congiuntura economica abruzzese supplemento 2 2014

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N ell’attuale fase di crisi l’artigianato è stato colpito in ma- niera particolare. Nel biennio 2012-2013 vi sono state, in media,3.250 cessazioni pari al 9% delle imprese rispetto allo stock del 2011, a fronte del 7,8% registrato negli altri settori. Le chiusure non sono state compensate dalla na- scita di nuove attività imprenditoriali. La combinazione di questi due effetti (elevata mortalità e bassa natalità) si è tradotta in una riduzione del numero delle imprese artigiane del 3% rispetto al 2011, mentre il numero di imprese non artigiane è rimasto sostanzialmente invariato. La crisi si sta diffondendo in quasi tutti i settori, dopo avere investito le imprese meno strutturate sta ora mettendo in difficoltà quelle più solide ed organizzate, in particolare nei comparti manifatturieri del Made in Italy e quelle delle costruzioni. Si tratta di aspetti messi in evidenza in molteplici pubblicazioni rea- lizzate nel corso degli ultimi anni dagli uffici studio della CNA e della Confartigianato. Principali caratteristiche strutturali L’artigianato rappresenta una realtà estremamente importante e dinamica nel nostro paese: nel 2013 si contano, infatti, circa 1.400.000 imprese artigiane attive (ovvero il 27% del totale delle imprese italiane totali), con- centrate in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, regioni queste dove è presente comunque un articolato tessuto produttivo. L'ARTIGIANATO IN ABRUZZO Congiuntura Economica Abruzzese > pag. 1 Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQ SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014 L'artigianato nel I semestre 2014 di Concettina PASCETTA > pag. 10 L'artigianato in Abruzzo di Alberto BAZZUCCHI

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Nell’attuale fase di crisi l’artigianato è stato colpito in maniera particolare. Nel biennio 2012-2013 vi sono state, in media,3.250 cessazioni pari al 9% delle imprese rispetto allo stock del 2011, a fronte del 7,8% registrato negli altri settori. Le chiusure non sono state compensate dalla nascita di nuove attività imprenditoriali. La combinazione di questi due effetti (elevata mortalità e bassa natalità) si è tradotta in una riduzione del numero delle imprese artigiane del 3% rispetto al 2011, mentre il numero di imprese non artigiane è rimasto sostanzialmente invariato. La crisi si sta diffondendo in quasi tutti i settori, dopo avere investito le imprese meno strutturate sta ora mettendo in difficoltà quelle più solide ed organizzate, in particolare nei comparti manifatturieri del Made in Italy e quelle delle costruzioni. Si tratta di aspetti messi in evidenza in molteplici pubblicazioni realizzate nel corso degli ultimi anni dagli uffici studio della CNA e della Confartigianato.

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Page 1: Congiuntura Economica Abruzzese Supplemento 2 2014

Nell’attuale fase di crisi l’artigianato è stato colpito in ma-niera particolare. Nel biennio 2012-2013 vi sono state, in media,3.250 cessazioni pari al 9% delle imprese rispetto allo stock del 2011, a fronte del 7,8% registrato negli altri settori. Le chiusure non sono state compensate dalla na-

scita di nuove attività imprenditoriali. La combinazione di questi due effetti (elevata mortalità e bassa natalità) si è tradotta in una riduzione del numero delle imprese artigiane del 3% rispetto al 2011, mentre il numero di imprese non artigiane è rimasto sostanzialmente invariato. La crisi si sta diffondendo in quasi tutti i settori, dopo avere investito le imprese meno strutturate sta ora mettendo in difficoltà quelle più solide ed organizzate, in particolare nei comparti manifatturieri del Made in Italy e quelle delle costruzioni.Si tratta di aspetti messi in evidenza in molteplici pubblicazioni rea-lizzate nel corso degli ultimi anni dagli uffici studio della CNA e della Confartigianato.

Principali caratteristiche strutturaliL’artigianato rappresenta una realtà estremamente importante e dinamica nel nostro paese: nel 2013 si contano, infatti, circa 1.400.000 imprese artigiane attive (ovvero il 27% del totale delle imprese italiane totali), con-centrate in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, regioni queste dove è presente comunque un articolato tessuto produttivo.

L'ARTIGIANATO IN ABRUZZO

CongiunturaEconomica Abruzzese

> pag. 1

Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQSUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014

L'artigianatonel I semestre 2014

di Concettina PASCETTA

> pag. 10

L'artigianato in Abruzzo

di Alberto BAZZUCCHI

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

www.cresa.it • www.abruzzo.congiuntura.it

Congiuntura Economica AbruzzesePeriodico trimestrale

Direttore responsabile: Francesco Prosperococco

Editore CRESA - Corso Vittorio Emanulele II, 86 - 67100 L’AquilaTel. 0862.25335 - Fax 0862.419951 - E-mail:[email protected]

Grafica: Studio Grafico Pierpaolo CeccarelliStampa: Tipolito 95Via Madonna Fore, 17 - L’Aquila - Tel. 0862.312959

Reg. Cancelleria Tribunale dell’Aquila n. 163Reg. Giornali del 17 marzo 1976ISSN 1721 - 1840

CRESA

Presidente: Lorenzo SantiLLi

Consiglio di Amministrazione: Lorenzo SantiLLi

GiuStino Di CarLantonio

DanieLe BeCCi

SiLvio Di Lorenzo

Direttore: FranCeSCo ProSPeroCoCCo

Comitato Scientifico: LuCiano FratoCChi

PaSquaLe LeLio iaPaDre

niCoLa MattoSCio

(tra le quali l’Abruzzo con una media di 26 artigiani per mille abitanti). Per contro, le regioni caratterizzate da una densità di imprese artigiane rispetto alla popo-lazione locale inferiore alla media nazionale si con-centrano quasi tutte nel Meridione: Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Fa eccezione soltanto il Lazio, che si distingue tradizionalmente per una scarsa diffusione dell’imprenditorialità artigiana soprattutto in ragione della struttura economica della Capitale, incentrata sul terziario avanzato e sulla pub-blica amministrazione.Un secondo indicatore capace di rendere conto del peso reale dell’artigianato nelle diverse regioni italiane è rappresentato dall’incidenza delle imprese artigiane

Al fine di eliminare l’effetto distorsivo dovuto al differente peso economico delle regioni il fenomeno dell’impren-ditorialità artigiana può essere analizzato prendendo in esame degli indicatori che rapportano la numerosità alla popolazione residente ed al totale delle imprese. Con riferimento al primo indicatore, in Italia si atte-sta su un valore medio di 24,7 imprese ogni 1.000 abitanti, ma risulta particolarmente elevato in alcune regioni, in primis l’Emilia Romagna, le Marche, la Val-le d’Aosta e la Toscana, ma anche il Veneto ed il Pie-monte, tutte al di sopra della soglia delle 30 imprese artigiane per mille abitanti. È il caso di notare che nella prima graduatoria compaiono quasi esclusiva-mente realtà territoriali dell’Italia centro-settentrionale

TAB. 1 NUMERO DELLE IMPRESE ARTIGIANE E RELATIVI ADDETTI 2008-2013

AddettiImprese

2013 var. % 2013 var. %2008 2008

ABRUZZO 36.319 33.820 -6,9 71.794 73.273 2,1BASILICATA 12.159 11.278 -7,2 23.986 23.719 -1,1CALABRIA 37.591 34.610 -7,9 68.619 65.846 -4,0CAMPANIA 75.656 73.116 -3,4 948.046 251.623 -73,5E. ROMAGNA 147.566 136.674 -7,4 324.154 323.972 -0,1F. V. GIULIA 30.970 29.366 -5,2 67.930 70.910 4,4LAZIO 101.685 100.272 -1,4 169.618 179.526 5,8LIGURIA 46.784 45.566 -2,6 84.198 92.394 9,7LOMBARDIA 271.354 255.861 -5,7 554.340 590.838 6,6MARCHE 52.499 48.790 -7,1 127.910 134.233 4,9MOLISE 7.761 7.122 -8,2 15.834 15.155 -4,3PIEMONTE 136.911 128.997 -5,8 262.832 269.932 2,7PUGLIA 79.169 74.110 -6,4 162.774 162.341 -0,3SARDEGNA 43.018 38.430 -10,7 88.299 82.017 -7,1SICILIA 85.386 78.953 -7,5 170.245 166.137 -2,4TOSCANA 118.963 110.649 -7,0 245.596 268.326 9,3T.A. ADIGE 27.351 26.505 -3,1 67.318 76.914 14,3UMBRIA 24.662 22.679 -8,0 57.150 58.100 1,7V. D’AOSTA 4.230 4.044 -4,4 8.120 8.594 5,8VENETO 146.525 135.209 -7,7 301.625 356.916 18,3

Regione

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sul totale delle imprese extra-agricole attive. In media, in Italia, le imprese artigiane rappresentano, nel 2013, oltre un quarto del totale con una presenza particolar-mente significativa in aree quali Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Le imprese artigiane attive nell’industria e nei servizi erano nel 2013 in Abruzzo circa 34 mila, il 2,4% del

totale nazionale, e occupavano poco più di 73 mila addetti (2,2% del totale). All’interno di questa struttura è netta la prevalenza del-le microimprese: il 98% di esse occupa meno di 10 addetti mentre il 2% ricade nel segmento delle piccole imprese (da 10 a 49 addetti). Di rilievo è inoltre il peso delle imprese con un solo addetto: oltre la metà delle

Grafico 1 Imprese artigiane per mille abitanti 2013

Grafico 2 Imprese artigiane sul totale

delle imprese 2013 (%)

Grafico 3 Imprese e addetti nell’artigianatonelle regioni italiane 2013

(peso % su Italia)

Media Italia 23,4

Media Italia 26,9

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

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imprese artigiane è costituita da imprese individuali. Sul totale Abruzzo più di una impresa individuale su quattro è artigiana. Una minore polarizzazione si rileva conside-rando la distribuzione dell’occupazione artigiana. L’85% degli addetti occupati nell’artigianato lavora in imprese con meno di 10 addetti (il peso delle imprese individuali è in questo caso prossimo al 27%); il restante 15% è occupato in piccole imprese (da 10 a 49 addetti).La composizione dell’artigianato per settori di attività

economica rivela una forte concentrazione delle attività produttive nel settore delle costruzioni nel quale, com-plessivamente, opera il 37% delle imprese artigiane e nei settori del manifatturiero (23%). La quota rimanente opera nei settori dei servizi, in particolare nel commercio per una quota pari al 7% e in quello degli altri servizi (3,6%). Il peso delle imprese artigiane operanti nei settori industriali è assai rilevante anche nel complesso del siste-ma produttivo regionale: in Abruzzo le imprese artigiane

AddettiNumero medio

addetti

TAB. 2 IMPRESE E ADDETTI PER CLASSE DI ADDETTI IN ABRUZZO ANNO 2013

Attive

valori assoluti0 addetti 648 - 1 addetto 19.323 19.472 1,02-5 addetti 11.671 32.724 2,86-9 addetti 1.449 10.304 7,110-19 addetti 638 8.210 12,920-49 addetti 89 2.449 27,550-99 addetti 2 114 57,0Totale 33.820 73.273 2,2

composizione %0 addetti 1,9 - 1 addetto 57,1 26,6 2-5 addetti 34,5 44,7 6-9 addetti 4,3 14,1 10-19 addetti 1,9 11,2 20-49 addetti 0,3 3,3 50-99 addetti 0,0 0,2 Totale 100 100

incidenza sul totale Abruzzo (%)0 addetti 3,1 - 1 addetto 29,5 28,0 2-5 addetti 35,3 32,4 6-9 addetti 29,0 25,1 10-19 addetti 21,2 17,6 20-49 addetti 7,3 5,4 50-99 addetti 0,8 0,5

Composizione % Peso % su totale Abruzzo

TAB. 3 IMPRESE E ADDETTI DELL’ARTIGIANATO PER MACRO SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA IN ABRUZZO ANNO 2013

Valori assoluti

Classe di addetti

Settore

impreseManifatturiero 7.664 22,7 61,9Costruzioni 12.641 37,4 65,3Commercio 2.403 7,1 7,3Servizi di alloggio e ristorazione 1.206 3,6 12,7Altri servizi 9.519 28,1 36,3Totale 33.820 100 26,1

addettiManifatturiero 20.804 28,4 17,6Costruzioni 25.535 34,8 48,7Commercio 5.212 7,1 7,5Servizi di alloggio e ristorazione 3.532 4,8 9,2Altri servizi 17.372 23,7 20,0Totale 73.273 100 18,0

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attive nei settori dell’industria in senso stretto e delle co-struzioni sono, rispettivamente il 62% e il 65% del totale. La struttura occupazionale delle imprese per settore di attività economica presenta una più forte concentrazio-ne nel settore delle costruzioni (35% dell’occupazione artigiana complessiva). La vocazione industriale del sistema dell’artigianato risalta in maniera ancor più evi-dente dal confronto della composizione dell’occupazio-ne con quella dell’intero sistema produttivo regionale. Il grafico 4 mostra come la composizione settoriale dell’occupazione dell’artigianato si differenzi rispetto a quella regionale con particolare riferimento alle attività legate all’edilizia e, con minore intensità, al commercio.

All’interno del settore manifatturiero la specializzazio-ne delle imprese artigiane, misurata in termini di quota di addetti occupati, è mostrata nella tabella seguente. L’industria alimentare e la fabbricazione di prodotti in metallo assorbono le quote maggiori di addetti (rispet-tivamente, 21% e 19% del totale). Significativa risulta anche la quota di addetti nei settori più tradizionali come l’abbigliamento (13%) e il legno (7%). La dimensione aziendale delle imprese artigiane si ri-flette nei modelli organizzativi e gestionali (tabella 5). Sotto questo profilo le imprese artigiane sono rappre-sentate per lo più da imprese individuali (80% circa) e società di persone (16%).

Grafico 4 Distribuzione dell’occupazioneper settori in AbruzzoAnno 2013

(peso %)

Addetti

TAB. 4 IMPRESE ARTIGIANE ATTIVE E ADDETTI NEL COMPARTO MANIFATTURIERO IN ABRUZZO ANNO 2013

Divisione Attive

C 10 Industrie alimentari 1.349 4.423 Fabbricazione di prodotti in metallo 1.368 4.014 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento 733 2.684 C 16 Industria del legno 741 1.456C 32 Altre industrie manifatturiere 914 1.398C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 348 1.068C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali 405 1.049C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine 379 735C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 215 700C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati 295 660C 31 Fabbricazione di mobili 230 639C 13 Industrie tessili 235 619C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 97 294C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 80 264C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchi 87 248C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 41 136C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 49 128C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 29 87C 11 Industria delle bevande 28 83C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 22 63C 24 Metallurgia 18 52C 19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione 1 4 Totale manifatturiero 7.664 20.804

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

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In termini di localizzazione geografica Chieti e Teramo assorbono quote molto simili di addetti nell’artigianato (28% circa in entrambe le province). Diversa è, tutta-via, la distribuzione settoriale all’interno di ciascuna area. A Chieti e Pescara la quota di addetti assorbita dal manifatturiero e dalle costruzioni è sostanzialmen-

te simile (intorno al 27% nel manifatturiero e al 31% nell’edilizia). In provincia dell’Aquila gli addetti nelle costruzioni sono quasi la metà del totale a fronte della quota più bassa in regione nel manifatturiero (22%) mentre a Teramo gli addetti nei due medesimi settori si distribuiscono in maniera più equilibrata.

Numero %

TAB. 5 IMPRESE E ADDETTI NELL’ARTIGIANATO PER FORMA GIURIDICA 2013

Anni di vita

Addetti

Numero %

Imprese attive N° medio addettiForma giuridica

TAB. 6 ADDETTI NELL’ARTIGIANATO PER MACRO SETTORE E PROVINCIA 2013

Le dinamiche della crisi

L’artigianato ha sofferto in maniera piuttosto accentuata l’ondata recessiva degli ultimi anni. Dal 2008 al 2013, l’artigianato abruzzese ha sperimentato un calo di 2.500 imprese, pari, in termini relativi, ad una variazione del -7% (superiore alla media nazionale pari al -6,1%). Analizzando i dati relativi alla demografia delle im-prese emergono abbastanza chiaramente le seguenti

indicazioni:a) le cessazioni hanno colpito le imprese artigiane in misura più intensa rispetto a quelle non artigiane; b) nel biennio 2012-2013 il numero delle imprese arti-giane iscritte nei registri delle Camere di Commercio si è ridotto in termini assoluti mentre quello delle imprese non artigiane ha sostanzialmente tenuto.

Società di capitale 1.428 4,2 8.457 11,5 5,9Società di persone 5.458 16,1 18.978 25,9 3,5Imprese individuali 26.830 79,3 45.195 61,7 1,7Cooperative 84 0,2 574 0,8 6,8Consorzi 16 - 50 0,1 3,1Altre forme 3 - 18 - 6,0Persona fisica 1 - 1 - 1,0TOTALE 33.820 100 73.273 100 2,2

Settore Chieti L’Aquila Pescara Teramo Abruzzo

valori assolutiC. Attività manifatturiere 5.536 3.495 4.595 7.178 20.804 F. Costruzioni 6.503 7.284 5.115 6.633 25.535 G. Commercio 1.668 1.087 1.187 1.270 5.212 I. Servizi di alloggio e di ristorazione 1.069 612 956 895 3.532 Altri servizi 5.185 3.369 4.732 4.086 17.372 Totale 20.139 16.044 16.697 20.393 73.273

composizione % su totale AbruzzoC. Attività manifatturiere 26,6 16,8 22,1 34,5 100F. Costruzioni 25,5 28,5 20,0 26,0 100G. Commercio 32,0 20,9 22,8 24,4 100I. Servizi di alloggio e di ristorazione 30,3 17,3 27,1 25,3 100Altri servizi 29,8 19,4 27,2 23,5 100Totale 27,5 21,9 22,8 27,8 100

composizione % per settoreC. Attività manifatturiere 27,5 21,8 27,5 35,2 28,4F. Costruzioni 32,3 45,4 30,6 32,5 34,8G. Commercio 8,3 6,8 7,1 6,2 7,1I. Servizi di alloggio e di ristorazione 5,3 3,8 5,7 4,4 4,8Altri servizi 25,7 21,0 28,3 20,0 23,7Totale 100 100 100 100 100

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Quanto sostenuto nei punti a) e b) è rappresentato nei dati riportati nella tabella 7 nella quale sono riportati il numero delle cessazioni, i tassi di cessazione (definiti come rapporto tra numero medio di chiusure 2012-2013 e numero di imprese attive nel 2011) e i tassi di crescita (rapporto tra la differenza media di iscrizioni e cessazioni nel biennio 2012-2013 e le imprese attive nel 2011). In sintesi:- nel biennio 2012-2013 l’artigianato, che rappresen-ta mediamente il 36% del sistema produttivo regionale, è stato interessato dal 30% delle cessazioni registrate dal sistema economico nel suo complesso (3.250 chiu-sure su un totale di 10.800);- nello stesso periodo ha cessato il 9% delle imprese artigiane risultanti attive nel 2011 a fronte del 7,8% delle imprese non artigiane;- le chiusure delle imprese artigiane non sono state com-pensate dalle nascita di nuove imprese: a fine 2013 lo stock di imprese artigiane si è infatti ridotto del 3% rispetto al 2011 mentre per le imprese non artigiane si registra una sostanziale tenuta rispetto allo stesso anno (tasso di crescita pari a 0,1%). Il calo comples-sivo della consistenza dell’intero sistema produttivo (-0,7%) riflette dunque una crisi che ha colpito in particolare le imprese artigiane. Inoltre, in analogia ad un recente lavoro svolto dall’Ufficio studio dalla CNA, sono stati messi in relazione i tassi di mortalità con quelli di sviluppo delle imprese artigiane abruzzesi. In tal modo è sta-to possibile attribuire i diversi settori artigianali, al

livello di divisione di attività economica, a quattro differenti profili che consentono una visione in chia-ve prospettica, per così dire, dei comparti esaminati (tabella 8).

1. Settori a maggior rischio: presentano tassi di cessa-zione superiori alla media e tassi di crescita negativi e superiori al -2%.Sono i settori che rischiano di uscire fortemente ridi-mensionati dalla crisi; presentano tassi di cessazione superiori alla media generale non compensati dalla nascita di nuove iniziative imprenditoriali. In altri ter-mini, in questi settori elevata mortalità e bassa nata-lità determinano una diminuzione, in alcuni casi anche molto consistente, delle imprese attive. Sono comprese in questo profilo, in particolare, le imprese del commer-cio al dettaglio (al netto di quelle che svolgono ripara-zione e manutenzione di veicoli), quelle edili e diversi comparti del manifatturiero tradizionale (confezione di articoli di abbigliamento e di articoli tessili). Tra i servi-zi, le attività di consulenza informatica.

2. Settori in crisi ma con possibilità di ripresa: presen-tano tassi di cessazione superiori alla media e tassi di crescita positivi (o lievemente negativi).Per questi settori i tassi di mortalità restano elevati ma la base produttiva (data dal numero di imprese attive) tende comunque ad aumentare (ovvero a ridursi ma in misura lieve) grazie ad un significativo numero di nuo-ve nascite. La presenza di tassi di apertura superiori a

Grafico 5 Evoluzione delle imprese artigiane in Abruzzo e Italia (2008 = 100)

Tasso di crescita

TAB. 7 MORTALITÀ E CRESCITA NELLE IMPRESE ARTIGIANE IN ABRUZZO Cessazioni

(media 2012-2013) Tasso di cessazione

Imprese artigiane 3.250 9,0 -2,9Imprese non artigiane 7.553 7,8 0,1Totale imprese 10.803 8,1 -0,7

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

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Tasso di cessazione

TAB. 8 PROFILI DELLE IMPRESE ARTIGIANE NEGLI ANNI DELLA CRISI (MEDIA 2012-2013)

Divisioni di attività economica Cessazioni (numero)

Tasso di crescita

SETTORI A MAGGIOR RISCHIO G 47 Commercio al dettaglio (esclusi veicoli) 33 15,3 -13,8C 14 Confezione di articoli di abbigliamento 117 14,1 -5,4C 13 Fabbricazione di articoli tessili (non abbigliamento) 25 10,5 -2,3F 43 Lavori di costruzione specializzati 946 10,3 -3,5J 63 Consulenza informatica 22 10,3 -2,4F 41 Costruzione di edifici 471 10,3 -5,4C 27 Fabbricazione di apparecchiature per illuminazione 10 9,7 -4,6C 16 Falegnami, carpentieri 80 9,5 -5,8IN CRISI MA CON POSSIBILITÁ DI RIPRESA I 56 Attività dei servizi di ristorazione 142 11,8 -0,5N 81 Attività di pulizia 102 10,9 1,8M 74 Fotografia, design 43 9,7 0,9C 33 Riparazione e manutenzione di macchinari 40 11,5 2,7C 15 Fabbricazione di articoli in pelle 44 12,2 -0,4IN LENTO DECLINO G 45 Riparazione autoveicoli 150 6,5 -2,5H 49 Trasporto merci su strada 138 7,3 -3,3C 25 Fabbricazione porte, finestre e altri prodotti in metallo 120 8,1 -3,8C 32 Forniture medico-dentistiche, gioielleria 62 6,4 -2,8S 95 Riparazione di computer 85 8,9 -3,8C 31 Fabbricazione di mobili 19 7,7 -2,8C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 7 5,9 -3,6APPARENTEMENTE IN BUONA SALUTE S 96 Centri estetici, acconciatori, lavanderie 235 5,1 -0,4C 10 Panetterie, pasticcerie, paste alimentari 82 6,0 -0,6C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 3 5,1 0,0TOTALE ARTIGIANATO 3.250 9,0 -2,9

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quelli di cessazione potrebbe significare l’aspettativa di un ritorno alla profittabilità nel medio periodo. In questo raggruppamento rientrano soprattutto le imprese artigiane che operano nei settori dei servizi (attività di ristorazione e di pulizia).

3. Settori in lento declino: presentano tassi di cessa-zione inferiori alla media e tassi di crescita negativi e superiori al -2%. Si tratta di quei settori nei quali il tasso di cessazione è risultato inferiore alla media e che, nonostante ciò, hanno subito una erosione della base produttiva (supe-riore al 2%) a causa del modesto numero di iscrizioni. Diversamente dai precedenti, caratterizzati da turn over molto elevati, sono probabilmente da considerarsi per certi aspetti settori “maturi”, nei quali le opportunità di sviluppo sono state colte pienamente negli anni passati e per i quali le difficoltà cicliche più recenti non han-no fatto altro che accentuare una tendenza innescatasi precedentemente. Sono compresi in questo profilo molti

settori manifatturieri connessi con l’edilizia ma anche la fabbricazione di computer e prodotti dell’elettronica.

4. Settori apparentemente in buona salute: presentano tassi di cessazione inferiori alla media e tassi di cresci-ta positivi (o negativi ma inferiori al -1%).Si tratta di settori da tenere particolarmente sotto osser-vazione, in cui la mortalità non è elevata e la crescita positiva (ovvero oscillanti intorno allo zero). In questi settori le imprese hanno mostrato una certa capacità di resistenza espresso da un maggior equilibrio tra nuove iscrizioni e cessazioni. Tra di essi vi è la chimica (settore che comprende la produzione di materie plastiche, di fertilizzanti, profumi, cosmetici e saponi) e una serie di attività tradizionali legate alla ristorazione, tipicamente un settore di natura anticiclica, e infine l’insieme dei ser-vizi per la persona, quali i centri estetici, gli acconciato-ri e le tinto-lavanderie. Si tratta di imprese che operano in attività per le quali vi è una domanda incomprimibile e la cui dimensione è tipicamente quella del negozio.

Grafico 6Profili delle imprese artigiane abruzzesi negli anni della crisi

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

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In questo numero di Congiuntura Economica Abruz-zese vengono pubblicati i risultati dell’indagine con-giunturale sulle imprese dell’artigianato svolta per la prima volta dal CRESA.L’artigianato è un settore molto importante nell’e-

conomia regionale, considerando che al 30 giugno 2014 ad esso appartengono 33.070 imprese, cioè circa un quarto di quelle attive nella regione. Il settore, inoltre, sta attraversando un difficile momento congiun-turale irto di pesanti difficoltà che hanno causato una dinamica imprenditoriale negativa, evidenziata dalle 1.181 iscrizioni e 1.927 cancellazioni nel I semestre 2014, delle quali il comparto edile rappresenta rispet-tivamente circa il 35% e il 45%. Oltretutto la dinamica imprenditoriale artigiana risulta peggiore di quella os-servata tra le imprese totali, come dimostrato dai peg-

giori andamenti rilevati nella demografia di impresa secondo i dati Infocamere-Movimprese (-2,2% imprese artigiane attive rispetto a -0,8% imprese totali; -2,3% tasso di sviluppo imprese artigiane rispetto a -0,6% per le imprese totali). La rilevazione relativa al primo semestre del 2014 è stata svolta dalla società Questlab di Mestre nei mesi di luglio, agosto e settembre 2014 contattando le im-prese artigiane aventi almeno 3 addetti ed escludendo, così, quelle piccolissime. E’ stato ottenuto un feedback di 595 risposte complete, fornite da imprese che per il 38,3% svolgono attività manifatturiere, per il 27,9% attività edilizia, per il 22,4% fornitura di servizi alle persone e per l’11,4% fornitura di servizi alle imprese. Non sono state monitorate le imprese che si occupano di artigianato artistico, settore di grande rilievo qualita-

L'ARTIGIANATONEL I SEMESTRE 2014

di Concettina PASCETTARicercatrice CRESA

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SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014

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tivo, del quale il CRESA si riserva di occuparsi in segui-to, anche in collaborazione con le più rappresentative Associazioni di categoria regionali.La raccolta delle informazioni è stata effettuata utilizzan-do le tecniche CATI (Computer Assisted Telephone Inter-viewing) e CAWI (Computer Assisted Web Interview).Questa prima rilevazione ha carattere sperimentale e

si propone l’obiettivo di breve termine di iniziare ad analizzare le caratteristiche strutturali e l’andamento di questo settore tanto rilevante nel sistema economico re-gionale, ritenendo comunque necessaria, come solita-mente accade in ogni fase di avvio, la validazione dei criteri di stratificazione del campione e delle modalità operative di indagine.

Ordini totali Occupazione

ANDAMENTO DEI PRINCIPALI INDICATORI DELL’ARTIGIANATO IN ABRUZZOI SEMESTRE 2014

Fatturato

Fonte: CRESA

L’andamento nel I semestre 2014

I risultati del primo semestre 2014 sono tutti pesante-mente negativi sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale. Alla diminuzione annua riscontrata per il fatturato (-5,0%), per gli ordini totali (-6,4%) e per l’oc-cupazione (-3,2%), si accompagnano cali semestrali ancora peggiori per il fatturato (-8,4%) e gli ordini to-tali (-8,1%). L’unico segnale positivo è fornito dall’occu-pazione che è aumentata dell’1% rispetto al semestre precedente.

A confermare il clima negativo è il forte pessimismo cui sono improntate le aspettative (misurate come differenza percentuale tra le previsioni di crescita e di decremen-to) per l’andamento nei prossimi sei mesi del fatturato (-31,8%) e, anche se in misura meno diffusa, dell’occu-pazione (-14,5%). Anche i prezzi di vendita sono pre-visti in calo. Le imprese artigiane manifatturiere hanno fatto rileva-re andamenti sia congiunturali che tendenziali negativi

var.% rispetto al semestre precedenteSETTORE Manifattura -7,7 -9,5 0,4 Edilizia -9,8 -9,0 5,0 Servizi alle imprese -4,8 -4,5 -2,7 Servizi alle persone -6,1 -3,8 -2,1CLASSE DIMENSIONALE ADDETTI fino a 5 add. -10,6 -9,2 0,8 più di 5 add. -1,5 -3,9 1,6PROVINCIA Chieti -6,6 -6,5 1,7 L’Aquila -8,7 -7,0 2,1 Pescara -14,0 -14,1 -1,0 Teramo -6,2 -6,2 1,3TOTALE -8,4 -8,1 1,0

var.% rispetto stesso semestre anno precedenteSETTORE Manifattura -5,3 -6,6 -4,9 Edilizia -5,4 -7,1 -3,8 Servizi alle imprese -1,0 -4,9 -0,8 Servizi alle persone -5,8 -4,8 -1,3CLASSE DIMENSIONALE ADDETTI fino a 5 add. -7,7 -8,2 -4,4 più di 5 add. 2,2 -0,7 -0,3PROVINCIA Chieti -3,9 -4,1 -1,5 L’Aquila -4,6 -7,5 -3,4 Pescara -8,1 -9,9 -4,8 Teramo -4,2 -5,0 -3,3TOTALE -5,0 -6,4 -3,2

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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE

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di fatturato, ordini totali e occupazione generalmente peggiori della media del settore artigiano. Emergono i peggiori andamenti su entrambi gli orizzonti temporali delle imprese della carta e stampa per il fatturato e del marmo, vetro, ceramica per gli ordini. Come rilevato a livello generale, l’unica eccezione è costituita dal lieve incremento dell’occupazione rispetto al semestre prece-dente (+0,4%). Le previsioni relative ai prossimi sei mesi sono negative e peggiori degli altri settori.Anche le imprese edili sono colpite da diminuzioni sia su base semestrale che annua di fatturato, ordini e occupa-zioni peggiori della media del settore artigiano. Anche in questo caso l’unica eccezione è data dal sensibile aumento congiunturale dell’occupazione (+5,0%), pre-sumibilmente legato alle attività di ricostruzione post sisma. Tali risultati molto negativi hanno influenzato il clima di opinione, caratterizzato da diffuse preoccupa-zioni per l’andamento del fatturato, dei prezzi di vendi-ta e dell’occupazione.Anche gli artigiani che forniscono servizi alle imprese mostrano flessioni congiunturali e tendenziali di fatturato e ordini totali, ma meno pesanti della media del settore. Anche l’occupazione risulta in calo su entrambi gli oriz-zonti temporali, ottenendo rispetto al semestre preceden-te il peggior risultato tra i comparti artigiani. Come per gli altri comparti le previsioni per l’andamento dell’attività nei prossimi sei mesi sono negative, migliori della media regionale solo per quanto riguarda il fatturato. Gli artigiani che forniscono servizi alle persone fanno pure registrare diminuzioni di breve e di lungo perio-do per tutti gli indicatori considerati, con risultati gene-ralmente migliori della media regionale. Le previsioni sono tutte negative, anche in questo caso migliori della media regionale. Considerando le classi dimensionali si osserva che le imprese artigiane di minori dimensioni (fino a 5 addetti)

sono quelle che hanno affrontato le maggiori difficoltà con andamenti degli indicatori considerati molto nega-tivi e peggiori della media. Dal punto di vista territoriale si osserva che i peggiori andamenti sia congiunturali che tendenziali sono stati registrati nella provincia di Pescara che ha fatto rilevare le diminuzioni più consistenti di fatturato, ordini e occu-pazione. Rispetto al semestre precedente le variazioni sono generalmente negative ma migliori della media regionale nella provincia di Teramo, mentre rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente emergono i risul-tati sì negativi ma migliori della media di Chieti. Gli operatori di tutto il territorio regionale nutrono forti timori per il prossimo futuro: particolarmente pessimisti-che le previsioni degli artigiani di Pescara per la tenuta degli attuali livelli di fatturato (-35,7%), prezzi di vendi-ta (-18,1%) e occupazione (-16,2%).

Prezzi di vendita Occupazione

PREVISIONI A SEI MESI DEI PRINCIPALI INDICATORI DELL’ARTIGIANATO IN ABRUZZO I SEMESTRE 2014 (saldi % delle risposte)

Fatturato

Fonte: CRESA

Settore Manifattura -48,8 nd -18,9 Edilizia -34,4 -14,0 -17,3 Servizi alle imprese -23,3 -15,5 -17,8 Servizi alle persone -20,3 -4,3 -6,8Classe dimensionale addetti fino a 5 add. -33,8 -10,3 -13,8 più di 5 add. -8,6 -7,0 -22,6Provincia Chieti -33,8 -12,7 -13,4 L’Aquila -30,7 -9,0 -12,9 Pescara -35,7 -18,1 -16,2 Teramo -26,9 -0,5 -15,9TOTALE -31,8 -10,1 -14,5

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FATTURATO artigianato abruzzese I semestre 2014

ORDINIartigianato abruzzese I semestre 2014

OCCUPAZIONE artigianato abruzzese I semestre 2014

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FATTURATOartigianato province abruzzesi I semestre 2014

ORDINIartigianato province abruzzesi I semestre 2014

OCCUPAZIONE artigianato province abruzzesi I semestre 2014

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Centro regionale di Studi e riCerChe eConomiCo SoCiali

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