allegato 1 linee guida per la gestione degli … · soggetti in età pediatrica, ... clostridium...

22
ALLEGATO 1 LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEGLI EPISODI DI MALATTIE VEICOLATE DA ALIMENTI 1. PREMESSA 2. SCOPO 3. LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO LA FONTE DELLE NOTIZIE LE FASI DELL’INVESTIGAZIONE a) L’indagine epidemiologica b) Le indagini ambientali e sugli alimenti c) Le analisi di laboratorio COMUNICAZIONE E RITORNO DEI DATI 4. GLI STRUMENTI PER LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO 5. ALLEGATI

Upload: duongnga

Post on 18-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

ALLEGATO 1

LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEGLI EPISODI DI MALATTIE VEICOLATE DA

ALIMENTI

1. PREMESSA

2. SCOPO

3. LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO

LA FONTE DELLE NOTIZIE

LE FASI DELL’INVESTIGAZIONE

a) L’indagine epidemiologica

b) Le indagini ambientali e sugli alimenti

c) Le analisi di laboratorio

COMUNICAZIONE E RITORNO DEI DATI

4. GLI STRUMENTI PER LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO

5. ALLEGATI

1.PREMESSA

Le malattie a trasmissione alimentare (MTA) includono tutte le patologie dovute a consumo di

acqua o alimenti contaminati da microrganismi patogeni, tossine o agenti chimici, nocivi di per sé. Le

MTA rappresentano un problema rilevante in sanità pubblica: pur trattandosi nella maggior

parte dei casi di patologie di lieve entità che non presentano sequele croniche, la loro importanza

è legata all’elevata morbilità, al tasso di attacco e alla possibile gravità del quadro clinico in

soggetti in età pediatrica, anziani o immunocompromessi. Inoltre è fondamentale osservare che la

maggior parte di tali patologie e i costi ad esse associati sono prevenibili rispettando le corrette

norme igieniche nelle varie fasi di produzione, conservazione, trasporto, distribuzione, commercio e

somministrazione degli alimenti.

Sulla base del periodo di incubazione si distinguono:

patologie ad insorgenza acuta (mediana incubazione <72 ore dal consumo dell'alimento)

definite anche tossinfezioni alimentari come ad esempio infezioni da Salmonella, Clostridium

perfringens;

patologie ad insorgenza non acuta (mediana incubazione > 72 h dal consumo

dell'alimento), ad esempio poliomielite, trichinosi, brucellosi, febbre tifoide, epatite A,

listeriosi.

Qualora l’agente eziologico non fosse identificato, è possibile ipotizzare l’origine della

tossinfezione sulla base della tempistica d’insorgenza dei sintomi:

< 1 ora (probabile intossicazione chimica);

1-7 ore (probabile tossina di St. aureus o B. cereus);

> 8 ore (altri agenti).

Tabella 1. Caratteristiche dei principali patogeni responsabili di tossinfezioni alimentari

Agenti eziologici Principali

manifestazioni

cliniche

Periodo di

incubazione

(range)

Serbatoi di

infezione

Associazioni ed altri fattori

Bacillus Cereus Diarrea, crampi

addominali,

raramente vomito

30 minuti - 6

ore (vomito)

6-15 ore

(diarrea)

Animali,

uomo

Diversi alimenti: latte, insalata,

pollame e altre carni, cereali

(in particolare riso sottoposto a

processo di raffreddamento

inadeguato)

Staphylococcus

aureus

Vomito

(enterotossina

termostabile),

diarrea

(enterotossina

termolabile)

1-6 ore (6-24

ore)

Ambiente Diversi alimenti (riso, pasta,

patate) tenuti a temperatura

ambiente dopo la cottura

Vomito, crampi

addominali, diarrea

2-4 ore Lesioni

cutanee,

portatori

nasali

Numerose manipolazioni,

inadeguata refrigerazione

Clostridium perfringens

Diarrea, crampi

addominali

10-12ore (6-24

ore)

Ambiente,

animali,

uomo

Inadeguata refrigerazione e/o

riscaldamento di piatti

contenenti carne

Salmonella Diarrea (può essere

ematica), dolore,

febbre, vomito

12-36 ore (6-72

ore)

Animali

(d'allevamen

to. selvatici,

domestici),

uomo

Cross-contaminazione nella

produzione e preparazione dei

cibi, cottura inadeguata, uova

Escherichia coli

(enterotossigena ed

enteropatogena -

ETEC,

Diarrea, dolore

addominale

12-72 ore Uomo Diversi alimenti - cross

contaminazione, acqua

Virus (Norwalk,

rotavirus, SVRS)

Vomito, diarrea,

dolore addominale

12-48 ore Uomo Altamente infettivi, trasmissione

interumana, alimenti

contaminati, acqua, molluschi)

Yersinia

enterocolitica

Diarrea (può essere

ematica), dolore

addominale, febbre

24-48ore (fino

a 7 giorni)

Animali

(d'allevamen

to, selvatici,

domestici)

Maiale ed altre carni, cross-

contaminazione, cottura

inadeguata

Campylobacter Diarrea (può essere

ematica), dolore

addominale, febbre

2-5 giorni (1-10

giorni)

Pollame,

animali

(d'allevamen

to, selvatici,

domestici),

uccelli

Cross-contaminazione da

pollame crudo, cottura

inadeguata, latte crudo,

acqua

E. coli

verocitotossigenica

(VTEC)

Diarrea, sindrome

emolitìco-uremica,

coliti emorragiche

3-4 giorni (fino

a 8 giorni)

Ruminanti Carne cruda, alimenti

contaminati con feci animali,

acqua

Listeria

monocytogenes

Febbre, setticemia

e meningiti (in

gravidanza,

immunodepressi,

anziani), diarrea

difficile da

accertare in

media 3

settimane (1-70

giorni),

gastroenteriti

1-2 giorni

Ambiente,

animali,

uomo

Prodotti caseari non

pastorizzati, paté, cross

contaminazioni (insalata). Si

moltiplica anche con la

refrigerazione

Sulla base del meccanismo patogenetico possiamo invece distinguere:

intossicazioni causate da ingestione di alimenti contenenti sostanze chimiche velenose

o tossine prodotte da microrganismi (es. Staphylococcus aureus, Bacillus cereus);

Infezioni causate da batteri che durante la loro crescita e colonizzazione del tratto

intestinale elaborano enterotossine (es. Clostridium perfringens, Vibrio cholerae);

Infezioni provocate dall’invasione e moltiplicazione dei microrganismi nella mucosa

intestinale ed in altri tessuti (es. Salmonella, Campylobacter).

L’episodio tossinfettivo si può manifestare come

a) caso singolo/sporadico: un caso singolo di malattia non collegato ad altri casi e

relativo al consumo di alimenti contaminati;

b) focolaio epidemico: episodio in cui due o più individui presentano un quadro

clinico simile conseguente al consumo dello stesso alimento proveniente dalla stessa

fonte ed in cui l’evidenza epidemiologica suggerisce che l’alimento sia causa della

malattia.

II sospetto diagnostico di episodio epidemico deve inoltre essere correlato ad una valutazione

della situazione epidemiologica generale di contesto, la quale può contribuire ad avvalorare

o ad escludere l’ipotesi che il quadro clinico sia da ricondurre ad una tossinfezione.

Obiettivi principali della gestione dei focolai epidemici di origine alimentare sono:

A. Prevenire ulteriori casi (obiettivo di sanità pubblica)

interrompendo la trasmissione dell'episodio in corso;

individuando e controllando i fattori responsabili in analoghe situazioni;

B. Acquisizione di nuove conoscenze scientifiche (ad es raccogliere informazioni

sull'interazione ospite-agente-ambiente in relazione alle condizioni e ai fattori legati alle

modalità di manipolazione e trasformazione delle sostanze alimentari).

2.

SCOPO

Le linee guida regionali per la prevenzione delle MTA e per la gestione dei focolai epidemici si

pongono come scopo la stesura di una procedura che permetta:

di adottare comportamenti il più possibile omogenei in tutte le ASL della Lombardia,

permettendo ai servizi coinvolti di avere un protocollo operativo integrato;

di svolgere, per ciascun episodio MTA segnalato, un'indagine epidemiologica che

definisca l'entità numerica dell'evento epidemico e, per quanto possibile, individui

l'agente eziologico, l'alimento e i fattori di rischio coinvolti nell'episodio.

3. LA GESTIONE DELL’EPISODIO DI MTA

LA FONTE DELLE NOTIZIE

Diverse sono le fonti da cui può giungere la notizia di un sospetto episodio tossinfettivo:

a) notifica secondo il sistema regionale di sorveglianza delle malattie infettive (DGR 26 febbraio

2015 - n. X/3190 “Revisione ed aggiornamento degli interventi di sorveglianza, prevenzione,

profilassi e controllo delle malattie infettive con ottimizzazione della lettura dei «Segnali» in

vista di Expo 2015”).

Per quanto riguarda le tossinfezioni alimentari, in seguito a notifica del medico, le Aziende

Sanitarie Locali inseriscono nel sistema informativo MAINF le segnalazioni.

MALATTIA INFETTIVA SEGNALAZIONE/NOTIFICA/SISTEMA

INFORMATIVO

ACCERTAMENTI CON FINALITÀ

PREVENTIVE E LABORATORI DI

RIFERIMENTO

INFEZIONI, TOSSINFEZIONI,

INTOSSICAZIONI ALIMENTARI

Le segnalazioni, di casi singoli o focolai,

vanno inserite in MAINF, ove non sia

stato individuato agente eziologico già

ricompreso in altre patologie

(salmonellosi, shigellosi, ecc.),

compilando obbligatoriamente la

scheda contagio.

Regione provvede ad assolvere al

debito informativo con il Ministero.

L’inserimento in MAINF sostituisce tutte

le rilevazioni inerenti

focolai/episodi/casi di malattie a

trasmissione alimentare - MTA - quindi

ogni debito informativo è così assolto

dall’ASL.

Sono inserite anche le intossicazioni

alimentari da agenti non infettivi

(funghi, da istamina, pesticidi, metalli

pesanti, ecc.)

In caso di focolai che

coinvolgano più di due persone è

necessaria l’effettuazione di

analisi per l’individuazione

dell’agente patogeno,

ricercando almeno Bacillus

cereus, Clostridium perfrigens,

tossina stafilococcica, Yersinia

enterocolitica presso Laboratori

di

PREVENZIONE/SANITA’PUBBLICA

o Laboratori accreditati

individuati dall’ASL.

b) esposto di privato cittadino

Qualsiasi cittadino può, in modo non anonimo, presentare comunicazioni ed esposti riguardo a

presunti episodi di malattia trasmessa da alimenti. Il cittadino deve essere ascoltato e deve

essere scritta una relazione di quanto segnalato e, se ritenuto opportuno, devono essere

approntate le necessarie misure per l’avvio di un’indagine. Nel caso che il cittadino fornisca un

campione dell’alimento sospetto si deve decidere se effettuare un’indagine di laboratorio il cui

esito sarà comunicato a chi ha fatto il reclamo.

c) allerta da parte delle Forze dell’Ordine

Se gli episodi vengono segnalati primariamente alle Forze dell’Ordine (NAS, Polizia di Stato,

Vigili Urbani) quest’ultime richiederanno l’intervento della ASL di competenza per la gestione

dell’episodio. Generalmente queste richieste sono successive a episodi di grosse proporzioni o

gravi ed in orari in cui può essere richiesto l’intervento degli operatori in pronta disponibilità.

d) allerta da parte del Pronto Soccorso o Guardia Medica

Si tratta di richieste di interventi di solito urgenti, frequentemente con attivazione della pronta

disponibilità. Tipico è l’esempio della intossicazione da funghi per cui è richiesto l’intervento del

micologo per il riconoscimento delle specie coinvolte.

e) notizia da altra Azienda Sanitaria Locale

In alcuni casi la notizia di un focolaio o caso singolo può pervenire da un’ altra ASL.

LE FASI DELL’INVESTIGAZIONE

Le fasi dell’investigazione sono state costruite a partire dai 10 passi fondamentali da

seguire in caso di indagine su un focolaio epidemico indicati dall’ECDC (European Centre for

Disease Prevention and Control), dalla cui revisione sono emersi 3 momenti fondamentali,

analizzati successivamente: l’indagine epidemiologica, le indagini ambientali e sugli alimenti e le

analisi di laboratorio.

La competenza dell'investigazione è in carico al Responsabile per gli episodi tossinfettivi e le

MTA del Dipartimento di Prevenzione Medica, individuato dall’assetto organizzativo della

singola ASL. ASL in cui è ubicato il luogo dove è stato consumato l’alimento sospetto (ASL FONTE)

è quella responsabile della gestione dell’episodio.

In particolare in casi che interessino collettività o che si configurino come focolai epidemici è

fondamentale il diretto coinvolgimento di tutte le professionalità che partecipano

all’investigazione, ovvero:

a. medico igienista referente delle Malattie Infettive;

b. medico igienista referente del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione;

c. medico veterinario (Dipartimento di Prevenzione Veterinario);

d. tecnico della prevenzione;

e. assistente sanitaria;

f. infermiera;

g. i medici ospedalieri delle UO che seguono direttamente i casi ricoverati e le

Direzioni Sanitarie coinvolte;

h. Medici di assistenza primaria o pediatri di libera scelta i. i

responsabili dei laboratori clinici;

j. i responsabili del laboratorio di analisi degli alimenti;

k. i responsabili delle strutture coinvolte.

Ai fini di facilitare l’indagine epidemiologica, nel caso in cui siano presenti dei casi residenti al di

fuori della ASL FONTE, dove il pasto sospetto è stato consumato, o qualora le indagini ambientali

e sugli alimenti suggeriscano la possibilità di una contaminazione delle materie prime o la

provenienza di un alimento da un altro territorio, è necessario il coinvolgimento della ASL di

residenza o in cui siano stati preparati, processati o venduti gli alimenti sospettati.

L’indagine epidemiologica rimane in carico alla ASL FONTE che, in accordo con l’ASL di

residenza dei soggetti, potrà occuparsi anche delle inchieste dei residenti fuori dal proprio

territorio.

L’ASL FONTE può avvalersi della collaborazione delle altre ASL coinvolte e fornire alle stesse

indicazioni sulla raccolta e l’analisi di campioni biologici in loco, in modo da facilitare gli utenti

che non sono ricoverati che devono effettuare esami di conferma/approfondimento.

a) L’indagine epidemiologica

Identificazione dei casi e raccolta delle informazioni ad essi inerenti

In genere l’identificazione dei casi inizia grazie alla segnalazione da parte del medico che pone il

sospetto diagnostico di tossinfezione. Tuttavia, non tutti i soggetti che presentano sintomi si

rivolgono ad un medico in seguito al manifestarsi della patologia, è quindi fondamentale

ricercare attivamente tutti i soggetti che possono essere coinvolti nel focolaio epidemico (tutti gli

esposti, sintomatici e non sintomatici), ad esempio attraverso l’intervista dei soggetti notificati,

l’indagine nei luoghi dove è stato consumato il pasto sospetto o anche allertando i medici di

medicina generale del territorio interessato.

Una volta ricercati attivamente i soggetti sintomatici nell’episodio epidemico si procede a:

1. rilevare e acquisire eventuali indagini di laboratorio già effettuate o in corso;

2. raccogliere informazioni ed opinioni su quale è l'alimento sospettato quale causa o

veicolo della tossinfezione ed in quale occasione è stato consumato;

3. scegliere, come Caso Indice, il primo caso notificato ovvero uno dei primi casi tra quelli

segnalati assieme. In caso di segnalazione informale, scegliere comunque un caso indice

tra i sintomatici, possibilmente dopo aver contattato il medico che possa dare

informazioni aggiuntive;

4. raccogliere l'anamnesi del caso indice e dei primi casi francamente sintomatici utilizzando

le schede anamnestiche predisposte (Allegato 1) che permettano di ottenere le seguenti

informazioni:

a. generalità e recapito del medico notificatore;

b. generalità e recapito dei soggetti sintomatici; c. sintomi riscontrati, data e ora di inizio dei sintomi ed eventuali fattori di rischio;

d. eventuale ricovero;

e. alimento e/o pasto sospetto, luogo e data del consumo;

f. nominativo degli altri soggetti che hanno assunto un alimento/pasto comune

indipendentemente dal fatto che lamentino sintomi;

g. composizione del menù consumato.

5. contattare il laboratorio o i laboratori in cui eventualmente già si trovano i campioni

biologici (anche nel caso di laboratori privati) per acquisire l'esito delle analisi cliniche e

per assicurarsi che conservino l'agente patogeno eventualmente isolato, in modo da poter

effettuare successivi accertamenti;

6. intervistare chi ha preparato il pasto o ne ha avuto la responsabilità gestionale («referente

del pasto») per ottenere la lista degli alimenti serviti e l'elenco delle persone che hanno

preparato il pasto;

7. contattare il referente più attendibile per ottenere la lista completa dei partecipanti al

pasto (sintomatici e non sintomatici).

Le segnalazione pervenute sono da inserire nel sistema informativo regionale MAINF secondo le

indicazioni contenute nel ’Manuale di rilevazioni epidemiologiche e operativo’.

Analisi dei dati (Allegato 3)

La raccolta dei dati iniziale fa parte dell’epidemiologia descrittiva e comprende alcuni passaggi

chiave:

1. La descrizione dei sintomi riportati dai casi intervistati in ordine di frequenza;

2. La costruzione di una curva epidemica, un istogramma che rappresenta la distribuzione nel

tempo dall’inizio dei primi sintomi di tutti i casi associati con

l’episodio di malattia.

DI C

ASI

UNITA’ DI TEMPO

L’unità di tempo usata nella costruzione del grafico (ore, giorni, settimane) dipende dal periodo

coperto dall’episodio, variabile a seconda della malattia e della modalità di trasmissione. L’analisi

della curva consente di avanzare delle ipotesi sul tempo di esposizione, il periodo di incubazione,

l’agente eziologico e la fonte dell’infezione/via di trasmissione. La curva epidemica serve infatti a

stabilire se l’episodio è provocato da un veicolo comune, quale un cibo, oppure dal contagio

interpersonale fra individui malati e sani. La curva epidemica di un episodio originato da un fonte

comune è caratterizzata da una brusca salita, a picco: la discesa solitamente è meno ripida della

salita. La curva si estende per una durata approssimativamente uguale al periodo di incubazione

della malattia. La curva epidemica di un episodio originato dalla propagazione della malattia da

una persona all’altra è caratterizzata, invece, da una salita progressiva, relativamente lenta. La

curva si prolunga per un periodo equivalente alla durata di diversi periodi di incubazione.

3. Descrivere la distribuzione territoriale dei casi;

4. Calcolare il tasso di attacco per specifico alimento (soggetti esposti) al fine di identificare

l’alimento potenzialmente responsabile, utilizzando la seguente formula:

numero di malati tra le persone che hanno mangiato l’alimento X

numero delle persone che hanno mangiato l’alimento X

5. Calcolare il tasso di attacco per chi non ha consumato quello specifico alimento

(soggetti non esposti):

numero di malati tra le persone che non hanno mangiato l’alimento X

numero di persone che non hanno mangiato l’alimento X

Il rapporto tra i due tassi fornisce una stima del rischio relativo mentre la differenza tra i due

rappresenta il rischio attribuibile.

Definizione di caso

Il caso viene definito sulla base del quadro clinico, del tempo e luogo di esposizione e

dell’agente patogeno eventualmente identificato. Si distinguono caso confermato e caso

probabile e si enumerano, anche sulla base dei dati utilizzati nell’analisi statistica, i casi e gli

esposti.

Sviluppo di un’ipotesi

Gli studi epidemiologici di tipo analitico confrontando i soggetti malati con quelli sani

permettono di quantificare la relazione tra esposizione ad uno specifico alimento e tossinfezione.

Dopo la compilazione della tabella del tasso d’attacco specifico per alimento, si determina il

rischio relativo come entità del rischio di ammalarsi consumando un determinato alimento,

come nell’esempio successivo (Tabella XY).

a

E

n

o

Tabella 1. Tasso d'attacco specifico dell'alimento

Definizione di caso: diarrea o vomito o febbre

Luogo in cui è avvenuto l'episodio Data segnalazione data e or N° Sospette

del pasto tossinfezioni

VENERDI

SERA

SABATO

SERA

alimentari

Alimento Numero persone che hanno Numero persone che no Differenze Rischio

Significato

consumato l'alimento indagato hanno consumato l'aliment tra Tassi

indagato

Relativo

Malati Sani Totale

Tasso

attacco Malati Sani

Total

e

Tasso P <

attacco RA RR

PASTA AL POMODORO 8 4 12 67% 80 16 96 83% -17% 0,80 1,93

RISOTTO ALLA MILANESE 20 4 24 83% 68 16 84 81% 2% 1,03 1,03

TORTELLINI IN BRODO 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

LASAGNE 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

PASTA AL TONNO 8 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35

POLLO 8 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35

TAGLI ATA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

SCALOPPINE 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

BRACIOLA AI FERRI 12 0 12 100% 76 20 96 79% 21% 1,26 0,17

ROAST BEEF 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

PLATESSA 8 0 8 100% 80 20 100 80% 20% 1,25 0,35

ZUCCHINE 24 0 24 100% 64 20 84 76% 24% 1,31 0,02

INSALATA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

PEPERONI 28 0 28 100% 60 20 80 75% 25% 1,33 0,01

COSTE LESSATE 40 0 40 100% 48 20 68 71% 29% 1,42 0,00

BRESAOLA 8 4 12 67% 80 16 96 83% -17% 0,80 1,93

FORMAGGI VARI 8 4 12 67% 80 16 96 83% -17% 0,80 1,93

TIRAMISU 12 0 12 100% 76 20 96 79% 21% 1,26 0,17

TORTA MENEGHINA 4 0 4 100% 84 20 104 81% 19% 1,24 0,75

Tra gli alimenti considerati, quelli con maggiore probabilità di essere responsabili della

tossinfezione saranno quelli che presentano un alto tasso d’attacco tra gli esposti e valori più

elevati di rischio relativo e rischio attribuibile. E’ così possibile formulare delle ipotesi, che

necessitano di essere confermate con un test di significatività statistica, ovvero un test del chi-

quadrato, e corroborate dagli studi successivi su alimenti e ambiente.

b) Le indagini ambientali e sugli alimenti e il sopralluogo

In parallelo all’indagine epidemiologica va condotta un’indagine ambientale, attraverso

questionari mirati alle persone coinvolte e mediante sopralluoghi sul luogo della presunta

contaminazione. Se nel corso dell’inchiesta epidemiologica emerge il coinvolgimento di esercizi

pubblici o collettività in cui sono stati preparati, somministrati e/o venduti gli alimenti, viene

disposta l’effettuazione di un sopralluogo di vigilanza che prevede la raccolta di campioni su

alimenti e ambienti eventualmente contaminati.

Se disponibile, è opportuno acquisire campioni anche in ambito domestico ai soli fini di

completezza dell’indagine epidemiologica.

In particolare, è fortemente raccomandato procedere tempestivamente al sopralluogo in caso

di eventi rilevanti, definiti nel caso riportato a titolo esemplificativo nella tabella seguente come

peso pari o superiore a 50, quale somma dei pesi dei diversi indicatori.

Tabella 1. Indicatori finalizzati all’attuazione degli interventi

INDICATORE UNITA’ DI MISURA PESO

Gravità Morte >50

Ricovero ospedaliero 50

Sintomatologia clinica Sintomi neurologici 50

Febbre e/o diarrea 30

Vomito 20

Dimensione

>10 casi 30

Da 2 a 10 casi 20

2 casi 5 Luogo

Ospedale 30

Ristorazione collettiva 20

Ristorazione pubblica 10

Famiglia 5

Le finalità delle indagini ambientali e sugli alimenti sono:

1. individuare il luogo in cui l’alimento è stato contaminato ed effettuare una precisa

tracciabilità dello stesso;

2. individuare le procedure che possano aver dato luogo o favorito la contaminazione

(fattori contribuenti) tramite controlli da parte dei Servizi competenti sugli ambienti in cui

sono stati preparati gli alimenti;

3. campionare, se possibile, tutti gli avanzi e le materie prime del pasto sospettato;

laddove non fossero più disponibili avanzi dei pasti consumati, campionare alimenti

preparati con gli stessi ingredienti e preparati con modalità analoghe a quelle utilizzate

per i pasti sospettati. Potranno altresì essere effettuati campioni ambientali sulle superfici o

nei punti a rischio individuati;

4. attivare l'allerta alimentare attraverso il sistema regionale;

5. sottoporre a sequestro cautelativo tutto il materiale alimentare sospetto, ove ritenuto

opportuno, nel caso di episodi verificatisi in esercizi del circuito distributivo- commerciale o

della ristorazione pubblica o collettiva;

6. verificare il rispetto, da parte dell’Operatore del Settore Alimentare, della normativa del

“pacchetto igiene” (reg. 852/04/CE, reg. 853/04/CE);

7. espletare ulteriori controlli anche mediante coinvolgimento di altre ASL nel caso in cui

l'analisi del prodotti o dei cicli produttivi abbia evidenziato la possibilità di una

contaminazione a monte del luogo esaminato, cioè delle materie prime e dei prodotti

semilavorati (ad esempio la presenza contemporanea di più focolai dovuti ad uno

stesso patogeno in luoghi diversi);

8. identificare ed implementare interventi correttivi.

L’alimento sospetto deve essere indagato in tutte le fasi del processo produttivo (ingredienti e

loro origine, componenti crudi, personale che lo ha manipolato, procedure ed attrezzature

utilizzate, condizioni di conservazione, preparazione, cottura e riscaldamento) e descritto in

maniera esaustiva.

Va valutata la possibilità che tutti gli operatori coinvolti nella produzione, preparazione e

manipolazione dell’alimento sospetto debbano essere intervistati e/o sottoposti a specifiche

analisi per individuare eventuali soggetti malati o portatori.

Oltre alla richiesta di conservare eventuali patogeni isolati, rimane fondamentale la

comunicazione al laboratorio dei dati relativi all’episodio di MTA e alle ipotesi sugli agenti

patogeni sospettati.

c) Le analisi di laboratorio

Le indagini di laboratorio hanno un ruolo cruciale nell’indagine epidemiologica in quanto mirano

a:

1. identificare l’agente patogeno responsabile della tossinfezione attraverso l’isolamento dai

campioni clinici;

2. determinare un rapporto causa-effetto tra l’alimento sospetto e la sintomatologia

manifestata (talvolta anche attraverso indagini molecolari sui patogeni isolati dall’uomo e

dall’alimento).

È evidente l’importanza di raccogliere campioni clinici (test sierologici, feci, tamponi, ecc.)

nel più breve tempo possibile, nei soggetti che vengono identificati sia come casi ma anche

come esposti.

Per favorire l’analisi dei campioni raccolti è sufficiente seguire poche indicazioni:

1. raccogliere campioni fecali in quegli individui che manifestano o hanno manifestato

disturbi gastroenterici;

2. inviare al laboratorio i campioni corredati da apposito modulo di accompagnamento,

dove sia specificata la finalità di sanità pubblica ai fini della rendicontazione

(Allegato 2);

3. raccogliere campioni per analisi di laboratorio anche quando i sintomi sono cessati in

quanto molte malattie a trasmissione alimentare possono essere caratterizzate da

agenti patogeni presenti ad esempio in feci normali anche dopo la cessazione dei

sintomi;

4. trasmettere al laboratorio i patogeni da ricercare sulla base delle informazioni

anamnestiche raccolte (quadro clinico, alimento sospetto e in particolare il tempo di

insorgenza) in modo da effettuare le opportune indagini;

5. chiedere al laboratorio di conservare i ceppi isolati da casi o esposti per poter

determinare successivamente una correlazione di tipo epidemiologico o molecolare

con i microrganismi isolati dagli alimenti, dalle materie prime o dagli allevamenti.

Oltre ad esaminare i campioni dei casi e degli esposti, bisogna valutare l’opportunità di

analizzare anche i campioni degli operatori alimentari che possono rappresentare potenziali

portatori o fonti di contaminazione.

Campioni di alimenti

Sulla base dell’indagine epidemiologica e ambientale, devono essere campionati

tempestivamente tutti gli alimenti, i semi-lavorati e le materie prime sospetti in base ai primi

risultati emersi dall’indagine epidemiologica e presenti nel luogo in cui si è verificato l’episodio.

Gli alimenti che è utile analizzare comprendono:

1. gli ingredienti usati per preparare gli alimenti sospetti;

2. gli alimenti avanzati dal/dai pasti sospetti o da pasti successivi cucinati con stessi

ingredienti e modalità del pasto sospetto;

3. gli alimenti noti per essere associati al patogeno in questione;

4. Se non disponibili gli alimenti del pasto si possono campionare alimenti con analoghe

modalità/iter produttivo e/o con gli stessi ingredienti.

Nel caso di alimenti campionati presenti sul mercato per cui sia fortemente sospettata una

contaminazione al momento della produzione, viene attuata la procedura di notifica ai sensi del

sistema RASFF (sistema di allerta rapida per alimenti).

Campioni ambientali

Per determinare se l’ambiente è stato contaminato dall’alimento o viceversa quindi ricostruire la

storia della contaminazione dell’alimento analizzare:

1. l’ambiente in cui l’alimento è stato processato;

2. modalità di processazione dell’alimento.

Tamponi ambientali possono essere effettuati sulle superfici di lavoro e in generale su tutte le

superfici a contatto con gli alimenti sospetti tenendo presente che tali superfici possono essere

state contaminate da alimenti diversi da quelli sospetti (ad esempio la carne cruda può

contaminare con patogeni che potrebbero determinare intossicazioni se ingeriti con alimenti non

cotti).

COMUNICAZIONE E RITORNO DEI DATI

Una comunicazione efficace tra i vari attori coinvolti è un aspetto cruciale della corretta gestione

dell’episodio in quanto facilita l’indagine epidemiologica. In parallelo al flusso informativo legato

alla notifica obbligatoria, si deve sviluppare una comunicazione circolare basata su continui

feed-back che persegua l’obiettivo di identificare l’alimento sospetto in tempi brevi mediante lo

scambio e la condivisione di informazioni chiare e tempestive.

Di fondamentale importanza risulta il raccordo da parte della ASL FONTE con i laboratori

incaricati delle analisi, i medici operanti nel territorio e le altre ASL eventualmente coinvolte.

Inoltre l’ASL Fonte è tenuta a notiziare la Direzione Generale Salute di Regione Lombardia In

particolare nei casi che interessino collettività o che si configurino come focolai epidemici

rilevanti per dimensioni o gravità clinica.

Conclusa l’indagine epidemiologica si deve provvedere ad una revisione al fine di verificare che

siano state compiute correttamente tutte le indagini necessarie, identificate le misure di

controllo da implementare e pianificare le azioni di comunicazione. Deve seguire una relazione

finale sull’episodio di MTA che includa il report dell’investigazione, la valutazione della sua

efficacia, appropriatezza e tempestività, la descrizione delle misure di controllo prese e le

raccomandazioni sulle azioni future da implementare.

In caso di episodio rilevante (come ad esempio nel caso della tabella precedente quello con

somma degli indicatori pari o superiore a 50), la comunicazioni ad altri enti è a discrezione della

ASL FONTE in raccordo con la Direzione Generale Salute di Regione Lombardia.

4 GLI STRUMENTI PER LA GESTIONE DELL’EPISODIO TOSSINFETTIVO

Per assicurare una gestione uniforme e condivisa dei casi di tossinfezione è utile disporre di

strumenti di lavoro uniformi: moduli per la raccolta dei dati iniziali e l’acquisizione dei campioni

biologici, questionari per l’intervista dei casi e dei soggetti esposti, strumenti di supporto tecnico-

scientifico

Moduli per la raccolta dei dati iniziali

Si tratta di una modulistica da utilizzare per ricercare le prime informazioni sulla sospetta

tossinfezione a seconda della provenienza della segnalazione (si veda all.to1) ;

Se la segnalazione proviene da un privato cittadino sarà opportuno richiedere:

1. nome, cognome ,indirizzo , numero di telefono dell’esponente;

2. sintomi accusati;

3. data, ora di insorgenza sintomi;

4. alimenti sospetti consumati allo scopo di individuare la provenienza del patogeno che

ha generato l’episodio tenendo presente sempre il tipo di sintomi, la frequenza e il

periodo di comparsa dopo il/i pasti sospetti;

5. luogo di consumo / acquisto dell’alimento sospetto, indirizzo e numero civico e se

possibile, per prodotti confezionati, denominazione prodotto, etichettatura, lotto, data

scadenza/TMC;

6. nome, cognome, indirizzo, telefono di altre eventuali persone sintomatiche e

asintomatiche esposte al rischio ,avendo consumato gli alimenti sospetti;

7. cognome e nome dei soggetti eventualmente ricoverati, e sede del ricovero;

8. A titolo esemplificativo è disponibile la scheda di inchiesta epidemiologica (Allegato 1).

Se la segnalazione proviene da un sanitario o da una struttura sanitaria:

1. stesse informazioni richieste come per l’esposto del privato cittadino;

2. orientamento diagnostico presuntivo;

3. indagini di laboratorio in corso ed eventuali esiti.

Se la segnalazione proviene da una comunità (scuola, azienda, ecc.):

1. stesse informazioni richieste come per l’esposto del privato cittadino;

2. numero assenti;

3. numero assenti per cause note (specificare);

4. nome, cognome, telefono degli assenti;

5. data dell’inizio delle assenze.

Questionari per l’intervista dei casi e dei soggetti esposti

Una volta acquisiti i recapiti dei soggetti coinvolti nel focolaio epidemico, si procede a

intervistarli richiedendo le informazioni contenute nella scheda di inchiesta epidemiologica

(Allegato 1)

Modelli di accompagnamento dei campioni biologici

Nella gestione dell’episodio infettivo è prevista la raccolta e l’invio dei campioni biologici della

maggior parte delle persone esposte al rischio e degli addetti alla preparazione e

manipolazione degli alimenti. Come già sottolineato è importante accompagnare l’invio dei

campioni con modelli che riportino notizie anamnestiche, modalità di conservazione del

campione ed eventuali terapie antibiotiche (Allegato 2).

Strumenti di supporto tecnico-scientitico

Per agevolare il processo di analisi dei dati raccolti è suggerito l'utilizzo di strumenti quali il tasso di

attacco e la curva epidemiologica, di cui sono disponibili schede informative e fogli di calcolo

(Allegato 3).

ALLEGATO 1

Pagina 1 di 4

SCHEDA DI INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA

INTOSSICAZIONE ALIMENTARE

Diffusione il 06/03/2015

DATA /__/ ORA di compilazione scheda

*Cognome * Nome

*Data e luogo di nascita / / Occupazione

*Indirizzo Telefono

*Sesso: □ M F □

*Codice Fiscale

DATI CLINICI

*Data inizio primi sintomi / / *ora di esordio (cerchiare l’ora più vicina. Per l’esordio dopo le 24

controllare attentamente la data)

1 2 3 4 5 6 7 8

9 10 11 12 13 14 15 16

17 18 19 20 21 22 23 24

SINTOMATOLOGIA: □ febbre data e ora insorgenza

□ nausea data e ora insorgenza

temp.massima C°_

□ vomito data e ora insorgenza episodi

□ diarrea data e ora insorgenza

vomito a getto: sì □ no □

ora insorgenza scariche: 1-2 □ 3-5 □ oltre 6 □

□ dolori addominali data e ora insorgenza

□ cefalea data e ora insorgenza

□ altri sintomi:

□ segni neurologici:

data e ora insorgenza

data e ora insorgenza

data e ora insorgenza

data e ora insorgenza

Comune di insorgenza dei sintomi

SINTOMATOLOGIA: in corso terminata sì □ no □ se si quando? Cure mediche domiciliari: sì □ no □ Accesso PS. sì □ no □

Ricovero: sì □ no □ Luogo di Accesso/ ricovero:

EVENTUALE TERAPIA/FARMACI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ANTIBIOTICI:

Accertamenti effettuati:

Esiti:

Ter ap ia in cor s o pr ima d ell’es or di o d ei s in tomi :

Viaggi nei 3 mesi precedenti: sì □ no □ se sì indicare la località_

Normalmente che acqua consuma:

2

Pagina 2 di 4

Modulo di registrazione

SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE

Data di diffusione 06/03/2015

Nei giorni precedenti la malattia ha consumato o acquistato pasti pronti in esercizi commerciali? (investigare i giorni prima dell’esordio a seconda del sospetto patogeno; se non si ha chiaro almeno il patogeno sospetto investigare fino ad una settimana

prima o almeno 72 ore prima dell’inizio dei sintomi) BARRARE LA VOCE E SPECIFICARE INDIRIZZO

Ristorante Chioschi Ambulanti Fast food Stand in manifestazioni Bar Centri sportivi Gastronomia Happy Hours Piatti pronti di

supermercato Stazione di servizio/Autogrill

Gelateria Negozi alimentari

Ha pa r tecipa t o ad un e v ento di gr up po nella s etti man a pr eced ente all ’iniz io dell a s in

to mat ologia ? (es. ricevimento di nozze,feste, eventi scolastici, cene domestiche con amici e parenti, banchetti di lavoro, party, sa g r e, fi er e… .)

Durante i giorni precedenti l’esordio della sintomatologia ha avuto contatti con animali domestici?

sì □ no □ Dove_

Descrizione dei luoghi e alimenti consumati da a prima dell’esordio dei sintomi

Giorno dell’esordio dei sintomi DATA

Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore

Dove Dove Dove Dove

A L I M E N T I

CONSUMATI

Giorno precedente DATA

Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore

Dove Dove Dove Dove

A L I M E N T I

CONSUMATI

3

Pagina 3 di 4

Modulo di registrazione

SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE

Data di diffusione 06/03/2015

Giorni precedenti DATA

Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore

Dove Dove Dove Dove

A L I M E N T I

CONSUMATI

Giorni precedenti DATA

Colazione ore Pranzo ore Cena ore Altro ore

Dove Dove Dove Dove

A L I M E N T I

CONSUMATI

Specificare se possibile, dove sono stati acquistati gli alimenti consumati

In caso di altri commensali conviventi ch e s ono st at i coin volti n ell’epi s odi o , ANCHE SE

ASINTOMATICI, produrre un a br eve rela zi one ch e de ve es s er e r ia s s un tiva dell’ epis odio e

riportare i dati anagrafici degli stessi.

4

Pagina 4 di 4

Modulo di registrazione

SCHEDA INCHIESTA EPIDEMIOLOGICA PER SOSPETTA INTOSSICAZIONE ALIMENTARE

Data di diffusione 06/03/2015

Eventuali note

MAINF SÌ NO n. del

Firma Operatore_

ALLEGATO 2

Pagina 1 di 2

RICHIESTA ESAMI PER INDAGINI DI MICROBIOLOGIA CLINICA

Diffusione il 06/03/2015

TIPO DI CAMPIONE ANAMNESI DEL PAZIENTE

Feci

o formate

o molli o liquide

Vetrino per scotch-test

Tampone oro-faringeo

Cognome e nome/codice

Data di nascita Sesso M F Nazionalità

Portatore Cluster

Malato Sospetta MTA

Asintomatico

Note

RICHIEDENTE

Struttura

Data prelievo

Medico

Telefono

TIPO DI ANALISI

Feci

Metodo colturale Salmonella*

Shigella*

Conta di bacillus Cereus*

Metodo PCR

Vibrio spp.*

Clostridium difficile

tossina B *

Salmonella spp.

Shigella spp.*

Campylobacter

spp.*

Campylobacter spp*

Yersinia enterocolitica*

Escherichia coli O157*

Clostridium perfringens

tossina *

Yersinia enterocolitica*

Aeromonas spp. *

Escherichia coli O157*

Escherichia coli

produttori di tossina

(VTEC) *

Vibrio parahaemolyticus*

Vibrio cholerae*

Astrovirus*

Rotavirus gruppo A*

Adenovirus enterico*

Norovirus G-I G-II*

Agglutinazione al lattice Tossina Clostridium perfringens *

Esame microscopico Parassiti intestinali (elminti e protozoi) * Uova di Ossiuri (scotch-test)

Tampone oro-faringeo

Esame colturale

Agglutinazione al lattice

Stafilococco aureo

Enterotossine A, B,C,D stafilococciche

ALLEGATO 2

Pagina 2 di 2

RICHIESTA ESAMI PER INDAGINI DI MICROBIOLOGIA CLINICA

Diffusione il 06/03/2015

INFORMAZIONI CLINICHE Sintomi

Terapia antibiotica

Positività pregressa

diarrea

nausea

febbre

disidratazione

No Sì

No

vomito

dolore

crampiforme

diffuso

ulcerazione con

presenza di muco

ulcerazione con

presenza di sangue

Sospesa

da

gonfiore flatulenza

Istruzioni per la compilazione del modulo:

Compilare e consegnare un modulo di richiesta per ogni tipo di campione inviato

Si raccomanda, ai sensi del D.Lgs. 196/2003 "Codice in materia di protezione dei dati personali"

che, nel caso in cui il campione venga identificato con il nome del paziente e non con un codice, il

campione contenuto in un recipiente primario per il trasporto, deve essere inserito in un contenitore

secondario cieco, sigillato e con la scritta "contiene dati sensibili"

In caso di MTA fornire i dati epidemiologici

*Indicare nel modulo il tipo di contenitore in cui conservare il campione (con o senza terreno di

trasporto, con fissativo ecologico, ecc.) indicato dal laboratorio di competenza

ALLEGATO 3

GLI STUDI ANALITICI IN UNA MALATTIA TRASMESSA DA ALIMENTI

1) Descrivere la frequenza dei sintomi:

La percentuale di casi con particolari sintomi deve essere calcolata e ordinata in una

tabella secondo un ordine decrescente

Numero di casi 296 N = 296

Sintomi N° di casi %

Diarrea 260 88

Crampi 122 41

Febbre 116 39

Nausea 105 35

Cefalea 68 23

Dolori muscolari 56 19

Vomito 42 14

Organizzare le informazioni secondo questo criterio può aiutare a capire per esempio se

l’episodio è stato generato da un’intossicazione, un’infezione enterica o una patologia

generalizzata. Per esempio:

• se il sintomo predominate è il vomito senza febbre ed il periodo di incubazione è

inferiore alle 8 ore si può pensare ad una intossicazione da, per esempio, Staphylococcus

aureus, Clostridium perfringens o Bacillus cereus;

• presenza di febbre in assenza di vomito e un periodo di incubazione maggiore

potrebbero indicare un’infezione gastroenterica da Salmonella, Shigella, Campylobacter

o Yersinia.

2) Costruire una curva epidemica

L’andamento temporale di un focolaio viene normalmente visualizzato attraverso un

istogramma che riporta in ordinate il numero di casi ed in ascisse gli intervalli di tempo.

Per costruire una curva epidemica è necessario conoscere il momento dell’insorgenza dei

sintomi. Nel caso di patologie a lungo periodo di incubazione è sufficiente conoscere il

giorno di insorgenza mentre, in patologie a corta incubazione, come la maggior parte

delle malattie trasmesse da alimenti, si devono annotare giorno e ora.

L’unità di tempo da inserire nelle ascisse è normalmente basata sul periodo di

incubazione apparente della malattia e deve essere preso in considerazione tutto il

periodo che va dal primo all’ultimo caso. Come regola generale, l’unità riportata sulle

ascisse non dovrebbe essere superiore a un quarto del periodo di incubazione della

malattia indagata (questa regola non è applicabile quando il focolaio si estende in un

periodo di tempo molto lungo). Così, per un focolaio di salmonellosi con un periodo di

incubazione medio di 24 ore e casi occorsi in pochi giorni, l’unità di misura appropriata

sulle ascisse risulta essere 6 ore.

Se la malattia e/o il suo tempo di incubazione sono sconosciuti sarà necessario costruire

più curve epidemiche con diverse unità sulle ascisse fino ad arrivare alla costruzione della

curva che meglio rappresenta l’episodio.

Sul grafico dovrebbe essere considerato anche il periodo pre-epidemico per meglio

rappresentare gli antefatti del numero atteso di casi o individuare il caso indice. Se il

focolaio ha una fonte conosciuta (es. uno specifico alimento servito durante un evento

comune come un pasto al ristorante etc.) nella curva deve essere indicato anche

l’evento a cui si fa riferimento.

L’aspetto di una curva epidemica è determinato da:

• il modello epidemico (fonte comune a sorgente puntiforme, intermittente continua o

trasmissione interumana),

• il periodo di tempo entro il quale le persone hanno subito l’esposizione,

• il periodo di incubazione della malattia.

3) Calcolare l’intervallo di esposizione dalla curva epidemica

Il periodo di incubazione è l’intervallo di tempo intercorso tra l’ingestione dell’alimento

contaminato contenente una quantità di patogeni o tossine sufficienti a causare malattia

e il primo sintomo della malattia stessa. E’ meglio caratterizzare il focolaio usando la

mediana del periodo di incubazione.

Se il momento dell’esposizione e il momento dell’insorgenza dei sintomi sono noti, i

periodi di incubazione individuali possono essere calcolati direttamente e

sintetizzati nel valore della mediana (Figura 1).

Figura 1. Esempio di curva epidemica

Se si conosce solo il momento di insorgenza dei sintomi, costruire la curva

epidemica come in Figura 1:

o identificare la mediana del momento di insorgenza dei sintomi: tempo mediano di esposizione = (71+1)/2 = 36

o la colonna temporale del caso 36 è il tempo mediano d’insorgenza dei sintomi, ovvero 18.00-24.00 del 3° giorno

o calcolare l’intervallo di tempo intercorso tra il primo e l’ultimo caso (base del

grafico), in questo caso dalle 00.00 del 3° giorno alle 24.00 del 4° giorno = 48

ORE

o tornare indietro di questo lasso di tempo dalla mediana per ottenere il

momento della probabile esposizione: dalla colonna mediana a ritroso di 48 ore

o probabile tempo di esposizione = 1° giorno 18.00 – 24.00

Se si conoscono l’organismo e il momento di insorgenza della malattia:

o considerare il tempo minimo e massimo di incubazione (es: Salmonellosi

periodo di incubazione minimo 6, massimo 48 ore - Figura 2)

o identificare l’ultimo caso del focolaio e contare all’indietro sull’asse X il tempo massimo di incubazione

o identificare il primo caso dell’epidemia e contare all’indietro sull’asse X il tempo minimo di incubazione

o idealmente le due date saranno simili e rappresenteranno il probabile

momento di esposizione

o in alternativa il momento di esposizione può essere calcolato partendo dal

picco epidemico e contando all’indietro sull’asse X il periodo medio di incubazione. Questo metodo viene normalmente usato nelle epidemie in corso in cui l’ultimo caso non si è ancora verificato, questi metodi non

possono essere usati se sono presenti casi secondari o se l’esposizione è

prolungata.

Figura 2. Esempio di calcolo dei tempi di incubazione.

43 11

3 18

4) Calcolare il tasso di attacco per alimento:

Dopo una cena a cui partecipavano 75 persone, 46 persone si sono sentite male. Tutte le

75 persone sono state intervistate riguardo al consumo di alimenti a cena. Le interviste

hanno dimostrato che 43 dei 46 malati e 11 dei 29 sani avevano mangiato pesce.

Riportando i numeri in una tabella 2 X 2 avremo:

Malati Non

Malati Totale Tasso di attacco (% )

Hanno mangiato pesce 54 43/54 x 100 (79,6%)

Non hanno mangiato

pesce

21 21/3 x 100 (14,3%)

Totale 46 29 75 61,3

Il rischio relativo al consumo di pesce è 79,6/14,3 = 5,6

La differenza tra i tassi di attacco (rischio attribuibile) è 79,6 % - 14,3 % = 65,3%

In questa tabella 2 X 2 il tasso di attacco specifico per il consumo di pesce è 79,6% mentre

per il non-consumo è 14,3%. Un test di significatività statistica determina la probabilità che

la differenza tra i due tassi di attacco sia esclusivamente dovuta al caso.

Per calcolare la significatività statistica si usa il test del chi-quadrato e si comparano i

valori ottenuti con valori teorici. Nell’esempio riportato la differenza tra i valori è

significativa con un p-value <0,001. Questo significa che la probabilità che la distribuzione

dei numeri nella tabella 2 X 2 sia solo dovuta al caso è piccola e si può quindi concludere

che il consumo di pesce in questo caso è fortemente associato con il rischio di ammalarsi.