anno 8 numero 1 a.s. 2014/2015 · serie di attività diversificate ( produzioni di disegni, di...

18
2 a parte Formazione alla consa- pevolezza del rischio/ coscienza del pericolo: conoscenza della nuo- va pianificazione di emergenza del rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei; conoscenza in parti- colare del piano co- munale. I docenti e gli alunni coin- volti si sono soffermati maggiormente sulla secon- da parte approfondendo tutte le tematiche in essa contenute attraverso una serie di attività diversificate ( produzioni di disegni, di acrostici, di testi scritti, di cruciverba, di intervi- ste,realizzazione di cartello- ni murali, lettura di articoli di riviste scientifiche,lettura di mappe,visione di filma- ti…). Sono stati utilizzati materiali didattici ( il volume Noi e i vulcani ) ed il sito web Edurisk. I docenti e gli alunni delle classi quinte della scuola pri- maria del 2° Circolo Didattico di Ercolano, in questo anno scolastico, hanno realizzato il Progetto Edurisk, sviluppan- do un percorso che ha affron- tato una delle tematiche di rischio connesse all’ uso del territorio. In considerazione del territorio da essi abitato, hanno incentrato la loro at- tenzione sul rischio vulcanico e in particolare sul nuovo piano di emergenza e sui com- portamenti che la popolazio- ne dell’area vesuviana deve adottare se dovesse scattare l’allarme. Si ritiene che è fonda- mentale ,per la gestione dell’emergenza , sviluppare nei bambini la conoscenza del rischio attraverso la cultura della sicurezza e del rispetto dell’ambiente. Si legge nel Progetto che “diffondere in modo semplice informazioni scientifiche ag- giornate permette di far cre- scere nei cittadini quella cono- scenza approfondita del terri- torio che è il miglior strumen- to per avviare strategie di prevenzione e riduzione dei rischi naturali”. Ovviamente, il rischio vulcanico ha riguardato il Vesuvio, il vulcano del nostro territorio. Il percorso è stato diviso in due parti. 1 a parte Presentazione del fenome- no vulcanico articolato nei seguenti punti: come nasce e come è fatto un vulcano; come avvengono le eruzioni; fenomeni eruttivi e loro pericolosità; cenni sulle principali eruzioni del Vesuvio; curiosità,leggende e miti legati al Vesuvio. Attività di previsione e prevenzione: sono prevedibili le eru- zioni vulcaniche? attività volte a ridurre i danni di un’eruzione; piani di emergenza; compiti della Protezio- ne Civile. Sommario: Anno 8 Numero 1 A.s. 2014/2015 Edizione straordinaria del Ciclone di notizie a cura delle classi V Ciao sono un vulcano! Conoscenze scientifiche: pag. 2-3 I pericoli delle eruzioni pag. 4-5 Cenni sulle principali eruzioni 6-7 Acrostici - filastrocche … 8-9 Miti e leggende 10-11 Prevedibilità delle eruzioni 12-13 Indagini sul rischio Vesuvio 14-15 Piano di emergenza e mappe ge- mellaggi 16-17

Upload: truongnhi

Post on 14-Feb-2019

212 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

2a parte

Formazione alla consa-

pevolezza del rischio/

coscienza del pericolo:

conoscenza della nuo-

va pianificazione di

emergenza del rischio

vulcanico del Vesuvio

e dei Campi Flegrei;

conoscenza in parti-

colare del piano co-

munale.

I docenti e gli alunni coin-

volti si sono soffermati

maggiormente sulla secon-

da parte approfondendo

tutte le tematiche in essa

contenute attraverso una

serie di attività diversificate

( produzioni di disegni, di

acrostici, di testi scritti, di

cruciverba, di intervi-

ste,realizzazione di cartello-

ni murali, lettura di articoli

di riviste scientifiche,lettura

di mappe,visione di filma-

ti…). Sono stati utilizzati

materiali didattici ( il volume

Noi e i vulcani ) ed il sito

web Edurisk.

I docenti e gli alunni delle

classi quinte della scuola pri-

maria del 2° Circolo Didattico

di Ercolano, in questo anno

scolastico, hanno realizzato il

Progetto Edurisk, sviluppan-

do un percorso che ha affron-

tato una delle tematiche di

rischio connesse all’ uso del

territorio. In considerazione

del territorio da essi abitato,

hanno incentrato la loro at-

tenzione sul rischio vulcanico

e in particolare sul nuovo

piano di emergenza e sui com-

portamenti che la popolazio-

ne dell’area vesuviana deve

adottare se dovesse scattare

l’allarme.

Si ritiene che è fonda-

mentale ,per la gestione

dell’emergenza , sviluppare

nei bambini la conoscenza del

rischio attraverso la cultura

della sicurezza e del rispetto

dell’ambiente.

Si legge nel Progetto che

“diffondere in modo semplice

informazioni scientifiche ag-

giornate permette di far cre-

scere nei cittadini quella cono-

scenza approfondita del terri-

torio che è il miglior strumen-

to per avviare strategie di

prevenzione e riduzione dei

rischi naturali”.

Ovviamente, il rischio

vulcanico ha riguardato il

Vesuvio, il vulcano del nostro

territorio.

Il percorso è stato diviso

in due parti.

1a parte

Presentazione del fenome-

no vulcanico articolato nei

seguenti punti:

come nasce e come è

fatto un vulcano;

come avvengono le

eruzioni;

fenomeni eruttivi e loro

pericolosità;

cenni sulle principali

eruzioni del Vesuvio;

curiosità,leggende e

miti legati al Vesuvio.

Attività di previsione e

prevenzione:

sono prevedibili le eru-

zioni vulcaniche?

attività volte a ridurre i

danni di un’eruzione;

piani di emergenza;

compiti della Protezio-

ne Civile.

Sommario:

Anno 8 Numero 1

A.s. 2014/2015

Edizione straordinaria del

Ciclone di notizie

a cura delle classi V

Ciao sono un vulcano!

Conoscenze scientifiche: pag. 2-3

I pericoli delle eruzioni pag. 4-5

Cenni sulle principali eruzioni 6-7

Acrostici - filastrocche … 8-9

Miti e leggende 10-11

Prevedibilità delle eruzioni 12-13

Indagini sul rischio Vesuvio 14-15

Piano di emergenza e mappe ge-

mellaggi 16-17

Pagina 2

Lungo i margini delle placche( pezzi di cro-

sta) le rocce del mantello (strato di rocce

dense intorno al nucleo della Terra) si

sciolgono e formano il magma. Que-

sto ,caldo e leggero ,sale e appena trova

un’apertura della crosta esce all’aperto.

Le eruzioni possono essere effusive o e-

splosive. Nel 1° caso la lava è molto fluida

e con pochi gas ; nel 2° caso il magma è

pieno di gas ed esplode facendo ricadere

ceneri e altro materiale.

Abbiamo versato due spatoli-

ne di bicarbonato di sodio e

una di farina nei quattro crate-

ri;

Poi abbiamo messo in un bic-

chiere due tacche di aceto e

del colorante rosso in granelli e

mescolato il tutto.

Infine abbiamo aspirato il liqui-

do e unito al composto farina +

bicarbonato per provocare

l’eruzione.

La struttura di un vulcano

Che meraviglia ! Ci stiamo divertendo molto!

ESPERIMENTO: Vulcano fai da te

Oggi a scuola abbiamo fatto un esperimento

per capire come eruttava un vulcano .

Abbiamo preso un grosso contenitore pieno di

terreno bagnato.

Abbiamo mescolato il bicarbonato di sodio, in

un bicchiere insieme alla farina .

Abbiamo messo una bottiglia di plastica nel

terreno e l’ abbiamo ricoperta di terreno dan-

dogli la forma di un vulcano.

Poi abbiamo aggiunto la miscela nella botti-

glia .

A questo punto abbiamo mescolato l’ aceto

con la tempera rossa e il “VULCANO” è esplo-

so .

Scendeva lentamente una finta ed efferve-

scente lava rossa , sembrava una vera e pro-

pria eruzione.

E’ stato l’ esperimento più bello che io abbia mai visto!!!

E’ stato l’ esperimento più bello

che abbiamo mai visto!!! Quasi

quasi lo rappresentiamo !

Pagina 3

Pagina 4

Molti sono i pericoli delle eruzioni vul-

caniche :

le colate di lava

i proiettili e le ceneri

i flussi piroclastici

le frane

le colate di fango

i maremoti e gli tsunami

Il rischio vulcanico per la zona

del Vesuvio è altissimo, proba-

bilmente il più alto del mondo,

perché l ’ alta pericolosità del

vulcano si combina con un al-

tissimo valore esposto costitui-

to dalle centinaia di migliaia di

persone che vivono sulle sue

pendici .

Pagina 5

Ma allora se i vulcani sono rischiosi

perché gli uomini costruiscono ai loro

piedi ? Lo abbiamo chiesto al nostro

Vesuvio e lui ci risposto semplicemen-

te così:

Alla luce della mia storia eruttiva si pre-

vede che la prossima eruzione sarà esplo-

siva di tipo sub - pliniano.

Lo scenario è il seguente:

colonna eruttiva alta 15-20 m ;

caduta di bombe, ceneri e lapilli fino

a 10 km , che seguono il vento pre-

valente in quel momento;

collasso della colonna e dunque co-

late piroclastiche fino al mare;

colate di fango.

Posso a ragione afferma-

re che chi si è insediato

ai miei piedi non ha avuto

rispetto per me !

Questa è la mia carta geologica

LE ERUZIONI NELLA MEMORIA DEGLI ERCOLANESI

Per molti secoli il Vesuvio fu un monte tranquillo. Scrittori

antichi lo descrissero coperto di orti e vigne, eccetto per

l'arido culmine. Anche diverse fonti iconografiche, come

alcuni affreschi attualmente conservati presso il Museo

Archeologico di Napoli, mostrano il Vesuvio come una

montagna a picco unico, coperta di vegetazione e di vigne-

ti.

L'eruzione del Vesuvio del 79 è il principale evento erutti-

vo verificatosi in epoca storica. L'eruzione, che ha profon-

damente modificato la morfologia del vulcano e dei terri-

tori circostanti, ha provocato la distruzione delle città di

Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia, le cui rovine sono ri-

maste sepolte sotto strati di pomici fino al XVIII secolo.

Nel Medioevo si ricordano numerose e violente esplosioni.

La bella fama del Vesuvio era tramontata e un misterioso

sacro terrore cominciò a circondare quel nome, già evoca-

tore di scene incantate. Il pino di fumo, i minacciosi baglio-

ri notturni, i boati paurosi, le terrificanti eruzioni, fecero

pensare che il terribile cratere fosse l’entrata dell’inferno.

In quel lungo periodo, ad ogni eruzione, si ripeterono le

stesse scene di terrore, di pentimento dei propri peccati,

di invocazioni a San Gennaro, di processioni penitenziali

ecc.

Dopo l’eruzione del 1139 il Vesuvio si concesse un lunghis-

simo periodo di riposo. Incoraggiati dalla calma del Vulca-

no e dalla fertilità dei luoghi, nacquero numerosi centri a-

bitati ai piedi del monte. Torre del Greco, Resina, Portici,

Cremano acquistavano la loro inconfondibile fisionomia e

popolavano di una gaia e festosa folla le campagne, le col-

line e le coste che dominava il vulcano. Nell’immaginario

collettivo, il nostro monte si trasformò da giustiziere me-

dievale a idilliaco sentimentalone, incapace di altre eruzio-

ni. Ma, dapprima con terremoti, poi man mano con episo-

di sempre più disastrosi, il Vesuvio infine, fece registrare

una nuova violenta esplosione nel 1631.

Il 16 dicembre 1631 era un martedì (I contadini

notarono la coincidenza con il giorno consacrato

al dio della guerra!), ci fu un'altra terribile eru-

zione. Dopo numerosi eventi premonitori quali

il rigonfiamento del suolo, piccoli terremoti che

si manifestavano già da qualche mese e prosciu-

gamento delle fonti, all'alba, alcuni contadini

videro una grande colonna di fumo denso solle-

varsi dalla cima del vulcano. Il Vesuvio rientrò

in attività dopo un riposo di circa 130 anni! La

colata dell’eruzione si divise in sette rami princi-

pali, uno dei quali attraversò Pugliano, divoran-

do prati e colture ma risparmiando miracolosa-

mente il celebre tempio.

Il 13 giugno 1794 gli ercolanesi sentirono tre-

mare la terra e dal cratere della montagna uscì

un globo di fuoco molto alto. Il 15, in concomi-

tanza con i festeggiamenti di San Vito, si aprì un

crepaccio tra Resina e Torre del Greco. Gli abi-

tanti di quest’ultima cittadina temettero il peg-

gio, infatti, dopo essersi inizialmente diretta ver-

so Resina, la lava sgorgata dalla fenditura si di-

resse verso di loro, incendiando la città.

Anche con l’eruzione del 1855 lo spavento fu

grande. Minacciati dei loro averi, i possidenti

del piano alto di San Vito, alle prime avvisaglie

del pericolo, corsero alla Chiesa Madre di Pu-

gliano, perché si portassero in processione i san-

ti protettori là dove avanzava la lava. Il loro desi-

derio fu esaudito. Alcuni sacerdoti, seguiti da

numerose persone, si avviarono lungo la via

nuova di San Vito portando il simulacro ligneo

della Madonna di Pugliano e un mezzo busto di

San Gennaro. Quest’ultimo fu depositato nella

chiesa di San Vito a guardia del vulcano.

Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio è in

fase di quiescenza. Tale periodo di riposo,

in base alla descrizione del ciclo delle e-

ruzioni del vulcano, appare atipico, in

quanto la ripresa dell'attività eruttiva pa-

re fortemente in ritardo. La soglia d'allar-

me è alta per le future eruzioni che po-

tenzialmente potrebbero coinvolgere

un'area dove oggi vivono più di tre milio-

ni di persone, quindi, il Vesuvio è stretta-

mente monitorato.

Pagina 8

1 N 2 U 3 B

4 E 5

6

7 A 8 9 O 10 11 P 12

13 P 14 O 15 M 16 I 17 C 18 I

19 0 20 21 B 22 23 24

25 L 26 27 E 28 T 29 N 30 A

31 I 32 33 34 V 35 36

VERTICALI

1 PROVINCIA DEL VESUVIO

3 I PIROCLASTI PIU’ GRANDI

11 PROTEZIONE CIVILE

28 DA’ LE NOTIZIE

ORIZZONTALI

1 PUO’ ESSERE ARDENTE

13 PRODOTTI PIROCLASTICI OTTIMI PER CALLI

27 UN GRANDE VULCANO SICILIANO

Pagina 9

Io sono MIRIAM e vi volevo raccontare una leggenda romantica che parla

di una vera e quasi impossibile storia d ’ amore . C’era una volta a NA-

POLI, ai tempi dei re, un re e una regina di un meraviglioso regno. La

regina, gravemente ammalata, rimase incinta e i sudditi fecero di tutto

per aiutarla: le portavano erbe curative e bevande miracolose, ma

niente funzionava perché per farla guarire dalla sua malattia ci voleva

“la foglia magica”. Il re, allora, mandò tutti gli abitanti del regno in una

ricerca disperata e alla fine trovarono “la foglia magica” e la regina

dopo dieci giorni guarì, ma le era stato predetto che i suoi figli avreb-

bero dovuto soffrire. La regina scordò in tre giorni la predizione e do-

po nove mesi partorì tre bei gemelli, due femmine ed un maschio: I-

SCHIA, CAPRI E VESUVIO, ma nella notte il loro regno venne attaccato

e i tre gemelli vennero divisi. CAPRI e ISCHIA furono salvate dalla ma-

dre, ma VESUVIO venne rapito.

Vent’ anni dopo … VESUVIO, CAPRI ed ISCHIA erano cresciuti e la regi-na ed il re dopo anni di ricerche avevano perso la speranza di ritro-vare il loro figlio adorato, quindi si doveva andare avanti con la vita e le due principesse fatte grandi dovevano sposarsi. CAPRI era bellissima, con occhi blu intenso e capelli biondo miele con dei riflessi ramati, era così bella che la sorella ISCHIA era molto gelosa e le faceva tutti i dispetti possi-bili. Un giorno qualcuno bussò alla porta e da essa uscì un bellissimo giovane

con occhi castani e capelli rosso fuoco .CAPRI e ISCHIA se ne innamorarono

ma quel giovane appena vide CAPRI rimase folgorato; a quel punto entrò

la regina e disse: <Voi figlie mie vi dovete sposare perciò vi ho portato un

giovane .Chi di voi due sarà in grado di conquistarsi il suo amore lo spose-

rà>, ma CAPRI non sapeva che si era innamorata di suo fratello VESUVIO, i

due non sapendolo continuarono a vedersi e a un certo punto sotto le stel-

le della notte si baciarono ed ISCHIA, anche lei innamorata del fratello, li

vide e si ingelosì a tal punto che andò lì e buttò la sorella CAPRI nelle gelide

acque del MAR TIRRENO dove per un minuto si trattenne sott’ acqua. Lì un

oracolo le raccontò tutto il passato trasmettendoglielo nella mente, lei,

scoprendo tutto, prima si ghiacciò, poi venne CUPIDO il dio dell’ amore e

per far sì che VESUVIO e CAPRI si vedessero la scongelò e la trasformò in

una bellissima isola e VESUVIO in un vulcano con della terra marrone come

i suoi occhi e lava rossa come i suoi capelli, ma in fondo al cuore VESUVIO

sapeva che l’ amata sorella era morta perciò un po’ fu l’ incantesimo a tra-

sformarlo in un vulcano ed un po’ la sua tristezza.

I due che erano uno di fronte all’ altro si scambiavano sempre sguardi in-

namorati e doloranti. ISCHIA poi responsabile della morte della sorella fu

trasformata dagli dei per punizione anche lei in un’ isola, ma sorse lontana

da CAPRI e dal VESUVIO, dove isolata sembrava che guardasse i due con

gli occhi della gelosia (due sorelle possono anche litigare per amore)

Ecco questa è la storia d’ amore più vera e quasi impossibile, che insegna

che in amore se ci si ama davvero si rischia anche la vita per difendere il

proprio sentimento verso l’ altro

Ed è qui che finisce la storia di un amore impossibile!!!

Pagina 10

SE LO GUARDERAI TE NE INNA-

MORERAI

MA SE ERUTTERA' SOL SCAPPARE

POTRAI

FINO AD ORA HA FATTO IL BRA-

VO

COME E' BELLO IL MIO VULCANO

E' DOLCE E ANCHE SE DI PIETRA

NON SEMPRE INQUIETA

E' FORTE E MUSCOLOSO

E QUANDO ERUTTA E' PERICOLO-

SO

QUANTO E' GRANDE IL MIO VUL-

CANO

SI AMMIRA DA URANO

SI CHIAMA VESUVIO

E QUANDO ERUTTA SEMBRA UN

DILUVIO

MA IL NOSTRO SANTO PREDILET-

TO

FERMA SUBITO LA LAVA NEL SUO

LETTO

QUESTO SANTO E' SAN GENNA-

RO

AIUTA NAPOLI ED ERCOLANO.

Pagina 11 Anno 8 Numero 1

IL VESUVIO:UN PEZZO DI PARADISO.

LUCIFERO,L'ANGELO PIU' BELLO DEL PARADI-

SO,MA ANCHE IL PIU' RIBELLE, PRECIPITATO

DALLA COLLERA DEL SIGNORE SULLA TER-

RA,TRASCINO' CON SE' UN PEZZO DI PARADI-

SO DANDO COSI' ORIGINE AL GOLFO DI NA-

POLI DOVE SI AFFACCIA IL NOSTRO INCANTE-

VOLE MA TEMIBILE VESUVIO.

IL VESUVIO: ORIGINE DEL NOME (ALCUNE CU-

RIOSITA')

NELL'ANTICHITA' SI RITENEVA CHE IL VESUVIO

FOSSE CONSACRATO ALL'EROE SEMIDIO ERCO-

LE,FIGLIO DI GIOVE E DI ALCMENA,REGINA DI

TEBE. UNO DEI NOMI DI GIOVE ERA "VES"COSI'

CHIAMATO PER ESSERE IL DIO DELLA PIOG-

GIA.ERCOLE,PERCIO',DIVENNE "VESOUUIOS",IL

FIGLIO DI VES.UNA TRADIZIONE POPOLARE

DELLA FINE DEL SEICENTO,INVECE,VORREBBE

CHE LA PAROLA VESUVIO DERIVI DA "VEH

SUIS",GUAI AI SUOI! IN QUANTO LA MAGGIOR

PARTE DELLE ERUZIONI FINO AD ALLORA AC-

CADUTE, AVEVANO SEMPRE PRECEDUTO O

POSTICIPATO AVVENIMENTI STORICI IMPOR-

TANTI O QUASI SEMPRE CARICHI DI DISGRA-

ZIE.L'ERUZIONE DEL 1631 SAREBBE STATO IL

PREAVVISO DEI MOTI DI MASANIELLO.

Il gigante addormentato

Pagina 12

Prima di un’eruzione ci sono i co-

siddetti fenomeni precursori…..

A scuola abbiamo parlato di uno di questi fenomeni precursori:

IL TERREMOTO

CHE FACCIAMO SE DOVESSE CAPITARE?

NON FARTI PRENDERE DALLA PAURA:RAGIONA !

NON ABBANDONARE L’EDIFICIO DURANTE LA SCOSSA :ASPETTA CHE FINISCA !

RIPARATI SOTTO UN TAVOLO O NEL VANO DI UNA PORTA O NELL’ANGOLO DELLA STANZA.

FINITA LA SCOSSA CHIUDI GLI INTERRUTTORI DI ACQUA,GAS ED ELETTRICITA’.

ESCI DI CASA CON CALMA!

RAGGIUNGI UNO SPAZIO APERTO,LONTANO DA EDIFICI PERICO-LANTI.

NON USARE L’AUTOMOBILE PER NON INTRALCIARE I SOCCORSI.

NON USARE IL TELEFONO SE NON IN CASO DI NECESSITA’.

SE SEI ALL’APERTO DURANTE LA SCOSSA ALLONTANATI DA CIO’ CHE PUO’ CADERE:ALBERI,LAMPIONI,FILI DELLA LUCE.

SE SEI ALL’APERTO DURANTE O DOPO LA SCOSSA ALLONTANATI DAI MURI DELLE CASE :POSSONO CADERE I CORNICIONI.

L’OSSERVATORIO VESUVIANO

L'Osservatorio Vesuviano è una istituzione

pubblica dedicata alla ricerca vulcanologi-

ca e geofisica e alla sua applicazione al

monitoraggio dei vulcani attivi. Fondato

nel 1841 dal re delle due Sicilie Ferdinan-

do II di Borbone, è il più antico osservato-

rio vulcanologico del mondo. In particola-

re, la sua attività si concentra sui vulcani

dell’area napoletana: Ischia, Vesuvio, Cam-

pi Flegrei e Stromboli per i quali svolge at-

tività di ricerca scientifica, sorveglianza,

presidio 24 ore su 24, didattica e divulga-

zione. Trattandosi di vulcani ad alto ri-

schio, per il carattere esplosivo delle eru-

zioni e la vicinanza a vaste zone urbanizza-

te, l’obiettivo dell’Osservatorio è consenti-

re una previsione a breve termine sempre

più accurata e tempestiva. Per questo, il

sistema di sorveglianza è stato adeguato

negli anni allo sviluppo delle conoscenze

vulcanologiche e tecnologiche.

Pagina 13

Le strutture di monitorag-

gio e controllo scientifico

( OSSERVATORIO VESU-

VIANO ) segnalano alla

PROTEZIONE CIVILE il ve-

rificarsi di fenomeni pre-

cursori; dopodiché scatta il

PIANO NAZIONALE DI E-

MERGENZA.

L’evacuazione comincia quando si raggiunge lo stato di allarme ( 72 ore prima

dell’evento).

La popolazione è accolta in aree sicure di 1a accoglienza fuori dalla zona or-

mai evacuata per essere poi trasferita nelle regioni gemellate.

Pagina

AIUTOOOO!! SCAPPIAMO!!

Alcune curiosità

Domanda: "Se scattasse l'allarme sai co-

sa dovresti fare?

Risposta: Si,indosserò delle coperte di

lana,metterò delle pentole d'acciaio in

testa e mi dirigerò verso il punto di rac-

colta.

Risposta: Si,mi dovrei nascondere sotto

qualche tavolo con gli altri.

Risposta: Scapperei subito,senza atten-

dere la Protezione Civile che senz'altro ci

farebbe morire tutti.

Vesuvio: Odio e Amore.

Noi bambini della quinta A abbiamo svolto un'indagine dal tito-

lo:"Rischio Vesuvio".Questo è quello che abbiamo scoperto:

Un ‘indagine sul rischio Vesuvio

Anno 8 Numero 1

A.s. 2014/2015 Pag

LE NOSTRE DOMANDE

Se dovessimo evacuare con quali

mezzi dovremmo farlo?

Quali sono le vie di fuga previste?

Sono diverse a seconda della regione

in cui dovremmo andare?

Lungo le vie saremo accolti in speciali

“ aree”?

Sarà in quelle speciali aree che la

popolazione verrà registrata e riceve-

rà informazioni ed assistenza?

Che si sta facendo alla rete stradale

vista la precaria situazione viaria?

La Protezione Civile si servirà solo

dei suoi uomini o anche di squadre

speciali di esperti in materia di rischio

vulcanico?

I Comuni attiveranno propri CENTRI

OPERATIVI COMUNALI?

Per dare un’ idea a tutti, si potrebbe-

ro fare delle simulazioni?

Se siamo appena fuori dalla zona

rossa siamo al sicuro?

Il 28 maggio i docenti e gli alunni delle classi quinte hanno incontrato a

scuola il dott. Evangelista della Protezione civile che ha prima discusso

del Progetto con i ragazzi e poi ha risposto a tutte le loro domande.

Innanzitutto ha affermato che preparare un piano di emergenza vuol

dire essere pronti a ciò che potrebbe succedere. In caso di evacuazione

gli ercolanesi andrebbero in Emilia Romagna dopo essere stati censiti

dalla Protezione civile in particolari aree (lì avrebbero cure necessarie

ed assistenza) poste alla fine delle vie di fuga . L’emergenza potrebbe

essere difficile da gestire a causa del sovraffollamento dell’ area a ri-

schio e dell’ inadeguatezza delle strade a permettere una efficace eva-

cuazione della popolazione. Il piano di emergenza è dunque in continua

evoluzione in quanto pianificare vuol dire saper agire nel modo giusto.

Pagina 16

Anno 8 Numero 1

Da una recentissima comunicazione dell’ ex Capo della Protezione Civile.

L’area vesuviana “è una delle aree vulcaniche più pericolose del mondo” ma anche “una delle più

monitorate”. Per questo il nuovo piano di sicurezza, entrato in vigore da poco, è fondamentale.

Lo diceva l’ex capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che ricordava come “il piano del

2006 prevedeva l’evacuazione preventiva di 18 comuni dell’area rossa” che ora sono stati porta-

ti a 25 :Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Palma Cam-

pania, Poggiomarino, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Gennaro Vesuviano,

San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana,

Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, e Scafati e parte dei territori dei co-

muni di: Napoli (parte della circoscrizione di Barra – Ponticelli – San Giovanni a Teduccio), Nola

Gabrielli ha spiegato che “in questo momento per il Vesuvio il livello di pericolo è base, cioè

verde. Per la comunità scientifica il passaggio al livello di attenzione successivo, giallo, è pre-

stabilito, mentre per quello da pre-allerta ad allerta è subordinato alle valutazioni della com-

missione “Grandi rischi”. Il piano di evacuazione è stabilito con un minimo di 72 ore di anticipo

perché “l’unico vantaggio nella previsione dei fenomeni di eruzione vulcanica rispetto ai terre-

moti è che quanto più ci si avvicina all’evento tanto più le probabilità sono certe. Le 72 ore so-

no una sorta di accordo che la comunità scientifica e il sistema di protezione civile hanno stabi-

lito per consentire l’evacuazione. E’ quindi fondamentale un piano di studio della viabilità e della

tempistica dell’evacuazione”. Riguardo all’immediato post-evacuazione e all’accoglienza “è stato

codificato il sistema dei gemellaggi, per cui gli abitanti dei 25 paesi della nuova zona rossa ver-

ranno trasferiti nelle Regioni che hanno aderito a questo gemellaggio – spiega Gabrielli”.

“Occorre che i comuni si dotino di strutture ordinarie di protezione civile, oltre che una mag-

giore informazione, e una implementazione degli strumenti di prevenzione, un percorso già

tracciato sul quale dobbiamo proseguire a passo spe-

dito e senza abbassare la guardia”.

Pagina 17

Pagina 18

Si ringraziano: Il Dirigente scolastico prof. Giovanna Tavani,

i docenti e i bambini delle classi V del 2° Circolo didattico “Francesco Giampaglia” di Ercolano (NA)

Impaginazione: docente Ruggiero Maria Antonietta

Patrimonio dell’ umanità