dispensa 2_marketing e gestione 2014-15

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CORSO DI “MARKETING & GESTIONE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI” – AA 2014-2015 PROF. ROBERTO DELLA CASA Dispensa: Struttura, organizzazione e gestione della distribuzione alimentare. Roberto Della Casa Chiara Daltri Università di Bologna, Polo di Forlì

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  • CORSO DI MARKETING & GESTIONE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI AA 2014-2015

    PROF. ROBERTO DELLA CASA

    Dispensa: Struttura, organizzazione e

    gestione della distribuzione alimentare.

    Roberto Della Casa Chiara Daltri

    Universit di Bologna, Polo di Forl

  • Agenda

    1. Levoluzione dellassetto e delle

    strategie distributive a livello

    internazionale

    2. La GDO Italiana fra

    globalizzazione e

    specializzazione: scenari & trend

  • Agenda

    3. Layout, display, visual

    merchandising e retail

    entertainment:

    le principali tendenze

    internazionali

  • 1. Levoluzione dellassetto e delle strategie distributive a

    livello internazionale

  • Formule Organizzative nella GDO in Italia

    Grande Distribuzione

    Succursalista - GD

    Distribuzione

    Organizzata - DO

    Cooperative di Consumo

    Indipendenti

    Discounter

    Unioni Volontarie (UV)

    Gruppi di Acquisto (GDA)

    Tipologia Catene Insegne

  • La Distribuzione Moderna

    Il sistema organizzativo-gestionale della distribuzione

    moderna (GDO - Grande Distribuzione Organizzata) pu

    essere divisa in quattro raggruppamenti:

    1. Grande Distribuzione Succursalistica (GD - un esempio

    di GD costituito da Esselunga) composta da imprese

    commerciali che operano con grandi superfici

    (supermercati e ipermercati di solito) di propriet

    dellimpresa succursale o in franchising.

    2. Cooperative di consumo (Coop Italia l'esempio pi

    lampante), che operano con grandi superfici (anche qui

    supermercati e ipermercati di solito) si propriet dei soci

    della cooperativa. Attualmente sia i soci che i non soci

    possono acquistare nei negozi stessi.

  • 3. Commercio associato o Distribuzione Organizzata (DO - Despar e

    Conad sono esempi di DO). La Distribuzione Organizzata

    composta da grossisti e dettaglianti che tentano di fronteggiare in

    modo efficace la concorrenza esercitata dai negozi delle catene

    della GD. Infatti, cumulando il potere d'acquisto dei vari

    dettaglianti associati, queste forme sono in grado di acquistare a

    condizioni pi convenienti ed hanno quindi la possibilit di offrire

    sul mercato prodotti con prezzi e servizi pi competitivi.

    Unioni Volontarie - promosse da grossisti - (UV - un esempio

    di UV costituito da Despar) sono una forma di integrazione

    verticale, promossa dai grossisti, regolata da uno statuto ed

    evidenziata da un marchio comune, fra uno o pi grossisti e

    commercianti al dettaglio e/o pubblici esercizi i quali, pur

    conservando singolarmente la propria autonomia giuridica e

    patrimoniale, si accordano dal punto di vista operativo al fine di

    organizzare in comune gli acquisti ed alcuni servizi per lo

    sviluppo delle vendite ed il miglioramento della produttivit delle

    singole imprese aderenti.

  • Gruppi di Acquisto - tra dettaglianti - (GdA -

    l'esempio pi caratteristico di GdA Conad)

    sono associazioni, promosse dai dettaglianti, fra

    singoli grossisti e/o fra commercianti al dettaglio

    e/o pubblici esercizi i quali, pur conservando

    singolarmente la propria autonomia giuridica e

    patrimoniale, si accordano dal punto di vista

    operativo al fine di organizzare in comune gli

    acquisti ed alcuni servizi per lo sviluppo delle

    vendite ed il miglioramento della produttivit

    delle singole imprese aderenti.

  • La Distribuzione Moderna

    4. Indipendenti (come il Gruppo di supermercati biologici Natura

    Si) sono distributori simili dal punto di vista organizzativo alla

    GD ma con dimensioni relative pi piccole.

    5. A queste forme organizzative (GD, Cooperative, DO,

    Indipendenti), con la nascita del discount si pu aggiungere

    quella dei discounter. Tale tipologia distributiva, importata

    dalla Germania allinizio degli anni 90 in concomitanza con un

    forte periodo di regressione economica e da questultima

    importata in Italia, caratterizzata da prezzi di vendita dei

    prodotti inferiori anche del 30-50% rispetto alla media dei

    supermercati; prezzi inferiori in funzione non di prodotti

    scadenti ma di una di una differente strategia organizzativa e

    di vendita che prevede il ricorso alla comakership.

  • I discounter_1

    Nella sua forma originaria, quella cosiddetta hard, ha una superficie

    compresa tra i 400 e i 600 mq e tende a limitare al massimo i prezzi

    di vendita in funzione di una minimizzazione spinta dei costi:

    di manodopera;

    numero minimo di addetti in funzione delle attivit da

    svolgere,

    i riassortimenti sugli scaffali vengono effettuati ad inizio

    giornata e non in continuo

    le unit di riassortimento sono date dagli imballaggi e non dal

    singolo prodotto,

    di arredamento, attraverso scaffalatura spartane e illuminazioni

    economiche;

    di assortimento (una sola referenza per famiglia di prodotto e

    assenza di prodotti di marca e freschi.

  • I discounter_2

    Nonostante molte insegne discount siano

    ricollegabili a una delle citate forme

    organizzative, si stanno verificando fenomeni

    di separazione tra l'organizzazione del

    discount e quella delle altre tipologie

    distributive nelle formule multicanale.

    E' il caso, solo per fare un esempio, di Coop

    Italia che ha creato un'organizzazione acquisti

    separata per i suoi discount ad insegna DiCo

    che oggi stata ceduta al gruppo Tuo.

  • I discounter_3

    Per comakership letteralmente fare insieme si

    intende il processo con cui il discounter negozia la

    fornitura di un determinato prodotto. Di norma

    viene scelto un fornitore per categoria

    merceologica, viene successivamente definito il

    prezzo di vendita dei prodotti da proporre in

    funzione del prezzo della marca leader (meno 30-

    50%) e costruito il costo industriale e di

    distribuzione di concerto con il fornitore cos da

    garantire il prezzo di vendita identificato a fronte di

    volumi di acquisto garantiti in rapporto allunicit

    del fornitore.

  • I discounter_4

    Il discount allitaliana rappresentato dallinsegna

    Eurospin ed definibile come soft discount. Si

    caratterizza per:

    Maggiore dimensione del punto vendita (circa 1.000 mq)

    Maggiore ampiezza e profondit assortimentale

    Presenza di tutti i freschi (anche con gestione esterna dei

    reparti)

    Presenza di marche note (Barilla, Ferrero, Nestl, ecc) ma

    con assortimenti non completi e non continuativi

    Vendita assistita sulla gastronomia e minore spartanit

    dellarea di vendita

  • Discount Stores: Global Store

    Numbers, 2004-2014f

    Discount Stores: Global Sales,

    2004-2014f (USD mn)

    f - forecast

    Source: Planet Retail Ltd - www.planetretail.net

    f - forecast

    Source: Planet Retail Ltd - www.planetretail.net

    La crescita del discount

  • I Discounter puntano a migliorare il proprio

    appeal

    Aldi, Lidl, Penny e Leader

    Price (Casino) hanno tutti

    lanciato linee di prodotti

    bio & fairtrade

    Lattuale area di focus

    sul miglioramento delle

    informazioni nutrizionali

    sulla facciata anteriore del

    pack

    Premium Ranges Salute &

    Sostenibilit

    Premi Qualit

    Focus sul Fresco

    Gourmet, Aldi Germany

    Luxury For All, Lidl UK

  • I discounter testano nuove strategie di

    comunicazione per costruire la propria immagine

    Aldi UK TV Advertising conIl famoso chef Phil Vickery

    Lidl Germania TV advertisingTrio di chef famosi

  • LIDL HA CHIUSO TUTTI I DISCOUNT E SI STA

    BUTTANDO SUI SUPERMERCATI DI QUALITA' .http://www.italiafruit.net/DettaglioNews.aspx?IdNews=21410

    CLICCA QUI PER LO SPOT: http://youtu.be/oFFEyW_iDcA

  • La concentrazione molto diversa nei

    diversi paesi europei

  • Monocanalit vs Multicanalit_1

    Alle differenti formule organizzative sono strettamente legati

    i concetti di monocanalit e muticanalit.

    La monocanalit caratterizzata da una struttura composta

    da punti vendita di medio-grande superficie,

    dimensionalmente modulari (multipli) e di propriet di una

    singola impresa. Una struttura con tali caratteristiche

    favorisce la standardizzazione dei volumi e delle variabili in

    gioco e, per questa via, una riduzione della complessit cui

    dover far fronte. La capacit di programmare una buona

    parte delle variabili logistiche esplicitate dai punti vendita e

    la possibilit quindi di progettare una logistica ad-hoc

    influiscono in modo stretto, a parit di altri fattori, sulle

    condizioni di efficacia e di efficienza nello svolgimento della

    funzione stessa. Es. Esselunga.

  • Monocanalit vs Multicanalit_2

    Viceversa la multicanalit caratterizzata da una rete di

    vendita formata da una pluralit di negozi, con dimensioni

    differenti in un intervallo estremamente ampio e che

    mantengono nei confronti del distributore un certo grado di

    autonomia gestionale. Nella multicanalit, quindi, la

    condizione che informa la logistica l'estrema variabilit

    quantitativa e qualitativa (nelle caratteristiche) dei flussi di

    rifornimento da attivare.

    Nel complesso la prima struttura, ossia la monocanalit,

    viene accostata tradizionalmente con la situazione tipica

    della GD (un esempio Iper con gli ipermercati), mentre la

    multicanalit viene accostata tradizionalmente alla DO (un

    esempio Conad con le superette ad insegna Margherita, i

    supermercati ad insegna Conad e gli ipermercati ad insegna

    Leclerc).

  • Monocanalit vs Multicanalit_3

    La multicanalit della rete rappresenta uno dei vantaggi

    competitivi della DO rispetto alla GD, poich permette di

    giungere al consumatore finale con una pluralit di formule

    distributive ed imprenditoriali. E' evidente che l'influenza

    delle variabili sulle funzioni della logistica sia tale da

    determinare uno spostamento verso l'alto del rapporto

    costi/performance. A livello gestionale, la multicanalit

    impone alla distribuzione uno sforzo maggiore rispetto alla

    monocanalit, in quanto dovendo servire punti vendita con

    caratteristiche differenti, necessario adeguare la

    movimentazione in termini di volumi ed assortimenti agli

    standard di ciascuna categoria. Cos facendo evidente che

    si vengono a creare nel flusso della merce ulteriori ostacoli a

    quelli determinati dalla non standardizzazione degli

    imballaggi da trasporto.

  • Store Format

    (tipologie di punti vendita)

  • Le tipologie di vendita

    tradizionali al dettaglio

    superette

    piccoli negozi diprossimit, consuperficie compresa tra200 e 400 mq - destinatutto lo spazioallesposizione

    assortimento costituito dacirca 4.000 - 5.000 referenze

    supermercatosuperficie superiore ai400 mq - superficiemedia oltre i 1.000 mq

    assortimento (circa 10.000referenze) di generialimentari ed una gammalimitata di articoli nonalimentari di uso corrente.

    ipermercatosuperficie di venditasuperiore ai 2.500 mqsuddivisi in food e nonfood

    assortimento di 60-100.000referenze

  • Le nuove tipologie di vendita al dettaglio

    Hard discount

    Generalmente superiore ai

    250 mq collocato nella

    prima periferia dei centri

    urbani

    Meno di 1.000 referenze;

    nessuna marca; solo

    prodotti confezionati

    Soft discountGeneralmente superiore ai

    250 mq collocato nella

    prima periferia dei centri

    urbani

    via italiana al discount in

    termini di assortimento e

    servizio

    Centri

    freschezza

    Superiori ai 300 mq se

    specializzati sono category

    killer

    esercizi in cui i reparti

    freschi arrivano a detenere

    persino il 70% del venduto.

    Es. Meridiana Bologna

    SuperstoreFra ipermercati e

    supermercati: 2500-4000

    mq. Prevalenza alimentare

    affiancano agli alimentari di

    qualit, cancelleria, tessili e

    casalinghi

  • Le nuove tipologie di vendita al dettaglio

    Grandi superfici

    specializzate

    grandi magazzini con area di

    vendita compresa tra 1.000 e

    3.000 mq. Es. Unieuro; Media

    World

    offrono una sola categoria di

    prodotti con un vastissimo

    assortimento

    Convenience store

    negozio di comodit con una

    superficie inferiore a 300 mq.

    Es. Tesco Metro; SainsburysLocal

    assortimento limitato di

    referenze, focus sui prodotti

    pronti, con orario continuato

    (tramezzini; bibite; frutta a

    pezzo)

    Mini supermercati

    presso i benzinai

    (7 Eleven)

    piccole superfici di circa 150

    mq

    assortimento di circa 500

    referenze grocery, ad

    esclusione dei prodotti freschi

    Warehouse Club

    (Sams Club)

    punti vendita di circa 10.000

    mq e oltre, in cui necessario

    essere soci per acquistare

    3.000 - 4.000 fino a 20.000

    referenze, rotazione elevata,

    prezzi bassi, spazi molto

    spartani e con servizi quasi

    inesistenti.

  • Nuove tendenze:

    Temporary

    SHOP

    Punto di vendita

    aperto per un periodo

    di tempo limitato

    solitamente in unarea di gande traffico

    (stazione ferroviaria,

    aeroporto,

    metropolitana, via di

    grande traffico)