dharma di noris cocci

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Dharma Noris Cocci

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Intenso Reportage B/N, North India

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DHARMANoris Cocci

Fotografie/Photo: Noris CocciPromozione/Promotion: F8 projectRelazioni Esterne/External Relation: Stefano Squarcia / Veronica MenconiImpaginazione/Graphic Design: Stardust adv / Cristina Marinozzi

Testi/Texts:© 2007 Fausto Raschiatore© 2007 Mauro Navarra e Angela Bonincontro© 2007 Massimo Rossi - Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e Licia Canigola - Assessora alla Pace e Cooperazione Internazionale© 2007 Messiana Carboni - Presidente Associazione Darma Hospital

Traduzioni/Translations: Antonio Marinelli

Camera Oscura/Darkroom: David FazziniFotoselezione/Scanning: Vaccari Zincografica - ModenaStampa/Printing: Grafiche Damiani - Bologna

ISBN 978-88-6208-011-8

DAMIANI©2007

Damiani EditoreVia Zanardi, 376Tel. +39.051.6350805Fax +39.051.634718840131 Bologna - [email protected]

Printed in Italy, June 2007by Grafiche Damiani, Bologna

© 2007 per le fotografie/photos: Noris Cocci

Tutti i diritti riservati per tutti i paesi

www.f8project.com

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione dei proprietari dei diritti e dell’editore.

No part of this book may be reproduced in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, without permission in writing from the publisher.

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a Marta

in un istante il 23 maggio è nata Emma Tea

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Darma: scopo di vitadi Messiana Carboni - Presidente Associazione Darma Hospital

La missione dell’Associazione Darma Hospital Onlus è incentrata sulla ricerca di un senso nascosto dietro la parola dharma. Il termine indica una sorta di legge della natura, di ordine del cosmo, ma anche della vita sociale e individuale degli esseri umani. La pace interiore è raggiunta se si presta obbedienza a tale legge, in armonia con la Volontà Divina. Pace intesa non semplicemente come assenza di violenza tra individui, ma soprattutto come stato interiore di quiete, tranquillità dell’animo non più oppresso da disturbi, sia fisici che psicologici. Il concetto si traduce in opera e si concretizza: l’Associazione Darma Hospital Onlus ha realizzato il Darma Charitable Hospital, un ospedale caritatevole nell’India del Nord, distretto di Deradhun, regione dell’Uttaranchal Pradesh per fare fronte gratuitamente alle numerose necessità delle popolazioni sul fronte medico e sanitario. In India non esiste una buona assistenza sanitaria gratuita, ci sono soltanto assicurazioni private, i cui premi vanno al di là della portata di milioni di persone che provengono da una classe sociale rurale e povera. Il progetto ha preso corpo in un’area che comprende 27 villaggi, dove vivono circa 45.000 persone.L’ospedale, realizzato in poco più di un anno, è stato inaugurato nel 2005 con un campo medico per bambini; erano operativi gli ambulatori, il pronto soccorso, la farmacia, la sala operatoria e la sala per ostetricia e ginecologia. Da quel momento sono stati effettuati campi medici di chirurgia generale e di chirurgia oculistica con medici e specialisti provenienti dall’Italia. Il laboratorio di analisi ha visto l’ultimazione grazie al contributo della Provincia di Ascoli Piceno, che aveva già provveduto all’acquisto di un’autoambulanza nel primo anno di apertura.Attualmente il reparto di oculistica è quasi terminato. Gli obiettivi da raggiungere per essere più efficienti ed operativi sono ancora molti. Da qui l’idea di un libro fotografico che racconti il Darma e il contesto in cui opera; acquistando una copia del libro, ciascuno può partecipare al completamento dell’ospedale, servizio fondamentale in questa zona dell’India, poiché rappresenta la differenza tra la vita e la morte per decine di migliaia di persone. Grazie di cuore a quanti vorranno aiutarci.

Darma: purpose of life

T h e m i s s i o n o f t h e D a r m a H o s p i t a l A s s o c i a t i o n i s b a s e d o n t h e u n d e r l y i n g s e n s e o f t h e w o r d d h a r m a . D h a r m a i n d i c a t e s a k i n d o f l a w o f n a t u re , a c o s m i c o r d e r, b u t i t a l s o a p p l i e s t o t h e s o c i a l a n d p e r s o n a l l i f e o f h u m a n b e i n g s . I n w a r d p e a c e c a n b e a t t a i n e d b y f o l l o w i n g t h a t l a w a n d a c c e p t i n g t h e D i v i n e W i l l . I n t h i s s e n s e , p e a c e m e a n s n o t o n l y t h e l a c k o f v i o l e n c e b e t w e e n i n d i v i d u a l s , b u t e s p e c i a l l y a n i n n e r s t a t e o f q u i e t n e s s a n d p e a c e o f m i n d , u n d i s t u r b e d b y p h y s i c a l o r p s y c h o l o g i c a l t r o u b l e s . T h e c o n c e p t o f D h a r m a h a s b e e n g i v e n s h a p e i n p ra c t i c a l t e r m s : i n t h e n o r t h e r n I n d i a n re g i o n o f U t t a ra n c h a l P ra d e s h , d i s t r i c t o f D e h ra d u n , t h e D a r m a H o s p i t a l A s s o c i a t i o n h a s b u i l t t h e D a r m a C h a r i t a b l e H o s p i t a l t o p r o v i d e f re e m e d i c a l c a re f o r t h e l o c a l p e o p l e . A g o o d f re e h e a l t h c a re s y s t e m i s l a c k i n g i n I n d i a , a n d p r i v a t e h e a l t h i n s u ra n c e i s e c o n o m i c a l l y i n a c c e s s i b l e f o r m i l l i o n s o f p o o r p e o p l e a n d r u ra l i n h a b i t a n t s . T h e p r o j e c t w a s d e v e l o p e d i n a n a re a c o m p r i s i n g 2 7 v i l l a g e s a n d 4 5 , 0 0 0 p e o p l e .T h e h o s p i t a l w a s b u i l t i n l i t t l e m o re t h a n a y e a r, a n d i n a u g u ra t e d i n 2 0 0 5 w i t h a m e d i c a l c a m p f o r c h i l d re n , u s i n g t h e s u rg e r y f a c i l i t i e s , t h e e m e rg e n c y w a r d , t h e p h a r m a c y, t h e o p e ra t i n g r o o m a n d t h e o b s t e t r i c s /g y n a e c o l o g y r o o m .Fo l l o w i n g t h a t , m e d i c a l c a m p s f o r g e n e ra l s u rg e r y a n d e y e s u rg e r y w e re o rg a n i z e d w i t h I t a l i a n d o c t o r s a n d s p e c i a l i s t s . T h e h o s p i t a l l a b w a s c o m p l e t e d t h a n k s t o c o n t r i b u t i o n s f r o m t h e P r o v i n c e o f A s c o l i P i c e n o , w h i c h h a d a l re a d y p r o v i d e d a n a m b u l a n c e t h e p re v i o u s y e a r.T h e o p h t h a l m o l o g y w a r d i s n o w a l m o s t c o m p l e t e d , b u t m u c h re m a i n s t o b e d o n e f o r t h e h o s p i t a l t o b e c o m e f u l l y e f f i c i e n t . H e n c e t h e i d e a o f a p h o t o g ra p h i c b o o k i l l u s t ra t i n g t h e D a r m a H o s p i t a l a n d i t s a c t i v i t i e s . B y b u y i n g a c o p y o f t h e b o o k , e v e r y o n e c a n p a r t i c i p a t e i n c o m p l e t i n g t h e h o s p i t a l , a f u n d a m e n t a l a s s e t f o r t h i s p a r t o f I n d i a t h a t c a n m e a n t h e d i f f e re n c e b e t w e e n l i f e a n d d e a t h f o r t e n s o f t h o u s a n d s o f p e o p l e . O u r h e a r t f e l t t h a n k s g o o u t t o a l l t h o s e w h o w i l l c o n t r i b u t e t o t h e i n i t i a t i v e .

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Un itinerario tra epoche e sentieridi Fausto Raschiatore

«Pensare all’India è come pensare a un grande contenitore pieno di mille sguardi, mille sorrisi, mille lacrime dove ognuno ha una propria dimensione, un proprio stato d’essere, così come le cose sono, come il Dharma, termine sanscrito che presso le filosofie orientali assume numerosi significati.1 I suoni, i rumori, i profumi si mescolano insieme e creano delle note colorate: tutto questo si trasforma in quella realtà complessa e in continuo movimento dal nome India, realtà che inconsapevolmente si è fermata davanti al mio obiettivo. Di conseguenza, con stupore, chi riflette, come me, per la prima volta quelle atmosfere e quegli sguardi, si pone domande per le quali non sempre riesce ad avere una risposta. A distanza di tempo, riguardando gli istanti bloccati dei frammenti osservati, sento che se non ci fosse il cuore in quella terra non si potrebbe vivere». Così inizia il suo racconto Noris Cocci, autore di questo reportage fotografico, al quale il bianco e nero conferisce una speciale valenza che la stampa esalta e rende più visibile. Le fotografie come interpretazioni del reale! Un “viaggio” all’interno di un territorio dell’India, quello settentrionale, dell’Uttaranchal Pradesh, ai confini del Tibet cinese, per documentare il contesto nel quale opera il Darma Charitable Hospital. È stato stimolante scrivere queste note di presentazione dopo aver ascoltato dal fotografo marchigiano i dettagli dei viaggi, straordinari ed intensi, come traspare dalle parole di Noris Cocci, cultore dell’immagine e dell’immaginario. Una vera e propria esperienza di vita, unica ed irripetibile, che grazie alla fotografia l’autore conserva gelosamente nella propria memoria. «Ho percepito - aggiunge il fotografo - delle sensazioni che oggi, a distanza di alcuni mesi, riguardando le immagini, riassaporo nella stessa dimensione e con eguale intensità emotiva». Odori, colori, suoni, sapori millenari, profumi penetranti e sensuali…

1 M. ALBANESE, G. CELLA, F. ZANCHI, I Chakra. L’universo in noi, Milano, Xenia Edizioni, 1996, pag. 5, Quando si apre il terzo occhio: «Il sub-continente indiano si presenta come un universo composito che ingloba le più svariate tendenze religiose e filosofiche, dall’antichissimo fondo animista alla più raffinata metafisica. Prendendo atto dell’indubbia diversità degli esseri umani, la civiltà indù, lungi dal tentare qualsiasi livellamento o forzato egualitarismo, riconosce la differenza e la organizza nei vari ambiti: in quello sociale con il sistema delle caste, la cui struttura gerarchica impedisce qualsiasi tipo di anarchia, e in quello religioso proponendo una gamma di vie di realizzazione in grado di soddisfare le diverse esigenze spirituali, ribadendo comunque la responsabilità morale dell’individuo, che con le sue scelte e le sue opere è artefice del proprio destino. La diversità nei modi di essere sociali e religiosi è ordinatamente strutturata perché tutto ciò che esiste ha un proprio dharma. Tale vocabolo, di notevole spessore semantico e che assume diverse sfumature a seconda dell’ambito in cui viene impiegato, può essere approssimativamente tradotto con il termine “ordine”, intendendosi con esso l’aderenza di ogni essere e cosa alla sua natura più profonda, alla propria essenza e funzione che lo collocano armoniosamente nel grandioso disegno dell’universo. A livello cosmico il dharma è la legge che ciclicamente permette la genesi, la conservazione e la dissoluzione del mondo; a livello sociale è il sistema gerarchico delle caste; a livello individuale è l’imperativo morale a compiere il dovere che è stato assegnato a ciascuno con quella particolare nascita e collocazione nella società».

A journey along ages and trails

«Thinking about India is l ike thinking about a great container full of a thousand glances, a thousand smiles, a thousand tears, where everyone has his own dimension and way of being, and things are what they are, according to dharma - a Sanskrit word that assumes a number of meanings in Asian philosophies.1 Sounds, noises and smells mix together and make coloured notes: al l this becomes that incredibly complex and perpetually moving entity known as India, where I travelled for some time with my camera. Whoever experiences these atmospheres and glances for the f irst t ime finds himself asking questions that often remain unanswered. Today, months later, as I look over those moments frozen in time, I feel that it would be impossible to l ive there without having a soul». So begins his story Noris Cocci , the author of this photo-report, made even more striking by the use of black and white f i lm. Photography interprets reality. This is a journey through the northern Indian state of Uttaranchal Pradesh, bordering with Chinese Tibet, to report on the environment in which the Darma Charitable Hospital operates. Writing this introduction was stimulating, after l istening to Noris Cocci - a photographer who loves images and imagination - tel l about his extraordinarily intense voyage: an unrepeatable l i fe experience that the author can now share through his photographs. «Looking over these pictures - he says - the initial impact comes back with the same strength». The smells , the colours, the sounds, the sensuous, penetrating perfumes, even the centuries-old f lavours…

1 M. ALBANESE, G. CELLA, F. ZANCHI, I Chakra. L’universo in noi, Milan, Xenia Edizioni, 1996, page 5, When the third eye opens: «The Indian subcontinent is a composite universe that includes different religious and philosophical systems, from ancient animist beliefs to exquisitely refined metaphysics. Acknowledging the undeniable diversities between human beings, the Hindu civilization, far from levelling them or imposing a forced egalitarianism, accepts the differences and organizes them in the various aspects of society: in the social context with the caste system, whose hierarchical structure prevents all forms of anarchy; in the religious context with a variety of ways toward self-realization that can satisfy any spiritual requirement, while at the same time confirming the moral responsibility of the individual, who through his deeds and decisions determines his own destiny. These different ways of being in society and religion are all well-structured, because all that exists must follow its dharma. This word, which has a great semantic significance and assumes different shades of meaning depending on the context to which it applies, can be roughly translated with “order”, understood as the adherence of every being and object to its deepest nature, essence and function, by which it is harmoniously given its proper place in the great fabric of the universe. On the cosmic level, dharma is the law that governs the continuous cycle between the world’s genesis, conservation and dissolution; on the social level, dharma is represented by the caste system; on the personal level, it is the moral imperative to perform the duties that every person is assigned by their conditions of birth and their place in society».

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«Guardare non è solo un atto percettivo: si intreccia con il vissuto, la storia e la memoria dell’uomo dando luogo ad una esperienza complessa, dove non esistono regole e dove vedere significa essere costantemente sorpresi da qualcosa».2 Questa riflessione del saggista e critico d’arte inglese John Berger, è in particolare sintonia con gli scatti realizzati da Noris Cocci, sensibile alle tematiche sociali e antropologiche. E non tanto perché essa riflette un contesto complesso e articolato, quanto perché veicola un messaggio di contenuti che differenzia e caratterizza un mondo straordinario, carico di storia e di storie, singolare, nella forma e nella sostanza, innervato da atmosfere uniche che gli danno fascino e specificità. Contenitore di emozioni e di sensazioni indescrivibili. L’India va vista, osservata ed esplorata da “dentro”, come ha fatto Noris Cocci - viaggiatore per necessità e vocazione - avvolto negli ambienti fantastici di un mondo magico che sembra esistere soprattutto per regalare momenti irripetibili che fanno vivere esperienze umane di particolare intensità emotiva. «Illusione mutevole e inafferrabile - scrive Pietro Tarallo - surreale fata morgana. Specchio delle fantasie, delle contraddizioni, dei sogni, dei desideri, delle cupidigie degli occidentali che vi si sono riflessi per secoli. L’India è, o sembra, un pozzo senza fondo, i cui echi si moltiplicano senza fine».3 L’India è un paese di dimensioni subcontinentali, sesto al mondo per estensione e secondo per popolazione dopo la Cina, appare come un insieme di equilibri instabili. In realtà è un grande paese, con una personalità assolutamente unica, nel quale si trovano territori diversi tra loro nel contesto di un grande “ordine” strutturale. «È bastato - racconta Cocci - lasciare un attimo la strada maestra e seguire un piccolo sentiero per arrivare in un momento in altre epoche». E sentire altre storie, vivere altre dimensioni, ascoltare altri ritmi, percepire altre sensazioni; contesti nuovi, diversi tra loro, per dimensione e visibilità. Come a dire altre culture, altre spiritualità, con quotidianità diverse, sempre comunque autentiche, genuine e spontanee. «L’India – prosegue l’autore - suggerisce tante epoche e un solo tempo. [...] Mi fa riflettere, per esempio, il fascino dei villaggi sopra le nuvole, a tremila metri di quota, ai confini col Nepal e la Cina, dove la vita scorre semplice e silenziosa tra i sentieri della montagna e dove il viaggiatore, che di tanto in tanto sosta per riposarsi e riflettere, appare come una figura affascinante, e viene percepito come il protagonista di un romanzo. È un microcosmo che vive una identità propria, lontano dai rumori del nostro tempo, ancorché collocato in un mondo più ampio connotato dai comportamenti delle nuove generazioni impegnate a gestire la globalizzazione e le nuove tecnologie industriali, creando nuovi miti in contrasto con una storia secolare». L’India è anche questo, un quid che le dona un fascino tutto particolare, enigmatico e misterioso.

2 JOHN BERGER, Sul guardare, Milano, Bruno Mondadori, 2003, IV di copertina.

3 RAGHU RAI, India, Rimini, Idea Libri, 2001, pag. 12, PIETRO TARALLO, Mille e una India.

«Looking is more than an act of perception: it entwines with history and memory, it ’s a complex experience where there are no rules and in which one is constantly surprised by something new».2 This observation by the English essayist and art critic John Berger is particularly relevant to the photos made by Noris Cocci , sensitive to all social and anthropological matters. Not only because they reflect a complex, articulated context, but because they highlight many aspects of an extraordinary world full of stories and history, unique in form and content, whose remarkable atmospheres make it enchanting and distinctive. India is a trove of indescribable feelings and emotions; India must be seen, observed and explored “from inside”. That is precisely what Noris Cocci - a traveller by necessity and by choice - set out to do, immersing himself in a magical world that offers unrepeatable moments and experiences of astonishing emotional depth. «An ever-changing, elusive i l lusion - writes Pietro Tarallo - a surreal mirage, a mirror in which the fantasies, contradictions, dreams, hopes and desires of Western man have been reflected for centuries. India is - or appears to be - a bottomless pit , where echoes reverberate without end».3 India is almost the size of a continent, the sixth by extension and the second by population (after China); it emerges as a sum of unstable balances. Actually it is a great country with a unique personality, where individual states are united by a “structural order”. «Turning off the main road onto a side trail - says Cocci - you often find yourself in another age. You hear different stories, fol low different rhythms, feel different sensations and meet entirely new situations. India - continues the author - presents different ages but only one time. [ . . . ] I was particularly captivated by the vil lages above the clouds, placed at an altitude of 3000 metres. Life f lows simply and quietly along the mountain paths; the traveller occasionally pauses to rest and think it over, l ike a character in a novel . It ’s a world of its own, far from the sound and fury of our times, even though surrounded by a larger world where the new generations try to make the best of globalization and new technologies that contrast with a centuries-old history». India is that too, an unnamed something that makes it uniquely fascinating, enigmatic and full of mystery. India is a world of apparent contradictions, where “the trails” are many - perhaps infinite - but the “main road” is one, the one indicated by history, tradition, customs and legends whose origins are lost in the mists of t ime, the road that runs through past and present, history and innovation, trying to balance the future of a society whose cornerstones are culture and spirituality, knowledge and holiness.

2 JOHN BERGER, Sul guardare, Milan, Bruno Mondadori, 2003, back cover.

3 RAGHU RAI, India, Rimini, Idea Libri, 2001, page 12, PIETRO TARALLO, Mille e una India.

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Un mondo di apparenti contraddizioni, dove “i sentieri” sono tanti, forse infiniti e non tutti individuabili, ma “la strada maestra” è una, quella di sempre, quella segnata dalla storia, dalle tradizioni, dalle consuetudini, dalle leggende, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in un percorso affascinante carico di eventi, storia e contemporaneità, in grado di dare equilibrio e futuro ad una società in cui campeggiano, solenni e maestose, cultura e spiritualità, saperi e sacralità. In India i modi di essere, sociali e religiosi, sono diversi, tutti organizzati e strutturati. È un mondo composito, articolato secondo un’armonia che riconosce e tutela le differenze, nel quale ognuno è arbitro di se stesso, della propria responsabilità morale, e dove ognuno con le sue scelte è artefice del proprio destino. Noris Cocci, attento alle problematiche sociali e sociologiche, ha esplorato con la sua macchina fotografica un’area tra le più popolose e significative della realtà indiana. Egli, che ha osservato e ascoltato il contesto indagato, non ha rappresentato solo il reale, è andato oltre, è riuscito a dare visibilità all’invisibile, che poi è uno dei compiti del fotografo: far “vedere” in lontananza, al di là dell’orizzonte. Nelle sue immagini, legate tra loro da un sottile filo conduttore e un leggero tratteggio ideologico, al reale osservato si aggiunge una connotazione di soggettività, propria ed intima dell’autore, che dà agli scatti il senso dell’osservazione e dell’interpretazione. Noris Cocci penetra nel contesto; dalle sue fotografie traspaiono le atmosfere, si ascoltano i rumori, si vivono le specificità delle realtà interpretate; in esse c’è l’imprinting dell’autore, sotteso ad innervare il lavoro di una particolare configurazione che caratterizza gli spazi osservati. Tra le immagini c’è una studiata relazione, che determina una sequenza coordinata e strutturata che sintetizza e trasmette il “contatto” che momentaneamente ha collegato l’autore col “soggetto” fotografato al momento dello scatto. Quel momento magico, nel quale “la mente, gli occhi e il cuore”, come diceva Henry Cartier-Bresson, si trovano “sulla stessa linea di mira”. Del luogo indagato si percepiscono le essenze intime che evidenziano, immagine dopo immagine, con equilibrio e stile, una trama linguistica tessuta con cura, in un quadro narrativo armonico, nel quale è ben strutturata l’organizzazione compositiva. «Ho cercato di cogliere - conclude Noris Cocci - l’essenza della realtà in una nazione che approda al concetto di economia globale rischiando quella disparità sociale tra chi sarà sempre più ricco e chi conoscerà ancora di più la povertà. Ho tentato di stabilire un contatto di complicità con la realtà cercando ideologicamente di creare i presupposti per essere strumento a disposizione di chi ne avesse bisogno».

The social and religious aspects of Indian society are countless, al l strictly organized and structured. It is a composite, articulated world where diversity is accepted and respected, where everyone is the judge of his own moral responsibil it ies and the maker of his own destiny. Noris Cocci , a close observer of social and sociological issues, has used his camera to explore one of India’s most densely populated and significant areas. Cocci goes beyond reality and delves into the underlying invisible world, which is no less real . That is precisely one of the tasks of a good photographer: to show what is beyond the horizon. His pictures, l inked by a subtle ideological thread, are all personal, enriched by his own interpretation of the situations depicted. Noris Cocci penetrates the context; his photos take you right into their midst, making you feel the atmosphere and hear the sounds; they are imprinted with the author’s personality, clearly discernible in the representation of what he observes. There is a studied relation between these photographs, presented in a coordinated sequence, synthesizing and transmitting the “contact” that ties the photographer and his subject for a moment and forever. That is the magic moment when, in the words of Henri Cartier-Bresson, “the mind, the eyes and the heart” are all “on the same l ine of f ire”. Cocci presents the results of his journey in a harmonic composition of images, arranged with style and balance, that give us the intimate essence of the places he has seen. «I tried to capture - concludes Noris Cocci - the fundamental reality of a country that f inds itself dealing with the issues of global economy and the risks of growing social disparities between the haves and have-nots. I tried to establish a bond of complicity with what I saw, ideologically setting the grounds for becoming an instrument for those who need one».

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Ritorno in Indiadi Mauro Navarra e Angela Bonincontro

L’India. Era nei nostri cuori e nei nostri pensieri da tanti anni. Un viaggio che volevamo fare, che dovevamo fare. Avevamo letto molti libri sulla spiritualità e sulla filosofia indiana e ciò che avevamo letto ci aveva affascinato. Ma il libro galeotto fu Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda. Fummo conquistati dalla sua profondità spirituale. Fu dopo questo libro che sentimmo il dovere di andare. Non ci interessava fare i turisti e neppure le esperienze mistiche. Volevamo “tornare” in India per fare qualcosa per la sua gente. Per restituire una piccola parte del grande tesoro che l’India ci aveva regalato e che ha da sempre lasciato a disposizione di tutti. Insomma ci sentivamo in debito. E così nel dicembre 2005 conoscemmo Messiana ed il suo progetto: il Darma Hospital. Più che un incontro fu un ritrovarsi. Nei suoi occhi, nelle sue parole, nel suo entusiasmo c’erano i nostri desideri di sempre. La sua sincerità e semplicità nell’azione ci colpirono e coinvolsero. Poche parole, ma piccole e grandi cose concrete portate avanti con l’impegno fisico ed economico suo e di quelle persone che, come lei, avevano creduto nel progetto. Portare aiuto là dove serve. Non grandi organizzazioni mondiali, ma persone comuni, normali, insieme per un progetto tangibile. Non perdemmo tempo a parlare di formalità e decidemmo subito la data di partenza. Il 27 marzo 2006 ci ritrovammo nella sala di aspetto dell’aeroporto di Fiumicino; Messiana, Angela, Mauro e Raffaella. Il giorno dopo eravamo in ospedale. Ci hanno accolto mettendoci ghirlande di fiori intorno al collo ed hanno organizzato una piccola festa, come si fa quando si rincontrano dei vecchi amici che non si vedono da tanto tempo. Ci sentivamo circondati da amici. Ci ricordiamo di Baba, un novantenne. Aveva perso la vista ad un occhio ed aveva fatto dieci chilometri a piedi nella giungla per farsi visitare l’altro occhio e per avere un paio di occhiali. Oppure di Nalini; aveva una cataratta che abbiamo operato. Quando è entrata in sala operatoria si è tolta il suo anello dal dito per metterlo nelle nostre mani. - Grazie - ci ha detto. Lei che non possedeva niente ci regalava qualcosa. Per dieci giorni siamo stati con loro, siamo stati dei loro. Abbiamo mangiato e conversato insieme. Per dieci giorni. Il tempo scorreva più lentamente, la vita era meno frenetica, forse più naturale. Una naturale solidarietà tra le persone, una serenità nel vivere la vita accontentandosi di quello che si ha. Una vita che avevamo scordato. Sull’aereo che ci riportava in Italia già pensavamo a quando saremmo tornati. Ci sentivamo frastornati. Eravamo andati per dare qualcosa e tornavamo indietro con più di quello che avevamo dato. Grazie India.

Return to India

India was in our hearts and minds for years. It was a journey that we wanted to make and felt we had to make. We had read a good deal about Indian spirituality and philosophy, and what we read attracted us even more. What finally decided us was a book by Paramahansa Yogananda, Autobiography of a Yogi. We were enthralled by Yogananda’s spiritual depth, and after reading his book we felt that the time had come. We were not interested in going as tourists and neither in seeking mystical experiences. We wanted to “return” to India and do something for the people. We wanted to give something back in exchange for the treasures that India had made available to us and to the whole world. In short, we felt we were in debt. In December 2005 we met Messiana and learned about her project: the Darma Hospital. More than an encounter it was like finding an old friend. The enthusiasm in her eyes and words reflected our own. We were convinced and captivated by her simplicity and sincerity. Not many words, but concrete actions, carried out through physical and economic commitment by herself and the people who believed in her project: bringing help to those who need it. No world-level organization was called in, it was just common people coming together to pursue a tangible project. We lost no time over formalities and decided on the date of departure immediately. On 27 March 2006 we all convened at Rome airport: Messiana, Angela, Mauro and Raffaella. The next day we were at the hospital in India. We were received like old friends, with garlands of flowers and a little welcoming party. We felt surrounded by friends. One person we remember was Baba, an old man of ninety. He had lost his sight in one eye and had walked for ten kilometres in the jungle to have his other eye visited and find a pair of glasses. Then there was Nalini; she suffered from a cataract, which we surgically removed. Upon entering the operating room she took off her ring and handed it to us, saying - “Thank you”. She owned barely anything and yet she was giving us a gift. We stayed with them for ten days; and for ten days we were one of them. We had meals and talked together. For ten days. Time passed slowly and life was less frantic, perhaps more natural. We found a genuine solidarity among the people. We saw how life can be accepted with serenity and how it is possible to be content with what one has: a way of life that we had long forgotten. On our way back to Italy we were already making plans for going back.We were still feeling somewhat stunned. We had gone to give something and we were coming back with more than we had given. Thank you, India.

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Il Darma e la Provincia di Ascoli Piceno di Massimo Rossi - Presidente della Provincia di Ascoli Picenoe Licia Canigola - Assessora alla Pace e Cooperazione Internazionale

La cooperazione e la solidarietà internazionale rappresentano il tentativo da parte degli Stati e della società civile di costruire rapporti ed intessere relazioni importanti con i paesi che hanno bisogno di aiuti, basati sullo scambio reciproco, sulla collaborazione, sulla solidarietà. Questi principi si concretizzano nel sostegno e nel finanziamento di progetti che vogliono migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e renderle partecipi di un cambiamento positivo e sostenibile. Non sempre siamo in grado di verificare quale meccanica mettiamo in moto quando avviamo un progetto di cooperazione, non siamo sempre consapevoli di quale dinamica trasformativa (incidenza), culturale ed economica, attivi il nostro intervento nel contesto sociale in cui andiamo ad operare. Esso inoltre rischia di essere unidirezionale, autoreferenziale, lineare e non circolare come richiede una progettazione condivisa e partecipata; invece, se riusciamo ad avere dei referenti seri ed affidabili, espressione della rete socio-economica e decisionale del paese partner, riusciamo ad accompagnare i processi governandoli in modo equilibrato; arriviamo in un contesto, attiviamo laboratori dentro i quali cominciano a lavorare persone che non erano mai entrate in un indotto produttivo, quindi si inizia a produrre e a vendere, a investire per comprare, a raccogliere richieste specifiche, a progettare e a sviluppare energia creativa, a viaggiare e a confrontarsi con culture diverse, con il mondo; tutto questo va governato, perché non vengano commessi errori irreparabili, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista ambientale.Questo è l’assunto da cui l’Associazione Darma Hospital è partita quando ha iniziato tale impegnativo progetto di cooperazione, che ha permesso che nel distretto di Deradhun, Stato dell’Uttaranchal, venisse realizzato un ospedale che fornisce assistenza gratuita a una popolazione di oltre 40.000 persone distribuite in 27 villaggi privi di qualsiasi forma di assistenza sanitaria e di altri fondamentali servizi primari. Il Darma Charitable Hospital, costruito grazie alla tenacia di poche persone, oggi è una struttura di due piani con una superficie complessiva di circa 1.000 mq. Questa Provincia, nel marzo 2005, ha scelto di partecipare attivamente al progetto di cooperazione internazionale e ha stanziato una prima somma per l’acquisto di una autoambulanza che attualmente è in servizio attivo presso l’Ospedale. Dopo circa un anno, nell’ambito del programma annuale di sostegno alla cooperazione allo sviluppo per l’anno 2006, abbiamo contribuito all’acquisto di attrezzatura per il laboratorio di analisi ad uso interno del Darma Charitable Hospital. Infine, all’inizio del 2007, dietro specifico invito dell’Associazione Darma Hospital Onlus ad assumere un ruolo di sostegno a favore dell’iniziativa,

Darma and the Province of Ascoli Piceno

Internat ional cooperat ion and so l idar i ty can be seen as at tempts made by States and c iv i l soc ie ty to es tab l i sh meaningfu l re lat ions wi th countr ies in need o f he lp , based on mutual exchanges , co l laborat ion and so l idar i ty. These pr inc ip les f ind appl icat ion in support ing and f inancing pro jects a imed at improving the l i f e o f people and he lp ing them take part in susta inable deve lopment .I t i s not a lways poss ib le to foresee what mechanisms are s tarted when launching a cooperat ion pro ject , and what cu l tura l and economic dynamics the pro ject may tr igger in the loca l soc ia l context . Pro jects can turn out to be unid irect ional , se l f - re ferent ia l and l inear instead o f c i rcu lar, as would be required by shared , part ic ipated pro jects .But i f , a t the o ther end , there are inte l l igent , re l iab le persons provided by the country ’ s soc ioeconomic network and dec i s ion-making es tab l i shment , internat ional cooperat ion can be bet ter guided and ba lanced to f i t the loca l requirements . Fore igners arr ive in an es tab l i shed context and set up occupat ional poss ib i l i t i es for people who have never exper ienced a regular product ion system, manufactur ing and sa les get organized , people invest in purchases and spec i f i c requests s tart f lowing in , whi le the community l earns to deve lop creat ive energ ies , to t rave l and meet new cul tures - a l l th i s needs to be care fu l ly p lanned , in order to avo id i rreparable mistakes that can a f fect the soc ie ty and the environment .And a l l th i s was duly cons idered by the Darma Hospi ta l Assoc iat ion when p lanning the construct ion o f a hospi ta l in the Deradhun d is tr ic t o f the State o f Uttaranchal , o f fer ing f ree medica l ass i s tance to more than 40 ,000 people in 27 v i l lages that lacked a l l hea l th care and other bas ic serv ices . The Darma Charitable Hospital , made poss ib le by the perseverance o f a smal l number o f people , i s now a two-storey s tructure wi th a tota l area o f 1000 square metres . In March , 2005 the Province o f Asco l i P iceno dec ided to get act ive ly invo lved in the pro ject and f inanced the purchase o f an ambulance , which i s current ly in use at the Darma Hospi ta l .The fo l lowing year we contr ibuted by buying equipment for the hospi ta l laboratory. In ear ly 2007 , requested by the Darma Hospi ta l Assoc iat ion to assume an act ive ro le in support ing the pro ject (which i s a l so f inanced by the funds ra i sed by the t radi t ional so l idar i ty auct ion Let ’s Help Peace ) , the Prov ince granted a further contr ibut ion a imed at he lp ing the hospi ta l se t up a funct ional chemica l laboratory, indicated as a pr ior i ty by the hea l th workers on s i te .Thanks to the se in i t iat ives , the pro ject has grown and i s now a lmost se l f -

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susta in ing . In addi t ion to rece iv ing he lp f rom I ta ly, the Darma Hospi ta l has become, for a l l pract ica l purposes , a co l l ege a f f i l ia ted wi th Garhwal Univers i ty.As such i t can count on the fees pa id by the s tudents fo l lowing postgraduate courses in medica l patho logy, phys iotherapy and microbio logy ( three years o f s tudy and s ix months for internship) . In Ju ly reg is trat ions wi l l open for 20 new s tudents and the courses wi l l s tart in September. In t ime , th i s income wi l l he lp make the pro ject economica l ly susta inable .We wi l l cont inue to support th i s deserv ing in i t iat ive together wi th the Assoc iat ion that runs the pro ject and with the hea l th operators on s i te , so that the Darma Hospi ta l can cont inue to prov ide much-needed medica l care to the reg ion .

nel quadro delle attività di Cooperazione Internazionale che l’Ente porta avanti anche grazie ai fondi acquisiti con la tradizionale Asta di Solidarietà Aiutiamo la Pace, questo Assessorato Provinciale ha stanziato un ulteriore contributo a favore dell’ospedale indiano, fornendo una concreta risposta alla necessità di allestire un laboratorio di analisi chimica di base, indicato come una priorità dagli operatori sanitari in loco.Grazie a tali investimenti l’iniziativa è andata crescendo nel tempo e ha raggiunto una notevole autosufficienza, poiché, oltre agli aiuti dall’Italia, adesso il Darma Hospital è a tutti gli effetti un college affiliato alla Garhwal University e può contare anche sulle entrate derivanti dalle rette che gli studenti universitari pagano per la partecipazione ai corsi di specializzazione di formazione e di patologia medica, fisioterapia e microbiologia, della durata di tre anni, con sei mesi di stage. A luglio sono aperte le iscrizioni per i nuovi corsi che ripartiranno a settembre, in cui si prevede l’ingresso di altri 20 inscritti. Questo renderà sostenibile nel tempo a livello economico tale struttura.Per il futuro vogliamo continuare a sostenere questa meritoria iniziativa, in sintonia e in sinergia con l’Associazione che gestisce il progetto e con gli operatori sanitari impegnati in loco, perché il Darma Hospital sta alleviando i gravi bisogni sanitari degli indiani residenti in quell’area geografica.

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BiografiaNoris Cocci

Nasce a Sant’Elpidio a Mare il 21 Giugno 1977, si avvicina alla fotografia fin dall’adolescenza, mostrando curiosità per l’immagine e per l’immaginario.

Dopo gli studi inizia ad occuparsi di comunicazione come art director in un’agenzia pubblicitaria, contemporaneamente svolge l’attività fotografica legata a tematiche di analisi sociale e antropologica; nel 2000 realizza la mostra Tratticontratti, viaggio attraverso i tratti somatici europei (Spagna, Francia, Italia, Malta, Ungheria, Croazia, Germania, Austria, Olanda, Belgio).

Viaggiatore per necessità e per vocazione, dal 2003 intensifica la produzione fotografica, ritrae il mondo del lavoro, e realizza il reportage sulla Delocalizzazione del lavoro in Cina, per un’agenzia fotografica, documentando gli investimenti delle imprese italiane nei nuovi mercati produttivi asiatici. Nello stesso anno viene selezionato al concorso nazionale Aldo Nascinben, giuria Italo Zannier e, l’anno successivo, al concorso nazionale Cultura del mare, Lanciano. Rimane sempre fervido il suo interesse fotografico per le feste e le manifestazioni culturali, delle quali continua ad occuparsi.

Nel 2005 approfondisce la ricerca e l’analisi della cultura nomade e realizza un racconto fotografico in Libia per un’agenzia, in collaborazione con L’Istituto di Cultura Italiano a Tripoli. Nel frattempo, attraverso il reportage Il treno bianco - Viaggio di fede LOURDES (Unitalsi), documenta il rapporto tra volontari e malati.

È del 2006 il reportage in India in collaborazione con l’Associazione Darma Hospital.

Biography

Noris Cocci was born in Sant’Elpidio a Mare on 21 June 1977. He was drawn to photography when still very young, attracted by the magic of images and imagination.

After completing his studies he started to work in the field of communication as art director for an advertising agency. At the same time he continued to pursue his photographic interests, focussing especially on social and anthropological issues. In 2000 he organized an exhibition called Tratticontratti, a study on the facial features of European people (Spain, France, Italy, Malta, Hungary, Croatia, Germany, Austria, The Netherlands and Belgium).

A traveller by necessity and by choice, Cocci increased his photographic output from 2003, exploring the world of work and producing a reportage on Outsourcing in China for a photo agency. The report documented the investments made by Italian industries in Asia’s booming production markets. That same year he was selected at the Aldo Nascimben national photo contest (with Italo Zannier in the jury), and the year after at a national contest held in Lanciano, Cultures of the Sea. Cocci retains a special interest for photographing festivities and cultural events.

In 2005 he directed his attention at nomadic cultures and visited Libya, where he produced a photo-report in cooperation with the Institute of Italian Culture in Tripoli. His next work looked at the relations between voluntary carers and the ill, with the reportage The White Train - Voyage of Faith LOURDES.

In 2006 he collected material in India for a photo-report, with the cooperation of the Darma Hospital Association.

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Associazione Darma Hospital OnlusVia Gran Sasso n° 5, Grottammare (AP)

E mail: [email protected]

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