggio 2013)

    Gli avvenimenti della storia chiedono quasi sempre una lettura complessa, che a volte pu anchecomprendere la dimensione della fede. Gli eventi ecclesiali non sono certamente pi complicati diquelli politici o economici! Essi per hanno una caratteristica di fondo particolare: rispondono a unalogica che non principalmente quella delle categorie, per cos dire, mondane, e proprio per questonon facile interpretarli e comunicarli ad un pubblico vasto e variegato. La Chiesa, infatti, puressendo certamente anche unistituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha unanatura politica, ma essenzialmente spirituale: il popolo di Dio, il santo popolo di Dio, che camminaverso lincontro con Ges Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si pu rendere pienamenteragione di quanto la Chiesa cattolica opera.

    (Discorso ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013)

    Lidentit cristiana non una carta didentit. Lidentit cristiana unappartenenza alla Chiesa[...], perch trovare Ges fuori della Chiesa non possibile. Il grande Paolo VI diceva: unadicotomia assurda voler vivere con Ges senza la Chiesa, seguire Ges fuori della Chiesa, amareGes senza la Chiesa (cfr. Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 16). E quella Chiesa Madre che ci dGes ci d lidentit che non soltanto un sigillo: unappartenenza. Identit significa appartenenza.Lappartenenza alla Chiesa: questo bello!

    (Omelia alla messa con i cardinali, 23 aprile 2013)

    Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno;quando tu vai, c odore di umidit, ci sono tante cose che non vanno. Una Chiesa chiusa la stessacosa: una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferieesistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire. Ges ci dice: Andate per tutto il mondo! Andate!Predicate! Date testimonianza del vangelo! (cfr. Mc 16,15).

    Ma che cosa succede se uno esce da se stesso? Pu succedere quello che pu capitare a tutti quelliche escono di casa e vanno per la strada: un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte unaChiesa incidentata, incorsa in un incidente, che una Chiesa ammalata per chiusura! Uscite fuori,uscite! [...] Non dimenticate: niente di una Chiesa chiusa, ma una Chiesa che va fuori, che va alleperiferie dellesistenza. Che il Signore ci guidi laggi.

  • (Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013)

    Qual questo progetto di Dio? fare di tutti noi ununica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno losenta vicino e si senta amato da Lui [...]. La Chiesa nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gliuomini alla comunione con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessavita divina. La stessa parola Chiesa, dal greco ekklesia, significa convocazione: Dio ci convoca,ci spinge ad uscire dallindividualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far partedella sua famiglia. E questa chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perchviviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questarelazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia dellasalvezza la storia di Dio che cerca luomo, gli offre il suo amore, lo accoglie.

    (Udienza generale, 29 maggio 2013)

    Anche la Chiesa quando diventa autoreferenziale, si ammala, invecchia.

    (Discorso alla comunit degli scrittori de La Civilt Cattolica, 14 giugno 2013)

    La Chiesa non unassociazione assistenziale, culturale o politica, ma un corpo vivente, checammina e agisce nella storia. E questo corpo ha un capo, Ges, che lo guida, lo nutre e lo sorregge.Questo un punto che vorrei sottolineare: se si separa il capo dal resto del corpo, lintera personanon pu sopravvivere. Cos nella Chiesa: dobbiamo rimanere legati in modo sempre pi intenso aGes. Ma non solo questo: come in un corpo importante che passi la linfa vitale perch viva, cosdobbiamo permettere che Ges operi in noi, che la sua Parola ci guidi, che la sua presenzaeucaristica ci nutra, ci animi, che il suo amore dia forza al nostro amare il prossimo. E questosempre! Sempre, sempre!

    (Udienza generale, 19 giugno 2013)

    Cibo

    Quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidariet, nessuno privo del necessario,ogni comunit pu andare incontro ai bisogni dei pi poveri. Ecologia umana ed ecologia ambientalecamminano insieme.

  • (Udienza generale, 5 giugno 2013)

    Comandamenti

    I Dieci Comandamenti sono un dono di Dio. La parola comandamento non di moda; alluomodoggi richiama qualcosa di negativo, la volont di qualcuno che impone limiti, che mette ostacolialla vita. E purtroppo la storia, anche recente, segnata da tirannie, da ideologie, da logiche chehanno imposto e oppresso, che non hanno cercato il bene delluomo, bens il potere, il successo, ilprofitto. Ma i Dieci Comandamenti vengono da un Dio che ci ha creati per amore, da un Dio che hastretto unalleanza con lumanit, un Dio che vuole solo il bene delluomo. Diamo fiducia a Dio!Fidiamoci di Lui! I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono ancheuna sorta di codice etico per la costruzione di societ giuste, a misura delluomo.

    (Video-messaggio ai partecipanti alliniziativa Dieci piazze per Dieci Comandamenti, 8giugno 2013)

    Confessare

    Confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma senon confessiamo Ges Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ong assistenziale, ma non la Chiesa,sposa del Signore.

    (Omelia alla messa con i cardinali, 14 marzo 2013)

    Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio perandare controcorrente e Lui ci d questo coraggio! Non ci sono difficolt, tribolazioni,incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, senon perdiamo lamicizia con Lui, se gli facciamo sempre pi spazio nella nostra vita.

    (Omelia alla messa dei cresimandi, 28 aprile 2013)

    Coraggio

    La novit ci fa sempre un po di paura, perch ci sentiamo pi sicuri se abbiamo tutto sotto

  • controllo, se siamo noi a costruire, a programmare, a progettare la nostra vita secondo i nostrischemi, le nostre sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio. Spesso lo seguiamo, loaccogliamo, ma fino ad un certo punto; ci difficile abbandonarci a Lui con piena fiducia, lasciandoche sia lo Spirito Santo lanima, la guida della nostra vita, in tutte le scelte; abbiamo paura che Dioci faccia percorrere strade nuove, ci faccia uscire dal nostro orizzonte spesso limitato, chiuso,egoista, per aprirci ai suoi orizzonti. Ma, in tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela portanovit Dio porta sempre novit , trasforma e chiede di fidarsi totalmente di Lui: No costruisceunarca deriso da tutti e si salva; Abramo lascia la sua terra con in mano solo una promessa; Mosaffronta la potenza del faraone e guida il popolo verso la libert; gli apostoli, timorosi e chiusi nelcenacolo, escono con coraggio per annunciare il vangelo. Non la novit per la novit, la ricerca delnuovo per superare la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novit che Dio porta nellanostra vita ci che veramente ci realizza, ci che ci dona la vera gioia, la vera serenit, perch Dioci ama e vuole solo il nostro bene.

    (Omelia nella solennit di Pentecoste, 19 maggio 2013)

    Creazione

    Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilit in ambitoeconomico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volont: siamo custodi dellacreazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dellaltro, dellambiente; non lasciamo chesegni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!

    (Omelia per linizio del ministero petrino, 19 marzo 2013)

    Cristianesimo

    Non si cristiani a tempo, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte.Non si pu essere cristiani cos, si cristiani in ogni momento!

    (Udienza generale, 15 maggio 2013)

    Noi non possiamo diventare cristiani inamidati, quei cristiani troppo educati, che parlano di coseteologiche mentre prendono il t, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi eandare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo.

  • (Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013)

    Il battesimo, questo passare da sotto la legge a sotto la grazia, una rivoluzione. Sono tanti irivoluzionari nella storia, sono stati tanti. Ma nessuno ha avuto la forza di questa rivoluzione che ciha portato Ges: una rivoluzione per trasformare la storia, una rivoluzione che cambia in profonditil cuore delluomo. Le rivoluzioni della storia hanno cambiato i sistemi politici, economici, manessuna di esse ha veramente modificato il cuore delluomo. La vera rivoluzione, quella chetrasforma radicalmente la vita, lha compiuta Ges Cristo attraverso la sua risurrezione: la croce e larisurrezione [...]. Un cristiano, se non rivoluzionario, in questo tempo, non cristiano! Deve essererivoluzionario per la grazia! Proprio la grazia che il Padre ci d attraverso Ges Cristo crocifisso,morto e risorto fa di noi dei rivoluzionari.

    (Discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, 17 giugno 2013)

    Croce

    Come entra Ges in Gerusalemme? La folla lo acclama come Re. E Lui non si oppone, non la fatacere (cfr. Lc 19,39-40). Ma che tipo di Re Ges? Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha unacorte che lo segue, non circondato da un esercito simbolo di forza. Chi lo accoglie gente umile,semplice, che ha il senso di guardare in Ges qualcosa di pi; ha quel senso della fede, che dice:questo il Salvatore. Ges non entra nella Citt santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, achi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannunciaIsaia nella prima lettura (cfr. Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantellodi porpora, la sua regalit sar oggetto di derisione; entra per salire il calvario carico di un legno. Eallora ecco la seconda parola: croce. Ges entra a Gerusalemme per morire sulla croce. Ed proprio qui che splende il suo essere Re secondo Dio: il suo trono regale il legno della croce!

    (Omelia alla Domenica delle palme, 24 marzo 2013)

    La Croce di Ges la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte ci sembra cheDio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realt Dio ha parlato, ha risposto, e la suarisposta la Croce di Cristo: una Parola che amore, misericordia, perdono. anche giudizio: Dioci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono

  • salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perch Dio non condanna, Luisolo ama e salva.

    (Discorso alla Via Crucis al Colosseo, 29 marzo 2013)

    Custodire

    La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede eche semplicemente umana, riguarda tutti. il custodire lintero creato, la bellezza del creato, comeci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco dAssisi: lavere rispettoper ogni creatura di Dio e per lambiente in cui viviamo. il custodire la gente, laver cura di tutti,di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono pi fragili eche spesso sono nella periferia del nostro cuore. laver cura luno dellaltro nella famiglia: iconiugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempoanche i figli diventano custodi dei genitori. il vivere con sincerit le amicizie, che sono unreciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto affidato alla custodiadelluomo, ed una responsabilit che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!

    (Omelia per linizio del ministero petrino, 19 marzo 2013)

    Denaro

    In un mondo in cui si parla molto di diritti, quante volte viene di fatto calpestata la dignit umana!In un mondo dove si parla tanto di diritti sembra che lunico ad averli sia il denaro. Noi viviamo inun mondo dove comanda il denaro. Noi viviamo in un mondo, in una cultura dove regna il feticismodei soldi.

    (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gliitineranti, 24 maggio 2013)

    Quello che comanda oggi non luomo, il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostroPadre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. Noiabbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e delconsumo: la cultura dello scarto.

  • (Udienza generale, 5 giugno 2013)

    Deserto spirituale

    Cristo morto e risorto una volta per sempre e per tutti, ma la forza della Risurrezione, questopassaggio dalla schiavit del male alla libert del bene, deve attuarsi in ogni tempo, negli spaziconcreti della nostra esistenza, nella nostra vita di ogni giorno. Quanti deserti, anche oggi, lessereumano deve attraversare! Soprattutto il deserto che c dentro di lui, quando manca lamore di Dio eper il prossimo.

    (Messaggio Urbi et orbi, 31 marzo 2013)

    Dialogo

    Uno dei titoli del vescovo di Roma pontefice, cio colui che costruisce ponti, con Dio e tra gliuomini. Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, cos cheognuno possa trovare nellaltro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere edabbracciare! Le mie stesse origini poi mi spingono a lavorare per edificare ponti. Infatti, come sapetela mia famiglia di origini italiane; e cos in me sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fraloro distanti, tra un capo del mondo e laltro, oggi sempre pi vicini, interdipendenti, bisognosi diincontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternit.

    (Discorso al Corpo diplomatico, 22 marzo 2013)

    Dialogare significa essere convinti che laltro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suopunto di vista, alla sua opinione, alle sue proposte, senza cadere, ovviamente, nel relativismo. E perdialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte.

    (Discorso alla comunit degli scrittori de La Civilt Cattolica, 14 giugno 2013)

    Dio

    Sappiamo quanta violenza abbia prodotto nella storia recente il tentativo di eliminare Dio e ildivino dallorizzonte dellumanit, e avvertiamo il valore di testimoniare nelle nostre societ

  • loriginaria apertura alla trascendenza che insita nel cuore delluomo. In ci, sentiamo vicini anchetutti quegli uomini e donne che, pur non riconoscendosi appartenenti ad alcuna tradizione religiosa, sisentono tuttavia in ricerca della verit, della bont e della bellezza, questa verit, bont e bellezza diDio, e che sono nostri preziosi alleati nellimpegno a difesa della dignit delluomo, nellacostruzione di una convivenza pacifica fra i popoli e nel custodire con cura il creato.

    (Discorso ai rappresentanti delle Chiese, 20 marzo 2013)

    La novit spesso ci fa paura, anche la novit che Dio ci porta, la novit che Dio ci chiede. Siamocome gli apostoli del vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba,al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggidel passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio. Nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese diDio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore cos.

    Non chiudiamoci alla novit che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi,tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, nonperdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, nonc peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui.

    (Omelia alla veglia pasquale, 30 marzo 2013)

    Cos il nostro Dio: un pap per noi. Lo Spirito Santo realizza in noi questa nuova condizione difigli di Dio. E questo il pi grande dono che riceviamo dal mistero pasquale di Ges. E Dio citratta da figli, ci comprende, ci perdona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo. GinellAntico Testamento, il profeta Isaia affermava che se anche una madre si dimenticasse del figlio,Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento (cfr. 49,15). E questo bello!

    Tuttavia, questa relazione filiale con Dio non come un tesoro che conserviamo in un angolo dellanostra vita, ma deve crescere, devessere alimentata ogni giorno con lascolto della Parola di Dio, lapreghiera, la partecipazione ai sacramenti, specialmente della penitenza e dellEucaristia, e la carit.

    (Udienza generale, 10 aprile 2013)

    Economia

    Il fine delleconomia e della politica, proprio il servizio agli uomini, a cominciare dai pipoveri e i pi deboli, ovunque essi si trovino, fosse anche il grembo della loro madre. Ogni teoria o

  • azione economica e politica devi adoperarsi per fornire ad ogni abitante della terra quel minimobenessere che consenta di vivere con dignit, nella libert, con la possibilit di sostenere unafamiglia, di educare i figli, di lodare Dio e di sviluppare le proprie capacit umane. Questa la cosaprincipale. Senza questa visione, tutta lattivit economica non avrebbe senso.

    In tal senso, le varie e gravi sfide economiche e politiche che il mondo odierno affronta richiedonoun coraggioso cambiamento di atteggiamenti, che ridia al fine (la persona umana) e ai mezzi(leconomia e la politica) il posto loro proprio. Il denaro e gli altri mezzi politici ed economicidevono servire e non governare, tenendo presente che la solidariet gratuita e disinteressata , inmodo apparentemente paradossale, la chiave del buon funzionamento economico globale.

    (Lettera al Primo ministro del Regno Unito, David Cameron, 15 giugno 2013)

    Edificare

    Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive,pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.

    (Omelia alla messa con i cardinali, 14 marzo 2013)

    Educazione

    La mamma aiuta i figli a guardare con realismo i problemi della vita e a non perdersi in essi, maad affrontarli con coraggio, a non essere deboli, e a saperli superare, in un sano equilibrio che unamadre sente tra gli ambiti di sicurezza e le zone di rischio. E questo una mamma sa farlo! Nonporta sempre il figlio sulla strada della sicurezza, perch in questa maniera il figlio non pu crescere,ma anche non lo lascia soltanto sulla strada del rischio, perch pericoloso. Una mamma sabilanciare le cose. Una vita senza sfide non esiste e un ragazzo o una ragazza che non sa affrontarlemettendosi in gioco, un ragazzo e una ragazza senza spina dorsale!

    (Discorso nella basilica di S. Maria Maggiore, 4 maggio 2013)

    Educare non un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere; per educare bisogna uscire dase stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro

  • fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo. Insegnate a vedere labellezza e la bont della creazione e delluomo, che conserva sempre limpronta del Creatore. Masoprattutto siate testimoni con la vostra vita di quello che comunicate.

    (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti, 7 giugno 2013)

    Eucaristia

    nellascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo corpo e del suo sangue, che Egli ci fa passaredallessere moltitudine allessere comunit, dallanonimato alla comunione. LEucaristia ilsacramento della comunione, che ci fa uscire dallindividualismo per vivere insieme la sequela, lafede in Lui.

    (Omelia nella solennit del Corpus Domini, 30 maggio 2013)

    Evangelizzazione

    Si pu pensare che levangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie,facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. Limportante Ges e lasciarsiguidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo secondario.

    (Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013)

    Ci sono tanti popoli che non hanno ancora conosciuto e incontrato Cristo, ed urgente trovarenuove forme e nuove vie perch la grazia di Dio possa toccare il cuore di ogni uomo e di ogni donnae portarli a Lui. Noi tutti ne siamo semplici, ma importanti strumenti; abbiamo ricevuto il dono dellafede non per tenerla nascosta, ma per diffonderla, perch possa illuminare il cammino di tanti fratelli[...].

    Di fronte alla tentazione delle comunit di chiudersi in se stesse una tentazione pi frequente,pi frequente chiudersi in se stesse , preoccupate dei propri problemi, il vostro compito dirichiamare la missio ad gentes, di testimoniare profeticamente che la vita della Chiesa e delleChiese missione, ed missione universale. Il ministero episcopale e tutti i ministeri sonocertamente per la crescita della comunit cristiana, ma sono anche posti al servizio della comunionetra le Chiese per la missione evangelizzatrice.

  • (Discorso allincontro con le Pontificie opere missionarie, 17 maggio 2013)

    Evangelizzare la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione.

    (Udienza generale, 22 maggio 2013)

    Siate uomini di frontiera, con quella capacit che viene da Dio (cfr. 2Cor 3,6). Ma non cadetenella tentazione di addomesticare le frontiere: si deve andare verso le frontiere e non portare lefrontiere a casa per verniciarle un po e addomesticarle. Nel mondo di oggi, soggetto a rapidimutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, urgente un coraggiosoimpegno per educare a una fede convinta e matura, capace di dare senso alla vita e di offrire risposteconvincenti a quanti sono alla ricerca di Dio.

    (Discorso alla comunit degli scrittori de La Civilt Cattolica, 14 giugno 2013)

    Fede

    Chi erano questi che avevano creduto senza vedere? Altri discepoli, altri uomini e donne diGerusalemme che, pur non avendo incontrato Ges risorto, credettero sulla testimonianza degliApostoli e delle donne. Questa una parola molto importante sulla fede, possiamo chiamarla labeatitudine della fede. Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto: questa la beatitudine dellafede!

    (Regina Caeli, 7 aprile 2013)

    Noi siamo giustificati, siamo salvati per grazia, per un atto di amore gratuito di Dio che sempre ciprecede; da soli non possiamo fare nulla. La fede anzitutto un dono che noi abbiamo ricevuto. Maper portare frutti, la grazia di Dio richiede sempre la nostra apertura a Lui, la nostra risposta libera econcreta. Cristo viene a portarci la misericordia di Dio che salva. A noi chiesto di affidarci a Lui,di corrispondere al dono del suo amore con una vita buona, fatta di azioni animate dalla fede edallamore.

    (Udienza generale, 24 aprile 2013)

  • Fedelt

    Conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che il nostro vero tesoro, rinnoviamo la nostrafedelt al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci far mai mancareforza e serenit.

    (Omelia in piazza S. Pietro, 12 maggio 2013)

    Finanza

    La crisi mondiale che tocca la finanza e leconomia sembra mettere in luce le loro deformit esoprattutto la grave carenza della loro prospettiva antropologica, che riduce luomo a una sola dellesue esigenze: il consumo. E peggio ancora, oggi lessere umano considerato egli stesso come unbene di consumo che si pu usare e poi gettare. Abbiamo incominciato questa cultura dello scarto.Questa deriva si riscontra a livello individuale e sociale; e viene favorita!

    In un tale contesto, la solidariet, che il tesoro dei poveri, spesso consideratacontroproducente, contraria alla razionalit finanziaria ed economica. Mentre il reddito di unaminoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questosquilibrio deriva da ideologie che promuovono lautonomia assoluta dei mercati e la speculazionefinanziaria, negando cos il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune.Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimediopossibile le sue leggi e le sue regole.

    Inoltre, lindebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dalloro potere dacquisto reale. A ci si aggiungono, oltretutto, una corruzione tentacolare e unevasionefiscale egoista che hanno assunto dimensioni mondiali. La volont di potenza e di possesso diventata senza limiti.

    (Discorso ai nuovi ambasciatori, 16 maggio 2013)

    Fraternit

    Incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che quella che presiede nella carit tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tranoi. Preghiamo sempre per noi: luno per laltro. Preghiamo per tutto il mondo, perch ci sia unagrande fratellanza.

  • (Primo saluto di papa Francesco, 13 marzo 2013)

    Ges Cristo

    Cristo il Pastore della Chiesa, ma la sua presenza nella storia passa attraverso la libert degliuomini: tra di essi uno viene scelto per servire come suo vicario, successore dellapostolo Pietro, maCristo il centro, non il successore di Pietro: Cristo. Cristo il centro. Cristo il riferimentofondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero n avrebberoragion dessere.

    (Discorso ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013)

    Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma Lui che si mosso verso di noi, senza calcoli,senza misure. Dio cos: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove verso di noi.

    (Udienza generale, 27 marzo 2013)

    Quando una persona conosce veramente Ges Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenzanella vita e la forza della sua risurrezione, e non pu fare a meno di comunicare questa esperienza. Ese questa persona incontra incomprensioni o avversit, si comporta come Ges nella sua Passione:risponde con lamore e con la forza della verit.

    (Regina Caeli, 14 aprile 2013)

    Gioia

    Questa la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristianonon pu mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non una gioiache nasce dal possedere tante cose, ma nasce dallaver incontrato una Persona: Ges, che in mezzoa noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando ilcammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sonotanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, einsidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Ges!

  • (Omelia alla Domenica delle palme, 24 marzo 2013)

    Giovani

    Ecco la terza parola: giovani! Cari giovani, vi ho visto nella processione, quando entravate; viimmagino a fare festa intorno a Ges, agitando i rami dulivo; vi immagino mentre gridate il suonome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa dellafede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane,sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottantanni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore noninvecchia mai!

    Per tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna molto speciale: un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avetevergogna della sua croce! Anzi, la abbracciate, perch avete capito che nel dono di s, nel dono dis, nelluscire da se stessi, che si ha la vera gioia e che con lamore di Dio Lui ha vinto il male. Voiportate la croce pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portaterispondendo allinvito di Ges Andate e fate discepoli tutti i popoli (cfr. Mt 28,19), che il temadella Giornata della giovent di questanno. La portate per dire a tutti che sulla croce Ges haabbattuto il muro dellinimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e lapace.

    (Omelia alla Domenica delle palme, 24 marzo 2013)

    Giovanni XXIII

    Angelo Roncalli era un uomo capace di trasmettere pace; una pace naturale, serena, cordiale; unapace che con la sua elezione al Pontificato si manifest al mondo intero e ricevette il nome dellabont [...]. Papa Giovanni trasmetteva pace perch aveva un animo profondamente pacificato: lui siera lasciato pacificare dallo Spirito Santo. E questo animo pacificato era stato frutto di un lungo eimpegnativo lavoro su se stesso [...]. Se la pace stata la caratteristica esteriore, lobbedienza hacostituito per Roncalli la disposizione interiore: lobbedienza, in realt, stata lo strumento perraggiungere la pace [...]. Questo un insegnamento per ciascuno di noi, ma anche per la Chiesa delnostro tempo: se sapremo lasciarci condurre dallo Spirito Santo, se sapremo mortificare il nostroegoismo per fare spazio allamore del Signore e alla sua volont, allora troveremo la pace, allorasapremo essere costruttori di pace e diffonderemo pace attorno a noi.

  • (Discorso ai pellegrini della diocesi di Bergamo, 3 giugno 2013)

    Rileggendo i suoi scritti, impressiona la cura che egli sempre pose nel custodire la propria anima,in mezzo alle pi svariate occupazioni in campo ecclesiale e politico. Da qui nascevano la sualibert interiore, la letizia che trasmetteva esternamente, e la stessa efficacia della sua azionepastorale e diplomatica.

    (Discorso alla Pontificia accademia ecclesiastica, 6 giugno 2013)

    Giuseppe (san)

    Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Ges, della Chiesa? Nella costanteattenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed quelloche Dio chiede a Davide: Dio non desidera una casa costruita dalluomo, ma desidera la fedelt allasua Parola, al suo disegno; ed Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suoSpirito. E Giuseppe custode, perch sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volont, eproprio per questo ancora pi sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismogli avvenimenti, attento a ci che lo circonda, e sa prendere le decisioni pi sagge. In lui cariamici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilit, con prontezza, mavediamo anche qual il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita,per custodire gli altri, per custodire il creato!

    (Omelia per linizio del ministero petrino, 19 marzo 2013)

    Ideali

    Non sotterrate i talenti! Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegliideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti. La vita non ci data perch la conserviamogelosamente per noi stessi, ma ci data perch la doniamo. Cari giovani, abbiate un animo grande!Non abbiate paura di sognare cose grandi!

    (Udienza generale, 24 aprile 2013)

    Idoli

  • Spogliarci dei tanti idoli piccoli o grandi che abbiamo e nei quali ci rifugiamo, nei qualicerchiamo e molte volte riponiamo la nostra sicurezza. Sono idoli che spesso teniamo ben nascosti;possono essere lambizione, il carrierismo, il gusto del successo, il mettere al centro se stessi, latendenza a prevalere sugli altri, la pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita, qualchepeccato a cui siamo legati, e molti altri. Questa sera vorrei che una domanda risuonasse nel cuore diciascuno di noi e che vi rispondessimo con sincerit: ho pensato io a quale idolo nascosto ho nellamia vita, che mi impedisce di adorare il Signore? Adorare spogliarci dei nostri idoli anche quellipi nascosti, e scegliere il Signore come centro, come via maestra della nostra vita.

    (Omelia alla messa in San Paolo Fuori le Mura, 14 aprile 2013)

    Impegno

    Quanto difficile, nel nostro tempo, prendere decisioni definitive! Ci seduce il provvisorio.Siamo vittime di una tendenza che ci spinge alla provvisoriet... come se desiderassimo rimanereadolescenti. un po il fascino del rimanere adolescenti, e questo per tutta la vita! Non abbiamopaura degli impegni definitivi, degli impegni che coinvolgono e interessano tutta la vita! In questomodo la vita sar feconda! E questo libert: avere il coraggio di prendere queste decisioni congrandezza.

    (Discorso nella basilica di S. Maria Maggiore, 4 maggio 2013)

    Incoerenza

    Mi viene in mente adesso un consiglio che san Francesco dAssisi dava ai suoi fratelli: predicateil vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole. Predicare con la vita: la testimonianza.Lincoerenza dei fedeli e dei pastori tra quello che dicono e quello che fanno, tra la parola e il mododi vivere mina la credibilit della Chiesa.

    (Omelia alla messa in San Paolo Fuori le Mura, 14 aprile 2013)

    Lavoro

    Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni

  • della creazione e in questo modo partecipiamo allopera della creazione! Il lavoro un elementofondamentale per la dignit di una persona. Il lavoro, per usare unimmagine, ci unge di dignit, ciriempie di dignit; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre (cfr. Gv 5,17).

    [...] Aggiungo una parola su unaltra particolare situazione di lavoro che mi preoccupa: miriferisco a quello che potremmo definire come il lavoro schiavo, il lavoro che schiavizza. Quantepersone, in tutto il mondo, sono vittime di questo tipo di schiavit, in cui la persona che serve illavoro, mentre deve essere il lavoro ad offrire un servizio alle persone perch abbiano dignit.Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli uomini e donne di buona volont una decisa sceltacontro la tratta delle persone, allinterno della quale figura il lavoro schiavo.

    (Udienza generale, 1 maggio 2013)

    Libert

    Un ultimo aspetto: una buona mamma non solo accompagna i figli nella crescita, non evitando iproblemi, le sfide della vita; una buona mamma aiuta anche a prendere le decisioni definitive conlibert. Questo non facile, ma una mamma sa farlo. Ma che cosa significa libert? Non certo faretutto ci che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni, passare da unesperienza allaltra senzadiscernimento, seguire le mode del tempo; libert non significa, per cos dire, buttare tutto ci chenon piace dalla finestra. No, quella non libert! La libert ci donata perch sappiamo fare sceltebuone nella vita!

    (Discorso nella basilica di S. Maria Maggiore, 4 maggio 2013)

    Forse si pensa che libert sia fare tutto ci che si vuole; oppure avventurarsi in esperienze-limiteper provare lebbrezza e vincere la noia. Questa non libert. Libert vuol dire saper riflettere suquello che facciamo, saper valutare ci che bene e ci che male, quelli che sono i comportamentiche fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene.

    (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti, 7 giugno 2013)

    Lotta spirituale

    Dobbiamo dirci la verit: il lavoro di evangelizzare, di portare avanti la grazia gratuitamente non facile, perch non siamo noi soli con Ges Cristo; c anche un avversario, un nemico che vuole

  • tenere gli uomini separati da Dio. E per questo instilla nei cuori la delusione, quando noi nonvediamo ricompensato subito il nostro impegno apostolico. Il diavolo ogni giorno getta nei nostricuori semi di pessimismo e di amarezza, e uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. Non va! Abbiamofatto questo, non va; abbiamo fatto quellaltro e non va! E guarda quella religione come attira tantagente e noi no!. il diavolo che mette questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo importante. Non si pu predicare il vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i giornicontro la tristezza, contro lamarezza, contro il pessimismo; una lotta di tutti i giorni! Seminare non facile. pi bello raccogliere, ma seminare non facile, e questa la lotta di tutti i giorni deicristiani.

    (Discorso ai partecipanti al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, 17 giugno 2013)

    Mafia

    Penso a tanti dolori di uomini e donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che lisfruttano facendo fare loro un lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressionisociali. Dietro a questi sfruttamenti, dietro a queste schiavit, ci sono mafie. Preghiamo il Signoreperch converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo!

    (Angelus, 26 maggio 2013)

    Magnanimit

    Seguendo ci che ci insegna santIgnazio, nella scuola lelemento principale imparare ad esseremagnanimi. La magnanimit: questa virt del grande e del piccolo (Non coerceri maximo contineriminimo, divinum est), che ci fa guardare sempre lorizzonte. Che cosa vuol dire essere magnanimi?Vuol dire avere il cuore grande, avere grandezza danimo, vuol dire avere grandi ideali, il desideriodi compiere grandi cose per rispondere a ci che Dio ci chiede, e proprio per questo compiere benele cose di ogni giorno, tutte le azioni quotidiane, gli impegni, gli incontri con le persone; fare le cosepiccole di ogni giorno con un cuore grande aperto a Dio e agli altri.

    (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti, 7 giugno 2013)

    Maria

  • Sotto il suo sguardo materno, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suoFiglio divino, rafforzando lunit, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando lagenuina fede nella presenza continua del Signore.

    (Udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)

    Tre parole sintetizzano latteggiamento di Maria: ascolto, decisone, azione; ascolto, decisone,azione. Parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ci che ci chiede il Signore nellavita. Ascolto, decisione, azione.

    Ascolto [...]. Ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realt quotidiana, attenzione allepersone, ai fatti perch il Signore alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nelnostro cammino; a noi d la capacit di vederli. Maria la madre dellascolto, ascolto attento di Dioe ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita [...].

    La seconda parola: decisione [...]. Maria nellAnnunciazione, nella Visitazione, alle nozze di Canava controcorrente, Maria va controcorrente; si pone in ascolto di Dio, riflette e cerca di comprenderela realt, e decide di affidarsi totalmente a Dio, decide di visitare, pur essendo incinta, lanzianaparente, decide di affidarsi al Figlio con insistenza per salvare la gioia delle nozze.

    La terza parola: azione [...]. A volte, anche noi ci fermiamo allascolto, alla riflessione su ci chedovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo ilpassaggio allazione. E soprattutto non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci in fretta verso glialtri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carit; per portare anche noi,come Maria, ci che abbiamo di pi prezioso e che abbiamo ricevuto, Ges e il suo vangelo, con laparola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire. Maria, la donna dellascolto,della decisione, dellazione.

    (Omelia a conclusione del mese mariano, 31 maggio 2013)

    Martirio

    Vogliamo guardare ai nuovi santi alla luce della Parola di Dio proclamata. Una Parola che ci hainvitato alla fedelt a Cristo, anche fino al martirio; ci ha richiamato lurgenza e la bellezza diportare Cristo e il suo vangelo a tutti; e ci ha parlato della testimonianza della carit, senza la qualeanche il martirio e la missione perdono il loro sapore cristiano.

    (Omelia in piazza S. Pietro, 12 maggio 2013)

  • Ministero pastorale

    Essere pastori significa credere ogni giorno nella grazia e nella forza che ci viene dal Signore,nonostante la nostra debolezza, e assumere fino in fondo la responsabilit di camminare innanzi algregge, sciolti da pesi che intralciano la sana celerit apostolica, e senza tentennamenti nella guida,per rendere riconoscibile la nostra voce sia da quanti hanno abbracciato la fede, sia da coloro cheancora non sono di questo ovile (Gv 10,16): siamo chiamati a far nostro il sogno di Dio, la cuicasa non conosce esclusione di persone o di popoli, come annunciava profeticamente Isaia nellaPrima Lettura (cfr. Is 2,2-5).

    Per questo, essere pastori vuol dire anche disporsi a camminare in mezzo e dietro al gregge:capaci di ascoltare il silenzioso racconto di chi soffre e di sostenere il passo di chi teme di nonfarcela; attenti a rialzare, a rassicurare e a infondere speranza.

    (Omelia alla professione di fede con i vescovi della CEI, 23 maggio 2013)

    Misericordia

    Il messaggio di Ges quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, il messaggio pi fortedel Signore: la misericordia.

    (Omelia nella parrocchia di SantAnna, 17 marzo 2013)

    Questo importante: il coraggio di affidarmi alla misericordia di Ges, di confidare nella suapazienza, di rifugiarmi sempre nelle ferite del suo amore.

    (Discorso di insediamento sulla Cathedra romana, 7 aprile 2013)

    Lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dtempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore,lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei sacramenti. Sentiremo la suatenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi pi capaci di misericordia, dipazienza, di perdono, di amore.

    (Discorso di insediamento sulla Cathedra romana, 7 aprile 2013)

  • Missione

    Proprio nel momento in cui scoppia la persecuzione, scoppia la missionariet della Chiesa. Equesti cristiani erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiochia, e proclamavano la Parola(cfr. At 11,19). Avevano questo fervore apostolico dentro; e la fede viene diffusa cos! Alcuni, gentedi Cipro e di Cirene non questi, ma altri che erano diventati cristiani giunti ad Antiochia,incominciarono a parlare anche ai greci (cfr. At 11,20). un passo in pi. E la Chiesa va avanti,cos. Di chi questa iniziativa di parlare ai greci, cosa che non si capiva, perch si predicavasoltanto ai giudei? dello Spirito Santo, Colui che spingeva di pi, di pi, di pi, sempre.

    (Omelia alla messa con i cardinali, 23 aprile 2013)

    Ogni cristiano e ogni comunit missionaria nella misura in cui porta e vive il vangelo etestimonia lamore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficolt. Siate missionaridellamore e della tenerezza di Dio! Siate missionari della misericordia di Dio, che sempre ciperdona, sempre ci aspetta, ci ama tanto!

    (Omelia alla messa per le confraternite, 5 maggio 2013)

    questo che ci deve dare sempre coraggio: sapere che la forza dellevangelizzazione viene daDio, appartiene a Lui. Noi siamo chiamati ad aprirci sempre di pi allazione dello Spirito Santo, adoffrire tutta la nostra disponibilit per essere strumenti della misericordia di Dio, della sua tenerezza,del suo amore per ogni uomo e per ogni donna, soprattutto per i poveri, gli esclusi, i lontani. E questaper ogni cristiano, per tutta la Chiesa, non una missione facoltativa, ma essenziale.

    (Discorso allincontro con le Pontificie opere missionarie, 17 maggio 2013)

    Mondanit

    C sempre il pericolo, anche per gli uomini di Chiesa, di cedere a quella che io chiamo,riprendendo unespressione di De Lubac, la mondanit spirituale: cedere allo spirito del mondo,che conduce ad agire per la propria realizzazione e non per la gloria di Dio [...]. Cedere allo spiritomondano espone soprattutto noi pastori al ridicolo; potremo forse ricevere qualche applauso, maquelli stessi che sembreranno approvarci, poi ci criticheranno alle spalle. Questa una regolacomune.

  • (Discorso ai rappresentanti pontifici, 21 giugno 2013)

    Pace

    Rinnovo a tutti laugurio pasquale con le parole stesse di Ges Risorto: Pace a voi! (Gv20,19.21.26). Non un saluto, e nemmeno un semplice augurio: un dono, anzi, il dono prezioso cheCristo offre ai suoi discepoli dopo essere passato attraverso la morte e gli inferi. Dona la pace, comeaveva promesso: Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la d il mondo, io la do a voi (Gv14,27). Questa pace il frutto della vittoria dellamore di Dio sul male, il frutto del perdono. Ed proprio cos: la vera pace, quella profonda, viene dal fare esperienza della misericordia di Dio.

    (Regina Caeli, 7 aprile 2013)

    Paolo VI

    La Chiesa lancella delluomo, la Chiesa crede in Cristo che venuto nella carne e perci serveluomo, ama luomo, crede nelluomo. Questa lispirazione del grande Paolo VI [...]. La suatestimonianza alimenta in noi la fiamma dellamore per Cristo, dellamore per la Chiesa, delloslancio di annunciare il vangelo alluomo di oggi, con misericordia, con pazienza, con coraggio, congioia.

    (Discorso ai partecipanti al pellegrinaggio della diocesi di Brescia, 22 giugno 2013)

    Parola di Dio

    La vita e la missione della Chiesa si fondano sulla Parola di Dio, la quale anima della teologia e,insieme, ispiratrice di tutta lesistenza cristiana.

    (Discorso ai membri della Pontificia commissione biblica, 12 aprile 2013)

    Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ci che avete letto, insegnareci che avete appreso nella fede, vivere ci che avete insegnato. Ricordate anche che la Parola diDio non propriet vostra: Parola di Dio. E la Chiesa la custode della Parola di Dio.

  • (Omelia allordinazione dei presbiteri, 21 aprile 2013)

    Pazienza

    Il volto di Dio quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voialla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella la sua misericordia.Sempre ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci sesappiamo tornare a lui con il cuore contrito.

    (Angelus, 17 marzo 2013)

    Tommaso non si fida di ci che gli dicono gli altri apostoli: Abbiamo visto il Signore; non glibasta la promessa di Ges, che aveva annunciato: il terzo giorno risorger. Vuole vedere, vuolemettere la sua mano nel segno dei chiodi e nel costato. E qual la reazione di Ges? La pazienza:Ges non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulit; gli dona una settimana di tempo, nonchiude la porta, attende. E Tommaso riconosce la propria povert, la poca fede. Mio Signore e mioDio: con questa invocazione semplice ma piena di fede risponde alla pazienza di Ges.

    (Discorso di insediamento sulla Cathedra romana, 7 aprile 2013)

    Questo lo stile di Dio: non impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche conle persone. Dio paziente con noi perch ci ama, e chi ama comprende, spera, d fiducia, nonabbandona, non taglia i ponti, sa perdonare. Ricordiamolo nella nostra vita di cristiani: Dio ciaspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non mai lontano, e se torniamo a Lui, pronto ad abbracciarci.

    (Discorso di insediamento sulla Cathedra romana, 7 aprile 2013)

    Perdere la vita

    Chi vuole salvare la propria vita, la perder, ma chi perder la propria vita per causa mia, lasalver (Lc 9,24). Qui c una sintesi del messaggio di Cristo, ed espressa con un paradossomolto efficace, che ci fa conoscere il suo modo di parlare, quasi ci fa sentire la sua voce... Ma checosa significa perdere la vita per causa di Ges? Questo pu avvenire in due modi: esplicitamente

  • confessando la fede o implicitamente difendendo la verit. I martiri sono lesempio massimo delperdere la vita per Cristo. In duemila anni sono una schiera immensa gli uomini e le donne che hannosacrificato la vita per rimanere fedeli a Ges Cristo e al suo vangelo. E oggi, in tante parti delmondo, ci sono tanti, tanti pi che nei primi secoli , tanti martiri, che danno la propria vita perCristo, che sono portati alla morte per non rinnegare Ges Cristo.

    Questa la nostra Chiesa. Oggi abbiamo pi martiri che nei primi secoli! Ma c anche il martirioquotidiano, che non comporta la morte ma anchesso un perdere la vita per Cristo, compiendo ilproprio dovere con amore, secondo la logica di Ges, la logica del dono, del sacrificio. Pensiamo:quanti pap e mamme ogni giorno mettono in pratica la loro fede offrendo concretamente la propriavita per il bene della famiglia! Pensiamo a questi! Quanti sacerdoti, frati, suore svolgono congenerosit il loro servizio per il regno di Dio! Quanti giovani rinunciano ai propri interessi perdedicarsi ai bambini, ai disabili, agli anziani... Anche questi sono martiri! Martiri quotidiani, martiridella quotidianit!

    (Angelus, 23 giugno 2013)

    Perdono

    Il problema che noi ci stanchiamo, noi non vogliamo, ci stanchiamo di chiedere perdono. Lui maisi stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai,non ci stanchiamo mai! Lui il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore dimisericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti.

    (Angelus, 17 marzo 2013)

    Perseveranza

    Anche noi diciamo a noi stessi: Io voglio andare dietro al Signore, sulla sua strada, ma non cosa di un momento, cosa di tutta la vita, di tutti i giorni [...]. Questa la grazia che dobbiamochiedere: quella della perseveranza.

    Perseverare nel cammino del Signore, fino alla fine, tutti i giorni. Non dico incominciare di nuovotutti i giorni: no, proseguire il cammino. Proseguire sempre. Un cammino con difficolt, con il lavoro,anche con tante gioie. Ma il cammino del Signore.

    (Omelia alla messa nella cappella di Santa Marta in Vaticano, 12 aprile 2013)

  • Popolo

    Ges non ha casa perch la sua casa la gente, siamo noi, la sua missione aprire a tutti le portedi Dio, essere la presenza di amore di Dio.

    (Udienza generale, 27 marzo 2013)

    Popolo di Dio

    Che cosa vuol dire essere popolo di Dio? Anzitutto vuol dire che Dio non appartiene in modoproprio ad alcun popolo; perch Lui che ci chiama, ci convoca, ci invita a fare parte del suopopolo, e questo invito rivolto a tutti, senza distinzione, perch la misericordia di Dio vuole lasalvezza per tutti (1Tm 2,4). Ges non dice agli apostoli e a noi di formare un gruppo esclusivo, ungruppo di lite. Ges dice: andate e fate discepoli tutti i popoli (cfr. Mt 28,19) [...].

    Essere Chiesa, essere popolo di Dio, secondo il grande disegno di amore del Padre, vuol direessere il fermento di Dio in questa nostra umanit, vuol dire annunciare e portare la salvezza di Dioin questo nostro mondo, che spesso smarrito, bisognoso di avere risposte che incoraggino, chediano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino. La Chiesa sia luogo della misericordia e dellasperanza di Dio, dove ognuno possa sentirsi accolto, amato, perdonato, incoraggiato a viveresecondo la vita buona del vangelo.

    (Udienza generale, 12 giugno 2013)

    Potere

    Celebriamo linizio del ministero del nuovo vescovo di Roma, successore di Pietro, che comportaanche un potere. Certo, Ges Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Allatriplice domanda di Ges a Pietro sullamore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci lemie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere il servizio e che anche il Papa peresercitare il potere deve entrare sempre pi in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sullacroce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire lebraccia per custodire tutto il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza lintera umanit,specie i pi poveri, i pi deboli, i pi piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sullacarit: chi ha fame, sete, chi straniero, nudo, malato, in carcere (cfr. Mt 25,31-46). Solo chi servecon amore sa custodire!

  • (Omelia per linizio del ministero petrino, 19 marzo 2013)

    Povert

    Alcuni non sapevano perch il vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavanoa Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco dAssisi. Io vi racconter la storia.Nellelezione, io avevo accanto a me larcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emeritodella Congregazione per il clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico!Quando la cosa diveniva un po pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi,viene lapplauso consueto, perch stato eletto il Papa. E lui mi abbracci, mi baci e mi disse:Non dimenticarti dei poveri!. E quella parola entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, inrelazione ai poveri ho pensato a Francesco dAssisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinioproseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco luomo della pace. E cos, venuto il nome, nel miocuore: Francesco dAssisi. per me luomo della povert, luomo della pace, luomo che ama ecustodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tantobuona, no? luomo che ci d questo spirito di pace, luomo povero... Ah, come vorrei una Chiesapovera e per i poveri!

    (Discorso ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013)

    La povert come superamento di ogni egoismo nella logica del vangelo che insegna a confidarenella Provvidenza di Dio. Povert come indicazione a tutta la Chiesa che non siamo noi a costruire ilRegno di Dio, non sono i mezzi umani che lo fanno crescere, ma primariamente la potenza, la graziadel Signore, che opera attraverso la nostra debolezza. Ti basta la mia grazia; la forza infatti simanifesta pienamente nella debolezza, afferma lApostolo delle genti (2Cor 12,9). Povert cheinsegna la solidariet, la condivisione e la carit, e che si esprime anche in una sobriet e gioiadellessenziale, per mettere in guardia dagli idoli materiali che offuscano il senso autentico dellavita. Povert che si impara con gli umili, i poveri, gli ammalati e tutti quelli che sono nelle periferieesistenziali della vita. La povert teorica non ci serve. La povert si impara toccando la carne diCristo povero, negli umili, nei poveri, negli ammalati, nei bambini.

    (Discorso allUnione internazionale delle superiore generali, 8 maggio 2013)

  • I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo.

    (Omelia in piazza S. Pietro, 12 maggio 2013)

    La povert, per noi cristiani, non una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, unacategoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perch quel Dio, il Figlio di Dio, si abbassato,si fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa la nostra povert: la povert dellacarne di Cristo, la povert che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua incarnazione. Una Chiesapovera per i poveri incomincia con landare verso la carne di Cristo. Se noi andiamo verso la carnedi Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia questa povert, la povert delSignore.

    (Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013)

    Tra i nostri compiti, quali testimoni dellamore di Cristo, vi quello di dare voce al grido deipoveri, affinch non siano abbandonati alle leggi di uneconomia che sembra talora considerareluomo solo in quanto consumatore.

    (Discorso a Sua Grazia Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, 14 giugno 2013)

    Preghiera

    Dietro e prima di ogni vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, c sempre la preghieraforte e intensa di qualcuno: di una nonna, di un nonno, di una madre, di un padre, di una comunit...Ecco perch Ges ha detto: Pregate il signore della messe cio Dio Padre perch mandi operainella sua messe! (Mt 9,38). Le vocazioni nascono nella preghiera e dalla preghiera; e solo nellapreghiera possono perseverare e portare frutto.

    (Regina Caeli, 21 aprile 2013)

    Una nuova evangelizzazione, una Chiesa che evangelizza deve partire sempre dalla preghiera, dalchiedere, come gli apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele eintenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il vangelo. Senzala preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, e non animato dallo

  • Spirito.

    (Udienza generale, 22 maggio 2013)

    Abbiate grande cura della vita spirituale, che la sorgente della libert interiore. Senza preghieranon c libert interiore. Potrete fare tesoro prezioso degli strumenti di conformazione a Cristopropri della spiritualit sacerdotale, coltivando la vita di preghiera e facendo del vostro lavoroquotidiano la palestra della vostra santificazione.

    (Discorso alla Pontificia accademia ecclesiastica, 6 giugno 2013)

    Rifugiati

    La Chiesa madre e la sua attenzione materna si manifesta con particolare tenerezza e vicinanzaverso chi costretto a fuggire dal proprio Paese e vive tra sradicamento e integrazione. Questatensione distrugge le persone. La compassione cristiana questo soffrire con, con-passione siesprime anzitutto nellimpegno di conoscere gli eventi che spingono a lasciare forzatamente la Patriae, dove necessario, nel dar voce a chi non riesce a far sentire il grido del dolore edelloppressione.

    (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gliitineranti, 24 maggio 2013)

    Sacerdoti

    Lolio prezioso che unge il capo di Aronne non si limita a profumare la sua persona, ma si spargee raggiunge le periferie. Il Signore lo dir chiaramente: la sua unzione per i poveri, per iprigionieri, per i malati e per quelli che sono tristi e soli. Lunzione, cari fratelli, non perprofumare noi stessi e tanto meno perch la conserviamo in unampolla, perch lolio diventerebberancido... e il cuore amaro.

    Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa una prova chiara.Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla messacon il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il vangelo predicato conlunzione, gradisce quando il vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scendecome lolio di Aronne fino ai bordi della realt, quando illumina le situazioni limite, le periferie

  • dove il popolo fedele pi esposto allinvasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede.

    (Omelia alla messa del crisma, 28 marzo 2013)

    Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose diDio, esercitate in letiza e carit sincera lopera sacerdotale di Cristo, unicamente intenti a piacere aDio e non a voi stessi. Siete pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari.

    (Omelia per lordinazione dei presbiteri, 21 aprile 2013)

    Che cosa significa avere libert interiore? Anzitutto significa essere liberi da progetti personali,essere liberi da progetti personali, da alcune delle modalit concrete con le quali forse, un giorno,avevate pensato di vivere il vostro sacerdozio, dalla possibilit di programmare il futuro; dallaprospettiva di permanere a lungo in un vostro luogo di azione pastorale. Significa rendervi liberi,in qualche modo, anche rispetto alla cultura e alla mentalit dalla quale provenite, non perdimenticarla e tanto meno per rinnegarla, ma per aprirvi, nella carit, alla comprensione di culturediverse e allincontro con uomini appartenenti a mondi anche molto lontani dal vostro.

    Soprattutto, significa vigilare per essere liberi da ambizioni o mire personali, che tanto malepossono procurare alla Chiesa, avendo cura di mettere sempre al primo posto non la vostrarealizzazione, o il riconoscimento che potreste ricevere dentro e fuori la comunit ecclesiale, ma ilbene superiore della causa del vangelo e il compimento della missione che vi sar affidata. E questoessere liberi da ambizioni o mire personali per me importante, importante. Il carrierismo unalebbra, una lebbra. Per favore: niente carrierismo. Per questo motivo, dovrete essere disposti adintegrare ogni vostra visione di Chiesa, pure legittima, ogni personale idea o giudizio, nellorizzontedello sguardo di Pietro e della sua peculiare missione al servizio della comunione e dellunit delgregge di Cristo, della sua carit pastorale, che abbraccia il mondo intero [...].

    Il ministero al quale vi preparate perch voi vi preparate a un ministero! Non a una professione,a un ministero questo ministero vi chiede un uscire da voi stessi, un distacco da s che pu essereraggiunto unicamente attraverso un intenso cammino spirituale e una seria unificazione della vitaattorno al mistero dellamore di Dio e allimperscrutabile disegno della sua chiamata. Nella lucedella fede, noi possiamo vivere la libert dai nostri progetti e dalla nostra volont non come motivodi frustrazione o di svuotamento, ma come apertura al dono sovrabbondante di Dio, che rendefecondo il nostro sacerdozio.

    (Discorso alla Pontificia accademia ecclesiastica, 6 giugno 2013)

  • Santit

    Nel grande disegno di Dio ogni dettaglio importante, anche la tua, la mia piccola e umiletestimonianza, anche quella nascosta di chi vive con semplicit la sua fede nella quotidianit deirapporti di famiglia, di lavoro, di amicizia. Ci sono i santi di tutti i giorni, i santi nascosti, unasorta di classe media della santit, come diceva uno scrittore francese, quella classe media dellasantit di cui tutti possiamo fare parte.

    (Omelia alla messa in San Paolo Fuori le Mura, 14 aprile 2013)

    Camminate con decisione verso la santit; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma lavostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di pi Ges Cristo.

    (Omelia alla messa per le confraternite, 5 maggio 2013)

    Scuola

    Cari ragazzi, se adesso vi facessi la domanda: perch andate a scuola, che cosa mi rispondereste?Probabilmente ci sarebbero molte risposte secondo la sensibilit di ciascuno. Ma penso che sipotrebbe riassumere il tutto dicendo che la scuola uno degli ambienti educativi in cui si cresce perimparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrerela strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola? Vi aiuta non solo nello sviluppare la vostraintelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra personalit.

    (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti, 7 giugno 2013)

    Servizio

    Esprimo la mia volont di servire il vangelo con rinnovato amore, aiutando la Chiesa a diventaresempre pi in Cristo e con Cristo, la vite feconda del Signore.

    (Udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)

    Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma un dovere che mi viene dalcuore: lo amo. Amo questo e amo farlo perch il Signore cos mi ha insegnato. Ma anche voi,

  • aiutateci: aiutateci sempre. Lun laltro. E cos, aiutandoci, ci faremo del bene. Adesso faremo questacerimonia di lavarci i piedi e pensiamo, ciascuno di noi pensi: Io davvero sono disposta, sonodisposto a servire, ad aiutare laltro?. Pensiamo questo, soltanto. E pensiamo che questo segno unacarezza di Ges, che fa Ges, perch Ges venuto proprio per questo: per servire, per aiutarci.

    (Omelia nella cena del Signore, 28 marzo 2013)

    Sfruttamento

    La tratta delle persone unattivit ignobile, una vergogna per le nostre societ che si diconocivilizzate! Sfruttatori e clienti a tutti i livelli dovrebbero fare un serio esame di coscienza davanti ase stessi e davanti a Dio! La Chiesa rinnova oggi il suo forte appello affinch siano sempre tutelate ladignit e la centralit di ogni persona, nel rispetto dei diritti fondamentali.

    (Discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gliitineranti, 24 maggio 2013)

    Sofferenza

    Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro onorato, tutte lemembra gioiscono con lui (1Cor 12,26). Questa una legge della vita cristiana, e in questo sensopossiamo dire che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri statoseme di forza e di fertilit per la Chiesa, cos la condivisione delle sofferenze quotidiane pudivenire strumento efficace di unit. E ci vero, in certo modo, anche nel quadro pi ampio dellasociet e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infattigermogliare, con laiuto di Dio, perdono, riconciliazione e pace.

    (Discorso a Sua Santit Tawadros II, 10 maggio 2013)

    Solidariet

    Che cosa significa ripensare la solidariet? Certamente non significa mettere in discussione ilrecente magistero, che anzi dimostra sempre pi la sua lungimiranza e la sua attualit. Piuttostoripensare mi pare significhi due cose: anzitutto coniugare il magistero con levoluzione socio-

  • economica, che, essendo costante e rapida, presenta aspetti sempre nuovi; in secondo luogo,ripensare vuol dire approfondire, riflettere ulteriormente, per far emergere tutta la fecondit di unvalore la solidariet, in questo caso che in profondit attinge dal vangelo, cio da Ges Cristo, equindi come tale contiene potenzialit inesauribili [...].

    Ecco allora lesigenza di ripensare la solidariet non pi come semplice assistenza nei confrontidei pi poveri, ma come ripensamento globale di tutto il sistema, come ricerca di vie per riformarloe correggerlo in modo coerente con i diritti fondamentali delluomo, di tutti gli uomini. A questaparola solidariet, non ben vista dal mondo economico come se fosse una parola cattiva ,bisogna ridare la sua meritata cittadinanza sociale. La solidariet non un atteggiamento in pi, non unelemosina sociale, ma un valore sociale. E ci chiede la sua cittadinanza.

    (Discorso alla Fondazione Centesimus annus pro pontifice, 25 maggio 2013)

    Nella Chiesa, ma anche nella societ, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura solidariet, saper mettere, cio, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacit,perch solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sar feconda, porter frutto. Solidariet: unaparola malvista dallo spirito mondano!

    (Omelia alla solennit del Corpus Domini, 30 maggio 2013)

    Speranza

    Noi accompagniamo, seguiamo Ges, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci caricasulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E,per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quell


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