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Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costitu- zione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione." Piero Calamandrei (26 gennaio 1955) arcireportmilano Anno IV - n° 9 settembre 2011 mensile a cura di Arci Milano sommario a pag 2 Agli Onorevoli Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera dei Deputati Onorevoli Presidenti, quando i quotidiani hanno dato notizia del progetto di inserire - tra le varie misure della più recente manovra - anche l'accorpamento delle festività laiche infrasettima- nali alla domenica successiva, il Comitato Nazionale dell'ANPI ha espresso subito la più viva preoccupazione con un comunicato che faceva riferimento, in modo par- ticolare, a tre festività di eccezionale rilievo e valore storico (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno). Peraltro, le misure in questione sono entrate nel decreto e ora dovranno essere esa- minate, con le altre, in sede parlamentare. Nel frattempo, ci sono pervenute - da ogni parte d'Italia - manifestazioni di esplicito dissenso rispetto a quel tipo di misure, accompagnate anche dall'opinione di non pochi economisti, secondo i quali l'incidenza delle stesse, sul piano economico, sarebbe sostanzialmente irrilevante. C'è un diffuso allarme, al riguardo di queste misure, in gran parte del mondo democratico e dei cittadini che credono all'importanza di alcuni valori imprescindibili. L'ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche, per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convinta che solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite e attuate con la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti. Ma l'equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valori fondamentali, di natura storico-politica, che riguardano l'intera collettività nazionale; prescindere da essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e della democrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Re- pubblica e al quale è dedicata una festa che appartiene alla tradizione di tutti. È stato giustamente rilevato, da un illustre giurista (Alessandro Pace), che i francesi non accettereb- bero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in con- siderazione l'idea di spostare il "giorno dell'indipendenza" o il "giorno del ringraziamento". E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che "la celebrazione di certi avvenimenti costituisce un fattore di integrazione dell'ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delle idee, è nell'interesse generale preservare". Per tornare a noi, va detto, in particolare, che, fra le feste "laiche" che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile - festa nazionale e dunque di tutti - assume un significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura e dall'inva- sione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che si sono sacrificati per la nostra libertà. Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi, senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoria dei nostri caduti. Se è vero - come molti specialisti sostengono - che si tratta di misure di valore economico insignifi- cante, non dovrebbe essere difficile sostituirle con altre di maggiore efficacia economica, nel rispetto però di quella equità, storicamente intesa, a cui ho fatto cenno, oltreché all'esigenza ordinaria di equità economico- sociale. Mi permetto, perciò, a nome dell'ANPI Nazionale, di invitare tutti i Gruppi parlamentari a una rifles- sione attenta e serena sulla questione che l'ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confido che potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l'intera collettività nazionale, pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storia e dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza de- mocratica. Ringraziando per l'attenzione, invio i migliori saluti. Il Presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia Lettera aperta del Presidente Nazionale dell'ANPI ai capigruppo di Senato e Camera Giù le mani dal 25 Aprile! Carlo Smuraglia Presidente dell’ANPI IL 25 APRILE NON SI TOCCA! Sez. ANPI/ARCI “Tom Benetollo” Arcireportmilano

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Arci Report Milano numero di settembre 2011

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Page 1: arci report milano settembre 2011

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costitu-zione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furonoimprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano perriscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è natala nostra Costituzione." Piero Calamandrei (26 gennaio 1955)

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no

Anno IV - n° 9

settembre 2011mensile a cura di Arci Milano

sommario

a pag 2

Agli Onorevoli Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera deiDeputatiOnorevoli Presidenti,

quando i quotidiani hanno dato notizia del progetto di inserire - tra le varie misuredella più recente manovra - anche l'accorpamento delle festività laiche infrasettima-nali alla domenica successiva, il Comitato Nazionale dell'ANPI ha espresso subitola più viva preoccupazione con un comunicato che faceva riferimento, in modo par-ticolare, a tre festività di eccezionale rilievo e valore storico (25 aprile, 1 maggio e2 giugno).Peraltro, le misure in questione sono entrate nel decreto e ora dovranno essere esa-minate, con le altre, in sede parlamentare.Nel frattempo, ci sono pervenute - da ogni parte d'Italia - manifestazioni di esplicito

dissenso rispetto a quel tipo di misure, accompagnate anche dall'opinione di non pochi economisti,secondo i quali l'incidenza delle stesse, sul piano economico, sarebbe sostanzialmente irrilevante. C'èun diffuso allarme, al riguardo di queste misure, in gran parte del mondo democratico e dei cittadiniche credono all'importanza di alcuni valori imprescindibili.L'ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche,per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convintache solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite e attuatecon la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti.Ma l'equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valorifondamentali, di natura storico-politica, che riguardano l'intera collettività nazionale; prescindereda essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e dellademocrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Re-pubblica e al quale è dedicata una festa che appartiene alla tradizione di tutti.È stato giustamente rilevato, da un illustre giurista (Alessandro Pace), che i francesi non accettereb-bero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in con-siderazione l'idea di spostare il "giorno dell'indipendenza" o il "giorno del ringraziamento".E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che "la celebrazione di certi avvenimenti costituisceun fattore di integrazione dell'ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delleidee, è nell'interesse generale preservare". Per tornare a noi, va detto, in particolare, che, fra le feste"laiche" che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile - festa nazionale e dunque di tutti - assumeun significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura e dall'inva-sione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che si sono sacrificati per la nostralibertà. Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi,senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoriadei nostri caduti.Se è vero - come molti specialisti sostengono - che si tratta di misure di valore economico insignifi-cante, non dovrebbe essere difficile sostituirle con altre di maggiore efficacia economica, nel rispettoperò di quella equità, storicamente intesa, a cui ho fatto cenno, oltreché all'esigenza ordinaria diequità economico- sociale. Mi permetto, perciò, a nome dell'ANPI Nazionale, di invitare tutti i Gruppi parlamentari a una rifles-sione attenta e serena sulla questione che l'ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confidoche potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l'intera collettività nazionale,pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storiae dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza de-mocratica. Ringraziando per l'attenzione, invio i migliori saluti.

Il Presidente Nazionale dell’ANPICarlo Smuraglia

Lettera aperta del Presidente Nazionale dell'ANPI ai capigruppo

di Senato e Camera

Giù le mani dal 25 Aprile!

Carlo SmuragliaPresidente dell’ANPI

IL 25 APRILE NON SI TOCCA!Sez. ANPI/ARCI “Tom Benetollo” Arcireportmilano

Page 2: arci report milano settembre 2011

arcireportmilano - settembre 2011 - 2

arci25aprile

SOMMARIOArci 25 aprile

Giù le mani dal 25 aprile.........pag. 1

Intervista a Carlo Smuraglia...pag. 2

In piazza con la CGIL...............pag. 3

Lettera del Sindaco...................pag. 4

Movida: un altro punto di vista..pag. 5

Il Giro della Padania..................pag. 6

Arcicultura: Arci c’era.................pag. 7

Arci al Carroponte..................pag. 8-12

Arcicircoli

Schighera:Musée de l’Homme pag.13

Tambourine: balliamo contro la crisi

che ci deprime......................pag. 13

Il progetto Ghibli avanza..........pag. 14

Tramedafrica.............................pag. 14

In merito alla proposta di abolire le feste lai-che del nostro Paese, riportiamo un’ampiaintervista rilasciata da Carlo Smuraglia aStefano Corradino di Articolo21 (ndr. arci-reportmilano)

***Cancellare le feste laiche (ma non quellereligiose) per fronteggiare la crisi? “È unamisura irrilevante – afferma Carlo Smura-glia, presidente dell’Anpi, e per alcuniaspetti anche controproducente dal puntodi vista della cosiddetta produttività. Ma inrealtà l’intento è un altro: si vuole portarea compimento "un’opera di revisione costi-tuzionale e di cancellazione della memo-ria”.Qualche giorno fa Gaetano Saya, ex mas-sone e leader del Msi e ideatore delle"ronde nere" - si è lanciato in una nuovacampagna al grido di: cacciamo gli stra-nieri, gli omosessuali, ripristiniamo lapena di morte e limitiamo la libertà distampa. È il delirio di un folle isolato o ilsintomo di un degrado politico e civile?Sono dichiarazioni farneticanti. Credo tut-tavia che sia uno dei tanti gravi sintomi diun malessere del Paese. Se l’Italia attra-versa un momento di crisi la spinta do-vrebbe essere quella all’unità nazionale. Edè quantomeno singolare che proprio in unmomento come questo vengano fuori ma-nifestazioni di razzismo e odio. Se nem-meno in una simile fase storica non si trovaun’intesa su alcuni punti di fondo e assi-stiamo a tali esternazioni - e Saya pur-troppo è in buona compagnia - vuol direche c’è una grave malattia in questo Paeseche non si riesce a rimuovere.Malattia che sembra estendersi anche adaltri Paesi. Ai Mondiali di canoa in Un-gheria sul podio hanno rispolverato lastrofa di un inno nazista al posto di quellotedesco… Il morbo infetta tutta l’Europa?Se non tutta, qua e là sembra riaffiorare unpo’ ovunque. Cosa perseguono? Riportarel’Europa ai tempi del nazismo? In cosa cre-dono? Oltre a essere gravi e pericolosi que-sti episodi sono anche decisamente irra-zionali perché non hanno sbocchi né pro-spettive né si può pensare che possano es-sere “contagiosi” perché il buon senso,almeno per adesso, in Europa prevale.Tornando all’Italia, nella manovra del go-verno c’è la proposta di cancellazione dialcun feste tra cui il 25 aprile, il 1° maggio,il 2 giugno…. Solo feste laiche tra l’altro. Piuttosto singo-lare. Se si tratta di sacrifici dovrebbero ri-guardare tutti senza distinzione di reli-gione…Si sostiene che tale abolizione potrebbecontribuire a fronteggiare la crisi… Ho sentito l’opinione di numerosi economi-sti e la stragrande maggioranza di questi

sostiene che si tratti di una misura irrile-vante e per alcuni aspetti anche contropro-ducente dal punto di vista della cosiddettaproduttività. E non ho visto nessuno soste-nere con forza e competenza le ragioni diuna misura di questo genere. Ci deve essereun intento diverso.Quale? Quello di proseguire un’operazione di sra-dicamento della memoria già iniziata dalmomento che in più di un’occasione si ècercato di mettere in discussione queste ri-correnze.Come si fa a pensare di soppri-mere commemorazioni profondamente ra-dicate come il Primo Maggio che appar-tiene a una tradizione remotissima e fon-dante a partire dall’articolo 1 della Costi-tuzione? O il 25 aprile e il 2 giugno che rap-presentano la base della nostra convivenzademocratica attuale, la libertà del paese ela Repubblica?Su “la Padania” si propone di festeggiareinsieme 25 aprile e San Marco…Un concetto di nazione piuttosto incom-piuto. 25 aprile e 1 maggio sono feste ditutti perché così ha decretato la legge e ilparlamento italiano. È la strada su cuicamminiamo. Ed è doloroso che non sipensi soprattutto al fatto che il 25 aprile ècostato centinaia di migliaia di morti suiquali, come diceva Calamandrei, si è co-struita la nostra Costituzione.Eppure non c’è stata una indignazionecosì capillare di fronte a questa proposta.Chissà se fosse successo all’estero…Concordo con quanto scritto da AlessandroPace su Repubblica. Ben altra sarebbe statala reazione dei francesi se qualcuno avesseproposto di spostare la data del 14 luglio (laPresa della Bastiglia, ndr) o quella degliamericani se fosse stato messo in discus-sione il giorno dell’indipendenza…Una proposta da rigettare completamentequindi?Sì, perché sono fermamente convinto checi siano tante altre misure, diverse ed equeche si potrebbero adottare senza sacrificarevalori fondamentali.La cancellazione della memoria non passasolo attraverso le leggi… Ogni anno c’èchi vorrebbe mettere le mani sui libri ditesto scolastici…Penso che ci sia un profondo problema cul-turale nel Paese e su questo dobbiamo in-traprendere una forte iniziativa. Se non riu-sciamo a creare un sentimento comune cheparta dai valori fondamentali su cui si reg-ge la nostra storia e se non riusciamo a far-lo partendo dalla scuola, questo paese nondecollerà mai come una democrazia vera-mente concreta e compiuta. È a scuola chesi preparano gli artefici della democrazia.Articolo21 ha lanciato un appello rivoltoanche al mondo dell’informazione affin-chè dia spazio alle tante voci contrarie alla“macelleria sociale e costituzionale” per-

petrata tra provvedimenti che ledono i di-ritti dei lavoratori e ipotesi scellerate direvisione della Carta.Un appello che condivido in pieno. Ed ègiusto che sia rivolto al mondo dell’infor-mazione il cui ruolo è fondamentale. I gior-nalisti devono sentire il peso della propriaresponsabilità non solo dando le notizie macercando anche di contribuire ad accresce-re il grado di coscienza civile. E magari do-vrebbero anche imparare a usare più cau-tela nel dare le notizie.Allude alla strage di Oslo attribuita ini-zialmente al terrorismo islamico per poiscoprire che si trattava di un fondamen-talista cristiano e neonazista? Quella vicenda dovrebbe servire da lezioneper chi fa informazione e spesso percorrela strada più rapida dando per scontatedelle responsabilità e facendo così un cat-tivo servizio: se si insinuano sentimenti ne-gativi poi è difficile recuperare…L’informazione però, specie in internet ul-timamente, è anche quella attraverso cuisi propagano grandi mobilitazioni. Gior-nali on line, siti internet, blog, social net-work…Un fenomeno straordinario come abbiamoavuto modo di vedere in occasione dei refe-rendum dove l’effetto dei mezzi cosiddettinon tradizionali è stato superiore a quellodei media “convenzionali.”.È solo un fenomeno della rete o c’è un fer-mento crescente anche nell’impegno civiletradizionale? L’Anpi è un’associazione dipartigiani eppure sono molti i giovani chevi aderiscono…Sono tanti e anche inaspettatamente e por-tano con sé speranze e attese che talvoltasembrano anche eccessive rispetto a ciò cheun movimento come il nostro può fare. Maè importante e incoraggiante perché forti-fica le nostre speranze e il nostro impegnoper un futuro migliore.

da www. articolo21.orgintervista rilasciata a Stefano Corradino

Da Articolo 21 intervista a Carlo Smuraglia, presidente ANPI

Assurdo eliminare festebase della nostra convivenza democratica

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arcimanovra

L'Arci aderisce alla mobilitazionepromossa dalla Cgil con lo scioperogenerale del 6 settembre e si uniscealla richiesta del sindacato perché ilParlamento cambi radicalmente lamanovra economica varata dal go-verno.Dopo aver negato per tre anni l'evi-denza della crisi diffondendo ingiusti-ficato ottimismo e limitandosi a in-terventi di facciata, oggi, di fronte allepressioni europee, il governo dram-matizza la situazione e propone incorsa una manovra di correzione fi-nanziaria che contiene tratti inauditidi iniquità sociale. La rocambolescadiscussione di queste settimane all'in-terno della maggioranza, che ha pro-dotto la stesura di due testi comple-tamente diversi nell'arco di quindicigiorni, non fa che confermare lo statoconfusionale di un governo privo diqualsiasi strategia in grado di rilan-ciare l'economia.Questa manovra, frutto di improvvi-sazione e ancor meno credibile nellecifre della sua ultima versione, non ri-solve in maniera strutturale il pro-blema del debito ma si limita sem-plicemente a far cassa tagliando laspesa pubblica e particolarmentequella sociale, si accanisce con unavera e propria operazione di macelle-ria sociale sui lavoratori dipendenti, ipensionati, le famiglie. Pur con il mo-desto ridimensionamento dell'ultimaora, il taglio dei trasferimenti a Re-gioni ed Enti Locali produrrà inoltreconseguenze pesanti in termini di ri-duzione dei servizi e maggiori tributia carico dei cittadini. Una manovrasocialmente insostenibile e destinataad avere conseguenze recessive, per-ché comprime i consumi e non liberarisorse per gli investimenti, l'occupa-zione, il rilancio dell'economia.È grave che si sia scelto di non toccaregli interessi della parte più forte delpaese, che nel provvedimento non cisia niente delle auspicate misure dicontrasto all'evasione fiscale, che nonsi preveda nessun onere a carico dellegrandi ricchezze e dei grandi patri-moni. Anche i tanto sbandierati tagli

ai costi della politica sono insuffi-cienti, non vanno a incidere sulle que-stioni principali come la riforma delsistema parlamentare, non intaccanole zone grigie dove si annidano la cor-ruzione e la commistione fra affari epubblica amministrazione. In com-penso si tenta di ripristinare per de-creto l'obbligo di privatizzare i servizipubblici locali, in spregio della vo-lontà popolare chiaramente espressacol referendum di giugno.

Ma nel provvedimento del governonon c'è solo improvvisazione e assenzadi misure strutturali per la ripresa.C'è anche una chiara impronta classi-sta, con provvedimenti che tradisconola volontà di usare la crisi per un re-golamento di conti contro le rappre-sentanze sociali e sindacali, come ri-sulta evidente dall'inserimento di unarticolo che cancella di fatto i con-tratti nazionali di lavoro e l'articolo 18dello statuto dei lavoratori. C'è allabase della manovra l'impronta anti-democratica di un governo che nega ilprincipio costituzionale della dialet-tica fra le diverse componenti socialidel paese.Il blocco di potere che ha governato lescelte di questi anni e si è arricchito aspese di un crescente divario sociale,oggi non ammette la responsabilità diaver causato la crisi e pretende di ri-solverla scaricandone il costo ancorauna volta sui più deboli. La situazionedel Paese è grave ed è a rischio la te-nuta del suo tessuto sociale. È il mo-mento di cambiare strada, con sceltenette e rigorose verso un modello disviluppo diverso da quello che ci haportato dentro questa crisi.Per questo l'Arci scende in piazza il 6settembre con la Cgil e si impegna apromuovere nelle settimane succes-sive la più ampia mobilitazione delmondo dell'associazionismo e delterzo settore, per costruire nel paesela prospettiva di uno sviluppo sosteni-bile in cui la necessaria crescita eco-nomica vada di pari passo all'equitàfiscale, alla giustizia sociale, alla tra-sparenza e alla democrazia.

Il 6 settembre l’Arci in piazza con la Cgil,contro una manovra iniqua e sbagliata,

per un’alternativa nel segno della giustizia sociale e della democrazia

Letteradel Presidente

Paolo Beni

Ai presidenti dei Comitati Regionali e TerritorialiAi componenti del Consiglio nazionaleAlla Presidenza nazionale

Care e cari,come sapete il prossimo 6 settembreè in programma lo sciopero generaleindetto dalla Cgil contro la manovrafinanziaria presentata dal governo.Nei giorni scorsi ci siamo incontraticon la segreteria nazionale dellaCgil e abbiamo condiviso la preoc-cupazione per un provvedimento diinaudita gravità per la sua portataantisociale. Le vicende degli ultimigiorni e di queste ultime ore (con lapioggia di misure annunciate e poismentite perché palesemente insen-sate) la dicono lunga sul fatto chel'unica logica che ispira questa ma-novra è la volontà di tutelare i poteriforti e penalizzare la parte più deboledel paese. Di fronte a un massacro sociale diquesta portata, oltretutto attuato nelpiù totale spregio delle regole costi-tuzionali, è necessaria la più ampiamobilitazione delle forze democrati-che. Per questo L'Arci aderisce al-l’iniziativa promossa dalla Cgil il 6settembre e parteciperà alle manife-stazioni in programma nelle variecittà. Invito pertanto i Comitati aprendere contatto – come del restogià sta avvenendo – con le varie Ca-mere del lavoro e con le altre realtàdel terzo settore per concordareanche a livello locale forme unitariedi iniziativa. Cari saluti.

Il presidentePaolo Beni

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arcidapalazzomarino

Cari milanesi

sono passati appena due mesi daquando mi avete eletto sindacodella nostra città. La ricchezzapiù grande di questa esperienza,quella che non possiamo permet-tere che vada dissipata, è stata lavostra straordinaria partecipa-zione in risposta alla mia volontàdi ascolto.Ho assunto con voi l’impegno ditrasformare Milano e sono certoche è quello che faremo, insieme,nell’arco dei cinque anni che ciaspettano. Oggi che il compito digovernare ci impone scelte diffi-cili eccomi dunque a parlare di-rettamente con voi e a spiegare lenostre decisioni. Non vi parlo del-le tante cose fatte in queste pochesettimane, ma affronto un temadelicato come credo sia mio do-vere, con chiarezza e trasparenza.Non sono state decisioni facili.Conoscete le ragioni: il bilancioche abbiamo trovato era un bi-lancio non veritiero, le entratepiù importanti semplici vociastratte (cessione di quote di so-cietà importanti come Serravallee Sea), come se nel vostro bilanciocasalingo ci fosse il corrispettivodel servizio buono di piatti, cheperò dovete ancora vendere. E iprimi a riconoscerlo sono statiproprio i revisori dei conti delComune che avevano anche in-formato l’ex sindaco della realesituazione del bilancio comunale.La Moratti aveva annunciato 48milioni di attivo mentre c’era undisavanzo di 186 milioni di euroA questo si è aggiunta la manovradel Governo, che, per superare ledifficoltà dello Stato, ha spostatonuovi oneri sui Comuni. Al Co-mune di Milano questa manovracosterà 100 milioni di euro. Ma lacosa più difficile sono i vincoli chesiamo costretti a rispettare per

quello che si chiama Patto di sta-bilità: se i conti non sono a posto,calano i trasferimenti. E ciò vor-rebbe dire per il 2012 altri 90 mi-lioni in meno, oltre all’obbligo dieliminare spese correnti per 353milioni.Sono cifre impressionanti. Madietro quei numeri che possonosembrare astratti si nascondonocose molto concrete: il posto al-l’asilo nido, il bonus per i bam-bini, la ristrutturazione della casepopolari che oggi sono sfitte e chevogliamo mettere sul mercato, ipasti a domicilio per gli anziani, icontributi attraverso il Fondo an-ticrisi alle persone in difficoltà. Senon risanassimo, non potremmonemmeno pagare i fornitori delComune; dovremmo cancellarelo sportello imprese; non sarem-mo in grado di sostituire i 42«ghisa» che a settembre andran-no in pensione; saremmo costrettia tagliare il 10 per cento dellecorse dei mezzi dell’Atm.Non avevamo molte strade. Nonè affatto vero, come qualcuno haaffermato, che avremmo potutotassare i grandi patrimoni; «ca-stigare» i Suv; far pagare di piùchi ha un reddito più alto o inter-venire sulle transazioni finanzia-rie. Il Comune non ha questopotere. Sono le leggi dello Stato astabilire che cosa si può fare. In-trodurre l’addizionale Irpef eral’unica cosa che la legge ci con-sentiva di fare. L’aliquota dello0,2%, quella che abbiamo intro-dotto, è la più bassa tra quelle ditutte le grandi città italiane: aRoma è dello 0,9; a Torino 0,7; aBergamo 0,6; a Bologna 0,5.Mentre la nostra soglia di esen-zione è la più alta del nostroPaese: oltre il 70% dei milanesinon pagherà nulla.Sul rincaro dei biglietti - che ci èimposto per legge – siamo stati

costretti ad alzare il prezzo del bi-glietto ordinario a 1,50 euro perevitare ogni aumento degli abbo-namenti annuali e mensili, cosìche chi utilizza regolarmente imezzi pubblici non dovrà pagarenulla in più rispetto a oggi. Potràviaggiare gratis chi supera i 65anni e ha un reddito basso; l’ab-bonamento studenti è stato estesoa tutti i ragazzi sotto i 26 anni,comprendendo quindi anche igiovani lavoratori, e saranno an-che introdotte misure a favore dicassintegrati e disoccupati.Non c’era alternativa e la soffe-renza per dover percorrere que-sta strada mi porta a impegnarmiancora di più in quello che era giàil mio intendimento: una seria esevera lotta all’evasione. Quelloche chi ci ha preceduto, nei suoi18 anni di governo, non ha fattoe oggi noi non siamo disponibiliad accettare lezioni da chi ha im-poverito la città e imbrogliato imilanesi. Abbiamo assistito a unsurreale ribaltamento della re-altà: abbiamo sentito difendere lecategorie deboli da chi ha semprefatto gli interessi dei forti; da chiha cercato di trasformare unagrande capitale morale in unapiccola capitale ministeriale. Cari milanesi, avevamo solo duestrade: chiudere gli occhi, mante-nere il deficit e ipotecare il futurooppure chiedervi sacrifici, risa-nare il bilancio e investire risorseper costruirlo, il futuro. Sto chie-dendo a tutti voi di fare la vostraparte per dare a Milano il futuroche vogliamo. Tutta l’Italia guar-da a Milano. Non possiamo con-dannare Milano, non possiamodeludere l’Italia.

Il sindacoGiuliano Pisapia

da www.pisapiaxmilano.com

"Cari milanesi"

Lettera del sindaco

Giuliano Pisapia ai cittadini

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arcimovida

MOVIDA: un altro punto di vista,

quello di chi vive la seralogica per cui la naturale vocazione di unacittà europea e moderna di avere spazi e luo-ghi di aggregazione, produzione culturale,divertimento serale rientrino nella sfera dellasicurezza e dell’ordine pubblico, per entraredefinitivamente nell’epoca in cui tutto que-sto diventi economia, lavoro, cultura, coe-sione sociale, turismo, marketing territoriale.Incontrare Franco D’Alfonso, Assessore alCommercio, attività produttive, Turismo eMarketing territoriale è, quindi, quanto maiopportuno, più ancora che l’Assessore Gra-nelli (Sicurezza e coesione sociale), pur fon-damentale in un ragionamento complessivo. Da tempo si chiede, ed è opportuno oggimetterlo in campo, la costituzione di un ta-volo di confronto con gli Assessori della par-tita (D’Alfonso, Granelli, Boeri), commer-cianti, residenti e fruitori della città. Un ta-volo quanto mai importante e utile, soprat-tutto visto che spesso, anche nel corso dellalunga campagna elettorale che abbiamo vis-suto, si sono svolti incontri pubblici tra i varisoggetti e si è scoperto l’utilità di essi. Ab-biamo scoperto che non tutti i commerciantisono solo alla difesa del loro incasso e delloro orticello, che non tutti i residenti non ve-dono l’ora di tenere segregati in casa la serale persone, che non tutti i fruitori voglionosolo ubriacarsi, devastare la città e cancellareogni regola. Il segnale che ci aspettiamo dalla Giunta edal Sindaco è quello dell’apertura di Milano.In questa direzione ben venga il divieto diutilizzo e di diffusione del vetro, effettiva-mente causa di rumore e pericolosità, benvenga eventualmente la pedonalizzazionedell’area, ma solo se tutto questo è accom-pagnato da chiari segnali, come quello dellariapertura del Parco delle basiliche, sfogo na-turale per la pressione gravante sia su S. Lo-renzo che sulla zona Vetere Ticinese, oltreche maggiormente gestibile e fruibile, maanche di numerosi altri luoghi in cui i recintie le inferriate sono state l’unico strumento divalorizzazione fino a oggi messo in campo. Insieme a questo è venuto il tempo di rilan-ciare politiche strategiche che guardino allaapertura di luoghi dell’aggregazione e del-l’aggregazione giovanile e non solo, in nettacontrotendenza alla strategia di De Corato eMoratti della sistematica chiusura di tutti glispazi (abbiamo precisa memoria delle ope-razioni nei confronti dei circoli Arci, Mon-luè, ma anche locali commerciali di circuitialternativi a quelli tradizionali). Primo passoquello dello sportello unico per autorizza-zioni, licenze e permessi. Secondo passo

Nel corso del mese di luglio sono uscitidiversi articoli che riferivano di progetti diinterventi del Comune di Milano sull'area Ti-cinese – Colonne di San Lorenzo, in rispostaalle esigenze dei cittadini residenti.Un po' ci siamo preoccupati. Il messaggioche emergeva forte e chiaro da quegli articoliera che la nuova amministrazione si appre-stava ad affrontare il tema con gli stessi stru-menti della scorsa amministrazione, quellatanto criticata della Moratti.Emergevano la necessità di chiusura antici-pata dei locali, chiusura della piazza, addi-rittura si parlava di nuovi recinti.Allarmati, abbiamo chiesto all'AssessoreFranco D'Alfonso (Commercio, attività pro-duttive, turismo e marketing territoriale) dinon limitarsi alle audizioni con Cittadini eCommercianti. A noi sembrava che man-casse un pezzo del puzzle.Luca Gibillini, consigliere Comunale di Sel,si è occupato di mettere insieme un'eteroge-nea delegazione che provava a rappresentareun punto di vista diverso: quello dei frequen-tatori dell'Area Ticinese, quella degli osser-vatori privilegiati dalla parte dei “fruitori”.Flavio Pirini (cantautore e animatore di Mi-lano l'è bela - movimento nato per promuo-vere la cultura e l'aggregazione a Milano),Fabrizio Nocera (promotore di eventi), Car-lotta Cossutta (Milano Movida), Carlo Ro-dondi (ricercatore), Stefano Villani (Alteregoe abitante in Colonne di S.Lorenzo), Tom-maso Matteocci (musicista, videooperatoree frequentatore), Jacopo Rossi (cons. zona 9e frequentatore).È evidente che, mentre per commercianti einquilini è semplice essere rappresentativi,per i fruitori delle piazze è un compito quasiimpossibile.Le politiche pubbliche del Comune devonoessere conseguenti alla campagna elettoraleche si è dispiegata nella città negli ultimimesi, con le sue parole d’ordine di città vi-va, aperta, accogliente, con luci che l’accen-dano tutto l’anno, dato che soprattutto sulleali di una visione strategica complessiva sisono costruite le fondamenta per la parteci-pazione e il coinvolgimento dei cittadini.Le parole, in questo quadro, sono quanto maiimportanti. Movida e popolo della notte ri-chiamano, di conseguenza alla campagnacriminalizzante messa in campo negli ultimianni, a devastazione e vandalismo se nontalvolta degenerazioni quali violenza e peri-colosità. Uscire da queste parole e dalle immagini cherichiamano, significa uscire finalmente dalla

quello di mettere mano ai regolamenti comu-nali e rendere più facile e agevole l’aperturadi spazi aggregativi. E poi: assegnazione di spazi demaniali perfini ricreativi e culturali, ma anche una rifles-sione concreta sul tema della mobilità serale.Moltiplicare gli spazi e permettere gli spo-stamenti significa non congestionare alcunearee, ma anche fare di Milano una città piùviva, accesa e accogliente. Significa ancheoffrire economia, lavoro e cultura alla città,Significa Turismo, significa restituire a Mi-lano lo status di città europea, accogliente e,perché no, inclusiva e che offra opportunitàdi mettere a verifica il proprio talento per ipiù giovani. Significa anche, nel frattempo,alleggerire dalle spalle dei residenti dellepoche aree oggi disponibili l’oggettiva diffi-coltà di convivere con esigenze diverse dalleproprie e anche ai commercianti avere più“bacino di utenza” e risorse da investire inproduzione culturale e aggregativa. Un'ultima osservazione: abbiamo notato latentazione di fare una distinzione netta tra“buoni fruitori” e “cattivi fruitori”. Buonifino alle 2 di notte, cattivi dopo le 2. Pen-siamo che sia un profondo errore. La distin-zione tra buoni e cattivi non ci piace. Lepolitiche pubbliche del comune dovrebberoconcentrarsi sulle opportunità per tutti, inquanto cittadini, non in quanto buoni o cat-tivi. A prescindere dagli orari, dall’età, datutto, trovando il modo di includere e non dimarginalizzare quella composita e (di fatto)incomprimibile esigenza di socialità sponta-nea, che si esprime anche al di fuori dal cir-cuito commerciale strettamente inteso. È compito riservato, fortunatamente, alleforze dell’ordine e non certo a steward, vi-gilantes o buttafuori, far rispettare la legge,che c’è e non può fare distinguo sull’orarioin cui si infrangono o meno le norme. Leggiche sono già scritte e che sono giustamentedi competenza altrui.Siamo contenti di aver visto sensibilità e so-stanziale condivisione da parte dell’Asses-sore che abbiamo incontrato. Bisogna peròarmarsi di coraggio e investire nella nostracittà. Dare segnali chiari di discontinuità e diapertura. Il segnale della chiusura anticipatadei locali non andrebbe in quella direzione.L’apertura di spazi chiusi dalle politiche re-pressive degli ultimi anni, invece sì.

da www.arcimilano.it

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arcigirodipadania

Follia dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale)

Il Giro della Padania è servito!

Di fronte a politiche economiche di-sastrose, con tagli sempre più pesantial welfare, a un complessivo impove-rimento di lavoratori e pensionati e auna brutale precarizzazione delle vite,i leghisti cercano rozzamente di disto-gliere l'attenzione dalla crisi tornandoa sproloquiare su secessione e identitàetnica sfruttando una madornale to-pica dell'UCI (Unione Ciclistica Inter-nazionale) che ha inserito nel propriocalendario internazionale (sic!) il Girodella PadaniaSi comincerà il 6 settembre a Paesa-na, in provincia di Cuneo, dove la set-timana successiva Bossi preleveràl'acqua delle sorgenti del Po in un'am-polla, mentre la quinta e ultima tappasi svolgerà tra Rovereto e MontecchioMaggiore (Vicenza) “stranamente”poco prima della tradizionale Festa deipopoli padani a Venezia, dove avrannoluogo gli ormai altrettanto tradizionalisproloqui dei leaders leghisti.Con questo Giro, inserito nel calenda-rio ufficiale dell'Unione Ciclistica In-ternazionale, la Lega Nord, inventan-dosi l’inedito ruolo di paladina del ci-clismo, punta a recuperare quel mar-gine di consenso che ha perso e con-tinua a perdere.Ci troviamo davanti a un altro espli-cito tentativo di far riconoscere la le-gittimità di quella che chiamano Pa-dania: un territorio i cui confini nonsono rintracciabili sulle mappe, mache nelle loro menti serve a escludereil diverso in un percorso nel quale ilpartito è riuscito a istituzionalizzare ilrazzismo contro i migranti attraversoleggi come la Bossi-Fini e la carcera-zione preventiva nei cosiddetti C.I.E.(Centri d'Identificazione ed Espul-sione)La Lega Nord ha da sempre levato labandiera dell'intolleranza e a livellonazionale e a livello locale i leghistinon perdono un giorno per inscenareproteste indegne contro gli immigrati,i mendicanti e i rom.Il “Giro della Padania” sarà quindianche spazio di intolleranza oltre chevetrina di un'idea separatista che ètanto ridicola quanto pericolosa.Ci indigniamo infine per un uso di-storto dello sport, poiché crediamo inuna pratica sportiva che non si faccia

carico di istanze separatiste e che nonsia assoggettata a un partito razzista.Ovviamente se al Giro d’Italia il vinci-tore festeggia in maglia rosa, al Tourin maglia gialla, alla Vuelta in magliarossa, di che colore poteva essere lamaglia del vincitore del Giro di Pada-nia se non verde, il colore simbolodella Lega Nord?Un giro, per sua stessa definizione, do-

vrebbe essere una cosa che unisce enon che divide. Scopo, questo, fintroppo scoperto dell’ultima creatu-ra inventata dalla Lega Nord per por-tare alimento al progetto separatista diuna padania inesistente anche comeespressione geografica.

a.r

Lettera Aperta

Al Presidente

della Federazione Ciclistica Italiana

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha scritto la se-guente lettera aperta al presidente della FCI:

Lettera Aperta Al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana

Caro Presidente,Sono venuto a conoscenza che nel calendario delle corse ciclistiche su strada perprofessionisti, quest’anno, dal 6 al 10 settembre, è previsto il giro della Padania.Questa corsa a tappe partirebbe da Paesana, in provincia di Cuneo – la località incui la Lega Nord celebra da vari anni i suoi riti druidici – per terminare a Montec-chio Maggiore in provincia di Vicenza.Le scrivo per segnalarle il mio stupore e il mio disappunto per la volgare strumen-talizzazione a cui si presta la Federazione Ciclistica Italiana per fini politici diparte.Che il partito politico Lega Nord abbia il proposito sovversivo di spezzare lo statoitaliano e di dar vita a un fantomatico stato della Padania è un delirio che ascol-tiamo tutti i giorni. Fatto sta che però la Padania non esiste. Esiste il Veneto, la Si-cilia, il Piemonte, ma – al di là della propaganda politica – non mi risulta esista osia mai esistita una entità geografica che risponda al nome di Padania.Perché la FCI si presta a una vergognosa operazione di parte e - visto che la LegaNord è al governo e vanta numerose poltrone da Ministro e Sottosegretario – diRegime?Mi risulta anche che il primo in classifica del giro della Padania indosserebbe lamaglia verde. Mi pare che siamo alla pura e semplice riedizione dell’epoca fascista,in cui un regime imponeva la sua ideologia politica a tutti gli italiani.Le invio quindi questa lettera aperta per chiederle di cancellare immediatamentedal calendario della Federazione il giro della Padania, perché si tratta di una inac-cettabile operazione di regime, incompatibile con il quadro Costituzionale in cuitutti, anche la Federazione Ciclistica Italiana, si devono muovere

Distinti saluti

Paolo FerreroSegretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

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arcicultura

Arcumeggia (VA) Passi diVersi,

rassegna nazionale di poesia

ARCI c’eraArcumeggia, un nome indefiniti-vamente conosciuto perché accom-pagnato alla storia di un amico chevi organizza dei percorsi culturalinei periodi soprattutto estivi di va-canza e illuminato dai suoi raccontie dalle poche altre informazioni tro-vate nel computer e nella memoriacollegate agli affreschi dipinti a par-tire dagli Anni Cinquanta sui muridelle sue case da un vivace e moltoattivo cenacolo di famosi artisti chenel gratuito romitaggio esercitavanoantiche pratiche di bottega e di de-vozione artistica. Un nome che evo-cava sentieri alpestri, passeggiatesalutifere e quella solitudine del-l’anima rallegrata delle poche eamicali presenze che costruisconoamicizie e complicità fantastichelontani dai clangori della città. Inquesto luogo più della fantasia chedell’esperienza accompagno l’ami-co Michel Koffi Fadanougbo griotafricano, musicista, scrittore, ma so-prattutto intricante affabulatore digruppi coesi di bambini, giovani eanziani, ma anche di quella indi-stinta umanità che si può trovare inuna piazza, invitato a tenere in se-rata una sua performance. La mani-festazione “Passi Diversi“ nell’arcodi due fine settimane dal 22 al 31 lu-glio si dipanava nei cortili, nellepiazze e nei vicoli di Arcumeggiaospitando poeti, scrittori, musicistiin un interessante seguito di artistilocali e milanesi, importanti edesordienti, arricchito da mostre e vi-site al museo all’aperto che è ilpaese. Dopo un ardito viaggio di

scontrosi tornanti che ci portanodalla valle ai circa 600 metri doveè collocata Arcumeggia, ci ritro-viamo in un seguito di stradine or-dinate e accoglienti fino ad arrivarein un delizioso cortile dove Grego-rio Cerini sta recitando, in un dia-letto difficile ma non incompren-sibile anche per la sua forte arguziainterpretativa, alcune sue composi-zioni. Una visita agli affreschi conle storie e gli aneddoti che li ac-compagnano fino ad arrivare, dopouna leggera cena nell’ospitale al-bergo, all’atteso concerto nella pic-cola piazza davanti. In poco tempocon un lavoro che coinvolge tutti ipresenti si monta l’impianto, sipiazzano le sedie, si forma una gre-mita platea, il 90 per cento dei 65abitanti, e si inizia. Prima i salutiagli organizzatori con la canzoneaugurale e poi via con forza, guidatie coinvolti dall’energia degli stru-menti di Michel e dal Sassofono delsuo accompagnatore Gregorio. Unseguito di ritmi e di canzoni ora inlingua tribale, ora accennati in ita-liano, che piace e impegna il pub-blico presente che partecipa e ac-compagna e che dimentica anche ilfreddolino pungente che a un certopunto compare. Dopo circa un’orae mezza di concerto, gli applausi egli abbracci ed è bello un musicistabeniniano che intrattiene in unamontagna del Varesotto un convintopubblico. Una situazione reale cherende lontani e irreali i proclami e irazzismi gridati dai media. Storienon isolate ma che si ripetono sem-pre più nei paesi e nelle città del-l’Italia reale e che ci fa ragionaresu di un paese futuro a più voci, piùricco di libertà e di culture, di sta-bilità e di intelligenze. Una solanota triste. Cosa sarà dei tanti paesicome Arcumeggia, piccole perle diquella ricca e fiorita rete di insedia-menti preziosi e magnifici nella loroarmonica e minuta composizioneche hanno fatto la storia e la bel-lezza del nostro paesaggio umano eculturale.

Geppino Materazzi

Le sfide mi hanno sempre attratto. Eportare la poesia in Arcumeggia, un di-screto e appartato luogo sacro dell'affre-sco e come tale conosciuto e ricono-sciuto, è stato sicuramente una sfida.Tutte le generazioni e quasi tutte lescuole erano rappresentate. Dagli an-ziani accademici Tomaso Kemeny eGiancarlo Majorino ai giovani Restellie Mattio. Quattro le poetesse: Giusi Bu-sceti, Barbara Gabotto, la svizzera AnnaRuchat e Rita Pacilio, poetessa cam-pana, a mio avviso una delle voci poe-tiche più interessanti e promettenti diquest'inizio di millennio.Molti, a mio avviso, i momenti alti esuggestivi: le lezioni di Kemeny, le con-versazioni nei cortili, alcune quasi im-provvisate, di Majorino; il fascino dellavoce di Barbara Gabotto, a formare conGiacomo Guidetti il duo Poemus; ladrammaticità di Anna Ruchat, accom-pagnata da uno spettacolare GianniMimmo al sax soprano; l'espressivitàaggressiva del griot africano MichelKoffi; la sensualità trattenuta di Rita Pa-cilio accompagnata dal sax di GiovanniFranzetti.Un discorso a parte meriterebbero lapoesia ironico-civile di Fulvio Bella, lestrampalate caustiche poesie di Gia-como Guidetti; le rime arcumeggiane diGregorio Cerini e la frequentata mostrafotografica dedicata ai poeti dagli AnniCinquanta a oggi di Giorgio Longo, ilpiù noto poeta visivo italiano.In conclusione sono contento della par-tecipazione del pubblico, a volte mag-giore di quelle registrate in sofisticate epompose sale di lettura milanesi, un po'meno della partecipazione dei rappre-sentanti delle istituzioni promotrici del-l'iniziativa, che forse non hanno com-preso il senso di sfida dell'iniziativastessa.Soprattutto sono contento che tutti ipoeti partecipanti abbiano risposto conentusiasmo all'invito di lasciare alcuniversi da riportare su mattonelle di cera-mica che saranno affisse lungo un murod'Arcumeggia.

a.r.Un suggestivo scorcio di Arcumeggia.Sullo sfondo un affresco di Migneco

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arcicarroponte

ARCI AL CARROPONTEappuntamenti di settembre

GIOVEDÌ 1 SETTEMBREFESTA DI SINISTRA, ECOLOGIA E LI-BERTÀ. RADICI NEL CEMENTO INCONCERTOOre 22Ingresso con offerta liberaLe Radici nel cemento, storica formazione

r e g g a edella scenar o m a n a ,sono unam e t a f o r adella tradi-zione e del-la memoriastorica in

una società, come la nostra, che dimenticatroppo in fretta il suo passato: allo stessomodo di quei grossi alberi ai lati delle strade,che sembrano soffocati dall’asfalto, ma rie-scono a sviluppare le radici da cui traggononutrimento, fino al punto di incrinare, cre-pare e spaccare il cemento, così il mondo oc-cidentale deve esercitare la capacità diricordare ed imparare dal passato, suo e diculture ‘altre’, se vuole risolvere i problemie le contraddizioni generati dal suo rapidosviluppo.OPENING ACT: DUSTOre 20.00Dalle 15.30 alle 24.00Ore 24.00 Bravi Ragazzi Dj Set

VENERDÌ 2 SETTEMBREFESTA PROVINCIALE DI SINISTRAECOLOGIA E LIBERTÀNICCOLÒ FABI IN CONCERTOOre 21.30Ingresso 10€Il Solo Tour, che ha raccolto sold out neiprincipali teatri italiani e importanti ricono-scimenti di critica, Niccolò Fabi torna intour con la propria band. Niccolò è figliod’arte: il padre, Claudio, è stato uno dei più

tacolo capace di bloccare, provocare e com-muovere. Andrea si presenterà sul palco conun musicista, unabase musicale asciut-ta che aiuta sospin-ge e potenzia le pa-role, gli ammicca-menti, gli sguardidell’attore cantan-teromano. Razzis-mo'basta! è un viaggiotra i razzismi impli-citi ed espliciti, fuoridalla retorica e dateorie consolatorie. Razzis-mò basta è unviaggio dentro sé stessi e gli altri, all’insegnadell’ironia tagliente e calda di Andrea Ri-vera.

LUNEDÌ 5 SETTEMBREARTURO FIESTA CIRCO IN CON-CERTOOre 22Ingresso gratuitoIn un grande bicchiere da cocktail, un vec-chio barista molto molto esperto, fece scivo-lare blues, jazz, la cara canzone d'autore,una briciola di Brassens, e una punta di folkda osteria. Dopo aver ben miscelato, lo as-saggiò: aveva inventato il Circo. Questa ini-mitabile orchestrina, guidata dal capobandaSergio Arturo Calonego, ruba da ogni ognitasca una nota, un gusto, un suono, un sor-riso, e lo trasforma in una pista di sabbiadove uno dopo l'altro si esibiscono domatoridi leoni, delicate danzatrici, clown e ubria-coni. Tra Paolo Conte, la chanson francaise,il root blues e il free jazz.ARCI REAL ON STAGE: DELUDED BYLESBIANS IN CONCERTOOre 21.00Ingresso gratuito

importanti produttoridiscografici degli anniSettanta (PFM, Al-berto Fortis) e nonsolo. La sua espe-rienza parte da Ro-ma, la città dove ènato nel 1968 ed è in-serito nel suo fervidoambiente musicale diinizio Novanta, assie-me a nomi come Da-niele Silvestri, Max Gazzè, Federico Zam-paglione, Riccardo Sinigallia. Nel 1997, conCapelli, vince il Premio della Critica nelleNuove Proposte al Festival di San Remo.OPENING ACT: MICOL MARTINEZOre 24.00 Dj Set Psydub by Face

SABATO 3 SETTEMBREFESTA PROVINCIALE DI SINISTRAECOLOGIA E LIBERTÀOFFLAGA DISCO PAX IN CONCERTOOre 22Ingresso 5€Il trio reggiano che ha lasciato il segno con“Socialismo Tascabile” e "Bachelite" è or-mai uno dei nomi più importanti della scenaitaliana. Dopo aver chiuso il 2010 con il"Prototipo Tour" nel 2011 saranno in tourper poche date selezionate dove presente-ranno in anteprima nuovo materiale.OPENING ACT: EVA MON AMOUROre 20.00Ore 17.00 Zia Lollo Dj Set

DOMENICA 4 SETTEMBREANDREA RIVERA in “RAZZIS – MO'BASTA!”ore 21.30Ingresso gratuitoAndrea Rivera e il suo teatro concerto: unconcentrato di musica, battute, trovate ful-minanti e canzoni che restituiscono uno spet-

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arcicarroponte

ARCI AL CARROPONTEappuntamenti di settembre/2

MARTEDÌ 6 SETTEMBRESTEFANO VERGANI & ORCHESTRINAACAPULCO IN CONCERTOOre 22.00Ingresso gratuitoARCI REAL ON STAGE: NEBBIA INCONCERTOOre 21.00Ingresso gratuitoNel 2009 i Nebbia autoproducono l'ep“Scorpione”, in cui sono raccolte le loro 4canzoni più rap-presentative, eche nel 2010 glidà la possibilitàdi suonare incontesti di ri-chiamo naziona-le: vengono scel-ti per aprire l'esibizione di Charlotte Gain-sbourg al Traffic Free Festival di Torino,sono ospiti nello spazio MTV del festivalTNT di Roma e partecipano al Fuori Sta-gione di Torino. Entrano a far parte del cir-cuito Arci Real Tour Piemonte grazie alquale si esibiscono all'Atellana Festival diSuccivo (CE), al MEI di Faenza e in altriclub del Piemonte.In questo periodo, ilgruppo sta realizzando le canzoni che sa-ranno contenute nel primo vero album

MERCOLEDÌ 7 SETTEMBREALMA ROSÈ PRESENTA "MAPUTERRA" CON MANUEL FERREIRA EDELENA LOLLIOre 21.30Ingresso 10€Dalla Patagonia a Milano, un viaggio alla ri-cerca della propria terra. Mapu significaTerra, nella lingua mapuche. Così chiamanola terra Atilio e Rosa Curinanco, una coppiamapuche che nel 2003 torna a vivere nellapropria terra, in Patagonia, ma viene sfrat-

tata dal grup-po Benettonche nel 1991acquista circaun milione diettari patago-nici, in cui ècompresa la

terra che loro rivendicano come propria.Atilio e Rosa Curinanco sono venuti in Italiaa raccontare la loro storia. Noi siamo andatiin Patagonia. Partiamo dal caso Curi-nanco/Benetton e arriviamo a interrogarcisulla nostra terra, fatta di asfalto: la città.Cosa è la “terra” per chi vive in città? Unacittà che abbiamo tutti i giorni sotto i nostriocchi. Fatta di piazze vuote e rassegnate alpiù vicino shopping center. Invasa dal traf-fico e dal cemento. Popolata di appartamentie di gente appartata. Una città dove inmezzo al cemento sono rimasti imbrigliatianche la relazione, gli incontri. Ripensandoa Rosa e Atilio, che stanno ancora lottandoper riavere la propria terra, ci si rivede

spaesati e arresi di fronte alla città che cam-bia. Ma venendo dalla Patagonia e riguar-dando Milano nasce anche il desiderio diritrovare nella città una “terra”

GIOVEDÌ 8 SETTEMBREBLONDE REDHEAD IN CONCERTOOre 21.30Ingresso 15€I Blonde Redhead (Kazu Makino, SimonePace e Amedeo Pace) sono sempre stato ungruppo in grado di rinnovarsi di album inalbum. Si mettono alla prova a ogni occa-sione, e i ri-sultati sonosempre statistraordinari.La loro mu-sica vieneispirata dallestesse emo-zioni, ma i gusti e i modi in cui vengonoespresse sono in costante evoluzione. IBlonde Redhead sono riusciti a far sbocciareun fiore di grande bellezza, che risponde alnome di Penny Sparkle, il loro ultimoalbum. Nonostante la strada tortuosa intra-presa per la sua realizzazione Kazu in pro-posito ha detto: “So che non abbiamo maifatto un disco del genere, e se potessi tornareindietro lo rifarei esattamente allo stessomodo”. E se la band è contenta, di conse-guenza dovremmo esserlo tuttiOPENING ACT: LA BLANCHE ALCHI-MIE

VENERDÌ 9 SETTEMBREBLOOMLIVE FESTIVAL: VERDENA INCONCERTOOre 21.30Ingresso 10€Dopo una sessione invernale ovunque soldout i Verdena continuano durante l'estatecon una serie di importanti esibizioni tra cuiil prestigioso Sziget festival di Budapest,Heineken Jammin Festival, Italia Wave eFlippaut Reloaded. A settembre il Wow tourfa tappa anche nella suggestiva location delCarroponte di Sesto San Giovanni, ad arric-chire il prestigioso cast del Bloomlive festival Dopo il lungo e fortunato tour di “Re-quiem”, un album maturo che delineava unsuono e uno stile unico, Verdena spengono iriflettori chiudendosi in quell’isolamentoche da sempre li contraddistingue. Da allorasono passati quasi tre anni; nessuna notizia,nessuna apparizione. Tre anni trascorsi insala di registrazione, ai piedi del monteMisma, nel loro Henhouse Studio e un silen-zio che ha creato molta attesa. Una lunga esofferta gestazione che si chiude con l'uscitadi ”WOW”” il 18 Gennaio 2011. Un impo-nente doppio album composto da 27 tracce.Tutto è mastodontico eppure condensato emesso definitivamente a fuoco. Un suononuovo che riverbera e oscilla fra anni ’70 eun ipotetico futuro senza soluzione di conti-

nuità, destabilizzando l’ascoltatore che nonpuò fare altro che aspettare questo caldoflusso di lava creativa. Pianoforti sempre più in evidenza, chitarreche tentano di assecondare l’idea piuttostoche aggredirla, una cura sempre maggiorealle liriche e una sezione ritmica come sem-pre d’impatto fanno di questo lavoro unesempio di nuova psichedelia libera daschemi. Un album che fa dell’emotività edell’eclettismo i suoi punti di forza, fug-gendo in qualsiasi direzione per non farsi ca-talogare ma arrivando inevitabilmente acolpire per la purezza con la quale ogni ar-gomento musicale viene trattato: sia esso ilfolk stellare (Razzi, Arpia, Inferno e Fiam-me), il prog amniotico (Sorriso in SpiaggiaPT. 2, Le Scarpe Volanti), il pop etereo (Sce-gli Me -un mondo che tu non vuoi-, Gratta-cielo), la ballad ricoperta di polvere(Canzone Ostinata) o ancora i distillati dallacarica rock'n’roll tipicamente Verdena (LuiGareggia, Sul Ciglio). “Wow” è troppo varioper potere essere raccontato in poche righee troppo complesso per cercare di trasmet-terne la sua alchimia. Ciò che è chiaro è che con questo doppioalbum Verdena, confermano la propria in-dole e il proprio sguardo fisso sulla musica.Uno sguardo appassionato, spontaneo, li-bero.

arcireportmilanoAnno IV - numero 9

settembre 2011Suppl. ad Arci Notizie, aut. trib. n°298dell'8/6/1985 del tribunale di Milano

direttore responsabile, Luigi Lusenti

Hanno collaborato a questo numero:Graziano Fortunato, Ideanna Giuliani, Carla-stella Mataloni, Geppino Materazzi, Anita Pi-rovano, Ilaria Scovazzi, Luca Tripeni ZanforlinIn redazione: Valentina La Terza, Emanuela Longo, AdelioRigamontiDirettore responsabile del supplemento:Emanuele PattiEditore: Arci Nuova Associazione MilanoRedazione: Milano, via Adige 11

arcireportmilano è rilasciatonei termini della licenza

Creative CommonsAttribuzione -Non commerciale -

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arciedintorni

SABATO 10 SETTEMBREFABRI FIBRA IN CONCERTOOre 21.30“Controcultura Tour Estate 2011” corona

un periodo di gran-di successi per FabriFibra e si chiudeproprio con lo spet-tacolo del 10 settem-bre al Carroponte diSesto San Giovanni. Con la sessione in-vernale del tour hacollezionato una se-

rie di sold out con grandissimo anticipo re-gistrando più di 50.000 spettatori. Con-temporaneamente l’album CONTROCUL-TURA (Universal Music Italia) ha raggiuntoil disco di platino, come i singoli Tranne Tee Vip in Trip. Sul palco insieme a Fibra la fe-dele crew composta da Entics come raddop-pio alle voci e da Dj Nais e Dj Double S inconsolle.

DOMENICA 11 SETTEMBRETHE MORABEATLES + DISKANTO INCONCERTO

LUNEDÌ 12 SETTEMBREALMA ROSÉ presenta "FABRICAS“, diManuel Ferreira ed Elena LolliFabricas è l’ ultimo progetto della Compa-gnia Alma Rosé che va a completare la tri-logia iniziata con lo spettacolo Gente comeuno e continuata con Mapu Terra. Fabricas è la storiadi uomini e donneche rifondano unmondo nuovo, attra-verso l’esperienzadella fabbrica recu-perata. Le imprese recupe-rate, che sono attual-mente circa 200 inArgentina, sono im-prese occupate e fat-te funzionare dai la- vo-ratori, dopo l’abbandono dei loroproprietari, per potere sopravvivere. Per ri-metterle in attività, i lavoratori hanno ri-schiato personalmente, hanno imparato afare funzionare i macchinari, a rimettere inmoto la produzione, ma anche a crearenuovi presupposti di convivenza civile. Ripercorrendo le storie di quattro fabbricherecuperate argentine (Tipografia Chilavert,Grafica Patricios, Cooperativa La Juanita,Grissinopolis) vogliamo dare voce a chi oggista sperimentando non solo una riorganiz-zazione diversa del lavoro, ma anche dellapropria vita e del rapporto con una comu-nità

MARTEDÌ 13 SETTEMBREJOHN DE LEO IN CONCERTOOre 21.30

Ingresso 5€Cantante, compositore, performer.Nato a Lugo (RA) il 27 maggio 1970, JohnDe Leo è da molti considerato la voce più in-teressante del panorama musicale italianodell'ultimo decennio.Una voce-strumento, ora calda, grave, oraacuta, graffiante, le cui fondamenta Soulsorreggono un vasto itinerario musicale chespazia dal Jazz dei Crooner, al Rock, al Dub,alla Contemporanea.Due Festival di San Remo '99 e 2001 vin-cendo un Premio della Critica e due Premicome miglior Arrangiamento, tre volte al I°Maggio di Roma (edizioni '99, 2001 e 2002),Premio Tenco '99 primo classificato con l'al-bum "Rospo", Umbria Jazz 2003. Quattro i dischi di John con Quintorigo editida Universal. Nel Teatro ha presentato al-cuni spettacoli multimediali tra Musica, Re-citazione e Video-installazione in rassegneinternazionali: "Songs" con Carlo Lucarelli,"Intersezioni Virali" con Gian RuggeroManzoni, "Monsters" con Danilo Rea (Fe-stival Internazionale di Roccella Jonica '04),"Village Vanguard Lives" con Paolo FresuQuintet, "Reietto" e "Scrittori italiani" (Ro-maeuropa Festival '07) con Stefano Benni,"Centurie" con Lietta Manganelli (Festivaldella Letteratura di Mantova '07).John De Leo Trio e Stefano Benni incidono"Vedrai,Vedrai/Un giorno dopo l'altro/Re-peat and fade" per la compilation tributo aLuigi Tenco "Come fiori in mare" (Lilium2001).Il nuovo CD di John De Leo "Vago Sva-nendo" (Carosello 2008) prodotto da AdeleDi Palma ha vinto il Premio della Criticadella rivista "Musica&Dischi".Vago Svanendo è stato presentato dal vivo a:Festival Eurosonic 2008 (Grand Theatre Updi Groningen - Olanda), La Milanesiana2008, Blue Note (MI), XX Festival di VillaArconati, Casa del Jazz di Roma, ItaliaWave Love Festival 2008, Auditorium Parcodella Musica (Roma), Premio De Andre'2008 e Premio Ciampi 2008.OPENING ACT: LE GROS BALLON

MERCOLEDÌ 14 SETTEMBRETEATRO AL CARROPONTE: PAROLED'ONOREOre 21.30Ingresso 10€Parole d’Onore porta in scena il pensieromafioso. È la rappresentazione, senza reto-rica e senza compromissioni culturali o ideo-logiche, di un altro mondo: quello della CosaNostra siciliana. È un’esplorazione nelle ter-re di mafia. Dove si ascoltano voci che sal-gono minacciose, dove si sente il respiro diquegli uomini che hanno terrorizzato per de-cenni la Sicilia e anche l’Italia. Un mondoavvolto nella paranoia, nella violenza, in undelirio di onnipotenza che ha spinto i mafiosia scatenare una vera e propria guerra con-

tro lo Stato. Parole d’Onore è un catalogodei loro «discorsi» e dei loro «ragiona-menti». È la loro «parlata» che non è solo unlinguaggio e non è solo un codice: è eserciziopermanente di potere.Protagonisti sono sol-tanto loro. I mafiosi. Si svelano per la primavolta per ciò che sono. Senza pudore. Neemerge la loro spietatezza, la loro moralitàe quella che loro chiamano «la dignitudine».Dice uno degli uomini d’onore della CosaNostra siciliana: «Perché in Sicilia, quello acui non si può rinunziare, è la considera-zione che gli altri hanno per te». A metà frail viaggio nella Sicilia più tribale e fra i mi-steri più indicibili. Così, senza mediazioni,emerge la vicenda siciliana più infame. Èproprio in questa «crudezza» il valore edu-cativo di Parole d’Onore. Una rappresenta-zione lontana dai luoghi comuni e dai toni diuna certa antimafia declamatoria, uno spet-tacolo teatrale che racconta la mafia sici-liana per quello che è: senza aggettivi. Èforse il miglior modo – crediamo – per farscoprire a tutti quell’infame realtà criminaleche ha tenuto in ostaggio la Sicilia pertroppo tempo. Non c’è bisogno di spiegare espiegare e ancora spiegare quanto siagrande la ferocia dei mafiosi. Non c’è biso-gno di chiarire o commentare. Con la mafianon c’è niente da chiarire. È tutto oscuro etutto alla luce del sole. Sono loro che si sve-lano per quello che sono. Con le loro gesta.Con le loro parole. Sono loro stessi che sirappresentano. Mafiosi.

VENERDÌ 16 SETTEMBRETERESA DE SIO IN CONCERTOOre 21.30Ingresso 12€“Sacco e Fuoco”, il cd di studio più recente,era stato frutto di una lunga gestazione, so-prattutto per quello che riguardava la ste-sura definitiva dei testi. Anche il lavoro distudio era stato elaborato: lunghi mesi in-vernali passati tra Roma e Civitavecchia,davanti al mare, nello studio di Max Rosati,suo chitarrista e co-arrangiatore. Tra l’uscita di quel lavoro e il ritorno in saladi registrazione, Teresa aveva macinato uncentinaio di concerti, tour internazionali(Germania e Stati Uniti) e, soprattutto, lapubblicazione del suo primo romanzo,“Metti Il Diavolo A Ballare”. Con quest’ul-timo aveva ottenuto un eccellente riscontrodi critica e pubblico, ottenendo anche im-portanti premi letterari. Ma nell’inverno del 2010 era maturatal’idea di dare un seguito alla sua discografia.Le canzoni allora erano ancora a uno statoembrionale: qualche idea musicale, alcunitesti in evoluzione. C’era indecisione soprat-tutto sui tempi. È del resto proverbiale lacura e l’attenzione che la De Sio impiega insala soprattutto per gli arrangiamenti... La spinta iniziale è arrivata da un branoscritto da Teresa (testo e musica) intitolato

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arciedintorni

“L’Amore Assoluto”, composto nell’agosto2010 quando era stata ospite di Dori Ghezziall’Agnata, la tenuta sarda di De André, perla sesta edizione del Festival dedicato a Fa-brizio. Per l’occasione Dori aveva suggeritoa Teresa di provare a fare qualcosa di esclu-sivo per il Festival, e l’idea si era concretiz-zata con la traduzione in italiano di “Creuzade Ma”. Un lavoro complesso e pieno di re-sponsabi-lità, datal ’ impor-tanza diquel bra-no e il le-game conFabrizio,che si eras e m p r edimostra-to pieno diaffetto edi stimanei con-fronti diT e r e s a ,fino a par-t e c i p a recon un ca-meo voca-le di “UnL i b e r oCercare”. Un altro brano praticamentecompleto era “Brigantessa”, quasi un se-guito della canzone “Sacco e Fuoco”, qui de-cisamente divenuta grido di battaglia e didistinzione. E poi “Canta Cu Me”, deliziosoaffresco malinconico, ma anche speranzoso. La sorpresa per il team di produzione è ar-rivata con l’idea di Teresa di riarrangiare ecantare “Inno Nazionale”, di Luca Carboni.Un brano interessante, in sintonia con l’ideadi Teresa sulla localizzazione e globalizza-zione, perfetto per i 150 anni dell’Unitàd’Italia, totalmente personalizzato con unarrangiamento pieno di fuoco, secondo lesue abitudini musicali. Mentre il lavoro in studio procedeva, nasce-vano anche altre canzoni, prepotenti come itempi chiedono. Un brano come “Basso Im-pero” è la ‘materializzazione’ di questo statod’animo. Come per altri aspetti lo è l’ ultimo inseri-mento nella tracklist (ma che nei fatti aprel’album), ovvero la versione in italiano di“Tutto Cambia”, brano straordinario diMercedes Soza che Teresa canta con istintivanaturalezza: ne sono state realizzate soltantodue takes, e la prima di queste è poi andatasul disco. “Non Dormo Mai Tutta la Notte”dice Teresa: potenza dell’insonnia, che fa-cendo dormire poco la De Sio, le permette discrivere canzoni come quelle di questo la-voro, forse il più sincero, concreto e appas-sionante di tutti i dischi finora realizzatidalla cantautrice napoletana.

SABATO 17 SETTEMBREBANDABARDÒ IN CONCERTOOre 21.30Ingresso 13 €Con i suoi oltre 1000 concerti e 18 anni di at-tività la Bandabardò può chiamarsi a buondiritto una delle live band più vitali in Italia.I loro concerti sono feste straripanti d’af-fetto: il pubblico vi partecipa numerosis-simo, can-tando infa-t i c a b i l eogni can-zone, duet-tando con-tinuamen-te con gliartisti sulpalco, senza perdersi un solo verso, in unoscambio d’intesa che non smette mai di sor-prendere la Banda stessa. E questo affetto sitraduce in grandi numeri ormai non più soloai concerti, ma negli stessi dati di vendita,che vedono la Bandabardò

MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRETEATRO DELLE COOPERATIVA PRE-SENTA "UORA VU CUNTO - OVVERO ILRE TOPO FA ALLA GUERRA" di Dome-nico Pugliares e Renato SartiOre 21.30Ingresso 10€“Il re topo fa alla guerra” è una storia “fan-tastica”, un’invenzione, una visione, un’ im-maginazione dove gli animali di un’aiavivono un’avventura attuale ma eterna nellastoria dell’umanità: la guerra. È una meta-fora sulla stupidità dell’uomo traslata nella

“irrealtà”degli ani-mali. To-pi, capre,pecore emaiali sit r o v a n oad affron-tare unaterribileg u e r r a

contro i dinosauri. Chi vince alla fine? La saggezza, qualità chenoi uomini spesso abbandoniamo a se stessa.Ma “Il re topo fa alla guerra” è soprattuttotentativo e ricerca personale: tentativo dimescolare elementi della tradizione siciliana(i cunti e i canti) con elementi della Comme-dia dell’Arte con particolare riferimento aBeppe Nappa, unico zanni di origine sici-liana; è tentativo di trasformare la cadenzadelle filastrocche in ritmo recitativo.È ricerca di giochi di parole e di suoni, di ar-monie e disarmonie del dire nello sforzo ditrovare un linguaggio personale che partedall’amore per la propria terra. In scena unpersonaggio che narra la vicenda e un mu-sico che accompagna gesti e suggestioni.

Questa è la storia di un topo… e uora vocunto come fu.

GIOVEDÌ 22 SETTEMBREVIA AUDIO NIGHTIO?DRAMA IN CONCERTOOre 22.00Ingresso gratuitoDopo l'ottimo riscontro di pubblico e criticadell’album d’esordio “Nient’altro che ma-drigali” – Tube Records 2007 – seguito daun tour di oltre 100 date, i milanesiIO?DRAMA sono tornati promettendo no-vità stilistiche e un carattere più definito."DA CONSUMARSI ENTRO LA FINE"(Via Audio Records/Discipline/Venus Distri-buzione), prodotto da Paolo Mauri (tra lesue collaborazioni AFTERHOURS, LACRUS, PROZAC +, VERDENA) è un discoimpregnato di attualità e esistenzialismo,ambientato costantemente in un’atmosferametropolitana. La voce del frontman Fabri-zio Pollio guadagna in timbrica e teatralità.I testi sono più immediati così come gli ar-rangiamenti, più essenziali e diretti rispettoal precedente LP. Nonostante i muri di chi-tarre e i solidi groove, il sound è pervaso daun inedito approccio acustico, che risalta illato più cantautoriale della band.AIM IN CONCERTOOre 21.00Suoni ricercati e distorti ecco gli AIM, e illoro bersaglio sono il cuore e la testa delpubblico, che dall'Italia alla RepubblicaCeca fino in Scandinavia li ha amati e nonsmette di farlo. L'unica patria degli AIM è il palco, e chi liha visti una sera ve lo racconterà.Mani in fiamme sugli strumenti, e negliocchi di chi li guarda due gemelli e un soloFiore per farvi vivere sulla pelle la quietedopo la tempestaNINFEANERA IN CONCERTOÈ un alternative rock di forte impatto so-noro, quello dei Ninfeanera, che trasmette

immedia-tamente alpubblico lacarica die n e r g i ae m o t i v apropria deiloro testi edei loro ac-cordi.Il loro ge-nere uniscelinee melo-

diche orecchiabili a ritmiche di chitarragraffianti, alternate ad arpeggi vellutati emalinconici, con testi e cantato rigorosa-mente in italiano

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arciedintorni

VENERDÌ 23 SETTEMBREDANIELE SILVESTRI IN CONCERTOOre 21.30Ingresso 18€ + diritti di prevenditaDopo aver offerto un primo assaggio del suonuovo live sul palco del concertone delPrimo maggio a Roma, Daniele Silvestri èpartito con il nuovo tour 2011 il 21 maggiodal Palasport di Andria per attraversaretutta l’Italia fino a settembre. Daniele Silve-stri torna ad esibirsi sui palchi italiani frescodel successo di critiche e di vendite del suonuovo album “S.c.o.t.c.h.”, uscito nellescorse settimane e attualmente ai primi postidelle classifiche: un disco, registrato in presadiretta con la band che da sempre lo accom-pagna in tutti i suoi live, la cui continuazionenaturale non può che essere la dimensione“dal vivo”. Prodotto da Cose di musica erealizzato in Puglia, lo spettacolo si divideràin tre momenti: il primo, costruito sui branidi “S.C.O.T.C.H.”, avrà un andamento nar-rativo, simile a quello di un racconto. Il se-condo andrà ad attingere i brani dal re-pertorio di successi del cantautore. A metàtra le due parti dello spettacolo, si aprirà in-vece un vero e proprio set dance in cui ilpalco e i musicisti si adatteranno a una at-mosfera tipicamente da discoteca. Insieme aPiero Monterisi alla batteria, Maurizio Fi-lardo alle chitarre, Gianluca Misiti alle ta-stiere,Gabriele Lazzarotti al basso e RamonJosè Caraballo alla tromba e alle percussioni

DOMENICA 25 SETTEMBRELA FABBRICA DELLA MEMORIAOre 21.30Ingresso con offerta liberaDomenica 25 settembre andrà in scena alCarroponte “La Fabbrica della Memoria”,lo spettacolo della compagnia diretta daSara Valota Il Camaleonte, che racconta lastoria di Sesto S.G. attraverso la vita deglioperai della Falck. Uno spettacolo unico, in occasione dellagiornata di chiusura della stagione di eventiprogrammata dall’ArciMilano, con musicheoriginali di Alex Aliprandi suonate dal vivo,un corpo di ballo composto da 16 danzatoricontemporanei, video-proiezioni, foto inesclusiva delle aree dismesse di Raul Iaco-metti e Chiara Venegoni e con la voce nar-rante di Fabio Paroni. “Sono nata e cresciuta a Sesto San Gio-vanni” - dice Sara Valota, direttrice de Il Ca-maleonte e regista/coreografa dello spetta-colo - “Mio padre ha lavorato in Falck finoad arrivare alla pensione come dipendentedella Sondel. In questi anni ho visto Sestotrasformarsi, la gente cambiare, le fabbrichechiudere per lasciare spazi abbandonati. Vo-levo raccontare la storia ai giovani perchédevono sapere com’era Sesto quando la si-rena scandiva i turni di lavoro e il fumorosso tingeva il cielo... Per poter guardare al

futuro con l’esperienza del passato. Sonoloro che daranno nuovo significato alla no-stra città e a loro dedico questo spettacolo.” “Con riferimento alla candidatura di SestoSan Giovanni al patrimonio mondiale del-l’UNESCO per la categoria “paesaggio cul-turale evolutivo”, siamo convinti che unospettacolo di tale spessore, realizzato per lamaggior parte da professionisti sestesi, rap-presenti l’espressione di una comunanzad’intenti e uno strumento in più a sostegnodella stessa candidatura.“ Credits Regia e coreografia di Sara ValotaAttore: Fabio ParoniScenografie: Roberto Imen e Giulia VengoniCorpo di ballo: Alessia Bianchi, FrancescaColla, Monica Curti, Alessia De Leo, ValeriaGuzzo, Federica Imberti, Andrea Interlandi,Michael Pampalone, Cristina Pescatori,Luana Riverso, Lucia Rocco, Sara Valota,Alice Vavassori, Chiara Venegoni, Giulia Ve-negoniVoce e chitarra: Alex AliprandiViolino elettrico: Mariela ValotaBasso: Alessandro MuscilloBatteria e percussioni afrobrasiliane: Ja-copo PellegriniMusiche originali di Alex AliprandiFotografie di Chiara Venegoni e Raul Iaco-metti

Produzione video, sviluppo comunicazione egraphic design: Circle Entertainment Con ilpatrocinio del Comune di Sesto San Gio-vanni Partner: SestoProloco Sponsor: BCC, Sesto Autoveicoli e Il Gela-tiere Si ringraziano: Assessorato alle PoliticheGiovanili, Assessorato all’Educazione e allaCultura di Sesto S.G., SestoProloco, Isec,ANED, Biblioteca di Sesto San Giovanni,Athos Geminiani e tutti gli operai che ab-biamo conosciuto e hanno contribuito con laloro testimonianza.

GRAN FINALE CON I SESTO MAREL-LI'SI SESTO MARELLI'S nascono nell'inverno2005. Band sestese DOC, propone un accat-tivante repertorio elettrico composto dabrani storici del punk fine '70, alcunifolk/rock di band e da coinvolgenti suitestrumentali di tradizione irlandese ma nonsolo. Il tutto chiaramente riarrangiato inmaniera completamente originale, dandosfogo a curiosi intrecci di chitarre e violino,accompagnati da una massiccia sezione rit-mica. Il gruppo vede in formazione: RobertoCarminati (voce e chitarra acustica), AlexAliprandi (chitarra elettrica e cori), MarielaValota (violino), Alessandro Muscillo (basso)e Christian Aliprandi (batteria).

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arcicircoli

La mostra dei disegni di AntonioBelloni si ispira al Museo nazio-nale d'antropologia di Parigi. Lavocazione principale di Belloni ècome il Museo quella di presen-tare il percorso dell'Umanità sottodifferenti aspetti: antropologico,storico e culturale.

La raffigurazione che preferisce èquella che unisce i corpi e la na-tura, li mostra tendersi ed esplo-dere, invita l'osservatore a sof-fermarsi per un mirare più at-tento. Belloni predilige le piccolemisure, anzi attraverso questevede meglio, raggiunge l'infinito.I disegni nascono da uno scara-bocchio e si sviluppano senza pro-getto e come d'incanto a un certopunto compare una figura, allorane vortica i tratti e ne precisa l'im-magine. Tutto si svolge in un an-damento spiraliforme per aggru-mare ombre nere tagli di luce,sfuma i tratti per una resa pastosaquasi fosse più pittorica che gra-fica. Ed è proprio questo uno deglielementi più importanti di questepiccole opere, l'uso della penna abiro.

La crisi ti deprime? Ballaci sopra!Dal primo settembre il Tambourine si schiera contro la crisiprendendosi cura di te!Ti daremo soldi per uscire, ti offriremo da bere e da mangiare, tiinsegneremo nuovi lavori e ti aiuteremo a elevare il tuo spirito.Molte delle cose che stai leggendo non sono vere, ma di sicuro tiaiuteremo a trovare l'amore!

Balliamo contro la crisi

che ci deprime

ARCI TAMBOURINE/SEREGNOARCI SCIGHERA

Dal 22 settembre“Musée de l'Homme”

disegni di Antonio Belloni

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arcicircoliedintorni

TRAMEDAFRICA, SCENE CONTEMPORANEE

DALL’AFRICA SUBSAHARIANAscandita da una Cerimonia/Spettacolo dedi-cata al Vudu, che culminerà in un rito di pro-piziazione riservato ad un numero ristretto dispettatori. Martedì 20 (replica mercoledì 21) sarà la volta, di Les larmes du ciel d’août - Lacrime delcielo d’agosto- una pièce scritta da AristideTarnagda, una delle voci più promettenti delladrammaturgia africana, che mette al centroun’immagine di rumori e pulsazioni urbani dicui anche i personaggi paiono l’espressione. Martedì 20 e mercoledì 21 in prima italianagli spettacoli di Binda Ngazolo (replica gio-vedì 22) e Manfeï Obin (replica venerdì 23). Idue griot, cantastorie della tradizione afri-cana, rispettivamente dal Camerun e dellaCosta d’Avorio, si alterneranno nel Chiostrodel Teatro Grassi.Venerdì 23 dal Sudafrica The Train Driver -Il conducente del treno- l’ultimo lavoro diAthol Fugard drammaturgo di spicco sullascena internazionale. Il suo teatro è stato unatestimonianza esemplare nella denuncia delregime sudafricano dell'Apartheid. Sabato 24, al Teatro Grassi (replica domenica25), in scena The Syringa Tree - Il lillà- plu-ripremiato testo dell’autrice sudafricana Pa-mela Gien, che intreccia le storie e i destini di

Spettacoli, autori e artisti provenienti daBenin, Camerun, Costa d’Avorio, Mali, Re-pubblica Democratica del Congo, Senegal,Sudafrica, animeranno dal 17 al 25 settembredue luoghi simbolo del teatro milanese, Pic-colo Teatro Grassi e Chiostro e Piccolo TeatroStudio EXPO; 9 giornate all’insegna dellacontaminazione delle arti e del meticciato frai popoli. Gli spettacoli di TRAMEDAFRICA restitui-ranno gli umori e i mutamenti in corso neglistati africani: a cinquant’anni dalla loro in-dipendenza e a vent’anni dalla fine dell’apar-theid in Sudafrica, a cui si aggiungerà unosguardo sull’Africa che vive in Italia.Continua così un percorso pluriennale av-viato da Outis nel 2009 che ha come protago-nista il Continente Africano, con una primaedizione che si è concentrata sulla diasporaafricana in Europa e quella del 2010 sul NordAfrica.Il Festival si apre con L’Intellighenzia afri-cana che vive in Lombardia (sabato 17 e do-menica 18 settembre), una due giorni perpresentare l’eccellenza culturale africana chevive a Milano e in Lombardia al pubblico eagli operatori. Lunedì 19 settembre si entranel vivo del Festival con una giornata speciale

due famiglie sudafricane, una nera e l’altradi bianchi, attraverso quattro generazioni,dall’inizio dell’apartheid all’attuale Sudafricalibero.Nel pomeriggio Spicchi d’Africa: nar-ratori con le loro storie, musicisti con nume-rosi strumenti musicali africani animerannoil Chiostro del Teatro.Domenica 25, Tramedafrica si chiude con unOmaggio a Miriam Makeba, per ricordareMama Afrika, la cantante sudafricana e sim-bolo di tutta l’Africa. A rievocarla sarà BettyGilmore, cantante e poetessa afroamericana.Con il 2011, questa edizione del Festival si faancora più ricca perché accoglie e proponeun’importante iniziativa che riguarda le atti-vità di migranti africani in Italia: Carova-na4Africa, progetto promosso dall’associa-zione socio-culturale Sunugal allo scopo dicreare percorsi di sviluppo in Africa, e che nelFestival presenta un concerto di Baba Sis-soko, polistrumentista del Mali (domenica 18)accompagnato da gli African Griot; uno spet-tacolo di danza con Mama Diop, ballerina ecoreografa senegalese (sabato 17); incontritematici, uno spettacolo sul turismo respon-sabile e altro ancora. Teatro ma non solo, mu-sica ma non solo, arte, danza, incontri e altroancora faranno vivere queste Tramedafrica.

Sette circoli milanesi convolti

Il “Progetto Ghibli” avanzaDa molti anni ormai i nostri circolisono luogo di incontro, di socialità e diservizi per i cittadini stranieri che si tro-vano nella nostra città. Abbiamo avutomolte occasioni per conoscere le loroculture di provenienza e approfondirne idiversi aspetti, mescolando le reciprocheconoscenze. Lo scambio sempre più fitto tra le cul-ture e l'aumento delle presenze stabili distranieri nel nostro Paese hanno datovita a nuove forme d'espressione artisti-che e culturali, come per esempio la let-teratura migrante, prodotta da cittadinidi origine straniera che scrivono nellalingua del paese che li ospita.Una situazione particolare, quella discrivere in una lingua che non è la pro-pria lingua madre, con una particolarecura e attenzione alla correttezza dellaforma letteraria. Ogni scrittore interpretain maniera differente la relazione con lalingua di migrazione, che rappresenta inogni caso una nuova “casa”, una nuovaforma di stabilità.El Ghibli (www.el-ghibli.provincia.bo-logna.it) è una rivista online dove cul-

ture diverse e linguaggi differenti si me-scolano, producendo un interessanteesempio di contaminazione. Nata con ilsostegno delle province di Milano, Bo-logna e Ferrara e diretta da PapKhouma, noto scrittore senegalese cheinaugurò la stagione degli scrittori dellamigrazione, El Ghibli ha rappresentatoin questi anni un vivace laboratorio dovesi sono incontrati diversi artisti che han-no vissuto l'esperienza della migrazione,fisica e linguistica, provenendo da paesie culture anche molto differenti tra diloro.Negli ultimi tempi, il fenomeno dellaletteratura migrante sta ormai già ve-dendo le sue prime evoluzioni, che laportano a spostare la sua attenzione dal-l'esperienza della migrazione a un'at-tenta analisi e critica sociale fatta conocchi differenti.Per tutti questi motivi ci sembra interes-sante far incontrare le realtà dei nostricircoli con il capitale culturale di El Ghi-bli, ponendo in questo modo l'attenzionesu un processo culturale che sta avve-nendo nella nostra città e contribuendo

alla sua diffusione, per innescare ancheun meccanismo di messa in rete delle ri-sorse che il nostro tessuto cittadinooffre.Con la collaborazione di Raffaele Tad-deo, che oltre a essere parte del comitatoeditoriale di El Ghibli è fondatore delCentro Culturale Multietnico La Tenda,gli scrittori della rivista e altri artisti mi-granti si confronteranno sui temi e leproblematiche di questa nuova lettera-tura, incontrando le esperienze e le par-ticolarità del territorio di nostri circoli.L'intento è quello di incentivare tra i no-stri soci la conoscenza di questa partico-lare realtà letteraria e di creare nuovesituazioni di scambio e contaminazione.Sono sette i circoli che allo stato attualeverranno coinvolti nel progetto, che inun sistema di rete vuole essere l'inizio diun percorso: Bellezza, Biko, Cicco Si-monetta, Corvetto, L'Impegno, Metis-sage e Scighera. Stiamo cercando eraccogliamo volentieri adesioni di altricircoli interessati a portare il progettonella propria specificità territoriale. Perinformazioni: [email protected]

Luca Tripeni Zanforlin