chioggia apr2015 n40

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continua a pag. 8 Editoriale S i lavora ancora in Veneto? Certo. Meno di quanto si lavorava anni fa, in modo magari diverso, meno stabile, ma si lavora. Le imprese ci credono, fanno fatica ma finché possono tengono duro, combattono. La gente usa intelligenza e creatività e, se serve, si reinventa. Lavoro: nuove strade, nuova gente di Germana Urbani* *[email protected] - [email protected] L’informazione locale è sempre con te: +90% di accessi al sito www.lapiazzaweb.it EXPO, L’EVENTO CULTURALE DELL’ANNO ELEZIONI, NUOVE E VECCHIE ALLEANZE NON SOLO PROPOSTE ECCO I FATTI CONCRETI VENETO IN PRIMO PIANO pagg. 22-23-24 pag. 26 pag. 28 a pag. 29 alle pagg. 31-35 a pag. 36 All’interno del giornale Il primo cittadino promette: pressione fiscale più leggera Tasse pag. 6 Cittadini e commercianti non si sentono tranquilli Sicurezza pag. 12 pag. 8 Sst, il sindaco Giuseppe Casson annuncia la chiusura Piano di razionalizzazione delle società partecipate: il primo cittadino spiega la decisione con la spending review, ma il Pd lo ritiene solo un pretesto L ’amministrazione comunale annuncia la chiusura di Sst, la società partecipata a cui è affidata le gestione di una serie di servizi pubblici. La spending review del governo centrale si fa sentire anche nella realtà locale, con l’intenzione – esternata dal sindaco Giuseppe Casson – di chiudere definitivamente l’esperienza della società partecipata comunale, al fine di risparmiare sui costi degli organi di governo. Costituita nel ‘77 sotto la sigla Asp, dal ‘79 prende in gestione il servizio idrico e, dal 1980 inizia a gestire anche l’igiene ambientale. Nel 2000 diventa società per azioni e, dal 2001, inizia a gestire i par- cheggi cittadini e altri servizi minori. Nel 2007 si fonde con Veritas e assume l’attua- le denominazione Sst. Alla fine del 2014 il Comune ha iniziato a smantellare la società, togliendole la gestione del calore e dell’illu- minazione, così da affidarli a Veritas. Ades- so si profila la chiusura dell’azienda, spesso definita un “carrozzone”. “È mia volontà — ha spiegato il primo cittadino — provvedere ad una progressi- va dismissione delle attività attualmente gestite da Sst in vista di una sua definitiva chiusura”. E il sindaco Casson cita il premier Matteo Renzi, per giustificare la sua mossa. REGIONALI: MANCINI (NCD-UDC) E MANTOVAN (PD) SI PRESENTANO Massimo Mancini si candida sostenuto da Ncd e Udc: “Mi concentrerò - dice - sui problemi della sanità”. Mauro Mantovan corre per il Pd: “La nostra città - sostiene - ha tante potenzialità da valorizzare”. pag. 15 UN PROGETTO PER IL RECUPERO DI FORTE SAN FELICE Un parco a carattere storico – na- turalistico con percorsi turistici, che compren- dano oltre al Forte San Felice e alla sua area verde anche l’isola di Ca’ Roman con Forte Barbarigo e l’ottagono di Ca’ Roman. pag. 18 Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 40 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Aprile 2015 di Chioggia Bambini sovrappeso, “sono i maschi a rischiare di più” Primo Piano pagg. 4-5

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Chioggia apr2015 n40

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Page 1: Chioggia apr2015 n40

continua a pag. 8

Editoriale

Si lavora ancora in Veneto? Certo. Meno di quanto si lavorava anni fa, in modo magari diverso, meno stabile, ma si lavora. Le imprese ci credono, fanno fatica ma fi nché possono

tengono duro, combattono. La gente usa intelligenza e creatività e, se serve, si reinventa.

Lavoro: nuove strade, nuova gente di germana Urbani*

continua a pag. 8

“Anche quest’uano a posarsi tuttora sulle infrastrutture stradali.

“Manca interesse politico nei confront di Ornella Jovane*

*[email protected] - [email protected]

Editoriale

*[email protected] [email protected]

L’informazione locale è sempre con te: +90% di accessi al sito www.lapiazzaweb.itVeneto in primo piano

eXpo, l’eVento cUltUrale dell’anno

eleZioni, nUoVe e Vecchie alleanZe

non solo proposte ecco i fatti concreti

Veneto in primo piano

pagg. 22-23-24

pag. 26

pag. 28

a pag. 29

alle pagg. 31-35

a pag. 36

All’interno del giornale

Il primo cittadino promette: pressione fiscale più leggera

Tasse

pag. 6

Cittadini e commercianti non si sentono tranquilli

Sicurezza

pag. 12

pag. 8

Sst, il sindaco Giuseppe Casson annuncia la chiusuraPiano di razionalizzazione delle società partecipate: il primo cittadino spiega la decisione con la spending review, ma il Pd lo ritiene solo un pretesto

L’amministrazione comunale annuncia la chiusura di Sst, la società partecipata a cui è affidata le gestione di una serie

di servizi pubblici. La spending review del governo centrale si fa sentire anche nella realtà locale, con l’intenzione – esternata dal sindaco Giuseppe Casson – di chiudere definitivamente l’esperienza della società partecipata comunale, al fine di risparmiare sui costi degli organi di governo.

Costituita nel ‘77 sotto la sigla Asp, dal ‘79 prende in gestione il servizio idrico e, dal 1980 inizia a gestire anche l’igiene ambientale. Nel 2000 diventa società per azioni e, dal 2001, inizia a gestire i par-cheggi cittadini e altri servizi minori. Nel 2007 si fonde con Veritas e assume l’attua-le denominazione Sst. Alla fine del 2014 il Comune ha iniziato a smantellare la società, togliendole la gestione del calore e dell’illu-

minazione, così da affidarli a Veritas. Ades-so si profila la chiusura dell’azienda, spesso definita un “carrozzone”.

“È mia volontà — ha spiegato il primo cittadino — provvedere ad una progressi-va dismissione delle attività attualmente gestite da Sst in vista di una sua definitiva chiusura”. E il sindaco Casson cita il premier Matteo Renzi, per giustificare la sua mossa.

regionali: mancini (ncd-Udc) e mantoVan (pd) si presentano

Massimo Mancini si candida sostenuto

da Ncd e Udc: “Mi concentrerò - dice - sui

problemi della sanità”. Mauro Mantovan corre per il Pd: “La nostra città - sostiene - ha tante

potenzialità da valorizzare”.pag. 15

Un progetto per il recUpero di forte san felice

Un parco a carattere storico – na-turalistico con percorsi turistici, che compren-dano oltre al Forte San Felice e alla sua area

verde anche l’isola di Ca’ Roman con Forte Barbarigo e l’ottagono di Ca’ Roman.

pag. 18

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 40 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD aprile 2015

di Chioggia

Bambini sovrappeso, “sono i maschi a rischiare di più”

Primo Piano

pagg. 4-5

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Non avete uno smartwatc? Ebbene, quest’anno potreste acquistarne uno. Secondo gli esperti di mercato il 2015 dovrebbe registrare una crescita esponenziale di questi gioielli tecnologici

con cui connettersi al mondo in rete e agganciare immagini, video e informazione che sembrano tagliati apposta per ognuno di noi.

Ma sappiate che non è un caso se vi imbattete sempre più spesso in ciò che vi piace o vi intrattiene di più. Ognuno di noi è “guardato” e “pesato” come potenziale acquirente da moltissimi soggetti, veri e propri 007 digitali al soldo delle aziende per cui lavorano.

Una volta individuati i nostri gusti in fatto di video, notizie, foto e molto altro, sono abili a proporci i banner giusti su cui non possiamo fare a meno di cliccare. Vi sarete certamente accorti che se un determinato giorno, decisi a cambiare casa, auto, telefono o altro, avete cercato informazioni in Rete, nei gironi succevi la Rete stessa vi proponeva notizie sull’argomento a cui eravate interessati giorni prima. Facilitandovi, apparentemente, la ricerca.

Ma la reclame precisa proprio su quanto state cercando servita sul vostro schermo è il segnale evidente che qualcuno conosce i vostri desideri forse più di voi.

Tutto questo è il frutto dell’ultima frontiera della pubblictà online: la pubblicità comportamentale che si nutre e guadagna conoscendo il nostro stile di vita, i nostri gusti e preferenze, chi frequentiamo e persino il nostro stato di salute. Noi siamo moneta sonante!

Così qualcuno riesce a creare apposta per noi singoli dei veri e propri messaggi pubblicitari personalizzati, vestiti fatti su misura in tutto e per tutto. Tanto che chi li riceve non può non cliccarci sopra. Un meccanismo tale per cui su uno stesso sito, su cui navigo io con il mio computer al piano terra della mia casa e, nello stesso momento al piano di sopra, mia sorella sul suo smartphon, possono benissimo essere presenti banner diversi.

E se vi state “scaldando” pensando che qualcuno abbia violato pesantemente la vostra privacy deponete pure le armi. Abbiamo fatto tutto da soli senza rendercene conto. E’ bastato registrare una e-mail gratuita, visitare dei siti, esprime giudizi o mmenti su quello o quell’altro argomento e poco altro. La privacy, comunque, per ora rimane abbastanza salva. Abbastanza perchè gli 007 in rete ci catalogano per tipologia e non con nome e cognome. Maschio cinquantenne professionista appassionato a pesca e auto. Madre quarantenne di due fi gli adolescenti. Ventenne studente appassionato di musica classica e gruppi. Solo con Facebook si rischia un pò di più perchè lì sì ci sono tutti i nostri dati sensibili e anche qui non si può far nulla, gli abbiamo regalati noi al colosso digitale dell’amicizia facile!

E chissà cosa succederà d’ora in avanti con l’avvento di Periscope, l’app di Twitter per realizzare video in diretta! Si tratta di una vera rivoluzione su cui i maggiori gruppi editoriali del mondo si stanno interrogando chiedendosi quale sia il modo migliore per sfruttarla al massimo.

E anche noi cultori, o meno, delle nuove tecnologie non possiamo sottrarci al fascino delle novità e, c’è da scommeterci, che nasceranno presto provetti registi con Periscope che manderanno in Rete il lecito e l’illecito, alla faccia della privacy di grandi e piccini.

Arrivati a questo punto vien da chiedersi: meglio starci o non starci in Rete? Meglio esistere con un profi lo oppure vivere solo sotto il cielo vero, fatto d’aria e di luce?

La risposta è facile. Molto meglio esserci. Mi spieranno pure, e se ne sono consapevole magari sto un pò attento, ma la Rete è il mondo delle possibilità infi nite, privarsene sarebbe un delitto. Meglio imparare a squazzarci bene, muniti di strumenti d’avanguardia e poi andare, correre verso il futuro che verrà.

Veloce e vasto sempre di più.

Si sta come pesci nella ReteAltro che privacy! E chissà come cambierà il mondo virtuale con Periscope, la nuova app di Twitter per realizzare video in diretta?!

3News da laPiazzaweb

Le grandi opere destano sempre curiosità. E difatti a marzo la notizia più vista parla proprio di questo: “Chioggia si prepara all’apertura del primo centro commerciale”. Si è trattato di un vero e proprio boom di visite segno che si tratta o di un’opera attesa da tempo o di un’opera osteggiata. Lo scopriremo insieme. Molto cliccata la fotogallery dei carri allegorici a Cavarzere e nell’edizione del Conselvano “Cartura – salve le due classi della primaria”seguici su www.lapiazzaweb.it

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

“Apre il nuovo centro commerciale a Chioggia” fa registrare un gran numero di condivisioni, commenti e visualizzazioni. A seguire è piaciuta la storia “giuseppina di Cavarzere festeggia i suoi 105 anni con noi” e quella di “Diego baldina di Codevigo è in semifi nale del reality lookMaker Academy”.seguici su www.facebook.com/

lapiazzaweb

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUI SOCIAL

Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Cavarzere, Chioggia, Adria e piovese. seguici su www.lapiazzaweb.it

EDIZIONIPIÙ VISTESUL SITO:

Cambiano, invece, i nomi delle edizioni più sfogliate su Issuu. Qui spopola il supplemento piovese Sport che racconta tantissime realtà sportive della Saccisica, poi Rovigo e Adria.seguici su www.issuu.com/

lapiazzaweb

EDIZIONIPIÙ VISTESU ISSUU

Il direttore nel suo blog si chiede se sia giusto che un ex coniuge che convive con un’altra persona perda defi nitivamente il diritto a ricevere l’assegno divorzile come sancisce una recente sentenza della Cassazione.seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

basta ai vitaliazi dei politici regionali! E’ uno dei punti all’ordine del giorno della campagna per le regionali. Ma chi gestisce il bene pubblico deve avere una sorta di pensione oppure no?seguici su www.lapiazzaweb.it/

sondaggio/

ILSONDAGGIO

L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Stiamo ricevendo tante foto di cagnolini che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

category/animali/

ADOTTAMI,I NOSTRIAMICIANIMALI

Con l’uscita del primo numero del nostro supplemento cartaceo Turismo&Sapori, anche le pagine web dedicate ai viaggi e all’enogastronomia hanno avuto un grande successo sia sul sito che sui social. seguici su www.lapiazzaweb.it/

category/motori/

TURISMO E SAPORI

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

In allegato al giornale e suwww.lapiazzaweb.it/turismo

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 87048840Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 13 aprile 2015Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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4 Argomento del mese

giornata della salUte i dati regionali

Un adulto veneto su tre pesa troppo

La giornata mondiale dedicata alla Salute, il 7 aprile scorso, quest’anno ha posto l’attenzione sulla sicurezza alimentare. Oltre che un momento per proporre le nuove iniziative in calendario anche l’occasione ideale per fare

il punto delle situazione nella regione che si presenta sostanzialmente in linea con i dati nazionali ossia “Per il 57% la popolazione veneta tra 18 e 69 anni risulta normopeso; il 30% è sovrappeso; il 10% è obeso; il 3% sottopeso. Molto meglio, e la cosa è rilevante, va per i bambini: il 75% di loro è normopeso; il 17% è sovrappeso; il 5% è obeso (l’1% in forma severa) l’1% è sottopeso.”

Intenso è l’impegno della regione attraverso tutte le ULSS a favore della sensibilizzazione e diffusione delle iniziative volte all’educazione alimentare che comincia dai banchi di scuola. Ma non solo. La fi nalità prima della giornata è stata la sicurezza alimentare che coinvolge direttamente i Governi in termini di salubrità e controlli degli alimenti con l’invito a mettere in atto delle politiche condivise volte a migliorare la sicurezza degli alimenti lungo tutta la catena alimentare. La sicurezza alimentare, tema molto a cuore ai vertici delle regione Veneto, fa parte di un articolato programma che si articola e si dirama a partire dalla prevenzione primaria per poi passare a quella secondaria e terziaria, attra-verso tutte le tematiche che riguardano la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, nelle seguenti tre azioni: promozione della salute in ambito nutrizionale, consulenza dietetico-nutrizionale, ristorazione collettiva. M.C.

Il Veneto è tra le Regioni italiane con la percentuale di bam-bini in eccesso di peso più bassa, ma non bisogna distogliere l’attenzione perché il problema coinvolge pur sempre quasi

un quarto della popolazione infantile. Nella nostra regione infatti il 25 per cento dei bambini presenta problemi di peso: in mag-gioranza si tratta di casi di sovrappeso, quindi non gravi e legati per lo più ad una corretta alimentazione e alla pratica regolare di qualche attività fi sica. Poiché le abitudini alimentari scorrette possono favorire l’aumento di peso, da sempre sono oggetto di un’attenzione particolare e di iniziative di studio e sensibiliz-zazione. La partenza a breve dell’Expo 2015 ospitato proprio dall’Italia ha dato senza dubbio una forte spinta alla sensibiliz-zazione verso l’alimentazione nel suo complesso in particolare con attività mirate di educazione alimentare che puntano alla consapevolezza verso una corretta alimentazione che includa al suo interno le giusti dosi di frutta e verdura, proteine e carboidrati e che permetta di conoscere, senza paura o infondati timori an-che particolari patologie legate all’alimentazione come celiachia (intolleranza al glutine sempre più diffusa anche fra i bambini ma che può manifestarsi anche in età adulta) e diabete (patolo-

gia molto nota ma che in molti casi non si conosce nei dettagli). Bandiera dell’impegno dell’Italia, e in particolare dell’istruzione italiana, verso una corretta alimentazione è il progetto “Frutta nelle scuole” che prevede la somministrazione di una porzione di frutta fresca a tutti i bambini delle scuole primarie di primo e secondo grado.

Un’ottima iniziativa che mette in luce una delle problemati-che più diffuse nella società moderna ossia l’obesità che coinvol-ge un’ampia percentuale di bambini e adolescenti, 1 su 4 nella provincia di Padova come emerge dallo studio Crescere condotto dalla Fondazione Zancan, con il sostegno della Fondazione Cas-sa di Risparmio di Padova e Rovigo. “I dati si riferiscono a un campione di 248 ragazzi che si sono sottoposti ad approfonditi esami da parte dell’Azienda Ulss 16 nell’ambito dei “bilanci di salute”.

Si tratta di monitoraggi periodici in cui vengono misurati peso, altezza, circonferenza addominale, composizione cor-porea, sviluppo puberale, volumi polmonari ecc.” affermano i ricercatori. “I dati dello studio evidenziano una frequenza dei ra-gazzi in sovrappeso/obesi (in base al calcolo dell’indice di Cole

e utilizzando le tavole della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) maggiore nei maschi rispetto alle fem-mine: rispettivamente 32,5% e 17,2%. Le percentuali riscontra-te nel nostro studio sono pressoché in linea, e dunque vanno a confermare, i dati raccolti nel 2010 dal sistema di monitoraggio nazionale sui bambini Italiani in età scolare.”

La ricerca oltre ad avere uno scopo statistico inevitabilmente mette in luce delle problematiche che portano all’attuazione di iniziative e progetti che coinvolgono sia la Uls 16 che altri enti impegnati nell’educazione dei ragazzi come scuole e associazio-ni operative nel territorio. “Controllare annualmente i ragazzi del progetto “Crescere” ha permesso anche di individuare precoce-mente alterazioni migliorabili con un’attenta e precoce diagnosi: pensiamo ai paramorfi smi del rachide, alle scoliosi o anche alle cattive abitudini alimentari (una non corretta distribuzione dei pasti, l’uso eccessivo di merendine o snacks, la non assunzione di frutta e verdura…).” Un impegno, quello dell’alimentazione alimentare, che fortunatamente sta entrando a far parte di tutte le politiche giovanili e non solo che sicuramente vedrà una pro-gettualità mirata anche nei prossimi anni.

di Martina Celegato

Il Veneto è fra le regioni con le

percentuali più basse ma non va distolta

l’attenzione

SALUTE E ALIMENTAZIONENella nostra regione un

bambino su quattro presenta dei problemi legati al peso, in maggioranza si tratta di casi

non gravi, risolvibili con il ricorso a corrette abitudini

alimentari e ad una regolare attività fi sica. Uno studio della

Fondazione Zancan fornisce ulteriori elementi utili per

mettere a punto le strategie più effi caci per i ragazzi Bambini sovrappeso, “sono i maschi a rischiare di più”

La Fondazione hapreso in esamele risultanze dei

“bilanci di salute”di 248 bambini

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5Argomento del mese

di Andrea Varagnolo

Qualità e quantità: cibo sotto la lente d’ingrandimento nelle scuoleUlss 14 di Chioggia, Cavarzere e Cona La prevenzione

La qualità dell’alimentazione è costantemente sotto la lente d’ingrandimento dei medici dell’ospedale di Chioggia. Qui i feno-meni del sovrappeso e dell’obesità, specialmente in età infantile, sono monitorati dall’Ulss, al fi ne di prevenire il diabete. A Chioggia il servizio di prevenzione si concentra, in particolare, sulla qualità di quanto erogato dalle mense scolastiche. L’ecces-

so ponderale rimane un fenomeno preoccupante e la continua espansione di cattive abitudini alimentari aggravano sempre di più la situazione. Fortunatamente, nella realtà veneta, l’incidenza di sovrappeso, obesità e “obesità severa”, non è numericamente preoccupante, a differenza di alcuni paesi del sud Italia. Il problema è che, purtroppo, i genitori spesso tendono a sottostimare lo stato ponderale dei propri fi gli. Basti pensare che, tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 38% ritiene che il proprio fi glio sia sotto-normopeso e solo il 29% pensa che la quantità di cibo assunta dal bambino sia eccessiva. Insomma, le abitudini sedentarie e la cattiva alimentazione sono spesso sottovalutate. A Chioggia gli sforzi maggiori si concentrano in ambito scolastico.

“È in essere — spiega la dottoressa Laura Zadra — una buona collaborazione per l’elaborazione e il controllo dei menù per gli asili nido, le scuole dell’infanzia e primarie. Sono state fornite linee guida e ricettari alle cucine e alle scuole secondo le indicazioni regionali - oltre ad altro materiale divulgativo - per la promozione di una corretta alimentazione”.

I fondamenti vanno quindi insegnati quanto prima ai propri fi gli. “Siamo ben consapevoli — aggiunge Zadra — del fatto che il pasto consumato a scuola sia importante per il suo valore

nutrizionale, ma anche per l’aspetto educativo rivolto ai bambini che ne usufruiscono e per le loro famiglie. Viene proposta la varietà, l’alternanza e la stagionalità degli alimenti che sono elementi essenziali per un’alimentazione corretta”.

Ulss 10, 12 e 13

Mestre, Dolo, e portogruaro Monitoraggi e strutture all’avanguardiaDisturbi alimentari sempre più diffusi in provincia di Venezia soprattutto fra i

giovani. A rilevarlo sono delle indagini fatte dalle Ulss e anche dagli istituti scolastici del territorio. Nelle scorse settimane a rispondere ad esempio ad un

questionario fra i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni sono stati 180 studenti dell’istituto Parini di Mestre. I risultati emersi non sono per nulla buoni: più della metà dei ragazzi non fa tutti giorni colazione e il 20% non la fa mai o quasi mai. Il 73% si dichiara onnivoro. Un 18% sposa la dieta mediterranea, i vegetariani sono il 4%, ancora meno i vegani 2%. La verdura compone il 16% del pranzo e il 23% della cena. Il 45% del campione, mangia fuori pasti, sempre o quasi sempre. I cereali e i derivati, ricchi di fi bre e ideali nella dieta, sono abbastanza presenti a tavola, ma si dovrebbe aumentare la quantità, anche se il 46% dei ragazzi ne mangia almeno una porzione al giorno e l’11% una porzione sia a pranzo e che a cena. La carne (e anche gli affettati) è troppo presente invece nella dieta, tanto che il 42% degli studenti coinvolti nel questionario la mangia tutti i giorni. I classici prodotti vegetariani come tempeh, tofu e seitan sono consumati da non più di uno giovane su dieci studenti. Due studenti su tre bevono alcol almeno nel week end. Dal questionario è emerso poi come chi pratica attività sportive ha molta più attenzione per la propria dieta. Oltre agli istituti scolastici però ad occuparsi ovviamente di corretta alimentazione sono anche le Asl di riferimento. La Ulss12 di Mestre-Venezia nelle scorse settimane ha organizzato un incontro pubblico nell’aula Magna del centro Le Grazie in via Poerio. “Visto che i disturbi dell’alimentazione fanno male, anche ai giovanissimi- hanno spiegato i promotori dell’Ulss 12 - e per questo abbiamo voluto affrontare il problema con la cittadinanza per fornire consiglio e spiegazioni utili. Anoressia e bulimia sono gli squilibri estremi e le estreme conseguenze di un approccio sbagliato all’alimentazione”. Anche nel territorio dell’Ulss 12 si registrano sempre più spesso esordi precoci di anoressia e bulimia cioè insorgono addirittura tra i 10 e i 15 anni. In Italia un bambino su tre è sovrappeso o addirittura obeso. A Venezia Mestre il dato è migliore ma di poco.

Ad occuparsi di disturbi alimentari è pure l’Ulss 13 di Dolo-Mirano. Qui il distur-bo alimentare è seguito direttamente nei casi più gravi (gravissime anoressie ad esempio), dal Sert, il servizio che cura le patologie da dipendenza (compresi gioco alcol e droga). “Il Sert – spiega l’Ulss13 - collabora con i reparti ospedalieri e gli altri servizi delle altre Asl e con i medici di medicina generale. Valuta gli inserimenti in comunità terapeutica se necessario e “accompagna” gli utenti sia prima che du-rante il percorso, anche in vista del reinserimento sociale e lavorativo. All’ingresso in trattamento vengono valutate le risorse individuali del paziente, della sua famiglia e dell’ambiente di appartenenza, allo scopo di migliorare la qualità della vita del soggetto e di chi gli sta intorno”.

In provincia di Venezia non va dimenticato poi che esiste un centro di eccellenza: il centro per i disturbi del comportamento alimentare di Portogruaro (Ulss10) che è un modello di cura in Italia e all’estero. I dati parlano da soli su 500 persone, in gran parte di giovane età, che si sono affi date al Cdca, meno del 10% ha abbandonato la cura e quasi la totalità, dopo circa sei mesi dal termine del percorso riabilitativo, ha mantenuto il peso raggiunto. Si tratta di una esperienza che si è confermata nel corso del tempo come estremamente tecnica e fortemente inclusiva, attenta ai bisogni degli utenti ma capace di vedere nelle loro famiglie una enorme risorsa di cura e benessere. Insomma un modello di sanità da imitare. A.A.

Bambini sovrappeso, “sono i maschi a rischiare di più”

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6 Chioggia

Il sindaco Giuseppe Casson e l’assesssore al Bilancio Marco Dughiero

Il sindaco Giuseppe Casson promette un “alleggerimento fiscale”.

Impresa ardua in questo difficile momento storico ma, nonostante questo, il primo cittadino si dimostra ottimista e promette un “lavoro certosino” per dare un segnale concreto ai cittadini. Si tratta ancora di un progetto in fase di definizione e, comunque, di entità marginale. Il lavoro a cui sono stati delegati gli uffici consiste infatti nel reperimento di mar-gini su cui potersi muo-vere, per alleggerire la pressione fiscale.

Si guarda anche alla riduzione delle tariffe, come quelle dei parcheggi pubblici.

“Verrà fatto ogni sforzo per non ap-pesantire il carico fiscale su famiglie ed imprese — assicura Casson — e si farà un lavoro certosino per individuare, nelle pieghe del bilancio, ogni spazio utile per alleggerire la pressione fiscale. In questo contesto, confido sia possibile - confortato, in questo, dai dati raccolti negli ultimi due mesi di lavoro complessivo da parte della

Giunta e degli uffici - dare quel segnale di attenzione a famiglie ed imprese”.

La possibile riduzione riguarderà, nella fattispecie, le attività commerciali.

“Credo fattibile una riduzione dei costi dei plateatici — prosegue il primo cittadino — per dare nuova linfa a bar e ristoranti. Quanto ai costi dei parcheggi, andrà verifi-cata, unitamente ad Sst, la concreta possi-

bilità di riduzione delle tariffe”.

L’assessorato al Bilancio Marco Du-ghiero precisa che tutto dipende dai tagli ai trasferimenti

del Governo. “Quando avremo la certezza dei trasferimenti da parte dello Stato — spiega l’assessore Dughiero — definiremo puntualmente gli ambiti di intervento sulla fiscalità locale. I margini sono assai limitati ma l’obiettivo è quello di cercare interventi che abbiano una ricaduta più ampia possi-bile, diretta e indiretta. Stiamo valutando ogni singola imposta e tassa per capire dove ci può essere un valido margine di intervento”.

Il SINDACO CASSON pROMETTE: “pRESSIONE fISCAlE pIù lEggERA pER fAMIglIE E COMMERCIANTI”

Fondali troppo bassi e il Porto di Chiog-gia accusa conseguenze negative.

La segretaria di zona del Partito Democratico, Silvia Vianello, lancia l’al-larme sulla “inaccettabile contrazione del traffico a causa di fattori esterni”, e chiama in causa l’amministrazione comunale. Il pro-blema sarebbe sorto dopo il maltempo dello scorso febbraio.

“Dopo gli avveni-menti di febbraio — spiega la segretaria dei democratici — quan-do con il maltempo una nave uscendo dal porto si è incagliata, e la conseguente ordinanza della Capitaneria, datata 16 febbraio, di riduzione del pescag-gio delle navi da 7 metri a un massimo di 6,5 metri, il nostro porto ha subito un’ulte-riore penalizzazione”.

Ovviamente alcune navi hanno dovuto abbandonare il porto di Chioggia.

“Dal giorno dell’ordinanza — conti-

nua la Vianello — le agenzie marittime e le cooperative presenti nel nostro territorio stanno perdendo commesse, nell’ordine del 30% in meno di lavoro, poiché non possono accogliere molte navi con le quali avevano stipulato contratti in precedenza. Ora si attendono le rilevazioni dei fondali e, se saranno riscontrate criticità sulle profondità, si dovrà procedere con gli escavi: non facen-

do parte il nostro porto del piano triennale dei dragaggi, ci si augura che tutto vada bene, altrimenti ci si chiede dove verranno trovate le risorse economiche

per i lavori necessari”. La Vianello sferza infine il Comune, a

cui chiede di farsi carico fattivamente della questione.

“Il sindaco e l’amministrazione comu-nale avrebbero già dovuto farsi carico di sollecitare gli enti preposti affinché i tempi fossero i più veloci possibile: sono ormai

passati invano alcuni mesi dal maltempo e il porto di Chioggia - pur essendo stato da sempre nelle priorità dei programmi elettorali - nella realtà ha già subito una forte contrazione nel traffico commerciale e conseguentemente nell’offerta di servizi e di

posti di lavoro. Questo non è accettabile. La sua vocazione commerciale è quella per cui la città ha ricavato economia, espansione e lavoro”.

I lavoratori del porto si sono già fatti sentire il 6 marzo in Val da Rio, per denun-

ciare le gravi conseguenze dopo l’ordinanza che di fatto ha limitato il traffico diretto allo scalo. Un centinaio di lavoratori, aderenti alle sigle Cgil, Cisl e Uil hanno bloccato per un giorno il lavoro del porto e, alla fine del-la protesta, hanno ottenuto un incontro in Capitaneria.

“Una volta ottenuti i risultati batimetrici —, spiega Alfredo Calscibetta, presiden-te del comitato per il rilancio del Porto di Chioggia, — sapremo la situazione dei nostri fondali. Bisognerà quindi stabilire se sarà necessario procedere agli escavi. Il pro-blema è che Chioggia non figura nel piano nazionale dei dragaggi in quanto il Piano re-golatore portuale comunale è stato fermato dal Comune perché è stata chiesta una revi-sione. E questo comporta il blocco del piano. Ma senza piano regolatore il Magistrato alle acque non include Chioggia nel piano trien-nale. Adesso il Comune dovrebbe attivarsi presso il Magistrato e, successivamente, sollecitare il Ministero delle Infrastrutture”.

di Andrea Varagnolo

Dopo l’ordinanza della Capitaneria di porto di riduzione del pescaggio delle navi, lo scorso febbraio,le agenzie marittime e le cooperative presenti nel nostro territorio stanno perdendo commesse e lavoro

Economia e territorio La segretaria di zona del Pd Silvia Vianello sollecita l’amministrazione

“Fondali troppo bassi, il Porto è penalizzato”

Il porto di ChioggiaIn alto Silvia Vianello

A.V.

“Sono passati alcuni mesi dal maltempo e il porto ha subito una forte contrazione nel traffico commerciale”

Allo studio la possibilità di ridurre i costi dei plateatici per le attività commerciali e le tariffe dei parcheggi

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Messaggio elettorale a pagamento

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segue da pag. 1Lo raccontiamo spesso nel nostro giornale, lo facciamo anche que-

sta volta affrontando proprio il tema del lavoro. Un tasto che dire dolente è dir poco in una regione come la nostra che solo cinque anni fa contava un tasso di disoccupazione del 3,5% e che oggi segna il 7,7%. 96 mila posti di lavoro persi. Ma i dati non sempre parlano chiaro. Raccontano meglio qual è la realtà dei fatti le storie tragiche degli imprenditori che hanno perso tutto, a volte, anche la vita. E’ famoso il drammatico re-cord degli imprenditori suicidi che vanta la nostra Regione in Italia. Can-celli chiusi, serrande abbassate che lasciano fuori gli operai, i dipendenti e chi lavora nell’indotto. Un domino tremendo da raccontare e da vivere.

Cosa ha fatto chi governava in Regione in questi cinque anni per cambiare le cose? Se chiedi alla gente, quella ti risponde “niente”, “poco”. Chi invece, ha amministrato esibisce i dati, nero su bianco e, soprattutto, il conto dei soldi spesi. Perché “carta canta”! Il Veneto ha speso quasi un miliardo di euro per sostenere il reddito di chi ha perso il lavoro. Non poco! Precisamente 872 milioni in ammortizzatori in deroga dal 2010 ad oggi, per 36mila aziende e oltre 290 mila lavo-ratori. Altri 16 milioni di euro sono stati investiti per aiutare altre 4.500 imprese che hanno utilizzato la cassa integrazione straordinaria e la mobilità, e i lavoratori che, invece di stare a casa in attesa di tempi migliori hanno preferito darsi da fare nei loro comuni e impiegarsi in lavoretti di pubblica utilità. A loro la comunità deve molti grazie. Darsi da fare. Mai poltrire. Un modo di pensare che è tutt’uno con il Dna dei veneti che non sono in grado “de stare senza far gnente!”. Ma la politica non può ridursi a limitare i danni, a salvare il salvabile. La politica con la P maiuscola deve rilanciare e guardare più in alto della soglia del possibile. Se no a che serve? Se non è così hanno ragione tutti quelli che il 31 maggio prossimo non si recheranno alle urne. La lotta contro la crisi si vince con le idee, la buona volontà e la concretezza di ciò che è possibile fare per la collettività e per i singoli, per le imprese e per gli operai. Ai politici chiediamo questo: parlateci di cose possibili. Tenetevi il resto. Tenetevi il racconto di quanto siete stati bravi a fare meglio di Lombardia e Emilia Romagna nel frenare la disoccupazione. Che forse non siete stati voi, ma i nostri capitani d’impresa! Tenetevi la demagogia su quanto è colpevole il Governo. Tenetevi le scuse su come non siete riusciti a risparmiare tagliandovi vitalizi e stipendi. Tenetevi anche le ricette facili: “cancello quello e con ciò che risparmio faccio quell’altro”. Perché le grandi imprese si realizzano insieme a molti attori non con fughe in solitaria. Rendeteci facile aprire un’impresa, aiutateci ad entrare nel mondo del lavoro, garantiteci una fi scalità adeguata per stare in piedi e noi risponderemo al meglio. Vogliamo lavorare e tanto, come da buoni veneti abbiamo sempre fatto”.

EditorialeLavoro: nuove strade, nuova gente

*[email protected] - [email protected]

8 Chioggia

L’amministrazione comunale annuncia la chiusu-ra di Sst, la società partecipata a cui è affidata le gestione di una serie di servizi pubblici. La

spending review del governo centrale si fa sentire anche nella realtà locale, con l’intenzione – ester-nata dal sindaco Giuseppe Casson – di chiudere de-finitivamente l’esperienza della società partecipata comunale, al fine di risparmiare sui costi degli organi di governo.

Costituita nel ‘77 sotto la sigla Asp, dal ‘79 prende in gestione il servizio idrico e, dal 1980 ini-zia a gestire anche l’igiene ambientale. Nel 2000 di-venta società per azioni e, dal 2001, inizia a gestire i parcheggi cittadini e altri servizi minori. Nel 2007 si fonde con Veritas e assume l’attuale denomina-zione Sst. Alla fine del 2014 il Comune ha iniziato a smantellare la società, togliendole la gestione del calore e dell’illuminazione, così da affidarli a Veritas. Adesso si profila la chiusura dell’azienda, spesso de-finita un “carrozzone”.

“È mia volontà — ha spiegato il primo cittadi-no — provvedere ad una progressiva dismissione delle attività attualmente gestite da Sst in vista di una sua definitiva chiusura. Per espressa disposizio-ne contenuta nelle legge di stabilità 2015, i comuni dovranno elaborare e pubblicare il piano di raziona-lizzazione delle società parte-cipate: sarà l’occasione, anche per il comune di Chioggia, per dare concrete indicazioni circa il rapporto con le società delle quali fa parte, con particolare riferimento ad Sst, società di cui Chioggia detiene una quota (circa il 70%) che ne garantisce il pieno controllo”.

E il sindaco Casson cita il premier Matteo Renzi, per giustificare la sua mossa.

“Il Governo a guida Renzi — ha spiegato il sin-daco — ha manifestato chiaro disfavore in rapporto alle società partecipate più piccole, non più sosteni-bili in un contesto generale di risparmio di spesa”.

Insomma per Casson il Comune può fare a meno di questa azienda e ge-stire in altra maniera i servizi. Ma il percorso che porterà allo smantellamento dell’azienda non sarà breve. Molto polemico con il sindaco si è dimostrato il Pd, che ha letto in questa deci-

sione molte contraddizioni. “Il Sindaco — sostiene il segretario del Pd di

Chioggia, Christian Boscolo Papo — dopo quasi quattro anni di gestione, si accorge che Sst è una

società che non ha nessuna valenza per il comune e che l’unico atto utile è la chiusura di quest’ultima? Un azienda che in questi anni di gestione è stata risanata in maniera esemplare superando il rosso creato dalla precedente amministrazione societaria e comunale, riconducibile a Romano Tiozzo, azioni av-vallate da Casson che all’epoca sedeva in consiglio comunale a fianco dell’ex sindaco”.

Per il Pd, quindi, l’imposizione governativa sa-rebbe solo un pretesto.

“Il sindaco — sbotta Papo — ci dica le vere motivazioni della chiusura. Perché chiedere all’at-tuale amministratore di dimettersi? Chi deve esse-re nominato dal sindaco a seguire l’operazione di smaltimento societario? Forse una persona vicina all’attuale maggioranza?”.

di Andrea Varagnolo

Amministrazione Piano di razionalizzazione delle società partecipate

Il sindaco annuncia: Sst verrà chiusa

Il sindaco Giuseppe Casson il segretario del Pd di Chioggia Christian Boscolo Papo

Casson spiega la decisione di smantellare la società con la spending review e dice di seguire le indicazioni del Governo Renzi, ma il Pd locale insorge

Era il 13 maggio dello scorso anno quando Giuseppe Casson e Silvia Vianello si trovavano in “missione” alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ritirare

l’ambitissimo riconoscimento della Bandiera Blu. Un tra-guardo “storico”, quello dello scorso anno, che avrebbe dovuto rappresentare “la rinascita del turismo di Chioggia e Sottomarina”. Le condizioni meteorologiche di quella stagione, però, furono catastrofiche e, nonostante, quel “sigillo”, l’economia turistica registrò una battuta d’arre-sto.

Quest’anno la località riuscirà a strappare l’ambito riconoscimento? E, soprattutto, il Comune si è mosso in tempo per cercare di replicare il successo dello scorso

anno? A dare una risposta è l’assessore all’Ambiente, Elena

Segato che, tra l’altro, conosce molto bene il settore turi-stico in quanto è stata imprenditrice balneare.

“Il questionario necessario all’assegnazione della Bandiera Blu — spiega Elena Segato — è stato redatto ed inviato dall’ufficio ambiente prima dei termini stabiliti (15 dicembre). Attualmente sono in contatto con il dottor Claudio Mazza, presidente della Fee Italia, (Fondazione educazione ambientale), e stiamo organizzando un con-vegno sulla pesca sostenibile e responsabile per estendere la Bandiera Blu anche alla marineria. Non so se riusciremo a ottenere qualcosa per questa stagione, ma speriamo di

ottenerla almeno per la prossima”. La “Bandiera Blu” è stata ideata dall’organizzazione non-governativa e no-profit “Foundation for Environmental Education” (Fee) e viene proposta dal 1987. La mission del progetto è quella di invogliare i comuni rivieraschi ad attuare una politica ambientale, fornendo una serie di indicazioni che mettono alla base delle scelte politiche l’attenzione e la cura per l’ambiente. E i criteri del programma vengono aggiornati periodicamente così da porre le amministrazioni pubbliche nelle condizioni di migliorare le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di un’attenta salvaguardia dell’ambiente. Sarà quest’anno Chioggia ancora all’altez-za di questo riconoscimento?

reaZioni In attesa del “verdetto” della fee, l’assessore all’Ambiente Elena Segato illustra le iniziative promosse per ottene l’ambito sigilloBandiera BlU, chioggia sarà in grado di replicare qUest’anno?

A.V.

Christian Boscolo Papo: “Il governo Renzi? Solo un pretesto per il sindaco”

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10 Chioggia

Orario continuato per i bagnini, servizio di salvataggio esteso anche alle spiagge libere, pagamento dei canoni demaniali

posticipato al 15 settembre, abolizione dell’ob-bligo della polizza fidejussoria e possibilità di far accedere i cani sulla battigia. Sono queste le principali novità portate dal nuovo regola-

mento delle attività balneari, approvato dal Consiglio comunale il 25 marzo.

L’assessore al Demanio turistico, Elena Segato, ha espresso soddisfazione per l’ampia coesione dimostrata in consiglio. “Sono stata positivamente sorpresa — ha affermato l’as-sessore — dall’attenzione che le categorie e

di riflesso i consiglieri hanno dimostrato nel collaborare con l’amministrazione facendo in modo di ottenere uno strumento disciplinare che ottemperi alle esigenze degli operatori”.

Con il nuovo regolamento sono state apportate modifiche a molti ambiti della disciplina. Anzitutto, aspetto più importante

di Andrea Varagnolo

Turismo Il nuovo regolamento delle attività balneari

Salvataggio anche nelle spiagge libere, pagamento dei canoni demaniali posticipato

Il ponte sul Brenta si farà. La Regione non ha fa nessun passo indietro sul progetto dello sbarramento anti-cuneo salino, che collegherà Sottomarina a Isola Verde. I finanziamenti per l’opera pubblica sono stati confermati. E i lavori della barriera

anti-intrusione salina e della strada che collegherà Brondolo a Ca’ Lino potrebbero partire già nei primi mesi del 2016. Nelle settimane scorse sembrava che i finanzia-menti fossero “spariti” ma, stando a quanto ha spiegato il Comune, ogni previsione di spesa è stata invece confermata. Nel corso di una recente riunione nella sede del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, si è fatto il punto sui progetti e sull’iter necessario all’avvio delle opere. In particolare, è stato esaminato l’impegno finanziario legato un accordo di programma sottoscritto nel lontano 2009. Il confronto ha visto la partecipazione del Comune di Chioggia, con l’assessore all’ambiente Elena Segato e il geometra Nazareno Gradara del nucleo progettazione lavori pubblici, poi c’erano i delegati del Provveditorato alle opere pubbliche, del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, e dell’avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia. In questa sede sono stati confermati gli impegni finanziari accordati. Non resta, quindi, che procedere alla parte attuativa e a tutti gli espropri previsti per permettere l’avvio dei lavori. Se le previsioni verranno rispettate, i lavori potrebbero partire già da gennaio 2016. Il costo totale dell’appalto sarà di 19.935.000 euro, finanziati per 800.000 euro dal Magistrato alle Acque (4,01%), 13.046.595 euro dal Ministero delle politiche agricole (65,45%), 3.479.090 dal Comune di Chioggia (17,45%), e per 2.609.315 dalla Regione Veneto (13,09%).

A esprimersi sulla questione è l’imprenditore della nautica Marino Masiero. “Non entriamo nel merito del procedimento amministrativo relativo all’appalto — spiega — ma ci limitiamo a dire che questa opera danneggia gravemente il settore nautico e mette a rischio idraulico il fiume. Che gli argini sono a rischio idraulico lo dicono le rela-zioni idrogeologiche allegate al progetto. Noi ci siamo limitati a chiedere alla pubblica amministrazione il danno che viene causato a sei aziende nautiche”.

neWs

Infrastrutturee’ confermato: il ponte sUl Brenta si farà

A.V.

per gli operatori, è stata variata la data per il versamento del canone. Se qualche anno fa scadeva il 31 gennaio e l’anno scorso era stata portata alla fine di luglio, quest’anno, per aiutare gli operatori in questo periodo dif-ficile, è stato deciso di spostare la scadenza al 15 settembre. Altra novità per le aziende balneari riguarda l’abolizione dell’obbligo di istituire una polizza fidejussoria per l’imposta regionale. Una regola più restrittiva viene invece introdotta per i morosi: chi non paga un’intera annualità rischia di andare incontro alla cessazione del titolo concessorio. Aspetto importante, su cui si è dibattuto a lungo, ri-guarda le assegnazioni delle aree da destinare a parcheggi. Si dovrà infatti rispettare la misura del 30% per il settore alberghiero e il 70% per il settore gestori stabilimenti balneari, e non più 50 e 50. Si passa, poi, alle novità che più interessano i bagnanti. Da quest’anno i conces-sionari dovranno garantire l’accesso alla batti-gia agli animali da compagnia, purché muniti di guinzaglio e museruola. Sarà poi garantita la sorveglianza anche nelle spiagge libere.

Critiche sono arrivate dal Pd. “La soluzio-

ne che si vorrebbe adottare — ha detto Silvia Vianello, segretaria di zona del partito — è esattamente quella che avevo suggerito l’anno scorso. Il sindaco fa approvare una modifica del regolamento del demanio marittimo affinché il servizio di salvataggio nelle spiagge libere sia a carico del Comune, quando un anno fa ne caricò la sorveglianza sulle spalle dei conces-sionari degli stabilimenti limitrofi, creando loro gravi disagi quando la stagione era inoltrata. Chiedo al sindaco Giuseppe Casson: come mai un anno fa non andava bene la mia proposta ed ora invece sì?”.

Delusione anche da parte di Beniamino Boscolo del Gruppo Misto.

“Non sono stati approvati gli emenda-menti sul commercio extracomunitario — accusa Boscolo — degenerato in zona diga (l’emendamento avrebbe permesso agli stabi-limenti balneari di spostare gratuitamente gli steccati 30-35 metri a est, verso la battigia, ndr). E l’amministrazione comunale, non ha detto nulla rispetto all’invito dei consiglieri di cosa vuol fare per affrontare il problema degli abusivi”.

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12 Chioggia

Emergenza sicurezza in città: sale la paura tra commercianti e residenti. Negli ultimi tempi la percezione di

insicurezza è aumentata e le ruberie sono sempre di più, in una città considerata da sempre molto tranquilla e ben presidiata dalle forze dell’ordine. I tempi sono però cambiati e la realtà e ormai ben diversa rispetto all’immaginario collettivo che si era consolidato tra la popolazione. Ma la gente non vuole accettare questo “cambiamento” e l’indignazione provocata dall’aumento del crimine scatena un serio dibattito sulla questione.

“Furti e atti Vandalici — accusa la segretaria dei democratici, Silvia Vianello — sono ormai all’ordine del giorno anche in una zona come la nostra che viveva una situazione di particolare tranquillità fino a poco tempo fa. Gli autori di queste azioni hanno provenienze diverse e molto spesso sono locali e non stranieri come invece si vuol trasmettere in modo populistico”.

Negozi scassinati e svuotati, apparta-menti depredati, scuole razziate, furti di auto e persino di oggetti di poco valore: le cronache delle ultime settimane a fatica rie-scono a dar conto di tutto quello che accade di negativo nel comune. Come arginare questa preoccupante escalation? Molti cit-tadini, ormai, cercano di arrangiarsi – adot-tando azioni autonome di sorveglianza, anche con l’ausilio della tecnologia – ma è la risposta delle istituzioni che dovrebbe far fronte autonomamente alla criminalità.

“I cittadini — sostiene la Vianello — chiedono di essere tranquilli, di vivere serenamente e che nessuno possa usurpare la loro privacy e serenità. In molti comuni i cittadini si organizzano attraverso gruppi Whatsapp, telecamere, sistemi d’allarme e quant’altro, ma non dovrebbe essere compito dei cittadini pensare alla sicurezza, bensì di chi governa”.

Un problema, quello della microcrimi-nalità, che sta purtroppo diventando “di casa” anche a Chioggia. Il Pd fa quindi un appello ai sindaci dell’area sud della Pro-vincia.

“Come Partito Democratico — af-ferma Valentina Agatea, segretaria del circolo Pd di Chioggia — chiediamo che i sindaci dell’area sud della provincia di Vene-zia si facciano carico di questo problema. A Chioggia il sindaco Giuseppe Casson dovreb-be accelerare l’attivazione delle telecamere presenti in corso del popolo e quelle della ztl per il controllo dei varchi in città, non dimenticando che tale intervento andrebbe esteso anche alle frazioni, maggiormente colpite dal fenomeno, che fungerebbero da deterrente e da strumento per le forze dell’ordine”.

Sulla questione intervengono anche i

di Andrea Varagnolo

Il Pd di zona sollecita i sindaci a farsi carico del problema. I commercianti chiedono telecamere anche nelle frazioni

Il caso Questione sicurezza

Cittadini e commercianti non si sentono tranquilli

Un pontile galleggiante per l’attrac-co dei natanti a Cavanella. Il pro-getto, pensato per incentivare il

turismo nautico, è previsto dai finanzia-menti del Gal Antico Dogado, che funge da sportello permanente per lo sviluppo delle zone rurali. Nell’ambito dei pro-getti finanziati dall’ente, è prevista una struttura galleggiante per l’attracco dei natanti sull’Adige e un’area di sosta vici-no al complesso di Corte Salasco.

Il pontile sarà di 12 metri di lun-ghezza per 2 metri e 50 di larghezza, posizionato sulla sponda del fiume, e sarà agganciato a due briccole in me-tallo. L’accesso al pontile sarà costituito da una passerella in larice, agganciata a una struttura di metallo.

“Il pontile — ha spiegato il sin-daco, Giuseppe Casson — vuole valorizzare il territorio di Cavanella d’Adige rendendo agibile l’accesso alle imbarcazioni. Si tratta di un ulteriore passo avanti per il settore della nautica da diporto per sviluppare, attraverso le aste dei fiumi, i percorsi che possono portare all’entroterra, intercettando i flussi turistici legati ai centri storici e ai centri balneari”.

Secondo Casson, l’investimento fa parte di una risposta delle istituzioni, al fine di “creare nuove opportunità di investimento attraverso la valorizzazio-ne di tutto il nostro territorio, comprese le aree rurali, sfruttando le vie d’acqua che caratterizzano il nostro territorio”. Vicino alla nuova struttura sarà colloca-ta una bacheca in legno, dotata di un punto informativo e di un’area destinata alla sosta con comode panchine.

Il costo complessivo dell’intervento ammonta a circa 55mila euro e i lavori, se le previsioni saranno confermate, si concluderanno prima dell’inizio dell’e-state.

Il Gal Antico Dogado è formalmente un’associazione di diritto privato che ge-stisce fondi pubblici, con lo scopo di di migliorare la qualità di vita delle zone ru-rali attraverso il sostegno, lo sviluppo del territorio e la valorizzazione delle risorse ambientali e storico-culturali operando una programmazione di lungo periodo.

neWs

Turismo nauticoUn pontile galleggiante a caVanella d’adige

commercianti. “Chiediamo — dice il pre-sidente Ascom, Alessandro Da Re — che vengano messe al più presto in funzione le telecamere esistenti. Sicuramente è neces-saria una maggiore sorveglianza da parte degli organi preposti. Va comunque detto che le forze dell’ordine sono sempre pre-senti, anche nelle frazioni e questo ci tran-quillizza. Come ogni anno, si spera ci sia un aumento delle forze di sicurezza in vista della stagione estiva, sia per combattere la criminalità che per arginare il commercio abusivo”.

A.V.

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di Andrea Varagnolo

Qual è lo stato di avanzamento della nuova zona a traffico limitato del centro storico? Da molto tem-po promessa, anche se mai definita a livello opera-

tivo, la nuova ztl per ora resta un sogno nel cassetto. Di certo ci sono solo degli atti amministrativi che prevedono l’acquisto e l’installazione di un sistema di videosorve-glianza relativamente a sette varchi: campo Marconi, fon-damenta canal Lombardo, calle Duomo, corso del Popolo, fondamenta canal San Domenico sud, fondamenta canal san Domenico nord e Isola dell’Unione. Ma sull’imple-mentazione del sistema nulla è ancora definito.

A tal proposito, l’assessore ai Lavori pubblici, Riccar-do Rossi, assicura: “Come previsto dal programma del sindaco, l’iter per l’istituzione della ztl nel centro storico di Chioggia prosegue: a breve verrà approvato il progetto esecutivo dal quale poi sarà possibile l’indizione della gara a procedura aperta per l’affidamento della fornitura e posa in opera di un sistema di controllo automatizzato degli accessi alla ztl, presumibilmente entro fine agosto - inizio settembre 2015”.

L’assessore precisa che all’installazione del sistema di videosorveglianza seguirà un periodo di monitoraggio, in cui verranno analizzati attentamente i flussi di traffico, “al fine di valutare la tipologia di veicoli che ne avranno

accesso”. Altra questione riguarda invece l’iter di revisione dei

permessi per la ztl attuale. “È in corso, e quasi ultimata — aggiunge Rossi —

la verifica dei permessi all’attuale zona a traffico limitato per avviare un’eventuale scrematura degli stessi”.

Lo stato di avanzamento presenta un ritardo rispet-to a quanto promesso in passato (si diceva che il 2013 sarebbe stato “l’anno della ztl”) dovuto a una serie di circostanze, fra cui la contrarietà di molti cittadini e, so-prattutto, commercianti. A tal proposito si infiamma lo scontro politico. Per il Partito democratico, ex alleato di maggioranza e ora passato all’opposizione, bisogna ac-celerare il passo.

“Sono convinta — afferma la segretaria di zona del Pd, Silvia Vianello — che il centro storico di Chioggia

potrà ritrovare per intero la sua bellezza solo quando sarà liberato dal traffico almeno il corso del Popolo. Questo argomento era uno dei primi nel programma elettorale in forza del quale è stato eletto sindaco Giuseppe Casson, ma che non ha ancora visto la sua realizzazione a causa di molte pressioni esterne. La messa a punto delle teleca-mere di controllo degli accessi da parte dei Lavori Pubblici, più volte discussa, è stata rinviata di mese in mese: anzi, di anno in anno, tant’è che ad oggi non sono ancora state installate. A mio parere questo ritardo è solo un pretesto, poiché per l’avvio dell’isola pedonale integrale le azioni da intraprendere sono molte e diverse, in primis educare alle nuove abitudini, oltre che naturalmente dotare la città di parcheggi adeguati ad accogliere le automobili di citta-dini e turisti interessati al centro storico, da raggiungere a piedi o con i mezzi pubblici”.

Il progetto Acquisto e installazione delle telecamere di videosorveglianza nei sette varchi

Ztl in centro storico, l’iter prosegue?L’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Rossi assicura: “Si procede come da programma”; il Pd però contesta i ritardi

Nuovo look per Viale Veneto. Lo scorso 3 aprile si sono conclusi i lavori e a partire dalle ore 12,00 il viale, ar-teria viaria centrale di Sottomarina, è stato riaperto al

traffico nel tratto che da Piazzale Italia porta al Lungomare. “Siamo riusciti per i giorni delle festività pasquali a

completare l’intervento e a riaprire la strada, uno dei princi-pali biglietti da visita di Sottomarina, con uno slittamento di qualche giorno sulla tabella di marcia per via delle condizio-ni meteo non sempre ottimali – commenta l’assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Rossi – Con queste azioni mirate, nonostante le risorse esigue a disposizione, stiamo cercan-do di dare delle risposte concrete ai molteplici bisogni della città”.

Il viale, ristrutturato e sistemato nel 2000, necessitava di manutenzione. I dossi pedonali in porfido risultavano di-strutti, evidentemente pericolosi ed antiestetici.

L’intervento è consistito nel rifacimento dei dossi artifi-ciali deteriorati dall’usura, nell’asfaltatura delle carreggiate e nella pulizia delle caditoie.

sottomarinaViabilitànUoVo look per Viale Venetol’assessore rossi: “stiamo dando risposte alla città”

Corso del Popolo a Chioggia

I programmati lavori di ripavimentazione di corso del Popolo sud creano apprensio-ne tra gli esercenti. Dopo aver discusso

con l’amministrazione comunale nel corso di un incontro svoltosi il 26 marzo, i com-mercianti hanno ottenuto lo slittamento dell’intervento a settembre. Ma le incognite sono ancora molte. La gatta da pelare è la collocazione alternativa per il mercato setti-manale del giovedì e la soluzione è tutt’al-tro che semplice.

“Il periodo migliore per effettuare i lavori — sostiene Tiziano Scandagliato, segretario provinciale Anva Confesercenti — sarebbe stato quello di gennaio. Uno slittamento a settembre ci permette di ra-gionare sulla collocazione alternativa del mercato”.

Si apre quindi il dibattito sulla modalità di spostamento del “Zioba”, che potrebbe essere temporaneamente trasferito in toto.

“I banchi presi in considerazione sono 95 — continua Scandagliato — ma biso-gna spostare ulteriori banchi dotati di mezzi che superano i 35 quintali da San Giacomo a Vigo, in quanto l’unico accesso al centro rimarrebbe quello di calle San Giacomo. Quindi si tratterebbe di circa 120 banchi. A fronte di questi numeri abbiamo chiesto che tutto il mercato venga spostato, altrimenti avremmo due mercati. La prima valutazio-ne su cui ci siamo confrontati è stata quella dell’Isola dell’Unione, ma in quella sede non ci stanno tutti gli ambulanti. L’ipotesi

più sostenibile sembra sia quella del par-cheggio Actv di Borgo San Giovanni e lungo parte di via Granatieri di Sardegna”.

Sulla questione è intervenuta anche l’Ascom.

“Si tratta di un cantiere con un fortis-simo impatto — dice Alessandro Da Re, presidente di Ascom Chioggia — e ci è sta-to detto che non si può procedere a stralci, ma che si deve fare un unico intervento che può durare circa due mesi. Quando abbiamo saputo che era stato deciso di farlo ad aprile e maggio siamo sobbalzati dalla sedia. Per ridurre al minimo i disagi è necessario cono-scere con notevole anticipo la data di inizio lavori e le modalità esatte del cantiere. Sia-mo sicuri che l’amministrazione comunale comincerà fin da subito il dialogo con le associazioni di categoria”.

pAVIMENTAZIONE DI CORSO DEl pOpOlO SlITTA A SETTEMbRE: SI DEVE TRASfERIRE Il MERCATO

Il mercato del “Zioba”

A.V.

14 Chioggia

Viale Veneto dopo i lavori

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Professionalità ed esperienza ammi-nistrativa al servizio del Veneto e di Chioggia. Area Popolare (Ncd-Udc)

lancia Massimo Mancini per le regionali: la presentazione della candidatura dello stimato medico, otorino laringoiatra all’o-spedale di Chioggia e consigliere comunale da più mandati, il 28 marzo all’Hotel Bri-stol, tenuta a battesimo dal coordinatore provinciale di Ncd, Mario Dalla Tor, dal consigliere regionale uscente, di Chioggia, Carlo Alberto Tesserin, e dal sindaco, Giu-seppe Casson.

“Chioggia e Sottomarina, dopo anni in cui hanno avuto consiglieri in consiglio regionale, potrebbero non averne e sarebbe grave per la città più popolosa del Veneto, dopo i capoluoghi. E’ doveroso sostenere un candidato che rappresenti Chioggia: l’im-pegno sarà regionale, ma dedicherò grande attenzione alla nostra città - ha detto Man-cini – Mi concentrerò sui problemi della sanità e sull’ospedale di Chioggia, molto migliorato negli ultimi anni: il mio impegno sarà di dare continuità a quanto è stato fatto. Esercito da 26 anni la professione di medico, ho sempre fatto il mio lavoro con coscienza: spero di poterlo trasferire anche nel mio impegno politico in Regione”.

“Un pezzo da 90, per la professione - come medico è ben voluto - e perché da anni è consigliere comunale ed è vicino alla gente - l’ha descritto Dalla Tor - Qui abbia-mo un grande rappresentante, Carlo Alberto Tesserin, per anni punto di riferimento per l’intera città in Regione. Il passaggio di te-stimone con Massimo avviene con tale spiri-to: sarà il candidato di una lista ma anche il rappresentante per tutta la città. Mancini ha sempre lavorato per il bene di Chioggia, al di là degli schieramenti, e porterà professio-nalità in Regione, avendo l’esperienza nella sanità per compiere scelte adeguate. Ci ha messo la faccia, una faccia pulita”.

“Dopo 25 anni finisce il mio ciclo in Regione e non vorrei lasciare un vuoto - ha continuato Tesserin - E’ fondamentale ave-re una persona che rappresenti Chioggia e l’area sud della provincia e conosca la sanità, che assorbe gran parte del Bilancio regionale, tanto più con l’avvio della Città Metropolitana. Massimo è medico, ha qua-lità e professionalità che mette al servizio di tutti. Ha fatto più volte la campagna elet-torale comunale ottenendo enormi consensi perché la gente si fida di lui, e facendo più mandati in consiglio: non arriverà da sprov-veduto in consiglio regionale”. “La Regio-ne ha bisogno di Chioggia _ ha concluso Casson - Sono felice che Mancini abbia accettato la sfida”.

Massimo Mancini si candida sostenuto da Ncd e Udc: “Mi concentrerò sui problemi della sanità”Mauro Mantovan corre per il Pd: “La nostra città ha tante potenzialità da valorizzare”

Regionali Le elezioni del 31 maggio

I candidati al consiglio regionale si presentano

Il “passaggio di consegne” tra Mantovan e Tiozzo

15Chioggia

A.V.

“Abbiamo bisogno di tornare nel Veneto. Se vogliamo che Chiog-gia rinasca, dobbiamo fare in

modo che la città abbia le stesse chance delle altre realtà”. È ampio e articolato il di-scorso del candidato del Partito Democratico alle prossime regionali, Mauro Mantovan. Nel corso della sua presentazione c’è stato il passaggio di consegne con il consigliere uscente Lucio Tiozzo, che ha “benedetto” il nuovo candidato del Pd, nel corso di una conferenza svoltasi il 28 marzo all’hotel Real di Sottomarina. Mantovan, classe ‘65, funzionario della Confederazione italiana agricoltori dall’87 e consigliere comunale dal 1993 ma, sul suo passato assicura: “Mai vissuto di un giorno di politica”.

Il candidato dem sa che la corsa per pa-lazzo Ferro Fini non sarà facile e definisce la sua una candidatura di squadra.

“Se non cambiamo rotta siamo indi-rizzati al degrado e al declino”, afferma il candidato in apertura di conferenza, condannando le politiche di tagli messe in atto dalla giunta Zaia. Usa la metafora di un bocciolo di rosa con i petali chiusi, per dare la sua visione sul presente e spiegare il cambiamento proposto.

“La nostra città è così: bellissima ma con tanti petali chiusi su se stessi. Questi petali sono la pesca, il commercio, l’ar-tigianato, l’agricoltura, il centro storico, la nautica e la gastronomia. Nessun’altra città, tranne forse Venezia, ha tutti que-sti requisiti. Ma se manca la linfa, com’è mancata in questi anni, il fiore è destinato a non sbocciare mai. Noi non lo vogliamo, soprattutto Chioggia non lo merita”.

Le priorità elencate sono quelle del ri-lancio del turismo, del porto, del commercio e dell’artigianato, ma anche dell’agricoltu-ra, della pesca e del settore immobiliare. Infine Mantovan assicura attenzione ai ser-vizi sociosanitari, alla terza età, alla scuola e agli studenti.

“Voglio una Chioggia più veneta — sostiene — che permetta ai propri figli di studiare e rimanere sul territorio, di lavorare e costruire un centro culturale-economico, turistico e sociale per una delle aree eu-ropee più ricche quanto a risorse. Adesso siamo l’unica città veneta senza un collega-mento su ferro e su gomma che ci permetta tempi di percorrenza brevi verso le altre realtà. Bisogna ammodernare e mettere in sicurezza le infrastrutture esistenti”. Il candidato, infine, apre al confronto. “Ho bisogno della collaborazione di molti, ho bisogno di ascoltare: soli non si va da nes-suna parte. Vorrei che questa mia chance fosse a disposizione di tutti”.

ncd: massimo mancini per il passaggio di testimone con carlo alBerto tesserin

pd: lUcio tioZZo “Benedice” la candidatUra di maUro mantoVan

Massimo Mancini insieme a Dalla Tor, Casson e Tesserin

N.D.R.

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A un anno circa dal loro rapimento i due mis-sionari vicentini Fidei Donum del Camerun, Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri sono

intervenuti a Chioggia per raccontare la loro espe-rienza di fronte ad un’attenta e numerosa platea che con grande interesse ha ascoltato la loro testimonianza. Pieni di letizia e serenità hanno descritto quello che accadde il 5 aprile 2014 nel giorno del rapimento avvenuto per opera molto probabilmente dei fondamentalisti islamici di Boko Haram.

Il clima certamente era difficile in quel pe-riodo dal momento che sono molti i gruppi di guerriglieri coalizzati spesso per ottenere armi dal governo.

“Insieme a noi venne rapita una suora ca-nadese, Gilberte Bussier. che necessitava di cure farmacologiche dal momento che aveva avuto notevoli problemi di salute. Sono molti i doni - affermano i missionari-che il Signore ci ha dato durante la prigionia. Non ci hanno mai separato in quei lunghi giorni, non abbiamo avuto alcun problema di salute ed è stata un’esperienza unica di condivisione fraterna. I rischi poi nella foresta

erano molti: punture d’insetti, sbalzo termico ele-vato e calore eccessivo”. Non sono mancate le difficoltà e i momenti di sconforto ma la fede ha sostenuto ogni giorno di prigionia.

“Abbiamo infatti – continuano i missionari - messo nelle mani di Cristo le nostre vite senza aver alcun timore”.

Non avendo alcun testo infatti i tre religiosi ri-prendevano a memoria le pagine più significative della giornata aiutandosi a vivere intensamente il quotidiano. I giorni della Pasqua sono stati davve-ro intensi poiché vissuti pieni di quell’attesa che apre il cuore.

Nella notte del 31 maggio i tre religiosi han-no chiesto il miracolo della liberazione e sono stati rilasciati dopo una settimana di trattative.

“C’è il pericolo di dimenticare quanto vissuto - concludono i religiosi - ma a noi non è più per-messo. Dobbiamo fare memoria di quanto vissuto poiché nulla ci separerà dall’amore di Cristo”.

Commuove sentire dalle parole di due sa-cerdoti che è possibile affrontare anche un’espe-rienza così difficile con la consapevolezza di una possibilità di Bene per tutti. Un grandezza che investe proprio tutti generando doni inaspettati grazie all’esperienza dei missionari vicentini.

di Miriam Vianello

La testimonianza Il racconto dei missionari vicentini che lo scorso anno sono stati rapiti in Camerun

Quasi due mesi nelle mani dei fondamentalisti islamici

I due missionari vicentini Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri

Gli Studenti della scuola primaria “Bruno Caccin” in visita agli anziani della

residenza “Il Boschetto. Il 17 marzo i bambini hanno proposto agli ospiti della casa di riposo una simpatica sfilata di carnevale. I bambini che si erano aggiudicati il premio per l’animazione più accattivante a Carnevale, hanno sfilato davanti ai nonni e al personale della casa di riposo vestiti dai vari alimenti che compongono la piramide alimentare, essendosi ispirati all’Expo 2015. “Davanti allo stupore, ai sorrisi ed alla commozione degli anziani — spiega la dirigente dell’Istituto comprensi-vo Chioggia 5, Lia Bonapersona — i bambini hanno rallegrato gli ospiti cantando delle simpatiche canzoni legate al tema dell’alimentazione. La scuola con questa iniziativa ha dato continuità al progetto di Istituto che prevede anche visite periodiche degli alunni a questa preziosa realtà del nostro territorio”. Un’iniziativa fuori dai confini dell’edificio scolastico, ha visto protagonisti anche gli alunni più piccoli dell’Istituto comprensivo Chioggia 2. Parliamo della scuola dell’infanzia di Ca’ Lino. Questa realtà è dotata di una minibiblioteca scolastica, fornita di oltre trecento libri, raccolti negli anni. “Nostro obiettivo — spiegano le insegnanti — è appassionare, con rispetto, al libro promuovendo l’interiorizzazione delle regole per il loro uso, predisponendo un sistema di catalogazione al fine di poter realizzare il fiore all’occhiello della scuola: il “servizio di prestito” del libro, agli stessi bambini frequentanti”. Quest’anno è stata organizza-ta una sfilata lungo le vie di Ca’ Lino, in occasione del Carnevale, con la collaborazione dei genitori.

“È stata — spiegano ancora le maestre — un’occasione per uscire nel territorio che accoglie la scuola, nello spirito del sistema formativo integrato e per far vivere alla frazione qualche momento di animazione e di festa”.

neWs

Scuola e territorioi BamBini della caccin “sfilano” per i nonni

16 Chioggia

A.V.

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18 Chioggia

Un parco a carattere storico – natura-listico con percorsi turistici, che com-prenda oltre al Forte San Felice e alla

sua area verde anche l’isola di Ca’ Roman con Forte Barbarigo e l’ottagono di Ca’ Ro-man. È questa la proposta del Comune di Chioggia per valorizzare il patrimonio delle fortificazioni storiche della laguna sud.

Il forte versa attualmente in uno stato di forte degrado e gli edifici al suo interno sono a rischio di crollo. Il Comune spiega che gli interventi necessari per poter conser-vare e tramandare alle generazioni future il patrimonio, riguardano la messa in sicu-rezza, il restauro e il consolidamento degli edifici decadenti e il recupero delle strutture parzialmente crollate. L’idea sarebbe quella di mettere quindi in sicurezza le strutture creando successivamente percorsi interni per la fruizione pubblica da parte dei citta-dini e dei turisti.

Gli uffici ricordano che un progetto pre-liminare di recupero del bene con finalità turistiche all’interno delle fortificazioni, era già stato approvato dalla Giunta comunale nel 2007. Adesso si tratta quindi di passare dalla teoria alla pratica.

“Il Forte San Felice è tra i maggiori siti storici della città e vanta il primato di essere la prima fortezza della Serenissima Repubblica nella gronda lagunare — com-menta il vicesindaco e assessore al Turismo, Luigi De Perini — l’idea inoltre è quella di

realizzare nell’insieme unitario della bocca di porto di Chioggia un parco a carattere storico- naturalistico, che comprenda oltre al Forte e alla sua area verde, l’isola di Ca-roman con Forte Barbarigo e l’ottagono di Ca’ Roman”.

Il sindaco, Giuseppe Casson, ha au-spicato che la Regione inserisca il forte nel

Piano Operativo Regionale del Veneto per poter usufruire dei finanziamenti europei.

“Il nostro obiettivo — ha spiegato il primo cittadino — è quello di poter valoriz-zare questo incommensurabile patrimonio storico identitario cittadino, purtroppo in decadenza e restituirlo nel suo splendore alla città”.

di Andrea Varagnolo

Turismo e ambiente Il progetto dell’amministrazione per il recupero della fortezza

Forte San Felice: un parco naturalistico

L’assessore Luigi De Perini

L’assessore De Perini illustra l’idea di realizzare un’area verde che comprenda oltre al Forte anche l’Isola di Caroman con Forte Barbarigo e l’ottagono di Ca’ Roman

Conoscere i prezzi del mercato ittico al minuto di Chioggia direttamente dal cellulare. Grazie alla nuova applicazione per smartphone “Pesce di Chiog-

gia”, è possibile fare una visita virtuale al mercato e sape-re in anticipo il prodotto offerto e il suo prezzo. Disponibile su AppStore e Google play, la nuova app, creata da una startup di informatici chioggiotti, la Develop-lab.it, aggior-na in diretta sui prezzi del mercato. A raccontare la nascita dell’idea, il cui sviluppo è stato tutt’altro che semplice e veloce, è Raffaele Ruzzon, classe ‘78.

“Nel gennaio 2014 — spiega Raffaele — avevo letto di un articolo che raccontava di due amici inglesi i quali riuscirono a cambiare le loro vite con una semplice app che traduceva in cinquanta lingue come ordinare una birra. L’idea l’avevano avuta in un viaggio in Polonia. In una birreria, un po’ brilli, scherzando con una cameriera, pensarono che sarebbe stata utile una app di questo tipo.

Allora mi chiesi se è proprio vero lo slogan di Apple che esi-ste una app per tutto, perché non farne una anche noi?”

Così è nata l’idea, che si è sviluppata con l’aiuto di alcuni amici.

“Ne parlai subito con Andrea Zennaro — continua Raffaele — gli proposi l’idea di creare una app, non sa-pevamo cosa di preciso, c’era solo una gran voglia di fare. Ho passato mesi a studiare il linguaggio ObjectiveC per Apple e Java per Android, e tutto quello che serviva per partire. D’altra parte Andrea, per passatempo, continuò a sviluppare le sue competenze sul server web e gestione db relazionale. Verso Natale, parlando via Skype, tenendo buone tutte le rispettive competenze, esperienze e svilup-pi fatti, riproposi di nuovo ad Andrea l’idea di una app che diventasse il punto nevralgico di tutto l’interesse sul pesce. Del resto Chioggia vive di questo! A questo punto il team prende nuova forma ed entra a far parte Davide

in un ruolo strategico di marketing e attività commerciali, infatti sua è l’idea del nome, ovvero Pesce di Chioggia... Dal Banco al Piatto! Una cosa avevamo notato infatti, sia che fossimo al bar o dal barbiere o in piazza, la domanda ricorrente che tutti facevano era: “a quanto zè le canoce in pescaria?”, oppure, quante volte semplicemente i nostri colleghi di Padova o Mestre ci chiedevano dove andare a mangiare del buon pesce a Chioggia”.

L’applicazione è divisa in sezioni. In “offerte del banco”, gli utenti potranno vedere le inserzioni con tanto di foto del pesce e del commerciante che ha messo l’in-serzione e il numero del banco. Nella sezione “contatti venditori”, gli utenti potranno conoscere il numero di te-lefono del commerciante e vedere una mappa dettagliata del mercato per recarsi in semplicità dal venditore della inserzione. Nella sezione “contenuti extra” esiste una area riservata ai commercianti per poter inserire in totale

autonomia le loro inserzioni. Nella sezione “contatti risto-ranti” gli utenti possono avere le informazioni necessarie per poter contattare i titolari dei ristoranti che inseriscono le proposte nella sezione “offerte del piatto”.

la storiaUn’applicazione per sapere in anticipo il prodotto offerto e il suo prezzo. Andrea Zennaro e Raffaele Ruzzon raccontano la loro idea imprenditoriale“pesce di chioggia”, la Visita VirtUale al mercato

“La Regione sostenga il recupero del Forte San Felice”. La richiesta arriva dal consigliere regionale del Pd, Lucio

Tiozzo, a poche settimane dalla notizia del rag-giungimento, da parte del sito, del primo posto in Veneto tra i luoghi Fai candidati per ottenere un fattivo sostegno per la loro riqualificazione.

Il complesso, che occupa un’area di 21 mila metri quadrati e risalente ai tempi succes-sivi alla Guerra di Chioggia (1379-1381), an-che se la struttura attuale risale al Sedicesimo secolo, versa in uno stato di forte degrado e, dopo l’interessamento del comitato Forte San Felice, si è in attesa che la macchina burocratica si metta in moto. A spronare la Regione affin-ché preveda appositi finanziamenti, il consiglie-re dem, che ha presentato un ordine del giorno collegato al Bilancio regionale 2015.

“Ancora nel giugno del 2007 – ha spie-gato Tiozzo - la Giunta aveva approvato un progetto preliminare per il recupero del Forte con finalità turistiche, e gli interventi previsti riguardavano la messa in sicurezza, il restauro e il consolidamento degli edifici in pericolo di crollo, il recupero di quelli parzialmente crollati e la realizzazione di percorsi interni per la pubblica fruizione da parte della popolazione e dei turisti. Ma da allora non sono stati fatti passi in avanti, malgrado il pressing costante del Comitato per la difesa del Forte San Felice che ha promosso numerose manifestazioni e iniziative per sostenere il recupero di questo importante sito”. Ma trovare risorse nelle pieghe del bilancio non è affar semplice e, per questo, Tiozzo ha auspicato il reperimento di fondi europei. L’accettazione non è scontata, ma sicuramente questa mossa rappresenta una buona carta da giocare.

“La Giunta regionale inserisca il sito tra le opere da finanziare – esorta Tiozzo - in modo da assicurare a Chioggia e al Veneto la valorizzazione di un luogo storico e dalle grandi potenzialità turistiche”.

neWs

Il consigliere regionale lucio Tiozzo“la regione sostenga il recUpero del forte san felice”

A.V.

A.V.

Andrea Zennaro e Raffaele Ruzzon

Lucio Tiozzo

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anche contro il nuovo Iraq dove erano anda-ti al potere sciiti e kurdi….”.

Il fondamentalismo dell’Isis segue le rigide interpretazioni sunnite del Corano e tutti coloro che non seguono tali regole sono dichiarati nemici.

“L’Isis - aggiunge padre Cervellera - è sostenuto dall’Arabia Saudita, dal Qatar e dal Kuwait che forniscono loro armi su-permoderne. Il loro odio si sta allargando e, siccome vedono che gli sciiti sono amici dell’occidente, la battaglia si estende anche a noi occidentali. Al fenomeno dell’Isis si aggiungono giovani europei che vanno a combattere e poi ritornano. È di difficile con-trollo questo fenomeno perché si tratta di giovani nati in Europa che hanno pertanto la libertà di muoversi. Molti ne partono dal-la Gran Bretagna, dalla Francia, qualcuno pure dall’Italia (una cinquantina)”.

Nel corso del duplice incontro – prima nell’aula magna del Cestari e poi in quel-la del Righi – è stato anche presentato un video girato nei campi profughi per far conoscere il fenomeno di una massa di cri-stiani in fuga che vogliono però rimanere nell’antica terra del padre Abramo, persone che vogliono mantenere un legame con la propria storia, le proprie tradizioni culturali e religiose, continuare a difendere la propria libertà.

Sciiti, sunniti, l’Isis, il fondamentalismo islamico, l’attentato alla redazione di un settimanale satirico francese, perfi-

no l’uccisione di alcune persone in vacanza in una crociera mediterranea, ma anche i cristiani copti decapitati per il solo fatto di dichiararsi cristiani e non voler rinnegare la propria religione… Tutto questo è diventa-to l’argomento dell’incontro di sabato 21 marzo con padre Bernardo Cervellera, missionario del Pontificio istituto missioni estere, direttore di Asia news, giornalista collaboratore del quotidiano “Avvenire”, promosso dai docenti Stefania Daniele e Marco Doria e rivolto agli studenti delle clas-si quarte e quinte del IIS “Cestari-Righi”.

Padre Cervellera anche in questi ultimi mesi si è recato in Iraq e Kurdistan, anche a rischio della sua stessa vita, per incontrare amici e per sostenere iniziative di aiuto ai profughi, assistendo all’esodo gigantesco da Mosul, lanciando la campagna di “ado-zione dei profughi cristiani” cui si può anco-ra aderire fino a giugno.

Spiega agli studenti che l’Isis è un fondamentalismo importato. “Questi “com-battenti” non sono iracheni, vengono dalla Cecenia, dal Qatar, dalla Tunisia. La loro azione bellica è nata dopo l’occupazione americana per la caduta di Saddam Hus-sein. Quindi prese inizialmente il carattere di guerra santa contro l’occupazione stra-niera. Combattendo gli americani in realtà combattevano anche contro la popolazione,

Quali prospettive sul futuro del Medio Oriente e del conflitto in Ucraina? L’attuale momento storico, foriero di

profondi e repentini cambiamenti degli equilibri geopolitici del Medio Oriente e della Libia, ma anche all’interno dei confini europei, è stato al centro di un convegno organizzato dal Partito Democratico lo scorso 13 marzo. A provare a dare un’interpretazione aderente alla realtà, sono stati l’onorevole Enzo Amendola, re-sponsabile nazionale Esteri del Pd e il profes-sor Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trie-ste. Quale ruolo dovrà giocare l’Italia in questo difficile scenario?

Secondo Paniccia “L’Italia è rispettata in tutto il mondo per la sua capacità di mediazio-ne, per il suo know how diplomatico e impren-ditoriale”.

Per Amendola, che ritiene indispensabile

ed essenziale “evitare pulsioni isolazioniste”, il Belpaese è protagonista negli scenari più difficili, dalla stabilizzazione del Mediterraneo al dialogo con il mondo arabo, dalla pacificazio-ne in Ucraina all’impegno nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Ma il problema più scottante è quello dell’avanzata del Califfato.

“Credo - ha sostenuto Amendola - che il disordine derivato dallo sgretolamento degli stati in Nord Africa e Medio Oriente, abbia determi-nato una nuova guerra in cui la religione è una bandiera utilizzata per

operazioni di egemonia politica. Con l’affer-mazione dell’Isis ci troviamo davanti non più al vecchio terrorismo classico di matrice qaedi-sta fatto di singoli attentati, ma ad una nuova forma del terrore che si fa Stato, che cambia i confini regionali, le istituzioni e che chiama alle armi tutti quelli che odiano l’Occidente”.

In questo scenario non bisogna dimentica-

re gli interessi economici italiani e, soprattutto, veneti, in stati come la Libia. Per i relatori il Ve-neto è un “attore centrale” per il Sistema Italia, sia nel campo dell’export sia nell’interlocuzione con l’Est Europa e il bacino Mediterraneo.

Altro punto scottante la questione ucrai-na. Secondo Amendola, siamo passati da un “Ordine Mondiale caratterizzato dalla Guerra Fredda e dalla divisione in due blocchi”, a “un disordine mondiale multipolare in cui amici e nemici non sono ben definiti e nel quale stiamo

assistendo ad un ritorno alla sfera di influenza russa nell’ex territorio sovietico”.

Il risultato di questo disordine consiste-rebbe nella genesi delle cosiddette guerre per procura: “I nazionalisti di Kiev e filo-putiniani si scontrano per il controllo dell’area grazie all’ap-poggio più o meno diretto dell’Occidente e di Mosca”, ha sostenuto Amendola.

Paniccia ha posto invece l’accento sul mancato rispetto degli accordi segreti stipulati dopo la caduta del Muro di Berlino, aspetto che

avrebbe permesso il “nuovo protagonismo in campo internazionale della Russia di Putin”. “Gli Stati Uniti di Bush padre e l’Urss di Gor-baciov – ha concluso Paniccia - avevano infatti sottoscritto un patto in cui l’Occidente si sareb-be impegnato a limitare i confini della Nato in Germania, senza installarsi negli ex paesi sovietici: cosa che invece poi si è avverata con l’adesione delle nazioni baltiche e con l’avvi-cinamento dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica”.

di Andrea Varagnolo

L’onorevole Enzo Amendola e il professor Arduino Paniccia hanno proposto una interpretazione della realtà cercando di delineare il ruolo del nostro Paese

Politica internazionale Il convegno organizzato dal Pd sulle prospettive del Medio Oriente e del conflitto in Ucraina

Quale futuro nello scenario politico internazionale?

I relatori del convegno: l’onorevole Enzo Amendola, il professor Arduino Paniccia e il consigliere regionale Lucio Tiozzo

Eugenio Ferrarese

La religione una bandiera della nuova guerra utilizzata per operazioni di egemonia politica

19Chioggia

SCIITI, SUNNITI E l’ISIS: lA lEZIONE DI pADRE CERVEllERA

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Gli studenti del laboratorio teatra-le “Educare al Teatro” del Liceo Veronese sono stati premiati dal

sindaco Giuseppe Casson e dal vice-sindaco Luigi De Perini che lo scorso 1 aprile hanno fatto visita alla scuola, accolti dal dirigente scolastico Luigi Zen-naro, per consegnare una targa ai ragazzi che hanno partecipato al Festival Internazionale TeatroLab con lo spettacolo, “Strane cose Teseo quelle di cui parlano questi innamorati”, dal Sogno di W. Shakespeare, produzione anno scolastico 2013/14. I ragazzi hanno calcato le scene del Teatro La Rocca Tagliavini, di Novellara, Reggio Emilia, lo scorso 17 marzo. “La nostra amministrazione ha voluto sostenere questo progetto didattico, nella consapevolezza della validità di tali programmi formativi realizzati nel territorio ed inseriti in circuiti più ampi” ha spiegato Casson.

“Il nostro spettacolo è stato selezionato per partecipare al Festival, nei cui obiettivi educa-tivi ci siamo pienamente riconosciuti. Il Festival Internazionale TeatroLab ha infatti proposto un ricco programma di spettacoli realizzati da numerosi istituti superiori italiani ed europei. Il filo conduttore della rassegna è stato il tema della felicità raccontata attraverso storie che parlano di e ai ragazzi”, ha rilevato la professoressa Patrizia Aricò, responsabile del laboratorio che ha seguito regia e coreografia della messa in scena, in collaborazione con il professor Filippo Brunello che ha curato le parti del testo in lingua inglese.Gli studenti che hanno partecipato al laboratorio sono Alvise Renier III Classico, Benedetta Fornaro III Classico, Martina Raule II Classico, Giacomo Zampaolo II Classico, Alessia Boscolo II Classico, Paola Venerucci II Classico, Claudia Nordio I Classico, Jlenia Renier I Classico, Chiara Telandro I Classico, Francesca Rossetti I Classico, Leonardo Spinadin I Classico, Anna Furlan V Ginnasio, Stefania Lazzaretto V Ginna-sio, Matteo Crivellari III B Sc., Marta Vianelli III Lin., Linda Nardo III Lin., Claudia Ardizzon III Lin., Alice Mancin III Lin., Aurora Da Re III Lin., Martina Tiozzo Brasiola III Lin., Elisa Penzo II Lin. E Riccardo Ciriello II B Su. Alvise Renier è il primo segnalato per l’ammissione alla Summer School, laboratorio delle arti e dello spettacolo, per il periodo estivo.

neWsScuola e spettacolipremiati i ragaZZi del laBoratorio “edUcare al teatro”

“Sono nato circa 3373 anni fa nella terra dei Faraoni…”. Parte da lontano, dal tempo in cui visse Ramses II, il poeta ortolano Carlo Boscolo che passa dalle piramidi

di sabbia dell’Egitto a quelle di Sottomarina per una serie di “rifles-sioni” che in qualche modo toccano tutti i temi fondamentali della vita umana: il significato dell’esistenza, l’immortalità, i rapporti con gli altri, l’amicizia, l’amore, il rispetto della natura e la “civiltà” degli animali… per dare un senso alla vita e a tutto quello che ci circonda.

Ancora una volta l’autodidatta e libero pensatore Carlo Boscolo esprime i suoi pensieri mescolando storia recente e passata con un’attenzione particolare alla sua terra composta di sabbia e ortaggi dove poi ha visto “crescere” palazzotti per far convivere insieme “nostrani e foresti” che giungevano – e giungono - a frotte durante l’estate per una pacifica invasione vacanziera.

Il lavoro dell’ortolano cominciava ancor prima dei dieci anni con lo zappare la terra con la vanga e strappare l’erba che altrimenti soffoca la maturazione degli ortaggi, ancor prima dell’alba. Ma “el vecio ortolan’ è stato dimenticato dal progresso e le sue fatiche vanno ad arricchire gli altri che non vogliono condividere il benessere acquisito sbancando proprio quelle “piramidi” di sabbia che prima proteggevano gli orti dalla bora e dalle mareggiate.

Carlo Boscolo ora si riposa “nascondendomi tra le fogie e gli alberi da frutta dove me sto per costruire il meraviglioso giardino dei

miei sogni… contento d’osservare el solo dei gabbiani” che volano instancabili contro il vento e la pioggia…

“Le piramidi di sabbia di Sottomarina” (Tipografia Regionale Veneta edizioni 2015) si aggiunge così ad una lunga serie di pubbli-cazioni a cui Carlo Boscolo ci ha abituato per raccontarci, con il suo stile piuttosto spontaneo e talvolta poco attento alle rigide regole della grammatica tradizionale, come lui guarda la vita e il mondo che lo circonda…

E le sue riflessioni continuano anche nel blog https://ilpoeta-delmare.wordpress.com.

di Eugenio ferrarese

Libri L’ultima pubblicazione di Carlo Boscolo

Dalle piramidi in Egitto a Sottomarina

L’ultima fatica di Carlo Boscolo

20 Cultura locale

Il poeta ortolano propone una serie di riflessioni tra storia recente e passato remoto, in bilico tra... sabbia e ortaggi

Messaggio elettorale a pagamento

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da Angelo Rizzi, con lo scopo di educare alla prevenzione e al consumo consapevole at-traverso un linguaggio più immediato tra le nuove generazioni. Cruciale inoltre è stato l’apporto coreografico di compagnie di dan-za locali come quelle di Francesca Serafini, Gianluca Frezzato e Alessia Perini.

Per gli studenti meritevoli è stato infine proposto un percorso formativo di 15 ore al fine di ideare un videoclip sul tema in que-stione. Certamente è un’iniziativa destinata a lasciare il segno, non resta che sintoniz-zarsi su youtube o facebook per ammirare lo spettacolo.

Sono stati duecento i visitatori che a Chioggia sa-bato 21 e domenica 22 marzo, nonostante le condizioni meteo incerte, hanno partecipato alle

“Giornate di Primavera” del Fai, Fondo per l’Ambien-te Italiano, guidati dai ragazzi delle classi 4AT e 4BT, sezione Turismo, dell’IIS “Cestari-Righi”, alla scoperta degli “squeri”, gli antichi cantieri navali chioggiotti.

Questa manifestazione era stata presentata alla cittadinanza giovedì 19 marzo nella sala consiliare del Comune di Chioggia alla presenza del nuovo ca-podelegazione FAI di Venezia Francesca Barbini, di M. Camilla Bianchini d’Alberigo capodelegazione uscente, della professoressa Gina Duse collaboratrice della rivista “Chioggia – Rivista di Studi e Ricerche”, dell’assessore alla Pubblica Istruzione Luigi De Perini, della Dirigen-te Scolastica Antonella Zennaro e della professoressa Francesca Boschetti, referente del “progetto FAI – Ap-prendisti Ciceroni” presso l’IIS “Cestari – Righi” accom-pagnata dai suoi alunni di 4AT e 4BT.

La collaborazione fra la città di Chioggia, il FAI e l’Istituto Tecnico per il Turismo “Cestari - Righi” dura oramai da ben otto anni e con ottimi risultati poiché, come ha sottolineato la prof.ssa Duse: “La Giornata di Primavera è di stimolo alla ricerca. La ricerca è condizio-ne di riscoperta culturale del territorio, con cui si rinnova

l’offerta turistica. Un circolo virtuoso”.Il tema di quest’anno infatti ha permesso ai ragaz-

zi del Cestari non solo di conoscere il passato storico dell’attività cantieristica chioggiotta, attraverso lo stu-dio e l’analisi di testi specifici, ma anche di riavvicinarsi ad un passato familiare, ai nonni e parenti pescatori e maestri d’ascia, - confluito in un “Album dei ricordi” con fotografie ingiallite, recuperate nei cassetti dei nonni e proiettato prima dell’inizio della visita guidata al Mu-seo Civico a San Francesco Fuori le Mura – ma anche al presente e al futuro dell’attività cantieristica grazie alla visita allo squero Cimolin di Sottomarina, dove il maestro d’ascia Flavio Cimolin e il figlio Devis hanno de-

scritto e permesso di vedere i nuovi strumenti utilizzati per la costruzione e la manutenzione di una barca oggi.

La documentazione fotografica è convogliata in un video che ha in qualche modo consentito la visita “vir-tuale” allo squero. E tutto il materiale realizzato dagli studenti del Cestari è stato donato al Museo Civico. “I ragazzi hanno colto e documentato l’evoluzione di un mestiere, avvicinando per quanto possibile la realtà con-temporanea. La tradizione è messa in continuità con la modernità, senza cesure, senza strappi, senza perdita o snaturamento di identità”, ha commentato la Duse.

Il successo didattico ed educativo di questa inizia-tiva si è concretizzato nell’impegno, nella serietà e

nella generosità dimostrati dai ragazzi, tutti volontari, ciascuno secondo le proprie capacità e competenze, per la realizzazione di un progetto che solo un lavoro di squadra, affiatato e motivato, rende possibile, sfidan-do talvolta la timidezza, ma sempre impegnandosi al massimo “per mettersi in gioco e dare qualcosa di noi anche agli altri”, ha detto Monica della classe 4AT. L’entusiasmo dei giovani Ciceroni e il notevole flusso di visitatori confermano quindi il successo delle “Giornate di Primavera” per la città di Chioggia, per il FAI e per la scuola.

“gIORNATE DI pRIMAVERA” DEl fAI OlTRE 200 VISITATORI AllA SCOpERTA DEglI SqUERI gUIDATI DAI RAgAZZI DEll’ISTITUTO CESTARI-RIghI

Nella foto grande la presentazione del progetto in Comune. In piccolo le varie squadre di “guide turistiche”

La Cooperativa Sociale Titoli Minori, real-tà attiva nel territorio, ha lanciato circa tre anni fa il progetto What’s up con lo

scopo di divulgare nuove metodologie di prevenzione del disagio e dei comportamen-ti a rischio causati dall’abuso di alcol.

Purtroppo studi recenti hanno eviden-ziato un aumento vertiginoso del consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti nei luoghi del divertimento notturno. Il progetto è inserito all’interno del coordinamento re-gionale delle unità mobili Safe night grazie al referente dottor Paolo Bello e al respon-

sabile del Sert di Chioggia, dottor Ermanno Margutti.

Sono due gli ambiti all’interno dei quali si sviluppa il progetto: “on the road” e “in the school”.

Il primo ambito “on the road” interessa i luoghi di aggregazione giovanile, soprat-tutto quelli più affollati nel periodo estivo in occasione di eventi come il 7.2 o le serate a tema: notte gialla e rosa. Sono state pertan-to effettuate uscite dell’unità mobile presso alcuni dei locali caratteristici del litorale di Sottomarina per arrivare al maggior numero

di giovani.Il secondo ambito “ in the school”

, finanziato dalla Conferenza dei sindaci dell’Asl 14, dal Comune di Chioggia e dalla Fondazione Clodiense, è più mirato e inte-ressa soprattutto il territorio clodiense coin-volgendo gli studenti degli istituti superiori .

Grazie alla collaborazione dei dirigenti scolastici degli istituti superiori di Chioggia e al supporto di personale esperto, tra cui le professionalità di Chioggia Tv, le classi terze hanno realizzato un video, interamente gi-rato nel locale Prince gentilmente concesso

di Miriam Vianello

La campagna di prevenzione realizzata dagli stessi ragazzi delle scuole superiori attraverso l’ideazione di un videoclip

Sociale Il progetto What’s up della Cooperativa sociale Titoli Minori

Grazie alla cooperazione con gli istituti scolastici e i professionisti locali gli studenti hanno confezionato il video

Eugenio Ferrarese

Alcol, no all’abuso: un messaggio a ritmo di danza

21Cultura locale

Un passaggio del video. La foto è stata gentilmente concessa dalla cooperativa Titoli Minori

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Non solo crisi e suicidi, non solo licenziamenti e cassa inte-grazione. Il Veneto che lavora e che produce fi nalmente “fa notizia” anche in positivo. Accanto ai fallimenti e alle proteste

sindacali per i tagli di personale e di stipendi emergono anche le sto-rie di chi è riuscito ad uscire dal tunnel, a trovare una nuova strada e anche una nuova formula. Nel piccolo, nelle storie personali che raccontiamo anche in queste pagine, come in quelle che coinvolgo-no aziende più grandi.

Nei giorni scorsi, giusto per fare un esempio, il New York Times ha dedicato un approfondimento di un’inchiesta sugli effetti della crisi alla storia della Zanardi Editoriale: dopo la morte per suicidio di

uno dei titolari i dipendenti hanno investito cassa integrazione liqui-dazione per rilevare l’azienda attraverso una cooperativa in modo da continuare l’attività. Storie simili in Veneto ce ne sono molte altre, a conferma della volontà di superare le diffi coltà del momento e non lasciarsi schiacciare. Poi ci sono le storie di persone pronte a mettersi in gioco, a rischiare ancora e ad esplorare nuove strade.

I giovani, ad esempio, scommettono sulle start-up, come rac-contiamo in questa pagina, mentre chi ha perso il lavoro non esita ad inventarsene uno nuovo e a rimettersi in gioco. Intanto ci si inter-roga anche sull’effettivo impatto del “job act” sul mondo del lavoro visto che il nodo da proprio nelle assunzioni a tempo indeterminato.

di Nicola Stievano

Anche il New York Times si è interessato all’altra faccia del Veneto che non si arrende

Le storie e le testimonianze Il racconto di chi ha intrapreso una nuova strada

Guardare oltre la crisi e non aver paura di cambiaregoVerno

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti è arrivato a Santa Maria di Sala (Venezia) nello stabilimento della Speed Line nelle scorse settimane, per parlare del nuovo provvedimento che riforma il

lavoro in Italia. Il dibattito organizzato dai circoli del Pd del Mi-ranese e ha visto la partecipazione oltre a Poletti anche dei rap-presentanti del mondo sindacale e del mondo imprenditoriale . Il ministro Poletti, di fronte a quasi 200 persone, ha subito sfoderato i dati positivi e frutto a suo avviso delle azioni del governo fi n qui portate avanti. “Nei primi due mesi del 2015, abbiamo assistito in Italia - ha detto- a circa 80 mila nuove assunzioni a tempo inde-terminato grazie alle normative sulle decontribuzioni rispetto allo stesso periodo del 2014. Di queste, 23 mila sono assunzioni sono state fatte in Veneto. La maggioranza delle assunzioni fatte sono per lo più conversioni di vecchi contratti a collaborazione coordinata e continuativa, ora di fatto abolita, e contratti a tempo determi-nato. Le assunzioni di nuove persone sono state poche ad ora. Aspettiamo di vedere a fi ne aprile i risultati del Jobs act cioè il contratto a tempo determinato a tute-le crescenti. Voglia-mo che il lavoro precario costi di più di un contratto a tempo indetermi-nato e nel contempo vi sia più fl essibilità” Il ministro del Lavoro ha ribadito la volontà dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, di ren-dere nuovamente le assunzioni a tempo indeterminato la norma, e non l’eccezione. Negli ultimi anni i contratti atipici ha spiegato il ministro sono diventati in Italial’85 delle forme di assunzione, mentre quelli classici, cioè a tempo indeterminato, sono stati solo il 15 %. Sono stati precarizzati così non solo giovani, che lo erano già di fatto dalla fi ne degli anni Novanta, ma anche quarantenni e cinquantenni che ha sottolineato il ministro perdendo il posto” ora fanno fatica a ricollocarsi nel mercato del lavoro”. “Formare qualcuno, investire su di lui e poi mandarlo via, magari per rico-minciare tutto da capo a distanza di qualche tempo, è insensato e irrazionale – ha detto Poletti – il problema del nostro Paese, d’altronde, non è mai stata la mancanza di incentivi, quanto la presenza di troppi ostacoli. Noi vogliamo rimuovere questi impedi-menti e liberare la strada per tutti”.

poletti: “in Veneto 23 mila assUnZioni”

A.A.

Il ministro del lavoro a Santa Maria di Sala ha ribadito la volontà di spingere sui contratti a tempo indeterminato

di Nicola Cesaro

Lampione spento? Te lo dico con lo smartphoneLa start-up Presentata allo Smau l’iniziativa di un gruppo di giovani veneti

Un’applicazione per mappare e gestire tutti gli impianti luce cittadini. Parte dalla Bassa Padovana la brillante idea di “Edylight”, app pensata da Tre Infor-matica, startup che sviluppa soluzioni web innovative e che ha avuto l’onore

e il merito di essere invitata anche a Smau Padova 2015, la grande fi era dedicata all’informatica e alle nuove tecnoloige. Edylight” è un’applicazione per la mappatura dei punti luce. Permette di gestire la manutenzione coinvolgendo i cittadini nella segnalazione dei malfunzionamenti” spiegano da Tre Informatica “Ogni punto luce viene dotato di un adesivo con uno specifi co QrCode. L’utente si collega ad una web app per l’invio delle informazioni necessarie. Con questo sistema invece è suffi ciente un browser per essere operativi. Il Comune avrà link e adesivi personalizzati. Sarà suffi ciente la prima scansione del QrCode porterà al censimento del lampione e dalla seconda in poi... spazio ai cittadini”. Con l’aspetto sociale – assicura la startup - si noterà subito un risparmio nella gestione: “Pensiamo a quando i cittadini dicono che “il lampione davanti casa è spento”. E poi trovarlo quel punto luce! Con “Edylight” invece i cittadini segnaleranno in modo specifi co e gli operatori potranno recarsi sul posto con la precisione delle coordinate gps”. C’è poi la questione del risparmio: “La telegestione tradizionale costa ai Comuni intorno ai 150 euro a lampione. Edylight ha un costo irrisorio: per il controllo di 2.000 punti luce si spendono 420 euro di canone annuale, oltre ai 2.024 euro di avvio della start up”. L’azienda si distingue non a caso sia per la giovane età dei suoi protagonisti che per il rispetto delle “quote rosa”: la startup vede infatti l’impegno costante di Silvia Ferrari, Erika Muraro, Ste-

fano Giraldo, Federica Caradonna e Giulia Ferrara, che hanno tutti dai 22 ai 32 anni e arrivano da Bassa Padovana e Polesine. Ma non è così facile… “Oltre a Smau, abbiamo ottenuto la collaborazione del Comune di Fiesso d’Artico per la sperimenta-zione di questo sistema. Stiamo poi raccogliendo interessi dalle realtà più attente alle tecnologie sociale, alcuni Comuni del Trentino Alto Adige e altri Paesi europei. E’ tut-tavia spiacevole vedere che la provincia di Padova si copre gli occhi di fronte ad una startup di giovani. Lanciamo un appello per essere almeno ascoltati: le microimprese della bassa padovana rischiano seriamente l’estinzione e sono costrette ad emigrare all’estero. Chiediamo ai sindaci di dimostrare maggiore sensibilità per questo tipo di soluzioni: troppo spesso sono stati fatti proclami di sostegno all’imprenditoria giovanile senza nessun seguito. Adesso è il momento di passare dalle parole ai fatti”.

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1Il Veneto in primo piano

Ci sono mille modi per reinventarsi un lavoro. C’è anche chi, a cinquant’anni suonati e dopo una vita passata a fare il rappresentante e il ristoratore,

decide di salire su un palcoscenico e di fare l’attore. E’ una scelta vincente quella di Dario Carturan, 63 anni di Palugana di Ospedaletto Euganeo, oggi diventato una fi gura di spessore nel mondo dell’intrattenimento. I suoi spettacoli “personalizzati” sono eventi che assicurano il “tutto esaurito” in ogni teatro e in ogni piazza. “E pensare che non nasco certamente attore - racconta Carturan - Dopo il diploma ho cominciato a fare il rappre-sentante di enciclopedie, attività che ho portato avanti per anni. Poi la crisi del settore si è fatta sentire e mi

sono buttato nel mondo della ristorazione, aprendo un locale di successo nel mio paese”.

Cinque anni di ottimi risultati, quindi ancora un cambio di professione e il ritorno alle vendite porta a porta, prima nel mondo del fotovoltaico e poi nel set-tore alimentare, fi no al 2002, anno in cui è maturata l’idea rivoluzionaria nella vita professionale di Carturan: “Io ero quello che ai raduni tra colleghi o nei momenti di festa con amici sapeva intrattenere le persone. Su spinta di alcune persone, in quell’anno, ho organizza-to uno spettacolo in arena a Montagnana è lì ho fatto il pienone. Mi è bastato qualche mese per capire che quel mondo poteva regalarmi ben più di qualche serata

all’anno”». Carturan ha avuto “il coraggio di crederci e di investire tutto nel mondo della recitazione. Mi sono detto: e se lo facessi come lavoro?”.

E così è nata una formula innovativa: l’attore viene di fatto chiamato da Comuni, enti e associazioni per animare particolari eventi e raccontare precise storie. Si va dal recupero degli antichi mestieri di un territorio ai fatti storici di un determinato periodo o di un Comune, passando per la serate dedicate alla sclerosi multipla e per il delicato tema del bullismo: Carturan sa raccontare questi temi con delicatezza e comicità, in un mix che gli garantisce sempre un fragoroso applauso a fi ne serata. Oltre a uno “stipendio” a fi ne mese.

di Nicola Cesaro

Il racconto Dario Carturan dopo i cinquant’anni ha deciso di cambiare vita sperimentando una formula

Dopo tanti impieghi il successo sul palcoscenico

neWs

E’ passata prima attraverso la cassintegrazione, poi attraverso mobilità e licenziamento. Un percorso doloroso e devastan-te, ma purtroppo non inconsueto in questo periodo. Silvia

Brognara, 38 anni, rodigina, ha però reagito, costruendosi una opportunità che le ha consentito di riprendere fi ducia in se stessa e di potere guardare con meno preoccupazione al futuro. E’ lei stessa a raccontare la propria storia. “Ci sono stati momenti molto diffi cili e di profonda disperazione, dopo la perdita del lavoro –

racconta – Ma ad un certo punto mi sono detta: ‘Sa cosa c’è? Mi metto in proprio’”. Facile da dire, meno da fare, viene spontaneo pensare. La 38enne però ha pensato bene a come muoversi. “Mi è sempre piaciuto molto il mondo dell’editoria – prosegue – Allora ho pensato a una edicola. E’ stato a questo punto che mi sono informata e ho scoperto che quella della stazione era chiusa. Pos-sibile? L’edicola della stazione del capoluogo chiusa?”. In effetti era proprio così. E non da poco tempo, ma addirittura da qualche

anno. In pratica, mancava un servizio alla città, e non un servizio banale. Così, dopo le formalità, dopo avere elaborato un progetto con la società delle Ferrovie che gestisce gli spazi commerciali e averne ottenuto il fi nanziamento grazie al microcredito, Silvia è potuta partire. Ora sta lavorando, e lavorando duro. “Si lavora ogni giorno dalle 6 alle 19 – conclude – Praticamente sono sempre qui. Ma ora sono contenta. Comincio ad avere un gruppo di clienti affezionati e stiamo imparando a conoscerci”.

Il racconto di Silvia brognara, rimasta senza lavoro a 38 anni dopo il licenZiamento riporta “in Vita” l’edicola della staZione di roVigo chiUsa da anni

E’ stato rappresentante e ristoratore, poi ha deciso di mettere a frutto la sua verve comica

Silvia BrognaraLo.Zo.

23Il Veneto in primo piano

L’Ente Bilaterale per il Terziario della provincia di Venezia spinge i contratti a tempo indeterminato e sostiene le

famiglie dei lavoratori nelle spese sanita-rie e scolastiche. E’ quello che emerge dal bilancio 2014, presentato alla stampa a inizio aprile. L’attività del 2014, rivolta es-senzialmente ai settori del commercio e dei servizi, parla di circa 500mila euro di sussidi erogati a favore dei lavoratori, circa 40mila euro di contributi alle aziende, oltre 33mila euro per l’osservatorio delle imprese, circa 176 mila euro per la formazione, oltre 62mila ero di contributi al lavoro stagio-nale, 50mila euro di contributi straordinari e 10mila euro di sostegno al reddito. Per un totale erogato di 843.706 euro.

Dalla stipula dell’accordo (nell’ottobre 2013) tra Confcommercio Venezia e i sin-dacati di settore Cgil, Cisl e Uil, sono stati 87 i contributi straordinari all’occupazione erogati alle aziende del commercio e dei servizi per avviare nupvi contratti a tempo indeterminato: 14 nel 2014, 73 dal 1° gennaio al 28 febbraio 2015, per un’ero-gazione totale di oltre 300mila euro.

Sul fronte dei lavoratori stagionali, in-vece, i contratti prorogati nel 2014 sono stati 85.

Oltre a favorire le assunzioni a tempo indeterminato con incentivi fi no a 5mila euro per ogni impresa, l’Ente Bilaterale per il Terziario della provincia di Venezia ha an-che sostenuto le famiglie dei lavoratori con

sussidi per le spese mediche, l’acquisto di testi scolastici, contributi alle tasse univer-sitarie, all’acquisto della prima casa, alle spese per gli asili nido e alle spese per i fi gli disabili.

“Confi diamo di dare un po’ di aiuto e speranza a imprese e lavoratori - dichiara il presidente dell’Ente Bilaterale per il Ter-ziario, Stefano Montesco - Siamo soddisfatti per l’andamento dell’iniziativa, che è parti-ta un anno e mezzo fa. Le parti sociali, nella consapevolezza della gravità del momento, intendono utilizzare tutti gli strumenti possi-bili per rilanciare l’occupazione e l’uscita dal precariato e per dare una boccata d’ossige-no alle famiglie”.

“Considerato che l’assunzione, specie di questi tempi, è un passo impegnativo per le piccole e medie imprese del commercio - spiega il vicepresidente dell’Ente Bilaterale per il Terziario Monica Zambon - Possiamo dirci piuttosto soddisfatti per il numero di adesioni, mentre il dato riguardante le ri-chieste di contributi da parte dei lavoratori confermano le diffi coltà delle famiglie nel spostenere le spese obbligate per l’istruzio-ne e la salute dei fi gli”.

“L’apertura verso le imprese è un se-gnale di lungimiranza - dichiara il presidente di Confcommercio Venezia Massimo Zanon - La nostra missione non è quella d fare cas-sa, ma di porci a disposizione dei lavoratori attraverso il sostegno alle aziende che stan-no vivendo un momento di grave diffi coltà”.

Il bIlANCIO DEll’ENTE bIlATERAlE pER Il TERZIARIO VENEZIA: EROgATI CIRCA 850MIlA EURO pER I lAVORATORI

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Se lo ricorda ancora, come fosse ieri, il suo primo giorno di scuola: era il 7 feb-braio 2001, aveva 25 anni, ricevette la

chiamata il giorno prima. Una segreteria lo chiamò chiedendogli se era disponibile per una supplenza per un posto di sostegno. Sostegno voleva dire handicap e lui, il futuro maestro, non aveva alcuna esperienza e tantomeno competenza per quanto riguardava l’han-dicap. Si insinuò qualche incertezza come sovente avviene dinnanzi a quel che non si co-nosce ma la risposta fu “Sì!” Il cuore batteva forte per la fantastica avventura professionale che stava per cominciare, con tanto entusia-smo, motivazione e molte aspettative per il futuro. Finalmente si poteva concretizzare un sogno: quello di dare un contributo nel cercare di creare del valore, valore umano.

Da allora sono passati 14 anni, si sono succeduti sette Governi, altrettanti ministri della Pubblica istruzione, ci sono già state tre riforme della scuola italiana, e il maestro Alessio, alla soglia della quarantina, si trova ancora nella condizione di precario - con ben poche aspettative e più di qualche amara e dolorosa delusione da digerire - a fare i conti con il disegno di legge “La Buona scuola” del Governo Renzi che, se dovesse essere appro-vato così com’è, metterebbe seriamente in

discussione il suo futuro professionale.Alessio Colcera, docente della scuola

primaria nella provincia di Venezia, è inserito infatti in quelle graduatorie d’istituto che alla fi ne - assieme ad altre categorie di insegnan-ti precari - sono rimaste fuori dal piano delle assunzioni previsto dal disegno di legge sulla scuola e che sono destinate ad essere abolite. Unica chanche di stabilizzazione per chi vi fa parte, stando così le cose, il concorso in previ-sione per fi ne 2015.

“Molto più di una doccia fredda per chi, come me, ha dedicato gli ultimi 14 anni del-la propria vita alla scuola, motivato solo ed esclusivamente dalla passione per l’insegna-mento”. E’ il commento del maestro Alessio che quest’anno insegna alla scuola primaria N. Sauro di Maerne, nel Miranese, in una classe terza.

“Nel corso della mia storia professionale, perché di carriera non si può parlare visto che un insegnante precario ha, “in via continuati-va” lo stipendio base, le malattie pagate al cinquanta per cento e dal governo Monti in poi è anche senza ferie per poi essere licenzia-to a fi ne anno scolastico, sono cambiati più volte i criteri per abilitarsi e diventare di ruolo” racconta Colcera che nel frattempo ha dovuto ricorrere a spese proprie e ha infi ne dovuto ag-

grapparsi ad una sentenza della Corte europea anche per vedersi riconosciuto come abilitante il proprio titolo di studio, il diploma magistrale.

Quando ha cominciato ad insegnare lo era. Poi, con le varie riforme, il percorso abili-tante è stato in varie tappe e via via con diver-se modalità ridefi nito, alla fi ne, in un corso di studi universitari, con la laurea in Scienze della Formazione primaria.

“Quella dell’insegnamento è stata una scelta di vita che presupponeva di accettare per anni una condizione di incertezza ed in-stabilità - spiega il maestro Alessio - che alla lunga è devastante. Con il disegno di legge la Buona scuola era lecito, considerate anche le premesse, le slide e gli annunci della vigilia, coltivare la legittima speranza di avere un po’ di giustizia con il riconoscimento del ruolo a persone che sono dentro la scuola da 10-15 anni. Era lecito aspettarsi che fosse eliminato il precariato ma non ignorando completamente i diritti e le aspettative di decine di migliaia di persone, solo rimanendo nell’ambito della scuola primaria”. “Anche perché - prosegue il docente - c’è una sentenza della Corte euro-pea che stabilisce che la pubblica amministra-zione non può assumere a tempo determinato per più di 36 mesi. Per anni i vari governi - a prescindere dal colore politico - hanno violato

la normativa e leso il diritto dei lavoratori. Era tempo di sanare questa anomalia”.

Un’anomalia che non solo rende arduo il percorso di chi ambisce ad insegnare nella scuola ma che ha ricadute anche sugli alunni. “Con questo sistema delle supplenze annuali, fi no al 30 giugno, - denuncia il maestro - non si riesce ad assicurare alcun tipo di continuità didattica, educativa e relazionale alla classe che ogni anno si trova a ricominciare con un nuovo insegnante, con le conseguenze negative che ne derivano”. Pur di lavorare nella scuola, il maestro Colcera, come fanno tutti, ha accettato anche di fare supplenze di sostegno.

“Ho accettato incarichi impegnativi pur non avendone le competenze, a volte mi sono trovato a gestire situazioni diffi cili e non sempre consone con quelle che propriamente erano le mie aspettative professionali: avere a che fare con gravi casi di disabilità è un mestiere diverso da quello dell’insegnante e richiede altre abilità. Io, comunque, ho fatto la mia esperienza sul campo, non mi sono mai tirato indietro” racconta con amarezza.

“Noi supplenti viviamo in una sorta di limbo - prosegue e denuncia -. A noi, fi no alla sentenza della Corte di Giustizia Europea (26 novembre 2014) è stata negata anche la pos-

sibilità di formarci o di specializzarci. Eppure ci sono stati assegnati incarichi di responsabilità che vanno al di là delle indicazioni ministeriali e consistono in progetti che coinvolgono interi istituti, insegnanti, genitori e alunni”.

“E’ deludente - dice sconsolato - che la nostra esperienza professionale, maturata in anni di attività, non sia valorizzata come patrimonio culturale, formativo e didattico. Al contrario, con La Buona Scuola, non ha alcun valore. Perché non sottoporci ad un anno di prova e al giudizio di una commissione che possa valutare le nostre competenze e pro-muoverci fi nalmente ad insegnanti di ruolo?”

Nonostante tante amarezze il maestro Alessio continua con passione, competenza e un innato talento ad insegnare.

“Insegnare non è un lavoro come tanti. E’ molto di più. - sostiene - Ogni mattina quando esco di casa per andare dai miei alunni non penso “vado a lavoro”, ma “vado a scuola”.

E i suoi alunni lo sanno bene che è un bravo maestro e lo hanno già promosso a pieni voti.

Prima di andar via mi fa vedere una ma-glietta che gli hanno regalato i suoi bambini. Sulla maglietta è stampata una frase: “Il mae-stro Alessio è la nostra grande quercia!”

di Ornella Jovane

Ha cominciato ad insegnare nel 2001, con tante aspettative ed entusiasmo. Con il disegno di legge “La Buona Scuola” si aspettava la stabilizzazione e, invece, rischia di rimettere in discussione tutta la sua carriera

Scuola La testimonianza di Alessio Colcera, insegnante supplente da 14 anni

Una vita da... precario

4 Il Veneto in primo piano

Il maestro Alessio Colcera con i suoi alunni

Il mondo della scuola, in Polesine, come in Veneto, come nel resto d’Italia, è tutt’altro che in stato di calma, in questo

periodo. Alle dichiarazioni del Governo Renzi in tema di stabilizzazioni, nuovi concorsi, nuove assunzioni defi nitive, al momento non sono seguiti i fatti.

E anche le speranze sbocciate dopo la pronuncia della Corte di giustizia europea, secondo la cui sentenza non è possibile con-tinuare ad assumere e licenziare di anno in anno i docenti, ma si dovrebbe fare entrare a ruolo quanti hanno maturato almeno 36 mesi di servizio, paiono appassire. O quantomeno restare congelate.

E’ quindi con sguardo rassegnato e at-titudine ormai disincantata al precariato che tanti giovani docenti si rivolgono al futuro.

“Anche quest’anno – racconta Fulvia – ho preso servizio il 1° settembre e prosegui-rò sino al 30 giugno. Per me la situazione va avanti così ormai da 16 anni. Penso che quindi possa essere ben facile immaginare come sia quasi naturale perdere la speran-

za, mano a mano che gli anni si susseguono e non si vedono cambiamenti”.

Ci sono, del resto, storie di docenti pre-cari da oltre 20 anni. Prima della pronuncia della Corte di giustizia europea, era stato il sindacato Uil a raccogliere, in vari Tribuna-li del Lavoro veneti e italiani, sentenze di conversione del rapporto a tempo indeter-minato. Non solo: era stato anche previsto un risarcimento teso a compensare sia il di-

sagio di un precariato esteso a quasi tutta la durata della vita lavo-rativa, sia il fatto che inanellando un con-tratto a termine dietro l’altro di fatto si perde-

va la progressione economica, in termini di anzianità e di scatti, che invece maturano i colleghi che, pur facendo esattamente lo stesso lavoro, sono tuttavia assunti a tempo indeterminato.

Come purtroppo spesso avviene però nella pendenza dei successivi gradi di giu-dizio era arrivato un mutamento di orien-tamento che aveva sovvertito il felice esito iniziale.

pRECARIATO, SVANITE pURE lE SpERANZE SbOCCIATE DOpO lA pRONUNCIA DEllA CORTE EUROpEA

Lorenzo Zoli

“Il problema centrale della riforma della scuola in cantie-re? L’enorme potere discrezionale assegnato al dirigente scolastico. Buona l’idea di attingere dalle graduatorie ad

esaurimento, ma restano fuori però gli insegnanti precari che facevano parte delle graduatorie d’istituto”. A dirlo è Salvatore Mazza (in foto) il segretario regionale di Flc – Cgil il sindacato della scuola.

“La nuova riforma - dice Mazza- voluta dal Governo Renzi da un lato da una risposta agli storici precari della scuola, quelli cioè inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, dall’altro lascia fuori quelli più giovani che secondo una sentenza della corte europea avrebbero diritto ad essere assunti“.

E’ sul potere del dirigente scolastico che i contrasti sembrano più acuti.

“Il dirigente scolastico- spiega Mazza- avrà poteri enorme-mente potenziati rispetto a quelli attuali: potrà assumere discre-zionalmente, attingere dalle graduatorie, premiare i docenti che a suo avviso saranno meritevoli, il tutto senza un bilanciamento dei poteri che fi nora era rappresentato dal consiglio dei docenti e dal consiglio di istituto, che di fatto potranno dare solo dei pareri non vincolanti. Un altro capitolo che crea problemi è quello legato al non ampliamento dell’obbligo scolastico, e la scarsa considera-zione per il personale non docente della scuola che è stato bella-mente ignorato”. Ignorare il personale non docente nella riforma, secondo Mazza signifi ca creare i presupposti affi nché grossi pro-

blemi “come quelli della sorveglianza e la pulizia delle scuole ad esempio, diventino sempre più esplosivi infi ciando anche l’attività didattica”. Infi ne il tema del 5 per mille.

“La possibilità offerta – dice Mazza – ai contribuenti di destinarlo ad una scuola specifi ca, favorisce le più conosciute o frequentate penalizzando quelle dei piccoli centri. L’idea migliore è che il 5 per mille sia destinato genericamente alla scuola, e da lì ripartito secondo le necessità”. Il 18 aprile i sindacati hanno in-detto uno sciopero in tutti i 604 istituti scolastici contro la riforma delle scuola.

la riforma della scuola in cantiere. le critiche dei sindacati: Salvatore Mazza flc-Cgil del Veneto

TROppO pOTERE AI DIRIgENTI, lA NON ASSUNZIONE DEI pRECARI DEllE gRADUATORIE D’ISTITUTO È MANCATA CONSIDERAZIONE DEl pERSONAlE NON DOCENTE: I pUNTI DEbOlI DEllA RIfORMA

Alessandro Abbadir

Il segretario regionale Flc-Cgil Salvatore Mazza

Si dovrebbe far entrare a ruolo quanti hanno maturato almeno 36 mesi di servizio

24 Il Veneto in primo piano

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voler accettare rifi uti da altre parti d’Ita-lia”. Poi, il sindaco di Verona, si concede un bell’affondo dichiarandosi favorevole non solo l’accorpamento dei Comuni e ma anche alla fusione tra Regioni “Veneto, Trentino, Friuli insieme: tecnicamente è una strada percorribile” e sul tema della compe-titività afferma che la cosa migliore sarebbe creare delle zone a tassazione speciale, cosa diffi cile da realizzare perché l’ambito di interesse è L’Europa.

Alessandra Moretti fa valere la sua vicinanza al Premier Renzi e promette un patto col governo per rendere più moderna la rete ferroviaria veneta, ferma dal 1973 e anche per completare la Tav. Ma dichiara anche che le sta molto a cuore il rilancio del manufatturiero e spiega il suo piano veneto per l’impresa che affronta di petto il problema dell’accesso al credito, e le pos-sibilità di migliorare internazionalizzazione, competizione, sburocratizzazione. Le sue proposte sul lavoro sono chiare: “Finanzie-rò con un buono di 500 euro al mese per il primo anno le aziende che assumeranno un giovane under 29, per un totale di 6.000 euro annui che vanno a sommarsi agli in-centivi già previsti dalla legge di stabilità e dal Jobs Act”.

E se i giovani devono avere l’opportu-nità di iniziare un percorso lavorativo e la possibilità di conquistare un’indipendenza economica anche chi rimane senza lavo-ro dopo i 50 anni. “Darò loro – afferma Moretti - la possibilità di imparare un nuovo mestiere attraverso un progetto di formazio-ne affi ancato al lavoro in azienda”.

Poi ricorda la sua proposta agli studi professionali che assumeranno giovani praticanti con un contratto di apprendistato: “un fi nanziamento del 50% dello stipendio per i primi 24 mesi. Così che i laureati svolgano il praticantato obbligatorio con una retribuzione”.

Luca Zaia si presenta come “mastino” sempre in guardia nei confronti del governo per tutelare il Veneto dai tagli di Roma e, com’è naturale che sia riventica i i risultati di cinque anni di governo regionale. “Sulla banda larga, siamo partiti da zero – affer-ma - eppure abbiamo assegnato il primo lotto con 75 comuni coinvolti”. Ricorda poi che secondo uno studio di Morgan Stanley nel nostro Paese ci sarebbero imprenditori disposti a investire 45 miliardi di euro, se

solo ci fosse tutto quello che, a detta di Zaia manca.

“La palla al piede del Veneto – affer-ma il Governatore uscente è L’Italia”. Che fare? Possiamo facilmente immaginarlo. Non è facile invece immaginare come nel giro di altri cinque anni la competitività del veto potrebbe scalare la suddetta classifi ca di 50 posizioni come promesso da Zaia. E sul lavoro va detto che il “Patto per il Ve-neto” presentato il 2 maggio 2012 a Pa-

lazzo Balbi proprio dal Governatore uscente e che voleva essere una sorta di Piano Marshall per l’econo-mia locale non si sa che fi ne abbia fatto.

Certo Zaia afferma che il vero jobs act l’ha fatto lui con i progetti di formazione-lavoro che ha permesso di mantenere la disoccupa-zione su valori più bassi rispetto alle regioni limitrofe.

Una disoccupazione che in cinque anni è schizzata dal 3,5% al 7,7% con 27 mila aziende che hanno chiuso rovinosamente solo nell’ultimo anno. Certo d’ora in avanti occorre fare di più.

Da sinistra: Luca Zaia, Alessandra Moretti, Flavio Tosi e Jacopo Berti

1 Voci da palazzo

158. Questa la posizione poco soddisfacente del Veneto nella classifi ca

della competitività tra le regioni europee. E se non c’è competitività non c’è spinta e non si aprono nuovi spazi di mercato. Ma quel che è peggio, se non si esce dalla sta-gnazione anche il mercato del lavoro resta ai minimi storici.

Che fare per risalire? Agli industriali basterebbero una trentina di posizioni, o almeno così recita il manifesto presenta-to da Confi ndustria Verona ai candidati Governatore nel primo confronto pubblico che li ha visti sul palco in-sieme.

“Le imprese sono disorientate su chi votare, ci sono tanti candidati in cam-po – ha sottolineato in quell’occasione il presidente degli industriali veronesi Giulio Pedrollo - ma più che i candidati ci interes-sano i programmi”.

Le ricette per cambiare il Veneto e farlo ripartire, almeno sulla carta, i vari candidati le hanno messe in campo. Alcune simili al-tre singolari, comunque opportunità.

Per Jacopo Berti, candidato del Movi-mento 5stelle, è questione di Banda Larga “la principale infrastruttura che serve al Veneto”. E dichiara apertamente di recu-perare i fi nanziamenti necessari dai cinque miliardi recuperati dalla cancellazione del progetto Tav. “Poi – aggiunge - creeremo un fondo da 13 milioni di euro con i tagli degli stipendi dei consiglieri e con la can-cellazione dei vitalizi, con cui garantiremo microcredito da 25mila euro ai giovani im-

prenditori”.Sulle infrastruttu-

re, invece, il sindaco Flavio Tosi che gioca in casa, ritiene che non si possa tornare indietro sulle grandi di-

rettrici. “Bisogna prendersi la responsabilità di decidere – sostiene risoluto - non si può sospendere l’autostrada del Mare come ha fatto Zaia perché c’è un’inchiesta”.

E per aiutare davvero le imprese l’unica via per il candidato che spacca in due la Lega è lo smantellamento della burocrazia: “sull’ideologia deve prevalere la concretez-za. Un esempio? Trento ci ha chiesto di poter bruciare i suoi rifi uti nel nostro futuro inceneritore, ma la Regione si ostina a non

di Maria pavan

Economia e lavoro Candidati a confronto

Si riparte facendo di più e meglioSolo nell’ultimo anno hanno chiuso 27 mila aziende e, nel corso degli ultimi 5 anni la disoccupazione è schizzata dal 3,5% al 7,7%

Moretti: “Patto con il Governo per ammodernare la rete ferroviaria e fare la Tav”

Zaia: “Da noi disoccupazione su valori più bassi di Lombardia ed Emilia”

26 Voci da palazzo

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27Voci da palazzo 1Voci da palazzo

Verso il voto A destra si profi la una bella partita

Un nuovo centrodestra contro la lega di Zaia e SalviniSiglato l’accordo: i moderati di Area Popolare sosterranno Tosi nella corsa per la presidenza della Regione Veneto

Mai così distanti dalla Lega di Matteo Salvi-ni e, quindi, da Luca

Zaia. Il Nuovo centrodestra in Veneto tiene fede all’impe-gno con gli elettori e non farà mancare il proprio sostegno all’attuale maggioranza in Regione fi no all’ultimo giorno di mandato. Ma con questa Lega prenderà le distanze il giorno dopo. A spiegare la posizione e gli sviluppi per Ncd in questa fase di transizione molto delicata è Carlo Alberto Tesserin, Presidente della Commissione per lo Statuto e per il Regolamento in consiglio regionale: “Manteniamo la nostra posizione storica: noi siamo stati con Zaia e ne siamo contenti perché abbiamo condiviso il percorso di un centrodestra moderato orientato all’au-tonomia. Ora non comprendiamo la linea estremista di Salvini, modello Le Pen in Francia, e quindi restiamo in linea con la nostra storia e la nostra tradizione. . Non siamo noi ad aver cambiato posizione”.

È proprio sul tema dell’autonomia che si consuma lo strappo: “Non possiamo dimenticare che la legge per l’u-nico referendum che potrebbe avere il consenso è quella a fi rma Tesserin-Toniolo, entrambi Ncd. Quella è la nostra posizione, quella è la nostra identità. Ad oggi le posizioni di Salvini non sono in sintonia con noi e ci dispiace che Zaia le abbia condivise”.

La campagna elettorale di Ncd deve ancora entrare nel vivo, ma prima c’è da sciogliere il nodo delle allean-ze. “Allo stato attuale abbiamo aperto un ragionamento importante con Flavio Tosi – annuncia Tesserin -, stiamo defi nendo gli accordi operativi e quindi penso che la cam-pagna elettorale andrà in quella direzione. Quando si ha di fronte appuntamenti elettorali di questa importanza va defi nito il programma, le linee operative: siamo in fase conclusiva ma positiva”. Impossibile non chiedersi come si sarebbe mossa Ncd se, archiviata l’alleanza con la Lega di Salvini, Tosi non avesse deciso di candidarsi. “Sulla posizione di Salvini non ci saremmo mai stati. Ma saremmo andati con Zaia, a patto che avesse tenuto la linea che lo ha contraddistinto anche in passato e che non è, per noi, quella dell’attuale segretario leghista”.

Le liste del Nuovo centrodestra, nel momento in cui scriviamo, sono ancora in via di defi nizione, ma ci sono già alcuni punti fermi: “Certamente avremo Marino Zor-zato e Clodovaldo Ruffato a Padova, Costantino Toniolo con altri amici a Vicenza, Massimo Mancini a Chioggia con tanti altri candidati in provincia di Venezia…. Tutte persone di spessore. Perché siamo convinti che questa campagna come non mai sarà basata sui candidati più che sulle enunciazioni di teorie politiche. Ormai tutti gli schieramenti sono in decomposizione: vediamo quello che succede tutti i giorni a Roma tra Renzi e l’apparato storico del Pd.

Vediamo la posizione di Fitto in Forza Italia e tutto quello che ne consegue. Vediamo la Lega e tutto ciò che sta accadendo… Noi contiamo che la valenza di nostri candidati ci dia un consenso consistente”.

Carlo Alberto Tesserin, Ncd“noi stiamo con tosi”

L’intervista

Erano tutti lì a Marghera. Il senatore Maurizio Sac-coni, il vice presidente del Veneto, Marino Zorza-to, il presidente del Consiglio Veneto, Clodovaldo

Ruffato, esponenti illustri del Ncd, il parlamentare elet-to con Scelta Civica Andrea Cusin, e il vice segretario vicario dell’Udc Antonio De Poli.

Pezzi da novanta presenti a metà aprile a Marghe-ra, apputo, dove è stato presentato l’accordo a sostegno di Tosi che ha sottolineato come “La maggioranza dei consiglieri che hanno sostenuto in questi anni in Regione Luca Zaia, sosterrà ora Flavio Tosi” .

I protagonisti di Area Popolare sostengono che il laboratorio politico inaugurato con quest’accordo va ben oltre il panorama veneto ma che proprio nella nostra terra si basa sull’idea di costruire un percorso sul Veneto del fare, sulle cose concrete.

Un bel distinguo rispetto alla linea di Salvini che negli stessi giorni indossava magliette xenofobe inneg-giando alle ruspe per “radere al suolo i campi nomadi”.

E infatti, il leader del nuovo centrodestra veneto, Flavio Tosi sottolinea come la differenza con chi ha go-

vernato fi no ad oggi la Regione sta nella “la logica del fare. E c’è chi lo fa, mentre c’è chi ama il populismo e la demagogia”.

Anche Ruffato ha spiegato la sua adesione ad Area Polare, sottolineando che la politica a cui si sente di prender parte “non è fatta di insulti, estremismi e anate-mi”. “In questo periodo abbiamo tante cose dette e non fatte, proclami senza seguito - ha continuato Ruffato - lo scoppio della maggioranza dimostra il fallimento della presidenza di questi 5 anni: se qualcuno non riesce a difendere la propria maggioranza, o è per incapacità o per aver lasciato campo libero a chi ha imposto altre scelte a noi veneti”. E la freccia lanciata è sicuramente rivolta idealmente a Zaia.

Antoni De Poli, si dice pienamente d’accordo dicen-dosi certo che “questa squadra di Area Popolare, con Tosi candidato presidente, darà concretezza alle cose di cui i cittadini hanno bisogno”. Tra le priorità rimangono il lavoro e l’impresa senza dimenticare le politiche sani-tarie e dell’assistenza che secondo il giudizio di De Poli sono “sparite completamente dalla programmazione”.

E Marino Zorzato ha sottolineato come anche la sicurezza sia per Ncd un argomento forte in agenda tan-to che proprio l’Ncd ha presentato un emendamento al bilancio che ha portato le risorse da spendere da 60mila euro a 5 milioni. “Questo dice chiaro - ha rimarcato - come la pensiamo sulla sicurezza, mentre c’è chi si riempie la bocca”.

Da questo laboratorio veneto l’ex ministro Maurizio Sacconi si aspetta un “rassemblement di movimenti locali e reti nazionali con l’ambizione di competere con la sinistra nel ballottaggio delle elezioni politiche. I contenuti identitari dell’Unione per Tosi saranno il com-pimento di uno Stato unitario e federale a geometria variabile, con il Triveneto tutto ad autonomia rafforzata, la sicurezza nella proprietà di ciascuno, l’unicità della fa-miglia naturale, l’ accesso effi cace al lavoro, un modello sociale e sanitario fondato sulla presa in carico di ogni persona. Area Popolare e Tosi sanno che la premessa di ogni ambizione è peraltro lo sviluppo, che si realizza solo con un Veneto aperto e non chiuso, isolato, da una politica antieuro”.

di Maria pavan

Parole bellicose via metafora arrivano anche dal candidato del Movimento 5stelle, Jacopo Berti che ha presentato la sua “arme di distruzione di casta”, cioè una proposta di legge di

iniziativa popolare relativa al taglio dei vitalizi e degli altri privilegi della casta. “Questa è la defi nitiva arma di distruzione di casta – conferma Berti – abbiamo fi nalmente un’arma per sradicare i privi-legi di questa politica e di questi politici”.

“Stiamo parlando di 13 milioni di euro all’anno, 65 milioni di euro nei 5 anni del mandato che torneranno nelle tasche delle imprese venete”. Durante la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge, avvenuta nella Sala gruppi del palazzo co-munale di Padova, il candidato ha invitato i cittadini a fi rmare i mo-duli per la presentazione del documento, che saranno a disposizione già nei prossimi giorni nelle piazze venete.

“Firmando questa legge di iniziativa popolare – spiega Ber-ti – si potranno eliminare i vitalizi, gli assegni di fi ne mandato e

tutti i privilegi. Stiamo parlando di 13 milioni di euro all’anno, che fanno 65 milioni di euro nei 5 anni del mandato e che torneranno nelle tasche delle imprese venete perché fi niranno nei fondi per il microcredito”.

La legge prevede anche la cancellazione dell’assegno di fi ne mandato e dell’assegno di reversibilità.

“Giancarlo Galan riceve più di 3.500 euro al mese (netti) e Giampietro Marchese, anche lui coinvolto nell’inchiesta Mose, 2.800 al mese – gli fa eco il parlamentare del Movimento 5 Stelle Mattia Fantinati – a loro si aggiunge una schiera di 181 ex consi-glieri regionali che dopo aver trascorso mesi, o in alcuni casi anni, a Palazzo Ferro Fini, possono ora contare su un vitalizio”.

Non mancano i colpi alti e bassi in casa 5stelle e Tosi ancora si difende dai colpi bassi di Berti che ha sostenuto che la discesa in campo del sindaco di Verona nasconderebbe un patto segreto col Pd per far vincere Alessandra Moretti.

la denuncia galan riceve più di 3.500 euro netti al mese

Da sinistra: Flavio Tosi, Marino Zorzato, Clodovaldo Ruffato, Maurizio Sacconi, Andrea Causin e Antonio De Poli

Carlo Alberto Tesserin: “Noi contiamo che la valenza di nostri candidati ci dia un consenso consistente”

Jacopo Berti, candidato Governatore del Movimento 5stelle

bERTI, 5STEllE: “ECCO l’ARMA DI DISTRUZIONE DI CASTA”!

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28 Cultura veneta1 Cultura veneta

Un’Esposizione Universale ha il compito di lasciare in eredità un’esperienza culturale, sociale, scienti-fi ca e tecnologica ed Expo Milano 2015 costru-

irà questa eredità prima di tutto grazie all’apporto dei suoi Partecipanti, cuore e anima dell’evento. Uno degli elementi innovativi e distintivi di Expo Milano 2015 è quello legato al concetto di “Visitor Experience”. L’Expo di Milano vuole essere “tradizionalE” e “innovativa” allo stesso tempo. Tradizionale perché si focalizzerà sul Tema della nutrizione in modo molto stringente e garantendo un vero approfondimento globale a fi ni educativi e di formazione alla sostenibilità del cibo buono, sano, suf-fi ciente e sostenibile per il pianeta. Innovativa perché in tutte le forme chiarirà ai visitatori e alla comunità interna-zionale l’essenza di un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incentrato sul visitatore.

Al CENTRO Il VISITATORE

“È possibile assicurare a tutta l’umanità un’a-limentazione buona, sana, suffi ciente e sostenibile? ” È con questa domanda che si

apre la sfi da dell’Expo di Milano 2015, l’Esposizione Universale che l’Italia ospita dal primo maggio al 31 ottobre e che sarà senza dubbio il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e suffi ciente per tutti i po-poli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri.

Expo sarà la piattaforma di un confronto di idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione, stimo-lerà la creatività dei Paesi e promuoverà le innovazioni per un futuro sostenibile. Ma non solo.

Offrirà a tutti i visitatori la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e di scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastrono-mica di ogni Paese. Inoltre, per tutta la durata della manifestazione, la città di Milano e il sito espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre.

il tema“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è il Tema al

centro della manifestazione, il fi lo logico che attraversa tutti gli eventi organizzati sia all’interno sia all’esterno dello sito espositivo. Expo Milano 2015 sarà l’occasione per rifl ette-re e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo: se da una parte c’è an-cora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denu-trite nel biennio 2010-2012), dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta e trop-po cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Per questo motivo servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, sarà possibile trovare un equilibrio tra disponibilità e consu-mo delle risorse. La rifl essione sul Tema si trasforma anche in un momento di condivisione e di festa, grazie a incontri, eventi e spettacoli da vivere in compagnia della mascotte Foody e degli allegri personaggi che la compongono. Ogni aspetto, ogni momento, ogni Partecipante di Expo Milano 2015 declina e interpreta il Tema scelto, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.

la locationCon un’area di 1,1 milioni di metri quadrati, facil-

mente raggiungibile, progettata da architetti di fama in-ternazionale, Expo è anche un’esposizione-giardino con più di 12 mila alberi, giochi d’acqua e un lungo canale che circonderà l’area. Sui due grandi viali principali, il Cardo e il Decumano, si affacciano i Padiglioni dei Paesi Partecipanti, piazze e aree comuni dedicati agli eventi e alla ristorazione.

Il sistema a due assi serve a orientare il visitato-re in modo molto semplice e intuitivo, ma organizza anche la partecipazione dei Paesi: la World Avenue (corrispondente al Decumano) è infatti l’affaccio di tutti i Padiglioni Self Built. Lungo il Cardo si distribuisce in-vece la partecipazione italiana. Il Decumano, sede dei Padiglioni nazionali dei Paesi, sarà una lunga teoria di esperienze e racconti architettonici, visivi ed esperien-ziali provenienti da ogni parte del pianeta, da cui si potrà partire per toccare con mano e assaporare i gusti delle diverse tradizioni enogastronomiche, facendo di-retta esperienza del cibo e delle colture planetarie. Alle sue estremità sono collocati l’Expo Centre, composto di spazi per eventi al coperto, e la Collina Mediterranea.

Lungo il Cardo, delimitato a nord dall’anfi teatro sull’acqua della Lake Arena e a sud dall’Open Air The-atre, grande spazio per eventi all’aperto, si estende lo spazio espositivo dedicato all’Italia, intervallato da luoghi per la degustazione dei prodotti delle tradizioni enogastronomiche delle regioni italiane.

Questi, oltre a distinguersi per l’alta qualità delle materie prime e dei prodotti fi nali, svolgono la funzione di mettere in luce le migliori pratiche alimentari tradizio-nali del Paese ospitante.

Nel luogo in cui il Cardo e il Decumano si interse-cano si trova Piazza Italia, la grande piazza centrale dell’Expo, vicino alla quale sorge anche Palazzo Italia, il luogo deputato a ospitare durante l’Expo il raccordo istituzionale tra Paese ospitante e Partecipanti.

Circondato dal Canale, elemento che ne caratte-rizza il paesaggio, il Sito dell’Expo segue dunque uno schema ortogonale molto intuitivo, nel quale architettu-ra si unisce alla natura.

Le costruzioni seguono criteri di effi cienza ener-getica e sostenibilità nella realizzazione, smontabili e riutilizzabili alla fi ne dell’evento.

Ai blocchi di partenza, l’evento a cui non si può mancare. Milioni e milioni di persone hanno già deciso di esserci

Expo 2015 Il grande evento culturale dell’anno

“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”

di Valeria Marcato

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Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore www.lapiazzaweb.it/category/diritti/Per partecipare alla rubrica chiamare il numero 049 8704884

Uno degli argomenti di “gran moda” in questi ultimi anni – specie fra le associazione di consumatori - riguarda senz’altro la illegittimità (presunta o reale) degli interessi

richiesti dalle banche ai clienti sulle somme elargite, sia che si tratti di mutuo e sia che si tratti di fido. Si affermerebbe che, una volta accertato che gli interessi non sono dovuti, il cliente potreb-be far valere la nullità delle clausole contrattuali per non pagare interessi ulteriori. In proposito, ritengo opportuno chiarire che una cosa è far valere tale nullità per non pagare in futuro, ed un’altra invece è chiedere la restituzione di quanto pagato in passato. Per quest’ultima ipotesi infatti, occorre che il relativo “diritto alla restituzione” non si sia prescritto con il decorso di dieci anni. Ed andiamo a chiarire. Si tratta di un distinguo puramente giuridico ma di cui occorre tener conto nelle aule giudiziarie quando si è accertato che l’operato della banca non è stato corretto e si tratta di valutare successivamente se sussista ancora il diritto ad essere rimborsati. La domanda del correntista tesa infatti a far valere la invalidità/ nullità di un contratto bancario (supponiamo un’apertura di conto corrente) non si prescrive sostanzialmente mai, con la conseguenza che si può sempre far valere, mentre quella diretta a conseguire la ripetizione delle somme pagate e

Banche : termine ultimo per chiedere la restituzione delle somme indebitamente versate

Diritto Bancario

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Avv. LoREnzo MALTARELLonon dovute è invece soggetta alla ordinaria prescrizione decen-nale. Seppur importante, tuttavia, questo necessario distinguo non deve far perdere le speranze al cliente che ingiustamente ha versato somme illegittime. La Cassazione Civile, invero, a Sezioni Unite nel 2010 con sentenza n. 24418 ha chiarito come “…il termine di prescrizione decennale cui tale azione di ripetizione è soggetta decorre dalla data in cui sia stato estinto il saldo di chiusura del conto cui gli interessi non dovuto siano stati registrati…” Questo comporta che sino a quando il rapporto è in corso nulla si prescrive. È solo dopo la chiusura del rapporto (ad esempio del conto corrente) che il cliente ha dieci anni di tempo per verificare se ha pagato correttamente o se ha versato interessi non dovuti e chiederne – cosa importante – la restituzione, senza averli persi definiti-vamente. Questo significa anche che l’avviso contenuto negli estratti conto che periodicamente (trimestre o semestre) per-vengono dall’istituto di credito, con cui questi annuncia “... che eventuali contestazioni dovranno essere sollevate dal cliente entro sessanta giorni...”, non vanno assolutamente ad incidere sul suo diritto alla ripetizione di quanto pagato indebitamente da far valere entro il decennio dalla fine del rapporto.

L’attività svolta dai Patrocinatori Stragiudiziali è irrinun-ciabile per tutti quei soggetti che, dopo aver subito un danno, si trovano assaliti da dubbi e perplessità, angosce,

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dei soggetti coinvolti ed individuare il soggetto obbligato al risarcimento del danno in generale. Conoscere, sapere, com-prendere, cogliere quali voci di danno ha diritto il danneggiato e sapere quantificare correttamente anche attraverso l’ausilio di soggetti terzi con specifiche competenze(medicolegale, pe-rito auto, ricostruttori meccanici, ingegneri, architetti, etc.) e

qualora sorga un dubbio su un elaborato tecnico adoperarsi in un confronto con il professionista al fine di ridurre al minimo errori /o omissioni. Lo Studio Trevisan

ritiene fondamentale che il buon risultato sia determinato dal-le scelte iniziali nmesse in atto al conferimento dell’incarico che deve portare all’istruzione del cliente affinchè riesca a produrre, individuare e ricercare tutti quegli elementi oggetti e soggettivi per la creazione e ricerca delle prove indispensa-bili per la corretta dimostrazione e quantificazione dei danni subiti. La sapienza nella conduzione delle trattative con i Li-quidatori delle Compagnie di Assicurazioni è la differenza nel Know How per i 30 anni di esperienza nel settore sono la garanzia del giusto risarcimento finale.Lo Studio Trevisan si avvale, altresì, di avvocati specialisti nelle materie del diritto Civile e Penale per lo studio dei casi complessi.

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n° 54/2015, dei decreti legislativi 04.03.2015 nn. 22 e 23, prosegue la riforma del mercato del la-

voro in attuazione della Legge Delega n.183/2014. In particolare il Decreto n.23, introduce “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

La nuova disciplina troverà applicazione per i con-tratti subordinati a tempo indeterminato stipulati dopo l’entrata in vigore del decreto (07.03.2015), ovvero per quelli a tempo determinato o di apprendistato convertiti dopo tale data. Per quelli già in essere precedentemen-te continueranno a valere le tutele previste dall’art. 18 L.n.300/70 (Statuto dei Lavoratori). Risulta evidente come la regola generale sia ormai quella dell’indennizzo, mentre la reintegra nel posto di lavoro (c.d. tutela reale) rappresenti sempre più un’eccezione. Quest’ultima resta infatti prevista solamente in ipotesi di nullita’ del licenzia-mento perche’ discriminatorio ovvero perche’ riconduci-bile agli altri casi di nullita’ espressamente previsti

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dalla legge od ancora qualora il dipendente riesca a dimostrare che il licenziamento disciplinare si fonda su un fatto materiale insussistente. In tutti gli altri casi, qualora il Giudice accerti l’illegittimità del licenziamen-to perché non ne ricorrono gli estremi, il rapporto di lavoro verrà dichiarato estinto sin dall’irrogazione del provvedimento ed il datore di lavoro (che occupi ol-tre 15 dipendenti) sarà condannato al pagamento di un’indennità di importo pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a 4 e non superiore a 24 mensilità.

In caso di licenziamento per motivi economici (le-gato cioè alla riorganizzazione aziendale) non sarà più necessario il tentativo di conciliazione presso la Direzio-ne Territoriale del Lavoro. Nei pochi casi ancora previsti, resta infine per il lavoratore la facoltà di pretendere, in luogo della reintegra, il pagamento di un’indennità pari a 15 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR.

Con la legge 11.12.2012 n. 220, entrata in vigo-re il 18.6.2013, il legislatore è intervenuto in un ambito del diritto civile che risultava immutato fin

dall’entrata in vigore del codice del ‘42: il condominio. Tra le numerose novità introdotte dalla predetta novella legislativa, il riscritto art. 1129 c.c., rubricato nomina, revoca ed obblighi dell’amministratore, stabilisce al comma 7, che l’amministrato-re è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi su uno specifico conto corrente. Di tale conto corrente il condomino, esclusi-vamente per il tramite dell’amministratore, può prendere visione a proprie spese della rendicontazione periodica. Cosa succede nel caso in cui un amministratore decida di trasmettere una copia della suddetta documenta-zione, legittimamente richiestagli, cancellando gran parte dei dati contabili unitamente ai nomi di chi ha effettuato o meno i versamenti. Una simile cautela parrebbe, ad

una prima analisi, rispettare il diritto alla privacy di cia-scuno condomino. Prima della riforma, sia la Cassazione (1011/2010) che l’ABF (con decisioni n. 814/2011 e n. 1282/2013), avevano ritenuto il singolo condomino autonomamente legittimato a richiedere alla banca copia dell’estratto conto, non potendo l’Istituto di credito opporre

la posizione di terzietà del condomino stes-so. Successivamente all’entrata in vigore della nuova disciplina di cui all’art. 1129 c.c., il Garante della Privacy ha redatto un vademecum rilasciato il 10.10.2013, in cui si da risposta ad alcuni interrogativi posti da Confedilizia. In particolare, il Ga-

rante ha precisato che non è legittimo invocare il diritto alla privacy nel caso della rendicontazione periodica che quindi dovrà essere fornita, dall’amministratore al condomino che ne farà richiesta, priva di qualunque oscuramento atteso che in questo caso deve prevalere il principio della traspa-renza nella gestione condominiale.

Il nuovo conto corrente condominiale e il diritto alla privacy

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L’Editoriale

Quante volte ciascuno di noi si sente “a cor-to di idee”, in ritardo in un mondo che va veloce, in diffi coltà nel trovare soluzioni per

i propri problemi quotidiani, lavorativi, familiari, relazionali?

La risposta migliore in queste situazioni, molto spesso, è già dentro di noi. Il problema è farla emer-gere, liberarsi dalle abitudini che possono frenarci, liberarci da situazioni in cui non si vedono vie di uscita.

Questo tipo di condizione è tutt’altro che patolo-gica, anzi, è “normale” ed estremamente frequente: il problema spesso risiede nelle routine, in modalità di pensiero radicate che non sono facili da cambiare in breve tempo e da soli, nelle pressioni sociali.

La psicologia, in questi casi, può venire in aiuto con interventi non invasivi ma di supporto alle risorse già esistenti, ad esperienze già maturate, a soluzioni già applicate a contesti diversi. Troppo spesso infat-ti le persone sono dei “giacimenti” di risorse che rimangono sconosciute, inesplorate, quando invece potrebbero essere portate alla luce, con l’aiuto di un professionista psicologo esperto, anche senza un grande sforzo.

Liberare ciò che già è dentro di noi, dunque, con una metodologia di dialogo riguardo alla pro-pria quotidianità, ai propri valori, ai propri desideri, con una fi nalità trasformativa orientata a portarci a realizzare il tipo di attività, di relazioni, di vita che desideriamo, non necessariamente quello che vivia-mo nel presente. La psicologia a servizio delle idee nuove, dunque, in un mondo che va veloce. Per questo oggi è fondamentale che ciascuno diventi un innovatore, nel proprio ambito lavorativo, relaziona-le, familiare, anche per uscire dalla stagnazione che caratterizza tanti aspetti della vita sociale italiana.

dott. Alessandro de Carlo*

Idee nuOve per un MOndO che caMBIa

*Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto Continua a pag.

La salute vale oro così come il medico a cui ci si affi da

La Mappatura delle neoformazioni cutanee

Il riposo: i benefici e le posizioni del sonno

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L’intervento

La scheda odontoiatrica, generalmente in formato cartaceo, riporta un disegno stilizzato delle arcate dentarie, in cui vengono segnalate patologie e trattamenti, seguiti da uno spazio per le annotazioni in forma di diario clinico. Dal punto di vista giuridico la scheda odontoiatrica e’ un semplice prome-

moria dell’attività diagnostica e terapeutica svolta, ad uso esclusivo dell’odontoiatria; e’ paragonabile ad una scrittura privata e come tale: non è soggetta a nessun requisito formale di compilazione; non vi è obbligo di conservazione; la presenza di errori, omissioni ed alterazioni non configura ipotesi ne’ di falso ideologico, ne’ di reato di falso in atto pubblico. Per quanto riguarda la circolazione, la scheda può essere consegnata: al paziente stesso; alle persone fornite di delega ed all’autorità giudiziaria; la non restituzione a fronte di una richiesta non determina responsabilità, in quanto non vi è l’obbligo dell’archiviazione, ne’ quello della conservazione. La compilazione della scheda odontoiatrica, tuttavia, va fatta con particolare diligenza annotando: giorno della prestazione (nel caso in cui il paziente non si presenti all’appuntamento terapeutico e’ bene annotarlo comunque indicando la motivazione dell’assenza); trattamenti terapeutici effettuati; qualsiasi anno-tazione utile al sanitario. Cio’ in considerazione del fatto che, soprattutto in materia di responsabilità civile, rappresenta un impor-tante mezzo di difesa legale mentre la sua mancanza o non corretta tenuta determina nel giudice l’impressione di negligenza ed imperizia dell’odontoiatra ai fini dell’addebito di un’eventuale responsabilità. Difatti la scheda odontoiatrica può essere richiesta nel contenzioso giudiziario per diverse finalità che sono: per ricostruire la cronologia dei fatti in caso di discordanti versioni dei fatti tra le parti; per determinare lo stato anteriore e quindi la validità della diagnosi e del progetto terapeutico, nonché escludere o quantificare lesioni correlate da nesso di casualità con le prestazioni; per valutare la corretta esecuzione del l’iter terapeutico e distinguere le complicanze dagli errori; in caso di contestazione in materia di consenso alle cure e di corrispettivo. Per ultimo va precisato che la scheda odontoiatrica, rappresenta comunque un obbligo deontologico: “ La cartella clinica deve essere redatta chiaramente, con puntualità e diligenza, nel rispetto delle regole della buona pratica clinica e contenere, oltre ad ogni dato obiettivo relativo alla condizione patologica ed al suo decorso, le attività diagnostico-terapeutiche praticate”.

La scheda OdOntOIatrIca e Le regOLe da seguIredi dott. bruno noce*

*Presidente della Commissione Albo odontoiatri Rovigo

L’Editoriale

Sono stati 2363 i Medici che hanno chiesto l’atte-stato per il riconoscimento dei titoli per lavorare all’estero nel 2014, contro i 1000 dell’anno pre-

cedente ed i 396 di soli 5 anni prima e il trend è in continua crescita.

Scappano da un paese che, dopo 11 anni di prepara-zione fra corso di laurea e specializzazione per diventare bravi professionisti non sa offrire di meglio che posti di precariato e bassi stipendi in un contesto di lavoro difficile e sempre più impegnativo, con l’obbligo di provvedere ad una assicurazione professionale costosa, ed in cui le cau-se facili e quasi sempre ingiustificate possono metterli alla gogna proprio all’inizio della loro carriera.

Fuggono dall’Italia, spesso malvolentieri, abbandonando famiglia, affetti, ami-cizie, contesto sociale, verso paesi che offrono loro stipendi adeguati, prospettive di carriera, più tranquillità e serenità per un lavoro difficile e impegnativo e con una considerazione sociale che da noi si è molto affievolita.

Le difficoltà iniziano fin dalla formazione post laurea, mentre ogni anno si lau-reano in Italia circa 10.000 medici, solo 5000 sono i posti per le borse di studio per i corsi di specializzazione (altri 5-6 anni di preparazione) e 1000 le borse di studio per il corso per diventare medici di famiglia. Cosicché 4000 medici ogni anno vengono esclusi, per cui o ritentano l’anno successivo, o si dedicano a medicine alternative (con quali prospettive?), o vanno all’estero.

Ma anche dopo la specializzazione le cose non sono facili: negli Ospedali il bloc-co del turn over non permette nuove assunzioni, nonostante le carenze di personale medico di famiglia dovendo, nell’attesa di pazienti che ti scelgano come medico di fiducia, sostenere solo spese di ambulatorio, di personale e di gestione dello studio professionale.

All’estero invece i nostri laureati e specializzati sono ricercati. Assommano a più di 150.000 euro i costi, supportati dalle famiglie e dalla società, per preparare un bravo medico e sempre più spesso giungono all’Ordine dei Medici di Rovigo, così come agli altri Ordini del nostro Paese, richieste di medici da parte di altre Nazioni, le quali offrono contratti vantaggiosi, quasi nemmeno paragonabili ai nostri, e con-dizioni e prospettive di lavoro veramente attraenti.

La tendenza è in crescita perché all’estero “comprano” volentieri i nostri medici e, senza costi per prepararli. Ormai non vi può essere più alcun indugio per provve-dimenti atti a sistemare questa situazione.

MedIcI cOn LO stetOscOpIO In vaLIgIapIù dI 2000 MedIcI aLL’annO sceLgOnO dI LavOrare aLL’esterO

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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Dott. Bortolato, quali sono i sintomi più generici da non sottovalutare perché po-trebbero segnalare una patologia a carico della colonna vertebrale?

“Ci sono diversi campanelli d’allarme. Dolori nel-la zona lombare che s’irradiano ad una o ad entram-be le gambe, soprattutto quando persistenti, spesso segnalano una sofferenza discale. Un’altra patologia molto frequente, è la spondiloartrosi, malattia dege-nerativa cronica invalidante che colpisce sia le verte-bre che i dischi intervertebrali. Si manifesta nell’età avanzata, e maggiormente in soggetti che hanno eseguito attività lavorative usuranti, caratterizzata da dolore vertebrale persistente con rigidità tipicamente mattutina”. Talvolta ci sono persone che lamentano una forte diffi coltà nel camminare. E’ an-che questa una situazione che può essere legata a una patologia della colonna ver-tebrale?

“La cosiddetta claudicatio spinalis, ovvero la dif-fi coltà di camminare se non per pochi metri, causa la comparsa di forti dolori e formicolii a carico della regione lombosacrale e di uno o entrambi gli arti. Si tratta verosimilmente della stenosi del canale verte-brale, ovvero il restringimento del canale vertebrale lombare ad uno o più livelli. Si verifi ca in questo caso un “confl itto” tra il contenente che è la parte ossea del canale vertebrale stesso, ed il contenuto, cioè le delicate strutture nervose che si trovano al suo in-terno”.Nelle donne la menopausa può essere un fattore di rischio per problemi alla schie-na?

“A volte, può manifestarsi l’osteoporosi vertebra-le, caratterizzata da rarefazione ossea con conse-guente fragilità delle vertebre che possono rompersi. Talvolta, si tratta di un vero e proprio crollo vertebrale ed è riconoscibile da un dolore violento e persistente più frequentemente lombare o dorso lombare”.

Dottor Bortolato, quali sono le terapie?“Generalmente, l’utilizzo di farmaci antinfi am-

matori, di corsetti ortopedici e la fi sioterapia è utile nelle forme iniziali. Ma se il mal di schiena diventa persistente ed invalidante va presa in considerazione la chirurgia mini-micro-invasiva che rappresenta oggi una soluzione rapida ed effi cace, non solo per l’er-nia al disco ma anche per molte altre patologie tra cui quelle sopradescritte: discopatie degenerative, la stenosi del canale vertebrale e fratture o crolli verte-brali causati dall’osteoporosi. Queste tecniche hanno importanti vantaggi sia per i tempi rapidi, spesso solo 1-2 giorni di ricovero, sia per le alte probabilità di suc-cesso della cura. Gli interventi possono essere esegui-ti anche in anestesia locale ed in day-hospital, il che consente una ripresa immediata, con rapido ritorno alle proprie occupazioni quotidiane”.

Ogni mal di schiena può rappresentare una patologia a sé che dev’essere trattata specificatamente. Il Dottor Bortolato ci illustra alcune delle situazioni più frequenti che richiedono opportune indagini diagnostiche

ortopedia: mal di schiena, l’importanza di osservare i sintomi

Dott. Mario Bortolato,

Nei disturbi alimentari l’individuo sperimenta un’ alterata relazio-ne con il cibo ed una estrema

preoccupazione riguardo alle forme cor-poree; implica pertanto un’alterazione dell’immagine di sè, disturbi emotivi e un insieme di comportamenti disfunzio-nali che ne derivano.

I disturbi del comportamento ali-mentare comprendono 3 forme princi-pali: anoressia, bulimia e sindrome da alimentazione incontrollata (binge eating disorder).

L’Anoressia è la repulsione volontaria e ossessiva nei confronti del cibo generata da un intenso timore di poter diventare grassi o addirittura dalla convinzione erronea di essere sovrappeso. Essa rappresenta l’e-stremizzazione di alcuni valori della nostra società: la bellezza è intesa come forma fisica e snellezza; il con-trollo del corpo e del cibo sono sinonimo di efficienza e di perfezione.

La bulimia è invece contraddistinta da episodi di abbuffate (consumo rapido di abbondanti quantità di cibo a elevato contenuto calorico) accompagnati da comportamenti di compenso, tra i quali il più diffuso è il vomito autoindotto, oltre all’uso smodato di diuretici e lassativi, il digiuno e l’attività fisica eccessiva.

Il Binge eating disorder si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa,

i disturbi del comportamento alimentare

dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinica e Psicoterapeuta ad indirizzo Analitico transa-zionale, si occupa di infanzia, adolescenza ed età adulta. Riceve per appuntamento ad Adria e Rovigo. Cell.: 348 3468022 - mail: [email protected]

Essi rappresentano una delle patologie più diffuse nella società occidentale dell’ultimo ventennio

senza però mostrare i comportamenti com-pensatori tipici di quest’ultima. L’individuo affetto da tale sindrome ha come unico pensiero quello di ingerire qualsiasi tipo di alimento per calmare le proprie ansie, o qualsiasi emozione negativa anche se è consapevole che potrebbe essere nocivo alla sua salute.

La persona che soffre di questo di-sturbo è spesso isolata, ha scarsa consi-derazione di sé e prova profondi sensi di colpa, ma l’aumento di peso rende ancora

più difficile l’integrazione sociale e il disagio di questo soggetto. Un fattore cruciale nei disturbi alimentari risulta essere il controllo; non casualmente tali pato-logie si sviluppano nel periodo adolescenziale, in cui i mutamenti corporei sono molto forti (soprattutto sul versante femminile). Il trattamento dei disturbi alimen-tari richiede una cura collaborativa e coordinata in cui vengono affrontati tutti gli aspetti e ambiti del disturbo alimentare: salute fisica/peso, nutrizione, psicoterapia e riabilitazione sociale.

Dott.ssa Cristina Zago

nello strato di collagene che da la forma alla cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica applicativa) l’epitelio viene eliminato con una spatolina e successivamente al trattamento laser si attende la ricrescita di quest’ultimo (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è infastidito dalla presenza di una abrasione. Nella Lasik la cornea viene tagliata con una lama vibrante o con un laser ed il trattamento

effettuato all’interno della cornea. Il flap creato viene poi riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indeboli-mento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco dolore ed il veloce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo sostituirà progressivamente. I vantaggi sono un minor fasti-dio postoperatorio ed una minor reazione infiammatoria. Si tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche citate sono comunque utilizzate ed ogni chirurgo decide in relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale di assoluto rilievo. Ovviamente si possono operare pazienti che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti miopici possono ancora modificarsi.

I primi trattamenti laser refrattivi risalgono ai primi anni 90. Da allora molta strada è stata fatta soprattutto per quanto riguarda

la tecnologia laser. Sostanzialmente i difetti di refrazione sono miopia ed ipermetropia e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del normale (ad ogni mm corrispondono circa 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è limitata ad una determinata distanza, tanto minore quanto è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia corrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa comporta una forte limitazione funzionale in quanto la messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece l’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare con difetti più modesti (l’ipermetropia generalmente è al di sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie di ipermetropia). L’astigmatismo è un’anomalia di curvatura della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rug-by. Possiamo quindi avere astigmatismo associato a mio-pia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo avere miopia associata ad ipermetropia in quanto si tratta di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad ec-cimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modificare la forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa vaporizzazione non avviene sulla superficie che è ricoperta da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni settimana, ma

Il Dr. Massimo Camellin

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Il nevo o più comunemente neo, sono la stessa cosa, ci si riferisce cioè a una proli-

ferazione di melanociti (cellule “colorate” della pelle) e rappre-sentano spesso solo un proble-ma estetico.

La comparsa o la modifi-cazione di un neo può essere determinata da molteplici fattori quindi è consigliato e opportuno sottoporsi a controlli periodici delle neoformazioni al fine di poter cogliere tempestivamente ogni loro eventuale modifica in senso tumorale.

Il metodo più rigoroso di controllo consiste nella mappatu-ra corporea delle neoformazioni, e nella dermatoscopia di ciascu-na.

La dermatoscopia visiva, at-tuata attraverso il dermatoscopio ottico, è riconosciuta essere una delle migliori tecniche non invasi-ve per la sua praticità di utilizzo.

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la mappatura delleneoformazioni cutaneeLa Dermatoscopia è riconosciuta come una delle migliori tecniche non invasive

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profondo. Ridurre gli allergeni nocivi. La presenza all’interno del materasso di acari della polvere o muffe può essere la causa di problemi respiratori. L’utilizzo di mate-riali antimicrobici, garantisce una buona

resistenza agli acari e una soluzione a problemi allergici.LE POSIZIONI DEL SONNO Assumere una posizio-ne di riposo corretta signifi ca garantire il giusto sostegno alla spina dorsale e assicurare una buona circolazione sanguigna. Posizione sul fi anco. La posizione sul fi anco diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, ma al tem-po stesso limita la circolazione nelle aree del corpo su cui si concentra il peso. Un materasso più morbido è in grado di sostenere le curve e ridurre al minimo i punti di pressione, mantenendo collo e spina dorsale correttamente allineati. Questa posizione è indicata per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche. Posizione supina Indicata per le persone che soffrono di dolori alla parte infe-riore della schiena, la posizione a pancia in su favorisce il ri-lassamento degli organi interni. È consigliabile posizionare un cuscino sotto le ginocchia, in questo modo la pressione sul nervo sciatico diminuisce e la spina dorsale è in grado di seguire la sua curva naturale. Posizione prona. Secondo alcuni esperti, questa posizione provoca pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. Riposare su un materasso più duro, posizionando un cuscino sotto l’addome, contri-buisce a mantenere allineata la spina dorsale.

I BENEFICI DEL SONNO Mentre dormiamo, l’ipofi si rilascia grandi quan-tità di ormoni della crescita, i muscoli si rilassano, la temperatura del corpo si ab-bassa e varie parti del cervello si fermano o rallentano. Queste funzioni fi siologiche fanno del sonno un elemento in grado di ringiovanire il corpo e la mente. Di conseguenza, chi soffre di disordini del sonno o riposa male, potrebbe incorrere in numerosi effetti collaterali: al-terazione della concentrazione e delle capacità di lavoro, percezione limitata, irritabilità, nervosismo. E, a lungo ter-mine, depressione o stati di allucinazione. Il materasso: il protagonista del buon riposo. La qualità del sonno è senza dubbio proporzionale alla qualità del materasso, sopra al quale una persona trascorre circa un terzo della propria vita. Garantire al proprio corpo un sonno sano, signifi ca soddisfare quattro requisiti fondamentali. Mantenere l’allineamento della spina dorsale. Un materasso troppo duro provoca una forte pressione solo su alcune zone del corpo. Quando è troppo morbido, invece, si creano avval-lamenti a cui la spina dorsale è costretta ad adattarsi. Un buon materasso si uniforma alle curve del fi sico, fornendo un sostegno adeguato. Diminuire la pressione sulla su-perfi cie del corpo. Un materasso che si adatta alla forma del corpo distribuisce, al tempo stesso, il peso in modo uniforme. Questo favorisce la circolazione del sangue e permette al corpo di rilassarsi raggiungendo un sonno pro-fondo. Si garantisce così il riposo e il recupero psicofi sico. Regolare la temperatura del corpo. Mentre dormiamo il corpo rilascia umidità. Questo potrebbe interferire con la normale regolazione della temperatura. Un’imbottitura di lana è in grado di assorbire e al tempo stesso disperdere l’umidità fi no a un terzo del suo peso, favorendo la creazio-ne di un ambiente asciutto, condizione ideale per un sonno

il riposo: i benefici e le posizioni del sonno

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alleato del dentista pediatrico perché si lega all’Idrossiapatite dello smalto trasformandola in Fluoroapatite, una sostanza molto più re-sistente all’attacco degli acidi. Si consiglia, in soggetti cario recettivi, l’applicazione di lacche al fl uoro da applicare 2 volte all’anno. Questo permette, insieme alla Sigillatura dei solchi, all’Ozonoterapia, ad una corretta alimentazio-ne, ad una attenta igiene orale di abbattere il rischio di carie.SIGILLATURA DENTI DEI BAMBINI: Il sigil-lante è una resina che contiene Fluoro e viene stesa sui solchi e le fossette dei denti poste-riori non appena sono fuoriusciti, intorno ai 6 anni. A questa età, infatti, l’igiene orale non è ancora suffi ciente e spesso questi primi denti permanenti si cariano. Ecco quindi che questa resina sigillante rinforza lo smalto, impedisce, rendendo scivolosa la superfi cie dei molari, l’accumulo dei cibi e facilita la pulizia dei denti.MIO FIGLIO HA GIA’ QUALCHE CA-RIE, COME IL DENTISTA DEI BAMBINI PUO’ CURARE, IN SERENITA’, IL MIO BAMBINO? MIO FIGLIO HA PAURA DEL DENTISTA, COME IL DENTISTA PEDIATRA MI PUO’ AIUTARE? SEDAZIONE COSCIENTE NEI BAMBINI,

il dentista dei bambini

L’odontoiatria pediatrica è una branca dell’o-dontoiatria che si occupa della salute orale fi no ai 14 anni di età, con una attenzione

particolare alla prevenzione delle malattie della bocca.QUANDO DEVO PORTARE MIO FI-GLIO DAL DENTISTA DEI BAMBINI?La prima visita è consigliata già a tre anni. E’ importante, infatti, effettuare la prima visita dal dentista pediatra quando il bambino non presenta alcun dolore in modo tale che sia un incontro piacevole e gratifi cante. COSA PUO’ USARE IL MODERNO DENTISTA PEDIATRA PER LA DIA-GNOSI ?TELECAMERA ENDORALE: la prima visita verrà effettuata anche con l’aiuto di una telecamera endorale che permetterà di vedere, attraverso uno schermo, le immagini della situazione orale del piccolo paziente. Questa telecamera è un ot-timo mezzo di comunicazione tra odontoiatra, piccolo paziente e genitore. Attraverso lo stesso schermo, durante le cure, si possono vedere im-magini o video di cartoni animati per aiutare il piccolo paziente a distrarsi e rilassarsi ottenendo così una maggior collaborazione.PENNA LASER (Diagnodent): Il Diagnodent è uno nuovo strumento che il dentista utilizza per diagnosticare le carie riducendo l’uso di radiografi e. Inoltre grazie al laser è possibile classifi care il grado di decalcifi cazione del dente decidendo quale intervento effettuare (Fluoro-

profi lassi, Ozonoterapia, Sigillature od Ottura-zione del dente).COSA PUO USARE IL MODERNO DENTISTA DEI BAMBINI PER LA PRE-VENZIONE?Lo studio dentistico Oselladore ha introdotto nei protocolli terapeutici un completo programma di prevenzione e diagnosi precoce.LEZIONI DI IGIENE ORALE: uso corretto dello spazzolino, del dentifricio, di colluttori specifi ci, una corretta alimentazione e il rafforzamento dell’insegnamento con l’uso di video esplicativi.TEST SALIVARI: oggi esiste un metodo mo-derno ed innovativo che permette, in maniera semplice, veloce e non invasiva, di prevenire la carie e di stabilirne il rischio. OZONOTERAPIA: l’Ozonoterapia, come sugge-risce il termine stesso, è un processo curativo ottenuto attraverso l’utilizzo di una miscela di ossigeno ed ozono. E’ considerata una terapia di tipo “naturale” proprio perché si avvale di questi due elementi, presenti in natura. Lesioni cariose sottoposte a sedute di ozonoterapia pos-sono avere una regressione nel loro processo degenerativo senza l’uso del ‘’trapano’’ Il trat-tamento dura dai 10 ai 60 secondi, dopodiché si applica un liquido riducente, dalle ottime proprietà remineralizzanti. Gli ottimi risultati fi nora raggiunti parlano di un processo carioso e degenerativo sospeso e regredito nel 90% circa dei casi.FLUORO-PROFILASSI: Il Fluoro è un potente

CentRo di odontoiAtRiA oRtodonZiA e imPlAntoloGiA del dott. oselladore RenzoAmbulatorio di Chioggia Corso del Popolo 1225 tel. 041401830Ambulatorio di Cavarzere via Pescheria,5 (vicino al duomo) tel. 0426311157Visita il nostro nuovo sito: www.studiodentisticooselladore.it

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l’arma vincente per combattere la paura del dentista: la Sedazione Cosciente con ossigeno e protossido d’azoto è una tecnica di analgesia sedativa che trova la sua applicazione ideale nell’odontoiatria pediatrica. E’ indicato per tutti i pazienti sia adulti che bambini, con particolare indicazione ai bambini molto piccoli e a quelli traumatizzati da una precedente esperienza odontoiatrica. Il bambino durante la sedazione rimane vigile e collaborante, ma estremamente tranquillo, risponde agli stimoli ed alle richie-ste del dentista e non ha paura. Al termine della seduta il bambino scende dalla poltrona del dentista allegro e felice e viene gratifi cato per il grande risultato ottenuto. L’utilizzo della Analgesia Sedativa è molto effi cace e sicuro. Questa metodica ci permette di eseguire le cure in totale sicurezza ed affi dabilità eliminando la paura del dentista (vedi articolo Analgesia Sedativa del dott. Oselladore pubblicato sulla

“Piazza” di Febbraio e visibile sul sito: www.studiodentisticooselladore.it) .E SE MIO FIGLIO HA “I DENTI STOR-TI”? ORTODONZIA INTERCETTIVA E ORTODONZIA DELL’ADOLESCENTE.Già alla prima visita il dentista pediatra control-lerà la presenza di eventuali abitudini viziate che possono, se non corrette precocemente, portare a malocclusioni dentali come morso aperto, morso coperto, morso deviato ecc. Qualora fosse necessario s’interverrà inter-cettando la malocclusione (ORTODONZIA IN-TERCETTIVA), in modo da prevenire problemi successivi. Se invece il paziente ha 10-12 anni il dentista pediatra grazie all’applicazione di MODERNE APPARECCHIATURE ORTODONTICHE O CON L’USO DEGLI ALLINEATORI TRASPARENTI (ES. INVISALING) correggerà la malocclusione, in modo che il giovane ragazzo/a ottenga una bocca sana e un sorriso invidiabile.

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Perchè tuo figlio abbia una bocca sana e un sorriso invidiabile Una macchi-na generatrice di gas ozono che consente di eseguire L’Ozonotera-pia dentale

gestire situazioni ritenute diffi cili ,come ad esempio riuscire a confrontarsi con le persone, o far valere i propri diritti, o reagire ad atteggiamenti autoritari non giustifi cati, o riuscire a dire di no in ambito lavorativo. PRATICARE UN COMPORTAMENTO ASSERTIVO pre-suppone una certa consapevolezza dei propri diritti e della propria personalità, saper esprimere in modo

chiaro i propri sentimenti, emozioni, convinzioni personali ed opinioni, abbassando la sensazione di disagio e riconoscendo lo stesso diritto ai propri interlocutori. Tutto ciò può essere facil-mente appreso anche attraverso un buon percorso psicologico mirato, che aiuti a sviluppare un processo di conoscenza di quali diritti siano da considerare irrinunciabili e di come poter riuscire a mettere in pratica comportamenti di tipo assertivo; inoltre ci può pure aiutare ad apprendere quali sono i diritti da anteporre al rispetto delle regole. Alcuni esempi di questi di-ritti sono: avere e sostenere le proprie opinioni, a prescindere dalle altrui, e poterle esprimere liberamente; decidere della propria vita e delle proprie priorità; poter dire di no, senza sentirsi in colpa; poter cambiare idea e fare errori, assumen-dosene le responsabilità; stabilire relazioni sociali soddisfacen-ti, e concluderle quando diventano negative; mantenere la propria dignità anche se questo urta i nostri interlocutori. Tutto questo è facile a dirsi, certo, ma più complesso a farsi, nella realtà di tutti i giorni: per questo l’aiuto dello psicologo può essere di indubbia utilità.

(parte prima)

Che cosa signifi ca ESSERE ASSERTIVI? Comu-nicare i propri punti di vista, anche quando sono contrari a quelli dell’interlocutore, senza

cercare di prevaricare l’altro, ma tentando di risol-vere i problemi in modo positivo per entrambe le parti. Pensiamo alla comunicazione tra le persone, e alle varie situazioni confl ittuali all’interno di un contesto sociale o lavorativo. Alcuni teorici sostengono che diffi cilmente una buona gestione di un confl itto possa av-venire in concreto al di fuori dell’ambiente familiare, salvo in rari casi, poiché verrebbero a mancare quelle “buone co-noscenze” delle caratteristiche psicologiche e personologiche degli interlocutori. Indice di buona capacità risolutoria, quindi, dovrebbe essere lo sviluppo di abilità che ci aiutino ad operare in assenza di tali conoscenze. Che facciamo se un collega ci sminuisce, o vogliamo chiudere una telefonata di tipo com-merciale, o chiedere ai nostri vicini di abbassare la musica che fi no a quel momento ci ha disturbati? Qualcuno affronte-rebbe la situazione provando a “mandare giù”, avvertendo poi una forte rabbia (comportamento di tipo passivo); altri, reagirebbero con aggressività, nel tentativo di riacquisire una posizione di forza o di punire chi si permette di fare certe azio-ni (comportamento di tipo aggressivo); altri ancora, invece, pur riconoscendo i propri e gli altrui diritti, si pongono nell’idea di ascoltare il punto di vista dell’interlocutore, esprimendo nella eventualità il proprio disappunto nel totale rispetto di chi li ascolta (comportamento di tipo assertivo). In queste occasioni si è soliti avvertire emozioni forti e disturbanti quali rabbia, confusione, senso di impotenza, ma anche durature sensazioni di frustrazione, ogni qualvolta si cerca di reagire e far capire le proprie diffi coltà. ESSERE ASSERTIVI, quindi, non signifi ca essere né passivi, né aggressivi, bensì saper

Come gestire i conflitti in ambito socialeLa comunicazione assertiva come fonte di strumento per la “soppravvivenza”

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3535

Come si possono prevenire?“Essendo spesso costituzionali, una prevenzione

assoluta non esiste. Se ne può limitare l’evoluzione fa-cendo una vita attiva, usando una calza elastica, se si sta molto in piedi e soprattutto riccorrendo in tempo ad uno specialista per una visita ed un’esame ecodoppler.

Quali terapie sono possibili?“Oggigior -

no sono tante, vanno da quelle piu’ classiche come la sclero-terapia o l’inter-vento chirurgico, rivisti in chiave moderna, nel

senso di una maggiore efficacia ed una minima in-vasività, fino a tecniche piu’ recenti, quali il laser, la radiofrequenza, ecc. Ogni tecnica presenta vantaggi e svantaggi e sta all’esperienza dello specialista appli-carle al meglio per ottenere il massimo risultato. Tanto si può fare, l’unico errore che il paziente deve evitare è quello di tracurarsi e sottovalutare la malattia”

Dott. Manfrini, cosa sono le vene vari-cose?

“Le varici degli arti inferiori, comunemente cono-sciute come vene varicose, costituiscono una malattia molto diffusa in entrambi i sessi, anche se con netta prevalenza in quello femminile”.

A cosa sono dovute?“Fondamen-

talmente ad una eccessiva “debo-lezza” della pare-te venosa, spesso costituzionale ed ereditaria, a cau-sa della quale le vene si dilatano e divengono pertanto particolarmente visibili. La malattia puo’ interessare sia le venule piu’ piccole e superficiali (cosidetti capillari), sia le vene piu’grosse, che si trova-no nel grasso sottocutaneo (sistema safenico).

E’ un problema estetico o una vera pa-tologia?

“Nelle fasi iniziali il problema può essere prevalen-temente estetico ma se trascurato diviene presto una patologia vera e propria, che nelle fasi avanzate può dare complicanze serie, quali ulcerazioni della pelle, tromboflebiti o anche embolia polmonare. Anche i capil-lari, specie quelli della parte bassa delle gambe, se tra-scurati a lungo, possono dare alterazioni della pelle fino alla rottura spontanea, causa di fastidiose emorragie”.

il Chirurgo Vascolare risponde su: vene varicose

dr. Stefano manfrini - Specialista in Chi-rurgia vascolare-responsabile u.o. di Chi-rurgia Vascolare ospedale accreditato Salus Ferrara. Visita a Rovigo, este, monselice e badia Polesine - 347/8043460

Dott.Stefano Manfrini

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Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore

nimaliAdei nostri amici

CIRO Maschio, taglia piccola, circa kg 10, di circa 6-8 anni. Carattere

equilibrato, adatto per tutti i contesti famigliari. Ciro arriva dal canile sa-

nitario dove ha trascorso molti mesi in attesa che i proprietari si facessero vivi. Il tempo è passato e per lui si sono aperte

le porte del canile. Ciro dev’essere operato ad una zampetta perché ha legamenti e crociati rotti. Per lui cerchiamo famiglia

amorevole che possa accoglierlo con amore.

3 NERONI 2 maschi e una femmina, taglia media

di circa 1 anno e mezzo. Portati in rifugio da cuccioli, dopo essere stati recuperati da tragica storia. Hanno un

carattere diffi cile e non si fi dano delle persone. Vogliamo provare a trovare delle persone pazienti

che sappiano aiutare queste creature.

JOLLY Maschio giovane, circa 1 anno, taglia contenuta di circa

10-12 kg. Un pelosetto tutto amore e coccole. Dinamico, da cucciolo che si rispetti, coccolo e caratterialmente

buono. Jolly ha un abbandono alle spalle ed attualmente vive dentro una gabbia. Restituiamo dignità a

questa creatura.

BUFALO Maschio, taglia medio-contenuta, di

circa 12 kg. Carattere buono e socializzato.

Bufalo ha circa 3-4 anni, vissuti sempre in famiglia

tra coccole, giardino e divano. Poi è stato abbandonato. Bisogna trovare

casa a questa creatura.

ADOTTAMI

CIN CIN Sono due cuccioli di solo 2 mesi, futura taglia piccola,

max kg 6-8. Ora aspettano una

casa e dei padroni affettuosi.

Cin-cin sono 2 fratellini maschi.

BIANCA NEVE Sono 2 sorelle, mix labrador, nate a marzo 2014.

Taglia media, circa kg.25-30, in cerca

della loro seconda pos-sibilità. Due meraviglie

di pelose dentro una gabbia. Chiediamo

aiuto per loro.

per le adozioni: loretta, associazione protezione animali di chioggia onlus - tel. 3289620233

per partecipare a questa rubrica scrivete a: [email protected] - tel. 049 8704884

ROSA Femmina di circa 2 anni, taglia medio-conte-

nuta, circa kg.10. Questa creatura è stata recuperata in mezzo al fango, in allat-

tamento, con pochissimo latte e dei cuccioli. Rosa

ha un carattere mite, buono, coccola e tanto dolce. Dopo lo svezzamento dei suoi cuccioli Rosa cerca casa.

Verrà sterilizzata, chippata e vaccinata.

MERINGA Femmina di circa 6-8 anni, taglia medio-piccola, circa

kg.10-12. Meringa è dolcissima. E’ stata recuperata da una situazione

altamente disagiata assieme ai suoi piccoli. Ora sono tutti al sicuro, ma

un canile non è una casa… Meringa ha dovuto lottare per sopravvivere ed ha un orecchio tagliato,

ma non importa: è bellissima ugualmente. Per Meringa preten-diamo il meglio. Cerca casa per dare e ricevere amore.

Tanti altri approfondimenti e notizie in più su

centinaia di piccoli amici da adottare vai su www.lapiazzaweb.it sezione ”animali” e guarda le fotogallery

www.lapiazzaweb.it/category/animali

L’uomo e il cane: un rapporto in equilibrio

L’ESPERTO A cura di Lodovico Damiani Personal Dog Trainer

Un UOMO e un CANE si incontrarono migliaia di anni fa per aiutarsi l’un l’altro, nel tempo poi hanno consolidato il rapporto di “scambio” re-ciproco che riscontriamo ancora oggi. L’uomo si prende cura del cane e riceve in cambio la sua compagnia ed una vasta gamma di aiuti nel la-voro. Tutti i cani trovano il loro equilibrio, la loro identi tà, il loro benessere nel profondo legame aff etti vo che instaurano con il loro padrone e con la famiglia in cui vivono. Per natura il cane è un animale socievole e come tale detesta la solitudine e ricerca la presenza fi sica del suo capo branco, del suo punto di riferimento, del suo padrone.Un cane che nella sua primissima infanzia ( cioè nei primi tre mesi di vita) abbia pochi o nulli contatti con l’uomo, diffi cilmente diventerà un buon cane da compagnia. Sarà ti mido e pau-roso con le persone e non sviluppe-rà una totale dipendenza nei confronti del suo padrone. Ma anche un cucciolo sepa-

www.dogtrainerpadova.it - [email protected] - tel: 329 1605558

rato dalla madre troppo presto (cioè a 4 / 5 setti mane) ed allevato in casa può avere diversi problemi, per esempio un esagerato att acca-mento al padrone con chiari episodi di gelosia o, nella maturità, uno scarso interesse sessuale nei confronti di altri cani. Esperimenti compiuti su cuccioli allevati con conigli o gatti hanno di-mostrato talvolta una preferenza a convivere e preferire razze con cui sono cresciuti insieme. A livello strett amente personale ed in funzione della mia esperienza ritengo che i cani in gene-rale non sono in grado di capire cosa è giusto o sbagliato. Il loro comportamento è legato all’isti nto di razza a cui appartengono e alla conservazione della specie. Molti att eggiamenti

sono già innati , un cucciolo sa sedersi, stare zitt o, fermo, non mordere e ascoltare. Il

compito quindi di un buon educa-to re è di mett erlo in condizione di

imparare quando e come at-tuare tali comportanti .

Filariosi cardiopolmonareIL VETERINARIO A cura del Dottore Andrea Feliciati

Il ruolo del sott oscritt o quale Di-rett ore Sanitario dell’ambulatorio

del Rifugio C.I.P.A. prevede che, con cadenza setti -manale, si visiti no i nuovi ospiti della strutt ura che provengono dal Canile Sanitario Tazzari precedente-mente sott oposti a sterilizzazione ed a tutti i proto-colli sanitari di routi ne. La preoccupazione maggiore nell’esaminare i libretti sanitari dei nuovi cani è il controllo dell’esito del test emati co per la ricerca di anti geni fi laria. La fi lariosi è una patologia veicolata dalle zanzare che presenta una forma cardiopolmo-nare (causata da Dirofi laria immiti s) ed una forma cutanea (causata da Dirofi laria repens).La forma più grave è la fi lariosi cardiopolmonare. Quasi tutti i proprietari di cani delle nostre zone co-noscono la patologia che, nei decenni scorsi, quan-do i sistemi di prevenzione erano per lo più assenti , ha rappresentato sicuramente una delle principali cause di decesso dei nostri amici cani.Il parassita che provoca la malatti a , Dirofi laria im-miti s, è un nematode le cui larve, entrate nel si-stema circolatorio del cane punto da una zanzara, dopo vari stadi divengono vermi adulti (lunghi fi no a 30 cm.) e si localizzano a livello di cuore ed arteria

polmonare dove nel tempo causano danni sempre maggiori fi no a portare al decesso dell’animale. I primi sintomi clinici della malatti a sono tosse ed af-fati camento dopo uno sforzo ma visto che insorgono quando la patologia è già in uno stadio avanzato, è importante eseguire periodici controlli sul sangue per una diagnosi precoce.La malatti a, pur grave, è oggi curabile att raverso un tratt amento che consente l’eliminazione delle fi larie adulte. Compete al Medico Veterinario l’imposta-zione della terapia in base alla fase della malatti a al momento della diagnosi. Ad ogni buon conto, dal momento che si tratt a di una terapia non esente da rischi e che non cura, nel caso sia insorta, la miocar-diopati a conseguente all’infestazione, è raccoman-dabile il ricorso a sistemi di prevenzione.Ad oggi, in commercio esistono diversi farmaci effi -caci nei confronti delle forme larvali di fi laria. Non tratt asi di un tratt amento vaccinale ma di una tera-pia nei confronti delle larve che infestano l’animale volta ad impedire il loro sviluppo in forme adulte. Personalmente, considerato che la nostra è una del-le zone a più alto rischio fi laria, si consiglia di eff et-tuare il tratt amento da Aprile a Dicembre.

Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Rovigo e Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A.

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