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Page 1: CLISTENE DI SICIONE E DELFI

CLISTENE DI SICIONE E DELFIAuthor(s): MARTA SORDISource: Aevum, Anno 53, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1979), pp. 5-10Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25821869 .

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MARTA SORDI

CLISTENE DI SICIONE E DELFI

La cronolog a degli Ortagoridi di Sicione , come noto, discussa: come per tutte le tirannidi greene e, in particolare, per quella vicina dei Cipselidi di Co

rinto, si tende oggi, anche per i tiranni di Sicione, a preferir la cronolog a bas sa a quella alta. Tenendo conto della notizia di Erodoto (V, 68, 2), secondo eui i nomi offensivi dati da Clistene aile trib doriche di Sicione furono mantenuti

per 60 anni dopo la sua morte, e del fatto che egli era ancora vivo nel 576 o ad dirittura nel 572, al tempo della sua vittoria ol mpica1, si pu collocare tra il 520 e il 510 la caduta della tirannide sicionia. Siccome d'altra parte Aristote

le, sulla base a quanto sembra di un oracolo deifico noto anche a Diodoro (Efo ro), attribuiva la durata di 100 anni alla tirannide degli Ortagoridi 2, si tende a fare iniziare verso il 620 o, al pi tardi, verso il 630, tale tirannide 3.

In realt i 60 anni dopo la morte di Clistene, sommati ai 20 o 30 anni del suo governo su Sicione (egli era tiranno gi al tempo della prima guerra sacra, intorno al 590) e alie due generazioni che lo separavano da Ortagora (Clistene era nipote di Mirone, frat ello di Ortagora), inducono a ritenere cert ament su

periore a 100 anni la durata della tirannide ortagoride 4. L'oracolo deifico, su eui Aristotele avevafondato il suo calc lo, non si era dunque adempiuto: questo induce a pensare che, diversamente da quel che si crede comunemente, l'oraco

1 L. MORETTI, Olympionikai, Roma 1957, p. 70. 2 DIOD. VIII, 24; ARIST. Pol, 5,9,21 (1315 b). Cosi il LIPPOLD, S. V. Sykyon, in RE IIA, col. 2536 ss.

(tra il 630 e il 620). 3 C. Moss , La tyrannie dans la Gr ce antique, Paris 1969, pp. 37 ss. (p. 39, nota 1: tra il 630 e il

610); per la cronolog a alta (655 c.) cfr. H. BERVE, Die Tyrannis ben den Griechen, M nchen 1967, vol. I, p. 27; D. M. LEAHY, in Historia , XVII (1968), pp. 1-23 (che colloca la caduta dei tiranni alla met

del sec lo e non nel 510 c.). Ad mia data intermedia pensa, per l'inizio della tirannide, L. MORETTI, Ricer che salle leghe greche, Roma 1962, p. 66 (che pone la caduta degli Ortagoridi nel 540/535).

4 II nonno di Clistene, Mirone, vinse la quadriga nelle Olimpiadi del 648 (cfr. L. MORETTI, Olympio nikai, cit., p. 69): la partecipazione a queste gare era riservata nelPantichit a personaggi ricchiea mern bri delFaristocrazia (cfr. C. Moss , La tyrannie..., cit., p. 40). La vittoria di Mirone nel 548 pu spiegarsi pero, indipendentemente dalForigine della famiglia che la tradizione dice di bassa estrazione (cfr. infra), con la posizione occupata dal fratello di Mirone, Ortagora, tiranno di Sicione. Clistene vinse la stessa gara nel 576 o nel 572, al termine e non all'mizio della sua carriera di tiranno. La data della vittoria di Mirone sembra presupporre pertanto una data assai phi alta del 548 per l'inizio della tirannide di Ortagora.

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lo fosse ante eventum e non post eventum. In effetti il carattere delToracolo stes

so, fortemente ostile agli Ortagoridi e pieno di disprezzo verso di essi, induce a mio avviso a collocarne la invenzione e la diffusione in un momento in eui lo sca dere dei 100 anni dalTinizio della dinast a era imminente e in eui le parole del dio potevano apparire come la minaccia di una prossima cat strofe per il tiran no che deteneva allora il potere. Ora interessante osservare che nell'oracolo riferito da Diodoro (VIII, 24) la profezia della Pizia ai Sicioni, secondo eui la loro citt sarebbe stata governata con la frusta (uaOTiyovou/yjS^Gsa&at) per 100 anni collegata con il mestiere di Andrea (padre di Ortagora) macellaio

((A ysipo ) dei teori e fustigatore (fxaaTiyoipopcov) al servizio dei magistrati di Sicione, non con quello di Ortagora, fondatore della dinast a. L'int resse per Andrea rivela a mio avviso che la minaccia era rivolta ad un discendente di An drea non di Ortagora: tale era il caso di Clistene, bisnipote di Andrea e apparte nente ad un ramo cadetto rispetto ad Ortagora; i 100 anni preannunciati dal l'oracolo ai discendenti di Andrea, calcolati con il computo arcaico d lie gene razioni, dovevano dunque costituire una minaccia per i rappresentanti della terza generazione dopo Andrea, cio , appunto, per Clistene.

L'oracolo conservato da Diodoro deve essere stato dunque diifuso da Del fi al tempo di Clistene ed in odio a lui.

Questa conclusione non meraviglia in alcun modo: un oracolo di Delfi estre mamente ostile a Clistene riportato inf atti anche da Erodoto V, 67, 3. Inter

pellate dal tiranno a proposito del culto di Adrasto, che in odio ad Argo Cliste ne voleva abolir in Sicione, l'oracolo risp se che Adrasto era il re dei Sicioni, Clistene il lapidatore ("ASpvjcrrov fx v s vat Sixuovtcov paatX a, xe vov S XsiXTTvjpa).

L'oracolo, a causa anche del termine Xeuax^p assai raro in esso usato, ha su

scitato non poche difficolt fra gli antichi e i moderni: mentre la Suda interpreta va il termine come degno di essere lapidato , lo How e lo Wells, nel commen to ad Erodoto, ritenevano l'oracolo una creazione posteriore, suggerita dalla

propaganda spartana contro i tiranni antidori. In effetti il vero problema co stituito dal rapporto fra questo oracolo, ostile a Clistene, e la parte, a favore di Delfi, avuta dal tiranno di Sicione nella prima guerra sacra. Per risolvere il

problema il Parke 5 e il Crahay 6, che ritengono autentico l'oracolo, avanzano

l'ipotesi che esso sia stato provocato dalla irritazione di Delfi per la concorren za che, dopo la vittoria nella guerra sacra, il tiranno fece al santuario fondan do le feste Pitiche a Sicione. Diversamente da questi studiosi il Forrest 7, che al pari di essi ritiene autentico l'oracolo, lo giudica pronunziato prima della guer ra sacra, dopo la quale Clistene si sarebbe riconciliato con Delfi.

Iproblemi posti dal testo erodoteo sono stati nuovamente affrontati, di re

cente, in una nota di A. Mastrocinque 8, che ammette il peggioramento dei rap

5 H. W. PARKE, A history of the Delphic oracle, Oxford 1939, pp. 138-139; cfr. H. W. PARKE - J. BORD MANN, in JRS, LXXVII (1957), p. 282.

6 R. CRAHAY,La litt rature or oculaire chez H rodote, Paris 1956, p. 248. 7 G. FORREST, in BCH, LXXX (1956), pp. 36 s. 8 A. MASTROCINQUE,Ricerche sulla storia greca arcaica, Rend. Ist. Lomb. Sc. e Lett. , CXI (1977),

pp. 167 s.

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CLISTENE DI SICIONE E DELFI 7

porti fra Clistene e Delfi dopo la guerra sacra, spiega con il Pugliese Carratelli

1'ep teto Xsuarqp dato a Clistene con la sua funzione di tiranno 9, oppres sore e lapidatore del pop lo, ed accosta l'offensivo titolo dato dalia Pizia a

Clistene secondo Erodoto con quello dato dalia stessa Pizia a tutta la tirannide

ortagoride come regime della frusta secondo Diodoro VIII, 24. Io credo che il Mastrocinque abbia ragione nell'accostare i due oracoli e ri

tengo che la diffusione al tempo di Clistene dell'oracolo diodoreo, secondo l'ipo tesi da me avanzata, sia un'ulteriore prova dell'ostilit di Delfi, non solo alla ti

rannide in generale, ma al tiranno di Sicione in particolare. Io ritengo per che

questa ostilit non si sia manifestata dopo la guerra sacra, ma nel corso di essa e a causa di essa.

L'idea da eui, impl citamente o esplicitamente, tutti sono partiti finora 10

che Delfi (la citt sacra e l'oracolo) abbia gradito l'intervento anfizionico con

tro i sacrilegi Cirrei: in realt , nonostante il carattere di tardiva rielaborazione che presenta la tradizione a noi giunta sulla prima guerra sacra (le fonti pi an

tiene appartengono al sec lo IV a.C), sono rimaste nella tradizione stessa trac ee preziosissime dell'ostilit con eui Delfi assiste a questa guerra e al primo in

tervento armato delle forze internazionali delTAnfizionia nella sfera del

santuario. Diodoro (IX, 16), che dipende da Eforo, e Pausania (X,37,6), conlievi

varianti, conservano l'oracolo che la Pizia dette agli Anfizioni, preoccupati per il prolungarsi della guerra e perle diffieolt poste dall'assedio di Cirra: Cirra non

sarebbe stata presa finch Anfitrite non avesse lambito con i suoi flutti il san

tuario n. L'oracolo, che ha la caratteristica oscurit degli oracula ante eventum12,

presenta anche i tipici caratteri deWadynaton. In nessun caso, per vie naturali, il mare avrebbe potuto toccare, a pi di 10 chilometri di lontananza e a pi di

500 metri di altezza, Delfi: per salvare la veridicit dell'oracolo si disse pi tar

di che il dio a ve va suggerito agli Anfizioni di cons aerare a lui tutto il territorio di Cirra e che con questo espediente essi presero la citt . Nell'orazione contro

Ctesifonte Eschine (III, 108) ha reso esplicito, riferendo un oracolo mani

polato, questo antico suggerimento e lo stesso autore del Presbeutic s, che pu re utilizza in base alla tradizione particolare coa un oracolo diverso 13, costret

9 G. PuGLiESE CARRATELLI, in Rend. Acc. Arch. Nap. , N.S., XXI (1941), p. 309. A conferma

delFinterpretazione del lapidatore come tiranno il Mastrocinque cita AEL. De nat. an., V, 15, che

presenta Apollodoro, despota di Cassandrea nel 279, come il KacKJocvSpiov XeuCTT^p. 10 G. FORREST, in BCH, LXXX (1956), p. 34, ha creduto di poter cogliere nei versi 532 ss. della Suite

pitica un atteggiamento ostile ai Tessali, agli Ateniesi e ai Sicioni protagonisti della I guerra sacra. Io

credo che nel passo in questione si accenni efifettivamente alla possibilit di una guerra sacra e ai rap

porti fra il clero deifico e gli Anfizioni in una situazione di tal genere: aggiungerei che esso rivela una

certa insofferenza verso TAnfizionia stessa. Questo concorda con la datazione a mio awiso pi probabile della Suite pitica, di poco posteriore alla fondazione della Anfizionia e anteriore alla prima guerra sacra.

(M. SORDI, La lega tessala, Roma 1958, p. 46; cfr. J. DUCAT, in BCH, 1973, p. 63). Il passo prospetta

pero la guerra come una semplice ventualit ed troppo oscuro per permettere un'identificazione dei

responsabili delle violazioni (v. 540/541: nq aiov ITTO . . . pyov . . . pi^). n DiOD. IX, 16 (cfr. PAUS. X, 37, 6): o TCplv T7 a$s 7r X7)o pei^sTS 7t pyov X vxe Tcp v

xev I(JL6> TSfx vei xuavii)7rt8o 'AfxcpiTpirri xupia 7TOTixX rj xeXa8o0v lepflatv n' xra . 12 Non capisco perch H. W. PARKE - D. E. W. WORMELL, The Delphic oracle, vol. II, Oxford 1956,

nr. 18, ritengano l'oracolo post eventum anche se antico. 13 U Presheutic s (pubblicato da H. POMTOW, in Klio , XV (1918), pp. 316 ss.) cita, nella stessa se

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to alla fine del suo racconto, parlando della consacrazione anfizionica della terra

cirrea, ad alludere oscuramente all'oracolo di Apollo 14. Io credo pertanto che Foracolo su Anfitrite sia antichissimo e che esso deb

ba essere considerato uno tra i pochissimi dati autentici a noi giunti sulla prima guerra sacra. proprio questo oracolo autentico a rivelare Postilit dell'Oraco 10 contro gli Anfizioni e il tentativo da esso compiuto di scoraggiare come im

possibile Fimpresa contro Cirra. La t cnica a eui la Pizia ricorre in questa occa sione in effetti la stessa a eui essa ricorrer durante le guerre persiane; ed no to che allora Foracolo, controllato dai Tess ali, era medizzante e mira va con le sue profezie catastrofiche a distogliere i Greci dalia resistenza. L'ambiguo favo re della Pizia per Cirra non deve sorprender : quando la guerra scoppi FAnfi zionia era stata fondata da poco15 e il corpo sacerdotale deifico, a eui era affida to il funzionamento delForacolo e la sistemazione dei responsi, era ancora compo sto dai vecchi elementi che avevano detenuto il controllo delForacolo prima che esso fosse sottoposto alla protezione internazionale anfizionica: in questa si tuazione appare estremamente probabile che molte fossero intorno all'oracolo le simpatie per Cirra, la citt f cese nella eui sfera di interessi aveva fino a quel

momento vissuto il santuario e che molti, tra i sacerdoti e tra gli stessi abitanti di Delfi, vedessero con fastidio e giudicassero estranee ai loro interessi le interfe renze degli Anfizioni nella vita del santuario 16. Insofferenze di questo tipo si ri

produssero tutte le volte che Delfi cambio padrone nel corso della sua storia: 11 caso di Asticrate nel 363/2 un esempio abbastanza significativo 17. Non sap piamo con certezza quali siano state le accuse che gli Anfizioni sollevarono con tro Cirra: ogni fonte o gruppo di fonti tende infatti a rappresentare in modo di verso le colpe dei Cirrei 18 ed probabile d'altra parte che molte delle accuse che ci sono state tramandate rappresentino Panticipazione delle accuse che provo carono le successive guerre sacre.

Tenendo conto della parte avuta da Clistene di Sicione19 nella guerra, pro pendo per ritenere antica l'accusa, riportata da Strabone e da uno scolio, secon do eui Cirra esercitava la pirater a nel golfo di Corinto e danneggiava i traffici con l'ltalia e la Sicilia delle citt della sponda Peloponnesiaca 20; probabile per che un'accusa di questo genere sia stata alla radice dei contrasti reali che det tero origine alla guerra, ma che non sia stata presentata come motivazione for

conda fase della guerra, mentre Passedio di Cirra continuava e gli Anfizioni erano scoraggiati, un ora colo molto diverso, relativo a Nebros e a Chrysos, degli Ascelpiadi di Coo. Alla tradizione di questa fa

miglia appartiene il Presbeutic s, che si presenta appunto come il discorso pronunziato da Tessalo figlio di Ippo crate ad Atene. Le allusioni in esso contenute ai rapporti fra Atene e Coo e fra Atene e i Tessali sembrano collocare il testo intorno al 394 (per una datazione prima della III guerra sacra cfr. H. W. PARKE -

D. E. W. WORMELL, The Delphic oracle, II, nr. 237). 14 Presbeutic s, 21: T< > S vTt a o*<oxe SISOVTS xa r' OTE. 'xpirja

. 15 Per la fondazione delPAnfizionia alla fine del VII sec lo cfr. M. SORDI, La lega tes s ala, cit., pp. 42 ss. 16 Questo fastidio si rileva anche negli ultimi versi della Suite pitica (cfr. supra, nota 10). 17

Syll , 175, cfr. M. SORDI, La fondation du coll ge des naopes, BCH, LXXXI (1957), p. 69. 18 Per le accuse mosse a Cirra cfr. M. SORDI, La prima guerra sacra, Riv. di Filol. class. , XXXI

(1953), p. 321, e nota 1. 19 Cfr. ibid., pp. 339 ss. 20 STRAB. IX, 418, 3/4; Schol. in PIND. Hypoth. Olymp.

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male di una guerra sacra. Il Presbeutic s, che la fonte pi antica di eui noi di

sponiamo per questa storia e che contiene eertamente, al di l della rielabora zione tessalo-coa del IV sec lo 21 un n cleo arcaico, allude in due passi ad un tentativo dei Crisei di rapire il tr pode nell'adito del tempio e alla lapidazione (Xsoa&st ) del personaggio colpevole di questo tentativo 22. L'importanza del

particolare rivelata dal fatto che esso estraneo alla rielaborazione tessalo

coa, che lo presuppone semplicemente come una vicenda ben nota e lo inserisce, evidentemente fuori posto, nella fase finale delPassedio 23.

Il Parke e il Bordmann hanno sostenuto 24, sulla base di un importante pas so di Plinio (iV. H., XXXVI, 4,9), che le statue dedicate a Sicione da Clistene con le prede della guerra contro Cirra rappresentavano la lotta di Eracle e di Apol lo per il tr pode, cio il tentato furto del tr pode da parte di Eracle, e che questa scena, resa celebre nella pittura vascolare e nella scultura greca dal VI sec lo in

poi, rappresentava in realt la prima guerra sacra. Io credo che la leggenda del la lotta per il tr pode sia pi antica degli inizi del VI sec lo e che sia servita a

rappr sentare le lotte per il predominio sui santuario che divisero nel corso del VII sec lo la Grecia centrale e di eui si coglie ancora Feco nello Scudo pseudoe siodeo e nella Suite Pitica 25; ritengo per che il Parke e il Bordmann abbiano

ragione nell'affermare che quella vecchia scena poteva servir a Clistene di Si cione per rappr sentare in modo simb lico l'ultimo e pi grave pericolo corso dal santuario e s vent at o dal suo int er vent o.

Secondo la leggenda Eracle aveva tentato di strappare il tr pode ad Apol lo , di sostituirsi cio ad Apollo a Delfi: questa pero era la versione apollinea del conflitto. Nella versione eraclea , rappresentata dallo Scudo pseudoesio deo e dalia leggenda maliaca, Eracle aveva cercato di proteggere Apollo da Cieno e dai Driopi, dai Tessali, cio , che volevano insediarsi nel suo tempio.

I Crisei che, contro gli Anfizioni insediati nel santuario, avevano tentato di riaffermare il loro predominio su Delfi, rivendicando il loro primitivo diritto alla protezione del tr pode, potevano dunque essere accusati dagli Anfizioni di avere tentato, come Eracle, di rapire il tr pode .

Io credo che l'accusa ricordata nel Presbeutic s possa essere l'accusa for male che dette origine alla prima guerra sacra: il Presbeutic s aggiunge che il Criseo colpevole del tentativo fu lapidato. L'epiteto di lapidatore dato dal ia Pizia ostile a Clistene, acquista a questo punto tutto il significato: Clistene un lapidatore proprio in quanto capo degli Anfizioni e come principale respon sable di una guerra che Foracolo non aveva voluto e che si augurava di veder

21 Per la data del Presbeutic s, cfr. supra, nota 13. 22 Presbeutic s, 13 e 20. 23 E da escludere che un Cirreo potesse tentare di rubare il tr pode dopo che la sua citt era stata

presa e distrutta. 24 N. W. PARKE - J. BORDMANN, in JRS, LXXVII (1957), pp. 278 ss. 25 Per la datazione dello Scudo alla fine del VII sec lo cfr. M. SORDI, La lega tessala, cit., pp. 32 ss.;

P. GUILLON, Le Buclier d'H racl s, Aix en Provence 1963, pp. 13 ss. J. DUCAT, in BCH, 1973, pp. 63 ss., data invece lo Scudo dopo la prima guerra sacra. Per la Suite pitica (databile agli inizi del VII sec lo prima della guerra sacra) cfr. supra, nota 10.

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terminare con la sconfitta anfizionica. Se questa ipotesi esatta Foracolo con tro Clistene deve appartenere al periodo in eui la guerra era in atto e stava pro

lungandosi, non dopo la fine di essa. Dopo la guerra, infatti, Clistene esercit ,

prima direttamente, poi tramite i suoi discendenti, un'influenza profonda sul l'oracolo e sui santuario: lo attestano, da una parte, le costruzioni da lui fatte a

Delfi, prima fra tutte la tholos 26, dalPaltra l'insediamento a Delfi degli Alcmeo nidi esuli da Atene e Pappalto da essi assunto per la ricostruzione del tempio di strutto nel 548. I rapporti fra Clistene e gli Alcmeonidi sono noti: la figlia di Cli

stene, Agariste, spos infatti verso il 570 Megacle (Her. VI, 126 ss.), figlio di

quell'Alcmeone che, secondo gli Hypomnemata di Delfi, era stato il comandan te del contingente ateniese nella prima guerra sacra (Plut. So/., ll) e che, secon do lo stesso Erodoto (VI, 125), appoggi poi gli inviati lidi di Creso presso Fora colo (lld TO XP^erf?1T T0 ^V AsX<pOLCTl GrUpupyjXTOp.).

Non sembra dunque che dopo la guerra sacra Delfi abbia avuto ulteriori

possibilit di attaccare il signore di Sicione: l'epiteto di lapidatore deve ri salire pertanto allo stesso periodo in eui, con Foracolo dell'adyrm on, Delfi ten tava invano di osteggiare la campagna anfizionica. Queste conclusioni possono es sere importanti anche per datare le riforme antiargive di Clistene, il suo rifiuto del culto di Adrasto, il suo accostamento aTebe mediante l'introduzione a Sicione del culto di Melanippo e di Dioniso 27'. Tali iniziative devono essere immediata mente anteriori o contemporanee alla prima guerra sacra. L'episodio d lie noz ze di Agariste ci mostra d'altra parte che, dopo la guerra sacra, il prestigio di Cli stene era al suo colmo e ci rivela che la parentela col tiranno era ambita allora in tutto il mondo greco: colpisce nella lista dei pretendenti la presenza, oltre che del figlio di Alcmeone (che fu poi il prescelto), anche di un nobile tessalo, prove niente da una d lie potenze anfizioniche che con Sicione e con Atene avevano

partecipato con pi accanimento alla guerra contro Cirra. Il prestigio di Cliste ne era un prestigio anfizionico e l'anfizionia controllava oramai saldamente il santuario.

26 Per la tholos e il tesoro dei Sicioni a Delfi cfr. H. BERVE, Die Tyrannis..., I, p. 30; II, p. 534 (con bibliograf a).

27 HER. V, 67. La datazione nel periodo della guerra sacra di questi rapporti fra Sicione e Tebe pu essere illuminante anche sulla posizione di Tebe nel corso della guerra: se Clistene, capo degli Anfizioni, era amico di Tebe, probabile che Tebe stessa si trovasse dalia parte degli Anfizioni.

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