cateterismo vescicale, turp, turb, cistectomia, nefrectomia · cateterismo vescicale il cateterismo...

44
Cateterismo vescicale, TURP, TURB, Cistectomia, Nefrectomia www.slidetube.it www.slidetube.it

Upload: vudang

Post on 18-Feb-2019

249 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Cateterismo vescicale, TURP, TURB, Cistectomia,

Nefrectomia

www.slidetube.it

www.slidetube.it

Cateterismo vescicale

Il Cateterismo vescicale è l’introduzione, conposizionamento provvisorio o permanente, di un cateteresterile, in vescica per via transuretrale o sovrapubica ascopo:

• diagnostico,

• terapeutico,

• evacuativo.

www.slidetube.it

Indicazioni al cateterismo :

1. ostruzione acuta delle vie urinarie;

2. disfunzione neurologica permanente della vescica;

3. monitoraggio della diuresi nei pazienti critici (stato di shock, coma,pazienti con alterazione della coscienza, nel postoperatorio,scompenso cardiaco);

4. intervento chirurgico che richieda la vescica vuota (es. apertura dellavescica, chirurgiatransuretrale della prostata e della vescica),interventi ginecologici o sul tratto gastrointestinale, interventi perincontinenza urinaria femminile;

www.slidetube.it

Indicazioni al cateterismo :

5. trattamento di neoplasie vescicali con farmaci chemioterapici topici;

6. esecuzione dei test di funzionalità vescicale per un tempo strettamentelimitato agli stessi (compreso la valutazione del residuo vescicale,qualora non sia possibile eseguirla ecograficamente);

7. svuotamento della vescica prima del parto, laddove la paziente non siain grado di urinare spontaneamente;

8. incontinenza urinaria (se impossibile usare metodi alternativi, quali,condom, pannoloni);

9. gravi casi di macroematuria e piuria per evitare il tamponamentovescicale.

www.slidetube.it

Classificazione dei cateteri:

Quattro sono i parametri che li distinguono e li differenziano:

1. il calibro;

2. il materiale e la consistenza;

3. il numero delle vie;

4. l’ estremità prossimale.

www.slidetube.it

Cateteri : Calibro

L’unità di misura del catetere è la scala di Charrière (1 Ch = 1/3 di mm) ecorrisponde la diametro esterno del catetere stesso.

Quindi un foley da 18 ha un diametro di 6 mm.

Se utilizziamo un catetere di piccolo calibro, avremo minor rischio dilesioni uretrali, ma una evacuazione più lenta delle urine.

Un catetere di calibro maggiore (> 18 Ch) è indicato in caso diematuria e/o urine torbide.

www.slidetube.it

Cateteri : Materiali e Consistenza

In base alla loro consistenza, i cateteri si possono differenziare in:

• cateteri rigidi: di materiale sintetico, di uso limitato;

• cateteri semirigidi: in gomma o in plastica (in genere siliconati) il cuiuso deve essere limitato ai casi di stretta necessità;

• cateteri molli: in gomma, lattice, silicone, silastic etc.., questi cateterisono da preferirsi in ogni circostanza ed in particolare quando siprevede un uso protratto nel tempo;

• cateteri autolubrificanti: in PVC rivestito di sostanze che a contattocon l’acqua rendono il catetere lubrificato. Questi cateteri servono persvuotare la vescica o un serbatoio urinario continente in modointermittente (non può essere usato per il drenaggio continuo) e perdilatare un restringimento uretrale.

www.slidetube.it

Cateteri : Numero delle vie

I cateteri possono essere :

• a una via : utilizzato esclusivamente per il cateterismo provvisorio;

• a due vie : una per il deflusso delle urine e l’altra, dotata di valvola,

permette la distensione di un palloncino all’interno della vescica per

un posizionamento stabile del catetere;

a tre vie : una per il drenaggio delle urine, una per il palloncino e la

terza per l’irrigazione.

www.slidetube.it

Cateteri : Forma dell’estremità

In base alla forma dell’estremità prossimale del catetere vescicale, possiamodistinguere:

C. di Nelaton: ha l’estremità prossimale arrotondata e rettilinea, è dotato di 1 o 2 foridi drenaggio contrapposti. Viene usato soprattutto nella donna.

C. di Mercier: generalmente semirigido. La punta (arrotondata), presenta unaangolatura (30 - 45 ) per favorire nell’uomo l’introduzione nell’uretra membranosa oprostatica; con 1 o 2 fori di drenaggio. Nei casi di ritenzione urinaria da ipertrofiaprostatica.

C. di Couvelaire: semirigido, indicato nell’uomo e nella donna in caso di emorragiavescicale (favorisce un buon drenaggio) e dopo intervento di prostatectomia radicale.L’estremità presenta un foro a “becco di flauto” e 2 fori laterali.

C. di Tiemann: semirigido, ha l’estremità a forma conica e con un’angolatura di 30 .E’ indicato negli uomini che presentano restringimento dell’uretra.

www.slidetube.it

Cateteri : Forma dell’ estremità

C. conicolivare: semirigido, dotato all’estremità distale di un’olivella. Viene utilizzatoin pazienti con uretra stenotica.

C. di Foley: molle, autostatico (è dotato all’estremità distale di un palloncinogonfiabile che ne permette l’ancoraggio in vescica). Presenta 2 fori contrapposti esimmetrici. La sua flessibilità ed elasticità assicura un elevato grado di confort alpaziente cateterizzato. Il palloncino va gonfiato con 7 - 8 ml di soluzione fisiologicasterile.

C. Dufour: semirigido, autostatico, a tre vie (anch’esso è dotato di un palloncino diancoraggio, la terza via serve per il lavaggio continuo). Ha la punta con una curvaturadi 30 , a becco di flauto con due fori laterali contrapposti. Viene utilizzato in caso diematuria importante, per vesciche tamponate.

C. di Pezzer e C. di Malecot: cateteri in gomma, autostatici, usati in passato nelladonna. Ormai in disuso, (si utilizzano nelle cistectomie sec. Bricker) venivanointrodotti tramite un mandrino di metallo (sonda scanalata).

www.slidetube.it

CATETERE FOLEY

Esempio di Catetere Foley adue vie 16 CH (una per ilpalloncino, che serve all’ancoraggio in vescica, ed una dideflusso per l’urina)

www.slidetube.it

EPICISTOSTOMIA

Durante alcuni interventi chirurgici, o nel caso si voglia evitare una lunga permanenzain uretra del catetere, può essere utilizzata la puntura sovrapubica.

Il posizionamento del drenaggio epicistostomico può essere eseguito in due modi.

• Con tecnica di Seldinger;

• Per puntura diretta.

Nel primo caso si introduce per via sovrapubica un ago in vescica e, all’interno di essosi fa passare un filo guida per pervio il tramite e consentire il passaggio del catetere.

Nel secondo caso il catetere utilizzato è dotato di un mandrino metallico con puntatagliente e può essere introdotto direttamente, previa anestesia locale.

Il sistema di ancoraggio è di solito affidato ad un palloncino gonfiabile (quindi almenodue vie). Generalmente viene fissato anche alla cute con dei punti di sutura. Esistonocateteri epicistostomici a tre vie che consentono anche l’irrigazione vescicale.

www.slidetube.it

Catetere e Infezioni Urinarie

Tra i pazienti cateterizzati, la complicanza più comune è quella delle

infezioni urinarie.

– Nei pazienti cateterizzati per periodi brevi (meno di trenta giorni), E. coli

rappresenta il germe più frequente, assieme a Pseudomonas aeruginosa,

Klebsiella pneumoniae, Proteus mirabilis, Staphylococcus epidermidis e

gli enterococchi. Quando vi è un uso diffuso di antibiotici, si isolano

frequentemente anche funghi.

– Nei pazienti cateterizzati per lunghi periodi (più di 30 giorni), fino al

95% delle infezioni sono polimicrobiche e, tra i microrganismi

frequentemente in causa, vi sono: E. coli, P. aeruginosa, P. mirabilis,

Staphilococco aureus, P. stuartii e Morganella morganii.

www.slidetube.it

Infezioni urinarie: fattori di rischio

Sono importanti nella genesi delle infezioni delle vie urinarie alcuni fattorilegati all’ospite (non modificabili):

• il sesso femminile (probabilmente per la lunghezza ridotta dell'uretra);

• la presenza di patologie debilitanti;

• la gravidanza;

• colonizzazione periuretrale;

• età anziana, frequente ricorso al cateterismo urinario.

I fattori legati all’assistenza (modificabili) che aumentano il rischio diingresso di microrganismi in vescica sono:

• indicazioni al cateterismo;

• tipo di drenaggio utilizzato;

• durata del cateterismo;

• scorretta gestione del catetere;

• colonizzazione della sacca;www.slidetube.it

Prostata e disturbi urinari

La prostata è la ghiandola sessuale maschile che serve a produrre il liquidoprostatico presente nello sperma. Dopo i 50 anni nella metà degli uomini essasi ammala e cresce di volume così da ostruire l’uretra.

Ne consegue che:– il getto urinario progressivamente cala di forza;

– la minzione si fa difficile, lunga (stranguria) e compare bruciore;

– di notte si incomincia ad alzarsi una, due, tre volte e la quantità di urina cheesce è modesta.

– a volte compare anche un disturbo noioso che consiste nella voglia di correre inbagno appena si avverte lo stimolo, specie col freddo.

Se questa situazione non viene curata, può lentamente peggiorare negli annifino a che arriverà il blocco improvviso e completo della minzione.

www.slidetube.it

Intervento di TURP

Per risolvere la difficoltà ad urinare

(stranguria) o per risolvere il blocco

completo, il paziente si dovrà sottoporre ad una

RESEZIONE PROSTATICA

TRANS_URETRALE, o TURP (se l’adenoma

non supera i 30-35 gr) .

www.slidetube.it

Intervento di TURP

Consiste nell’introdurre nell’uretra una sonda che

contiene alla sua estremità un’ ansa metallica

(resettore),

La resezione è resa possibile dal calore generato da

corrente elettrica.

Il paziente si sveglierà con un catetere collegato ad un

sistema di irrigazione esterno (cistoclisi) che permette la

continua pulizia della regione resecata evitando così la

formazione di coaguli.

www.slidetube.it

Intervento di TURP

Schema dell’ intervento di TURP e di introduzione del resettore

ll

www.slidetube.it

TURP e Complicanze

– Sindrome da riassorbimento: è dovuta al riassorbimento del liquido diperfusione (mannitolo) che causa iponatriemia da diluizione e può portarea edema cerebrale,

– Ematuria, che può richiedere l’esecuzione di lavaggi vescicali perrimuovere i coaguli o l’uso di cistoclisi continua per impedirne laformazione;

– Ritenzione urinaria, dovuta all’ostruzione da parte di eventuali coagulioppure favorita da preesistenti cause ostruttive,

– Idroureteronefrosi, cioè la dilatazione delle alte vie urinarie, dovutaall’evoluzione in senso stenotico di una lesione dell’ostio ureterale;

– Reflusso vescico-ureterale, come conseguenza della resezione del trattointravescicale dell’uretere;

– Stenosi dell’uretra, da lesione della mucosa da parte dello strumento;

– Infezione urinaria, favorita dalle manovre strumentali.

www.slidetube.it

TURP e Complicanze

puo’ manifestarsi EMATURIA anche a distanza

di trenta giorni dalla TURP per la caduta

dell’escara espulsa dalla corrente urinaria

E’ sufficiente bere molta acqua per diluire le

urine.

Se invece si formano coaguli si puo’ verificare

l’ostruzione completa della vescica

(tamponamento)

www.slidetube.it

Neoformazioni vescicali: TURB

La medesima tecnica di resezione transuretraleviene eseguita in presenza di una neoplasiavescicale (TURB) che si presenta generalmentecome una neoformazione aggettante in vescica.

L’intervento va eseguito in anestesia generale ospinale

www.slidetube.it

Intervento di TURB

Il procedimento si esegue, come per la TURP, attraversoun resettore che viene inserito attraverso l’uretra fino adarrivare in vescica.

Se le neoformazioni risultano particolarmente numerosee/o estese o se infiltrano le pareti della vescica può essereimpossibile eseguirne l’asportazione completa, si eseguiràpertanto una re-TUR-B a 4- 6 settimane di distanza

La procedura dura circa 15-30 minuti, a seconda dellelesioni riscontrate, del loro numero e delle dimensioni.

www.slidetube.it

Intervento di TURB

Dopo l’intervento si lascia un catetere vescicale con cistoclisi

continua con soluzione fisiologica sterile.

Il materiale asportato verrà inviato per esame istologico che

consentirà di formulare la diagnosi definitiva, ponendo

indicazione a controlli periodici, chemio/immunoprofilassi

endoscescicale o cistectomia radicale (in presenza di tumori

infiltranti ad alto grado di aggressività).

www.slidetube.it

TUR-B e Complicanze

Emorragia, che a volte, anche se raramente, può rendere

necessaria una trasfusione di sangue;

– Perforazione vescicale, che può essere extraperitoneale o

intraperitoneale:

nel primo caso, soprattutto se piccola, si risolve mantenendo il

catetere per qualche giorno, nel secondo caso può essere

necessario un intervento chirurgico per riparare le lesioni alla

vescica e agli altri organi eventualmente coinvolti;

– Lesioni degli osti ureterali, soprattutto se sono coinvolti dalla

neoplasia (può essere opportuno posizionare un catetere ureterale

per favorirne la guarigione);www.slidetube.it

Cistectomia

Cistectomia totale: asportazione di vescica, prostata, vescicole seminali nell’uomo; asportazione di vescica, utero e parte anteriore della vagina nella donna.

Cistectomia radicale: come la totale, più l’asportazione deilinfonodi regionali.

Gli ureteri, una volta distaccati dalla vescica, devonoessere collegati o ad un’ansa intestinale, che funge datramite con l’esterno (neovescica continente, neovescicacateterizzabile, condotto intestinale) o direttamente allacute.

www.slidetube.it

Cistectomia

Indicazioni:

Neoplasie della vescica

Piocisti

Cistite da radiazioni

Cistite interstiziale

Cistite da ciclofosfamide

Tubercolosi vescicale

Sanguinamento irrefrenabile di origine vescicale

Fistole vescicali complesse

Quando possibile la derivazione urinaria dovrà essere una neovescicaortotopica continente cioè una vescica nuova costruita con l’intestino,posizionata nella stessa sede pelvica della vescica, che permetta la minzioneattraverso l’uretra e che sia continente.

www.slidetube.it

Cistectomia: preparazione

Il paziente viene sottoposto a tricotomia nelle zone sedi di incisione.

E’ necessario che l’intestino venga quanto più possibile pulito da residuifecali attraverso purghe ripetute e talvolta medicate da iniziarsi due giorniprima dell’intervento.

La maggioranza dei chirurghi ritiene necessaria una profilassi orale conantibiotici non assorbibili dal tratto gastroenterico per sterilizzare se possibilel’intestino.

Prima dell’intervento o durante quest’ultimo è opportuno posizionare unsondino naso-gastrico per drenare i succhi gastrici. Rimarrà in sede fino a chel’intestino non avrà ricominciato a funzionare normalmente.

www.slidetube.it

Cistectomia: tecnica operatoria

– Nel caso di un soggetto maschile il tempo operatorio comporta

l’escissione in unico blocco di vescica, prostata e vescicole

seminali

– Nel caso di un soggetto femminile è necessario asportare, oltre

alla vescica, l’utero e gli annessi e la parte anteriore della vagina.

– Se necessario l’intervento termina con l’asportazione dell’uretra

che può richiedere nell’uomo una incisione addizionale nel

perineo (tra lo scroto e l’ano).

www.slidetube.it

Cistectomia: neovescica ortotopica

Una volta eseguita l’asportazione totale della vescica (cistectomia) se

non si decide di raccordare gli ureteri direttamente alla cute

(URETEROCUTANEOSTOMIA) verrà individuato ed isolato il

tratto gastro-intestinale più adatto alla derivazione urinaria.

Qualunque sia il tratto di intestino isolato (come detto dallo stomaco,

all’ileo, al colon) questo verrà modificato a seconda del tipo di

derivazione previsto, al fine di ottenere un resevoir, a bassa pressione

(che cioè non si tenda prima che almeno 200-300 cc di urine si siano

depositati al suo interno) e quanto più possibile privo delle

caratteristiche originarie dell’organo da cui proviene.

www.slidetube.it

Cistectomia

Se possibile il resevoir verrà ricollegato all’uretra e quindi la continenza saràdemandata ai normali meccanismi sfinteriali; nel caso l’uretra non possaessere utilizzata si collegherà il resevoir alla cute in questo caso l’evacuazionedelle urine dovrà avvenire necessariamente ad intervalli regolari tramite uncatetere che dalla cute andrà a pescare nella neovescica (autocateterismo).Nel caso di derivazione non continente, l’eliminazione delle urine, chevengono raccolte in una busta, avverrà per fuoriuscita continua

.Gli ureteri possono essere ricollegati (reimpiantati) alla nuova vescica contecniche più o meno complesse; in genere si tende a creare un meccanismoantireflusso tra l’uretere e la neovescica al fine di evitare danni da infezionirenali ma non è in realtà dimostrato che si ottengano realmente questi effetti;è d’altra parte dimostrato che più le tecniche sono complesse maggiore è ilrischio di complicanze in tale sede.

Generalmente si pone un tutore (Stent ureterale) per 10-12 giorni allo scopodi preservale la sutura tra uretere ed intestino.

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

La frequenza di complicanze nei pazienti sottoposti a cistectomiaradicale è di circa il 25 %; si distinguono in intra-operatorie e post-operatorie. La frequenza di reintervento dopo cistectomia varia tra il10 % ed il 20 %. La mortalità si aggira intorno all’1%

.Le complicanze intra-operatorie sono rappresentate da:

– Sanguinamento che può essere abbondante specie se la patologiacoinvolge i grossi vasi sanguigni e può richiedere trasfusioni disangue.

– Lesioni accidentali del nervo otturatorio durante lalinfadenectomia

– Lesioni accidentali dell’intestino in corso di scollamento vescicaleo di preparazione del tratto intestinale che verrà utilizzatosuccessivamente.

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Le complicanze post-operatorie possono essere immediate (entro 30 giorni) e tardive(dopo i 30 giorni).

Tra le immediate collegate direttamente alla creazione della derivazione si enumerano:

– Deiscenza anastomotica (cedimento) della sutura tra neovescica e uretere o delle paretidell’intestino rimodellato con fuoriuscita di liquido ruinoso. Comporta dolore addominale eprolungamento del blocco intestinale (ileo paralitico); se prosegue nel tempo (un limitetemporale non assoluto è quello di 30 giorni)può richiedere un reintervento ma normalmenteguarisce da solo (trattamento conservativo o di attesa) grazie al tubo di drenaggio che portatale stravaso di urine all’esterno

– Infezioni

– Difficoltà al cateterismo intermittente della neovescica (quando questa non sia ricollegatadirettamente all’uretra) che normalmente viene risolta lasciando un catetere a dimora per 2 o 3settimane; raramente richiede un reintervento

– Ostruzione ureterale (di solito si lasciano dei tutori di modellaggio a proteggere la sutura traneovescica e uretere proprio per evitare questa complicanza). Se avviene dopo la lororimozione o in loro assenza può richiedere reintervento, il più delle volte endoscopico

– Reflusso ureterale: è una complicanza molto frequente che và seguita nel tempo e corretta solose causa di danno renale.

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Tra le immediate non collegate direttamente alla creazione della derivazione si ricordano:

Infezioni: se saccate (ascesso) possono richiedere un drenaggio chirurgico; normalmente vengonotrattate conservativamente; specie in soggetti defecati possono anche mettere in pericolo di vita ilpaziente;

Deiscenza anastomotica (cedimento) della sutura enterica con fuoriuscita di liquido intestinale.Comporta dolore addominale e prolungamento del blocco intestinale (ileo paralitico). Richiedequasi sempre un reintervento per chiudere la breccia creatasi

Ileo meccanico (blocco intestinale) da impossibilitato transito delle feci attraverso la ricostituitacontinuità intestinale (angolazione di un’ansa, briglia aderenziale, ernia interna, devascolarizzazionedi un’ansa). Richiede un intervento

Complicanze della ferita: la ferita può essere sede di infezione superficiale o profonda, che puòrichiedere un intervento di “curettage” (pulizia chirurgica) di solito in anestesia locale, o di erniepost-intervento, sono complicanze comuni a qualsiasi intervento addominale

Prolungata linforrea (perdita di liquido linfatico) attraverso il tubo di drenaggio. E’ una complicanzaautolimitantesi e non richiede reintervento se non quando responsabile di un accumulo saccato dilinfa (linfocele)

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Tra le complicanze tardive correlate alla creazione della neovescica siricordano:

Rottura della neovescica o sua fissurazione: può richiedere un intervento o disemplice drenaggio per cutaneo o di riparazione della neovescica a cieloaperto

Formazione di calcoli: possono formarsi sui punti metallici utilizzati nellacostruzione di una neovescica o essere secondari ad infezioni, raccolte dimuco o di corpi estranei. Richiedono un reintervento che più spesso vienefatto per via endoscopica attraverso il tratto che la fa comunicare conl’esterno (uretra o condotto intestinale o appendice), talvolta è sempreendoscopico ma attraverso un nuovo tragitto tra la cute e la neovescica(trattamento percutaneo) e raramente può richiedere un reinterventochirurgico a cielo aperto;

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Ostruzione ureterale: è probabilmente la più frequente complicanza e vedecome causa principale la scarsa irrorazione di sangue (ischemia) del trattoterminale dell’uretere. E’ responsabile di insufficienza renale se interessaentrambi i reni contemporaneamente. Richiede spesso un iniziale drenaggiodelle urine mediante un catetere sottile posizionato, il più delle volte, inanestesia locale attraverso la cute lombare. Una volta ottenuto il drenaggiourinario si potrà pianificare la procedura volta a risolvere l’ostruzione: essapotrà avvenire o mediante tecniche endoscopiche, retrograde o anterograde, oper via chirurgica a cielo aperto;

Reflusso ureterale: è un ritorno di urine che provengono dalla neovescicaverso i reni. Può richiedere un reintervento solo se responsabili dideterioramento della funzione renale;

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Incontinenza urinaria: è un evento comune se avviene sporadicamente, specie di notte o a seguito diimprovvisi aumenti della pressione addominale ed in tali casi non richiede trattamento se non unaprescrizione di sussidi atti a contenerla. Se frequente o persistente può essere causata o da una insufficienzadei meccanismi sfinteriali o da una ridotta capacità della neovescica (tiene poche urine e quando si riempiele urine tracimano).

Ipercontinenza: è un evento possibile soprattutto nelle derivazioni urinarie continenti nelle donne ed ècaratterizzato dall’impossibilità a svuotare completamente la vescica. Solitamente viene trattato con auto-cateterismi puliti e intermittenti;

Problemi alla stomia: vanno dal restringimento della stomia cutanea (orifizio neoformato attraverso cui laneovescica viene abboccata alla cute) solitamente risolvibile con dilatazioni progressive e continuate,all’ernia parastomale. Quest’ultima và corretta chirurgicamente se particolarmente fastidiosa o voluminosa.Interessano nel complesso circa il 25 % dei pazienti;

Deterioramento della funzione renale e anemia: è necessario monitorizzare vita natural durante la funzionerenale. Anche in assenza delle complicanze citate si può avere una insidiosa e lenta progressione versol’insufficienza renale, aggravata spesso dal riassorbimento di sostanze presenti nelle urine ad opera deltratto gastroenterico utilizzato per costruire la neovescica. Questi disturbi nel tempo tendono a ridursi e sonolegati alla precedente funzione del tratto intestinale impiegato.

Flebotrombosi e/o embolie polmonari, complicanze cardio-polmonari, ulcere gastriche possono complicarequalsiasi tipo di intervento.

www.slidetube.it

Cistectomia: complicanze

Problemi alla stomia: vanno dal restringimento della stomia cutanea(orifizio neoformato attraverso cui la neovescica viene abboccata allacute) solitamente risolvibile con dilatazioni progressive e continuate,all’ernia parastomale. Quest’ultima và corretta chirurgicamente separticolarmente fastidiosa o voluminosa. Interessano nel complesso circail 25 % dei pazienti;

Deterioramento della funzione renale e anemia: è necessariomonitorizzare vita natural durante la funzione renale. Anche in assenzadelle complicanze citate si può avere una insidiosa e lenta progressioneverso l’insufficienza renale, aggravata spesso dal riassorbimento disostanze presenti nelle urine ad opera del tratto gastroenterico utilizzatoper costruire la neovescica.

Flebotrombosi e/o embolie polmonari, complicanze cardio-polmonari,ulcere gastriche possono complicare qualsiasi tipo di intervento.

www.slidetube.it

Nefrectomia semplice

L'intervento di nefrectomia può essere eseguitoper via chirurgica lombotomica tradizionale o conaccesso laparoscopico

transperitoneale/extraperitoneale.

Tale intervento consiste pertanto nell'asportazionedel rene, del grasso perirenale e di partedell’uretere

www.slidetube.it

Nefrectomia radicale

L'intervento di nefrectomia radicale può essere eseguito

per via chirurgica laparotomica tradizionale o con accesso

laparoscopico transperitoneale/extraperitoneale.

Tale intervento consiste nell'asportazione del rene, del

surrene (opzionale), del grasso perirenale, di parte di

uretere e dei linfonodi loco-regionali.

www.slidetube.it

Nefrectomia RADICALE

Quest'intervento viene eseguito usualmente in caso ditumore renale maligno che abbia un diametro superiore a3 cm.

Al di sotto di queste dimensioni, si esegue un’asportazionedella massa tumorale risparmiando il rene.

La perdita di un rene non comporta insufficienza renale equindi modificazioni particolari delle proprie abitudinialimentari e/o delle proprie attività lavorative, a meno chel’altro rene non sia in grado di compensare. Solo in talcaso, il Paziente dopo l'intervento potrebbe esserecostretto a seguire un regime dietetico particolare o, neicasi più gravi di insufficienza renale, a terapia dialitica.www.slidetube.it

Nefrectomia RADICALE

La nefrectomia radicale viene eseguita in anestesia generale, in regimedi ricovero ordinario con tempi di degenza compresi tra 4 e 7 giorni,con una durata che va dalle 2 alle 4 ore.

Nella maggior parte dei casi, la perdita di sangue durante l’operazioneè tale da non necessitare di emotrasfusioni; tuttavia è prudentepreparare 2-3 unità (sacche) di emazie concentrate.

Il giorno prima dell'intervento il Paziente viene preparato facendogliconsumare pasti “leggeri”; per 12 ore ore dovrà rispettare il digiunoper cibi solidi e liquidi.

La profilassi antibatterica non è strettamente necessaria trattandosi diun intervento “pulito”, ma è prudente eseguirla iniziando lasomministrazione dell'antibiotico al momento dell'induzionedell'anestesia per sospenderla subito dopo la rimozione del drenaggio.

www.slidetube.it

Nefrectomia RADICALE

L’ intervento consta delle seguenti fasi:

legatura e sezione dei vasi renali (una o più arterie e una o più vene);

la legatura e sezione dei vasi gonadici e dell'uretere;

isolamento extrafasciale del rene e la sua asportazione (il rene rimane avvoltodal grasso e dalla guaina o fascia).

Concettualmente la legatura e la sezione dei vasi sanguigni, eseguite prima diisolare il rene, eviterebbero la migrazione a distanza di cellule che potrebberostaccarsi dal tumore a causa della manipolazione del rene.

www.slidetube.it

Nefrectomia RADICALE

Di prassi,insieme alla nefrectomia radicale, viene eseguita una linfoadenectomia locoregionale(asportazione dei linfonodi) anche se tale procedura, a rigor di termini, non rientra nel concetto diradicalità chirurgica ed è fortemente dubbia la sua utilità terapeutica.

Il dolore postoperatorio è sempre agevolmente controllato dai farmaci. Già il primo giorno dopol'intervento, compatibilmente con le condizioni generali, il Paziente viene invitato a sedersi sul letto.

Il secondo giorno può cominciare a camminare e ad alimentarsi.

I punti di sutura possono essere rimossi dal Medico curante o da un Medico dell'equipe chirurgicada 7 a 10 giorni dopo l'intervento.

Alla dimissione è suggerito un periodo di convalescenza (ridotto stress fisico, scarsa attivitàsportiva, regime alimentare moderato, terapia antibiotica urinaria) e l'astensione dalle normaliattività lavorative per periodo variabile tra i 20 e 30 giorni. Una costante deambulazione deve essererispettata senza affaticamento, in particolare se alla dimissione è presente un certo grado di anemia.

Dopo un tempo variabile tra 6 mesi e 1 anno, è opportuno effettuare una serie di esami: TC toraco-addominale e radiografia del torace, dosaggio della creatinina ed emocromo.

www.slidetube.it

Nefrectomia: complicanze

I rischi comuni a tutti gli interventi chirurgici, legati al tipo di anestesia, all'età del Paziente e alle sue condizioni generali. Il tasso di mortalità legato a questo intervento è pari all'1-2%.

Rischi specifici

Le complicanze (intraoperatorie e postoperatorie) hanno un’incidenza complessiva del 20%.

Complicanze intraoperatorie

emorragia

lesioni della milza, con la conseguente necessità della sua asportazione (1,5% dei casi di nefrectomia radicale sn.)

lesioni del fegato

lesioni del pancreas

lesioni dell'intestino

pneumotorace

Complicanze postoperatorie

infezioni

insufficienza renale

insufficienza surrenalica

www.slidetube.it