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Storie di medicina Co Promotion Stranezze IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA MAGGIO-GIUGNO 2010 Sinergia Istantanea

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Stranezze Storie di medicina IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA MAGGIO-GIUGNO 2010

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Page 1: DEPAL NEWS GIU D

Storie di medicinaCo Promotion

Stranezze

I L P E R I O D I C O S C R I T T O T U T T I I G I O R N I D A L L A T U A S Q U A D R A

MAGGIO-GIUGNO 2010

Sinergia Istantanea

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STORIE di MEDICINAL’era industriale e la sintesiin forma pura dei principi psicoattivi

L’oppiomania divenne un grave problema nel-l’Europa dell’Ottocento e molti intellettuali denunciarono i pericoli derivanti dall’uso del succo di papavero. Ne i paradisi artificiali , ad esempio, Baudelaire scriveva: “quanti cercano il paradiso con l’oppio si costruiscono un infer-no, lo preparano, lo scavano con un successo la cui previsione forse li spaventerebbe”

Questa condizione doveva

mutare con l’avviarsi della Ri-

voluzione industriale, quan-

do l’oppio, ormai prodotto

in larga scala, diveniva una

merce acquistabile a bas-

so prezzo. In Inghilterra,

ad esempio, l’oppio veniva

venduto a prezzi dalle cinque

alle dieci volte piu’ bassi di quelli

della birra e dell’alcool. Gli inglesi dispo-

nevano delle enormi piantagioni d’oppio dell’India, la

cui produzione, data la quantita’ e dato il basso costo

della manodopera, poteva essere commercializzata a

prezzi estremamente concorrenziali. La grande disponi-

bilita’ d’oppio a basso prezzo determinava, soprattutto

nella classe operaia, l’instaurarsi di un’epidemia d’abuso

ancora piu’ grave di quella dell’alcoolismo. Gli interessi

commerciali e l’avvio della produzione di farmaci a li-

vello industriale favorirono allo stesso tempo un’impres-

sionante proliferazione di rimedi a base d’oppio, larga-

mente pubblicizzati e distribuiti capillarmente. Sciroppi,

cordiali e polveri dai nomi familiari ed accattivanti (lo

sciroppo dolce della signora Winslow, l’elisir all’oppio di

McMunn, il Cordiale Godfrey, lo Cherry di Ayer e così via)

e dalle confezioni appariscenti venivano reclamizzati su

giornali e riviste, venduti per posta o direttamente dai

medici, mentre nelle farmacie i preparati a base d’op-

pio rappresentavano il prodotto più acquistato. Questa

convergenza di interessi determinava quindi una rapi-

da estensione del consumo dell’oppio e dei suoi derivati

anche ai ceti sociali privilegiati. Negli Stati Uniti l’oppio

diventava una sostanza d’abuso tipica della borghesia e

soprattutto del sesso femminile. Stime ufficiali dell’Am-

ministrazione Sanitaria della confederazione americana

indicavano un rapporto variabile da uno a venti a uno a

cento tra individui dipendenti da oppioidi e popolazione

totale, laddove oggi tale rapporto negli Stati Uniti va da

uno a duecento a uno a cinquecento.

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L’abitudine di fare uso dell’oppio si diffuse anche tra gli intellettuali e tra i letterati, soprattutto inglesi: George Byron, Percy Shelley, Walter Scott, John Keats, Wilkie Collins e Charles Dickens facevano ricor-so, saltuario o sistematico, al laudano per curare i mal di capo, l’insonnia, l’ansia. I casi più famosi però sono quelli di Samuel T. Coleridge e soprattutto di Thomas De Quincey. Quest’ultimo ci ha lasciato un mi-rabile racconto autobiografico della sua esperienza di tossicomane, Le confessioni di un mangiatore d’oppio. Anche la cultu-ra francese produsse originali posizioni sul problema dell’oppiomania (fig.1), come quelle illustrate da Honorè de Balzac nel racconto Massimilla Doni e quelle discusse da Charles Baudelaire nei famosi saggi rac-colti ne I paradisi artificiali. L’oppiomania della Rivoluzione industriale e’ un esempio eloquente di come sia l’offerta delle dro-ghe a creare la domanda, e non viceversa. La facile disponibilità di tale droga, sia in termini di diffusione al minuto che in ter-mini di prezzo, contribuì in maniera deter-minante all’origine dell’epidemia d’abuso del secolo scorso.

Fumeria d’oppio nella Parigi dell’800

a cura di: Sergio Papadia

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Durante la guerra di secessione americana (1861-1865) e con il conflitto franco-prussiano (1870-1871) decine di migliaia di militari divenne-ro assuefatti alla morfina, tanto che la dipenden-za a questa droga venne significativamente chia-mata “malattia del soldato”. Gli ufficiali medici avevano purtroppo imparato a somministrare la morfina non soltanto come anestetico per le ope-razioni sui soldati feriti, ma anche per dare sollievo ai più piccoli malanni fisici e al disagio psicologico provocato dalla tensioni delle battaglie. La guerra franco-prussiana diffondeva la pratica della morfina anche tra lo stato maggiore dell’esercito tedesco e quindi tra le classi più agiate del Secondo Reich, sino al cuore dell’intellighenzia. Il musicista ufficiale del regime, Richard Wagner, e l’artefice dell’unifica-zione nazionale, paladino del militarismo prussiano e cancelliere del Reich Otto von Bismarck, erano consumatori abituali di morfina.

Nel 1853, Alexander Wood inventava la siringa ipodermica, rendendo così possibile l’assunzione di droghe in forma pura direttamente nel circolo sanguigno. Si determinava così una svolta radicale nel rapporto tra l’uomo e le droghe, in quanto l’iniezione endovena aumenta in modo drammatico l’azione delle droghe sul cervello. Il successo dell’accoppiata mor-fina-siringa diveniva ben presto tale che su di essa cominciava a svilupparsi una terapeutica dalla casistica praticamente sterminata. La morfina non era soltanto un rimedio alle patologie organiche, ma diventava anche un farmaco per le malattie sociali. L’alcaloide dell’oppio doveva servire, secondo teo-rie mediche accreditate nella s conda metà dell’Ottocento, a sconfiggere la piaga dell’alcolismo e a risolvere così tutti i problemi sociali conseguenti a tale abuso. Non si doveva atten-dere molto per assistere alle prime tragiche dimostrazioni della pericolosità dell’uso irrazionale della morfina iniettabile.

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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La grande diffusione dell’uso dell’oppio nella società di quel periodo, infine, rendeva il dominio della nor-malità sociale molto diverso da quello che vige nella cultura attuale. La gente considerava l’uso dell’oppio e l’oppiomania come comportamenti non devianti e i governi continuavano a sancire la piena legittimità di tali abitudini. La grave epidemia d’abuso dell’oppio dell’Ottocento trasformava la produzione e il commercio di tale sostanza in un colossale affare. Ciò e’ testimoniato eloquentemente dal fatto che proprio in quegli anni l’Inghilterra si decideva a scatenare una guerra contro la Cina per costringerla a ripristinare la legalita’ dell’op-pio revocata nel lontano 1729 dall’imperatore Yung Chiang.L’espandersi dell’uso dell’oppio incitò a nuovi studi sulla sostanza. Nel 1804, Armand Séquin isolava per la prima volta il costituente fondamentale di tale droga, chiamandolo morfina, in onore a Morfeo, dio greco del sonno e dei sogni. Un anno più tardi Wilhelm Setürner, un giovane speziale tedesco di soli vent’anni, metteva a punto un efficace ed economico metodo di isolamento e produzione della morfina.

La morfinomaneEugene Grasset, Cromolitografia, 1897.Biblioteca Jacques Doucet, Parigi

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La moda della morfina si radicava anche in Francia, soprattutto tra i ceti me-

dio alti. Il derivato dell’oppio faceva adepti tra intellettuali, scienziati, uo-

mini di stato. Il generale Georges Boulanger, ministro della guerra nella

Terza Repubblica francese e capo del movimento nazionalista e autori-

tario del boulangismo, era stato visto varie volte iniettarsi morfina in

pubblico. Guy de Maupassant usava la morfina a scopo voluttuario e

per stimolare la creativita’. Negli ultimi anni della sua vita, il grande

neuropatologo e maestro di Sigmund Freud, Jean-Martin Charcot,

si iniettava una dose di morfina al giorno per trovare sollievo da

una lombaggine cronica. Jules Verne (Fig. 4) ricorreva alla morfina

per ridurre il dolore che gli provocava una pallottola conficcata nel pie-

de che non poteva estrarre a causa del diabete che lo affliggeva. Jules Verne

Tra fine Ottocento e inizio Novecento, la morfina assurgeva a simbolo caratterizzante la cerchia eli-taria di esteti e raffinati decadenti e per estensione degli intellettuali in genere. Si fabbricavano astuc-ci d’argento ornati da emblemi, incisioni, stemmi e iniziali di famiglia, contenenti il necessaire per la somministrazione della droga: una siringa d’oro ed un grazioso flacone di vetro intarsiato. I morfino-mani della buona società si regalavano l’un l’altro questi preziosi strumenti scegliendoli con grande

Occorreva pertanto trovare un farmaco pari-menti efficace contro il dolore, che non pro-vocasse pero’ la dipendenza. Questa ricerca rappresentava un nuovo colossale affare com-merciale e le maggiori industrie chimico-far-maceutiche dell’epoca investirono su di essa ingenti quantità di denaro. Nel 1898, la Bayer annunciava al mondo di essere finalmente pronta a commercializzare questo farmaco miracoloso. Il lancio del nuovo prodotto ve-niva preparato con una massiccia e capillare campagna pubblicitaria. Foglie ti illustrativi, depliant e campioni gratuiti della sostanza vennero inviati praticamente a tutti i medici e a tutte le farmacie dei paesi industrializzati. «Contro tutti i dolori, sedativa della tosse, per

la cura dei tossicomani», cosi’ recitava il foglietto inviato con il campione. Era la diacetilmorfina, il cui nome commerciale, Eroina, derivava dalla parola tedesca heroisch, energico, eroico, che più caratte-rizzava, secondo la Bayer, questo farmaco potente e apparentemente privo di controindicazioni.

cura ed attenzione. Non era difficile incontrare nei caffé, al teatro, negli angoli dei salotti alla moda, dame e signori del bel mondo che si iniettavano con fare disinvolto la morfina in una coscia, anche attra-verso gli indumenti.Così, la «medicina di Dio» si era rivelata essere anche un potenziale veleno, il germe portatore di una del-le più gravi epimedie della storia moderna, la causa scatenante di una piaga sociale apparentemente in-sanabile.

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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E’ nato prima l’uo-mo o le malattie? Certamente le-malattie. Infatti, prima ancora che

l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra i

processi patologici aggredivano molti esseri viventi. Probabilmente molte specie animali si sono estinte proprio a causa di malattie intercorrenti e –forse- a causa di alcune “alterazioni genetiche” si è arrivati agli esseri viventi dei giorni nostri. Attraverso alcuni reperti preistorici siamo oggi in grado di diagno-sticare un gran numero di malattie o lesioni. Nei resti fossili di un rettile dell’era Paleozoica è stato ritrovato il più antico callo osseo e molte delle ossa di dinosauri hanno permesso di identificare vere e proprie lesioni artritiche. Anche nell’uomo preisto-rico è stato possibile riscontrare varie forme mor-bose, molte delle quali sulla base del rilevamento autoptica osseo. Infatti molte ossa di ominidi sono risultate decalcificate, ispessite o eccessivamente cresciute, tutte indicative di specifiche malattie si-stemiche. Alcuni dei segni di danno osseo (osteo-malacia) reperiti su antichissimi reperti hanno permesso di diagnosticare stati di denutrizione. Molti fossili di denti hanno permesso di evidenziare ascessi dentari e piorrea.

Nelle antiche mummie egizie sono stati rilevati se-gni di infezioni, arteriosclerosi e calcolosi delle vie urinarie. Inoltre sono stati ritrovati fossili di polline di giglio dell’epoca dell’homo sapiens; segno che egli abbia sofferto di allergie ?Ma come si difendevano gli uomini preistorici dagli eventi morbosi? Il ritrovamento di molte ossa fossili con fratture riossificate depone a favore della tesi secondo la quale gli ominidi avevano imparato –istintivamente- a tener fermo l’arto fratturato, non solo per avvertire meno dolore, ma anche perché a distanza di qualche “luna” ottenevano la “restitu-tio ad funtionem” e senza alcun ausilio radiologico! Dal punto di vista curativo, molto probabilmente, i primitivi si affidarono alle cure istintive: mamma sapiens non faceva che ripetere ai suoi cuccioli di non toccare il fuoco, di non pungersi con certe piante, di non farsi mordere dai serpenti, di non ba-gnarsi troppo a lungo nelle acque gelide e di non mangiare la carne “cruda”.

Questi erano i primi tentativi di una medicina pre-ventiva, ma quando la malattia era già manifesta ed i sintomi incombevano si ricorreva con molta probabilità a rimedi soprannaturali. Infatti, gli stu-diosi propongono una teoria secondo la quale la guarigione era propiziata da riti magici. Del resto

molte tribù più recenti ricorrevano ancora ai riti magici tenuti dal sacerdote (uomo vicino alle divini-tà soprannaturali), dall’uomo della medicina (degli Indiani d’America), dallo sciamano (degli Esquime-si), dallo stregone (delle tribù del Congo). Essi si avvalevano di strumenti, come maschere, bambole, amuleti vari, tutti frutto di ritrovamenti di incom-mensurabile valore antropologico.Da una medicina istintiva si passa dunque ad una medicina sacerdotale, ove il singolo malato affida la responsabilità della guarigione ad altra persona esperta. Il “guaritore” diventa intermediario tra le forze demoniache (o le divinità) ed il malato. Solo più tardi si passerà ad una medicina empirica ove il guaritore, osservando i fenomeni patologici, inizia a ricercarne la causa per eliminarla. In questa fase iniziarono probabilmente i primi tentativi di tera-pia con erbe che solo più tardi scopriremo essere dotate di azioni farmacologiche ben precise.In questa fase si tentarono anche i primi inter-venti chirurgici, come dimostrato dai reperti di crani trapanati risalenti all’età Neolitica. Tuttavia, non è possibile stabilire se il foro chirurgico fos-se stato praticato prima o dopo la morte, né se il paziente avesse dato il consenso informato alla pratica neurochirurgica a “cielo aperto”. Sarà in-teressante osservare come nei vari continenti si sia sviluppata una diversa pratica medica e che molte delle acquisizioni dell’arte medica si sono tramandate con la parola, visto che il più antico documento di medicina oggi reperito consiste in un frammento di tavoletta di creta ritrovato in Mesopotamia ed attualmente conservato al museo di Baghdab.Anche nel campo dell’ostetricia si hanno certezze di una intensa attività medica; probabilmente già le nostre antenate partorienti avevano organizzato un’assistenza pre e peri partum e non a caso molti ritrovamenti archeologici riguardano statuette pro-piziatorie la fertilità o le posizioni da assumere per dare alla luce il nascituro. Anche in tema di terapie fisiche molte civiltà avevano individuato l’efficacia di alcuni trattamenti, uno per tutti è la modalità con cui certe popolazioni Atzeche risolvevano i doloro reumatici e le nevralgie. Essi avevano orga-nizzato il “temascal”, un vero e proprio bagno di vapore associato a massaggi con proprietà analge-siche decontratturanti.Non ci è dato sapere se, come adiuvante del vapore, gli antichi Atzechi usassero miscelare fiori di piante ad attività mu-agonista.Sarà un piacere condividere con voi, in questa ru-brica, alcune curiose modalità con cui antiche civiltà hanno operato la nobile arte medica nel corso dei secoli. Nel frattempo vi suggerisco di andare a ri-passare la mappa dell’antica Mesopotamia.

La medicina preistoricaa cura di: Massimo Mammucari

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PREVENZIONE

Come prevenire il Mal di Schiena ?

LE POSIZIONI CORRETTE

Ognuno di noi dovrebbe imparare:1) a riconoscere e a mantenere una po-sizione che non produca contrattura muscolare e dolore2) a compiere in modo corretto le azio-ni della vita quotidiana, evitando le posizioni articolari estreme, le posizio-ni fisse protratte e i movimenti rapidi che possono concorrere ad aumentare la probabilità di insorgenza o di ricom-parsa degli episodi dolorosi.

Durante le attività che comportano il protendersi in avanti del tronco (per esempio durante il rifacimento del letto), è consigliabile appoggiarsi con una mano per sostenere il tronco sbilanciato oppure appoggiare il piede su un rialzo. E’ anche necessario evitare la permanenza prolungata su macchine vibranti o perlo-meno minimizzarne gli effetti utilizzando appositi corsetti ed evitando l’esposizione a correnti d’aria che possono favorire l’insorgenza di contratture muscolari.

SI NO

Anche il riposo notturno ha la sua importanza nella prevenzione degli episodi lombalgici: il materasso e la rete devono essere tali da sopportare in maniera uniforme il carico su tutta la superficie, favorendo un riposo confortevole. Il riposo a letto in posizione di rilasciamento, per periodi più o meno prolungati, può essere di notevole utilità in caso di lombalgia insorta in corso di gravidanza.

il tennis, la corsa e lo sci da di-scesa, che possono causare stress

meccanici alle strutture della colon-na vertebrale. Se proprio non si intende ri-nunciarvi, è necessario che queste attività vengano praticate con tecnica ineccepibile e, per quanto riguarda il tennis e la corsa, su terreni morbidi e con scarpe adegua-te, in grado di assorbire almeno in parte i traumatismi.

Sono consigliati lo sci di fon-

do, il nuoto, la bicicletta e gli

esercizi ginnici al tappeto.DA NON PRATICARE

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Esercizi intelligentiGli esercizi illustrati di seguito sono utili per alleviare il disagio

e impedire al dolore lombare di peggiorare, per decontrarre i

muscoli della regione lombare e rafforzare e tonificare i mu-

scoli dorsali e addominali, consentendo una efficace prote-

zione della colonna vertebrale, riducendo così le probabilità

di insorgenza e ricomparsa degli episodi dolorosi.

Ogni esercizio va effettuato 5-10 volte, due volte al giorno, con movimenti lenti e regolari.

INCLINAZIONE DEL BACINO(per rafforzare i muscoli addominali)

Porsi supino con le ginocchia flesse, con i piedi ben aderenti al pavimento e con le braccia di-stese lungo il corpo. A questo punto cercare di appiattire la colonna lombare ruotando il ba-cino verso l’alto. Una volta raggiunta,questa posizione va mantenuta per alcuni secondi.

SEDUTA PARZIALE(per rafforzare i muscoli addominali)

Posizione supina, con le ginocchia flesse, piedi ben aderenti al pavimento e braccia incrociate sul petto. Tenendo ben aderente al pavimen-to il tratto lombare e dorsale, sollevare da terra la testa e le spalle e mantenere questa posizione per alcuni secondi.

FLESSIONE DELL’ANCA(per rafforzare e decontrarre i muscoli della coscia, i glutei e i muscoli dorsali)

Posizione prona, con le braccia piegate sotto il mento e con il bacino ben aderente al pa-vimento. Sollevare lentamente una gamba per volta, mantenerla sollevata per qualche secondo e successivamente abbassarla lenta-mente.

FLESSIONE DELLE GINOCCHIA SUL PETTO (per rafforzare i muscoli della zona lombare, della coscia e dei glutei)

Porsi supino con le ginocchia flesse e i piedi ben aderenti al pavimento e con le braccia ben distese lungo il corpo. A questo punto sollevare le ginocchia una alla volta, portan-dole al petto e trattenendole con le mani per qualche istante.Successivamente ritornare nella posizione ini-ziale, riportando le gambe sul pavimento una alla volta. e decontrarre i muscoli della coscia, i glutei e i muscoli dorsali)

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ISF Area 2CHIARA BERTETTI

Intervista Doppia

NOTIZIE dal CAMPO

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KamANGELA SIENA

IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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L’ANGOLO delle STRANEZZE

Vuoi fare più sesso?Basta correre di più !!!

La correlazione tra queste due attività fisiche è stata portata alla luce da un son-

daggio, condotto nel Regno Unito da un’organizzazione no profit, che fornisce assi-

stenza a pazienti affetti da gravi malattie. Nel sondaggio sono state interpellate 2000 per-

sone: la metà faceva regolarmente jogging, l’altra metà no. A tutte sono state fatte delle

domande circa la loro attività sessuale.

La conclusione è che il 3% dei podisti aveva, in media, due

rapporti sessuali ogni giorno. Uno su dieci, inve-

ce, ne aveva almeno uno. Sempre un atleta

su 10 faceva pensieri erotici mentre cor-

reva. Diversa la situazione per quanto

riguarda chi non pratica jogging. Uno

su quattro, in questo caso, faceva sesso

soltanto una volta al mese o addirittura

di meno. Se però si chiedeva alle don-

ne perché correvano, queste risponde-

vano che i primi pensieri erano quelli

della forma fisica o dei benefici per il

corpo (e non il sesso). Il sondaggio ha

anche portato alla luce il fenomeno del

cosiddetto “flunning”, vale a dire il cor-

rere e il flirtare, naturalmente con delle

colleghe di corsa. Un quarto dei parteci-

panti, in prevalenza maschi, ha confessato

di correre anche per questo motivo:

la possibilità di conoscere

altre donne.

a cura di: Andrea Fantoni

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dai geni: non si formano nuovi follicoli dopo la

nascita.

Mediamente, le donne hanno circa 16.800 peli

sulle gambe e 600 sotto le ascelle. La velocità di

crescita varia a seconda delle parti del corpo.

Il pelo non vive. Il bulbo viene poi spinto sulla su-

perficie della pelle per l’apertura del

follicolo. La crescita media è di circa

6mm al mese.

Siccome la maggior parte degli uomi-

ni elimina i peli solamente dal viso e

dal collo, mentre le donne li elimina-

no da gambe, ascelle, e zona bikini,

la superficie rimossa da una donna è

18 volte superiore rispetto a quella

di un uomo: 1690 cm2 contro

95cm2.

In media, le bar-

be maschili han-

no circa lo stesso

numero di peli di

un arto inferiore

femminile.

IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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La pelle rimane senza peli per settimane. Siccome

il pelo viene rimosso alla radice ma la radice rima-

ne, dopo alcune settimane, ricresce più sottile.

L’epilazione non aumenta la crescita del pelo,

come dimostrato da test dermatologici. Possiamo

avere l’impressione di un aumento della ricresci-

ta perché molte donne si epilano durante l’esta-

te quando le temperature più

elevate influenzano

la crescita dei peli. Il

sangue circola più ve-

locemente miglioran-

do nutrimento delle

radici.

I peli non ricrescono più

scuri dopo l’epilazione.

A volte le donne hanno

questa impressione per-

ché il pelo è nel suo co-

lore naturale non ancora

schiarito dal sole, dal sa-

pone ecc.

Le ascelle sono la zona più difficile per la rimozio-

ne dei peli: perché? Perché in un’articolazione la

pelle è incredibilmente flessibile da permettere un

movimento con l’epilatore, il rasoio o la ceretta.

Le gambe e le ascelle di una donna hanno

circa 78.000 follicoli. Il numero di follicoli dipende

Quanti peli

Sai con quale frequenzacrescono i peli?

ha una donnain media?

a cura di: Andrea Fantoni

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Le unghie della mano crescono mediamente 4 volte piu in fretta di quelle del piede.

I destri vivono mediamente nove anni piu dei mancini.

Il muscolo piu potente del corpo umano e la lingua.

Ridere durante il giorno ti fa dormire meglio di notte.

Il 30% degli spettatori del TG rispondono al “buonasera” alla fine del programma.

Il cervello è capace di rigenerarsi, producendo nuovi neu-roni. (QUARK n.54 pag.27)

L’ANGOLO delle STRANEZZE

semplicemente vere...o quasi... Non ci si possono baciare i gomiti

Circa 70 % delle persone che leggono questo articolosta cercano di leccarsi il proprio gomito...

Una giraffa puo pulire le proprie orecchie con la lingua.

Lo scarafaggio puó vivere nove giorni anche se privato della testa, dopodiché...muore di fame

Gli elefanti sono gli unici animali che non possono saltare(la natura é saggia !)

Le formiche si stiracchiano al mattino quando si svegliano.

Il maiale e l’unico animale oltre all’uomo che si scotta con il sole.

I delfini dormono con un occhio aperto.

Le scimmie ed i delfini sono gli unici animali capaci di riconoscersi

davanti allo specchio.

Nel 1987 American Airlines risparmió 40.000 dollari

semplicemente togliendo un’oliva a ciascuna delle

insalate che serví in prima classe

C’e solo un cibo non deperibile: il miele.

a cura di: Andrea Fantoni

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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Durante la guerra di secessio-ne, quando le truppe torna-vano agli accampamenti dopo una battaglia, veniva scritto su una lavagna il numero dei soldati caduti; se non c’erano state perdite, si scriveva “ 0 kil-led”, da cui l’espressione OK nel senso di “tutto bene”.

OKOKSecnodo un pfrosseore dlel’Unviesrita’ di Cmabr-dige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l’uinca csoa imnorptate e’ che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riu-stlato puo’ serbmare mloto cnofsuo e noonstatne ttuto si puo’ legerge sez-na mloti prleobmi. Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi ltetera una ad una, ma la paolra nel suo isineme. Cuorsio, no?

Effetto placebo. L’effetto placebo funziona. L’ennesima riconferma scientifica arriva dall’Universita’ del Michigan. L’assunzione di un fal-so antidolorifico ha registrato una reale diminuzione del dolore nel 30% dei casi. Il placebo non agisce sulla patologia, ma regola l’attività cerebrale che scatena la sensazione di dolore.(Fonte: Reuters)

L’ormone testosterone, abbondante negli uomini, deteriora alla lunga il follicolo che produce il capello...per capire se rischiate di di-ventare calvi, lasciate perciò perdere lo stato dei capelli del padre o del nonno paterno, la chioma che conta è quella del nonno materno. (QUARK n.54 pag.29)

Vi siete mai chiesti quanto pesa una nuvola? Peggy LeMons, studiosa del National Center for Atmospheric Research del Colorado, ha cal-colato quanto pesano le nuvole, utilizzando come unita’ di misura gli elefanti. Una nuvola di piccole dimensione pesa 550 tonnellate, circa 100 elefanti. Le nuvole di un temporale corrispondono a 200mila pachidermi, 40 milioni nel caso di un uragano.

PAROLE ITALIANE PIÙ LUNGHE: Antisostituzionalissimamente : 28 lettere Particolareggiatissimamente: 27 lettere Precipitevolissimevolmente: 26 lettere(che qualcuno diceva che era la più lunga,

ma si sbagliava perché anche dante usò: sovramagnificentissimamente).

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FLASH di CULTURA

Un autentica indagine negli angoli più oscuri della personalità dei personaggi che ci conduce ad una mera domanda: la follia è solo dei folli oppure è la nostra parte divina volu-tamente celata dal razionale per senso di autoconservazione?

Un capolavoro per coloro che il connubio phatos-follia non lo accostano solo alla restrizionedettata dalla paura...

Un altro modo di essere Giulietta,un altro modo di essere Romeo.

FOLLIA di Patrick McGrath

Carmen Cazacu

Carmen Cazacu

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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LO SAPEVATE Che...

JOHNed il Sangue dello stesso colore

vide il Prato

John Dalton, nato nel 1766 in Inghilterra, è stato

un chimico e fisico di rilevanza mondiale. A lui si

devono molte intuizioni sull’atomo e sui gas e fu

anche l’autore della terza legge fondamentale della

chimica (la legge delle proporzioni multiple di Dal-

ton del 1808).

Ma nel campo della medicina Dalton resterà famoso

anche per un’altra sua “caratteristica”.

Egli stesso si rese conto che l’erba del prato ed il

sangue avevano lo stesso colore e di non essere in

grado di distinguere il rosa dall’azzurro.

John si rese presto conto che percepiva il rosso

come “poco più di un’ombra o una mancanza di

luce” come descrisse in una pubblicazione che in-

titolò “fatti straordinari legati alla visione dei

colori”. Studiò il fenomeno e cercò’ di descri-

verne le ragioni. Ipotizzò anche che potesse

trattarsi di una alterazione degli strati

più superficiali del globo oculare e

non potendo verificare di perso-

na quale difetto affliggesse i

propri occhi, diede disposizione

di eseguire un esame bioptico,

solo dopo la sua morte ben inte-

so- per verificare le sue teorie.

Solo più tardi si comprenderà che tale inabilità alla percezione dei colori consisteva in un difetto genetico e che alcune popolazioni ne sono colpite più di altre.Tale difetto visivo venne chiama-to “daltonismo” in onore al primo illustre paziente che ne seppe de-scrivere per primo i sintomi visivi.

a cura di:Massimo Mammucari

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CURIOSITÀ

la Meditazione riduce il dolore

© Matteo Clerici

Una ricerca della University

of North Carolina-Charlotte,

guidata dal dottor Zeidan e

pubblicata dal “Journal of

Pain”.

Bastano brevi sedute per diminuire la perce-

zione della sofferenza.

“La sensibilità al dolore può essere ridotta

tramite sedute di meditazione”.

Questo è il messaggio di uno studio della

University of North Carolina-Charlotte (UNC-

C), diretto dal dottor Fadel Zeidan e pubbli-

cato dal “Journal of Pain”.

L’equipe di Zeidan ha lavorato con alcuni

volontari, divisi in due gruppi. Il primo

gruppo è stato preparato tramite

una serie di tre sessioni (20 mi-

nuti l’una) di meditazione.

Il secondo grup-

po (grup-

po di con-

trollo) ha

usato altre

tecniche di

rilassamento.

Successivamen-

te, tutti i soggetti

sono stati sotto-

posti a 3 sedute di

scariche elettriche,

innocue ma dolo-

rose.

Spiega il dottor

Zeidan: “Non

solo i soggetti

sentono meno dolore rispetto al gruppo di

controllo durante la meditazione, ma hanno

anche sperimentato una riduzione della sen-

sibilità al dolore anche quando non medita-

vano”. Secondo il medico, la ricerca non ha

solo confermato un fatto già noto (la capaci-

tà della meditazione di ridurre la sofferenza

lavorando su alcune zone del cervello) ma

ha fatto scoprire come “Questo si po-

teva fare in soli 3 giorni, con appena

20 minuti al giorno”. Conclude così

Zeidan: “Questo studio è il primo

a dimostrare l’efficacia di un

tale breve intervento sul-

la percezione

del dolo-

re”.

Per i ricer-

catori, tale

lavoro è in-

teressante in

quanto apre

nuove possibilità

di lotta al dolore,

specialmente per

quei casi in cui non

sia possibile

usare i comu-

ni farmaci an-

tidolorifici.

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

17

MAGGIO

GIUGNO

Page 18: DEPAL NEWS GIU D

news

18

Farsi un programma significa organiz-

zarsi la giornata e le settimane ponen-

dosi degli obiettivi. Questo programma

non deve essere solamente incentrato

sul cibo e sulla dieta (anzi bisogna evi-

tare che il cibo diventi un’ossessione!),

ma deve aiutare a gestire e organizza-

re la propria vita in modo da renderla

più interessante e stimolante. Ricor-

diamoci infatti che spesso ci si rifugia

nel cibo per sconfiggere la noia o per

superare le situazioni di stress o di in-

soddisfazione. Quindi è importante

fare un programma dettagliato (ma

pur sempre flessibile!) della propria

vita per poter occupare in maniera uti-

le i vari momenti della giornata.

PILLOLE di BELLEZZA

CONSIGLI

Scatta l’operazione remise en forme che ha soprattutto come obiettivo finale la conquista del benesse-re psico-fisico……”mens sana incorpore sano”Alcuni consigli preliminari sono d’obbligo….ricordate che non esistono ricette miracolose, che possono farvi guadagnare una linea perfetta nel giro di poche settimane……..quindi armatevi di tanta pazien-za…..ferrea volontà e molta costanza!!!Un modo molto valido per riuscire ad avere successo in una dieta dimagrante è quello di fare un pro-gramma e cercare di rispettarlo al massimo.

Ad esempio potremmo immaginare di programmare una

qualsiasi giornata infrasettimanale ponendoci i seguenti

obiettivi:

Svegliarci un po’ prima per riuscire a fare

una colazione completa.

Ricordarci di portare la frutta fresca per la merenda.

Pasta e pane in piccole quantità e cibo soprattutto bio.

Se il tempo è bello fare una piccola passeggiata

dopo il lavoro.

Impegnarsi almeno mezz’ora nella pratica sportiva.

Dopo il lavoro si va a casa e ci si fa una bella

doccia rigenerante.

La cena sarà leggera senza esagerare.

Dopo questa cena frugale si andrà al corso di yoga.

E’ dimostrato che grazie ad un programma ben fatto (nel

senso che non bisogna pretendere di fare troppe cose!)

le persone si sentono molto più soddisfatte alla fine della

propria giornata. Una persona soddisfatta e produttiva,

che abbia la capacità di dedicare molto tempo anche a se

stessa riuscirà a seguire molto più facilmente un program-

ma di dimagrimento.

Vuoi provare anche tu l’ebbrezza di poter (ri)infilare i tuoivecchi jeans che hai conservato nella speranza di poterliun giorno……(ri)indossare?????

Ciao ragazzi……mancano soltanto due mesi alla prova costume!!!!!

Vi chiederete…..chi io sia ?????

non sono una nutrizionista, né una dietologa, né una estetista…MA SEMPLICEMENTE UNA VOSTRA COLLEGA CHE 10 CHILI FA ….

ha deciso di cambiare stile di vita.Infatti cambiando alimentazione e mangiando in modo sano e praticando molto sport…..ho perso peso!!!!!

a cura di: Comica 74

per una forma smagliante

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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Capelli aridi: amalgamare un tuorlo d’uovo con un cucchiaio di olio d’oliva ed uno di mandorle. Applicare sui capelli per tutta la lunghezza e lasciare in posa per 10-15 min, poi la-varli.

Capelli fragili: Mescolare ad un vasetto di yougurt un cuc-chiaino di miele e stendere il composto sui capelli. Coprire la testa con la pellicola trasparente, lasciare in posa per 30 min, fare lo shampoo.

Capelli spenti: Aggiungere il succo di mezzo limone all’ac-qua del risciacquo.

Capelli sfibrati: Mescolare ad un vasetto di yougurt inte-ro il succo di un limone. Avvolgere la testa con la pellicola trasparente e attendere 20 min prima di fare lo sham-poo.

Capelli danneggiati dal cloro: Frullare un uovo, due cuc-chiai di olio d’oliva e un cetriolo. Mettere il composto sui capelli, avvolgerli con la pellicola trasparente e la-varli dopo 20 min. Ripetere la maschera una volta al mese.

Rimedio per lenire le zampe di gallina: Mescolare 20 ml di olio di soia, 20 ml di olio di mandorle e 10 ml di olio d’avoca-do. Massaggiare il contorno occhi con le dita bagnate dalla miscela.

Rimedio contro le occhiaie: Applicare sugli occhi le garze imbevite di camo-milla fredda o di acqua di rose.

Rimedio per stimolare la crescita delle ciglia: Aiutandosi con uno spazzolino da rimmel pulito, applicare dell’olio di ricino ogni sera per 15 giorni.

Maschere &

rimedi Naturali

Capelli

Occhi

Per i capelli lucidi e sani si può usare

semplicemente l’aceto di mele, perché

ristabilisce il tasso di acidità ed è anche

un ottimo aiuto per combattere la forfora, il

prurito o la dermatite seborroica. Nell’ulti-

mo risciacquo aggiungere un bicchierino di

aceto di mele, non sciacquare, ma asciugare

i capelli con l’asciugamano e poi pettinar-

li. Per rinforzare i capelli si può prepara-

re una maschera sbattendo separatamente

il tuorlo e il bianco di un uovo, aggiungere

due cucchiai di olio d’oliva e uno di miele

d’acacia.

La maschera preparata così si applica

sui capelli massaggiando per far arrivare

l’emulsione al cuoio capelluto, si lascia

sui capelli il più possibile, dopodichè si

sciacqua, si fa lo shampoo e all’ultimo ri-

sciacquo si aggiunge il solito bicchierino di

aceto di mele.

Jelena Zilic

Trucco per capelli lucidi

Maschera esfoliante alla farina d’avena: Mescolare un cucchiaio di farina d’avena macinato finemente con un cucchiaio di yougurt bianco, mezza mela grat-tugiata e due cucchiaini di succo di limone. Applicare sulla pelle pulita ed asciutta e lasciare agire per 30 min prima di sciacquare. Ripetere questa maschera una volta a settimana.

Maschera antirughe alla mela: Frullare una mela con quattro cucchiai di panna fresca. Applicare e far agi-re per 20 min. prima di sciacquare.

Maschera idratante alla pera: Frullare una pera con un mezzo vasetto di yougurt. Stendere sul viso e far agire per 20 min. prima di sciacquare.

Viso

a cura di: Vanessa Bianco

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news

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Ingredienti:

6 uova

6 cucchiai di zucchero

+6 cucchiai di zucchero

per il latte

12 cucchiai di semolino

½ Lt. di latte

1 bustina di vaniglia

ricette...

E’ un piatto sostanzioso che può essere

servito come piatto unico.

INVOLTINI DI MAIALE RIPIENI DI ASPARAGI

Ingredienti:

Prosciutto di maiale

Asparagi

Salsiccia

Pancetta a fette

Aglio

Patate

Olio extra vergine d’oliva

Sale

Pepe

CONSIGLIATI PER TE

appetitose

Su una fetta di prosciutto di maiale spalmata di salsiccia adagiare gli

asparagi e formare un involtino che poi sarà rivestito di pancetta e le-

gato. In una padella far scaldare un po’ di olio, farvi rosolare l’involtino

e trasferirlo in una teglia da forno in cui saranno messi anche le patate e

gli asparagi a pezzi che avremo precedentemente condito con olio, sale e

pepe. Far cuocere in forno.

PIZZA AL FORMAGGIO

Ingredienti:

1 kg di farina

5 uova

50 gr. di burro o di strutto

100 gr. di parmigiano gratt.

200 gr. di pecorino

semisecco grattugiato

un po’ d’acqua in cui

sciogliere 50 gr.

di lievito di birra

sale

pepe macinato al momento

( la ricetta originale marchigiana ne richiede

una notevole quantità)

Con questi ingredienti si prepa-ra una pasta ben lavorata a cui si aggiunge, volendo, molto latte. Al composto ben amalgamato, si incorporano poi grossi dadi di emmenthal o gruviera, e pezzi di pecorino.La pasta va messa nel recipiente da forno - stampo cilindrico, alto e di medio diametro ( io , non aven-dolo, uso la teglia per le torte) - tenendo presente che, lievitan-do, aumenterà molto di volume. Qua e là, nella pizza, si infilzano listarelle spesse di gruviera che devono emergere un po’ dalla superficie; questa infine si spen-nella con tuorlo d’uovo battuto. Il recipiente va tenuto a lievitare in un luogo caldo per circa un’ora e mezza, quindi si pone in forno a calore moderato ( 180° ).La forma specifica dello stampo

provoca, durante il processo di lievitazione, la fuoriuscita della parte superiore della pizza, a cui conferisce la caratteristica forma a fungo che ricorda quella di un grosso babà.La cottura deve completarsi in meno di due ore e si dice che vada controllata soltanto dopo i primi 40 minuti. ( regolati in base al tuo forno, è meglio!!!)

Buon lavoro e buona mangiata!!!

a cura di: Vanessa Bianco

a cura di: Vanessa Bianco

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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Filippo Giordano (Borgo del Correggio,

60/a – 0521 236138) nel 2001, rinnovan-

do un locale che aveva una storia e una

tradizione già dagli anni ’50. Appena

superata la soglia, i profumi e i colori

rimandano al ricordo di un ambiente del

passato. L’avvicendarsi delle

stagioni regna su ogni piatto preparato,

su ogni verdura cucinata,

su ogni pietanza pensata.

“L’Osteria I Tre Porcellini”

RICETTA DELLA NONNA

Ingredienti:

6 uova

6 cucchiai di zucchero

+6 cucchiai di zucchero

per il latte

12 cucchiai di semolino

½ Lt. di latte

1 bustina di vaniglia

In una ciotola separare i tuorli dagli albumi. Montare a neve ben soda prima gli albumi, poi aggiungere i tuorli e continuare a montare finché non si ottiene un composto spumoso, aggiungere 6 cucchiai di zucchero e continuare a mescolare, dopodichè aggiungere 12 cucchiai di semolino e mescolare fino ad ottenere una crema omogenea. L’impasto, così pre-parato, versare in una teglia, precedentemente imburrata e infarinata e cuocere nel forno (sempre preriscaldato) a 180° per 10-12 minuti, ovve-ro quando il colore della pasta biscotto diventa dorato. Mentre si cuo-ce il dolce nel forno, versare in una pentola ½ Lt. di latte con 6 cucchiai di zucchero e una bustina di vaniglia, e fattelo bollire. Quando viene sfornata la pasta biscotto versare sopra la pasta il latte bollente, lasciare raffreddare e servire.

In un casale di campagna

“La Panigada Matta”

è una cascina di campagna otto-

centesca, a Borghetto Lodigiano

(Lodi), (tel. 0371 269069; 348

2687821) dove Filippo Panigada

accoglie un gruppo di commen-

sali alla volta e su prenotazione.

Aperitivo all’aperto, cena con

“menù a km zero” .

Da non perdere le polpette di

melanzane fritte.

RISTORANTI

a cura di: Jelena Zilic

Il pancake con il semolino è facilissimo

da preparare, un dolce da preparare all’ultimo momento:

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news

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Sergio Papadia - Bruno Farmaceutici [email protected]

Andrea Fantoni - Molteni [email protected]

Stefania Nizza - Pkstudio Comunicazione e Coordinamento Grafico [email protected] Mob.333 8072907

COMITATO diRedazione

NOTE:

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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA

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I L P E R I O D I C O S C R I T T O T U T T I I G I O R N I D A L L A T U A S Q U A D R A

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