basilica di sant'ambrogio

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Basilica di Sant’Ambrogio Basilica di Sant’Ambrogio Un lavoro di: Un lavoro di: Alex Vanni Grifalconi Alex Vanni Grifalconi Andrea Provenzano Andrea Provenzano Luca Gentile Luca Gentile

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Gentile LucaIII°F2005/2006

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Page 1: Basilica di Sant'Ambrogio

Basilica di Basilica di Sant’AmbrogioSant’Ambrogio

Un lavoro di:Un lavoro di:

Alex Vanni GrifalconiAlex Vanni Grifalconi

Andrea ProvenzanoAndrea Provenzano

Luca GentileLuca Gentile

Page 2: Basilica di Sant'Ambrogio

Prima paginaLa storia

La struttura originaria

Virtual Tour

Il presbiterio

Portico del Bramante

Affreschi medioevali

MenùMenù

Cappella della natività

Prima pagina

Page 3: Basilica di Sant'Ambrogio

La storiaLa storia È una delle chiese più antiche

di Milano e storicamente uno fra gli edifici medioevali più notevoli della Lombardia. Iniziata nel 379, fu costruita in piccole proporzioni a tre navate senza transetto. Nel 386 fu consacrata da Sant'Ambrogio il quale, alla sua morte avvenuta nel 397, vi fu sepolto vicino ai corpi di San Gervasio e San Protasio. Nel 789 accanto alla chiesa fu costruito il monastero dei Monaci Benedettini e nel IX secolo fu eretto il campanile di destra, molto semplice, detto dei monaci. Le absidi e il presbiterio furono costruiti nel X secolo mentre nel XII secolo furono costruite le navate, il tiburio, l'atrio e il campanile di sinistra detto dei Canonici, di stile Romanico-Lombardo,

Page 4: Basilica di Sant'Ambrogio

spartito da lesene e cornici di archetti pensili (fu completato nel 1889 con la costruzione della

loggia trifora).. Alla fine del XV secolo il cardinale Ascanio Sforza incaricò il Bramante di costruire i chiostri e il portico della Canonica. Nei secoli seguenti avvennero altri mutamenti, ma nel 1857 l'arciduca Massimiliano d'Austria ordinò di riportare la basilica alla primitiva semplicità, dopo le deturpazioni avvenute nell'epoca barocca, facendole assumere l'aspetto attuale. Danneggiata dai bombardamenti del 1943, venne ripristinata dall'architetto Ferdinando Reggiori. L'atrio a portico rettangolare che precede la chiesa sostituisce quello originario ispirato dall'arcivescovo Ansperto il quale resse la chiesa milanese dall'868 all'881.

Page 5: Basilica di Sant'Ambrogio

Fu modificato nelle forme attuali nella prima metà del XII secolo. I capitelli dei pilastri del robusto porticato sono adorni di decorazioni vegetali, animali simbolici e figure mostruose. Ai muri, sotto il portico che cinge su tre lati e si chiude nel fondo alla facciata della chiesa, sono allineate lapidi tombali, bassorilievi e il sarcofago dell'arcivescovo Ansperto. La facciata, fiancheggiata dai due campanili, è composta di due logge sovrapposte delle quali quella superiore ha cinque arcate degradanti e in basso è il nartece ove si aprono i tre portali. I due portali laterali, con possenti architravi, recano raffigurazioni tratte dai bestiari medioevali; il mediano è fiancheggiato da colonnine con architrave. Le originarie imposte lignee intagliate con Scene della vita di David e Saul risalgono al IV e VII secolo, ma furono quasi completamente rifatte nel XVIII secolo; i frammenti sono conservati nel Museo della basilica I due battenti di bronzo sono dell'XI-XII secolo. A sinistra del portale, marmoreo Sepolcro di Pier Candido Decembrio umanista (m. 1477), opera diTommaso Cazzaniga.

Page 6: Basilica di Sant'Ambrogio

La Basilica Martyrum fu fondata nell'ambito del cimitero ad Martyres non lontano da porta Vercellina e, secondo le intenzioni di Ambrogio, avrebbe dovuto accogliere le sue spoglie. Sappiamo da una sua lettera alla sorella Marcellina che la folla gli impose di consacrare la chiesa con la presenza di reliquie: fu così che i resti dei santi Gervasio e Protasio, rinvenuti miracolosamente poco dopo presso la basilica dei santi Nabore e Felice, furono deposti sotto l'altare nel 386. Dopo i secolari rifacimenti poco è sopravvissuto in alzato delle murature originarie ed è di conseguenza impossibile restituire un'immagine particolareggiata dell'edificio paleocristiano. L'edificio avrebbe avuto un impianto a tre navate: una maggiore conclusa da un abside, affiancata da due navate minori.

La struttura originariaLa struttura originaria

Page 7: Basilica di Sant'Ambrogio

Il rinvenimento nel secolo scorso delle fondazioni, distribuite sui due lati, di quattordici colonne

complessivamente, ha consentito di proporre una ricostruzione in base alla quale le navate erano separate da due file di tredici colonne per lato, sulle quali si impostavano quattordici archi, in

corrispondenza dei quali si aprivano plausibilmente le finestre sia della navata

centrale (più alta) sia di quelle laterali. La navata maggiore si concludeva con un arco di trionfo impostato su due semicolonne. L'abside della primitiva basilica è stata riproposta in pianta

dalla critica con andamento ad arco ribassato, ridotta quindi rispetto all'attuale sistemazione.

Per quanto riguarda il sistema di coperture si è in genere concordi nell'immaginare una capriata

lignea a un unico spiovente per le navate laterali più basse e a doppio spiovente per la navata

centrale più alta.

Page 8: Basilica di Sant'Ambrogio

Il presbiterioIl presbiterio  Grande interesse è stato rivolto durante gli

scavi ottocenteschi all'area presbiteriale, dove Ambrogio aveva deposto le reliquie dei santi Gervaso e Protaso e predisposto

la propria sepoltura. Nonostante nelle successive fasi sia cambiato l'intero assetto

del presbiterio e del coro e occultato il livello pavimentale originario, è stato

possibile ricostruire le successive fasi di sistemazione delle tombe: in origine

deposti in due loculi paralleli, orientati sull'asse est-ovest, al di sotto dell'altare,

protetto da un muretto di recinzione, i resti di Ambrogio, Gervaso e Protaso, per iniziativa di Angilberto II (824-859),

furono trasferiti in un sarcofago di porfido collocato al di sopra dei due loculi in senso nord-sud, sotto il celeberrimo altare d'oro

di Vuolvino.

Page 9: Basilica di Sant'Ambrogio

La cripta medioevale, rifatta nel XVIII secolo, ha definitivamente alterato la percezione della zona presbiteriale.

Dell'arredo paleocristiano interno sono sopravvissuti una transenna marmorea con chrismon, rinvenuta sul sarcofago contenente Ambrogio, Gervasio e Protasio, le colonne porfiretiche del ciborio, il sarcofago nella navata centrale (detto di Stilicone e reggente il pulpito) e il portale in legno con storie di Davide dell'ingresso alla basilica.

Page 10: Basilica di Sant'Ambrogio

Portico del BramantePortico del Bramante L’elegante porticato in cotto che si apre

all’esterno della Basilica, lungo il lato sinistro, doveva far parte della nuova canonica, progettata alla fine del XV secolo dal grande architetto Donato Bramante (1444-1514) per incarico del Duca di Milano Ludovico Maria Sforza, detto Il Moro.

Il monumentale edificio, mai portato a termine, era destinato ai Canonici Regolari, la comunità religiosa che fin dal VII secolo condivideva le funzioni liturgiche della Basilica insieme ai Monaci, prima Benedettini e poi, dal 1497, Cistercensi.

Page 11: Basilica di Sant'Ambrogio

Questi risiedevano nel Monastero costruito alla destra della Chiesa Ambrosiana e i cui chiostri rinascimentali, oggi parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, offrono anch’essi un’altra preziosa testimonianza dell’attività del Bramante a Milano.

L’attuale sistemazione del portico segnato al centro da un grande arco che fungeva da ingresso monumentale alla Basilica per il Duca e la sua corte, è dovuta ai lavori di ricomposizione eseguiti dall’architetto Ferdinando Reggiori, tra il 1946 e il 1949, dopo i danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Page 12: Basilica di Sant'Ambrogio

Affreschi medioevaliAffreschi medioevaliLa parte absidale, unica zona

superstite della fase alto medioevale della Basilica, conserva traccia della decorazione pittorica più antica, realizzata a partire dalla II metà del X secolo.

Sul sottarco che introduce alla navata sinistra, due tondi con i busti di un Santo Vescovo e di un giovane Santo (X secolo). La composizione, di grande eleganza, nella quale si alternano personaggi e motivi geometrici e vegetali stilizzati, riflette il gusto proprio dell’arte di età ottoniana.

Nel sottarco del presbiterio resta, invece, un frammento con scena di pesca e animali fantastici databile al XIII secolo.

Page 13: Basilica di Sant'Ambrogio

Cappella della nativitàCappella della nativitàDi fondazione tardo quattrocentesca, anticamente

dedicata al Salvatore e più tardi a San Gerolamo e alla Natività, aveva come pala d’altare l’Adorazione dei pastori di Camillo Mandriani, detto il Duchino (1562 circa – 1618), attualmente conservata nella Sala Capitolare. Ho partecipato l’11 novembre 2005 sera alla visita guidata sui temi della Natività in Basilica, che abbiamo organizzato come Commissione Cultura e che ha avuto la sponsorizzazione della Banca San Paolo IMI.

Il percorso è stato fatto seguendo un criterio cronologico di opere dal IV secolo al XVII secolo: dall’altare d’oro al sarcofago di Silicone, alle opere della navata di destra (detta dei monaci) per finire nella Sala Capitolare ad ammirare la natività di Camillo Mandriano detto il Duchino.

Dalla competenza e dall'entusiasmo del prof.Andrea Spiriti ho riportato un vero godimento spirituale oltre che estetico.

Non avrei mai supposto che le opere d'arte che la nostra Basilica propone ai visitatori che non si fermino al primo colpo d'occhio potessero essere così ricche di suggestioni anche nei particolari che sfuggono anche a chi vi si reca quotidianamente.

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Seguendo l'itinerario, dall'altare d'oro al sarcofago di Stilicone, ai vari affreschi e tavole pensavo che è pur vero che, al di là dell'appagamento visivo c'è un invito alla contemplazione dei misteri di Cristo. Non per niente queste opere di pittori, scultori, incisori, che arricchiscono le nostre cattedrali venivano definite "Bibbia dei poveri".

Il tema della natività del Signore è presente in numerose opere della nostra Basilica e anche questa è stata una scoperta. Il prof. Spiriti ce le ha fatte gustare in tutti i minimi particolari, illustrandoci i vari simbolismi, in un excursus nei vari episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Chi avrebbe pensato che il Gesù Bambino raffigurato nel sarcofago di Stilicone, in uno dei primi presepi, conosciuti potesse, con quelle fasce nelle quali è avvolto, richiamare le bende lasciate nel sepolcro dopo la Resurrezione e che l'asino e il bue più che scaldare,nel loro atteggiamento adorassero il Bambino; che la mela offerta al Bambino nella natività di Gaudenzio Ferrari riportasse alla colpa originale e, ancora, che l’ agnello .sgozzato che un pastore reca al presepio raffigurato del quadro del. Duchino facesse pensare all'Agnello immolato, ma,trionfatore dell'Apocalisse: E poi l'acqua, il ponte, le torri della pala del Figino e molte altre allegorie presenti nelle opere, e tipiche delle varie. epoche, non sono messe lì a caso, ma hanno avuto un senso ben preciso nella mente dell'artista che non voleva solo soddisfare l’occhio ma anche parlare al cuore.

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Dal resto sappiamo che le icone dipinte, dai monaci orientali erano iniziate e portate a compimento dopo lungo tempo passato in preghiera.

Queste righe vogliono essere semplici impressioni a caldo, raccolte anche dalle molte persone intervenute, che sono rimaste entusiaste dell'iniziativa e aspettano le altre quattro visite, su altrettanti capolavori, che saranno organizzate a partire dal prossimo gennaio.

Un’altra considerazione mi veniva spontanea: che il successo di questo momento culturale, che abbiamo dovuto ripetere la sera del 18 novembre, per sopperire alle molte richieste che ci sono pervenute, mi rende ottimista: sono ancora tante le persone che aspirano a qualcosa di più alto delle banalità che la vita quotidiana ci propina in abbondanza e che, come diceva Dostoevsky, “la bellezza salverà il mondo”.

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Mosaico absidaleMosaico absidaleAl centro, su un fondo di tessere d’oro, è il Cristo

pantokrator assiso su un grande trono gemmato. Ai suoi lati sono i martiri Gervasio e Protasio sui quali planano in volo gli arcangeli Michele e Gabriele recanti corone.

Alla base del trono sono tre medaglioni con i busti dei santi Marcellina e Satiro, fratelli di Ambrogio e Candida. Ai lati del gruppo centrale due momenti narrativi, riquadrati da alte palme, raffigurano il miracolo dell’ubiquità di Sant’Ambrogio: mentre si addormenta dicendo Messa a Milano (a destra) contemporaneamente prende parte ai funerali di San Martino a Tours (a sinistra). Il grande sontuoso mosaico che riveste il catino absidale, così come appare oggi, è il risultato di numerosi interventi di restauro, primo tra tutti quello ottocentesco che ha comportato diversi rifacimenti e l’asportazione di alcune parti originali conservate ora in collezioni pubbliche. Gravemente danneggiato durante la II Guerra Mondiale, fu reintegrato nel dopoguerra e di nuovo restaurato nel 1997, in occasione del XVI centenario della morte di Ambrogio.

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I diversi rimaneggiamenti rendono molto difficile una precisa collocazione cronologica e stilistica dell’opera che si presenta tuttavia come un unicum, sola testimonianza superstite di questa tecnica della Lombardia Medioevale. Mentre il gruppo centrale del Cristo rivela una matrice tardo bizantina ed è databile agli inizi del Duecento, alla fine quindi dei grandi lavori di ricostruzione della Basilica in forme romaniche e dopo il grave dissesto del 1196, gli episodi laterali potrebbero addirittura essere sopravvivenza di età carolingia (prima metà del IX secolo) anche per la scelta iconografica che, come nell’altare d’oro di Volvino, tende a sottolineare il legame tra Sant’Ambrogio e San Martino, entrambi grandi oppositori dell’eresia ariana.

La decorazione interna dell’abside era completata nel Medioevo da preziose lastre ad intarsi marmorei e paste vitree raffiguranti i dodici agnelli (di cui si conservano alcuni frammenti) sormontate dall’affresco, tra le finestre, con i diciotto vescovi suffraganei di Milano.

Page 19: Basilica di Sant'Ambrogio

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