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CromatografiaCromatografia

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Il termine cromatografia indica un insieme di tecniche chehanno lo scopo di separare una miscela nei suoi componenti,per permetterne il riconoscimento qualitativo e quantitativo

Queste tecniche sono basate sulla distribuzione differenzialedei vari componenti fra due fasi, una chiamata fase fissa ofase stazionaria e l’altra chiamata fase mobile o eluente, chefluisce in continuo attraverso la fase fissa

Le tecniche sono molto utilizzate in campo ambientale,biologico, farmaceutico, ecc., essendo particolarmente utilinell’analisi di miscele complesse come sono la maggior partedei campioni di natura organica

La separazione dei componenti di una miscela si ottiene in seguito alle

interazioni chimiche o fisiche che avvengono tra le molecole disciolte nella fase

mobile e la fase stazionaria: queste interazioni possono avvenire con la

superficie adsorbente del supporto solido, o con un liquido che ricopre il

supporto in modo omogeneo o ancora con molecole ad esso legate in maniera

covalente.

Dal momento che i diversi componenti della miscela da separare interagiscono

in maniera differente con la fase stazionaria se la fase mobile è un gas, con la

fase stazionaria e la fase mobile, se la fase mobile è un liquido, si muovono

lungo la colonna cromatografica con velocità diverse: i composti che sono più

“affini” alla fase stazionaria si muovono in media più lentamente di quelli che

sono più “affini” alla fase mobile.

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Un’esperienza comune di cromatografia

Cromatografia su strato sottile cromatogrfia su carta

1898-1903 D. Trebot Day, geologo americano, separò alcuni idrocarburi utilizzando colonne di farina

fossile.

1903-1906 M. Tswett, botanico russo, separò una serie di pigmenti colorati presenti in un estratto di

foglie verdi utilizzando CaCO3 ed etere di petrolio; coniò anche il nome cromatografia che significa

"scrittura mediante il colore".

1930-1931 R. Kuhn e E. Lederer utilizzarono la cromatografia per la separazione di carotenoidi e

xantofille.

1938 N.A. Izmailov e M.S.Shaiber descrissero per la prima volta la cromatografia su strato sottile

1941 A.J.P. Martin e R.L.M. Synge presentarono il primo lavoro sulla cromatografia di ripartizione. Essi

introdussero la teoria dei piatti basata su di un'analogia con la teoria della distillazione e dell'estrazione

controcorrente.

1952 A.J.P. Martin e R.L.M. Synge ebbero il premio Nobel per la chimica per lo sviluppo della

cromatografia di ripartizione. Nello stesso anno, in collaborazione con A.T.James realizza la cromatografia

gas-liquido.

1956 J.J.van Deemter sviluppò la teoria della separazione cromatografica.

1958 E.Stahl mise a punto la tecnica della cromatografia su strato sottile.

1966 Inizia lo sviluppo della moderna tecnica della cromatografia in fase liquida ad alta prestazione.

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La Nascita della CromatografiaLa Nascita della Cromatografia

Scrive Tswett nel 1906:

“Se una soluzione di clorofilla in etere di petrolio è filtrata attraverso una colonna di adsorbente – io

utilizzo soprattutto carbonato di calcio, accuratamente pressato, all'interno di uno stretto tubo di vetro

– allora i pigmenti, si separano, secondo la sequenza di adsorbimento, dall'alto in basso, in molte zone

colorate […] Proprio come i raggi di luce nello spettro, i diversi componenti della miscela appaiono

separati, sulla colonna di carbonato di calcio, secondo una legge e possono essere misurati sia in modo

qualitativo che quantitativo. Io chiamo questa preparazione cromatogramma ed il metodo

corrispondente lo chiamo metodo cromatografico. Ovviamente i fenomeni di adsorbimento fin qui

descritti non sono ristretti ai soli pigmenti della clorofilla ed è lecito presumere che tutti i composti

chimici, sia colorati che incolori, siano soggetti alle stesse leggi.”

Mikhail S. Tsvett

(1872–1919)

La nascita della cromatografia si deve al botanico russo Mikhail Semenovich Tswett,

che per primo la utilizzò nel 1903 per separare i pigmenti naturali contenuti in

estratti vegetali.

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Nell’esperimento di Tswett, la fase stazionaria era carbonato di calcio mentre la fase

mobile o eluente era etere di petrolio, un solvente organico composto da idrocarburi a

basso punto di ebollizione. I composti da separare sono introdotti nella fase mobile e si

ripartiscono lungo la colonna cromatografica in funzione della loro affinità relativa per la

fase mobile e per la fase stazionaria.

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La cromatografia è nata dunque all’inizio del XX secolo

come tecnica per la separazione di pigmenti fogliari, ma

già il suo inventore era consapevole delle sue potenzialità

applicative

TswettTswett chiamòchiamò questaquesta tecnicatecnica cromatografiacromatografia daldal

grecogreco scritturascrittura deldel colorecolore o,o, vistovisto ilil significatosignificato deldel suosuo

cognomecognome inin russorusso,, scritturascrittura didi TswettTswett

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Richard Kuhn (1900-1967) Edgar Lederer (1908-1988)

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Twsett era uno spirito inquieto e mobile, in quanto rimangono tracce di suoi soggiorni - spesso con collaborazioni scientifiche - in università tedesche, olandesi, belghe e francesi. Nel 1910 era apparsa una sua importante opera, intitolata "Cromofille dei regni vegetale e animale", in cui erano descritte dettagliatamente le tecniche sperimentali , scritto però in russo. Il chimico tedesco Willstätter si era fatto tradurre per uso privato il libro di Twsett e questa traduzione era poi passata nelle mani del suo allievo Kuhn. Nel 1930, ad appena 22 anni, Edgard Lederer era giunto per il suo lavoro di postdottorato sui pigmenti della carota ad Heidelberg nel laboratorio diretto da Kuhn , messo sulla strada giusta dalla lettura di un libro sui carotenoidi dell'americano L.S. Palmer, edito nel 1922, dove si faceva riferimento al volume di Twsett.

La scienza è spesso

influenzata da

avvenimenti casuali: Sorprendentemente, nel 1930

Lederer venne in possesso

della 'traduzione privata‘ del

libro di Tswett e così riprese il

cammino della cromatografia.

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Archer Martin (1910-2002) Richard Synge (1914-1994)

The Nobel Prize in Chemistry 1952 was awarded jointly to Archer John Porter Martin and Richard Laurence Millington Synge

"for their invention of partition chromatography"

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LONGITUDINAL DIFFUSION AND RESISTANCE TO MASSTRANSFER AS CAUSES OF NONIDEALITY IN

CHROMATOGRAPHYJ. J. VAN DEEMTER, F. J. ZUIDERWEG

Koninklijke/Shell-Laboratorium, Amsterdam (N.V. De Bataafsche Petroleum

Maatschappij)

and

A. KLINKENBERG

N. V. De Bataafsche Petroleum Maatschappij, The Hague

(Received 1 February 1956)

Chem. Engng Sci. 5, 271-289, 1956.

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Giddings ha elaborato in maniera esaustiva la teoria dinamica della cromatografia

13J. Calvin Giddings (1930-1996)

R.A. Dewar (1908-1981) I.G. McWilliam (1933) V. Pretorius (1928-1989)

Il rivelatore a ionizzazione di fiamma fu inventato nel 1957 indipendentemente da due gruppi di ricercatori in Australia e Sud Africa

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-James Lovelock (1919,

England), ambientalista e

scienziato, nel 1957 inventa il

rivelatore a cattura di elettroni

Lovelock ritratto nel 2005

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Nel 1957 M.J.E. Golay realizza le colonne capillari di vetro e ne sviluppa la teoria

Marcel Jules Edouard Golay

1902 1989

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Silice chimicamente legata

1970 oggi

New chromatographic

packings for gas and

liquid chromatography

have been prepared

with chemically-

bonded organic

stationary phases…

These new column

packings have non-

extractable, thermally

and hydrolytically

stable, organic coating

J.J. Kirkland1925

Uwe Neuer1948-2010

Capillary high performance liquid chromatogrphy

Ultra high performance liquid chromatogrphy

• James W. Jorgenson

• The 1.5-µm particles

were obtained and packed into

• 30-µm-i.d. fused-silica

capillary columns up to

• 50 cm in length.

• The particles were evaluated by isocratic reversed-phase UHPLC at pressures up to

• 4500 bar

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Basi del procedimento cromatograficoBasi del procedimento cromatografico•Il campione è introdotto nella fase mobile, che può essere un gas, un

liquido o un fluido supercritico.

•La fase mobile, eluente*, viene fatta percolare in continuo attraverso la

fase stazionaria, che deve essere immiscibile nell’eluente.

•La fase stazionaria (liquida o solida) si trova all’interno di una colonna

oppure è supportata su una superficie piana.

•La fase mobile e la fase stazionaria sono scelte in modo che i componenti

della miscela da separare si distribuiscano tra le due fasi

� i componenti più affini alla fase stazionaria passeranno più tempo in

questa fase, quindi si sposteranno più lentamente attraverso il sistema

� i componenti più affini alla fase mobile si sposteranno invece più

velocemente

La separazione dei componenti avviene in quanto ogni sostanza ha una

distribuzione caratteristica tra le due fasi (costante di distribuzione

Kd=Cs/Cm)

*Eluire: In chimica, riportare in soluzione, con opportuno solvente, le sostanze adsorbite da un mezzo adsorbente.

Dal lat. eluĕre ”lavare”

Visualizzazione della separazioneVisualizzazione della separazione

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Ponendo all’uscita della colonna un

rivelatore che misuri il flusso di massa o

la concentrazione del soluto nell’eluato

(cioè la fase mobile che esce dalla

colonna) e riportando il segnale in

funzione del tempo si può ottenere un

cromatogramma

La posizione dei picchi sull’asse dei

tempi, o tempo di ritenzione, serve per

identificare i componenti del campione

L’area sottesa dai picchi è proporzionale

alla quantità o alla concentrazione di

ogni singolo componente e può essere

utilizzata a scopo quantitativo

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ISOTERME DI RIPARTIZIONE

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Picco gaussiano

Forma generale delle isoterme di adsorbimento Stephen Brunauer, Lola S. Deming, W.Edwards Deming, Edward Teller

In ascissa è riportato il rapporto tra la pressione totale e la pressione parziale

dell'adsorbente nel Bulk del fluido, mentre in ordinata è riportata la capacità di

adsorbimento (definita come il rapporto della massa di adsorbato rispetto alla massa di

adsorbente)

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ISOTERME NON LINEARI

Anche nelle isoterme di ripartizioneil range lineare è limitato

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Asimmetry factor

Anche nel caso di isoterma lineare,

il picco non è mai perfettamente

gaussiano. Fenomeni di chanelling

dovuti ad impaccamento non

uniforme, siti attivi residuali e

volumi morti extracolonna

possono alterare più o meno

pesantemente la forma del picco.

Con colonne nuove un Fa

compreso tra 0.9 ed 1.1 è

accettato nelle specifiche del

collaudo. Tale fattore aumenta con

l’uso, specialmente con l’accumulo

di materiale particolato in testa

alla colonna e con la perdita di

disattivazione del supporto.

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PRINCIPI TEORICI DELLA CROMATOGRAFIAPRINCIPI TEORICI DELLA CROMATOGRAFIA

Esempio: separazione di un campione a tre componenti in una colonna chiusa.La fase stazionaria consiste di particelle solide porose contenute all’interno diun tubo lungo e sottile (colonna). Nel passaggio attraverso la colonna ognicomponente X si distribuisce fra la fase stazionaria (s) e la mobile (m):

Xm Xs

A: il campione viene iniettato all’entratadella colonna

B →→→→ C: la fase mobile fa spostare ilcampione attraverso la fase stazionariacon differente velocità di migrazione perle 3 sostanze che hanno Kx differenti.D: le sostanze sono separate

A B C D

Flu

sso

de

l so

lve

nte

m

sX

[X]

[X]K =

Il coefficiente di ripartizione (o di distribuzione) del componente X è

definito come:

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Tempo di ritenzioneTempo di ritenzione

28

Il tempo di ritenzione tR è il tempo che impiega il massimo della concentrazione di un

componente della miscela iniettata ad uscire dalla colonna o, tecnicamente, ad essere

rivelato come picco dal detector. Un tipico cromatogramma per una miscela a due

componenti ha due situazioni diverse:

•• il picco il picco a sinistra rappresenta un a sinistra rappresenta un soluto che soluto che non non ha alcuna interazione con ha alcuna interazione con la fase la fase

stazionaria stazionaria ed esce al cosiddetto ed esce al cosiddetto tempo morto, tempo morto, ttMM

•• il picco il picco a destra rappresenta un a destra rappresenta un soluto che soluto che haha, invece, invece, , interazione con interazione con la fase la fase

stazionaria stazionaria ed esce ed esce al tempo al tempo ttRR > > ttMM

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Un parametro importante che viene usato molto spesso per descrivere la velocità di migrazione dell’analita lungo la colonna è il fattore di capacità, k’.

Due sostanze saranno separabili se presentano valori diversi di k’.

M

SAA

V

VK

mobilefasenellaAdimoliditotalen

astazionarifasenellaAdimoliditotalen'k

⋅=

°

°=

M

MRA

t

tt'k

−=

La selettività quantifica l’entità della separazione fra due specie: riguarda lacapacità di un sistema cromatografico di distinguere fra due componenti ed èdipendente dalla distribuzione relativa delle specie fra la fase mobile e quellastazionaria, con (tR)B> (tR)A. Viene misurato dal fattore di selettività α

MAR

MBR

A

B

t)t(

t)t(

'k

'k

−==α

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poiché CS / CM = KA .

VS / VM = ψ (rapp. di fase); k’A = KA × ψ.

Ma k’ è anche uguale al rapporto tra i

tempi trascorsi nelle

Due fasi, per cui

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Se con Q indichiamo la portata della fase mobile (in inglese “flow rate”), Q =

V/t; t =V/Q; se manteniamo Q= costante e indichiamo il volume di ritenzione

con VR ed il volume di fase mobile con VM, abbiamo

k’= KAxVs=(tR – tM)Q-1 / tM Q-1 = VR - VM / VM = KA × VS / VM

VR - VM = KA × VS; V’R = KA × VS

V’R è detto volume di ritenzione corretto

t’R= tR-tM è detto tempo di ritenzione corretto

Attenzione: Molto spesso nel dialetto di laboratorio si usa flusso per indicare la portata, ciò nasce

probabilmente dalla traduzione letterale dall’inglese di flow rate che da velocità di flusso viene poi abbreviata in

flusso, che in realtà indica in italiano una cosa diversa (volume/superficie

RELAZIONI TERMODINAMICHE

La costante di equilibrio tra le fasi può essere messa

in relazione con la energia libera del processo

(funzione di Gibbs)

log K = - ΔG0/2,3RT

E ricordando la relazione tra K e k’

log k’ = log VS/VM - ΔG0/2,3RT

Log k’ = logψ - ΔH0/2,3RT + ΔS0/2,3R

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log KA = - ΔH0/2,3RT + ΔS0/2,3R

V’R = KA × VS

log V’R = - ΔH0/2,3RT + ΔS0/2,3R – log Vs

Ma anche

Equazione di van’t Hoff

Premio Nobel 1901

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EQUILIBRI CHIMICI SECONDARI

Quando più di un processo contribuisce alla ritenzione, trascurando glieffetti di correlazione, possiamo scrivere:

k’ = Σi ψi Ki = Σi k’i

Se fi e fj sono, rispettivamente, la frazione di soluto in forma i e j si ha:

k’ = fi k’i +fj k’j Es.

AH ↔ A– + H+ ; Ka = [A–] [H+] / [AH] ; f– = [A–] / [AH] + [A–]

Dividendo per [A–] e sost. [HA]/ [A–] con [H+]/ Ka si ha:

f– = 1/{1 + ([H+] / Ka)} ; f = 1- f- =[H+] / Ka

k’ = 1/{1 + ([H+] / Ka)} k’i + ([H+] / Ka) k’j

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Dispersion Forces

• London's dispersion forces arise from charge fluctuations throughout a

molecule resulting from electron/nuclei vibrations.

Ud = 3hν0α2 /4r6

• where (α) is the polarizability of the molecule,

• (ν0) is a characteristic frequency of the molecule,

• (h) is Plank's constant, (h= Jxsec)

• and (r) is the distance between the molecules

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Dipole-Dipole Interactions

• The interaction energy (UP) between two dipolar molecules is

given, to a first approximation, by

• Up =2α2µ2 /r6

• where (α) is the polarizability of the molecule,

• (µ) is the dipole moment of the molecule,

• and (r) is the distance between the molecules.

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Dipole-Induced-Dipole Interactions

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Ionic Forces

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.

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Interazione solutoInterazione soluto--fasifasi

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Le interazioni che si verificano tra le sostanze da separare e le due fasi

(mobile e stazionaria) sono deboli: se così non fosse non ci sarebbe

trattenimento sulla fase stazionaria oppure, al contrario, eluizione. Sono

sfruttate a scopo separativo le seguenti interazioni:

In tutte queste interazioni svolge un ruolo solitamente decisivo la polarità

delle due fasi. Spesso possono essere presenti più tipi di interazione nello

stesso processo cromatografico

•• legami legami idrogenoidrogeno

•• interazioni dipolointerazioni dipolo--dipolodipolo

•• interazioni dipolointerazioni dipolo--dipolo indottodipolo indotto

•• forze di Van der forze di Van der Waals (dipolo indottoWaals (dipolo indotto--dipolo indotto) dipolo indotto)

formazione formazione di composti di interazionedi composti di interazione

•• attrazione attrazione coulombianacoulombiana

•• interazioni stericheinterazioni steriche

Hydrophobic and Hydrophilic

Interactions

• n-heptane and water are immiscible, notbecause water molecules repel n-heptane

molecules, they are immiscible because the forces between two n-heptane molecules and the forces between two water molecules are much greater than the forces between a n-heptane molecule and a water molecule.

Thus, water molecules and n-heptane molecules interact very much more strongly

with themselves than with each other.

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Molecular Forces and Chromatographic Selectivity

• To choose a suitable stationary phase for a

particular separation it is necessary to select a

substance with which the solutes will interact

relatively strongly. If the solutes to be

separated are predominantly dispersive, then

a hydrocarbon-like stationary phase would be

appropriate.

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Chromatogram of the Hydrocarbons Contained in Unleaded Gasoline Using a Dispersive (Non-

polar) Stationary Phase

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Two separations by GC illustrate the different selectivity

that can be obtained by using dispersive or polar stationary

phases

Polyethylene Glycol (polar) Carbopack (dispersive)

IONIC INTERACTION

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Meccanismi Meccanismi della separazionedella separazione

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In base ai tipi di interazione prima descritti possiamo suddividere imeccanismi di separazione impiegati in cromatografia in:

Il meccanismo di esclusione dimensionale è dovuto solo all’ingombro stericoè non prevede interazioni con la fase stazionaria.

•• adsorbimentoadsorbimento

•• ripartizioneripartizione

•• Interazioni solvofobicheInterazioni solvofobiche

•• scambio ionicoscambio ionico

•• affinitàaffinità

•• esclusione dimensionaleesclusione dimensionale

AdsorbimentoAdsorbimentoLa fase stazionaria è un solido di granulometria piccola,impaccato in colonna o steso su un supporto; sulla superficiedei granuli si trovano “siti attivi” che possono stabilire legamideboli (reversibili!) con le molecole della miscela daseparare. Si parla quindi di cromatografia di adsorbimento,che può essere gas-solido o liquido-solido a seconda dellanatura della fase mobile.

AttenzioneAttenzione:: sese lala superficiesuperficie contienecontiene

eterogeneitàeterogeneità geometriche,geometriche, esseesse

possonopossono essereessere sitisiti aa maggioremaggiore

energiaenergia didi interazioneinterazione cheche dannodanno

luogoluogo aa isotermeisoterme nonnon linearilineari..

LaLa cromatografiacromatografia didi adsorbimentoadsorbimento èè

utilizzatautilizzata perper separareseparare sostanzesostanze

neutreneutre polaripolari oo nonnon polari,polari, didi naturanatura

organicaorganica oo inorganicainorganica

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RipartizioneRipartizione

La fase stazionaria è un liquido che impregna un solido granulare

inerte o è ad esso chimicamente legato; in questo liquido le

molecole da separare sono solubili; la fase stazionaria e la fase

mobile devono invece essere immiscibili. Durante l’eluizione le

molecole si ripartiscono dinamicamente tra le due fasi secondo la

diversa solubilità di ognuna. Si parla quindi di

cromatografia di ripartizione

che può essere

gas-liquido o liquido-liquido

a seconda della natura della fase

mobile

Attenzione: Se la fase mobile può

interagire con la fase stazionaria

non si ha meccanismo di ripartizione

Può essere realizzata una cromatografia liquido-liquido?

• In realtà, tale tipo di cromatografia non può essere realizzata nella pratica perché non esistono liquidi totalmente immiscibili:

• Bisogna ancorare stabilmente la fase stazionaria alla superficie del supporto.

• Lo strato legato al supporto non ha le caratteristiche di un liquido, inoltre può essere permeato anche dalle molecole della fase mobile, oltre che dai soluti.

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Scambio ionicoScambio ionico

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La fase stazionaria è costituita da un polimero o da silice

contenente siti attivi ionizzati o ionizzabili, i cui controioni possono

essere scambiati con altri ioni aventi carica dello stesso segno. Il

meccanismo di separazione è basato sulla competizione per i siti di

scambio tra gli ioni presenti nella fase mobile e quelli presenti nel

campione. Si parla di cromatografia di scambio ionico (IEC)

La cromatografia a La cromatografia a

scambio ionico scambio ionico è è

impiegata per la impiegata per la

separazione di separazione di sostanze sostanze

ioniche ioniche o ionizzabilio ionizzabili

AffinitàAffinità

52

In questo caso si utilizzano reazioni di tipo chimico obiochimico, reversibili e molto specifiche, in modo che lemolecole da separare interagiscano con la fase stazionaria esi ottenga così l’eluizione selettiva di alcuni componenti dellamiscela. Si parla di cromatografia di affinità (AFC)

LaLa cromatografiacromatografia didi affinitàaffinità èè

impiegataimpiegata soprattuttosoprattutto nellanella

separazioneseparazione didi molecolemolecole didi

interesseinteresse biochimicobiochimico

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Esclusione Esclusione dimensionaledimensionaleLa fase stazionaria è un solido poroso o un gel. Le molecoledell’analita, disciolte nella fase mobile, penetrano nei pori sele loro dimensioni sono compatibili e vi rimangono per uncerto tempo dipendente dalle dimensioni stesse; le molecolepiù grandi sono invece escluse dai pori ed escono dallacolonna in tempi brevi.

SiSi parlaparla didi cromatografiacromatografia didi esclusioneesclusione

dimensionaledimensionale (SEC)(SEC) concon lele variantivarianti GelGel

permeazionepermeazione perper lala separazioneseparazione didi

sostanzesostanze insolubiliinsolubili inin acquaacqua ee GelGel

filtrazionefiltrazione perper lala separazioneseparazione didi

sostanzesostanze solubilisolubili inin acquaacqua

LaLa tecnicatecnica èè impiegataimpiegata perper lala

separazioneseparazione didi molecolemolecole didi grandigrandi

dimensionidimensioni

CLASSIFICAZIONE DEI METODI CROMATOGRAFICI

Non è più usata

Il meccanismo è complesso

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28

Equilibrio tra le fasi

55

FASE 1

FASE 2

Equilibrio

prima dopo

FASE 1 FASE2

Concentrazione 0 C1

Volume V1 V1

Concentrazione C0 C2

Volume V2 V2

Dc = C1/C2, dove C indica la somma della concentrazione

delle varie forme in cui può essere presente la sostanza che si

ripartisce tra le fasi.

56

p = frazione di soluto nella fase 1 =

q = frazione di soluto nella fase 2 =

C0 V2 = C1 V1+ C2 V2

Dividendo per C2V2 numeratore e

denominatore, poiché C1/C2 = Dc e V1/V2 = Vr

si ha:

p =

q =

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29

57

r=0 r=1 r=2 r=3

n=0

n=1

n=2

n=3

n=4

Le frazioni di soluto nei recipienti dopo l’equilibrio sono i termini individuali dell’espressione (q+p)n

Se indichiamo con (Fr,n) la frazione di soluto contenuta in r dopo n trasferimenti abbiamo:

58

rmax

È possibile dimostrare che, matematicamente

Il calcolo di F mediante l’espressione fattoriale diventa particolarmente lungo

quando n ed r diventano grandi.

Fortunatamente, in queste condizioni, la distribuzione binomiale può essere

approssimata ad una distribuzione normale (gaussiana) che ha la forma:

Per n>24

2

f(x) = Ae−B(x−x0)

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59

Separazione di due soluti (Dc1 =3, Dc2=1/3) per n=25 ed n=100

60

Lyman C. Craig (1906-1974)

A manual version of Lyman C. Craig's CCD machine

designed by Erich Hecker

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TEORIA DEL PIATTOrelazione con la distribuzione in controcorrente

61

In cromatografia sia r che n sono

molto grandi, ma n>> r, per cui

Applicando l’approssimazione di Stirling

62

La frazione di ogni soluto sarà distribuita entro un certo numero di recipienti (piatti

teorici) specificato dalla precedente equazione.

Se vogliamo calcolare la frazione di soluto per rmax (massimo del picco), ricordando

che rmax = np si ha

Consideriamo la situazione in cui il soluto costituito da m moli totali, e la sua

massima concentrazione si trovi in rmax = N, avremo che la quantità totale Q

nel recipiente rmax = N sarà

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63

Il soluto si muove lungo la colonna di N piatti in un tempo =tR (tempo

impiegato dal massimo della concentrazione ad uscire dalla colonna), per cui

la velocità di uscita espressa come piatti/tempo sarà N/tR e la velocità della

massima quantità Smax sarà

64

La quantità m è proporzionale all’area del picco, mentre la velocità

del massimo di concentrazione di uscita (massimo del picco) è

proporzionale alla sua altezza. considerando in prima

approssimazione il picco triangolare ed esprimendo l’altezza in unità

arbitrarie e la base in unità di tempo avremo

e considerando il picco

gaussiano (tw = 4τ), dove τ è la

deviazione standard espressa

in unità di tempo

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Piatti Piatti teoriciteorici

• Per descrivere il processo cromatografico è utilizzata una similitudinederivante dalla teoria della distillazione e dell’estrazione incontrocorrente. Il sistema cromatografico è immaginato simile ad unacolonna di distillazione, cioè composta da una serie di strati sottilichiamati piatti teorici; in ognuno di questi microelementi della colonna sirealizza l’equilibrio di distribuzione del soluto tra fase stazionaria e fasemobile. Lo spostamento del soluto lungo la colonna è dovuto all’azionedinamica della fase mobile

II terminitermini numeronumero didi piattipiatti

teoriciteorici (N)(N) ee altezzaaltezza deldel

piattopiatto (HETP,(HETP, HeightHeight

EquivalentEquivalent toto TheoricTheoric

PlatePlate)) sonosono comunementecomunemente

utilizzatiutilizzati inin cromatografiacromatografia

perper quantificarequantificare lele

prestazioniprestazioni deidei sistemisistemi

cromatograficicromatografici

65

66

1)1) AltezzaAltezza equivalenteequivalente didi piattopiatto teoricoteorico HH

2)2) NumeroNumero didi piattipiatti teoriciteorici NN

LL == lunghezzalunghezza colonnacolonna H

LN=

PiattoPiatto teoricoteorico:: sezionesezione delladella colonnacolonna cheche consenteconsente didi realizzarerealizzare unun equilibrioequilibrio reversibilereversibile

didi ripartizioneripartizione didi unun componentecomponente frafra lele fasifasi.. PoichéPoiché inin cromatografiacromatografia sisi haha unauna sequenzasequenza

continuacontinua didi statistati didi scambioscambio didi materiamateria inin condizionicondizioni didi nonnon--equilibrio,equilibrio, dovutodovuto alal continuocontinuo

fluirefluire delladella fasefase mobile,mobile, NN haha unun significatosignificato puramentepuramente matematicomatematico..

PiùPiù elevatoelevato èè ilil numeronumero didi piattipiatti teorici,teorici, piùpiù grandegrande èè lala probabilitàprobabilità didi unauna separazioneseparazione

(migliore(migliore èè lala capacitàcapacità didi separazioneseparazione delladella colonna)colonna).. NN èè proporzionaleproporzionale allaalla lunghezzalunghezza

delladella colonnacolonna..

L’altezzaL’altezza equivalenteequivalente alal piattopiatto teoricoteorico (H(H == L/NL/N)) consenteconsente didi confrontareconfrontare l’efficienzal’efficienza didi

colonnecolonne didi differentedifferente lunghezzalunghezza..

2

R

W

t16N

= W

2

=

σ

Rt

N

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w½= 2.35σ

LIMITI DELLA TEORIA DEL PIATTO

• K è costante ed indipendente dalla

concentrazione del soluto

• L’equilibrio è rapido rispetto alla velocità della

fase mobile

• Non c’è diffusione longitudinale del soluto

(recipienti con pareti)

• La fase mobile è aggiunta per incrementi e

non in continuo.

68

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69

DI queste assunzioni solo la prima è valida nella

cromatografia analitica ed è mantenuta nella teoria

dinamica che risulta anche essa valida solo per la

cromatografia con isoterma di ripartizione lineare

I piatti nella colonna non esistono, sono una

approssimazione e non una realtà fisica, l’equilibrio non è

istantaneo e la diffusione avviene lungo tutta la colonna,

mentre il passaggio da una fase all’altra avviene senza

che l’equilibrio sia stabilito.

Infine, la larghezza del picco dipende dalla velocità con

cui la fase mobile fluisce lungo la colonna.

LeLe molecolemolecole didi unun analitaanalita nonnon sisi muovonomuovono lungolungo lala colonnacolonna concon lala stessastessa velocitàvelocità:: lala lorolorodispersionedispersione haha generalmentegeneralmente unun profiloprofilo GaussianoGaussiano.. IlIl centrocentro deldel profiloprofilo (banda(banda didieluizione)eluizione) rappresentarappresenta lala velocitàvelocità mediamedia..

70

II fattorifattori cheche provocanoprovocano deviazionideviazioni daldal valorevalore mediomedio sonosono::

1.1. diffusionediffusione longitudinalelongitudinale (diffusione(diffusione delledelle molecolemolecole dalladalla zonazona

aa maggioremaggiore concentrazioneconcentrazione aa quellaquella aa minoreminore inin direzionedirezione

parallelaparallela all’asseall’asse delladella colonnacolonna));;

2.2. percorsipercorsi multiplimultipli;;

3.3. trasferimentotrasferimento didi massamassa tratra fasefase

mobilemobile ee fasefase stazionariastazionaria..

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73

LA TRATTAZIONE FISICA DI QUESTI FENOMENI HA DATO

ORIGINE ALLA

TEORIA

DINAMICA

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TEORIA DINAMICA

σ2 = Σσj2 H = ΣHj

Diffusione longitudinale

σmd = (2γm Dm t)½

Ricordando che *

N = tR 2/σt

2 = L2/ σL2 ; H = L/N = σL

2/L e t/L =1/u

Hmd = 2γm Dm /u ; Hsd = 2k’γs Ds /u

Dove γ è il fattore di ostruzione, D il coefficiente di interdiffusione e u la velocità lineare

76

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MOLTEPLICITA DEI CAMMINI

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Detta anche “eddy diffusion”

Hfed = 2 λ dp

• λ è una misura della non eguaglianza dei flussi

vale solo per le colonne impaccate

TRASFERIMENTO DI MASSAColonne impaccate

Nella fase mobile Hmfd = ω dp2 u/Dm

ω = fattore di impaccamento

dp = diametro delle particelle

Nella fase stazionaria Hsfd = 2/3(2k’/[1+k’]2) (df2/Ds) u

df = spessore del film di fase stazionaria

Colonne tubolari

Nella fase mobile Hmfd = (1+6k’+11k’2)dt2u/96(1+k’)2Dm

dt = diametro del tubo

Nella fase stazionaria la formula è come per le impaccate78

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Equazione di Van DeemterL’equazione che meglio riproduce i dati sperimentali è

la combinazione di tre equazioni che esprimono i

tre fenomeni diffusivi H = A + B/u + Cmu + Cs u

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The concept of reduced plate height (h ) and reduced velocity (ν) was introduced in an attempt to form a basis for the comparison of different columns packed with particles of different diameter.In fact, the reduced plate height merely measures the plate height in units of particle diameters. The reduced plate height is dimensionless.The reduced velocity compares the mobile phase velocity with the velocity of the solute diffusion through the pores of the particle. In fact, the mobile phase velocity is measured in units of the intraparticle diffusion velocity. As the reduced velocity is a ratio of velocities, like the reduced plate height, it also is dimensionless.

It should be noted that the constants ofthe equation were arrived at by a curvefitting procedure and not derived theoretically from a basic dispersion model; as a consequence the Knox equation has limited use in column design. It is, however, extremely valuable in accessing the quality of the packing

L’equazione di Giddings modifica l’equazione di Van Deemter

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Sources of Extra Column Dispersion

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Risoluzione cromatograficaRisoluzione cromatografica

La possibilità di separare due

o più sostanze è descritta dal

parametro detto risoluzione,

che misura la capacità di un

sistema cromatografico di

separare due analiti con

caratteristiche simili:

Se la risoluzione non è

sufficiente (R < 1), i due

picchi non possono essere

quantificati in maniera

corretta

87

[ ]

BABA

ARBR

WW

Z2

WW

)t()t(2R

+

∆=

+

−=

1k

k1N

4

1R

IB

IB

+

α

−α=

EffettoEffetto delladella selettivitàselettività,, dell’efficienzadell’efficienza ee deldel fattorefattore didi capacitàcapacità sullasulla risoluzionerisoluzione

risoluzione scarsarisoluzione scarsa

picchi non separati

buona risoluzione dovuta a buona risoluzione dovuta a buona efficienzabuona efficienza

picchi stretti

buona risoluzione dovuta a buona risoluzione dovuta a buona selettivitàbuona selettività

picchi distanti

risoluzione scarsa risoluzione scarsa dovuta ad dovuta ad un basso fattore un basso fattore di capacitàdi capacità

88

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Risoluzione e separazione

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Capacità di picco

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ELUIZIONE IN GRADIENTE

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