bifröst _ fonti _ edda poetica

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6/9/2014 Bifröst | Fonti | Edda Poetica http://bifrost.it/GERMANI/Fonti/EddaPoetica.html 1/12 LJÓĐA EDDA Ljóða Edda. Edda poetica o antica Vǫluspá. La profezia della Veggente Hávamál. Il discorso di Hár Vafþrúðnismál. Il discorso di Vafþrúðnir Grímnismál. Il discorso di Grímnir Skírnismál. Il discorso di Skírnir Baldrs draumar. I sogni di Baldr Grottasǫngr. La canzone del Grotti Svipdagsmál. Il discorso di Svipdagr Schema LJÓÐA EDDA - Saggio Note Bibliografia FONTI GERMANI Scandinavi LJÓÐA EDDA EDDA POETICA Titoli Ljóða Edda, «Edda poetica» Sæmundar Edda, «Edda di Sæmundr» Eldri Edda, «Edda antica» Pseudoepigrafo Sæmundr Sigfússon Genere Raccolta di poemi di argomento mitologico Lingua Norreno Epoca Composizione: Redazione: Tra il IX e l'XI sec. Seconda metà del XIII sec. Manoscritti [R] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Codex Regius [GKS 2365 4to] [A] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Codex Arnamagnæanus [AM 748 I 4to] [F] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Flateyjarbók [GKS 1005 fol] LJÓÐA EDDA EDDA POETICA La poesia eddica La scoperta del canzoniere eddico Il Codex Regius Il Codex Arnamagnæanus Le altre fonti I poemi eddici in Snorri Eddica minora Età, provenienza e contesto Materiale e stile Metrica I poemi eddici a confronto Edizioni italiane Bibliografia La poesia eddica Con l'espressione «poesia eddica» si indica una scuola poetica fiorita in Islanda tra il IX e l'XI secolo, attestata da un

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6/9/2014 Bifröst | Fonti | Edda Poetica

http://bifrost.it/GERMANI/Fonti/EddaPoetica.html 1/12

► LJÓĐA EDDA► Ljóða Edda. Edda poetica o antica

Vǫluspá. La profezia della VeggenteHávamál. Il discorso di Hár

Vafþrúðnismál. Il discorso di VafþrúðnirGrímnismál. Il discorso di Grímnir

Skírnismál. Il discorso di SkírnirBaldrs draumar. I sogni di Baldr

Grottasǫngr. La canzone del GrottiSvipdagsmál. Il discorso di Svipdagr

Schema

▼LJÓÐA EDDA - SaggioNoteBibliografia

FONTIGERMANI

Scandinavi

LJÓÐA EDDAEDDA POETICA

TitoliLjóða Edda, «Edda poetica»Sæmundar Edda, «Edda di Sæmundr»Eldri Edda, «Edda antica»

Pseudoepigrafo Sæmundr SigfússonGenere Raccolta di poemi di argomento mitologicoLingua Norreno

Epoca Composizione:Redazione: Tra il IX e l'XI sec.

Seconda metà del XIII sec.

Manoscritti[R] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Codex Regius [GKS 2365 4to][A] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Codex Arnamagnæanus [AM 748 I 4to][F] Stofnun Árna Magnússonar (Reykjavík): Flateyjarbók [GKS 1005 fol]

LJÓÐA EDDAEDDA POETICA

La poesia eddicaLa scoperta del canzoniere eddicoIl Codex RegiusIl Codex ArnamagnæanusLe altre fontiI poemi eddici in SnorriEddica minoraEtà, provenienza e contestoMateriale e stileMetricaI poemi eddici a confrontoEdizioni italianeBibliografia

La poesia eddica

Con l'espressione «poesia eddica» si indica una scuola poetica fiorita in Islanda tra il IX e l'XI secolo, attestata da un

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Brynjólfur Sveinsson

certo numero di composizioni anonime, di argomento mitico o eroico; e dunque ben distinta – in termini diargomento, metro e stile – dalla successiva poesia scaldica.

In senso più specifico, l'espressione «poesia eddica» viene spesso ristretta alle ventinove composizioni contenute nelmanoscritto oggi conosciuto come Codex Regius della Ljóða Edda. Quest'ultima definizione è però meno rigorosa, inquanto circoscrive un genere letterario al contenuto di un singolo codice e non piuttosto sulla base delle suecaratteristiche formali. Questa imprecisione pesa tuttora sulla classificazione dei poemi eddici, il cui corpus vienetalvolta distinto in «Edda poetica» (le composizioni contenute nel Codex Regius) ed «Edda minore» (le composizioniaffini attestate in altre fonti).

Scoperta del canzoniere eddico

Nel 1643, l'erudito Brynjólfur Sveinsson (1605-1675),vescovo nella diocesi di Skálholt, in Islanda, venne inpossesso di un codice medievale nel quale eranocontenuti ventinove poemi mitologici, incentratisugli dèi e gli eroi della tradizione pagana.

Brynjólfur era un collezionista di antichi manoscritti epossedeva già un prezioso codice trecentescodell'Edda di Snorri Sturluson (1179-1241), unmanuale per apprendisti scaldi nel quale venivanocitate numerose strofe tratte dagli antichi poemimitologici. Il vescovo si accorse che il nuovomanoscritto conteneva, in forma completa, imedesimi poemi citati da Snorri, e ritenne dipossedere la raccolta da questi consultata per lacompilazione della sua Edda. Poiché al nuovomanoscritto mancava un titolo, Brynjólfur lo intitolòanch'esso «Edda», stabilendo così un legame idealecon l'opera di Snorri.

Ma alla nuova «Edda» occorreva anche un autore eBrynjólfur pensò che un'opera così importante nonpotesse che essere stata compilata dal sacerdoteSæmundr Sigfússon inn fróði (1056-1133), che latradizione ricordava per la vasta erudizione e per averscritto una Historia regum norvegicorum, «Storia dei renorvegesi», in latino. Sebbene al tempo di Brynjólfurquest'opera fosse già andata perduta, se ne conosceva

il contenuto grazie al Nóregs konungatal, il «Catalogo dei re di Norvegia», un poema dinastico-genealogico compostointorno al 1190, ed era noto che fosse servita come fonte per diversi scrittori successivi, compreso lo stesso Snorri.Brynjólfur fece copiare il manoscritto e, poiché esso era privo titolo, scrisse di proprio pugno sulla copia la pomposaepigrafe Edda Sæmundi Multiscii, «l'Edda del sapientissimo Sæmundr».

Da allora, si usa distinguere tra la raccolta detta «Edda poetica» [Ljóða Edda], «Edda di Sæmundr» [Sæmundar Edda]o «Edda antica» [Eldri Edda], e l'opera di Snorri detta «Edda in prosa» [Prose Edda], «Edda di Snorri» [Snorra Edda]o «Edda giovane» [Yngri Edda].

Nel 1650, re Frederik III di Danimarca (♔ 1648-1670) chiese a Brynjólfur di assumere l'incarico di storico reale, alposto dell'erudito Stephan Hansen Stephanius, morto quello stesso anno. Il vescovo ricusò la nomina, ma promise alre che avrebbe fornito alla biblioteca reale una quantità di antichi manoscritti islandesi. Fu così che, nel 1662, ilcodice della Ljóða Edda e quello della Prose Edda, fino ad allora posseduti da Brynjólfur, giunsero in Danimarca indono a re Frederik e, per tale ragione, furono poi conosciuti come Codices Regii. Dalla vecchia collezione reale[Gammel kongelig samlin], i due manoscritti passarono poi alla Biblioteca Reale di Copenhagen, dove venneroregistrati con le segnature GKS 2365 4° (la Ljóða Edda) e GKS 2367 4° (la Prose Edda).

Il manoscritto della Ljóða Edda sarebbe ritornato in Islanda solo il 22 aprile 1971, dopo una lunga e complessavicenda giudiziaria che si concluse con l'impegno da parte della Danimarca di restituire tutti quei manoscritti chepotessero essere considerati patrimonio culturale della lontana isola nord-atlantica. Nel 1985 anche il manoscrittodella Prose Edda tornò in Islanda. Entrambi i codici sono ora custoditi nella biblioteca dell'Istituto Árne Magnússon,a Reykjavík, dove ci si riferisce a essi come al «Codex Regius dell'Edda poetica» [Konungsbók Eddukvæða] [R] e al«Codex Regius dell'Edda di Snorri» [Konungsbók Snorra-Eddu] [Rs].

Che i due codici abbiano lo stesso nome, come le due opere in essi contenute, non deve però trarre in inganno. Arigore, il nome «Edda» appartiene di diritto soltanto all'opera di Snorri; fu il vescovo Brynjólfur a estendereimpropriamente questo titolo alla raccolta da lui trovata. Che i due manoscritti siano oggi conosciuti come Codex

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Pagina del Codex Regius, GKS 2365 4°.Dal sito dell'Istituto Árne Magnússon<http://www.am.hi.is/WebView/>.

Regius dipende soltanto dalle circostanze storiche, in quanto entrarono entrambi a far parte della collezione di reFrederik III. Ma detto questo, i due manoscritti sono originariamente indipendenti e non hanno nulla a che vederel'uno con l'altro.

Il Codex Regius

Il Codex Regius della Ljóða Edda − il manoscritto scoperto daBrynjólfur Sveinsson nel 1643 − può essere considerato il cuoredella poesia eddica. Di aspetto quasi insignificante, questo codiceè composto di 45 fogli, con una lacuna di sedici pagine dopo iltrentaduesimo. Contiene ventinove composizioni di argomentomitologico ed eroico.

Il Codex Regius risale alla seconda metà del XIII secolo ecertamente non fu compilato da Sæmundr Sigfússon, il quale eravissuto due secoli prima. Si ritiene che il nucleo del manoscrittorisalga ai primi del 1200, pressappoco al periodo in cui ancheSnorri compilava la sua Edda. Gli studi paleografici hannoevidenziato che il Codex Regius si formò per successiva aggiuntadi materiale, assemblato in tempi successivi e secondo diversiprincipi editoriali. Certamente alcuni editori lavorarono conmeno scrupoli di altri, intervenendo nel testo, sostituendopassaggi in versi con riassunti in prosa, e mettendo insiemestrofe di diversa origine intorno a specifici nuclei tematici.

Fu però sicuramente unico il compilatore finale del codice, comesi evince dall'attenta cura con cui i poemi sono ordinati nelmanoscritto: prima i dieci mitologici, poi i diciannove diargomento eroico. Questi ultimi sono disposti secondo unpreciso criterio cronologico: prima il canto su Vǫlundr, che haun suo proprio argomento; poi i tre poemi incentrati sull'eroeHelgi; infine il lungo ciclo su Sigurðr e i Niflungar. I brani sonocollegati da passi in prosa, i quali forniscono chiarimenti ecolmano le lacune.

Questo il contenuto del Codex Regius [R]:

CANTI MITOLOGICI

1. Vǫluspá, «Profezia della Veggente»2. Hávamál, «Discorso di Hál»3. Vafþrúðnismál, «Discorso di Vafþrúðnir»4. Grímnismál, «Discorso di Grímnir»5. Skírnismál, «Discorso di Skírnir»6. Hárbarðsljóð, «Canto di Hárbarðr»7. Hymiskviða, «Carme di Hymir»8. Lokasenna, «Insulti di Loki»9. Þrymskviða, «Carme di Þrymr»

10. Alvíssmál, «Discorso di Alvís»

CANTI EROICI

11. Vǫlundarkviða, «Carme di Vǫlundr»

Ciclo di Helgi

12. Helgakviða Hundingsbana in fyrri, «Primo carme di Helgi uccisore di Hundingr»13. Helgakviða Hjǫrvarðssonar, «Carme di Helgi figlio di Hjǫrvarðr»14. Helgakviða Hundingsbana ǫnnor, «Secondo carme di Helgi uccisore di Hundingr»

Ciclo di Sigurðr e dei Niflungar

15. Grípisspá, «Profezia di Grípir»16. Reginsmál, «Discorso di Reginn»17. Fáfnismál, «Discorso di Fáfnir»18. Sigrdrífomál, «Discorso di Sigrdrífa»19. Brot af Sigurðarkviðo, «Frammento del carme di Sigurðr»

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Pagina del Codex Arnamagnæanus, AM 748 I 4°.Dal sito dell'Istituto Árne Magnússon<http://www.am.hi.is/WebView/>.

20. Guðrúnarkviða in fyrsta, «Primo carme di Guðrún»21. Sigurðarkviða in skamma, «Carme breve di Sigurðr»22. Helreið Brynhildar, «Viaggio di Brynhildr verso gli inferi»23. Guðrúnarkviða ǫnnor, «Secondo carme di Guðrún»24. Guðrúnarkviða in þriðja, «Terzo carme di Guðrún»25. Oddrúnargrátr, «Lamento di Oddrún»26. Atlakviða in grǿnlenzka, «Carme groenlandese di Atli»27. Atlamál in grǿnlenzka, «Discorso groenlandese di Atli»28. Guðrúnarhvǫt, «Incitamento di Guðrún»29. Hamðismál, «Discorso di Hamðir»

Il Codex Arnamagnæanus

La seconda fonte, in ordine di importanza, per la nostraconoscenza sulla poesia eddica, è il frammentario manoscrittoconosciuto come Codex Arnamagnæanus [A], oggi custoditonella biblioteca dell'Istituto Árne Magnússon, a Reykjavík, conla segnatura AM 748 I 4°. Di questo codice, redatto agli inizi delXIV secolo, cioè pochi anni dopo la redazione finale del CodexRegius, si sono conservati soltanto sei fogli, per un totale di settepoemi, tutti di argomento mitologico:

1. Grímnismál, «Discorso di Grímnir»2. Hymiskviða, «Carme di Hymir»3. Baldrs Draumar, «Sogni di Baldr4. Skírnismál, «Discorso di Skírnir»5. Hárbarðsljóð, «Canto di Hárbarðr»6. Vafþrúðnismál, «Discorso di Vafþrúðnir»7. Vǫlundarkviða, «Carme di Vǫlundr

Solo i primi tre poemi sono completi. I tre seguenti presentanolacune più o meno vistose, mentre dell'ultimo, il Vǫlundarkviða,rimangono solo il prologo in prosa e l'incipit. Sei delle settecomposizioni sono conosciute anche al Codex Regius, con variantiminime. La rimanente, il Baldrs Draumar, è invece attestata solonel Codex Arnamagnæanus, dettaglio che rende questomanoscritto di valore inestimabile. Naturalmente non è possibilesapere quale fosse l'estensione del codice originale e quali altripoemi contenesse.

Le altre fonti

Altri manoscritti riportano dei poemi eddici, anche se nessuno di essi è ricco e vario come il Codex Regius e il CodexArnamagnæanus. Ad esempio, la Vǫluspá è attestata anche nell'Hauksbók [H] di Hauk Erlendsson (prima metà del

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Snorri Sturluson

XIV secolo), in una versione la cui scansione in strofe è diversamente organizzata da quella del Codex Regius.

Tra le fonti eddiche si ricorda poi il Flaytejarbók [F]. Un tempo custodito nella Biblioteca Reale di Danimarca,questo codice è stato restituito all'Islanda insieme al Codex Regius e oggi si trova anch'esso nella bibliotecadell'Istituto Árna Magnússon, con la segnatura GkS 1005 fol. Il Flaytejarbók consta di ben 225 fogli, vergati concura e splendidamente illustrati. Questo preziosissimo manoscritto contiene alcune delle più belle saghe storiche, tracui la Óláfs saga Tryggvasonar «Saga di Óláfr Tryggvason», la Óláfs saga Helga «Saga di Óláfr il santo», la Sverris saga«Saga di Sverri» e la Hákonar saga Hákonarsonar «Saga di Hákon»; contiene inoltre diversi interessantissimi racconti,tra cui il Vǫlsa þáttr «Racconto del fallo» e il Nornagests þáttr «Racconto di Nornagestr», e alcune composizionipoetiche di argomento religioso. Riguardo ai poemi eroico-mitologici, il Flaytejarbók ne riporta soltanto tre, di cuidue, il Reginsmál e l'Helreið Brynhildar, sono presenti anche nel Codex Regius; il terzo, l'Hyndluljóð, si trova solo inquesto manoscritto e viene così ad aggiungersi a un ideale corpus della poesia eddica.

I poemi eddici in Snorri

Un'altra importantissima fonte eddica è rappresentata dalla Prose Eddadi Snorri Sturluson, scritta tra il 1222 e il 1225. La prima parte diquesto manuale di arte scaldica, il Gylfaginning, è un vero e propriotrattato di mitologia, materia evidentemente considerata indispensabileal bagaglio culturale dell'apprendista poeta. Nel narrare la creazione edistruzione del cosmo, la fisionomia degli dèi e le loro imprese, Snorri fapuntualmente riferimento ai poemi eddici, soprattutto alla Vǫluspá, alVafþrúðnismál e al Grímnismál (i più importanti dal punto di vistadell'erudizione mitologica), riportandone a più riprese dei lunghi passi.Le strofe citate non hanno alcuna pretesa di continuità o di completezza:compaiono a scopo unicamente illustrativo, come fonte e testimonianzadel racconto prosastico di Snorri.

Il vescovo Brynjólfur Sveinsson riteneva che Snorri avesse attintodirettamente al Codex Regius. Sappiamo che non è così, sia perché ilCodex Regius è stato ultimato almeno mezzo secolo dopo lacomposizione dell'opera di Snorri, sia perché i versi citati da Snorripresentano, in molti punti, delle varianti rispetto a quelli contenuti nellaLjóða Edda. Addirittura, Snorri completa una strofa mutila sia in R chein A (Vafþrúðnismál [31]). Dunque Snorri aveva a sua disposizione iltesto di numerosi poemi eddici, ma provenienti da una fonte diversa dalCodex Regius. Ciò rende le varianti che egli fornisce degne della massimaattenzione. Ma la principale ragione per cui l'opera di Snorri risultastraordinariamente importante per la nostra comprensione dei poemieddici è dovuta al fatto che egli ne spiega le parti più complesse esviscera molti dei miti a cui essi fanno riferimento. Senza i suoichiarimenti e le sue osservazioni, buona parte della poesia eddicarisulterebbe per noi del tutto incomprensibile.

Se la Vǫluspá, il Vafþrúðnismál e il Grímnismál erano noti da Snorri inuna forma molto simile a quella del Codex Regius, la stessa cosa non sipuò dire per altri poemi. Snorri cita ad esempio una strofa tratta dalLokasenna (Gylfaginning [20d {29}]) che sembra essersi originata da uncollage di strofe differenti nella versione attestata in R. È anche possibileche Snorri non conoscesse la Þrymskviða, la cui vicenda è del tutto ignorata nella sua Edda. Forse non conoscevanemmeno la Dissertazione sulle rune presente nell'Hávamál, in quanto non fa alcun accenno né dà alcuna spiegazionealle oscure strofe sull'autosacrificio di Óðinn. Inoltre Snorri cita alcuni versi da un poema, non contenuto nel CodexRegius, a cui dà il titolo di Vǫluspá in skamma, la «Breve profezia della Veggente»; questa composizione, che egliaveva probabilmente conosciuto come poema indipendente, è stata poi interpolata nell'Hyndluljóð, poema contenutonel Flateryjarbók. Il fatto che Snorri non citi brani dei poemi eroici (a parte un breve passo dal Fáfnismál), fa pensareche egli avesse a disposizione una piccola raccolta di composizioni esclusivamente mitologiche, assai simile al CodexArnamagnæanus.

Ma Snorri cita anche diversi brani tratti da composizioni che non ci sono pervenute. È il caso del breve e bellissimoscambio di battute tra tra Njǫrðr e Skaði (Gylfaginning [23b-23c {33-34}]); o della scena dove i Vanir osservano Gnávolare nell'aria sul suo destriero (Gylfaginning [35p-35q {40-41}]); o della cinica risposta di Þǫkk agli ambasciatoriche vengono a chiederle di piangere la morte di Baldr (Gylfaginning [49y {52}]). In un caso, Snorri fornisce persinoil titolo di un'opera ormai perduta, l'Heimdallargaldr, l'«Incantesimo di Heimdallr», di cui fornisce un unico verso(Gylfaginning [27c {38}]).

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Infine, nella seconda parte del suo libro, lo Skáldskaparmál, Snorri cita integralmente una composizione nonriportata da nessuna altra fonte, il Grottasǫngr, la «Canzone del [mulino] Grotti».

Eddica minora

Poiché il Codex Regius identifica la raccolta della Ljóða Edda, ci si riferisce al complesso dei composizioni provenientida altre fonti come Eddica minora. Si tratta tuttavia di una distinzione effettuata sulla base delle composizionicontenute nel manoscritto principale o da esso escluse, e non ha alcuna pretesa filologica.

I due poemi più importanti classificati come Eddica minora sono il Baldrs Draumar, contenuto nel CodexArnamagnæanus, e l'Hyndluljóð, presente nel Flateyjarbók. Entrambi non stonerebbero affatto accanto a quelli delCodex Regius, e molte edizioni della Ljóða Edda giustamente li comprendono. Anche il Grottasǫngr è annoveratonell'Eddica minora.

Il Codex Wormianus [W], uno dei quattro manoscritti della Prose Edda di Snorri, tramanda un altro poema eddico,la Rígsþula o «Sequenza di Rígr», di cui è l'unica fonte.

Altri poemi esclusi dai manoscritti principali si trovano inclusi in alcune saghe. Ad esempio, il Darraðarljóð, «Cantodello stendardo», è conservato nella Njáls saga. Il Gátur Gestumblinda, «Enigmi di Gestumblindi», il Hlǫðskviða,«Carme di Hlǫðr» (o «Battaglia tra Goti e Unni»), e l'Hervararljóð, «Canto di Hervǫr» (o «Risveglio di Angantýr»),provengono dalla Hervarar saga ok Heiðreks.

Altre composizioni riconducibili al genere delle poesia eddica ci giungono da codici più tardi. Dei manoscritti delXVII secolo conservano lo Svipdagsmál, o «Discorso di Svipdagr», un lungo poema che si ritiene essere unacombinazione di due composizioni originariamente distinte: il Grógaldr, «Incantesimo di Gróa», e il Fjǫlsvinnsmál,«Discorso di Fjǫlsviðr», legate tra loro dalla figura del protagonista Svipdagr.

A quest'ultimo gruppo, possiamo ancora aggiungere due titoli, il Rafnagaldr Óðins, «Incantesimo dei corvi diÓðinn», e il Sólarljóð, «Canto del sole», composizioni a cui la maggior parte dei filologi guarda con prudentesospetto.

EDDICA MINORA

I. Baldrs Draumar, «Sogni di Baldr»II. Hyndluljóð, «Canto di Hyndla», nel quale è interpolata:

Vǫluspá in skamma, «Piccola profezia della Veggente»III. Rígsþula, «Sequenza di Rígr»IV. Grottasǫngr,«Canzone del [mulino] Grotti»V. Darraðarljóð, «Canto dello stendardo»

VI. Gátur Gestumblinda,«Enigmi di Gestumblindi»VII. Hlǫðskviða,«Carme di Hlǫðr» («La battaglia tra Goti e Unni»)

VIII. Hervararljóð,«Canto di Hervǫr» («Il risveglio di Angantýr»)IX. Svipdagsmál, «Discorso di Svipdagr», composto dai due canti:

Gró[u]galdr, «Incantesimo di Gróa»Fjǫlsvinnsmál, «Discorso di Fjǫlsviðr»

X. Rafnagaldr Óðins, «Incantesimo dei corvi di Óðinn»XI. Sólarljóð, «Canto del sole»

Età, provenienza e contesto

Tra i problemi che la poesia eddica pone ai filologi, assai dibattuti sono quelli riguardanti l'età e l'origine dellesingole composizioni, le relazioni interne tra i vari testi, le relazioni tra questi e altre opere nel panorama letterariogermanico, e infine i possibili rapporti con le opere classico-cristiane.

Riguardo all'età dei poemi, è evidente che questi sono assai più antichi dei manoscritti che li contengono. Adesempio, se il Codex Regius è stato ultimato nella seconda metà del XIII secolo, le evidenze linguistiche mostranoche i poemi in esso contenuti risalgono a un ampio periodo tra l'800 e il 1200, con un culmine nel X secolo. Dettoquesto, stabilire una precisa data di composizione per i singoli poemi non è affatto agevole, perché lo studio delleforme linguistiche si limita a registrare la fase finale nella trasmissione dei testi e non la loro antichità. Quello che ilCodex Regius e gli altri manoscritti ci tramandano, insomma, non è la forma «originale» dei poemi, ma la versioneconosciuta e memorizzata dai redattori del XIII secolo.

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Il fatto che non siano stati tramandati i nomi degli autori potrebbe indicare che i poemi siano stati trasmessioralmente per un tempo imprecisato, prima di essere registrati. Qualche studioso ha voluto definirli con il nome diþulir o «sapienti», avanzando l'ipotesi che formassero un corpo di poeti esperti di miti, in seguito soppiantati erespinti dagli skáld o poeti d'arte. Fuor di dubbio è che tra un genere e l'altro esistono notevoli differenze di tecnica;le composizioni della Ljóða Edda sono caratterizzate da una grande semplicità verbale che impiega in misura minimai sinonimi e le kenningar, al perfetto contrario dell'involuta poesia scaldica fiorita in Islanda a cavallo del 1000. Tuttoquesto contribuisce a retrodatare l'età dei poemi a un'antichità ancora più remota.

In quanto al luogo di composizione, è evidente che, nella forma in cui ci sono pervenuti, tali poemi siano staticomposti nella maggior parte dei casi in Islanda. L'Atlakviða in grǿnlenzka e l'Atlamál in grǿnlenzka pare siano staticomposti in Groenlandia; la Rígsþula mostra invece, nel nome del suo protagonista (Rígr è epiteto di Heimdallr),un'influenza celtica (deriva infatti dal gaelico ríg «re»), e potrebbe essere stato composto in una colonia scandinava inIrlanda. Di nuovo però queste conclusioni non esauriscono il problema della provenienza, perché è evidente che ipoemi eddici non siano originari dell'Islanda. Bastano d'altronde i molti riferimenti a querce, abeti e betulle, piantenon presenti in Islanda, per mostrare come tali poemi, insieme all'intera mitologia che sottendono, abbianoprovenienza continentale. Lo stesso può dirsi di lupi, cervi, orsi e picchi, tutti animali ben presenti nei poemi eddicima non nell'ecosistema islandese. Dunque, se anche i poemi eddici ricevettero la loro ultima stesura definitiva inIslanda tra l'XI e il XIII secolo, è evidente che il loro materiale di base – costituito da canti mitici ed eroici trasmessioralmente – era stato portato dalla Norvegia tra la fine del IX e nel corso del X secolo.

Un raffronto tra i poemi eddici e analoghe composizioni provenienti dal resto dell'area germanica rivela unasostanziale unità di registri poetici e argomenti. Ad esempio, le strofe iniziali della Vǫluspá mostrano strettissimeaffinità con la Wessobrunnen Gebet, «Preghiera di Wessobrunn» (VII-VIII sec.), una composizione cristiana in anticoalto tedesco, dettaglio che suggerisce l'esistenza di un antichissimo canto germanico della creazione confluito nellaredazione di entrambi i testi. Inoltre, alcuni eroi della Ljóða Edda sono attestati in tutta l'area germanica. Adesempio, in ambito anglosassone, il Bēowulf (VIII sec.) menziona Sigemund e Fitela (conosciuti ai poemi eddicicome Sigmund e Sinfjǫtli); il Widsith (IX sec.) nomina Eormenric (l'eddico Jǫrmunrekkr, Ermanarico); il Deor (Xsec.) menziona sia Eormenric che Veland (il Vǫlundr eddico). Spostandoci sul continente, l'Hildebranslied (VII-VIIIsec.) in antico alto tedesco tratta di Theotrihhe (il Þjóðrekr eddico, cioè re Teodorico), mentre il tardoNibelungenlied (fine XII sec.) in medio tedesco narra ancora una volta, in chiave cortese, l'intera vicenda deiNiflungar. Tutte queste vicende risalgono senza dubbio all'età delle migrazioni germaniche (IV-VIII sec.). Pressochéscomparse nel continente, sono sopravvissute proprio nei poemi eddici d'Islanda, l'ultimo paese germanico a venirecristianizzato.

Infine, molti motivi presenti nei canti eddici mostrano strati compositi, di diversa origine e provenienza. La Vǫluspárivela l'influsso degli Oracula Sibyllina (così come il Mūspilli bavarese ne è la riscrittura alla luce dell'escatologiacristiana). Alcune parti dell'Hávamál mostrano la possibile influenza dei Disticha Catonis. Si tratta insomma di testipiuttosto complessi, che affondano le loro radici nel profondo del substrato germanico. Forse la loro origine piùremota va cercata in quei barditus che, secondo Tacito, erano l'unica forma di documentazione storica degli antichiGermani (Germania [3]).

Materiale e stile

Per quanto la poesia eddica sia un genere letterario ben definito, non bisogna dimenticare che le composizioni al suointerno sono piuttosto eterogenee, mostrando una straordinaria varietà di temi e forme poetiche, con scelteespressive a volte molto lontane le une dalle altre. I poemi stessi sono classificati secondo una varietà di sottogeneri:abbiamo il discorso [mál], il canto [ljóð], il carme [kviða], la profezia [spá], la canzone [sǫngr], il lamento [grátr],l'esposizione erudita [þula] e persino l'insulto [senna], ciascuno con proprie caratteristiche formali e metriche.

Un buon numero di poemi eddici appartengono al sottogenere del «discorso» (col termine mál si indicano tutte leforme del parlato orale), specializzato nel riportare le parole pronunciate dai personaggi mitologici. Abbiamo dunquel'Hávamál e il Grímnismál, declamati dallo stesso Óðinn; il Vafþrúðnismál, dove Óðinn discorre col giganteVafþrúðnir; lo Skírnismál, dove Skírnir discute con Gerðr; il Reginsmál il Fáfnismál e il Sigrdrífumál, lunghedissertazioni messe in bocca ai rispettivi personaggi. È probabile che tali poemi venissero recitati in pubblico da unoo più poeti, i quali, come autentici attori, si calavano nelle voci dei protagonisti e, attraverso di loro, davano vita auna narrazione tanto più coinvolgente quanto più veniva udita dalle voci stessi dei suoi personaggi.

Il sottogenere del «discorso» è composto esclusivamente di parole pronunciate in prima persona, senza alcunnarratore esterno. In certi casi (come nel Reginsmál) vi sono degli inserti in prosa che spezzano il flusso del dialogo,ma si tratta con ogni probabilità di interpolazioni esplicative aggiunte dai redattori del manoscritto. Questi poemipossono consistere tanto in monologhi quanto in dialoghi a due o più voci, fino ad arrivare al record di sedici vociche battibeccano nel Lokasenna. I discorsi si presumono pronunciati in occasione di eventi ben precisi e in generesottendono un contesto narrativo. Anche i monologhi sono rivolti a personaggi che, pur presenti nella finzionedrammatica, non prendono parte al discorso. Ad esempio, nel Grímnismál, Óðinn (celato sotto l'epiteto di Grímnir)svolge l'intera sapienza cosmologica a vantaggio di re Geirrøðr e suo figlio, i quali però non intervengono mai.Dunque i vari «discorsi» non si rivolgono mai direttamente agli ascoltatori, ma sono sempre calati in una cornice

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narrativa. Unica eccezione è costituita dall'Hávamál, poema sorto dalla giustapposizione di un certo numero dicomposizione distinte, nel quale Óðinn sembra riferirsi direttamente al pubblico (a parte una breve sezione in cui ildestinatario è un certo Loddfáfnir). Tutto ciò mostra un notevole grado di complessità drammaturgica.

Riguardo agli argomenti dei «discorsi», essi sono piuttosto vari. L'Hávamál riporta perlopiù massime di saggezzamedievale sul modo di comportarsi nei vari casi della vita. Il Grímnismál e il Vafþrúðnismál svolgono argomenti dierudizione mitologica e cosmologica, dando molte informazioni sulla struttura dell'universo, le dimore degli dèi, lanascita del mondo e il suo incendio finale. Nel Sigrdrífumál, la valchiria, appena risvegliata dal suo sonno incantato,istruisce Sigurðr sul corretto uso delle rune. Il sapiente nano interrogato da Þórr nell'Alvíssmál fornisce gli heiti (ledenominazioni poetiche) degli elementi della terra e del cielo. Dunque, seppur calati in un contesto narrativo,raramente i «discorsi» si riferiscono alle vicende in questione; al contrario, le loro voci narranti (Óðinn, Vafþrúðnir,Þórr, Alvíss, la vǫlva) sono finalizzate a fornire un sostegno adeguato all'altezza degli argomenti trattati.

Sono assai rari i «discorsi» in cui il dialogo sia finalizzato alla narrazione. Un esempio è fornito dallo Skírnismál, incui Freyr manda il suo servitore come pronubo presso la gigantessa di cui è innamorato; Skírnir dialogasuccessivamente con tutti i personaggi incontrati nel corso del viaggio, e il culmine della vicenda si ha in un lungomonologo in cui elenca a Gerðr gli sgradevoli incantesimi che le getterà addosso se non acconsentirà alla richiesta dimatrimonio. Il Lokasenna ha invece luogo durante il banchetto funebre di Baldr e tratta di un lungo e vivacescambio di ingiurie tra Loki e gli altri dèi. La forma narrativa è qui finalizzata all'esposizione dei dettagli menonobili delle biografie divine. Il ritratto impietoso degli dèi non è però dovuto − com'è stato detto − a una tardainfluenza cristiana, perché si tratta anche in questo caso di un vero e proprio esercizio di erudizione mitologica, alquale non è estraneo il gusto per lo scherno e la beffa.

Assai affini ai «discorsi» sono i canti caratterizzati dalla parola ljóð «canto» (cfr. tedesco Lied, inglese lay), di cui ilcorpus eddico presenta però un numero limitato di esempi. Uno è l'Hárbarðsljóð, un serratissimo dialogo tra Þórr eun traghettatore a nome Hárbarðr (di nuovo Óðinn) che rifiuta di accoglierlo in barca: ciascuno dei due ricordaall'altro le sue imprese meno eroiche, e così facendo vengono citati molti miti di cui si è persa memoria. Vi è poil'Hyndluljóð (non presente nel Codex Regius), dove Freyja dialoga con la veggente Hyndla

Assai diverso è invece il sottogenere della kvíða o «carme». Tali composizioni sono un misto di narrazione e dialogo,dove la narrazione è data in terza persona e il dialogo è funzionale al racconto e riferisce le parole scambiate daipersonaggi coinvolti. Questo sottogenere è assai raro tra le composizioni strettamente mitologiche: vi appartengonosoltanto l'Hymiskviða (racconto in versi di un mito riportato anche da Snorri, la pesca di Þórr del serpenteJǫrmungandr) e il Þrymskviða (sorta di grottesca ballata dove Þórr si reca travestito da sposa nella dimora del giganteÞrymr). La kvíða è invece diffusa soprattutto tra i canti eroici, nei quali ha valore predominante la vicenda in sé enon il dato erudito.

Nei vari esempi di questo sottogenere, il rapporto tra narrazione e dialogo può assumere diversi tipi di equilibrio.Nella maggior parte dei casi, come abbiamo detto, il dialogo è parte integrante della narrazione. Ad esempio,l'Atlakviða in grǿnlenzka è un continuo alternarsi tra strofe narrative e strofe dialogiche, nelle quali si traccia unadelle più cupe vicende del ciclo nibelungico: il re unno cattura i cognati Hǫgni e Gunnarr e li tortura fino alla morteper farsi rivelare dove abbiano nascosto l'oro del Reno; la sua sposa Guðrún li vendica imbandendo ad Atli unbanchetto con la carne dei suoi stessi figli, quindi dà fuoco alla reggia. In altri poemi, la narrazione è invece quasiinteramente affidata al dialogo. Il Sigurðarkviða in skamma, dopo una breve sezione introduttiva, consiste quasicompletamente in un lungo monologo di Guðrún − a tratti interrotto da inserti descrittivi − in cui ella ricapitola ildramma del suo sposo Sigurðr, ucciso in una congiura; il racconto è quasi tutto affidato alle parole di Guðrún, cheriporta anche i dialoghi delle persone implicate nella vicenda.

Come si vede, al genere della poesia eddica appartengono composizioni molto diverse tra loro, come genere, vocenarrante o contenuto. Quest'ultimo può variare dal poema epico alla ballata burlesca, dall'esposizione erudita alcontenuto gnomico-sentenzioso. In tutti i casi, di rado i poemi affrontano direttamente gli avvenimenti in formanarrativa, ma spesso preferiscono procedere per accenni, attraverso le voci narranti degli stessi personaggi, spessoprediligendo forme oscure ed ellittiche. Questo crea a volte pesanti problemi d'interpretazione ai moderni esegeti,dovuti al fatto che viene trattata una materia mitico-leggendaria ben conosciuta e presente ai suoi fruitori, ma cheper noi è ormai perduta da mille anni.

Metrica

La caratteristica principale del verso eddico è l'uso dell'allitterazione: il ripetersi meccanico di parole che iniziano conlo stesso suono, utilizzata a fini mnemotecnici non meno che espressivi. Ad esempio, in Vǫluspá [45: g-j]:

...skeggǫld, skalmǫld, | skildir klofnir,vindǫld, vargǫld, | áðr verǫld steypisk...

L'allitterazione non è un fenomeno estetico fine a sé stesso, ma uno dei cardini su cui poggia l'organizzazione delverso eddico. Il verso principale della poesia scandinava è il «verso lungo», diviso da una cesura centrale in duesemiversi. L'allitterazione non solo crea un ritmo interno, ma conduce l'attenzione dell'ascoltatore sulla parola che

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funge da «chiave di volta» del verso stesso. Ad esempio, troviamo nell'Atlakviða in grǿnlenzka [22: a-b]:

...skaro þeir hjarta | Hjalla or brjósti...

Il secondo semiverso (...Hjalla or brjósti «...dal petto di Hjalli») fissa [h] come consonante allitterante, facendorisaltare il medesimo suono nel semiverso che la precede (skaro þeir hjarta... «strapparono il cuore...»). «Cuore»[hjarta] è la parola-chiave su cui poggia il significato del verso. Le parole norrene − composte per la maggior partedi una o due sillabe − hanno di regola l'accento sulla prima sillaba, dettaglio che, combinandosi con l'allitterazione,contribuisce alla sonorità e al tipo ritmico (Scardigli ~ Meli 1982). In questo caso abbiamo un metro di tipotrocaico:

⏐⏑⏑⏐⏑ ⏐⏑⏑⏐⏑I poemi eddici sono composti di due tipi di metri principali: il fornyrðislag e il ljóðaháttr. Il fornyrðislag o «metroepico» (da forn yrðis «parole antiche») consiste, nella sua forma canonica, in una quartina di quattro «versi lunghi»,ciascuno dei quali − abbiamo visto − è a sua volta composto da due semiversi. Un ottimo esempio da Vǫluspá [1]:

Hljóðs biðk allar | helgar kindir,meiri ok minni | mǫgu Heimdallar;

vildu at, Valfǫðr, | vel fyr teljakforn spjǫll fira, | þaus fremst of man.

Una variante del «metro epico» è il málaháttr o «metro dei discorsi», i cui semiversi consistono di sei sillabe inveceche di quattro. Nell'ambito del corpus eddico troviamo quest'ultimo metro attestato unicamente nell'Atlamál ingrǿnlenzka. È probabile che gli ascoltatori islandesi non fossero in grado di distinguerlo dal fornyrðislag, anche seSnorri, nel suo Háttatal, li individua.

Il secondo metro in ordine di frequenza è il ljóðaháttr o «metro dei canti». Nella sua forma canonica, esso consiste inuna quartina dove due «versi lunghi» (a loro volta composti da due semiversi) si alternano a due «versi pieni»(composti da un solo semiverso di cinque o più sillabe). Si tratta di un metro che forse risente alla lontana deldistico elegiaco od epigrammatico latino. Un ottimo esempio dal Vafþrúðnismál [1]:

Rád þú mér nú, Frigg, | allz mik fara tiðirat vitja Vafþrúðnis;

forvitni mikla | kveð ek mér á fornom stǫfomvið þann inn alsvinna jǫtun.

La differenza tra l'uso del fornyrðislag e del ljóðaháttr è fondamentale ai fini del contenuto dei singoli poemi e,presumibilmente, della modalità della loro recitazione orale. Il fornyrðislag è il metro del racconto, che si ritrovalegato soprattutto al genere del carme epico [kviða]. Il ljóðaháttr è invece legato al discorso, alla rappresentazionedialogata, alla poesia sentenziosa e gnomica, ed è indicativo che nell'intero corpus eddico sia usato unicamente per ildiscorso diretto (con l'eccezione di un'unica strofa, Vafþrúðnismál [5]).

Per quanti i metri eddici tendano a strutturarsi in quartine, vi sono esempi in cui sia il fornyrðislag che il ljóðaháttrpresentano dei versi aggiuntivi, sia «lunghi» che «pieni», soprattutto nelle parti più arcaiche del corpus. In realtà, la«quartina» è una struttura metrica che non appartiene alla poesia norrena, la quale avverte, come unità sintatticadella strofa, non tanto la strofa quanto la semistrofa [helming]. Nella poesia eddica, infatti, ogni strofa può essereidealmente divisa in due semistrofe, ciascuna delle quali è di senso compiuto. Mettiamo a raffronto, in traduzione, igià citati Vǫluspá [1] e Vafþrúðnismál [1].

Ascolto io chiedo a tutte | le sacre stirpi,maggiori e minori | figli di Heimdallr.

————Tu vuoi che io, o Valfǫðr, | compiutamente narri

le antiche storie degli uomini | quelle che prima ricordo.

Ora consigliami, Frigg, | di andare ho gran vogliaa trovare Vafþrúðnir.

————Confesso che son curioso | di disputare sulle cose remote

con quel gigante onnisciente.

Questa distinzione delle strofe in helmingar sembra essere una costante della poesia norrena. È d'altronde provatoche rarissimamente (otto casi su 383) vi siano collegamenti sintattici che si estendono oltre i confini del distico.All'associazione di due versi (due «lunghi», oppure uno «lungo» e uno «pieno»), corrisponde per regola una frase disenso compiuto. Ma non si tratta di un semplice enjambement, ma più di una concatenazione logico-sintattica fradue versi (Scardigli ~ Meli 1982). Troviamo ad esempio in Vǫluspá [1: 19 a-d]:

So che un frassino s'erge | Yggdrasill lo chiamano,alto tronco lambito | d'acqua bianca di argilla.

Qui, il secondo verso dipende dal primo. In altre parole, anche se ciascun verso di una helming ha una sua autonomiarelativa, il secondo non può prescindere dal primo. L'helming può dunque essere considerata l'equivalente verticale diquello che è il verso pieno in orizzontale. È una struttura sintatticamente autosufficiente, in cui si stabilisconolegamenti gerarchici tra i due versi, e tra i due semiversi che compongono ogni verso.

Anche quando il numero dei versi di una strofa sia eccessivo o difettivo, vale sempre il principio della distinzione

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degli helmingar in unità di senso compiuto. Ad esempio, in Hávamál [135] troviamo una strofa irregolare formatadalla successione di tre versi lunghi e sette pieni, cioè tre helmingar distinti. Ciascuno è un'unità di senso:

Ti consiglio, Loddfáfnir, | e tu accetta il consiglio,ne trarrai beneficio se l'accetti,

bene ti verrà se l'accogli.————

Se vuoi per te una buona femmina | parlale con dolci sussurrie prendi piacere con lei.

————Devi fare belle promesse | e subito mantenerle:

nessuno soffre il bene, a riceverlo.

Ci sarebbe ancora molto da dire per approfondire la metrica eddica, ma queste brevi note possono bastare permostrare al lettore la complessità di questo genere di poesia.

I poemi eddici a confronto

Segue qui uno schema generale dei poemi che compongono la Ljóða Edda (compresa l'Eddica Minora), mettendonea confronto varie caratteristiche: epoca di composizione, fonte, genere, metro e numero di strofe. La sigla iniziale èquella che viene comunemente data a ciascuna composizione dai filologi e che è facile trovare nella letteraturascientifica.

Composizione Datazione Fonti Genere Metro Strofe

Vsp Vǫluspá«Profezia della Veggente» X sec. [R | H] Monologo Fornyrðislag 66

Háv Hávamál«Discorso di Hál» Inizio X sec. [R] Monologo Ljóðaháttr

(Fornyrðislag)164

Vm Vafþrúðnismál«Discorso di Vafþrúðnir»

Prima metà Xsec.

[R | A] Dialogo Ljóðaháttr 55

Grm Grímnismál«Discorso di Grímnir» X sec. [R | A] Monologo Ljóðaháttr 54

Skm Skírnismál«Discorso di Skírnir» Attorno al 900 [R | A] Dialogo Ljóðaháttr 42

Hrbl Hárbarðsljóð«Canto di Hárbarðr» X sec. [R | A] Dialogo Vario 60

Hym Hymiskviða«Carme di Hymir»

Seconda metàdell'XI sec.

[R | A] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 39

Ls Lokasenna«Insulti di Loki» Fine del X sec. [R] Dialogo Ljóðaháttr 61

Þrk Þrymskviða«Carme di Þrymr»

Prima metàdell'XI sec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 32

Alv Alvíssmál«Discorso di Alvís» XI sec. [R] Dialogo Ljóðaháttr 35

Vkv Vǫlundarkviða«Carme di Vǫlundr» IX sec. [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislag 41

HHIHelgakviða Hundingsbana in fyrri

«Primo carme di Helgi uccisore diHundingr»

Metà dell'XI sec. [R] Narrazione edialogo Fornyrðislag 56

HHv IHelgakviða Hjǫrvarðssonar«Carme di Helgi figlio di Hjǫrvarðr» Attorno al 900 [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislag(Ljóðaháttr)

43

HHIIHelgakviða Hundingsbana ǫnnor

«Secondo carme di Helgi uccisore di Hundingr»

Metà del IX sec. [R] Narrazione edialogo Fornyrðislag 51

Grp Grípisspá«Profezia di Grípir»

Seconda metà delXII sec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 53

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Rm Reginsmál«Discorso di Reginn»

Metà del X sec. [R | F] Dialogo Ljóðaháttr(Fornyrðislag)

26

Fm Fáfnismál,«Discorso di Fáfnir» X sec. [R] Dialogo Ljóðaháttr

(Fornyrðislag)44

Sd Sigrdrífomál«Discorso di Sigrdrífa» Attorno al 900 [R] Monologo con

inserti in posaLjóðaháttr

(Fornyrðislag)37

Br Brot af Sigurðarkviðo«Frammento del carme di Sigurðr» Inizio del IX sec. [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislag 19

GðrI Guðrúnarkviða in fyrsta«Primo carme di Guðrún»

Prima metàdell'XI sec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 27

Sgk Sigurðarkviða in skamma«Carme breve di Sigurðr» Fine dell'XI sec. [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislag 71

Hlr Helreið Brynhildar«Viaggio di Brynhildr verso gli inferi» XI sec. [R | F] Essenzialmente

monologoFornyrðislag 14

GðrII Guðrúnarkviða ǫnnor«Secondo carme di Guðrún» Metà del X sec. [R] Monologo Fornyrðislag 44

GðrIII Guðrúnarkviða in þriðja«Terzo carme di Guðrún»

Prima metà del Xsec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 11

Od Oddrúnargrátr«Lamento di Oddrún»

Prima metàdell'XI sec.

[R] Essenzialmentemonologo

Fornyrðislag 34

Akv Atlakviða in grǿnlenzka«Carme groenlandese di Atli» IX sec. o prima [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislag 43

Am Atlamál in grǿnlenzka«Discorso groenlandese di Atli» Attorno al 1100 [R] Narrazione e

dialogoFornyrðislagMálaháttr

103

Ghv Guðrúnarhvǫt«Incitamento di Guðrún»

Prima metàdell'XI sec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 21

Hm Hamðismál«Discorso di Hamðir»

Al più tardi iniziodel IX sec.

[R] Narrazione edialogo

Fornyrðislag 31

Bdr Baldrs Draumar«Sogni di Baldr» IX sec. [A] Narrazione e

dialogoFornyrðislag 14

Hdl Hyndluljóð«Canto di Hyndla» XI sec. [F] Essenzialmente

monologoFornyrðislag 50

Rþ Rígsþula«Sequenza di Rígr» IX sec. [W] Narrazione Fornyrðislag 47

Grt Grottasǫngr«Canzone del [mulino] Grotti» IX sec. [Rs] Essenzialmente

monologoFornyrðislag 24

Svm Svipdagsmál«Discorso di Svipdagr» XIII-XIV sec. Dialogo Ljóðaháttr 16+50

Lo schema è tratto, con qualche variazione, da quello fornito da Terry Gunnell (Gunnell 2005). La datazione quifornita per le singole composizioni, che in Gunnel è basata sulla ripartizioni dei poemi in «antichi» e «tardi»(Sveinsson 1982), è invece quella fornita – tranne che per gli ultimi quattro casi – da Piergiuseppe Scardigli eMarcello Meli nell'introduzione alla loro traduzione della Ljóða Edda (Scardigli ~ Meli 1982).

Edizioni italiane

DI LEESTHAL Olga Gogala [cura]. Canti dell'Edda. UTET, Torino 1939.MASTRELLI Alberto [cura]. L'Edda. Carmi norreni. «Classici della religione». Sansoni, Firenze 1951, 1982.SCARDIGLI Piergiuseppe ~ MELI Marcello [cura]. Il canzoniere eddico. Garzanti, Milano 1982.

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Bibliografia

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BIBLIOGRAFIA ►

Ljóða EddaVQLUSPÁ

Intersezione: Sezioni - AlianoraSezione: Fonti - Nabū-kudurri-uṣurArea: Germanica - BrynhilldrRicerche e testi di Dario Giansanti.

Creazione pagina: 04.04.2004Ultima modifica: 27.08.2014

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