clistene di sicione, erodoto e i poemi del ciclo tebano
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Clistene di Sicione, Erodoto e i poemi del Ciclo tebanoAuthor(s): Ettore CinganoSource: Quaderni Urbinati di Cultura Classica, New Series, Vol. 20, No. 2 (1985), pp. 31-40Published by: Fabrizio Serra editoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20538871 .
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Clistene di Sicione, Erodoto e i poemi del Ciclo tebano
Ettore Cingano
II breve, ma dettagliato excursus dedicato da Erodoto a Clistene di Si
cione nella parte centrale del quinto libro delle Storie si apre con una notizia
che suscita tuttora interpretazioni controverse. Erodoto narra (5, 67, 1) che
Clistene, essendo entrato in guerra con gli Argivi, proibi lo svolgimento de
gli agoni rapsodici a Sicione a causa dei poemi omerici, poich? Argo e gli Ar
givi vi erano ovunque celebratil. Oggetto della controversia ? il senso dell'e
spressione fO[xrjpeia ?tzzol, che viene intesa ora come un riferimento ai due
poemi omerici per antonomasia, Y Iliade e ?Odissea 2, ora invece come un'al
lusione ai poemi epici appartenenti al Ciclo tebano, in particolare alla
Tebaide e agli Epigoni3. Se la difficolt? della prima ipotesi risiede nell'acce
zione estremamente gen?rica con cui i termini 'Argo' e 'Argivi' sono adope
rati ne)?Iliade e ncl? Odissea a indicare ? nella grande maggioranza dei casi ? tutti i Greci che mossero verso Troia da ogni parte dell'Ellade, contro la
seconda ipotesi vengono invece mosse obiezioni di carattere storico-lettera
rio : essa implica che al tempo di Erodoto fosse attribuita a Omero la paterni t? di altri poemi del Ciclo ?pico oltre all 'Iliade e aS? Odissea quali la Tebaide e
gli Epigoni, che celebravano effettivamente la citt? di Argo e le gesta degli eroi locali nelle guerre contro Tebe. Per cercare di chiarire quale materiale e
1 KXeiaO'?vTi? y?p 'Apye?oiat 7toX?{i.riaa? fx?v pa^?o?? ercauae ev Eixuam
?ycovt'?eaO'ai xt?v 'Ofxripettov in?oiv elvexa, cm 'Apye?ot xe xat "Apyo? x? rcoXX? ?tavxa
u{xv?axai. 2 A quest'ipotesi aderiscono da ultimo K. Friis Johansen, The Iliad in Early Greek
Art, Copenhagen 1967, p. 233 sg.; J. Svenbro, La parole et le marbre, Lund 1976, p. 44
sg. ; R. Dion, Aspects politiques de la g?ographie antique, Paris 1977, pp. 120 sgg., 155 sgg. ;
F. De Martino, Omero agonista in D?lo, Brescia 1982, p. 42 n. 12. 3
E questa la tesi ripresa ora da B. Virgilio, Commento storico al quinto libro delle Storie
di Erodoto, Pisa 197 5, p. 92 sg.; L.E. Rossi, Dial. d. archeol. n.s. 3, 1981, p. 41 ; B. Gen
tili, Poesia e pubblico nella Grecia antica, Bari-Roma 1984, p. 9 n. 17.
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quali terni di canto della tradizione ?pica siano da individuare in quest'e
spressione, ? necessario riconsiderare e porre in relazione reciproca alcuni
aspetti ed elementi delFintero passo erodoteo, che possono gettare nuova lu
ce sul valore dell'iniziativa anti-rapsodica di Clistene.
Occorre in primo luogo notare che la circostanza che induce Clistene a
deeidere Fabolizione degli agoni rapsodici ? quella di una guerra tra Argo e
Sicione, su cui mancano altre notizie. AlForigine della guerra vi era senza
dubbio il tentativo di Clistene di sottrarre Sicione alla lunga e incontrastata
egemonia di Argo 4; sappiamo da Pausania (2,6,752,7, i) che Sicione fa
ceva parte del territorio argivo sin da quando FEraclide Phalkes, figlio di
T?menos, Faveva conquistata una notte alla guida di un esercito di Dori5.
Richiamandosi alia spartizione del Peloponneso a opera degli Eraclidi e alFe
redit? di T?menos, da cui discendeva, il re di Argo Fidone aveva nella prima meta del VII sec. a.C. rivendicato e organizzato Fegemonia di Argo su tutto
il Peloponneso orientale e settentrionale 6.
Ma il dominio argivo su Sicione risaliva a un'et? ancor pi? remota di
quella che vide il ritorno degli Eraclidi, e si proiettava indietro nel tempo
precedendo sia il periodo della guerra di Troia che quello delle guerre tebane
fra i discendenti di Edipo. Infatti ancora prima che Agamennone conquistas se Sicione, il cui contingente militare a Troia ? nel Catalogo delle navi (II. 2,
569 sgg.) posto sotto il suo comando 7, un verso del medesimo passo iliadi
co informa che re di Sicione era stato Fargivo Adrasto: xa? ?ixuo)V% b^
"A?prjcrco? 7ip?>x,) efx?aat'Xeuev (v. 572). Figlio di Talao, re di Argo, Adra sto fu costretto a fuggire da quella citt? dopo che il Melampodide Anfiarao
gli aveva ucciso in una stasis il fratello Pronax, succeduto a Talao, e si era in
sediato sul trono 8 ; riparato a Sicione presso il nonno materno Polibo, alia
4 Cfr. Virgilio, op. cit. p. 92; L.H. Jeffery, Archaic Greece. The City-States
c. joo-joo B.C., London 1976, pp. 134 sg., 164; Rossi, art. cit. p. 41. 5 Cfr. anche Eforo, FGrHist 70 F 18b; 18c. Sugli EracITdi a Sicione ved. A. Gitti,
Mem. Accad. Lincei 326, 1929, pp. 545-548. 6 Secondo Eforo, FGrHist 70 F 115 (r. 20 sgg.), Fidone ? il d?cimo discendente di
T?menos; cfr. Marm. Par. FGrHist 239 A 30. Sulla sua politica
e sulTegemonia di Argo
nel Peloponneso ved. Gitti, art. cit. pp. 593-597 ; E. Will, Korinthiaka, Paris 195 5, p. 344
sgg.; A. Andrewes, The Greek Tyrants, London 1956, p. 39 sgg.; Th. Kelly, A History of
Argos to joo B.C., Minneapolis 1976, p. 94 sgg. (con una diversa datazione e
interpreta
zione). 7
La conquista di Sicione da parte di Agamennone ? ricordata anche da Pausania, 2,
6, ). Lo Schol. ad II. 23, 296b, V p. 415 Erbse informa che xupavvo? Etxucovio?... U7t?
'Ayafxe^vova era un certo Echepolo.
8 E questa la versione di Menecmo di Sicione, FGrHist 131 F 10; secondo lo Schol.
Pind. Nem. 9, 30b, III p. 15 3 sg. Drachm, e secondo Eustazio, ad II. 2, 566,1 p. 445 van
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Clistene di Sicione, Erodoto e il Ciclo tebano 33
morte di quest'ultimo Adrasto ne eredit? il regno, corne narra lo stesso Ero
doto nel brano da noi preso in esame 9.
Le rivendicazioni territoriali di Argo su Sicione, contro le quali Cliste ne reagisce, trovavano dunque piena legittimazione nel patrimonio ?pico e
nelle vicende storiche dei secoli precedenti. Per intendere appieno il senso dei
provvedimenti adottati da Clistene, conviene accennare brevemente alle suc
cessive vicende di Adrasto: dopo essersi riconciliato con Anfiarao, al quale d? in moglie la propria sorella Erifile 10, Adrasto lascia Sicione e si insedia
sui trono di Argo, ove accoglie l'esule Polinice. Dopo il rientro ad Argo, le
sue vicende si fondono in quelle della duplice guerra combattuta tra Argo e
Tebe alla morte di Edipo, che viene celebrata nell'epos della Tebaide e degli
Epigoni. In entrambi i poemi ? Adrasto la figura preminente dello schiera
mento argivo: ? infatti il re argivo a organizzare e guidare la prima, infrut
tuosa spedizione dei Sette contro Tebe, nella quale ? l'unico a salvarsi, fug
gendo sui prodigioso cavall? Arione n.
Dieci anni dopo, Adrasto partecipa insieme con il figlio Egialeo alla
spedizione degli Epigoni, che riesce a espugnare Tebe ma annovera Egialeo
quale ?nico caduto tra i capi argivi12. Nella pressoch? totale scomparsa dei
poemi del Ciclo tebano, il rilievo in essi avuto da Adrasto ? confermato dalla
der Valk, Anfiarao avrebbe invece ucciso Talao, padre di Pronax e Adraste Alla stasis ac
cennano anche gli Scholl. Pind. Nem. g, 30 c; 32, III p. 154 Drachm, e Diod. Sic. 4, 65,
6; cfr. C. Robert, Oidipus l, Berlin 1915, p. 206 sgg.; C. Brillante, "Un episodio dimenti
cato della Tebaide\ in Omaggio a Piero Tr?ves, Padova 1983, p. 48 sg. Sulle g?n?alogie si
cionie ved. Gitti, art. cit. pp. 5 50 sgg., 599 sgg.; C. Brillante, La leggenda eroica e la civilt?
micenea, Roma 1981, pp. 162, 224-229. 9
Altre fonti sul regno di Adrasto a Sicione: Pind. Nem. 9, 8 sgg.; Schol. Pind. Nem.
9, 25a, III p. 152 Drachm.; Schol. ad II. 2, 572, I p. 306 Erbse; Paus. 2, 6, 6; Hier.
Chron. col. 58a Helm; Eust. ad II. 2, 572,1 p. 449 van der Valk. Da Menecmo (FGrHist
131 F 1 o) e Pausania ( 2, 11, 1 ) apprendiamo che a Sicione Adrasto innalz? un tempio in
onore di Hera. 10
Pind. Nem. 9, 16 sgg.; Scholl. Pind. Nem. 9, 30b; 35b; 35c!, III p. 154 sg.
Drachm.; si veda a questo riguardo R. Stoneman, Philologus 12 5, 1981, p. 44 sg. Secondo
Eustazio, ad II. 2, 566, I p. 445 van der Valk, dopo aver vinto Anfiarao Adrasto divise il
regno in tre parti, tornando all'originari? ripartizione tra Biantidi, Melampodidi
e Anassa
goridi. 11 Cfr. II. 23, 346 sg.; Theb. fr. 4 Allen; Scholl. ABD (Gen.) ad II. 23, 346, II
p. 317 Dind.; Scholl. Pind. 01. 6, 23a; 23d, I p. 158 sg. Drachm.; [Apollod.] Bibl. 3, 6,
8. 12 Cfr. Pind. Pyth. 8, 48 sgg.; Hellan. FGrHist 4 F 100; Scholl. Pind. Pyth. 8, 68;
71; 73, II p. 213 sg. Drachm.; Paus. 1, 4^, 1.
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sua diffusa presenza nella produzione letteraria, mitografica e iconogr?fica
posteriore 13.
Tornando ora a Erodoto, tutto il racconto che segue la notizia dell'a
bolizione dei concorsi rapsodici (5,67, 1-5) appare incentrato sulla figura di
questo straniero divenuto re di Sicione e ivi tuttora venerato corne eroe loca
le, e sui tentativi di Clistene di annullare l'importanza che egli rivestiva nella
vita religiosa della citt?. Risulta infatti chiaramente dalla narrazione erodo
tea che ancora nel primo quarto del VI sec. il ricordo di Adrasto era radicato
nei culti e nelle feste di Sicione: a) ndYagora era innalzato uno heroion di
Adrasto (5, 67, 1); b) lo status regale di Adrasto ? consacrato dall'oracolo
deifico, che denomina l'argivo "re dei Sicionii" in risposta al quesito di Cli
stene se fosse lecito espellerlo dal paese (5, 67, 2); c) a conferma del respon so oracolare Erodoto menziona l'investitura di Adrasto da parte del nonno
Polibo che regnava su Sicione (5, 67, 4); d) il vincolo che lega Adrasto a Si
cione ? perpetuato con la celebrazione di sacrifici (thusiai) e feste (hortai) in
suo onore (5, 67, 4); e) a queste forme di culto si aggiungevano le
performances di cori tragici, che a Sicione celebravano i pathea dell'eroe argi vo anijch? quelli di Dioniso (5, 67, 5) 14. Come ulteriore riprova del favore
goduto da Adrasto, Erodoto (5, 68, 2) ricorda che, sessant'anni dopo la
morte di Clistene, i cittadini mutarono i nomi delle tribu da lui coniati e vi
aggiunsero una quarta tribu, i cui appartenenti furono chiamati Egialei, dal nome del figlio di Adrasto.
Un'ostilit? dunque comprensibile e doppiamente motivata, quella di
Clistene nei riguardi di Adrasto: nella duplice, legittima veste di re sicionio e
argivo questi era da considerare un nemico particularmente insidioso della
politica di indipendenza da Argo perseguita da Clistene. Di qui la ferma
volont? di cacciare Adrasto dalla regione poich? era argivo, e?vcoc 'Apyetov,
spiega lo stesso Erodoto (5,67,1) subito dopo aver menzionato l'altro prov vedimento di Clistene, la cacciata dei rapsodi che celebravano di continuo
nei loro poemi Argo e gli Argivi. Che Clistene scorgesse un l?game preciso tra Argo, Adrasto e i poemi del Ciclo tebano ? dimostrato dallo stratagem
ma escogitato per espellere Adrasto da Sicione, nonostante l'esplicito veto
13 Per un esaustivo panorama della fortuna di Adrasto si rinvia a Roscher, Myth. Lex.
I i, 1884-1886, s.v. 'Adrastos', col. 78 sgg. (H.W. Stoll); E. Bethe, s.v. 'Adrastos', RE I,
1894, col. 411 sgg.; I. Krauskopf s.v. 'Adrastos', Lex. Icon. Myth. Class. I 1, 1981, p. 231
Sgg" 14
Nella formulazione della frase, Erodoto evidenzia la peculiarit? del fatto: x?v fx?v
Ai?vuaov o? xi[ji(I)VT??, t?v ?? "A?pTjOTov. Cfr. G.A. Privitera, Dioniso in Omero, Roma
1970, p. 37 sg. e ved. infra n. 32. Il verbo xtfx?co ricorre pi? volte in questo passo per
esprimere la devozione dei Sicionii nei riguardi di Adrasto.
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Clistene di Sicione, Erodoto e il Ciclo tebano 35
della Pizia: dopo aver richiesto e ottenuto dai Tebani le ossa delFeroe tebano
Melanippo, Clistene gli consacra un'area nel pritaneo, il luogo pi? sacro del
la citt?, e ne colloca i resti nel punto pi? protetto. Per chiarire il senso di que
st'iniziativa, Erodoto aggiunge (5,67,2 sgg.) che Melanippo era assai inviso
(echthiston) ad Adrasto, poich? gli aveva ucciso (nella prima spedizione con
tro Tebe) il fratello Mecisteo e il genero Tideo. ? questo un esplicito riferi
mento agli eventi narrati nella Tebaide, in cui Melanippo risultava il pi? stre
nuo e valoroso difensore di parte tebana, prima di cadere per mano di
Anfiarao 15.
Dopo aver insediato Melanippo nel pritaneo ? continua Erodoto ?,
Clistene trasferisce al tebano tutti i sacrifici e le feste che erano stati fino ad
allora prerogativa di Adrasto, con Feccezione dei cori tragici gi? menzionati, che furono invece trasferiti a Dioniso. Risulta allora evidente Fintento di
Clistene di rovesciare il valore e la funzione delFepos tebano rispetto alFuso
che ne veniva fatto da parte argiva : se il mito di Adrasto ben si confaceva
agli interessi argivi, la figura di Melanippo, che di Adrasto era stato il pi? fiero antagonista, favoriva la politica antiargiva di Clistene. Lungi dal pre sentarsi come "... odd forms which his hatred of Argos took" 16, i provvedi
menti di Clistene originavano direttamente dal sostrato mitico-epico che per meava la storia di Sicione. La sostituzione del culto di Adrasto con quello di
Melanippo rappresenta la risposta sul piano religioso alle pretese di Argo, che nelle vicende di Adrasto narrate nei poemi del Ciclo tebano poteva tro
vare un eccellente strumento di propaganda e legittimazione delle proprie
rivendicazioni17.
Occorre a questo punto evidenziare come nel capitolo iniziale di Ero
doto (5, 67, 1 ) le due misure prese da Clistene durante la guerra con Argo si
15 Cfr. Paus. 9, 18, i. Sui ruolo di Melanippo nella Tebaide ved. U. von Wilamo
witz-Moellendorff, Aischylos Interpretationen, Berlin 1914, p. 102; C Robert, Die griechi sche Heldensage III 1, Berlin 19214, pp. 929 sg., 938 sg. Sulla figura di Mecisteo e sui valo re di questa testimonianza erodotea rinviamo al nostro articolo 'La morte di Mecisteo: una
testimonianza della Tebaide ciclica in Erodoto', di prossima pubblicazione in questa rivista. 16
Cosi si esprime Andrewes, op. cit. p. 58. Un altro esempio del recupero per fini po litici delle ossa di un eroe ? in Herodot. 1, 67-68, su cui ved. G. Huxley, Greek, Rom. By%. Stud. 20, 1979, p- 145 sgg. Sull'utilizzo di Melanippo da parte di Clistene ved. L.R. Far
nell, Greek Hero Cults and Ideas of Immortality, Oxford 1921, p. 335. 17
Sull'uso dell'epos tebano come arma politica vedi le osservazioni di G. Huxley,
Greek Epic Poetry, London 1969, p. 48 sg. Riguardo ad Adrasto si deve tener presente con
Robert, Griechische Heldensage cit. p. 91 3, che, come accadde per Edipo, nell'epoca arcaica
doveva circolare un numero di poemi e miti incentrati su Adrasto assai pi? ricco e nutrito di
quello tramandatoci dalla tradizione. Sui vari aspetti della politica di Clistene oltre a Gitti, art. cit. p. 597 sgg., ved. da ultimo A. Griffin, Sikyon, Oxford 1982, p. 50 sgg.
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36 E. Cingano
articolino secondo un disegno omogeneo e complementare: esse esprimono un id?ntico valore antiargivo mediante le due proposizioni causali cm
'Apyetoi te xa? "Apyo?... e ?ovxa 'Apye?ov, e sono poste in stretta correla
zione tramite il nesso xo?xo [x?v... to?to 5?: da un lato egli viet? i concorsi
di poesia epica, dalFaltro decise di esautorare Adrasto.
Ma taie omogeneit? di fatto non sussiste nelFinterpretazione che indi
vidua n?i?Iliade e ncWOdissea gli Homereia epea avversati da Clistene: gi? Strabone (8, 6, 5) aveva osservato che Omero 'Apyetou? yo?v xaXet
7ravxa?, xoL&?Lmp xa? Aavao?? xa? 'Ayatoti?, ed estende parimenti a nu
mer?se citt? il nome di Argo 18. In questo ?tnico con valore complessivo non
possono dunque essere identificati gli Argivi in senso proprio, nemici di Si
cione, e riesce inoltre impossibile trovare una correlazione tra gli Argivi de\?Iliade e dc\?Odissea e Fargivo Adrasto, contro i quali in egual misura si
sarebbe accanito Clistene. La consapevolezza di quest'aporia traspare del re
sto anche tra i fautori di quest'esegesi : se Svenbro, dopo aver ammesso che
nell'Iliade Argo e gli Argivi non sono inseriti con uno spirito antisicionio 19, sostiene che il significato in essi individuato da Clistene ? accid?ntale, perch? i poemi hanno semplicemente acquistato un senso imprevisto, Dion 20 ? co
stretto a immaginare nella Sicione di Clistene un divorzio tra il governo che
si insospettiva di alcune intenzioni di Omero, e la cittadinanza che di esse si
curava assai poco, ammesso che fosse in grado di coglierne il significato. Non ha quindi senso parlare di tendenze antisicionie o filoargive nei
poemi omerici, che potessero suscitare i timori di Clistene e giustificarne i
provvedimenti. Uno dei pochi passi che pu? definirsi filoargivo ? quello del
Catalogo delle navi (17. 2,559 sgg) cne celebra il contingente argivo a Tro
ia; ma in questo caso si tratta di Argivi veri e propri. A guidarli sono tre de
gli Epigoni vittoriosi nella seconda spedizione contro Tebe : Stenelo, Diome
de ed Eurialo, gli ultimi due figli rispettivamente di Tideo e Mecisteo, i due
protagonisti argivi della Tebaide menzionati nel nostro passo di Erodoto ( 5,
67, 3). Ed ? assai significativo che nel brano del Certamen di Omero ed
Esiodo relativo ai viaggi di Omero proprio questo medesimo passo del Cata
logo, recitato ad Argo, induca le autorit? cittadine a decretare per Omero
18 Si veda a questo proposito l'esauriente analisi di P. Cauer, Grundfragen der
Homerkritik, Leipzig 19213, p. 279 sgg.; cfr. ora A. M?le, 'Elementi formativi degli ethne
greci e assetti politico sociali', in AAW, Storia e civilt? dei Greci I, Milano 1978,
pp. 27-33; Lf&'E sv- 'Apyo?; R. Drews, Class. Philol. 74, 1979, pp. 115-125.
19 Svenbro, op. cit. p. 45. La distinzione operata da Svenbro tra aedi creatori e rapso
di esecutori non ha ragione di sussistere, nella nostra interpretazione del passo erodoteo ; cfr.
anche Gentili, op. cit. p. "9 n. 17. 20
Op. cit. p. 120.
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Clistene di Sicione, Erodoto e il Ciclo tebano 37
onori e compensi di ogni sorta, Hete che la loro stirpe sia stata lodata (epi toi
enkpmiaiestha?) dal pi? grande dei poeti (Certamen 287-308). Il l?game di Omero con Argo e gli Argivi ? dunque motivato con la citazione di uno dei
pochi passi in cui il poeta elogia non gli Argivi in senso lato, intesi come Gre
ci, n? il loro sovrano Agamennone, bensi gli Argivi in senso proprio, i cui ca
pi erano i protagonisti dei poemi del Ciclo tebano: ? allora lecito presumere che lo stesso criterio di identif?cazione (Argivi
= eroi del Ciclo tebano) pre valesse all'epoca di Clistene.
Abbiamo visto come il senso del decreto antirapsodico di Clistene ri
manga oscuro e poco motivato, se lo si riferisce 2$Iliade e aS?Odissea. Le
difficolt? d'interpretazione scompaiono invece del tutto se si identificano ne
gli Homereia epea la Tebaide e gli Epigoni: emerge allora nell'intero brano
erodoteo un tessuto coerente e unitario nel quale le misure di Clistene assu
mono un significato preciso e si chiariscono a vicenda. II bando antirapsodi co vietava la recitazione di questi poemi proprio perch? essi esaltavano, come
mostra il verso iniziale della Tebaide "Apyoc ocet?e 9*e? 7ioXo8t4>tov xtX. (fr. i Allen), la Argo peloponnesiaca contro cui Clistene era in guerra e le gesta
di eroi argivi nel senso proprio del termine, tra i quali spiccava Adrasto; ne
conseguono le varie azioni intraprese contro Adrasto, legate anch'esse alla
realt? storica e religiosa di Sicione, che ne perpetuava il culto con manifesta
zioni di ogni genere : la medesima concretezza politica informava dunque en
trambi i provvedimenti. Rimane ora da verificare se sia fondata l'obiezione, mossa alla nostra
ipotesi, secondo la quale la Tebaide e gli Epigoni non potevano essere, al tem
po di Erodoto, in alcun modo attribuiti a Omero.
Nei secoli VII e VI a.C. e persino nel V l'attribuzione a Omero di altri
poemi epici oltre aXLTliade e al?Odissea, in particolare della Tebaide, ? confer mata da alcune testimonianze fondamentali. Pausania (9, 9, 5) riferisce che il
poeta Callino di Efeso (ca. 650 a.C.) riteneva che Omero fosse l'autore della
Tebaide 21. A conferma del giudizio di Callino, vanamente confutato da alcu
ni studiosi moderni22, Pausania aggiunge che molti altri (autori) degni di sti
ma (rcoXXot xe xai ?^toi X?yoo) attribuivano a Omero la paternit? di questo
poema. Lo stesso Pausania sembra inoltre condividere questo giudizio, poi
21 Paus. 9, 9, 5
= Callin. test. 10 Gent.-Pr. : inour\&r\ ?? t? t?v 7t?Xejxov to?tov xai
?nr\ Srfioi?? (Oiq?aCotc, codd.) -x? ?? ?7iT] xa?ra KaXXtvo? (KaXa?vo? codd.) ?cpixofxevo? a?xd)v ?? [xvr|[XT)v ?cpr]a?V "?fjnqpov x?v TCOtrjaavca etvai... Sul valore di questo passo ved.
E. Bethe, Thebanische Heldenlieder, Leipzig 1891, p. 147 sg. 22
J.A. Scott, Class. Philol. 16, 1921, p. 20 sgg.; J.A. Davison, From Archilochus to
Pindar, London-New York 1968 (1955), p. 81 sg.
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3? E. Cingano
ch? afferma di stimare la Tebaide molto pi? degli altri poemi del Ciclo ?pico, con Feccezione dei due poemi omerici.
Sempre nel VII sec, la diffusione delFepos tebano in area peloponne siaca ? implicita in un verso in cui Tirteo (fr. 9, 8 Gent.-Pr.) ricorda la soavi
t? del linguaggio di Adrasto, un motivo, questo, ripreso evidentemente dalla
Tebaide 23 o dagli Epigoni; in quest'ultimo poema Adrasto svolgeva il ruolo
di capo supremo an?logo a quello di Nestore n?i?Iliade, cui lo accomunava
la fama di parlatore fluente celebrata anche nella tragedia 24.
Un'altra importante testimonianza sulFattribuzione a Omero di altre
opere nelFet? arcaica ? fornita da Simonide di Ceo (VI-V sec), del quale Ateneo (4, 172e) riporta alcuni versi relativi alia vittoria con il giavellotto di
Meleagro ai giochi funebri in onore di Pelia: outco y?p "0[X?po? r\bi Exa
aiyopo? aeiae Xaot? (Simon, fr. 564, 4 Page). Dato che questa vittoria di
Meleagro non ? ricordata in nessuno dei due poemi omerici canonici, appare chiaro che Simpnide attribuiva a Omero anche un altro poema ?pico nel qua le il tema della vittoria di Meleagro era trattato, e non si pu? escludere che si
traitasse proprio della Tebaide25.
Infine dallo stesso Erodoto, che in un passo del quarto libro (4, 32)
pone in dubbio la paterniti omerica degli Epigoni, giunge per via indiretta la
conferma che ancora intorno alia meta del V sec i poemi del Ciclo tebano
erano comunemente ritenuti opera di Omero. Dal modo in cui lo storico for
mula il proprio dubbio sugli Epigoni si evince infatti chiaramente che egli
esprime un par?re personale, contrapponendosi
a quella che era ai suoi tempi
un'opinione ben consolidata e incontrastata 26. La tesi secondo cui la perples
23 Cfr. C. Prato, Tyrtaeus, Roma 1968, p. 128; C. Del Grande, Filologia minore,
Milano-Napoli 19672, p. 80. 24
Pensiamo in particolare, al ruolo di Adrasto negli Eleusini di Eschilo; cfr. H.
Gr?goire in Euripide: H?racl?s, Les Suppliantes, Ion, Paris 1923 (1976), p. 79 sgg. (p. 84). Sui parallelismo Nestore/Adrasto ved. Stoll in Roscher, Myth. Lex. cit. col. 80; l'eloquenza
di Adrasto ? nota anche a Pindaro, 01. 6, 13 sgg. 25
Su questo verso ? ancora valida l'opinione di F.G. Schneidewin, Simonidis Cei car
minum reliquiae, Brunsvigae 183 5, p. 36: "Homeri autem nomine Simonides videtur appel lasse auctorem Thebaidis cyclicae, cuius carminis Hom?rica fuit ?ndoles"; cfr. anche F.G.
Welcker, Der epische Cyclus I, Bonn 186 52, p. 186. Troppo scettico sui valore di questa e di
.altre testimonianze ? Davison, op. cit. p. 77 sgg., che nel suo saggio sulle citazioni nella lette
ratura greca arcaica trascura due inoppugnabili testimonianze di Stesicoro su Xanto (Stesich.
fr. 229 Page) e di Ipponatte
su Mimnermo (Hippon. fr. 146 Degani; Mimn. Test. 5 Gen
t.-Pr.). 26
Herodot. 4,3 2 :... eaxt ?? xat 'Ourjpto ?v 'E^iy?votai, si ?? x?) ?ovxi ye "0\ir\po<;
xa?xa x? ?tziol inoiriGt. Cfr. U. von Wilamowitz-Moellendorff, Homerische
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Clistene di Sicione, Erodoto e il Ciclo tebano 39
sit? di Erodoto sulTattribuzione degli Epigoni a. Omero impedisce di ritenere
che egli indicasse con gli Homereia epea questo poema oltre alia Tebaide, pre scinde da un argomento sostanziale 27: nei due capitoli dedicati a Clistene
(5, 67-68), Erodoto attinge a una fonte pi? antica palesemente ben informa
ta sulla storia di Sicione in quel periodo 28. L'espressione Homereia epea pu?
dunque non essere erodotea, ma provenire da questa fonte di et? precedente e risalire anzi all'epoca stessa in cui Clistene decret? l'abolizione degli agoni
rapsodici, nel primo ventennio del VI sec. a.C. : un'epoca in cui i primi dubbi
sulla paternit? omerica di tutto il Ciclo ?pico non erano ancora affiorati29.
In una prospettiva che ponga il contenuto dei poemi in rapporto con i
gusti e le attese del pubblico cui erano destinati, si deve aggiungere che i ra
psodi avevano fondati motivi per recitare la Tebaide e gli Epigoni a Sicione,
dove il protagonista Adrasto godeva da lungo tempo di un culto assai fioren
te; inoltre nell'area peloponnesiaca da cui provenivano gli eroi della spedi zione contro Tebe vi sar? stata una naturale predisposizione a ritenere che
fosse proprio Omero l'autore di questi due poemi30. Nel quadro della nostra
interpretazione, il preminente int?resse dei Sicionii per l'epos che celebrava le
imprese di Adrasto trova un significativo riscontro nell'altra forma lettera
rio-religiosa da tempo coltivata a Sicione: i xpaytxoi yopot che celebravano
ipathea di Adrasto (Herodot. 5, 67, 5), anch'essi attinti all'epos tebano 31.
Id?ntico nella sostanza e nella motivazione ? il tipo di censura messo in atto
Untersuchungen, Berlin 1884, p. 3 5 2 : Dei Herodotos beginnt die Kritik... subjective zwei
fei ?u?ert er". 27
Vorremmo far notare che la nostra ipotesi rimane in ogni caso valida nei riguardi
della Tebaide, il pi? antico e importante dei tre poemi del Ciclo tebano e quello che contene
va il n?cleo originario della saga storica; ved. U. von Wilamowitz-Moellendorff, Die Ilias
und Homer, Berlin 19203, p. 339 sg.; Robert, Griechische Heldensage cit. p. 949 sg. 28 Di una "unbestimmte Quelle" cui attinse Erodoto parla F. Jacoby,
s.v. 'Herodo
tos', R.E. Suppl. I-II, 1903, col. 439. 29
"Um 500 sind alle Gedichte von Homer": Wilamowitz, Homerische Untersuchun
gen cit. p. 353. Sul filo del nostro ragionamento si muove anche Gentili, op. cit. p. 8 n. 12,
che a proposito del termine rhapsoidos, attestato per la prima volta in questo passo di Erodo
to (5, 67, 1), osserva: "Ma l'uso del termine pu? essere pi? antico, almeno contempor?neo
a
Clistene". Nel Certamen tra Omero ed Esiodo (254 sgg.), composto in un'epoca posteriore, la Tebaide e
gli Epigoni sono ancora attribuiti a Omero, e la stessa opinione
era condivisa da
Dionisio di Samo, FGrHist 15 F 8; cfr. il commento di Jacoby ad loc, I p. 492 sg. 30
Le pagine pi? acute e convincenti a favore delTidentificazione degli Homereia epea
con la Tebaide e gli Epigoni
resta?o a tutt'oggi quelle scritte da G. Grote nella sua History of
Greece; citiamo dall'edizione francese, Histoire de la Gr?ce III, Paris 1865, pp. 14-16. 31
Pausania (1,43, 1 ) narra che Adrasto mori a Mcgara, nel viaggio di ritorno in pa
tria dopo la conquista di Tebe, e cause della sua morte furono la vecchiaia e il dolore per la
morte di Egialeo. Quest'episodio era senz'altro trattato
negli Epigoni.
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40 E. Cingano
da Clistene contro questi due generi che ? conviene ricordarlo ? venivano
entrambi recitati ed eseguiti nell'agor? dove sorgeva lo heroion di Adrasto:
se, nell'impossibilit? di controllare o cambiare i terni di canto dell'epos teba
no, egli abrog? i concorsi rapsodici, trasferendo i cori tragici al culto di Dio
niso Clistene sostitui alla narrazione delle vicissitudini di Adrasto altri terni
mitici che non gli sembravano politicamente pericolosi32.
Universit? di Urbino
32 Sulla dibattuta natura di questi cori tragici si rinvia alle indagini di A. Pickard
Cambridge, Dithyramb, Tragedy and Comedy, 2nd ed. rev. by T.B.L. Webster, Oxford
1962, p. 101 sgg.; H. Patzer, Die Anf?nge der griechischen Trag?die, Wiesbaden 1962, pp.
19 sg., 30 sg., 59 sg., 125 sg.; A. Lesky, Die tragische Dichtung der Hellenen, G?ttingen
19723, p. 42 sgg.; K.H. Kinzl, Klio 62, 1980, p. 181 sgg.; F. Kolb, Agora und Theater,
Volks- und Festversammlung, Berlin 1981, p. 51 sg. n. 221. Sul significato dell'espressione
npo? x? rcao'eot in quest'ultima frase ved. Davison, op. cit. pp. 5. sg., 22.
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